CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 aprile 2014
219.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sugli esiti della missione svolta ad Atene dal 3 al 4 aprile 2014 in occasione della Conferenza interparlamentare sulla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC)

COMUNICAZIONI

  Una delegazione bicamerale ha preso parte dal 3 al 4 aprile alla Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune e sulla politica di sicurezza e difesa comune nell'ambito del semestre greco di presidenza del Consiglio dell'Unione europea. Alla missione hanno preso parte, per la Camera, l'on. Massimo Artini, in qualità di vicepresidente della Commissione difesa, l'on. Elio Massimo Palmizio, come membro della stessa Commissione, e l'on. Paolo Alli, in rappresentanza della III Commissione. Per il Senato, oltre al presidente della 4o Commissione del Senato, sen. Nicola Latorre, hanno partecipato il senatore Paolo Corsini, vicepresidente della 3o Commissione, e il senatore Luis Alberto Orellana, componente della 3o Commissione.
  I lavori della Conferenza sono stati preceduti da una riunione del Comitato ad hoc di revisione del regolamento che, facendo seguito a quanto deciso nel seminario svolta il 21 febbraio 2014, ha definitivamente adottato l'acronimo IPC-CFSP/CSDP (Inter Parliamentary Conference – Common Foreign and Security Policy/Common Security and Defence Policy), in quanto coerente con il dettato del Trattato di Lisbona, ed ha acquisito gli esiti del seminario in riferimento alle best practice individuate e che saranno sottoposte alla considerazione della presidenza italiana.
  Sono apparsi minimali i progressi nella valutazione delle singole proposte emendative, che risultano ancora accantonate. Quasi tutto il dibattito è stato assorbito da considerazioni scaturite dalla contestazione, sollevata dalla delegazione spagnola, in ordine alla classificazione, adottata a Vilnius, sugli emendamenti presentati e che vede figurare due proposte spagnole, relative ai compiti dell'Alto Rappresentante, tra quelle non previste dal Trattato. La contestazione ha determinato l'apertura di un confronto alimentato dalla delegazione tedesca, la quale è tornata sulle critiche mosse fin dall'inizio all'impianto della Conferenza, di cui promuove un rafforzamento del ruolo e del carattere istituzionale. Contro questa tendenza si sono espresse in particolare le delegazioni olandesi, svedesi, britanniche e del Parlamento europeo (sul punto la delegazione italiana non è intervenuta).
  Con particolare riferimento all'emendamento spagnolo che prevede che l'Alto Rappresentante, in vista della sua partecipazione alla Conferenza, prepari un rapporto scritto sulle conclusioni e raccomandazioni adottate dalla stessa Conferenza, in assenza di una deliberazione da parte del Comitato, il Presidente della Commissione esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok, ha proposto che la presidenza italiana, in attesa di una decisione definitiva sugli emendamenti, alleghi all'invito rivolto all'Alto Rappresentante, ai fini della partecipazione alla Conferenza, il testo delle Conclusioni da ultimo adottate, con ciò implicitamente volendo promuovere da parte dell'AR un approfondimento Pag. 46dedicato alle Conclusioni nel corso del suo consueto discorso sulle priorità della PESC e PSDC.
  Alla luce di ciò appare che gli emendamenti non superati dalle best practice raccolte sono destinati ad essere valutati sotto la presidenza italiana.
  Quanto ai lavori della Conferenza, l'atmosfera è stata dominata dal clima pre-elettorale, dalla previsione dell'ascesa dei movimenti e delle formazioni antieuropeiste, oltre che da un clima di bilanci determinato dall'imminente scadenza del mandato della Commissione e dell'AR. Sul piano tematico l'attenzione centrale è stata dedicata alla questione «Ucraina» e «rapporti con la Russia».
  Il Presidente del Parlamento ellenico, Evangelos Meimarakis, ha sottolineato che l'Europa ha l'obbligo di assumere un ruolo di primo piano negli sviluppi internazionali in linea con il suo peso economico. Al fine di svolgere efficacemente questo ruolo, l'Europa deve mantenere il più possibile una posizione unitaria e determinata fondata sui principi della legittimità internazionale ed evitando contraddizioni interne. Egli ha sottolineato che la realtà geopolitica di oggi dimostra in modo inequivocabile la necessità di intensificare il coordinamento della politica estera a livello dell'UE, in modo che l'Unione possa aumentare la sua influenza globale.
  La Conferenza Interparlamentare è stata inaugurata da Konstantinos Tsiaras, presidente della Commissione per la difesa nazionale e gli affari esteri del Parlamento ellenico, e dal presidente Brok.
  Nel suo discorso di benvenuto Tsiaras ha enfatizzato la necessità di definire un'autentica politica comune negli affari esteri, nella difesa e nella sicurezza. Egli ha sottolineato che la situazione in Ucraina così come nel quadrante meridionale d'Europa dimostra la necessità per l'UE di assumere un ruolo più importante come soggetto produttore di sicurezza globale. Brok ha sottolineato che per affrontare le sfide provenienti da est e da sud dell'Unione è indispensabile sfruttare l'intero potenziale del Trattato di Lisbona, combinando le capacità dell'Unione europea con quelle nazionali nell'affrontare le priorità politiche comuni in Ucraina, così come in Siria. Quanto all'Ucraina, ha sottolineato che il suo futuro non è sotto l'egida russa e che la Conferenza deve affermare con chiarezza la necessità di respingere l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina e far capire che l'Europa dovrebbe garantire condizioni di pace, sicurezza e prosperità in tutto il vicinato.
  Nel corso della Sessione inaugurale, dedicata alle sfide alla sicurezza nel Vicinato Orientale e Meridionale dell'UE secondo una prospettiva nazionale, la presidenza greca ha posto l'accento sull'esigenza di un approccio il più possibile razionale e freddo alla crisi russo-ucraina. Il Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri della Repubblica ellenica, Evangelos Venizelos, in un discorso molto incisivo ed apprezzato dalla delegazione italiana, ha presentato la posizione storica e strategica della Grecia in Europa e rispetto alle aree di instabilità in Medio Oriente e ne Nord Africa, non trascurando la situazione di quasi anarchia in Libia. Particolare accento è stato dato alla ultraquarantennale questione cipriota che costituisce una delle principali sfide alla sicurezza. Riferendosi alla questione dell'Ucraina, anche nel dibattito che è seguito, Venizelos ha giudicato non maturi i tempi per imporre sanzioni economiche contro la Russia sarebbe prematuro, se prima non sono esperiti tutti i tentativi sul piano diplomatico e politico.
  Grande attenzione è stata dedicata dalla presidenza greca al Mediterraneo, con enfasi sul significato del passaggio del testimone ad altro Paese rivierasco nella seconda metà dell'anno. Peraltro, a margine della Conferenza si è tenuta una riunione sul tema del Mediterraneo, riservata a talune delegazioni partecipanti (per l'Italia vi ha preso parte il Senato).
  Nella Sessione a porte chiuse si è tenuto l'atteso intervento dell'ormai in scadenza Alto Rappresentante, Catherine Ashton, sulle priorità attuali per la PESC e la PESD, compresa la situazione in Ucraina. Ashton ha sottolineato che la Pag. 47Russia ha violato il diritto internazionale e violato l'integrità territoriale di un altro paese e che la de-escalation della situazione è una priorità assoluta per l'UE, che eserciterà le necessarie pressioni diplomatiche ed economiche sulla Russia, non potendo essere messo in discussione il diritto di dell'Ucraina all'autodeterminazione. La soluzione non è solo politico, ma anche economico che sarebbe stato necessario affrontare per tempo le urgenze ucraina in tema di stabilità economica e di crescita. L'Alto Rappresentante ha annunciato per la fine di aprile l'abolizione di barriere commerciali tra l'Ucraina e l'Unione europea e ha sottolineato che il FMI darà un contributo in tale direzione.
  Nel dibattito che è seguito, la baronessa Ashton ha sottolineato la necessità per l'Europa di essere autosufficiente in tema di energia esplorando la possibilità di accedere a risorse. Ha poi svolto una sorta di bilancio sui risultati conseguiti nel corso dei suoi quattro anni di impegno, esprimendo soddisfazione per gli sviluppi rispetto alle tre priorità del suo mandato: l'istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna, l'approfondimento delle relazioni dell'UE con i suoi partner strategici e l'ulteriore impegno dell'Unione rispetto al vicinato.
  Sempre nel corso del dibattito la delegazione olandese ha avanzato una proposta di lavoro specifica sul tema dei Battlegroup, su cui aveva fatto già pervenire a tutte le delegazioni un documento. Ashton ha raccolto con entusiasmo la proposta olandese, incoraggiando la presidenza successiva ad un impegno specifico, anche rivolto ad individuare una nuova denominazione per questo istituto ad oggi rimasto inutilizzato.
  Nel corso del dibattito principale la delegazione italiana ha richiamato taluni temi quali la situazione in Venezuela (senatore Orellana), la cyber difesa, l'andamento delle missioni antipirateria e la situazione dei diritti umani in Turchia (onorevole Artini).
  La Sessione successiva, dedicata ad una riflessione sulle Conclusioni del Consiglio di dicembre e sugli sviluppi nel settore della difesa e della sicurezza, è stata introdotta dal Ministro della difesa nazionale della Repubblica ellenica, Dimitrios Avramopoulos, che ha sottolineato come i recenti sviluppi geopolitici abbiamo evidenziato lo stretto legame tra sicurezza interna ed esterna e ha aggiunto che l'Europa ha il dovere di determinare e di difendere i suoi interessi geopolitici. Avramopoulos ha rimarcato come la PSDC dovrebbe concentrarsi sulla cyberdefense, sulla difesa marittima ed energetica e sul contrasto all'immigrazione clandestina, alla criminalità organizzata, al terrorismo, ma anche sostenere i paesi terzi nella gestione delle frontiere. Il ministro ha concluso sottolineando l'urgenza di superare l'attuale frammentazione del mercato europeo della difesa, migliorando il rapporto costi-benefici e consentendo all'Europa di sostenere un'industria della difesa competitiva.
  Nel suo intervento l'Ambasciatore Maciej Popowski, Vice Segretario Generale per gli Affari Interistituzionali del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), ha enfatizzato la centralità dell'interazione con la NATO, sottolineando che il prossimo vertice in Galles sarà preparato sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre. Ha sottolineato che il mercato della difesa deve essere ulteriormente sviluppata in Europa , a beneficio di tutti i suoi Stati membri e contribuendo alle richieste di molti Stati membri dell'UE affinché le capacità si sviluppino a fronte della riduzione delle spese per la difesa.
  I lavori sono poi proseguiti nell'ambito di Gruppi di lavoro, cui la delegazione italiana, anche in considerazione dell'imminente passaggio del testimone, ha autorevolmente contribuito.
  Il primo gruppo di lavoro sulla Strategia europea di sicurezza marittima dell'Unione: la dimensione marittima della PSDC è stata presieduta Yiannis Kefalogiannis, membro della Commissione esteri greca, e ha avuto per rapporteur Ana Gomes, membro della Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo. Tra i tre relatori vi è stato il presidente Latorre, insieme a Walter Huhn, consigliere Pag. 48militare del SEAE, e Loukas Katsikas, direttore dell’Athens Multinational Sealift Coordination Center (AMSCC). Latorre ha esordito sottolineando che la strategia di sicurezza marittima dovrebbe essere integrata nelle politiche dell'UE al fine di diventare globale e sostenibile. Ha anche osservato che l'Europa deve fornire protezione ai soldati in servizio e ha dato risalto all'esigenza di rafforzare FRONTEX. Huhn ha segnalato che l'obiettivo è approvare la strategia entro giugno 2014 e poi procedere immediatamente alla sua attuazione.
  Il secondo gruppo di lavoro ha esaminato i recenti sviluppi in Medio Oriente. Nikolaos Panagiotopoulos, membro della Commissione per la difesa e affari esteri nazionali del Parlamento ellenico, ha presieduto il seminario e l'onorevole Alli ne è stato il rapporteur. La sessione è consistita in presentazione di Christian Berger, direttore del SEAE per il Nord Africa, Medio Oriente, penisola arabica, Iran e Iraq, di Averof Neofytou , presidente della Commissione per gli affari esteri ed europei della Camera dei Rappresentanti della Repubblica di Cipro, e di Thanos Dokos, Direttore Generale, Fondazione ellenica per la politica estera europea e (ELIAMEP). Nel dibattito sono state richiamate tutte le questioni più rilevanti, dalla tragedia umanitaria in Siria alla situazione in Egitto, alla per il futuro dell'Iraq e del popolo curdo, al dossier nucleare iraniano. Tutti hanno convenuto sull'importanza del Mediterraneo per gli interessi politici, economici e di sicurezza dell'Unione.
  Nel suo articolato intervento l'onorevole Alli ha evidenziato come la coincidenza di un semestre greco ed uno italiano offra una preziosa occasione per aggiornare la strategia europea per il Mediterraneo, ad oggi rimasta del tutto inefficace in quanto gita per lo più a livello bilaterale, e per il Medio Oriente, affrontata in ogni edizione della Conferenza interparlamentare con un accento particolare sul sostegno alla ripresa del negoziato diretto tra Israele e Palestina, alla luce del nuovo impulso impresso dalla rieletta amministrazione statunitense. Ha quindi dato atto dello stato delle più recenti trattative segnalando che l'Unione europea continua ad assicurare l'assistenza finanziaria necessaria alla Palestina per l'esercizio della sua statualità, ma potrebbe manifestare maggiore disponibilità a sostenere il relativo processo di institution-building. La soluzione dei «due Stati» si conferma come la sola opzione perseguibile per garantire una pace giusta e duratura su cui tutta la comunità internazionale, ed in particolare l'Unione europea, devono investire tutto il loro potenziale politico.
  L'onorevole Alli ha quindi tratteggiato i connotati della nuova leadership politica dell'Iran sulla questione nucleare evidenziando come all'apertura di credito da parte israeliana non abbia fatto seguito da parte iraniana un atteggiamento più costruttivo. Quanto alla crisi russo-ucraina, ha prospettato un probabile irrigidimento della posizione di Mosca sul dossier siriano e che potrà emergere in occasione della verifica sui tempi di consegna delle armi chimiche da parte di Damasco entro fine giugno, come previsto dalla risoluzione ONU. Su tale punto ha invocato che l'UE assuma l'iniziativa di chiedere un'accelerazione, reclamando altresì dal regime di Assad la fine degli assedi a diverse città siriane e per scongiurare il rischio di spill-over del conflitto siriano in tutta l'area. Scenari complessi si delineano anche nel Nord-Africa e soprattutto in Libia e in Egitto dove è in corso un delicato passaggio segnato dal processo costituente e dalle elezioni presidenziali. Ha segnalato come sullo sfondo vi sia il radicalizzarsi della la competizione interna al mondo arabo di rito sunnita, contrapponendo l'attivismo del Qatar alle altre monarchie del Golfo.
  Ha, infine, evidenziato, tra l'altro, come l'Unione europea possa e debba far valere di più la sua presenza, utilizzando a tal fine alcuni suoi tratti tipici che, comparativamente, possono avvantaggiarla nel rapporto con i paesi dell'area. Anzitutto, quello di essere una potenza che, utilizzando prevalentemente gli strumenti del soft power, viene percepita come meno intrusiva nelle dinamiche interne dei singoli Pag. 49paesi; poi quella di avere un approccio più inclusivo e dialogante, anche per la maggiore vicinanza geografica e per i più stretti legami storici ed economici; infine, quello di offrire modelli di riferimento preziosi per i processi di transizione verso la realizzazione di sistemi democratici. In tutta evidenza, il ruolo dei Parlamenti, in particolare attraverso questa Conferenza, risulta a tal fine determinante.
  Il terzo gruppo di lavoro ha esaminato il dispiegamento di forze militari sotto la PSDC dal punto di vista delle procedure e pratiche decisionali tra i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo. Lazaros Tsavdaridis, presidente della Commissione speciale per i programmi di armamento e i contratti del Parlamento ellenico, ha presieduto il gruppo e Audronius Azubalis, vice presidente della Commissione per gli affari esteri del Seimas lituano è stato il rapporteur. La relazione di apertura è stata affidata ad Angelien Eijsink, presidente della Commissione per gli affari esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Generali dei Paesi Bassi, a Ioan Mircea Pascu, membro della Commissione esteri del Parlamento europeo, e a Roderich Kiesewetter, membro della Commissione affari esteri del Bundestag.
  L'onorevole Eijsink ha esordito sottolineando la necessità di una politica di difesa e di sicurezza coerente. Ha quindi concentrato l'attenzione sui Battlegroups che rappresentato un insieme potenzialmente importante di forze a disposizione dell'UE per una reazione immediata alle crisi e quindi per contribuire alla sicurezza dei cittadini dell'UE. Tuttavia, ha osservato che non sono diventati operativi principalmente a causa delle diverse procedure decisionali dei parlamenti nazionali. Pascu ha evidenziato che i cosiddetti «gruppi tattici» non sono stati dispiegati per scelte di carattere nazionale e che la cooperazione interparlamentare tra Paesi che contribuiscono al medesimo «gruppo tattico» sarebbe uno strumento importante per migliorare il controllo parlamentare e la comprensione delle diverse procedure decisionali nazionali. Ha argomentato la necessità di affrontare carenze di capacità e di ripartizione degli oneri finanziari. Kiesewetter, descrivendo il ruolo del Parlamento tedesco nell'approvazione delle missioni e lo stato attuale della prassi parlamentare sulla materia, ha dato risalto al fatto che le decisioni di sicurezza dell'UE dipendono anche dalle decisioni prese da attori esterni all'Unione e ha dichiarato che la Germania sostiene un ulteriore sviluppo della PSDC.
  Si è collocata al centro del dibattito la questione del finanziamento dei Battlegroups, l'importanza della volontà politica ai fini del loro rilancio, nonché la necessità di migliorare la cooperazione di unità con caratteristiche comuni.
  La questione degli EU Battlegroup, affrontata sia durante il dibattito generale che nel terzo gruppo di lavoro, merita una trattazione specifica essendo da essa derivata una proposta di lavoro rivolta alla presidenza italiana, accolta dalla delegazione di Camera e Senato che ha preso parte ai lavori di Atene.
  Già nel corso della discussione generale, successiva all'intervento dell'Alto Rappresentante, la delegazione olandese ha infatti avanzato una proposta di lavoro specifica sul tema degli EU Battlegroup, su cui nel corso delle settimane precedenti aveva fatto già pervenire a tutte le delegazioni un documento. Gli olandesi hanno posto in termini pragmatici il tema dell'esigenza che tale istituto sia ridefinito alla luce del mancato funzionamento e della necessità di non disperdere risorse finanziarie, umane, logistiche ecc. in una stagione di crisi e economica diffusa e in un'ottica di potenziamento della difesa europea. Ashton ha raccolto con entusiasmo la proposta olandese, incoraggiando la presidenza successiva ad un impegno specifico, anche rivolto ad individuare una nuova denominazione di questa struttura.
  La delegazione olandese ha quindi presentato un emendamento alle Conclusioni della Conferenza, con riferimento al paragrafo relativo al ruolo dei Parlamenti e al dispiego delle forze militari e civili nell'ambito della PSDC (ex par. 12, adesso par. 17), al fine di prevedere l'impegno: ad assicurare il raggiungimento da parte tutti Pag. 50i Paesi membri della capacità di dispiego degli EU Battlegroups entro 5-10 giorni; ad un ulteriore scambio di opinioni sul tema per individuare soluzioni finalizzate ad incrementarne l'efficacia e la prontezza. L'emendamento esprime anche compiacimento per l'iniziativa di discutere questo argomento in occasione della prossima IPC a Roma.
  Successivamente, a margine della Conferenza, le delegazioni italiana e olandese si sono incontrate per discutere la proposta e hanno concordato una sorta di road map finalizzata a pervenire, prima della prossima IPC, ad una proposta di lavoro da sottoporre alla Conferenza di Roma e da definire in collaborazione con i Paesi interessati. In una sede informale dedicata, che potrà, qualora necessario essere convocata a Roma a fine settembre, dovrà pertanto essere definito un documento da sottoporre alla Conferenza di novembre, che contemplerà un workshop dedicato, secondo quanto convenuto in esito al terzo workshop. Tale road map è stata illustrata durante il terzo workshop, cui hanno preso parte l'onorevole Artini e il senatore Orellana. Con l'eccezione della delegazione del Regno Unito, la proposta italo-olandese ha incontrato il vivo sostegno, sia sul merito che sul metodo, soprattutto da parte di Francia ma anche da Germania, Spagna, Portogallo e da ulteriori Paesi che sono intervenuti nel workshop.
  Infine, nel corso del dibattito conclusivo, in cui sono state adottate le Final Conclusions, nelle quali l'emendamento olandese figura come recepito, la presidenza greca ha annunciato l'impegno italiano allo specifico approfondimento sul tema dei EU Battlegroups secondo i modi concordati in sede di workshop.
  Passando alle Conclusioni, si evidenzia è stato accolto l'emendamento italiano relativo alla questione dei marò. Le delegazioni svedese e danese vi si sono opposte ma solo limitatamente all'opportunità di inserire i nomi dei due militari in un testo che prevede la menzione di tematiche in termini di principio. La delegazione italiana, in omaggio alla logica del consensus, ha accolto queste obiezioni, ottenendo in cambio l'inserimento di un riferimento esplicito all'India, che mancava nella versione iniziale e che contribuisce a chiarire il senso dell'emendamento.
  Altro profilo di rilievo è stato l'emendamento francese sull'avvio della missione EUTM in Mali sotto bandiera europea.
  Tra le questioni da evidenziare, vi è l'invito affinché la presidenza italiana lavori alla proposta di una nuova Strategia di sicurezza e ciò malgrado Ashton abbia sostenuto che basterebbe attuare quella già esistente, senza procedere a definirne una nuova.

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ALLEGATO 2

Conferenza interparlamentare per la Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la Politica comune di sicurezza e difesa (PCSD) Atene, 3 – 4 aprile 2014

CONCLUSIONI FINALI

  La Conferenza Interparlamentare,
   Vista la decisione della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'UE adottata nell'aprile 2012 a Varsavia in ordine all'istituzione e al mandato di questa Conferenza;
   Visto il Titolo II del Protocollo I (e gli artt. 9 e 10) del Trattato di Lisbona sulla promozione di una regolare ed efficace cooperazione interparlamentare nell'Unione;
   Preso atto dei nuovi poteri e strumenti previsti dal Trattato di Lisbona per le istituzioni UE in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa e del fatto che i nuovi strumenti rafforzano le possibilità dell'UE di esercitare un'influenza internazionale commisurata al suo peso politico ed economico;
   Consapevole del processo decisionale articolato su più livelli nel campo della PESC e della PCSD e che l'efficace attuazione di tali politiche deve coinvolgere numerosi soggetti decisionali a livello unionale e nazionale; consapevole altresì della responsabilità di attivare il controllo parlamentare ai rispettivi livelli e far avanzare la cooperazione interparlamentare in materia di PESC e PCSD;
   Priorità attuali per la PESC

Ucraina

  1. Esprime profonda preoccupazione riguardo alla crisi ucraina e alle sue conseguenze per la sicurezza e la legalità internazionali e per la governance globale; condanna l'intervento militare della Russia e l'annessione illegale della Crimea che sovverte il diritto internazionale e gli impegni ed obblighi assunti dalla Russia, ivi inclusi la Carta dell'ONU, l'Atto Finale di Helsinki dell'OSCE e il Memorandum di Budapest; dichiara che il cosiddetto referendum tenutosi in Crimea il 16 marzo è incostituzionale ed esprime una fermissima condanna di ogni atto volto a compromettere l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina;
  2. Accoglie favorevolmente le dichiarazioni e conclusioni adottate dal Consiglio e dal Consiglio europeo, nonché la firma dei capitoli politici dell'Accordo di Associazione con l'Ucraina il 21 marzo; sostiene l'attuazione unilaterale di quelle parti dell'Accordo di Libero Scambio-DCFTA e del pacchetto finanziario complessivo suscettibili di apportare un impatto positivo immediato all'Ucraina, a breve termine anche evitando l'insolvenza del paese e, nel più lungo periodo, sostenendo le necessarie incisive riforme economiche e istituzionali; accoglie favorevolmente anche le sanzioni adottate dall'Unione nei confronti dei soggetti direttamente coinvolti, sia in Ucraina che in Russia, nella destabilizzazione dell'Ucraina, quale segnale della ferma volontà dell'Unione di garantire che tale aggressione non sarà accettata; chiede altresì la predisposizione di ulteriori sanzioni nel caso di ulteriore aggravamento della situazione o in risposta a minacce nei confronti dell'integrità territoriale, della sovranità e della sicurezza dei nostri partner orientali; considera Pag. 52legittimo il governo ad interim dell'Ucraina e accoglie con favore la sua disponibilità ad affrontare la crisi con gli strumenti del dialogo politico; rivolge un appello a tutte le parti affinché si astengano dalla violenza e perseguano un dialogo pacifico;
  3. Chiede alla Russia l'immediata de-escalation della crisi, con il ritiro delle proprie truppe dal confine e dal territorio ucraino; in aggiunta a ciò, chiede alla Russia di riconoscere il governo ad interim dell'Ucraina quale interlocutore legittimo e di impegnarsi in un dialogo bilaterale diretto e in autentici negoziati per risolvere la crisi nel pieno rispetto del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite; esorta il Consiglio e l'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione (HR/VP) a impegnarsi ai massimi livelli sia per gli obiettivi indicati sia per consentire un accesso sicuro della missione di monitoraggio dell'OSCE all'intero territorio dell'Ucraina, inclusa la Crimea; respinge qualunque negoziato sul futuro dell'Ucraina senza la partecipazione dell'Ucraina al tavolo negoziale; chiede che la Russia soddisfi le citate condizioni e torni a sviluppare un Partenariato Strategico con l'Unione Europea;
  4. Invita i parlamenti nazionali a inviare in Ucraina, insieme al Parlamento Europeo e con il sostegno dell'OSCE/ODHIR, delegazioni di osservazione elettorale in occasione delle prossime elezioni presidenziali, al fine di sostenere l'impegno delle autorità ucraine a tenere elezioni pacifiche, libere ed eque previste per il 25 maggio; chiede alle autorità dell'Ucraina di continuare a compiere tutti i passi necessari per garantire inclusività, trasparenza e rispetto dei diritti umani, inclusa la tutela dei diritti delle minoranze;
  5. Accoglie con favore la decisione del Consiglio Europeo di firmare l'Accordo di Associazione/Accordo di Libero Scambio-DCFTA con la Georgia e la Moldova entro il giugno 2014 e invita il Parlamento Europeo e i parlamenti nazionali a facilitare il processo di ratifica.

Siria

  6. Ribadisce la propria profonda preoccupazione per il conflitto in Siria, una crisi umanitaria drammatica e senza precedenti, a causa del quale negli ultimi tre anni oltre 140.000 persone hanno perso la vita; si registrano 2 milioni di rifugiati e 9.3 milioni di siriani, metà dei quali bambini, che hanno necessità di assistenza umanitaria; chiede alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri, nonché ad altri attori internazionali, di continuare a fornire assistenza umanitaria e a promuovere una riflessione in seno alle Nazioni Unite per stabilire corridoi umanitari sicuri che consentano di portare aiuti umanitari in tutte le parti della Siria;
  7. Rileva con allarme il fallimento dei colloqui Ginevra I e Ginevra II e chiede all'HR/VP di accrescere l'impegno, insieme all'inviato speciale delle NU, per l'immediata organizzazione di un'ulteriore fase negoziale che consenta di creare un contesto idoneo al raggiungimento di una soluzione politica che ponga fine a un conflitto così violento e devastante e crei le condizioni per una transizione democratica; chiede l'efficace attuazione, con il pieno sostegno tecnico e finanziario dell'UE, della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (2013) 2118, che chiedeva lo smantellamento dell'arsenale chimico della Siria entro la metà del 2014; sottolinea, tuttavia, la necessità di affrontare anche la questione del devastante flusso di armi convenzionali all'interno della regione e in particolare dell'asserito impiego di munizioni a grappolo; evidenzia la pressione esercitata sui Paesi vicini dai massicci flussi di rifugiati così come il fatto che i recenti incidenti servono a ricordare che la crisi siriana continua ad avere gravi ripercussioni sulla stabilità dell'intera regione; invita l'UE e i suoi Stati membri ad aumentare il sostegno attivo dato ai Paesi della regione quale gesto di solidarietà e di interesse reciproco, al fine di contrastare gli effetti di tracimazione regionale e fornire sostegno umanitario ai rifugiati di questi Paesi; alla luce degli sviluppi nel mondo arabo e della Pag. 53crisi siriana, sottolinea l'urgenza pressante di progressi nel processo di pace in Medio Oriente; al riguardo, ribadisce che la soluzione del conflitto in Medio Oriente è interesse fondamentale dell'UE.

Egitto

  8. Accoglie con favore l'adozione della Costituzione egiziana, ma esprime seria preoccupazione per la credibilità della transizione democratica in Egitto e l'impegno del governo ad attuare la Costituzione, alla luce della recente condanna a morte di oltre 500 rappresentanti dei Fratelli Musulmani e del giro di vite su rappresentanti della società civile e dei media; considera le condanne a morte totalmente inaccettabili e contrarie ai principi stabiliti nella nuova Costituzione; chiede alle autorità egiziane di garantire che siano garantite le condizioni per un giusto processo e sia avviato un dialogo serio con tutte le forze politiche democratiche del Paese, incluse le componenti moderate dei Fratelli Musulmani.

Priorità attuali per la PSDC

Seguito del Consiglio europeo di difesa

  9. Ritiene che il Consiglio europeo di difesa del dicembre 2013 sia stato una tappa fondamentale, attesa da lungo tempo, volta a fornire ulteriore slancio e ad apportare un input strategico per un approccio coordinato alla difesa europea che, negli ultimi anni, ha conosciuto un grave declino e necessita di un impulso decisivo; riconosce che le conclusioni del Consiglio europeo, così come quelle del Consiglio Affari esteri del novembre 2013, hanno fissato un'agenda che deve essere attuata in modo efficace e prioritariamente ed è determinata a continuare a seguire da vicino i progressi realizzati in materia, come indicato nel corso delle precedenti conferenze interparlamentari; chiede un'applicazione tempestiva del « « al fine di ottenere risultati tangibili nel settore della difesa europea prima del prossimo Consiglio europeo dedicato a questo tema che si terrà nel giugno 2015; ritiene che una riunione annuale del Consiglio europeo dedicata a questo tema e riunioni regolari di un Consiglio di difesa potrebbero sostenere ulteriormente i pregressi in materia.
  10. Sottolinea che i recenti sviluppi in materia di politica internazionale evidenziano la necessità per l'UE di avviare una riflessione approfondita sul futuro della PESC e della PSDC; prende atto delle realtà regionali limitrofe ed esprime la propria preoccupazione nei confronti per la comparsa di un arco di instabilità che si estende dall'Ucraina al Nord Africa; ricorda che tutti gli Stati membri dell'UE dovrebbero beneficiare del medesimo livello di sicurezza; richiama ad un maggiore coordinamento strategico della politica estera a livello di Unione, in linea con gli impegni contenuti nel Trattato di Lisbona, affinché l'UE possa affrontare il numero crescente di minacce e di sfide che gravano sulla periferia dei suoi confini esterni; resta convinta del fatto che il mandato conferito dal Consiglio all'HR/VP e alla Commissione, in consultazione con gli Stati membri, costituisce un passo avanti essenziale verso la definizione di una visione comune dell'UE degli interessi strategici e degli obiettivi, nonché delle minacce e delle sfide, ed è determinata a dare in contributo a questo compito; chiede che una valutazione di questo tipo conduca ad un riesame della Strategia europea in materia di sicurezza da realizzare nel quadro di una discussione approfondita con i parlamenti nazionali e con il Parlamento europeo; ritiene che la conferenza interparlamentare PESC/PSDC dovrebbe discutere appena possibile tale questione;

Approccio globale

  11. Accoglie favorevolmente l'adozione da parte della Commissione e dell'HR/VP della comunicazione congiunta su un Approccio globale dell'UE ai conflitti e alle crisi esterni e chiede una rapida attuazione della stessa; sottolinea che un ulteriore Pag. 54miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia nel quadro di un Approccio globale dovrebbe rappresentare una priorità e che in quest'ottica richieda innanzitutto una leadership dell'Unione nel definire strategie e priorità comuni in materia di affari esteri, una coerenza politica e finanziaria delle istituzioni, nonché il rispetto da parte degli Stati membri del loro impegno, previsto dal Trattato, a perseguire la PESC/PSDC in uno spirito di lealtà e di solidarietà; fa appello per un utilizzo strategicamente coerente ed efficace degli strumenti dell'UE attraverso l'Approccio globale in tutti i settori, in particolar modo in materia di prevenzione dei conflitti, e di gestione e risoluzione delle crisi; sottolinea l'importanza delle capacità civili e di difesa quali pilastro essenziale di detto Approccio globale e pertanto incoraggia l'integrazione della messa in comune e della condivisione nella pianificazione della difesa nazionale, quale tappa essenziale verso un ulteriore sviluppo della cultura della cooperazione e verso la realizzazione di risultati duraturi; sottolinea la necessità di agevolare l'applicazione dell'accordo «Berlin plus»; ribadisce il ruolo essenziale dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo nello svolgimento delle loro funzioni di controllo politico, in quanto legislatori e autorità competenti in materia di bilancio, assicurando così il successo del perseguimento di un Approccio globale dell'UE più efficace in termini economici.

Strategia di sicurezza marittima dell'UE

  12. Accoglie con favore l'adozione da parte della Commissione e dell'HR/VP della comunicazione congiunta sugli elementi per una Strategia di sicurezza marittima dell'UE e fa appello al Consiglio affinché proceda quanto prima all'adozione di detta strategia; sottolinea l'importanza di riflettere le innovazioni del Trattato di Lisbona, comprese le disposizioni sulla «clausola di solidarietà», sull'insieme della Strategia di sicurezza marittima dell'UE; è convinta che la priorità più elevata debba essere la sua attuazione e operativizzazione al fine di poter affrontare globalmente tutti gli aspetti della sicurezza marittima, tra cui l'allerta precoce e la prevenzione tempestiva delle crisi, nonché affrontare tutte le minacce e i rischi identificati; sottolinea la responsabilità dell'UE e degli Stati membri di tutelare i loro comuni interessi vitali e strategici nel settore marittimo; pone in evidenza che le sfide in materia di sicurezza possono essere affrontate in modo efficace solo attraverso un coordinamento migliore tra tutti gli attori marittimi, civili e militari, sia a livello di Unione che di Stati membri, insieme ai partner internazionali e regionali;
  13. Sottolinea che una strategia di questo tipo dovrebbe avere un'ampia portata, sia operativa che geografica, in modo da trattare problemi che vanno dalla pirateria alle minacce terroristiche alle infrastrutture critiche, dai traffici all'immigrazione clandestina, nonché alla pesca non regolamentata e alle catastrofi ambientali; pone in evidenza che tale portata esige una coerenza, un'efficacia ed un'efficienza globali delle politiche in essere, degli strumenti e dei mezzi a disposizione, nonché l'utilizzo dell'insieme delle capacità e delle strutture dell'UE e la proposta di soluzioni che vadano dalla prevenzione all'impegno; chiede che siano definiti dei principi guida per l'attuazione della strategia anche mediante l'introduzione di elementi di operatività, disposizioni di governance strategica, strumenti trasversali e protocolli d'intervento;
  14. Esprime profonda preoccupazione per il caso dei due fucilieri di Marina italiani, cittadini dell'Unione europea; lo considera non solo una questione bilaterale tra Italia e India, ma anche una questione preoccupante per l'UE e la comunità internazionale in senso più ampio; sottolinea la necessità di riconoscere il principio dell'immunità per tutti i militari in servizio attivo impegnati in missioni internazionali;

La PSDC in Africa

  15. Accoglie con favore il lancio della missione dell'UE in Mali (EUTM Mali) e il Pag. 55fatto che per la prima volta la Brigata franco-tedesca sia schierata sotto la bandiera dell'UE; lamenta i ritardi nello spiegamento della missione dell'UE nella Repubblica centraficana, nonostante il fatto che, alcune settimane or sono, sia stato adottato un mandato europeo chiaro; pone in risalto il fatto che la popolazione locale è attualmente in grave pericolo e che la stabilità delle autorità di transizione è minacciata; chiede di accelerare lo spiegamento di questa missione, in considerazione del carattere urgente della stessa e di quanto richiesto dalle autorità della Repubblica centraficana;
  16. Sottolinea che la crisi nel Sahel e nell'Africa sub-sahariana mette in pericolo gli interessi e la sicurezza dei cittadini europei e, in considerazione delle dichiarazioni adottate in occasione del IV Vertice UE-Africa a Bruxelles, il 3 e il 4 aprile 2014, sottolinea che la pace e la sicurezza sono fondamentali per lo sviluppo e la prosperità e sostiene con forza le aspirazioni dell'Africa e l'impegno a garantire la pace, la sicurezza e la stabilità;

Il ruolo dei parlamenti e lo spiegamento di forze civili e militari nel quadro della PSDC.

  17. Prende nota delle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre in merito a un processo decisionale efficace per la PSDC e a uno spiegamento rapido delle risorse civili e militari, compresi i gruppi tattici, e ribadisce la richiesta di una loro rapida attuazione; chiede agli Stati membri di affrontare il profondo divario laddove vengono adottate decisioni politiche di avviare le operazioni senza il supporto della disponibilità di forze e di capacità civili e militari; nota la necessità di rispettare le costituzioni e le procedure parlamentari nazionali di alcuni Stati membri prima di adottare qualsiasi decisione di schierare forze militari; accoglie favorevolmente lo scambio di opinioni sulle procedure e le prassi parlamentari avvenuto nel corso di questa conferenza; chiede un ulteriore potenziamento della cooperazione tra parlamenti nazionali e Parlamento europeo, nella loro veste di legislatori e di autorità competenti in materia di bilancio, al fine di esaminare le opzioni per affrontare il deficit di capacità della difesa europea tenendo conto delle realtà finanziarie e di bilancio, nonché della necessità di un sistema equo di ripartizione degli oneri; si impegna a garantire che in tutti i nostri Stati membri, l'esigenza di spiegamento dei gruppi tattici dell'UE in un lasso di tempo compreso tra cinque e dieci giorni possa essere soddisfatta; si impegna a un ulteriore scambio di opinioni su questo tema al fine di esplorare le possibili soluzioni per aumentare l'efficacia e la prontezza di reazione dei gruppi tattici dell'UE e accoglie positivamente l'iniziativa di discutere tali questioni in occasione della prossima Conferenza interparlamentare PESC/PSDC di Roma;

Cipro

  18. Accoglie favorevolmente la ripresa di negoziati per una soluzione compiuta della questione cipriota mirata alla riunificazione di Cipro; sostiene una soluzione globale e praticabile della questione cipriota nel quadro dell'UE e in linea con le risoluzioni attinenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ribadendo la propria posizione di lunga data, secondo cui la questione cipriota deve essere risolta al fine di stabilire una federazione bi-zonale e bi-comunale, con un'entità legale unificata sul piano internazionale, un'unica sovranità e una cittadinanza unica.

Osservazioni finali

  19. La Conferenza interparlamentare si congratula con l'HR/VP per essere arrivata alla fine del suo mandato gestendo con successo la transizione ai sensi del Trattato di Lisbona verso un approccio dell'Unione più coerente ed efficace nel settore della PESC e della PSDC; sottolinea in particolar modo il suo sostegno alla leadership Pag. 56dell'HR/VP, in circostanze difficili, nei negoziati con l'Iran, e si complimenta con lei per aver riavvicinato le parti nel dialogo facilitato dall'UE tra il Kosovo e la Serbia; ritiene, sulla base di tali sviluppi positivi, che l'HR/VP e il SEAE dovrebbero portare a compimento un Approccio globale più forte, avviare strategie dinamiche più chiare, assicurare una cooperazione più efficace in materia di difesa europea e che l'HR/VP debba svolgere altresì un ruolo di primo piano nel portare a compimento un coordinamento efficace con la Commissione sviluppando pienamente il ruolo di Vice Presidente; sottolinea l'impegno dell'HR/VP volto a sviluppare un dialogo con i parlamentari nell'ambito di questa conferenza e chiede che tale dialogo prosegua nel futuro e si sviluppi ulteriormente.