CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 15 aprile 2014
218.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Schema di Accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020. (Atto n. 86).

RILIEVI DELIBERATI DALLA X COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminati, ai sensi dell'articolo 1, comma 246, della legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità 2014), lo schema di Accordo di partenariato per i fondi europei 2014-2020 (atto n. 86) predisposto dal Governo italiano in collaborazione con le competenti autorità regionali e locali e presentato alla Commissione europea il 9 dicembre 2013, nonché le osservazioni a detto schema, formulate dalla Commissione medesima, ai sensi dell'articolo 16 del regolamento n. 1303/2013, e trasmesse il 10 marzo 2014;
   rammentato che, sul piano metodologico, il ricorso agli accordi di partenariato – chiamati a definire, per ciascuno Stato membro dell'UE, il quadro strategico della programmazione nazionale relativa al periodo 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei – dovrebbe concorrere all'innovazione ed al miglioramento della qualità della programmazione rispetto al periodo 2007-2013, concentrando l'intervento dei fondi su un ristretto numero di obiettivi tematici comuni connessi agli obiettivi della strategia «Europa 2020», ai programmi nazionali di riforma e di stabilità e convergenza ed alle raccomandazioni specifiche per ciascun paese adottate dal Consiglio sulla base dei medesimi programmi;
   rammentato ancora che l'accordo predisposto dal Governo italiano ha conseguentemente inteso fondarsi su un impianto di programmazione che privilegia il ricorso alle risorse nazionali del Fondo sviluppo e coesione per gli impegni finanziari connessi alla realizzazione di grandi infrastrutture complesse e di interventi ambientali di larga portata, concentrando invece i Fondi strutturali sul rafforzamento e lo sviluppo del sistema imprenditoriale e sull'attenzione alle persone;
   rammentato altresì che, sul piano delle dotazioni finanziarie, le risorse comunitarie assegnate all'Italia per i fondi strutturali ammontano, per il periodo 2014-2020, a 32,2 miliardi di euro, dedicati per il 96,5 per cento (31,1 miliardi di euro) all'Obiettivo «Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione», e che, complessivamente, l'Italia beneficia, per le politiche di coesione, di circa 35,5 miliardi di euro di risorse comunitarie, cui vanno sommate la quota di cofinanziamento nazionale (32 miliardi di euro), la quota di cofinanziamento regionale (10,4 miliardi di euro) e le risorse del Fondo sviluppo e coesione, il cui rifinanziamento, per il periodo 2014-2020, è previsto dalla legge di Stabilità per il 2014 in 54 miliardi di euro, riservati alle amministrazioni centrali nella misura del 60 per cento e destinati agli investimenti nelle regioni del Centro-Sud nella misura dell'80 per cento, ma iscritti in bilancio per 43,8 miliardi di euro e ciò in attesa di una verifica di metà periodo;
   rammentato infine che le risorse comunitarie per la coesione territoriale vengono assegnate, nello schema di Accordo, Pag. 249per 22, 2 miliardi di euro alle regioni meno sviluppate, per 7,6 miliardi di euro alle regioni del Centro-Nord, per 1,3 miliardi di euro alle regioni in transizione;
   sottolineato che le osservazioni della Commissione europea sullo schema di Accordo di partenariato rilevano che esso «è ancora lontano dal livello di maturità richiesto», facendo, tra l'altro, scaturire tale valutazione da un giudizio di non adeguata concentrazione sulle priorità fondamentali, di debole logica d'intervento degli undici obiettivi tematici, di assenza di analisi della capacità amministrativa, ma che, d'altra parte, il Commissario Hahn ha evidenziato che «la struttura e l'impianto generale del documento vanno nella direzione giusta e che va assolutamente evitata una revisione sostanziale dello stesso»;
   particolarmente valutati, in ragione delle competenze proprie della Commissione X, i contenuti dell'Accordo di partenariato e le osservazioni della Commissione concernenti l'Obiettivo tematico 1 «Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione», l'Obiettivo tematico 3 «Competitività dei sistemi produttivi», l'Obiettivo tematico 4 «Energia sostenibile e qualità della vita», l'Obiettivo tematico 6 «Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali» con specifico riferimento alle questioni connesse al rafforzamento del sistema turistico;
   considerato dunque, in riferimento all'Obiettivo tematico 1 «Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione», che la Commissione europea ha reputato insufficienti le indicazioni contenute nella proposta di AP per il raggiungimento dell'obiettivo 2020 di un livello italiano di spesa pubblica e privata in R&S pari all'1,53 del PIL, a fronte di un target europeo del 3 per cento, ritenendo, tra l'altro, incompiuta l'analisi delle disparità regionali e settoriali e sottolineando la mancanza di strategie per il raggiungimento della «specializzazione intelligente», nonché lo squilibrio tra le risorse, in forte diminuzione, allocate per l'obiettivo OT1 (3.691 milioni di euro) rispetto alle risorse allocate per l'obiettivo 0T3 (9.258 milioni di euro), in significativo aumento rispetto alla programmazione 2007-2013;
   considerato ancora – in riferimento all'Obiettivo tematico 3 «Competitività dei sistemi produttivi», la cui finalità generale è il miglioramento della competitività del sistema imprenditoriale attraverso la collocazione dell'impresa al centro delle politiche economiche secondo un modello concorrente alla realizzazione di strategie di specializzazione intelligente – che la Commissione europea ha sottolineato, analizzando la proposta di AP, la necessità di interventi anticiclici ed anticrisi più mirati e rigorosamente limitati sia nel tempo che in termini di entità di risorse, dovendo, invece, gli interventi cofinanziati mirare principalmente a miglioramenti di carattere strutturale, correttivi di debolezze di lungo periodo dell'economia italiana e del suo mercato del lavoro;
   considerato altresì, in riferimento all'Obiettivo tematico 4 «Energia sostenibile e qualità della vita» per il quale sono allocati 4.323 milioni di euro, che la Commissione europea ha rilevato la mancanza di un'analisi approfondita della situazione attuale e delle sfide da affrontare per allinearsi alla strategia dell'Unione sulla crescita sostenibile, criticando, in particolare, la distanza dell'Italia rispetto agli obiettivi di «Europa 2020» in materia di emissioni di CO2;
   considerato infine, in riferimento all'Obiettivo tematico 6 «Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali» e per quanto specificamente attiene alle questioni connesse al sistema turistico, che la Commissione europea ha segnalato la necessità di meglio approfondire la «strategia di specializzazione intelligente» per il turismo ed il patrimonio culturale, indicando la necessità di privilegiare interventi capaci di generare impatti economici strutturali e di mettere in campo misure di aiuto a carattere innovativo, Pag. 250
  delibera di esprimere i seguenti rilievi:
   a) in generale, si segnala l'esigenza di:
    dare compiuta e tempestiva attuazione alla richiesta indirizzata dalla Commissione UE al Governo ed alle autorità di gestione regionali di predisporre specifici «piani di rafforzamento amministrativo» tali da assicurare, nel processo di attuazione dell'AP 2014-2020, capacità amministrativa ed operativa, semplificazione ed informazione, standard di qualità ed individuazione di responsabilità;
    valorizzare il ruolo di un effettivo partenariato economico e sociale;
    chiarire il quadro della programmazione strategica del Fondo sviluppo e coesione, promuovere ulteriore selezione e concentrazione di obiettivi ed azioni, accelerare la definizione dei Programmi Operativi attuativi dei fondi strutturali, precisandone assegnazioni finanziarie per fondo e per anno;
    assicurare il più tempestivo decollo operativo dell'Agenzia nazionale per la coesione territoriale chiamata non solo all'esercizio di poteri sostitutivi in caso di inerzia o inadempimento delle amministrazioni territoriali o, comunque, laddove l'intervento sostitutivo si renda necessario per scongiurare il disimpegno automatico di fondi disponibili, ma anche allo svolgimento di una essenziale attività di assistenza tecnica ad amministrazioni centrali e territoriali;
    proseguire ed intensificare l'azione di confronto in sede europea, affinché vengano assicurati adeguati spazi finanziari di agibilità della spesa, a titolo di concorso al cofinanziamento dei fondi strutturali ed affinché il ricorso al principio della «condizionalità macroeconomica» sia il più equilibrato possibile;
    procedere ad una conseguente rivisitazione del Patto di Stabilità Interno che consenta il rafforzamento delle dotazioni per la spesa della Regioni a titolo di cofinanziamento dei fondi strutturali e del Fondo sviluppo e coesione;
    verificare costantemente l'adeguatezza del profilo temporale di allocazione delle risorse destinate al cofinanziamento dei fondi strutturali rispetto alle esigenze della più tempestiva attivazione di qualificati investimenti, del coerente avanzamento operativo delle linee di programmazione, del rispetto dei tempi di verifica e di rendicontazione;
   b) in riferimento all'obiettivo tematico 1 «Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione», si segnala l'esigenza di perseguire:
    un aumento delle risorse allocate per promuovere il raggiungimento dell'obiettivo 2020 di un livello italiano di spesa pubblica e privata in R&S pari all'1,53 per cento del PIL e la formalizzazione dell'adozione della strategia nazionale di specializzazione intelligente;
    una maggiore sinergia con il Piano Nazionale della Ricerca per giungere ad un programma che compiutamente esprima la strategia complessiva del sistema-Paese su ricerca, innovazione e valorizzazione del capitale umano;
    il più elevato livello di interazione tra centri di ricerca e progetti/processi di trasferimento delle conoscenze;
    processi di innovazione aperta e la più efficace combinazione tra approccio di diffusione ed approccio di missione;
    il rafforzamento dei sistemi innovativi regionali, continuando il percorso intrapreso con i livelli tecnici delle stesse Regioni, secondo robuste strategie di specializzazione intelligente e secondo un disegno unitario coerente con la strategia europea sulle tecnologie chiave abilitanti;
    il forte coinvolgimento di Regioni e Province Autonome, valorizzando il loro ruolo di soggetti capaci di integrare le competenze scientifiche ed industriali presenti nei territori e di promuovere e mettere a sistema domanda ed offerta di innovazione;
    la valorizzazione della domanda di innovazione delle pubbliche amministrazioni Pag. 251e di quella comunque connessa all'impulso all'esperienza delle smart-cities;
    facilità nell'accesso e nella fruizione delle informazioni anche al fine di attivare sia azioni di valutazione basate su procedure ed informazioni standard, sia un sistema di monitoraggio condiviso, basato sulla trasparenza e sull'interoperabilità dei dati, sull'esempio del portale OpenCoesione.gov;
    il più elevato livello di coordinamento degli strumenti di finanziamento della ricerca attivabili attraverso le risorse tanto dei fondi strutturali europei, quanto dei fondi Horizon 2020, anche attraverso l'individuazione di percorsi condivisi;
    il tempestivo decollo operativo della sezione speciale «Progetti di Ricerca e Innovazione», istituita dalla Legge di Stabilità per il 2014 nell'ambito del Fondo di Garanzia per le PMI, e del credito di imposta del 50 per cento delle spese incrementali in ricerca e sviluppo sostenute dalle imprese rispetto all'anno precedente, nonché il rafforzamento delle dotazioni di tali strumenti attraverso il ricorso alle risorse della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali comunitari, l'individuazione di altri meccanismi di finanziamento con efficace effetto leva sugli investimenti, l'incentivazione e l'intensificazione dell'utilizzo del Pubblic Procurement – snellendo la normativa nazionale – quale strumento per un migliore utilizzo delle risorse;
    il sostegno alle start-up innovative ed all'inserimento nel sistema produttivo di risorse umane altamente qualificate;
    la valorizzazione delle iniziative di programmazione congiunta europea e delle piattaforme tecnologiche europee;
   c) in riferimento all'obiettivo tematico 3 «Competitività dei sistemi produttivi», si segnala l'esigenza di perseguire:
    fattibilità e prevedibilità dei procedimenti competitivi per l'accesso a benefici ed incentivi;
    valorizzazione di reti d'impresa e di filiere tecnologiche, oltre che di imprese chiave, per la messa in opera di interventi di carattere negoziale;
    costruzione di un ambiente favorevole al funzionamento ed allo sviluppo dell'attività d'impresa, anche sulla scorta dei principi dello Small Business Act e della Legge 180/2011;
    politiche industriali all'insegna dell'integrazione crescente tra manifattura e servizi, con particolare riferimento alle dimensioni dell'innovazione, dell'internazionalizzazione e della green-economy;
    operatività tempestiva dell'intera gamma degli strumenti attivabili dal Fondo di Garanzia per le PMI sulla scorte delle misure assunte in materia sia con il decreto-legge 69/2013, sia con la Legge 147/2013 e rafforzamento progressivo delle connesse dotazioni attraverso il ricorso alle risorse della programmazione 20 14-2020 dei fondi strutturali comunitari;
    sostegno dei processi di razionalizzazione e rafforzamento patrimoniale dei consorzi fidi, delle misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese e del loro ricorso all'emissione di mini-bond;
    impulso all'autoimprenditorialità dei giovani e delle donne;
   d) in riferimento all'obiettivo tematico 4 «Energia sostenibile e qualità della vita «, si segnala l'esigenza di perseguire:
    maggiore approfondimento della proposta di AP rispetto agli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti, con specifica attenzione agli interventi di efficientamento nelle imprese ed ai meccanismi di finanziamento, alle priorità per le fonti rinnovabili, al sostegno delle bioenergie ed ai loro potenziali impatti ambientali, al sostegno della cogenerazione e dello sviluppo di reti intelligenti;
    sostegno del trasporto urbano alla luce di strumenti di pianificazione della mobilità in chiave di sostenibilità e di Pag. 252riduzione delle emissioni di CO2, nonché di sistemi di trasporto intelligenti per gestione e controllo di traffici e flotte;
   e) in riferimento all'obiettivo tematico 6 «Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali», con specifico riferimento alle questioni connesse alla valorizzazione del sistema turistico, si segnala l'esigenza di perseguire:
    un'effettiva discontinuità di strategia rispetto al ciclo di programmazione 2007-2013, caratterizzato, fra l'altro, «da una cooperazione istituzionale e tecnica inefficace, da una forte frammentazione degli interventi, da una carenza generalizzata di progetti di qualità, da difficoltà e lentezza nella realizzazione»;
    la più efficace cooperazione interistituzionale ed interamministrativa come condizione di affermazione di una strategia per il turismo secondo la dimensione di una strategia centrale per l'intero sistema-Paese;
    il massimo coordinamento della promozione della destinazione-Italia, dei suoi territori e delle sue specializzazioni d'offerta, rinnovando profondamente missione ed organizzazione dell'Agenzia nazionale del turismo, potenziandone le dotazioni anche con il concorso dei budget regionali e facendone soggetto concorrente all'innovazione dei prodotti turistici italiani ed allo sviluppo del capitolo turismo dell'agenda digitale del nostro Paese, secondo una cifra di forte integrazione strategica ed operativa dei «modelli reticolari» di gestione della destinazione postulati in AP;
    la costruzione di condivisi standard di qualità per i servizi – a partire dagli standard per i servizi ricettivi – così come per la formazione e per le professionalità di settore;
    l'impulso al dinamismo ed alle aggregazioni di rete delle piccole e medie imprese, nonché l'attrazione di investimenti esteri;
    il miglioramento del rapporto qualità/prezzo, delle infrastrutture e della ricettività nel quadro di un'attenta e rinnovata segmentazione d'offerta capace di intercettare la richiesta internazionale di un'esperienza turistica sempre più sofisticata e diversificata e secondo un modello organizzativo capace di acquisire maggiori quote della catena del valore generata dal far turismo in Italia;
    la valorizzazione degli interventi ad avanzato stato di progettualità individuati nell'ambito dell'esperienza del POIn Attrattori Culturali come ponte per un positivo avvio del nuovo ciclo di programmazione;
    facilità d'accesso ed integrazione d'azione delle misure attivabili a valere sulle risorse allocate per FESR, HORIZON 2020, COSME, ERASMUS+, LIFE+.

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ALLEGATO 2

Schema di Accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020 (Atto n. 86)

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RILIEVI DEI DEPUTATI LACQUANITI, FERRARA E MATARRELLI

  La X Commissione,
   esaminati, ai sensi dell'articolo 1, comma 246, della legge n. 147/203, lo schema di accordo di partenariato per i fondi europei 2014-2020 (A.G. n. 86) predisposto dal Governo italiano e presentato alla Commissione europea il 9 dicembre 2013 e le osservazioni a detto schema, formulate dalla Commissione medesima, ai sensi dell'articolo 16 del regolamento n. 1303/2013, e trasmesse il 10 marzo 2014;
   rilevato che:
    nell'ambito della citata programmazione 2014-2020, per quanto attiene alle somme assegnate al nostro Paese:
     1) i Fondi SIE (i Fondi Strutturali e di investimento europeo) ammontano a 33,5 miliardi di euro a prezzi correnti (con un incremento in valori nominali rispetto ai 29,4 miliardi stanziati per 2007-2013), così ripartiti: regioni meno sviluppate: 22,324 miliardi; regioni in transizione 1,102 miliardi; regioni più sviluppate: 7,692 miliardi; cooperazione territoriale: 1,136 miliardi. Ai fini della politica di coesione per il periodo di programmazione 2014-2020 alle risorse suindicate dei fondi strutturali devono aggiungersi le ulteriori assegnazioni del Fondo europeo per l'aiuto agli indigenti, nell'importo di 670,6 milioni di euro, e dell'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (YEI), pari a 567,5 milioni di euro;
     2) il FEASR (il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) ammonta a 10,430 miliardi di euro a prezzi correnti;
     3) le risorse del FEAMP (il Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca) non risultano ancora assegnate;
     4) La quota di cofinanziamento nazionale per i fondi strutturali a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183 del 1987, consiste in un ammontare pressoché pari alle risorse comunitarie. La quota di cofinanziamento nazionale è fissata dalla legge di stabilità per il 2014 nella misura di 24,5 miliardi di euro, ad essa si aggiunge il cofinanziamento di fonte regionale. Il cofinanziamento nazionale riguarda anche le risorse comunitarie del FEASR, per un importo di 7,7 miliardi. La quota di cofinanziamento di fonte regionale da destinare ai POR dei fondi strutturali (quantificabile in una cifra pari al 30 per cento del cofinanziamento complessivo del programma), corrispondente a circa 7,5 miliardi. La quota di cofinanziamento regionale per il FEASR è pari a 2,7 miliardi. Le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (ex FAS) il cui rifinanziamento per il periodo 2014-2020 è previsto dalla legge di Stabilità per il 2014, ammonta ad un importo complessivo di circa 54 miliardi di euro. È riservato alle Amministrazioni centrali nella proporzione del 60 per cento (nel ciclo 2007-2013 la proporzione è stata del 50 per cento). Di tali risorse, se ne dispone l'iscrizione in bilancio solo limitatamente alla misura dell'80 per cento (43,8 miliardi); la restante quota Pag. 254del 20 per cento, verrà iscritta in bilancio soltanto all'esito di una apposita verifica di metà periodo (da effettuare precedentemente alla predisposizione della legge di stabilità per il 2019, quindi nella primavera-estate 2018) sull'effettivo impiego delle prime risorse assegnate. Il Fondo destinerà l'80 per cento delle risorse per investimenti nelle regioni del Centro-Sud e il 20 per cento nel Centro-Nord;
    da quanto precede emerge che il totale delle risorse a disposizione per il ciclo 2014-2020 ammonta a circa 130 miliardi di euro di cui il 20 per cento alle regioni più sviluppate, il 4 per cento alle regioni in transizione e il 76 per cento alle regioni meno sviluppate, salvo la quota riservata alle amministrazioni centrali dello Stato;

   rammentato che:
    l'Accordo di partenariato è il documento che definisce la strategia e le priorità di ogni Stato membro nonché le modalità di impiego efficace ed efficiente dei Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE), al fine di perseguire la strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, nell'ambito di un quadro strategico comune (QSC);
    le osservazioni formulate dalla Commissione europea il 10 marzo scorso sullo schema di Accordo di partenariato ad essa sottoposta dal Governo il 9 dicembre 2013 (e trasmessa alle Camere ai fini del parere parlamentare) tengono conto della coerenza dell'accordo stesso con:
     1) la legislazione dell'UE per il periodo di programmazione 2014-2020 – in particolare le richiamate previsioni del regolamento generale sui fondi Strutturali e di investimento;
     2) con le raccomandazioni specifiche sul Programma nazionale di riforma 2013 dell'Italia adottate dal Consiglio il 9 luglio 2013, in esito alla procedura del Semestre europeo;
     3) un «Position Paper» dei servizi della Commissione sulla preparazione dell'Accordo di partenariato e i programmi in Italia per il periodo 2014-2020.

   evidenziato che:
    appare assai discutibile che, come emerge dalla nota del Servizio Studi della Camera dei Deputati, il testo del citato «Position Paper» non sia stato reso pubblico dalla Commissione, né trasmesso dal Governo alla Camera dei Deputati;
    con riferimento all'impostazione generale e alla struttura dell'accordo, la Commissione Europea ha rilevato preliminarmente che esso «è ancora lontano dal livello di maturità richiesto», in quanto:
     1) sarebbe privo di intere sezioni previste dal Regolamento (UE) n. 1303/20131 e non suscettibile, pertanto, di una valutazione completa. Molte delle sezioni presenti conterrebbero lacune informative e strutturali;
     2) non si concentrerebbe sulle priorità fondamentali;
     3) gli obiettivi tematici (OT) sarebbero presentati in maniera generale e con deboli riferimenti alle raccomandazioni specifiche indirizzate all'Italia (in particolare quelle relative all'economia sommersa e al lavoro nero, agli appalti pubblici, all'eliminazione delle restrizioni nei servizi professionali), al Programma nazionale di riforma (PNR), al Quadro Strategico Comune (QSC), alle indicazioni del Position Paper dei servizi della Commissione (PPC);
     4) la logica d'intervento del documento risulterebbe debole per la maggior parte degli OT. In particolare, la relazione tra i bisogni per lo sviluppo e i risultati attesi sarebbe generalmente inadeguata. Vi sarebbe inoltre un notevole squilibrio, nella maggior parte dei casi, tra l'analisi e le priorità scelte. La Commissione sottolinea pertanto l'esigenza che il testo dell'accordo chiarisca le scelte operate in funzione di quelle in grado di fornire il massimo valore aggiunto in termini Pag. 255di Fondi strutturali, tenuto conto delle lezioni tratte dal precedente periodo di programmazione;
     5) i risultati, enumerati in tutti i capitoli, ma non sempre per Fondo, sarebbero definiti in alcuni casi modo generale, in altri sarebbero difficili da misurare. Nella prossima versione dell'accordo dovranno essere indicati, ove assenti, i dati di partenza (rispetto agli obiettivi attesi);
     6) l'accordo non fa riferimento alle specifiche sfide, alle esigenze di sviluppo e alle potenzialità di crescita dei singoli territori. Risulterebbe pertanto impossibile individuare una chiara strategia di sviluppo territoriale che colleghi tra di loro i tre livelli territoriali proposti (Agenda urbana, strategia per le aree interne e cooperazione territoriale) che andrebbero invece integrati in una strategia nazionale completa e coerente. Non sarebbero chiare, inoltre, le specifiche sfide socioeconomiche che l'Italia vuole affrontare attraverso la strategia per lo sviluppo urbano sostenibile, dove l'orientamento tematico e spaziale degli interventi rimane indeterminato. Ad avviso della Commissione i piani integrati per lo sviluppo urbano dovrebbero comprendere un'analisi dell'area target, della strategia da attuare per lo sviluppo urbano, con obiettivi specifici e indicatori, nonché strumenti di attuazione e di gestione;
     7) l'analisi degli squilibri territoriali non conterrebbe un riferimento specifico ai settori della pesca e dell'acquacoltura né all'economia blu;
     8) nel complesso, l'analisi territoriale dovrebbe essere molto più rilevante. Tenendo presenti le principali variabili essa dovrebbe dimostrare le dinamiche delle zone urbane e rurali in rapporto, tra l'altro, ai dati relativi alla popolazione e le tendenze occupazionali, la competitività economica (settoriale e territoriale), lo stato dell'ambiente, l'accesso ai servizi di base;
     9) mancherebbe completamente l'analisi della capacità amministrativa nell'ambito dell'Obiettivo tematico 11, malgrado il richiamato Position Paper della Commissione avesse indicato il miglioramento della qualità, dell'efficacia e dell'efficienza della pubblica amministrazione come una delle principali sfide che l'Italia dovrà affrontare nel prossimo periodo di programmazione. La Commissione chiede pertanto di condurre un'analisi dei limiti e delle esigenze nonché dei miglioramenti da perseguire;
     10) le scelte fatte nel documento favoriscono misure di assistenza sociale e di sostegno ad attività economiche/settori in difficoltà (in particolare gli interventi anticiclici e anti-crisi proposti nell'ambito dell'OT 3 e le misure di assistenza sociale di cui all'OT 9). Sebbene, considerata la portata e la durata della crisi economica in Italia, tali interventi possono considerarsi giustificati, secondo la Commissione essi devono essere più mirati e rigorosamente limitati nel tempo e in termini di entità delle risorse assegnate; in particolare, gli interventi co-finanziati dovrebbero infatti mirare principalmente a realizzare miglioramenti di carattere strutturale, correggere le debolezze di lungo periodo dell'economia italiana (come la decrescita del PIL, la limitata capacità di innovazione e la diminuzione della produttività) e del mercato del lavoro (come la presenza di rigidità e segmentazione, mancato allineamento delle competenze dei lavoratori alle esigenze del mercato del lavoro, le forti disparità regionali, e la scarsa partecipazione dei gruppi «vulnerabili»);
     11) per più di un OT, mancherebbero dati essenziali che giustifichino o sostengano le scelte strategiche proposte, le relative priorità di investimento e la ripartizione dei fondi fra gli OT e all'interno di ogni OT;
     12) in base alle informazioni fornite nello schema di accordo, i servizi della Commissione non sarebbero in grado di valutare la piena coerenza e l'adeguatezza delle informazioni trasmesse dall'Italia in merito all'adempimento delle condizionalità ex-ante;Pag. 256
     13) la descrizione del meccanismo di coordinamento tra fondi SIE e altri strumenti finanziari previsti a livello nazionale e dall'UE non conterrebbe sufficienti dettagli per quanto riguarda gli interventi del FESR e del FEASR e il modo con cui questi fondi interagiranno con gli interventi del Meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility, CEF, che finanzierà gli interventi sulle reti infrastrutturali) e di Orizzonte 2020 (il fondo si sostengo alle attività d'impresa). La Commissione sottolinea che Il coordinamento tra il FESR e il FEASR è particolarmente importante per quanto riguarda il sostegno alle PMI nelle zone rurali e per le infrastrutture di rete. Dovrebbero, inoltre, essere descritte la complementarità e le sinergie con altri fondi nazionali o dell'UE – compreso il primo pilastro della Politica agricola comune – e i meccanismi previsti per evitare la duplicazione degli interventi;
     14) la complementarità tra FEAMP e FESR potrebbe essere ulteriormente affinata, in particolare per quanto riguarda gli aspetti della politica marittima integrata;
     15) l'accordo (in particolare nell'ambito dell'OT 8) indica la necessità di un'azione coordinata sul sistema di istruzione/formazione volta al miglioramento la qualità del capitale umano per ottenere un impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro, in particolare per le donne e i giovani. Tuttavia, dato che l'istruzione e i servizi di cura alla prima infanzia, il doposcuola e l'assistenza agli anziani possono essere finanziati da più fondi – FSE, FESR e FEASR – le autorità italiane dovrebbero descrivere l'approccio generale sul modo in cui tali esigenze saranno prese in conto;
     16) le indicazioni riguardanti la strategia sulle «aree interne» dovrebbero essere sviluppate ulteriormente. Occorre, in particolare, chiarire il legame tra le zone «interne» e le zone «rurali» e le conseguenze in termini di cofinanziamento, complementarità fra gli interventi e demarcazione;
     17) per quanto riguarda l'allegato I all'accordo relativo ai sistemi di gestione e di controllo (SIGECO), la Commissione evidenzia la necessità di una più forte supervisione e coordinamento nazionale, e l'esigenza di garantire la loro piena efficienza all'inizio del periodo di programmazione. In particolare, la Commissione chiede di definire i seguenti aspetti:
      a. le necessità di rafforzamento della struttura centrale di coordinamento in materia di audit e controllo, la definizione di condizioni che assicurino la piena indipendenza e autonomia finanziaria delle autorità, la disponibilità di personale sufficiente e qualificato, un adeguato sistema informativo, l'elaborazione tempestiva della manualistica;
      b. la disponibilità di personale competente e adeguato delle autorità di gestione e degli organismi intermedi, prevedendo una procedura di verifica. Qualora la verifica fosse negativa, dovrà essere previsto un piano di miglioramento oppure l'autorità preposta dovrà essere sostituita;
      c. le modalità per garantire la trasparenza, ad esempio sulle date previste per la pubblicazione dei bandi, i risultati, i dati di avanzamento fisico e finanziario;
     18) mancherebbe la descrizione della cooperazione territoriale europea (CTE) e delle strategie macroregionali e dei bacini marittimi (SMR). Il documento dovrebbe descrivere il necessario coordinamento, i meccanismi di programmazione e di attuazione delle attività di cooperazione con i paesi vicini nonché con i programmi nazionali/regionali tenendo conto altresì delle SMR;
     19) una consultazione più ampia e strutturata del partenariato territoriale e sociale dovrebbe essere eseguita prima dell'invio ufficiale del documento;
     20) l'accordo dovrebbe affrontare la sostenibilità finanziaria delle misure proposte sulla base di un'approfondita analisi dei bisogni;Pag. 257
     21) l'accordo deve spiegare più chiaramente in che modo la strategia energetica nazionale e la strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici saranno integrati nei programmi finanziati dai Fondi SIE;

   evidenziato che, con tutta evidenza, particolarmente critico e imbarazzante appare il giudizio che la Commissione europea esprime sul progetto di Accordo di partenariato trasmesso dall'Italia a Bruxelles lo scorso 10 dicembre: progetto che, come si è detto, dovrà informare la nuova programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020;
   particolarmente valutati, in ragione delle competenze proprie della Commissione X, i contenuti dell'Accordo di partenariato e le osservazioni della Commissione concernenti l'obiettivo tematico 1 «Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione», l'obiettivo tematico 3 «Competitività dei sistemi produttivi», l'obiettivo tematico 4 «Energia sostenibile e qualità della vita», l'obiettivo tematico 6 «Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali» con specifico riferimento alle questioni connesse al rafforzamento del sistema turistico;
   con riferimento all'Obiettivo tematico 1 «Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione», i rilievi della Commissione appaiono particolarmente duri e consistenti;
   innanzitutto si sottolinea come l'obiettivo italiano sull'intensità di spesa in ricerca e sviluppo rispetto al PIL (1,53 per cento) rimanga uno tra i più bassi di quelli dell'UE15 e che un 2,4 per cento di media annuale di crescita è richiesto per raggiungere tale obiettivo entro il 2020;
   la proposta di accordo di partenariato dovrebbe, quindi, sottolineare la crescita necessaria per raggiungere l'obiettivo e riconoscere il fatto che non si tratta di un obiettivo ambizioso;
   dovrebbero, inoltre, essere indicate scelte più chiare con una maggiore attenzione per i risultati da conseguire, «al fine di giustificare l'uso di Fondi strutturali e di investimento europei SIE.»
   in rapporto al periodo 2007-2013, le allocazioni finanziarie proposte per il FESR (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) indicano una forte diminuzione dell'obiettivo n. 1 (ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione) ed un aumento molto forte dell'obiettivo n. 3 (promuovere la competitività delle imprese). Lo schema di accordo di partenariato non ne chiarisce i motivi e soprattutto non garantisce che tale scelta non si traduca in una diminuzione dei finanziamenti disponibili per la ricerca industriale (applicata) per il settore privato a favore di finanziamenti generalisti per le imprese. Da un punto di vista della strategia Europa 2020, secondo la Commissione, si tratterebbe di uno sviluppo molto regressivo e, pertanto, «non accettabile»;
   le strategie di specializzazione intelligente regionali e nazionale, che delineano priorità e misure prioritarie dell'obiettivo n.1 sono ancora mancanti e di conseguenza, la dotazione finanziaria proposta non può essere adeguatamente valutata;
   il miglioramento delle infrastrutture di ricerca e innovazione (R&I) e della capacità di sviluppare ricerca e innovazione di eccellenza, con infrastrutture di ricerca e delle attrezzature nell'ambito delle iniziative di programmazione congiunta non è stata ancora presa in considerazione in modo soddisfacente;
   il dispiegamento delle tecnologie chiavi abilitanti (KET) è indicato come possibile futuro mercato senza ulteriori informazioni. Si dovrebbe, invece, chiarire se esse intendono focalizzare gli interventi su specifiche tecnologie;
   si dovrà chiarire l'accesso agli strumenti finanziari per ricerca e sviluppo, in particolare per capitale di rischio;
   per quanto riguarda l'agricoltura e l'agroindustria, deve essere fatto un riferimento al possibile sostegno dei settori che presentano notevoli vantaggi competitivi Pag. 258a livello UE e internazionale, come i prodotti di qualità. Inoltre, la necessità di rafforzare i legami tra l'agricoltura, l'agroindustria e nuovi settori dell'economia dovrebbe essere presa in considerazione;
   il riferimento a iniziative relative al settore della pesca marittima appare incompleto e andrebbe chiarito;
   sottolineato che il Position Paper della Commissione, in linea con il documento di lavoro sulla valutazione del Programma Nazionale di Riforma e Stabilità 2013, sottolinea la sfida per aumentare gli investimenti in R&S («In particolare, occorre mobilitare risorse significative per la ricerca e lo sviluppo per consentire all'Italia di raggiungere il suo target UE2020 dell'1.53 per cento del PIL»). Questo fattore va preso in considerazione dall'AP al momento della definizione degli obiettivi e dei risultati attesi dalle azioni;
   l'analisi è concentrata principalmente sulla percentuale di investimenti nella ricerca e sul numero di ricercatori. Vi è solo una debole indicazione delle esigenze di sviluppo e del potenziale di crescita di ricerca, sviluppo tecnologico o di innovazione;
   lo Spazio europeo della ricerca (SER) le priorità e le azioni rivolte agli Stati membri elencati nella comunicazione della Commissione «Un partenariato rafforzato – Spazio europeo della ricerca per l'eccellenza e la crescita» (COM 2012/392 final) dovrebbe essere preso in considerazione nella formulazione delle strategie di specializzazione intelligente (S 3) e la politica della scienza in generale;
   ad eccezione dei paragrafi riguardanti il settore agroindustriale, non vi è alcuna analisi settoriale, regionale o di altro tipo in riferimento alla situazione e alle disparità esistenti in materia di ricerca e sviluppo tecnologico;
   diverse dimensioni indicate nel Position Paper della Commissione non sono chiaramente rappresentate nella proposta di Accordo di Paternariato e dovrebbero essere tenute in debita considerazione (la necessità di recuperare il basso livello d'investimenti in Ricerca e sviluppo la scarsa interazione tra il sistema di produzione, i centri di ricerca, i progetti di trasferimento di conoscenza e i partenariati pubblico/privato; la mancanza di sufficienti risorse umane qualificate nel settore scientifico e tecnologico);
   oltre ad affrontare il potenziamento delle infrastrutture per la ricerca e l'innovazione, uno sforzo dovrebbe essere fatto, come richiesto Position Paper, per stabilire, a livello nazionale e regionale, una roadmap dei progetti dell'ESFRI ovvero il Forum Strategico Europeo per le Infrastrutture di Ricerca;
   con riferimento all'Obiettivo tematico 3 «Competitività dei sistemi produttivi» si rileva altresì che:
   la Commissione europea, nelle proprie osservazioni relative a questo obiettivo, ha rilevato che, considerata la portata e la durata della crisi economica in Italia, gli interventi anticiclici e anticrisi proposti dal Governo a sostegno delle attività economiche in difficoltà possono, entro certi limiti, considerarsi giustificati. Tuttavia, devono essere più mirati e rigorosamente limitati nel tempo e in termini di entità delle risorse;
   gli interventi co-finanziati devono, infatti, mirare principalmente a realizzare miglioramenti di carattere strutturale, correggere le debolezze di lungo periodo dell'economia italiana (come la decrescita del PIL, la limitata capacità di innovazione e la diminuzione della produttività) e del mercato del lavoro;
   inoltre, anche in relazione all'ingente quota di risorse assegnate all'OT 3, la Commissione europea richiede un'analisi finalizzata a designare le modalità più efficaci per l'utilizzo delle risorse finalizzate a ripristinare i livelli produttivi e di competitività, e conseguentemente riportare il paese su un percorso solido di crescita; Pag. 259
   dovrebbero essere fornite indicazioni sul tipo di misure e strategie ideate per aiutare specifiche industrie, aree geografiche e settori interessati a uscire dalla crisi;
   inoltre, la Commissione segnala che, come si è detto in precedenza, rispetto al periodo 2007-2013, le allocazioni finanziarie proposte per il FESR indicano una forte diminuzione dell'OT 1 (ricerca e innovazione) e un aumento molto forte dell'OT 3. Il Governo italiano dovrebbe chiarirne i motivi, garantendo che tale scelta non si tradurrà in una diminuzione dei finanziamenti disponibili per la ricerca industriale (applicata) per il settore privato prevista dall'OT1 a favore di finanziamenti generalisti per le imprese;
   la Commissione europea segnala inoltre che il documento manca di affrontare le problematiche connesse all'esigenza di garantire un ambiente favorevole per il funzionamento e lo sviluppo delle PMI, con particolare riguardo all’ accesso al credito e alla gestione dei rischi in tutti i settori, inclusa l'agricoltura;
   non vi è, inoltre, alcun riferimento all’«iniziativa PMI» (il nuovo strumento inteso ad aumentare il finanziamento dell'economia), per la quale la Commissione richiede di precisare l'importo di eventuali contributi e il tipo di strumento finanziario che si intende utilizzare;
   dovrebbero inoltre essere più ampiamente affrontati gli aspetti della green economy e dell'internazionalizzazione, quali capisaldi necessari per rafforzare la competitività delle PMI, così come i temi dell'efficienza nell'uso delle risorse e dell'adattamento ai cambiamenti climatici;
   per quanto concerne gli aiuti utilizzati nel periodo 2007/13, la Commissione rileva inoltre l'assenza di una sintetica valutazione sull'efficacia di tali aiuti. Il risultato di tale analisi, infatti, potrebbe determinare la necessità di dover razionalizzare il sistema di aiuti ed utilizzare nuove tipologie;

  In conclusione le osservazioni della Commissione relative a tale obiettivo fanno riferimento prevalentemente alla necessità:
    1) di affrontare le problematiche che impediscono lo sviluppo di un ambiente favorevole al funzionamento delle imprese;
    2) di completare l'analisi in riferimento ai settori con i maggiori fabbisogni o a quelli in cui l'Italia presenta i maggiori vantaggi competitivi;
    3) di verificare la coerenza sui dati presentati relativamente alle filiere agroalimentari;
    4) di affrontare le problematiche relative alla gestione dei rischi in agricoltura nonché quelle relative al sostegno ai giovani agricoltori;
    5) di meglio focalizzare gli interventi a favore delle imprese del settore agricolo rispetto agli obiettivi del nuovo regolamento di sviluppo rurale;
    6) di inserire i programmi relativi allo sfruttamento sostenibile delle acque marine e delle zone costiere nell'obiettivo tematico 6 (spostandolo dall'obiettivo tematico 3);
    7) di chiarire cosa si intenda per miglioramento complessivo della competitività dei territori e per preferenza alle filiere con un forte radicamento e riconoscibilità territoriale;
    8) di rivedere il testo trattando separatamente gli aspetti relativi alla pesca e all'acquacoltura.

  Con riferimento all'Obiettivo Tematico n. 4 «Energia Sostenibile e qualità della vita» a livello nazionale si prevede uno stanziamento di 4,3 miliardi di euro, ossia oltre il dieci per cento delle risorse complessive assegnate al nostro Paese;
   nel documento del Governo, si mette al centro dell'Obiettivo 4 e quindi riguardo all'energia sostenibile, efficienza, fonti rinnovabili, la Strategia energetica nazionale (SEN) che individua nella riduzione dei costi di approvvigionamento dell'energia Pag. 260da parte di famiglie e imprese, nel rafforzamento della sicurezza energetica del Paese, nell'aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili e innovative e nel raggiungimento e superamento degli obiettivi ambientali indicati dall'Unione europea, gli obiettivi strategici per il 2020;
   si ricorda che con riferimento ai Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica, gli obiettivi UE al 2020 sono: riduzione delle emissioni di gas serra del 20 per cento rispetto al 1990; 20 per cento del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; aumento del 20 per cento dell'efficienza energetica;
   va segnalato che con riferimento all'efficienza energetica, il nostro Paese è in ritardo e difficilmente raggiungerà il target del 20 per cento nel 2020;
   il documento in esame «promette» di concentrare le risorse: 1) sull'efficienza energetica (iniziando dalla riduzione dei consumi negli edifici e nelle strutture pubbliche o a uso pubblico); 2) sul sostegno alla produzione di energia principalmente orientata all'autoconsumo; 3) per gli impianti di energia solare, termica e fotovoltaica, purché di piccola e media dimensione, che non consumino suolo; 4) al sostegno alla green economy;
   pur tuttavia, le suddette linee di indirizzo del Governo riguardo l'obiettivo tematico 4, altro non sono che poco più di una serie di buoni propositi che la Commissione europea, nelle sue osservazioni, di fatto smantella impietosamente, per la loro vaghezza e approssimazione;
   la Commissione Europea infatti:
    1) rileva la mancanza di un'analisi approfondita della situazione attuale e delle sfide da affrontare per allinearsi alla strategia UE 2020 sulla crescita sostenibile;
    2) critica la mancanza di un'analisi circa la distanza dell'Italia rispetto agli obiettivi di Europa 2020 in materia di emissioni di CO2, né un'analisi circa le esigenze e le potenzialità;
   3) obietta l'enfasi posta sui sistemi di illuminazione pubblica, che hanno un basso potenziale di risparmio energetico rispetto ad altri interventi. Tali interventi dovrebbero infatti essere sostenuti solo all'interno di un progetto di riqualificazione urbana sostenibile;
    4) richiede maggiori approfondimenti riguardo: a) al sostegno agli interventi di efficienza energetica nelle imprese; b) ai meccanismi di finanziamento adattati al settore dell'energia; c) alle priorità nella promozione delle fonti di energia rinnovabile; d) al sostegno delle bioenergie e ai potenziali impatti ambientali; e) al sostegno alla cogenerazione (i fondi non devono sostenere la realizzazione di nuovi impianti basati su combustibili fossili); f) allo sviluppo di reti intelligenti;
    5) richiede che il sostegno al trasporto urbano sia attuato solo in presenza di strumenti di pianificazione della mobilità urbana che pongano al centro dell'azione il concetto di sostenibilità e dunque la riduzione di CO2.

  Con riferimento all'obiettivo tematico 6 «Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali» con specifico riferimento alle questioni connesse al rafforzamento del sistema turistico la Commissione rileva come il documento comprenda un vago riferimento a una «strategia di specializzazione intelligente» per il turismo e il patrimonio culturale. Inoltre introduce l'ambiguo concetto di «financial accounting» delle operazione turistiche che ricadono nell'ambito degli OT 1, 2 e 3 e degli «orientamenti strategici» del turismo che rientrano nell'OT 6. Il documento include il patrimonio culturale, la tutela del paesaggio e gli interventi nel settore del turismo. La posizione della Commissione è che gli aiuti nel settore del turismo, che dovrebbero essere innovativi, rientrano nell'OT 3. Lo stesso vale per le industrie creative culturali;
   considerato che:
    le citate osservazioni della Commissione europea sull'impianto strategico Pag. 261del citato schema di contratto di partenariato, oltre ad apparire, come si è detto, particolarmente critiche e numerose (si tratta, infatti, di ben 351 osservazioni complessive) in alcuni casi arrivano a smontare le procedure seguite ai fini del soddisfacimento delle condizioni richieste ex ante a livello comunitario per la stesura definitiva dell'accordo sia sotto il profilo della coerenza con le indicazioni comunitarie sia sotto il profilo delle norme contenute nei regolamenti settoriali;
    del tutto insoddisfacente sembrerebbe, infatti, l'intera strategia nazionale di spesa dei fondi europei 2014-2020 destinati allo sviluppo, con particolare riguardo agli obiettivi tematici di competenza della Commissione X;
    per la Commissione europea, in particolare, l'impianto complessivo dello schema di contratto di paternariato tracimerebbe di lacune e incongruenze rispetto ai parametri comunitari e lo schema degli interventi previsti, oltre ad apparire eccessivamente frammentario, risentirebbe della sostanziale assenza dell'affermazione di una regia nazionale;
    inoltre, si imputa alle autorità italiane un eccessivo margine d'indeterminatezza sulle motivazioni, gli obiettivi e le tempistiche delle azioni da intraprendere per lo sviluppo ed il rilancio economico del Paese;
    ma l'aspetto più grave e preoccupante della questione che emerge dalla lettura delle citate osservazioni risiede nel fatto che proprio l'assenza di una regia nazionale e delle scelte che dovrebbero caratterizzare una chiara politica di carattere pubblico sullo sviluppo, potrebbe pregiudicare in modo irreparabile il pieno utilizzo dei Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE);
    il termine definitivo per l'invio ufficiale della la versione definitiva dell'accordo di partenariato da parte del Governo alla Commissione Europea scade il prossimo 20 aprile e in conseguenza delle osservazioni critiche trasmesse dalla Commissione Europea risulterebbe in corso in questi giorni un intenso lavoro di raccordo con tutte Amministrazioni centrali e regionali tesa a consentire la nuova stesura dell'accordo di partenariato;

   ritenuto, quindi, che:
    la Commissione X dovrebbe utilmente esprimersi sulla versione aggiornata ed integrata dell'atto di Governo considerato che le critiche pervenute da parte della Commissione europea appaiono di rilevanza determinante, sia riguardo alla possibilità di accesso che di concentrazione dei fondi su alcune voci prioritarie, come anche sui meccanismi di monitoraggio e sul riparto degli obiettivi,

ESPRIME UN VALUTAZIONE NEGATIVA
(On. Lacquaniti, Ferrara e Matarrelli).

Pag. 262

ALLEGATO 3

Documento di economia e finanza 2014. Doc. LVII, n. 2 e Allegati.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione Attività produttive, commercio e turismo,
   esaminato il Documento di economia e finanza 2014,
   preso atto e apprezzato l'obiettivo ambizioso che il documento si pone, riassumibile in due finalità ben precise, ovvero il consolidamento fiscale sostenibile e l'accelerazione sulle riforme strutturali per favorire la crescita;
   condividendo altresì la consapevolezza che senza porre le premesse per una solida ripresa economica, che stimoli la crescita e l'occupazione, non possono essere perseguite neppure politiche di risanamento e di consolidamento dei conti pubblici;
   apprezzata l'importanza strategica assegnata dal documento alla complessiva azione di miglioramento dell'ambiente imprenditoriale, perseguita attraverso sia il sostegno dell'accesso al credito e della capitalizzazione delle imprese che attraverso la semplificazione del rapporto tra amministrazione in senso ampio e imprenditore;
   apprezzate in particolare, in questo ambito, le decisioni concernenti il completamento del pagamento dei debiti commerciali arretrati da parte della pubblica amministrazione e l'ulteriore potenziamento del Fondo di garanzia alle PMI (rafforzamento di 670 milioni del Fondo nel 2014 e complessivamente di oltre 2 miliardi nel triennio);
   tenuto positivamente conto dell'attenzione posta sulla necessità di implementare il passaggio ad un'economia verde, improntata sul minimo consumo delle risorse naturali e sulla stringente attenzione alle più congrue politiche energetiche, con una finalità di breve periodo consistente nell'abbassamento del costo dell'energia per le imprese;
   preso atto con soddisfazione dell'intenzione del Governo di predisporre la legge annuale sulla concorrenza per operare in maniera strategica sul fronte delle liberalizzazioni;
   apprezzata infine la prospettata adozione di un Piano strategico nazionale del turismo,
   delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) acquisisca la Commissione V più analitiche informazioni circa quantità e qualità degli ulteriori interventi in materia di riduzione della spesa pubblica programmati per il 2015 e per il 2016, ai fini del raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali;
   b) segnali la Commissione V la criticità dell'impatto del profilo discendente del rapporto investimenti fissi lordi/PIL rispetto alla dinamica complessiva della crescita e dell'occupazione e all'efficacia delle politiche di coesione territoriale, conseguentemente raccomandando l'intensificazione del confronto in sede europea per scelte di politica economica che diano maggiore spazio alla domanda interna, a partire dall'adozione di una golden rule Pag. 263per investimenti infrastrutturali europei e per il cofinanziamento di parte nazionale dei programmi europei;
   c) raccomandi la Commissione V la più compiuta integrazione, nell'ambito del richiamo alla proposta europea di industrial compact, tra politica industriale e politica per i servizi, anche in considerazione del peculiare apporto alla costruzione di nuova occupazione che, nel nostro Paese, appare possibile attendersi tanto nell'area dei servizi alle imprese, quanto nell'area dei servizi alle persone, nonché l'attenzione all'attuazione dei principi dello Small Business Act e dello Statuto delle imprese ai fini del maggiore impulso al miglioramento dell'ambiente imprenditoriale ed ai processi di aggregazione di rete del tessuto diffuso delle piccole e medie imprese, in particolare sui terreni cruciali dell'innovazione e dell'internazionalizzazione;
   d) raccomandi la Commissione V l'intensificazione dell'azione di contrasto della restrizione creditizia attraverso la tempestiva attuazione ed il potenziamento delle misure già assunte in materia di riforma del Fondo centrale di garanzia e del sistema dei consorzi fidi, di incentivazione fiscale delle scelte di patrimonializzazione delle imprese, di sviluppo di canali di finanziamento non bancari;
   e) acquisisca la Commissione di merito informazioni dettagliate sul cronoprogramma concernente l'adozione dei numerosi decreti attuativi del Governo ancora non emanati, in particolare quelli collegati alle misure recate dal decreto-legge «Destinazione Italia»;
   f) acquisisca la Commissione di merito maggiori elementi in relazione alle politiche che il Governo intende attuare per favorire la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese, sia per l'accesso al credito che per le assunzioni di laureati e dottori di ricerca;
   g) valuti la Commissione di merito la possibilità di meglio definire le misure per favorire percorsi di alternanza scuola-lavoro e apprendistato come misure di contenimento dell'abbandono scolastico e di miglioramento delle competenze dei giovani e degli adulti;
   h) valuti la Commissione di merito la possibilità di incrementare i fondi destinati alla ricerca, che restano anche nelle previsioni di questo documento notevolmente inferiori alla media europea;
   i) raccomandi la V Commissione al Governo di meglio delineare il piano di investimenti necessario alla piena attuazione degli obiettivi dell'Agenda Digitale.