CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 aprile 2014
211.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00755 Zan: Iniziative urgenti per prevenire i rischi di inquinamento elettromagnetico in località Fontanafredda nel comune di Cinto Euganeo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto di sindacato ispettivo richiamato in oggetto, l'interrogante ha opportunamente segnalato le preoccupazioni manifestate dai residenti nell'area interessata all'installazione di una nuova stazione radio base della Wind, presso il comune di Cinto Euganeo, in provincia di Padova, località Fontanafredda. Tali preoccupazioni sono accentuate, dal fatto che in tale comune sono presenti altre stazioni di radio base per telefonia mobile, oltre che dall'esito di numerosi studi scientifici in base ai quali risulterebbe che nelle aree limitrofe ai predetti impianti sono in aumento nella popolazione residente disturbi riferibili alla elettrosensibilità.
  Sul punto, vista l'ampiezza della problematica, appare opportuno fare una breve premessa. Va rilevato innanzitutto che la normativa nazionale prevede limiti più restrittivi, adottati sulla base del principio di precauzione ex articolo 174, trattato UE richiamato nell'interrogazione, rispetto alle linee guida dell’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP).
  Negli ultimi 10 anni circa, a livello nazionale, proprio per l'elevata percezione del rischio da parte della popolazione nei confronti di questa particolare tipologia di sorgente di radiazione elettromagnetica (Stazione Radio Base), sono state condotte dall'ISPRA e dall'ARPA numerose attività di monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico nelle zone ove sono presenti tali impianti e, sulla base delle attuali conoscenze da parte dell'ISPRA, si può affermare che, nel campo della telefonia mobile, i livelli di immissione in ambiente sono abbastanza contenuti e risultano ben al di sotto dei limiti imposti dalla normativa nazionale.
  A simili conclusioni sono arrivate anche le attività condotte in tale ambito dalle ARPA, i cui risultati spesso sono direttamente consultabili sui relativi siti web.
  In particolare, nell'ambito del progetto ETERE, sviluppato dall'ARPAV a partire dal 2000, è stata realizzata una banca dati delle sorgenti di campo elettromagnetico ad alta frequenza, costituite dalle stazioni radio base per telefonia mobile attive nel Veneto e comunicate alla Provincia di competenza ai sensi della legge regionale 29/93, i cui dati sono consultabili, in modo interattivo, per mezzo di una cartografia tematica del Veneto su apposito sito WEB dedicato (link:http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/agenti-fisici/radiazioni-non-ionizzanti/dati/stazioni-radiobase-attive-del-veneto).
  Per la maggior parte delle Stazioni Radio Base (SRB) è disponibile anche l'immagine della mappa, che evidenzia l'intensità del campo elettrico calcolata dal Dipartimento Provinciale ARPAV di competenza utilizzando il software ETERE. Sullo stesso sito dell'ARPAV Veneto sono inoltre pubblicati i risultati delle campagne di monitoraggio condotte sugli impianti a radiofrequenza, consultabili, anche questi, su apposito link (http://www.arpa,veneto.it/agenti-fisici/htm/cem.asp).
  Dal 1999 al 2012 risulta che il numero di casi di superamento dei limiti normativi vigenti, che ha coinvolto impianti a radiofrequenza, sia assestato su un totale di 85, Pag. 57numero piuttosto «esiguo» considerato l'arco temporale a cui si riferiscono ed il gran numero di impianti presenti su tutto il territorio nazionale.
  Per chiarire il quadro delle competenze:
   spetta alle Regioni individuare i siti di trasmissione e degli impianti per telefonia mobile, degli impianti radio elettrici e degli impianti per radiodiffusione, così come gli strumenti e le azioni per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, intesi come i criteri localizzativi, gli standard urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, nonché i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico;
   così come la legge 22 febbraio 2001, n. 36 attribuisce alle amministrazioni provinciali e comunali le competenze in materia di controllo e vigilanza sanitaria che le esercitano avvalendosi delle Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA/APPA). La verifica di compatibilità del progetto con i limiti normativi, come previsto ai sensi del decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259, è dunque connessa al parere tecnico dell'ARPA territorialmente competente.

  I criteri adottati, in sede di iter autorizzativo, prevedono come obiettivo principale la tutela della popolazione che viene assicurata attraverso la verifica del rispetto delle prescrizioni normative. Infatti, prima dell'installazione di un nuovo impianto, il suddetto procedimento prevede, nell'ambito della totale competenza dell'Amministrazione comunale, remissione di un apposito parere tecnico dell'ARPA che può essere supportato anche da misure in campo, per la verifica preventiva del clima elettromagnetico nell'area interessata dalla nuova installazione.
  Alla luce della filosofia introdotta dalla legge quadro n. 36/2001, che si basa sulla tutela della popolazione, dell'ambiente e del paesaggio, molte sono le tecniche sviluppate negli ultimi anni per ottimizzare il posizionamento degli impianti in oggetto sul territorio. Tali tecniche hanno come obiettivo quello di limitare il più possibile l'esposizione della popolazione al di là del necessario rispetto dei limiti normativi vigenti. La condivisione dei siti d'accesso alla rete radiomobile è una tecnica di ottimizzazione ormai molto diffusa, che riguarda sia i siti esistenti sia quelli che verranno costruiti in futuro (per sito si intende il luogo fisico dove viene installato l'impianto a radiofrequenza). Tutto questo non implica necessariamente un aumento dei livelli di campo elettromagnetico (entro comunque i limiti vigenti) nelle zone circostanti l'impianto in oggetto e permette di ottenere un generale miglioramento delle condizioni di impatto ambientale in seguito alla riduzione del numero di siti sul territorio. È comunque facoltà dell'Amministrazione comunale dotarsi di un Regolamento, finalizzato a definire le regole di tipo insediativo, autorizzativo e procedurale da adottare per le nuove installazioni.
  Ora, per quanto attiene, nello specifico, alle contrarietà a una nuova installazione di antenne sull'impianto già esistente nel comune di Cinto Euganeo, esse erano già state portate all'attenzione del Ministero dell'ambiente che, tenuto anche conto della rilevanza generale della problematica, aveva già invitato l'Autorità territorialmente competente per il controllo e la vigilanza sanitaria ed ambientale (ARPA del Veneto) a voler effettuare una analisi della problematica segnalata, ponendo particolare attenzione alla verifica del rispetto dei valori limite indicati dalla normativa vigente.
  La predetta Agenzia ha fatto presente che nel Comune in parola l'analisi di campo elettromagnetico, effettuata tramite software di simulazione, considerando anche la stazione radio base WIND oggetto dell'interrogazione, fornisce valori ben al di sotto dei limiti legislativi previsti nelle possibili posizioni di permanenza umana.
  Ha aggiunto che, su richiesta del sindaco di Cinto Euganeo, ha effettuato, nel mese di giugno 2013 un monitoraggio con centralina dei campi elettromagnetici generati Pag. 58dalla stazione radio base OMNITEL sita presso il cimitero comunale, i cui risultati, resi disponibili a tutti i cittadini sul proprio sito Web, hanno evidenziato valori di campo elettromagnetico al di sotto della sensibilità strumentale.
  La normativa vigente in Italia sui valori limite, legge 22 febbraio 2001, n. 36, stabilisce i principi fondamentali diretti alla tutela della salute, del lavoro dell'ambiente e del paesaggio. In particolare, la tutela della salute viene conseguita attraverso la definizione di tre differenti tipologie di limiti: 1) limiti di esposizione, 2) valori di attenzione, 3) obiettivi di qualità.
  Con il decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 (c.d. Decreto Crescita 2) sono state introdotte alcune disposizioni integrative sulla normativa relativa ai limiti di emissione elettromagnetica e l'operatività delle nuove misure è condizionata alla emanazione delle linee guida che l'Ispra e le ARPA/APPA stanno già elaborando, per la successiva approvazione da parte del Ministero dell'ambiente.
  Infine si può certamente affermare che in ragione della accresciuta sensibilità del rischio associato all'esposizione ai campi elettromagnetici da parte della popolazione, sono stati realizzati numerosi studi sia per verificare l'effettiva pericolosità degli apparati associati alla telefonia mobile sull'uomo, sia per valutare le eventuali conseguenze a carico della salute provocati dall'uso del telefono cellulare. Non manca neanche una intensa attività di controllo delle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente attraverso i monitoraggi di gran parte delle sorgenti di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici presenti sul territorio, i cui risultati vengono spesso pubblicati su siti web per consentire una trasparente consultazione di questi da parte dei cittadini.

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ALLEGATO 2

5-02366 Grimoldi: Iniziative urgenti per la realizzazione delle opere indispensabili a prevenire il ripetersi dello straripamento del fiume Livenza nel territorio del comune di Sacile.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In ordine all'interrogazione degli On.li Grimoldi e Fedriga, vertente sulla pericolosità idraulica del fiume Livenza nel comune di Sacile (PN), si riferisce quanto segue.
  Per i trentadue interventi già compresi nell'Accordo di Programma sottoscritto con la Regione il 31 gennaio 2011 e nel successivo Atto Integrativo del 14 luglio 2011, dall'elaborazione dei dati inseriti nel sistema di monitoraggio ministeriale, si rileva che la metà di essi, per un corrispondente valore complessivo di euro 10.570.000,00, sono in fase di progettazione e precisamente, quegli interventi che la Regione ha posto ad alta priorità, hanno la totale copertura economica in ragione degli oltre 11 milioni di euro trasferiti dal Ministero sulla contabilità speciale del Commissario.
  In particolare, secondo i dati forniti dal Commissario straordinario, si rappresenta che per l'opera denominata «Intervento urgente di protezione civile per il rinforzo degli argini del fiume Livenza a monte e valle di via Timavo a salvaguardia della pubblica incolumità e dei centri abitati», finanziato per un importo di euro 1.250.000,00, è stato affidato in avvalimento, con decreto commissariale del 12 ottobre 2012, al Comune di Sacile, ai fini della progettazione ed esecuzione delle opere, compreso lo svolgimento delle procedure di appalto.
  Il Comune di Sacile, con delibera di giunta del 27 gennaio 2014, ha approvato la progettazione dell'intervento, che, ad oggi, deve conseguire la validazione del Commissario straordinario, a cui è pervenuto il progetto il successivo il 12 febbraio 2014 L'intervento, classificato dalla Regione con priorità 1, le cui risorse sono state totalmente introitate in contabilità speciale in data 18 ottobre 2012, secondo il cronoprogramma, redatto dal Comune, prevede la conclusione dei lavori per il corrente anno.
  Nell'Accordo citato, inoltre, è compreso un intervento nel Comune di Brugnera, denominato «Interventi urgenti di sistemazione idraulica del territorio e miglioramento dell'impianto idrovoro in loc. San Cassiano a tutela degli allagamenti dei centri abitati» per il quale è in corso la progettazione, affidata con decreto di avvalimento del Commissario, allo stesso Comune.
  Si evidenzia, inoltre, che in considerazione dell'avvenuta approvazione della legge di Stabilità n. 147 del 2013 e degli adempimenti in essa previsti in materia di dissesto idrogeologico, il Ministero dell'ambiente ha avviato presso le Regioni un'attività ricognitiva finalizzata all'individuazione di nuovi interventi da proporre a finanziamento, selezionati tenendo conto delle esigenze di una celere attuazione in relazione alle situazioni di massimo rischio per l'incolumità delle persone.
  In seguito a ciò, la Regione Friuli Venezia Giulia ha inserito nella banca dati del Ministero, n. 26 interventi per un importo complessivo di euro 50.167.476,00. La tipologia delle opere che la Regione propone a finanziamento, localizzate nelle province di Gorizia, Pordenone e Udine, è costituita principalmente da interventi idraulici sul reticolo idrografico Pag. 60che prevedono azioni di ricalibratura e sistemazione idraulica, sistemazione di difese spondali, potenziamenti di impianti idrovori.
  Da parte sua, la Regione ha fatto presente che per quanto riguarda l'intervento di sghiaiamento e pulizia del Livenza dalla confluenza con il Meschio verso Brugnera a Valle (siamo quindi a sud di Sacile) il servizio difesa del suolo di quell'Amministrazione nel 2012 ha attuato un intervento di sghiaiamento proprio alla confluenza che, come noto, è una zona critica che deve garantire il regolare deflusso delle acque. Ha aggiunto che il tratto a valle della confluenza è caratterizzato da ampie zone golenali naturalmente soggette ad esondazioni o aree limitrofe indicate, dal Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), come esondabili in quanto contribuiscono all'effetto di laminazione delle piene.

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ALLEGATO 3

5-02239 Amoddio: Iniziative urgenti per fronteggiare la situazione di criticità ambientale e sanitaria nelle aree ricomprese nella zona industriale di Priolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Lo scorso 26 febbraio, intorno alle ore 18:00, presso la Raffineria Isab Impianti Sud di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, nel corso del normale funzionamento si è verificata una esplosione a causa del cedimento di una tubazione di mandata dei compressori nell'area dell'impianto dove si processa la Virgin Nafta senza zolfo, al fine di produrre prodotti quali benzina ad alto numero di ottano, idrogeno con purezza all'80 per cento circa, GPL e OFF GAS.
  Lo scoppio ha provocato l'incendio dell'idrogeno ad alta purezza contenuto nel tubo che ha ceduto propagandosi sia ad alcune tubazioni minori contenente GPL e benzina, sia alla copertura in materiale plastico del capannone.
  È stato immediatamente diramato l'allarme rosso per l'emergenza interna, con conseguente applicazione delle procedure operative e di messa in sicurezza previste dallo specifico piano. Quasi tutti gli impianti di processo sono stati fermati nell'immediatezza dell'evento.
  L'impianto interessato, posto immediatamente in sicurezza e depressurizzato, ha dato origine ad uno sfiaccolamento in torcia durato circa 30 minuti. L'accensione della torcia di stabilimento ha provocato una notevole fumosità nera che si è poi dispersa in atmosfera nel corso delle ore seguenti. In prossimità della zona interessata si è avvertito per alcune ore un odore di sostanze incombuste misto ad idrocarburi.
  L'esplosione, che non ha causato danni a persone, è stata avvertita in una vasta area esterna intorno allo stabilimento.
  In ausilio al personale aziendale preposto, giungevano prontamente due squadre del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco che si prodigavano nello spegnimento dell'incendio divampato con una forte intensità iniziale e in un'area ristretta dell'impianto.
  L'incendio veniva spento intorno alle ore 21.00 successive.
  La Struttura Territoriale di A.R.P.A. Sicilia sin dalle ore 19:00 ha provveduto ad eseguire campionamenti dell'aria tramite canister in diverse zone – sia in prossimità della raffineria che nel centro abitato del comune di Priolo Gargallo – accertando la presenza di modeste quantità di idrocarburi, come gli aromatici, in concentrazione più bassa nei pressi della raffineria e più alta nei pressi della strada provinciale 25. Questo perché spirava un vento da Ovest-Sud Ovest, e cioè in direzione del centro abitato di Priolo.
  L'evento non ha comportato danni da inquinamento del suolo in quanto lo stabilimento è pavimentato e lo sgrondo delle acque impiegate per lo spegnimento dell'incendio confluiscono nella raccolta delle acque meteoriche collegate all'impianto di trattamento a servizio della raffineria.
  I dati provenienti dalle centraline site nell'area limitrofa alla Raffineria non hanno mostrato particolari incrementi degli inquinanti rilevati, così come i risultati relativi ai campioni di aria non hanno presentato valori elevati dei parametri rilevati. Né risultano rilasciate nell'ambiente sostanze tossiche quali l'idrogeno solforato, peraltro non ricompreso nei processi di lavorazione.Pag. 62
  Non risulta che alcuno abbia riportato malesseri fisici a causa dell'evento.
  L'evento è stato conseguentemente dichiarato chiuso dalla Raffineria Isab Impianti Sud.
  La Procura della Repubblica di Siracusa è tempestivamente intervenuta disponendo un'ispezione dei luoghi e nominando, in qualità di consulenti tecnici, quattro professori universitari esperti in materia di impiantistica industriale. Risulta che i predetti abbiano già presentato due relazioni preliminari intese a chiarire le causali dell'incendio.
  La Raffineria Isab Impianti Sud di Priolo Gargallo rientra tra gli stabilimenti «a rischio di incidente rilevante» ai sensi della normativa cosiddetta «seveso» (decreto legislativo n. 334 del 1999). Si riferisce al proposito, per inciso, che alla luce delle informazioni fino ad oggi pervenute, l'incidente in questione non sembra ricadere tra quelli per i quali, sulla base dei criteri riportati nella richiamata normativa, sussiste in capo al Ministero l'obbligo di fornire tempestiva notifica alla Commissione Europea.
  Per quanto attiene alle azioni rimesse istituzionalmente alla competenza del Ministero dell'ambiente, non si consideri mera demagogia richiamare per prima cosa il rigoroso rispetto delle disposizioni normativa, regolamentari e tecniche appositamente adottate ed affinate nel corso degli anni, tutte volte a garantire la prioritaria tutela della salute dei cittadini e prevenire danni all'ambiente. A questo si aggiunga la costante opera di sensibilizzazione nei confronti degli enti e delle istituzioni a vario titolo preposti localmente al controllo del territorio e delle attività produttive.
  Sul punto, valga il caso di rilevare che per il Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Priolo, le Conferenze di Servizi tenutesi nel corso degli anni hanno approvato Progetti di bonifica per aree di estensione totale pari ad oltre 1.000 ettari: in particolare la Conferenza di Servizi del 25 ottobre 2011 ha approvato il Progetto di Messa in sicurezza e Bonifica della falda acquifera di tutte le aree prospicienti la Rada di Augusta.
  Le Conferenze di Servizi, tenutesi nell'anno 2013, hanno poi discusso interventi di messa in sicurezza e bonifica di aree industriali e a destinazione d'uso residenziale, approvando progetti di messa in sicurezza operativa dei suoli e delle acque di falda di aree con attività produttive estese oltre 134 ettari, avviando gli interventi finalizzati al riutilizzo di aree pubbliche, come il campo sportivo del Comune di Augusta, e restituendo agli usi legittimi oltre 60 ettari di territorio per la realizzazione di impianti solari fotovoltaici.
  In merito alle attività di monitoraggio ambientale, si sottolinea che le matrici suolo, sottosuolo e acque di falda delle aree di pertinenza delle maggiori realtà industriali presenti all'interno del SIN predetto (n. 3 raffinerie, n. 2 impianti di chimica integrata, n. 3 centrali elettriche, n. 1 cementeria, n. 2 cave di estrazione materiali, n. 1 deposito di stoccaggio prodotti petroliferi) e delle estese aree industriali dismesse, sono state caratterizzate e, ove siano risultati contaminati o potenzialmente tali, sono stati avviati interventi di messa in sicurezza di emergenza e/o bonifica.
  Si ricorda, infine, che nel 2005 e nel 2009 sono stati siglati specifici Accordi di Programma finalizzati alla bonifica ed alla reindustrializzazione delle aree del SIN interessato e che, anche a seguito della modifica della normativa di settore, su proposta della Regione siciliana è in corso la ridefinizione degli interventi programmati.
  Quanto appena riferito non deve tuttavia far pensare che questa Amministrazione non continui ad impegnarsi, con tutte le proprie forze e nell'ambito e nei limiti delle proprie competenze, a perseguire quegli obiettivi di miglioramento della qualità ambientale del territorio di cui oggi si discute, al pari degli altri casi analoghi purtroppo presenti più o meno nell'intero territorio nazionale.
  Rimane ferma, in altre parole, l'intenzione di intraprendere – unitamente alle altre amministrazioni, sia centrale che locali – tutte le più opportune iniziative per fronteggiare la gravissima criticità ambientale e sanitaria che caratterizza il territorio interessato.

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ALLEGATO 4

5-02534 De Rosa: Iniziative urgenti per la bonifica del sito inquinato di interesse nazionale di Bussi sul Tirino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  I problemi ambientali del sito di Bussi sul Tirino (Pescara), oggetto del question time presentato dall'On. De Rosa ed altri, hanno assunto rilievo nazionale nel 2006 con la nomina del Commissario Delegato per la realizzazione degli interventi urgenti necessari per il superamento della situazione di emergenza socio-economica-ambientale determinata in quell'area e nell'asta fluviale del bacino del fiume Aterno.
  Nel 2008 l'area industriale di Bussi e le aree limitrofe interessate dallo smaltimento di residui industriali sono state incluse nel Sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino.
  Il Sito è stato perimetrato con decreto ministeriale del 29 maggio 2008 e, oltre all'area industriale di Bussi, comprende anche molte altre aree limitrofe, compresi siti fluviali e industriali dismessi.
  La fonte primaria di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle acque di falda è, comunque identificata con l'area produttiva ex Montedison/Ausimont (ora Solvay) e con le aree della discarica «Tremonti», nonché un'area a nord di circa 5 ettari e mezzo dove sono state smaltite illecitamente ingenti quantità di rifiuti.
  Proprio in queste aree si è concentrata l'articolata azione del Ministero e del Commissario Delegato con misure e interventi di tutela della salute e dell'ambiente.
  I primi interventi del Commissario sono stati l'inibizione dall'uso civile delle acque dei pozzi contaminati che, dal 2007 ad oggi, sono ancora disattivati quindi senza alcun rischio di pericolo da quel momento per la popolazione del luogo.
  Per far fronte alla conseguente situazione di emergenza idrica, il Commissario ha approvato la realizzazione di 2 pozzi di captazione nella falda della sorgente Tirino inferiore, e di 5 pozzi in località San Rocco. È stata messa in sicurezza, in attesa degli interventi di bonifica dell'intera area, la Discarica sita in località TreMonti, posta a sud dell'area Ferroviaria.
  Il Commissario delegato, in sostituzione ed in danno alla proprietaria Montedison (oggi Edison), ha messo in sicurezza i rifiuti stoccati. A novembre 2013 sono state avviate le attività di caratterizzazione dell'area, la cui ultimazione era prevista per il 28 febbraio 2014. Tuttavia, gli accertamenti hanno subito rallentamenti per acquisire le autorizzazioni da parte della Procura di Pescara, atteso che l'area è stata poi posta sotto sequestro. Nel contempo sono stati realizzati tutti i sondaggi previsti dal Piano di caratterizzazione e attualmente sono in corso le analisi sui campioni di suolo, rifiuti e acqua di falda.
  Nelle aree interne allo stabilimento chimico ex Montedison/Ausimont, la Solvay, ha realizzato due barriere idrauliche per contenere la diffusione di contaminanti dalle acque di falda sottostanti e un sistema di pozzi spia, per la verifica dell'efficacia delle misure adottate, a valle del confinamento idraulico. Tutti gli esiti delle campagne periodiche di monitoraggio delle acque di falda hanno evidenziato il permanere di superamenti dei limiti normativi delle Concentrazioni Soglia di contaminazione per il parametro Monocloroetilene. Pertanto, sulla base della caratterizzazione Pag. 64integrativa sono state chieste alla Solvay ulteriori attività di messa in sicurezza d'emergenza.
  In particolare, nel mese di gennaio 2013 la Solvay ha informato il Ministero di aver iniziato gli interventi di messa in sicurezza d'emergenza richiesti e a febbraio ha comunicato di aver in corso di definizione un contratto di acquisto dell'impianto che sostituirà il trattamento acque di falda (TAF) esistente.
  Nelle aree esterne allo stabilimento Solvay, site a monte dello stesso, sono ubicate le discariche 2A e 2B, la prima per rifiuti inerti, di circa 12.000 mq e la seconda per rifiuti speciali industriali, di circa 8.000 mq. Entrambe risultano prive di qualsiasi opera di copertura e di messa in sicurezza, in cui sono stati smaltiti rifiuti diversi da quelli autorizzati, nonché la discarica abusiva sita in prossimità delle discariche autorizzate, a monte dello stabilimento, occupante un'area di circa 35.000 mq in cui i rifiuti sono stati abbancati direttamente sul suolo, senza alcun sistema di impermeabilizzazione, contenimento o copertura, e risultano oggi commisti, con il terreno.
  Il Ministero ha chiesto alla Solvay di adottare le necessarie misure di prevenzione/messa in sicurezza.
  La Società ha, quindi, presentato un progetto di prevenzione/messa in sicurezza d'emergenza di dette discariche, successivamente sequestrate dalla Procura della Repubblica di Pescara il 5 febbraio 2014.
  Limitatamente alle risorse, il Ministero dell'Ambiente ha stanziato per tale sito tre milioni di euro, già trasferiti alla Regione Abruzzo.
  Tali somme, oltre ai 100.000,00 euro stanziate dalla Regione Abruzzo, sono state destinate con Accordo di Programma alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica delle aree comprese nel Sito di Interesse Nazionale «Bussi sul Tirino», sottoscritto il 28 febbraio 2011 tra il Ministero dell'Ambiente, la Regione Abruzzo la Provincia di Chieti, la Provincia di Pescara ed i Comuni di: Alanno, Bolognano, Bussi sul Tirino, Castiglione a Casauria, Chieti, Manoppello, Popoli, Rosciano, Scafa, Tocco da Casauria, Torre dè Passeri.
  Le attività oggetto del citato Accordo di Programma, ad oggi, risultano sospese in quanto è in corso la rimodulazione dell'Accordo.
  La Regione Abruzzo ha formulato una proposta di rimodulazione in particolare sul comune di Bolognano.
  Ad oggi, la suddetta proposta è in corso di istruttoria presso la competente Divisione tecnica del Dicastero.
  Si rammenta che dal 2006 pende presso il Tribunale di Pescara il procedimento penale n. 12/06 R.G.N.R. per il grave ed esteso inquinamento determinato al suolo, al sottosuolo e alle acque di falda, dalle attività svolte dalle società del gruppo Montedison (oggi Edison) e il Ministero dell'Ambiente si è costituito parte civile per il risarcimento del danno ambientale. Per la compiuta valutazione dei danni, sono stati nominati alcuni consulenti tecnici che forniranno supporto all'Avvocatura dello Stato nelle successive fasi processuali. Nell'ambito di questo procedimento è stata posta sotto sequestro la discarica in località tremonti.
  La Solvay ha presentato un apposito progetto in data 13 marzo 2014, finalizzato ad adottare le necessarie misure di prevenzione/messa in sicurezza del sito.
  Il Ministero si è costituito parte civile per il risarcimento del danno ambientale accertato citando la società Edison, quale responsabile civile. Seguiremo con grande attenzione l'evolversi della vicenda e non mancheremo di intervenire prontamente e con fermezza laddove occorra per riportare alla normalità le attuali condizioni di degrado ambientale e sanitario conseguente.
  Il Ministero dell'Ambiente ha, inoltre, diffidato la società Edison a rimuovere tutti i rifiuti depositati in modo incontrollato nelle discariche realizzate in località TreMonti, a ripristinare integralmente lo stato dei luoghi mediante la rimozione delle discariche, a procedere alla bonifica Pag. 65delle matrici ambientali che all'esito della completa rimozione dei rifiuti dovessero risultare contaminate.
  Il provvedimento è impugnato innanzi al TAR di Pescara e, alla luce di quanto evidenziato, oggi, questo Ministero è impegnato, da una parte, nella verifica dell'efficacia delle misure di prevenzione adottate e nell'individuazione delle migliori tecniche e delle azioni utili per pervenire alla bonifica e alla messa in sicurezza operativa delle aree contaminate, dall'altra, ha già avviato le procedure per il recupero del danno ambientale.

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ALLEGATO 5

5-02535 Gadda: Iniziative urgenti per risolvere le numerose problematiche connesse all'entrata in funzione del Sistri.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito al contratto SISTRI stipulato in data 14 dicembre 2009, e integrato con atto del 10 novembre 2010, secondo le tempistiche di progressiva entrata in esercizio del sistema SISTRI, al fine di verificare, come richiede la normativa in tema di contratti pubblici, la regolare esecuzione del contratto di fornitura e di servizi rispetto alle condizioni e ai termini stabiliti nel contratto, fatte salve le eventuali leggi di settore, nonché per accertare che i dati risultanti dalla contabilità e dai documenti giustificativi corrispondano tra loro e alle risultanze di fatto, è stata istituita in data 20 settembre 2013 apposita Commissione di verifica di conformità.
  La Commissione ha in particolare accertato che le tecnologie predisposte fossero funzionali agli obiettivi che l'amministrazione aveva inteso perseguire mediante il contratto e che fossero perfettamente funzionanti le componenti delle infrastrutture centrale e periferica, tanto singolarmente quanto nella modalità di interazione.
  Sulla base di osservazioni avanzate dalle Associazioni di categoria presenti nel Tavolo tecnico di monitoraggio e concertazione del SISTRI, sono state presentate alla Commissione, specifiche raccomandazioni riguardanti in particolare l'accertamento dei profili di utilità dei dispositivi USB e BlackBox attraverso la diretta e immediata utilizzabilità della georeferenziazione degli automezzi (cosiddetta tracciabilità in tempo reale del trasporto dei rifiuti), e la valenza certificatoria ai fini della imputazione delle operazioni di movimentazione e/o trattamento dei rifiuti.
  La Commissione ha terminato i lavori in data 20 dicembre 2013, rilasciando il certificato di conformità del sistema SISTRI, accompagnato da verbale e relativa documentazione, in particolare, «ha esaminato in contraddittorio con i rappresentanti della Società Selex Se.Ma tutti i requisiti derivanti dalle norme vigenti alla data di inizio delle attività di collaudo e dagli atti contrattuali, ha verificato, con prove ed esami documentali, come tali requisiti fossero stati implementati nel SISTRI e come gli stessi fossero esaustivamente soddisfatti ai fini della dimostrazione della conformità della fornitura agli obiettivi che l'amministrazione ha inteso perseguire mediante il contratto» avvalendosi anche delle prove dei test eseguiti dall'AGID, in attuazione del decreto ministeriale relativo. Ha quindi ritenuto che «la Selex Se-Ma abbia sviluppato il progetto in modo soddisfacente con scelte architetturali e tecnologiche che riflettono lo stato dell'arte al momento della progettazione e che sono tutt'oggi pienamente funzionali agli obiettivi del SISTRI». Ha verificato altresì, attraverso l'esame della registrazioni giornaliere dei risultati del monitoraggio in esercizio del SISTRI (periodo ottobre-novembre) che tutte le componenti dell'infrastruttura centrale e periferica interagissero secondo le aspettative e che i dati risultanti fossero o meno coerenti con le segnalazioni pervenute al Contact Center o attraverso i canali attivati con le associazioni di categoria.
  Le conclusioni della Commissione sostengono l'assenza di difetti e/o carenze tali da precludere l'erogazione dei servizi, nonché la diretta e immediata utilizzabilità della georeferenziazione degli automezzi Pag. 67(c.d. tracciabilità in tempo reale del trasporto dei rifiuti) e la valenza certificatoria ai fini della imputazione delle operazioni di movimentazione e/o trattamento dei rifiuti, ritenendo altresì positivo l'esito della verifica condotta.
  Tanto si è relazionato in tema di collaudo, resta inteso che, rispetto alle recenti vicende giudiziarie che hanno riguardato la correttezza delle procedure di affidamento, progettazione e realizzazione del SISTRI, tema già trattato in risposta all'interpellanza urgente n. 2-00473 dell'On.le Terzoni, in base alle conclusioni definitive accertate nella sede giudiziaria penale, il Ministero dell'Ambiente valuterà in modo rigoroso le conseguenti iniziative da assumere in merito.