CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 marzo 2014
200.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-01307 Taricco: Interruzione del servizio di fornitura di energia elettrica nei confronti dell'azienda Inalpi Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa si fa presente che la risposta è resa sulla base degli elementi forniti dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas (di seguito AEEG), in relazione ai provvedimenti da essa emanati al fine di limitare il verificarsi dei disservizi causati da episodi d'interruzione della fornitura di energia elettrica.
  Tali provvedimenti possono concretarsi nell'assunzione di misure d'indennizzo riconosciute ai clienti finali nel caso siano disattesi i livelli standard di qualità tecnica del servizio di distribuzione dell'energia elettrica, da parte delle imprese preposte all'erogazione di tale servizio.
  Si precisa, inoltre, che la Direzione Generale competente del Ministero, attraverso l'AEEG, ha acquisito la documentazione con cui la società di distribuzione ha fornito risposta alla richiesta di chiarimenti inviata ad essa dallo «Sportello per il consumatore di energia».
  In tale documentazione, detta società ha dichiarato che gli impianti che alimentano la fornitura della società INALPI S.p.A. sono stati interessati da interruzioni senza preavviso dovute a guasti di natura puramente accidentale, non imputabili, pertanto, a responsabilità del distributore.
  L'impresa ha affermato, altresì, che non sono necessari interventi strutturali sulla linea elettrica in media tensione (MT) che alimenta la fornitura della società INALPI S.p.A. : ciò nonostante, è prevista la messa in opera, entro il primo semestre 2014, di una cabina secondaria che costituirà un'ulteriore fonte di controllo in caso di guasti sulla linea.
  L'impresa di distribuzione ha, infine, asserito di essere disponibile, qualora la società INALPI S.p.A. lo ritenesse opportuno, a organizzare un incontro con i referenti tecnici del cliente, finalizzato a fornire ulteriori delucidazioni sui disservizi occorsi e sulle possibili iniziative atte a ridurre i disagi avvertiti.
  Con riferimento al sistema di indennizzi automatici, predisposto dall'AEEG in materia di interruzioni della fornitura di energia elettrica, si fa presente che ciascuna impresa di distribuzione deve rispettare uno standard di tempo massimo di ripristino della fornitura di energia elettrica, differenziato secondo il grado di concentrazione territoriale e della tipologia di utenza (bassa tensione – BT o media tensione – MT), pena il riconoscimento e la corresponsione di un rimborso automatico al cliente finale. La situazione che riguarda le forniture in MT, come quella in esame, è riassunta nella tabella sinottica che si lascia in allegato alla risposta.
  Dall'esame dell'elenco delle interruzioni avvenute presso la fornitura della società INALPI S.p.A., elaborato dal distributore territorialmente competente, emerge che nessuna di esse ha superato i valori stabiliti nella tabella citata e, pertanto, non sussisterebbero i presupposti per il riconoscimento di un indennizzo automatico nei confronti della società reclamante.Pag. 169
  Con riferimento alla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla società INALPI S.p.A., si fa presente che, ai sensi della normativa vigente, il soggetto competente a pronunciarsi sull'esistenza, sull'imputabilità e sulla quantificazione di eventuali danni, emersi a seguito di interruzioni di fornitura di energia elettrica, è esclusivamente l'autorità giudiziaria ordinaria (Giudice di pace o Tribunale, secondo la rilevanza economica del contenzioso). Il cliente può, altresì, far ricorso ad eventuali strumenti extra-giudiziali di risoluzione delle controversie (i.e. il servizio di conciliazione).

ALLEGATO ALLA RISPOSTA ALL'INTERROGAZIONE N. 5/01307 TARICCO

Tab. 9 – Standard per il tempo massimo di ripristino della fornitura (estratto)

Tipo di interruzione Grado di concentrazione territoriale Standard per utenti MT (ore)
Interruzione senza preavviso – Alta concentrazione   – Media concentrazione – Bassa concentrazione 4 6 8
Interruzione con preavviso Tutti i gradi di concentrazione 8

(Fonte: AEEG «Testo Integrato della regolazione della qualità dei servizi di distribuzione e misura dell'energia elettrica» Allegato A – Tabella n. 9)

Pag. 170

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01701 Burtone: Interventi a sostegno del settore della microelettronica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Ministero dello Sviluppo Economico segue con attenzione gli sviluppi delle problematiche relative nella zona definita «Etna Valley».
  Sono stati convocati, infatti, specifici tavoli di confronto per affrontare le problematiche relative delle tre aziende in crisi situate all'interno dell'area in questione, la 3SUN, la Micron e la ST Microelettronics.
  Si sta seguendo un preciso calendario che prevede diversi incontri bilaterali e la convocazione di un tavolo di confronto sul settore della microelettronica, sia in generale, sia in riferimento alla componentistica.
  Fermo restando quanto detto, si assicura la disponibilità a valutare, anche in collaborazione con la Regione e gli enti locali, eventuali richieste d'intervento volte a rilanciare lo sviluppo industriale del territorio in questione e la possibilità di identificare il territorio in oggetto come «area di crisi industriale complessa» al fine di utilizzare ogni strumento a disposizione per sostenere il territorio dell'Etna Valley.
  Per completezza di informazione, si segnalano alcuni elementi che possono risultare interessanti al fine di affrontare la questione.
  In linea generale, il Governo ha recentemente adottato un'organica politica industriale di rilancio del sistema produttivo italiano, attraverso l'esercizio dei cd «poteri speciali» riconosciuti dal decreto-legge n. 21/2012 in materia di assetti societari per le attività di rilevanza strategica, quali quelle svolte dalle aziende in questione.
  Il citato decreto legge pone una disciplina ad hoc finalizzata alla salvaguardia degli interessi nazionali nei settori della sicurezza e della difesa e negli altri settori strategici (TLC, trasporti, energia), che mira a tutelare il know how e le tecnologie proprietarie delle imprese italiane che operano nei suddetti settori, considerati strategici per il sistema Paese (cd. «Golden power»).
  Infatti il decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, recante «Norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni», convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, è intervenuto a riformare la materia dei poteri speciali riconosciuti al Governo per la cura di interessi generali e fondamentali per la vita del Paese.
  In conseguenza, il citato decreto-legge si è inteso allineare la normativa italiana ai principi e alle regole del diritto dell'Unione. In particolare, l'articolo 1 del provvedimento ha disciplinato l'esercizio dei poteri speciali nei confronti delle società, anche a capitale interamente privato, operanti nei settori della difesa e sicurezza nazionale in maniera distinta e separata rispetto agli altri settori pur ritenuti strategicamente rilevanti (articolo 2), specie per quanto riguarda l'incisività con la quale i poteri medesimi sono in concreto esercitabili.
  Il contesto normativo sopra delineato contribuisce a conferire certezza circa la tutela degli interessi strategici del sistema Paese con riferimento alle attività di Micron – STMicroelectronics, anche relativamente alle operazioni di vendita o alle decisioni dei vertici aziendali.Pag. 171
  Circa la tematica specifica affrontata sul tavolo di crisi presso il Ministero dello Sviluppo, si segnala che in data 11 dicembre 2013 si è tenuto un incontro riguardante la situazione della Stm.
  Alla riunione hanno partecipato oltre ai rappresentanti del MISE, l’ AD e il Presidente di STM, i rappresentanti della Regione Lombardia, il Sindaco di Catania, le sigle sindacali nazionali e territoriali e le RSU.
  Le OOSS hanno chiesto chiarimenti e mostrato preoccupazione per le dichiarazioni dell'allora Presidente del Consiglio, che annunciava privatizzazioni che potessero riguardare anche STM.
  Il rappresentante del MiSE presente all'incontro ha tranquillizzato le preoccupazioni delle OOSS chiarendo che:
   per il Governo questo è un settore strategico e non ci sarà disimpegno;
   la partecipazione in STM è basata su accordi con lo Stato francese, per modificare la partecipazione italiana occorrerebbe, quindi, un accordo con la Francia, che non è previsto;
   non ci saranno, infatti, modifiche degli accordi in essere, la situazione non muterà e la partecipazione sarà sempre paritetica con la Francia;
   qualsiasi modifica avverrà in accordo con il Governo francese; se dovessero cambiare le quote esso sarà per entrambi gli Stati.

  Le OO.SS. hanno chiesto inoltre notizie su eventuali trasferimenti di azioni in STM dal Tesoro alla Cassa Depositi e Prestiti.
  Il Responsabile di STM ha poi ricordato che l'Italia è la sede dell'eccellenza di una parte di tecnologie sia in ricerca che in manifattura. I due siti principali di manifattura sono Catania ed Agrate. A Catania (centro che lavora a 6 pollici) c’è un plan per portare da 6 a 8 pollici lo spessore delle fette di silicio prodotte nel sito di Catania, mentre ad Agrate, già a 8 pollici, si continuerà a lavorare in questo ambito.
  In ambito R&D si va verso il 12 pollici, con il consorzio con Micron, gli investimenti sono ingenti e sono di 270 milioni di euro ciascuno. Con riferimento ai tempi, in luglio si prevedeva prima la conversione 6-8 pollici a Catania (2014-2016), poi l'intervento su R&D ad Agrate (2017-2018).
  Successivamente l'AD ha chiarito alcuni aspetti, come richiesto dalle OOSS, riguardanti i progetti che STM intenda portare avanti. È quindi emerso il tema dei progetti sull'innovazione, finanziati in ambito UE, si è fatto, inoltre, cenno a Horizon 2020 e ai fondi FESR su innovazioni tecnologiche che negli anni 2014-2020 le Regioni dovranno progettare e cui STM potrebbe accedere.
  Le OOSS hanno chiesto quindi che, data l'importanza del settore, una strategia sia indicata anche dalla politica, ribadendo che sono necessari approfondimenti in merito alla partecipazione pubblica ed alle modalità con cui si esplica.
  Infine, per quanto concerne il settore della microelettronica in generale, si segnala che si sono tenuti in data 7 marzo 2014 due incontri: quello relativo a tutto il comparto della microelettronica e la prima riunione del tavolo sul settore specifico dei componenti elettronici.
  Durante i due appuntamenti, finalizzati a individuare le politiche di sviluppo più urgenti e adeguate per i comparti interessati, sono stati affrontati i temi di coordinamento con le strategie europee di politica industriale e per la ricerca e sviluppo connesse anche ai Fondi strutturali e ai fondi tematici.
  I lavori del tavolo sulla microelettronica proseguiranno con l'elaborazione di un documento strategico per quanto concerne il comparto in generale, mentre, in materia di componenti elettronici, si è discusso principalmente degli interventi possibili al fine rafforzare la presenza delle Pmi del settore rispetto alla possibilità di accedere alle risorse europee, anche attraverso l'accompagnamento alla realizzazione di reti di collaborazione, e della necessità di maggiori controlli sulla qualità dei prodotti importati.

Pag. 172

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01813 Gallinella: Sviluppi della sperimentazione della produzione di energia tramite processi di fissione piezonucleare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per gli aspetti di competenza della Difesa, si fa presente, in linea generale, che l'attività richiamata dall'Onorevole interrogante era inserita in un programma sperimentale più vasto e complesso, condotto da vari Enti di ricerca afferenti al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
  Ciò premesso, per quanto riguarda, più specificamente, la »sperimentazione» si evidenzia che, in riscontro ad una specifica richiesta avanzata il 21 novembre 2007 dalla Società Ansaldo Nucleare, nonché sulla base dell'autorizzazione rilasciata dal competente Comando logistico dell'Esercito italiano – Dipartimento tecnico, si sono svolte nello stesso anno alcune attività sperimentali presso i laboratori della Sezione di fisica del Centro Tecnico Logistico Interforze (CETLI) Nucleare Batteriologico Chimico (NBC) di Civitavecchia.
  La sperimentazione aveva lo scopo di verificare l'effettiva produzione di neutroni in alcune soluzioni di sali metallici esposte al processo di cavitazione ultrasonica.
  L'Ente è stato scelto per la disponibilità sia di locali dotati di adeguata schermatura protettiva dalle emissioni radiologiche che di sorgenti alfa, beta, gamma e neutroniche di americio e berillio, necessarie per la calibrazione dei rivelatori impiegati.
  L'attività in questione è stata, poi, ripresa nel 2008 – ovviamente, previa autorizzazione da parte dello stesso Dipartimento tecnico – affinché venissero effettuati ulteriori approfondimenti.
  Si fa presente che dopo il 2008 non è stata più eseguita alcuna attività sperimentale, tantomeno è stata redatta, al riguardo, alcuna relazione tecnica da parte del CETLI NBC.
  Gli esiti complessivi della ricerca, pubblicati a livello internazionale, risultano controversi e non hanno ottenuto unanimi riscontri sperimentali in seno alla comunità scientifica.
  Si rende noto, infine, che la domanda di brevetto avente titolo «Apparecchiature e procedimento per la produzione di neutroni mediante ultrasuoni e cavitazione di sostanze» depositata dal CNR il 2 ottobre 2006, non è stata ritenuta di particolare interesse per la Difesa e, di conseguenza, il relativo brevetto è stato concesso, dal competente Ministero dello sviluppo economico, al CNR in data 29 marzo 2010.
  Peraltro, la realizzazione di prototipi per la sperimentazione e/o lo sviluppo di attività per la fissione nucleare non rientra tra i compiti istituzionali del Dicastero che non può, quindi, intervenire in materia.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02047 Rizzetto: Rilancio del settore nautico e continuità produttiva degli stabilimenti della Wartsila Italia Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'On. Rizzetto, inerente alla situazione produttiva ed occupazionale della società Wartsila Italia s.p.a., facente parte del Gruppo finlandese Wartsila, con sede legale ed unità produttiva in Trieste ed altre unità produttive dislocate su varie parti del territorio nazionale.
  La Wartsila Italia s.p.a – operante nel settore nel settore della progettazione, costruzione e vendita di generatori di moto e di qualsiasi altro tipo di energia – rappresenta storicamente il principale fornitore di grandi motori per navi da crociera.
  Lo stabilimento di Trieste, in particolare, è l'unico del Gruppo Wartsila, in Europa, a produrre motori delle dimensioni richieste dalla cantieristica navale per i segmenti di tonnellaggio maggiore.
  La predetta società ha usufruito – ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 223/1991- del trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS) per riorganizzazione aziendale in favore di 80 unità lavorative in forza presso gli stabilimenti di Trieste, Civitavecchia, Messina e Palermo, relativamente al periodo dal 16 maggio 2011 al 15 maggio 2012.
  Successivamente – con decreto direttoriale dello scorso 4 dicembre – la competente Direzione Generale per le politiche attive e passive per il lavoro del Ministero che rappresento ha provveduto ad approvare la proroga per complessità dei processi produttivi del programma di riorganizzazione aziendale, relativamente al periodo dal 16 maggio 2013 al 15 maggio 2014.
  Il predetto Ufficio ha pertanto contestualmente provveduto ad autorizzare l'ulteriore corresponsione – per il predetto periodo – del trattamento di CIGS in favore di un massimo di 51 lavoratori in forza presso le unità produttive di Trieste, Roma, Messina e Palermo.
  Tanto premesso, la società – espressamente interpellata sulla questione dal competente ufficio territoriale del lavoro – ha confermato l'intenzione di procedere ad un ridimensionamento dell'organico pari 10 per cento della forza lavoro complessiva dell'intero Gruppo.
  In particolare, per quanto riguarda la Wartsila Italia s.p.a., il ridimensionamento interesserebbe complessivamente 130 unità lavorative, di cui 120 a Trieste.
  Faccio presente, altresì, che all'esito dell'incontro tra la Società e le OO.SS. del 14 marzo scorso, l'Azienda ha presentato il piano industriale che, tuttavia, non riporta le riduzioni per aree e reparti aziendali né l'individuazione delle figure professionali in esubero.
  Le OO.SS. hanno respinto le conclusioni della Wartsila Italia s.p.a. e, pertanto, l'incontro per la ripresa della trattativa è stato rinviato al prossimo 4 aprile.
  Il Ministero delle sviluppo economico – espressamente interpellato sulla questione per la parte di competenza – ha reso noto di essere attualmente impegnato – di concerto con il Ministero delle infrastrutture e trasporti e gli altri Dicasteri competenti – a realizzare due importanti iniziative: la strategia della Commissione Europea per la cantieristica navale (Leadership 2020) e la Strategia Energetica Nazionale.Pag. 174
  L'attuazione di tali strategie rappresenta un'importante occasione per il nostro Paese di sviluppare ulteriori competenze e tecnologie di propulsione navale che garantiranno alle nuove navi maggiori prestazioni con minor dispendio energetico e a basse emissioni in atmosfera.
  Da ultimo, nel precisare che, ad oggi, le Parti sociali non hanno richiesto al Ministero che rappresento alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale della Wartsila Italia s.p.a., sono comunque in condizione di assicurare la massima attenzione del Governo in ordine alla vicenda in esame e di garantire la più ampia disponibilità ad aprire – di concerto con il Ministero dello sviluppo economico – un tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte al fine di individuare le soluzioni più idonee alla salvaguardia dei livelli occupazionali, tenuto anche conto degli strumenti di tutela finora attivati.

Pag. 175

ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-02156 Luigi Gallo: Attività di vigilanza sull'Agenzia spaziale italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ricordo prima di tutto che a seguito delle recenti dimissioni del presidente e di altri due componenti del consiglio di amministrazione è stato disposto, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 febbraio 2014, il commissariamento dell'Agenzia spaziale italiana. Il Commissario straordinario ha individuato una serie di aree sulle quali concentrare i suoi interventi, tra le quali rientrano anche le questioni ricordate dall'onorevole interrogante, vale a dire i problemi legati alla sede di Tor Vergata e le disfunzioni connesse all'assetto organizzativo del personale.
  Sulla prima di tali questioni va peraltro precisato che la richiesta di chiarimenti avanzata dall'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici è stata effettivamente riscontrata in data 12 febbraio 2013 con una nota trasmessa anche al magistrato della Corte dei conti delegato al controllo dell'Agenzia e al Presidente del collegio dei revisori dei conti.
  Per quanto riguarda lo speciale trattamento economico percepito dal personale dipendente, nel luglio 2012 l'Agenzia ha adottato nuovi criteri per l'erogazione della parte variabile della retribuzione basati sull'apporto specifico individuale. Dai risultati dell'applicazione di tali criteri per gli anni 2012 e 2013 emerge una valutazione differenziata dei dipendenti.
  Per quanto riguarda invece il contenzioso in materia di rapporto di lavoro, va segnalato che le cause istaurate dai dipendenti dell'agenzia ricalcano quelle ricorrenti presso le altre amministrazioni dello Stato, fondate soprattutto sulla diversa disciplina della legge italiana sul lavoro a tempo determinato con le regole del diritto comunitario.
  Quanto alla ricostituzione degli organi di governo dell'Agenzia, sono attualmente in corso di svolgimento le procedure per la nomina del nuovo presidente e dei componenti del Consiglio di amministrazione. Si è consapevoli della necessità che sia adottato un sistema di valutazione coerente con le peculiari funzioni istituzionali ad essa attribuite, che sono quelle di promozione, sviluppo e diffusione, con il ruolo di agenzia, della ricerca scientifica e tecnologica applicata al campo spaziale e aerospaziale.

Pag. 176

ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-02216 Fregolent: Situazione economica e occupazionale di IBM Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'On. Fregolent richiama l'attenzione sulla delicata situazione che interessa la IBM Italia S.p.A., società facente parte del gruppo internazionale IBM, realtà leader nel settore dell’Information Technology, con sede legale ed amministrativa in Segrate ed unità produttive attive su tutto il territorio nazionale.
  Come evidenziato dall'On. Interrogante, lo scorso 30 gennaio IBM Italia S.p.A. ha avviato, per il tramite di Assolombarda, la procedura di mobilità finalizzata alla risoluzione del rapporto di lavoro con n. 290 dipendenti strutturalmente in esubero nelle aree aziendali appartenenti alla Divisione GTS (Global Technology Service) attive in varie sedi aziendali. In tale divisione, che è la più grande delle divisioni aziendali sia come numero di risorse (sono 2032 le unità lavorative) che come percentuale di fatturato, è inserito il personale preposto alle funzioni di outsourcing, hosting delle applicazioni, gestione delle infrastrutture fisse e wireless, nonché della manutenzione e assistenza tecnica per l’hardware.
  Secondo quanto evidenziato dai vertici aziendali, i motivi che hanno determinato la situazione di eccedenza e il conseguente ricorso alla mobilità vanno ricercati nel trend economico negativo che ha interessato la Divisione GTS.
  Dopo l'apertura della procedura di mobilità le parti sociali si sono incontrate lo scorso 10 febbraio presso la sede di Assolombarda di Milano per l'esame congiunto previsto dalla normativa vigente e hanno convenuto di costituire un'apposita Commissione Tecnica per la valutazione degli esuberi, che si è riunita il successivo 18 febbraio.
  L'apertura della procedura di mobilità ha avuto come immediata risposta da parte sindacale la proclamazione di uno sciopero generale di 4 ore a livello nazionale nella giornata del 20 febbraio.
  Il successivo 24 febbraio le parti hanno sottoscritto un Protocollo d'intesa sulla individuazione dei criteri per il collocamento in mobilità del personale interessato. Si tratta, in ordine di priorità, del raggiungimento dei requisiti pensionistici entro il termine del periodo di mobilità, anche sfruttando la c.d. «opzione donna», ovvero del raggiungimento dei requisiti pensionistici nei 13 mesi successivi al termine della mobilità. Da ultimo, è stato previsto il criterio dell'adesione volontaria, con riserva di valutazione da parte aziendale delle proprie esigenze organizzative.
  Il protocollo prevede, inoltre, incentivi economici per il personale interessato alla procedura, nonché la possibilità di chiedere servizi di outplacement offerti dall'azienda per la ricollocazione.
  Faccio presente che l'efficacia di quanto riportato nel Protocollo d'intesa era subordinata al raggiungimento, alla data del 14 marzo 2014, del numero di risorse indicate nella lettera di apertura della procedura di mobilità del 30 gennaio, pari a 290 dipendenti.
  All'incontro del 14 marzo scorso le Parti – preso atto che il numero di adesioni irrevocabili risulta essere pari a Pag. 177225 – hanno concluso con esito positivo la procedura prevista dall'articolo 24, comma 1, della legge n. 223 del 1991 sottoscrivendo un nuovo accordo con cui hanno concordato la riduzione degli esuberi da 290 a 260 e hanno rimodulato i criteri per risolvere l'esubero. Si tratta, in ordine di priorità, del criterio dell'adesione volontaria, con riserva di valutazione da parte aziendale delle proprie esigenze organizzative, del raggiungimento dei requisiti pensionistici entro il termine del periodo di mobilità, anche sfruttando la c.d. «opzione donna», ovvero del raggiungimento dei requisiti nei 13 mesi successivi al termine della mobilità.
  La risoluzione del rapporto di lavoro del personale da collocare in mobilità avverrà in considerazione della prima data utile al pensionamento e, comunque, non oltre il 31 luglio 2014.
  Il Ministero dello sviluppo economico, interpellato sulla questione, ha fatto sapere di non essere stato coinvolto nel processo di ristrutturazione aziendale dalle parti, le quali, al momento, ritengono più opportuno affrontare le problematiche in maniera autonoma.