CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 febbraio 2014
189.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2014 e relativi allegati (COM(2013)739 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2014 (Doc. LXXXVII-bis, n. 2).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La IV Commissione Difesa,
   esaminati, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per l'anno 2014 e relativi allegati e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2014;
   sottolineata la particolare rilevanza dei documenti in titolo nella prospettiva della presidenza di turno dell'Italia del Consiglio dell'Unione europea, nonché in vista della stesura del Programma di lavoro di 18 mesi del Consiglio per il periodo successivo al 30 giugno 2014;
   richiamate le Conclusioni del Consiglio europeo per il settore della difesa, svoltosi nel mese di dicembre 2013;
   evidenziata, sul piano geopolitico, l'esigenza di un costante monitoraggio e di un rafforzamento degli equilibri di sicurezza sul continente europeo in considerazione della crescente fluidità dello scenario di sicurezza internazionale e soprattutto alla luce dei drammatici eventi avvenuti in Ucraina e del conseguente deteriorarsi del quadro di stabilità nell'area del Mar Nero, come pure in Bosnia Erzegovina;
   in ragione del perdurare della crisi siriana e della necessità che l'Unione europea intensifichi la propria azione rivolta all'area del Mediterraneo, a tal fine valorizzando l'impegno della presidenza greca di turno, e del cosiddetto Grande Medio Oriente;
   segnalato, con riferimento al Programma di lavoro della Commissione per il 2014, il Piano d'azione per l'industria della difesa, che potrà contribuire a realizzare gli obiettivi di crescita economica e di superamento della crisi in atto, e la Strategia dell'UE per la sicurezza marittima, utile a definire un quadro strategico coerente che combini sicurezza interna ed esterna e si basi sulla cooperazione, sulla complementarietà e sulla condivisione delle risorse tra settore civile e militare;
   espressa soddisfazione, con riferimento alla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE per il 2014, per l'enfasi assicurata ad un ruolo più attivo dell'Italia in materia di difesa europea e per l'individuazione di specifici pilastri dell'azione italiana nel 2014 in materia di difesa, secondo le linee direttrici tracciate dal Consiglio europeo del dicembre 2013 ma anche dei contributi assicurati dalla Commissione europea con la Comunicazione del 24 luglio 2013 e dal Consiglio affari esteri-difesa del 18-19 novembre 2013;
   evidenziata, pertanto, l'esigenza che si proceda senza ritardo alla stesura di un Libro bianco della difesa che definisca le priorità italiane nel recepimento dei contenuti degli atti di indirizzo approvati dal Parlamento nel mese di dicembre 2013;Pag. 29
   ribadita, infine, con riferimento all'impegno europeo nelle missioni internazionali per il contrasto al fenomeno della pirateria, l'esigenza che il nostro Paese intensifichi ulteriormente l'azione di sensibilizzazione dell'Unione europea e degli Stati membri rispetto alla vicenda relativa ai due fucilieri di marina, bloccati in India, in considerazione delle ferme e preoccupate prese di posizione in sostegno dei due connazionali e dell'azione profusa dalle istituzioni italiane, assunte dall'Alto Rappresentante, Catherine Ashton, dal presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, come pure dal Segretario Generale della NATO, Ander Fogh Rasmussen,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 30

ALLEGATO 2

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2014 e relativi allegati (COM(2013)739 final).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2014 (Doc. LXXXVII-bis, n. 2).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL DEPUTATO GIANLUCA RIZZO

  La IV Commissione Difesa,
   esaminati, per le parti di competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per l'anno 2014 e relativi allegati e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2014;
   nella consapevolezza della delicatezza per il nostro Paese dell'agenda europea dei prossimi due anni, scandita dal rinnovo del Parlamento europeo, cui seguirà il semestre italiano di presidenza di turno e prendendo in esame gli inadeguati risultati del Consiglio europeo sulla difesa svoltosi nel dicembre 2013;
   considerato il fatto che i due documenti in esame insistono nel reiterare una politica europea basata sul Fiscal Compact e su linee economiche che hanno accentuato e sono per certi versi causa, della grave crisi che sta colpendo l'Unione e del crescente distacco dei popoli europei dalle istituzioni comunitarie;
   sottolineato che sul terreno della Politica di sicurezza e di difesa comune la collaborazione tra gli Stati membri si rende necessaria per la situazione di ristrettezza finanziaria, determinata dall'attuale situazione economica, ma anche per i potenziali benefici in termini di occupazione, crescita, innovazione e riconversione e competitività industriale;
   considerata la necessità che, proprio per i deludenti risultati del Consiglio europeo del dicembre 2013, il Parlamento possa contribuire alla definizione delle priorità dell'Italia ai fini del rilancio della PSDC dell'Unione, in ossequio al più pregnante ruolo che il Trattato di Lisbona ha riconosciuto ai Parlamenti nazionali anche in sede di definizione e di attuazione delle politiche dell'Unione stessa;
   considerato, inoltre, che la spesa militare dell'UE nel 2010 ha raggiunto quota 194 miliardi di euro, approssimativamente la cifra del deficit annuale di Grecia, Italia e Spagna messe insieme, che gli alti livelli di spesa militare, nei Paesi ora nell'epicentro della crisi dell'euro, hanno giocato un ruolo significativo nel provocare la crisi del loro debito e che i debiti provocati dalla vendita di armi sono sovente il risultato di affari di corruzione tra funzionari dei governi, pagati con soldi dei cittadini, gli stessi che devono sopportare tagli pesantissimi nei servizi sociali;
   sottolineato come i tagli alla spesa militare, dove sono avvenuti, siano quasi interamente ricaduti sulle persone – riduzioni di personale, salari più bassi e pensioni più basse – e non sulla spesa per l'acquisto di armi e che l'ampia consistenza di esportazioni di armamenti da parte degli Stati membri verso numerosi Paesi del Sud del mondo e le aree di maggior tensione del pianeta obbliga la Pag. 31Commissione europea ad una profonda riflessione sull'effettiva applicazione dei criteri restrittivi enunciati nella Posizione Comune dell'Unione europea del 2008 sulle esportazioni di armamenti;
   ritenuto importante, invece, segnalare il preoccupante attivismo degli stessi capi di Governo dei paesi dell'Unione europea presso le rappresentanze politiche di vari Stati esteri per assicurare alle industrie del proprio Paese contratti per forniture militari di notevole valore e che la crisi economica sta trasformando alcuni ministri della Difesa in promotori delle esportazioni esplicitamente riconosciuti (indicativa per l'Italia la missione della portaerei Cavour per promuovere il made in italy bellico, in zone che richiederebbero al contrario politiche di disarmo e di cooperazione allo sviluppo);
   sottolineato, altresì, l'opportuno inserimento tra gli strumenti della PESC delle capacità civili e militari dell'UE nella gestione delle crisi e il riconoscimento dello scenario geopolitico della sponda sud del Mediterraneo e del Medio Oriente quali priorità strategiche ai fini della sicurezza europea, sicurezza che non può che essere conseguita attraverso il moltiplicarsi dell'iniziativa diplomatica, il riconoscimento dei diritti umani e dei diritti dei popoli, dell'implementazione delle politiche di disarmo, della cooperazione e del ripudio della guerra;
   richiamata l'importanza dell'area balcanica, interessata da un processo di integrazione europea in funzione di stabilizzazione e sviluppo e della necessità di sostenere le iniziative dell'ONU e dell'Unione africana nell'Africa, evitando il ripetersi di spedizioni militari unilaterali di singoli o associati Paesi dell'Unione europea in quel continente;
   richiamata la grave situazione in Ucraina, che rischia di condizionare tutto l'Est europeo e le relazioni della UE con la Russia e l'area caucasica;
   ribadita la necessità di riavviare un reale processo di disarmo nucleare del nostro continente attraverso una conferenza internazionale delle Nazioni Unite a cui siano chiamati a cooperare in questa direzione tutti i Paesi e le potenze dotate dell'arma atomica. Particolare importanza ricopre in questa ottica la prossima sessione preparatoria (PrepCom) della Conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP) che si terrà New York dal 28 aprile al 9 maggio 2014;
   considerato che il ruolo della Turchia, anche e non solo per la stretta cooperazione militare tra la UE e questo Paese, è strategico nella costruzione di una Europa solidale e democratica, che si deve rafforzare l'impegno dell'Unione europea a far cessare ogni repressione del dissenso democratico interno e che deve essere sostenuto lo sforzo di pace tra il Governo di Ankara ed i curdi affinché siano riconosciuti pienamente i diritti delle minoranze etniche e linguistiche;
   considerato inoltre, l'impegno dell'Italia e di altri Paesi della UE a sostegno dell'operazione dell'OPAC per il disarmo chimico siriano e la necessità che la conferenza di pace Ginevra 2 si allarghi ad altri paesi come l'Iran che giocano un ruolo fondamentale nell'area libanese/siriana;
   ribadendo la necessità che anche la UE sia coinvolta ai massimi livelli nella conferenza internazionale di sostegno alle forze armate libanesi in modo da rendere concreto il punto della deliberazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n. 1701, che prevede che i compiti del contingente UNIFIL possa avere termine quando le FAL saranno in grado di garantire la sicurezza a sud del Litani;
   richiamati, anche in questa ottica, l'impegno politico europeo in campo internazionale nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite, la multidimensionalità degli strumenti civili e militari nelle strategie di intervento di prevenzione dei conflitti e la cooperazione con nuovi partner, anche geograficamente distanti, coesi su un modello «condiviso» di sicurezza basato sul rispetto del diritto internazionale e dell'autodeterminazione Pag. 32dei popoli, quali tasselli fondamentali su cui è basato il già citato approccio europeo onnicomprensivo;
   considerata la necessità che l'Italia possa efficacemente contribuire al complessivo disegno europeo per la PSDC, sia nella fase di definizione delle proposte che in quella di implementazione, nell'impegno complessivo per il rafforzamento della capacità di difesa europea;
   richiamata, in generale, la necessita di rafforzare l'Unione europea sul piano delle sfide economiche, finanziarie e sociali, favorendo con una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, lo sviluppo delle leve fondamentali dell'industria, della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione, da declinare anche con riferimento al comparto della difesa, implementando la cooperazione e la progettazione comune nell'ambito della PSDC;
   appare negativa e in contraddizione con lo sviluppo di una vera politica di pace la creazione di una comunità di utenti da utilizzare nell'immediato e nel prossimo a proposito dell'elaborazione, nel periodo 2020-2025, di sistemi aerei pilotati a distanza (RPAS) europei in grado di rimanere a media quota per lunghi periodi (medium-altitude long endurance). Bene farebbe l'Unione Europea e gli Stati membri ad astenersi dall'intensificare la cooperazione a livello di UE in materia di RPAS (droni);
   in attesa di conoscere i risultati del «rapporto Ashton» sulla revisione dei meccanismi di finanziamento delle missioni internazionali, siano esse civili o militari e sul lavoro congiunto dell'Alto rappresentante e dell'Agenzia europea per la difesa (EDA) in merito ad una politica-quadro per la difesa cibernetica dell'Unione europea;
   nell'auspicio, infine, che la presentazione dei provvedimenti in titolo possa avvenire in modo tempestivo nel rispetto della nuova disciplina sulla partecipazione dell'Italia alla «formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea»,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   la Commissione europea vari finalmente un processo di revisione della difesa europea trasformando in realtà il coordinamento dei processi nazionali di pianificazione della difesa a livello dell'UE e sulla base di tale valutazione, imponga delle precise scadenza alla vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza per la redazione del Libro bianco sulla sicurezza e la difesa, al fine di razionalizzare le ambizioni strategiche e i processi di sviluppo delle capacità dell'UE;
   la Commissione europea istituisca un fondo europeo per la riconversione dell'industria bellica in industria civile, anche per dare risposta alla razionalizzazione del settore minimizzando la perdita dei posti di lavoro ed evitando la dispersione di conoscenze scientifiche e tecnologiche;
   la Commissione europea adotti una politica che premi i sistemi integrati europei della difesa e scoraggi l'acquisto di sistemi d'arma la cui ricaduta occupazionale e tecnologica per l'Unione europea – come nel caso degli F35 – è marginale e non adeguatamente proporzionale al costo dell'investimento;
   l'Anno Europeo del Mediterraneo sia l'occasione per una assunzione di tutta l'Europa alla gestione dell'afflusso dei profughi e alla sicurezza del mare, da svilupparsi sia attraverso la revisione di Dublino II, sia il coordinamento, in unica centrale operativa sotto la supervisione della UE, tra Italia e Malta del soccorso in mare;
   sia sospesa la partecipazione della UE nella missione antipirateria se non Pag. 33saranno date garanzie giuridiche e rilasciati i nostri due fucilieri di marina trattenuti in India;
   l'intera Unione europea, a cominciare dal suo Alto rappresentante, sia coinvolta nella conferenza di aiuto alle forze armate libanesi in attuazione alla delibera n. 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
   sia finalmente aperta su scala UE una discussione circa le norme che, all'interno dell'Unione, devono disciplinare lo sviluppo, l'acquisizione, l'utilizzo e le esportazioni di droni, armati e non, nonché la ricerca in materia garantendo la pubblicità della base giuridica per l'utilizzo di droni, la responsabilità operativa, la fissazione di criteri mirati, il loro impatto nonché le informazioni circa presunte violazioni, indagini e procedimenti penali, garantendo altresì che dati statistici e metodologici di base come quelli citati non siano tenuti segreti con il pretesto della sicurezza;
   si valorizzi, infine, l'impegno specifico dell'Italia, finalizzato anche al rilancio della PSDC, in un'ottica di implementazione della cooperazione e della progettazione comune nell'impegno complessivo per il rafforzamento delle politiche di disarmo, di riduzione delle spese militari, di bando delle armi nucleari all'interno di una idea di difesa europea basata sul ripudio della guerra anche ai fini di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva dell'Unione europea nel suo complesso.