CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 febbraio 2014
173.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sulla missione a Bruxelles in occasione della seconda edizione della «Settimana parlamentare europea» (20-22 gennaio 2014).

RELAZIONE

  La «settimana europea», svoltasi a Bruxelles nei giorni 20-22 gennaio, è stata organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e dalla Presidenza greca.
  In rappresentanza della Camera dei deputati italiana hanno partecipato i deputati Francesco Cariello (M5S, Commissione bilancio) e Valentina Paris (PD, Commissione lavoro). Per il Senato, sono intervenuti i senatori Lezzi (M5S, Vicepresidente della Commissione bilancio), Guerrieri Paleotti (PD, Commissione bilancio) e Ghedini (PD, Commissione lavoro).
  La settimana europea – articolata nella Conferenza sulla governance economica (in attuazione dell'articolo 13 del Trattato sul fiscal compact) e in una specifica nella riunione interparlamentare nell'ambito della procedura del semestre europeo – è concepita come strumento di dialogo tra i Parlamenti del'UE (Parlamento europeo e Parlamenti nazionali), al fine di rafforzare la legittimità democratica del «Semestre europeo».
  I principi generali relativi alla Conferenza attuativa dell'articolo 13 del Trattato sul fiscal compact sono stati definiti dalla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Ue nella riunione di Nicosia nell'aprile 2013. La prima riunione della nuova Conferenza si è tenuta a Vilnius il 16 e 17 ottobre 2013; in tale occasione è stata discussa una bozza di regolamento presentata dalla Presidenza lituana, che tuttavia non è stato possibile approvare in quella sede. Secondo quanto convenuto a Vilnius, l'approvazione dovrebbe avere luogo semestre di Presidenza italiana.
  Il tema della natura e dell'organizzazione della Conferenza attuativa dell'articolo 13 è stato affrontato a più riprese nel corso della settimana europea. La rappresentante lituana ha stigmatizzato la mancata previsione di uno specifico punto all'ordine del giorno volto alla definizione del Regolamento della Conferenza e ne ha contestato il titolo ritenendolo riduttivo rispetto a quanto concordato a Vilnius. Il Presidente del Bundestag Lammert ha evidenziato la necessità di fare della Conferenza uno strumento di cooperazione interparlamentare quanto più ampio possibile, che faccia riferimento sia alla politica economica sia a quella fiscale. La rappresentante dell'Assemblea nazionale francese ha posto la questione della tempistica delle riunioni della Conferenza, che andrebbe meglio coordinata con i Consigli europei di marzo e giugno (appuntamenti cruciali nell'ambito del semestre economico). Il Presidente della Commissione finanze del Senato francese ha sollecitato la Presidenza greca e la futura Presidenza italiana ad una rapida attuazione delle conclusioni di Vilnius, così da definire il regolamento della Conferenza, che, nella sua attuale organizzazione, appare eccessivamente controllata dal Parlamento europeo. Un altro rappresentato del Senato francese ha proposto l'adozione di risoluzioni da parte della Conferenza e ha ipotizzato un meccanismo di sorveglianza permanente sulla governance economica, affidato a rappresentanti dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo della zona euro.
  A chiusura della Conferenza, i Vicepresidenti del Parlamento europeo e del Parlamento greco, rispettivamente Othmar Karas e Ioannis Tragakis, hanno concordato sulla necessità di un percorso chiaro Pag. 172e produttivo che conduca alla definizione del regolamento della Conferenza durante la Presidenza italiana. A margine della riunione, il deputato Cariello ha espresso al Vicepresidente Karas l'esigenza che, in linea con le conclusioni della Conferenza di Vilnius, tale processo sia quanto più trasparente possibile e che coinvolga, sin da subito, tutti i Parlamenti nazionali.
  Nella sessione plenaria di apertura della settimana europea sono intervenuti i Presidenti del Parlamento europeo, Martin Schulz, del Parlamento greco, Vangelis Meimarakis, della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, e del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy.
  Il Presidente Schulz ha introdotto il tema della legittimità democratica dell'Unione economica e monetaria e ha evidenziato la necessità di una più stretta cooperazione tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali, intesa come nuova forma di democrazia europea. Il Presidente del Parlamento greco ha richiamato i costi sociali ed economici sproporzionati prodotti dalle politiche adottate dall'UE di consolidamento dei bilanci. Riprendendo le priorità in termini di crescita, sviluppo e competitività contenute nell'analisi annuale della crescita, si è soffermato sulla necessità di completare l'Unione bancaria e di interventi sull'economia reale. Anche il Presidente Barroso ha evidenziato l'importanza di un sistema centralizzato di vigilanza sul settore bancario e ha richiamato gli effetti positivi prodotti dal nuovo quadro integrato di bilancio. Dopo avere ribadito il principio secondo cui deve essere assicurata la responsabilità al livello al quale è adottata la decisione esecutiva interessata, tenendo però in debito conto anche il livello su cui incide la decisione, ha richiamato gli Stati membri ad una maggiore attenzione circa l'impatto transfrontaliero delle decisioni adottate. Il quadro di interdipendenza economica in cui si collocano le decisioni nazionali è stato sottolineato anche dal Presidente Van Rompuy, che si è soffermato sui pilastri dell'Unione bancaria e sulle iniziative adottate a livello europeo per stimolare la ripresa (a favore dell'occupazione giovanile e delle PMI). Ha al contempo evidenziato l'importanza di riforme strutturali negli Stati membri, per la realizzazione delle quali andrebbero utilizzate le risorse derivanti da un'eventuale flessibilità sui target fiscali. Il Presidente del Consiglio ha infine affrontato il tema della legittimità democratica delle decisioni europee, richiamando i meccanismi introdotti dal trattato di Lisbona, l'importanza del dialogo interparlamentare, il ruolo svolto dal Parlamento europeo e, con riferimento al Consiglio UE, la responsabilità dei Ministri innanzi ai Parlamenti nazionali. In relazione infine alle decisioni adottate dalle nuove Autorità istituite nel contesto dell'UEM, ha sottolineato il ruolo del Parlamento europeo nell'assicurare trasparenza e un controllo ex post delle relative attività.
  Nel corso del dibattito si è discusso in primo luogo di Unione bancaria. I rappresentanti dell'Assemblea nazionale francese e dell'House of Lords, oltre che l'europarlamentare socialista portoghese Elisa Ferreira hanno espresso elementi di criticità rispetto al compromesso raggiunto in Consiglio sul meccanismo unico di sorveglianza bancaria. Il Presidente Barroso ha evidenziato come, se da un lato il testo adottato contiene indubbi elementi di complicazione rispetto al testo originario (fondato su un ruolo maggiore della Commissione), tuttavia esso riflette l'unanimità degli Stati. Il dibattito ha inoltre affrontato i temi di una maggiore attenzione verso il modello sociale europeo e la solidarietà (Slovacchia; Belgio) e di una spinta più forte verso la crescita (Assemblea nazionale francese). Il senatore Guerrieri ha poi evidenziato come, seppure la nuova struttura della governance economica ha prodotto risultati positivi, gli aggiustamenti si sono realizzati attraverso un onere eccessivo a carico dei paesi con più alto debito e un contributo marginale degli altri paesi. Tale asimmetria ha prodotto tendenze deflazionistiche della zona euro. Occorre quindi un'applicazione più equilibrata degli strumenti di governance.
  Nell'ambito della seconda sessione plenaria, dedicata agli squilibri macroeconomici Pag. 173in Europa, è intervenuto il Vicesegretario generale e Capo economista dell'OCSE Pier Carlo Padoan. Nella sua presentazione, il relatore ha in primo luogo fornito dati di confronto tra la crescita all'interno dell'UE e nelle economie emergenti; ha inoltre evidenziato come il credito risulti stazionario nella zona UE rispetto a USA e Giappone e il tasso di disoccupazione sia estremamente elevato. Ha quindi analizzato le cause che hanno prodotto gli squilibri delle partite correnti, legati alla frammentazione del mercato del credito e alle divergenze tra gli Stati membri in termini di crescita e competitività. Prima della crisi, i Paesi periferici crescevano infatti più della zona centrale, con ritmi insostenibili, e ciò rappresentava il risultato di squilibri di competitività e dei meccanismi di assegnazione del credito. Il professor Padoan ha quindi evidenziato la necessità, oltre che di un migliore meccanismo di distribuzione del credito, anche del completamento dell'Unione bancaria. Richiamando le raccomandazioni OCSE Going for growth, ha inoltre sottolineato gli effetti positivi che stanno producendo le riforme strutturali e gli interventi sul costo del lavoro. Tuttavia, ha espresso la necessità di ulteriori misure volte ad incrementare la competitività, sottolineando anche come lo squilibrio in termini di adeguamenti strutturali tra Paesi in deficit e Paesi in surplus abbiano prodotto un effetto deflattivo.
  Anche nell'ambito di tale sessioni, si è affrontato il tema dell'Unione bancaria e della dimensione sociale dell'UEM (in particolare, Senato ceco), oltre che delle misure da adottare nei Paesi che registrano un surplus e del ruolo della globalizzazione nell'aumento degli squilibri macroeconomici (Elisa Ferreira). È intervenuto anche il senatore Guerrieri, il quale, pur riconoscendo l'importanza delle riforme strutturali, ha richiamato l'attenzione sul ruolo svolto dalle politiche macroeconomiche. Il deputato Cariello ha posto la questione della legittimità giuridica della stessa introduzione dell'euro. Il parlamentare ha richiamato il Regolamento (CE) n. 1466/97, diretto al rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche. Tale atto, in contrasto con l'articolo 104C e con altre disposizioni del trattato di Maastricht, avrebbe violato la sovranità degli Stati membri, sottraendo loro la funzione esclusiva di promuovere lo sviluppo dell'UE con le proprie politiche economiche.
  La prima sessione plenaria di martedì mattina era dedicata alla legittimità democratica dei programmi di aggiustamento. Sono intervenuti gli europarlamentari Othmar Karas (Austria-PPE) e Liêm Hoang Ngoc (Francia, S&D), relatori sulla relazione d'indagine sul ruolo e le attività della troika (BCE, Commissione e FMI) relativamente ai Paesi dell'area dell'euro oggetto di un programma. Il primo ha preliminarmente richiamato gli effetti positivi dei programmi di aggiustamento e la validità della creazione del modello troika; con riferimento a tale aspetto, ha osservato che il modello alternativo rappresentato dal solo Fondo monetario internazionale avrebbe significato l'applicazione di regole globali nel mercato europeo. Tuttavia, il relatore ha posto il problema della legittimità democratica e ha espresso la necessità di attribuire al Parlamento europeo di poteri più incisivi. Il relatore Ngoc ha stigmatizzato la mancanza di trasparenza delle decisioni adottate dalla troika, soprattutto nel caso di posizione differenziate delle diverse istituzioni che la compongono (emblematico il caso della valutazione del moltiplicatore fiscale). L'europarlamentare ha inoltre rilevato che i programmi di assistenza sono destinati a non raggiungere gli obiettivi macroeconomici sperati, ma anzi produrranno un incremento del rapporto debito PIL. Sul piano della legittimità democratica ha particolarmente insistito sulla necessità di un controllo democratico sul meccanismo europeo di stabilità.
  Successivamente è intervenuto il Presidente del Bundestag, Norbert Lammert, il quale ha richiamato il ruolo svolto dal Bundestag rispetto alle decisioni adottate dal Governo tedesco e, in generale, ha Pag. 174escluso che si ponga un problema di legittimità democratica dei programmi di aggiustamento; la questione della legittimità democratica non va mescolata con quella del consenso nei Paesi sottoposti a programma e, piuttosto, dovrebbe affrontarsi il tema dell'efficacia dei programmi; potrebbe inoltre discutersi del controllo del Parlamento europeo, attraverso un dibattito ad hoc, sulle raccomandazioni specifiche per Paese. Il Presidente della Commissione affari europei del Parlamento irlandese Dominic Hannigan, pur riconoscendo il successo del programma di aggiustamento in Irlanda, ne ha tuttavia evidenziato le conseguenze sociali; in proposito, ha espresso apprezzamento per la comunicazione della Commissione sulla dimensione sociale dell'UEM. Sul tema della legittimità democratica, ha confermato il ruolo marginale del Parlamento irlandese rispetto al memorandum d'intesa e ha espresso condivisione per la relazione d'iniziativa del Parlamento europeo nel senso di una maggiore trasparenza dell'attività della troika e di un maggior coinvolgimento del Parlamento europeo.
  L'intervento del Presidente del Bundestag ha suscitato le reazioni assai accese da parte dell'europarlamentare spagnolo socialista Cercas (il quale, richiamando la relazione della Commissione occupazione del PE sulle conseguenze sociali della crisi, ha parlato di «catastrofe sociale» prodotta dai programmi di aggiustamento), della parlamentare cipriota (la quale ha definito «barbara» la politica attuata dalla troika e ha auspicato un coinvolgimento del Parlamento europeo nell'adeguamento dei programmi), del parlamentare portoghese (il quale ha evidenziato la tardività della risposta della troika, la gravità delle conseguenze sociali e l'euroscetticismo prodotto dal programma di assistenza). Anche il rappresentante austriaco ha stigmatizzato la «strategia della crisi» applicata dalla troika al fine di spingere gli Stati membri verso riforme dall'altissimo costo sociale. Il tema sociale è stato ripreso con forza dalla Presidente della Commissione occupazione del PE Pervenche Berés (Francia, socialista), che ha stigmatizzato il fatto che la Troika ignori i principi del dialogo sociale, come ribadito dall'ILO (International Labour Organization) e dal Consiglio d'Europa. L'europarlamentare tedesco Langen (PPE) ha invece evocato le responsabilità dei Governi degli Stati sottoposti a programma.
  La questione della legittimità democratica delle decisioni della troika è stata ribadita con forza dalla senatrice Lezzi e dal rappresentante dell'Assemblea nazionale francese. La stessa Assemblea nazionale francese ha riconosciuto la necessità di misure volte a prevenire la crisi, attraverso un rafforzamento di EUROSTAT e del ruolo della Commissione.
  Il senatore Guerrieri, analizzando i risultati delle decisioni della troika nei programmi sotto assistenza, ha individuato due errori, l'uno legato all'erronea valutazione del consolidamento fiscale (in particolare, sottovalutazione della contrazione dell'occupazione e sopravvalutazione delle esportazioni), l'altro al fatto che i paesi sono stati considerati singolarmente, senza tener conto del contagio sistemico prodotto.
  Il deputato Cariello ha posto la questione della legittimità giuridica del Trattato sul fiscal compact, e in particolare del suo articolo 3, il quale, introducendo un rafforzamento dei parametri di bilancio, si porrebbe in contrasto con il Protocollo n. 12 del Trattato sul funzionamento dell'UE, sulla procedura per i disavanzi eccessivi. Sul piano giuridico, quindi, l'adozione del fiscal compact ha minato la democrazia europea e creato un pericoloso precedente; sul piano sostanziale, esso ha prodotto conseguenze disastrose in termini di disoccupazione, accesso al credito ed effetti recessivi nell'UE.
  La successiva sessione era dedicata alla «Promozione della crescita e dell'occupazione in Europa attraverso il finanziamento dell'economia reale». È intervenuto come relatore il Ministro delle finanze maltese Edward Scicluna, Presidente del Consiglio dei Governatori della Banca europea per gli investimenti. Il relatore ha fornito dati relativi alla riduzione degli Pag. 175investimenti in Europa (del 20 per cento rispetto al 2008) e del conseguente impatto economico (540 miliardi di euro in termini di mancato ritorno degli investimenti) e sull'occupazione. Dopo avere richiamato la necessità di misure volte al rispristino della credibilità dell'Ue e al completamento dell'Unione bancaria, al fine di ricominciare ad attrarre investimenti, si è soffermato sugli interventi della BEI a favore delle piccole e medie imprese (i prestiti a favore delle PMI, rispetto all'inizio della crisi, sono cresciuti del 50 per cento), dell'occupazione (attraverso, in particolare, uno specifico programma a favore dell'occupazione giovanile, al quale sono assegnati 6 miliardi), delle infrastrutture strategiche (attraverso, in particolare, il finanziamento delle reti TEN) e dell'innovazione (con un aumento dei prestiti di oltre il 70 per cento rispetto allo scorso anno). Il relatore ha inoltre richiamato la politica di convergenza attuata dalla BEI, che offre in particolare condizioni più vantaggiose a favore degli Stati membri che sopportano costi finanziari più alti, e l'attenzione verso forme di finanziamento alternative, tra cui i project bond. Con riferimento a tale ultimo aspetto, il senatore Guerrieri ha sollecitato il rilancio del dibattito sulle obbligazioni a progetto garantite dal bilancio europeo, in relazione alle quali andrebbero mobilizzate più risorse rispetto a quelle previste per la fase pilota. Il senatore Guerrieri ha anche richiamato l'attenzione sulla mancanza attuazione (e dei vincoli eccessivi per la sua applicazione) della «clausola sugli investimenti», che consente una deviazione temporanea dall'obiettivo di bilancio a medio termine per investimenti in relazione a progetti cofinanziati dall'UE nell'ambito della politica di coesione. In proposito, il deputato Cariello ha stigmatizzato la posizione del Commissario Olli Rehn, espressa anche nel parere sul documento di bilancio dell'Italia, secondo cui, sulla base delle previsioni della Commissione, l'Italia non potrebbe avvalersi di tale clausola.
  La prima sessione plenaria del pomeriggio era dedicata al «Rafforzamento della sorveglianza fiscale nell'ambito dell'Unione economica e monetaria». Il Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per gli affari economici e monetari Olli Rehn ha richiamato le finalità e i principi che hanno ispirato la politica di consolidamento fiscale dell'Unione europea, osservando come siano state adottate misure differenziate in funzione della diversa situazione dei vari Stati membri, e che, nella scelta delle misure, si sia prestata particolare attenzione agli effetti sulla crescita. Il Commissario ha evidenziato i risultati positivi di tale politica, in termini di sostenibilità del quadro fiscale aggregato per l'UE. Sulla base dei progetti di bilancio inviati alla Commissione dagli Stati membri, si prevede che nel 2014, per la prima volta dal 2009, il deficit nominale dell'UE scenderà sotto il livello del 3 per cento del PIL. Inoltre, il livello del debito si sta stabilizzando, assestandosi poco al disopra del 90 per cento del PIL. Il Commissario ha precisato che i segnali positivi (come dimostrato anche dai dati sul commercio al dettaglio) riguardano anche i Paesi più vulnerabili, dalla Grecia, all'Irlanda (ritornata ai mercati, dopo la conclusione del programma a dicembre) e alla Spagna (appena uscita dal programma di assistenza finanziaria). A questo punto, è necessario procedere con sforzi ulteriori che mirino alla crescita sostenibile e alla creazione di posti di lavoro, continuando con le riforme strutturali e dando impulso agli investimenti. Il Commissario ha richiamato anche l'esperienza della Lettonia (che due anni fa usciva da una recessione senza precedenti e, oggi, invece, rappresenta l'economia con più alti livelli di crescita) che mostra la validità del modello di consolidamento fiscale, accompagnato da riforme strutturali.
  Sono intervenuti alcuni parlamentari greci, che hanno contestato i dati forniti dal Commissario circa il miglioramento della situazione economica nel Paese, osservando che il debito pubblico è aumentato e il programma di assistenza ha determinato una catastrofe umanitaria. In proposito Rehn, sottolineando gli sforzi Pag. 176compiuti dalle autorità greche, ha evidenziato come il 2014 dovrebbe registrare l'aumento delle esportazioni e la ripresa della crescita, mentre l'anno prossimo il debito pubblico dovrebbe iniziare a scendere. Sono intervenuti inoltre alcuni parlamentari portoghesi che hanno criticato la politica di aggiustamento condotta in Portogallo, attraverso misure di austerity più rigide rispetto a quelle previste nel memorandum, che hanno determinato profonde conseguenze sociali. In generale sulla nuova struttura di governance economica, una posizione diversa è stata espressa dal parlamentare olandese, che ha rimarcato i vantaggi che derivano dal coordinamento delle politiche economiche sia per i Paesi in difficoltà sia per i Paesi più stabili. anche ai paesi più stabili. La senatrice Lezzi ha richiamato la situazione italiana, ponendo il problema dell'affidabilità dei dati sulla base dei quali è stata adottata la legge di stabilità italiana, e introducendo il tema della difficoltà di accesso al credito per le PMI. Sul problema della frammentazione finanziaria, il Commissario Rehn ha illustrato le iniziative della Commissione, insieme alla BCE e alla BEI, volta alla riduzione dei costi dei prestiti per le PMI. Il deputato Cariello, ricordando che in Italia si sta per concludere la procedura per la designazione dei componenti dell'Ufficio di bilancio, ha introdotto il tema dei fiscal council, chiedendo al Commissario di fornire indicazioni sulla natura e sull'attività di questi organi, sulla base delle esperienze di altri Stati membri. Il Commissario, individuandone il tratto fondamentale nell'indipendenza, ha richiamato quale modello il CBP olandese, creato negli anni ’50, il quale svolge analisi macroeconomiche e fiscali indipendenti, verificando persino i programmi dei partiti politici prima delle elezioni.
  La successiva sessione plenaria, nella quale sono intervenuti il Commissario Rehn e il Commissario per l'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione Laszlo Andor, si è concentrata sull'attuazione del semestre economico 2013 e sulle priorità per il 2014.
  In particolare, il Commissario Rehn, quali priorità per il 2014, ha evidenziato la necessità di misure di consolidamento delle finanze pubbliche differenziate, mirate alla crescita, che tengano conto della sicurezza sociale e della necessità di interventi per innovazione e infrastrutture. Ha quindi sottolineato la necessità di interventi di ammodernamento della PA e di garantire fonti di finanziamento alle PMI (in proposito richiamando anche il Libro verde sul finanziamento a lungo termine). Tali misure devono tuttavia inquadrarsi in una costante attenzione per il superamento delle situazioni di squilibrio macroeconomico. Il Commissario ha richiamato in proposito la relazione sul meccanismo di allerta dello scorso novembre, che ha individuato 16 Paesi, che saranno oggetto di analisi ulteriori per verificare situazioni di squilibrio. Tra questi, vi sono anche Paesi in surplus, rispetto a cui andrà verificato se le eccedenze sono legate ad errori di politica o di mercato (a marzo, verrà pubblicata una revisione approfondita). Sollecitando gli Stati membri a prestare la massima attenzione alle raccomandazioni specifiche per Paese, ha espresso la piena disponibilità della Commissione a recarsi presso i Parlamenti nazionali nel ciclo del semestre. Il Commissario Andor, evidenziando come non si riscontrino ancora segnali sostanziali di ripresa in termini di occupazione, ha illustrato alcuni dati contenuti nella Revisione 2013 dell'occupazione e degli sviluppi sociali. Con riferimento alla tematica della transizione dalla povertà, ha spiegato come in media, su tre cittadini europei a rischio povertà, solamente uno è in grado di superare la soglia di povertà entro un anno e che, soltanto in metà dei casi, è sufficiente trovare un lavoro per superare tale soglia (posto che rilevano ulteriori fattori, come la qualità del lavoro, il livello salariale e la composizione familiare del lavoratore). Si è quindi soffermato sullo «scoreboard» sociale, contenuto nella Comunicazione della Commissione sulla dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria, basato su cinque indicatori (tasso di disoccupazione e sua evoluzione; Pag. 177tasso di NEET e di disoccupazione giovanile; reddito disponibile delle famiglie; tasso di povertà nella popolazione in età da lavoro; diseguaglianze). Lo «scoreboard» va preso in considerazione nell'ambito del semestre europeo, in particolare ai fini della predisposizione delle raccomandazioni specifiche per Paese. Tra le priorità per il 2014, oltre alla definizione di politiche attive per il lavoro e misure anche di tipo fiscale per sostenere la domanda, ha evidenziato la necessità di interventi a favore della formazione, di politiche mirate a favore dei giovani, delle donne e dei disoccupati di lungo periodo e ha auspicato un pieno coinvolgimento delle parti sociali a livello nazionale ed europeo. L'europarlamentare De Backer (Belgio, Alde), rapporteur sulla proposta di relazione della Commissione ECON del PE sull'analisi annuale della crescita, ha individuato come priorità per il 2014, a livello europeo, il completamento dell'Unione bancaria e, a livello nazionale, misure sul costo del lavoro, il completamento delle riforme dei sistemi pensionistici, interventi sul sistema fiscale, investimenti su ricerca, sviluppo, istruzione e formazione, misure per favorire l'accesso al credito da parte delle PMI. L'europarlamentare Gutierrez Prieto (Spagna, S&D), relatore sul medesimo documento per la Commissione EMPL, ha focalizzato il suo intervento sul tema della legittimità democratica e del dialogo sociale, soffermandosi anche sul legame tra incremento della produttività e miglioramento delle condizioni di lavoro, sulla necessità di ulteriori misure a favore della disoccupazione giovanile (richiamando la proposta del Governo spagnolo di escludere gli investimenti a favore dell'occupazione giovanile dal calcolo del deficit), sul tema della mobilità professionale e della portabilità dei diritti sociali.
  Nel dibattito, sono stati affrontati ulteriori temi, tra cui il profilo della solidarietà intergenerazionale nelle riforme del sistema pensionistico (parlamentare olandese), ulteriori misure di contrasto all'evasione fiscale (Spagna e Vicepresidente del PE, Anni Podimata, S&D, che ha richiamato una recente risoluzione del PE sull'individuazione di target misurabili per contrastare l'evasione e l'elusione fiscale, da inserire nello «scoreboard» per gli squilibri macroeconomici), misure a favore dell'occupazione femminile e del lavoro autonomo (Irlanda), sistemi di formazione più orientati al mercato del lavoro e l'introduzione di strumenti di stabilizzazione automatica (Ungheria).
  Nella mattina di mercoledì si sono svolte tre sessioni parallele organizzate rispettivamente dalle Commissioni occupazione e affari sociali (EMPL), bilanci (BUDG) e problemi economici e monetari del Parlamento europeo (ECON).
  L'onorevole Paris ha partecipato alla riunione organizzata dalla Commissione EMPL su «Affrontare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi».
  La prima sessione era dedicata alla dimensione sociale dell'UEM, oggetto della comunicazione della Commissione dello scorso primo ottobre, sulla quale il Parlamento europeo si è pronunciato con una risoluzione del 21 novembre.
  Dopo gli interventi di apertura del Presidente della Commissione EMPL Pervenche Berés e del Presidente della Commissione affari sociali del Parlamento greco, sono intervenuti il Ministro del lavoro e della protezione sociale greco e la Presidente della Commissione affari europei dell'Assemblea nazionale francese. Il Ministro greco ha anticipato il rilievo che la Presidenza greca attribuirà al tema della dimensione sociale dell'UEM, nel quadro degli obiettivi della Strategia Europa 2020, sottolineando la necessità di uno sforzo congiunto di Commissione, Consiglio e Parlamento al fine di evitare l'aggravamento degli squilibri sociali. La parlamentare francese, richiamando i dati sulla popolazione europea a rischio povertà ha evidenziato la necessità di un coordinamento delle politiche sociali più rigoroso, all'interno delle procedure del semestre, di un maggior coinvolgimento delle parti sociali e ha introdotto il tema della mobilità professionale.
  Nel corso della sessione si è in particolare dibattuto della lista degli indicatori Pag. 178sociali, contenuti nella comunicazione della Commissione, che diversi parlamentari (tra cui quello greco ed irlandese) hanno proposto di ampliare. La Presidente Berés ha in particolare proposto di tener conto della dimensione di genere e di includere la povertà infantile, l'accesso alle cure sanitarie, il tasso di invecchiamento della popolazione, la percentuale di senza tetto. La senatrice Ghedini ha sottolineato la necessità di indicatori sensibili alle differenze di età e di genere. Questi indicatori devono essere utilizzati per introdurre misure cogenti nell'ambito di strategie macroeconomiche indirizzate alla ripresa. La rappresentante dell'Assemblea nazionale francese ha richiamato la necessità che gli indicatori sociali abbiano carattere vincolante e che diano informazioni sulla disparità tra i redditi. Il Ministro greco ha espresso un'apertura della Presidenza verso l'ampliamento della lista, anche al fine di legare tali indicatori alla demografia.
  Si è affrontato inoltre il tema degli squilibri sociali all'interno dell'UE e all'interno dell'eurozona. Il parlamentare polacco ha paventato il rischio di un'Europa a più velocità. Il parlamentare finlandese ha esortato i singoli Stati membri a mobilitarsi per risolvere i problemi sociali nei rispettivi Paesi.
  Si è dibattuto inoltre di stabilizzatori automatici all'interno dell'UE e dell'opportunità di introdurre l'indennità di disoccupazione. La Presidente Berés ha anticipato che a febbraio sarà pubblicata una valutazione d'impatto da parte dei Servizi del Parlamento europeo sull'introduzione di tale misura. La relatrice francese ha anche richiamato l'esperienza francese del reddito di base.
  La seconda sessione era dedicata agli «Aspetti occupazionali dell'Analisi annuale della crescita, compresi il FSE, la Garanzia per i giovani e le riforme pensionistiche».
  Il primo relatore, Vicepresidente della Commissione lavoro e protezione sociale della Camera dei deputati rumena, ha criticato le politiche UE adottate in risposta alla crisi e le decisione assunte negli Stati membri per mitigare l'impatto sociale, improntate a rendere più flessibile il mercato del lavoro piuttosto che a promuovere la politica attiva del lavoro. Le stesse iniziative adottate a livello europeo, quali la garanzia giovani e la comunicazione sulla dimensione sociale dell'EMU, seppure apprezzabili, non potranno avere effetti sostanziali sull'occupazione. Serve un modello economico diverso, fondato su una politica di redistribuzione dei redditi, che consenta di fronteggiare la grande sfida della divergenza tra Stati membri e delle disparità all'interno dei singoli Stati membri. Successivamente, il Presidente della Commissione affari europei del Parlamento slovacco ha presentato le misure adottate nel suo Paese in materia di occupazione, evidenziando come le cause dall'alto tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, risiedono nello scarso collegamento tra sistemi di istruzione e mercato del lavoro, nelle disuguaglianze regionali e nel fallimento di una politica neoliberista fondata sul principio di flessibilità del mercato del lavoro. Secondo il relatore, a livello europeo, occorre promuovere le imprese sociali e sostenere le cooperative, fornire sussidi europei di disoccupazione (eventualmente riflettendo sul reddito minimo) e armonizzare le politiche sociali al fine di ridurre le disparità create dal mercato.
  L'europarlamentare Gutierrez Prieto (Spagna, S&D), relatore per la Commissione EMPL sul rapporto sull'analisi annuale della crescita 2014 ha analizzato criticamente le misure restrittive adottate per fronteggiare la crisi, richiamando in particolare l'errore di valutazione sul moltiplicatore fiscale dei tagli, che ha prodotto pesanti effetti recessivi e gravissime conseguenze sociali. Nel rilevare la necessità di una strategia su crescita e occupazione, ha sollecitato una riflessione sul problema dell'occupazione degli ultra-quarantacinquenni e un dibattito su ulteriori strumenti europei, quali l'indennità di disoccupazione.
  La senatrice Lezzi ha evidenziato come le politiche restrittive non hanno prodotto effetti nemmeno in termini di consolidamento Pag. 179del bilancio e come una riduzione della pressione fiscale, favorendo innanzitutto le PMI, avrebbe un impatto positivo anche sull'occupazione. La deputata Paris ha sottolineato il forte impulso sulle tematiche dell'occupazione che deriva dalla composizione del nuovo Parlamento italiano, caratterizzato da un'altissima presenza femminile e di giovani. Si è soffermata sul Piano di attuazione italiano della Garanzia per i Giovani e sull'attenzione del Parlamento italiano per la revisione dei servizi pubblici di impiego. Richiamando il Libro bianco per le pensioni, ha inoltre riportato le difficoltà che sta vivendo il nostro Paese a seguito della riforma del sistema pensionistico e ha citato anche il caso specifico degli esodati. Sulla questione dell'attuazione della garanzia giovani a livello nazionale è intervenuto anche il Parlamentare dell'Assemblea nazionale francese, e più in generale è emersa l'opportunità di creare una rete tra Parlamenti nazionali sul tema.
  Con riferimento all'analisi annuale della crescita, molti parlamentari hanno espresso preoccupazione per la fragilità della ripresa, per la disomogeneità tra Stati membri e per la contemporanea crescita di diseguaglianze sociali. In generale, è emersa la necessità di associare Parlamento europeo, Parlamenti nazionali e parti sociali nell'adozione di misure per la crescita.
  Altre questioni emerse nel dibattito hanno riguardato l'occupazione dei giovani poco qualificati e il ruolo dell'imprenditoria sociale (on. Bauer, Slovacchia, PPE).
  Nella sessione plenaria che ha concluso la riunione interparlamentare, è intervenuto il Ministro delle finanze greco Yannis Stournaras, il quale si è soffermato in modo particolare sul tema dell'Unione bancaria, il cui completamento è fondamentale per spezzare i circolo vizioso tra crisi del settore bancario e debito pubblico. Il Ministro ha inoltre richiamato la situazione economica della Grecia, fornendo dati i quali confermano una riduzione sostanziale del deficit a fronte di un surplus fiscale primario. La Grecia ha registrato il più grande e rapido aggiustamento fiscale mai verificatosi in un Paese OCSE.
  Hanno infine chiuso i lavori il Vicepresidente del Parlamento europeo EP Vice-President Othmar Karas (Austria, PPE) e del Parlamento greco, Ioannis Tragakis, i quali hanno entrambi ribadito la necessità di una sempre maggiore cooperazione tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali. Il Vicepresidente Karas ha puntualizzato che tale progressiva collaborazione deve essere accompagnata da uno sforzo maggiore dei Governi nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per Paese adottate nell'ambito della procedura del semestre economico (nel 2012, soltanto il 15 per cento delle raccomandazioni è stato attuato).