CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 gennaio 2014
166.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione 5-01960 Lacquaniti: Crisi della società Technicolor Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel 2001 Thomson Multimedia acquisisce la storica e solida Technicolor Motion Picture Corporation.
  La citata società francese, come peraltro noto all'interrogante, a causa della crisi del mercato cinematografico, con la progressiva sostituzione delle tradizionali pellicole con il digitale, ha portato le sedi italiane della Technicolor Spa, a compiere drastiche riduzioni di personale, ed infatti tra il 2010 e il 2011, oltre 160 dipendenti sono stati posti in mobilità. L'azienda ha dismesso l'attività di post produzione sulle pellicole. Nonostante tali ridimensionamenti, a causa del calo di fatturato negli ultimi 24 mesi, a novembre l'Assemblea straordinaria ha deliberato la messa in liquidazione della società italiana.
  La vertenza sino ad oggi è stata seguita in regione Lazio.
  Il Ministero del Lavoro ci comunica a riguardo che, per quanto di propria competenza, è stato concesso il trattamento di cassa integrazione salariale in favore di 79 dipendenti, per il periodo dal 16 aprile 2012 al 15 aprile 2013.
  Concordo sulla necessità di scongiurare l'ipotesi di chiusura con tutti i mezzi possibili e consentiti, pur tuttavia nella consapevolezza che le nuove tecnologie intervenute nel settore costituiscono un forte elemento concorrenziale per il settore delle pellicole.
  Per questo manifesto fin d'ora la mia disponibilità e, se richiesto, convocherò un tavolo per valutare ogni azione per salvare la Technicolor e i suoi lavoratori.

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ALLEGATO 2

5-01962 Vignali: Crisi della società Alcatel-Lucent.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Alcatel-Lucent Italia spa è una multinazionale leader mondiale nei sistemi delle Telecomunicazioni, con sede legale in Milano e ha unità produttive dislocate su tutto il territorio nazionale. Nel corso degli ultimi anni, la società ha subito una rilevante riduzione delle commesse, con conseguenti perdite del fatturato. Le cause di tale situazione sono principalmente da ascriversi, oltreché alla attuale crisi economica internazionale, ad una serie di fattori tra cui, in particolare, i cambiamenti prodottisi nelle tecnologie e nei modelli di business, la forte competizione da parte dei produttori di tecnologia dell'Estremo Oriente e la necessità di un rapido adattamento alle richieste del mercato e alle esigenze dei clienti.
  Dal momento che l'azienda, nel giugno 2013, ha presentato un nuovo piano industriale, il Ministero dello sviluppo economico sta seguendo con grande attenzione l'evoluzione del piano industriale.
  Il MISE ha provveduto tempestivamente a prendere contatti con vertici della direzione mondiale della società, ed, in tal senso, ha avviato un confronto sulle prospettive industriali del Gruppo attraverso una serie di incontri istituzionali.
  Anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha seguito la dimensione occupazionale della vicenda Alcatel-Lucent ed ha comunicato che 100 lavoratori (di cui 66 del sito di Vimercate) sono stati interessati da procedura di licenziamento collettivo, il cui iter si è concluso con un accordo in data 8 luglio 2013.
  Lo scorso ottobre 2013 si è svolto al Ministero dello Sviluppo economico un confronto tra il management della multinazionale e i sindacati. Nel corso della riunione l'azienda, dopo aver illustrato alle parti il piano di ristrutturazione, ha aderito alla richiesta da me avanzata per conto del Governo di approfondire gli aspetti relativi agli investimenti ed ai livelli occupazionali in Italia. In tale occasione ho anche sottolineato l'opportunità di inquadrare il confronto sul futuro dell'azienda nell'ambito di una più complessiva disamina generale del settore delle telecomunicazioni.
  Successivamente, in data 29 novembre 2013 abbiamo tenuto un ulteriore confronto al quale hanno partecipato i rappresentanti della multinazionale, delle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e delle Regioni Lombardia e Campania.
  Durante l'incontro, ho riaffermato con forza la necessità che non siano disperse le importanti competenze professionali e il patrimonio di ricerca sviluppato nel nostro Paese ed ho chiesto ad Alcatel di essere disponibile ad un serio e rapido confronto.
  Alcatel ha accolto l'invito ed ha preso l'impegno di riferirci sullo stato di avanzamento dei negoziati relativi al segmento «Optics» che non rientrerà più nel core business aziendale.
  Il MiSE proseguirà l'impegno per la verifica dell'intero piano industriale di Alcatel e sulle sue ripercussioni occupazionali.

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ALLEGATO 3

5-01963 Allasia: Misure di contrasto al fenomeno dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'ammontare dei crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica Amministrazione costituisce, nell'attuale fase di crisi economico-finanziaria, un rilevante elemento di debolezza della struttura finanziaria delle imprese stesse, per le quali la disponibilità di liquidità rappresenta una delle condizioni necessarie per incrementare i piani d'investimento o per migliorare le condizioni della gestione ordinaria (ivi inclusi i pagamenti degli arretrati ai propri dipendenti e il rischio della chiusura delle attività produttive).
  Per ovviare a tale fenomeno, già a partire dal 2011 sono stati varati diversi provvedimenti normativi, finalizzati ad assicurare liquidità alle imprese attraverso l'esigibilità dei crediti delle imprese nei confronti della P.A.
  Si tratta, in particolare, delle seguenti misure:
   articolo 13 legge n. 183/2011: potenziamento del meccanismo di certificazione e obbligo di certificazione per Regioni ed enti locali entro 60 giorni. dalla ricezione dell'istanza;
   Fondo centrale di garanzia – articolo 39 del decreto-legge n. 201/2011: introduzione della possibilità di differenziare la misura della percentuale massima di garanzia in relazione alle tipologie di operazioni coperte;
   articolo 35 decreto-legge n. 1/2012: misure finalizzate ad accelerare il pagamento dei crediti commerciali esistenti alla data di entrata in vigore del decreto medesimo, connessi a transazioni commerciali per l'acquisizione di servizi e forniture, certi, liquidi ed esigibili, corrispondenti a residui passivi del bilancio dello Stato;
   Art. 12 decreto-legge n. 16/2012: estensione dell'istituto della certificazione ad amministrazioni statali e semplificazione del processo di certificazione.

  Il 22 maggio 2012 sono stati firmati i primi decreti attuativi che, attraverso la ricognizione e la certificazione dei debiti della P.A., avviano il processo di esigibilità.
  Più recentemente, il Governo ha rafforzato gli strumenti già disponibili e ha varato il decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35 (cd. «Sblocca debiti»), convertito con modificazioni dalla legge. n. 64/2013 – che reca, tra l'altro, disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, stanziando 20 miliardi di euro per ciascuna delle annualità 2013 e 2014 – e successivamente il decreto legge n. 102/2013, che aumenta a 27 miliardi le risorse per il 2013.
  Gli aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei pagamenti sono forniti con cadenza periodica sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze, dal quale si apprende che sono già stati erogati alle Regioni ulteriori 4,6 miliardi di euro e agli enti locali 1,3 miliardi, e che negli ultimi trenta giorni l'importo dei debiti arretrati pagati ai creditori dagli enti pubblici è aumento da 13,8 a 16,3 miliardi di euro, grazie alle nuove risorse stanziate dal Governo con il citato decreto legge n. 102/2013.
  Il decreto «sblocca debiti» e il successivo decreto legge n. 102/2013 hanno attivato Pag. 245un ventaglio di strumenti finanziari articolato per consentire il celere sblocco di liquidità per 27,2 miliardi nel 2013 da destinare al pagamento di debiti risultati certi liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012. Questi strumenti includono: anticipazioni di cassa agli enti locali sulla base di una convenzione tra Cassa depositi e prestiti Spa e il Tesoro, finanziamento del Tesoro alle regioni e alle province autonome, esclusioni dal patto di stabilità interno, deroga dal patto di stabilità interno delle spese effettuate per il cofinanziamento di interventi programmati con i fondi strutturali dell'UE, l'incremento dei rimborsi fiscali. Ciascuna di queste linee di azione comporta accordi tra le parti per il corretto impiego delle risorse e per la rendicontazione dei pagamenti. I tempi del monitoraggio per le diverse linee di azione sono eterogenei, tuttavia il MEF, in collaborazione con Cassa depositi e prestiti, ANCI e UPI riesce a fornire un monitoraggio frequente dei pagamenti certificati.

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ALLEGATO 4

5-01964 Da Villa: Conflitti di interesse nei passaggi diretti di figure dirigenziali tra pubblico e privato.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il dottor Leonardo Senni ha ricoperto l'incarico di Capo Dipartimento dell'Energia dal 14 febbraio 2012 al 31 dicembre 2013. L'incarico in corso è stato interrotto a far data dal 1o gennaio 2014, per le intervenute dimissioni dell'interessato, comunicate alla fine dell'anno 2013.
  Si precisa che il dottor Leonardo Senni ha intrattenuto con l'Amministrazione un rapporto di lavoro a tempo determinato, a seguito di nomina avvenuta sulla base dell'articolo 19, comma 6 del decreto legislativo n. 165/2001 che consente alle Amministrazioni di avvalersi di personale estraneo ai ruoli delle pubbliche amministrazioni.
  È evidente che la eventuale sussistenza del conflitto di interesse in cui incorra il dipendente deve essere valutata dall'Amministrazione nell'ipotesi inversa a quella rappresentata dall'onorevole interrogante, dovendosi accertare, nel corso del procedimento di nomina, che il soggetto preposto alla pubblica funzione non incorra in nessuna delle situazioni di incompatibilità o conflitto di interesse previste dalla legge.
  Non compete invece all'Amministrazione alcuna funzione di autorizzazione o controllo sull'assunzione di nuovi incarichi da parte del dirigente cessato dal rapporto con la Pubblica Amministrazione; pertanto la valutazione circa l'esistenza in concreto di un conflitto d'interesse ostativo all'assunzione dell'incarico da parte del dirigente cessato non compete alla Pubblica Amministrazione, bensì al soggetto che ha conferito l'incarico.
  In questo contesto devono essere valutati i colloqui informali con i vertici politico-istituzionali del Ministero, nei quali l'ingegner Senni, nel comunicare la propria decisione di lasciare l'Amministrazione, ha – effettivamente – informato circa la nuova destinazione professionale, fornendo elementi informativi diretti ad evidenziare l'insussistenza in concreto di situazioni di conflitto d'interesse ostative all'assunzione dell'incarico.
  Per quanto attiene in generale alla valutazione richiesta circa le iniziative da adottare «per evitare conflitti di interesse nei passaggi diretti di figure dirigenziali tra pubblico e privato», si rammenta che la materia è stata di recente oggetto di specifica disposizione normativa attraverso la novella all'articolo 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001, introdotta dalla legge anticorruzione (vedi articolo 1, comma 42, lettera l), legge 190/2012).