CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 gennaio 2014
162.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01810 Scotto: Sul monitoraggio del programma «Seenet – Una rete translocale per la cooperazione tra Italia e Sud Est Europa».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Programma «SEEnet – Una rete translocale per la cooperazione tra Italia e Sud-Est Europa» è il più importante programma di cooperazione decentrata nell'area balcanica, finanziato dal Ministero degli Affari esteri per 8.280.000,00 euro e cofinanziato dalla regione Toscana in partenariato con altre cinque regioni italiane (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto e Provincia autonoma di Trento) per 2.760.000,00 euro, per un valore complessivo di 11 milioni di euro ed una copertura territoriale che include tutti i Paesi dei Balcani occidentali e 46 amministrazioni locali. Si tratta di un'iniziativa con grandi potenzialità in relazione allo sviluppo di proficue relazioni di partenariato tra enti locali delle due sponde dell'Adriatico e per il rafforzamento della presenza del Sistema Italia nell'area balcanica.
  Vorrei ora rispondere al quesito concernente la verifica e l'approvazione da parte del MAE delle rendicontazioni, trasmesse dalla regione Toscana (che – ricordo – svolge il ruolo di capofila delle Regioni coinvolte nel progetto), delle spese relative alle attività del programma SEENET. Esse hanno richiesto, a partire dalla fine del 2010, molteplici integrazioni e chiarimenti su importanti aspetti amministrativi e gestionali del programma che non risultavano conformi alla normativa vigente, con particolare riferimento alle procedure seguite per gli affidamenti diretti a favore di partner tecnici e privati a valere su fondi DGCS/MAE. A seguito di un incontro svoltosi ad inizio 2012 presso il MAE, la regione Toscana ha fornito una serie di chiarimenti in base ai quali si è concordato che le spese di cui al programma fossero valutate sulla base di una diversa metodologia di rimborso. Su questa base, la regione Toscana ha ritirato tutti i rendiconti successivi al primo (liquidato dall'UCB del MEF nel 2010) per rivederli in base a questa nuova impostazione.
  La conseguente rielaborazione da parte della regione Toscana della rendicontazione di spese per i semestri successivi è stata laboriosa ed ha imposto ulteriori approfondimenti. In ogni caso, il MAE/DGCS, dopo aver completato la verifica amministrativo-contabile, ha trasmesso all'Ufficio centrale di bilancio del MEF a febbraio 2013 tutta la rendicontazione relativa al secondo rendiconto (relativo al secondo semestre del primo anno di attività). La relativa liquidazione, per un importo pari a circa 726.000 euro, è stata erogata a dicembre 2013.
  Per quanto riguarda le liquidazioni di somme relative a semestri ulteriori, solo ora il MAE/DGCS ha potuto avviare la verifica contabile della relativa rendicontazione in quanto essa, come previsto dalla normativa vigente, non può che partire dall'avvenuta approvazione da parte dei competenti organi di controllo (ovvero dell'UCB) dei rendiconti precedenti.
  Desidero quindi puntualizzare come, al di là delle difficoltà iniziali precedentemente illustrate, l'intera procedura di revisione contabile della documentazione pervenuta non sia stata caratterizzata da particolari lungaggini ma scandita solo dalla necessità di rispettare la normativa vigente e la tempistica tecnica, che include anche il controllo del Ministero dell'economia e finanze – Ufficio centrale di bilancio.Pag. 58
  Nel corso del 2013 si sono poi svolte due missioni di monitoraggio in Bosnia, in stretto raccordo con la regione Toscana, da cui sono emersi elementi positivi per quanto riguarda le attività in materia di turismo sostenibile e sistema delle PMI, nonché alcune criticità che sono state condivise, nell'ottica di un miglioramento del programma, con tutti gli enti esecutori. Ulteriori analoghe missioni sono previste per l'anno in corso in Serbia, ai fini di una valutazione approfondita dell'intero Programma.
  Per concludere, desidero sottolineare che lo sviluppo di un'efficace e coordinata cooperazione decentrata resta un obiettivo prioritario cui la Farnesina continuerà a guardare con grande attenzione.

Pag. 59

ALLEGATO 2

5-01890 Spadoni: Sugli obblighi di relazione al Parlamento in materia di cooperazione allo sviluppo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare vorrei sottolineare come il Rapporto OCSE/DAC a cui gli interroganti fanno riferimento risale al 2009 e metteva in luce, oltre a diversi nodi critici, anche molte eccellenze della Cooperazione italiana. Nel frattempo il Ministero ha adottato tutta una serie di iniziative volte a seguire le raccomandazioni contenute nel rapporto ed è attualmente in corso un nuovo esame i cui risultati saranno pubblicati in marzo.
  Per quanto riguarda la relazione consuntiva al Parlamento che il Ministero è tenuto annualmente a redigere, vorrei precisare che essa mira a fornire un quadro generale delle politiche di cooperazione al 31 dicembre dell'esercizio finanziario precedente, con l'obiettivo di mettere in evidenza sia gli eventi più significativi per la cooperazione italiana nell'anno considerato sia le linee di azione, adottate meglio rispondenti al raggiungimento degli obiettivi di efficacia.
  Si tratta di un lavoro articolato e complesso che presuppone un'analisi ed un'elaborazione dei dati ed informazioni forniti dalle rappresentanze diplomatiche sull'attività di cooperazione allo sviluppo realizzata nei Paesi interessati.
  Per quanto riguarda la tempistica, non vi sono stati ritardi negli adempimenti previsti dalla normativa vigente: l'articolo 3 comma 6 della legge 49 del 1987, alla lettera c), nello specificare che la relazione consuntiva si riferisce all'esercizio finanziario precedente, non indica un termine tassativo per l'inoltro al Parlamento. A metà ottobre del 2013 il Ministero degli esteri ha trasmesso al CIPE, per la necessaria approvazione, la Relazione sull'attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo per l'anno 2012, una volta approvata, la Farnesina l'ha infine trasmessa al Parlamento il 15 novembre.
  Per quanto riguarda il secondo punto oggetto di interrogazione, e cioè l'aggiornamento del sito ufficiale, segnalo la particolare attenzione che il Ministero, compatibilmente con le limitate risorse umane e finanziarie disponibili, sta dedicando all'aggiornamento del proprio sito, che già ora rappresenta una fonte molto utilizzata di informazioni per il pubblico interessato. È comunque in atto una revisione sia dei contenuti considerati meritevoli di pubblicazione, sia della veste grafica in cui saranno esplicitati, al fine di rendere le informazioni più facilmente accessibili e di far assumere al sito un ruolo sempre più centrale quale principale veicolo di comunicazione della Cooperazione italiana. In tale contesto sarà, peraltro, presto realizzata una piattaforma informatica di Open data destinata a rendere pubblici e fruibili, anche attraverso materiali multimediali, tutti i dati relativi ai finanziamenti ed alle singole attività della cooperazione.

Pag. 60

ALLEGATO 3

5-01902 Di Battista: Sul rapimento di un cooperante italiano in Pakistan.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero innanzitutto sottolineare come il Governo continuerà ad assicurare il massimo impegno per risolvere la vicenda che coinvolge Giovanni Lo Porto, rapito assieme a un suo collega tedesco il 19 gennaio 2012 nell'area di Multan, regione meridionale del Punjab pakistano. Purtroppo, la delicata situazione lungo il confine afghano-pachistano rende particolarmente complessa la raccolta e la verifica delle informazioni sul nostro connazionale e costituisce un oggettivo fattore di rischio per la sua incolumità.
  Per questo, sin dai giorni immediatamente successivi al sequestro, si è consolidato uno stretto coordinamento tra la nostra Unità di crisi e quella tedesca, anche con ripetuti scambi di visite nelle rispettive capitali. In questi ventiquattro mesi in ogni occasione è stata assicurata la massima e coordinata pressione diplomatica da parte italiana e tedesca sulle locali Autorità, anche con l'appoggio dei vertici dell'ONG tedesca per la quale lavorava il nostro cooperante.
  A livello nazionale, abbiamo avuto più occasioni di incontro con la controparte pachistana, nelle quali abbiamo riaffermato l'aspettativa del Governo italiano ad una soluzione della vicenda e sottolineato il primario interesse alla tutela dell'incolumità del nostro connazionale. Al riguardo, ricordo da ultimo l'incontro del Sottosegretario Giro con il Ministro di Stato per il commercio e l'industria tessile pachistano, tenutosi il 28 ottobre 2013, e i numerosi passi ufficiali che, a più riprese, l'Ambasciatore italiano in Pakistan continua a compiere a tutti i livelli del governo e delle autorità politiche locali.
  Ricordo infine che, in questo difficile contesto, i funzionari dell'Unità di crisi mantengono un costante contatto con la famiglia, in particolare con la madre Giuseppina Pia ed il fratello Giuseppe, i quali sono anche stati personalmente ricevuti dalla Ministro Bonino nei mesi scorsi.
  Il 22 dicembre 2012 l'emittente pachistana Dunya News ha trasmesso un video in cui il cittadino tedesco ha rivolto un appello al Governo di Berlino affinché ottemperi a non meglio precisate richieste dei sequestratori. Come ricordato dall'onorevole interrogante, nel video non compare il connazionale, ma solo il collega tedesco il quale si è tuttavia sempre espresso al plurale facendo intendere che Lo Porto fosse vivo anche se non visibile.
  Alla luce di ciò, comprenderete che si tratta di una situazione estremamente difficile, per la quale si impone, come di consueto in queste circostanze, la massima discrezione e cautela e per la quale il Ministero degli esteri, assieme a tutte le altre articolazioni dello Stato coinvolte, continuerà a compiere ogni sforzo al fine di riportare a casa il più presto possibile il nostro cooperante.

Pag. 61

ALLEGATO 4

DL 146/13: Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria. (C. 1921 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge n. 1921, di conversione del decreto-legge n. 146/2013, «Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria»;
   valutato favorevolmente l'adempimento dell'obbligo internazionale assunto in sede ONU per l'istituzione di un organismo indipendente a tutela dei detenuti;
   ribadita l'urgenza di adempiere ad analoghi obblighi internazionali relativamente all'introduzione del reato di tortura ed all'istituzione della Commissione nazionale di promozione e protezione dei diritti umani;
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   valuti la Commissione di merito l'opportunità che i componenti dell'organo di garanzia ricevano un'indennità tale da consentire loro di svolgere con efficacia il mandato assegnato.