CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 dicembre 2013
146.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00443 Zoggia: Sul finanziamento del teatro La Fenice di Venezia per l'anno 2013.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Zoggia, unitamente ad altri onorevoli interroganti, chiede quali azioni il Governo intende porre in essere a favore del Teatro La Fenice di Venezia.
  Vorrei a tale riguardo riferire che l'articolo 11, comma 20, del decreto-legge «Valore Cultura», così come modificato dalla legge di conversione n. 112 del 2013, attribuisce a questa Amministrazione il compito di rideterminare i criteri di ripartizione della quota FUS destinata al settore delle Fondazione lirico sinfoniche.
  La quota del Fondo unico destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche, sarà quindi attribuita a ciascuna fondazione:
   per il 50 per cento in considerazione dei costi di produzione derivanti dai programmi di attività realizzati da ciascuna fondazione nell'anno precedente quello cui si riferisce la ripartizione, sulla base di indicatori di rilevazione della produzione;
   per il 25 per cento in considerazione del miglioramento dei risultati della gestione attraverso la capacità di reperire risorse;
   per il restante 25 per cento in considerazione della qualità artistica dei programmi, con particolare riguardo per quelli atti a realizzare segnatamente in un arco circoscritto di tempo, spettacoli lirici, di balletto e concerti coniugati da un tema comune e ad attrarre turismo culturale.

  I criteri stabiliti dalle citate disposizioni intendono conferire al settore nuova spinta propulsiva centrata soprattutto sulla effettiva quantità della produzione svolta dai teatri e sulla capacità di reperire risorse onde ovviare ai pesanti costi di produzione cui sono soggetti tutti gli operatori di lirica.
  Tanto premesso, è ovviamente prematuro pronosticare l'entità del contributo che potrà essere individuato a favore del Teatro La Fenice nell'esercizio 2014 e seguenti; tale Teatro, per altro, per quanto sopra accennato, si qualifica segnatamente per elevata capacità produttiva e per buona attitudine a procacciarsi risorse diverse da quelle dello Stato.
  In particolare si può anticipare che è già stata sottoposta all'attenzione della competente commissione consultiva per la musica, l'opportunità di prendere in considerazione la captazione delle tournée all'estero per la valutazione della base quantitativa; parimenti sono allo studio tutti gli elementi astrattamente idonei a meglio valutare la qualità dei programmi.
  Per quanto infine attiene alle iniziative sottolineate dagli interroganti in merito all'aumento del patrimonio della Fondazione si sottolinea come il comma 1 e il comma 9 dell'articolo 11 del decreto-legge Valore Cultura sopra citato prevedano espressamente fondi e procedure tese alla ricapitalizzazione dei teatri e ad ovviare alle situazioni debitorie.

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ALLEGATO 2

5-00743 Ricciatti: Sull'ente Olivieri di Pesaro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Ricciatti chiede quali iniziative il Ministero intenda assumere al fine di assicurare la continuità operativa dell'Ente Olivieri di Pesaro.
  Vorrei precisare che l'istituzione in parola (in particolare per l'attività della Biblioteca e dei Musei Oliveriani) è inserita nella Tabella triennale 2012/2014, redatta ai sensi dell'articolo 1 della legge 534/96, con un contributo annuo di euro 30.000, (la legge 534/96 prevede, come è noto, che le istituzioni in possesso di determinati requisiti possano essere ammesse, a domanda, al contributo ordinario annuale dello Stato, mediante l'inserimento in apposita tabella triennale).
  Per l'annualità in corso il contributo è stato regolarmente erogato, a cura della Direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d'autore, nel primo semestre 2013, nella misura ridotta di euro 26.297,00 a causa dei noti tagli di bilancio subiti dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
  A seguito del decreto-legge 91/2013 convertito in Legge 112/2013 che ha stabilito una ulteriore somma da ripartire tra gli istituti inseriti in Tabella, è stato recentemente concesso al medesimo Ente, sempre a valere sull'annualità 2013, un ulteriore contributo di euro 7.182,32.
  Il Decreto interministeriale di finanziamento è stato registrato alla Corte dei Conti lo scorso 5 dicembre. La disponibilità di cassa sarà accordata, dal Ministero dell'economia e delle finanze, nei primi giorni del 2014.
  Nel corso degli anni l'Ente ha, inoltre, ricevuto contributi per il funzionamento della Biblioteca, ai sensi della circolare 138/2002 che detta le modalità di «Interventi finanziari per il funzionamento e per le attività delle biblioteche non statali aperte al pubblico con esclusione di quelle di competenza regionale».
  Tali contributi hanno subito una costante riduzione, dovuta ai continui tagli occorsi ai capitoli con i quali vengono finanziate le Istituzioni Culturali non statali.
  In particolare, per il corrente esercizio finanziario, il capitolo riguardante i contributi alle biblioteche non statali ha subito una decurtazione del 13,45 per cento rispetto all'anno precedente.
  La sospensione dei contributi erogati dal Ministero ai sensi degli articoli 35 e 37 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, disposta dal decreto-legge 95/2012, fino al dicembre 2015, non ha inoltre permesso di finanziare la richiesta di contributo per il fondo Perticari da parte della competente Direzione generale per gli archivi.
  Tuttavia, per quanto riguarda il programma di finanziamento a valere sui fondi del gioco del lotto, richiamati dall'onorevole interrogante, posso confermare che è stato approvato il programma 2013 che prevede 150.000 euro da destinarsi ad interventi sui locali del Museo Oliveriano.

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ALLEGATO 3

5-01364 Manzi: Sul museo tattile statale «Omero».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Manzi, unitamente ad altri onorevoli colleghi, chiede quali iniziative il Ministero intenda assumere al fine di assicurare la continuità operativa del museo Omero.
  Preciso, a tale proposito, che il Museo Omero, sorto nel 1993 come innovativa struttura comunale per ciechi e ipovedenti, è stato successivamente trasformato, con la legge n. 452 dei 25 novembre 1999, in Museo tattile statale con la finalità di raccogliere materiali, oggetti o perfette riproduzioni delle diverse forme di arti plastiche e delle manifestazioni storico-culturali dell'organizzazione dell'ambiente, dello spazio e della vita dell'uomo, al fine di promuovere la crescita e l'integrazione culturale dei minorati della vista e di diffondere tra essi la conoscenza della realtà».
  Nato come un museo eminentemente destinato ai privi della vista, il Museo Omero può ora meglio definirsi come un museo senza barriere, in quanto, attraverso la valorizzazione della tattilità e di nuovi indirizzi multisensoriali, offre i suoi servizi ad un pubblico sempre più articolato, costituito non solo da minorati della vista, ma anche da portatori di altre disabilità e da persone così dette normodotate, costituendo in tal modo una splendida possibilità d'integrazione nel segno della cultura.
  Il notevole impegno profuso nella ricerca metodologica in campo didattico e nell'approfondimento scientifico, oltre che tecnico, delle tematiche relative all'estetica della tattilità e alla dell'accessibilità ai beni culturali a categorie di pubblico rimaste finora escluse, consente al Museo Omero di svolgere una preziosa attività formativa che si esplica mediante l'attività di laboratori destinati alle scuole, di diretti interventi in molte di esse, l'organizzazione di corsi di formazione rivolti ad operatori museali ed educatori, cui hanno partecipato anche funzionari del MIBACT e alcuni responsabili di importanti musei italiani.
  Quanto sopra, si è concretato nell'attività di consulenza resa a numerose istituzioni italiane sui temi dell'accessibilità e la vivace collaborazione con importanti istituzioni straniere in campo scientifico (Spagna, Francia, Inghilterra. Polonia, Russia, Giappone, ecc.) e in campo musicale, culminata, tra l'altro, nell'organizzazione di sei mostre tattili in Polonia, Repubblica Ceca e Croazia, mentre attualmente si sta studiando la possibilità di una mostra presso il Tretyakov di Mosca.
  Questo Ministero non ignora, quindi l'alto valore culturale, prima ancora che sociale svolto dal Museo Tattile Statale «Omero».
  La dotazione per il funzionamento dell'istituzione de qua, introdotta dalla legge 452 del 1999, è tuttora presente nella tabella di questo Ministero al capitolo 1308.
  L'importo di 500.000 euro previsto dal decreto «Valore cultura» per gli anni 2013, 2014 e 2015 sarà appunto assegnato su tale capitolo dalla Direzione generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale.
  Un ulteriore contributo di euro 55.991 è stato recentemente concesso dal Ministero Pag. 56per le spese di funzionamento relative al corrente anno 2013.
  Per quanto riguarda la questione posta dall'interrogante in merito all'applicabilità al Museo Omero delle norme di contenimento della spesa contemplate dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con legge 30 luglio 2010 n. 122, si assicura che la questione è già all'attenzione dei competenti uffici del Ministero.
  In ogni caso, in linea di massima, si può sin d'ora anticipare che la riduzione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa prevista dalla norma sopra richiamata, non preclude, di per sé, la prosecuzione dell'attività istituzionale del Museo Omero che ben potrà realizzare i propri progetti avvalendosi di altre forme contrattuali quali, a titolo puramente esemplificativo, appalti di servizio e rapporti di lavoro autonomo.

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ALLEGATO 4

5-01438 Chimienti: Su alcuni siti archeologici presenti nella città di Vercelli.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Chimienti, unitamente ad altri onorevoli colleghi, chiede quali iniziative il Ministero intenda intraprendere per la valorizzazione di un'area di Vercelli interessata da ritrovamenti archeologici.
  Preciso, a tale proposito, che nell'area in parola è presente un affioramento di un contesto pertinente a un quartiere artigianale suburbano di età romana, le cui strutture, conservate esclusivamente per pochi tratti a livello di fondazione, sono associate a potenti depositi, ricchi di materiali di età romana, già asportati con metodo stratigrafico o in corso di indagine.
  La competente Soprintendenza archeologica del Piemonte, ha richiesto al Comune di Vercelli sin dal luglio 2012, a seguito dei primi affioramenti di strutture e stratigrafie di interesse archeologico, che fossero effettuati approfondimenti stratigrafici sull'area del cosiddetto opificio romano e che fosse eseguito uno scavo archeologico manuale sistematico in estensione, fino all'esaurimento delle giaciture archeologiche. Richiesta ribadita, con successive comunicazioni fino al giugno di quest'anno.
  Sugli esiti dell'indagine stratigrafica ancora in corso, la stessa Soprintendenza ha già fornito una preliminare comunicazione nel corso di una conferenza intitolata «Nuovi ritrovamenti di Vercelli romana». Una più approfondita notizia scientifica è attualmente in fase di stampa nel Notiziario dei Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte.
  Nel giugno di quest'anno è stato avviato il procedimento di verifica dell'interesse culturale, ai sensi dell'articolo 10 comma 3 e articolo 12 del Codice dei beni culturali, al fine di tutelare le strutture più rilevanti per la comprensione del sito. È tuttavia necessario segnalare che, a causa della modestissima conservazione dei resti murari, qualsiasi intervento conservativo e di valorizzazione in situ risulta difficilmente perseguibile.
  Fatte queste valutazioni, e considerando le motivate esigenze di carattere strutturale relative all'edificio in via di costruzione (Museo della Scherma), il Comune di Vercelli, a luglio di quest'anno, ha avanzato richiesta di parziale smontaggio di alcune strutture murarie del complesso.
  Nelle more della conclusione del procedimento di verifica dell'interesse culturale, la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte ha autorizzato, per ragioni di motivata urgenza, il cauto smontaggio di una parte delle strutture archeologiche. Ad ottobre la stessa Direzione regionale ha formulato al Comune di Vercelli una richiesta di integrazione documentale in merito alla pratica di smontaggio delle murature antiche, sospendendo i termini del procedimento.
  Gli Uffici sul territorio, in continua collaborazione con il Comune di Vercelli, stanno lavorando al fine di offrire tutti gli opportuni strumenti per la comprensione e la conoscenza del contesto antico del cosiddetto opificio, non solo presso il sito Pag. 58stesso ma soprattutto nel costituendo Museo Archeologico della Città di Vercelli, dove troveranno adeguata visibilità i siti e i materiali provenienti dal concentrico cittadino.
  A tal proposito la Soprintendenza archeologica ha dichiarato la propria disponibilità a una fattiva collaborazione con istituzioni scientifiche o enti di ricerca accreditati, per coniugare efficacemente esigenze di tutela del patrimonio e di ricerca scientifica e per favorire un confronto con le istituzioni culturali cittadine.
  Per quanto più propriamente riferito all'area dell'anfiteatro romano della città di Vercelli, sottoposta a vincolo con decreto ministeriale del 13 marzo 1999, vorrei riferire che la Soprintendenza scrivente sta operando lì già da tempo.
  La soluzione progettuale approvata, per quanto di specifica competenza archeologica, è orientata sia al recupero e alla valorizzazione del monumento antico, sia al mantenimento degli indici volumetrici edificatori già consentiti sull'area. Tale soluzione progettuale è stata elaborata tenendo in debito conto anche gli esiti dei sondaggi archeologici già eseguiti; sondaggi che consentono di escludere la presenza di resti antichi in talune aree. Resta ferma, inoltre, la prescrizione vincolante che obbliga all'assistenza archeologica continuativa da parte di operatori archeologi dotati delle necessarie qualifiche professionali, tutti gli scavi necessari alla realizzazione dei fabbricati.
  L'attuale progetto è stato l'esito di una lunga concertazione tra la Soprintendenza archeologica, il Comune di Vercelli e i proprietari dei fondi, nel rispetto delle norme di Piano Regolatore, dei diritti dei proprietari e in ossequio alla legislazione vigente in materia di tutela.
  Quando si sarà raggiunto l'obiettivo complesso e oneroso del pieno recupero del bene per la pubblica fruizione, potranno essere eventualmente considerate forme di collaborazione con le associazioni di volontariato locali per la valorizzazione di questa importante risorsa territoriale.
  Gli stessi funzionari archeologi, oltre a perseguire le finalità di tutela proprie dell'istituzione, sono impegnati nella divulgazione e nel confronto scientifico in merito agli esiti degli interventi archeologici condotti sul territorio. I resoconti sono pubblicati con cadenza annuale sul Notiziario della rivista d'istituto (Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, scaricabili anche dalla Digital Library del sito www.archeo.piemonte.beniculturali.it) e i risultati delle attività di studio e approfondimento sono oggetto di conferenze pubbliche, interventi in convegni e pubblicazioni scientifiche.