CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 dicembre 2013
146.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00794 Pilozzi: Sullo stato della sicurezza nel territorio dell'alto reatino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il controllo del territorio dei comuni della provincia di Rieti, da parte dell'Arma dei Carabinieri, viene assicurato dalle Stazioni di:
   Amatrice, con una forza organica di 8 unità, che opera sui comuni di Amatrice e Cittareale, ricollocata, dopo il sisma del 2009, presso un'altra infrastruttura sita nel centro del Comune stesso di Amatrice;
   Borbona, con una forza organica di 4 unità, che opera sui comuni di Borbona e Posta;
   Accumoli e Leonessa, che operano presso gli omonimi comuni attestate rispettivamente su una forza organica di 6 e 4 unità.

  Tali presidi, che dipendono dalla Compagnia Carabinieri di Cittaducale, dispongono di livelli di forza effettiva pari all'organico (ad eccezione della Stazione di Leonessa che dispone di 2 unità in meno rispetto alla forza organica) e non sono inseriti nei progetti di razionalizzazione attualmente allo studio.
  Peraltro, l'andamento della delittuosità relativa al territorio che rientra nella competenza della Stazione di Amatrice registra una diminuzione pari al 6,7 per cento, dei reati commessi nel 2012 rispetto al 2011, e una diminuzione del 21,5 per cento dei reati avvenuti nel periodo gennaio-luglio 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012.
  L'andamento della delittuosità relativa ai Comuni di Accumoli, Borbona, Posta e Leonessa, conferma, invece, l'assenza di specifiche criticità nell'area in esame.
  In considerazione di quanto finora rappresentato, non si ritiene opportuno, al momento, procedere all'istituzione di una Compagnia Carabinieri nel Comune di Amatrice, anche tenuto conto che i valori della forza organica dei richiamati presidi sono sostanzialmente equivalenti a quelli degli omologhi reparti della provincia di Rieti, caratterizzati da analoghi valori demografici e di superficie.
  Da tener presente, poi, altri due aspetti fondamentali correlati all'eventuale istituzione di un'ulteriore Compagnia Carabinieri nell'area: da un lato, si è in presenza di una generalizzata carenza di risorse conseguente all'adozione dei noti provvedimenti normativi in materia di spending review (blocco parziale del turn-over), dall'altro, l'eventuale istituzione di una Compagnia comporterebbe anche la creazione di unità devolute al sostegno logistico-amministrativo delle unità operative, con una inevitabile dispersione di risorse.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01012 Pes: Sulle esercitazioni militari svolte l'11 settembre 2013 in provincia di Oristano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'evento richiamato dall'Onorevole interrogante si è verificato nel corso di una missione addestrativa regolarmente programmata e autorizzata, di cui erano a conoscenza, ovviamente, le competenti autorità civili e militari.
  Tali attività addestrative sono regolate da direttive operative e di sicurezza del volo, in ottemperanza alle leggi vigenti in materia, il cui rispetto è garantito da uno scrupoloso controllo da parte degli organi preposti, al fine di salvaguardare la sicurezza del personale e della popolazione, oltre che la tutela ambientale del territorio.
  In particolare, l'addestramento aria-aria – che si svolge sul mare nell'area addestrativa sita a ovest della Sardegna – prevede l'applicazione di procedure e la condotta di tattiche per velivoli militari che simulano, sotto il controllo di sistemi dedicati, le varie fasi d'intercettazione e di difesa della propria area di responsabilità.
  Nello specifico, durante l'attività svolta da 4 velivoli NATO dell'aviazione tedesca è stata superata accidentalmente la velocità del suono (Mach 1), dando luogo a forti boati avvertiti nei diversi centri della provincia di Oristano.
  Tale circostanza, ripeto, del tutto accidentale, è stata determinata dalla complessità della missione.
  La percezione del fenomeno presso i centri urbani costieri è stata conseguenza dell'evento e di una concomitanza di fenomeni atmosferici correlati, principalmente, alle condizioni meteorologiche che hanno impedito la dissipazione della pressione provocata dal superamento accidentale della velocità del suono prima che l'onda di pressione toccasse il suolo generando il caratteristico fenomeno acustico.
  Non appena riscontrato quanto accaduto, l'attività di volo è stata immediatamente sospesa ed è stata inoltrata una formale comunicazione sia al Comandante tedesco del rischieramento che al Rappresentante locale della stessa Aeronautica Militare tedesca.
  Preme rassicurare l'Onorevole interrogante che, in fase di pianificazione di ogni missione, l'Aeronautica Militare pone in essere le opportune azioni per evitare l'insorgere di tali fenomeni acustici, fermo restando che, ad oggi, non è stata mai riscontrata alcuna situazione di carattere medico-sanitario legata a tale tipologia di eventi.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01121 Alberti: Sulle prospettive di riforma della giustizia militare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il terzo comma dell'articolo 103 della Costituzione recita testualmente: «I tribunali militari in tempo di guerra hanno la giurisdizione stabilita dalla legge. In tempo di pace hanno giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle Forze armate».
  Con tale espressa disposizione il legislatore costituente ha previsto l'esistenza di organi giurisdizionali militari, limitandone la giurisdizione in tempo di pace e demandando, per il tempo di guerra, la determinazione della stessa alla legge ordinaria, ed ha riconosciuto, al contempo, la necessità di una giurisdizione speciale che tenesse conto della specificità delle Forze armate.
  Tanto premesso, in merito all'ipotizzata riforma dell'apparato giurisdizionale militare, si osserva che la magistratura militare, per stare al passo con i tempi, deve attuare un processo virtuoso di riorganizzazione della spesa e razionalizzazione dell'organizzazione.
  Invero, già con la legge n. 244 del dicembre 2007 (legge finanziaria del 2008), le misure di razionalizzazione dell'apparato giudiziario, finalizzate al contenimento ed alla stabilizzazione della spesa pubblica, hanno visto proprio nella giurisdizione militare un primo privilegiato ambito applicativo.
  Infatti, con tale legge è stato previsto ed attuato un drastico ridimensionamento degli uffici giudiziari militari e dell'organico della magistratura militare, riducendolo da 103 alle attuali 58 unità e stabilendo la soppressione delle sedi giudiziarie militari di primo grado di La Spezia, Torino, Padova, Cagliari, Bari e Palermo, oltre che delle due sezioni distaccate della Corte militare di appello, rispettivamente in Verona e Napoli.
  Tale misura si era allora resa necessaria proprio nell'ottica di un contenimento della spesa pubblica e della correlata necessità di evitare una sottoutilizzazione di risorse umane e strutturali.
  Nell'attuale legislatura, le interessanti proposte di riforma, oggetto di discussione in varie sedi, sono finalizzate principalmente, operando una sorta di «reductio ad unum», ad una rivisitazione ed attualizzazione del codice militare di pace e della giurisdizione militare.
  La razionalizzazione della giurisdizione militare diventa, quindi, un obiettivo importante per il Governo, anche al fine di assicurare la tutela della specificità della condizione militare e di garantire la certezza delle situazioni giuridiche del personale militare impegnato nelle missioni internazionali.
  Sulla base di quanto osservato, non si ritiene di condividere l'asserzione contenuta nell'atto, in base alla quale «la stessa esistenza degli Uffici giudiziari militari deve ritenersi, istituzionalmente, storicamente e socialmente del tutto superata».
  Invero, le questioni opportunamente ed acutamente sollevate dall'Onorevole interrogante, investono delicate tematiche della giustizia militare e, in generale, della legge penale militare, che vanno affrontate organicamente, in un confronto costruttivo con tutte le parti in causa.
  Ben consapevoli dell'importanza di un percorso unitario di cui la magistratura militare deve essere, assieme al Ministro della Difesa, parte attiva del cambiamento, Pag. 42si sottolinea che le improcrastinabili misure di razionalizzazione dell'apparato giudiziario militare, finalizzate al contenimento ed alla stabilizzazione della spesa pubblica, dovranno essere indirizzate prioritariamente ad adeguare la magistratura militare al nuovo assetto dello strumento militare professionale nonché ai crescenti impegni delle Forze armate nei teatri operativi e nelle missioni internazionali.
  A testimonianza, in conclusione, del particolare interesse suscitato, in ambito parlamentare, dalla materia de qua, rendo noto che, nel corso della discussione sull'Atto Senato 1015, il Governo, accogliendo l'ordine del giorno C101 dei Senatori Russo, Casson e Anitori, si è impegnato a valutare la soppressione dei Tribunali militari di Verona e Napoli (mantenendo, quindi, solo quello di Roma) e dell'Ufficio militare di sorveglianza, con una discendente contrazione dell'organico della magistratura militare.
  Al riguardo, il Signor Ministro della Difesa ha disposto la costituzione di un gruppo di lavoro per la verifica delle ipotesi di razionalizzazione dell'ordinamento giudiziario militare.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-01124 Artini: Sulla chiusura della Scuola allievi carabinieri di Fossano (CON).

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Arma dei Carabinieri ha sviluppato, negli anni, un graduale processo di rinnovamento delle proprie strutture, perseguendo un programma di razionalizzazione dei settori logistico-gestionali finalizzato, precipuamente, al recupero di risorse a favore degli impieghi operativi.
  Peraltro, il blocco parziale del turn over, introdotto per il quadriennio 2012-2015 dal decreto legge n. 95/2012 (convertito nella legge n. 135/2012, cosiddetta «spending review»), ha significativamente decurtato l'entità delle assunzioni annualmente consentite all'Arma, riducendole al 20 per cento nel triennio 2012-2014 e al 50 per cento nel 2015.
  Sulla base di tali premesse e nella previsione che dal 2016 i reclutamenti non potranno, comunque, superare la soglia del turn over, l'Arma ha avviato la razionalizzazione degli Istituti di formazione – ridondanti rispetto alle esigenze addestrative – tenendo conto della capacità alloggiativa di ogni Scuola, dei costi di funzionamento e di manutenzione, nonché dell'esigenza di valorizzare ciascun compendio demaniale in relazione alla possibilità di collocare, all'interno dei sedimi, reparti operativi oggi accasermati in stabili di proprietà privata gravati da locazioni passive.
  Sulla scorta di tali parametri e valutate le condizioni generali delle infrastrutture, anche alla luce degli stringenti vincoli introdotti dalla «spending review» in materia di razionalizzazione degli spazi in uso alle Amministrazioni pubbliche, è stato considerato che le Scuole di Roma, Torino e Reggio Calabria, nei cui sedimi già oggi trovano collocazione altri reparti dell'Arma, non necessitano di particolari opere di rifunzionalizzazione.
  La Scuola di Fossano registra, invece, elevati costi di funzionamento annuali (circa 856.000 euro), cui si aggiunge la necessità d'immediati e radicali interventi per adeguamenti impiantistici, strutturali e tecnologici, la cui esecuzione non appare conveniente (stimati 830.000 euro).
  Tra l'altro, una parte preminente di questa struttura è oggetto di concreto interesse da parte dell'Esercito Italiano che intende procedere al rischieramento di un proprio reggimento, mentre un'altra parte dell'immobile sarà utilizzata per alloggiarvi la locale Compagnia territoriale, conseguendo il risparmio del relativo canone, pari a 70.000 euro annui.
  In tale quadro, nell'ottemperare a precisi obblighi posti dall'articolo 11, comma 2, del decreto-legge n. 95 del 2012 e, conferendo concreta attuazione ai criteri di razionalizzazione indicati dalla medesima disposizione, il Governo ha messo a punto il seguente percorso di riordino:
   soppressione delle Scuole Allievi di Benevento e di Fossano entro il 31 dicembre 2013, prevista dal d.P.R. 6 agosto 2013, n. 115, in materia di riordino delle scuole militari e degli istituti militari di formazione;
   utilizzazione in via prioritaria – per la formazione degli Allievi Carabinieri – delle Scuole di Roma, Torino e Reggio Calabria e impiego di quelle d'Iglesias e Campobasso per far fronte ad assunzioni Pag. 44di maggiore portata, oltre che per lo svolgimento di corsi di specializzazione e di aggiornamento per formatori.

  L'intera manovra di razionalizzazione degli assetti addestrativi consentirà:
   il recupero di 252 unità organiche (con riferimento alla soppressione della Scuola di Fossano, saranno recuperate 63 posizioni d'impiego prioritariamente orientate al potenziamento dei reparti operativi nell'ambito del territorio della stessa area geografica) da destinare alle preminenti attività di controllo del territorio e al parziale ristoro del rilevante deficit organico che l'Istituzione oggi registra, destinato progressivamente ad ampliarsi sino al 2016 per effetto, come già accennato, del blocco parziale del turn over;
   risparmi finanziari per oltre 1 milione di euro l'anno sul capitolo delle locazioni passive;
   economie gestionali annue per circa 1,6 milioni di euro, cui aggiungere il risparmio una tantum di oltre 2,6 milioni di euro altrimenti necessari per le opere di rifunzionalizzazione delle infrastrutture di Benevento e Fossano.

  Relativamente agli altri quesiti posti dall'Onorevole interrogante, faccio presente che:
   a Fossano sono impiegati 76 militari e a Torino, presso la caserma Cernaia, prestano servizio 71 Carabinieri;
   la chiusura della Scuola Allievi di Fossano, nonché il trasferimento e la ricollocazione del personale interessato, non comportano alcun costo;
   i costi della caserma Cernaia sono pari a circa 900.000 euro annui, compresi gli oneri riferibili alle utenze e ai lavori di manutenzione ordinaria/straordinaria;
   quanto all'opportunità di «modificare l'uso della caserma di Cernaia», devo osservare che, nell'ottica di adeguare gli attuali Enti addestrativi alle mutate e diminuite esigenze di formazione del personale, l'addestramento degli Allievi Carabinieri è oggi garantito dalla Legione Allievi di Roma, le cui dipendenti strutture sono distribuite su 7 Scuole, tutte in regime di demanio militare, tra cui quella di Torino - caserma Cernaia;
   in merito, poi, ai motivi per i quali «il Governo non consideri la scuola allievi di Fossano un'eccellenza da tutelare e salvaguardare», premesso che l'addestramento del personale è assolutamente prioritario nell'Arma dei Carabinieri – nella consapevolezza della sua determinante ricaduta sulla funzionalità dei comandi e dei reparti – è il caso di evidenziare che la Scuola Allievi di Cernaia continuerà a garantire la formazione e la specializzazione dei frequentatori, nel solco della tradizione e della indiscussa qualità della Scuola di Fossano.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-01192 Paolo Bernini: Sulla pubblicazione degli esiti dello Studio di impatto genotossico nelle unità militari (SIGNUM).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il progetto SIGNUM, acronimo di studio sull'Impatto Genotossico Nelle Unità Militari, costituisce l'iniziativa di ricerca più avanzata e scrupolosa promossa dall'Amministrazione Difesa.
  Il protocollo di una simile ricerca, mai prima messo in atto a livello mondiale, è il risultato di un ponderato lavoro di revisione scientifica promosso dal prof. Mandelli congiuntamente alla Sanità Militare e vede la partecipazione di prestigiose istituzioni nazionali, di rilievo scientifico assoluto.
  Il progetto ha lo scopo d'identificare possibili fattori di rischio a carico della popolazione militare impegnata nell'Operazione «Antica Babilonia» in teatro iracheno, utilizzando matrici biologiche (urine, capelli, sangue) per:
   valutare l'eventuale esposizione all'uranio impoverito e ad altri elementi genotossici ambientali noti;
   stimare se esiste un potenziale rischio di contrarre tumori indotti da agenti genotossici;
   acquisire una migliore conoscenza scientifica nel campo della tossicologia attraverso indagini su parametri bio-umorali.

  In particolare, si è ricercata la presenza di xenoelementi potenzialmente tossici (uranio, cadmio, asbesto, molibdeno, piombo, vanadio, wolfranio, zirconio) e di marcatori di danno biologico precoce che offrono vantaggi senza uguali per la valutazione dell'esposizione genotossica in ambienti a contaminazione complessa.
  Il monitoraggio del progetto è stato affidato ad un Comitato scientifico, costituito da rappresentanti del mondo militare e civile, presieduto dal prof. Amadori - Università di Roma Tor Vergata.
  Lo studio si svolge in due fasi: nella prima fase (tra il 2004 e il 2005) sono stati raccolti, su circa 1000 unità di volontari del contingente impiegato in Iraq, dei campioni stratificati in base all'età, area di nascita e tipologie d'impiego per essere rappresentativo dell'intero contingente.
  Campioni biologici (sangue, urine, capelli) sono stati prelevati sia sul territorio nazionale prima dell'impiego sia presso un laboratorio attrezzato ad hoc in Iraq, al termine della missione.
  Per tutti gli individui in studio sono state raccolte anche informazioni dettagliate su possibili esposizioni fuorvianti, incluso stile di vita, dieta, fumo, anamnesi patologica.
  I livelli di concentrazione totale di uranio impoverito misurati nel gruppo in studio sono risultati tali da non supportare ragionevolmente l'ipotesi di un'esposizione a tale metallo durante il periodo di missione in esame, coerentemente con il risultato del monitoraggio ambientale.
  Per quanto riguarda gli altri xenoelementi oggetto di esame, sono stati osservati modesti incrementi statisticamente significativi nelle concentrazioni di cadmio, molibdeno, nichel e zirconio, mentre diminuzioni, altrettanto statisticamente significative, sono stati osservate per quanto concerne arsenico, piombo, tungsteno e vanadio.
  Tali variazioni, di limitata importanza sotto il profilo tossicologico (i livelli medi di Pag. 46concentrazione riscontrati rientrano all'interno degli intervalli riportati nella letteratura come normali per le popolazioni non esposte professionalmente), possono essere verosimilmente ascritte a cambiamenti nelle abitudini di vita e alimentari tra le condizioni pre-impiego e post-impiego.
  In conclusione, le attività d'identificazione e di monitoraggio hanno evidenziato livelli d'inquinamento in teatro operativo, relativi ai vari elementi, inferiori alle soglie di sicurezza accettate per la popolazione generale italiana e il dosaggio degli agenti genotossici nei campioni biologici è risultato compatibile con i dati ambientali.
  Tali risultati suggeriscono l'opportunità di procedere con ulteriori studi mirati ad approfondire il ruolo, nell'induzione di eventi biologici precoci, di alcune variabili emerse nel corso dello studio, quali, ad esempio, lo stile di vita.
  Alla prima fase è seguita una seconda fase analitica, tuttora in corso, atta ad evidenziare:
   l'effettiva esposizione a uranio impoverito e ad altri elementi potenzialmente genotossici;
   la presenza o meno di esposizioni a sostanze mutagene e/o cancerogene.

  Tale fase si prefigge di mantenere sotto sorveglianza epidemiologica il personale che ha aderito al progetto mediante l'effettuazione, con cadenza annuale e in ogni caso su base volontaria, di accertamenti clinici e di laboratorio indirizzati particolarmente ad evidenziare l'insorgenza di patologie neoplastiche, consentendo di monitorare i vari parametri sanitari ed epidemiologici a lungo termine.
  Considerato che nel corso del prossimo anno scadranno i 10 anni di follow up, si sta valutando l'opportunità di ricostituire il Comitato scientifico del progetto, sia per valutare i risultati del follow-up sia, successivamente, per dichiarare ufficialmente concluso lo studio.
  Per quanto riguarda la divulgazione a livello mediatico della relazione finale, è intendimento del professor Amadori procedere alla pubblicazione dei suoi risultati su riviste mediche specializzate di rilevanza internazionale, al fine di sgombrare il campo da eventuali speculazioni.
  Per quel che concerne, invece, lo specifico quesito sui «motivi per i quali, ad oggi, non sono ancora stati pubblicati i risultati del progetto SIGNUM», è appena il caso di precisare che la relazione finale, dove sono riportati i risultati conclusivi della prima fase dello studio, è facilmente accessibile e consultabile su internet, digitando le parole «Progetto Signum».