CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 dicembre 2013
145.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
ALLEGATO

ALLEGATO

Risoluzione n. 7-00208 Manciulli e Scanu: Sulla Politica di difesa e di Sicurezza Comune (PSDC) in vista del Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2013.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni III e IV,
   premesso che:
    il Consiglio europeo che avrà luogo nei giorni 19 e 20 dicembre 2013, in attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2012, è stato convocato secondo un ordine del giorno che reca al primo punto la Politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC);
    la realizzazione della difesa europea rappresenta un presupposto necessario per l'avverarsi dell'unione politica dell'Europa;
    gli obiettivi del Consiglio europeo, come individuati nel 2012, sono relativi al rilancio dei tre pilastri: dell'efficacia operativa, intesa come capacità di risposta rapida ed efficace alle crisi in coerenza con l'approccio globale dell'Unione europeo, fondato sulle priorità della prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi; della capacità di difesa, costituita da capacità militari e civili, in un'ottica di pianificazione già a livello nazionale di una «messa in comune e condivisione» delle risorse; infine, di una più forte industria europea della difesa, più integrata e competitiva grazie ad un mercato più funzionante e ad attività di ricerca e sviluppo, e che oggi dà lavoro direttamente a circa 400.000 persone e fino a 960.000 persone nell'indotto;
    il 16 luglio 2013 la Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, a conclusione dell'esame della Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza «Politiche europee di vicinato: contribuire ad un partenariato più forte» (Join (2013) 4 final), ha approvato il documento finale ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento della Camera dei deputati, nell'ottica di prestare attenzione prioritaria agli obiettivi di sicurezza e di stabilità del bacino mediterraneo affinché esso acquisti per la difesa europea la centralità che riveste sotto il profilo strategico;
    il 19 novembre 2013 le Commissioni riunite affari esteri, difesa e politiche dell'Unione europea del Senato hanno approvato una risoluzione a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 50, 104 sulle linee comma 2 del Regolamento del Senato, dell'affare assegnato n. programmatiche e di indirizzo italiane in vista del prossimo Consiglio europeo 13); sulla Difesa che avrà luogo nel mese di dicembre 2013 (Doc. XXIV, n. 13);
    il 12 dicembre 2013 le Commissioni Difesa e Attività produttive della Camera dei deputati, a conclusione dell'esame della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente (COM(2013)542 final), hanno approvato il Pag. 12documento finale ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento della Camera dei deputati;
    sono in corso di svolgimento presso le Commissioni Affari esteri e Difesa della Camera, delle indagini conoscitive rispettivamente, sulla proiezione dell'Italia e dell'Europa nei nuovi scenari geopolitici – priorità strategiche e di sicurezza e sui sistemi d'arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre, anche alla luce della apprezzabile proposta di documento conclusivo già presentata su quest'ultima presso la Commissione difesa;
    va ricordato l'impegno assunto dall'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, per il rafforzamento dell'approccio globale dell'Unione europea fondato su un'analisi condivisa da tutti gli attori europei (istituzioni, Stati membri e Unione europea) che inquadri la nozione europea di «situazione di crisi potenziale» e che individui interessi, obiettivi e ruolo dell'UE; elabori una visione strategica unica e comune sui conflitti e sull'impegno futuro dell'UE nei diversi teatri; affidi centralità al lavoro di prevenzione mediante lo strumento diplomatico, l'allarme precoce e l'azione rapida; metta a disposizione tutte le capacità europee al servizio degli obiettivi comuni; definisca come impegno di lungo termine la costruzione di società pacifiche e resilienti; evidenzi i legami tra i diversi campi di intervento (sicurezza energetica, cambiamento climatico, flussi migratori, lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato o la riforma della governance economica mondiale); affidi un ruolo più forte alle delegazioni dell'Unione europea nel coordinamento del dialogo e della cooperazione con gli altri organismi multilaterali a partire dalle Nazioni unite, dalla NATO o dall'Unione africana, come pure con la società civile;
    alla luce del nuovo contesto internazionale minacce di tipo geopolitico appaiono minare in profondo la prospettiva di pace e sicurezza di lungo periodo per il continente europeo, e, pertanto, un sistema integrato di difesa europea, basato su efficienza, risparmio e su una comune volontà politica, costituisce un progetto non più rinviabile;
    la Sezione II del Trattato sull'Unione europea, come modificato dal Trattato di Lisbona, reca disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune, definita all'articolo 42 parte integrate della politica estera e di sicurezza comune e finalizzata ad assicurare all'Unione la disponibilità di una capacità operativa, ricorrendo a mezzi civili e militari, per il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale, conformemente ai principi della Carta delle Nazioni Unite;
    tra le maggiori novità introdotte dal Trattato di Lisbona, ai fini della realizzazione della difesa comune europea, rientra lo strumento delle cooperazioni rafforzate, da istituire affinché gli Stati membri, legati l'uno all'altro sulla base di un'esplicita clausola di solidarietà, partecipano a missioni, militari e umanitarie;
    anche il comma 3 del medesimo articolo 42 del TUE dichiara l'impegno degli Stati membri al miglioramento progressivo delle rispettive capacità militari avvalendosi del ruolo esercitato dall'Agenzia europea per la difesa, anche per quanto concerne la individuazione delle specifiche esigenze operative;
    il secondo comma del citato articolo 42 del TUE affida la realizzazione della difesa comune ad una deliberazione unanime del Consiglio europeo e ad una decisione degli Stati membri che sia conforme alle rispettive norme costituzionali;
    ciò appare in piena coerenza, pertanto, con l'ordinamento giuridico del nostro Paese fondato sull'articolo 11 della Costituzione e sulla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, da cui è derivata una Pag. 13partecipazione dell'Italia a missioni internazionali ogniqualvolta che dall'assenza di impiego dello strumento militare sarebbero potute derivare tragedie umanitarie o processi di grave destabilizzazione geopolitica, anche in virtù della definizione di un «modello italiano» in cui sono pienamente integrate le componenti civile e militare;
    occorre operare nell'ambito del percorso di attuazione delle conclusioni che saranno adottate dal Consiglio europeo e che avrà per protagonista, nel secondo semestre del prossimo anno, la presidenza di turno dell'UE da parte dell'Italia, in una fase di rinnovo delle istituzioni europee, con particolare riferimento al Parlamento europeo, alla Commissione europea e allo stesso Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza;
    nel più recente intervento del Presidente del Consiglio dei ministri presso l'Assemblea della Camera dei deputati l'11 dicembre 2013, è stata sottolineata l'esigenza che l'Italia rappresenti un fattore di stabilità nei confronti del Mediterraneo e dei Paesi del vicinato orientale, nonché un attore globale capace di difendere e promuovere i suoi interessi e i suoi valori con politiche di sicurezza e difesa nel quadro degli impegni derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea e alle maggiori organizzazioni internazionali e regionali;
    va ribadito l'impegno a proseguire il processo di spending review in corso secondo modalità compatibili con le esigenze di efficienza ed interoperabilità dello strumento militare, provvedendo a graduare le misure di riduzione della spesa militare in modo sostenibile per l'Italia e funzionale alle priorità e agli impegni che saranno assunti in sede europea;
    è necessario condurre una mappatura nazionale dei settori essenziali dell'industria nazionale della difesa, idonei a garantire livelli di competitività anche in futuro;
    le prospettive di ristrutturazione e di crescita dell'industria della difesa devono inserirsi in un quadro coerente, volto a tutelare la strategicità del settore, anche in termini di creazione di posti di lavoro e di rafforzamento delle capacità competitive rispetto ai maggiori concorrenti internazionali;
    va ribadita l'esigenza che il nostro Paese si doti di un proprio Libro bianco sulla difesa, essenziale per definire, in sinergia con l'analoga iniziativa preannunziata in sede di Unione europea dall'Alto Rappresentante, gli obiettivi di difesa e sicurezza dell'Italia, e da compilare con il pieno coinvolgimento delle Commissioni parlamentari competenti come anche dei settori produttivi e della società civile, come peraltro auspicato di recente dal Consiglio supremo di difesa;
    sul versante parlamentare si esprime un riconoscimento unanimemente condiviso dalle forze politiche sugli strumenti normativi previsti anche dalla recente riforma sulla revisione dello strumento militare e finalizzati ad assicurare il controllo parlamentare sul corretto ed efficiente utilizzo delle risorse destinate al finanziamento dei programmi di armamento, in considerazione del carattere di investimento strategico che tali programmi rivestono per la difesa nazionale e per lo sviluppo tecnologico e produttivo del nostro Paese, nonché in un'ottica di sempre maggiore collaborazione interistituzionale tra Governo e Parlamento, fondata sul dialogo, sulla trasparenza e sulla responsabilità;
    è condivisa l'urgenza di avviare un ampio dibattito europeo sui temi della difesa al fine di coinvolgere i cittadini nelle necessarie scelte da compiere, anche sul piano finanziario, evidenziandone i ritorni di tipo civile e funzionali al superamento della crisi economica;
    occorre rafforzare le istanze di controllo democratico sulla PESC-PSDC, sviluppando le funzioni e le competenze della relativa Conferenza interparlamentare, Pag. 14anche in vista della riunione che avrà luogo nell'ambito del semestre italiano di presidenza,

impegnano il Governo

  a promuovere, in sede europea, un'azione volta a colmare le lacune del sistema della difesa europea e:
   a) quanto al primo pilastro, relativo all'efficienza operativa, a promuovere, altresì:
    1) l'elaborazione di un nuovo Strategy Paper con una visione europea compiuta sulle nuove minacce di tipo geostrategico, con specifico riferimento al Mediterraneo e al Sahara, e sulle conseguenti misure da adottare sul terreno della PESC e della PSDC per garantire al continente europeo il mantenimento di pace e sicurezza anche nel lungo periodo;
    2) la piena implementazione dello strumento delle cooperazioni rafforzate nel settore della difesa e il potenziamento delle forze di pronto intervento;
    3) l'individuazione, con il supporto dell'Agenzia europea per la difesa, degli investimenti e dei progetti industriali condivisi, da porre in essere promuovendo partnership industriali, in modo da coinvolgere tutto il tessuto produttivo europeo, evitando la sovrapposizione di programmi d'arma;
    4) la messa a sistema delle risorse comuni fra i Paesi dell'Unione, come le strutture addestrative e i poligoni, anche al fine di ridurre progressivamente il peso delle servitù militari sul nostro Paese;
   b) quanto al secondo pilastro, relativo alla capacità di difesa, ad assicurare:
    1) l'effettivo avvio di programmi europei a sostegno delle capacità comuni nel campo della sorveglianza aerea satellitare, affiancando le capacità nazionali con nuove iniziative comuni;
    2) il rafforzamento delle attività di ricerca e sviluppo, e, in questo quadro, la produzione europea nel settore navale ed in quello aeronautico ad alta tecnologia, garantendo continuità e sostegno ai consorzi europei esistenti e prevedendone la costituzione di nuovi a partire dal settore dei droni;
    3) l'impegno comune sullo sviluppo di capacità-chiave, come il rifornimento in volo e la cyber difesa;
    4) la valorizzazione delle sinergie tra difesa militare e difesa civile nella prospettiva da tempo sostenuta dall'Italia in sede europea di un concetto integrato della difesa;
   c) quanto al terzo pilastro, relativo all'industria della difesa, a promuovere:
    1) il riconoscimento dell'importanza di misure a sostegno delle piccole e medie imprese, anche al fine di facilitare l'accesso ad opportunità di ricerca e sviluppo, soprattutto in vista del programma Horizon 2020;
    2) l'impegno per la sicurezza degli approvvigionamenti e la correlata esigenza di una piena applicazione della direttiva sui trasferimenti intracomunitari;
    3) lo scambio di informazioni su sistemi di controllo nazionale degli investimenti esteri in imprese strategiche per la difesa;
    4) la valorizzazione delle sinergie tra ricerca civile e militare nel settore delle tecnologie ad uso duale in modo da sviluppare capacità dual use anche negli assetti operativi della Difesa;
    5) la cooperazione nel settore dei processi di standardizzazione e certificazione, in cui l'Italia vanta un particolare livello di eccellenza;
    6) una politica europea di protezione della proprietà intellettuale e delle regole di ingaggio societario.
(8-00031) «Manciulli, Scanu, Amendola, Quartapelle Procopio, Marazziti, Cicu, Picchi, Cirielli, Villecco Calipari».