CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 dicembre 2013
135.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014) (C. 1865 Governo, approvato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (C. 1866 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).

EMENDAMENTI

ART. 1.

  Sopprimere il comma 10.
1865/X/1. 1. Fantinati, Prodani, Mucci, Crippa, Da Villa, Vallascas, Della Valle, Petraroli.

  Sopprimere il comma 26.
1865/X/1. 2. Della Valle, Fantinati, Prodani, Mucci, Crippa, Da Villa, Vallascas, Petraroli.

  Il comma 33 è sostituito dal seguente:
  33. Al fine di favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, una somma pari ad almeno l'otto per cento del diritto annuale riscosso nell'anno 2013 dalle camere di commercio è destinata per ciascuno degli anni 2014, 2015, 2016 al rafforzamento patrimoniale dei Confidi, di cui all'articolo 13, comma 1, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, anche utilizzando il fondo di perequazione di cui all'articolo 18, comma 9 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, così come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23. Per le medesime finalità è destinata una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a) della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per un ammontare complessivo di euro 85 milioni di euro per l'anno 2014, di 85 milioni di euro per l'anno 2015 e 85 milioni di euro per l'anno 2016. I contributi del Fondo di garanzia sono Pag. 269erogati in misura non superiore all'1 per cento delle garanzie in essere dei Confidi, come risulta dall'ultimo bilancio approvato nell'anno precedente all'erogazione.
1865/X/1. 3. Benamati, Terrosi, Senaldi, Montroni, Petitti, Cani, Donati, Bini.

  All'articolo 1, sono apportate le seguenti modifiche:
   a) al comma 32, secondo periodo, sostituire «600» con «825»;
   b) il comma 33 è sostituito dal seguente:
  «Il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa notifica alla Commissione europea e autorizzazione da parte della stessa, definisce con proprio decreto misure volte a favorire i processi di crescita dimensionale e di rafforzamento della solidità patrimoniale dei confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, ovvero di quelli che realizzano operazioni di fusione finalizzate all'iscrizione nell'elenco o nell'albo degli intermediari vigilati dalla Banca d'Italia. All'attuazione delle misure di cui al precedente periodo si provvede a valere sulle risorse del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, nei limiti dell'importo di 225 milioni di euro. Le disponibilità precitate possono essere incrementate da eventuali risorse messe a disposizione da Regioni, enti pubblici e Camere di commercio sulla base di Convenzioni stipulate con il Ministero dello sviluppo economico e con il Ministero dell'economia e delle finanze nonché da risorse derivanti dalla programmazione comunitaria per il periodo 2014-2020.».
   c) dopo il comma 33 è aggiunto il seguente:
  «33-bis. Una somma pari a 70 milioni di euro per l'anno 2014, a 70 milioni di euro per l'anno 2015 e 70 milioni di euro per l'anno 2016 è destinata dal sistema delle Camere di commercio al sostegno dell'accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso il rafforzamento dei Confidi, ivi compresi quelli non sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia, anche utilizzando una quota della dotazione annuale del fondo di perequazione di cui all'articolo 18, comma 9 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, così come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 23. I criteri e le modalità di attuazione e di monitoraggio del presente comma sono definiti con il decreto di cui all'articolo 18, comma 9 della precitata legge 29 dicembre 1993, n. 580».
1865/X/1. 3. (nuova formulazione) Benamati, Terrosi, Senaldi, Montroni, Petitti, Cani, Donati, Bini.
(Approvato)

  All'articolo 1, il comma 33 è sostituito dal seguente:
  Al fine di favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, è destinata una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per un ammontare di 100 milioni di euro per l'anno 2014, 150 milioni di euro per l'anno 2015 e 200 milioni di euro per l'anno 2016 con la finalità di patrimonializzare i Confidi. Previa autorizzazione della Commissione europea, con decreto di natura non regolamentare del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono adottate le disposizioni di attuazione del presente comma e definiti i requisiti di accesso per i Confidi.
1865/X/1. 4. Oliverio.

  Al comma 74, infine aggiungere il seguente periodo: La disposizione non si applica per il soggetto privato che ha Pag. 270realizzato l'impianto non in qualità di concessionario pubblico.

  Conseguentemente, sopprimere il comma 75.
1865/X/1. 5. Vallascas, Crippa, Fantinati, Da Villa, Prodani, Mucci, Della Valle, Petraroli.

  Sopprimere il comma 99.
1865/X/1. 6. Crippa, Vallascas, Fantinati, Da Villa, Vallascas, Prodani, Mucci, Della Valle, Petraroli.

  Dopo il comma 102, aggiungere il seguente:
  102-bis. All'articolo 1 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, il comma 137 è abrogato.

  Conseguentemente, alla Tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:
   2014: – 13.000;
   2015: – 14.000;
   2016: – 16.000.
1865/X/1. 7. Peluffo, Benamati, Senaldi.
(Approvato)

  All'articolo 1, dopo il comma 204, è aggiunto il seguente:
  204-bis. Il comma 6 dell'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010 n. 23, è sostituito dal seguente:
  «6. Al fine di garantire la partecipazione del sistema camerale agli obiettivi di contenimento della finanza pubblica e ai relativi risparmi di spesa applicabili, ciascuna Camera di commercio, l'Unione italiana delle camere di commercio e le singole Unioni regionali possono effettuare variazioni compensative tra le diverse tipologie di spesa, garantendo il conseguimento di tali obiettivi e l'eventuale versamento dei risparmi al bilancio dello stato. Il collegio dei revisori dei singoli enti attesta il conseguimento degli obiettivi di risparmio e le modalità compensative tra le diverse tipologie di spesa.».
* 1865/X/1. 8. Benamati, Senaldi, Montroni, Petitti, Cani, Bini.
(Approvato)

  All'articolo 1, dopo il comma 204, è aggiunto il seguente:
  204-bis. Il comma 6 dell'articolo 18 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, come modificata dal decreto legislativo 15 febbraio 2010 n. 23, è sostituito dal seguente:
  «6. Al fine di garantire la partecipazione del sistema camerale agli obiettivi di contenimento della finanza pubblica e ai relativi risparmi di spesa applicabili, ciascuna Camera di commercio, l'Unione italiana delle camere di commercio e le singole Unioni regionali possono effettuare variazioni compensative tra le diverse tipologie di spesa, garantendo il conseguimento di tali obiettivi e l'eventuale versamento dei risparmi al bilancio dello stato. Il collegio dei revisori dei singoli enti attesta il conseguimento degli obiettivi di risparmio e le modalità compensative tra le diverse tipologie di spesa.».
* 1865/X/1. 9. Oliverio.
(Approvato)

  All'articolo 1, dopo il comma 381, è aggiunto il seguente:
  381-bis. All'articolo 4, comma 6, ultimo periodo, del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95 convertito in legge 7 agosto 2012 n. 135, in fine, sono aggiunte le seguenti parole: «e gli enti del sistema camerale».
1865/X/1. 10. Benamati, Senaldi, Montroni, Petitti, Bini, Cani.
(Approvato)

Pag. 271

  Alla tabella A, voce Ministero dell'economia e delle finanze, apportare le seguenti variazioni:
   2014: – 7.000;
   2015: – 7.000;
   2016: – 7.000.

  Conseguentemente, alla tabella C, Missione Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo, Programma Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese promozione del made in Italia, voce Ministero dello Sviluppo economico, legge n. 549 del 1995: Misure di razionalizzazione della finanza pubblica – articolo 1, comma 43: Contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (4.2 – cap. 2501), apportare le seguenti variazioni:
  2014:
   CP: + 7.000;
   CS: + 7.000;

  2015:
   CP: + 7.000;
   CS: + 7.000;

  2016:
   CP: + 7.000;
   CS: + 7.000.
1865/X/Tab. A. 1. Benamati, Senaldi, Montroni, Cani, Bini.

TABELLA C

  Alla Missione «Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo».
  Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del made in Italy.
  Ministero dello sviluppo economico.
  Legge n. 549 del 1995: Misure di razionalizzazione della finanza pubblica.
  Art. 1, comma 43: contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (4.2 – cap. 2501).
  2014:
   CP + 2.000;
   CS + 2.000;

  2015:
   CP + 5.000;
   CS + 5.000;

  2016:
   CP + 5.000;
   CS + 5.000.

  Conseguentemente, l'autorizzazione di spesa relativa al fondo per gli interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5 del decreto legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307 è ridotta di 2 milioni per l'anno 2014 e 5 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016.
1865/X/Tab. C.1. (nuova formulazione) Benamati, Senaldi, Montroni, Cani, Bini.
(Approvato)

  Alla tabella 3, stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, missione: Fondi da ripartire programma 10.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2014:
   CP: – 10.000.000;
   CS: – 10.000.000;

  2015:
   CP: – 3.000.000;
   CS: – 3.000.000;

  2016:
   CP: – 10.000.000;
   CS: – 10.000.000.

  Conseguentemente, alla medesima tabella, missione Competitività e sviluppo delle imprese programma: 1.1 Regolamentazione, incentivazione dei settori imprenditoriali, Pag. 272riassetti industriali, sperimentazione tecnologica, lotta alla contraffazione, tutela della proprietà industriale, apportare le seguenti variazioni:
  2014:
   CP: + 10.000.000;
   CS: + 10.000.000;

  2015:
   CP: + 3.000.000;
   CS: + 3.000.000;

  2016:
   CP: + 10.000.000;
   CS: + 10.000.000.
1866/X/Tab. 3. 1. Lacquaniti, Matarrelli, Ferrara.

  Alla tabella 3, stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, missione: Fondi da ripartire programma 10.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2014:
   CP: – 10.000.000;
   CS: – 10.000.000;

  2015:
   CP: – 3.000.000;
   CS: – 3.000.000;

  2016:
   CP: – 10.000.000;
   CS: – 10.000.000.

  Conseguentemente, alla medesima tabella, missione Sviluppo e riequilibrio territoriale programma: 2.1 Politiche per lo sviluppo economico ed il miglioramento istituzionale delle aree sottoutilizzate, apportare le seguenti variazioni:
  2014:
   CP: + 10.000.000;
   CS: + 10.000.000;

  2015:
   CP: + 3.000.000;
   CS: + 3.000.000;

  2016:
   CP: + 10.000.000;
   CS: + 10.000.000.
1866/X/Tab. 3. 2. Lacquaniti, Matarrelli, Ferrara.

  Alla tabella 3, stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, missione: Fondi da ripartire programma 10.1 – Fondi da assegnare, apportare le seguenti variazioni:
  2014:
   CP: – 10.000.000;
   CS: – 10.000.000;

  2015:
   CP: – 3.000.000;
   CS: – 3.000.000;

  2016:
   CP: – 10.000.000;
   CS: – 10.000.000.

  Conseguentemente, alla medesima tabella, missione Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo programma: 4.2 Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del made in Italy, apportare le seguenti variazioni:
  2014:
   CP: + 10.000.000;
   CS: + 10.000.000;

  2015:
   CP: + 3.000.000;
   CS: + 3.000.000;

  2016:
   CP: + 10.000.000;
   CS: + 10.000.000.
1866/X/Tab. 3. 3. Lacquaniti, Matarrelli, Ferrara.

Pag. 273

ALLEGATO 2

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014) (C. 1865 Governo, approvato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (C. 1866 Governo, approvato dal Senato) e relativa nota di variazioni (C. 1866-bis, Governo approvato dal Senato).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).

RELAZIONI APPROVATE DALLA X COMMISSIONE

  La X Commissione Attività produttive, commercio e turismo,
   esaminata la Tabella 2 relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016, del disegno di legge di bilancio (C. 1866 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato) e le connesse parti della legge di stabilità 2014 (C. 1865 Governo, approvato dal Senato) in relazione alle parti di competenza della Commissione,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con la seguente osservazione:
   a) valuti la Commissione V, nel quadro delle compatibilità e degli equilibri della finanza pubblica, la possibilità di procedere al rafforzamento della dotazione del capitolo 7380 dello stato di previsione del MEF e relativo alle somme da assegnare all'Istituto Italiano di Tecnologia per le sue finalità di promozione dello sviluppo tecnologico e della formazione avanzata del Paese, funzionali in raccordo con le politiche nazionali della scienza e della tecnologia – alla transizione del sistema produttivo verso assetti tecnologici d'avanguardia.

  La X Commissione Attività produttive, commercio e turismo,
   esaminata la Tabella n. 3, relativa allo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016, del disegno di legge di bilancio (C. 1866 Governo, approvato dal Senato e relativa Pag. 274nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato) e le connesse parti della legge di stabilità 2014 (C. 1865 Governo, approvato dal Senato) in relazione alle parti di competenza della Commissione;
   preliminarmente sottolineata l'esigenza che le suddette disposizioni efficacemente concorrano all'accelerazione ed al rafforzamento del percorso di transizione dal tempo della recessione al tempo del ritorno alla crescita, consentendo così tanto di dare risposta alle esigenze di coesione sociale e territoriale del Paese, quanto di perseguire il consolidamento strutturale degli equilibri della finanza pubblica;
   valutati, in particolare, l'autorizzazione di spesa di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015 e di 100 milioni di euro per l'anno 2016 per i contratti di sviluppo nel settore industriale e nel settore turistico, di cui al comma 11, l'incremento della dotazione del Fondo per la crescita sostenibile di 100 milioni di euro per l'anno 2014 e di 50 milioni di euro per l'anno 2015, di cui al comma 12; l'incremento della dotazione del Fondo rotativo per l’ internazionalizzazione delle imprese di 50 milioni di euro per l'anno 2014 di cui al comma 13 e il rifinanziamento per l'importo di 200 milioni di euro nel 2014 del Fondo 295/1973, gestito da Simest e destinato all'erogazione di contributi in conto interessi a sostegno delle esportazioni a pagamento differito e dei processi di internazionalizzazione, di cui al comma 14;
   valutate, ancora, le disposizioni recanti la riassegnazione al Ministero dello sviluppo economico, per la destinazione ai medesimi fini, delle somme restituite dalle imprese beneficiarie dei finanziamenti concessi al settore aeronautico, ai sensi della legge 24 dicembre 1985, n. 808, di cui al comma 15; l'autorizzazione di contributi ventennali di 40 milioni di euro a partire dall'anno 2014, di 110 milioni di euro a partire dall'anno 2015, di 140 milioni di euro a partire dall'anno 2016 al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale e nel quadro di una politica comune europea, consolidando strategicamente l'industria navalmeccanica ad alta tecnologia, di cui al comma 21, nonché l'autorizzazione di due contributi ventennali, rispettivamente di 30 milioni di euro a decorrere dal 2014 e di 10 milioni di euro a decorrere dal 2015, per il finanziamento dei programmi di ricerca e sviluppo di cui all'articolo 3 della legge 24 dicembre 1985, n. 808, di cui al comma 22;
   valutate altresì con favore l'introduzione di un nuovo sistema integrato di finanziamento e assicurazione – denominato export banca – volto a promuovere l'internazionalizzazione delle imprese attraverso l'attivazione delle risorse di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. mediante operazioni assistite e garantite da SACE o da altro istituto assicurativo le cui obbligazioni siano garantite da uno Stato, recata dal comma 27; la disposizione di cui al comma 29 concernente la possibilità che Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. acquisti titoli emessi nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione di crediti verso piccole e medie imprese ed assistiti da garanzia dello Stato a valere sulle disponibilità del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, nonché le norme di cui ai commi 31 (istituzione del Sistema nazionale di garanzia ricomprendente il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, la Sezione speciale di garanzia «Progetti di Ricerca e Innovazione» e il Fondo di garanzia per la prima casa – con una dotazione di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015, 2016) e 32 (assegnazione di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese);
   rilevate alcune criticità in relazione al comma 33 concernente l'istituzione, presso Unioncamere, di un Fondo con finalità di patrimonializzazione dei confidi vigilati da Banca d'Italia o dei confidi che realizzino operazioni di fusione finalizzate Pag. 275all'iscrizione nell'elenco o nell'albo degli intermediari vigilati da Banca d'Italia nei 24 mesi successivi alla data di entrata in vigore della legge, con una dotazione di 100 milioni di euro per il 2014, di 150 milioni di euro per il 2015, di 200 milioni di euro per il 2016, derivanti, in parti uguali, da una quota del diritto annuale camerale e da una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese;
   acquisiti i chiarimenti resi dal Governo alla Commissione circa il carattere di norma di interpretazione autentica delle disposizioni di cui ai commi 74 e 75, nonché la conferma ancora resa dal Governo alla Commissione circa il fatto che la proroga – di cui al comma 100 – di talune disposizioni del decreto del Ministro dello sviluppo economico 5 luglio 2012 in materia di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili per impianti ricadenti in zone che, nel corso degli anni 2012 e 2013, siano state riconosciute come colpite da eventi calamitosi riguardi impianti già iscritti nel registro del GSE ai fini del quinto conto energia;
   acquisite, inoltre, le valutazioni rese dal Governo alla Commissione circa le disposizioni di cui al comma 99 concernenti l'indirizzo all'Autorità per l'energia elettrica ed il gas di procedere, con effetto dal 2014, alla definizione delle modalità di integrazione del corrispettivo per la remunerazione della capacità elettrica di cui all'articolo 5, comma 5, del decreto legislativo 19 dicembre 2003, n. 379, senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell'energia elettrica ed anche disponendo un'adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico;
   condivise le suddette valutazioni relative al comma 99, poiché da esse emerge la conferma dell'esigenza di una risposta al problema reale della remunerazione della capacità elettrica, occorrendo dunque, ai fini dell'efficacia della risposta medesima, che si agisca sulla base del presupposto di una attenta valutazione dell'effettivo fabbisogno di riserva di capacità e che si punti – in collaborazione con l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas – alla messa in opera, sia in fase di transizione che a regime, di un mercato della capacità caratterizzato da meccanismi trasparenti di remunerazione della riserva, scongiurando così il rischio – avvistabile nell'attuale formulazione del comma 99 – di interventi a pioggia in una situazione di sovracapacità del sistema, interventi peraltro suscettibili di possibili censure sotto il profilo della disciplina comunitaria degli aiuti di Stato;
   richiamata l'esigenza che, entro ed oltre il perimetro della legge di stabilità 2014, si proceda:
    alla costante verifica dell'adeguatezza del profilo temporale di allocazione delle risorse destinate al cofinanziamento dei fondi strutturali e del Fondo per lo sviluppo e la coesione rispetto alle necessità della più tempestiva attivazione di qualificati investimenti, del coerente avanzamento operativo delle linee di programmazione, del rispetto dei tempi di verifica e di rendicontazione;
    al rifinanziamento ed al potenziamento del regime di agevolazione fiscale in favore delle imprese aderenti ad un contratto di rete, di cui ai commi 2-quater e 2-quinquies dell'articolo 42 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
    al più determinato impulso all'avanzamento dell'agenda digitale quale processo propulsivo di innovazione e di produttività, di crescita ed occupazione;
    al rafforzamento dell'industria aerospaziale italiana anche attraverso l'assegnazione di maggiori risorse per le finalità di cui alla legge n. 808 del 1995,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con le seguenti condizioni:
   a) in considerazione della rilevanza delle disposizioni recate dai commi 29, 31, Pag. 27632 e 33, ma anche del loro impatto sulle finalità istituzionali e sulle disponibilità del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, preveda la V Commissione un contestuale ed adeguato rafforzamento delle dotazioni di detto Fondo attraverso l'ulteriore ricorso alle risorse dei fondi strutturali comunitari e del Fondo sviluppo e coesione;
   b) in considerazione dell'impatto delle disposizioni di cui al comma 33 sul principio dell'autonomia funzionale del sistema camerale, nonché della necessità che gli interventi di patrimonializzazione dei confidi possano riguardare anche la platea dei confidi non vigilati, provveda la V Commissione ad una conseguente riformulazione di detto comma, in linea con l'emendamento approvato dalla Commissione;
  e con le seguenti osservazioni:
   a) in considerazione delle criticità di cui al comma 99 richiamate in premessa, verifichi la V Commissione la possibilità di una conseguente riformulazione di detto comma;
   b) valuti la V Commissione le più opportune modalità per la formalizzazione – nel quadro delle compatibilità e degli equilibri della finanza pubblica – del principio di automatica destinazione alla riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro di una significativa quota parte delle risorse tempo per tempo derivanti dagli avanzamenti realizzati sul fronte della spending review, così come sul versante dell'azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione fiscale;
   c) valuti la V Commissione – nel quadro delle compatibilità e degli equilibri della finanza pubblica – la possibilità di procedere alla stabilizzazione degli sgravi fiscali IRPEF per gli interventi di ristrutturazione edilizia, per l'efficienza energetica – intanto confermati, per il 2014, rispettivamente nella misura del 50 per cento e del 65 per cento – e per l'adeguamento antisismico, nonché l'estensione di detti sgravi ad interventi per l'efficienza idrica e per la risposta all'emergenza amianto, secondo le previsioni di cui all'articolo 15 della legge n. 90/2013;
   d) valuti la V Commissione – nel quadro delle compatibilità e degli equilibri della finanza pubblica – la possibilità di non limitare al solo 2013 la deducibilità, nella misura del 30 per cento, dell'IMU gravante sugli immobili strumentali dalla base imponibile IRES ed IRPEF, nella prospettiva di una compiuta deducibilità dell'imposta anche dalla base imponibile IRAP.

  La X Commissione Attività produttive, commercio e turismo,
   esaminata la Tabella n. 7, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016, del disegno di legge di bilancio (C. 1866 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato) e le connesse parti della legge di stabilità 2013 (C. 1865 Governo, approvato dal Senato) in relazione alle parti di competenza della Commissione, concernenti il settore della ricerca applicata;
   richiamata l'esigenza di procedere, entro e non oltre il perimetro della legge di stabilità 2014, alla valorizzazione degli strumenti del credito di imposta e dei voucher per l'impulso ai processi di innovazione e ricerca promossi tanto dalle grandi imprese, quanto dall'intera platea dell'impresa diffusa,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  La X Commissione attività produttive, commercio e turismo,
   esaminata, per le parti di competenza, la Tabella n. 13 relativa allo stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-Pag. 2772016, del disegno di legge di bilancio (C. 1866 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato) e le connesse parti della legge di stabilità 2014 (C. 1865 Governo, approvato dal Senato);
   richiamata l'esigenza di procedere, entro e oltre il perimetro della legge di stabilità 2014, ad un rafforzamento delle dotazioni finanziarie della Missione 31 «Turismo» e del collegato programma «Sviluppo e Competitività del Turismo» – attualmente attestate nell'ordine dei 30 milioni di euro all'anno per ciascuno degli anni 2014, 2015, 2016 – coerente con le riconosciute potenzialità di sviluppo del settore,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con le seguenti osservazioni:
   a) valuti la V Commissione – nel quadro delle compatibilità e degli equilibri della finanza pubblica – la possibilità di prevedere una specifica ed adeguata dotazione di risorse a sostegno dei processi di ristrutturazione degli edifici alberghieri finalizzati, in particolare, all'adeguamento antincendio ed al consolidamento antisismico;
   b) valuti la V Commissione – nel quadro delle compatibilità e degli equilibri della finanza pubblica – la possibilità di procedere ad un adeguato finanziamento dei buoni vacanze di cui all'articolo 27 del decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79;
   c) valuti la V Commissione – nel quadro delle compatibilità e degli equilibri della finanza pubblica – la possibilità di intervenire sul corpo delle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 12, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, annoverando anche l'ENIT-Agenzia nazionale del turismo, in ragione delle sue finalità istituzionali, tra i soggetti non sottoposti a stringenti vincoli di spesa per lo svolgimento di missioni all'estero e contestualmente provvedendo al conseguente rafforzamento delle dotazioni di pertinenza dell'ENIT medesimo.

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ALLEGATO 3

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014) (C. 1865 Governo, approvato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (C. 1866 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tab. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEI DEPUTATI FANTINATI, MUCCI, DELLA VALLE, PRODANI, CRIPPA, PETRAROLI E VALLASCAS

  La X Commissione permanente,
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge A.C. 1866, «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016» (Tabella n. 3) e le parti corrispondenti del disegno di legge A.C.1865, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)»;
   premesso che:
    la legge di stabilità dal punto di vista finanziario, in termini aggregati, resta neutrale sui saldi, aumentando il suo impatto redistributivo dagli originari 12,5 ai 15 miliardi;
    ma la questione più problematica è sotto il profilo delle coperture finanziarie, oltreché del merito. Per quanto riguarda il primo aspetto, come ha rilevato la CGIA di Mestre, si paventa un duplice rischio: la possibilità di non rispettare l'indicazione di incassare 1.525 milioni di euro entro la fine di novembre (925 di maggiore IVA e 600 di sanatoria sui giochi), con la conseguente attivazione della clausola di salvaguardia, che prevede inasprimenti fiscali a carico dei cittadini (il decreto-legge 102/2013 prevede l'aumento automatico degli acconti Ires e Irap in capo alle imprese e delle accise sul gas, l'energia elettrica e le bevande alcoliche). Il rischio che ciò avvenga è molto elevato;Pag. 279
    tale legge di stabilità si inserisce in quadro economico allarmante per il Nostro Paese L'industria è il settore ove il calo della produzione, sia nella componente manifatturiera sia in quella delle costruzioni, è stato più forte. All'inizio del 2013 la produzione industriale risultava inferiore di circa un quarto al livello pre-crisi. Nel dettaglio, la produzione industriale è ad un livello inferiore del 24,2 per cento rispetto al picco pre-crisi del terzo trimestre del 2007. In alcuni settori la diminuzione supera il 40 per cento. Le recenti stime del Centro Studi Confindustria indicano che, a settembre 2013, la produzione industriale è aumentata dello 0,4 per cento. Anche a volerli considerare timidi segnali di ripresa, se non accompagnati da misure di carattere strutturale rischiano di vanificare i sacrifici compiuti da imprese e lavoratori in questi anni;
   secondo i dati forniti da Rete Imprese Italia, il 24 ottobre 2013, in sede di audizione presso le Commissioni congiunte del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, dal primo trimestre 2008 al secondo 2013, il PIL espresso in termini reali è diminuito di 8,9 punti percentuali. Particolarmente rilevanti appaiono le contrazioni degli investimenti fissi lordi (-26,2 per cento) e dei consumi delle famiglie (-7,4 per cento);
    i provvedimenti adottati fino ad ora dal Governo sono stati deboli e poco strutturali inoltre sono stati più volte annunciati provvedimenti come ad esempio il collegato Sviluppo che ancora si attende l'approvazione del Consiglio dei Ministri;
    la pressione fiscale in Italia (vale a dire la somma della pressione tributaria e quella contributiva sul Pil) è salita al 44 per cento (per quest'anno è prevista in aumento di un altro 0,4 per cento). Tra i big dell'Ue solo la Francia (46,9 per cento) aveva un carico fiscale superiore al nostro, mentre tutti gli altri si collocavano abbondantemente al di sotto: Germania al 40,6 per cento; Regno Unito al 37,1 per cento, mentre la media Ue era del 40,5 per cento;
    tale manovra finanziaria non riduce la pressione fiscale basta guardare la confusione nei tributi locali;
    in merito alle parti di competenza della Commissione attività produttive si rileva degli interventi normativi della legge di stabilità a favore della grande impresa e poco per le micro, piccole e medie imprese che rappresentano l'ossatura economica-produttiva dell'Italia;
    infatti il comma 26 estende l'intervento della Cassa depositi e prestiti anche per le grandi imprese di fatto escludendo le piccole e medie imprese;
    sulla norma del Sistema garanzia al comma 31 si pone l'attenzione sul fondo dedicato ai grandi progetti di ricerca e innovazione sarebbe opportuno rendere usufruibile esclusivamente alle micro, piccole e medie imprese;
    si sottolinea le poco risorse per lo sviluppo della banda larga 20 milioni di euro quando si stanziano risorse pari a 30 milioni per interventi localistici a favore della cosiddetta legge Mancia;
    invece sul Fondo rotativo (istituito con il decreto-legge n. modificazioni dalla L. 394/1981) destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici in particolare è prevista inoltre una riserva di destinazione fino al 40 per cento dell'importo per le imprese del settore agroalimentare che si aggregano per finalità di promozione, sviluppo e consolidamento sui mercati esteri, sarebbe opportuno indirizzare le risorse di cui sopra alle imprese agricole che producono prodotti agricoli DOP e DOC;
    su l'ecobonus nessuna modifica alla norma che ha prorogato per il 2014 gli sgravi fiscali Irpef per i lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico rispettivamente al 50 per cento e al 65 per cento. Dal dossier Camera-Cresme è arrivata la conferma che le due misure costituiscono effettivamente uno strumento decisivo per la crescita in edilizia con una stima degli investimenti annui di 1,9 miliardi, oltre un punto di Pil. Pag. 280Il Senato non ha proposto modifiche alla norma, ma alla Camera ci auguriamo una stabilizzazione;
    inoltre la norma (comma 99) sul capacity payment difende interessi del passato anziché guardare al futuro; non ci sono dubbi infatti sulla direzione da seguire: il futuro dell'energia è nel risparmio energetico, nell'efficienza, nell'innovazione, nella ricerca, nella fonti rinnovabili;
    invece sulla norma (comma 74 e 75) che esclude le centrali termoelettriche e turbogas dall'obbligo di corrispondere gli oneri di urbanizzazione ai Comuni. Sarebbe giusto disporre che l'esclusione non è applicabile per i soggetti privati che hanno realizzato l'impianto non in qualità di concessionario pubblico;
    sulla legge di bilancio si rileva per quanto riguarda la missione 11 – Competitività e sviluppo delle imprese per il 2014 risultano assegnate risorse pari a 3.153,7 milioni di euro (- 279,6 milioni di euro rispetto alle previsioni assestate per il 2013);
    un taglio di risorse alla competitività delle imprese inopportuno visto la crisi economica che stiamo attraversando. Inoltre sul turismo le risorse sono veramente esigue stiamo parlando di un settore che è un pilastro dell'economia italiana per il suo contributo al PIL. Il volume di posti di lavoro che genera e gli effetti indiretti favorevoli su altri comparti dell'economia italiana. Spesso però esso non è sufficientemente considerato come settore economico, forse a causa della sua trasversalità e questa manovra finanziaria conferma il totale disinteresse;
    infine sulla spending review si rileva che il vero risparmio pubblico si ottiene attraverso le riforme costituzionali (abolizione province, riduzione numero parlamentari e consiglieri regionali) ma intanto non comprendiamo perché al Senato è stata abrogata la norma della soppressione ed accorpamento di PromuovItalia;
    il rilancio del sistema Paese richiede uno spettro di interventi di politiche pubbliche che nel medio periodo modifichino vari elementi strutturali di funzionamento del nostro sistema economico, così da aprire la società al cambiamento e da accrescerne la competitività. Tra questi interventi occorre innanzitutto prevedere la riduzione della pressione fiscale sul lavoro, la creazione di garanzie pubbliche di ultima istanza, così da assicurare alle imprese vie alternative ai crediti bancari, gli incentivi alla diffusione e al rafforzamento delle reti di impresa, gli incentivi per l'ampliamento dimensionale, la sburocratizzazione e la semplificazione delle procedure, una migliore qualità formativa delle risorse umane, l'ammodernamento delle infrastrutture immateriali e materiali,

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO

«Fantinati, Mucci, Della Valle, Prodani, Crippa, Petraroli, Vallascas».

Pag. 281

ALLEGATO 4

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014) (C. 1865 Governo, approvato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (C. 1866 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 1866-bis Governo, approvato dal Senato).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tab. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016 (limitatamente alle parti di competenza).

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA DEI DEPUTATI LACQUANITI, MATARRELLI E FERRARA

  La X Commissione permanente,
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge A.C. 1866 «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e per il triennio 2014-2016» (Tabella n. 3) e le parti corrispondenti del disegno di legge A.C. 1865 recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)»;
   premesso che:
    dopo tanti sacrifici i cittadini italiani attendevano che la manovra economica del governo Letta ridesse fiato all'economia italiana, la quale dal 2007 ad oggi ha perso addirittura il 9 per cento della produzione di beni e servizi e ha visto raddoppiare la disoccupazione, da un milione e mezzo a tre milioni di unità. Si possono avere molti dubbi sul fatto che la manovra riuscirà a portare il Pil a crescere almeno di un punto percentuale nel 2014 come il governo prevede;
    come più volte sottolineato, anche di recente da Confindustria, Rete Imprese Italia e dalla principali Associazioni Sindacali di categoria, sei anni di crisi finanziaria, prima globale e poi dei debiti sovrani nell'Eurozona, e due recessioni hanno colpito duramente l'economia europea e quella italiana, dove le conseguenze sono state più gravi che nella maggior parte degli altri paesi;
    rispetto al picco toccato sei anni fa, il prodotto interno lordo italiano si è ridotto del 9 per cento, il PIL procapite è Pag. 282diminuito del 10,4 per cento, ossia circa 2.700 euro correnti in meno per abitante, ed è così tornato ai livelli del 1997, caso unico tra i Paesi dell'euro (in Spagna e Francia, il PIL procapite, nonostante la crisi, è comunque più alto di oltre il 15 per cento rispetto al 1997);
    la riduzione della domanda interna è stata di una intensità che dall'Unità d'Italia non ha precedenti in periodo di pace ed è stata la determinante del calo dell'attività economica, dato che le esportazioni sono tornate sopra i livelli del 2007. In seguito alla caduta del reddito disponibile, che in termini reali è sceso dell'11,1 per cento, la contrazione dei consumi delle famiglie è risultata del 7,8 per cento;
    l'occupazione è caduta del 7,2 per cento, pari a 1,8 milioni di unità di lavoro in meno. Molte delle persone che hanno perduto l'impiego non riusciranno a ricollocarsi nel sistema produttivo;
    la produzione industriale è a un livello inferiore del 24,2 per cento rispetto al picco pre-crisi del terzo trimestre del 2007; in alcuni settori la diminuzione supera il 40 per cento;
    il credit crunch ha trasmesso la crisi dalla finanza all'economia reale. È stato particolarmente severo in Italia, soprattutto dall'estate 2011. Nell'agosto scorso il credito erogato alle imprese italiane è risultato dell'8,0 per cento più basso che nel settembre 2011, con una contrazione media mensile dello 0,4 per cento. In valore si tratta di una riduzione di 74 miliardi di euro;
    la restrizione creditizia sta proseguendo. Tante imprese faticano a ottenere prestiti bancari: l'indagine ISTAT indica che a settembre l'11,4 per cento di quelle che ne hanno fatto richiesta non li hanno ricevuti, molto più del 6,9 per cento registrato nella prima metà del 2011. Altre imprese hanno rinunciato a domandare credito a fronte di costi troppo alti;
    la carenza di credito ostacola l'operatività di molte imprese, anche finanziariamente solide;
    nel manifatturiero la disponibilità di liquidità resta molto ridotta rispetto alle esigenze e le aziende continuano a prevederla in calo, anche se c’è stato un miglioramento negli ultimi mesi, verosimilmente a seguito dell'immissione di liquidità derivante dal pagamento di oltre 11 miliardi di debiti commerciali della pubblica amministrazione;
    le iniziative che il Governo avrebbe dovuto perseguire al fine di risollevare la condizione economica delle imprese appaiono del tutto deludenti, anche a seguito delle modifiche introdotte dal Senato, a partire di quanto previsto in materia di riduzione del cuneo fiscale e contributivo per aumentare il reddito disponibile delle persone, restituire competitività alle imprese e mantenere la coesione sociale, sostegno agli investimenti privati in ricerca e innovazione, con interventi semplici da gestire, rilancio della domanda pubblica e privata di beni di investimento, allentamento del patto di stabilità interno, rinnovo degli incentivi all'edilizia, sostegno alla liquidità del sistema e allentamento della morsa del credit crunch;
    il cuore economico e politico della Legge di Stabilità consiste nella riduzione del cuneo fiscale, cioè della differenza tra il costo che mediamente le imprese sostengono per ogni lavoratore e il salario netto che entra nelle tasche del lavoratore stesso. Una differenza dovuta, naturalmente, al peso di tasse e contributi che gravano sulle tasche degli imprenditori e dei lavoratori, e che in Italia è piuttosto elevato (secondo l'OCSE il cuneo assorbe il 47,6 per cento del costo del lavoro, contro una media del 35,6 per cento dell'insieme dei Paesi OCSE). La riduzione del cuneo fiscale nella misura in cui riduce il costo del lavoro per le imprese, determina una contrazione dei costi di produzione e quindi dei prezzi di vendita delle merci e dei servizi, facendo aumentare la competitività dell'industria nazionale. In questo modo, si rilanciano le esportazioni e si invogliano i consumatori a un maggiore acquisto di merci nazionali, e ciò porta a una riduzione delle importazioni. Dall'altro Pag. 283lato, nella misura in cui aumenta il reddito disponibile dei lavoratori, il taglio del cuneo fiscale determina una crescita della domanda di beni di consumo e ciò spinge le imprese ad aumentare la produzione e l'occupazione. Insomma, l'abbattimento del cuneo fiscale fa crescere la competitività e alimenta la domanda interna, tutte cose di cui abbiamo assoluto bisogno per riprendere la via dello sviluppo;
    ma il beneficio in busta paga per un lavoratore dipendente inferiore a 200 euro in un anno. Non si può certo definire utile una simile misura per far ripartire i consumi nel nostro paese. Non dobbiamo dimenticare che la stessa arriva dopo un biennio in cui le politiche di rigore hanno letteralmente stremato il sistema produttivo, fatto lievitare a dismisura il carico fiscale e calare vistosamente il livello della domanda interna;
    l'intervento dunque è solo teoricamente buono. Va chiarito, infatti, che l'intervento del governo – tra sgravi Irpef e Irap, e decontribuzioni Inail – taglia il cuneo di 10,6 miliardi nel triennio, appena 2,5 miliardi nel 2014. A ben vedere, si tratta di un intervento estremamente contenuto, che nel 2014 metterà nelle tasche di un lavoratore medio solo una manciata di euro al mese e ben poco respiro darà alle imprese che non vedranno variare significativamente il costo del lavoro per unità di prodotto. Considerata la sua entità, si tratta dunque di un intervento che avrà effetti limitatissimi e che avrebbe potuto cominciare ad avere un qualche rilievo solo se l'intero importo previsto nel triennio avesse riguardato il solo 2014;
    la manovra per il 2014, nel suo complesso, vale circa 15 miliardi. Le risorse provengono soprattutto da tagli di spesa pubblica, da dismissioni, da qualche maggiore entrata e dal solito blocco della contrattazione e del turnover nel pubblico impiego;
    ma i tagli della spesa pubblica, gli aumenti delle tasse e la mannaia sui lavoratori pubblici portano con loro una minore domanda di merci e servizi proveniente direttamente o indirettamente dal settore pubblico e da quello privato, e questo azzera i già risicati effetti positivi dell'aumento del reddito disponibile delle famiglie assicurato dal taglio del cuneo. Se, infatti, il taglio del cuneo alimentava la domanda, tagli e tasse la riducono in misura maggiore. E se la domanda complessiva non torna a crescere non possiamo sperare che l'economia riparta. A riguardo è bene ricordare che dal 2002 al 2012 l'Italia ha registrato una dinamica della domanda interna complessivamente negativa (-1,6 per cento), contro valori significativamente in crescita nell'area euro (più 9 per cento) e soprattutto negli USA (più 15 per cento);
    in questo quadro risulta altrettanto risibile la previsione di una riduzione della pressione fiscale di un punto percentuale in tre anni, come è stato fatto osservare, giustamente, dalle stesse associazioni degli imprenditori, a maggior ragione se si considera che l'Iva è appena passata dal 21 al 22 per cento;
    manca una politica concentrata sulla domanda di lavoro mentre si continua ad operare, e con misure minime, sull'offerta di lavoro. Invece di Piano del lavoro incentrato sul dissesto idrogeologico (per il quale si destinano 30 milioni !), la messa in sicurezza delle scuole, l'innovazione tecnologica, di 10-20 miliardi, si insiste su lo spot puramente pubblicitario della riduzione delle tasse sul lavoro;
    lo scopo principale della manovra è restare dentro i tanto discussi vincoli europei, e in particolare tenere il deficit pubblico (la differenza annua tra uscite ed entrate pubbliche) entro il limite del 3 per cento del Pil. In Europa sono in atto processi cumulativi di divergenza territoriale alimentati dalle politiche di austerità. Questi processi portano a una divaricazione drammatica tra aree centrali in crescita (in primis, la Germania) e aree periferiche in declino (l'Italia e gli altri Pigs);
    qualunque manovra si muova dentro la cornice attuale dei vincoli non può Pag. 284riuscire a invertire i processi di divergenza in atto, e quindi a metterci al passo delle aree centrali d'Europa. Con la certezza che presto o tardi, in assenza di un cambiamento delle politiche europee, il gioco dell'euro salterà;
    dobbiamo registrare, inoltre, la falsa disubbidienza di Letta e Saccomanni rispetto a Bruxelles;
   dopo che la Commissione europea ha espresso la sua preoccupazione sul progetto di bilancio invitando le autorità italiane «a prendere le misure necessarie» per assicurare che la Finanziaria per il 2014 rispetti le norme del Patto di stabilità e crescita relative alla diminuzione del debito pubblico, Letta rispose affermando che «di troppa austerità si muore». Ma neanche una settimana dopo ha presentato un nuovo Programma per la revisione della spesa: infatti, la legge di stabilità, sanciva che «nessun risparmio» è previsto per il 2014 mentre negli anni successivi i risparmi sono pari a 3,6 miliardi nel 2015, 8,3 miliardi nel 2016 e 11,3 miliardi a decorrere dal 2017;
   adesso il Programma della spending review arriva a quota 32 miliardi nel solo triennio 2014-2016 (prima erano previsti 11,9 miliardi); ed inoltre si prevede un piano di privatizzazioni di 12 miliardi;
   è importante ricordare che per la prima volta, dalla nascita dell'Europa di Maastricht, il progetto di legge di stabilità sarà prima vagliato dalla Commissione europea, che potrà imporre correttivi e comminare sanzioni in caso di inadempienza, e poi discusso ed approvato dal Parlamento;
   con l'entrata in vigore del cosiddetto «two-pack», il pacchetto di due regolamenti approvato dal parlamento di Strasburgo nel maggio scorso, si è infatti chiuso il cerchio in tema di «sorveglianza» europea sui bilanci dei Paesi dell'Eurozona, con tutto quello che ciò comporta per la «sovranità» e l'autonomia politica degli stessi;
   dentro un meccanismo così congegnato la funzione dei parlamenti nazionali è quasi del tutto esautorata: le forze politiche parlamentari non avranno grandi margini di manovra per modificare l'impianto e la filosofia del documento di bilancio se alla Commissione europea è stato riconosciuto un sostanziale diritto di veto sui bilanci nazionali;
   la legge di stabilità ed i provvedimenti collegati a differenza che nel passato, sono in primo luogo manovre contabili atte a correggere l'andamento dei conti pubblici, e solo secondariamente strumenti attraverso cui incidere sui processi economici e sociali;
   in Europa c’è un problema di risorse insufficienti, e c’è un problema di democrazia. La linea dell'austerità, combinata con l'esautoramento della democrazia, sta arrecando danni gravissimi alle nostre società, dove crescono disagio sociale e sfiducia nelle istituzioni. Gli unici che finora sembrano guadagnarci da questa situazione sono, su un versante, banche speculatori, sull'altro versante populisti e demagoghi;
   considerato che, per quanto riguarda le parti di competenza della X Commissione:
    al comma 31 dell'articolo 1 del disegno di Legge di Stabilità, a seguito delle modifiche intervenute al Senato, vengono dettate nuove norme in materia di finanziamenti a imprese e famiglie attraverso la costituzione di un sistema nazionale di garanzia che a sua volta ricomprende:
     a) il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662;
     b) la Sezione speciale di garanzia «Progetti di Ricerca e Innovazione», istituita nell'ambito del Fondo di garanzia con una dotazione finanziaria di euro 100.000.000 a valere sulle disponibilità del medesimo Fondo;Pag. 285
     c) il Fondo di garanzia per la prima casa, per la concessione di garanzie, a prima richiesta, su mutui ipotecari o su portafogli di mutui ipotecari, istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, cui sono attribuite risorse pari a euro 200 milioni per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, nonché le attività e le passività del Fondo di cui all'articolo 13, comma 3-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che viene contestualmente soppresso;
    al comma 32 del medesimo articolo 1, inoltre, si dispone che mediante riduzione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione siano assegnati 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Con apposita delibera del CIPE sono poi assegnati al predetto Fondo di garanzia, a valere sul medesimo Fondo per lo sviluppo e la coesione, ulteriori 600 milioni di euro. Viene, inoltre, ridotta la dotazione del Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all'attualizzazione di contributi pluriennali, di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189, e successive modificazioni per 15 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015;
    infine, al comma 33 dell'articolo 1, per favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, si destina in parti uguali una quota del diritto annuale di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), della legge 29 dicembre 1993, n. 580, e una quota del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662, per un ammontare complessivo di euro 100 milioni di euro per l'anno 2014, 150 milioni di euro per l'anno 2015 e 200 milioni di euro per l'anno 2016 per costituire un Fondo presso Unioncamere con la finalità di patrimonializzare i Confidi sottoposti alla vigilanza della Banca d'Italia ovvero i Confidi che realizzeranno operazioni di fusione finalizzate all'iscrizione nell'elenco o nell'albo degli intermediari vigilati dalla Banca d'Italia, nei successivi 24 mesi dalla data di pubblicazione della legge di stabilità;
    i predetti interventi seppur condivisibili nel merito, rappresentano la summa di un sostanziale trasferimento e riallocazione di fondi che gravano, in parte, su coperture assolutamente inaccettabili considerato che a copertura di tali oneri viene decurtata di ben cinque punti percentuali l'esclusione dal patto di stabilità interno dei fondi destinati all'acquisto del materiale rotabile del trasporto pubblico locale da parte delle Regioni. I relativi pagamenti, infatti, nel testo della legge di stabilità trasmesso dal Governo al Senato venivano esclusi nel limite del 50 per cento dell'assegnazione di ciascuna regione per l'anno 2014 e integralmente per gli anni 2015 e 2016. Con le modifiche introdotte dal Senato tale percentuale viene quindi ridotta dal 50 al 45 per cento;
    e sempre a copertura di tali oneri, alla Tabella E, missione «Competitività e sviluppo delle imprese», programma «Incentivazione per lo sviluppo industriale nell'ambito delle politiche di sviluppo e coesione», voce Ministero dello Sviluppo Economico, decreto-legge n. 201 del 2011 – articolo 3, comma 4, Dotazione/Incremento Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese – Interventi a favore delle imprese industriali (1.3 – cap. 7342) sono decurtati in termini di cassa e di competenza ben 200 milioni di euro per ciascun degli anni 2014, 2015 e 2016;
    in buona sostanza per attivare il circuito virtuoso di questo sistema di garanzie e ricostituzione delle disponibilità dei fondi si va ad attingere agli stessi soldi che la stessa Legge di Stabilità in entrata al Senato già attribuiva alla imprese;
    e ciò deve considerarsi tanto più grave, considerato le risorse finanziarie complessive a disposizione del Ministero dello sviluppo economico appaiono decisamente Pag. 286ridotte rispetto alle previsioni assestate per l'anno finanziario 2013;
    gli interventi in materia di ricerca e innovazione appaiono del tutto assenti, come sono assenti le indicazioni di carattere programmatico che pure ci sarebbero dovute essere in relazione alle politiche economiche e di settore da adottare in tal senso;
    le misure volte a sostenere direttamente il sistema delle imprese sono contenute quasi unicamente nei primi 65 commi della Legge di Stabilità e, nonostante le modifiche approvate dal Senato, non sembrano riuscire a sortire gli effetti economici positivi e anticiclici sperati;
    al netto della previsione della dotazione aggiuntiva del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione di 54, 810 milioni di euro, le misure introdotte al Senato appaiono del tutto irrilevanti e di bassa efficacia. E anche in relazione a questa ultima misura relativa, come si è detto, all'incremento della dotazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, il Servizio del Bilancio del Senato ha segnalato, che pur essendo l'onere per il bilancio dello Stato limitato all'entità dello stanziamento, il prospetto riepilogativo rende conto solo degli effetti finanziari per il triennio 2014-2016, mentre non è illustrato la ripartizione dell'onere, di notevole entità, che graverà sugli esercizi 2017-2020;
    il comma 9 dell'articolo 1 disciplina la destinazione delle somme derivanti dalle restituzioni dei finanziamenti concessi alle imprese ai sensi dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 1985, n. 808. Sul punto vale la pena ricordare che la legge 24 dicembre 1985, n. 808 costituisce il principale provvedimento a sostegno del settore aeronautico e prevede interventi in favore delle imprese nazionali che partecipino a programmi industriali in collaborazione internazionale per la realizzazione di aeromobili, motori, equipaggiamenti e materiali aeronautici;
   in buona sostanza si tratta di fondi legati alle imprese operanti nel settore aeronautico che non sono mai stati utilizzati e che sono riassegnati per la medesima destinazione. La relazione tecnica stima che dette somme restituite ammontino intorno ai 30 milioni di euro, ma desta altissima preoccupazione l'ipotesi che tali somme possano essere utilizzate anche per finanziare programmi di intervento come quello degli F35;
    i commi da 21 a 24 dell'articolo 1 recano disposizioni in materia di programmi industriali di interesse delle Difesa. In particolare si dispone che, al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale e nel quadro di una politica comune europea, consolidando strategicamente l'industria navalmeccanica ad alta tecnologia, sono autorizzati contributi ventennali, di 40 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014, di 110 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015 e di 140 milioni di euro a decorrere dall'anno 2016, da iscrivere nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Inoltre è previsto che parte dei contributi già assegnati per il consolidamento della flotta navale siano destinati al finanziamento:
     1) di programmi di ricerca e sviluppo di cui all'articolo 3 della legge 808/1985 prevedendo due contributi ventennali rispettivamente di importo di 30 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014 e di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015;
     2) della prosecuzione degli interventi in favore degli investimenti delle imprese marittime, già approvati dalla Commissione europea con decisione notificata con nota SG (2001) D/285716 del 1o febbraio 2001, è autorizzato un contributo ventennale di 5 milioni di euro a decorrere dall'esercizio 2014;
     3) di progetti innovativi di prodotti e di processi nel campo navale avviati negli anni 2012 e 2013 ai sensi della disciplina europea degli aiuti di Stato alla costruzione navale n. 2011/C364/06, in vigore Pag. 287dal 1 gennaio 2012, con un contributo ventennale di 5 milioni di euro a decorrere dall'esercizio 2014:
     detti finanziamenti, in buona sostanza, sembrano confermare la prova provata della volontà di costruire nuove navi, non uscire dal costoso Programma FREMM, il che appare del tutto inaccettabile, se solo si considera l'aumento considerevole della tassazione previsto a copertura del provvedimento in esame, anche a seguito delle modifiche approvate in sede di esame del provvedimento presso il Senato della Repubblica;
     si segnala, infatti, che in Tabella E il finanziamento del perseguimento del programma di sviluppo per l'acquisizione delle unità navali FREMM ammonta a 785 milioni di euro per il 202014, 778 milioni di euro per il 2015, 526 milioni di euro per il 2016, 899 milioni di euro dal 2017 in poi;
     il comma 58 dell'articolo 1 autorizza, infine, la sola spesa di 20,75 milioni di euro per l'anno 2014, per il completamento del Piano nazionale banda larga, definito dal Ministero dello sviluppo economico – Dipartimento per le comunicazioni e autorizzato dalla Commissione europea;
    anche questo punto si evidenzia la totale inadeguatezza da parte del Governo nel voler adottare misure immediate per l'implementazione della banda larga e ultra larga, infrastruttura di fondamentale importanza per l'ammodernamento delle imprese e per lo sviluppo dei servizi della pubblica amministrazione;
    per la modernizzazione del Paese è fondamentale, infatti, garantire una dotazione adeguata di infrastrutture di comunicazione avanzata su tutto il territorio nazionale puntando a superare il digital divide esistente e soprattutto ad assicurare connessioni ad alta velocità a territori a più alta densità di imprese come ad esempio i distretti industriali. Si tratta di infrastrutture e tecnologie abilitanti con un chiaro effetto, diretto e indiretto, sullo sviluppo economico complessivo;
    infatti, secondo quanto riferito dal Sottosegretario allo Sviluppo economico Catricalà, oltre ai venti milioni di euro stanziati dal provvedimento in esame ne servirebbero altri 2,5 miliardi per i prossimi quattro anni, allo scopo di raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale europea fissati per il 2020;
    sotto tale profilo si rammenta che, in data 20 settembre 2010, la Commissione Europea ha, presentato un pacchetto di misure finalizzate al raggiungimento dell'obiettivo, nel quadro dell'agenda digitale europea, di fornire ai cittadini europei l'accesso alla banda larga (base per il 2013 e veloce per il 2020);
    del sopra citato pacchetto sulla banda larga fa parte anche la raccomandazione relativa all'accesso regolamentato alle reti di accesso di nuova generazione (next generation networks-nga), C(2010)6223) che ha lo scopo di favorire lo sviluppo del mercato unico rafforzando la certezza del diritto e promuovendo gli investimenti, la concorrenza e l'innovazione sul mercato dei servizi a banda larga, in particolare nella transizione alle reti di accesso di nuova generazione (nga);
    le reti di accesso di nuova generazione sono reti di accesso cablate costituite, in tutto o in parte, da elementi ottici e in grado di fornire servizi d'accesso a banda larga con caratteristiche più avanzate (quale una maggiore capacità di trasmissione) rispetto a quelli forniti tramite le reti in rame esistenti;
    dette reti, definite anche come delle vere e proprie «autostrade informatiche» per veicolare il traffico dati a grande velocità, in sicurezza e senza strozzature, secondo quanto emerge dal secondo rapporto dell'Osservatorio I-com sulle reti di nuova generazione, potrebbero rappresentare non solo uno strumento di sviluppo e crescita dell'economia, ma anche e sopratutto una modalità di investimento per evitare il cosiddetto «sotto-sviluppo» dei Paesi;
    non a caso, proprio sulle reti di nuova generazione, si sono indirizzati importanti Pag. 288investimenti sia di carattere pubblico, che privato nei principali Paesi del mondo e, in particolare, negli Stati Uniti, in Cina, in Corea, in India e in Australia;
    anche i Paesi europei a più elevato tasso di digitalizzazione quali il Regno Unito, l'Olanda e le economie scandinave hanno recentemente investito sulle reti di accesso di nuova generazione;
    numerosi studi di caratura nazionale e internazionale dimostrano come le reti di nuova generazione (fisse e mobili) possono promuovere la crescita almeno di un 1 punto di prodotto interno lordo ogni 10 per cento aggiuntivo di diffusione della banda larga e, al contempo, generare importanti risparmi che, a regime, per l'Italia corrisponderebbero a quasi 40 miliardi all'anno. Sul punto, si segnala come la Banca Mondiale stimi, infatti, in 1,21 per cento l'impatto per i Paesi ad alto reddito di prodotto interno lordo aggiuntivo per ogni 10 per cento di diffusione della banda larga (Qiang e Rosotto, «Economic impacts of broadband», in Information and Communication for Development 2009: Extending Reach and Increasing Impact, Word Bank). Con riferimento specifico all'Italia, inoltre, il Progetto Italia digitale 2010 di Confindustria quantifica i risparmi grazie al telelavoro (in 2 miliardi di euro), e-learning (in 1,4 miliardi di euro), e-government e impresa digitale (in 16 miliardi di euro), e-health (in 8,6 miliardi di euro), giustizia e sicurezza digitale (in 0,5 miliardi di euro), gestione energetica intelligente (in 9,5 miliardi di euro). Analoghe considerazioni sono contenute nel rapporto Oecd (2009) «Network developments in support of innovation and user needs»-Directorate for science, technology and industry;
    attuare l'agenda digitale in Italia appare quindi quanto mai urgente anche per il fatto che nel nostro Paese i dati di alfabetizzazione informatica, di copertura di rete fissa e di sviluppo dei servizi on line, sia sotto il profilo di utilizzo da parte dei consumatori che delle imprese, sono nettamente al di sotto della media europea. Inoltre, ad avviso dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel 2015, nel nord Europa il peso sul prodotto interno lordo dell'economia internet raddoppierà, mentre per l'Italia il peso dell'economia digitale rischia di rimanere modesto, qualora non si proceda rapidamente ad interventi che garantiscano una netta inversione di tendenza;
    non si riscontrano tuttavia interventi tesi a ad assicurare un'adeguata copertura internet su tutto il territorio nazionale evitando i grossi disagi denunciati da numerosissimi utenti e Comuni, considerato che la diffusione delle risorse di connettività e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione influenza direttamente la qualità di vita dei cittadini, le condizioni di lavoro e la competitività delle imprese e dei servizi di tutto il territorio nazionale;
  per le ragioni illustrate in premessa,

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.