CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 dicembre 2013
134.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO

Risoluzioni n. 7-00183 Oliverio e n. 7-00188 Parentela: Iniziative a sostegno delle imprese agricole danneggiate dai recenti eventi alluvionali e per la messa in sicurezza, attraverso le attività agricole, del territorio rurale a rischio idrogeologico.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    come già verificatosi nel corso del 2012 e nel mese di ottobre 2013 in Toscana, in particolare nei territori di Lucca e Siena, nella giornata del 18 novembre 2013 l'approfondimento di un vasto vortice sul Mediterraneo occidentale ha convogliato un intenso flusso di correnti dai quadranti meridionali, molto umide e fortemente instabili, sulla Sardegna, ove venti di scirocco ad intensità di burrasca nei bassi strati hanno determinato una tipica situazione di forte instabilità in posizione quasi stazionaria, responsabile dell'innesco di strutture temporalesche con accentuate caratteristiche sia di intensità che di persistenza dei fenomeni, oltre che di diffusione dei medesimi, dando luogo al ripetersi, sulle stesse località, per più ore consecutive, di piogge torrenziali capaci di cumulare al suolo, nella loro persistenza, ingenti quantitativi d'acqua;
    la zona dell'isola interessata dalle cumulate più elevate ha riguardato gran parte della fascia orientale della regione, specie lungo l'orografia dell'immediato entroterra, a ridosso della quale le intense correnti sciroccali hanno convogliato un persistente afflusso di aria caldo-umida, fornendo uno spiccato contributo all'alimentazione ed alla rigenerazione delle strutture temporalesche;
    i valori massimi di precipitazione registrati sui settori orientali della regione sono associabili a tempi di ritorno plurisecolari. L'eccezionalità del fenomeno è confermata dal fatto che in un arco temporale di circa 12 ore sono state registrate, per la prima volta in tale area, cumulate di precipitazioni superiori a 450 millimetri, in quanto dalla serie storica delle precipitazioni si evidenzia che i valori medi annui si attestano attorno ai 1.000 millimetri. I suddetti apporti pluviometrici, pertanto, sono stati tali da giustificare la diffusa crisi del sistema idrografico sia primario che secondario, provocando esondazioni diffuse causate da sormonti e da rotture di argini;
    il fenomeno ciclonico depressivo si è spostato lentamente dalla Sardegna alle regioni centro meridionali della penisola, colpendo con particolare vigore le aree costiere ed interne ioniche ed in maniera più estesa la regione Calabria – dove le province di Crotone e di Catanzaro hanno accusato ingenti danni alla popolazione, alle infrastrutture e alle aziende per esondazioni, smottamenti, frane e allagamenti – e le regioni Basilicata, Puglia, Marche e Abruzzo, già duramente colpite dagli eventi alluvionali del 6, 7 e 8 ottobre 2013 e del mese di novembre 2013;
    a seguito delle suddette avversità atmosferiche si registrano situazioni particolarmente critiche per il comparto primario, le cui aziende vanno incontro a drastiche riduzioni delle rese, come denunciato dalle autorità locali;
    la giunta regionale della regione Calabria ha già avviato le procedure per la Pag. 145richiesta dello stato di emergenza e di calamità naturale con deliberazione n. 417 del 20 novembre 2013, così come già avvenuto per le regioni Sardegna e Basilicata e precedentemente per la Toscana;
    gli eventi meteorici eccezionali che hanno interessato la Sardegna hanno assunto il carattere di calamità naturale tale da giustificare la diffusa crisi del sistema idrografico sia primario sia secondario, provocando numerose esondazioni causate sia da sormonti sia da rotte arginali. I livelli idrometrici massimi registrati durante l'evento di piena evidenziano come il fenomeno abbia interessato i principali bacini idrografici delle regione in questione;
    le precipitazioni copiose hanno aggravato in maniera significativa il già delicato e precario equilibrio idrogeologico del territorio, contribuendo ad acuire il rischio di dissesto idrogeologico di aree anche in precedenza classificate ad alto rischio e per le quali sono stati programmati interventi di messa in sicurezza, purtroppo mai avviati per l'annosa mancanza di risorse finanziarie adeguate;
    le precipitazioni alluvionali hanno arrecato danni irreparabili alle strutture civili, a quelle produttive ed alle infrastrutture viarie e di comunicazione;
    in tale contesto anche il comparto agricolo è stato particolarmente colpito. Secondo le maggiori organizzazioni agricole l'entità dei danni all'agricoltura è stimata intorno ad alcune centinaia di milioni di euro;
    da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti del ciclone Cleopatra in Sardegna si ricava che sia oltre un miliardo il conto dei danni e delle perdite provocato dagli eventi estremi all'agricoltura italiana nel corso del 2013. La situazione – sottolineano le organizzazioni agricole – è drammatica nelle campagne, con mucche e pecore disperse, coltivazioni distrutte, strade e ponti danneggiati che impediscono di raggiungere tutte le aziende agricole. Si è di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest'anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense, e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire;
    è inoltre di certo necessaria una maggiore attenzione al fenomeno dell'aumento delle temperature medie del bacino del Mediterraneo, conseguente al surriscaldamento climatico generale del pianeta, che può amplificare la creazione di tifoni, cicloni e aumentare l'intensità dei venti;
    le predette organizzazioni agricole hanno manifestato la necessità di intervenire sulle opere infrastrutturali per la raccolta e la regimazione delle acque in una situazione in cui nell'82 per cento dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane o alluvioni. La dimensione del rischio è ovunque preoccupante, con una superficie delle aree ad alta criticità geologica che si estende per 29.517 chilometri quadrati pari al 9,8 per cento del territorio nazionale con il risultato che in Italia, quindi, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento;
    purtroppo, a livello generale e su scala nazionale, mancano misure ad hoc per aiutare il comparto primario duramente colpito dall'alluvione. Come sopra descritto, dalle rilevazioni effettuate dalle organizzazioni agricole sul territorio, la situazione del comparto agricolo e zootecnico, inclusa l'acquacoltura, appare di particolare gravità essendo stato danneggiato, in determinati territori, anche il patrimonio Pag. 146di scorta, oltre il settore dell'agroindustria e dell'industria alimentare;
    per l'attuazione dei primi interventi in Sardegna, nelle more della ricognizione in ordine agli effettivi e indispensabili fabbisogni, il Governo ha stanziato 20 milioni di euro. Per l'attuazione degli interventi da effettuare nella vigenza dello stato di emergenza, si provvederà con ordinanze emanate dal capo dipartimento della protezione civile, acquisita l'intesa della regione interessata;
    si deve tuttavia far presente che per provvedere al ristoro dei danni subiti dagli agricoltori e dalle imprese del comparto primario in caso di eventi eccezionali, attualmente non vi sono alternative all'unico strumento normativo esistente che è il fondo di solidarietà nazionale a sostegno delle imprese agricole danneggiate da calamità naturali e da eventi climatici avversi, di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004. Pur tuttavia, bisogna fare presente che gli interventi compensativi previsti dal fondo di solidarietà nazionale a sostegno delle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per quelle avversità e colture danneggiate che non sono comprese nel piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi con polizze assicurative (peraltro, agevolate per l'esistenza di un contributo statale fino all'80 per cento della spesa premi sostenuta), mentre per le colture, strutture e avversità non assicurabili al mercato agevolato possono essere concessi contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria, prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale nell'anno in cui si è verificato l'evento ed in quello successivo nonché una proroga delle rate relative alle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso;
    per l'attivazione delle misure di ristoro previste dal predetto fondo di solidarietà nazionale, ad ogni modo, è necessario che le regioni interessate ne facciano formale richiesta al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e solo dopo che sia pervenuta, da parte delle regioni, specifica richiesta nei termini soprarichiamati, il Ministero provvede all'istruttoria di competenza e, riscontrati i requisiti di legge, adotta i provvedimenti necessari per l'attivazione degli interventi compensativi del medesimo fondo di solidarietà nazionale;
    bisogna altresì segnalare che le risorse messe a disposizione del predetto fondo di solidarietà negli ultimi anni non sono sufficienti per fronteggiare in maniera adeguata i danni causati dagli eventi atmosferici eccezionali e che le relative somme, inoltre, sono comprese ai fini del calcolo del patto di stabilità interno delle regioni e province autonome, e ciò determina ulteriori ritardi nella erogazione degli aiuti ai beneficiari;
    è pertanto necessario provvedere in maniera specifica ed urgente, se del caso tramite un provvedimento straordinario, ad assegnare risorse adeguate al fine di consentire un immediato sostegno alle imprese agricole danneggiate dai recenti eventi alluvionali, anche ad integrazione degli interventi previsti a legislazione vigente a valere sul Fondo di solidarietà nazionale,

impegna il Governo:

   a verificare con urgenza la necessità di adottare le occorrenti iniziative per le regioni colpite dalle calamità atmosferiche verificatesi nel corso del 2012 e nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2013, ove necessario anche di natura straordinaria ed urgente – riconoscendo il carattere di eccezionalità a tutti gli eventi calamitosi descritti per effetto dei danni alle strutture aziendali e alle infrastrutture connesse all'attività agricola nei territori agricoli – volte ad assegnare adeguate e sufficienti risorse finalizzate a consentire nell'immediato il necessario sostegno finanziario alle imprese agricole danneggiate dai recenti Pag. 147eventi alluvionali e per assicurare loro una rapida fuoriuscita dall'emergenza;
   ad intraprendere iniziative normative volte a stanziare congrue risorse per finanziare gli interventi attivabili nell'ambito dell'applicazione di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004 del fondo di solidarietà nazionale e fondo compensativo prevedendo un adeguato finanziamento del fondo stesso e contestualmente ad attivare anche ulteriori operazioni di lunga durata tese a rafforzare la sicurezza attiva e passiva del territorio rurale e la produttività delle strutture agricole, soprattutto al fine di garantire il reddito degli agricoltori e favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese danneggiate dai predetti eventi atmosferici eccezionali;
   ad attivare specifiche azioni, in accordo con le regioni e con gli enti territoriali competenti in materie ambientali, idrauliche e di bonifica, volte a prevenire l'ampliarsi di danni in caso di eventi calamitosi, a volte inevitabili, attraverso la messa in sicurezza del territorio rurale a rischio idrogeologico, permettendo all'agricoltura di tornare a svolgere la secolare funzione di presidio del territorio, impedendo la sottrazione di superfici fertili alla coltivazione agronomica e lo spopolamento delle aree rurali marginali, in quanto questa è tra le uniche attività economiche in grado di garantire sviluppo e di tutelare il territorio;
   ad attivare di concerto col Ministero dell'ambiente misure normative adeguate per fermare il dissennato consumo di suolo e preservare i terreni a destinazione agricola;
   a valutare l'opportunità di assumere iniziative finalizzate alla sospensione degli oneri tributari e contributivi a favore delle popolazioni che hanno subito i maggiori danni a causa degli eventi alluvionali di cui in premessa e ad assumere iniziative nei confronti del sistema bancario al fine di valutare la sospensione delle rate dei mutui in essere delle imprese colpite degli eventi alluvionali;
   a predisporre un articolato piano di gestione del rischio agricolo contro le avversità atmosferiche anche con l'ausilio di metodi di analisi e ricerca sulla valutazione del rischio e dei potenziali danni, al fine di stabilizzare il reddito delle aziende agricole e di sfruttare pienamente le misure previste nel nuovo regolamento sullo sviluppo rurale 2014-2020.
(8-00028) «Oliverio, Parentela, Franco Bordo, Bosco, Caon, Faenzi, Lupo, Schullian, Antezza, Zaccagnini».