CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 dicembre 2013
134.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014-ottobre 2016 (Doc. XXVII, n. 5).

PROPOSTA DI RISOLUZIONE PRESENTATA DAL RELATORE

  La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),
   premesso che:
    sin dalla XV legislatura è stato avviato un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa, comunemente denominato, sulla base di analoghe esperienze internazionali, «spending review»;
    nel corso della XVI legislatura il processo di analisi e revisione della spesa è stato dapprima incorporato e reso permanente nel sistema delle decisioni di bilancio ad opera della nuova legge di contabilità e finanza pubblica – legge 31 dicembre 2009, n. 196 – e successivamente rilanciato, anche in ragione delle persistenti esigenze di consolidamento dei conti pubblici, con misure specifiche e nuove modalità operative introdotte in larga parte attraverso provvedimenti d'urgenza;
    in particolare, con il decreto-legge 7 maggio 2012, n. 52, recante «Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica», è stato istituito un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica, nonché un Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi;
    l'attività e le funzioni del Commissario straordinario sono state ridisciplinate dall'articolo 49-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, ai sensi del quale, il 4 ottobre 2013, il Presidente del Consiglio dei ministri ha nominato Carlo Cottarelli Commissario straordinario per la spending review, che ha assunto le relative funzioni in data 23 ottobre 2013;
    il Commissario straordinario ha predisposto il Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014 – ottobre 2016, che è stato trasmesso alle Camere il 18 novembre scorso;
    il Programma, nel richiamare gli obiettivi di risparmio definiti dal disegno di legge di stabilità 2014, pari a 3,6 miliardi di euro nel 2015, a 8,3 miliardi di euro nel 2016 e a 11,3 miliardi di euro a decorrere dal 2017, sottolinea l'esigenza di valutare, in sede politica, l'opportunità di conseguire risparmi aggiuntivi rispetto a tali obiettivi già nel 2014, al fine di accelerare il processo di riduzione fiscale, come per altro evidenziato, in sede di audizione presso la Commissione, dallo stesso Commissario straordinario, che ha fatto riferimento a risparmi potenziali pari a 32 miliardi di euro nel triennio 2014-2016;
    l'attività di revisione della spesa si focalizzerà non solo sui guadagni di efficienza, cioè sulla riduzione degli sprechi, ma affronterà anche questioni di «perimetro» cioè l'individuazione di programmi di spesa a bassa priorità i cui benefici non giustifichino il costo per il contribuente o siano inferiori rispetto a quelli di altri programmi di spesa che potrebbero essere sottofinanziati;Pag. 71
   ritenuto che, sul piano dei rapporti istituzionali:
    la revisione della spesa, ove si occupi di questioni di «perimetro», implichi l'adozione di scelte di carattere politico prima ancora che tecnico, che necessitano di un adeguato coinvolgimento nel processo di spending review del Parlamento, oltre che dei Ministri competenti e degli enti territoriali interessati;
    il coinvolgimento del Parlamento dovrebbe avvenire innanzitutto con la presentazione alle Camere da parte del Governo del Documento di economia e finanza (DEF);
    a tal fine, gli obiettivi di risparmio programmati dovrebbero essere indicati nel DEF distinguendo quelli conseguibili attraverso un recupero di efficienza da quelli ottenibili attraverso la soluzione delle citate questioni di «perimetro», specificando, in quest'ultimo caso, la diversa graduazione delle priorità di spesa sottesa al conseguimento degli obiettivi stessi, in modo da consentire al Parlamento, previa valutazione da parte delle Commissioni competenti, di pronunciarsi in proposito con atto di indirizzo, prima dell'adozione delle conseguenti iniziative normative da parte del Governo;
   ritenuto altresì che, sul piano della realizzazione degli obiettivi di risparmio:
    dovrebbero essere introdotti adeguati indicatori di performance che tengano conto del grado di soddisfazione dei fruitori dei servizi pubblici e, nel settore sanitario, del grado di appropriatezza delle prestazioni, in modo da consentire di verificare che i risultati conseguiti sul fronte della riduzione della spesa derivino dal miglioramento del livello di efficienza della spesa stessa, ossia dalla eliminazione di sprechi, e non già dal taglio di risorse destinate ai servizi;
    dovrebbe essere assicurato il costante monitoraggio degli effetti della revisione della spesa nonché una tempestiva informazione al Parlamento sugli esiti del monitoraggio stesso, mediante la trasmissione alle Camere di un'apposita relazione annuale del Commissario prima della presentazione del disegno di legge di stabilità;
    il raggiungimento dei citati obiettivi di risparmio possa essere assicurato attraverso un forte coinvolgimento dell'apparato amministrativo pubblico, da un lato, prevedendo incentivi al personale della pubblica amministrazione connessi ai risparmi aggiuntivi effettivamente conseguiti rispetto a quelli programmati, dall'altro, adottando iniziative di open government idonee ad assicurare maggiore trasparenza alla spesa pubblica, in modo da favorire la verifica e il controllo sulla stessa sia da parte della pubblica opinione sia da parte della stessa pubblica amministrazione;
    i risparmi di spesa, anche sulla base della ricognizione della cosiddetta spesa «aggredibile» effettuata negli anni scorsi ai sensi della legislazione previgente, debbano essere conseguiti già a partire dal 2014;
   ritenuto infine che, sul piano della destinazione delle risorse:
    occorra dare separata evidenza contabile ai risparmi di spesa derivanti dalla spending review ulteriori rispetto a quelli che risultano, al momento, già considerati ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica dal disegno di legge di stabilità, come modificato dal Senato, destinandoli già a decorrere dal 2014, unitamente alle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, alla riduzione del cuneo fiscale, mediante iscrizione in un apposito fondo, evidenziando gli obiettivi da realizzare – nel DEF 2014 e nei successivi documenti di economia e finanza – non solo in termini di risparmi di spesa, ma anche di conseguente riduzione della pressione fiscale, in modo da ricondurre progressivamente la tassazione sul lavoro al livello medio dell'Eurozona;
    occorra tutelare l'autonomia decisionale degli enti territoriali sull'utilizzo delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa dagli stessi realizzata, introducendo meccanismi premiali che Pag. 72consentano di destinare prioritariamente tali risorse alla riduzione della pressione fiscale afferente ai tributi locali;

impegna il Governo:
   1) sul piano dei rapporti istituzionali:
    ad assicurare che il coinvolgimento del Parlamento nel processo di revisione della spesa avvenga innanzitutto con la presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF);
    ad assicurare, a tal fine, che gli obiettivi di risparmio programmati siano indicati nel DEF distinguendo quelli conseguibili attraverso un recupero di efficienza da quelli ottenibili attraverso la soluzione delle questioni di «perimetro», specificando, in quest'ultimo caso, la diversa graduazione delle priorità di spesa sottesa al conseguimento degli obiettivi stessi, in modo da consentire al Parlamento, previa valutazione da parte delle Commissioni competenti, di pronunciarsi in proposito con atto di indirizzo, prima dell'adozione delle conseguenti iniziative normative da parte del Governo;
   2) sul piano della realizzazione degli obiettivi di risparmio:
    a introdurre adeguati indicatori di performance che tengano conto del grado di soddisfazione dei fruitori dei servizi pubblici e, nel settore sanitario, del grado di appropriatezza delle prestazioni, in modo da consentire di verificare che i risultati conseguiti sul fronte della riduzione della spesa derivino dal miglioramento del livello di efficienza della spesa stessa, ossia dalla eliminazione di sprechi, e non già dalla riduzione delle prestazioni di beni o servizi;
    ad assicurare il costante monitoraggio degli effetti della revisione della spesa nonché una tempestiva informazione al Parlamento sugli esiti del monitoraggio stesso, mediante la trasmissione alle Camere di un'apposita relazione annuale del Commissario, prima della presentazione del disegno di legge di stabilità, ossia entro il 30 settembre di ogni anno;
    ad assicurare un forte coinvolgimento dell'apparato amministrativo pubblico, da un lato, prevedendo l'introduzione di incentivi al personale della pubblica amministrazione connessi ai risparmi aggiuntivi effettivamente conseguiti rispetto a quelli programmati, dall'altro, adottando iniziative di open government idonee ad assicurare maggiore trasparenza alla spesa pubblica, in modo da favorire la verifica e il controllo sulla stessa sia da parte della pubblica opinione sia da parte della stessa pubblica amministrazione;
    ad assicurare, anche sulla base della ricognizione della cosiddetta spesa «aggredibile» effettuata negli anni scorsi ai sensi della legislazione previgente, il conseguimento di risparmi di spesa già a partire dal 2014;
   3) sul piano della destinazione delle risorse:
    a dare separata evidenza contabile ai risparmi di spesa derivanti dalla spending review ulteriori rispetto a quelli che risultano, al momento, già considerati ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica dal disegno di legge di stabilità, come modificato dal Senato, destinandoli già a decorrere dal 2014, unitamente alle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, alla riduzione del cuneo fiscale, mediante iscrizione in un apposito fondo, evidenziando gli obiettivi da realizzare – nel DEF 2014 e nei successivi documenti di economia e finanza – non solo in termini di risparmi di spesa, ma anche di conseguente riduzione della pressione fiscale, in modo da ricondurre progressivamente la tassazione sul lavoro al livello medio dell'Eurozona;
    a tutelare l'autonomia decisionale degli enti territoriali sull'utilizzo delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa dagli stessi realizzata, introducendo meccanismi premiali che consentano di destinare prioritariamente tali risorse alla riduzione della pressione fiscale afferente ai tributi locali.

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ALLEGATO 2

Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014-ottobre 2016 (Doc. XXVII, n. 5).

NUOVA FORMULAZIONE DELLA PROPOSTA DI RISOLUZIONE PRESENTATA DAL RELATORE

  La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),
   premesso che:
    sin dalla XV legislatura è stato avviato un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa, comunemente denominato, sulla base di analoghe esperienze internazionali, «spending review»;
    nel corso della XVI legislatura il processo di analisi e revisione della spesa è stato dapprima incorporato e reso permanente nel sistema delle decisioni di bilancio ad opera della nuova legge di contabilità e finanza pubblica – legge 31 dicembre 2009, n. 196 – e successivamente rilanciato, anche in ragione delle persistenti esigenze di consolidamento dei conti pubblici, con misure specifiche e nuove modalità operative introdotte in larga parte attraverso provvedimenti d'urgenza;
    in particolare, con il decreto-legge 7 maggio 2012, n. 52, recante «Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica», è stato istituito un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica, nonché un Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi;
    l'attività e le funzioni del Commissario straordinario sono state ridisciplinate dall'articolo 49-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, ai sensi del quale, il 4 ottobre 2013, il Presidente del Consiglio dei ministri ha nominato Carlo Cottarelli Commissario straordinario per la spending review, che ha assunto le relative funzioni in data 23 ottobre 2013;
    il Commissario straordinario ha predisposto il Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014 – ottobre 2016, che è stato trasmesso alle Camere il 18 novembre scorso;
    il Programma, nel richiamare gli obiettivi di risparmio definiti dal disegno di legge di stabilità 2014, pari a 3,6 miliardi di euro nel 2015, a 8,3 miliardi di euro nel 2016 e a 11,3 miliardi di euro a decorrere dal 2017, sottolinea l'esigenza di valutare, in sede politica, l'opportunità di conseguire risparmi aggiuntivi rispetto a tali obiettivi già nel 2014, al fine di accelerare il processo di riduzione fiscale, come per altro evidenziato, in sede di audizione presso la Commissione, dallo stesso Commissario straordinario, che ha fatto riferimento a risparmi potenziali pari a 32 miliardi di euro nel triennio 2014-2016;
    l'attività di revisione della spesa si focalizzerà non solo sui guadagni di efficienza, cioè sulla riduzione degli sprechi, ma affronterà anche questioni di «perimetro» cioè l'individuazione di programmi di spesa a bassa priorità i cui benefici non giustifichino il costo per il contribuente o siano inferiori rispetto a quelli di altri Pag. 74programmi di spesa che potrebbero essere sottofinanziati;
   premesso, altresì, come evidenziato dal rappresentante del Governo nella seduta della Commissione del 4 dicembre 2013, che:
    la spesa primaria corrente italiana è tra le più basse dell'euro-zona sia in termini pro-capite che in rapporto al Pil e che la spesa pubblica primaria in termini nominali è, per la prima volta nella storia della Repubblica, diminuita nel triennio 2010-2012;
    le previsioni di spesa a legislazione vigente escludono alcune importanti voci che richiedono di essere finanziate anno per anno attraverso la manovra di finanza pubblica, quali le risorse del 5 per mille, da destinare alla non-autosufficienza, alle politiche sociali, eccetera, nonché quelle destinate alla Cassa Integrazione in deroga, alle agevolazioni fiscali all'autotrasporto, al Servizio Civile, alla salvaguardia degli «esodati», eccetera;
   ritenuto che, sul piano dei rapporti istituzionali:
    occorra assicurare il pieno sostegno all'attività del Commissario, in considerazione della rilevanza strategica della revisione della spesa, quale strumento ineludibile ai fini della prosecuzione del processo di risanamento dei conti pubblici e di miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione;
    la revisione della spesa, ove si occupi di questioni di «perimetro», implichi comunque l'adozione di scelte di carattere politico prima ancora che tecnico, che necessitano di un adeguato coinvolgimento nel processo di spending review del Parlamento, oltre che dei Ministri competenti e degli enti territoriali interessati;
    il coinvolgimento del Parlamento dovrebbe avvenire innanzitutto con la presentazione alle Camere da parte del Governo del Documento di economia e finanza (DEF);
    a tal fine, gli obiettivi di risparmio programmati dovrebbero essere indicati nel DEF distinguendo quelli conseguibili attraverso un recupero di efficienza da quelli ottenibili attraverso la soluzione delle citate questioni di «perimetro», specificando, in quest'ultimo caso, la diversa graduazione delle priorità di spesa sottesa al conseguimento degli obiettivi stessi, in modo da consentire al Parlamento, previa valutazione da parte delle Commissioni competenti, di pronunciarsi in proposito con atto di indirizzo, prima dell'adozione delle conseguenti iniziative normative da parte del Governo;
    in questo quadro, fermi restando i risparmi da conseguire attraverso il miglioramento dell'efficienza della spesa e la conseguente eliminazione degli sprechi, per quanto riguarda le predette questioni di «perimetro», debba essere assicurata priorità alla spesa sanitaria e a quella destinata alla scuola, al lavoro e alle politiche sociali;
   ritenuto altresì che, sul piano della realizzazione degli obiettivi di risparmio:
    dovrebbero essere introdotti adeguati indicatori di performance che tengano conto del grado di soddisfazione dei fruitori dei servizi pubblici e, nel settore sanitario, del grado di appropriatezza delle prestazioni, in modo da consentire di verificare che i risultati conseguiti sul fronte della riduzione della spesa derivino dal miglioramento del livello di efficienza della spesa stessa, ossia dalla eliminazione di sprechi, e non già dal taglio di risorse destinate ai servizi;
    dovrebbe essere assicurato il costante monitoraggio degli effetti della revisione della spesa nonché una tempestiva informazione al Parlamento sugli esiti del monitoraggio stesso, mediante la trasmissione alle Camere di un'apposita relazione annuale del Commissario prima della presentazione del disegno di legge di stabilità;
    il raggiungimento dei citati obiettivi di risparmio possa essere assicurato attraverso un forte coinvolgimento dell'apparato Pag. 75amministrativo pubblico, da un lato, prevedendo incentivi al personale della pubblica amministrazione connessi ai risparmi aggiuntivi effettivamente conseguiti rispetto a quelli programmati, dall'altro, adottando iniziative di open government idonee ad assicurare maggiore trasparenza alla spesa pubblica, in modo da favorire la verifica e il controllo sulla stessa sia da parte della pubblica opinione sia da parte della stessa pubblica amministrazione;
    i risparmi di spesa, anche sulla base della ricognizione della cosiddetta spesa «aggredibile» effettuata negli anni scorsi ai sensi della legislazione previgente e dell'attuazione della disciplina vigente in materia di costi e fabbisogni standard, di cui al decreto legislativo n. 216 del 2010, debbano essere conseguiti già a partire dal 2014,
   ritenuto infine che, sul piano della destinazione delle risorse:
    occorra dare separata evidenza contabile ai risparmi di spesa ascrivibili a miglioramenti di efficienza derivanti dalla spending review ulteriori rispetto a quelli che risultano, al momento, già considerati ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica dal disegno di legge di stabilità 2014, come modificato dal Senato, destinandoli già a decorrere dal 2014, unitamente alle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, alla riduzione del cuneo fiscale (IRAP e IRPEF), mediante iscrizione in un apposito fondo, evidenziando gli obiettivi da realizzare – nel DEF 2014 e nei successivi documenti di economia e finanza – non solo in termini di risparmi di spesa, ma anche di conseguente riduzione della pressione fiscale, in modo da ricondurre progressivamente la tassazione sul lavoro al livello medio dell'Eurozona;
    occorra tutelare l'autonomia decisionale degli enti territoriali sull'utilizzo delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa dagli stessi realizzata, introducendo meccanismi premiali che consentano di destinare prioritariamente tali risorse alla riduzione della pressione fiscale afferente ai tributi locali;

impegna il Governo:

   1) sul piano dei rapporti istituzionali:
    ad assicurare che il coinvolgimento del Parlamento nel processo di revisione della spesa avvenga innanzitutto con la presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF);
    ad assicurare, a tal fine, che gli obiettivi di risparmio programmati siano indicati nel DEF distinguendo quelli conseguibili attraverso un recupero di efficienza da quelli ottenibili attraverso la soluzione delle questioni di «perimetro», specificando, in quest'ultimo caso, la diversa graduazione delle priorità di spesa sottesa al conseguimento degli obiettivi stessi, in modo da assicurare, da un lato, priorità alla spesa sanitaria e a quella destinata alla scuola, al lavoro e alle politiche sociali, dall'altro, da consentire al Parlamento, previa valutazione da parte delle Commissioni competenti, di pronunciarsi in proposito con atto di indirizzo, prima dell'adozione delle conseguenti iniziative normative da parte del Governo;
   2) sul piano della realizzazione degli obiettivi di risparmio:
    a introdurre adeguati indicatori di performance che tengano conto del grado di soddisfazione dei fruitori dei servizi pubblici e, nel settore sanitario, del grado di appropriatezza delle prestazioni, in modo da consentire di verificare che i risultati conseguiti sul fronte della riduzione della spesa derivino dal miglioramento del livello di efficienza della spesa stessa, ossia dalla eliminazione di sprechi, e non già dalla riduzione delle prestazioni di beni o servizi;
    ad assicurare il costante monitoraggio degli effetti della revisione della spesa nonché una tempestiva informazione al Parlamento sugli esiti del monitoraggio stesso, mediante la trasmissione alle Camere di un'apposita relazione annuale del Commissario, prima della presentazione del disegno di legge di stabilità, ossia entro il 30 settembre di ogni anno;Pag. 76
    ad assicurare un forte coinvolgimento dell'apparato amministrativo pubblico, da un lato, prevedendo l'introduzione di incentivi al personale della pubblica amministrazione connessi ai risparmi aggiuntivi effettivamente conseguiti rispetto a quelli programmati, dall'altro, adottando iniziative di open government idonee ad assicurare maggiore trasparenza alla spesa pubblica, in modo da favorire la verifica e il controllo sulla stessa sia da parte della pubblica opinione sia da parte della stessa pubblica amministrazione;
    ad assicurare, anche sulla base della ricognizione della cosiddetta spesa «aggredibile» effettuata negli anni scorsi ai sensi della legislazione previgente, il conseguimento di risparmi di spesa già a partire dal 2014, anche attraverso la piena attuazione della disciplina vigente in materia di costi e fabbisogni standard, di cui al decreto legislativo n. 216 del 2010;
   3) sul piano della destinazione delle risorse:
    a dare separata evidenza contabile ai risparmi di spesa ascrivibili a miglioramenti di efficienza derivanti dalla spending review ulteriori rispetto a quelli che risultano, al momento, già considerati ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica dal disegno di legge di stabilità 2014, come modificato dal Senato, destinandoli già a decorrere dal 2014, unitamente alle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, alla riduzione del cuneo fiscale, (IRAP e IRPEF), mediante iscrizione in un apposito fondo, evidenziando gli obiettivi da realizzare – nel DEF 2014 e nei successivi documenti di economia e finanza – non solo in termini di risparmi di spesa, ma anche di conseguente riduzione della pressione fiscale, in modo da ricondurre progressivamente la tassazione sul lavoro al livello medio dell'Eurozona;
    a tutelare l'autonomia decisionale degli enti territoriali sull'utilizzo delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa dagli stessi realizzata, introducendo meccanismi premiali che consentano di destinare prioritariamente tali risorse alla riduzione della pressione fiscale afferente ai tributi locali.

Pag. 77

ALLEGATO 3

Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014-ottobre 2016 (Doc. XXVII, n. 5).

RISOLUZIONE APPROVATA (8-00030)

  La V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione),
   premesso che:
    sin dalla XV legislatura è stato avviato un programma straordinario di analisi e valutazione della spesa, comunemente denominato, sulla base di analoghe esperienze internazionali, «spending review»;
    nel corso della XVI legislatura il processo di analisi e revisione della spesa è stato dapprima incorporato e reso permanente nel sistema delle decisioni di bilancio ad opera della nuova legge di contabilità e finanza pubblica – legge 31 dicembre 2009, n. 196 – e successivamente rilanciato, anche in ragione delle persistenti esigenze di consolidamento dei conti pubblici, con misure specifiche e nuove modalità operative introdotte in larga parte attraverso provvedimenti d'urgenza;
    in particolare, con il decreto-legge 7 maggio 2012, n. 52, recante «Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica», è stato istituito un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica, nonché un Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi;
    l'attività e le funzioni del Commissario straordinario sono state ridisciplinate dall'articolo 49-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, ai sensi del quale, il 4 ottobre 2013, il Presidente del Consiglio dei ministri ha nominato Carlo Cottarelli Commissario straordinario per la spending review, che ha assunto le relative funzioni in data 23 ottobre 2013;
    il Commissario straordinario ha predisposto il Programma di lavoro recante gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell'attività di revisione della spesa pubblica per il periodo novembre 2014 – ottobre 2016, che è stato trasmesso alle Camere il 18 novembre scorso;
    il Programma, nel richiamare gli obiettivi di risparmio definiti dal disegno di legge di stabilità 2014, pari a 3,6 miliardi di euro nel 2015, a 8,3 miliardi di euro nel 2016 e a 11,3 miliardi di euro a decorrere dal 2017, sottolinea l'esigenza di valutare, in sede politica, l'opportunità di conseguire risparmi aggiuntivi rispetto a tali obiettivi già nel 2014, al fine di accelerare il processo di riduzione fiscale, come per altro evidenziato, in sede di audizione presso la Commissione, dallo stesso Commissario straordinario, che ha fatto riferimento a risparmi potenziali pari a 32 miliardi di euro nel triennio 2014-2016;
    l'attività di revisione della spesa si focalizzerà non solo sui guadagni di efficienza, cioè sulla riduzione degli sprechi, ma affronterà anche questioni di «perimetro» cioè l'individuazione di programmi di spesa a bassa priorità i cui benefici non giustifichino il costo per il contribuente o siano inferiori rispetto a quelli di altri programmi di spesa che potrebbero essere sottofinanziati;Pag. 78
   premesso, altresì, come evidenziato dal rappresentante del Governo nella seduta della Commissione del 4 dicembre 2013, che:
    la spesa primaria corrente italiana è tra le più basse dell'euro-zona sia in termini pro-capite che in rapporto al Pil e che la spesa pubblica primaria in termini nominali è, per la prima volta nella storia della Repubblica, diminuita nel triennio 2010-2012;
    le previsioni di spesa a legislazione vigente escludono alcune importanti voci che richiedono di essere finanziate anno per anno attraverso la manovra di finanza pubblica, quali le risorse del 5 per mille, da destinare alla non-autosufficienza, alle politiche sociali, eccetera, nonché quelle destinate alla Cassa Integrazione in deroga, alle agevolazioni fiscali all'autotrasporto, al Servizio Civile, alla salvaguardia degli «esodati», eccetera;
   ritenuto che, sul piano dei rapporti istituzionali:
    occorra assicurare il pieno sostegno all'attività del Commissario, in considerazione della rilevanza strategica della revisione della spesa, quale strumento ineludibile ai fini della prosecuzione del processo di risanamento dei conti pubblici e di miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione;
    la revisione della spesa, ove si occupi di questioni di «perimetro», implichi comunque l'adozione di scelte di carattere politico prima ancora che tecnico, che necessitano di un adeguato coinvolgimento nel processo di spending review del Parlamento, oltre che dei Ministri competenti e degli enti territoriali interessati;
    il coinvolgimento del Parlamento dovrebbe avvenire innanzitutto con la presentazione alle Camere da parte del Governo del Documento di economia e finanza (DEF);
    a tal fine, gli obiettivi di risparmio programmati dovrebbero essere indicati nel DEF distinguendo quelli conseguibili attraverso un recupero di efficienza da quelli ottenibili attraverso la soluzione delle citate questioni di «perimetro», specificando, in quest'ultimo caso, la diversa graduazione delle priorità di spesa sottesa al conseguimento degli obiettivi stessi, in modo da consentire al Parlamento, previa valutazione da parte delle Commissioni competenti, di pronunciarsi in proposito con atto di indirizzo, prima dell'adozione delle conseguenti iniziative normative da parte del Governo;
    in questo quadro, fermi restando i risparmi da conseguire attraverso il miglioramento dell'efficienza della spesa e la conseguente eliminazione degli sprechi, per quanto riguarda le predette questioni di «perimetro», debba essere assicurata priorità alla spesa sanitaria e a quella destinata alla scuola, al lavoro e alle politiche sociali;
   ritenuto altresì che, sul piano della realizzazione degli obiettivi di risparmio:
    dovrebbero essere progressivamente introdotti adeguati indicatori di performance che tengano conto del grado di soddisfazione dei fruitori dei servizi pubblici e, nel settore sanitario, del grado di appropriatezza delle prestazioni, in modo da consentire di verificare che i risultati conseguiti sul fronte della riduzione della spesa derivino dal miglioramento del livello di efficienza della spesa stessa, ossia dalla eliminazione di sprechi, e non già dal taglio di risorse destinate ai servizi;
    dovrebbe essere assicurato il costante monitoraggio degli effetti della revisione della spesa nonché una tempestiva informazione al Parlamento sugli esiti del monitoraggio stesso, mediante la trasmissione alle Camere di un'apposita relazione annuale del Commissario prima della presentazione del disegno di legge di stabilità;
    dovrebbero essere previsti incentivi al personale della pubblica amministrazione connessi ai risparmi aggiuntivi effettivamente conseguiti rispetto a quelli programmati e dovrebbero essere adottate Pag. 79iniziative di open government idonee ad assicurare maggiore trasparenza alla spesa pubblica, in modo da favorire la verifica e il controllo sulla stessa sia da parte della pubblica opinione sia da parte della stessa pubblica amministrazione;
    i risparmi di spesa, anche sulla base della ricognizione della cosiddetta spesa «aggredibile» effettuata negli anni scorsi ai sensi della legislazione previgente – con particolare riguardo alla soppressione degli enti inutili e all'applicazione di sanzioni nei confronti degli enti inadempienti, nonché alla centralizzazione di beni e servizi attraverso la CONSIP – possano essere conseguiti, già a partire dal 2014, anche attraverso la piena attuazione della disciplina vigente in materia di costi e fabbisogni standard, di cui al decreto legislativo 216/2010;
   ritenuto infine che, sul piano della destinazione delle risorse:
    occorra dare separata evidenza contabile ai risparmi di spesa ascrivibili a miglioramenti di efficienza derivanti dalla spending review ulteriori rispetto a quelli che risultano, al momento, già considerati ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica dal disegno di legge di stabilità 2014, come modificato dal Senato, destinandoli già a decorrere dal 2014, unitamente alle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, alla riduzione del cuneo fiscale sia sul versante dei lavoratori, sia su quello delle imprese (IRAP e IRPEF), mediante iscrizione in un apposito fondo, evidenziando gli obiettivi da realizzare – nel DEF 2014 e nei successivi documenti di economia e finanza – non solo in termini di risparmi di spesa, ma anche di conseguente riduzione della pressione fiscale, in modo da ricondurre progressivamente la tassazione sul lavoro al livello medio dell'Eurozona;
    occorra tutelare l'autonomia decisionale degli enti territoriali sull'utilizzo delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa dagli stessi realizzata, introducendo meccanismi premiali che consentano di destinare prioritariamente tali risorse alla riduzione della pressione fiscale afferente ai tributi locali;

impegna il Governo:

   1) sul piano dei rapporti istituzionali:
    ad assicurare che il coinvolgimento del Parlamento nel processo di revisione della spesa avvenga innanzitutto con la presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF);
    ad assicurare, a tal fine, che gli obiettivi di risparmio programmati siano indicati nel DEF distinguendo quelli conseguibili attraverso un recupero di efficienza da quelli ottenibili attraverso la soluzione delle questioni di «perimetro», specificando, in quest'ultimo caso, la diversa graduazione delle priorità di spesa sottesa al conseguimento degli obiettivi stessi, in modo da assicurare, da un lato, priorità alla spesa sanitaria e a quella destinata alla scuola, al lavoro e alle politiche sociali, dall'altro, da consentire al Parlamento, previa valutazione da parte delle Commissioni competenti, di pronunciarsi in proposito con atto di indirizzo, prima dell'adozione delle conseguenti iniziative normative da parte del Governo;
   2) sul piano della realizzazione degli obiettivi di risparmio:
    a introdurre progressivamente adeguati indicatori di performance che tengano conto del grado di soddisfazione dei fruitori dei servizi pubblici e, nel settore sanitario, del grado di appropriatezza delle prestazioni, in modo da consentire di verificare che i risultati conseguiti sul fronte della riduzione della spesa derivino dal miglioramento del livello di efficienza della spesa stessa, ossia dalla eliminazione di sprechi, e non già dalla riduzione delle prestazioni di beni o servizi;
    ad assicurare il costante monitoraggio degli effetti della revisione della spesa nonché una tempestiva informazione al Parlamento sugli esiti del monitoraggio stesso, mediante la trasmissione alle Camere Pag. 80di un'apposita relazione annuale del Commissario, prima della presentazione del disegno di legge di stabilità, ossia entro il 30 settembre di ogni anno;
    a prevedere incentivi al personale della pubblica amministrazione connessi ai risparmi aggiuntivi effettivamente conseguiti rispetto a quelli programmati e ad adottare iniziative di open government idonee ad assicurare maggiore trasparenza alla spesa pubblica, in modo da favorire la verifica e il controllo sulla stessa sia da parte della pubblica opinione sia da parte della stessa pubblica amministrazione;
    ad assicurare, anche sulla base della ricognizione della cosiddetta spesa «aggredibile» effettuata negli anni scorsi ai sensi della legislazione previgente – con particolare riguardo alla soppressione degli enti inutili e all'applicazione di sanzioni nei confronti degli enti inadempienti, nonché alla centralizzazione di beni e servizi attraverso la CONSIP – il conseguimento di risparmi di spesa già a partire dal 2014, anche attraverso la piena attuazione della disciplina vigente in materia di costi e fabbisogni standard, di cui al decreto legislativo 216/2010;
   3) sul piano della destinazione delle risorse:
    a dare separata evidenza contabile ai risparmi di spesa ascrivibili a miglioramenti di efficienza derivanti dalla spending review ulteriori rispetto a quelli che risultano, al momento, già considerati ai fini del conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica dal disegno di legge di stabilità 2014, come modificato dal Senato, destinandoli già a decorrere dal 2014, unitamente alle risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, alla riduzione del cuneo fiscale, sia sul versante dei lavoratori, sia su quello delle imprese (IRAP e IRPEF), mediante iscrizione in un apposito fondo, evidenziando gli obiettivi da realizzare – nel DEF 2014 e nei successivi documenti di economia e finanza – non solo in termini di risparmi di spesa, ma anche di conseguente riduzione della pressione fiscale, in modo da ricondurre progressivamente la tassazione sul lavoro al livello medio dell'Eurozona;
    a tutelare l'autonomia decisionale degli enti territoriali sull'utilizzo delle risorse derivanti dall'attività di revisione della spesa dagli stessi realizzata, introducendo meccanismi premiali che consentano di destinare prioritariamente tali risorse alla riduzione della pressione fiscale afferente ai tributi locali.
(8-00030) «Bobba, Marchi, Marcon, Andrea Romano, Saltamartini».