CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 novembre 2013
128.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-00168 Cimbro: Sul III Vertice del Partenariato orientale dell'Unione europea (Vilnius, 28-29 novembre 2013).

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
   premesso che:
    il 28 ed il 29 novembre 2013 si terrà, a Vilnius, il terzo vertice del Partenariato orientale e che, all'approssimarsi di tale data, l'attenzione dell'Unione europea e dei Paesi partner dell'Europa orientale è puntata sui progressi che potrebbero concretizzarsi in quell'occasione (firma degli Accordi di Associazione inclusivi di aree di libero scambio approfondite con l'Ucraina, parafatura degli analoghi accordi con Georgia e Moldova);
    il Partenariato orientale è stato lanciato nel 2009, in occasione del vertice di Praga, quale specifica dimensione Est delle relazioni esterne dell'UE esso risponde allo sforzo dell'Unione e dei Paesi dell'Est europeo di favorire le riforme politiche ed economiche e di aiutare i Paesi di quella regione ad avvicinarsi all'UE;
    in data 12 settembre 2013, il Parlamento europeo, in vista del vertice di Vilnius, ha approvato una risoluzione con la quale, nel lamentare alcune incomprensioni che sembrerebbero emerse con la Federazione russa, esorta la Commissione e il SEAE a intensificare gli sforzi per promuovere la visibilità del partenariato orientale e i suoi benefici tra l'opinione pubblica nei Paesi partner, al fine di consolidare il consenso politico in merito alle loro scelte europee;
    in data 24 ottobre 2013, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla relazione annuale del Consiglio sulla politica estera e di sicurezza comune con la quale, tra l'altro, rammenta che i Paesi del vicinato orientale rivestono un'importanza strategica e che la prospettiva europea può rappresentare per loro un incentivo fondamentale a portare avanti le riforme;
    è giunto il momento di intensificare gli sforzi, abbinandoli a un maggiore impegno politico, per conseguire gli obiettivi del partenariato orientale, compresa la necessità di instaurare un legame più stretto tra la politica estera e di sicurezza comune e la politica europea di vicinato;
    ci si auspica che il vertice di Vilnius possa costituire un chiaro progresso nell'avvicinamento delle società degli Stati membri e dei Paesi del Partenariato orientale;
    un dialogo politico nell'ambito delle relazioni Unione europea-Russia, specificamente incentrato sul partenariato orientale, consentirebbe di superare le attuali incomprensioni lamentate anche nella citata risoluzione del Parlamento europeo del 12 settembre 2013 e a questo fine l'Italia, anche in virtù degli intensi rapporti bilaterali, può far valere i propri buoni uffici affinché gli accordi conclusi nell'ambito del Partenariato orientale e della Politica europea di vicinato non siano percepiti dalla Russia in modo negativo,

impegna il Governo:

   a ribadire il sostegno a favore della ratifica o della firma degli accordi di Pag. 64associazione in occasione del vertice di Vilnius con i Paesi del Partenariato orientale che sono pronti e disposti a farlo, purché i requisiti necessari in termini di adesione ai valori comuni e rispetto dello Stato di diritto siano soddisfatti, nella certezza che ciò darà un nuovo impulso al processo in corso di associazione politica e di integrazione economica per l'avvicinamento progressivo all'UE e consentirà di approfondire in modo sostanziale le relazioni tra l'Unione europea e i Paesi del vicinato orientale che rivestono un'importanza geopolitica fondamentale, rispondendo in tal modo alle aspirazioni europee di tali Paesi;
   ad evidenziare che la realizzazione di ulteriori riforme politiche ed economiche in questi Paesi, sulla base dei valori democratici e di rispetto dello stato di diritto, è nell'interesse non solo della stessa Unione europea ma di tutto il continente;
   a continuare ad adoperarsi onde garantire stabilità e sicurezza a livello regionale, aspetti necessari per centrare gli obiettivi del partenariato orientale al fine di conseguire progressi per risolvere i conflitti territoriali in Georgia, Azerbaijan, Armenia e Moldova;
   ad esortare in tale contesto i Paesi del partenariato orientale a proseguire ed intensificare i loro sforzi per portare avanti le riforme.
(8-00023) «Cimbro, Bergamini, Locatelli, Cirielli, Marazziti».

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ALLEGATO 2

7-00172 Scotto: Sull'emergenza umanitaria nelle Filippine.

NUOVO TESTO PRESENTATO DAL FIRMATARIO

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
   premesso che:
    lo scorso 8 novembre il ciclone Yolanda ha colpito 43 province nel sud delle Filippine, distruggendo villaggi e radendo al suolo intere città;
    dai dati raccolti finora risultano essere dodici milioni le persone colpite direttamente da tale evento, ed oltre un milione gli sfollati, di cui circa la metà attualmente raccolta in centri di accoglienza;
    al 14 novembre le cifre ufficiali di OCHA riportavano più di 4600 vittime, ma il numero è continuato a salire;
    scene di disperazione per la mancanza di cibo, acqua ed altri beni di prima necessità sono all'ordine del giorno;
    nonostante il grande impegno del Governo filippino e della comunità internazionale, a causa della scarsa presenza di risorse, la situazione è ben lontana dall'essere risolta;
    la comunità filippina è ormai da decenni presente nelle città italiane, e ben integrata: si tratta di uomini e donne che lavorano alacremente, spesso in ruoli di supporto fondamentali per le famiglie italiane, i cui figli e le cui figlie frequentano le stesse scuole delle bambine e dei bambini italiani, e che spesso svolgono anche opera di volontariato nelle parrocchie o nelle associazioni;
    la comunità filippina è composta da oltre 135 mila donne e uomini;
    nel 2011 le rimesse annue dei lavoratori filippini in Italia sono ammontate a 712 milioni di euro, mentre nel 2012 se ne calcolano 355, anche a causa dei ben noti effetti della crisi globale;
    in questi giorni milioni di italiani e di italiane nel mondo esprimono, attraverso i mezzi più diversi, la loro ferma e sincera solidarietà nei confronti del disperato popolo filippino;
    anche la comunità filippina in Italia si è immediatamente attivata: sono tante le associazioni che hanno avviato raccolte di fondi ed organizzato manifestazioni di solidarietà;
    tra gli altri, particolare rilievo va attribuito all'impegno del «Filipino Women's Council», associazione di donne filippine che lavorano e vivono in Italia, impegnata nel sostegno psico-sociale dei membri della comunità, che ha avviato una campagna di raccolta fondi con il sostegno tecnico di Defence for Children International, da inviare nelle aree più colpite;
    questa campagna offre anche l'occasione per fare qualcosa di concreto a tutti gli italiani che desiderano esprimere la propria solidarietà con il popolo filippino;
    nel maggio 2013 l'Italia ha firmato con il Governo filippino un accordo per la conversione del debito a favore di azioni di cooperazione allo sviluppo;
    oggi il nostro Governo dispone dell'opportunità di dare un messaggio chiaro, concreto, univoco ed importante di speranza, solidarietà, fratellanza e di fiducia Pag. 66nelle istituzioni e nella loro presenza al popolo italiano, a quello filippino ed alla comunità internazionale;
    è necessaria un'azione umanitaria vera, concreta e civile,

impegna il Governo:

   a destinare integralmente i fondi allocati per l'accordo di conversione (circa tre milioni di euro) e già disponibili al supporto di azioni di emergenza e ricostruzione nelle zone colpite dal tifone, con particolare riguardo a donne e bambini;
   a coinvolgere le organizzazioni dei migranti filippini nella gestione del fondo di controvalore che dovrà occuparsi delle risorse derivanti dalla conversione.
(7-00172) «Scotto».

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ALLEGATO 3

7-00172 Scotto: Sull'emergenza umanitaria nelle Filippine.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
   premesso che:
    lo scorso 8 novembre il ciclone Yolanda ha colpito 43 province nel sud delle Filippine, distruggendo villaggi e radendo al suolo intere città;
    dai dati raccolti finora risultano essere dodici milioni le persone colpite direttamente da tale evento, ed oltre un milione gli sfollati, di cui circa la metà attualmente raccolta in centri di accoglienza;
    al 14 novembre le cifre ufficiali di OCHA riportavano più di 4600 vittime, ma il numero è continuato a salire;
    scene di disperazione per la mancanza di cibo, acqua ed altri beni di prima necessità sono all'ordine del giorno;
    nonostante il grande impegno del Governo filippino e della comunità internazionale, a causa della scarsa presenza di risorse, la situazione è ben lontana dall'essere risolta;
    la comunità filippina è ormai da decenni presente nelle città italiane, e ben integrata: si tratta di uomini e donne che lavorano alacremente, spesso in ruoli di supporto fondamentali per le famiglie italiane, i cui figli e le cui figlie frequentano le stesse scuole delle bambine e dei bambini italiani, e che spesso svolgono anche opera di volontariato nelle parrocchie o nelle associazioni;
    la comunità filippina è composta da oltre 135 mila donne e uomini;
    nel 2011 le rimesse annue dei lavoratori filippini in Italia sono ammontate a 712 milioni di euro, mentre nel 2012 se ne calcolano 355, anche a causa dei ben noti effetti della crisi globale;
    in questi giorni milioni di italiani e di italiane nel mondo esprimono, attraverso i mezzi più diversi, la loro ferma e sincera solidarietà nei confronti del disperato popolo filippino;
    anche la comunità filippina in Italia si è immediatamente attivata: sono tante le associazioni che hanno avviato raccolte di fondi ed organizzato manifestazioni di solidarietà;
    tra gli altri, particolare rilievo va attribuito all'impegno del «Filipino Women's Council», associazione di donne filippine che lavorano e vivono in Italia, impegnata nel sostegno psico-sociale dei membri della comunità, che ha avviato una campagna di raccolta fondi con il sostegno tecnico di Defence for Children International, da inviare nelle aree più colpite;
    questa campagna offre anche l'occasione per fare qualcosa di concreto a tutti gli italiani che desiderano esprimere la propria solidarietà con il popolo filippino;
    nel maggio 2013 l'Italia ha firmato con il Governo filippino un accordo per la conversione del debito a favore di azioni di cooperazione allo sviluppo;
    oggi il nostro Governo dispone dell'opportunità di dare un messaggio chiaro, concreto, univoco ed importante di speranza, solidarietà, fratellanza e di fiducia Pag. 68nelle istituzioni e nella loro presenza al popolo italiano, a quello filippino ed alla comunità internazionale;
    è necessaria un'azione umanitaria vera, concreta e civile,

impegna il Governo:

   a manifestare al Governo delle Filippine la disponibilità a destinare integralmente i fondi allocati per l'accordo di conversione (circa tre milioni di euro) e già disponibili al supporto di azioni di emergenza e ricostruzione nelle zone colpite dal tifone, con particolare riguardo a donne e bambini;
   a manifestare al Governo delle Filippine la disponibilità a coinvolgere le organizzazioni dei migranti filippini nella gestione del fondo di controvalore che dovrà occuparsi delle risorse derivanti dalla conversione.
(8-00024) «Scotto, Fava, Quartapelle Procopio».

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ALLEGATO 4

5-01551 Scotto: Sul processo di pace in Medio Oriente in vista del vertice italo-israeliano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel quadro delle iniziative volte a favorire il Processo di Pace in Medio Oriente, il Governo, come ribadito anche di recente dal Ministro Bonino, sostiene con determinazione lo sforzo di mediazione USA e i negoziati di pace, cui il Segretario di Stato americano Kerry ha ricondotto, in questi ultimi mesi, israeliani e palestinesi. È di tutta evidenza che non si tratta di un negoziato semplice e lineare vista anche la situazione sul terreno che resta infatti assai complessa: dopo un lungo periodo di tregua si sono registrati atti di violenza (l'economia palestinese non cresce e la disoccupazione resta elevata) mentre continuano le azioni di confisca e demolizione di strutture da parte di Israele.
  Alla luce di questo scenario, abbiamo un dovere preciso, ovvero quello di continuare a incoraggiare il dialogo fra le parti, e di valorizzare tutto quello che può ridurre la distanza che ancora le separa, avendo sempre come principale obiettivo quello di favorire il raggiungimento di una pace giusta per entrambi.
  Nel corso del prossimo Vertice governativo con Israele, sarà naturalmente cura del Governo, anche su impulso della Ministro Bonino, fare leva sulla tradizionale amicizia con Israele affinché sia favorita la prosecuzione di tale dialogo.
  In merito alla questione dell'applicazione della Direttiva sui finanziamenti europei, sono note le reazioni negative che ha suscitato in Israele l'adozione delle linee guida sui criteri di ammissibilità di doni, premi e contributi finanziari concessi dall'UE a partire dal 2014 in favore di entità israeliane ubicate od operanti nei Territori Occupati dal giugno 1967, pubblicate proprio in concomitanza con la ripresa dei negoziati. Tali misure escludono da programmi e finanziamenti UE entità israeliane con sede al di là dei confini del ’67, nonché le attività svolte in tali territori anche da entità israeliane aventi sede altrove. L'Alto Rappresentante Ashton ha riaffermato che le linee-guida sono solo la conferma di una linea assunta da tempo dall'UE e ulteriormente sancita dal Consiglio Affari Esteri del dicembre 2012 riguardo ai territori occupati da Israele, secondo cui tutti gli Accordi tra UE ed Israele non possono trovare applicazioni in questi ultimi in quanto l'occupazione non è riconosciuta dall'Unione e contravviene al diritto internazionale. Per quanto concerne l'applicazione pratica di tale normativa, è ancora in corso il dialogo tra Israele e il Servizio europeo per l'azione esterna, a cui l'Italia non mancherà di fornire il proprio convinto contributo.
  Quanto alla cooperazione militare Italia-Israele, tale argomento verrà affrontato nel più ampio contesto dell'evoluzione del processo di pace e in stretta concertazione con gli altri partner UE. Vorrei in ogni caso sottolineare che le movimentazioni di materiali militari verso Israele avvengono sulla base della rigorosa applicazione dell'approccio «caso per caso», che tiene conto della situazione politica interna, del contesto internazionale, delle indicazioni dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite. Nel rilascio delle autorizzazioni verso Israele si procede alla verifica degli otto criteri della Posizione Comune 2008/944/PESC del Consiglio Europeo dell'8 dicembre Pag. 702008 («Norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari»). Tali criteri, che sono oggetto di costante confronto con i partner comunitari, prevedono una serie di valutazioni in merito all'eventuale impatto delle esportazioni e dei transiti di tecnologia e delle attrezzature militari da esportare sugli stessi Paesi destinatari e sulle regioni circostanti, all'utilizzo finale del materiale, all'eventuale rischio di sviamenti o cessione a terzi dello stesso, al rispetto della pace internazionale e dei diritti umani da parte dei Governi destinatari. In base alla legge 185/90, la valutazione sulle operazioni di esportazione verso Israele, così come verso tutti i Paesi terzi, viene effettuata sulla base di un concerto interministeriale che, oltre al Ministero degli Affari Esteri, vede interessati i Dicasteri della Difesa, dello Sviluppo Economico, dell'Agenzia delle Dogane, dell'Ambiente e dell'Interno, della Presidenza del Consiglio, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, che applicano anche in tale contesto una procedura «caso per caso».