CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 novembre 2013
125.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Delegazione presso l'Assemblea parlamentare della NATO
ALLEGATO

ALLEGATO

Relazione del senatore Scilipoti sulle missioni svolte in Georgia (25-27 ottobre 2013) e Israele e Territori palestinesi (4-7 novembre 2013).

  Domenico Scilipoti. Desidero riferire sinteticamente sulle due missioni che ho svolto, in Georgia e Israele e Territori palestinesi.
  Dal 24 al 27 ottobre scorsi, ho partecipato, insieme con i colleghi della Delegazione onn. Alli, Censore e Frusone e ad altri colleghi della Delegazione italiana alle Assemblee dell'OSCE e del Consiglio d'Europa all'osservazione delle elezioni presidenziali in Georgia.
  Nel corso dei briefing introduttivi all'attività di osservazione ed illustrativi della situazione politica ed elettorale nel Paese, ho rivolto (anche per e-mail) al Presidente della CEC (Commissione centrale elettorale) e ad alcuni dei candidati una domanda relativa al diritto di voto dei georgiani che vivono in Abkhazia e Sud Ossezia. Ho chiesto se nelle due regioni vi fossero seggi elettorali e se esistesse un censimento relativo ai cittadini georgiani che vivono nelle due regioni dichiaratesi indipendenti, per sapere se i cittadini intenzionati a votare avrebbero potuto avere i documenti (passaporto e visto) per passare il confine. Se infatti la possibilità di avere tali documenti non è uguale per tutti e, addirittura, come è stato ipotizzato, bisogna pagare cifre differenziate per avere il visto, si poteva ipotizzare un'influenza in favore dell'uno o dell'altro candidato. Alla mia domanda, mi è stato risposto che non vi erano seggi elettorali in Abkhazia e in Sud Ossezia e che, il giorno delle elezioni, non sarebbe stato consentito di passare il confine a quanti avessero avuto intenzione di votare. Sebbene, quindi, gli osservatori internazionali delle elezioni presidenziali in Georgia abbiano dichiarato che le libertà fondamentali sono state rispettate e il voto è stato ben amministrato, voglio anche in questa sede ribadire che si è trattato di un grave limite al diritto di voto di alcuni cittadini, di cui le istituzioni internazionali devono farsi carico.
  Per quanto riguarda la missione della Commissione Scienza e tecnologia in Israele e nei Territori palestinesi, cui ho partecipato insieme con il sen. Uras, bisogna innanzitutto sottolineare come sia emerso che l'innovazione tecnologica è alla base dello sviluppo economico, della pace e della sicurezza. In Israele, la Commissione ha visitato diverse istituzioni e centri studi impegnati nella ricerca in ambito militare e civile ed incontrato alcuni parlamentari componenti della Commissione Scienza e tecnologia della Knesset. Nel corso delle visite è emerso l'impegno di Israele nel settore della ricerca applicata e della commercializzazione delle innovazioni, impegno che sta producendo significativi risultati sul piano economico.
  Il 4 novembre, nel corso dell'incontro presso l'INSS (Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale), ho chiesto di avere un approfondimento sui rapporti politici ed economici di Israele con l'Egitto e la Giordania. L'Ambasciatore Oded Eran, ricercatore esperto dell'INSS ha risposto che tali rapporti dipendono dagli accordi di pace siglati nel 1979 (gli accordi di Camp David) con il riconoscimento reciproco. In Egitto, tuttavia, non è attualmente chiara la situazione rispetto alla leadership del Paese, mentre con Mubarak era attivo il dialogo, soprattutto sul Sinai. Con la Giordania, sussistono maggiori rapporti economici, in particolare Israele fornisce alla Giordania l'acqua, la cui richiesta è fortemente aumentata in relazione alle esigenze dei siriani rifugiati in Giordania; vi sono inoltre collaborazioni nel settore della sicurezza, in quanto anche la Giordania, dove vivono molti palestinesi, è interessata alla stabilizzazione.Pag. 6
  Sempre nel corso degli incontri presso l'INSS, ho chiesto, con riferimento alla minaccia nucleare iraniana, se vi siano studi sui possibili danni alla popolazione civile e se siano già stati individuati precisamente i siti iraniani. Ephraim Kan, ricercatore dell'Istituto mi ha risposto che i principali siti (tre) sono conosciuti ma che potrebbero esservene altri minori. Se un eventuale attacco fosse diretto ai siti conosciuti, il pericolo di colpire la popolazione civile sarebbe basso perché i siti sono lontani dalle abitazioni civili. Uno dei siti peraltro è destinato all'arricchimento del plutonio e potrebbe essere più pericoloso, perché il plutonio può produrre effetti nefasti anche in vaste zone.
  Nel pomeriggio, abbiamo visitato l'Industria aeronautica israeliana ed in particolare i padiglioni destinati allo studio e alla produzione dei droni, velivoli senza pilota destinati ad uso militare ma utilizzabili anche per finalità civile. In quella sede, ho osservato che la NATO dovrebbe utilizzare questo tipo di tecnologia per controllare il traffico dei clandestini sul Mar Mediterraneo, per finalità di sicurezza che interessano tutti i Paesi della NATO.
  Il 5 novembre, presso l'Istituto di ricerca Harry Truman per l'avanzamento della pace, all'Università ebrea di Gerusalemme, abbiamo incontrato alcuni ricercatori specializzati sul medio Oriente ed il Nord Africa. In quella sede, ho chiesto se si possa ritenere che i popoli arabi siano pronti alla democrazia ed il prof. Podeh (ricercatore specializzato sull'Egitto) ha risposto che, se non vi è coesione e leadership nelle rivoluzioni a cui abbiamo assistito, torneranno i vecchi regimi e che i processi democratici in occidente si sono affermati in centinaia di anni, per cui, anche se oggi i processi sono molto più veloci e le idee di democrazia sono entrate nel mondo arabo, non ci si può aspettare a breve termine nei paesi arabi una democrazia come quella occidentale.
  Il 6 novembre, la giornata si è concentrata sul problema del contrasto agli attacchi cibernetici. Al riguardo, ho chiesto i casi più eclatanti e, in proposito, è stato citato l'attacco all'Estonia del 2007 e quello ai computer della NATO nel 2010. Abbiamo anche affrontato le questioni legate allo sfruttamento del gas naturale nel Mediterraneo orientale. Alcuni siti sono tuttora contesi tra Egitto, Turchia, Cipro, Israele e Libano. In particolare, si potrebbe pervenire ad un rafforzamento della cooperazione strategica tra Israele e Cipro, aprendo nuovi scenari nelle politiche di rifornimento energetico tra la regione e l'Europa e, al contempo, procedere ad una ridefinizione delle rotte strategiche regionali ed internazionali.
  Il 7 novembre ci siamo recati in Cisgiordania, a Ramallah, dove abbiamo incontrato dapprima i rappresentanti delle società informatiche e di comunicazione che stanno compiendo uno sforzo di modernizzazione nei Territori palestinesi nonostante le limitazioni loro imposte da Israele (per esempio, riguardo alla possibilità di utilizzare la comunicazione in 3G). Abbiamo quindi incontrato alcuni componenti del Consiglio nazionale palestinese con i quali abbiamo discusso della situazione politica nel paese. Personalmente, ho evidenziato, come problema centrale di autonomia e sovranità, quello di una banca nazionale palestinese, ma la sua mancanza, secondo gli interlocutori palestinesi, dipende ancora una volta da Israele. Ci siamo altresì soffermati sulla cooperazione universitaria internazionale, per lo sviluppo professionale dei giovani palestinesi, e sui problemi della comunicazione (nei territori palestinesi stanno per affrontare il problema del cosiddetto switch over per la transizione alla televisione digitale).