CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 novembre 2013
124.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00141 Faenzi: Iniziative per il comparto bieticolo-saccarifero.

TESTO RIFORMULATO

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    la filiera bieticolo-saccarifera nazionale, che rappresenta un comparto importante dell'economia agricola nazionale, con oltre dieci mila aziende, i cui insediamenti produttivi sono diffusi nell'ambito territoriale del Paese su otto regioni, ha conosciuto una profonda ristrutturazione dal 2006 ad oggi;
    tale riorganizzazione che ha ridisegnato il regime delle quote di produzione, ha prodotto effetti destabilizzanti per il settore, con elevati livelli di perdita di competitività, nonostante gli operatori industriali abbiano proseguito, anche di recente, a nutrire interesse per il mercato bieticolo-saccarifero, attraverso ingenti investimenti pari a circa 200 milioni di euro, finalizzati al miglioramento della competitività e all'incremento di quote di mercato;
    la parte agricola, in particolare, nonostante la suindicata ristrutturazione del 2006, ha anch'essa proseguito ad investire importanti risorse per la crescita e lo sviluppo, finalizzate a consentire continuità per un settore, che garantisce la produzione di un terzo del fabbisogno nazionale, a cui si aggiunge l'ulteriore capacità di trasformazione dello zucchero grezzo extra comunitario;
    il timore della deregulation e della scarsa competitività della produzione europea, uno scenario di forte mutamento del mercato, gli effetti della crisi economica recessiva, che persistono insistentemente, rischiano attualmente di determinare gravi ripercussioni sul futuro del settore, attraverso l'abbandono di una consistente superficie di terreno coltivato e la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro;
    ai suesposti profili di criticità, si affiancano inoltre, ulteriori timori ed incertezze per il comparto bieticolo-saccarifero, nell'ambito delle recenti decisioni stabilite dai negoziati europei della PAC (politica agricola comune), con particolare riferimento al regolamento sull'organizzazione comune di mercato unica e più specificatamente, per le previsioni dello zucchero;
    quanto previsto dal Consiglio dei Ministri dell'agricoltura e dal Parlamento europeo il 26 giugno, nell'ambito della più ampia riforma della politica agricola comune, rischia infatti di avere conseguenze negative e pesanti per il settore suindicato, nonché per l'intero approvvigionamento del mercato;
    la conclusione del regime delle quote anticipata al 30 settembre 2017, così come è emerso dall'accordo del Consiglio agricolo europeo, a giudizio degli stessi produttori, rischia pertanto di ridurre in modo drastico, i tempi a disposizione delle imprese agricole e di trasformazione, per adeguarsi alle esigenze del nuovo contesto richiesto dal mercato;
    la scadenza suindicata ha previsto infatti, che nell'ambito dell'Unione europea, le quote di produzione di zucchero, cessino proprio nel 2017, introducendo di seguito, un processo di liberalizzazione Pag. 163scomposto, privilegiando in tal modo, alcuni Paesi dell'Europa continentale, che per ragioni naturali e strutturali godono di condizioni produttive nettamente migliori di quelle italiane;
    come precedentemente riportato, la decisione adottata nell'accordo del 26 giugno 2013, che di fatto elimina la garanzia della produzione di zucchero dal 2017, rischia pertanto di bloccare il processo evolutivo e vanificare gli sforzi anche finanziari, fino ad oggi compiuti dalle imprese del comparto;
    all'interno del settore, la medesima delibera potrebbe infatti determinare una situazione di tensione e di incertezza tale da compromettere la prosecuzione dell'attività produttiva, in considerazione degli scenari negativi che si manifesterebbero in Italia, con la cessazione del regime delle quote e come peraltro a partire dal 2006, dimostra la chiusura di quindici zuccherifici, i cui effetti hanno avviato un processo economico destabilizzante per il comparto e l'intera filiera;
    nelle tre campagne che precedono il 2017, appare quindi indifferibile ed essenziale, prevedere per gli attori della filiera interessata, azioni volte a determinare con efficacia la prosecuzione dei loro programmi di ammodernamento e miglioramento produttivo, rinviando ogni decisione di inizio del nuovo regime;
    il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali De Girolamo, nel corso del negoziato europeo, ha rappresentato l'opportunità di attivare uno strumento normativo ad hoc, attraverso l'introduzione di un nuovo fondo di ristrutturazione comunitario, avente caratteristiche analoghe a quello istituito nel 2006 e finalizzato a garantire una compensazione economica per quegli operatori del settore che nel 2017, dovessero constatare il peggioramento delle condizioni economiche e abbandonare il mercato specifico;
    misure volte ad assicurare una produzione nazionale di qualità, nel rispetto delle priorità sociali ed ambientali, unitamente ad interventi in grado di prevedere modalità di approvvigionamento per il mercato in maniera stabile e sicura per una commodity strategica, quale lo zucchero, evitando pratiche di concorrenza sleali causate dalle importazioni soprattutto extra comunitarie, appaiono pertanto indispensabili, al fine di trasmettere un segnale positivo per lo sviluppo della filiera bieticolo-saccarifera;
    in considerazione delle criticità suesposte, risulta urgente e necessario prevedere interventi volti all'individuazione di misure idonee ed adeguate, in grado di sostenere l'intera filiera bieticolo-saccarifera nazionale, finalizzate a non disperdere la capacità produttiva di grande interesse, per l'economia ed il sistema occupazionale del Paese, e superare le articolare problematiche in precedenza esposte,

impegna il Governo:

   ad intervenire in sede europea al fine di prevedere un differimento dei processi decisionali e temporali esposti in premessa, che indicano quale data di cessazione delle quote previste di produzione dello zucchero il 2017;
   a favorire iniziative volte a prevedere il saldo del debito relativo al completamento degli aiuti nazionali per gli anni 2009 e 2010 attesi dall'intera filiera produttiva bieticolo-saccarifera, il cui impegno peraltro è stato già confermato dal Comitato interministeriale istituito dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge del 10 gennaio del 2006, n. 2, al fine di fronteggiare la grave crisi del settore bieticolo-saccarifero, nonché a più riprese anche dal Parlamento;
   a prevedere, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, l'incremento del sostegno accoppiato alla bieticoltura nazionale, così come stabilito dall'attuale articolo 68 (articolo 39 della proposta di regolamento) che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto agli agricoltori nell'ambito della politica agricola comune; Pag. 164
   a stabilire misure di supporto a sostegno del progetto, in fase di elaborazione, finalizzato all'accrescimento della competitività del settore bieticolo;
   ad intervenire in sede europea al fine di prevedere l'istituzione di un fondo specifico, come esposto in premessa, finalizzato ad attenuare l'inevitabile impatto sociale conseguente a una eventuale ristrutturazione del settore, anche avvalendosi delle risorse finanziarie già esistenti presso il bilancio comunitario – FEOGA, senza ulteriori oneri a carico degli operatori che proseguono la produzione saccarifera;
   a prevedere misure necessarie per consentire un adeguato approvvigionamento della raffineria di Brindisi, la cui capacità produttiva (impianto unico in Italia e secondo e secondo in Europa), raggiunge oltre 495 mila tonnellate di zucchero all'anno, di cui l'85 per cento è commercializzato in Italia ed il restante nei mercati esteri;
   ad intervenire in sede europea, al fine di prevedere dal 2013 al 2017 e possibilmente oltre, un rafforzamento delle misure a tutela della qualità e della sicurezza dell'intera filiera bieticolo-saccarifera, e ridurre la capacità di penetrazione di prodotti di scarsa qualità derivanti dalla concorrenza sleale o meramente speculativa, proveniente da Paesi extra-Unione europea.
(7-00141)
«Faenzi, Bosco, Catanoso, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Romele, Russo».

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01331 Gallinella: Iniziative in materia di concessione agli agricoltori di terreni agricoli demaniali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'inserimento dei giovani nel mondo dell'agricoltura e l'incentivazione delle forme di imprenditoria giovanile sono obiettivi prioritari delle linee programmatiche che il Ministro De Girolamo ha illustrato nelle audizioni parlamentari tenutesi nei mesi di giugno e luglio scorsi e che rappresentano, pertanto, il filo conduttore dell'azione governativa per il settore primario dell'economia italiana.
  Le dichiarazioni diffuse dai media ne sono una conferma e rappresentano, al contempo, una divulgazione delle informazioni a riguardo, soprattutto in relazione alla questione principale che verte sulla problematica dell'acquisizione del «fattore terra», finora caratterizzata da una scarsa elasticità del sistema fondiario del nostro Paese.
  In particolare, per quanto riguarda la dismissione dei terreni demaniali e la finalizzazione di questi alle attività agricole, il Ministero sta lavorando in linea con quanto già disposto con il decreto-legge n. 1 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27 del 2012, con particolare riferimento all'articolo 66 che prevede proprio la «dismissione dei terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola».
  Il sistema applicativo avrà come obiettivo la messa in disponibilità di terreni sia attraverso contratti di vendita che di affitto, tenendo conto che la legge ha già previsto e, quindi, garantito un meccanismo in favore dei giovani agricoltori riconoscendo in loro favore il diritto di prelazione nel momento della transazione.
  È evidente che l'attuazione di ciò è legata alla completa ricognizione dei terreni disponibili.
  Inoltre, nel sistema di applicazione del predetto articolo 66 saranno sciolti i nodi interpretativi che in parte costituiscono l'oggetto dell'interrogazione odierna.
  Tra questi il principale consiste esattamente nel portare ad una sintesi le diverse interpretazioni di tutte le Amministrazioni coinvolte nella concertazione e che, proprio sulla questione dei criteri decisionali tra alienazione e affitto mostrano differenze di approccio correlate alla diversità degli interessi pubblici perseguiti nell'ambito delle rispettive competenze.
  Ciò premesso, mi preme dare assicurazioni in relazione al fatto che l'obiettivo di favorire i giovani agricoltori resta prioritario e che quanto segnalato dagli interroganti corrisponde alla linea che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali intende mantenere e finalizzare in questa fase di concertazione per l'applicazione della norma predetta.
  Infine, vi informo che il Ministero è impegnato anche in sede europea a far valere gli obiettivi di facilitazione dell'inserimento dei giovani nel mondo agricolo. In particolare, nella discussione del pacchetto normativo in materia di aiuti di Stato, la delegazione italiana sta portando avanti le trattative in modo da poter ottenere un'adeguata attenzione alla necessità di finanziare in modo più incisivo tale azione di semplificazione ed incentivazione dell'accesso alla terra.