CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 novembre 2013
123.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sulla missione a Vilnius in occasione della Conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti per il lavoro e gli affari sociali dei Parlamenti europei in materia di incentivi all'occupazione per dare attuazione alla Strategia Europa 2020 (10-11 novembre 2013).

RELAZIONE

  Lo scorso 10-11 novembre 2013 si è svolta a Vilnius la Conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti per il lavoro e gli affari sociali dei Parlamenti europei, incontro finalizzato a consentire alle competenti Commissioni parlamentari di fare il punto sugli obiettivi previsti nella strategia Europa 2020, del Consiglio Europeo del febbraio 2013 e della proposta del Consiglio dello scorso aprile, per stabilire il regime di garanzia per i giovani.
  Dagli interventi sono emersi alcuni elementi comuni, fondati sulla preoccupazione che più di 26 milioni di persone, di cui 5,5 milioni di giovani di età compresa tra 15-24 anni, in tutta l'UE non riescono a trovare un posto di lavoro.
  Nel corso degli interventi programmati nella Conferenza, è stato, in particolare, posto in evidenza come la disoccupazione giovanile sia un problema particolarmente grave e che il tasso di disoccupazione per i giovani al 23,5 per cento sia più del doppio rispetto a quello degli adulti, vicino all'11 per cento, tasso che si differenzia profondamente nei singoli Paesi dell'UE (7,7 per cento in Germania, 8,7 per cento in Austria).
  In questo contesto, è stata accolta con favore sia la concessione anticipata di 6 miliardi di euro per l'Iniziativa per l'occupazione giovanile per il periodo 2014-2020 per la lotta contro la disoccupazione giovanile nelle regioni dell'Unione, con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25 per cento, sia la garanzia per i giovani, diretta a ottenere un'offerta concreta di buona qualità per lavoro, apprendistato, tirocinio o formazione continua.
  Diversi soggetti intervenuti – come riassunto anche in un documento conclusivo presentato dalla presidenza lituana – hanno ribadito che le misure sostenibili a lungo termine per combattere la disoccupazione giovanile devono basarsi su una strategia globale, anche a sostegno delle piccole e medie imprese (PMI), promuovendo l'imprenditorialità, la creazione di imprese e il lavoro autonomo tra i giovani, nonché un più facile accesso al credito e al microcredito. Inoltre, si è evidenziata l'esigenza di creare condizioni favorevoli, in particolare per le PMI, attraverso l'implementazione delle infrastrutture e la capacità dei servizi per l'impiego, con l'apprendistato e i tirocini di qualità.
  Si è inoltre ribadito il fatto che una parte integrante della politica occupazionale e sociale dovrebbe essere costituita dal contrasto all'esclusione sociale ed la povertà, che tale problema differisce tra le regioni ed all'interno degli Stati membri, accogliendo, con favore, la comunicazione della Commissione europea sul rafforzamento della dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria (UEM), adottata il 2 ottobre 2013, e evidenziando il parere che ci dovrebbe essere un più stretto collegamento tra le politiche economiche e finanziarie e le politiche sociali e di occupazione nell'UE.
  È stato ampiamente ribadito che le misure di austerità, come applicate nel contesto dei programmi di adeguamento finanziari supervisionato dalla cosiddetta Pag. 242«Troika», sono in contrasto con la costituzione di una «economia intelligente, sostenibile e inclusiva, caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale».
  Si è altresì sottolineato che, nonostante la crisi e la disoccupazione in corso negli Stati membri, l'obiettivo da raggiungere è quello fissato dalla Strategia Europa 2020, di aumentare, cioè, il tasso di occupazione della popolazione di età compresa fra 20-64 anni dal 69 per cento ad almeno il 75 per cento entro il 2020. Per raggiungere questo obiettivo, si dovrà aumentare il tasso di occupazione relativo a tutti i gruppi di età e sociali, in particolar modo quello relativo alle donne, ancora significativamente inferiore a quello degli uomini.
  All'interno delle conclusioni tratte dalla presidenza lituana, è stata sottolineata l'importanza cruciale di combinare accordi contrattuali flessibili e affidabili, strategie integrate di apprendimento permanente, efficaci politiche attive del mercato del lavoro e sistemi di protezione sociale moderni, adeguati e sostenibili, in linea con il principio di flexicurity. Secondo il documento, nonostante l'alto tasso di disoccupazione, sono circa quattro milioni i posti vacanti nell'UE, a causa della mancata corrispondenza di competenze all'interno del mercato del lavoro.
  Si è, infine, richiamata l'attenzione sul problema della «fuga dei cervelli», che sta interessando la maggior parte dei Paesi membri, problema che deve essere affrontato con urgenza a livello europeo.
  A fronte alle modifiche apportate al documento in sede di dibattito e alla ribadita volontà della presidenza lituana della Conferenza di esprimere un voto sul documento in discussione, la delegazione italiana (come quelle di altri Paesi, fra cui Regno Unito e Olanda) non ha votato il documento conclusivo, manifestando la propria perplessità, sia sulla procedura non conforme a sessioni di questo tipo, sia sul merito di alcune delle proposte introdotte.

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ALLEGATO 2

Modifica all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola. (Testo unificato C. 249 Ghizzoni e C. 1186 Marzana).

NUOVO TESTO UNIFICATO ELABORATO DAL COMITATO RISTRETTO ADOTTATO COME TESTO BASE

Art. 1.

  1. All'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: «ad applicarsi» sono inserite le seguenti: «al personale della scuola che matura i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni,».
  2. Il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto nel limite massimo di 4.000 soggetti e di 35 milioni di euro per l'anno 2014, di 106 milioni di euro per l'anno 2015, di 107,2 milioni di euro per l'anno 2016, di 108,4 milioni di euro per l'anno 2017 e di 72,8 milioni di euro per l'anno 2018. L'INPS provvede al monitoraggio delle domande di pensionamento inoltrate dai lavoratori di cui al comma 1 che intendono avvalersi dei requisiti di accesso e del regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico delle domande di pensione determinato ai sensi del primo periodo del presente comma, l'INPS non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefìci previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1.
  3. Per i lavoratori che accedono al beneficio di cui al comma 1, ai fini della liquidazione del trattamento di fine rapporto, comunque denominato, si applicano le disposizioni di cui all'articolo 2, comma 11, lettera a), numeri 1) e 2), del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, nella legge 7 agosto 2012, n. 135.
  4. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in 35 milioni di euro per l'anno 2014, 106 milioni di euro per l'anno 2015, 107,2 milioni di euro per l'anno 2016, 108,4 milioni di euro per l'anno 2017 e 72,8 milioni di euro per l'anno 2018, si provvede parzialmente utilizzando i risparmi complessivamente conseguiti a valere sulle autorizzazioni di spesa relative al Fondo di cui all'articolo 1, comma 235, primo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni, come rideterminate, da ultimo, dall'articolo 2, comma 7, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126.

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ALLEGATO 3

Comunicazione della Commissione europea «Lavorare insieme per i giovani d'Europa – Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile» (COM(2013)447 final).

PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE DEL RELATORE

  La XI Commissione,
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, la Comunicazione «Lavorare insieme per i giovani d'Europa – Invito ad agire contro la disoccupazione giovanile» (COM(2013)447final), presentata dalla Commissione europea il 19 giugno 2013;
   visto il pacchetto sulla disoccupazione giovanile presentato dalla Commissione nel dicembre 2012, priorità nell'agenda politica dell'Unione europea che ha opportunamente proposto una serie di misure volte ad affrontare i livelli inaccettabili ormai raggiunti dalla disoccupazione nel contesto generale di una gravissima crisi economica;
   viste le norme operative per attuare l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile proposta dal Consiglio europeo nella riunione del 7 e 8 febbraio 2013, cui ha fatto seguito la Comunicazione della Commissione COM(2013)144 «Iniziativa per l'occupazione giovanile» del 12 marzo 2013;
   viste le numerose iniziative adottate dalle istituzioni europee sul tema della successivamente al Consiglio europeo del 26-27 giugno scorso, che, opportunamente, ha dedicato particolare attenzione all'attuazione delle azioni e delle misure di cui alla proposta di Raccomandazione Garanzia per i giovani (COM(2012)729), adottata formalmente dal Consiglio il 22 aprile 2013;
   viste le conclusioni della Conferenza interparlamentare dei Presidenti delle Commissioni dei Parlamenti dell'UE competenti in materia di occupazione sul tema delle misure volte ad incentivare l'occupazione giovanile svoltasi a Vilnius il 10-11 novembre scorso nell'ambito delle riunioni organizzate nel semestre di Presidenza lituana dell'UE;
   visti gli esiti dell'incontro tra capi di Governo e Presidenti delle istituzioni europee svoltosi a Parigi il 12 novembre scorso nell'ambito del quale sono state individuate tre principali linee di azione, su cui gli Stati membri possono agire con libertà: la formazione, l'inserimento professionale e l'imprenditorialità;
   premesso che:
    l'attenzione che le istituzioni europee stanno dedicando al tema dell'occupazione in generale appare pienamente condivisibile ed è apprezzabile l'impegno profuso nel tentare di individuare soluzioni concrete al problema della disoccupazione giovanile;
    sebbene la definizione del quadro istituzionale entro il quale dovrà essere istituita la Garanzia per i giovani sia lasciata ai singoli Stati membri, nel rispetto dei rispettivi ordinamenti nazionali, resta imprescindibile un'azione efficace e decisa dell'Unione europea in materia ed un costante monitoraggio dell'attuazione delle misure adottate;
    la Comunicazione della Commissione riporta in estratto le raccomandazioni indirizzate dalla Commissione europea agli Stati membri che per l'Italia si Pag. 245traducono nelle seguenti: potenziare l'istruzione e la formazione professionale, rendere più efficienti i servizi pubblici per l'impiego e migliorare i servizi di consulenza per gli studenti del ciclo terziario; intensificare gli sforzi per scongiurare l'abbandono scolastico e migliorare la qualità e i risultati della scuola, anche tramite una riforma dello sviluppo professionale e della carriera degli insegnanti;
    la peculiare configurazione della disoccupazione giovanile in Italia, al fine di raggiungere a pieno gli obiettivi target fissati nella Comunicazione della Commissione, richiede un costante coordinamento funzionale tra le varie articolazioni dello Stato, anche alla luce della prospettata riforma dell'assetto territoriale dello Stato;
   tenuto conto:
    degli elementi acquisiti nel corso dell'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini del 5 novembre scorso sul percorso intrapreso dal Governo italiano, nonché dei contributi emersi nell'ambito del dibattito svolto nel prosieguo dell'esame della Comunicazione;
    di quanto emerso nell'ambito dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione XI, conclusasi con l'adozione di un documento conclusivo il 16 ottobre 2013;
    della mozione 1/00034, approvata il 20 giugno 2013 dall'Assemblea, concernente il tema dell'attuazione della Garanzia per i giovani, che impegna il Governo a riconoscere l'estrema importanza degli strumenti messi in atto a livello europeo per il rilancio dell'occupazione giovanile;
    dell'ordine del giorno 9/01458/034, approvato il 7 agosto 2013 dall'Assemblea, che impegna il Governo a far sì che la struttura di missione, operi in linea con gli standard e la normativa dell'Unione in materia, favorendo l'elaborazione delle migliori strategie rivolte all'utilizzo degli strumenti finanziari europei di riferimento, la corretta attuazione della Garanzia per i giovani e la nascita di partenariati rivolti alla sensibilizzazione delle politiche giovanili europee, nel rispetto del principio di sussidiarietà, oltre a quello di leale collaborazione;
    della proposta di legge n. 867, Disposizioni per l'attuazione di schemi di Garanzia per i giovani, assegnata alla XI Commissione, che individua una disciplina e organizzazione complessiva dello strumento, definendo i principi generali e le linee guida d'istituzione della Garanzia per i giovani in Italia, nell'ottica dell'armonizzazione rispetto al quadro comunitario;
    del parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) sulla Comunicazione, approvato il 13 novembre scorso e che sarà trasmesso, unitamente a questo documento finale, alle istituzioni europee nell'ambito del cosiddetto dialogo politico,

  esprime una valutazione complessivamente positiva, con le seguenti osservazioni:

  in ambito europeo,
   al fine di individuare misure sostenibili a lungo termine per combattere la disoccupazione giovanile, appare fondamentale il riferimento ad una strategia complessiva delle politiche attive del mercato del lavoro, che includa misure per le PMI, per l'apprendistato di qualità, per le start up, per la formazione professionale, nonché il coordinamento di tutte le linee di finanziamento esistenti a livello unionale e destinate al settore dell'occupazione (nell'incontro di Parigi richiamato in premessa si è fatto riferimento alla possibilità di mobilitare risorse pari a 45 miliardi di euro da spendere nel biennio 2014-2015);
   è necessario altresì un coordinamento efficace tra tutte le politiche che direttamente o indirettamente sono volte al raggiungimento dell'obiettivo fissato dalla Strategia Europa 2020, vale a dire l'innalzamento del tasso di occupazione per le persone tra i 20 e i 64 anni dal 69 al 75 per cento entro il 2020, considerato che i giovani e le donne, in particolare, sono tra i gruppi sociali con maggiore gap da recuperare in tal senso; Pag. 246
   occorre promuovere e sostenere, in sede di Consiglio e di Parlamento europeo, l'istituzione di una piattaforma che sappia mettere a confronto le prestazioni dei servizi pubblici per l'impiego dei vari Stati membri sulla base di valori di riferimento pertinenti a individuare migliori pratiche e promuovere l'apprendimento reciproco, così come previsto dalla proposta di decisione sulla riforma dei servizi pubblici per l'impiego (COM(2013)439). La rete, così strutturata, sarebbe in grado di fornire sostegno all'attuazione del pacchetto occupazione 2014-2020, soprattutto alla Garanzia per i giovani, che non può esistere senza un adeguato sistema di politiche attive per il lavoro;
   occorre monitorare l'attuazione delle suddette misure attraverso la valutazione dei programmi nazionali di riforma sempre nel contesto del semestre europeo;
   occorre promuovere e sostenere tutte le iniziative volte a incentivare le esperienze e le forme di cooperazione tra i giovani dei diversi paesi membri dell'UE, percorso intrapreso dalla Commissione europea con Horizon 2020 nell'ambito di importanti politiche quali la ricerca e dell'innovazione, ma anche la cultura;
   occorre operare con la massima trasparenza e coerenza per il riconoscimento delle qualifiche e delle professioni sulla base di indicatori comuni;

  sul piano nazionale,
   occorre:
    tenere costantemente informato il Parlamento e coinvolgerlo sia nella fase ascendente di predisposizione di misure in materia di lotta alla disoccupazione giovanile sia nella fase negoziale delle singole proposte formulate dalle istituzioni europee;
    assicurare la concertazione con parti sociali, associazioni datoriali, organizzazioni sindacali, società civile, al fine di raccogliere contributi fattivi al Piano nazionale di attuazione, operando con la struttura di missione, nonché allo scopo di definire il ruolo di ciascun attore e del contenuto delle prestazioni da offrire nell'ambito di un sistema integrato di sostegno ai giovani;
    promuovere, all'interno dei lavori della Struttura di missione e del Piano nazionale di attuazione, il pieno rispetto del principio di sussidiarietà, oltre a quello di leale collaborazione, alla salvaguardia dei differenti contesti socio-economici territoriali, attraverso l'interazione con i competenti enti regionali nell'attuazione dei programmi operativi volti all'utilizzo dei Fondi strutturali dell'Unione europea, in particolare delle risorse provenienti dal quadro finanziario pluriennale 2014-2020 in favore dell'occupazione giovanile;
    assicurare, quindi, un dialogo costante tra regioni, comuni, unioni di comuni e comunità montane nella prevista stesura e applicazione dei singoli Piani attuativi regionali della Garanzia per i giovani;
    addivenire a una migliore e più chiara definizione di tutte le politiche attive e un più efficace coordinamento tra i vari Ministeri sulla questione della ripartizione delle competenze in materia di politiche attive per il lavoro, anche alla luce della prospettata riforma dell'assetto territoriale dello Stato;
    riformare la rete dei servizi per l'impiego tenendo conto della proposta di decisione della Commissione europea volta a migliorarne l'efficacia anche a livello transnazionale, aumentando la cooperazione tra i vari Stati membri; il Governo deve e può fare di più, recependo in pieno i noti rilievi sollevati dalla XI Commissione nelle more dell'indagine conoscitiva sullo stato della disoccupazione e riguardanti il rischio che senza una vera riforma nazionale dei servizi all'impiego qualsiasi strumento comunitario rischia di essere vano;
    attivare adeguate sedi di confronto con i rappresentanti delle regioni e delle amministrazioni locali nonché con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative su base nazionale; Pag. 247
    valutare la possibilità di assumere le necessarie iniziative per istituire, al più presto e in armonia con le previsioni di bilancio, un fondo nazionale per l'attuazione della Garanzia per i giovani;
    migliorare i sistemi di formazione professionale, facilitando sia l'inserimento sia la riqualificazione;
    sostenere i progetti di inserimento e auto-impiego attuando meccanismi mirati di imprenditorialità giovanile e periodi lavorativi all'estero, anche attraverso meccanismi mirati di accesso al microcredito e alle professioni per i giovani, in collaborazione con le regioni e gli enti locali;
    favorire misure per il contrasto della dispersione scolastica, della segmentazione generazionale e della segregazione di genere nel mercato del lavoro;
    avviare una riflessione approfondita sulla detassazione dei salari di produttività;
     nel contesto del semestre europeo di presidenza italiana dell'UE, valutare le opportune iniziative per continuare a richiamare l'attenzione sul tema della disoccupazione giovanile e soprattutto sui risultati conseguiti in tale ambito.