CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 novembre 2013
122.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO

ALLEGATO

5-00964 Fanucci: Sulle modalità di impiego delle risorse aggiuntive derivanti dalla riduzione dei tassi di interesse sul debito pubblico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00964 l'On. Fanucci, chiede l'ammontare delle risorse aggiuntive derivanti dalla riduzione dei tassi di interesse nel 2013.
  Al riguardo, si fa presente che nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2013 (d'ora in poi Nota 2013), pubblicata in data 20 settembre 2013, il MEF ha rivisto le stime circa la spesa per interessi in considerazione dell'andamento dei tassi di interesse di mercato, delle necessità di copertura del fabbisogno del Settore Statale e delle emissioni effettivamente svolte nei mesi successivi alla redazione del Documento di Economia e Finanza 2013 (DEF 2013).
  Dal punto di vista dei tassi di interesse, l'evoluzione del mercato dei titoli di Stato italiani da marzo (mese di stesura del DEF 2013) a settembre (mese di stesura della Nota 2013) ha dato luogo ad una riduzione media dei rendimenti di circa 20 punti base, riduzione che è invece stata più marcata, pari circa a 40/50 punti base in media, se ci si sofferma sul confronto tra i tassi attesi per i prossimi anni estrapolabili dalla curva dei rendimenti di marzo rispetto a quella di settembre.
  In aggiunta a questi dati, nella compilazione della Nota 2013 si sono formulate delle ipotesi sull'andamento futuro dei tassi sui titoli di Stato che fossero maggiormente coerenti con il quadro macroeconomico e di finanza pubblica delineato nello stesso documento.
  Sul fronte dell'andamento del fabbisogno del Settore Statale e delle connesse esigenze di provvista sul mercato, nella Nota 2013 le stime sono state elaborate assumendo volumi di emissione decisamente più elevati per l'anno in corso (per circa 21 miliardi di euro), anche a causa di un incremento delle anticipazioni di liquidità alle Pubbliche Amministrazioni per il rimborso dei debiti commerciali pregressi (come previsto dal decreto-legge n. 102 del 31 agosto 2013) pari circa a 7,2 miliardi. Per gli anni successivi le stime della Nota 2013 si basano su maggiori emissioni rispetto al DEF per circa 5,5 miliardi nel 2014, 9,3 miliardi nel 2015, 4,9 miliardi nel 2016 e 22,3 miliardi nel 2017.
  In ultimo, nella Nota 2013 sono state inserite ipotesi più prudenti circa entrate da privatizzazioni, pari a circa 0,5 punti di PIL per ogni anno dal 2014 rispetto al punto percentuale annuo assunto nel DEF.
  Sulla base di queste assunzioni, la Nota 2013, in linea con quanto argomentato nell'interrogazione, include delle stime per interessi, nel quadro programmatico del conto delle PA, inferiori per circa 0,2 punti di PIL nel 2014, 0,5 punti di PIL nel 2015, 0,7 punti di PIL nel 2016 e 1 punto di PIL nel 2017.
  Per quanto riguarda l'anno in corso, (per il quale si rileva una situazione eccezionale) la spesa per interessi dovrebbe superiore di circa 0,1 punti di PIL rispetto al DEF 2013, a causa delle maggiori emissioni nell'anno e di una riduzione dei tassi di interesse meno marcata rispetto agli anni successivi.
  Tale riduzione della spesa per interessi, come ampiamente desumibile dalla Nota 2013, è cruciale per conseguire gli obiettivi in termini di indebitamente netto e di indebitamento netto strutturale fino al 2017 Pag. 27concordati in sede di Unione Europea e, pertanto, coerenti con i relativi trattati, nonché necessari per garantire condizioni di sostenibilità finanziaria allo stock di debito pubblico attuale e prospettico.
  Si soggiunge, infine, che le emissioni di debito pubblico realizzate successivamente alla pubblicazione della Nota sono state effettuate a condizioni di costo in linea con quelle previste nella Nota 2013, andando quindi a prefigurare, almeno finora, l'assenza di ulteriori risparmi in termini di spesa per interessi rispetto a quelli già inclusi nello stesso documento.