CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 novembre 2013
117.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01368 Capezzone: Adozione del decreto ministeriale previsto dall'articolo 52, comma 3, del decreto-legge n. 98 del 2013, in relazione all'ampliamento dei termini di rateazione dei debiti tributari.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla richiesta circa i tempi di emanazione del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di cui al comma 3, dell'articolo 52, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, si fa presente che detto decreto è stato firmato dal Signor Ministro.

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ALLEGATO 2

5-01369 Paglia: Costi per la gestione del denaro contante e della moneta elettronica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'On. Paglia ed altri, chiedono quali siano i costi sostenuti dallo Stato e dal sistema bancario per la gestione del contante anche rispetto all'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici.
  Al riguardo il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio sentita la Banca d'Italia, ha fatto presente che secondo una recente ricerca dell'Eurosistema basata su dati raccolti presso 13 Paesi UE, i costi «sociali» per l'utilizzo degli strumenti più diffusi, quindi i costi che la collettività sopporta per le risorse utilizzate dai diversi operatori economici per il regolamento delle transazioni (contante, assegni, carte di pagamento, bonifici, addebiti diretti), sono pari a circa l'1 per cento del PIL (oltre 130 miliardi di euro se calcolato per l'UE a 27 paesi, 15 miliardi in Italia). Per la metà si tratta di costi legati all'uso del contante.
  In particolare dall'indagine condotta dalla Banca d'Italia nel 2010 risultava che nel nostro «Paese» il 49 per cento di tali costi era stato sostenuto da banche e infrastrutture per l'offerta dei servizi di pagamento (54 per cento nella media europea), il 51 per cento era a carico delle imprese (46 per cento nella media europea).
  Le analisi dimostrano come nei paesi a più elevata diffusione di strumenti elettronici il costo per transazione per l'utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici sia inferiore a quello del pagamento in contanti; ciò riflette la maggiore incidenza dei costi fissi per i pagamenti elettronici. Queste evidenze confermano l'importanza di politiche, volte a promuovere l'utilizzo degli strumenti elettronici, caratterizzati da un'efficienza operativa ed economica potenzialmente maggiore rispetto al contante e agli strumenti cartacei: la migrazione verso tali strumenti, infatti, favorirebbe una riduzione dei loro costi unitari grazie alla possibilità di sfruttare economie di scala.
  Da un esercizio di simulazione condotto sulla base dell'indagine sopra richiamata, si può stimare un risparmio potenziale complessivo per l'economia pari a circa lo 0,3 per cento del PIL, qualora l'Italia si posizioni al livello dei paesi europei più evoluti in termini di diffusione di strumenti di pagamento elettronici in sostituzione sia del contante, sia delle tecnologie transattive tradizionali (procedure cartacee e manuali).
  Infine, si fa presente che a livello comunitario sono state recentemente pubblicate la proposta di Regolamento relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento tramite carta e la proposta di Direttiva relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, con l'intento di contribuire allo sviluppo di un mercato unico dei pagamenti nella UE, al fine di garantire ai consumatori, ai dettaglianti e ad altre imprese di beneficiare dei vantaggi derivanti dal mercato interno e dal commercio elettronico. In particolare, la proposta di regolamento prevede anche l'introduzione di massimali per le commissioni applicate ai consumatori sulle operazioni effettuate con carte di debito e di credito e vieta l'applicazione di maggiorazioni per tali tipi di carte.

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ALLEGATO 3

5-01370 Barbanti: Ammontare delle diverse tipologie di reddito, suddivise per scaglioni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il documento in esame, gli onorevoli interroganti chiedono quale sia l'ammontare dei redditi fondiari, dei redditi di capitale, dei redditi da lavoro dipendente, dei redditi da lavoro autonomo, dei redditi d'impresa e dei redditi diversi, divisi per scaglioni di reddito al fine di orientare correttamente la legislazione fiscale in materia.
  Al riguardo, il Governo rappresenta la propria disponibilità a fornire ogni dato utile per lo svolgimento dell'attività parlamentare.
  In relazione a quanto richiesto nella specie dagli onorevoli interroganti, il Dipartimento delle Finanze riferisce che i dati, aggiornati all'anno d'imposta 2011, sono disponibili sul sito web del Dipartimento stesso (www.finanze.it) seguendo il percorso che si riporta di seguito: Dati e Statistiche Fiscali - Dichiarazioni Fiscali - Dichiarazioni - Navigazione dinamica dei dati 2011 - Dichiarazione 2012 - IRPEF.

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ALLEGATO 4

5-01371 Petrini: Interventi per migliorare l'accesso al credito da parte delle PMI, anche attraverso il potenziamento delle garanzie assicurative.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'onorevole Petrini ed altri, nel far riferimento al ridimensionamento dell'attività di assicurazione del credito all'esportazione da parte di SACE, chiedono al Governo quali iniziative intenda assumere per migliorare le condizioni di accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese.
  Al riguardo, si rappresenta che Cassa depositi e prestiti, ABI e SACE, già dall'aprile 2011, hanno sottoscritto una prima Convenzione Export-Banca («Convenzione») in attuazione della normativa di cui all'articolo 8 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102 e del successivo decreto attuativo del Ministro dell'economia e delle finanze del 22 gennaio 2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 aprile 2010, poi prorogata ed estesa a SIMEST dall'aprile del 2012, al fine di sviluppare delle sinergie per il sostegno delle esportazioni e dell'internazionalizzazione delle imprese italiane. A tale Convenzione Cassa Depositi e Prestiti ha associato un plafond per la concessione di finanziamenti nell'ambito del sistema Export Banca, inizialmente d'ammontare pari a 2 miliardi di euro, ampliato a 4 miliardi di euro nel settembre 2012, e in considerazione del positivo impatto dello strumento sul sistema, aumentato nel luglio del 2013 a 6 miliardi di euro.
  A seguito dell'ingresso di SACE e SIMEST nel Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, di concerto con ABI, nell'ambito della nuova Convenzione sottoscritta lo scorso mese di luglio, e resa efficace a partire dal 31 ottobre 2013, si è deciso di perfezionare i processi ed estendere le operazioni finanziabili, anche con l'obiettivo di ottimizzare l'impiego degli strumenti che il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti rende disponibili a supporto delle imprese. In particolare, con riferimento alle piccole e medie imprese («PMI»), s'intende canalizzare le operazioni di finanziamento per l'internazionalizzazione, assistito da garanzia SACE, su strumenti già attivi come il «Plafond Piccole e medie imprese» di Cassa Depositi e Prestiti, che, grazie all'elevato livello di standardizzazione ed all'efficienza dei connessi processi amministrativi, meglio risponde alle esigenze di tali imprenditori.
  Il «Plafond Piccole e medie imprese» ha già distribuito, per il tramite delle banche, oltre 12 miliardi di euro al sistema produttivo italiano e inoltre, a breve, si ha intenzione di ampliarne l'operatività sia alle cosiddette «Imprese Mid. Cap» (ossia imprese con numero di dipendenti compreso tra le 250 e le 3.000 unità) che alle «Reti di Piccole e medie imprese», per favorire la crescita dimensionale delle imprese italiane, così ponendo le basi per ulteriori eventuali sviluppi delle attività sui mercati esteri, in un'ottica di maggiore internazionalizzazione.
  Tra gli altri strumenti fondamentali gestiti dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti a sostegno dell'export e dell'internazionalizzazione delle imprese italiane si fa presente che SACE ha sviluppato apposite convenzioni con il sistema bancario, mirate a facilitare l'ottenimento del credito da parte di Piccole e medie imprese e SIMEST gestisce il Fondo ex lege 295/73 Pag. 58(«Fondo 295») a sostegno dell'export e dell'internazionalizzazione mediante contributi in conto interessi su contratti di finanziamento all'esportazione concessi dalle banche italiane e straniere e il Fondo ex lege 394/81 («Fondo 394»), che di recente ha visto l'introduzione di una riserva di destinazione delle risorse pari al 70 per cento annuo a favore delle Piccole e medie imprese.
  Si soggiunge inoltre, che dal 2009 a oggi sono state predisposte o potenziate numerose iniziative per mitigare le difficoltà di accesso al credito delle imprese. Il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese ha rappresentato il principale canale di accesso a garanzie pubbliche. Dal 2009 al 2012 il Fondo ha concesso garanzie su oltre 31 miliardi di euro di prestiti; nei primi nove mesi del 2013 il volume è stato pari a oltre 7 miliardi, in netta crescita rispetto allo stesso periodo del 2012.
  La sospensione parziale dei rimborsi dei prestiti da parte di imprese con buone prospettive economiche e prive di gravi anomalie nella restituzione dei finanziamenti è stato un altro strumento ampiamente utilizzato negli ultimi anni; nel corso del 2013 è stata siglata una terza «moratoria» dall'ABI e dalle associazioni delle imprese.
  Infine, il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione ha rappresentato un altro canale attraverso cui sostenere le esigenze di liquidità delle imprese. Attualmente sono stati rimborsati alle imprese quasi 14 miliardi.