CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 ottobre 2013
114.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
ALLEGATO

ALLEGATO

Indagine conoscitiva in materia di green economy.

PROGRAMMA APPROVATO DALLE COMMISSIONI

  L'esigenza delle due Commissioni di procedere allo svolgimento di un'indagine conoscitiva sulla cosiddetta green economy nasce dalla considerazione che, dinanzi a una crisi economica che prosegue senza soluzione di continuità da cinque anni e ha riportato l'Italia ai livelli di ricchezza dei primi anni duemila, creando emergenze sociali drammatiche quale l'elevato tasso di disoccupazione giovanile, occorre rivedere i modelli di crescita del Paese. In questo quadro la green economy può rappresentare un'importante occasione per contrastare la crisi e per dare slancio all'economia.
  Le problematiche ambientali costituiscono, insieme alla necessità di un utilizzo sostenibile delle risorse naturali, un criterio guida essenziale per il rinnovamento dei modelli produttivi.
   Occorre quindi puntare su una nuova visione del sistema economico fondata su maggiore condivisione, che passa necessariamente attraverso la sostenibilità dello sviluppo. In questa prospettiva occorrerà puntare su nuove tecnologie, sulle fonti rinnovabili, sull'efficienza energetica, sulla ricerca e sull'innovazione, sulla tutela e sulla promozione del patrimonio naturale e culturale, per riprendere un cammino di sviluppo durevole e sostenibile.
  Numerosi e autorevoli studi anche internazionali hanno affrontato e analizzato le opportunità di un'economia verde per uscire dalla crisi. Basti pensare sul piano internazionale al Rapporto UNEP 2011 «Towards a Green Economy: Pathways to Sustainable development and Poverty Eradication», al Rapporto OCSE 2012 «Towards Green Growth» o alle Comunicazione europee «Rio+20: verso un'economia verde e una migliore governance» (COM/2011/363/definitivo) e «Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050» (COM/...../...../definitivo).
  I citati documenti nel panorama internazionale hanno fatto riferimento a diverse definizioni di «economia verde»: a partire dalla definizione di green economy dell'UNEP, volta al miglioramento del benessere sociale, alla riduzione dei rischi ambientali e a un uso efficiente delle risorse, fino a quella di «crescita verde» coniata dall'OCSE, che promuove un modello di sviluppo in grado di garantire alle nuove generazioni le risorse e i servizi ambientali su cui si basa il benessere, e a quelle concernenti lo sviluppo sostenibile e l'utilizzo efficiente delle risorse a livello delle istituzioni europee. Alle diverse definizioni internazionali, comunque, corrisponde ormai una visione centrata sulla green economy come strategia di sviluppo basata sulla valorizzazione del capitale economico, naturale e sociale. L'importanza di puntare sulla green economy nelle strategie europee di sviluppo è stata, inoltre, recentemente ribadita dal commissario europeo all'ambiente Janez Potocnik che, secondo quanto riportato da fonti di stampa, nel discorso di chiusura della Green Week svoltasi nel mese di giugno 2013, ha annunciato che il 2014 sarà l'anno della green economy.
  La green economy non è solo il modello di sviluppo ormai convintamene indicato a livello internazionale ed europeo, ma anche il modello più aderente alle caratteristiche dell'Italia, più in grado di tenere insieme Pag. 25e di rinvigorire gli elementi fondamentali dell'identità italiana: la bellezza del patrimonio storico-naturalistico e la qualità delle produzioni, la creatività e l'operosità degli imprenditori e dei lavoratori, la coesione sociale e il rapporto stretto fra economia, territorio e comunità.
  Su queste basi programmatiche, le Commissioni riunite VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) e X (Attività produttive) della Camera dei deputati ritengono opportuno procedere allo svolgimento di un'indagine conoscitiva sullo stato e sulle prospettive della green economy nel nostro Paese.
  L'indagine è finalizzata a:
   1) individuare il perimetro della green economy, e quindi il contributo che a livello economico-produttivo e a livello ambientale può derivare da tale modello di sviluppo, analizzando anche le potenzialità in termini occupazionali (creazione di nuovi posti di lavoro e di nuove competenze professionali) e di costruzione di nuovi e più elevati percorsi di istruzione e di formazione professionale;
   2) delinearne la mappa geografica (presenza nelle diverse aree del Paese) e produttiva (dimensione nel settore manifatturiero, ma anche nell'agricoltura e nel terziario);
   3) conoscere i dati sulla green economy nei maggiori Paesi europei ed extraeuropei;
   4) valutare l'efficacia delle politiche fiscali e industriali attualmente vigenti ai fini della loro effettiva capacità di influenzare lo sviluppo in termini di maggiore eco-sostenibilità, e individuare nuove più efficaci misure di fiscalità ambientale capaci di orientare maggiormente l'economia verso l'innovazione ecologica;
   5) analizzare possibili politiche di sostegno alla riconversione green di aziende altamente impattanti;
   6) eseguire una ricognizione completa delle misure e degli strumenti di governance dello sviluppo delle tecnologie e delle produzioni verdi, sia relativamente agli specifici settori dell'ecoinnovazione, dell'industria del riciclo, del risparmio e dell'efficienza energetica (in primo luogo nell'edilizia e nei trasporti, ma anche nelle apparecchiature, nell'illuminazione, nei processi produttivi, ecc.), delle fonti energetiche rinnovabili, delle filiere agricole ad alta valenza qualitativa e ambientale, dei servizi ecosistemici (dalla tutela e valorizzazione delle aree protette e dei suoli agricoli, alla conservazione e all'uso efficiente delle risorse idriche e del patrimonio forestale), sia relativamente a profili fiscali e di servizi di credito a sostegno dei processi di eco-convergenza dell'economia italiana.
   7) verificare la sussistenza di eventuali profili problematici del modello di sviluppo green economy, individuando proposte normative tese a superare gli aspetti distorsivi eventualmente individuati in un'ottica di maggiore efficienza e produttività.

  L'indagine vuole porsi come contributo concreto alla formazione di una nuova agenda politica nella quale l'ambiente da vincolo possa diventare opportunità economica immediata e la green economy sia posta come orizzonte strategico delle scelte di fondo dell'azione del Governo, nelle politiche di bilancio e in quelle fiscali, nelle politiche per la ricerca e per l'innovazione e in quelle per l'occupazione e la formazione, nelle politiche per la difesa del territorio e in quelle per la promozione produzioni agroalimentari, nelle politiche per la competitività del sistema industriale e in quelle per gli investimenti infrastrutturali.
  L'indagine si articolerà nelle audizioni dei seguenti soggetti:
   Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
   Ministro per lo sviluppo economico;
   Ministro dell'economia e delle finanze;
   altri Ministri titolari di dicasteri con competenze nel settore della green economy; quali ad esempio il Ministro del Pag. 26lavoro, il Ministro dell'istruzione, dell'Università e della ricerca e il Ministro dell'agricoltura.
   Conferenza dei Presidenti delle regioni;
   ANCI;
   rappresentanti del mondo imprenditoriale;
   esponenti del mondo universitario, dell'economia e della ricerca;
   rappresentanti dell'associazionismo sindacale;
   rappresentanti delle associazioni ambientaliste;
   rappresentanti di istituzioni e enti aventi competenza nel settore della green economy;
   rappresentanti delle associazioni e fondazioni operanti nell'ambito dello sviluppo sostenibile e delle energie rinnovabili, nonché esponenti di enti e organismi che hanno effettuato studi in materia di green economy;
   rappresentanti delle istituzioni europee;
   rappresentanti delle associazioni di categoria.

  Nel corso dell'indagine conoscitiva le Commissioni intenderebbero effettuare missioni e sopralluoghi in Italia.
  Il termine per la conclusione dell'indagine potrebbe essere fissato per 31 dicembre 2013.