CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 ottobre 2013
105.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL 101/2013: Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (C. 1682 Governo, approvato dal Senato).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO M5S

  La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea),
   esaminato il decreto-legge 101/2013 recante Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (C. 1682 Governo, approvato dal Senato);
   premesso che:
    il disegno di legge in esame, che la Commissione XIV è chiamata ad esaminare ai fini del presente parere, comporta una valutazione preliminare in ordine alla tecnica di redazione legislativa con la quale è stato formulato, che non rispecchia gli inviti di chiarezza e concisione più volte indirizzati dalla Commissione Europea agli Stati Membri. Infatti esso non presenta la dovuta chiarezza e precisione, poiché è caratterizzato dal continuo richiamo ad una molteplicità di atti normativi che non rendono in alcun modo accessibile la comprensione e l'interpretazione del contenuto delle sue disposizioni;
   ritenuto che:
    il provvedimento in esame reca un complesso di interventi volti ad incidere su molteplici settori dell'ordinamento che non risultano collegati da alcun nesso né di carattere oggettivo o materiale, né di carattere funzionale o finalistico al perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. Più specificamente esso contiene disposizioni in ordine alla spesa per auto di servizio e per consulenze nella pubblica amministrazione, accesso alle pubbliche amministrazioni, assorbimento delle eccedenze, revisione della spesa in materia di personale, mobilità nel pubblico impiego, immissioni in servizio di idonei e vincitori di concorso, controllo aeroportuale e concessionari autostradali, collocamento obbligatorio di testimoni di giustizia, anticorruzione, coesione territoriale, tracciabilità dei rifiuti;
    in ordine alla riduzione della spesa per auto di servizio e per consulenze nella pubblica amministrazione di cui all'articolo 1 del disegno di legge in questione, si rileva che con esso non si persegue l'obiettivo di allineare l'Italia agli altri paesi europei che hanno ridotto drasticamente il numero delle auto di rappresentanza e le spese di consulenza esterna. Infatti nell'articolo in esame è prevista una bassissima riduzione del 10 per cento della spesa prevista per l'anno 2013, senza peraltro indicare la ragione per la quale gli studi e le consulenze per la pubblica amministrazione non possano essere attribuiti ai dipendenti già in organico della P.A., costituendo ciò un'evidente violazione delle disposizioni contenute nel trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell'Unione Economica e Monetaria (cd. Fiscal compact), che impegna gli Stati membri, tra cui l'Italia, al perseguimento del pareggio o attivo di bilancio;
    di particolare rilievo appare ai fini del presente parere l'articolo 10, che istituisce l'Agenzia per la coesione territoriale, sottoponendola alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato, il cui comma 11 autorizza Pag. 141l'assunzione a tempo indeterminato di 120 unità altamente qualificate, oltre i contingenti organici attualmente previsti, senza fornire idonee garanzie di rispetto delle norme dell'evidenza pubblica oramai consolidate nell'ordinamento dell'Unione europea, poiché non individua in alcun modo i requisiti richiesti ai fini del reclutamento del suddetto numero di 120 unità, oltre a non rispettare le regole di stabilità previste dal trattato sul coordinamento e la governance (cd. fiscal compact) che impone il pareggio o l'attivo di bilancio. Mentre con la suddetta disposizione, in aperta violazione del Trattato sul Fiscal Compact, si introducono maggiori e nuovi oneri e spese a carico della finanza pubblica, senza peraltro precisare il perché tale obiettivo non possa essere perseguito attraverso l'attuale organico della pubblica amministrazione;
   considerato che:
    ai sensi dell'articolo 11 del disegno di legge in questione, in ordine alle misure in materia ambientale circa il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), si evidenzia l'assoluta mancanza di uno strumento che individui i soggetti privati o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti industriali pericolosi destinati alle discariche abusive, presenti in gran parte del territorio meridionale attraverso il ricorso alla criminalità organizzata che, a mezzo dello smaltimento illegale di rifiuti speciali, ha inquinato in maniera massiccia l'ambiente e per il quale il disegno di legge in questione non elabora un Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria;
    sempre in materia ambientale, il decreto legge n. 101/2013, ai commi 1 e 2 dell'articolo 12, dispone l'autorizzazione di due discariche per rifiuti in località Mater Gratiae nel Comune di Statte (Taranto), una per rifiuti pericolosi e l'altra per rifiuti non pericolosi, ritenuti funzionali, ai lavori di bonifica dello stabilimento;
    in particolare, l'emendamento 12.4, approvato dalle Commissioni di merito, esclude la consultazione dell'ARPA della regione Puglia, precludendo in tal modo la possibilità che l'ARPA possa effettuare nuovi ed immediati controlli sulla natura non solo dei rifiuti presenti nella discarica Mater Gratiae ma anche sulle conseguenze sulla falda acquifera, il cui inquinamento è stato assodato già nel 2010;
   rilevato che:
    le discariche situate in località Mater Gratiae hanno avuto, ed hanno tuttora, numerosi problemi di regolarità e non hanno mai ottenuto le autorizzazioni necessarie per essere trasformate in discariche sicure, in conformità con la normativa di settore e le direttive europee, pronte ad accogliere e smaltire tali quantità e tipologie di rifiuti così importanti;
    studi epidemiologici, di tecnici, di esperti, confermati tra l'altro dalle ordinanze del GIP di Taranto, hanno ripetutamente decretato non solo la grande pericolosità ambientale dello stabilimento ILVA ma anche il suo effetto certo e confermato sulla salute della popolazione;
    tali studi hanno inoltre sottolineato come alcuni rifiuti siano talmente pericolosi da non poter essere smaltiti in discarica e per questo motivo dovrebbero essere sottoposti a trattamenti preventivi come la solidificazione o la vetrificazione, passaggi senza i quali non dovrebbero mai essere portati nelle discariche;
    l'Unione europea, dopo un lungo e insufficiente scambio di informazioni con il nostro Paese ha avviato, come noto, lo scorso 26 settembre, una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia (n. 2177/2013) per il mancato rispetto da parte dello stabilimento Ilva di Taranto della normativa europea in materia di emissioni industriali e di responsabilità ambientale;
    in particolare, l'Unione europea contesta allo stabilimento siderurgico di Taranto la violazione delle prescrizioni previste dall'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e della direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), non avendo l'Italia adottato le misure Pag. 142necessarie a garantire che il funzionamento dello stabilimento ILVA avvenisse nei limiti prescritti dall'AIA;
    come evidenziato anche dalla Commissione europea, lo stabilimento ILVA di Taranto continua ad inquinare, funzionando in assoluta violazione della direttiva IPPC e dell'AIA, ignorando il disastro ambientale e sanitario del quale sono vittime i tarantini e la loro città,
  esprime

PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 2

DL 101/2013: Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (C. 1682 Governo, approvato dal Senato).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO LNA

  La XIV Commissione (Politiche Unione Europea),
   esaminato il testo del decreto-legge n. 101 del 2013 recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obbiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (c. 1682);
   premesso che:
    il decreto-legge in argomento si colloca nel solco del risanamento dei conti pubblici, che ha portato alla chiusura per deficit eccessivo, con la decisione del Consiglio del 21 giugno 2013, e al contempo persegue gli obiettivi di stimolo alla ripresa dell'economia e di stabilizzazione dell'occupazione, nell'ottica di una sana e corretta gestione dell'amministrazione;
    l'articolo 10 concerne la politica di coesione europea ed in particolare al comma 1 si prevede l'istituzione dell'Agenzia per la coesione territoriale sottoponendola alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato. I successivi commi 2 e 3 suddividono le competenze in tema di politica di coesione tra la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Agenzia;
   considerato che:
    questa previsione normativa nel suo complesso interviene nell'ambito delle politiche di coesione ai fini del rafforzamento di misure che dovrebbero prevedere il potenziamento dei progetti per le politiche regionali, invadendo pesantemente il campo delle competenze legislative regionali;
    già in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano le Regioni si erano fortemente opposte all'articolo 10;
    si tratta di una norma assolutamente centralista che alimenta e aumenta l'apparato centrale dello Stato e sulla quale si esprime forte contrarietà;
    infine, la nuova Agenzia che andrà ad essere istituita con questo provvedimento, porterebbe un notevole aggravio di oneri a carico della finanza pubblica (1.450.000 annui a decorrere dall'anno 2014), e questo è dimostrato dal fatto che durante l'iter al Senato, in Commissione bilancio, sono stati stralciati quei commi che prevedevano l'assunzione a tempo indeterminato di un massimo di 120 unità «altamente qualificate» anche oltre i contingenti organici attualmente previsti, con un costo pari ad euro 5.520.000 annui;
    non sussistendo su questa norma i presupposti di straordinaria necessità ed urgenza sarebbe più opportuno che questa venga stralciata dal testo e ricompresa in un nuovo provvedimento del Governo più organico e adatto al fine di una più attenta valutazione delle problematiche relative al potenziamento delle politiche di coesione;
  esprime

PARERE CONTRARIO.