CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 ottobre 2013
104.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00273 Bobba: Iniziative a tutela della risicoltura europea ed italiana in relazione ai negoziati internazionali sull'importazione di riso.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Si risponde a quanto è stato chiesto al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e al Ministro per gli affari europei su quali iniziative saranno adottate presso le sedi comunitarie al fine di tutelare la risicoltura italiana, in considerazione delle trattative negoziali tra l'Unione europea ed alcuni importanti Paesi produttori di riso, come i Paesi del Mercosur, che comprendono il Brasile, l'Argentina e l'Uruguay, nonché l'India, la Thailandia, il Vietnam, il Giappone e gli Stati Uniti d'America.
  È evidente che i negoziati per gli Accordi di libero scambio (ALS) tra l'Unione europea ed i Paesi terzi sono rivolti ad avere effetti concreti reciproci sugli assetti economici e commerciali e, pertanto, nelle trattative, vengono ponderati sia i vantaggi che i rischi di ripercussioni negative per gli Stati membri dell'Unione.
  In merito alle trattative con l'India, che è il negoziato in fase più avanzata rispetto a quelli con altri grandi Paesi produttori di riso, evidenzio che le richieste indiane di apertura di nuovi contingenti di riso, in particolare sul tipo «basmati», sono state fermamente respinte dalla delegazione italiana, che ha sottolineato alla Commissione europea come ulteriori aperture potrebbero risultare gravissime, fino a determinare la scomparsa di buona parte della produzione di riso italiano. Le trattative sono ancora in corso e il Ministro Nunzia De Girolamo, sia direttamente che attraverso i propri uffici competenti, continuerà a difendere il riso italiano, vigilando sulla definizione dell'accordo in modo che non leda gli interessi nazionali.
  Le trattative negoziali con la Thailandia sono in fase iniziale e, pertanto, ancora non sono state definite le posizioni né le richieste. Negli anni, il Governo thailandese finora ha portato avanti una politica di difesa del mercato interno allo scopo di tenere alto il prezzo del riso. È potenzialmente un grande Paese esportatore poiché risulta che abbia accumulato più di 10 milioni di tonnellate di riso, ma proprio a causa del prezzo interno elevato – che supera del 25 per cento del prezzo di mercato corrente – non è competitivo rispetto agli altri Paesi esportatori asiatici. Si è, pertanto, in attesa che siano esplicitate le richieste thailandesi e in base a queste sarà definita la linea negoziale italiana che sarà, anche in questo accordo, di chiara tutela della produzione di riso nazionale.
  Anche i negoziati con il Vietnam sono in fase iniziale poiché solo recentemente è stato approvato l'Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione con l'Unione europea; perciò, non ci sono ancora richieste specifiche di eventuali aperture per contingenti di riso. È, senza dubbio, un grande Paese produttore di riso, ma le esportazioni verso l'Europa sono relativamente contenute, anche se le 38.226 tonnellate riferite al 2012 hanno segnato, rispetto al 2011, un aumento del 44 per cento.
  In merito alle trattative con gli Stati Uniti d'America, si segnala che il 2o round negoziale, previsto per il mese di ottobre, Pag. 183è stato rinviato su richiesta degli USA per questioni interne. Nel corso dei lavori preparatori, l'Italia ha espresso la propria posizione di chiusura ad eventuali richieste statunitensi di ulteriori concessioni di contingenti di riso.
  Il negoziato per un Accordo di libero scambio con il Giappone è in corso e, al momento, è concentrato, in particolare, sulle problematiche riguardanti le numerose barriere non tariffarie presenti nel mercato giapponese. Il riso è, infatti, un prodotto largamente protetto dalla politica del Governo giapponese ed è indirizzato prevalentemente al mercato interno, con acquisizione delle eventuali eccedenze direttamente da agenzie governative che ne regolano il mercato. Alcune fonti di studio ed informazione riportano che l'attuale produzione di riso giapponese sia in riduzione anche a causa di una politica di diversificazione produttiva adottata dal Governo.
  I negoziati con i Paesi del Mercosur al momento risultano bloccati a causa di contrasti collegati al settore dei servizi e degli investimenti, ma anche in relazione a tali Paesi il Ministro De Girolamo continuerà a difendere il settore di competenza affinché gli accordi non siano penalizzanti, ma rispondenti alle esigenze della filiera del riso nazionale.

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ALLEGATO 2

Interrogazioni n. 5-00403 Cenni: Misure di prevenzione e contrasto della diffusione della vespa velutina, a tutela a tutela delle api e dell'apicoltura italiana e n. 5-00560 Anzaldi: Misure di prevenzione e contrasto della diffusione della vespa velutina, a tutela delle api e dell'apicoltura italiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La presenza della vespa velutina, oltre che in Francia e in Spagna, è stata riscontrata anche nel territorio italiano dai ricercatori del Dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari dell'Università di Torino, che hanno individuato un esemplare adulto maschio, nel novembre 2012, presso Loano in provincia di Savona, ed un nido in località Vallecrosia, in provincia di Imperia.
  La colonia di tale predatore, che nidifica sugli alberi e si nutre di api uccidendone decine di unità in poche ore, è attiva soprattutto in estate e in autunno e rappresenta una minaccia sia per l'apicoltura che per l'equilibrio del ciclo naturale della maggior parte delle specie vegetali.
  Al fine di monitorarne la presenza su tutto il territorio italiano e di fronteggiare l'arrivo di nuovi esemplari, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha attivato la rete «BEENET – Apicoltura e ambiente in rete» che si articola in cinquanta moduli di rilevazione, formati da cinque apiari di dieci alveari, controllati con cadenze regolari.
  Nell'ambito della rete di controllo è stato attivato anche il Servizio di pronto intervento apistico (SPIA), contattabile con un numero verde direttamente dai singoli apicoltori per segnalazioni sullo stato delle api da miele e sull'eventuale presenza della vespa.
  Il sistema BEENET è coordinato dal Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (CRA) – API in collaborazione con l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, e con il Dipartimento di scienze tecnologiche agroalimentari dell'Università di Bologna.
  Particolare attenzione è rivolta alla Liguria, dove è stato accertato il caso di presenza nel 2012, e al Piemonte, in quanto regione parimenti situata nel versante italiano verso la Francia e la Spagna, nelle quali la vespa velutina è stata riscontrata già anni prima rispetto all'Italia e, anche per tale motivo, ai fini dell'identificazione degli esemplari in campo, sono stati acquisiti e distribuiti ai referenti dei moduli BEENET anche i materiali informativi già utilizzati nella lotta al predatore dai francesi.
  Ritenendo di dover andare oltre rispetto alle misure adottate in Francia, basate prevalentemente sul controllo svolto direttamente dagli apicoltori nel periodo autunnale di spoliazione degli alberi, il CRA ha predisposto, attraverso l'Unità di ricerca per l'apicoltura e la bachicoltura di Bologna e il Centro di ricerca per l'agrobiologia e la pedologia di Firenze, un'ulteriore task force, a completamento della rete d'azione BEENET, al fine di garantire i rilevamenti con il cosiddetto ’radar armonico’ e provvedere alla distruzione immediata dei nidi.
  Oltre alle azioni di difesa delle api da miele dall'attacco della vespa predetta, è altresì affrontata e monitorata, a livello nazionale e comunitario, la problematica Pag. 185connessa alle sostanze attive neonicotinoidi.
  A seguito dell'incremento della mortalità delle api registrato nel 2008, su proposta di questo Ministero, in applicazione del principio di precauzione, il Ministero della salute ha sospeso le autorizzazioni all'impiego delle sostanze attive Clothianidin, Thiamethoxam, Imidacloprid (neonicotinoidi) e Fipronil nella concia della semente di mais.
  Recentemente, considerata l'estensione della problematica in vari Paesi comunitari e acquisito in merito il parere dell'EFSA, la Commissione europea ha adottato il regolamento di esecuzione (UE) n. 485 del 24 maggio 2013, che modifica le condizioni di approvazione delle predette sostanze attive, ne consente l'uso unicamente in fase di post-fioritura per trattamenti fogliari e dispone, a decorrere dal 1o dicembre prossimo, il divieto di utilizzo e vendita di sementi conciate con prodotti fitosanitari che le contengono. Tale divieto verrà riesaminato entro due anni sulla base di nuove informazioni scientifiche confermative o meno degli studi già prodotti in materia.
  Il 25 giugno scorso, il competente Ministero della salute, in coerenza con il citato regolamento di esecuzione del 2013, ha decretato la revoca delle autorizzazioni all'immissione in commercio ed uso dei prodotti fitosanitari con le sostanze attive predette nonché la proroga della sospensione cautelativa dell'impiego di sementi trattate con fitosanitari con sostanza attiva Fipronil. Sempre conformemente al citato regolamento comunitario, l'utilizzo dei prodotti fitosanitari è circoscritto all'impiego fogliare in fase di post-raccolta.
  Per quanto riguarda la realizzazione di un'apposita ricerca sulla correlazione tra l'uso delle citate sostanze e la morte di colonie di api, a livello nazionale, è stato condotto il progetto triennale APENET, le cui risultanze hanno contribuito alla revisione della valutazione del rischio di esposizione delle api ai neonicotinoidi effettuata dall'EFSA con il parere sopra menzionato.
  Inoltre, l'Italia partecipa attivamente al progetto «COLOSS», che coinvolge diversi gruppi europei di ricerca con l'obiettivo di studiare in modo più ampio la situazione delle api e le problematiche dell'apicoltura.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00433 Rubinato: Misure per la prevenzione e la repressione delle frodi sul latte, in relazione ad un caso di commercializzazione di latte contaminato da aflatossine.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione in titolo riguarda le frodi commesse nel settore lattiero-caseario.
  Il compito di prevenire e reprimere gli illeciti nel comparto agroalimentare è principalmente svolto dal Ministero che rappresento attraverso l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, che destina una parte considerevole delle dotazioni economiche e strumentali proprio al settore lattiero-caseario ed opera in sinergia con gli altri organi di controllo, a seconda delle rispettive specificità e competenze.
  È costante, infatti, la collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, con il Comando Carabinieri politiche agricole, i NAS, i Nuclei di polizia tributaria della Guardia di finanza, la Polizia di Stato, ma anche con l'Agenzia delle dogane e le Capitanerie di porto per effettuare i controlli sulle importazioni dei prodotti provenienti dai Paesi terzi e contrastare l'introduzione di falsi alimenti Made in Italy proprio nel territorio nazionale.
  I controlli vengono effettuati in tutte le fasi della produzione agroalimentare e della commercializzazione. In particolare, per il settore lattiero-caseario, gli accertamenti riguardano la rintracciabilità del latte alimentare; il rispetto delle disposizioni vigenti sui trattamenti ammessi per il latte alimentare; le caratteristiche merceologiche delle materie prime, dei semilavorati destinati all'industria casearia nazionale e dei prodotti finiti; l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti, anche con riferimento all'eventuale indicazione dell'origine geografica, nonché la rispondenza alla normativa vigente dei prodotti d'importazione.
  Grazie alla rete sinergica tra gli organi di controllo è possibile realizzare con continuità sia l'attività preventiva che quella repressiva come nell'esempio citato dagli interroganti.
  Le truffe, tuttavia, appaiono in forme sempre più complesse e nuove a causa dell'evolversi di vere e proprie organizzazioni illecite. Pertanto, presso il predetto Ispettorato è stato costituito ed è operativo l'Osservatorio permanente antifrode, che ha il compito di fornire indicazioni per l'individuazione di quei fattori che aumentano il rischio di nuove forme di illecito nei vari comparti merceologici.
  Si tratta di informazioni che, consentendo di supportare la pianificazione delle ispezioni e l'analisi del rischio nei principali settori agro-alimentari, fra cui quello lattiero-caseario, concorrono al potenziamento e all'ottimizzare dell'attività di controllo.
  Voglio, in proposito, segnalare che il Ministro De Girolamo ha espressamente prefissato, tra le priorità delle linee programmatiche del suo mandato, l'obiettivo di una efficace intensificazione delle attività ispettive ed ha intrapreso, sin dall'inizio del suo incarico, precise azioni in tal senso, non solo in ambito nazionale, ma anche internazionale, per potenziare, nell'ambito degli accordi e delle trattative con gli altri Paesi, le intese e le azioni congiunte per una pressante lotta, a livello globale, contro la pirateria agroalimentare e le pratiche di concorrenza sleale che danneggiano gravemente sia i consumatori che i produttori onesti.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00471 Burtone: Iniziative per il contrasto della vaiolatura delle drupacee e il sostegno degli operatori del settore.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione alla problematica delle drupacee affette da vaiolatura (sharka), mi preme sottolineare che si tratta di una delle più gravi patologie delle drupacee causata da un virus registrato in tutte le principali aree di coltivazione dell'Europa e del bacino del Mediterraneo.
  Sul territorio nazionale, il virus che determina la sharka è soggetto a lotta obbligatoria ai sensi del decreto ministeriale 28 luglio 2009, che ha abrogato e sostituito il precedente del 1996.
  In particolare, il decreto del 2009 ha disposto che i servizi fitosanitari regionali devono effettuare, sul territorio di propria competenza, indagini sistematiche sia in campo che in vivaio, allo scopo di rilevare la presenza delle infezioni e, al fine di assicurare che il materiale di moltiplicazione non sia contaminato, ha introdotto anche condizioni di produzione molto più rigorose rispetto al passato.
  Il decreto stabilisce, inoltre, l'adozione di precise misure fitosanitarie nelle aree dove il patogeno è stato rinvenuto nonché la distruzione delle piante infette da parte dei proprietari o conduttori a qualunque titolo del terreno interessato. Le regioni, al fine di prevenire gravi danni per l'economia di una zona agricola, possono adottare, ai sensi del medesimo decreto, specifiche misure di sostegno alle aziende frutticole e vivaistiche cui il servizio fitosanitario ha prescritto l'estirpazione o la distruzione obbligatoria di esemplari di drupacee.
  Ciò premesso, sottolineo che la difesa dei fruttiferi dalla vaiolatura è possibile mediante una corretta gestione delle aree dove la virosi è presente nonché attraverso un controllo rigoroso del materiale di moltiplicazione.
  Inoltre, è indispensabile il mantenimento dei più elevati livelli di operatività dei servizi fitosanitari regionali che, nell'ambito dei territori di competenza, svolgono tutte le attività di monitoraggio e campionamento necessarie a fronteggiare efficacemente le varie emergenze fitosanitarie sul territorio nazionale.
  Infine, voglio precisare che in favore delle regioni, allo scopo di potenziare l'attività dei servizi fitosanitari, sono stati impegnati sullo stato di previsione della spesa di questo Ministero 6.193.794 euro per l'anno 2011 e 4.366.881 euro per l'anno 2012.