CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 15 ottobre 2013
103.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sulla missione svolta a New York in occasione della 68ma Sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (23 – 27 settembre 2013).

COMUNICAZIONI

  Nell'ambito della delegazione parlamentare che ha partecipato ai lavori di apertura della 68esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente del Comitato permanente sui diritti umani ha svolto una serie di incontri specifici, a rafforzamento dell'azione e degli interventi del presidente del Consiglio Letta, del ministro degli steri Bonino e del viceministro Pistelli.
  Il fitto programma si è integrato con gli incontri bilaterali dell'intera rappresentanza parlamentare. Si sono pertanto succeduti incontri con l’Assistant Secretary General per i diritti umani, Ivan Simonovic, la Special Representative del Segretario generale per la violenza sessuale nei conflitti, Zainab Bangura, l’High Representative del Segretario generale per l'Alleanza delle Civiltà, Abdul Aziz Al-Nasser l’Assistant Secretary General per gli affari umanitari, Kyung-wha Kang (OCHA), lo Special Representative del Segretario generale per la Somalia, Nicholas Kay. Gli incontri bilaterali hanno avuto luogo con le Delegazioni della Federazione Russa, di Iran e Pakistan. Un ulteriore incontro si è tenuto con il responsabile del World Food Program per la Siria in merito agli aiuti umanitari nella crisi regionale. Il presidente. Marazziti ha inoltre partecipato allo Special High Level event on the Death Penalty promosso dal Governo francese e presieduto dal ministro degli esteri Laurent Fabius alla presenza dei ministri degli esteri di circa cinquanta paesi, nonché all'analogo evento sul Sahel, caratterizzato dalla presenza di Romano Prodi, Special Envoy del Segretario generale. In tale occasione, con l'intervento del Ministro Bonino, particolare credito e consenso ha accompagnato l'azione italiana e la speciale efficace sinergia Governo-ONG-società civile, menzionando direttamente le organizzazioni Hands off Cain e Comunità di sant'Egidio con speciale riferimento all'azione in sede ONU per una moratoria universale della pena capitale.
  Durante l'incontro con Simonovic sono stati affrontati i seguenti temi: la situazione umanitaria in Siria, le culture e religioni in pericolo di estinzione, soprattutto nella «Mezzaluna Fertile», con speciale riferimento all'Iraq, il ruolo delle religioni nella prevenzione o delegittimazione dei conflitti etnico-religiosi e la campagna internazionale contro la pena di morte. Al riguardo, l'On. Marazziti ha fatto stato dell'attenzione prioritaria che l'Italia dedica a questa battaglia internazionale di civiltà ed ha assicurato la massima disponibilità del nostro Parlamento a contribuire alle iniziative dell'UNGA per l'adozione della prossima risoluzione nel 2014. Egli ha fatto, altresì, specifico riferimento alla necessità di prestare particolare attenzione ai Paesi caraibici, in quanto in tale contesto le legislazioni nazionali contemplano ancora, in numerosi casi, la pena capitale (sebbene essa non venga più ampiamente praticata). Anche con la Rappresentante Speciale del Segretario Generale per la violenza sessuale nei conflitti, Zainab Bangura, e’ stata evocata la terribile situazione umanitaria in Siria che colpisce le fasce più deboli della popolazione, già in situazione di estrema vulnerabilità. È stata poi evidenziata la necessità di accompagnare i Paesi ove maggiore e’ l'incidenza della violenza sessuale Pag. 57nei conflitti, nella elaborazione di normative nazionali ad hoc; in questo ambito, la Bangura ha fatto specifico riferimento alla Somalia in quanto Paese di maggiore influenza italiana. Ella ha infine fatto cenno alla sua prossima visita in Italia, programmata per metà novembre prossimo. A tale incontro ha preso parte anche l'On. Deborah Bergamini, che è altresì intervenuta ad un side-event sul tema incentrato su una dichiarazione di intenti per porre fine alla violenza sessuale nelle situazioni di conflitto, accrescendo la consapevolezza del problema, sfidando l'impunità oggi esistente, offrendo maggiore supporto alle vittime e sostenendo gli sforzi sia nazionali che internazionali rivolti a prevenire e contrastare il fenomeno. In particolare, è stato presentato il caso della Libia, che ha appena adottato una legge per punire tale crimine che purtroppo ha avuto ampia diffusione nei recenti eventi bellici che hanno interessato il Paese.
  Con la delegazione guidata da Muhanna Hadi, che coordina le azioni umanitarie a vantaggio dei profughi siriani, per il World Food Program, si è entrati nel dettaglio della condizione dei rifugiati e profughi interni ed esterni, ormai calcolabili in 7,5 milioni (di cui tre all'estero). Le condizioni critiche in Libano e Giordania fanno temere, qualora la crisi siriana non trovi soluzione, per un default umanitario e poi politico. Nei mesi di agosto-settembre sono stati distribuiti alimenti per circa quattro milioni di persone. Ma all'interno della Siria si valuta a un milione di persone il numero di siriani in zone non raggiungibili neppure da convogli umanitari, oggi autorizzati per distribuzioni alla popolazione civile in zone governative e in zone controllate dalle molte opposizioni armate, in collaborazione con mezzaluna Rossa e 23 ONG. Carenza di mezzi e necessità di rifinanziamento hanno portato la conversazione verso le soluzioni possibili. La proposta avanzata dal presidente Marazziti per un'azione ONU, congiunta all'Europa, per un ripensamento delle sanzioni contro il governo siriano tale da permettere l'uso concordato di parte dei capitali congelati all'estero del governo Assad ha riscosso un forte interesse. In quanto possibile terreno di pre-negoziato, verso la conferenza di Ginevra, a vantaggio di un primo dialogo umanitario.
  I problemi di sicurezza sono stati al centro dei colloqui anche con il Rappresentante Speciale del Segretario Generale per la Somalia, Nicholas Kay. Quest'ultimo ha sottolineato l'importante ruolo attivo che l'Italia sta giocando nel Paese, menzionando anche la riunione ministeriale dell'IGAD Partners Forum organizzata e co-presieduta dall'Italia il 26 settembre u.s. a cui pure ha presenziato il presidente Marazziti. In questo contesto, Kay ha incoraggiato a mantenere alto il livello di cooperazione con le Autorità di Mogadiscio e il sostegno alla missione AMISOM. Egli ha anche chiesto di stimolare l'Unione europea a mantenere i propri finanziamenti a favore della Somalia a livelli adeguati, per evitare di disperdere gli sforzi finora profusi dalla Comunità internazionale.
  L'incontro con l'ASG per gli affari umanitari, Kyung-wha Kang, ha permesso di approfondire ulteriormente la gravissima situazione umanitaria in Siria, ove i problemi principali restano quelli delle violazioni dei diritti umani, l'elevatissimo numero di sfollati e rifugiati, gli ostacoli all'accesso e la mancanza di sicurezza che minano le capacità operative dell'ONU stessa. Per quanto riguarda il Sahel, la Kang ha evidenziato come il conflitto in Mali rischi di ripercuotersi sui destini di circa 80 milioni di africani ma, in positivo. Ella ha segnalato buoni risultati per l'agricoltura e significativi progressi di alcuni Paesi in materia di sicurezza alimentare. Sono state altresì evocate le difficoltà in Kenya e in particolare l'enorme afflusso di rifugiati dai Paesi vicini, afflusso economicamente insostenibile e potenzialmente destabilizzante, nonché in RDC, dove preoccupa la scarsa attenzione della Comunità internazionale nei riguardi di una crisi protrattasi, in ulteriore peggioramento, e aggravata da insicurezza generalizzata e profonde carenze alimentari. Per Pag. 58quanto riguarda la Somalia, la Kang ha descritto le iniziative di OCHA per ristabilire la propria attività sul territorio e i progressi finora intrapresi, ma si è anche detta preoccupata per le continue minacce alle fondamenta della ricostruzione democratica ed economica del Paese.
  L'opzione di uno sblocco dei beni del regime siriano congelati in Europa e a livello internazionale per interventi umanitari concordati a favore dei civili siriani, è stata esaminata attentamente nell'incontro con Kyung-wha Kang, che si è mostrata fortemente interessata e si è impegnata a verificarne la fattibilità legale. Su questo è opportuno continuare un dialogo e una esplorazione in sede UE, assieme a una triangolazione con Iran e Russia, verso il governo Assad.
  In tale circostanza, però, l'ASG ha ricordato che solo una prima tranche dell'impegno finanziario al Fondo multilaterale è stata versata dall'Italia (mancherebbero 19 milioni alla copertura dell'impegno pregresso). Il presidente Marazziti ha riportato l'annuncio fatto in Assemblea generale dal presidente Letta per un ulteriore impegno di 50 milioni che dovrebbe portare alla copertura degli impegni del regime siriano per il finanziamento dei programmi umanitari a favore dei civili siriani.
  Particolarmente cordiale è stato l'incontro con la Delegazione iraniana. Il Ministro degli Esteri ha esordito ringraziando l'Italia per la collaborazione fornita in materia di formazione alla lotta al narcotraffico. Sulla Siria, il Ministro iraniano ha dichiarato che vi è generale consenso sul fatto che non State actors sono in possesso di armi chimiche e che tale pericolosissimo fenomeno va risolto distruggendo tutti gli armamenti di tale sorta. In relazione al conflitto propriamente detto, nel premettere che Teheran è a favore di una soluzione politica, gli iraniani hanno evidenziato che gli estremisti presenti in Siria sono largamente stranieri (ceceni, ma anche combattenti provenienti da altri conflitti, in particolare) ed ha invitato l'Italia a prestare attenzione ai settarismi che si possono manifestare con violenza anche nel nostro Paese attraverso i fenomeni migratori. Sul nucleare, ha dichiarato di voler aprire un nuovo capitolo che non contenga «alcuna ambiguità». Esso deve, prima di tutto, prendere le mosse dal rispetto del Trattato di Non Proliferazione, dalla cooperazione con l'Unione europea, e dal rispetto dei diritti di Teheran che è comunque pronta a garantire la massima trasparenza. Il Ministro degli esteri iraniano si è detto assolutamente d'accordo, in vista di una Conferenza di pace per la Siria, sulla necessità di coinvolgere anche elementi di rilievo dell'opposizione siriana e della società civile presenti in Siria, che non hanno preso parte al conflitto, e portatori di una visione della transizione meno estremista.
  Con la Delegazione del Pakistan, rappresentata dal Ministro delle Finanze, Muhammad Ishaq Dar e dal Ministro per l'Energia e le Risorse Idriche, Khawaja Muhammad Asif, e’ stata dapprima evocata la lunga tradizione di collaborazione tra i due Paesi a livello parlamentare. Sono stati poi toccati i temi della stabilità della regione e della lotta al terrorismo, sottolineando il contributo che Islamabad può dare su entrambi i fronti oltre che, a livello interno, in materia di difesa delle minoranze religiose e di tutte le confessioni. Muhammad Ishaq Dar ha dichiarato che Islamabad intende ridurre le tensioni con Kabul perché è interesse del Pakistan avere un Afghanistan stabile e che, in tale prospettiva, Islamabad sta cercando di normalizzare le proprie relazioni anche con l'India. In materia di sviluppo, il Pakistan intende affrontare le tre ’È (estremismo, economia, energia) in un'ottica di stabilità e progresso per il Paese. A fronte dell'osservazione avanzata dalla nostra delegazione sull'estrema debolezza del Governo di Karzai, il Ministro delle Finanze pakistano ha esortato le forze occidentali a calibrare molto progressivamente il proprio ritiro dall'Afghanistan per evitare di ripetere gli errori degli anni ’90. Con riferimento alle politiche umanitarie, è stato chiesto un intervento diretto per ufficializzare la moratoria di fatto – a Pag. 59rischio – delle esecuzioni dei 7000 condannati a morte presenti in Pakistan. La risposta è stata positiva. Due settimane dopo il governo pakistano ne ha fatto un annuncio pubblico. Sarà importante verificare gli sviluppi anche aprendo un secondo fronte, quello delle conseguenze della legge contro la blasfemia, che vede al centro ancora il caso internazionale della donna pakistana Asia Bibi.

Pag. 60

ALLEGATO 2

Sulla missione svolta a Bruxelles in occasione della Riunione interparlamentare organizzata dalla Commissione affari esteri e dalla Sottocommissione diritti umani del Parlamento europeo (25 settembre 2013).

COMUNICAZIONI

  Una delegazione parlamentare italiana, composta dall'On. Michele Nicoletti e dalla Sen. Cristina De Pietro, ha partecipato, lo scorso 25 settembre, presso la sede del Parlamento europeo a Bruxelles, ad una Riunione interparlamentare organizzata dalla Commissione affari esteri e dalla Sottocommissione diritti umani di quell'Assemblea, dedicata all'attuazione del Quadro strategico e del Piano di azione per i diritti umani dell'Unione europea ed alla sua coerenza interna-esterna.
  I lavori della riunione sono stati aperti dal presidente della Commissione affari esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok, che dopo avere rivolto un indirizzo di saluto ai partecipanti ha sottolineato la perdurante esigenza di porre i diritti umani al centro all'azione esterna condotta dall'Unione europea, alla luce dei princìpi-guida posti dal Trattato di Lisbona in tema di politica estera dell'UE.
  È poi intervenuta la presidente della Sottocommissione diritti umani del Parlamento europeo, Barbara Lochbihler, che ha sottolineato la peculiare rilevanza del Quadro strategico (Q.S.) sui diritti umani e la democrazia, adottato dal Consiglio il 25 giugno 2012 : con tale documento l'UE si è dotata per la prima volta di una cornice unificata di obiettivi, corredata da una serie di azioni ad ampio raggio che definiscono princìpi, obiettivi e priorità – tutti finalizzati a migliorare l'efficacia e la coerenza della politica dell'UE nei prossimi dieci anni – e forniscono una base comune per uno sforzo collettivo che coinvolga Stati membri ed Istituzioni comunitarie.
  I lavori della prima sessione hanno preso avvio con un'articolata relazione del rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, Amb. Stavros Lambrinidis che ha evocato le grandi minacce che incombono oggi sull'universalizzazione dei diritti umani.
  Il primo problema è senz'altro rappresentato da un'assenza di coerenza tra le iniziative assunte dalle istituzioni europee in questo settore e le violazioni che si registrano all'interno di alcuni Stati membri: ciò mina la credibilità complessiva dell'azione dell'UE. Rispetto a tali criticità un ruolo significativo può essere svolto dai Parlamenti nazionali che riflettono direttamente i valori essenziali delle rispettive culture giuridico-istituzionali e, come tali, sono chiamati a concorrere alla definizione di un nuovo corpus giuridico in materia di diritti umani e di Stato di diritto.
  L'Amb. Stavridis ha duramente criticato la logica dei cosiddetti doppi standard, che tuttavia non è sempre ascrivibile ad una volontà machiavellica di conduzione delle relazioni internazionali da parte degli organi dell'UE, ma riflette semplicemente una realtà internazionale sempre più diversificata sulla quale pesano legami diversi con i numerosi partner geopolitica dell'UE, ispirati inevitabilmente a logiche spesso diverse da quelle della sola tutela dei diritti umani. Pag. 61
  Il nuovo Q.S. implica tuttavia una nuova coerenza nell'azione complessiva dell'UE che non può più permettersi un approccio settoriale ai diritti umani ma deve privilegiare una visione «olistica» che ponga i diritti umani sia al centro della sua azione esterna che nella realizzazione delle politiche interne.
  Il Rappresentante speciale ha concluso la sua esposizione evocando i rischi connessi ad una visione radicalmente negatrice dei diritti umani, di segno integralistico ed ultra-identitario, che si sta affermando in diverse aree del pianeta e che contesta i diritti umani come creazione del «pensiero occidentale».
  Dopo la relazione dell'Amb. Stavridis è intervenuto il Rappresentante speciale del Consiglio d'Europa presso l'UE, l'Amb. Torbjørn Frøysnes, il quale ha inteso sottolineare la stretta collaborazione tra le due organizzazioni europee nel campo della promozione della democrazia e dei diritti umani, sottolineando altresì come l'UE abbia compiuto un vero e proprio salto di qualità attraverso l'adozione del quadro strategico. Ha evidenziato inoltre come l'adesione agli impegni assunti dagli Stati nell'ambito del Consiglio d'Europa costituiscano un indicatore assai significativo per la stessa adesione all'UE.
  Il deputato spagnolo Antonio Ramón Jaregui Atondo ha evidenziato l'esigenza di tutelare i diritti umani anche all'interno delle imprese: la loro violazione può infatti avere esiti tragici e devastanti come nel caso della tragedia dell'aprile scorso in Bangladesh.
  Il parlamentare europeo Leonidas Donskis ha invece posto in rilievo il ruolo delicato ed essenziale delle organizzazione non governative per la tutela dei diritti dell'uomo, quali interlocutori privilegiati delle istituzioni europee, in contesti dittatoriali ed autoritarie: si tratta di operare sempre più per tutelare gli attivisti operanti in tali realtà.
  La sen. De Pietro, dopo avere accennato all'importanza del nuovo Q.S. e del Piano d'azione che prevede 97 distinte azioni articolate in 36 capitoli, ha sottolineato come la nuova sfida per le istituzioni comunitarie e le istituzioni nazionali sia la trasformazione dei numerosi obiettivi contemplati dal Q.S. in una realtà operativa. Ha altresì auspicato l'adozione anche in Italia, sul modello del Regno Unito, di un piano d'azione nazionale per la promozione dei diritti umani, annunciando l'impegno del suo movimento politico in tale direzione.
  La dott.ssa Lotte Leicht, direttrice dell'Ufficio di Bruxelles di Human Rights Watch, ha affermato che il Q.S. costituisce l'esito di uno sforzo collettivo, reso possibile dal Parlamento europeo, dalle assemblee degli Stati membri e dalla società civile. Si tratta ora di verificare sul terreno concreto tali impegni, a partire dalla difesa degli attivisti dei diritti civili in Cina ed in Russia. Deve diventare sempre più chiaro che i diritti umani sono una dimensione permanente della politica estera europea: per tutto ciò il solo Servizio diplomatico europeo non può essere sufficiente ma occorre un coinvolgimento costante dei Parlamenti nazionali e dello stesso Parlamento europeo attraverso un dibattito annuale sull'attuazione della Strategia.
  Il rappresentante di Human Rights Defence ha evocato l'esigenza di una maggior coinvolgimento delle rappresentanze diplomatiche degli Stati membri dell'UE nel garantire assistenza agli attivisti per i diritti umani perseguitati in alcuni Stati partner, spesso sostenuti dalle sole delegazioni dell'UE accreditate presso quegli Stati: una deprecabile tendenza a ridurre l'impegno che si è rafforzata dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona.
  La deputata europea Teresa Jiménez-Becerril Barrio ha richiamato l'importanza di rafforzare le azioni a tutela delle donne e dei minori in sede di attuazione della Strategia europea.
  In sede di replica, l'Amb. Stavridis ha affermato di prediligere un approccio multilaterale per la promozione dei diritti umani, attraverso una costante collaborazione con altri organismi internazionali come la Commissione di Venezia.
  La seconda parte della sessione antimeridiana, dedicata all'azione dell'UE in Pag. 62materia di diritti umani nel contesto dei forum multilaterali, si è aperta con una relazione del dott. Engelbert Theuermann, presidente del gruppo di lavoro sui diritti umani del Consiglio dell'UE, che ha illustrato i meccanismi di collegamento in questo settore tra il Consiglio stesso ed il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
  Dopo la sua relazione si è aperto un dibattito: è intervenuta per prima la deputata maltese Marlene Farrugia che ha inteso sottolineare l'importanza della promozione dei diritti umani nei processi formativi. La presidente Lochbihler ha invece evidenziato la rilevanza di una sede come quella del Consiglio di Ginevra, nella quale si è svolta recentemente un'ampia riflessione sui fondamenti etici dei diritti umani.
  L'On. Nicoletti ha tratteggiato l'intensa azione promossa in questo primo scorcio della legislatura dal Parlamento italiano attraverso la creazione di una Commissione speciale presso il Senato e di un Comitato permanente, presso la III Commissione, alla Camera.
  Ha altresì posto in rilievo l'azione d'impulso svolto dalla Presidenza della Camera su tali problematiche. Nel Parlamento italiano vi è la condivisa consapevolezza di un grande lavoro di adeguamento della legislazione nei vari settori in cui si declina la protezione dei diritti umani: dai diritti delle persone detenute, al riconoscimento dei diritti delle persone GLBT, fino all'adozione di misure legislative per la lotta alla violenza di genere, che è stata ulteriormente rafforzata dalla pronta ratifica della Convenzione di Istanbul.
  Vi è inoltre ancora molto da fare anche sul versante della coerenza dell'azione dell'UE nel rapporto tra politiche migratorie e diritti umani. In una prospettiva più ampia non deve prevalere un approccio di tipo verticistico e sanzionatorio, quale quello in certa misura prefigurato nella proposta dei ministri degli affari esteri tedesco, olandese e finlandese, ma un approccio collaborativo, basato sul principio di sussidiarietà tra UE e Stati membri.
  Il deputato spagnolo Pedro Ramón Gómez de la Serna y Villacieros ha illustrato l'esperienza spagnola in tema di politiche di promozione dei diritti umani, sottolineando il rilievo della dimensione nazionale in tale settore.
  La parlamentare europea Ana Gomes ha criticato il ruolo delle imprese nelle violazioni più palesi dei diritti umani e ha auspicato l'adozione di una legislazione europea che fissi la responsabilità sociale d'impresa, richiamando altresì il forte legame che vi è, all'interno di alcune aziende, tra corruzione e mancato rispetto dei diritti umani.
  La sen. Di Pietro ha posto in rilievo un recente ordine del giorno, presentato dal suo gruppo a latere della legge di delegazione europea, ed accolto come raccomandazione dall'Esecutivo, che lo impegna ad attivarsi per un superamento in sede europea del cosiddetto Sistema di Dublino per i rifugiati ed i richiedenti asilo.
  Il senatore polacco Michal Sewerinski ha sottolineare l'importanza di tutelare i diritti degli embrioni umani e di avviare iniziative, anche nell'ambito del Parlamento europeo, per salvaguardare i diritti umani nell'ambito della ricerca medica e scientifica.
  In sede di replica, il dott. Theuermann ha sottolineato che la Strategia europea implica necessaria un approccio multisettoriale, ma implica altresì una forte solidarietà politica tra gli Stati membri, senza i quali la credibilità dell'UE anche in questo terreno risulterebbe inevitabilmente minata.
  I lavori della seconda sessione sono stati aperti da un'introduzione del presidente della Commissione Libertà civili, giustizia ed affari interni del Parlamento europeo, Juan Fernando López Aguilar, che ha richiamato la problematicità dei doppi standard di valutazione sia nei riguardi dei partner dell'UE che all'interno della stessa.
  La relazione della seconda sessione è stata svolta dal direttore dell'Agenzia per i diritti fondamentali dell'UE, Morten Kjaerum, che ha richiamato i termini essenziali del dibattito in corso sulla coerenza Pag. 63dell'azione internazionale dell'UE, sottolineando come la credibilità delle istituzioni europee si giochi, in questo settore, sulle problematiche dell'asilo, delle politiche migratorie e della lotta al traffico di esseri umani.
  In una prospettiva più vasta occorre riconoscere che i Parlamenti nazionali sono quelli meglio attrezzati per promuovere il rispetto dei diritti umani.
  Vygante Milasiute, presidente del gruppo di lavoro sui diritti fondamentali, i diritti dei cittadini e la libertà di movimento delle persone del Consiglio dell'UE, si è soffermata sul processo di adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che avrà sicuramente un ruolo essenziale nel rafforzamento della coesione dell'azione dell'UE in tema di promozione dei diritti umani.
  Nella discussione apertasi dopo i contributi dei due alti funzionari europei, è intervenuta una parlamentare romena Rozalia Biro che ha richiamato l'importanza di riunioni come questa per lo scambio di buone prassi e per un confronto sui piani nazionale d'azione per la promozione dei diritti umani ed ha proposto la creazione di una rete interparlamentare specializzata in questo settore.
  Successivamente sono brevemente intervenuti il parlamentare europeo Rui Tavares ed il deputato Bulgaro Tchetin Kazan ed ha preso la parola la parlamentare croata Melita Mulic che ha posto in rilievo l'importanza di sanzionare i reati di odio e le condotte discriminatrici anche con l'adozione di misure normative a livello europeo. Sul versante delle politiche migratorie, vi è l'esigenza di costruire un giusto equilibrio tra le istanza di solidarietà e quelle di tutela dei confini dell'UE. Le parlamentari maltesi Claudette Buttigieb e Marlene Farrugia hanno entrambe sottolineato i nodi dell'accoglienza dei flussi migratori e la latitanza di una politica europea nel settore, mentre il parlamentare europeo Andrzej Grzyb ha illustrato un progetto di collaborazione tra la Sottocommissione Diritti umani ed i difensori civici dei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo e si è soffermato sull'esigenza di diffondere sempre più alcuni indicatori per rafforzare l'idea della responsabilità sociale d'impresa.
  In sede di replica, il direttore dell'Agenzia per i diritti fondamentali ha richiamato il ruolo svolto dalla Commissione nell'attuazione di talune politiche in materia di diritti umani (come per esempio nel caso delle azioni per le minoranze rom) e dalla stessa Agenzia che attualmente assiste 11 Stati membri nella stesura dei piani d'azione nazionali. Ha richiamato l'importanza di una sempre maggiore complementarietà tra l'azione dell'UE e quella del Consiglio d'Europa ed ha enfatizzato le iniziative dell'Agenzia nel campo della lotta ai reati di odio e contro la violenza alle donne, anche attraverso la raccolta di dati assai utili per l'implementazione della Convenzione di Istanbul.
  La presidente Lochbihler ha concluso i lavori auspicando che i Parlamenti nazionali si «approprino» sempre più del Q.S. per incalzare i rispettivi esecutivi, creando un circolo virtuoso che si saldi con le iniziative assunte dalle istituzioni europee.