CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 ottobre 2013
100.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-01177 Ottobre: Sugli alloggi per i militari in servizio nel borgo di Ravina (Trento).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nel merito delle questioni poste con l'interrogazione a risposta immediata in argomento, si rappresenta che in località Borgo di Ravina (Provincia di Trento), non risultano essere presenti alloggi di servizio gestiti dalle Forze armate.
  In ragione di ciò, con riferimento sia alla possibilità di cessione a titolo oneroso degli immobili in titolo, sia all'entità dei canoni applicati agli inquilini, il Dicastero si trova nella materiale impossibilità a fornire riscontro, trattandosi, come è evidente, di questioni non riferibili a competenze della Difesa.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01178 Marcolin: Sui casi di post-traumatic stress disorder tra i militari italiani reduci dall'Afghanistan e dall'Iraq.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In linea generale, rappresento che la Difesa attua il contrasto allo stress operativo attraverso la prevenzione e la cura.
  Gli strumenti per la prevenzione sono:
   il reclutamento, che consente di arruolare personale sicuramente idoneo dal punto di vista psico-fisico e attitudinale;
   l'addestramento, che consente, fra l'altro, di mettere il personale nelle migliori condizioni per svolgere le proprie mansioni con appropriatezza, proficuità e adeguatezza;
   il monitoraggio, inteso come il mantenimento delle condizioni psicofisiche e attitudinali (idoneità) in maniera sistematica (visite periodiche a cadenza obbligatoria, annuale, pluriennale o episodica nell'imminenza di particolari impieghi/missioni).

  La cura, invece, si effettua mediante l'individuazione tempestiva di eventuali casi di disturbo acuto da stress, disturbo post-traumatico da stress, per l'adeguato trattamento.
  Fatta questa premessa, con riferimento ai dati inerenti al Disturbo Post-Traumatico da Stress (DTDS), segnalo che:
   agli atti dell'Osservatorio Epidemiologico della Difesa sono presenti 16 casi, di cui 3 nel 2007, 9 nel 2008, 1 nel 2010 e 3 nel 2011;
   risultano estrapolati dai ricoveri (post-sgombero da Teatro Operativo estero) presso il Celio 16 casi, di cui 2 nel 2008, 3 nel 2009, 1 nel 2010, 3 nel 2011 e 7 nel 2012;
   questi dati si riferiscono al periodo 2007 e primo trimestre 2013.

  Devo osservare, tuttavia, che è possibile una sottostima del tasso di incidenza del Disturbo Post-Traumatico da Stress per due ragioni:
   mancata segnalazione;
   tendenza da parte del personale ad occultare/dissimulare il disturbo, al fine di evitare provvedimenti medico-legali.

  In ogni caso, è da ritenere che il tasso «reale» di incidenza di tale disturbo nelle nostre Forze armate possa essere inferiore (anche sensibilmente) rispetto a quello delle Forze armate alleate/amiche per almeno due motivazioni:
   migliore selezione del nostro personale;
   minor carico operativo (per intensità e durata).

  Per quanto concerne, invece, gli episodi di suicidio, la Difesa ha da tempo attuato una mirata attività di prevenzione specificamente mirata ad individuare eventuali soggetti a rischio già nelle prime fasi dell'incorporazione e ad analizzare situazioni ambientali e personali che possono costituire potenziali concause o fattori di rischio.
  Dal 1984, i dati del fenomeno sono raccolti dall'Osservatorio Permanente sul fenomeno dei suicidi, mentre ogni singola Forza armata ha attivato Consultori Psicologici con accesso facilitato per il personale militare.Pag. 29
  Con la sospensione del servizio di leva obbligatorio, il fenomeno dei suicidi nelle Forze armate e nell'Arma dei Carabinieri si è sostanzialmente ridotto a valori non statisticamente rilevabili: tale dato positivo è emerso dal progetto «Studio relativo all'analisi osservazionale dei casi di suicidio nei militari dell'Arma» e dall'analogo «Studio per la conoscenza e prevenzione del fenomeno suicidario in ambito militare».
  Il numero degli psicologi e degli psichiatri militari impegnati nella selezione del personale all'atto dell'arruolamento, è stato incrementato proprio per soddisfare l'esigenza di approfondire le valutazioni cliniche sugli stati latenti o pre-morbosi per ogni candidato.
  Il personale militare è sottoposto a specifici accertamenti prima dell'invio in teatro operativo, nel contesto di una visita medica al termine della quale viene rilasciata l'idoneità psicofisica all'impiego. Successivamente, al rientro dalla missione, il personale viene monitorizzato e, se ritenuto opportuno, sottoposto a ulteriori approfondimenti di merito.
  Con specifico riguardo al numero dei suicidi avvenuti entro due anni dall'impiego in Teatro Operativo Afghano o Irakeno, sono noti, purtroppo soltanto dati parziali riferiti ai Carabinieri:
   2 casi in personale impiegato in Afghanistan;
   2 casi in personale impiegato in Irak.

  Proprio per consentire un adeguato flusso dei dati, attualmente previsto in modo aggregato e non nominativo, è in atto una pianificazione organizzativa nell'ambito del Board appositamente costituto presso il competente ufficio della Sanità militare.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01180 Duranti: Sui lavori di ammodernamento della Mensa n. 1 presso l'Arsenale militare di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante, con l'atto in argomento, ha posto in rilievo alcuni profili di criticità in merito alla mensa sita presso l'Arsenale militare di Taranto, evidenziando come la stessa sia, ormai da tempo, oggetto di interventi manutentivi e di ammodernamento.
  Al riguardo, la Marina militare, pur nel noto contesto di limitazioni nella disponibilità di fondi, ha già avviato tutte le azioni necessarie per poter rendere pienamente funzionante la mensa in questione, il cui mancato completamento a seguito del contratto del 2011, come riportato nell'atto, risulta essere dipeso da fattori imprevisti ed imprevedibili.
  Con particolare riferimento alla dinamica degli eventi storici rendo noto che a maggio 2012, in seguito alla validazione della progettazione esecutiva, la Direzione Genio militare per la Marina di Taranto ha provveduto alla consegna del cantiere per i lavori che, però, hanno subito una sospensiva, nel novembre dello stesso anno, per la constatazione di un avanzato degrado degli impianti sottostanti la pavimentazione.
  Come infatti risulta, testualmente, dal verbale di sospensione dei lavori in data 6 novembre 2012 «Nel corso dei lavori, a seguito della demolizione della pavimentazione della cucina, si è constatato che gli impianti sottostanti versano in un avanzato stato di degrado con diffuse perdite. Detta circostanza era imprevista e imprevedibile al momento della redazione del progetto e non palese all'atto della consegna dei lavori».
  Ciò ha reso necessaria l'attivazione di una procedura d'urgenza per il ripristino degli impianti medesimi, tempestivamente autorizzata dalla competente Direzione Generale dei Lavori e del Demanio, consentendo l'ultimazione di tali specifici interventi nel febbraio 2013.
  Al termine di detti lavori infrastrutturali e di impiantistica sono state necessarie, inoltre, opere di sanificazione, rimontaggio, sostituzione apparecchiature ed altre attività ai fini del soddisfacimento dei requisiti HACCP (Hazard analysis and critical control points), conclusesi nel mese di maggio 2013, mentre, allo stato, restano da ultimare alcuni interventi di ripristino di altri impianti.
  L'elencazione delle attività poste in essere dall'amministrazione militare evidenzia che, a fronte di circostanze impreviste ed imprevedibili, è stato posto in essere ogni possibile sforzo per risolvere i problemi e sono state già avviate le necessarie azioni per assicurare l'agibilità della struttura ed evitare ulteriori ritardi nell'esecuzione dell'opera.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-01181 Artini: Sulla vigilanza svolta dalla Marina militare in occasione del naufragio avvenuto a Lampedusa tra il 2 e il 3 ottobre 2013.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa, vorrei ricordare che la Marina Militare è impegnata, ormai da anni, al controllo dei flussi migratori nel Canale di Sicilia, partecipando in maniera continuativa, 7 giorni su 7, all'operazione «Vigilanza Costante».
  Tale gravoso impegno ha consentito di salvare negli ultimi 10 anni la vita ad almeno 100/120 mila migranti, soccorsi a bordo delle nostre unità navali o accompagnati verso un approdo sicuro.
  La notte del disgraziato incidente, il sistema di sorveglianza marittima descritto dall'Onorevole interrogante e realizzato in collaborazione con Guardia Costiera e Guardia di Finanza era attivo e funzionante.
  La Nave impegnata in operazione, Nave Vega, un pattugliatore attrezzato per tale tipologia di attività, si trovava alla distanza di circa 35 miglia nautiche (circa 70 km) a sud di Lampedusa nel settore assegnato di pattugliamento, in una zona in cui erano presenti circa 50 pescherecci intenti in attività di pesca.
  In quella notte i radar della nave non hanno mai localizzato alcun contatto correlabile con una imbarcazione intenta al trasporto di migranti. A causa della notevole distanza, inoltre, il pattugliatore Vega non avrebbe potuto tracciare al radar di bordo il barcone tragicamente naufragato.
  Per completezza d'informazione, preme evidenziare che sia l'unità navale sia i radar terrestri non dispongono di sistemi per la registrazione di tracce radar.
  Il Pattugliatore d'altura VEGA, appartenente alla Prima Squadriglia Pattugliatori di base ad Augusta, ha svolto la missione nell'ambito della Operazione di Controllo dei flussi migratori dal 20 settembre al 4 ottobre 2013.
  Nel periodo di attività, Nave Vega ha preso parte ad un totale di sette eventi di Ricerca e Soccorso in mare che hanno interessato altrettante imbarcazioni di migranti dirette verso le coste italiane.