CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 ottobre 2013
99.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00231 Leva: Approvazione del contratto di sviluppo della società Ittierre Spa

TESTO DELLA RISPOSTA

  I problemi in cui si trova la ITTIERRE SpA sono all'attenzione del Governo da tempo, in quanto già nell'anno 2010 la suddetta società era stata sottoposta ad amministrazione straordinaria ai sensi del decreto legislativo n. 270/99.
  A tal riguardo, si precisa che la società acquirente Albisetti ha rilevato il complesso aziendale ITTIERRE dalla procedura di amministrazione straordinaria nel mese di novembre 2010, impegnandosi contrattualmente per un biennio al mantenimento dell'attività e dei livelli occupazionali.
  Conseguentemente, è venuto meno anche il monitoraggio della Procedura di amministrazione straordinaria (ossia dei suoi organi Commissari, Comitato e del Ministero dello sviluppo economico) in ordine alla esecuzione della stessa vendita, quantomeno sotto il profilo imprenditoriale.
  Il 9 aprile scorso si è tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico una riunione alla presenza dei rappresentati della procedura di Amministrazione straordinaria e le OOSS per la messa in mobilità dei lavoratori che non sono stati assorbiti nell'ambito della procedura di vendita.
  La messa in mobilità di tali lavoratori discende dal fatto che è già stata utilizzata tutta la Cassa integrazione in deroga cui si poteva ricorrere.
  Perdurando lo stato di crisi, è stato attivato, altresì, un tavolo relativo all'azienda ITTIERRE ed all'acquirente Albisetti.
  In data 3 settembre 2013 si è, infatti, tenuto presso il MiSE un ulteriore incontro per la verifica della situazione della società. In tale sede l'azienda aveva comunicato di aver in corso importanti contatti con possibili nuovi soci, che l'avrebbero affiancata portando in Ittierre nuova finanza. Verrà, quindi, definito un nuovo piano industriale che avrebbe dovuto prevedere gli aspetti finanziari ed industriali alla luce dell'intervento dei nuovi soci.
  Pur tuttavia, il rappresentante legale della società non aveva escluso il possibile ricorso alla procedura di concordato.
  Per quanto concerne il «Contratto di Sviluppo «ITTIERRE SpA» ed il relativo piano industriale e prospettive della filiera tessile regionale, il Ministero del Lavoro ha appreso, a seguito di un'ispezione compiuta in data 2 ottobre 2013, che in data 18 gennaio 2012 l'impresa aveva chiesto al Ministero dello Sviluppo economico di accedere alla procedura di negoziazione per la concessione di agevolazioni di cui al decreto ministeriale 24 settembre 2010.
  Il contratto di sviluppo prevedeva un investimento pari a 48 milioni di euro, dei quali 38 milioni sarebbero stati assicurati da parte privata, con pagamento degli investimento previsto in consuntivo, mentre 8,3 milioni sarebbero stati a carico di parte pubblica.
  Al fine di avviare la procedura del contratto di sviluppo si sono tenuti diversi incontri sia presso la Regione Molise sia presso il Ministero dello sviluppo economico, proprio al fine d'avviare la procedura del contratto di sviluppo.
  Con delibera del 2 maggio 2012 n. 280 la regione Molise manifestava l'interesse per la concretizzazione del contratto di sviluppo proposto dall'Ittierre dando mandato Pag. 107alle strutture dell'Assessorato per lo Sviluppo Economico per l'avvio di un confronto operativo con il MISE e con Invitalia S.p.a.
  Con successiva delibera del 23 ottobre 2012 n. 640 la Giunta Regionale aveva autorizzato l'utilizzo delle economie rinvenienti dalla quota di cofinanziamento, resa disponibile sul capitolo del bilancio previsionale 2012 e 2013 e relativa al Contratto di Programma Molise Agroalimentare Scarl, per contribuire, unitamente alle risorse statali, al cofinanziamento dei Contratti di sviluppo.
  Tuttavia, come precisato dalla competente direzione del MiSE, le risorse assegnate ai contratti di sviluppo nell'ambito delle assegnazioni previste dal Programma Operativo Nazionale Ricerca e Competitività 2007-2013 (PON R&C), del Piano di Azione Coesione (PAC) e delle risorse liberate PON Sviluppo Imprenditoriale Locale 2000-2006 (PON SIL) ex DM 28 settembre 2012, risultavano finalizzate al finanziamento di programmi di sviluppo localizzati esclusivamente nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.
  Successivamente, l'articolo 3 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, recante «Rifinanziamento dei contratti di sviluppo» ha destinato 150 milioni di euro per il «rifinanziamento dei programmi di sviluppo nel settore industriale ... da realizzare nei territori regionali che, sulla base delle fonti finanziarie disponibili alla data di entrata in vigore del presente decreto, non sono destinatari di risorse per la concessione di agevolazioni».
  Pertanto, in relazione al quesito posto dagli onorevoli Interroganti concernente i motivi che ritardano l'approvazione del Contratto di sviluppo in argomento, si evidenzia che soltanto alla luce della suddetta disposizione normativa, sarà possibile procedere all'istruttoria delle istanze di contratto relative ad iniziative localizzate anche nelle Regioni del Centro-Nord, incluso il Molise.
  Si precisa infine, come comunicato dal Ministero del Lavoro che in data 18 settembre 2012 la Società ha presentato ricorso al Tribunale d'Isernia per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, con termine, concesso con decreto del medesimo Tribunale, sino al 26 novembre 2013 per la presentazione di una proposta definitiva di concordato preventivo.
  Risulta altresì che al momento l'azienda si avvale di ammortizzatori sociali con la concessione della cassa integrazione ordinaria per il periodo dal 26 agosto 2013 al 23 novembre 2013 con riguardo a n. 589 lavoratori.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00746 Bellanova: Esclusione di alcune città pugliesi dalle agevolazioni fiscali e contributive in favore di micro e piccole imprese localizzate nelle zone franche urbane

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'articolo 37 del decreto-legge n. 179/2012 stabilisce che la riprogrammazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013, oggetto del Piano di azione e coesione, nonché la destinazione di risorse proprie regionali possono concorrere al finanziamento delle tipologie di agevolazioni (esenzioni fiscali e contributive) di cui alle lettere da a) a d) dell'articolo 1, comma 341, della legge n. 296/2006, in favore delle imprese di micro e piccola dimensione localizzate o che si localizzano nelle Zone urbane individuate dalla delibera CIPE n. 14/2009, nonché in quelle valutate ammissibili nella relazione istruttoria a essa allegata e nelle ulteriori, rivenienti da altra procedura di cui all'articolo1, comma 342, della medesima legge n. 296/2006, da definire entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ricadenti nelle regioni ammissibili all'obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
  Pertanto, ai sensi della predetta norma, le risorse rivenienti dalla riprogrammazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013 oggetto del piano di azione e coesione, nonché di ulteriori risorse proprie regionali, possono essere utilizzate per il finanziamento delle 12 Zone franche urbane (da ora ZFU) – tra le 22 complessivamente finanziate sull'intero territorio nazionale dal CIPE con delibera n. 14/2009 – ricadenti nelle Regioni «Convergenza», unitamente alle altre Zone franche urbane, sempre localizzate nelle predette Regioni, valutate ammissibili nella Relazione tecnica del Dipartimento per la Coesione e lo Sviluppo del MiSE, allegata alla medesima delibera, ma non finanziate dal CIPE.
  Infine, la norma prevede la possibilità di finanziare, con le citate risorse, ulteriori ZFU individuate con la procedura di cui all'articolo 1, comma 342, della legge n. 296 del 2006, da definire entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
  Relativamente alla Regione Puglia, le ZFU che, in conformità a quanto previsto dall'articolo 37 del decreto-legge n. 179/2012, possono essere finanziate con risorse del Piano di azione e coesione (e con eventuali risorse proprie regionali) sono:
   le 3 ZFU finanziate con delibera CIPE n. 14/2009 (Andria, Lecce e Taranto);
   le 8 ZFU valutate ammissibili dal Dipartimento Sviluppo e Coesione del MiSE ma non finanziate dalla delibera CIPE del 2009 (Barletta, Foggia, Lucera, Manduria, Manfredonia, Molfetta, San Severo, Santeramo in Colle).

  Rispetto alla previsione riportata nell'ultimo capoverso dell'articolo 37 del decreto-legge n. 179/2009, non risulta al Ministero che la Regione Puglia abbia individuato ulteriori ZFU ai sensi della procedura prevista dall'articolo 1, comma 342, della legge n. 296/2006.
  Il «Piano di azione coesione – 3o aggiornamento», tra le azioni anticicliche (paragrafo 3.1.1.), ha previsto, richiamando Pag. 109esplicitamente la norma dell'articolo 37 del decreto-legge n. 179/2012, una specifica misura agevolativa in favore delle micro e piccole imprese ubicate nelle Zone franche urbane delle regioni dell'obiettivo Convergenza, assegnando alla misura una dotazione finanziaria complessiva di 377 milioni di euro. Il predetto Piano di azione e coesione riporta, all'allegato n. 2, le ZFU ammesse al finanziamento; per la Regione Puglia, vengono riportate le 11 ZFU già menzionate.
  Successivamente alla predisposizione del Piano di azione e coesione, la Regione Puglia ha manifestato la volontà di finanziare gli interventi, già previsti nella misura 3.1.(1) del Piano di azione coesione, con propri strumenti, relativamente alle Zone franche urbane ricadenti nel territorio regionale (vedi, al riguardo, informativa al CIPE nella seduta del 18 febbraio 2013).
  In data 10 aprile 2013 è stato firmato il decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, attuativo dell'articolo 37. Con tale decreto, ai sensi di quanto previsto al comma 4 dello stesso articolo, sono fissati le condizioni, i limiti, le modalità e i termini di decorrenza delle agevolazioni (poi registrato dalla Corte dei Conti in data 17 giugno 2013).
  Vista la volontà espressa dalla Regione Puglia in merito al finanziamento, con strumenti regionali, delle ZFU ricadenti nel proprio territorio, nel predetto decreto ministeriale non sono evidentemente presenti riferimenti alle 11 ZFU pugliesi.
  Successivamente alla registrazione del provvedimento, è stata avviata un'interlocuzione tra Regione Puglia e gli uffici del Ministero (DPS) finalizzata a far rientrare le 11 ZFU pugliesi nell'ambito di applicazione del «dispositivo» nazionale.
  Tuttavia, allo stato attuale, per rendere effettiva e operativa tale modifica, resta da perfezionare sia la modifica al Piano di azione coesione – con la formalizzazione della mutata volontà della Regione Puglia, previa informativa e presa d'atto del CIPE – e da adottare un nuovo decreto interministeriale, a modifica e integrazione del decreto ministeriale 10 aprile 2013, che estenda l'ambito di applicazione del dispositivo di aiuto anche alle ZFU pugliesi.
  Si segnala, infine, che lo schema di decreto modificativo del decreto ministeriale 10 aprile 2013 è già stato predisposto. Tuttavia, l’iter per l'adozione del decreto resta condizionato alla modifica del Piano di azione coesione nel senso su indicato.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00825 Prodani: Localizzazione del rigassificatore previsto tra i progetti infrastrutturali prioritari in ambito energetico nella zona dell'Alto Adriatico

TESTO DELLA RISPOSTA

  In relazione all'atto di sindacato ispettivo in titolo, si fa presente quanto segue.
  Il progetto del terminale di Zaule risponde pienamente ai requisiti previsti per le Infrastrutture Strategiche previste dalla SEN – Strategia Energetica Nazionale – approvata nel marzo scorso dai Ministri dello sviluppo economico e dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, per soddisfare le esigenze di diversificazione e di sicurezza d'approvvigionamento di gas, nonché per lo sviluppo dell'Italia come Hub sud-europeo
  Inoltre, esso è già incluso, unico terminale di rigassificazione italiano, anche nella lista dei «Progetti di Interesse Comune» (PCI), recentemente redatta secondo il nuovo Regolamento N. 347/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 aprile 2013, recante gli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee (TEN-E).
  Tale elenco è stato fondamentalmente composto a partire dai piani decennali dei gestori delle reti energetiche ed integrato da richieste di inserimento di progetti effettuate direttamente dagli investitori privati. Questi ultimi progetti sono stati vagliati da gruppi di esperti della Commissione in funzione dell'interesse transfrontaliero, requisito che ha ovviamente privilegiato le interconnessioni tra reti di Stati membri; nel caso di stoccaggi di gas e terminali di rigassificazione di GNL, che per definizione non possono che essere collocati nel territorio di un solo Stato Membro, sono stati mantenuti solo quelli per i quali le Autorità di regolazione abbiano attestato il beneficio transfrontaliero, circostanza che si è verificata, nel caso del terminale di Zaule, grazie all'intervento del Regolatore austriaco.
  Ai sensi del citato Regolamento è stato convocato, in data 6 giugno 2013, il cosiddetto Decisional Body, costituito dagli Stati membri e dalla Commissione, nel corso del quale il progetto è stato mantenuto nelle liste dei progetti di interesse prioritario europeo (PCI) redatte, nei mesi precedenti, dai gruppi regionali di cui fanno parte anche i Regolatori nazionali ed i Gestori nazionali delle reti.
  Per i progetti presenti, nell'ambito del citato regolamento comunitario 347/2013/CE, sono previste procedure autorizzative semplificate e la possibilità di ottenere limitati finanziamenti comunitari.
  Lo scorso 24 luglio si è tenuta a Bruxelles la riunione del gruppo decisionale sui PCI che ha definito la lista dei progetti energetici che saranno sottoposti alla Commissione europea che adotterà la lista definitiva con atto delegato. In tale lista, nonostante il parere sfavorevole della Slovenia, è rimasto il progetto con il nome «Onshore LNG Terminal in the Northern Adriatic».
  Tuttavia si rende noto anche che si è svolta, il 12 settembre scorso a Venezia, la prima riunione del tavolo di coordinamento a livello trilaterale (Italia, Slovenia, Croazia) di tutte le iniziative infrastrutturali nell'Alto Adriatico, come proposto nella riunione del Comitato Ministri di Italia e Slovenia nell'ottobre 2012, nel corso della quale sono stati esaminati tutti Pag. 111i progetti infrastrutturali dell'area tra cui, oltre quelli di interesse italiano, anche i progetti di terminali di rigassificazione in Slovenia nel porto di Koper, e nell'isola di Krk, in Croazia.
  Si fa presente, inoltre, che nella succitata lista il progetto è denominato come «rigassificatore in terraferma nel Nord Adriatico» proprio per tener conto di una sua possibile delocalizzazione nell'area del Nord Adriatico, come previsto dal decreto di sospensione della VIA: tale circostanza sarà valutata dal MATTM alla scadenza del termine 18 ottobre fissato dal decreto, in funzione del verificarsi o meno di una delle due circostanze alternative previste nel DM (spostamento dell'impianto in altra località da parte della società proponente, o revisione del Piano Regolatore portuale per renderlo compatibile con la presenza dell'impianto).
  Al riguardo preme evidenziare che, considerato quanto già deliberato dall'Autorità Portuale di Trieste in merito alla incompatibilità della localizzazione del terminale nell'area portuale e che la società proponente il progetto ha impugnato al Tar Lazio il decreto di sospensione della VIA, verosimilmente, alla data del 18 ottobre p.v., nessuna delle due ipotesi presenti nel DM di sospensiva sarà realizzata: pertanto, il Ministro dell'Ambiente dovrà pronunciarsi nel merito, confermando o revocando la VIA positiva a suo tempo adottata.
  Nel secondo caso, con la revoca della VIA positiva, il Ministero dello sviluppo economico sarà nella condizione di dover rigettare la domanda di autorizzazione alla costruzione dell'impianto.
  Si precisa, infine, come anche sottolineato dalla Commissione tecnica VIA-VAS nel suo parere di supporto al DM di sospensiva, che non compete alle Amministrazioni specificare i siti dove ubicare i terminali di rigassificazione, essendo queste infrastrutture realizzate in regime di mercato libero da operatori privati che presentano direttamente istanze di autorizzazione sulle quali poi si pronunciano le amministrazioni competenti, locali e centrali, sulla base del rapporto ambientale e dei piani territoriali interessati.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00829 Fitto: Prospettive produttive e occupazionali dell'azienda Officine Meccaniche del gruppo Kion

TESTO DELLA RISPOSTA

  La vicenda delle Officine Meccaniche presenta aspetti molti complessi. Dopo l'annuncio da parte della Kion di voler cessare la produzione nello stabilimento di Modugno, il MiSE e la Regione Puglia si sono attivati per individuare possibili soluzioni, valutando anche la possibilità di riconvertire la produzione.
  Come peraltro noto agli interroganti, nel gennaio 2013 si è raggiunto un accordo tra Kion e Frazer Nash, impresa inglese specializzata nella produzione di taxi ibridi, che prevedeva inizialmente una produzione di taxi destinata al mercato inglese con successivo ampliamento nel mercato europeo.
  Nei mesi scorsi si è determinato un impasse che ha visto la Frazer Nash venire meno agli impegni assunti nell'accordo.
  A nulla sono valsi i tentativi del MiSE, anche attraverso i canali diplomatici, per ricondurre la Frazer Nash al rispetto degli accordi sottoscritti e per evidenziare che l'Italia non è disposta ad accettare un comportamento scorretto come quello messo in atto dall'azienda inglese.
  Per quanto riguardo lo stato della vertenza in corso si segnala che il blocco degli ingressi messo in atto dalle organizzazioni sindacali e contrastato dalla OM CARRELI (Gruppo tedesco KION) è stato oggetto di una richiesta alla Magistratura, al quale entrambe le parti hanno fatto ricorso. Data la difficile situazione venutasi a creare è stato sollecitato l'intervento del Ministero dello Sviluppo Economico al fine della composizione della controversia.
  Il Ministero dello Sviluppo Economico sta definendo con le parti in causa una data per promuovere l'ennesimo incontro, volto a favorire una intesa che sblocchi la situazione.
  Si evidenzia che la riapertura degli ingressi è essenziale per consentire ai potenziali investitori interessati allo stabilimento OM CARRELLI di Bari di verificare lo stato degli impianti e dell'immobile onde potere, eventualmente, formulare una proposta di acquisizione o di affitto.
  Ritengo, tuttavia che anche grazie all'impegno notevole da parte della regione Puglia, vi siano spazi per individuare nuovi soggetti in grado di rilevare lo stabilimento.
  Il Ministero del Lavoro per quanto di sua competenza, ha comunicato che in favore dei lavoratori è stata autorizzata la concessione del trattamento di integrazione salariale a seguito dell'approvazione di un programma di crisi aziendale volto alla cessazione di attività con un programma di cessazione degli esuberi articolato in 24 mesi.
  Con un primo Decreto del 5 novembre 2012 è stato autorizzato il periodo di integrazione salariale dal 1.luglio 2012 al 30 giugno 2013; con un ulteriore Decreto del 9 agosto 2013 è stato autorizzato il periodo di integrazione salariale dal 1 luglio 2013 al 30 giugno 2014.

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ALLEGATO 5

DL 104/2013: Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca. C. 1574 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato il testo del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n.104 del 2013, recante Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca (C. 1574 Governo);
   riconoscendo la centralità del capitale umano nell'economia della conoscenza e considerando, pertanto, la spesa in ricerca e istruzione come investimento e non come un costo;
   apprezzate le misure volte agli interventi di edilizia scolastica, con particolare riferimento all'efficientamento energetico e alla messa in sicurezza delle scuole, nonché le misure finalizzate ad una migliore trasparenza nei processi di nomina dei membri dell'ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) e degli Enti di ricerca vigilati dal MIUR;
   valutata positivamente la previsione di nuove assunzioni di personale tecnologico e di ricerca dell'INGV (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), anche in relazione alle esigenze della protezione civile;
   manifestando, infine, perplessità in ordine alla copertura finanziaria che penalizza importanti settori produttivi già provati dalla crisi, nonché i consumatori,
   delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:
   provveda la Commissione di merito a ripristinare la previsione del parere parlamentare in relazione alle nomine dei componenti dell'ANVUR, anche con la previsione di tempi ristretti e certi per l'espressione dello stesso parere;
  e la seguente osservazione:
   valuti la Commissione di merito di estendere a comuni e province le previsioni di cui all'articolo 10, commi 1 e 2.

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ALLEGATO 6

Relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa per l'anno 2012 del Ministero dello sviluppo economico. Doc. CLXIV, n. 10.

PROPOSTA DI RELAZIONE DEL RELATORE

  La X Commissione, Attività produttive, commercio e turismo,
   esaminata la «Relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero dello sviluppo economico, corredata dal Rapporto sull'attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell'allocazione delle relative risorse in bilancio (anno 2012)» (Doc. CLXIV);
   rilevato che le priorità politiche perseguite dal MISE nel 2012, sono, nella Relazione, così sintetizzate: «Incentivare la crescita dimensionale delle imprese, la loro proiezione internazionale, gli investimenti in ricerca e innovazione, i recuperi di produttività, il rafforzamento della finanza d'impresa ed un più agevole accesso al credito, ridurre i costi dell'energia ed i costi legati all'avvio di un'azienda, gli adempimenti burocratici necessari per la sua conduzione e persino quelli associati alla sua chiusura, così come i costi derivanti dalla scarsa concorrenza in alcuni settori strategici, eliminare, infine, i ritardi sulle reti digitali e nell'infrastrutturazione fisica del Paese...»;
   osservato che la metodologia utilizzata per la valutazione del grado di raggiungimento da parte di ciascun Centro di responsabilità del MISE degli obiettivi strategici assegnati segnala, su un totale di 23 obiettivi analizzati, un grado di raggiungimento del 100 per cento in riferimento ad 11 obiettivi, tra il 99 ed il 98 per cento in riferimento a 5 obiettivi, tra il 95 ed il 90 per cento in riferimento ad ulteriori 5 obiettivi e, infine, dell'89 e dell'86 per cento per i residui 2 obiettivi;
   osservato, ancora, che:
    a) 15 programmi rispondenti alle priorità politiche segnalano un alto grado di informatizzazione in 6 casi, medio in 3 casi, basso in 6 casi;
    b) la riduzione del personale (da 3.229 unità nel 2011 a 3.103 unità nel 2012) è totalmente dovuta ai pensionamenti;
    c) in attuazione degli obiettivi di spending review, è stato presentato, a marzo del 2012, un piano triennale di razionalizzazione delle spese che, a conclusione dell'esercizio 2012, ha consentito risparmi di oltre 0,9 milioni di euro;
    d) il MEF ha disposto accantonamenti sui capitoli di spesa del MISE per acquisto di beni e servizi pari ad 1,7 milioni di euro per il 2012 e riduzioni per 6 milioni per ciascun anno a decorrere dal 2013;
    e) la ricognizione dei debiti della pubblica amministrazione, effettuata ai sensi del decreto-legge n. 35/2013, ha condotto, per il MISE, all'individuazione di uno stock di posizioni debitorie pari ad euro 7.624.218; Pag. 115
   sottolineato che, da quanto annotato in sede di Relazione, emerge, tra l'altro, che:
    a) relativamente agli obiettivi strategici di competenza del Dipartimento Energia, risulta confermata l'incidenza del conflitto di competenze e della complessità dei procedimenti di intesa interistituzionale, nonché del contenzioso amministrativo, sullo sviluppo delle infrastrutture energetiche;
    b) relativamente agli obiettivi strategici di competenza del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, risulta confermata la positività dell'esperienza del Piano di Azione Coesione ai fini dell'accelerazione della spesa e della riprogrammazione delle risorse riferite al ciclo di programmazione 2007-2013 dei fondi strutturali europei, mentre l'analisi degli effetti degli incentivi all'innovazione (FIT, PIA Innovazione, L. 488/92) suggerisce, allo stato, che tali incentivi «probabilmente aiutano l'attività ordinaria di R&S delle imprese diminuendone i costi ma con effetti addizionali che rimangono nel complesso ridotti...», e che, ad impedire la piena efficacia addizionale, significativamente concorrono «le modalità di erogazione, specialmente i tempi lunghi legati ai processi di selezione, e quindi alla fine l'incertezza sulla loro effettiva concessione ...»;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con le seguenti osservazioni:
   si ravvisa la necessità di approfondire la valutazione d'impatto «dei risultati sul contesto socio-economico» anche attraverso un'evoluzione metodologica che consenta più articolate e motivate analisi ed attestazioni del grado di raggiungimento degli obiettivi strategici;
   emerge, altresì, la necessità di una gestione unificata dei capitoli dedicati alle spese di funzionamento e, soprattutto ed in più ampia prospettiva, di un «piano industriale» che connetta compiutamente priorità politiche, missioni, programmi ed obiettivi strategici con l'allocazione di risorse umane, strumentali e finanziarie, favorendo così processi di razionalizzazione e contenimento della spesa sottratti alla logica dei tagli lineari che «se, da un lato, hanno consentito di avere effetti positivi sui saldi di finanza pubblica, dall'altro hanno contribuito alla formazione di debiti fuori bilancio nelle singole Amministrazioni, poiché non si è potuto agire con la stessa tempestività sul lato della spesa caratterizzata da una struttura non immediatamente comprimibile»;
   sul versante del perseguimento delle priorità politiche, si sottolinea, in ragione di quanto particolarmente evidenziato in premessa, il rilievo dell'efficienza del circuito decisionale del sistema-Paese ai fini della tempestività d'intervento delle politiche pubbliche e, dunque, la centralità dei processi di semplificazione normativa, amministrativa ed istituzionale, nonché, con specifico riferimento alle politiche per la coesione territoriale, la necessità dell'avanzamento dell'azione di riprogrammazione e di nuova programmazione dei fondi europei sulla scorta di un'attenta selezione di obiettivi strategici funzionali alla riduzione dei divari di cittadinanza e di produttività, supportata da coerenza e stabilità del quadro di programmazione finanziaria;
   quanto alle politiche per le imprese ed agli strumenti di incentivazione ad esse diretti, si rinnovano le raccomandazioni in ordine alla tempestività dell'adozione di ogni provvedimento amministrativo attuativo delle disposizioni in materia, nonché dell'osservanza dei principi in materia di rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni e di politiche d'impresa di cui allo «Statuto delle imprese» (Legge 11 novembre 2011, n. 180);
   da ultimo, si segnala la necessità di dare risposta a quanto segnalato da Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione in ordine alla «grave compromissione» dell'attività degli Organismi di normalizzazione italiani (UNI e CEI) causata dalla drastica decurtazione dei contributi ad essi diretti.