CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 agosto 2013
71.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00864 Terrosi: Iniziative a tutela dei prodotti agroalimentari italiani dai fenomeni di agropirateria con particolare riferimento al formaggio Parrano prodotto in Olanda.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il settore agroalimentare è il comparto produttivo nazionale più famoso al mondo come eccellenza Made in Italy e, per questo motivo, è anche il più colpito dalla contraffazione da parte dei produttori esteri, attraverso l'uso ingannevole di etichette, materiali pubblicitari e di confezionamento che evocano simboli, immagini e denominazioni con esplicito riferimento al nostro Paese, traendone in modo fraudolento vantaggi economici a danno dei veri prodotti italiani.
  Il caso riferito dagli onorevoli interroganti sull'uso del termine «Parrano» da parte della ditta olandese, Uniekaas, per etichettare un formaggio con il nome del comune umbro è un esempio evidente di concorrenza sleale a danno delle produzioni italiane autentiche.
  Tale prodotto caseario circola nel mercato unico, ad esempio in Gran Bretagna, e nei mercati terzi, soprattutto negli Stati Uniti d'America, ed è palese l'intento di indurre in errore i consumatori sulla reale origine, anche con riferimento alle disposizioni dell'articolo 2, paragrafo 1, lettera a) della direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 marzo 2000, relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità.
  Ciò premesso, si precisa che la citata direttiva europea è stata recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 23 giugno 2003, n. 181, e che, in attuazione di tutte le disposizioni, comunitarie e nazionali, attualmente vigenti, le attività anticontraffazione sono da sempre svolte in modo continuativo dalle autorità italiane, anche a livello internazionale e con azioni congiunte con le autorità degli altri Paesi.
  Tuttavia, non può essere disconosciuto che, per una più efficace protezione del Made in Italy, siano necessari ulteriori strumenti giuridici ed operativi soprattutto per contrastare il dilagante fenomeno dell’Italian sounding.
  In ambito internazionale, il necessario rafforzamento delle sinergie contro la concorrenza sleale e le contraffazioni è collegato al buon esito dei negoziati internazionali che, nel momento di stallo delle trattative multilaterali della WTO (Organizzazione mondiale del commercio) a Ginevra, si concentrano su iniziative bilaterali per le quali è massima l'attenzione di tutti i Ministri coinvolti in relazione alle specifiche competenze.
  In ambito europeo, anche in considerazione del caso specifico del «Parrano», un passo avanti è rappresentato dalla prossima entrata in vigore del Regolamento (CE) n. 1169/2011, la cui efficacia dipenderà dalle modalità applicative che dovranno essere concrete ed uniformi in tutti i Paesi membri dell'Unione europea.
  Al momento, dalle informazioni disponibili, risulta che non vi è particolare attenzione né da parte delle autorità dei Paesi Bassi, dove ha sede la Uniekaas, né da parte di quelle inglesi dove circola il loro prodotto e, pertanto, le segnalazioni per un'attivazione a riguardo stanno avvenendo attraverso i canali diplomatici.Pag. 81
  Inoltre, data anche l'assonanza tra le parole Parrano e Parmigiano, il Ministero intende procedere in sinergia con il Consorzio di tutela riconosciuto ai sensi del legge n. 526/1999 cui è anche affidato il compito della tutela giuridica della denominazione.
  Al contempo, nell'ambito dell'applicazione del Regolamento (CE) n. 1169/2011, l'Amministrazione si adopererà presso la Commissione europea affinché sia possibile estendere l'etichettatura obbligatoria anche ai formaggi.
  Infine, faccio presente che al momento non risulta essere stato depositato né registrato il termine in questione come marchio comunitario, ai sensi del Regolamento (CE) n. 207 del 2009.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00865 Faenzi: Iniziative per la diversificazione e la riconversione delle attività di pesca, a seguito del divieto di utilizzare il sistema delle ferrettare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'orientamento della regione Calabria finalizzato ad una graduale dismissione dell'attrezzo da pesca denominato «ferrettara», la valutazione dell'Amministrazione centrale è, in linea di principio, positiva e il bando adottato a tale scopo è in corso di verifica sotto il profilo della necessaria conformità dei requisiti richiesti e delle clausole prescritte alle disposizioni nazionali e comunitarie vigenti.
  Al fine di inquadrare correttamente le problematiche emerse in relazione all'uso della «ferrettara» è utile ricordare che venne introdotta e regolamentata a livello nazionale tenendo conto delle indicazioni comunitarie rivolte all'eliminazione definitiva delle «spadare», ossia di quel sistema di pesca che ha lungamente costituito motivo di contestazione da parte della Commissione europea nei confronti dell'Italia e di altri Paesi mediterranei con flotte da pesca dotate di tali reti vietate in quanto reti di tipo «derivante» ritenute gravemente impattanti sull'equilibrio delle risorse marine.
  Inquadrata la questione dell'autorizzazione e regolamentazione dell'uso della «ferrettara» tra le azioni intraprese per la dismissione definitiva delle «spadare», diventa evidente che a distanza di anni da quelle decisioni gestionali sia ora possibile prevedere una graduale riduzione di tale uso.
  Tra l'altro si tratta di un obiettivo contemplato nel «piano di azione» – action plan – sottoposto alla valutazione e all'approvazione della Commissione europea e contenente una serie di misure di significativo rilievo per un effettivo controllo dello sforzo di pesca.
  In ultimo, per quanto riguarda la soluzione prospettata dagli onorevoli interroganti in ordine alla possibilità di compensare il ritiro della «ferrettara» con l'assegnazione di quote tonno, ritengo necessario rammentare che le decisioni riguardanti il contingentamento della pesca del tonno sono oggetto di trattative internazionali nell'ambito dell'apposita commissione di gestione a livello mondiale, denominata ICCAT, cui l'Italia partecipa in qualità di Paese appartenente all'Unione europea e non come membro autonomo.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00866 Caon: Misure per favorire l'ingresso dei giovani in agricoltura.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Sin dai primi giorni di mandato del Governo, il Ministro Nunzia De Girolamo ha posto l'inserimento dei giovani nel mondo produttivo dell'agricoltura tra le priorità programmatiche precisando in più occasioni che la necessità di favorire il ricambio generazionale debba trovare risposte adeguate innanzitutto attraverso gli strumenti attivabili nel contesto della Politica agricola comune.
  L'impegno in tal senso è, pertanto, già rivolto a impiegare efficacemente le misure come la maggiorazione del contributo per la realizzazione degli investimenti produttivi se realizzati da giovani agricoltori e gli incentivi finanziari per il «primo insediamento» appositamente previsti dai Programmi di sviluppo rurale.
  Queste possibilità della politica di sviluppo rurale sono, infatti, state confermate nel contesto della programmazione 2014-2020 e, grazie ai risultati delle trattative in sede europea, altre nuove opportunità sono state aggiunte come la maggiorazione del 25 per cento dell'importo del valore medio degli aiuti diretti dei singoli agricoltori per un periodo di 5 anni, nel caso di aziende agricole di giovani imprenditori.
  Altro impegno ritenuto strategico dal Ministro De Girolamo è far sì che, nell'ambito secondo Pilastro, nonché nella definizione dell’«Accordo di partenariato» per la programmazione dei fondi comunitari fino al 2020, siano riconosciuti altri interventi aggiuntivi finalizzati espressamente a consolidare la permanenza del giovane incentivando le potenzialità e difendendo il reddito dell'attività agricole intraprese.
  È sicuramente funzionale a tale finalità lo sviluppo dei servizi di accompagnamento alle imprese, attraverso la consulenza aziendale, che nell'attuale fase di programmazione è stata una misura rimasta inapplicata nonché lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione, finanziabili sempre nell'ambito dei fondi comunitari, in modo da contribuire a sostenere le potenzialità di competitività dei giovani agricoltori.
  È, inoltre, in valutazione la definizione di strategie, da condurre con gli altri ministeri competenti, per migliorare le aree rurali, dotandole di adeguati servizi sanitari, di trasporto e di conciliazione tempo libero-lavoro, così come la disponibilità della banda larga.
  Questi obiettivi sono da relazionare anche alla possibilità di facilitare le forme di accesso al credito e di trovare soluzioni, già oggetto di studio insieme alla Cassa depositi e prestiti, per mettere a disposizione dei giovani le terre demaniali.
  Fermo restando che a livello nazionale è preciso e prioritario impegno del Ministro De Girolamo incentivare l'inserimento dei giovani in agricoltura e favorirne la permanenza rendendo appetibili le aree rurali e la redditività dell'attività, anche a livello comunitario, è stato alzato il livello d'attenzione. Infatti, durante il vertice del Consiglio Europeo del 27 e 28 giugno scorso, sulla base della comunicazione Pag. 84della Commissione in materia di occupazione giovanile (COM(2013)447), sono state chieste misure concrete per:
   l'implementazione dei fondi strutturali;
   la piena operatività dal gennaio 2014 dell'Iniziativa occupazione giovanile per permettere di operare i primi finanziamenti nelle regioni in cui il tasso di disoccupazione giovanile è superiore al 25 per cento nel 2013;
   il rafforzamento del programma Your First EURES Job per promuovere la mobilità dei giovani in cerca di lavoro;
   la promozione dell'apprendistato, dei tirocini di alta qualità, con il coinvolgimento delle parti sociali.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00867 Gallinella: Iniziative per scongiurare il contenzioso con l'Unione europea in materia di quote latte e per risolvere la relativa vicenda.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito all'avvio della procedura di infrazione alla quale si riferiscono gli onorevoli interroganti, faccio presente che la Commissione UE con nota n. C(2013) 3644 del 20 giugno 2013 ha provveduto alla costituzione in mora ex articolo 258 TFUE nei confronti dell'Italia.
  In detta nota vengono formulati una serie di rilievi e poste alcune domande, in relazione all'operato dell'Italia in merito alla ripartizione del prelievo supplementare tra i produttori che hanno contribuito alla realizzazione delle eccedenze produttive nell'ambito dell'applicazione del regime delle quote latte.
  Nella stessa nota, in virtù del medesimo articolo 258 del TFUE, l'Italia viene invitata a fornire le proprie osservazioni e risposte in merito a quanto rappresentato dalla Commissione UE.
  L'Amministrazione ha predisposto nei termini previsti una puntuale risposta contenente tutti gli elementi richiesti dalla Commissione UE.
  Sulla base di quanto stabilito dal sopracitato articolo 258 del TFUE, la Commissione UE dovrà valutare la risposta fornita dall'Amministrazione italiana al fine di emettere, o meno, il parere motivato previsto nel medesimo articolo.
  Per quanto riguarda la Decisione della Commissione UE del 17 luglio 2013, con la quale è stato dichiarato incompatibile con il mercato interno l'aiuto, sotto forma di pagamento differito, che l'Italia ha accordato ai produttori di latte aderenti al programma di rateizzazione di cui alla Decisione del Consiglio europeo 2003/530/CE, faccio presente che l'Amministrazione ha predisposto una nota indirizzata all'Avvocatura dello Stato per proporre ricorso contro la Decisione della Commissione.
  La Decisione assunta dalla Commissione UE, infatti, risulta essere fortemente sproporzionata in quanto impone, a fronte di un beneficio in molti casi irrilevante, la decadenza dalla possibilità di usufruire del programma di rateizzazione previsto dalla Decisione del Consiglio europeo di cui sopra, con conseguente recupero immediato delle annualità che giungono a scadenza dal 2013 al 2017, oltre al recupero degli interessi sulle annualità pagate negli anni precedenti e degli interessi per il periodo durante il quale si è usufruito dalla proroga del versamento considerata illegittima.
  Tale misura, peraltro, desta forti perplessità di carattere giuridico, in quanto, di fatto annulla per un certo numero di produttori gli effetti derivanti da un Decisione del Consiglio europeo, adottata all'unanimità, dopo che l'Italia ha ottemperato a tutte le condizioni in essa previste.
  In merito alle azioni che l'Amministrazione intende intraprendere per risolvere in via definitiva la vicenda delle quote latte, mi preme far rilevare che l'attuale impianto normativo consente una puntuale e completa applicazione del regime.
  Le passate difficoltà riscontrate nella riscossione del prelievo, divenuto esigibile a seguito della emissione di sentenze definitive, potranno infatti essere superate con il miglioramento della procedura di riscossione dei debiti verso la pubblica amministrazione già prevista dall'attuale impianto normativo.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-00868 Palazzotto: Iniziative per garantire la continuità dei servizi del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), a seguito della soppressione dell'ENSE e dell'INRAN.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito all'interrogazione in oggetto si devono, preliminarmente, evidenziare talune significative criticità, emerse in sede attuativa, connesse al testo dell'articolo 12, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e cioè:
   la norma ha soppresso in via immediata l'INRAN ma non ha previsto nessuna procedura transitoria;
   la norma, nel sopprimere l'INRAN, ne ha trasferito con effetto immediato le funzioni al CRA, senza tuttavia al contempo trasferirne le risorse, creando quindi non poche difficoltà operative ad entrambi gli enti;
   la norma, trasferite le funzioni, ha quindi previsto che solo con un successivo decreto interministeriale del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, le risorse umane, strumentali e finanziarie dell'INRAN sarebbero state trasferite al CRA. Detto decreto è stato poi adottato in data 18 marzo 2013.

  A quanto sopra, deve aggiungersi l'ulteriore criticità, incidente sui tempi applicativi, conseguente al successivo intervento del legislatore che, a fronte delle difficoltà attuative nel frattempo evidenziatesi, ha ritenuto di dover ricompattare le funzioni dell'ex INRAN, attribuendo al CRA anche la competenza del settore delle sementi (articolo 1, comma 269, lettera a) della legge 24 dicembre 2012, n. 228), che il decreto-legge n. 95 del 2012 aveva attribuito all'Ente Nazionale Risi. In tale situazione di immediata soppressione ma di non altrettanto immediato passaggio al CRA, la crisi finanziaria dell'INRAN si è amplificata, in quanto lo status indefinito in cui è venuto a trovarsi non consentiva ovviamente all'ente di agire, sul piano dei rapporti operativi, nella pienezza di suoi poteri.
  È necessario peraltro evidenziare che INRAN, prima della soppressione, recuperava una significativa parte delle risorse per il funzionamento e in particolare per il pagamento delle retribuzioni al personale dal contributo stanziato nel bilancio di questo Ministero, stanziamento che, nell'ottica dei criteri di risparmio stabiliti dal Governo, è stato tuttavia ripetutamente tagliato e che per l'anno in corso è stato sostanzialmente dimezzato.
  Questo Ministero, d'altra parte, in sede di predisposizione del bilancio 2013, aveva chiesto un'integrazione delle risorse a favore del CRA, senza tuttavia ottenere alcun positivo riscontro.
  Alla luce di quanto sopra, pertanto, si auspica che in futuro con l'aiuto anche del Parlamento si possa adeguatamente sostenere la ricerca in agricoltura affiancando e sostenendo lo sforzo di questo Ministero finalizzato a destinare maggiori risorse finanziarie al CRA.

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ALLEGATO 6

Interrogazione n. 5-00869 Zaccagnini: Tempi di adozione del Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Direttiva 2009/128/CE ha istituito, com’è noto, il quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, in attuazione della «Strategia tematica per l'uso sostenibile dei pesticidi» prevista dal Sesto programma d'azione in materia di ambiente adottato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio.
  Gli obiettivi strategici sono la protezione del consumatore, degli operatori agricoli e degli utilizzatori non professionali, la protezione della popolazione presente nelle aree agricole, la tutela dell'ambiente acquatico e delle acque potabili, la tutela della biodiversità e degli ecosistemi e la protezione della popolazione che accede ad aree pubbliche come i parchi e le scuole.
  La Direttiva individua vari strumenti di azione tra i quali le limitazioni d'uso nelle aree sensibili, la diffusione della difesa integrata e della produzione biologica, la formazione degli operatori del settore e la sensibilizzazione della popolazione sugli effetti derivanti dall'impiego dei prodotti fitosanitari.
  La direttiva è stata recepita con il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, che in particolare, all'articolo 14, tra le misure specifiche per la tutela dell'ambiente acquatico e dell'acqua potabile, prevede la «riduzione, per quanto possibile, o eliminazione dell'applicazione dei prodotti fitosanitari sulle o lungo le strade, le linee ferroviarie, le superfici molto permeabili o altre infrastrutture in prossimità di acque superficiali o sotterranee,... ». Inoltre, all'articolo 15, è prevista la riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitari o dei rischi in aree specifiche, comprendendo tra queste anche le aree protette di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, parte III, allegato 9, e altre aree finalizzate alla conservazione degli habitat e delle specie.
  Ai fini della redazione dello specifico Piano di misure è stata convocata una consultazione pubblica con ampia partecipazione di soggetti, pubblici e privati, e di vari portatori di interesse e rappresentanze di categoria.
  Gli esiti della consultazione sono stati valutati ai fini dell'elaborazione di un progetto di Piano che sarà sottoposto ad un apposito Comitato Tecnico scientifico, recentemente istituito con il mandato di redigere la proposta definitiva del Piano d'azione nazionale da trasmettere, per l'approvazione, alla Conferenza Stato-regioni prevista per la seconda settimana del prossimo mese di settembre.
  In ogni caso, il Piano sarà predisposto in tempo utile per consentire alle amministrazioni coinvolte, nazionali e regionali, di programmare efficacemente i fondi della nuova PAC, da cui dipendono gran parte degli impegni in esso previsti.