CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 31 luglio 2013
66.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO

Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2013-2015

INTERVENTO CONCLUSIVO DEL RELATORE, ON. VILLECCO CALIPARI

  L'esame parlamentare del Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2013-2015, trasmesso dal Governo al Parlamento in adempimento al dettato dell'articolo 536, comma 1, del codice dell'ordinamento militare, come modificato dalla legge 31 dicembre 2012, n. 244, inaugura un nuovo modello nel rapporto tra Governo e Parlamento in materia di difesa.
  La novità è da porre in relazione con l'entrata in vigore della riforma Di Paola, che ha coronato una stagione di impegno parlamentare, sia sul versante legislativo che sul quello conoscitivo, fortemente incentrato sul rafforzamento del ruolo di controllo esercitato dal Parlamento in materia di difesa. Il valore istituzionale di questo passaggio è stato, peraltro, riconosciuto dallo stesso Ministro della difesa, Mario Mauro, in occasione dell'audizione sulle linee programmatiche del suo Dicastero svolta davanti alle Commissioni congiunte di Camera e Senato.
  Il Documento – chiamato a fornire una lettura di sintesi e al contempo una visione strategica e di prospettiva nel contemperamento delle diverse esigenze in campo: la razionalizzazione della spesa militare; la certezza negli investimenti e nell'uso delle risorse pubbliche; un'adeguata risposta agli scenari geostrategici – rappresenta, dunque, il primo cruciale tassello del percorso di riforma dello strumento militare.
  I contenuti del Documento appaiono coerentemente inquadrati in una visione di politica estera che registra la perdurante instabilità che continua a caratterizzare il quadro internazionale geostrategico, e in particolare il quadrante mediterraneo e mediorientale, e che chiama in causa l'impegno dell'ONU, della NATO e dell'Unione europea nel rafforzamento dei processi di democratizzazione e stabilizzazione, secondo una linea che assicuri il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali a tutela della pace e della sicurezza internazionale.
  L'impianto iniziale del Documento contribuisce a fare emergere, anche se in modo sfumato e non esplicito, un nuovo modello di difesa e in questo senso sollecita per il futuro approfondimenti e integrazioni, ad esempio in materia di partecipazione alle missioni internazionali, al fine di arricchire la componente strategico-programmatica e ancorare il più possibile gli impegni operativi ad una visione consapevole sui successi conseguiti e sulle eventuali criticità.
  Il Documento potrebbe in questo senso validamente contribuire alla promozione di un dibattito pubblico più approfondito e consapevole in materia di difesa, come auspicato dal Ministro Mauro e condiviso da tutte le forze politiche, ed in questo senso può costituire un importante premessa alla stesura di un Libro bianco della difesa.
  Coerentemente alle premesse di tipo politico del Documento, si confermano quali priorità politiche e obiettivi strategici della Difesa per il prossimo triennio l'ammodernamento dello strumento militare, la razionalizzazione del suo modello organizzativo, da perseguire alla luce della corrente situazione finanziaria, con Pag. 146l'obiettivo di garantire condizioni di interoperabilità con gli alleati. In quest'ottica appare prioritario compiere sostanziali passi avanti nel progetto di difesa europea e in questo senso è auspicabile che muova la posizione del Governo italiano al Consiglio europeo di dicembre 2013.
  Nel contesto delle priorità politiche e degli obiettivi strategici assume sicura rilevanza la conferma di un'architettura istituzionale che, nel pieno primato dell'autorità politica posta alla guida del Dicastero, garantisca autonomia funzionale, alle dirette dipendenze del Ministro, alle due figure di vertice, rispettivamente responsabili dell'area operativa e di quella amministrativa.
  In tale ambito, rimane tuttora aperta la questione sull'opportunità di introdurre, sia sul piano delle prassi amministrative che su quello normativo, limitazioni nelle nomine in società controllate dallo Stato operanti nel settore degli armamenti militari, di soggetti che abbiano ricoperto incarichi di vertice nelle Forze armate.
  Sul versante dell'ammodernamento, pur comprendendo che il Documento subisce i limiti dell'essere redatto con riferimento ad un periodo circoscritto a fronte della evoluzione continua che caratterizza la pianificazione degli investimenti, il Documento presenta margini di miglioramento sul piano dell'indicazione delle condizioni contrattuali delle diverse tipologie di programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, con particolare riferimento alle eventuali clausole penali in caso di recesso, conformemente al dettato del già richiamato articolo 536. Al riguardo è emersa l'esigenza di potere acquisire le risultanze dell'approfondita analisi, già condotta dal Governo e di cui il Documento dà conto, in vista di una pianificazione degli investimenti mirata non alla singola piattaforma ma alla capacità operativa da perseguire in un'ottica interforze e nell'obiettivo di prevenire aggravi di oneri per l'Amministrazione Pubblica. Indubbiamente un apporto significativo potrà derivare anche dai lavori dell'indagine conoscitiva, in corso di svolgimento, sui sistemi d'arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013, con riferimento ai programmi d'arma più rilevanti sul piano finanziario ma anche su quello dell'innovazione e dell'impatto sull'industria nazionale, tuttavia è opportuno che le future edizioni del Documento programmatico pluriennale si conformino pienamente al vigente dettato normativo.
  Sul piano degli impegni finanziari, – pur cogliendo la necessaria storicità dei documenti in materia di bilancio e la necessità di darne una lettura il più possibile integrata rispetto ad altri rilevanti provvedimenti di tipo contabile – la valutazione del Documento è da svolgere nella piena contezza del reale quadro macroeconomico nazionale, a partire dalla diminuzione registrata dal valore del PIL nel corso del 2013, da ciò derivando una profonda riconsiderazione dei dati riportati nel Documento. Di tale elemento si dovrà tenere conto in sede di esame degli schemi di decreti legislativi attuativi della legge delega sulla revisione dello strumento militare.
  Nel perseguimento del riequilibrio generale del bilancio della «Funzione difesa» – da ripartire secondo lo standard europeo in 50 per cento per il settore del personale, 25 per cento per l'esercizio e 25 per cento per l'investimento – occorre considerare che gli interventi riduttivi sul personale militare devono essere realizzati nella considerazione del loro impatto sul benessere dello stesso personale e delle relative famiglie e dunque contemplando impegni adeguati sul piano di una non più rinviabile piena realizzazione del «piano alloggi», perseguendo nell'ambito degli schemi di decreti legislativi in attuazione della legge n. 244 del 2012 una significativa correzione delle norme regolamentari attraverso le quali razionalizzare e semplificare tutte le fasi del piano stesso. Conforta l'ipotesi di una «norma di impulso», prospettata dal Governo e inserita nei provvedimenti attuativi della «riforma Di Paola», che potrebbe assicurare agevolazioni finanziarie Pag. 147per l'acquisto della prima casa, come pure gli avvenuti versamenti per l'anno 2012-2013 per un importo di 28 milioni di euro
  Allo stesso modo occorre completare il quadro del sistema pensionistico con particolare riferimento all'introduzione di strumenti di previdenza complementare. Con riferimento al personale civile, occorre predisporre modelli e strumenti operativi tesi alla valorizzazione delle professionalità e della performance. L'obiettivo di costruire percorsi di collocamento preferenziale nel mondo del lavoro ai volontari congedati senza demerito che hanno completato la ferma deve trovare corrispondenza in un percorso condiviso dai diversi rami della Pubblica Amministrazione coinvolti. In questo senso appare meritevole lo sforzo ad oggi già profuso anche dal Ministero della difesa per l'adozione di misure e l'individuazione di percorsi per sostenere l'inserimento di questi giovani nel mondo del lavoro, per i quali dovrà comunque essere prevista un'adeguata valutazione dei risultati.
  Quanto alle spese per l'esercizio, la perdurante condizione di ipofinanziamento appare incompatibile con il mantenimento di standard qualitativi e con la tutela della stessa sicurezza del personale. I risparmi di spesa che potranno derivare dalla razionalizzazione dagli altri settori dovranno necessariamente, dunque, privilegiare questa area. Tale valutazione va perseguita guardando, con riferimento alla spesa per investimento, agli stanziamenti complessivi, comprensivi delle risorse finanziarie a bilancio ordinario del Ministero per lo sviluppo economico, utilizzate per il finanziamento di specifici programmi della Difesa e che già oggi consente di superare la quota-obiettivo del 25 per cento, come documentato da fonti scientifiche autorevoli. La valutazione va svolta nella considerazione delle diverse priorità perseguite dall'Amministrazione dello sviluppo economico rispetto all'Amministrazione della difesa, la prima portata a privilegiare investimenti che promuovano l'innovazione industriale, la seconda più attenta alle esigenze strutturali della Difesa.