CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 30 luglio 2013
65.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00122 Garavini: Sul decesso di un cittadino italiano detenuto nel carcere francese di Grasse.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come sottolineato dal Ministro Bonino il 15 maggio in occasione dell'audizione programmatica davanti alle Commissioni Affari Esteri di Camera e Senato, la Farnesina segue fin dal principio con la massima attenzione la vicenda che ha coinvolto il connazionale Claudio Faraldi, come del resto intensa resta l'attenzione per tutti i casi di italiani che si trovano a vario titolo reclusi nelle carceri all'estero.
  Il Ministero degli esteri ha in particolare condotto un'azione incessante per assicurare il massimo sostegno ai familiari e porre in essere ogni passo nel quadro dei rapporti bilaterali affinché siano garantiti i loro diritti.
  Continui sono stati i contatti dell'Ambasciata e del Consolato Generale con tutte le Autorità francesi a vario di titolo competenti al fine di sollecitare massime trasparenza e collaborazione nell'accertare eventuali responsabilità nella morte del signor Faraldi.
  Ricostruisco brevemente la vicenda. Il signor Claudio Faraldi dall'agosto 2012 era detenuto nel penitenziario di Grasse a seguito di una condanna a cinque anni di reclusione per furto aggravato.
  Non appena ricevuta la notizia del decesso del connazionale, avvenuto l'8 maggio, l'Ambasciata a Parigi e il Consolato Generale a Nizza si sono subito attivati per acquisire informazioni circostanziate sull'accaduto e assicurare ai familiari del signor Faraldi tutta l'assistenza necessaria. L'Ambasciata a Parigi ha immediatamente preso contatto con la «Cellula di Crisi» della Procura di Grasse segnalando la massima attenzione con la quale il caso veniva seguito dalle Autorità italiane. Al contempo, è stato coinvolto anche il Ministero degli affari esteri francese. È stata inoltre inviata una lettera al Consigliere Diplomatico del Ministro della giustizia e al Procuratore della Repubblica di Grasse per chiedere di fare piena luce sulla vicenda.
  Il 14 maggio i familiari, grazie all'intervento congiunto dell'Ambasciata e del Consolato Generale sulle Autorità francesi sia a livello centrale che locale, sono stati autorizzati a vedere il signor Faraldi prima dello svolgimento dell'autopsia e hanno dichiarato di non avere notato segni evidenti di violenza sul corpo del ragazzo. Grazie all'intervento del Consolato, la famiglia Faraldi è stata ricevuta dal Procuratore della Repubblica di Grasse, Cailliau, che ha assicurato loro la massima attenzione delle Autorità francesi sul caso e la volontà di fare completa chiarezza sulle cause del decesso del connazionale.
  I primi risultati dell'esame autoptico, effettuato il 16 maggio da un collegio di due «medici legisti» – ovvero senza la presenza di periti esterni, ipotesi esclusa dalla legislazione francese – non hanno evidenziato tracce di violenza fisica. A conclusione degli esami, la famiglia ha ringraziato la Farnesina per l'assistenza ricevuta e ha proceduto all'inumazione del nostro connazionale, svoltasi a Nizza il 23 maggio.
  Ulteriori approfondimenti sono in corso di svolgimento da parte delle competenti Autorità francesi per accertare con sicurezza le cause del decesso ed eventuali responsabilità.Pag. 100
  Per connessione d'argomento, vorrei accennare ora brevemente al caso del connazionale Daniele Franceschi. Nel corso delle risposte fornite dal Governo nella scorsa legislatura sul caso Franceschi, si erano già evidenziati tutti i passi compiuti dalla Farnesina per fare luce sulla vicenda e assistere i familiari del connazionale.
  Come elemento di aggiornamento, segnalo che è previsto che il competente giudice francese nelle prossime settimane debba chiudere ufficialmente le indagini e notificare le proprie conclusioni alle parti e alla Procura della Repubblica di Grasse per le loro valutazioni in vista della decisione definitiva del giudice stesso circa gli eventuali rinvii a giudizio delle persone implicate nel decesso del connazionale.
  Vorrei quindi rassicurare l'Onorevole interrogante che la Farnesina, anche per il tramite dell'Ambasciata a Parigi e del Consolato Generale a Nizza, continuerà a seguire con la massima attenzione ogni eventuale sviluppo del caso Faraldi e di quello del connazionale Franceschi per assicurare che sia fatta piena luce sui fatti accaduti.

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ALLEGATO 2

5-00326 Tidei: Sul caso di cinque agenti cubani condannati negli USA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Farnesina sta seguendo con attenzione il caso dei cinque agenti dei Servizi di sicurezza cubani detenuti negli Stati Uniti in stretto raccordo con le Autorità statunitensi e cubane e con i nostri Partner europei.
  In questa prospettiva, lo scorso marzo una delegazione bipartisan del Congresso statunitense, guidata dal Senatore democratico Patrick Leahy e composta da cinque senatori (Jeff Flake dell'Arizona, Debbie Stabenow del Michigan, Sherrod Brown dell'Ohio, Sheldon Whitehouse di Rhode Island) e due membri della Camera dei Rappresentanti (Chris Van Hollen del Maryland e Jim McGovern del Massachusetts), ha effettuato una missione a L'Avana.
  Nonostante le restrizioni, infatti, la cooperazione tra USA e Cuba prosegue e si consolida in taluni campi che includono la lotta al narcotraffico, gli interventi di salvataggio in mare, l'assistenza nelle attività di sfruttamento dei giacimenti petroliferi sottomarini (sopratutto al fine di prevenire eventuali danni ambientali) e il turismo. Washington attribuisce importanza al rafforzamento dei legami diretti tra cittadini dei due Paesi (people to people) anche per contribuire indirettamente a rendere la Società civile cubana meno dipendente ed oppressa dal regime. Nel 2012 circa 500.000 cittadini statunitensi hanno visitato Cuba e le esportazioni statunitensi di prodotti alimentari all'isola sono state pari a 457 milioni dollari. Gli Stati Uniti risultano pertanto attualmente in seconda posizione (dopo il Canada) come numero di turisti e tra i primi 10 partner commerciali di Cuba. Gli USA ritengono «piuttosto liberali» i recenti provvedimenti di politica migratoria adottati dall'Avana, ed in particolare la revoca delle restrizioni di viaggio a quasi tutta la popolazione cubana (una lista di un migliaio di persone non ne beneficerebbe per evitare una fuga di cervelli).
  Washington conferma che non sono previsti cambiamenti, almeno nel medio periodo, nell'atteggiamento statunitense.
  D'altra parte, sul versante del rapporto con gli Stati Uniti si sono recentemente registrati ambiti di positiva collaborazione. Oltre alla ripresa del servizio postale diretto ed alle periodiche consultazioni in ambito migratorio, particolarmente significativa è apparsa la vicenda della consegna da parte delle Autorità cubane di una coppia di genitori tossicodipendenti di origine cubana scappata sull'isola dopo avere rapito i figli dai nonni residenti in Florida a cui erano stati legalmente affidati. Prosegue inoltre la collaborazione accademica bilaterale anche per la valorizzazione e la conservazione di oltre 5.500 documenti attribuiti ad Ernest Hemingway e grande solidarietà è stata manifestata dal Governo cubano a tutti i livelli per l'attentato verificatosi durante la maratona di Boston.
  D'altro canto, non sono mancate le consuete frizioni per la richiesta presentata da parte cubana nel Consiglio Diritti Umani per la chiusura di Guantanamo e, per contro, da parte statunitense per il mantenimento di Cuba nella lista dei Paesi patrocinatori del terrorismo internazionale. In tal senso, nonostante il veemente dissenso espresso anche dalla Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) per l'esito di valutazioni del tutto Pag. 102unilaterali, l'FBI continua a segnalare che numerosi ricercati, tra cui Joanne Chesimard, alias Assata Shakur, responsabile dell'omicidio di un poliziotto a Boston nel 1973, vivrebbero indisturbati a Cuba.
  Nel frattempo, l'agente cubano René Gonzalez, uno dei cinque condannati negli Stati Uniti per spionaggio, dopo essere stato autorizzato dal competente giudice a recarsi a Cuba per assistere al funerale del padre durante la propria libertà vigilata, ha formalmente rinunciato alla cittadinanza statunitense per stabilirsi definitivamente a Cuba con il consenso dello stesso giudice.
  D'altro canto, il Governo cubano continua a «provocare» politicamente Washington chiedendo apertamente di negoziare la situazione di Alan Gross, imprenditore statunitense detenuto a Cuba dal 2009 con l'accusa di spionaggio, con quella dei quattro rimanenti agenti detenuti in Florida. Tale azione trova una sponda anche all'interno di alcune importanti organizzazioni statunitensi. In particolare, durante una recente riunione delle Chiese protestanti del continente americano svoltasi a L'Avana, la statunitense Joan Brown Campbell – che ebbe un ruolo chiave nella vicenda di Elian Gonzalez, il bambino cubano conteso nella primavera del 2000 – ha pubblicamente manifestato il proprio impegno per la risoluzione del caso di Alan Gross, così come degli agenti cubani detenuti negli Stati Uniti.
  In questo quadro, la Farnesina continuerà a seguire la vicenda, in sede bilaterale e multilaterale, per verificare, unitamente agli altri Paesi europei, le possibilità di favorire soluzioni di cui possano beneficiare i prigionieri cubani analogamente a quanto di recente accaduto a favore di René Gonzalez permettendogli il rientro a Cuba.

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ALLEGATO 3

5-00618 Bueno: Sulla ratifica del Trattato italo-brasiliano per il trasferimento delle persone condannate del 27 marzo 2008.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla richiesta dell'Onorevole interrogante, rispondo innanzitutto fornendo i dati richiesti. I detenuti italiani nelle carceri brasiliane risultano essere alla data odierna 70. I costi sostenuti dagli Uffici consolari per erogazioni in loro favore sono stati, nel corso del 2012, di circa 25.000 euro.
  Il numero dei cittadini brasiliani nelle carceri italiane era invece pari a 168 al 30 giugno 2013, ultimo aggiornamento disponibile. Non è possibile invece calcolare un costo pro capite per i detenuti nelle carceri italiane in quanto vanno considerate le spese fisse del personale addetto agli Istituti di pena e gli oneri di manutenzione degli Istituti stessi.
  Per quel che riguarda più in generale le relazioni italo-brasiliane, si stanno superando le difficoltà dovute alla questione Battisti. Due decisivi incontri del Presidente della Repubblica con il Vice Presidente brasiliano Temer nel settembre 2012 a Roma e con la Presidente Rousseff a marzo scorso in Italia, quest'ultimo preceduto da una missione in Brasile del Segretario Generale del Ministero degli esteri per consultazioni politiche, hanno permesso di potere convocare la V edizione del Consiglio di Cooperazione italo- brasiliano, che si terrà a Roma il 25 ottobre prossimo.
  Il Consiglio, per la prima volta dopo quattro anni, assolverà la sua funzione di principale strumento di consultazione intergovernativa per promuovere e monitorare la cooperazione bilaterale tra Italia e Brasile in sedici settori. Costituirà infatti il punto di chiusura di una fase non facile delle nostre relazioni ed allo stesso tempo il trampolino di un rinnovato e rafforzato rapporto.
  In questo quadro, il Ministero degli esteri ha attivato tutte le procedure interministeriali necessarie alla predisposizione del provvedimento governativo di ratifica del Trattato del marzo 2008 in base alle seguenti considerazioni:
    1. Sono state sottolineate varie volte le condizioni dei detenuti italiani nelle carceri brasiliane e la ratifica dell'Accordo permetterebbe a questi ultimi di scontare la pena in Italia.
    2. Scontare la pena nel Paese di appartenenza genera un risparmio sia allo Stato, in termini di sussidi consolari e di lavoro di Ambasciate e Consolati, sia alle famiglie, considerate le gravose spese a cui esse vanno incontro per viaggi, soggiorni e assistenza legale.
    3. Il Ministero della giustizia, per contribuire a risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, ha intrapreso la strada dell'applicazione o della conclusione di Accordi bilaterali per il trasferimento verso i Paesi di provenienza delle persone condannate.
    4. L'attuale momento delle relazioni tra Italia e Brasile, che vede le recenti incomprensioni in via di superamento, consiglia una riattivazione dei rapporti a tutto tondo. In tale quadro anche la ratifica di un Trattato una volta sensibile Pag. 104come quello sul trasferimento delle persone condannate non presenta particolari difficoltà.
   È quindi nostro auspicio che, grazie anche all'importante collaborazione che potrà venire dalle vostre Commissioni, le dotazioni finanziarie degli appositi Capitoli dedicati al finanziamento delle ratifiche ricevano adeguata copertura nella prossima Legge di stabilità.