CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 luglio 2013
56.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00624 Scotto: Sul rimpatrio in Kazakistan di Alma Shalabayeva e della figlia.
5-00625 Locatelli: Sul rimpatrio in Kazakistan di Alma Shalabayeva e della figlia.
5-00626 Gianluca Pini: Sul rimpatrio in Kazakistan di Alma Shalabayeva e della figlia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  1. Vorrei subito dire in premessa quanto segue:
   a) il Ministero degli esteri, per legge, non ha alcuna competenza in materia di espulsione di cittadini stranieri dall'Italia né ha accesso ai dati relativi a cittadini stranieri ai quali sia riconosciuto da Paesi terzi lo status di rifugiato politico;
   b) la sola prerogativa del Ministero degli esteri è pertanto quella di verificare l'eventuale presenza nella lista di agenti diplomatici accreditati in Italia di nominativi che possano essere di volta in volta segnalati dalle Autorità di Sicurezza italiane;
   c) nel caso di specie, nessuna indicazione è stata fornita alla Farnesina circa i motivi della richiesta di informazioni sull'eventuale status diplomatico della signora Shalabayeva. Vorrei peraltro rilevare come la richiesta non fosse corredata dal nome completo della signora – il fax della Questura si riferiva solo ad «Alma Ayan» (senza menzione del cognome Shalabayeva) – né da una segnalazione circa il rapporto di parentela con il dissidente Ablayazov, né con chicchessia, né tantomeno veniva specificato che si trattasse di un caso di espulsione.

  A parte, quindi, tale richiesta di informazioni presentata dalla Questura di Roma al nostro Cerimoniale Diplomatico, in nessuna delle fasi che hanno preceduto l'espulsione della cittadina kazaka è stato mai coinvolto alcun funzionario del Ministero degli affari esteri, né il Consigliere Diplomatico presso il Ministero dell'interno è stato informato dei contenuti della vicenda.
  2. Come noto, in occasione del «question time» del 10 luglio scorso, il Presidente del Consiglio dei ministri ha annunciato «l'avvio di un'accurata ed articolata indagine» sulla vicenda che ha interessato l'espulsione della cittadina kazaka, Alma Shalabayeva, e della figlia minorenne con l'obiettivo di fornire una pronta ed adeguata «risposta ai più che legittimi interrogativi» avanzati.
  Occorrerà quindi attendere i risultati di tale indagine che, come preannunciato dal Presidente Letta, «saranno resi noti al più presto al Parlamento ed alla pubblica opinione». Alla luce degli esiti di tale indagine si valuteranno i termini delle iniziative da assumere verso le autorità kazakhe.
  3. La Farnesina, non appena appreso della vicenda, si è immediatamente attivata al fine di verificare le condizioni della signora e della figlia.Pag. 112
  Il Ministro Bonino ha quindi dato istruzioni alla nostra Ambasciata ad Astana: a) di compiere un passo presso il locale Ministero degli affari esteri per manifestare l'attenzione con cui la vicenda viene seguita da parte italiana con specifico riferimento ai diritti individuali della signora e b) di inviare un funzionario ad Almaty, dove la signora risiede, per accertarsi delle sue condizioni e per raccogliere sin dal 18 giugno scorso la sua firma per iniziare le procedure per il ricorso avverso il decreto di espulsione. Al contempo, su istruzione del Ministro Bonino, gli avvocati della signora Shalabayeva sono stati ricevuti alla Farnesina il 13 giugno e il 2 luglio per fornire ogni possibile assistenza. Un prossimo incontro con i legali è previsto il 18 luglio.
  4. Con riferimento ai rapporti economici tra Italia e Kazakhstan, si precisa che l'interscambio tra i due Paesi ammonta a 5,5 miliardi di euro nel 2012. L'Italia è nel contempo il secondo Paese esportatore in Kazakhstan, ed il sesto in assoluto, con oltre 800 milioni di euro di export nel 2012 (pari ad oltre il 70 per cento di tutto il nostro export in Asia Centrale). L'Italia è al contempo uno fra i principali importatori di prodotti kazaki, in particolare quelli energetici (le nostre importazioni si sono assestate a circa 4,7 miliardi di euro nel 2012).
  Con riferimento al rapporto di «Human Rights Watch» sulle violazioni dei diritti dei lavoratori del settore petrolifero in Kazakhstan compiute durante gli scioperi avvenuti nel Paese nel 2011, in particolare nella regione occidentale del Mangistau, esso ha costituito oggetto di uno specifico approfondimento richiesto dalla Farnesina alla nostra Ambasciata ad Astana. Dalle verifiche svolte anche con società italiane in loco, risulta che esso conterrebbe alcune inesattezze con riferimento all'operato di Ersai (joint-venture partecipata da SAIPEM). In particolare, il personale impiegato presso quest'ultima, infatti, non risulta essere stato oggetto della repressione subita dagli scioperanti a Zhanaozen (che dista circa 80 km dagli impianti di SAIPEM ubicati nella località di Kurik). Semmai è dimostrabile che pressoché tutto il personale di Ersai precedentemente in sciopero sarebbe stato reintegrato al proprio posto di lavoro già da molto tempo. I licenziamenti «di massa» denunciati nel rapporto citato non riguarderebbero pertanto in alcun modo tale società.

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ALLEGATO 2

5-00627 Spadoni: Sulla situazione dei profughi palestinesi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo ha ben presente le difficili condizioni di vita dei profughi palestinesi che hanno trovato riparo nei Paesi Arabi limitrofi alla Palestina sin dal 1948. Il loro destino, oltre a rappresentare uno dei temi cruciali del Processo di pace tra Israele e Palestina, costituisce – come opportunamente segnalato dall'onorevole interrogante – un'emergenza umanitaria attualmente aggravata dalla guerra in Siria.
  L'Italia non ha mai fatto mancare il proprio contributo all'UNRWA, che da sempre fornisce un'assistenza di estremo valore ai rifugiati palestinesi. Ed è proprio a testimonianza del sostegno del Governo italiano all'importante ruolo svolto da UNRWA che il Presidente Letta, in occasione di una sua recente visita in Israele e Palestina, ha voluto incontrare il suo Commissario Generale Filippo Grandi. Quest'ultimo ha tenuto a ringraziare l'Italia per il contributo finanziario prestato nell'anno corrente. Sempre in termini di risorse, egli ha messo in risalto la decisione di costituire un Comitato Italiano a favore dell'UNRWA, presieduto da Tana de Zelueta, con l'obiettivo di promuovere la raccolta di fondi nel nostro Paese.
  Il sostegno alle attività di UNRWA da parte della Cooperazione allo sviluppo si sostanzia concretamente attraverso tre canali di finanziamento: Core Programme, specifici progetti ed attività di emergenza. Dal 2000 ad oggi, l'Italia ha contribuito alle attività di UNRWA con finanziamenti che ammontano a circa 110 milioni di dollari, costituendo un partner consolidato dell'Organismo.
  Lo scorso anno, pur in una situazione di forte contrazione delle risorse da destinare agli Organismi Internazionali, l'Italia è comunque intervenuta in risposta ai bisogni della popolazione palestinese residente nell'area, assicurando sostegno alla strategia regionale dell'UNRWA, da una parte fornendo assistenza alimentare d'emergenza ai rifugiati palestinesi in Siria, dall'altra sostenendo le attività nel settore sanitario nei campi palestinesi in Libano.
  Nel 2013, consapevole della necessità di contribuire al risanamento del bilancio dell'Agenzia e rispondere adeguatamente alle necessità dei palestinesi colpiti dalla crisi siriana, l'Italia ha assicurato un contributo complessivo di 8 milioni di euro di cui 4 milioni destinati al bilancio regolare, 1 milione per finanziare un progetto volto a garantire il diritto all'istruzione nella Striscia di Gaza e 3 milioni specificamente destinati ad attività in favore dei palestinesi colpiti dalla crisi siriana, in considerazione della necessità condivisa dalla Cooperazione Italiana di intervenire in presenza delle drammatiche necessità segnalate da UNRWA.
  Per quanto riguarda specificamente gli interventi in favore dei palestinesi colpiti dalla crisi siriana, 2,5 milioni di euro sono stati destinati ai profughi palestinesi in Libano, con un contributo di 1,5 milioni di euro per interventi nel settore igienico-sanitario ed 1 milione di euro a sostegno della riforma sanitaria nei campi palestinesi presenti nel Paese. È infine stato erogato un contributo di 500.000 euro per assistenza alimentare ai rifugiati palestinesi in Siria, in risposta all'appello di UNRWA per la crisi siriana, che si inserisce nel piano di risposta delle Nazioni Unite.Pag. 114
  Ad ulteriore testimonianza della forte attenzione del Governo per i tanti profughi presenti nella regione mediorientale, la stessa Ministro Bonino ha effettuato una visita a giugno con il Commissario UE Georgeva in Giordania. In quell'occasione, il Ministro non ha mancato di assicurare circa la continuità dell'assistenza italiana alla Giordania – il Paese che con il Libano è più direttamente esposto ai rischi di destabilizzazione derivanti dalla guerra siriana – volta a migliorare la risposta di quel Paese alle drammatiche conseguenze umanitarie della crisi siriana.

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ALLEGATO 3

5-00628 Fedi ed altri: Sulla condanna e la detenzione di un cittadino italiano in Guatemala.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La vicenda del volontario italiano S.C. è stata seguita, sin dall'inizio, con grande attenzione dalla Farnesina e dall'Ambasciata a Città del Guatemala. Ricordo infatti che l'Ambasciata ha partecipato alle udienze del processo e a un incontro con il capo della competente Procura di Antigua e con il magistrato inquirente. Anche al Presidente del Tribunale di Antigua è stata sottolineata l'attenzione con la quale seguiamo il caso del nostro connazionale. I legali del signor S.C., anche alla presenza dello stesso interessato, sono stati più volte invitati in Ambasciata per fare il punto della situazione e fornire un aggiornamento sulla strategia difensiva da loro adottata. Frequentissimi sono stati i contatti con i familiari e con le Suore Somasche, presso la cui scuola egli svolgeva attività di volontariato.
  L'Ambasciatore in prima persona ha sensibilizzato a più riprese vari rappresentanti della Procura Generale della Nazione della Repubblica del Guatemala, inclusi la Procuratrice Generale ed il Segretario Generale, e diversi membri della Corte Suprema di Giustizia, fra cui l'attuale Presidente della Corte, terza carica dello Stato. I magistrati contattati hanno assicurato il proprio interessamento, nei limiti del possibile, affinché il processo venisse svolto in modo equo ed imparziale. In più occasioni, l'Ambasciatore ha inoltre sensibilizzato entrambi i locali Vice Ministri degli Esteri.
  Come noto, il 4 luglio 2013 si è svolta l'ultima udienza del processo che si è concluso, nel primo grado di giudizio, con la condanna del connazionale a otto anni di reclusione perché riconosciuto colpevole di molestie sessuali nei confronti della bambina. Il Tribunale ha disposto l'incarcerazione immediata nella prigione di Chimaltenango, a 50 km a nord della capitale. Il nostro Ambasciatore è tuttavia riuscito a ottenere il trasferimento del nostro connazionale presso un carcere ritenuto più sicuro presso Città del Guatemala, dopo aver sensibilizzato, fra gli altri, il Ministro ed il Vice Ministro dell'Interno, il Presidente della Corte Suprema ed il Direttore Generale del Sistema Penitenziario del Guatemala.
  L'Ambasciata si è inoltre immediatamente adoperata per accompagnare i genitori a rendere visita al figlio subito dopo il suo trasferimento nell'istituto di pena della capitale e per ottenere un permesso quotidiano di visita a loro favore, nonostante il regolamento carcerario preveda la possibilità di tre sole visite settimanali. Sono state inoltre richieste tutte le necessarie autorizzazioni a rendere il meno disagiate possibili le condizioni di detenzione.
  In questa nuova fase processuale, la vicenda continuerà ad essere seguita con la massima attenzione dalla Farnesina e dell'Ambasciata a Città del Guatemala, sempre in stretto contatto con i legali e con i familiari del connazionale. Non si mancherà di porre in essere, come sempre fatto sino ad oggi, ogni utile ed opportuna iniziativa per tutelare tutti i diritti del Signor S.C. nei limiti concessi dalla normativa nazionale ed internazionale vigente in materia.
  Nel pieno auspicio che non si debba ricorrere a questo mezzo al fine di risolvere la vicenda del connazionale, si segnala infine che, di recente, è stato avviato un negoziato con le Autorità guatemalteche per giungere alla firma di un Trattato per il trasferimento delle persone condannate.

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ALLEGATO 4

Comunicazione congiunta della Commissione europea e della Alta rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza – Politica europea di vicinato: contribuire a un partenariato più forte. JOIN(2013) 4 final.

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   esaminata la Comunicazione «Politica europea di vicinato: contribuire ad un partenariato più forte», presentata il 20 marzo 2013 dall'Alto rappresentante e dalla Commissione europea;
   riaffermato che la PEV è infatti uno degli assi portanti delle relazioni esterne dell'Unione europea, ma è al tempo stesso decisiva anche per la sua realtà interna;
   sottolineata la positività dell'approccio globale alla politica estera della PEV che si avvale di tutti gli strumenti e di tutte le politiche a disposizione della UE e si fonda sulla collaborazione sia interna sia internazionale;
   evidenziato che una politica di vicinato efficace richiede, in particolare, la costruzione di una reale politica estera e di sicurezza dell'UE, in quanto soltanto un'azione unitaria, autorevole e forte dell'Unione negli scenari critici che interessano le regioni vicine può creare i presupposti per la stabilità, la crescita democratica e l'instaurazione dello stato di diritto;
   condiviso il principio del «more for more», in base al quale gli aiuti sono incrementati sulla base dei progressi compiuti sulla strada delle riforme, secondo un approccio incentivante che tenga in debito conto le specifiche condizioni iniziali di ciascun Partner e il contesto in cui i progetti di riforma si inseriscono;
   preso atto della carenza delle politiche messe in atto e dei limitati risultati ottenuti in entrambi i contesti geografici di riferimento, anche se l'evoluzione di ciascun paese si rivela particolarmente differenziata;
   lamentata la discriminazione culturale e sociale della comunità LGBT e delle donne, le seconde continuando ad essere un grave problema soprattutto nel vicinato meridionale, benché esse abbiano partecipato attivamente alla primavera araba;
   sottolineato il rischio di regressione che può essere attenuato soltanto in virtù di un esame rigoroso degli impegni di riforma a favore di trasformazioni democratiche per costruire solide democrazie, partnership di cittadinanza e società civile, sviluppo sostenibile ed inclusivo;
   tenuto conto che la stabilità sociale e la transizione verso la democrazia di gran parte dei Paesi vicini potrebbero essere compromessi dal ritardo nella ripresa economica, dal forte livello di disoccupazione, soprattutto giovanile, e le disparità socioeconomiche, determinati non soltanto dalla situazione economica mondiale ma anche dall'instabilità politica e dai conflitti;
   rilevato che la PEV funziona soltanto in presenza di una volontà di riforma e laddove la società svolge un ruolo attivo, in quanto valori, modelli di Governo o riforme non possono essere imposti dall'esterno ma attecchiscono solo se fatti propri dai cittadini;Pag. 117
   auspicato un ruolo più incisivo dell'UE nell'affrontare i conflitti che affliggono la regione, con particolare riferimento alla questione israelo-palestinese ed alla crisi siriana;
   ritenuta l'opportunità che nell'ambito del negoziato sulla proposta di regolamento che istituisce uno strumento europeo di vicinato (COM(2011)839) presentata il 7 dicembre 2011, in relazione al quadro finanziario 2014-2020, sia assicurata l'assegnazione di risorse più significative al partenariato meridionale,
esprime una valutazione favorevole, impegnando il Governo
   a sostenere in sede europea l'esigenza di conservare alla PEV il quadro finanziario previsto per il periodo 2014-2020, esentandolo dai tagli che colpiranno le relazioni esterne, nel rispetto dell'equilibrio a suo tempo stabilito che destina i due terzi delle risorse al vicinato meridionale ed un terzo a quello orientale;
   a promuovere l'effettiva utilizzazione dei fondi messi a disposizione dalla BEI e dalla BERS;
   a vigilare affinché sia assicurata una attenzione prioritaria, nell'attuazione della PEV, alla tutela dei diritti umani, alla libertà di espressione, di associazione e di riunione, alla libertà religiosa, al ruolo della società civile e dei sindacati nonché alla discriminazione culturale e sociale;
   a verificare che il principio del more for more sia applicato tenendo conto dei progressi in tutti gli ambiti delle riforme previste dalla PEV;
   a contribuire a rafforzare la dotazione dei fondi per la democrazia e per la società civile;
   sia assicurato l'impegno ad affrontare il tema della politica di integrazione regionale (come, ad esempio, nella regione maghrebina), e anche con riferimento alle politiche di mobilità che riguardano l'immigrazione regolare e la cosiddetta «immigrazione circolare» (per motivi di studio e di lavoro);
   a dare impulso alla stipula ed alla ratifica degli accordi di associazione non ancora in vigore;
   a rafforzare la cooperazione in settori quali il commercio, l'energia e i trasporti, utilizzando in modo adeguato gli strumenti di politica commerciale comune e sviluppando ulteriormente la dimensione esterna del mercato interno, della politica energetica e climatica, delle reti transeuropee, anche prolungando gli assi prioritari delle reti di trasporto verso i Paesi vicini, e delle altre politiche di settore;
   a promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini dei Paesi vicini ai programmi dell'UE in materia di istruzione, garantendo, in particolare, una maggiore disponibilità di borse di studio universitarie (Erasmus mundus) e di scambi;
   a far sì che il Servizio europeo per l'azione esterna, nel quadro della revisione del suo funzionamento previsto per il 2014, partecipi alla PEV in modo più coordinato ed incisivo anche verificando la validità e l'efficacia di metodi e strumenti di intervento;
   a svolgere un ruolo attivo nel vicinato per ricercare e promuovere – a partire dalla ripresa del negoziato israelo-palestinese – la soluzione dei conflitti che costituiscono un grave ostacolo per realizzare riforme democratiche e promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile;
   ad appoggiare la prossima presidenza lituana nel favorire il successo del vertice del Partenariato orientale che si terrà a Vilnius;
   a impegnarsi per rilanciare, in occasione della presidenza italiana, la politica mediterranea dell'UE, superando l’impasse dell'Unione per il Mediterraneo.

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ALLEGATO 5

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati. (COM(2012)629 final).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014. (17426/12).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
   concluso l'esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione per il 2013 (COM(2012)629 final), del Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014 (17426/12) e della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1), assegnati alla Commissione Politiche dell'Unione europea per l'esame ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento;
   preso atto che i predetti documenti vengono esaminati con notevole ritardo, a causa dell'intervenuto scioglimento delle Camere, per cui si rende necessario valutarli alla luce dei successivi sviluppi;
   segnalato, a seguito del Consiglio europeo di fine giugno, il persistente rilievo prioritario del completamento del sistema di governance economica europea con particolare riferimento ai profili della costruzione di un'autentica Unione economica e monetaria, ma anche bancaria e fiscale, così da consentire di implementare strategie volte a promuovere la crescita e l'occupazione;
   preso atto che il Consiglio europeo di fine giugno ha riaffermato la sinergia tra promozione della crescita e risanamento di bilancio;
   condiviso l'obiettivo indicato dal Governo di contribuire attivamente alla progressiva elaborazione di un'autentica politica estera comune che consenta all'UE di parlare con una sola voce su tutte le principali questioni dell'agenda globale specialmente quelle relative al vicinato meridionale, all'area balcanica oltre alle altre crisi regionali;
   manifestata viva soddisfazione per l'adesione della Croazia all'UE lo scorso 1o luglio e per l'impegno preso dal Consiglio europeo di aprire entro l'anno il negoziato per l'adesione della Serbia;
   osservato che il rallentamento del negoziato di adesione con la Turchia sta influenzando negativamente l'evoluzione politica interna ed esterna di quel Paese;
   riaffermato che la PEV è infatti uno degli assi portanti delle relazioni esterne dell'Unione europea, ma è al tempo stesso decisiva anche per la sua realtà interna;
   sottolineato che la dimensione esterna è fondamentale per promuovere la crescita e la competitività dell'UE nel suo complesso;
   rilevata positivamente la novità che ha portato per la prima volta nello scorso 29 novembre 2012 il Ministero degli affari esteri italiano a vedersi accreditato dalla Commissione europea per la gestione di Pag. 119programmi di cooperazione allo sviluppo finanziati sugli strumenti di azione esterna dell'UE;
   auspicato che il Consiglio europeo straordinario sulla difesa comune del prossimo dicembre sia l'occasione per attualizzare i principi cardine della PSDC: l'integrazione dell'approccio civile e militare alla pianificazione e gestione delle missioni; l'individuazione di un nuovo processo europeo di pianificazione della difesa; la valorizzazione delle forze multinazionali e la ricerca di nuove forme di finanziamento comune; l'aggancio degli investimenti per la difesa alle strategie pro-crescita; lo sviluppo di un mercato unico per la difesa e l'allargamento della collaborazione nella formazione militare europea,

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   sia predisposta ogni iniziativa politica ed amministrativa volta a rendere la presidenza di turno dell'Italia nel secondo semestre del prossimo anno capace di dare un impulso decisivo ai necessari sviluppi dell'integrazione europea, nell'ottica dell'Unione politica, economica, fiscale e bancaria;
   l'Italia contribuisca a fare del 2014, anche nell'esercizio della presidenza di turno nel secondo semestre, l'anno di svolta nel processo di integrazione dell'Europa sud-orientale, nel ricordo del primo centenario dallo scoppio della prima guerra mondiale, nonché nel rilancio del dialogo euro-mediterraneo;
   sia rafforzato il ruolo di coordinamento dell'azione esterna dell'Unione europea che il Trattato di Lisbona ha affidato all'Alto rappresentante/Vice presidente della Commissione;
   sia ottimizzato l'impiego dei diversi strumenti PESC-PSDC a disposizione dell'UE (misure restrittive, rappresentanti speciali e delegazioni dell'UE, capacità civili e militari per la gestione delle crisi) al fine di sviluppare in ogni area il cosiddetto comprehensive approach;
   sia avviata la revisione del SEAE, migliorando le sinergie tra le delegazioni dell'UE e le rappresentanze degli Stati membri, sia sotto il profilo dello scambio di informazione che di quello della condivisione di immobili e servizi per contenere i costi di funzionamento, nonché garantendo efficienza e trasparenza nelle procedure di selezione dei funzionari e di assegnazione degli incarichi apicali;
   il quadro finanziario previsto per la Politica europea di vicinato per il periodo 2014-2020 sia esentato dai tagli subiti dalle relazioni esterne, nel rispetto dell'equilibrio a suo tempo stabilito che destina i due terzi delle risorse al vicinato meridionale ed un terzo a quello orientale;
   sia promossa una nuova iniziativa politica europea nel Mediterraneo e sia assicurato il massimo impegno italiano in vista di partenariati rinnovati con Paesi rivieraschi al fine di contribuire significativamente ai processi democratici in corso;
   sia dato impulso ai negoziati degli accordi di libero scambio con paesi e regioni di importanza strategica;
   si porti avanti l'Agenda globale post-2015 di cui alle Conclusioni del Consiglio del 25 giugno 2013.