CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 luglio 2013
47.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00039 Gnecchi: Sanatoria dei termini per la domanda di prosecuzione volontaria della contribuzione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Gnecchi – con il presente atto parlamentare – richiama l'attenzione sulla necessità di una sanatoria per quei lavoratori che, intendendo presentare domanda di prosecuzione volontaria della contribuzione durante il periodo di godimento dell'indennità di disoccupazione o dell'indennità di mobilità, sarebbero stati dissuasi dalle sedi INPS e dagli istituti di patronato sul presupposto che era ancora in corso lo stato di disoccupazione o di mobilità.
  Faccio presente, al riguardo, che in più occasioni l'INPS – da ultimo con il messaggio del dicembre 2012 richiamato dall'Onorevole interrogante – ha precisato che la domanda di prosecuzione volontaria presentata in costanza di indennità di disoccupazione o di mobilità deve essere accolta, in quanto tali indennità si pongono come semplici cause di sospensione del versamento dei contributi volontari e non come causa di preclusione all'autorizzazione.
  In tali ipotesi, pertanto, ferma restando la decorrenza dell'autorizzazione al primo sabato successivo alla relativa domanda, la possibilità di proseguire volontariamente la contribuzione può riguardare i soli periodi precedenti o successivi a quello di disoccupazione indennizzata o di mobilità.
  Ricordo, incidentalmente, che i versamenti volontari possono essere effettuati dai lavoratori, che hanno cessato o interrotto l'attività lavorativa, sia per perfezionare i requisiti di assicurazione e di contribuzione necessari per raggiungere il diritto ad una prestazione pensionistica, sia per incrementare l'importo del trattamento pensionistico a cui si avrebbe diritto nel caso siano già stati perfezionati i requisiti contributivi richiesti.
  L'INPS, con il messaggio n. 20286 del 10 dicembre 2012, ha colto l'occasione per ribadire il principio secondo il quale durante il periodo di godimento dell'indennità di disoccupazione o mobilità deve essere rilasciata l'autorizzazione al versamento dei contributi volontari; raccomandare alle Sedi proprie territoriali di attenersi alle precisazioni fornite in materia; nonché, da ultimo, nella denegata ipotesi in cui fossero state respinte autorizzazioni ai versamenti volontari per lo stato di mobilità o disoccupazione del richiedente, invitare all'immediato accoglimento delle stesse, con la decorrenza originaria.
  Inoltre, con riferimento a quanto segnalato circa l'impossibilità materiale di presentare la domanda di autorizzazione ai versamenti volontari, l'INPS ha evidenziato che dal 1° settembre 2011, nell'ambito del potenziamento dei servizi telematici all'utenza ed in ottemperanza alle norme vigenti ed a quanto stabilito in materia nelle determinazioni presidenziali già a partire dal 2010, con la circolare n. 11 del 2011 è stata prevista la presentazione delle domande di autorizzazione ai versamenti volontari esclusivamente con l'invio telematico, previa identificazione del soggetto, utilizzando il servizio disponibile sul sito www.inps.it., ovvero attraverso il Contact center multicanale.
  Ricordo, infine, che – come è noto – ai sensi del primo comma dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 184 del 1997 «la contribuzione volontaria può essere versata anche per i sei mesi precedenti la data di presentazione della domanda».

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ALLEGATO 2

5-00417 Rostellato: Attuazione delle misure di agevolazione per i contratti di inserimento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'atto parlamentare presentato dall'onorevole Rostellato concernente l'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 4, commi da 8 a 11, della legge n, 92 del 2012 (cosiddetta «riforma Fornero») con cui sono stati introdotti specifici incentivi all'assunzione di lavoratori con almeno cinquantanni, disoccupati da oltre 12 mesi, e di donne di qualunque età, prive di impiego da almeno 6 mesi e residenti in particolari aree svantaggiate, ovvero prive di impiego da almeno 24 mesi ovunque residenti.
  Faccio presente, al riguardo, che la questione rappresentata è all'attenzione degli Uffici tecnici del Ministero del lavoro e che sono in corso i necessari approfondimenti sulla bozza di circolare predisposta dall'INPS contenente le modalità operative di applicazione delle agevolazioni contributive in parola, che è pervenuta al Ministero alla metà dello scorso mese di giugno.
  Ad ogni modo, segnalo che per la prossima settimana è già prevista una riunione di coordinamento presso il Ministero, nel corso della quale verranno esaminati gli aspetti tecnici dello schema di circolare ed individuate le soluzioni tecniche per addivenire alla sua emanazione, che dovrebbe intervenire alla metà del corrente mese di luglio.
  Ad ogni modo, è a tutti noto l'impegno del Governo ad affrontare l'emergenza occupazionale.
  Con il decreto-legge n. 76, pubblicato venerdì scorso, sono state infatti introdotte rilevanti misure volte ad aumentare il contenuto occupazionale della ripresa, a ridurre l'inattività e migliorare l'occupabilità dei giovani e a fronteggiare il disagio sociale, soprattutto nel Mezzogiorno, dove il fenomeno è più acuto. Gli interventi si sviluppano lungo cinque assi principali:
   1. accelerare la creazione di posti di lavoro, a tempo determinato e indeterminato, soprattutto per giovani e disoccupati di tutte le età;
   2. anticipare la «Garanzia Giovani», per creare nuove opportunità di lavoro e di formazione per i giovani, ridurre l'inattività e la disoccupazione;
   3. migliorare il funzionamento del mercato del lavoro e potenziare le politiche attive;
   4. aumentare le tutele per imprese e lavoratori;
   5. intervenire per ridurre la povertà assoluta e accrescere l'inclusione sociale.

  In questa prospettiva, gli interventi contenuti nel decreto rappresentano solo il primo passo della strategia del Governo in materia. Un secondo gruppo di interventi verrà definito una volta che le istituzioni europee avranno approvato le regole per l'utilizzo dei fondi strutturali relativi al periodo 2014-2020 e di quelli per la «Garanzia giovani». Peraltro, entro il prossimo mese di ottobre, ogni Paese dovrà presentare alla Commissione Europea il proprio piano pluriennale per la lotta alla disoccupazione giovanile, anche alla luce della definizione delle risorse del Fondo sociale europeo, e per il miglioramento dei servizi all'impiego, la cui responsabilità è attualmente affidata alle Regioni e alle Province.

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ALLEGATO 3

5-00418 Rostellato: Modalità di comunicazione dell'utilizzo di lavoratori intermittenti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'atto parlamentare dell'Onorevole Rostellato concernente le modalità di comunicazione delle prestazioni lavorative di natura intermittente contemplate dal decreto ministeriale dello scorso 27 marzo, emanato in attuazione dell'articolo 1, comma 21, lettera b) della legge 28 giugno 2012, n. 92 (cosiddetta Riforma Fornero).
  Preliminarmente è opportuno ricordare che la comunicazione preventiva della chiamata in caso di utilizzo della prestazione di lavoro intermittente è riconducibile ad una serie di interventi introdotti dal legislatore fin dal 2007 con l'obiettivo, da un lato, di semplificare gli adempimenti a carico dei datori di lavoro e, dall'altro, di dare alla Pubblica Amministrazione l'opportunità di conoscere in tempo reale particolari circostanze connaturate alle normali dinamiche del mercato del lavoro, quali l'attivazione di nuovi rapporti di lavoro ovvero le variazioni di rapporti già in essere.
  Ricordo, inoltre, che la sua introduzione è stata effettuata, in forma sperimentale, per circa un anno, per consentire all'Amministrazione che rappresento di monitorare gli effetti della norma e di effettuare, in corso d'opera, gli opportuni aggiustamenti.
  Tanto premesso, con specifico riferimento a quanto evidenziato dall'Onorevole interrogante in ordine alla eliminazione del fax, faccio presente che la scelta di eliminare tale modalità di comunicazione – salvo i casi di malfunzionamento del sistema – risulta rispondente all'esigenza di una progressiva informatizzazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione ed utenza, così come richiesto dal quadro regolatorio di cui al decreto legislativo n. 82/2005 (cosiddetto Codice dell'amministrazione digitale).
  Da ultimo, occorre considerare che l'utilizzo del fax, oltre a non consentire la creazione di una banca dati delle comunicazioni afferenti alle prestazioni di lavoro intermittente, mal si concilia con le fondamentali esigenze di riduzione della spesa pubblica, evidentemente connessa all'acquisto di materiale cartaceo, nonché con quelle di certezza della cronologia delle predette comunicazioni.

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ALLEGATO 4

5-00061 Bargero: Modalità di rilascio del CUD ai pensionati da parte dell'INPS.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole Bargero richiama l'attenzione sulla norma della legge di stabilità per il 2013 che ha previsto che, a decorrere dal 2013, l'INPS rilascerà la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati in modalità telematica.
  Al riguardo, occorre premettere che la citata disposizione legislativa muove nella direzione di semplificare i rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini, individuando a tal fine le modalità più celeri ed efficaci attraverso cui possono essere soddisfatte le esigenze dei diversi utenti. L'informatizzazione dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini tende infatti a recuperare efficienza abbattendo i tempi di recapito e i costi di consegna.
  Con riferimento alle modalità telematiche, dal mese di febbraio l'INPS ha reso disponibile il modello CUD sul proprio sito istituzionale www.inps.it, nella sezione «Servizi al cittadino», dove il certificato può essere visualizzato e stampato dall'utente, previa identificazione tramite il codice personale di accesso ai servizi on line dell'istituto. Inoltre, ai cittadini in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata, noto all'istituto, il CUD viene recapitato alla casella PEC corrispondente. Diversamente, ai cittadini che hanno specificato un indirizzo di posta elettronica ordinaria, all'atto della richiesta del PIN, viene inviata via e-mail l'informativa della disponibilità del CUD sul sito dell'istituto.
  Oltre a ciò, in considerazione del segmento di utenza che non possiede le dotazioni e le competenze necessarie per la piena fruizione dei servizi on line, l'INPS ha approntato canali alternativi e gratuiti per ottenere il CUD in formato cartaceo, mantenendo dunque un canale fisico di accesso. Il cittadino può richiedere ed ottenere in tempo reale la consegna del suddetto certificato recandosi presso le agenzie dell'istituto, che a tal fine hanno potenziato il front office, dedicando almeno uno sportello veloce al rilascio cartaceo dei CUD. Inoltre, al fine di assicurare la massima capillarità, la totalità delle strutture presenti sul territorio, ivi comprese quelle dei soppressi INPDAP ed ENPALS, rilasciano – ove richieste dall'utente – tale certificazione senza distinzione di gestione previdenziale e senza vincolo del luogo di residenza.
  In secondo luogo, sono state previste postazioni informatiche self service appositamente istituite in tutte le strutture territoriali dell'istituto, presso le quali gli utenti in possesso di PIN possono procedere alla stampa dei certificati reddituali in argomento, ricorrendo, ove necessario, all'assistenza da parte del personale dell'URP. L'accesso facilitato ai suddetti servizi da parte dell'utenza avviene mediante l'utilizzo della tessera sanitaria ovvero della tessera sanitaria-carta nazionale dei servizi.
  Infine, è possibile ottenere il rilascio del CUD tramite i patronati e i centri di assistenza fiscale cui il cittadino abbia conferito specifico mandato.
  L'interrogante rappresenta, inoltre, le preoccupazioni connesse all'impatto che le nuove prescrizioni potrebbero sortire soprattutto nei confronti delle categorie più deboli quali le fasce più anziane della Pag. 174popolazione – verosimilmente meno avvezze all'utilizzo dei sistemi informatici – e i disabili.
  A tale proposito si sottolinea che la legge di stabilità per il 2013 ha già previsto la facoltà del cittadino di richiedere la trasmissione del CUD in forma cartacea, secondo il metodo più tradizionale e consueto per i pensionati INPS, e ciò in applicazione dell'espressa previsione di legge secondo cui «è facoltà del cittadino richiedere la trasmissione del CUD in forma cartacea».
  Si evidenzia inoltre che, per contemperare le finalità di efficienza ed ammodernamento della pubblica amministrazione e di semplificazione dei rapporti con i cittadini con le esigenze della fascia di utenza che si trova in una condizione di oggettiva difficoltà o impossibilità di avvalersi dei canali fisici e telematici resi disponibili, l'INPS ha previsto numerose alternative, anch'esse gratuite, per ottenere il CUD. Ricordo, in particolare, il servizio «Sportello mobile», dedicato agli utenti ultraottantenni e ai pensionati residenti all'estero, attraverso il quale gli utenti possono contattare un operatore della sede INPS territorialmente competente per la fornitura di diversi servizi, ivi incluso l'invio della certificazione al proprio domicilio nonché, la spedizione del CUD al domicilio del titolare nel rispetto delle oggettive situazioni di difficoltà rappresentate dall'utenza, sempre su richiesta dell'interessato, e il rilascio del CUD a persona delegata. Proprio in applicazione di tale previsione, preciso che dai dati forniti dall'INPS si evince che l'istituto ha finora consegnato a mezzo posta, in forma cartacea, a tutti i pensionati che ne hanno fatto richiesta, complessivamente circa 1.050.000 modelli CUD.
  In aggiunta ai canali sopra descritti, è possibile ottenere il CUD presso gli uffici postali appartenenti alla rete «Sportello amico» che Poste italiane ha istituito in adesione al progetto «Reti amiche», promosso nel 2008 dal Ministero della pubblica amministrazione e innovazione, al fine di facilitare l'accesso dei cittadini ai servizi della pubblica amministrazione e di ridurre i tempi delle procedure burocratiche.
  Dal 2011 è in vigore una convenzione tra l'INPS e Poste italiane in virtù della quale tali sportelli rilasciano, dietro un corrispettivo a carico dell'utente pari a 2,70 euro più IVA, alcuni certificati per conto dell'istituto, tra cui il CUD pensionati e il CUD assicurati. Ad oggi gli sportelli aderenti al progetto «Reti amiche» sono 5.741. E, in ogni caso, si sottolinea che questo canale di rilascio a pagamento del CUD si affianca agli ulteriori canali gratuiti che ho descritto dinanzi.
  Ricordo, inoltre, che l'INPS, in data 26 febbraio 2013, ha pubblicato la circolare n. 32, contenente la descrizione completa di tutti i canali di accesso, telematici e fisici, attraverso cui è possibile ottenere il CUD.
  Le modalità rese disponibili per il prelievo o la trasmissione del CUD sono state illustrate in appositi comunicati stampa e in numerose partecipazioni di rappresentanti dell'istituto a trasmissioni televisive e radiofoniche. A livello locale, le strutture INPS contribuiscono alla diffusione delle istruzioni per ottenere il documento.
  Allo scopo di divulgare le informazioni in modo capillare vengono utilizzati tutti i canali di comunicazione esistenti e disponibili: dagli SMS agli indirizzi e-mail eventualmente disponibili, agli uffici di sede, fino alle residue comunicazioni postali di altra natura che sono state emesse fino a tutto il mese di febbraio. Parallelamente è in corso un rafforzamento della campagna di promozione del PIN – condizione preliminare per ottenere i certificati in modalità telematica – presso i cittadini utenti, direttamente, per corrispondenza e per il tramite delle sedi, con apposito materiale informativo.
  A conferma di ciò può essere utile considerare che, sulla base dei dati forniti dall'INPS, si può ritenere che la quasi totalità dei pensionati che devono fare una dichiarazione dei redditi ha già ricevuto il proprio CUD. Infatti dei 18,2 milioni di pensionati che lo scorso anno hanno ricevuto Pag. 175– il CUD, solo 12,5 milioni hanno fatto una dichiarazione dei redditi (quasi 9 milioni di 730; 3,5 milioni di Unico).
  In particolare, ad oggi sono stati prelevati dal sito istituzionale dell'Istituto circa 3.640.280 CUD; 968.355 certificazioni sono state rilasciate dalle sedi e circa 195.394 dagli sportelli di Reti Amiche. Inoltre circa 239.535 CUD sono stati inviati a mezzo PEC, 8,7 milioni di CUD sono stati distribuiti dagli intermediari mentre ne sono stati postalizzati a seguito di richiesta inoltrata al Contact center circa 1.056.956.
  Conclusivamente, l'andamento delle attività di rilascio della certificazione dei redditi ha fatto emergere come le strutture dell'istituto coinvolte abbiano lavorato sinergicamente al fine di minimizzare gli effetti di tale cambiamento sull'utenza, facilitando il ritiro del CUD da parte degli interessati, in un'ottica di massima efficienza ed efficacia dell'operato pubblico. Peraltro l'Istituto avrà cura di ottimizzare ulteriormente le modalità innanzi descritte affinché siano definitivamente superate le difficoltà derivanti dalla introduzione delle nuove procedure.

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ALLEGATO 5

Relazione Programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final).

Programma dei 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XI Commissione,
   esaminati congiuntamente la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1), il Programma di lavoro della Commissione per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 fin.) e il Programma dei diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014 (17426/12);
   considerato che l'approvazione della legge n. 234 del 2012 ha rafforzato il raccordo tra il Parlamento ed il Governo nell'ambito dell'attività UE e che appare fondamentale la puntuale presentazione degli strumenti programmatici da essa previsti, nonché la regolarità nell'informazione al Parlamento prima delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea dedicate alle materia di competenza della XI Commissione, nonché sui negoziati relativi ai principali dossier in materia di politiche del lavoro;
   preso atto dell'impossibilità di un esame tempestivo dei documenti a causa dello scioglimento anticipato delle Camere;
   rilevato, tuttavia, come gli strumenti di programmazione delle istituzioni europee rappresentino un'utile occasione di riflessione sull'azione dell'UE nel suo complesso, in particolare nell'ambito delle politiche del lavoro, e sulle priorità indicate dal Governo sia nella Relazione programmatica, sia nel formulare i propri orientamenti in merito agli obiettivi della sua azione in Europa dall'atto del suo insediamento;
   considerato che il Consiglio europeo del 27 e del 28 giugno ha recepito le indicazioni del Governo italiano in materia di disoccupazione giovanile;
   tenuto conto, inoltre, delle linee programmatiche del suo dicastero, illustrate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, in occasione dell'audizione svolta presso la XI Commissione il 15 maggio scorso;
   preso atto dei contenuti del decreto-legge in materia di lavoro approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 26 giugno 2013, in cui trova una prima risposta l'obiettivo di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro giovanile,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) il Governo – che fin dal suo insediamento ha operato in ambito comunitario affinché alla sola linea del rigore finanziario si affiancasse quella della crescita Pag. 177economica e ha dispiegato una significativa azione diplomatica affinché maturasse in tutte le sedi europee la consapevolezza della necessità di individuare soluzioni concrete, efficaci e tempestive sull'emergenza occupazionale, segnatamente quella giovanile, attraverso un coordinamento forte tra politiche fiscali e politiche per il lavoro, come sottolineato da ultimo dal Presidente del Consiglio nelle sue comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno – dovrà ora proseguire convintamente sulla strada intrapresa, sollecitando le istituzioni europee a correggere le proprie scelte, privilegiando sempre più le iniziative tese alla crescita e all'occupazione, promuovendo e sostenendo l'azione degli Stati membri in maniera sistematica, anche attraverso strumenti di carattere finanziario;
   b) in questo contesto, a fronte delle proposte presentate dalla Commissione europea in materia di occupazione, si sottolinea l'urgenza di quelle riguardanti la lotta alla disoccupazione giovanile; in particolare, in merito alla «Garanzia per i giovani», fondo istituito a febbraio scorso per il periodo 2014-2020, si sottolinea con soddisfazione l'accoglimento da parte del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno della proposta del Governo italiano di accelerare al massimo l'avvio della iniziativa anticipando l'esborso dei 6 miliardi di euro previsti per il periodo ai primi due anni del QFP per i paesi che hanno un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25 per cento; stante la carenza cronica di risorse e strumenti adeguati ad implementare politiche di questo segno nel nostro Paese, dovrà essere cura del Governo, d'intesa con le regioni e gli enti locali, riformare la rete dei servizi pubblici e privati in un nuovo quadro di politiche attive per il lavoro;
   c) per quanto concerne le misure concrete per affrontare la disoccupazione giovanile, tra le quali l'implementazione dei fondi strutturali, le iniziative sostenute dalla BEI «Jobs for Youth» e il programma «Investment in skills», nonché i programmi volti a facilitare la mobilità dei giovani in cerca del primo impiego, occorre che il Governo tenga costantemente informato il Parlamento sulla posizione che intende portare avanti nei negoziati europei;
   d) su tutti i temi citati e in materia di organizzazione del lavoro, nonché di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, appare ampiamente condivisibile il riferimento contenuto nelle conclusioni del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, circa la necessità di rafforzare il coinvolgimento delle parti sociali;
   e) sul piano nazionale, si sottolinea l'esigenza che il Governo dia continuità e maggiore incisività alle misure contenute nel recente decreto-legge, in particolare sul fronte degli incentivi fiscali all'occupazione giovanile, al fine di consolidare un quadro di maggior favore circa l'occupabilità giovanile su tutto il territorio nazionale, segnatamente nel Mezzogiorno;
   f) infine, sempre sul piano nazionale, occorre che il Governo promuova un sempre più stretto raccordo tra politiche culturali, sociali e del lavoro, nonché di sostegno alle piccole e medie imprese, individuando iniziative volte a promuovere la ripresa del sistema produttivo e incrementare i livelli di occupazione, nonché a sviluppare l'imprenditorialità diffusa, con l'avvio di micro imprese giovanili e femminili, tramite agevolazioni ed incentivi, anche fiscali, nonché nell'accesso al credito e a fondi di garanzia.

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ALLEGATO 6

Relazione Programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final).

Programma dei 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEI DEPUTATI COMINARDI ED ALTRI

  La XI Commissione,
   esaminati, per le parti di competenza, la Relazione Programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n.1), il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final), il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12);
   valutato che l'attuale crisi di sistema comporta la necessità di proporre un nuovo modello socioeconomico ove gli obiettivi da perseguire per la costruzione di un'Europa equa e giusta devono valicare il confine della pur necessaria promozione della stabilità finanziaria e della crescita economica ed incentrarsi anche e soprattutto su una rimodulazione del concetto di solidarietà e di comunità da applicarsi alle relazioni tra i paesi membri;
   valutato che sin dal 1991, anno di approvazione del Trattato di Maastricht, a dispetto dei mutamenti socioculturali del vecchio continente e dell'innegabile declino economico verificatosi negli ultimi anni, il mercato unico, emerge, ancora, come pietra angolare dell'integrazione europea, senza che mai si miri a considerazioni diverse che pongano l'uomo o più semplicemente il cittadino europeo al centro del progetto;
   tale principio in uso appare superato dalle contingenze, esso non da centralità ai cittadini europei, ponendo sempre i mercati quali veri protagonisti dell'unione monetaria, e non i cittadini, con la conseguenza di alimentare politiche e strategie che hanno sempre e comunque come comune denominatore i mercati e non i popoli; ciò comporta varie contraddizioni in termini: da un lato si tende ad alimentare la cooperazione e dall'altro la concorrenza, da un parte si spinge verso forme di collaborazione e dall'altra di competizione, il termine competitività è sicuramente quello più ricorrente in un quadro che mira contraddittoriamente a conciliare coesione sociale e solidarietà in un economia di mercato aperta, concorrenziale, capitalista e neo liberista;
   valutato che i programmi dell'Unione sottolineano l'importanza dell'integrazione ma impongono politiche di austerità che la rendono difficile, mentre la costruzione di un concetto di «Europa» giusto dovrebbe porre al suo centro la solidarietà tra le diverse espressioni socio/culturali europee essendo questo il presupposto necessario Pag. 179allo sviluppo di ogni politica volta alla realizzazione della stabilità finanziaria e della crescita economica;
   valutato che al fine di realizzare un'Europa che abbia al suo centro i cittadini e i lavoratori e non sic et simpliciter i suoi mercati, sarà necessario interrogarsi sul «cosa produrre» e «come produrre», dal momento che la tecnologia oggi consente di produrre tutto ciò di cui il pianeta ha bisogno utilizzando meno risorse, quindi meno materia, meno energia, meno ore di lavoro con conseguenti benefici che deriverebbero in termini di riduzione dell'inquinamento, minor sfruttamento delle risorse (disboscamento, trivellazioni, cave, e simili), minor sfruttamento dell'uomo nel contesto lavorativo e maggior potenziale del capitale umano in ambito sociale, culturale e solidale; il principio di competitività dei mercati, avulso dalla centralità dell'uomo e del cittadino, è destinato a ritorcersi contro l'Europa stessa, poiché oggi competitività significa minori diritti per i lavoratori, minori salari, minore sicurezza sociale mentre ciò di cui si ha bisogno è l'adeguamento a principi di maggiore equità tra tutti i cittadini con meno sfruttamento e più diritti;
   valutato che è altresì necessario accompagnare la crescita di una nuova cultura europeista, improntata non più sui mercati ma su cittadini e lavoratori, ad interventi di protezione sociale che promuovano un reddito di cittadinanza per chi vive al di sotto della soglia di povertà, una più acconcia conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare, un ampliamento delle tutele della salute dei lavoratori in un'ottica di contrasto agli incidenti sul lavoro ed all'insorgere delle malattie professionali, una riconsiderazione in merito alla gestione dei fondi europei nel mercato globale con l'obiettivo della rivalutazione dei mercati locali di cui sarà necessario valorizzare la ricchezza;
   valutata l'esigenza di non alimentare l'evolversi di una società europea a più e diverse velocità, ove i primi attori egemonizzino le risorse, non ultime quelle umane, che potrebbero di fatto essere costrette a muoversi ed accentrarsi in alcuni dei paesi, così generando ulteriori «distanze» tra paesi membri,
  esprime

PARERE CONTRARIO

«Cominardi, Ciprini, Tripiedi, Rostellato, Baldassarre, Bechis, Rizzetto».