CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 luglio 2013
47.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sugli esiti della riunione interparlamentare organizzata dalla Commissione libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) e dalla Commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo «Il programma di Stoccolma: stato dell'arte della cooperazione di polizia e giudiziaria nelle materie civili e penali» (Bruxelles, 20 giugno 2013).

RELAZIONE DELL'ONOREVOLE LUIGI FAMIGLIETTI

  L'incontro interparlamentare dello scorso 20 giugno, organizzato dalle Commissioni Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) e Giuridica (JURI) del Parlamento europeo, aveva ad oggetto il Programma di Stoccolma. Esso ha registrato un'ampia partecipazione di Parlamenti nazionali (40 parlamentari nazionali provenienti da 27 Camere di 21 Stati membri). La delegazione del Parlamento italiano era composta dall'onorevole Famiglietti (PD- Commissione affari Costituzionali Camera) e dai senatori Crimi (M5S-Commissione affari costituzionali Senato) e D'Ascola (PDL-Commissione Giustizia Senato).
  La prima sessione dell'incontro era dedicata alla cooperazione di polizia e, in particolare, alla proposta di regolamento EUROPOL COM(2013)173.
  Sono intervenuti come relatori: Agustín Diaz De Mera (Spagna, PPE, relatore in Commissione LIBE sulla proposta EUROPOL), Lord Hannay of Chiswick (Presidente della Sottocommissione Affari interni, salute ed educazione della House of Lords), Dietrich Neumann (rappresentante di Europol) e Peter Hustinx (Garante europeo per la protezione dei dati).
  Il relatore in Commissione LIBE – anticipando i contenuti della sua relazione che sarà formalmente presentata il 9 luglio – si è soffermato in particolare su alcuni emendamenti volti a: stralciare le previsioni di incorporazione della nuova CEPOL nell'agenzia EUROPOL; eliminare la facoltà di istituzione del Comitato esecutivo; migliorare il regime di protezione dei dati; fornire soluzioni più adeguate per garantire il controllo parlamentare di EUROPOL. Su quest'ultimo aspetto, il relatore Diaz De Mera ha proposto l'istituzione di «una cellula di controllo parlamentare», composta da rappresentanti della Commissione LIBE e delle Commissioni competenti dei Parlamenti nazionali, che si dovrebbe riunire a Bruxelles e che sarebbe co-presieduta dal Presidente della Commissione LIBE e dal Presidente della Commissione del Parlamento dello Stato che esercita la Presidenza di turno. Questa cellula dovrebbe avere anche la possibilità di audire i candidati alla carica di direttore esecutivo di EUROPOL.
  Lord Hannay of Chiswick ha espresso una generale valutazione positiva sulla proposta di regolamento e ha richiamato la raccomandazione al Governo britannico di unirsi ai negoziati, contenuta in un recente rapporto della Sottocommissione competente della House of Lords. Si è quindi soffermato sull'utilità della creazione di un centro contro il crimine informatico all'interno di Europol e, rispetto al tema del controllo parlamentare, sull'opportunità di una struttura istituzionale leggera per l'esercizio di tale forma di controllo; in proposito, ha evidenziato la necessità di evitare che, a seguito dei negoziati, si introducano forme di controllo sugli aspetti operativi di EUROPOL. Quale principale punto critico della proposta, ha richiamato la fusione CEPOL-Pag. 87EUROPOL, esprimendo qualche dubbio sugli effettivi risparmi che deriverebbero dall'operazione.
  Anche il rappresentante di EUROPOL ha espresso un generale favore per la proposta, sotto il profilo, da un lato, del rafforzamento delle attività di EUROPOL (che deriva in particolare dalle nuove previsioni circa la partecipazione a squadre investigative comuni e da maggiori possibilità per gli Stati membri di finanziare attività operative con il bilancio EUROPOL) e, dall'altro, di una gestione più integrata e trasversale dei dati, che consente di superare l'approccio settoriale che caratterizza il quadro esistente. Rispetto al tema del controllo parlamentare, ha sottolineato la validità delle scelte della Commissione, soffermandosi in particolare sul potere di accesso del Parlamento europeo alle informazioni classificate UE e alle informazioni sensibili, a seguito della conclusione di un accordo di lavoro Europol-Parlamento europeo.
  Il Garante europeo per la protezione dei dati ha evidenziato i margini di miglioramento della proposta sotto il profilo della protezione dei dati, richiamando in particolare i seguenti aspetti: la necessità di sottolineare i limiti del trattamento dei dati rispetto alle finalità della raccolta e della condivisione di informazioni; l'opportunità di valutazioni di impatto ex ante rispetto all'istituzione di nuovi sistemi di informazione; in tema di monitoraggio, l'esigenza di un maggiore coinvolgimento delle autorità nazionali di protezione dei dati; l'allineamento della proposta con il nuovo quadro europeo di protezione dei dati, attualmente in fase di negoziazione in Consiglio.
  Nel corso del dibattito, sono stati in particolare affrontati i seguenti temi:
   fusione CEPOL/EUROPOL, rispetto alla quale la maggior parte degli intervenuti (con l'eccezione del sen. Crimi e del rappresentante del Parlamento greco) hanno espresso una valutazione critica. In particolare, l'onorevole Famiglietti ha evidenziato la necessità di capire se tale incorporazione sia davvero suscettibile di assicurare i risparmi di spesa attesi o non possa invece comportare il sacrificio di una struttura, quale appunto CEPOL, che sinora ha dato ottima prova nelle attività di formazione dei funzionari delle attività nazionali impegnate nel contrasto alle varie forme di criminalità organizzata;
   il controllo parlamentare. La proposta del relatore in Commissione LIBE di una «cellula parlamentare» ha costituito oggetto di dibattito ed è stata apprezzata da alcune delegazioni (in particolare, il Congresso spagnolo). Sul tema, l'onorevole Famiglietti ha evidenziato come la proposta di regolamento appaia insufficiente, specie per quanto concerne il ruolo dei parlamenti nazionali, e ha espresso apprezzamento per la ricerca di soluzioni diverse da parte del relatore in Commissione LIBE. Il rappresentante del Parlamento olandese ha poi posto la questione dell'accesso alle informazioni riservate in sede di controllo parlamentare;
   la gestione dei dati, in particolare sotto il profilo della promozione di sistemi che rendano più omogenei i dati e dell'adozione di cautele nella loro raccolta e condivisione con parti private (Senato italiano);
   la protezione dei dati. Da un lato, è stata espressa l'esigenza di evitare una normativa eccessivamente rigida che comprometta le istanze di sicurezza che giustificano lo scambio di informazioni tra autorità di polizia (Kirkhope, UK, Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei), dall'altro la necessità di allineare gli standard europei e nazionali di protezione dei dati e di fare pressione sugli Stati membri affinché si sblocchino i negoziati sulle proposte in materia attualmente in Consiglio (Albrecht, Germania-Gruppo Verde/Alleanza libera europea), oltre che l'esigenza di maggiore coordinamento tra le autorità responsabili per la protezione dei dati (PE, Ernst, Germania, Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica). Il relatore presso la Commissione LIBE ha sottolineato il ruolo che può essere svolto rispetto a questo profilo dalla «cellula parlamentare», anche Pag. 88attraverso un coinvolgimento alle riunioni del Garante europeo per la protezione dei dati;
   le modifiche alla governance di EUROPOL. In particolare, secondo l'onorevole Famiglietti, esse non sembrano rispondere pienamente all'obiettivo di una più razionale articolazione degli assetti interni laddove si prospetta, sia pure in termini eventuali, una proliferazione di organismi con il rischio di aumento delle spese ma soprattutto di sovrapposizioni di competenze;
   l'incidenza della nuova proposta sulla natura e sulle funzioni di EUROPOL. L'onorevole Famiglietti ha evidenziato i rischi di un mutamento delle funzioni proprie dell'Agenzia, suscettibile di generare confusioni o equivoci, posto che non è chiaro se la Commissione europea intenda conferire ad EUROPOL, oltre che funzioni di coordinamento, anche competenze di tipo operativo. Sul punto, il relatore in Commissione LIBE ha escluso l'attribuzione di competenze operative ad EUROPOL, le quali sono piuttosto subordinate all'operato delle squadre investigative comuni. Albrecht (Germania-Gruppo Verde/Alleanza libera europea) ha posto l'accento sulla necessità di rafforzare queste ultime per rendere più concreta la cooperazione di polizia. Infine, con riferimento ad aspetti più puntuali della proposta, il senatore Crimi ha ritenuto positiva e rispettosa dell'autonomia delle autorità giudiziarie la previsione che, entro un termine stabilito, gli Stati membri possano comunicare i motivi per cui ritengono di non dare seguito alla richiesta di Europol di avviare indagini penali.

  Al termine della prima sessione sono intervenute Francoise Le Bail, Direttrice generale della DG Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza della Commissione europea, e la Commissaria per gli affari interni Malstrom.
  La Direttrice generale Le Bail ha evidenziato i due principi cardine che hanno informato l'attuazione del Programma di Stoccolma: da un lato, la centralità dei cittadini nella giustizia europea; dall'altro, il legame tra giustizia e crescita. Con riferimento al primo profilo, la relatrice ha in particolare evidenziato le misure adottate o in corso di adozione in tema di cittadinanza, di pari opportunità, di tutela dei dati personali. Con riferimento al secondo aspetto, ha sottolineato i risparmi derivanti dall'abolizione della procedura di exequatur nelle nuove misure in materia di riconoscimento reciproco delle decisioni in materia civile, nonché le proposte sulla procedura di insolvenza e in materia di diritto contrattuale; in questa stessa ottica, ha richiamato anche la recente adozione della comunicazione relativa allo score board della giustizia, al fine di valutare l'effettività dei sistemi giudiziari degli Stati membri.
  La Commissaria Malstrom ha richiamato la legislazione già adottata o in corso di adozione in materia di affari interni, soffermandosi, da un lato, sulla recente approvazione da parte della Plenaria del Parlamento europeo delle proposte in materia di asilo e di riforma della governance di Schengen; dall'altro, sull'importanza dell'adozione di una normativa in materia di confisca dei proventi di reato e di misure di contrasto alla corruzione. Con riferimento al «post Stoccolma», la Commissaria ha evidenziato la necessità di individuare priorità, da discutere con il Parlamento europeo, gli Stati membri e i Parlamenti nazionali, dirette a combattere in particolare il crimine organizzato, il terrorismo, la criminalità informatica, il traffico di droga, nel rispetto dei diritti fondamentali. Su EUROPOL, la Commissaria ha evidenziato l'utilità della fusione CEPOL-EUROPOL. Tale operazione, infatti, consentirebbe di liberare risorse da utilizzare per l'attuazione del programma di formazione europea delle autorità di contrasto e sarebbe in linea con l'accordo sulle Agenzie definito dal Consiglio, dal Parlamento e dalla Commissione.
  Nell'ambito della seconda sessione – dedicata alla cooperazione giudiziaria in materia penale e, in particolare, ad Eurojust e alla Procura europea – sono intervenuti l'onorevole Marietta Karamanli Pag. 89(Vicepresidente della Commissione Affari UE dell'Assemblea nazionale francese), un rappresentante di Eurojust, Giovanni Kessler (Direttore generale dell'OLAF) e Holger Matt (Presidente dell'Associazione penalisti europei).
  La parlamentare francese ha evidenziato la necessità di intervenire sulla governance di Eurojust, riducendo i compiti amministrativi e valorizzandone i compiti operativi. Ha altresì evidenziato la complementarietà tra Eurojust ed il nuovo Ufficio del Procuratore europeo. Segnalando il consenso trasversale di cui gode in Francia l'istituzione della Procura europea, l'onorevole Karamanli ha espresso la posizione dell'Assemblea nazionale francese, favorevole ad una competenza ampia della Procura europea (ovvero non limitata ai reati che minacciano gli interessi finanziari dell'Unione), e nel senso di una struttura collegiale dell'Ufficio del Procuratore europeo.
  Il rappresentante di Eurojust si è soffermato sul ruolo delle squadre investigative comuni, sulla necessità che sia chiarito nel regolamento il potere di finanziamento di queste ultime da parte di Eurojust, sul rafforzamento dei programmi di formazione e sull'esigenza di migliorare i canali di comunicazione tra Eurojust, da un lato, e OLAF ed EUROPOL, dall'altro.
  Giovanni Kessler si è soffermato sulla ratio dell'istituzione dell'Ufficio della procura europea, finalizzato a superare l'attuale sistema di cooperazione internazionale in quanto inadeguato a contrastare crimini di dimensione transfrontaliera. Per quanto riguarda la struttura dell'Ufficio, ha sottolineato che l'adozione del modello collegiale sarebbe incompatibile con l'indipendenza della procura europea, e ha espresso invece la sua preferenza per un sistema fortemente integrato e decentralizzato, costituito da una piccola struttura centrale con un ruolo di coordinamento rispetto all'attività dei procuratori nazionali. Per quanto poi riguarda le competenze della Procura europea, almeno nella prima fase dovrebbero limitarsi alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione.
  Il Presidente dell'Associazione penalisti europei, da un lato, ha posto il problema dell'equilibrio tra le competenze nazionali e quelle europee (l'intervento europeo dovrebbe essere limitato ai casi nei quali gli Stati membri non possono o non vogliono intervenire) e, dall'altro, ha evidenziato la necessità del coordinamento tra la Procura europea, Eurojust ed OLAF. Le competenze del Procuratore europeo dovrebbero essere limitate ai reati più gravi che minacciano interessi dell'UE e dovrebbero essere esercitate nel quadro di un catalogo di garanzie procedurali e di diritti applicabili nel procedimento definito a livello europeo.
  Nel corso del dibattito si sono poste molte questioni di ordine generale relative alla natura e alle funzioni del nuovo organo e al rapporto tra la Procura europea e i procuratori nazionali (parlamentari olandese, greco, polacco, Bundestag) e alla definizione di standard procedurali omogenei (Albrecht, Germania-Gruppo Verde/Alleanza libera europea). Sempre con riferimento al tema dell'istituzione della Procura europea, il senatore D'Ascola si è soffermato su talune difficoltà di ordine giuridico legate alla disomogeneità degli ordinamenti europei. Il parlamentare italiano, da un lato, si è concentrato sulle criticità che deriverebbero da un'attribuzione in via esclusiva al nuovo Procuratore della competenza ad esercitare l'azione penale (in termini di scelta del diritto sostanziale e procedurale applicabile e di definizione della competenza per territorio), dall'altro sulla difficoltà di coordinare i sistemi giuridici nazionali con una disciplina europea della fase delle indagini.
  Il rappresentante della House of Lords, infine, ha confermato la contrarietà del Governo britannico alla creazione della Procura europea, anticipando che comunque su questo tema si svolgerà un referendum.
  L'ultima sessione alla quale ha partecipato l'onorevole Famiglietti era dedicata alla cooperazione giudiziaria in materia civile. Sono intervenuti l'europarlamentare Alexandra Thein (Germania-Alde, relatrice Pag. 90sulle proposte relative al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia di regime patrimoniale tra coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni registrate) e l'ex europarlamentare tedesco Kurt Lechner (che è stato relatore sul regolamento sulla legge applicabile e sull'esecuzione delle decisioni in materia di certificato successorio), nonché Aude Fiorini (dell'università di Dundee).
  L'onorevole Thein ha evidenziato come, nonostante le posizioni divergenti in Consiglio, la Commissione giuridica ha votato in modo compatto sulla sua relazione sulle proposte in materia di regime patrimoniale tra coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni registrate. Nel merito, si è soffermata sul superamento del criterio della cittadinanza in favore di quello della residenza, ai fini della determinazione della legge applicabile, e sull'applicazione delle due proposte alla totalità dei beni, mobili o immobili, dei coniugi o dei partner. Per quanto riguarda i negoziati in Consiglio, ha sottolineato che attualmente le due proposte stanno procedendo parallelamente, nonostante le obiezioni da parte di alcuni Stati membri. Infine, nell'esprimere l'auspicio della conclusione dei negoziati prima delle elezioni del Parlamento europeo, la relatrice ha evidenziato come le recenti modifiche normative in Francia sul matrimonio tra persone dello stesso sesso abbiano costituito un'importante spinta politica per le due proposte.
  L'onorevole Lechner ha riportato la sua esperienza di relatore nell'ambito dei negoziati sulla proposta relativa al riconoscimento delle decisioni in materia di successioni e di certificato successorio, esprimendo apprezzamento per la flessibilità della posizione della Commissione e per la competenza dei relativi rappresentanti ed evidenziando come le obiezioni in sede di negoziati derivavano, più che da posizioni ideologiche, dalle diverse tradizioni giuridiche nazionali. Ha altresì sottolineato come l'utilizzo della procedura ordinaria e il coinvolgimento diretto del Parlamento europeo abbiano favorito l'esito positivo dei negoziati. Si è infine soffermato sugli effetti sul negoziato dell'esercizio dell'opt-out da parte di Regno Unito, Irlanda e Danimarca.
  Aude Fiorini ha illustrato le caratteristiche della procedura legislativa speciale applicabile al diritto di famiglia, che prevede il voto all'unanimità in Consiglio e la consultazione del Parlamento europeo. La relatrice ha evidenziato come l'applicazione della regola dell'unanimità, di fatto, da un lato, renda più lento il procedimento legislativo, dall'altro possa portare a compromessi meno soddisfacenti. Ha quindi illustrato gli argomenti a favore dell'applicazione della procedura legislativa ordinaria, attraverso l'attivazione della clausola passerella introdotta dal trattato di Lisbona. Si è infine soffermata sull'uso dello strumento della cooperazione rafforzata, che, nel settore del diritto di famiglia, dovrebbe essere usata solo come soluzione di ultima istanza.
  Nel dibattito è intervenuto l'onorevole Famiglietti, il quale, da un lato, ha evidenziato come la cooperazione giudiziaria in materia civile costituisca uno dei punti più avanzati del progressivo avvicinamento degli ordinamenti dei Paesi membri, rappresentando il più potente strumento per condividere le migliori pratiche in tema di diritti di cittadinanza; dall'altro, richiamando l'esame delle proposte di regolamento in materia di successioni e in materia di regime patrimoniale dei coniugi e di effetti patrimoniali delle unioni di fatto, ha tuttavia avvertito che la legislazione europea non può spingersi sino al punto di travolgere alcuni elementi essenziali e, per certi versi, costitutivi degli ordinamenti degli Stati membri.
  Il rappresentante del Parlamento polacco, infine, ha evidenziato i rischi insiti nel tentativo di armonizzare le disposizioni nazionali in alcuni settori del diritto di famiglia, attraverso proposte, quale quella relativa agli effetti patrimoniali delle unioni registrate, che incidono sulle tradizioni giuridiche degli Stati membri.

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ALLEGATO 2

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final), Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12) e Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

PARERE APPROVATO

  La I Commissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni),
   esaminati, per gli aspetti di propria competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final), il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1);
   tenuto conto che il programma di lavoro della Commissione per il 2013 pone l'accento sulla costruzione di un'Europa sicura – intendendo la sicurezza come difesa dalle minacce ai cittadini e ai loro diritti – che garantisca nel contempo il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali e che, in particolare, vengono evocate le politiche di contrasto alla criminalità e alla corruzione, di controllo delle frontiere esterne, ma anche le azioni volte all'eliminazione dei residui ostacoli alla circolazione e alla protezione dei diritti fondamentali dei cittadini in tutta l'UE;
   preso inoltre atto che, tra gli obiettivi, il suddetto programma indica un sistema giudiziario funzionante ed efficiente per la promozione della crescita e degli investimenti economici e il rafforzamento degli attuali meccanismi di solidarietà nel settore dell'immigrazione;
   ricordato che, per quanto riguarda gli interventi volti a colmare le lacune riscontrate in tali settori, secondo la Commissione europea particolare attenzione deve essere rivolta ai temi del contrasto al finanziamento del terrorismo, al traffico trasnfrontaliero delle armi, della tutela degli interessi finanziari dell'Unione contro la frode e la corruzione; inoltre, per consentire l'esercizio pieno dei diritti da parte dei cittadini UE, la Commissione europea ha sottolineato come occorra garantire a privati e imprese un accesso agevole alla giustizia in tutti gli Stati membri in condizioni di parità;
   preso atto dunque che nel programma di lavoro la Commissione europea preannuncia l'intenzione di presentare proposte volte a istituire una procura europea per lottare contro i reati a danno del bilancio UE e tutelare gli interessi finanziari dell'Unione nonché combattere il traffico di armi da fuoco e migliorare la cooperazione giudiziaria in materia penale e civile;
   segnalato come siano del pari fondamentali – sul piano del contrasto alla corruzione – i suggerimenti che derivano dal Rapporto sull'Italia, adottato nella 54a riunione plenaria di GRECO nell'ambito del Consiglio d'Europa a Strasburgo 20-23 marzo 2012, relativo alla terza serie di valutazioni e articolato in una prima parte – che riguarda le norme che portano all'incriminazione per reato di corruzione – e una seconda parte sul finanziamento Pag. 92dei partiti politici e delle campagne elettorali;
   preso altresì atto che, nel quadro delle priorità definite nel Programma di Stoccolma 2010-2014, il Governo – nella Relazione programmatica del 2013 – sottolinea l'importanza dei temi della sicurezza, dell'immigrazione e dell'asilo, ribadendo in particolare la necessità di mantenere alta l'attenzione sul quadrante mediterraneo e nordafricano, nella convinzione che la forte esposizione geografica nel nostro Paese debba essere debitamente considerata a livello europeo;
   considerato che, secondo il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014, le Presidenze intendono in particolare portare i lavori relativi allo sviluppo dell'approccio integrato di gestione delle frontiere su vari livelli, anche attraverso il sostegno ai lavori del FRONTEX e della nuova Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi e che, nell'ambito della messa a punto del sistema integrato dell'UE di gestione delle frontiere, il Consiglio si concentrerà sul concetto di «frontiera intelligente» e lavorerà sulle proposte legislative relative all'istituzione di un programma per viaggiatori registrati e di un sistema di ingresso/uscita, portando altresì avanti i lavori sullo sviluppo del progetto Eurosur;
   tenuto conto che nel suddetto Programma si sottolinea, inoltre, come una delle priorità fondamentali resterà lo sviluppo di una politica comune in materia di immigrazione, in grado di contribuire al programma dell'UE per la crescita: le attività si concentreranno sul completamento dei lavori legislativi relativi all'attuazione del piano d'azione sull'immigrazione legale, incluse le proposte sui trasferimenti intrasocietari e sui lavoratori stagionali, nonché della proposta di modifica delle direttive 2004/114/CE e 2005/71/CE relative all'ammissione di studenti e professori; efficaci politiche di integrazione restano inoltre in sede europea una priorità fondamentale e in tale contesto sarà portata avanti ulteriormente l'attuazione dell'Agenda europea per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi;
   ricordato inoltre che, per quanto riguarda le materie degli affari interni ed il quadro finanziario pluriennale 2014 –2020, nella Relazione il Governo sottolinea l'intenzione di riservare la massima attenzione alla definizione del nuovo Quadro finanziario pluriennale per il settore degli affari interni;
   rilevato come particolare rilievo assumano altresì i temi dell'accesso dei cittadini al credito e della vigilanza bancaria, su cui sarà opportuno porre la massima attenzione, svolgendo tutti i necessari approfondimenti in sede nazionale e in sede di Unione europea;
   evidenziato che nel Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea si evidenza come – essendo il 2013 l'Anno europeo dei cittadini – le Presidenze incoraggeranno e agevoleranno un più ampio coinvolgimento dei cittadini dell'UE e concentreranno l'attenzione sulla sensibilizzazione, in particolare delle giovani generazioni, riguardo ai valori comuni dell'UE;
   ricordato che la Commissione europea, come preannunciato nel Programma di lavoro in titolo, ha presentato – l'8 maggio 2013 – la Relazione 2013 sulla cittadinanza dell'Unione europea che propone dodici nuove azioni, in sei ambiti diversi, per rafforzare i diritti dei cittadini;
   preso atto che nel suddetto Programma di lavoro si evidenzia come il Consiglio sosterrà gli sforzi di negoziazione della Commissione europea per l'adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e che nella Relazione programmatica del Governo si sottolinea come tale adesione costituisca una priorità politica per la Commissione europea e per molti Stati membri non solo per la valenza simbolica e politica in essa implicata ma anche perché essa potrà rendere più stringente Pag. 93per l'Unione europea e per le sue istituzioni l'obbligo di garantire i diritti fondamentali degli individui sotto il controllo di un giudice esterno all'Unione e che sarà, al contempo, importante sostenere che l'adesione avvenga nel rispetto delle peculiarità e dell'autonomia del diritto dell'Unione e della competenza al riguardo della Corte di giustizia dell'Unione europea, richiamando quanto previsto dal Protocollo n. 8 allegato ai Trattati;
   tenuto conto che nella Relazione programmatica del Governo si ricorda altresì come, in vista delle elezioni europee del 2014, dovrà essere rivista la distribuzione dei seggi in seno al Parlamento europeo in ragione dell'adesione della Croazia;
   richiamato quanto evidenziato nella Relazione programmatica del Governo per il 2013 riguardo al fatto che un tema di confronto e di grande interesse per i prossimi mesi sarà fornito dalla proposta di regolamento sullo statuto e sul finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee, che delinea i principi e le condizioni in base ai quali essi potranno accedere al finanziamento a carico del bilancio dell'Unione europea,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

   con le seguenti osservazioni:
    a) nell'ambito dei prioritari temi del contrasto al finanziamento del terrorismo, al traffico transfrontaliero delle armi e della tutela degli interessi finanziari dell'Unione contro la frode e la corruzione, evidenziati nei documenti in titolo, vanno considerati – sul piano del contrasto alla corruzione – i suggerimenti che derivano dal Rapporto sull'Italia, adottato nella 54a riunione plenaria di GRECO nell'ambito del Consiglio d'Europa a Strasburgo 20-23 marzo 2012, relativo alla terza serie di valutazioni e articolato in una prima parte – che riguarda le norme che portano all'incriminazione per reato di corruzione – e una seconda parte sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali;
    b) nel quadro delle priorità definite nel Programma di Stoccolma 2010-2014, sia portato avanti con forza quanto evidenziato dal Governo nella Relazione programmatica del 2013 riguardo all'importanza dei temi della sicurezza, dell'immigrazione e dell'asilo, rimarcando in particolare l'esigenza di sviluppare una politica comune in materia di immigrazione, mantenendo alta l'attenzione sul quadrante mediterraneo e nordafricano, nella convinzione che la forte esposizione geografica nel nostro Paese debba essere debitamente considerata a livello europeo;
    c) è opportuno promuovere un coinvolgimento quanto più possibile ampio e sentito dei cittadini dell'UE in occasione dell'Anno europeo dei cittadini (2013) concentrando l'attenzione – come preannunciato nel Programma del Consiglio – sulla sensibilizzazione, in particolare delle giovani generazioni, riguardo ai valori comuni dell'UE.