CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 giugno 2013
46.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
ALLEGATO

ALLEGATO

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014 (17426/12).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La VI Commissione Finanze,
   esaminati, per le parti di propria competenza, il Programma di lavoro della Commissione per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final), il Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014 (17426/12) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1);
   premesso che:
    le modifiche introdotte dalla legge n. 234 del 2012 alla disciplina generale sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea hanno, tra l'altro, significativamente rafforzato i meccanismi di raccordo tra Parlamento e Governo nella formazione della posizione italiana nei processi decisionali dell'Unione europea, in particolare prevedendo nuovi o più articolati obblighi di informazione del Governo al Parlamento, ribadendo l'obbligo dell'Esecutivo di garantire la coerenza delle posizioni assunte in sede europea con gli atti di indirizzo approvati dalle Camere, precisando meglio i presupposti per l'attivazione della riserva di esame parlamentare e prevedendo la consultazione delle Camere su accordi in materia finanziaria o monetaria conclusi anche al di fuori delle disposizioni dei trattati;
    l'efficacia e la rilevanza politica della sessione parlamentare nel cui ambito si esamina la Relazione programmatica congiuntamente agli strumenti di programmazione legislativa e politica delle istituzioni europee, risulta tuttavia significativamente ridotta dal fatto che, anche a causa della conclusione della XVI Legislatura, tali documenti sono esaminati dal Parlamento quando sono già trascorsi diversi mesi dall'inizio del periodo cui essi fanno riferimento;
   rilevato che:
    il Governo, nella redazione della Relazione programmatica, conferma la positiva attitudine ad evidenziare opportunamente gli atti di indirizzo politico approvati dalle Camere in relazione a specifici progetti legislativi o ad altri documenti dell'Unione europea ai fini della formazione delle politiche e della normativa europea;Pag. 79
    l'esame, da parte del Parlamento, della Relazione programmatica e dei due programmi di lavoro della Commissione e del Consiglio si inseriscono in un contesto storico nel quale la nuova priorità politica e sociale è data dalla necessità impellente di porre sul campo tutte le iniziative per aiutare l'economia europea a superare la crisi economica che si protrae da diversi anni, ripristinando adeguati tassi di crescita e di occupazione e salvaguardando il livello di benessere dei lavoratori e dei cittadini dell'Unione;
    del resto, sta ormai emergendo la consapevolezza di come il superamento, sia a livello europeo, sia in ambito italiano, dell'attuale fase di crescita insufficiente o negativa, costituisca una necessità imprescindibile anche nell'ottica della definitiva stabilizzazione delle finanze pubbliche degli Stati a più elevato debito, onde evitare il perpetuarsi di turbolenze sui mercati finanziari che, alla lunga, potrebbero pregiudicare anche la stabilità dell'intera area dell'Euro;
    l'esigenza, per l'Unione europea, di affrontare la sfida di rilanciare la crescita economica, combattere la disoccupazione e completare il mercato comune, ha trovato una prima, significativa, ma non certo esaustiva evidenza, nella decisione del Consiglio europeo di affiancare alla disciplina di bilancio, rafforzata, da ultimo, con l'approvazione del Fiscal Compact, il «Patto per la crescita e l'occupazione» (Growth Compact), il quale intende articolare in modo organico gli strumenti di rilancio dell'economia livello nazionale ed europeo, in significativa consonanza con l'iniziativa patrocinata da numerosi Stati membri, tra i quali in prima fila l'Italia, denominata «Un piano per la crescita in Europa»;
    nel quadro delle iniziative di riforma della governance economica europea occorre dunque sottolineare, in tutte le sedi decisionali europee, l'esigenza fondamentale di orientare gli strumenti fiscali e finanziari dei singoli Paesi membri, e dell'Unione europea nel suo complesso, verso il sostegno della crescita economica e dell'occupazione;
    a tale proposito occorre utilizzare tutte le opportunità fornite dalle iniziative per il coordinamento delle politiche tributarie ed industriali dei diversi Stati, nonché dalla piena realizzazione ed implementazione dell'Unione bancaria europea;
    tuttavia, proprio sui temi delle politiche tributarie si registra da anni un preoccupante scollamento nelle posizioni assunte dagli Stati membri su alcuni aspetti di rilievo cruciale per una crescita equilibrata ed armonica dell'economia europea, quali la tassazione sui redditi d'impresa e di capitale;
    con particolare riferimento alle questioni dell'imposizione sulle imprese, si registra infatti, ancora una volta, la mancanza di progressi significativi sulle tematiche dell'armonizzazione, almeno tendenziale, dei sistemi di imposizione vigenti nei singoli Stati membri, almeno per quanto riguarda la definizione di una base imponibile comune consolidata per l'imposta sulle società, sebbene sia ormai diffusa la consapevolezza che l'assenza di regole più omogenee in tale settore costituisce un oggettivo ostacolo per l'avvio di nuove iniziative imprenditoriali e per il funzionamento del mercato interno;
    parimenti, appare grave il perdurare dello stallo politico, legato alla contrarietà di alcuni Stati membri, sulla proposta di direttiva, presentata dalla Commissione europea fin dal 2008, di revisione della direttiva 2003/48/CE, in materia di tassazione dei redditi da risparmio, nonché in merito al conferimento alla Commissione europea del mandato a rivedere gli accordi in materia stipulati dall'Unione europea con alcuni Paesi terzi;
    in merito alle problematiche dei mercati finanziari, occorre completare il processo di stabilizzazione di tale comparto, che è al centro della crisi in atto, affiancando al meccanismo per la vigilanza unica a livello europeo anche un quadro comune di strumenti nazionali per Pag. 80il risanamento e la risoluzione delle crisi degli enti creditizi, al fine di interrompere il circolo vizioso tra crisi del sistema bancario, riduzione nell'erogazione del credito al sistema produttivo e crisi del debito pubblico;
    il rafforzamento della vigilanza e della regolamentazione europea sul settore bancario costituisce infatti una delle principali priorità per gli interessi del nostro Paese, in quanto la piena realizzazione di tale meccanismo di vigilanza unica potrà sortire effetti positivi soprattutto per l'Italia, la quale è stata colpita più di altri Paesi sia dal clima di sfiducia determinato dalla crisi dei debiti sovrani degli Stati a più elevato debito pubblico, e dalla conseguente, sostanziale chiusura dei mercati del credito interbancario, sia dalle asimmetrie esistenti nella regolamentazione e nelle prassi di vigilanza da parte delle autorità bancarie, che risultano in altri Paesi molto meno rigorose ed attente di quelle esercitate in Italia, con conseguente svantaggio concorrenziale a danno delle banche nazionali e dell'intero sistema economico italiano;
    in tale ambito appare inoltre necessario completare il processo di riforma avviato sulla regolamentazione delle agenzie di rating, al fine di superare le lacune e le criticità ancora sussistenti nella disciplina e nell'operatività di tali soggetti, i quali svolgono un ruolo eccessivamente rilevante nell'orientare le dinamiche dei mercati finanziari, condizionando in modo incontrollato ed improprio le scelte di politica economica e fiscale degli Stati;
    sotto un diverso profilo, appaiono certamente positive, anche se sicuramente non sufficienti, le iniziative della Commissione europea volte a diversificare ed allargare i canali di finanziamento delle imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, nonché ad ampliare la capacità di queste ultime di accedere al mercato del capitale di rischio, in modo da renderle meno dipendenti dal ricorso prevalente al finanziamento bancario;
    deve essere valutata con soddisfazione l'ulteriore riduzione delle procedure d'infrazione pendenti contro l'Italia per mancato recepimento o violazione delle norme dell'Unione, rilevandosi comunque l'esigenza di proseguire nelle azioni già poste in essere per prevenire le infrazioni stesse o per facilitarne la risoluzione,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) si segnala l'esigenza di fare in modo che l'esame delle prossime relazioni programmatiche sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e dei programmi di lavoro delle istituzioni europee avvenga in un momento anteriore rispetto al lasso temporale cui esse si riferiscono;
   2) con riferimento agli indirizzi generali di politica economica dell'Unione europea, occorre rafforzare gli strumenti posti a disposizione dei singoli Stati e dell'Unione europea per favorire la crescita economica e l'occupazione, in particolare giovanile, anche attraverso l'introduzione, nelle regole europee concernenti la disciplina di bilancio, di elementi di flessibilità che consentano di fronteggiare la negativa congiuntura economica, segnatamente realizzando un alleggerimento del carico tributario sull'economia reale, sul lavoro e sugli investimenti produttivi, nonché mediante l'adozione, in funzione anticiclica, di misure innovative per il finanziamento di progetti infrastrutturali e di sostegno alla competitività ed all'innovazione;
   3) in tale contesto si sottolinea l'esigenza fondamentale di sostenere ogni iniziativa della Banca centrale europea volta ad attribuire alla stessa BCE, analogamente a quanto avviene per molte altre banche centrali, un ruolo attivo di supporto a favore della crescita economica, in particolare rafforzando la capacità di finanziamento del sistema produttivo e delle famiglie, superando gli squilibri e le asimmetrie che ancora caratterizzano la trasmissione delle decisioni di politica monetaria sui mercati finanziari dell'area Pag. 81dell'Euro, nonché dotando la BCE della facoltà di intervenire sui mercati attraverso politiche di quantitative easing simili a quelle praticate dalle altre banche centrali, al fine di evitare un dannoso ed economicamente ingiustificato apprezzamento dell'Euro sul mercato dei cambi;
   4) a tale ultimo riguardo, si segnala l'esigenza che il Governo favorisca la piena operatività del sistema di vigilanza unico sul sistema bancario e la sua applicazione a tutte le banche europee, nel cui ambito affidare alla Banca centrale europea il compito di supervisione diretta delle banche della zona Euro, assicurando il coordinamento dell'azione che continuerà ad essere svolta in materia dalle autorità nazionali di vigilanza, nonché la rapida implementazione del meccanismo europeo di stabilizzazione (European stability mechanism, ESM), con cui sarà possibile far fronte direttamente, e non più a carico dei bilanci degli Stati membri, ad eventuali esigenze di ricapitalizzazione di singole banche;
   5) in tale contesto, si richiama altresì l'opportunità di adottare sollecitamente la proposta di direttiva relativa al risanamento e alla risoluzione delle situazioni di crisi bancarie, al fine di assicurare maggiore stabilità al comparto finanziario e di eliminare definitivamente ogni zona grigia nell'operatività degli intermediari, nonché di adottare in tempi brevi la proposta di direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi bancari, superando la problematiche relative al finanziamento di tali sistemi;
   6) con riferimento ai negoziati in corso in merito alla proposta di direttiva e alla proposta di regolamento in materia di requisiti patrimoniali delle banche e delle imprese di investimento (cosiddetto pacchetto CRD IV), si sottolinea l'esigenza fondamentale di approfondire tutti gli aspetti connessi a tali proposte, onde evitare che esse possano comportare ulteriori distorsioni nella valutazione dei requisiti prudenziali delle banche, e, soprattutto, che esse determinino improprie e nefaste restrizioni della disponibilità di credito per le imprese e le famiglie, assicurando inoltre che le nuove norme tengano adeguatamente conto delle differenze nelle dimensioni, nei modelli organizzativi e nell'operatività, esistenti tra gli operatori del settore, senza pregiudicare quegli istituti di credito che non hanno fatto ricorso a strumenti speculativi, ma che si sono invece caratterizzati per un maggiore orientamento al finanziamento delle attività produttive;
   7) sempre a proposito del settore finanziario, si ribadisce l'esigenza, già segnalata in occasione dell'esame della Relazione programmatica relativa all'anno 2012, di completare il processo di revisione della direttiva 2004/39/CE (cosiddetta direttiva MiFID), al fine di creare un sistema finanziario più sicuro, solido, trasparente e responsabile, migliorandone l'integrazione, la competitività e l'efficienza, nonché di approvare la proposta di regolamento sui mercati degli strumenti finanziari, che modifica il regolamento sugli strumenti derivati over the counter, al fine di eliminare le opacità emerse in tale settore;
   8) si richiama altresì la necessità, segnalata dalla Commissione Finanze già nella scorsa Legislatura, di migliorare ulteriormente il quadro regolamentare sulle agenzie di rating del credito, anche attraverso la revisione del regolamento (CE) n. 1060/2009 in materia, in particolare rafforzando i meccanismi di regolamentazione e controllo sull'operatività di tali agenzie, attribuendo specifico potere sanzionatorio all'Autorità europea di vigilanza dei mercati e strumenti finanziari (ESMA), nonché rivedendo il ruolo assegnato ai rating espressi dalle agenzie stesse dalla normativa finanziaria;
   9) per quanto riguarda le problematiche dell'IVA, con particolare riferimento al fenomeno dell'evasione nel settore, si ribadisce come la chiave di volta per dare soluzione a tale questione sia rappresentata dalla revisione di tale imposta, già oggetto di un Libro Verde, sul quale la Commissione Finanze ha espresso il proprio Pag. 82avviso nella scorsa Legislatura, e di un Libro Bianco della Commissione europea, nonché di una proposta di direttiva sul meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia: in tale contesto si segnala in particolare l'opportunità di ridimensionare l'amplissimo novero di esenzioni attualmente previste; di rendere omogenei o eliminare i diversificati regimi derogatori in materia di aliquote ridotte; di ridurre e semplificare gli oneri amministrativi a carico degli operatori; di migliorare i metodi di riscossione dell'imposta, anche attraverso lo strumento della fatturazione elettronica e della tracciabilità dei pagamenti tra i contribuenti soggetti all'imposta; di rafforzare la cooperazione amministrativa per quanto riguarda lo scambio di informazioni tra i diversi Stati membri relativamente alle operazioni IVA transfrontaliere;

  e con le seguenti osservazioni:
   a) con riferimento alla proposta, avanzata dalla Commissione europea, di introdurre un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie, si ribadisce l'opportunità di valutare con attenzione i nodi problematici emersi nell'ambito della discussione in sede europea su tale nuova forma di imposizione, in particolare per quanto riguarda l'uniformità della sua applicazione e l'estensione del tributo a tutti gli Stati membri e a tutte le principali piazze finanziarie, nonché per quanto riguarda l'individuazione degli elementi da escludere dall'ambito di applicazione del prelievo, in particolare stabilendo l'esenzione delle transazioni relative ai titoli di debito pubblico;
   b) con riferimento ai temi della fiscalità indiretta, segnatamente per quanto riguarda la proposta della Commissione europea di rivedere la direttiva 2003/96/CE sulla tassazione energetica, che intende distinguere tra tassazione collegata alle emissioni di CO2 e tassazione basata sul contenuto energetico dei prodotti, nonché modificare i livelli minimi di imposizione delle diverse fonti di energia, si segnala la necessità che il Governo italiano, il quale ha del resto già formulato numerose riserve in tale campo, sappia adeguatamente tutelare in sede negoziale le esigenze del sistema produttivo nazionale, in particolare in merito alla rigidità del nuovo calcolo della tassazione basato esclusivamente sulla componente CO2 ed energetica dei prodotti e al meccanismo di concatenazione delle aliquote, nonché circa l'abolizione di alcune agevolazioni;
   c) in riferimento alla proposta di direttiva di modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda l'applicazione facoltativa e temporanea del meccanismo dell'inversione contabile (cosiddetto reverse charge) alla cessione o prestazione di alcuni beni o servizi a rischio di frodi, si richiama l'opportunità di verificare preventivamente gli effetti derivanti dall'ampliamento di tale meccanismo;
   d) con riferimento alla proposta di direttiva di modifica della direttiva 2006/112/CE relativamente al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda il trattamento dei «buoni» («vouchers»), la quale è volta ad introdurre un regime giuridico specifico per la tassazione delle operazioni che comportano l'uso di tali buoni, al fine di colmare le divergenze esistenti nei vari ordinamenti nazionali, si sottolinea la necessità di approfondire il possibile impatto di tale proposta su settori nazionali che presentano specifiche particolarità;
   e) con riferimento ai temi del finanziamento delle imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, si rileva l'opportunità di introdurre previsioni innovative, anche attraverso il coinvolgimento della Banca centrale europea e della Banca europea degli investimenti, per superare l'attuale fase di restrizione nell'erogazione del credito, e di consentire alle PMI di ridurre la loro eccessiva dipendenza dal credito bancario, anche rafforzando lo strumento del venture capital, che potrebbe svolgere un ruolo molto positivo in questo senso;
   f) con riferimento alla tematica della crescita del settore delle piccole e medie Pag. 83imprese, si sottolinea l'esigenza di favorire l'approvazione delle iniziative legislative per l'armonizzazione a livello europeo del diritto societario, segnatamente per quanto riguarda le proposte di direttiva in materia di omogeneizzazione e semplificazione della normativa sulla contabilità e certificazione dei bilanci, in quanto esse possono rivestire un rilievo cruciale anche ai fini delle possibilità di accesso al credito da parte delle PMI, nonché della loro competitività e capacità di internalizzazione;
   g) con riferimento alla proposta di revisione della direttiva 94/19/CE sui sistemi di indennizzo degli investitori, si ribadisce l'esigenza di valutare con particolare attenzione il tema delle modalità di finanziamento dei predetti sistemi, sul quale si è del resto determinato lo stallo nei negoziati in materia, onde evitare il rischio che le decisioni a livello comunitario su tale aspetto causino un notevole incremento degli oneri posti a carico del sistema creditizio nazionale, comportando un ulteriore svantaggio competitivo rispetto ad altri Paesi membri, che hanno dovuto, a differenza dell'Italia, fare ricorso a tali sistemi di indennizzo;
   h) in merito alle questioni attinenti al settore doganale, si segnala l'esigenza di inserire nell'agenda politica dell'Unione, da un lato, le questioni attinenti al superamento delle distonie esistenti nelle prassi di vigilanza ed applicative da parte di alcuni Stati membri, i quali si mostrano in alcuni casi disposti a tollerare un più basso livello di attenzione nei controlli doganali per attrarre maggiori flussi di traffico nei punti di entrata situati sul proprio territorio, e, dall'altro, i temi dello snellimento delle procedure di sdoganamento, del rafforzamento delle sinergie tra le amministrazioni interessate e dell'implementazione delle azioni contro la contraffazione, nonché per la tutela della salute dei consumatori e dell'ambiente.