CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 giugno 2013
45.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00437 Lavagno: Possibilità, per i contribuenti pensionati e per quelli privi di occupazione, di avvalersi del sostituto d'imposta ai fini degli eventuali rimborsi per spese fiscalmente detraibili.
5-00438 Causi: Possibilità, per i contribuenti privi di occupazione, di avvalersi del modello 730 ai fini della presentazione della dichiarazione dei redditi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il question time in esame, si chiede quali misure il Governo intende prendere per consentire, a quei cittadini che sono maggiormente colpiti dalla crisi economica e si trovano ad affrontare le difficoltà legate alle perdita del posto di lavoro o del beneficio dell'ammortizzatore sociale, di ottenere i crediti fiscali loro spettanti in tempi brevi, attraverso l'utilizzo per la dichiarazione dei redditi del Modello 730.
  La problematica segnalata dagli onorevoli interroganti è già all'attenzione dell'amministrazione finanziaria che sta procedendo agli opportuni approfondimenti.
  Al riguardo, da un punto di vista tecnico, l'Agenzia delle entrate ha rappresentato che per evitare ulteriori difficoltà ai soggetti che, nell'attuale contesto di congiuntura economica, hanno cessato il rapporto di lavoro senza trovare un nuovo impiego, si potrebbe prevedere, per i soli contribuenti il cui esito della liquidazione risulta a credito, che i CAF e i professionisti abilitati trasmettano all'Agenzia delle entrate, secondo le attuali procedure, l'importo da rimborsare e le coordinate bancarie su cui accreditare le somme.
  In questo modo sarebbe possibile procedere alla restituzione delle somme spettanti in tempi brevi, agevolando quei soggetti che già versano in situazioni di evidente difficoltà economica, tenuto conto che gli intermediari citati sono tenuti ad apporre sui modelli 730 il visto di asseverazione.
  Considerato che per l'anno d'imposta 2012, la campagna dichiarativa dei modelli 730 è già terminata (il termine di scadenza era, infatti, previsto per lo scorso 31 maggio e prorogato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 maggio 2013, al 10 giugno 2013) ed è attualmente in corso la presentazione del modello Unico persone fisiche, nel caso in cui si concretizzasse l'ipotesi di cui si è fatto cenno, occorrerebbe prevedere il differimento del termine di presentazione dei modelli 730, limitatamente ai soggetti con esito di liquidazione a credito.
  Tutto ciò, ovviamente, necessita di una apposita modifica normativa, che è attualmente allo studio del Governo ed il cui esito dovrà tener conto degli effetti in termini di gettito erariale.

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ALLEGATO 2

5-00439 Bernardo e Bergamini: Iniziative per scongiurare la chiusura degli uffici di Equitalia ubicati a Viareggio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il documento in esame, l'Onorevole interrogante lamenta la circostanza che Equitalia a decorrere dal 1o luglio 2013, in attuazione di un processo di ristrutturazione aziendale, abbia manifestato l'intenzione di chiudere i propri uffici ubicati nella città di Viareggio.
  Atteso che tale scelta è suscettibile di recare sicuri disagi agli utenti dell'intera Versilia, l'onorevole interrogante chiede se il Governo sia a conoscenza della problematica e quali iniziative intenda adottare per garantire la continuazione del servizio.
  Al riguardo, l'Agenzia delle entrate preliminarmente osserva come sulla base dei più recenti interventi normativi è stata riaffermata la necessità di proseguire nell'attività di ottimizzazione ed efficientamento dell'attività di riscossione dei tributi, al fine di garantire una riduzione dei costi del servizio.
  Pertanto, Equitalia ha avviato un processo di riorganizzazione del Gruppo (iniziato nel luglio 2011 e conclusosi il 31 dicembre 2011), in esito al quale sono stati individuati a livello nazionale solo tre Agenti della riscossione – Equitalia Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud – e, conseguentemente, si è resa necessaria una revisione della presenza degli uffici sul territorio che è tuttora in corso.
  In tal modo, tra l'altro, si è inteso assicurare una maggiore efficienza del sistema fiscale, incrementando le entrate e riducendo gli oneri a carico dello Stato, anche alla luce della recente riforma della disciplina della remunerazione degli Agenti della riscossione che, in luogo dell'aggio, ha previsto l'attribuzione di un rimborso dei costi fissi risultanti dal bilancio certificato ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, come modificato dall'articolo 10, comma 13-quater, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
  Ciò posto, come segnalato dall'onorevole interrogante, la riorganizzazione della rete territoriale di Equitalia Centro comporterà la chiusura dello sportello del comune di Viareggio.
  Tuttavia, a fronte della chiusura del menzionato sportello, per tutelare le esigenze dell'utenza, Equitalia Centro garantirà, anche attraverso la riallocazione delle risorse recuperate dalla rete territoriale e la valorizzazione di strumenti di relazione non ancora utilizzati nel pieno delle loro potenzialità, un costante incremento dell'offerta di servizi in favore dei contribuenti e il miglioramento della qualità delle prestazioni al pubblico.
  Equitalia evidenzia, inoltre, che i servizi disponibili sul portale web www.gruppoequitalia.it (Estratto conto online, Simulatore rate, Istanze di sospensione e di rateizzazione, Assistenza contribuenti, Modulistica, Pagamento online) e il canale telefonico del contact center sono stati ulteriormente potenziati e costituiscono sempre più uno strumento alternativo di contatto con i cittadini e le imprese rispetto allo sportello fisico.
  Il concessionario della riscossione precisa, altresì, che i pagamenti ed i bollettini Rav possono essere presentati non solo presso gli sportelli degli Agenti della riscossione, Pag. 97ma anche presso gli sportelli bancari, gli uffici postali, i tabaccai abilitati (consultabili sul sito www.tabaccai.it) e, di recente, anche nei punti di pagamento di Sisal e Lottomatica.
  Da ultimo, Equitalia riferisce che è stato attivato, all'interno del proprio sito istituzionale, il servizio di pagamento via web mediante il servizio Paga online valido per tutti gli ambiti di competenza.

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ALLEGATO 3

5-00440 Busin: Ammontare dei finanziamenti erogati da Banca Monte dei Paschi di Siena e da UniCredit nei confronti di società sportive.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione l'onorevole Busin ed altri chiedono informazioni, tra l'altro, sui presunti fondi erogati a titolo di sponsorizzazioni da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena e Unicredit.
  Al riguardo, occorre premettere che i citati quesiti attengono a questioni di carattere gestionale sui quali il Ministero dell'economia non ha poteri di intervento.
  Con riferimento agli obblighi assunti da Banca Monte dei Paschi di Siena in sede di sottoscrizione dei Nuovi strumenti finanziari, si fa presente che tra gli impegni sottoscritti dalla banca non figurano, in conformità con il quadro normativo dell'Unione europea in tema di aiuti di Stato, specifiche limitazioni riguardo la pubblicità, le sponsorizzazioni e le promozioni. In data 17 giugno 2013 è stato notificato alla Commissione europea il piano di ristrutturazione del MPS, che ne valuterà la compatibilità con la normativa sugli aiuti di Stato.
  Nell'ambito dei contatti intercorsi tra il Ministero dell'economia e delle finanze e MPS ai fini della predisposizione del citato piano di ristrutturazione, Banca Monte dei Paschi di Siena ha rappresentato quanto segue.
  Nel Bilancio relativo all'esercizio 2012 sono riportate – in termini aggregati – le informazioni relative al complesso delle spese in «Pubblicità, sponsorizzazioni e promozioni», con l'indicazione del valore a livello consolidato al 31 dicembre 2012 (euro 42.669 milioni). In tale ambito, è stato precisato l'importo relativo alle spese di pubblicità, eventi e stampa (euro 13,3 milioni) e quello relativo alle spese per sponsorizzazioni e promozioni (euro 28,6 milioni), oltre ad altre spese di comunicazione per euro 0,7 milioni. Nel bilancio 2011 le spese per sponsorizzazioni e promozioni risultavano pari a 35,6 milioni di euro.
  Tali informazioni sono reperibili nei relativi bilanci e nella tabella A, che si allega, sono stati evidenziati i valori riportati nei bilanci degli ultimi sette anni.
  In particolare, nella relazione consolidata sulla gestione relativa al 2012 è stato precisato che:
   tra le altre spese amministrative si registra, tra l'altro, una riduzione delle spese per sponsorizzazioni;
   nell'ambito dell'ottimizzazione dei costi, sono stati avviati una serie di interventi per eliminare le spese amministrative non indispensabili, tra cui le sponsorizzazioni.

  Anche nella presentazione dei risultati 2012 e 1o Quadrimestre 2013, è stata segnalata la riduzione dell'incidenza delle spese di comunicazione (inclusive delle sponsorizzazioni).
  Infine, MPS ha precisato che né il contratto pluriennale con AC Siena, che viene a scadere il 30 giugno 2013, né il contratto pluriennale con Mens Sana, che andrà a scadere il 30 giugno 2014 verranno rinnovati.
  Con riferimento ai rapporti intercorrenti tra il gruppo A.S. Roma, e Unicredit la Commissione nazionale per le società e la borsa ha precisato che a seguito dei cambiamenti intervenuti negli assetti proprietari della A.S. Roma S.p.A. («emittente»), Pag. 99a decorrere dal 18 agosto 2011, il soggetto che esercita l'attività di direzione e coordinamento è AS Roma SPV LLC, che controlla (60 per cento) NEEP Roma Holding S.p.A., società neo costituita, partecipata al 40 per cento da Unicredit S.p.A.
  Unicredit è, quindi, parte correlata della società A.S. Roma S.p.A. e, pertanto, le informazioni relative ai rapporti tra le due società sono riportati nei bilanci dell'emittente.
  Nell'ambito degli accordi raggiunti tra Unicredit S.p.A. e la AS Roma SPV LLC, inerenti l'acquisizione del pacchetto di controllo della A.S. Roma S.p.A., quest'ultima ha sottoscritto due contratti di finanziamento, rispettivamente con Unicredit SpA (il cosiddetto «Term Loan»), e con Roma 2000 Srl (il cosiddetto «Vendor Loan»). Inoltre, è stata concordata la concessione da parte di Unicredit, a favore dell'emittente, di una linea di credito, derivante dalla modifica dei termini di rimborso del contratto di factoring sottoscritto in data 8 settembre 2010 e dalla linea di credito finalizzata all'anticipo dei crediti ceduti, ai sensi del contratto di factoring, concessa in data 5 maggio 2011. Nel mese di novembre 2012, Unicredit ha concesso una seconda linea di credito. I nuovi contratti disciplinanti i finanziamenti prevedono l'applicazione di condizioni economiche, modalità di rimborso, garanzie e covenants illustrati dettagliatamente nella relazione finanziaria semestrale al 31 dicembre 2012 della A.S. Roma.

TABELLA A

Esercizio Consolidato Individuale Riferimenti
2006  53.578  36.294 Nota integrativa 9.5. Altre spese amministrative: composizione e 11.5. Alre spese amministrative: composizione
2007  61.695  58.395 Nota integrativa pag. 175 e 181
2008  58.261  49.764 Nota integrativa 9.5. Altre spese amministrative: composizione e 11.5. Altre spese amministrative: composizione
2009  57.483  51.168 Nota integrativa pag. 287 e 642
2010  66.105  59.335 Nota integrativa pag. 274 e 635
2011  58.069  52.153 Nota integrativa pag. 278 e 626
2012  42.669  38.056 Nota integrativa pag. 291 e 668
Totale 397.860 345.165  
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ALLEGATO 4

5-00442 Barbanti: Partecipazioni azionarie di Equitalia in società estranee all'attività di riscossione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al documento in esame, per gli aspetti di competenza di Equitalia S.p.A., si forniscono i seguenti elementi istruttori.
  Per quanto riguarda la GO.VAR Srl di Como, si segnala che Equitalia non ha alcun partecipazione nella società. In passato (7 luglio 2010) Equitalia Esatri, oggi Equitalia Nord, nello svolgimento delle attività di riscossione ha proceduto al pignoramento delle quote societarie detenute dalla VARGO Srl, pari al 40 per cento del capitale sociale.
  Con riguardo alla SOGESI Srl, operante nella costruzione di edifici residenziali, si precisa che Equitalia non ha partecipazioni dirette o indirette nella società. La partecipata Equitalia Sud possiede invece una partecipazione del 10 per cento in Sogesi S.p.A. (Società di gestioni Esattoriali in Sicilia) in liquidazione (con sede legale in Palermo, Via Imperatore Federico, 46), avente come oggetto sociale la gestione in concessione del servizio di riscossione disciplinato in applicazioni della legge 4 ottobre 1986, n. 657 e del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43, e successive modificazioni ed in conformità alle norme della regione siciliana sulla materia...». La Società, sottoposta all'attività di direzione e coordinamento della «UNICREDIT S.P.A.», è in liquidazione volontaria da 28 dicembre 1990.
  È stato rappresentato che Equitalia Sud S.p.A. ha acquisito indirettamente la relativa partecipazione da Banca Intesa S.p.A. in seguito all'acquisto della ex GestLine S.p.A – titolare originario della partecipazione in SO.G.E.SJ S.p.A in liquidazione – in seguito denominata Equitalia Polis e incorporata in Equitalia Sud, con effetto dal 1o luglio 2011, per provvedere alla riscossione anche negli ambiti già di competenza di GestLine.
  In relazione alla partecipazione nella Stoà, si evidenzia che ad aprile 2009 sono state avviate le attività propedeutiche alla cessione della partecipazione, che si sarebbe dovuta perfezionare nel primo semestre 2011 ed è stata sospesa per il cambio di amministrazione nel comune di Napoli, socio di maggioranza di Stoà Spa, che aveva espresso interesse per rilevare le quote. Nelle more della vendita della partecipazione, Equitalia non si è più avvalsa della collaborazione di Stoà.
  Tutti i dati delle partecipazioni, detenute direttamente o indirettamente, sono comunque, come precisa Equitalia S.p.A., reperibili sul sito istituzionale all'indirizzo web: http://www.gruppoequitalia.it/equitalia/export/.content/it.gov.equitalia.ca-pogruppo/files/it_2013/ORGANIGRAMMA-SOCIETARIO-31-05-2013.pdf.

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ALLEGATO 5

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013-30 giugno 2014 (17426/12).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La VI Commissione Finanze,
   esaminati, per le parti di propria competenza, il Programma di lavoro della Commissione per il 2013 e relativi allegati (COM(2012)629 final), il Programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea per il periodo 1o gennaio 2013 – 30 giugno 2014 (17426/12) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2013 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1),
   premesso che:
    le modifiche introdotte dalla legge n. 234 del 2012 alla disciplina generale sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea hanno, tra l'altro, significativamente rafforzato i meccanismi di raccordo tra Parlamento e Governo nella formazione della posizione italiana nei processi decisionali dell'Unione europea, in particolare prevedendo nuovi o più articolati obblighi di informazione del Governo al Parlamento, ribadendo l'obbligo dell'Esecutivo di garantire la coerenza delle posizioni assunte in sede europea con gli atti di indirizzo approvati dalle Camere, precisando meglio i presupposti per l'attivazione della riserva di esame parlamentare e prevedendo la consultazione delle Camere su accordi in materia finanziaria o monetaria conclusi anche al di fuori delle disposizioni dei trattati;
    l'efficacia e la rilevanza politica della sessione parlamentare nella quale si esamina la Relazione programmatica congiuntamente agli strumenti di programmazione legislativa e politica delle istituzioni europee, risulta tuttavia significativamente ridotta dal fatto che, anche a causa della conclusione della XVI Legislatura, tali documenti sono esaminati dal Parlamento quando sono già trascorsi diversi mesi dall'inizio del periodo cui essi fanno riferimento;
   rilevato che:
    il Governo, nella redazione della Relazione programmatica, conferma la positiva attitudine ad evidenziare opportunamente gli atti di indirizzo politico approvati dalle Camere in relazione a specifici progetti legislativi o ad altri documenti dell'Unione europea ai fini della formazione delle politiche e della normativa europea;
    l'esame da parte del Parlamento della Relazione programmatica e dei due programmi di lavoro della Commissione e del Consiglio si inseriscono in un contesto storico nel quale la nuova priorità politica e sociale è data dalla necessità impellente di porre sul campo tutte le iniziative per aiutare l'economia europea a superare la Pag. 102crisi economica che si protrae da diversi anni, ripristinando adeguati tassi di crescita e di occupazione e salvaguardando il livello di benessere dei lavoratori e dei cittadini dell'Unione;
    del resto, sta ormai emergendo la consapevolezza di come il superamento, sia a livello europeo, sia in ambito italiano, dell'attuale fase di crescita insufficiente o negativa, costituisca una necessità imprescindibile anche nell'ottica della definitiva stabilizzazione delle finanze pubbliche degli Stati a più elevato debito, onde evitare il perpetuarsi di turbolenze sui mercati finanziari che, alla lunga, potrebbero pregiudicare anche la stabilità dell'intera area dell'Euro;
    l'esigenza, per l'Unione europea, di affrontare la sfida di rilanciare la crescita economica, combattere la disoccupazione e completare il mercato comune, ha trovato una prima, significativa, ma non certo esaustiva evidenza, nella decisione del Consiglio europeo di affiancare alla disciplina di bilancio, rafforzata, da ultimo, con l'approvazione del Fiscal Compact, il «Patto per la crescita e l'occupazione» (Growth Compact), il quale intende articolare in modo organico gli strumenti di rilancio dell'economia livello nazionale ed europeo, in significativa consonanza con l'iniziativa patrocinata da numerosi Stati membri, tra i quali in prima fila l'Italia, denominata «Un piano per la crescita in Europa»;
    nel quadro delle iniziative di riforma della governance economica europea occorre dunque sottolineare, in tutte le sedi decisionali europee, l'esigenza fondamentale di orientare gli strumenti fiscali e finanziari dei singoli Paesi membri, e dell'Unione europea nel suo complesso, verso il sostegno della crescita economica e dell'occupazione;
    a tale proposito occorre utilizzare tutte le opportunità fornite dalle iniziative per il coordinamento delle politiche tributarie ed industriali dei diversi Stati, nonché dalla piena realizzazione ed implementazione dell'Unione bancaria europea;
    tuttavia, proprio sui temi delle politiche tributarie si registra da anni un preoccupante scollamento nelle posizioni assunte dagli Stati membri su alcuni aspetti di rilievo cruciale per una crescita equilibrata ed armonica dell'economia europea, quali la tassazione sui redditi d'impresa e di capitale;
    con particolare riferimento alle questioni dell'imposizione sulle imprese, si registra infatti, ancora una volta, la mancanza di progressi significativi sulle tematiche dell'armonizzazione, almeno tendenziale, dei sistemi di imposizione vigenti nei singoli Stati membri, almeno per quanto riguarda la definizione di una base imponibile comune consolidata per l'imposta sulle società, sebbene sia ormai diffusa la consapevolezza che l'assenza di regole più omogenee in tale settore costituisca un oggettivo ostacolo per l'avvio di nuove iniziative imprenditoriali e per il funzionamento del mercato interno;
    parimenti, appare grave il perdurare dello stallo politico, legato alla contrarietà di alcuni Stati membri, sulla proposta di direttiva, presentata dalla Commissione europea fin dal 2008, di revisione della direttiva 2003/48/CE, in materia di tassazione dei redditi da risparmio, nonché in merito al conferimento alla Commissione europea del mandato a rivedere gli accordi in materia stipulati dall'Unione europea con alcuni Paesi terzi;
    in merito alle problematiche dei mercati finanziari, occorre completare il processo di stabilizzazione di tale comparto, che è al centro della crisi in atto, affiancando al meccanismo per la vigilanza unica a livello europeo anche un quadro comune di strumenti nazionali per il risanamento e la risoluzione delle crisi degli enti creditizi, al fine di interrompere il circolo vizioso tra crisi del sistema bancario, riduzione dell'erogazione del credito al sistema produttivo e crisi del debito pubblico;
    il rafforzamento della vigilanza e della regolamentazione europea sul settore bancario costituisce infatti una delle principali priorità per gli interessi del nostro Pag. 103Paese, in quanto la piena realizzazione di tale meccanismo di vigilanza unica potrà sortire effetti positivi soprattutto per l'Italia, la quale è stata colpita più di altri Paesi sia dal clima di sfiducia determinato dalla crisi dei debiti sovrani degli Stati a più elevato debito pubblico, e dalla conseguente sostanziale chiusura dei mercati del credito interbancario, sia dalle asimmetrie esistenti nella regolamentazione e nelle prassi di vigilanza da parte delle autorità bancarie, che risultano in altri Paesi molto meno rigorose ed attente di quelle esercitate in Italia, con conseguente svantaggio concorrenziale a danno delle banche nazionali e dell'intero sistema economico italiano;
    in tale ambito appare inoltre necessario completare il processo di riforma avviato sulla regolamentazione delle agenzie di rating, al fine di superare le lacune e le criticità ancora sussistenti nella disciplina e nell'operatività di tali soggetti, i quali svolgono un ruolo eccessivamente rilevante nell'orientare le dinamiche dei mercati finanziari, condizionando in modo incontrollato ed improprio le scelte di politica economica e fiscale degli Stati;
    sotto un diverso profilo, appaiono certamente positive, anche se sicuramente non sufficienti, le iniziative della Commissione europea volte a diversificare ed allargare i canali di finanziamento delle imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, nonché ad ampliare la capacità di queste ultime di accedere al mercato del capitale di rischio, in modo da renderle meno dipendenti dal ricorso prevalente al finanziamento bancario;
    deve essere valutata con soddisfazione l'ulteriore riduzione delle procedure d'infrazione pendenti contro l'Italia per mancato recepimento o violazione delle norme dell'Unione, rilevandosi comunque l'esigenza di proseguire nelle azioni già poste in essere per prevenire le infrazioni stesse o per facilitarne la risoluzione,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) si segnala l'esigenza di fare in modo che l'esame delle prossime relazioni programmatiche sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e dei programmi di lavoro delle istituzioni europee avvenga in un momento anteriore rispetto al lasso temporale cui esse si riferiscono;
   2) con riferimento agli indirizzi generali di politica economica dell'Unione europea, occorre rafforzare gli strumenti posti a disposizione dei singoli Stati e della UE per favorire la crescita economica e l'occupazione, in particolare giovanile, anche attraverso l'introduzione, nelle regole europee concernenti la disciplina di bilancio, di elementi di flessibilità che consentano di fronteggiare la negativa congiuntura economica, segnatamente realizzando un alleggerimento del carico tributario sull'economia reale, sul lavoro e sugli investimenti produttivi, nonché mediante l'adozione, in funzione anticiclica, di misure innovative per il finanziamento di progetti infrastrutturali e di sostegno alla competitività ed all'innovazione;
   3) in tale contesto si sottolinea l'esigenza fondamentale di sostenere ogni iniziativa della Banca centrale europea volta ad attribuire alla stessa BCE, analogamente a quanto avviene per molte altre banche centrali, un ruolo attivo di supporto a favore della crescita economica, in particolare rafforzando la capacità di finanziamento del sistema produttivo e delle famiglie, superando gli squilibri e le asimmetrie che ancora caratterizzano la trasmissione delle decisioni di politica monetaria sui mercati finanziari dell'area dell'Euro, nonché dotando la BCE della facoltà di intervenire sui mercati attraverso politiche di quantitative easing simili a quelle praticate dalle altre banche centrali, al fine di evitare un dannoso ed economicamente ingiustificato apprezzamento dell'Euro sul mercato dei cambi;
   4) a tale ultimo riguardo, si segnala l'esigenza che il Governo favorisca la piena operatività del sistema di vigilanza unico sul sistema bancario e la sua applicazione Pag. 104a tutte le banche europee, nel cui ambito affidare alla Banca centrale europea il compito di supervisione diretta delle banche della zona Euro, assicurando il coordinamento dell'azione che continuerà ad essere svolta in materia dalle autorità nazionali di vigilanza, nonché la rapida implementazione del meccanismo europeo di stabilizzazione (European stability mechanism, ESM) con cui sarà possibile far fronte direttamente, e non più a carico dei bilanci degli Stati membri, ad eventuali esigenze di ricapitalizzazione di singole banche;
   5) in tale contesto, si richiama altresì l'opportunità di adottare sollecitamente la proposta di direttiva relativa al risanamento e alla risoluzione delle situazioni di crisi bancarie, al fine di assicurare maggiore stabilità al comparto finanziario e di eliminare definitivamente ogni zona grigia nell'operatività degli intermediari, nonché di adottare in tempi brevi la proposta di direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi bancari, superando la problematiche relative al finanziamento di tali sistemi;
   6) con riferimento ai negoziati in corso in merito alla proposta di direttiva e alla proposta di regolamento in materia di requisiti patrimoniali delle banche e delle imprese di investimento (cosiddetto pacchetto CRD IV), si sottolinea l'esigenza fondamentale di approfondire tutti gli aspetti connessi a tali proposte, onde evitare che esse possano comportare ulteriori distorsioni nella valutazione dei requisiti prudenziali delle banche, e, soprattutto, che esse determinino improprie e nefaste restrizioni della disponibilità di credito per le imprese e le famiglie, assicurando inoltre che le nuove norme tengano adeguatamente conto delle differenze nelle dimensioni, nei modelli organizzativi e nell'operatività, esistenti tra gli operatori del settore, senza pregiudicare quegli istituti di credito che non hanno fatto ricorso a strumenti speculativi, ma che si sono invece caratterizzati per un maggiore orientamento al finanziamento delle attività produttive;
   7) sempre a proposito del settore finanziario, si ribadisce l'esigenza, già segnalata in occasione dell'esame della Relazione programmatica relativa all'anno 2012, di completare il processo di revisione della direttiva 2004/39/CE (cosiddetta direttiva MiFID), al fine di creare un sistema finanziario più sicuro, solido, trasparente e responsabile, migliorandone l'integrazione, la competitività e l'efficienza, nonché di approvare la proposta di regolamento sui mercati degli strumenti finanziari, che modifica il regolamento sugli strumenti derivati over the counter, al fine di eliminare le opacità emerse in tale settore;
   8) si richiama altresì la necessità, segnalata dalla Commissione Finanze già nella scorsa Legislatura, di migliorare ulteriormente il quadro regolamentare sulle agenzie di rating del credito, anche attraverso la revisione del regolamento (CE) n. 1060/2009 in materia, in particolare rafforzando i meccanismi di regolamentazione e controllo sull'operatività di tali agenzie, attribuendo specifico potere sanzionatorio all'Autorità europea di vigilanza dei mercati e strumenti finanziari (ESMA), nonché rivedendo il ruolo assegnato ai rating espressi dalle agenzie stesse dalla normativa finanziaria;
   9) per quanto riguarda le problematiche dell'IVA, con particolare riferimento al fenomeno dell'evasione nel settore, si ribadisce come la chiave di volta per dare soluzione a tale questione sia rappresentata dalla revisione di tale imposta, già oggetto di un Libro Verde, sul quale la Commissione Finanze ha espresso il proprio avviso nella scorsa Legislatura, e di un Libro Bianco della Commissione europea, nonché di una proposta di direttiva sul meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia: in tale contesto si segnala in particolare l'opportunità di ridimensionare l'amplissimo novero di esenzioni attualmente previste; di rendere omogenei o eliminare i diversificati regimi derogatori in materia di aliquote ridotte; di ridurre e semplificare gli oneri amministrativi a carico degli operatori; di migliorare i metodi di riscossione dell'imposta, Pag. 105anche attraverso lo strumento della fatturazione elettronica e della tracciabilità dei pagamenti tra i contribuenti soggetti all'imposta; di rafforzare la cooperazione amministrativa per quanto riguarda lo scambio di informazioni tra i diversi Stati membri relativamente alle operazioni IVA transfrontaliere;
  e con le seguenti osservazioni:
   a) con riferimento alla proposta, avanzata dalla Commissione europea, di introdurre un sistema comune d'imposta sulle transazioni finanziarie, si ribadisce l'opportunità di valutare con attenzione i nodi problematici emersi nell'ambito della discussione in sede europea su tale nuova forma di imposizione, in particolare per quanto riguarda l'uniformità della sua applicazione e l'estensione del tributo a tutti gli Stati membri e a tutte le principali piazze finanziarie, nonché per quanto riguarda l'individuazione degli elementi da escludere dall'ambito di applicazione del prelievo, in particolare stabilendo l'esenzione delle transazioni relative ai titoli di debito pubblico;
   b) con riferimento ai temi della fiscalità indiretta, segnatamente per quanto riguarda la proposta della Commissione europea di rivedere la direttiva 2003/96/CE sulla tassazione energetica, che intende distinguere tra tassazione collegata alle emissioni di CO2 e tassazione basata sul contenuto energetico dei prodotti, nonché rivedere i livelli minimi di imposizione delle diverse fonti di energia, si segnala l'esigenza che il Governo italiano, il quale ha del resto già formulato numerose riserve in tale campo, sappia adeguatamente tutelare in sede negoziale le esigenze del sistema produttivo nazionale, in particolare in merito alla rigidità del nuovo calcolo della tassazione basato esclusivamente sulla componente CO2 ed energetica dei prodotti e al meccanismo di concatenazione delle aliquote, nonché circa l'abolizione di alcune agevolazioni;
   c) in riferimento alla proposta di direttiva di modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda l'applicazione facoltativa e temporanea del meccanismo dell'inversione contabile (cosiddetto reverse charge) alla cessione o prestazione di alcuni beni o servizi a rischio di frodi, si richiama l'opportunità di verificare preventivamente gli effetti derivanti dall'ampliamento di tale meccanismo;
   d) con riferimento alla proposta di direttiva di modifica della direttiva 2006/112/CE relativamente al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda il trattamento dei «buoni» («vouchers»), la quale è volta ad introdurre un regime giuridico specifico per la tassazione delle operazioni che comportano l'uso di tali buoni, al fine di colmare le divergenze esistenti nei vari ordinamenti nazionali, si sottolinea la necessità di approfondire il possibile impatto di tale proposta su settori nazionali che presentano specifiche particolarità;
   e) con riferimento ai temi del finanziamento delle imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, si rileva l'opportunità di introdurre previsioni innovative, anche attraverso il coinvolgimento della Banca centrale europea e della Banca europea degli investimenti, per superare l'attuale fase di restrizione nell'erogazione del credito, e di consentire alle PMI di ridurre la loro eccessiva dipendenza dal credito bancario, anche rafforzando lo strumento del venture capital, che potrebbe svolgere un ruolo molto positivo in questo senso;
   f) con riferimento alla tematica della crescita del settore delle piccole e medie imprese, si sottolinea l'esigenza di favorire l'approvazione delle iniziative legislative per l'armonizzazione a livello europeo del diritto societario, segnatamente per quanto riguarda le proposte di direttiva in materia di omogeneizzazione e semplificazione della normativa sulla contabilità e certificazione dei bilanci, in quanto esse possono rivestire un rilievo cruciale anche ai fini delle possibilità di accesso al credito da parte delle PMI, nonché della loro competitività e capacità di internalizzazione;
   g) con riferimento alla proposta di revisione della direttiva 94/19/CE sui sistemi Pag. 106di indennizzo degli investitori, si ribadisce l'esigenza di valutare con particolare attenzione il tema delle modalità di finanziamento dei predetti sistemi, sul quale si è del resto determinato lo stallo nei negoziati in materia, onde evitare il rischio che le decisioni a livello comunitario su tale aspetto causino un notevole incremento degli oneri posti a carico del sistema creditizio nazionale, comportando un ulteriore svantaggio competitivo rispetto ad altri Paesi membri, che hanno dovuto, a differenza dell'Italia, fare ricorso a tali sistemi di indennizzo;
   h) in merito alle questioni attinenti al settore doganale, si segnala l'esigenza di inserire nell'agenda politica dell'Unione, da un lato, le questioni attinenti al superamento delle distonie esistenti nelle prassi di vigilanza ed applicative da parte di alcuni Stati membri, i quali si mostrano in alcuni casi disposti a tollerare un più basso livello di attenzione nei controlli doganali per attrarre maggiori flussi di traffico nei punti di entrata situati sul proprio territorio, e, dall'altro, i temi dello snellimento delle procedure di sdoganamento, del rafforzamento delle sinergie tra le amministrazioni interessate e dell'implementazione delle azioni contro la contraffazione, nonché per la tutela della salute dei consumatori e dell'ambiente.