CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 20 giugno 2013
41.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00387 Pizzolante: Attuazione della normativa sulla sicurezza del lavoro per la bonifica degli ordigni bellici.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti, con il presente atto parlamentare, richiamano l'attenzione del Governo sulla mancata attuazione – nel termine semestrale previsto – della disposizione di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 1o ottobre 2012, n. 177, in materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici.
  Ricordo, al riguardo, che la legge richiamata ha apportato modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, cosiddetto «Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro», prevedendo che la valutazione del rischio nei cantieri includa anche quello relativo alla presenza di ordigni bellici inesplosi rinvenibili durante le attività di scavo.
  A tal proposito, il coordinatore per la progettazione potrà disporre la bonifica preventiva del cantiere interessato, avvalendosi di un'impresa specializzata iscritta ad apposito albo istituito presso il Ministero della difesa.
  La disciplina dell'albo, ivi inclusi i requisiti di iscrizione e di controllo, avrebbe dovuto essere definita, entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge n. 177 del 2012, quindi entro il 2 maggio scorso, con decreto interministeriale di competenza primaria del Ministero della difesa, con il concerto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentiti i Ministri dell'interno, dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti.
  Faccio, da ultimo, presente che da quanto appreso dal Dicastero competente, il decreto è attualmente in fase di predisposizione.
  Sarà cura degli Uffici del Ministero da me rappresentato attivare ogni utile iniziativa volta ad agevolare la prossima adozione del decreto.

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ALLEGATO 2

5-00388 Bechis: Iniziative per la salvaguardia dei lavoratori «esodati».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare presentato dall'onorevole Bechis, relativo alle salvaguardie previste per i soggetti autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione, sulla base degli elementi forniti dall'INPS.
  Faccio, preliminarmente, presente che l'INPS ha definito tutte le domande di accesso alla salvaguardia prevista dall'articolo 24, commi 14 e 15, del decreto-legge n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 22 dicembre 2011 (cosiddetta «salva Italia»), ivi incluse quelle relative ai lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria, potenzialmente interessati alle misure di tutela.
  In particolare, per quanto riguarda il pagamento dei contributi volontari utili al raggiungimento del requisito per la pensione, occorre considerare che la contribuzione volontaria si intende regolarmente assolta soltanto qualora l'importo dei contributi dovuti per ciascun trimestre sia versato entro il trimestre successivo. Naturalmente i bollettini predisposti dall'Istituto per il pagamento dei contributi arretrati coprono l'intero periodo di calcolo.
  Qualora, tuttavia, il soggetto autorizzato intenda coprire con il proprio pagamento un periodo inferiore a quello indicato, in modo che, ad esempio, risulti sufficiente a raggiungere i requisiti minimi utili a beneficiare delle vigenti normative in materia di salvaguardie pensionistiche, potrà, accedendo al Portale dei pagamenti del sito dell'INPS, modificare e stampare direttamente i bollettini frazionati, pagando in tal modo l'importo corrispondente, inferiore a quanto notificato in precedenza.
  In alternativa, tale operazione potrà essere effettuata anche prendendo contatti con la sede INPS competente o con un Patronato di riferimento, per richiedere la predisposizione ed il rilascio di un bollettino di importo adeguato al periodo di copertura desiderato.
  Da ultimo, ricordo che i contributi volontari versati sono utili al calcolo della pensione, aumentandone l'importo, e sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi relativa all'anno in cui il versamento è stato effettuato.

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ALLEGATO 3

5-00389 Di Salvo: Misure per il sostegno al reddito dei lavoratori della Berco SpA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Di Salvo, inerente la situazione produttiva ed occupazionale della società Berco Group – facente parte del Gruppo Thyssen Krupp – con sede legale in Copparo (Ferrara) ed unità produttive dislocate in varie parti del territorio nazionale.
  La predetta società – operante nel settore macchine movimento terra ed agricole – ha subìto un pesante deterioramento delle proprie condizioni economico-finanziarie e una significativa contrazione della propria attività produttiva in conseguenza della grave crisi che ha coinvolto tutti i principali mercati di sbocco a livello globale.
  In siffatto contesto, la società Berco Group – che in precedenza aveva già usufruito, per 12 mesi, del trattamento di straordinario di integrazione salariale (CIGS) per crisi aziendale – ha provveduto a presentare al Ministero che rappresento un piano industriale di ristrutturazione volto a recuperare un adeguato livello di competitività su tutti i mercati di riferimento.
  Conseguentemente – con decreto del 26 agosto 2010 – la Direzione generale per le politiche attive e passive del Ministero che rappresento ha provveduto ad approvare il piano di ristrutturazione, autorizzando nel contempo la corresponsione – a decorrere dal 1o maggio 2010 – del trattamento di CIGS, per 24 mesi, per un massimo di 2.609 unità lavorative in forza presso le unità di Copparo, Castelfranco Veneto (Treviso) e Bussano (Torino).
  Successivamente, in considerazione della particolare complessità dei processi produttivi attivati e della permanenza di una eccedenza di personale, la predetta Direzione ha concesso – con decreto del 30 ottobre 2012 – la proroga del programma di ristrutturazione per il periodo dal 1o maggio 2012 al 30 aprile 2013, autorizzando nel contempo la corresponsione del trattamento di CIGS per un massimo di 2.596 unità lavorative in forza presso i siti di Copparo, Castelfranco Veneto e Bussano.
  A conclusione di tale procedura – permanendo la situazione di crisi aziendale ed i relativi esuberi di personale – la Berco Group ha comunicato l'attivazione – ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991 – della procedura di mobilità nei confronti di 611 unità lavorative in forza presso le unità di Copparo, Castelfranco Veneto, Bussano e Sasso Morelli.
  Tutto ciò premesso, con riferimento alle questioni sollevate dall'onorevole interrogante con il presente atto parlamentare, sono in grado di informare che, per i prossimi giorni, sono previsti presso il Ministero dello sviluppo economico diversi incontri con i rappresentanti delle istituzioni centrali e territoriali e con quelli delle organizzazioni sindacali interessate, allo scopo di analizzare tutti gli aspetti del piano industriale che dovrà accompagnare il risanamento ed il rilancio della Berco Group.
  In questo quadro, saranno presi in considerazione gli aspetti organizzativi, finanziari e commerciali per verificare la possibilità che l'azienda possa continuare Pag. 53a competere sui mercati internazionali, ma non meno importante sarà l'esame della questione occupazionale.
  Al riguardo, per quanto di competenza, posso fin d'ora rassicurare l'interrogante in ordine alla piena disponibilità, da parte del Governo, a valutare ogni possibile soluzione, in ordine alla vicenda aziendale posta all'attenzione, diretta a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie, tenuto anche conto degli istituti di tutela dei lavoratori finora attivati.

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ALLEGATO 4

5-00390 Paris: Vicende occupazionali della Indesit Company in Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti richiamano l'attenzione sulla situazione aziendale e occupazionale della Indesit Company SpA, in vista dell'annunciata delocalizzazione dell'attività produttiva all'estero.
  Osservo in primo luogo al riguardo che, a seguito dell'annuncio dell'impresa di procedere ad una riorganizzazione, con la conseguente riduzione dell'organico in Italia per un totale di 1.450 unità, il Ministero dello sviluppo economico ha tempestivamente preso contatti con la direzione della società e con le segreterie nazionali delle principali organizzazioni sindacali, al fine di delineare un confronto sulle prospettive industriali del gruppo.
  La scorsa settimana, giorno 11, infatti, il Ministro Zanonato e il sottosegretario De Vincenti hanno incontrato i rappresentati sindacali per un primo esame delle conseguenze produttive ed occupazionali del piano Indesit e per definire un percorso di approfondimento, preliminare all'apertura di un tavolo di confronto sul piano industriale.
  È chiaro che gli aspetti occupazionali potranno (e dovranno) essere affrontati all'esito del confronto sulle scelte produttive e sulla ripartizione dei sacrifici richiesti nei singoli stabilimenti.
  Non posso nascondere, tuttavia, che le caratteristiche ad oggi note del piano industriale destano effettiva preoccupazione soprattutto per le pesanti conseguenze sull'area di Caserta e su quella di Fabriano, quest'ultima già pesantemente colpita dal fallimento della società Antonio Merloni.
  Nel corso dell'incontro, infine, il Ministero dello sviluppo economico ha dato garanzie alle organizzazioni sindacali sul fatto che continuerà il confronto con le associazioni di categoria e i sindacati di settore per individuare possibili politiche a sostegno del comparto dell'elettrodomestico.
  Per quanto riguarda il Ministero che rappresento, vi è la piena disponibilità ad attivare, nelle condizioni previste dalla normativa vigente, particolari misure a tutela dell'occupazione quali, ad esempio, i contratti di solidarietà.
  Faccio presente, inoltre, che i competenti uffici del Ministero che rappresento, l'8 luglio 2012, hanno autorizzato la concessione del trattamento di integrazione salariale per il periodo dal 29 marzo 2012 al 28 marzo 2013 in favore dei lavoratori dei siti produttivi in provincia di Treviso ed in provincia di Bergamo.
  Occorre ricordare, inoltre, che anche al fine di incentivare il made in Italy e la produzione nel territorio italiano il Governo ha varato la scorsa settimana misure straordinarie per favorire la crescita, la competitività e l'occupazione, nonché un ulteriore set di misure di semplificazione per i cittadini e per le imprese (mi riferisco al cosiddetto decreto-legge del «fare»).
  Per quanto riguarda, invece, la delocalizzazione delle imprese nazionali verso Paesi europei ed extraeuropei, pur confermando che il Governo ha come priorità quella della tutela e del rafforzamento del tessuto produttivo nazionale, occorre di volta in volta verificare che le misure ipotizzate (in particolare, per ciò che riguarda la localizzazione delle imprese) siano coerenti con la disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato e tengano conto del principio della libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali vigente al livello comunitario.Pag. 55
  Da ultimo ribadisco che, come ha già avuto modo di precisare il Ministro Giovannini durante lo svolgimento della seduta di Question Time in Assemblea la scorsa settimana, il Governo intende migliorare la competitività e l'attrattività del Paese.
  E infatti, operando in modo coerente con le norme comunitarie, non solo si potranno difendere ed accrescere i livelli occupazionali, ma si potrà aumentare, soprattutto, la nostra forza all'interno di un mondo sempre più globalizzato.