CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 maggio 2013
28.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sulla II Conferenza interparlamentare per il controllo della PESC-PESD (Dublino 24-25 marzo 2013).

COMUNICAZIONI

  La II Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica europea di sicurezza e difesa (PESD) si è svolta a Dublino dal 24 al 25 marzo 2013 nell'ambito del semestre di presidenza irlandese dell'Unione europea. Nelle more della costituzione delle Commissioni permanenti della XII legislatura, la Camera dei deputati vi ha partecipato con una delegazione formata dagli Onorevoli Lapo Pistelli (PD), Massimo Artini (M5S) e Deborah Bergamini (PdL), in quanto rappresentanti dei tre gruppi parlamentari più numerosi.
  La Conferenza è stata inaugurata dagli indirizzi di saluto del Presidente del Parlamento irlandese (Ceann Comhairle), Seán Barrett, del Presidente della Commissione esteri e commercio internazionale, Pat Breen, e dal Presidente della Commissione esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok. Il primo oratore ha ricordato i grandi benefici ricevuti dall'Irlanda nei quarant'anni di partecipazione al processo di integrazione europea e, dopo essersi soffermato, anche in quanto ex ministro della difesa, sulla necessità di pervenire alla costituzione di forze armate europee, ha manifestato viva preoccupazione per il fatto che la crisi economica e finanziaria sta lasciando in ombra altre importanti questioni come quelle internazionali. Il secondo parlamentare irlandese ha ribadito l'importanza del controllo parlamentare sulla politica estera e di sicurezza europea ed ha richiamato il dovere dell'Unione, che ha saputo assicurarsi un lungo periodo di pace, di aiutare i paesi più deboli soprattutto in Medio Oriente e in Africa, auspicando in particolare un atteggiamento più deciso nei confronti della crisi siriana. L'esponente del Parlamento europeo ha raccomandato la massima sinergia tra il livello nazionale ed il livello comunitario e, elogiando la tempestività dell'iniziativa francese in Mali, ha messo in rilievo il ruolo delle missioni internazionali che l'UE svolge e che necessitano di un'adeguata infrastruttura logistica e finanziaria da garantire anche con i limitati mezzi oggi disponibili.
  Come di consueto, la relazione centrale della Conferenza è stata svolta dall'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, che ha riferito sulle tre priorità del suo mandato: istituzione e promozione del Servizio europeo per l'azione esterna, sviluppo della politica di vicinato anche alla luce delle rivoluzioni arabe, rafforzamento dei partenariati strategici con i paesi-chiave e le organizzazioni internazionali. L'Alto rappresentante ha quindi evidenziato i progressi compiuti dall'UE nel Corno d'Africa, dove è stato realizzato il c.d. comprehensive approach, mettendo insieme la gestione degli aiuti, gli interventi militari e l'assistenza alla transizione democratica. Al riguardo, ha manifestato soddisfazione per i risultati acquisiti sia nella lotta alla pirateria che nella stabilizzazione della Somalia. Ha altresì rivendicato la preveggenza dell'Unione nel dotarsi di una strategia per il Sahel, che ha consentito oggi di affrontare in modo preparato la crisi del Mali. Con riferimento al mondo arabo, Catherine Ashton ha descritto l'attività della task force da lei istituita per sostenere la transizione democratica fornendo supporto Pag. 37politico istituzionale e promuovendo l'economia, con particolare riguardo allo sviluppo delle piccole imprese ed alla lotta alla corruzione. In conclusione, l'Alto Rappresentante ha ribadito l'obiettivo dell'Unione europea di esportare in tutto il resto del mondo il suo modello di prevenzione delle crisi e di ogni forma di conflitto.
  Nell'ampio dibattito successivo, animato dagli interventi delle delegazioni dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo, è stata sottolineata l'esigenza di una maggiore attenzione per il continente africano nonché di un impegno più incisivo in Siria. È stata inoltre evidenziata la necessità di una maggiore integrazione degli aspetti civili e militari delle missioni UE, ma anche di una revisione degli organici del SEAE. Molti interventi si sono concentrati sui temi della difesa comune, denunciando i ritardi nella condivisione delle risorse e nella cooperazione industriale, lamentando peraltro lo stallo delle relazioni con la NATO. Al riguardo è stata sollecitata l'assunzione di una più ferma volontà politica anche in vista del Consiglio europeo straordinario del prossimo mese di dicembre. Ai diversi parlamentari che lamentavano una debole e tardiva reattività dell'UE in relazione alle crisi internazionali, prendendo l'esempio del Mali, Catherine Ashton ha replicato che ci sono cose che l'Unione europa può fare e cose che non può fare.
  Partecipando alla discussione, il rappresentante italiano, Onorevole Pistelli, ha raccomandato all'Alto Rappresentante di svolgere una concreta azione politica che valorizzi il ruolo dell'Unione europea nel processo di pace in Medio Oriente. A tale istanza, Catherine Ashton ha risposto che l'UE si considera fortemente impegnata nel favorire il negoziato diretto tra le parti nella certezza che la sicurezza dello Stato di Israele sarebbe accresciuta dal raggiungimento di un accordo con l'Autorità palestinese. Si è in ogni caso detta fiduciosa circa i seguiti della recente visita nella regione del Presidente Obama, precisando di seguire il dossier raccordandosi strettamente con il Segretario di Stato Kerry.
  La seconda sessione plenaria si è incentrata sulla relazione del Vice Capo del Governo e Ministro degli esteri dell'EIRE, Eamon Gilmore, il quale, richiamando l'esempio positivo della pacificazione dell'Irlanda del Nord, ha sottolineato come l'Unione europea sia molto più che una semplice associazione tra Stati, ma abbia configurato un nuovo ordinamento giuridico fondato sulla libera scelta di condividere la sovranità nazionale ed orientato alla promozione della pace, della sicurezza e dei diritti umani in tutto il mondo. Ha quindi indicato quale priorità della Presidenza irlandese il contributo alla risoluzione dei conflitti in Europa orientale ed in Africa, menzionando in particolare da un lato la Transnistria, dall'altro la Libia, il Mali e la Somalia. Nella successiva discussione sono stati in parte ripresi i temi affrontati anche con l'Alto Rappresentante, a cui si è aggiunta la sollecitazione a promuovere il ruolo delle donne, a ratificare la recente Convenzione dell'ONU sul commercio delle armi, a confrontarsi direttamente con la Russia sulla sicurezza regionale anche con riferimento al Caucaso e all'Asia centrale. Molti interventi hanno comunque segnalato l'esigenza di un maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali anche oltre a quanto già previsto dal Trattato di Lisbona.
  La deputata italiana Deborah Bergamini ha preso la parola con riferimento alle rivoluzioni che hanno interessato i paesi arabi segnalando le difficoltà della transizione democratica che potrebbero essere attenuate dall'offerta da parte europea di una piattaforma economica e del dialogo interculturale, mettendo invece in guardia rispetto ai rischi del prevalere di una logica bilaterale. Il Ministro Gilmore ha concordato con tale intervento, soffermandosi in particolare sulla situazione dell'Egitto.
  La terza sessione plenaria è stata aperta dalla relazione del Ministro irlandese della giustizia e della difesa, Alan Shatter che ha ricordato le tappe evolutive della difesa europea, indicando nel 2008 il momento di svolta. Apprezzando in modo particolare l'iniziativa del Ministro italiano Pag. 38della difesa, Di Paola, ha auspicato che ciascun Paese sviluppi capacità specifiche a fronte dell'attuale scarsità di risorse, anche nel campo industriale al fine di accrescere la competitività europea rispetto agli Stati Uniti. A suo avviso, in ogni caso, andrebbe meglio definito e reso più efficace il processo decisionale interno all'Unione dal momento che essa ormai non può che fare affidamento su sé stessa. I successivi interventi hanno lamentato i gravi ritardi accumulatisi in questo ambito del processo di integrazione europea nel quadro di una sostanziale inattuazione di quanto previsto dal Trattato di Lisbona. È stato evidenziato come rivesta carattere prioritario il reperimento delle risorse necessarie ad assicurare una capacità di risposta rapida da parte dell'Unione. Generale è stata pertanto la valutazione che il Consiglio europeo straordinario di dicembre rappresenti un'opportunità unica e da non perdere.
  La Conferenza di Dublino ha sperimentato per la prima volta lo svolgimento, accanto alle sessioni plenarie, di sessioni tematiche parallele dedicate a temi specifici, un'innovazione che ha registrato un diffuso consenso tra i partecipanti per i riscontrati vantaggi di poter entrare più nel dettaglio delle singole questioni. Il workshop sul Corno d'Africa – a cui ha partecipato l'onorevole Artini – si è incentrato sulle caratteristiche del comprehensive approach realizzato nella regione dalle strutture dell'Unione europea, anche se il Presidente della sottocommissione sicurezza e difesa del Parlamento europeo, Arnaud Danjean, ha segnalato che non sono ancora stati del tutto superati alcuni problemi burocratici e soprattutto non si è adeguatamente chiarito quale sia la «catena di comando».
  Il secondo workshop – a cui ha partecipato l'onorevole Bergamini – è stato dedicato al ruolo dell'Unione europea nel processo di pace in Medio Oriente, con l'intervento del Rappresentante speciale Andreas Reinicke, cui hanno fatto seguito i commenti del Vice presidente del Seimas lituano, Petras Austrevicius, che si è soffermato sulle conseguenze della primavera araba e della crisi siriana. È stata ribadita l'esigenza di pervenire ad una soluzione globale, duratura e regionale che assicuri pace, stabilità e prosperità, sottolineando come tale obiettivo rappresenti un interesse fondamentale dell'Unione europea che dovrebbe accompagnare all'assistenza finanziaria l'esercizio di una leadership politica ad oggi ancora potenziale.
  A margine dei lavori della Conferenza, le delegazioni partecipanti hanno preso in esame alcune questioni procedurali relative a seguiti della Conferenza precedente tenutasi a Cipro il 9 e 10 settembre 2012. La prima questione riguardava la valutazione degli emendamenti al regolamento interno della Conferenza, a suo tempo presentati a non ancora trattati. Si è convenuto al riguardo di istituire un Gruppo di lavoro ad hoc che riferisca alla Conferenza nella prossima riunione prevista a Vilnius dal 4 al 6 settembre 2013. Il Gruppo sarà formato da un rappresentante dei Parlamenti irlandese, lituano e greco (tro   a presidenziale) e dei Parlamenti cipriota ed italiano, nonché del Parlamento europeo. La seconda questione riguardava la proposta cipriota di promuovere una missione di indagine nel Mediterraneo meridionale ed orientale. Anche alla luce delle perplessità sollevate da numerose delegazioni nazionali oltre che dal Parlamento europeo, la presidenza irlandese ha proposto, con il consenso generale, di rendere note tali osservazioni alla parte proponente, assente a Dublino, e di rinviare la decisione alla riunione prossima.
  La Conferenza è terminata con l'adozione per consenso delle Conclusioni, proposte dalla presidenza irlandese e parzialmente emendate, in cui si richiede il rafforzamento del controllo democratico della PESC e della PESD attraverso un più sistematico, regolare e tempestivo scambio di informazioni che coinvolga sia il livello nazionale che quello comunitario, al fine di migliorare e rendere più efficiente ed adeguato alle sfide comuni il meccanismo decisionale e la struttura operativa. In particolare, l'Alto Rappresentante è stato sollecitato a verificare sia la strategia del Pag. 39comprehensive approach sia il funzionamento del Servizio esterno. Con riferimento all'Africa, le Conclusioni incoraggiano l'Unione africana a svolgere un ruolo regionale, riconoscono la gravità della crisi in Mali e nel Sahel e registrano positivamente i primi risultati raggiunti nel Corno d'Africa. Si ribadisce altresì l'impegno per la pace in Medio Oriente, invitando ad intensificare il dialogo con la Lega Araba e con l'Organizzazione della Conferenza islamica, apprezzando peraltro il rinnovato interesse della rieletta amministrazione USA. Il documento conclusivo si sofferma quindi sul prossimo Consiglio europeo straordinario del mese di dicembre sulla difesa comune, in attesa del rapporto che l'Alto Rappresentante presenterà in tale prospettiva nel mese di settembre. Si riafferma in proposito l'importanza del pilastro della difesa per l'Unione europea, raccomandando l'adozione di una road map che consenta di superare l'attuale gap tra le capacità civili e militari, valorizzi, tra l'altro, le funzioni dell'Agenzia europea per la difesa e tenga conto del declino delle capacità industriali del settore. In ogni caso, il tema dovrà essere argomento della più ampia consultazione possibile con tutti i Parlamenti dell'UE.