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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 903 di venerdì 22 dicembre 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 10,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Amoddio, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Braga, Bressa, Brunetta, Caparini, Capezzone, Casero, Cenni, Cicchitto, Coppola, D'Alia, D'Ambrosio, Dal Moro, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dell'Aringa, Dellai, Di Gioia, Faraone, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Giacomelli, Gozi, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Giorgia Meloni, Meta, Migliore, Orfini, Paglia, Pannarale, Pes, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Rosato, Rughetti, Ruocco, Sanga, Sani, Sandra Savino, Scalfarotto, Scanu, Sibilia, Tabacci, Tancredi, Taranto, Valeria Valente, Vazio, Velo, Vignali, Villarosa, Enrico Zanetti e Zoggia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10,30.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,35.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2960 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (Approvato dal Senato) (A.C. 4768-A/R); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (A.C. 4768/I).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4768-A/R: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 e relativa Nota di variazioni.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso da ultimo l'esame degli ordini del giorno.

Avverto che il Governo ha presentato la seconda Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (Vedi l'allegato A) e che la Commissione bilancio ne ha concluso l'esame, ai sensi dell'articolo 120, comma 7, del Regolamento.

(Esame della seconda Nota di variazioni - A.C. 4768/II)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il relatore, presidente Boccia. Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Solo per informare l'Aula che la Commissione ha votato il mandato al relatore a riferire sulla Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020.

Il Governo ha trasmesso, come da prassi, la nota questa mattina e volevo sottolineare all'Aula che, per quanto riguarda il saldo netto da finanziare, i risultati in termini di competenza sono un miglioramento sul 2018 per 79 milioni di euro, un miglioramento sul 2019 per circa 14 milioni di euro e un miglioramento per il 2020 per circa 18 milioni di euro. In termini di cassa c'è un miglioramento nel 2018 per 100 milioni di euro, per il 2019 per 46 milioni di euro e per il 2020 un miglioramento pari a circa 78 milioni di euro.

Lo dico e lo sottolineo perché, anche rispetto al dibattito fatto ieri, era necessario far sì che l'Aula fosse assolutamente consapevole dei risultati finali di questa legge di bilancio, corposa, complessa, sulla quale hanno lavorato tutti i gruppi parlamentari e il Governo. Grazie.

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se intenda intervenire. Non intende intervenire.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Nel settantesimo anniversario dell'approvazione della Costituzione repubblicana.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Prima di passare alle dichiarazioni di voto, voglio ricordare che, in questo giorno e in quest'Aula, settanta anni fa, l'Assemblea costituente approvava a larghissima maggioranza la Costituzione della Repubblica italiana, poi entrata in vigore il primo gennaio del 1948 (Applausi).

Quella seduta parlamentare segnò l'atto di nascita dello Stato democratico in cui noi viviamo, uno Stato fondato sulla inviolabilità dei diritti umani, sul riconoscimento dell'uguaglianza e delle libertà di tutti i cittadini e le cittadine, come pure sui doveri inderogabili della solidarietà e rivolto ad assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni. Ci tenevo a ricordare questo importante momento di settanta anni fa (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4768-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale del disegno di legge di bilancio.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI . Grazie, signora Presidente, Governo, onorevoli colleghi. Dalle disposizioni contenute nella legge di bilancio emerge in modo chiaro l'obiettivo del provvedimento: tutela dei livelli occupazionali e delle filiere produttive, salvaguardia delle fasce sociali più deboli, dell'ambiente e della ricerca. Molte sarebbero le misure da richiamare, mi limiterò a citarne alcune per le quali il PSI ha lavorato con forza.

Mi riferisco alle disposizioni che aumentano di 76 milioni di euro il contributo in favore delle province e delle città metropolitane per il finanziamento delle funzioni fondamentali o a quelle concernenti la facoltà per gli stessi enti di assumere personale a tempo indeterminato.

In tema di messa in sicurezza dei territori, invece, ci preme sottolineare gli investimenti nella manutenzione della rete viaria provinciale, garantiti da un nostro emendamento approvato, un miliardo e 800 milioni in sei anni per rendere sicure le strade che attraversano il Paese.

Esprimiamo soddisfazione anche per l'approvazione della nostra proposta di modifica in merito agli interventi di demolizione delle opere abusive e saranno, infatti, erogati ai comuni contributi importanti per tutelare l'ambiente, il paesaggio e far rispettare le regole a chi costruisce in maniera fraudolenta.

Bene anche la possibilità, riconosciuta da un emendamento da noi presentato e sottoscritto, che sarà data alle concessionarie autostradali di affidare il 40 per cento dei lavori a società in house; con questo intervento siamo riusciti a salvare migliaia di posti di lavoro. Merita poi particolare attenzione la stabilizzazione dei ricercatori precari, il consolidamento di professionisti giovani e competenti; lo riteniamo fondamentale sia in termini di giustizia sociale, che ai fini della prosecuzione dell'attività di ricerca di alto livello in Italia. Inoltre, grazie all'impegno della collega Locatelli, è stato approvato l'emendamento che conferma i fini dell'attuazione del piano di azione, in ottemperanza alla risoluzione n. 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sulle donne, la pace, la sicurezza, e gli stanziamenti di 500 mila euro previsti per gli anni 2018-2019 e l'incremento di 1 milione di euro per il 2020. La legge di bilancio 2018, rispetto alla quale esprimo il parere favorevole della componente socialista, rappresenta, quindi, un passaggio fondamentale nell'attività politica di questa maggioranza. L'auspicio per il bene del Paese è che la prossima legislatura sappia mantenere questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldassarre. Ne ha facoltà.

MARCO BALDASSARRE. Grazie Presidente. Ci siamo, è l'ultima dichiarazione di voto della XVII legislatura. Non starò ad elencare tutto ciò che non ci piace di questa legge di bilancio, marchette sono state fatte a destra, a sinistra, e purtroppo, ormai, quello che è fatto, è fatto. Noi comunque voteremo “no”. Noi oggi consegniamo anche il Paese nelle mani della fortuna. Nei prossimi giorni riapre ufficialmente la campagna elettorale e cosa gli andiamo a raccontare agli italiani? La migliore scelta è rappresentata da Tizio o da Caio. Vi sprecherete in programmi elettorali che non potremo poi neanche attuare. Ce ne fosse uno che abbia la visione di questo Paese tra vent'anni.

Io vorrei uno Stato che, invece di immobilizzare un giovane disoccupato in una condizione di continua aspettativa, sappia anche insegnargli a sapersi creare delle opportunità, che sappia inventarsi, mettersi in gioco continuamente, invece di avere paura. Vorrei uno Stato che, invece di giocare in difesa, sappia cogliere anche nuove sfide dell'innovazione. Vorrei che i giovani che abbiamo formato, ai quali abbiamo dato un'istruzione, siano fieri di rientrare nel nostro Paese. Forse sono un sognatore, quello che certo è che, finché ne avrò, ne avremo le forze, continueremo a lottare, perché gli italiani si meritano un Paese, una classe politica, che sia dieci volte meglio di quello attuale.

Presidente, io ho una figlia che tra qualche giorno farà quattro anni, e sono stati quattro anni difficili, perché sono stati quattro anni in cui ho dovuto sacrificare molto sotto questo aspetto, sotto questo punto di vista, però è anche quello che facciamo qui e anche il motivo per cui siamo qui, ovvero lasciare ai nostri figli un Paese migliore di quello che i nostri genitori hanno lasciato a noi. Quindi, al di là di tutto, al di là dei vari interessi, delle varie bandiere, della campagna elettorale, questo è anche quello che noi dovremmo sempre tenere in mente per il futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, signor Viceministro, rappresentanti del Governo, colleghi, stiamo per dare l'ultimo voto a una manovra che abbiamo seguito in Commissione in questi giorni, una manovra che, a nostro parere, ma insomma a parere degli osservatori, anche quelli proprio più indipendenti, non è stata all'altezza delle aspettative, non ha resistito alle pressioni di un tempo difficile, di un tempo elettorale. Il Governo, a cui pure riconosciamo una certa forza di tenuta, non ha resistito a cedere, alla fine, alle sollecitazioni puntuali, localistiche, elettoralistiche, sacrificando una impostazione lineare, omogenea, di medio periodo, una visione che anticipasse le problematiche che si troveranno davanti il nuovo Parlamento e il nuovo Governo.

Le problematiche che riannodiamo per una memoria nostra, quasi come una consegna al futuro che è prossimo, riguardano i grandi temi della riduzione del debito pubblico, che è cresciuto in questi anni, della riduzione della pressione fiscale, che rischia di crescere ancora, della sburocratizzazione che soffre il Paese, soffrono le persone che contattiamo ogni momento soffocate da adempimenti, da lacci e da laccioli, da norme che non smettono mai di rendere difficile la vita ai cittadini, alle imprese, alle famiglie, del contrasto alla disoccupazione, che cresce, alla povertà che affligge il Paese, in particolare alcune aree del Paese, il Mezzogiorno, i giovani.

Insomma, si tratta di un tema grande, di temi importanti, di cui avremmo dovuto avere l'eco nella considerazione delle cose da fare, anche in questa legge di bilancio. Per noi è un'occasione perduta per dare un segno di fiducia alle imprese, alla ripresa degli investimenti nei settori produttivi, alla capacità effettiva di attrarre investimenti dall'estero, che continuano a latitare da un po' di anni nel nostro Paese. Una manovra limitata nella sua capacità di affrontare questi temi, oltre la necessaria sterilizzazione di una parte delle clausole di salvaguardia, che pesano sulla vita economica del Paese, per impedire l'incremento dell'IVA nel 2018.

Il Governo Renzi prima, il Governo Gentiloni dopo, portano la responsabilità di aver utilizzato male, secondo noi, la flessibilità ottenuta in Europa, per bonus, per una tantum, che non sono stati in grado di portare il Paese ai livelli di crescita dei nostri competitori europei, e di non aver saputo cogliere il dividendo di fattori positivi, di fattori esogeni, esterni, di assoluto favore: il robusto e ripetuto intervento dalla Banca centrale europea, il cambio favorevole, il basso costo delle materie energetiche. Restano le nostre perplessità sulle coperture della stessa manovra, una manovra di 20 miliardi coperta per il 40 per cento da risparmi di spesa ancora molto ipotetici, e per la rimanente parte, da un aumento delle entrate che rischiano di generare un ulteriore aumento della pressione fiscale, nonostante le rassicurazioni del Ministro Padoan.

Questa legislatura, colleghi, signor Presidente, signori del Governo, si chiude con il rammarico di aver sciupato, forse di aver sciupato, le opportunità che anche l'Europa aveva concesso con la flessibilità, senza affrontare i nodi strutturali che peseranno sul futuro del Paese, che sono il debito - il Tesoro emette 450 miliardi di euro l'anno e sostiene, nonostante il tasso favorevole, una spesa di 65 miliardi di euro di interesse -, ed una crescita troppo debole per agganciare la ripresa degli altri Paesi europei. Questa è l'eredità complessa, gravida di rischi, che lasciamo al prossimo Parlamento e al prossimo Governo. Sono alcune delle ragioni che ci portano ad esprimere, come componente di Direzione Italia, un voto contrario alla legge di bilancio, con l'auspicio che il prossimo Parlamento abbia la forza di non galleggiare e di mettere mano ai nodi essenziali per aprire sentieri di sviluppo duraturi per l'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente. La componente che rappresento darà voto favorevole alla legge di bilancio per l'anno 2018. Lo dichiaro subito, e non alla conclusione dell'intervento, perché l'argomentazione decisiva a favore della legge di bilancio è molto semplice: non ne possiamo fare a meno. Il ricorso all'esercizio provvisorio sarebbe un disastro per la credibilità del Paese, con conseguente aggravio degli oneri correlati al nostro enorme debito pubblico pregresso.

Quindi, compiuto il dovere di annunciare la nostra posizione, ritengo più opportuno soffermarmi sul rituale che accompagna da tempo l'approvazione della legge di bilancio, descritta con l'immagine davvero abusata dell'assalto alla diligenza, cui si è abbandonato, come riferiscono le cronache odierne, persino il presidente Boccia. Attorno alla durata e alla fatica delle sedute notturne è addirittura nata una sorta di “reducismo” - “io c'ero” -, con l'elenco delle sedute notturne, le dispute intorno alla loro durata, i confronti con quelle degli anni precedenti e così via.

Poiché c'ero, non posso che reiterare l'espressione della più sincera ammirazione nei confronti del Vice Ministro Morando, qui presente, e sempre presente in Commissione, attento, documentato, infaticabile. Il confronto con Morando è per tutti noi impietoso, perché nessuno riesce ad emularlo appieno. Tuttavia, quest'anno - scusatemi, cari colleghi - si respirava un'aria di disorganizzazione, di approssimazione, anche peggiore di quelle cui eravamo abituati, credo a causa di una circostanza particolare che merita qualche attenta riflessione. Gran parte delle poche risorse distribuibili erano già state fagocitate dal Senato, e allora si è pensato di forzare l'interpretazione delle norme per consentire interventi di tipo ordinamentale in ogni possibile direzione. Mentre qualche elargizione, rigorosamente bipartisan - l'ho già detto ieri e lo voglio sottolineare - dell'ultima e dell'ultimissima ora rientra, come si diceva, nel folklore, rischia magari di sconfinare nel clientelismo, se non proprio nel malcostume, intervenire al termine di notti insonni su una miriade di norme può avere effetti ben più disastrosi.

Questa prassi, purtroppo consolidata, costituisce un sintomo della somma dei malanni cronici che affliggono il Parlamento e che temo possano portare ad un esito infausto. La qualità della legislazione dovrebbe essere il primo metro di giudizio rispetto ad un organo che esercita il potere legislativo, ed è opinione diffusa nel nostro Paese che vengano prodotte troppe leggi e spesso anche scritte male. Invece, openpolis, strumento semi ufficiale di valutazione dell'attività dei singoli deputati, valorizza la presenza attraverso il numero dei voti, la presentazione di mozioni e di ordini del giorno (quasi sempre inutili), e valorizza gli interventi in aula e, ahimè, gli emendamenti. Ebbene, lo so che la mia voce non è particolarmente autorevole, ma ribadisco che non si può legiferare a colpi di emendamenti. In molte circostanze ho sottolineato che la scarsa qualità dei testi legislativi dipende dall'effetto certamente indesiderato di norme regolamentari obsolete che non si ha il coraggio di cambiare. Bisogna privilegiare il lavoro delle Commissioni in forme nuove, che comprendano l'elaborazione collegiale del testo e scoraggino l'iniziativa, talvolta esibizionistica, del singolo.

Quando si parla di riformare i Regolamenti, l'opinione pubblica si concentra ahimè solo sui costi e sul trasformismo. Anche il recentissimo intervento del Senato va nella direzione di restringere l'iniziativa politica dei parlamentari che lasciano il gruppo in cui sono stati eletti, e temo che l'opinione pubblica plauda a quello che considero un gravissimo errore. Questo è un Parlamento di nominati, così come lo sarà il prossimo. Dopo la morte dei partiti, i leader dei movimenti politici vogliono deputati esecutori della propria volontà. A che cosa serve un Parlamento così? Possiamo ancora chiamarlo Parlamento? Guardate che lo si può sostituire con una micro assemblea in cui i leader decidono con voto plurimo in proporzione ai consensi ottenuti alle elezioni, si avrebbe un grandissimo risparmio di risorse e di tempi e si risolverebbe definitivamente il problema di fedeltà dei parlamentari nominati ma non sufficientemente riconoscenti al nominante, ma questo non è lo spirito della nostra Costituzione.

Presidente, lei ha ricordato che oggi è una data importantissima nella storia del nostro Paese: qui veniva approvata, settanta anni fa, la Costituzione a cui tutti noi siamo - forse tutti no, comunque una buona parte di noi - sinceramente affezionati. Credo però che dovremmo essere affezionati alla Costituzione nei suoi principi portanti, e che non si creda che cambiare solo un pezzo della Costituzione possa non avere esiti magari indesiderati nei confronti del suo complesso.

Presidente, proprio per rispetto e fedeltà ai valori che hanno ispirato i padri costituenti, voglio ribadire che il culto di capi e capetti da parte di persone non libere ci porterà a forme nuove, più tecnologiche, di dispotismo. Riflettiamoci. Lo so che sono pensieri angosciosi, ma è proprio con l'angoscia della prossima fine o della progressiva mutazione del Parlamento che concludo questo mio ultimo intervento in quest'Aula, che rappresenta più d'ogni altro luogo lo stato della democrazia nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civici e Innovatori-Energie PER l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, vorrei cominciare aderendo alle cose dette dal collega che mi ha preceduto e che si sono espresse anche nel fatto che noi abbiamo avuto molto tempo in Commissione per trattare su mille questioni particolari, pochissimo tempo in Aula per discutere dei grandi problemi del Paese. Noi voteremo contro questa legge. Voteremo contro perché il primo problema del Paese è il debito pubblico, e questo problema non è stato aggredito con la decisione necessaria. Noi oggi godiamo di un ombrello ancora dispiegato dalla Banca centrale europea, che non durerà ancora molto a lungo. E se non riusciamo a riguadagnare una posizione di chiara, forte, caduta del debito pubblico che rassicuri i mercati sulla nostra capacità di far fronte a questo debito enorme, se non riusciamo a ottenere entro tempi brevi questa forte caduta dell'indebitamento, rischiamo di trovarci davanti a una situazione di collasso e di crisi finanziaria. Non ne ho sentito parlare, non c'era tempo per parlarne, invece questo avrebbe dovuto essere uno dei perni della discussione dell'Aula del Parlamento su questo disegno di legge.

Il secondo problema è la caduta degli investimenti. È inutile fare retorica sul fatto che i nostri giovani devono trovare lavoro. I nostri giovani trovano lavoro se facciamo investimenti pubblici che attivano investimento privato e che creano quell'abbondanza di posti di lavoro di cui c'è bisogno, non assumendo nella pubblica amministrazione per guadagnare la riconoscenza degli assunti, ma rendendo più competitivo il sistema Italia. Quindi, investimenti in infrastrutture materiali e in infrastrutture immateriali, migliorando la qualità della formazione professionale, la qualità dell'università, la qualità della ricerca scientifica, permettendo alle imprese italiane di produrre su brevetto e sostenendo in questo, che è il modo più efficace, le imprese italiane, che ci hanno salvato dalla rovina, perché se ci siamo salvati è per un enorme sforzo del sistema delle imprese, che ha fatto crescere enormemente le esportazioni italiane, assai bisognose però di guida e di sostegno da parte di un'adeguata politica pubblica. Tutto questo non c'è.

Signor rappresentante del Governo, sì, siamo consapevoli dei suoi tentativi e di tante cose che sono state fatte. Troppi segnali mandati in troppe direzioni, mancanza della capacità politica di scegliere priorità. Il terzo motivo, ma forse il primo, è che il Paese soffre di un problema grave di povertà: povertà di giovani che non trovano lavoro, povertà di disoccupazione, che va affrontata creando posti di lavoro veri, cioè con gli investimenti, e anche povertà la quale deriva da circostanze nelle quali il lavoro non è sufficiente. Abbiamo anche i poveri che lavorano, la povertà di chi un posto di lavoro ce l'ha. Abbiamo la povertà delle famiglie, delle famiglie numerose. Anche qui, è mancata la capacità di fare una scelta forte, chiara, precisa, la quale, oltre a sostenere la povertà, verrebbe incontro a un altro gravissimo problema del Paese, che è la crisi demografica, che non si risolve solo dando sostegni economici alle famiglie numerose, ma che viene sostenuta anche dentro un cambiamento culturale, che sarebbe già testimoniato dal fatto di vedere questa priorità, che il Governo non ha visto.

Infine, il grande tema della ricerca, vi ho accennato già prima. I poveri del mondo stanno crescendo e ci fanno concorrenza su lavori dai quali noi usciremo. Da certi settori merceologici il Paese è uscito o sta uscendo. Come si compensa questo? Avendo la capacità di fare cose che i poveri del mondo ancora non sanno fare, con lavori che non richiedono tanto la forza delle braccia quanto la forza dell'ingegno: mille manovali non possono fare il lavoro di un ingegnere. E allora noi abbiamo bisogno di dare ai nostri giovani il livello di formazione, ma soprattutto la capacità di lavorare su brevetto: il brevetto crea un ambito in cui la concorrenza sul costo del lavoro è esclusa.

Ci sono due tipi di concorrenza: una è quella sul costo del lavoro e sui diritti dei lavoratori, e noi abbiamo compresso costo del lavoro e diritti dei lavoratori, diciamocelo; l'abbiamo fatto perché costretti dalla congiuntura, dalla situazione, ma l'abbiamo fatto. L'altra concorrenza, l'altra capacità di competere e su cui dobbiamo puntare, è quella che invece fa perno sull'innovazione di prodotto: fare cose nuove che gli altri non sanno fare; sull'innovazione di processo: fare in modo nuovo e più economico cose che prima si facevano in modo diverso e più dispendioso. Su questo si qualifica un'azione di Governo che nel lungo periodo vuole portare il Paese fuori dalla crisi!

Certo, dentro un contesto europeo: l'altra cosa che manca molto, anche se riconosciamo alcuni segnali positivi che sono emersi, è una capacità dell'Italia di sedersi nei tavoli europei. E vorrei dire ai colleghi che ce l'hanno con l'Europa: il nostro problema non è l'Europa! In Europa noi contiamo teoricamente tantissimo; contiamo praticamente poco perché non ci sappiamo stare, perché non abbiamo una politica europea di lungo periodo, perché spesso non abbiamo una classe dirigente preparata a intervenire nelle grandi questioni europee, facendo valere dentro la formulazione del bene comune europeo la giusta considerazione degli interessi del popolo italiano.

Per tutte queste ragioni, signor Ministro, rinnovandole la stima, a lei e al presidente della Commissione, che avete tentato di ridurre quantomeno l'assalto alla diligenza, cioè la dispersione di risorse che impedisce di fare scelte politiche vere, con tutto ciò noi voteremo contro questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lorenzo Dellai. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Signora Presidente, signor Viceministro, membri del Governo, colleghe e colleghi, votiamo oggi l'ultima manovra finanziaria di questa anomala legislatura, e perciò la nostra dichiarazione di voto sarà tutta politica e non sui contenuti del provvedimento, che peraltro contiene molte luci e alcune ombre. Tra queste, quasi tra parentesi, vorrei solo citare come esempio emblematico la superficiale disattenzione con la quale è stato respinto un nostro emendamento riguardante la tutela infortunistica dei vigili del fuoco volontari, che oggi prestano un servizio fondamentale e gratuito nel nostro Paese senza nessuna forma di copertura in caso di incidenti. Cito solo questo punto che può apparire marginale rispetto ai temi più gettonati nel circo mediatico, ma che marginale non è affatto, per dire che talvolta è anche nelle piccole decisioni che si disvela il rischio di tutelare solo chi ha poteri o strumenti di pressione organizzati.

Ma, dicevo, la nostra dichiarazione di voto convintamente positivo a questa ultima manovra vuole essere tutta politica. Vogliamo in primo luogo confermare il nostro giudizio politico su questa legislatura, durante la quale abbiamo sostenuto con coerenza, ma anche con autonomia e libertà, i Governi Letta, Renzi e Gentiloni. Il bilancio finale contiene anche fallimenti, passi falsi e forzature, che non abbiamo condiviso sia nel merito che nel metodo, ma non si può dare un giudizio senza la memoria del punto di partenza e delle contraddizioni politiche oggettive nelle quali si è operato. Parlo della memoria attorno alla fragilità strutturale della politica e delle istituzioni pubbliche del nostro Paese, una fragilità che viene da lontano; ma parlo anche della memoria di dove l'Italia era finita in quel drammatico 2011, e voglio dire che, senza il lavoro del Governo Monti e delle forze politiche che lo hanno sostenuto fino in fondo, talché qualcuno si è invece sfilato lungo la salita, i Governi di questa legislatura non avrebbero potuto accompagnare il Paese verso il sentiero della ripresa e recuperare, ancora in modo non definitivo peraltro, credibilità e affidabilità in sede europea.

Sappiamo bene che questo percorso è stato doloroso soprattutto per la larga parte del ceto medio e delle fasce popolari, e ciò che si sta facendo, anche con questa manovra, va nel senso di un parziale e progressivo risarcimento di questo sacrificio, senza del quale il baratro non sarebbe stato evitato, con danni ben peggiori proprio per la maggioranza meno tutelata degli italiani. E sappiamo anche che dire questo sembra oggi sconveniente e politicamente non opportuno, tanto che qualcuno tende a dire che la ripresa inizia col suo ingresso a palazzo Chigi, ed altri disconoscono oggi il ruolo coraggioso e nobile da essi avuto in quel frangente che ha salvato l'Italia. In fin dei conti, la crisi di identità del centrosinistra deriva anche, certo non solo, da questi due errori di narrazione.

Noi invece vogliamo mantenere e ribadire questa memoria, poiché abbiamo ben presente ciò che ebbe a dire Alcide De Gasperi, l'anti-populista come lo ha definito un libro presentato proprio ieri. Disse: la democrazia per essere forte deve anche essere contro la demagogia, anche a costo di sacrificare il nostro momentaneo interesse. Questo monito dovrà accompagnarci anche nel prossimo futuro: il festival delle promesse facili verso tutti e su tutto, che già si intravede in questo inizio di campagna elettorale, può solo portare il Paese indietro, fuori dall'Europa, fuori da una rotta di vero futuro per la nostra comunità e soprattutto per i giovani e i ceti popolari.

Noi apprezziamo in questo senso il costante richiamo alla responsabilità del Capo dello Stato e l'atteggiamento di serietà istituzionale e di realismo del Presidente Gentiloni. Solo questa cifra morale può aiutare la politica a recuperare la stima dei cittadini e a ricostruire le basi per un consenso che non sia effimero e volubile tifoseria, ma condivisione di un percorso e di una meta comune. Occorre un credibile appello per la partecipazione di tutti alla ricostruzione morale, civile e materiale di un Paese che per troppo tempo, senza una guida politica sobria, seria e responsabile, ha visto crescere al proprio interno ingiustizie e disuguaglianze, furbizie, dissipazione delle risorse ed egoismi giustificati come diritti.

Si parla spesso della necessità per il Paese di ritrovare un suo centro politico; ma il centro politico non è una congettura tattica o topografica di breve momento: è la capacità di interpretare un punto di equilibrio evolutivo della democrazia, attitudine inclusiva e impegno per ricucire i legami sociali che si stanno lacerando, ricostruzione di uno spirito di comunità e di solidarietà, senza del quale la democrazia rappresentativa perde la sua vocazione alla giustizia, e dunque la sua legittimazione morale. È rifiuto di una democrazia delle solitudini, dei rancori, degli individualismi, che sono a ben vedere insieme il prodotto ed il nutrimento del populismo. È riformismo autentico, perché condiviso anche se difficile e talvolta sconveniente. Centro non è moderatismo: è inquietudine e tensione al cambiamento che si fa moderazione, senso di misura, sobrietà, mediazione. Non sono queste brutte parole, sono la cifra distintiva di una cultura istituzionale e di una visione della politica: di questo il Paese ha urgente bisogno!

Il panorama non è confortante: la strada è tutta in salita, e non sarà una lista civetta a poter alzare credibilmente questa bandiera, e in ogni caso se così fosse non ci interesserebbe. Ci interessa invece provare a dare il nostro contributo ad un progetto politico, civico e popolare di lungo periodo, capace di riproporre in termini nuovi questa cultura e di ridare un senso vero e non fittizio alla parola “coalizione”. Una parola bandita ed irrisa fino a pochi mesi fa, nella falsa illusione che la semplificazione della politica potesse rendere più moderno il sistema, ed oggi invece tornata in auge. Ma coalizione è una parola esigente e pesante: significa ad un tempo diversità rispettata e patto comune; e significa soprattutto condividere una proposta al Paese.

Il calendario è incombente, il sistema elettorale bizzarro, il terreno assai poco agevole. Ma questo è il tempo che ci è dato di vivere e noi nella nostra libertà alla quale non intendiamo comunque rinunciare ci impegneremo a viverlo con generosità e fiducia.

Signora Presidente, mi permetta infine di ringraziare i colleghi che ho avuto modo di rappresentare quale capogruppo in questi cinque anni; di esprimere un sentimento di gratitudine sincera alla comunità regionale che nel 2013 mi ha eletto e soprattutto mi permetta di dire che per me è stato un grande onore fare parte di questa Assemblea, la quale, nonostante le nostre debolezze e le nostre fragilità, che sono poi le debolezze e le fragilità del Paese, custodisce tutto intero il passato ed il futuro dell'Italia democratica, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Solidale-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, state per approvare, a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, una manovra di bilancio che costa ben venti miliardi. Se fossero destinati a dare nuovo impulso all'economia, a combattere la povertà, a sostenere le aziende soffocate da tasse e burocrazia sarebbero una cifra dignitosa, ma di questi venti miliardi appena quattro sono per interventi veri, gli altri sedici servono a evitare che scattino gli aumenti dell'IVA e della benzina per soldi precedentemente dilapidati in mance elettorali, aumento della spesa pubblica, regalie alle banche amiche del PD fallite per le spese allegre e i finanziamenti senza garanzia erogati ad amici e compagni di partito.

Sarebbe un gesto veramente necessario concludere questo calvario quinquennale inflitto agli italiani almeno con un gesto riparatore, facendo dimettere il Ministro Boschi dal momento che è perfettamente chiaro che ha mentito al Parlamento quando dichiarò di non aver fatto pressioni per Banca Etruria, il cui vicepresidente era il padre, nel tentativo di salvarla dal crac. La signora Boschi non era Ministro dell'economia, ma delle riforme e non aveva alcuna competenza per andare a trattare con i banchieri, se non quella di rappresentare gli interessi della sua famiglia. Nel suo incontro con l'amministratore delegato di UniCredit Ghizzoni gli ha candidamente proposto l'acquisizione della Banca in cui era invischiata la sua famiglia e, siccome la risposta tardava, lo faceva sollecitare dal faccendiere rosso Carrai, noto amico di Renzi, che, attraverso una e-mail, precisava che il sollecito avveniva - cito testualmente - “nel rispetto dei ruoli”. Già, ma quali ruoli? Carrai non ne aveva e, quindi, evidentemente si riferiva a ruolo del Ministro Boschi.

Tornando al ragionamento iniziale, state dunque approvando una legge di bilancio finanziata per metà (quasi 10 miliardi) in deficit e questo talmente preoccupa l'Europa da avere già fatto stabilire alla Commissione di rivedere i conti italiani il prossimo mese di maggio, perché ritiene servano altri 5 miliardi per continuare un percorso credibile di riduzione del debito. State avvelenando i pozzi per chi governerà dopo, ben sapendo che non sarete voi. Fatto sta che nel mese di settembre il debito pubblico italiano è arrivato a quasi 2.300 miliardi di euro, 4,4 miliardi in più rispetto al mese precedente.

Noi non ci siamo limitati a criticarvi, abbiamo cercato di dare buoni consigli, per salvare certamente non voi, che meritereste la damnatio memoriae, ma la nostra comunità. Vi abbiamo proposto di intervenire sulla famiglia per risolvere il tasso di natalità in Italia che continua a registrare record negativi: un assegno per i figli di 400 euro al mese per i primi sei anni di vita, un importo dignitoso che potesse aiutarle a sopportare le spese per i figli, e un bonus per i nuclei familiari con un ISEE fino a 50.000 euro e, quindi, un numero infinitamente maggiore rispetto a quello previsto da voi. Avete risposto prendendo per i fondelli cittadini con la presunta stabilizzazione del bonus bebè, senza dire di aver dimezzato l'importo da 960 a 480 euro l'anno (praticamente non ci si pagano neppure i pannolini) e ridotto la durata da tre anni a un anno.

La seconda proposta che presentiamo ogni anno è l'applicazione dell'IVA al 4 per cento sui prodotti per la prima infanzia, una misura che costa solo 100, 120 milioni di euro l'anno, ma che voi vi ostinate a non considerare.

Abbiamo chiesto 10 milioni per aumentare l'importo degli assegni familiari e rendere più efficiente questo servizio, mal gestito dall'INPS, per arginare il fenomeno della moltiplicazione di famiglie povere e introdurre il quoziente familiare per alleggerire il carico fiscale, in particolare su quelle numerose.

Vi abbiamo proposto di aumentare il fondo per coloro che accudiscono un familiare affetto da disabilità, perché i 20 milioni l'anno stanziati sono un'elemosina e uno sberleffo per la gente che soffre, e vi abbiamo chiesto di farlo tagliando solo 180 milioni su oltre 4 miliardi del budget per gli immigrati. Ma, evidentemente, le famiglie italiane con un parente disabile non vi interessano troppo, probabilmente perché questo servizio non viene gestito dalle vostre cooperative e non fa lucrare nessun intermediario.

A proposito di immigrazione, vi abbiamo sfidato a destinare risorse al fondo rimpatri, una cassa esangue, perché voi non considerate seriamente la possibilità di rispedire a casa - come sarebbe necessario - quegli stranieri che non fuggono da guerre e persecuzioni, ma sono solo immigrati economici e come tali andrebbero trattati. Non vi è piaciuto; preferite tenere qui anche chi non ha diritto, che tuttavia fuoriesce dai centri d'accoglienza dopo il diniego delle commissioni prefettizie e si riversa ai bordi delle grandi città, costituendo un vero e proprio esercito di fantasmi, senza identità e controllo, spesso assoldati come manovalanza dalla criminalità. Altro che solidarietà, è questo il vero razzismo!

Vi abbiamo chiesto di mettere le spese per l'immigrazione interamente a carico dei fondi europei, perché siamo il confine meridionale dell'Europa. Vi abbiamo chiesto di fissare un limite alla spesa che lo Stato può sopportare mensilmente per un migrante e che tale limite fosse pari alla pensione sociale che percepiscono gli italiani, un parametro equo e di assoluto buonsenso. Avete detto di no, in una visione forse drammaticamente coerente per voi, secondo la quale ci si deve occupare prima degli immigrati irregolari e poi dei propri cittadini. Siete addirittura riusciti a prevedere un bonus rivolto esclusivamente all'assunzione di rifugiati, escludendo gli italiani!

Vi abbiamo proposto di affrontare l'emergenza dei roghi tossici nei campi nomadi, fenomeno che ha assunto dimensioni inquietanti, sia sotto il profilo dell'illegalità sia per i danni alla salute pubblica, inviando un contingente dell'Esercito, come era già stato fatto per l'emergenza Terra dei fuochi.

Sembrava che il Ministro Minniti fosse d'accordo, perfino l'improbabile sindaco di Roma Virginia Raggi si era espressa favorevolmente, ma, quando si è trattato di passare dalle promesse ai fatti, avete votato contro. Dirvi a favore serviva solo a tentare di recuperare un rapporto con centinaia di migliaia di persone oneste, che non sopportano più i nomadi perché non hanno più nulla a che vedere con gli antichi girovaghi, giostrai, allevatori di cavalli, artisti di strada, animatori di spettacoli circensi, che avete in mente, infarciti come siete di astratta demagogia, che fa indispettire anche il vostro elettorato. L'attività esclusiva oggi dei nomadi è illegale e oscilla dallo sfruttamento dei minori al trattamento illecito dei rifiuti, con l'appendice dei roghi tossici, un fenomeno che coinvolge poche migliaia di delinquenti e che potrebbe essere risolto in poco tempo, se solo voi lo voleste.

Anche sulla sicurezza avete bocciato ogni nostra proposta. Non ci tenete alla sicurezza del cittadino, preferite giustificare i delinquenti. Vi abbiamo proposto di ridurre la pressione fiscale sulle persone con l'introduzione della flat tax solo sui redditi incrementali rispetto all'anno precedente, cioè a costo zero per lo Stato, in modo tale da togliervi qualunque alibi, utile a dare ossigeno alle piccole imprese e ai professionisti, creando investimenti e sviluppo, anche attraverso la cancellazione - almeno per loro - dello split payment. Sarebbe stato un bell'incoraggiamento a investire e a far emergere l'evasione in maniera spontanea, ma siete sordi. La crisi di liquidità delle aziende non vi interessa, la disoccupazione non vi tocca, per voi l'importante è salvare le banche.

Stessa sorte hanno subìto le nostre proposte su esodati, opzione donna, lavoratori precoci. Siamo felici, invece, di avervi costretto a rincorrerci nella difesa del commercio su aree pubbliche, su cui stava per abbattersi la mannaia della “direttiva Bolkestein”: non avete risolto il problema, ma abbiamo fatto respirare qualche centinaio di migliaia di lavoratori facendovi cambiare idea, dopo anni di vostri voti contrari sull'esclusione di questo settore dalla direttiva europea e sulla proroga.

Allo stesso modo abbiamo salvaguardato i lavoratori precari dei Vigili del fuoco, seguiti da Fratelli d'Italia negli anni con grande cura.

Voglio concludere augurandovi buon Natale! Sì, avete sentito bene: in uno Stato orgogliosamente laico, si può laicamente augurare buon Natale! Si può fare il presepe a scuola e a casa, diversamente da quello che stanno producendo le vostre teorie sull'integrazione, perché queste tradizioni, pure ispirate dalla religione, sono pezzi di cultura e identità di un popolo che vanno al di là della stessa fede.

Posso dire buon Natale a chi non crede in Dio, perché, così facendo, gli offro un pezzo importante delle mie convinzioni più profonde e sono ben felice di poter ricevere analoghi auguri da chi crede in un altro Dio in occasione delle sue festività: si chiama “cultura del dono” e - concludo, Presidente - presuppone ovviamente che non si smantelli alcuna identità, semmai la si valorizzi, altrimenti non ci sarà più nulla da donare, da integrare e da scambiare.

Voi volete un mondo triste e uguale, noi no! Vi combatteremo fino in fondo per salvare le differenze che lo arricchiscono. Voteremo contro questa legge, perché peggiora lo stato della nostra economia…

PRESIDENTE. Concluda…

FABIO RAMPELLI. …e soprattutto perché favorevoli a un altro modello di società, a un'altra Italia: la costruiremo presto senza di voi. Buon Natale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Grazie, deputato Rampelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Zanetti. Ne ha facoltà.

ENRICO ZANETTI. Grazie, Presidente. Il gruppo Noi con l'Italia - Scelta Civica voterà contro questa legge di bilancio, una legge di bilancio all'apparenza mastodontica, ma che, in larga parte, nei saldi di bilancio, si limita a rinviare di un anno l'aumento dell'IVA; una legge di bilancio che è lo specchio di quest'ultimo anno di legislatura, ad andamento sempre più lento; una legislatura che termina così come è cominciata: nel segno dell'immobilismo crescente.

Nel mezzo è successo molto, ma alla fine è stato prodotto molto meno di quanto si sarebbe potuto. Troppe le misure non strutturali, destinate a non lasciare il segno nel tempo; poche, ma buone, le misure strutturali su IRPEF, IRAP, IRES e TASI prima casa, misure che, però - va detto con chiarezza -, resteranno strutturali solo nella misura in cui la maggioranza e il Governo che verranno saranno capaci di riassorbire 19 miliardi di euro di clausole di salvaguardia, che vengono lasciati loro come eredità tutt'altro che esaltante.

La nostra sfida nella prossima legislatura sarà quella di mettere in sicurezza ciò che di questa legislatura merita di essere preservato e che comincia a venire riconosciuto come tale anche da chi, in questi anni, lo ha sempre negato; sarà però soprattutto quella di fare arrivare finalmente il turno dei penultimi di questo Paese, quel ceto medio di liberi professionisti, piccoli imprenditori, quadri aziendali e della pubblica amministrazione che in questi anni è rimasto completamente tagliato fuori, sia dagli interventi rivolti ai lavoratori dipendenti a reddito medio-basso, sia dagli interventi rivolti alle imprese medio-grandi.

La flat tax è un progetto realizzabile, naturalmente se inteso come progetto di legislatura e non venduto come miracolo da attuare da un anno per l'altro; noi ci batteremo perché il primo step - questo sì realizzabile sin dal primo anno - si concentri sull'abolizione dell'aliquota del 38 e del 41 per cento, creando così una prima flat tax del ceto medio per i redditi da 15.000 a 75.000 euro.

Serve, infatti, un centrodestra capace di ragionare non soltanto per promesse immaginifiche, ma anche per declinazioni concrete e attuabili di quelle stesse parole d'ordine. È una questione di serietà che, per fortuna, sono ancora in molti i cittadini ad apprezzare in questo Paese.

Ci batteremo perché ci sia una vera riforma del rapporto tra fisco e contribuente, per mandare in soffitta la politica della caccia al gettito di chi è già emerso ed è facile da tartassare, a favore della vera lotta all'evasione di chi è sommerso ed è difficile da tassare: bastano poche, semplici misure, alcune di carattere normativo, altre di riorganizzazione delle convenzioni e degli uffici fiscali.

Serve, ovviamente, la volontà politica, quella che è sempre mancata dal 2006 in avanti ai ministri dell'economia che si sono succeduti e che hanno letteralmente scelto di consegnare in modo acritico le chiavi del fisco italiano a burocrazie fiscali di consiglieri e dirigenti, cambiati davvero troppo poco in questi lunghi anni. Ci batteremo inoltre per una vera semplificazione; questo è il vero fallimento totale anche degli ultimi Governi, purtroppo, ed in modo particolare di quest'ultimo Governo Padoan - Gentiloni, capace pure in questa manovra di ragionare sempre e soltanto per obblighi e mai per premialità, come dimostrano anche le scelte sulla fatturazione elettronica. Per fare questo serviranno in particolare due cose nella prossima legislatura: la prima, una maggioranza chiara che attui un programma condiviso davanti agli elettori e altrettanto chiaro nei suoi contenuti e nelle sue priorità onde evitare l'immobilismo latente e crescente di governi come quello Letta e Gentiloni; la seconda, la capacità di lavorare insieme e valorizzare in positivo le competenze e le diverse sensibilità politiche. Questo per evitare l'ordalia della personalizzazione lideristica che divide il Paese anche sulle battaglie che dovrebbero unire, come avvenuto con il Governo Renzi. Noi con l'Italia si presenterà alle prossime elezioni e sarà decisiva nella prossima legislatura perché accadano entrambe queste due cose. Se c'è un programma condiviso davanti agli italiani, ed è questo l'unico tema politico da affrontare quanto prima, non esistono veti, esistono sono i voti necessari per evitare larghe o strette intese di palazzo; quanto alla personalizzazione lideristica fine a se stessa è qualcosa da cui rifuggiamo al punto da averne fatto la cifra stessa del nostro simbolo. Insomma, servono meno candidati premier e più squadre di competenze tecniche e politiche, meno spazio all'io premier e più spazio a Noi con l'Italia. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, deputato Zanetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Signori del Governo, colleghi e colleghe, noi del gruppo di Sinistra italiana - Possibile voteremo contro questa legge di bilancio. Questa è una legge che è il suggello di un'azione di governo fallimentare, la brutta conclusione di una legislatura all'insegna delle politiche di austerità, della riduzione della spesa pubblica, della precarizzazione del mercato del lavoro, dei bonus, delle misure spot ed elettoralistiche. I dati sono noti, sono conosciuti: dall'inizio della crisi gli investimenti pubblici sono calati del 35 per cento, la capacità produttiva del 27, il PIL del 6,4; ci sono 11 milioni di italiane e di italiani che rinunciano a curarsi perché non possono pagarsi i ticket! Cinque milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta e l'Istat, qualche settimana fa, ci ha detto che metà delle famiglie italiane è a rischio povertà. Le politiche dei governi Renzi e Gentiloni sono state subalterne al fondamentalismo ideologico di un liberismo monetarista ottocentesco, magari dal volto umano: ma di che volto umano parliamo quando milioni di persone devono vivere con 500 euro al mese? Di che volto umano parliamo quando quasi il 40 per cento dei giovani è senza lavoro? Di che volto umano parliamo quando il Mezzogiorno è tagliato fuori dal resto del Paese? Sì, siete stati subalterni alla destra, e quando l'ex Premier Renzi dice “meno tasse per tutti”, copia Berlusconi; ma quando aggiunge “ma noi lo facciamo” dice a Tremonti “siamo più bravi di voi a fare le vostre politiche”. Il programma fiscale di Renzi è la continuazione di quello di Tremonti, con altri mezzi. D'accordo, siamo d'accordo: meno tasse per i lavoratori, meno tasse per la povera gente, meno tasse per i pensionati, ma ben poco avete fatto. Ma perché volete anche meno tasse per i super ricchi, per i grandi patrimoni, per gli speculatori finanziari e per Amazon? Che paese è un paese in cui un lavoratore di un call center paga in proporzione più tasse del suo proprietario e un magazziniere di Amazon vede che anche con questa legge di bilancio gli fate pagare in proporzione più tasse del suo boss? Vedete, dopo qualche anno della vostra cura di spot pubblicitari l'Italia è un Paese più disuguale, dove i poveri sono aumentati: c'è più sofferenza sociale, più dolore esistenziale, più depressione economica. Avete sbagliato completamente le politiche: avete privilegiato le regalie fiscali (come Tremonti d'altronde) agli investimenti pubblici! Il lavoro si crea con gli investimenti, non con le mance fiscali! Avete scelto il bonus bebè invece degli asili nido, avete trasformato il mercato del lavoro in un mercato dei lavoratori, i lavori in dei lavoretti. Un mese fa, solo un mese fa avete rinviato in Commissione la nostra legge che ripristinava l'articolo 18 con la scusa che avreste messo nella legge di bilancio una misura per rendere più onerosi i licenziamenti: ma che! I deputati del PD che avevano propagato questa fake news, quando il Governo in Commissione ha dato parere negativo, si sono dileguati o per la vergogna o per viltà e in cinque anni avete speso 62 miliardi di bonus e di sgravi fiscali: soldi buttati. Certo, per gli italiani meglio averli che no, ma con quei soldi si poteva fare ben altro, molto di più. Si poteva varare un piano straordinario di investimenti pubblici, che avrebbe creato lavoro, avremmo potuto abolire i super ticket, avremmo potuto garantire l'istruzione gratuita fino a 24 anni, avremmo messo in sicurezza 10 mila scuole e fatta una seria lotta al dissesto idrogeologico e molto altro. Sarebbe stato un Paese migliore.

Avete scelto di buttare 62 miliardi in bonus e sgravi per due motivi: per una ragione elettoralistica e pubblicitaria e per la scelta ideologica di una politica economica di un mainstream fallimentare ben conosciuto. Non avete pensato al bene del Paese e intanto, nelle previsioni del DEF, la spesa pubblica per sanità e istruzione calerà in percentuale al PIL. Così in questi anni avete trasformato il welfare in una giungla di mercati sociali e di mancette compassionevoli, avete trasformato i cittadini in clienti, i servizi per la salute in consumi sanitari a pagamento.

Questa legge di bilancio è una piccola cosa, una cosetta, una legge piccola piccola: spiccioli per il lavoro, elemosine per il sociale e resto mancia per le pensioni. Questa legge di bilancio è un mostro a tre teste, l'ho detto ieri. Alla prima testa, quella uscita da Palazzo Chigi, se n'è aggiunta una seconda, quella del Senato, e poi, come in un gioco di prestigio, eccone una terza, la terza testa della Camera.

Nella mitologia antica ci sono alcuni mostri a tre teste: uno è Gerione, quello di cui ci parla Dante nel XVII canto dell'Inferno, canto dedicato agli usurai, un canto che forse qualche sottosegretario farebbe bene a rileggersi, in cui si parla di questo mostro e - dice Dante - un mostro “che tutto ‘l mondo appuzza!”, parlando di quella finanza cattiva che andrebbe scacciata. E poi c'è un altro mostro, più famoso forse, Cerbero, il cane a tre teste, che simboleggia la distruzione del passato, la distruzione del presente e la distruzione del futuro, come in questi anni. La distruzione di un passato fatto di diritti e di un welfare universalistico, la distruzione di un presente, di un'economia senza qualità e senza giustizia, e la distruzione del futuro, quello delle giovani generazioni, costrette alla precarietà e ad emigrare.

Contro il cane a tre teste, Cerbero, di queste politiche noi diciamo: un'alternativa è possibile, quella che rimette al centro il lavoro e i diritti, quella che ripensa radicalmente il modello di sviluppo, quella che combatte le diseguaglianze, quella che costruisce la pace, una politica diversa per il Paese, per la libertà e per l'eguaglianza.

Sì, noi vogliamo un Paese di liberi e uguali, liberi dalla schiavitù del lavoro precario, liberi dall'indigenza, liberi dalla necessità di chiedere favori, liberi dai ricatti del potere politico ed economico, liberi dall'oppressione patriarcale e maschilista. Eguali, sì, eguali e non privilegiati, eguali e non furbetti, eguali di fronte a una vita che deve essere un valore e un dono che tutti devono ricevere e curare. Noi siamo contro un Paese più diseguale, povero, noi vogliamo ridare speranza a un Paese stanco e umiliato, un Paese al quale questa legge di bilancio non dà risposte, un Paese dove non ci sia più nessun genitore che sia costretto a mandare suo figlio con un panino a scuola, perché non è in grado di pagargli la retta della mensa, un Paese dove non ci sia più nessun anziano obbligato a rinunciare alla visita specialistica, perché non può pagarsi il ticket, un Paese dove non ci sia più nessun giovane che dica: qui non c'è posto per me, me ne vado all'estero. Vogliamo un Paese più giusto, più accogliente e più bello, un Paese per tutti e per tutte (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile-Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. Grazie, signora Presidente. Si chiude una legislatura che è stata difficile; basti ricordare come è partita, Presidente, con la politica e il Parlamento intasati e bloccati dalla impossibilità di eleggere un Presidente della Repubblica, con dati dell'economia che portavano il PIL in discesa, ogni anno con dati peggiori, con record della disoccupazione e una difficoltà dell'intera classe politica ad avere un minimo di credibilità per affrontare questi problemi. Noi pensiamo di essere stati i protagonisti di questa legislatura, pensiamo di essere stati il gruppo e il partito grazie a cui questa legislatura è andata avanti e grazie a cui si sono anche realizzati i risultati che oggi possiamo toccare con mano.

Li possiamo toccare con mano, dagli incontestabili dati dell'Istat: per quanto si possano attenuare o argomentare sofisticamente in maniera diversa, noi oggi siamo a un PIL che probabilmente nel 2017 sarà più vicino a due punti di aumento che non a uno e mezzo, abbiamo ridotto di molto la disoccupazione e siamo con un'occupazione in crescita e con dati positivi anche sul fronte della produzione.

Abbiamo fatto tutto questo mantenendoci all'interno di vincoli europei, anche in un rapporto dialettico con l'Europa, che è stato forse una delle cifre di questo Governo, cioè quello di essere riuscito a fare quello che Governi precedenti non avevano mai fatto, strillando molto in casa, dicendo che si doveva battere i pugni sui tavoli europei, ma poi, in realtà, subendo le politiche europee in maniera del tutto acritica. Questo Governo, invece, rimanendo in un quadro di regole europee, è riuscito a contrattare, a far valere le ragioni di una crescita che in Italia doveva essere maggiormente curata e la flessibilità, che è anche in questa legge di bilancio, ai vincoli europei è il motivo per cui siamo riusciti a fare anche politiche positive, che insieme alle riforme strutturali sul lavoro, sulla giustizia, sull'industria, ci hanno portato oggi ad avere i dati che abbiamo.

Vincoli europei che, voglio ricordarlo, Presidente, perché anche oggi in quest'Aula ci sono stati interventi di questo tipo, non dobbiamo rispettare per un'astratta fedeltà a vincoli teorici, fissati da qualche burocrate. Stare nei vincoli europei ci consente di sostenere il nostro debito, ci consente di dare credibilità ai creditori e, quindi, di evitare scenari molto più duri, che potrebbero portare anche al default. Noi siamo riusciti, all'interno di quei vincoli, non derogando mai alle regole europee, a fare politiche di crescita e di aiuto all'occupazione, all'industria, al lavoro, alle famiglie, anche in questa legge di bilancio, perché anche in questa legge di bilancio vengono confermate misure fondamentali e importanti.

Voglio ricordare Industria 4.0, i super ammortamenti. È contenuto nei dati Istat - per chi li sa leggere - il fatto di quello che hanno apportato in questo ultimo anno e mezzo gli investimenti soprattutto, all'aumento del prodotto interno lordo. In questo non può non essere considerata la politica di grande successo che ha avuto il Governo con Industria 4.0 e con la possibilità per le imprese di avere vantaggi sugli investimenti: una grande trovata del Ministro Calenda e del Governo, che è stata complementare a quella dell'abbassamento del cuneo fiscale, perché molto su quello si è lavorato, con la decontribuzione, che per i tre anni precedenti è stata fatta in maniera totale sulle nuove assunzioni, che non poteva essere strutturale e continuativa, che oggi però si ripete qui andando a prendere un target e una sacca - parliamo degli under 35 -, che dai dati Istat è molto penalizzata dall'occupazione, ha grandi difficoltà all'ingresso al lavoro. Su questo incide anche questa misura del Governo, così come tante altre misure contenute in questa legge di bilancio.

Devo brevemente parlare anche delle misure che sono state introdotte in questo passaggio Camera, signora Presidente, perché troppi colleghi, in questi giorni, hanno voluto sminuire e, forse, gettare nel ridicolo il passaggio parlamentare. Io starei attento, starei attento a queste critiche distruttive verso il passaggio parlamentare. Forse questa sarà l'ultima, ma io ho partecipato, nel mio piccolo, a dieci passaggi parlamentari di leggi finanziarie prima, leggi di stabilità e leggi di bilancio poi. La decisione di bilancio è difficile, ci sono tantissime esigenze che vanno contemperate e ci sono i vincoli di finanza, la ragioneria, ci sono le ragioni tecniche per mettere le volontà del Parlamento all'interno di regole che non scassino il bilancio dello Stato e la legislazione. Noi abbiamo avuto quest'anno poco più di sette giorni, abbiamo lavorato, è vero, compulsivamente, ma non ho sentito, qui dentro, nessuno criticare nel dettaglio una norma che è stata inserita all'interno della legge di bilancio; critiche generiche, “il mercato delle vacche”, però io credo che, invece, anche in Parlamento si sia fatto un buon lavoro. Noi, per esempio, abbiamo portato misure che per noi sono storiche, fondamentali: la conferma del bonus bebè per il 2018, qualcuno ha detto, Marcon, meglio gli asili nido, certo, non lo so, per noi è meglio dare i soldi alle famiglie, che possono spenderli in maniera sussidiaria come credono, questa è la nostra filosofia (Applausidei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD-Noi con l'Italia). Forse quella dei bonus non è una politica strutturale, ma serviva ed era in un momento emergenziale, anche dal punto di vista demografico.

Ma noi abbiamo colto un altro obiettivo fondamentale per la famiglia, fondamentale e importante, mi dispiace che non venga portato a merito di questo passaggio parlamentare, ed è un passaggio storico, che è quello dell'innalzamento del tetto a 4.000 euro per la possibilità di rimanere, i figli, a carico dei nuclei familiari. Pensi, signora Presidente, che in precedenza erano 2.800 euro, che erano i vecchi 5 milioni, parliamo di un tetto che abbiamo sfondato dopo decenni, che consente alle famiglie di tenere nel nucleo familiare anche figli virtuosi, che magari nella stagione estiva lavorano, che hanno un reddito. Io credo che questa sia una misura fondamentale, un passo, un piccolo mattone anche verso quel quoziente familiare che è da sempre stata una battaglia di chi difende i diritti della famiglia e crede che il nucleo fondamentale della società e dell'economia dello Stato sia la famiglia.

Ma abbiamo fatto cose importanti anche nella sanità, io voglio ricordare riforme fondamentali: la sperimentazione della farmacia dei servizi, che nasce da una riformulazione, naturalmente, del Governo di un nostro emendamento. È anch'esso un fatto storico, la farmacia come punto di riferimento sussidiario ai servizi del sistema sanitario nazionale. Così come il percorso di stabilizzazione dei ricercatori degli Irccs e degli Izs, strutture fondamentali del sistema di ricerca italiano.

Sono norme, insieme a tante altre, che io giudico positive, che hanno avuto un accoglimento nei settori che andiamo a toccare molto più positivo di quello che, invece, noi ci diciamo qui dentro, ostinati a flagellarci, ostinati noi stessi a dare meno credibilità e a screditare il lavoro parlamentare. Lo dobbiamo migliorare questo lavoro parlamentare, ma è responsabilità di tutti, non ha nessun senso mettersi su un trespolo e criticare in maniera scontata tutto quello che facciamo in Parlamento.

Presidente, noi come Alternativa Popolare non rinneghiamo niente del percorso di questi anni, abbiamo secondo noi reso un servizio forte al Paese e questo servizio lo abbiamo pagato in termini elettorali, ahimè, purtroppo, perché ci è stato difficile comunicare quello che facevamo. Però, Presidente, e chiudo, io credo che non ci sia una grande discontinuità nel percorso che abbiamo fatto in questi anni, perché io penso che l'attenzione ai saldi di finanza pubblica e l'attenzione al risparmio di spesa pubblica è un'attenzione che ci deriva già dal Governo Berlusconi 2008-2009, c'è qui il Vice Ministro Orlando che lo può testimoniare.

Vede, in questa legge di bilancio ma anche in altre noi abbiamo derogato diverse volte per esigenze giuste, meno giuste, a volte si è esagerato. Quando parliamo di assunzioni, di stabilizzazioni, quando parliamo di maggior spesa per i comuni, maggior spesa per gli enti, ebbene, noi andiamo ad derogare a norme costruite nel 2009 e nel 2010. Il decreto più derogato di questa legge di bilancio è il decreto-legge n. 78 del 2010, questo significa che il suo impianto è ancora attivo e che è un forte fermo alla proliferazione della spesa pubblica.

Perciò, alla fine di questo ciclo, io direi di 9, 10 anni, io credo che ci sia, nelle differenze, una linea di continuità ed è per questo che penso che quello che è stato il nostro atteggiamento in questi anni sia stato tutt'altro che tradire i nostri ideali, quello per cui siamo nati come forza politica, ideali di ognuno di noi nello scendere in politica. Noi abbiamo tenuto una linea di continuità per il Paese e per i cittadini italiani (Applausidei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD-Noi con l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guido Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Esattamente quattro anni fa eravamo qui a discutere e a votare la prima legge di bilancio del Governo Letta, era il 2013. Noi di quella legge di bilancio denunciammo una serie di misure localistiche e settoriali che vi erano all'interno e facemmo un vero e proprio elenco qui in Aula.

Oggi, dopo quattro anni, ci troviamo praticamente di fronte alla stessa situazione, con un'unica differenza: che a elencare le misure settoriali inserite nella legge di bilancio di quest'anno non riusciremo, perché non ne abbiamo il tempo; rispetto al fatto che è cambiata la normativa che disciplina la stesura della legge di bilancio, è stata fatta la “legge Boccia” che dovrebbe vietare localismi e misure settoriali, e invece siamo nella stessa identica situazione, una situazione dove si sono verificate due trattative all'interno della maggioranza: una tra il Governo e la pubblica amministrazione - se ognuno di voi prende le misure all'interno, rispetto alla stabilizzazione dei dipendenti pubblici o all'assunzione di nuovi dipendenti pubblici, si renderà conto di che tipo di trattativa c'è stata tra il Governo e la pubblica amministrazione - e poi una trattativa tutta interna al Partito Democratico, che ha riguardato localismi e misure settoriali da spendere nei collegi uninominali, dove ognuno dei deputati del Partito Democratico sarà candidato il prossimo 4 marzo o quando ci saranno le elezioni.

Ancora una volta, una legge di bilancio che centralizza completamente qualsiasi tipo di competenza, fatta di bonus, rinvii, proroghe e sostanzialmente niente di strutturale, perché qua non c'è una misura strutturale di medio o lungo termine.

Una linea politica assolutamente incomprensibile: noi non siamo riusciti a comprenderla in questa legislatura, nonostante i tre Governi che si sono succeduti, ma nemmeno i vostri elettori l'hanno capita, tanto che sono distanti da voi come non mai.

La domanda che vi facciamo è se, secondo voi, realmente il Paese sta in condizioni migliori rispetto a cinque anni fa, con una diseguaglianza sociale incredibile, con il record di povertà assoluta di famiglie e cittadini. E, in questo, consentiteci di dire che aveva realmente ragione Indro Montanelli, quando diceva che voi amate la povertà tanto che, nel momento in cui siete al Governo, la moltiplicate; ed è il risultato di oggi, statistiche alla mano, Istat compresa, visto che prima veniva citata.

Il record è la disoccupazione giovanile: nel 2009 facevate i manifesti per tutta Italia con scritto “Record di disoccupazione giovanile, Governo Berlusconi dimettiti”; oggi quel dato è raddoppiato e noi dovremmo raddoppiare i manifesti in giro per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

Una situazione del lavoro - il lavoro tanto declamato dalle vostre politiche sociali e tanto declamato nei vostri comizi - dove non c'è un posto di lavoro per nessuno, dove il problema non è la flessibilità del lavoro, ma il problema è la precarietà e non solo la precarietà, ma è la legittimazione che praticamente è stata fatta rispetto al caporalato. Non è un Paese normale, è un paese che consente ad un cittadino di lavorare per 3 euro all'ora, come succede in alcune cooperative (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Questa cosa la dovevate sistemare e noi vi abbiamo invitato, per tutti questi cinque anni, a sistemarla, anche con alcune proposte.

Secondo voi, dopo cinque anni, i cittadini si sentono più sicuri all'interno delle loro case o meno sicuri all'interno delle loro case? Noi crediamo che il rapporto tra immigrazione e insicurezza sia direttamente proporzionale e ce lo dicono i dati: avete azzerato il Fondo per le espulsioni, oggi in Italia ci resta e viene assistito anche chi non ne ha assolutamente diritto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

E poi parliamo del conflitto di interessi: avete fatto una lunga campagna elettorale nel 2013 sul conflitto di interessi, lo stesso conflitto di interessi di cui si parla oggi, che è quello che riguarda il sottosegretario Boschi e Banca Etruria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini): quello è il conflitto di interessi!

Avete cancellato sostanzialmente il territorio. La “legge Delrio” ha fatto danni immensi. L'altro ieri volevate, ancora una volta, aumentare quei danni, addirittura da parte del Partito Democratico, avete suggerito di posticipare le elezioni delle province, che, pur essendo di secondo livello, sempre elezioni sono, a proposito delle dittature fasciste.

I risultati della rottamazione e della scuola etica leopoldiana sono sostanzialmente questi, quelli di un Paese reale, non di un Paese che voi dipingete e che assolutamente non esiste. Ma il Paese reale è il Paese che noi viviamo insieme e in mezzo ai cittadini.

Avete sostanzialmente fallito. Avete fallito perché le vostre parole non si sono tramutate nei fatti e perché le vostre parole non erano vere. L'unica cosa che, in parte, siete riusciti a fare è che siete riusciti a rottamare la seconda Repubblica, per tornare alla prima, grazie all'aiuto e al sostegno di alcuni parlamentari eletti nel 2013 all'interno del centrodestra.

Si sono succeduti tre Governi diversi, ma la solfa non è cambiata. Abbiamo provato a portare dei suggerimenti per alcune questioni che, pur essendo magari limitate e piccole, avrebbero consentito di intravedere un po' di speranza. Parlo della cedolare secca sugli immobili, per esempio, commerciali, per i per i beni di prima necessità, per i comuni sotto i mille abitanti, i comuni di montagna, che voi, invece, vorreste riempire di immigrati e di richiedenti asilo. Parliamo della APE, parliamo delle pensioni, parliamo del Jobs act, parliamo di situazioni di precarietà. Siete passati da un estremo all'altro, avete messo i voucher per tutti e poi li avete cancellati per tutti, mettendo in difficoltà tutte le piccole e medie imprese che oggi, da questo punto di vista, non hanno una prospettiva, perché il Governo non ha avuto un'idea precisa di questa prospettiva.

Poi c'è il vostro rapporto con le banche, che lo si determina in un emendamento che noi abbiamo presentato e che voi avete bocciato, in cui chiedevamo un tetto alle spese per il noleggio, le spese istruttorie e le commissioni per la tenuta e l'obbligatorietà dei POS per i pagamenti elettronici per i commercianti, per gli artigiani e per i professionisti. Non cambiava niente nelle casse dello Stato, ma voi, quell'emendamento, l'avete rifiutato, perché quello è un introito certo nelle casse delle banche (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) e perché quella è una botta, ancora una volta, sulla piccola e media impresa e sui cittadini.

Questi sono i risultati. I tagli nella sanità per le regioni: in tutti questi cinque anni, avete continuato a tagliare, tanto che oggi - ve lo diciamo noi che di sinistra non siamo - si possono curare solo ed esclusivamente quelli che hanno i soldi per curarsi. Tutto questo l'avete compensato con la web tax, che forse partirà dal 1° gennaio 2019.

Non c'è un piano di sviluppo, la spesa pubblica è interpretativa, da un lato, rispetto alle misure che avete introdotto oggi con questa legge di bilancio e sarà un'eredità veramente pesante. Avete un pochino - consentitecelo - giocato a livello politico con le istituzioni, per tentare di saldare il Partito Democratico. Questo avete fatto in cinque anni, non ci siete riusciti e credo che non ci riuscirete neanche alle prossime elezioni. È un'eredità molto, molto difficile.

Noi vorremmo solamente un Paese normale, ci sforzeremo a trovare le soluzioni per far tornare questo Paese un Paese normale, un Paese che si basa sulla realtà e sulle esigenze vere dei cittadini. Sarà un grandissimo sforzo, ma siamo convinti di potercela fare.

Lasciamo ai cittadini un Natale di speranza, che non è dovuto alla legge di bilancio che si andrà ad approvare oggi, ma che è dovuto alle elezioni imminenti, nella speranza che questo sia l'ultimo Natale con il Partito Democratico al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laforgia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LAFORGIA. Grazie, signora Presidente. Quest'ultimo passaggio di legislatura ci consente di fare un bilancio di questi mesi, di questi anni, e di dire al Paese qualche parola di verità.

Noi abbiamo creduto sinceramente, all'esordio del Governo Gentiloni, che si potesse immaginare una qualche discontinuità con le politiche di questi anni e che, a un oggettivo cambio di stile, che abbiamo registrato agli inizi di questa vicenda, potesse corrispondere anche la volontà di modificare e di aggiustare alcune delle storture che si sono prodotte in questi anni nei Governi e per mano dei Governi che hanno preceduto il Governo Gentiloni.

Ma così non è stato. Anzi, le rotture che si sono determinate in questi mesi, non sono state meno laceranti degli strappi di questi anni. Penso al passaggio sui voucher, dove si è scelto di far saltare un referendum che aveva raccolto milioni di firme, perché si era scelto - sembrava si fosse scelto - di eliminare lo strumento dei voucher. Poi abbiamo scoperto che è stato reintrodotto in una manovra di correzione di conti pubblici, sotto mentite spoglie, quello strumento dei voucher, che rappresentava e rappresenta un mercato del lavoro che si è frantumato, si è frammentato e si è ulteriormente precarizzato in tutti questi anni. È stato un grande strappo a cui abbiamo assistito e rispetto al quale abbiamo cercato di opporci.

Penso a come avete trattato la nostra proposta di legge che voleva reintrodurre le tutele dell'articolo 18 sui licenziamenti disciplinari e collettivi, in un mondo nel quale i lavoratori licenziati senza giusta causa non hanno più gli strumenti per difendersi, in un mondo nel quale i lavoratori sono rimasti più soli che in passato.

Ci avete detto che eravamo fuori dalla storia, eravamo un gruppo di nostalgici di un mondo del lavoro che non c'è più e che conoscevate voi - questo ci è stato detto quando quella legge è stata rinviata in Commissione - modo e occasione di fare qualcosa in occasione della legge di bilancio, magari mettendo un limite ai contratti a tempo determinato o rendendo i licenziamenti più costosi. Ma non siete stati in grado di farlo neanche, appunto, in quest'ultimo passaggio.

Penso al grande strappo, di cui questo Governo e questa maggioranza porterà a lungo la responsabilità, di avere impedito al Parlamento di discutere la legge elettorale, cioè le regole della democrazia rappresentativa, ponendo la fiducia su una legge che è naturalmente parlamentare. È successo due volte in questa legislatura e noi lo riteniamo un grande strappo. Avete ingessato il Parlamento, che non ha potuto svolgere, nella sua piena autonomia, le sue funzioni.

Cito questi passaggi, signora Presidente, che hanno segnato gli ultimi anni, perché alla fine tutto si tiene e tutto torna. Se, da un lato, non ti stai occupando delle condizioni materiali delle persone, dei lavoratori, se non ti stai occupando dello sfruttamento, ad esempio, che vive una nuova generazione di questo Paese nella sua condizione di fragilità, di precarietà, se non ti stai occupando delle disuguaglianze che stanno crescendo in questo Paese, e non solo in questo Paese; se, allo stesso tempo, quando non ti occupi di tutto questo, stai rendendo fragile anche la democrazia, perché hai picconato alcuni meccanismi di funzionamento democratico delle istituzioni, allora non ti devi sorprendere se in questo Paese montano le destre e i populismi, a cui noi vogliamo mettere tutto un peso di contrasto, anche con la proposta politica che stiamo mettendo in campo. È questo che abbiamo cercato di dire in questi mesi: diritti civili e diritti sociali, il tema della rappresentanza e quello della cura reale della vita delle persone, la questione sociale e la questione democratica. Sono pilastri che devono stare insieme, senza un pilastro non può esistere l'altro e senza entrambi non c'è un ponte.

Allora io penso che occorreva e occorre uno sguardo nuovo sul Paese. Avremmo preferito qualche bonus in meno e magari risolvere il tema dei precari del CNR, perché un Paese che lascia in un precariato permanente operatori che appunto operano sulla frontiera della ricerca non ha nessuna intenzione di guardare al proprio futuro.

Avremmo preferito fare un'operazione di questo genere, ad esempio. Avremmo preferito ragionare di come si restituisce alla fiscalità il suo tratto costituzionale, che è quello della progressività, che vuol dire una cosa molto semplice, che chi ha di più deve e può dare di più (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista-Liberi e Uguali), perché ciò che è stato fatto in questi anni va assolutamente nella direzione opposta.

Avremmo preferito inaugurare un grande piano di investimenti pubblici, che è il primo volano per produrre nuova e buona occupazione. E avremmo preferito - se mi è consentito, signora Presidente - restituire allo Stato, al pubblico, la sua dignità, la dignità che merita, perché in questi anni abbiamo visto associare lo Stato, le sue articolazioni, le pubbliche amministrazioni a un'idea di carrozzone da smantellare, smantellato il quale il Paese sarebbe ripartito. Non è così!

Non c'è Paese moderno al mondo che non abbia fatto la sua fortuna innanzitutto rendendo il proprio Stato più efficiente e più moderno. Questo vuol dire anche che non deve essere più una parolaccia dire, nei prossimi anni, che dobbiamo avviare un grande e nuovo piano di assunzioni nel pubblico, nella pubblica amministrazione, perché anche così si rende lo Stato più moderno.

Avremmo voluto il superamento reale del super-ticket, perché in questi anni si è prodotto uno scivolamento progressivo del Servizio sanitario nazionale pubblico, appunto, verso un modello privatistico e il risultato è uno solo: in questo Paese si cura e inizia a curarsi soltanto chi è nelle condizioni materiali di farlo. Questo non è da Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista-Liberi e Uguali). Io penso che anche di questo avremmo dovuto occuparci e non l'abbiamo fatto. È questo quadro d'insieme che è mancato, è questa legge di bilancio, la sua frammentarietà, e il risultato dell'assenza di un disegno, lo sguardo sul Paese, sulle tante potenzialità che ci sono, ma anche sulle molte fragilità che fin qui non sono state affrontate.

Noi non voteremo questa legge di bilancio, e siamo convinti che nei prossimi anni dovremmo avviare un lavoro difficile di ricostruzione sul piano dell'etica pubblica - come dimostrano anche le vicende degli ultimi giorni - sul piano della democrazia e sul terreno di una nuova agenda di politica economica e sociale di cui l'Italia - io dico anche l'Europa - ha estremamente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista-Liberi e Uguali - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente intende dare un giudizio assolutamente negativo su questa legge di bilancio, ma è un giudizio negativo che vogliamo esprimere anche a quest'Aula e agli italiani, che ci ascoltano e ci vedono, che hanno bisogno e voglia di una svolta significativa per quello che riguarda la politica del Paese, i conti pubblici e lo sviluppo economico, ribadendo che il Governo di centrosinistra, in questi ultimi quattro anni, ha determinato un ulteriore danno alle finanze pubbliche.

Ha determinato una crescita del debito pubblico, che oggi si attesta ad una cifra drammatica, imponente, preoccupante, che è quella di 2.284 miliardi di euro. Una cifra che consideriamo grave per le future generazioni; un peso che lascerà questo Governo ai futuri Governi, un peso che condizionerà lo sviluppo dell'Italia nei prossimi anni, se non verranno fatti interventi di politica economica, finanziaria e di risanamento dei conti pubblici, che Forza Italia ha le idee chiare su come realizzare e propone nel proprio programma per poter guidare il Paese e fare le scelte che si necessitano per la ripresa, la tenuta dei conti e un futuro adeguato per le nuove generazioni per gli italiani.

Vorrei spiegare, più che a quest'Aula, che ha discusso più volte su questi temi, che questa maggioranza è riuscita a produrre ancora una volta una legge inadeguata, una legge che è intrisa di favori alle categorie, che è intrisa, Presidente, di spesa pubblica e, mi permetta, anche di una serie di deroghe gravi alla legge di contabilità nazionale, che è stata travolta da una maggioranza bulimica e senza limite, la voglia di voler mettere le mani su tutto ciò che è possibile per ottenere consenso nella prossima campagna elettorale. Noi lo denunciamo agli italiani, questo assalto alla diligenza. Ieri ho definito un'immagine: il treno per Yuma, l'ultimo treno della compagine di Renzi, Gentiloni e compagni per cercare di portare via le ultime cose (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

Ebbene, faccio un esempio semplice: ricordate il Portogallo, uno dei Paesi che era considerato in condizione di grave default, in cui vi era una condizione gravissima per i cittadini? Il Portogallo, in questi ultimi quattro anni, è uscito a ridurre il debito pubblico di ben quattro punti; è riuscito a ridurre in modo significativo, a tagliare la spesa corrente; è riuscito ad ottenere uno sviluppo che oggi viaggia, negli ultimi quattro anni, a più del 7 per cento, mentre l'Italia ha solo una crescita, negli ultimi quattro anni, del 3 per cento. Siamo a dati inferiori rispetto all'inizio della crisi, con uno scenario, cari colleghi, di estrema preoccupazione, perché persino i titoli pubblici del Portogallo danno oggi una garanzia, in termini di riduzione dei tassi di interesse e di solvibilità, maggiore rispetto ai titoli pubblici del nostro Paese.

Noi abbiamo solo, in termini di pericolosità finanziaria, un Paese che viene identificato in una condizione peggiore dell'Italia, che è la Grecia. Voi avete questa responsabilità: avere bruciato un'occasione di recupero di crescita che vi ha dato anche l'Europa, con la flessibilità mal gestita che ha portato a mettere risorse per mantenere il consenso, le poltrone, quindi utilizzare potere piuttosto che dare una prospettiva agli italiani. Allora ribadiamo che oggi c'è la necessità di scelte coraggiose, che il vostro Governo non ha voluto e non è stato in grado di fare. Scelte coraggiose, che devono prevedere un salto di qualità, che noi vogliamo costruire e proporre ovviamente agli italiani nei prossimi tempi. C'è la necessità di ridurre il debito pubblico, un debito pubblico che ha bisogno di un'iniziativa forte che consenta di liberare spazi per la riduzione della pressione fiscale. Forza Italia ribadisce in quest'Aula un impegno insieme al suo presidente Berlusconi, che è quello di portare un nuovo sistema di tassazione con un'aliquota unica che sia inferiore oggi alle aliquote che riguardano i redditi delle persone fisiche e i redditi delle imprese: la flattax, una scelta che noi condividiamo con i nostri alleati e che darà una prospettiva di sviluppo. Andremo a prendere le risorse - questo lo diciamo a tutti gli italiani - negli sperperi della pubblica amministrazione, che ancora oggi ammorbano purtroppo il nostro Paese, le imprese e le famiglie, perché, cari colleghi della sinistra, voi la riduzione della spesa non l'avete fatta, non ci avete mai creduto. Oggi purtroppo esistono sacche di spesa pubblica che gode di privilegi inaccettabili, che voi avete contribuito a ribadire anche in questa legge di bilancio, ma che non rappresentano un'opportunità ma un peso grave per il Paese, che oggi è stretto tra due maglie: la maglia della burocrazia e del carico fiscale.

Presidente Boccia, lei prima ha fatto un'affermazione, che questa legge di bilancio esce con i saldi migliorati, ma esce con saldi migliorati virtuali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), sulla base di copertura di entrate che voi intendete operare con una lotta all'evasione, che sarà un meccanismo stringente e soffocante, difficilmente realizzabile; e che produrrà anche un altro effetto, che è quello ancora una volta di ridurre la fiducia delle famiglie, delle imprese, delle libere professioni. L'Italia non cresce perché manca la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)!

L'Italia ha avuto un messaggio, anche in questi giorni, gravissimo, che questo Governo non ha interrotto. Non intendiamo, come non abbiamo mai fatto, intervenire sulle vicende personali che riguardano i conflitti di interesse evidentissimi agli italiani di questo Governo con un sistema bancario che, invece di dare le chance di ripresa in questo momento ed enfatizzare la crescita, ha rappresentato un elemento di sfiducia, che ha determinato purtroppo ancora oggi difficoltà a costruire un progetto di sviluppo degno di questo nome.

Voi non avete messo nelle condizioni il sistema del credito di reggere alle richieste dell'Europa: lì dovevate qualificare l'attenzione delle procedure che doveva garantire il risparmio dei cittadini, doveva garantire regole per le nostre banche identiche a quelle della Germania, identiche a quelle della Francia, che stanno crescendo ai danni anche del nostro Paese.

E allora noi intendiamo svolgere in Europa un'azione che consentirà al nostro sistema del credito di dare le giuste garanzie e i giusti finanziamenti. Svolgeremo un'azione in Europa che darà sicurezza al Paese: non come avete fatto voi con dei flussi migratori controllati che hanno destabilizzato la realtà sociale ed economica dei nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), che oggi non sono nelle condizioni di avere una competizione leale per sviluppare i fattori fondamentali della crescita e dell'occupazione.

E allora un'azione mirata di prevenzione sulla sicurezza, un'azione internazionale, Presidente, finalizzata a sviluppare un piano di crescita forte per quei Paesi che mandano, nella logica dello sfruttamento purtroppo, tanti migranti verso il territorio italiano e il territorio europeo; e puntare sempre in Europa; Forza Italia lavorerà per avere un grande percorso di sviluppo con investimenti per il Mezzogiorno e per il nostro Paese con una flessibilità virtuosa.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALBERTO GIORGETTI. Concludo, Presidente. Forza Italia nella concretezza ha avuto due iniziative, che noi celebriamo in questa sede, in quest'Aula insieme ad altre forze politiche, di iniziativa nostra. La prima, gli italiani non avranno più i maxi-conguagli sulle bollette (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). I fatti concreti, i fatti concreti: maxi-conguaglio sulle bollette mai più! Ma concrete azioni a tutela del consumatore. Il secondo aspetto, Presidente (so che anche lei ha condiviso questa scelta e ne siamo orgogliosi): 80 milioni di euro di risparmi della Camera dei deputati a favore degli interventi per il terremoto del centro Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Questa è Forza Italia, ed è la garanzia per uno sviluppo del Paese nei prossimi anni. Su questo lanciamo la sfida agli italiani, e alle forze della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgio Sorial. Ne ha facoltà.

GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, non voglio incentrare questo intervento su come state chiudendo questo quinquennio, di come avete speso le nostre risorse e le risorse di tutti gli italiani in questi anni: 50-60 miliardi buttati in norme bonus, non strutturali, con i consumi al palo e l'insicurezza occupazionale. Non servirebbe in alcun modo! Potrei anzi ricordarvi che oggi abbiamo il record storico di 2,7 milioni di lavoratori a termine e 500 mila persone addirittura in somministrazione: persone in pratica con il vecchio interinale, con contratti anche di una settimana, tre giorni, un giorno, ma lo sapete molto bene e sono sicuro che siete già pronti a negare anche questo.

Non voglio nemmeno incentrare il discorso sul Paese che lasciate, alle persone come il signor Felice che ci sta seguendo dalla tribuna, e lui come tanti altri italiani deve fare i doppi turni per riuscire a portare a casa qualcosa, portare con sé i propri figli a lavorare con lui come cameriere mentre lo guardano mentre dà dei pasti a noi tutti. E voi avete il coraggio di dire a lui che è un'umiliazione: nessuno di voi avrebbe il coraggio di fare una cosa del genere! Beh, molti di noi hanno fatto anche così e non è un'umiliazione: è un orgoglio, ed è un orgoglio poter dire che quello che abbiamo fatto ci permette oggi di restituire 37 milioni di euro al fondo microcredito che dà possibilità proprio ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Tutto questo, se aveste avuto un po' di onestà, almeno quella intellettuale, l'avreste detto voi, l'avreste detto in televisione; ma non lo dite, perché l'onestà, anche quella intellettuale, vi manca: quando qualche minuto fa, alla commemorazione della nascita della Costituzione, avete applaudito sonoramente, voi che avete detto peste e corna di quella Costituzione, e avete cercato di distruggerla a colpi di fiducia e di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ipocriti!

Andiamo alla legge di bilancio: avete usato questa legge di bilancio come l'ultimo assalto alla diligenza, avete cercato di portare a casa le ultime briciole che si potevano portare a casa. Riavvolgiamo un attimo il nastro per capire di cosa stiamo parlando. Eravamo partiti da poco meno di 20 miliardi di euro; poi questa legge si è allargata, si è allargata, è arrivata a 30 miliardi di euro, ma 15 di questi servono per rispondere al diktat dell'Europa sull'austerity. Quindi, 15 servono per anestetizzare le clausole di salvaguardia, gli altri 15 li avete utilizzati con la lotta tra i Ministeri che cercavano di portare a casa qualcosa.

Unimpresa, quelle stesse aziende che voi dite di voler aiutare, calcola che nel 2018 il gettito fiscale salirà complessivamente di 11,7 miliardi; nel 2019 crescerà di 9,5 miliardi; nel 2020 crescerà di 8,3 miliardi. Un esempio, perché cresce? Le vostre misure! Dalla fatturazione elettronica derivano aumenti delle entrate per 202 milioni, 1,6 miliardi e 2,3 miliardi, per un totale di 4,2 miliardi nel triennio. Poi, ci sono le misure che voi dite servono a contrastare l'evasione: allora, perché allargate quel meccanismo infernale che è lo split payment? Persino ai poveri professionisti, andate a far applicare loro un meccanismo che ha costretto le aziende in una situazione di crisi più totale.

E che dire del differimento al 2019 dell'entrata in vigore della nuova IRI, l'imposta sui redditi imprenditoriali per le piccole imprese? Loro già ci contavano, ci avevano fatto programmazione; invece, arriva una mazzata anche su di loro di 5,3 miliardi nel 2018, 1,4 nel 2019 e 23,2 nel 2020, per un totale di parecchi miliardi in più di tasse.

Altri 4 miliardi complessivi nel triennio sono legati all'imposta sostitutiva sui redditi da partecipazione delle persone fisiche. Ci sono altre 11 voci, 11 benedette voci che sono piccoli interventi vari qua e là, che per le imprese comporteranno 5,4 miliardi aggiuntivi, nel triennio, di risorse che loro devono mettere cash sul bancone.

Ma io non voglio parlare di voi, perché abbiamo parlato di voi per cinque anni: io voglio parlare di futuro, voglio parlare di visione, voglio parlare di noi, voglio parlare dell'idea che abbiamo di Paese; lo voglio fare con delle fotografie.

La prima fotografia ritrae una collega seduta in Commissione alle 4 di notte, dopo aver passato sei giorni su quelle sedie, ed aver passato la notte in Commissione in attesa di un singolo parere su un emendamento: uno solo, Presidente! Quell'emendamento aveva un parere, ma la maggioranza non voleva che si rivelasse quel parere: lei ha atteso; non sapevano, non sapevate che lei non si sarebbe spostata da quella sedia neanche un secondo per attendere quel benedetto parere! E con quel benedetto parere, che poi è arrivato grazie ai suoi interventi, che era un parere favorevole, noi abbiamo portato a casa il fatto che i cittadini italiani, che sono morti perché danneggiati da del sangue infetto, hanno la possibilità, tutti gli emodanneggiati, di dare la compensazione, di dare dei soldi ai loro eredi e ai figli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Guardi, Presidente, la sua determinazione è la nostra determinazione, noi siamo determinati.

La seconda fotografia ritrae un altro collega che alla risposta negativa del Governo su un suo emendamento interviene, in maniera tecnica, precisa, rompe le scatole, e presenta atti e documenti a supporto della sua tesi; e costringe così il Governo a ritirare il parere contrario, a dare parere favorevole e ad ammettere di aver sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E attraverso questo abbiamo ottenuto un emendamento che permette di avere il vehicle-to-grid, un altro emendamento che permette di allargare il super-ammortamento per le aziende ai beni immateriali, e anche un altro emendamento, altri emendamenti che favorivano gli enti locali. Siamo rompiscatole, ma questo essere rompiscatole è perché siamo preparati e continuiamo ad essere preparati.

La terza fotografia, Presidente, ritrae un uomo e una donna, sempre seduti in Commissione, che hanno già permesso, attraverso una loro proposta di legge, con le loro prime firme, di avviare un iter su una legge importante, su una battaglia per dei diritti civili importantissimi, e far approvare qualche giorno fa al Senato una legge sul biotestamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questi colleghi che hanno già permesso di ottenere così tanto erano in Commissione anche negli scorsi giorni fino alle nove e mezza del mattino, attendendo dei singoli pareri su un emendamento che poi abbiamo permesso di approvare, che raddoppia il fondo per l'autismo e per i malati di autismo e dà benessere, dà un po' di respiro a chi già deve subire dei problemi del genere.

Queste persone, Presidente, sono affamate di bene per i cittadini, questi colleghi sono stati affamati di bene per i cittadini, perché noi siamo affamati di bene per i cittadini e di visione per i cittadini. Questi siamo noi, Presidente, e, vede, siamo noi a prescindere dai nomi, dai volti, da chi è qua seduto adesso. Siamo noi perché questo è il Movimento 5 Stelle e io so che voi avete difficoltà a capirlo, perché l'ho visto negli ultimi cinque anni.

Ma non è abbastanza, Presidente, non è abbastanza, perché per noi la legge di bilancio deve essere una legge che favorisce tutte le categorie. Abbiamo presentato norme per aiutare i pensionati, per aumentare le pensioni minime scritte nero su bianco, non quello che arriva dal centrodestra, senza alcuna copertura, ma come spot elettorale che ricorda tanto i cartelloni di qualche anno fa. Abbiamo presentato degli emendamenti seri e coperti, abbiamo presentato emendamenti per i professionisti, per i pensionati, per i lavoratori, per uomini, donne, per gli studenti - ci vorrebbe mezz'ora - per i disabili, per tutte le categorie che rappresentiamo in maniera onesta qua dentro.

Presidente, voi avete detto anche in Commissione che siamo folli. Forse siamo un po' visionari, siamo folli, ma in questi cinque anni ci avete ignorato; l'avete fatto non come Movimento 5 Stelle, avete ignorato un popolo, l'avete fatto anche prima che noi entrassimo qua dentro. Poi siamo entrati qua dentro noi e ci avete deriso, vi ricordate ragazzi? Dicevano: “quelli con lo zainetto, questi dove andranno a finire?”. Lo dico alle persone che ci seguono a casa, questo è quello che noi ci sentivamo dire. Ci hanno deriso, ci hanno ignorato e adesso io vedo nei loro occhi una paura folle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), una paura di chi ha capito cosa siamo in questi cinque anni. E ci combattono in ogni singola cosa, anche rallentando i pareri sulle nostre proposte che loro stessi comprendono che sono buone, questo è il livello. Ci stanno combattendo perché hanno capito come si può fare politica seriamente e l'hanno capito negli ultimi cinque anni. Se noi fossimo innocui come dicono e impreparati, loro non vedrebbero nessun problema in noi, non vedrebbero un attacco al loro potere e ai privilegi, ma invece probabilmente così non è. Allora, ci avete ignorato, ci avete deriso, ci state combattendo in una maniera plateale, in ogni singola occasione.

Ora, amici, colleghi, questo è il nostro ultimo intervento grande e io mi rivolgo alle persone che ci seguono a casa. Io mi rivolgo a voi perché io mi sento parte di chi ci segue a casa. Noi siamo venuti qua senza niente, cercando di fare il bene per i cittadini. Loro, come hanno ignorato noi qua dentro, hanno ignorato le urla, le grida, la richiesta d'aiuto che arrivava da milioni di cittadini che stavano fuori. Come hanno deriso noi qua dentro, stanno deridendo voi ogni qual volta vanno in televisione e raccontano il contrario di quello che stanno facendo qua dentro. Ogni volta che combattono noi che vogliamo portare degli emendamenti che danno respiro e visione e benessere al nostro Paese, combattono ognuno di voi che sta seguendo e si sta interessando alla politica.

Ora a noi, a tutti noi, non ci resta che vincere e, quindi, io spero con tutto il cuore che ognuno di voi, anche a casa, capisca l'importanza per se stesso, per quello che rappresenta, per il benessere del popolo italiano, che qui dentro in questi cinque anni c'è stata una forza politica che, nonostante tutto, ha portato a casa dei risultati e l'ha fatto per il bene dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Sorial. Adesso, come ultimo intervento, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ettore Rosato. Prego, ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signora Presidente, colleghi, bisogna che il Governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano un'occupazione. Questo è quello che deve fare il Governo, questo è quello che deve fare il Parlamento. Lo diceva Sandro Pertini ed è stata la traccia su cui noi abbiamo lavorato in questi cinque anni ed è stata la traccia su cui ci siamo impegnati anche in questa legge di bilancio, con la consapevolezza che il primo problema di questo Paese è l'occupazione, il diritto a un lavoro, il dovere a un lavoro e il diritto a un lavoro.

In questa legge di bilancio ci sono interventi a sostegno delle imprese, ci sono gli interventi a sostegno dell'occupazione, c'è una continuità di impegno che abbiamo assunto dal Jobs Act agli incentivi all'occupazione stabile.

Sono molte le altre cose che abbiamo inserito in una legge di bilancio che non ha nulla di preelettorale.

È stata la cosa su cui si è impegnato il Presidente del Consiglio e che abbiamo mantenuto fino in fondo; una legge che dà sicurezza al Paese, che dà investimenti pubblici, che si impegna sugli enti locali, che dà risposta agli enti locali: sono stati apprezzati da tutti gli enti locali, da quelli in dissesto che rischiavano di vedere i loro conti in bancarotta, a quelli che avevano le risorse disponibili e non sapevano come spenderle. Abbiamo messo importanti risorse sulle province, che escono da una fase di difficoltà economica importante; abbiamo investito sulla pubblica amministrazione, sul contratto di lavoro; abbiamo investito sui precari della pubblica amministrazione con importanti investimenti volti a superare la logica del precariato; sulla scuola moltissime risorse, sia per consentire una equa e più ampia retribuzione dei lavoratori, sia per uscire, anche lì, da logiche di precariato, per andare incontro alle esigenze non solo degli insegnanti, che sono legittime, ma anche alle esigenze degli alunni, delle famiglie che si aspettano di poter trovare un insegnante che garantisca il tempo certo, un percorso didattico sereno ai loro figli, agli studenti.

Abbiamo investito sul Sud con sgravi, con investimenti anche lì; e poi abbiamo investito in sicurezza, non a parole, non con slogan, abbiamo investito con risorse vere per il contratto, per la specificità del comparto. Abbiamo garantito le risorse per le nuove assunzioni, per l'ampliamento dell'organico in molte amministrazioni che richiedono di poter avere maggiori risorse, non solo pacche sulla spalla, e noi sulla sicurezza in questi anni abbiamo investito moltissimo, con un impegno serio per questo Paese.

È stata insomma una legge di bilancio che ha dato delle risposte ordinate; è stata una legge di bilancio anche difficile, abbiamo lavorato giorno e notte. Presidente, mi consenta di ringraziare, da questo punto di vista, anche perché è stata forse, nella mia memoria, la legge di bilancio che ha avuto più breve tempo per l'esame in questo ramo del Parlamento. Abbiamo sommato ai giorni anche le notti di lavoro e ringrazio in questo - mi consenta - anche tutti gli uffici che hanno dato un contributo straordinario, oltre al presidente della Commissione, che ha fatto anche il relatore, al nostro capogruppo Maino Marchi, ai componenti del nostro gruppo ma anche di tutti gli altri gruppi.

Però questa legge di bilancio, Presidente, si colloca in una linea di questa legislatura. Io non voglio sintetizzare numeri, ne abbiamo fatti tante volte, ma avevamo un PIL che scendeva, quando si è insediato il Governo Renzi: il PIL oggi cresce. Avevamo la disoccupazione che saliva: oggi la disoccupazione scende. Abbiamo raggiunto il massimo tasso di occupazione femminile nella storia del nostro Paese, mai tante donne sono state occupate nel nostro Paese come con l'azione di questo Governo.

Abbiamo fatto interventi importantissimi sul fronte della povertà, abbiamo diminuito la pressione fiscale, è un pezzo importante delle manovre economiche diminuire la pressione fiscale. In un Paese non si investe con un tasso di pressione fiscale come il nostro. Abbiamo lavorato per diminuire quello sulle imprese e quello sui cittadini; abbiamo abolito alcune imposte e abbiamo diminuito le altre e, nel contempo, abbiamo raggiunto il miglior risultato di sempre nella storia contro l'evasione fiscale. L'evasione fiscale è stata la nostra battaglia per avere più risorse, meno sprechi e meno evasione fiscale: questo ha consentito di investire ed investire su chi le tasse le paga.

Questa è stata una legislatura in cui ci siamo impegnati per contrastare l'idea che il nostro Paese debba avere un declino, per contrastare l'idea che il nostro Paese debba rassegnarsi. Noi non abbiamo pensato che la rassegnazione sia una forma in cui la politica può crogiolarsi. C'è chi descrive ogni giorno scenari negativi, noi gli scenari negativi li combattiamo, noi combattiamo la povertà, combattiamo la disoccupazione, la combattiamo con misure concrete! Lo abbiamo dimostrato in questi anni e lo dimostrano i dati e lo dimostra chi riconosce a questo Governo di aver fatto e di aver attuato delle misure che siano coerenti in questo.

Ma questa non è stata nemmeno (lo dico questo perché ormai siamo agli sgoccioli), questa non è stata neanche solo la legislatura dei numeri (il viceministro Morando, che ci ha accompagnato in questa difficile legge di bilancio, lo sa); ci siamo impegnati molto sotto il profilo del rigore nei conti pubblici, ma io penso che questa legislatura verrà ricordata, forse anche tra qualche anno, non tanto per le norme sull'economia, ma per le norme sui diritti: io penso che questo Parlamento possa andare via orgoglioso, e questo ramo del Parlamento, forse, possa intestarsi il fatto di aver scritto queste riforme. Io ne cito alcune, perché sono leggi a cui tengo, a cui teniamo: nel mio gruppo, mi permetta di dirlo, Presidente, ci sono le persone che hanno scritto queste leggi, dalla legge per il contrasto alla povertà, al “dopo di noi”, alla legge sulle unioni civili (Applausi dei deputati del gruppo partito democratico), alla legge sul divorzio breve, alla legge contro l'autismo, alla legge sul testamento biologico (l'ultima approvata).

Presidente, noi non abbiamo cambiato solo la politica: quando abbiamo approvato la legge sulle unioni civili c'erano le polemiche dei sindaci che non volevano celebrarle; c'era chi diceva che avrebbe bloccato l'amministrazione, che non l'avrebbero mai fatte: oggi queste polemiche non ci sono più, oggi queste polemiche sono scomparse, per fortuna. Io penso che la politica, in questo, abbia aiutato la società a fare un passo avanti: oggi è una minoranza sempre meno rumorosa quella che contrasta i diritti!

Sul testamento biologico, in questa Camera, ho ottenuto i nove decimi di consenso: era un tema che prima di questa legislatura non si aveva il coraggio di portare in quest'aula! Abbiamo fatto un lavoro di cui possiamo essere orgogliosi! Non sono numeri, sono diritti, sono persone cui abbiamo dato un riconoscimento alla loro vita, alla loro aspettativa, alla loro sensibilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Nel campo della giustizia abbiamo assunto riforme importantissime che lasceranno il segno: le riforme non sono quelle i cui risultati si vedono il giorno dopo! Le riforme sono quelle che lasciano una traccia, che lasciano un segno e che penetrano nella società, che penetrano nella pubblica amministrazione, che cambiano le modalità. Noi, di queste, ne abbiamo fatte tante! Non tutte pagano elettoralmente subito, ma le abbiamo fatte nell'interesse dell'Italia, non nell'interesse di qualche voto in più o di qualche voto in meno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io penso che questo sia un valore di cui il nostro partito, il nostro gruppo, si può vantare!

Presidente, in chiusura mi consenta di ringraziare chi, in questi anni, ha lavorato qui; io voglio dire solo una cosa: qui ci siamo anche scontrati, anche duramente; forse anche tra i gruppi, anche tra gli avversari più accesi, abbiamo imparato ad avere atteggiamenti diversi. Io ricordo, lo ricorda anche lei molto bene, l'inizio di questa legislatura in cui più di qualche volta i banchi del Governo erano, diciamo, inondati da parlamentari che ci camminavano sopra; tutto questo è finito, tutto questo è cambiato: abbiamo costruito un rapporto più equilibrato, nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione. Io penso che questo debba essere un monito che lanciamo alla prossima legislatura: il compito della politica non è dividere, non è rimarcare le differenze, non è rimarcare le cose che non si possono fare insieme; la responsabilità della politica - nell'interesse degli italiani - è quella di rappresentare una società complessa (e la nostra è una società molto complessa), di rappresentare i diritti diversi che ci sono nel nostro Paese ma che sono tutti giusti e tutti da rispettare. Questo lo può fare solo una politica che impari a dialogare. Io penso che il nostro partito questo compito se l'è intestato in questa legislatura e se oggi la situazione non è più quella dell'inizio della legislatura è perché noi abbiamo usato sempre la tecnica del dialogo, perché abbiamo voluto lavorare con gli altri, anche chi ci era più lontano. Mi auguro che nella prossima legislatura questo sia d'aiuto per costruire le condizioni per cui questo Paese possa vantarsi delle sue istituzioni, possa vantarsi di chi li rappresenta qui dentro, come io - mi permetto di dire - posso vantarmi di aver presieduto un gruppo di colleghi che con grande rispetto, grande laboriosità, grande impegno hanno servito il nostro Paese (Vivi e ripetuti applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rosato.

Bene, allora colleghi e colleghe, sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 4768-A/R)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4768-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4768-A/R:

S. 2960 - "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018 – 2020" (Approvato dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

In morte dell'onorevole Altero Matteoli (ore 12,45).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Adesso, colleghi e colleghe, vorrei la vostra attenzione. Come sapete, lo scorso 18 dicembre è venuto a mancare, a seguito di un grave incidente automobilistico, l'onorevole Altero Matteoli, già deputato dalla IX alla XIV legislatura e senatore nella XV, nella XVI e nella XVII legislatura, e più volte Ministro della Repubblica. Nato a Cecina, in provincia di Livorno l'otto settembre del 1940, ha iniziato la sua carriera politica nel Movimento Sociale Italiano, di cui è stato segretario regionale per la Toscana, e ha successivamente aderito ad Alleanza Nazionale, movimento politico della cui crescita e affermazione è stato uno dei principali protagonisti. Membro di questa Camera per più di vent'anni. Dal 1983 al 2006, è stato componente delle Commissioni Trasporti, Ambiente e Politiche dell'Unione europea. Ha ricoperto inoltre numerosi incarichi di governo in qualità di Ministro dell'ambiente e delle infrastrutture e dei trasporti. Nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali e politici di rilievo nazionale ha sempre continuato a mantenere un profondo legame con la popolazione toscana e ad interessarsi, anche nella veste di amministratore locale, ai problemi della sua terra di origine, al cui sviluppo economico e infrastrutturale ha offerto un contributo fondamentale. Con la morte di Altero Matteoli scompare un uomo politico di grande determinazione, un protagonista della storia recente della Repubblica che ha saputo coniugare la saldezza delle idee e delle convinzioni politiche con il costante impegno per la mediazione e il dialogo, sempre nella prospettiva del progresso del Paese.

Ho già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola ad un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi). Vi ringrazio.

Per la commemorazione del senatore Matteoli, ha chiesto di parlare il deputato Basilio Catanoso Genoese. Prego, deputato.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, è per me particolarmente difficile oggi ricordare la figura di un personaggio politico così importante per la nostra Repubblica e, al contempo, ricordare un amico, personale e politico. Altero Matteoli, di cui lei ha ricordato la biografia politica - e la ringrazio per questo -, è stato per noi un riferimento sicuro …

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, stiamo ricordando un collega.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. …Un riferimento sicuro di chiunque ha voluto ragionare di politica in Italia, di coloro i quali hanno inteso lavorare per la propria gente, per la propria terra, per la propria nazione. Egli ci ha sempre spinti a fare il nostro dovere, con poche chiacchiere e con i fatti. Era un italiano innamorato della vera politica.

Io incontro Altero Matteoli insieme a un gruppo di ragazzi nell'ormai lontano 1993 in un piccolo paese dell'Etna, a Passopisciaro, durante un incontro di un gruppo di ragazzi che avevano voglia di fare politica. Erano gli anni della voglia di cambiare l'Italia - nel Novanta era stato ucciso Borsellino - ed era venuto lì a parlare con noi da componente, allora, della Commissione antimafia del nostro Parlamento. Noi fummo tutti impressionati da quel toscanaccio, a prima vista un po' burbero, che con grande chiarezza ci aveva spiegato che il mondo si può cambiare, ma che si deve cambiare partendo dalla necessità di fare il proprio dovere.

Altero era una persona semplice ed elegante al contempo, ma aveva un grande cuore, operava senza parlare a mezza bocca, con una chiarezza che talvolta poteva essere anche mal compresa dagli avversari politici.

Voglio sottolineare due aspetti dell'uomo Matteoli. Egli ha avuto sempre ben chiaro quale fosse la sua parte, la parte per cui battersi; era cosciente delle proprie idee e nell'essere di parte lo era in modo a volte terribile, chiaro. Sapeva difendere la propria bandiera, ma partendo da questa consapevolezza è stato sempre l'uomo del dialogo, l'uomo che ci ha indicato la strada del dialogo a tutti i costi nel costruire politica, sempre impegnato a trovare le ragioni del confronto, dello stare insieme, fino allo spasimo, con tutti, alleati ed anche avversari politici.

Un altro aspetto che voglio sottolineare del nostro amico Altero è che il bravo dirigente politico oggi riconosciuto da tutti, importante perché bravo, era rimasto un militante della politica. Quella macchina con cui ha avuto l'incidente lunedì scorso, con la quale andava a preparare una riunione politica per le prossime amministrative in Toscana, non era altro che uno strumento dell'agire politico quotidiano di Altero, quello che una volta era stato per lui, da ragazzo, come tanti di noi, un ciclostile, un secchio pieno di colla (Applausi dei deputati dei gruppiForza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di deputati del gruppo Partito Democratico), per andare ad attaccare i manifesti.

È stata una grande perdita per noi, ma una grande perdita, ritengo, per la nazione, non solo per i familiari e per noi amici. Cercheremo noi tutti di seguire il tuo esempio, caro Altero. Siamo coscienti di potere essere fieri di te e che potranno essere fieri di te i tuoi familiari. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppiForza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dario Parrini. Ne ha facoltà.

DARIO PARRINI. Presidente, con la scomparsa di Altero Matteoli perdiamo un militante politico appassionato, assai determinato nella difesa delle proprie idee e tuttavia capace, allo stesso tempo, di rispettare quelle altrui, una persona di mediazione, come è stata definita in questi giorni. Proprio in questi giorni di cordoglio, non pochi sono stati coloro che, pur non avendo sostenuto le sue stesse idee, le sue stesse posizioni, ne hanno sottolineato la coerenza e l'equilibrio nello svolgimento dei propri incarichi politici. Il Presidente emerito Napolitano lo ha definito ieri una bella persona. Nella commemorazione al Senato il nostro capogruppo Zanda lo ha ricordato come un uomo serio. Personalmente condivido pienamente queste valutazioni e, voglio dirlo con chiarezza, per molti di noi Altero Matteoli è stato un avversario politico intellettualmente onesto e degno di considerazione.

Parlamentare ininterrottamente dal 1983, ha svolto un ruolo di primo piano nella vita repubblicana degli ultimi 25 anni, come Ministro, come candidato alla presidenza della regione Toscana, come sindaco, da ultimo come presidente di Commissione al Senato. È stato ricordato, io credo a ragione, l'intervento nell'Aula del Senato del 2 aprile 2015, con cui Matteoli rifiutò, in un momento molto difficile per lui, lo scudo dell'immunità parlamentare, manifestando ai suoi colleghi la volontà di essere giudicato dalla magistratura. Io credo che si sia trattato di un atto che ha rivelato senso istituzionale e che in questo momento è opportuno rammentare.

La coralità della costernazione che la sua prematura scomparsa ha suscitato in Parlamento e nel mondo politico credo siano un segno dell'incisività della sua opera. Un destino crudele ha voluto che trovasse la morte in circostanze tragiche sulla strada per il cui ammodernamento si era molto battuto da Ministro e in merito alla quale, questa è una coincidenza notevole, proprio in questi giorni, in queste ore, stanno maturando novità interessanti e positive per la Toscana, per il nostro sistema infrastrutturale. Anche questo, infine, mi pareva giusto rammentare, manifestando il cordoglio mio personale e del gruppo del Partito Democratico per la scomparsa del Ministro Altero Matteoli (Applausi dei deputati dei gruppiPartito Democratico e Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Io vorrei fare su Altero un discorso che forse a lui piacerebbe, sviluppando un'analisi su di lui, sulla sua esperienza. Altero Matteoli è nato in Toscana e fare il missino in Toscana credo che sia stata una cosa molto difficile. Il suo maestro politico era un eretico, nel quadro dell'MSI, un eretico forse radicale, Beppe Nicolai. E dalla sua milizia politica in Toscana, seguita da ostilità e anche da settarismo, egli non ha tratto la lezione di rispondere al settarismo con un settarismo contrapposto, lui invece ha risposto con apertura politica, culturale e istituzionale, da un lato all'interno del suo partito, dall'altro lato all'interno della coalizione in cui il suo partito si veniva a collocare e più ancora nei confronti dei suoi avversari o di coloro che lo ritenevano addirittura un nemico. Questa, secondo me, è la lezione più alta che Altero Matteoli ha dato al suo movimento ma che ha dato a tutti noi, a tutti coloro che hanno avuto modo di confrontarsi con lui, avendo di fronte una persona, che, da un lato, teneva fortemente le sue posizioni originarie, ma che, dall'altro lato, capiva gli altri, capiva gli amici e capiva anche gli avversari.

Questa è la lezione più profonda, secondo me, di Altero Matteoli, che per certi aspetti si ricollega ad un'altra grande personalità dell'MSI e di Alleanza Nazionale, che è stato Tatarella. Però, Tatarella, come dire, faceva politica in un ambito diverso: diciamoci la verità, da Roma in giù l'MSI ha fatto sempre politica, da Firenze in su l'MSI era totalmente emarginato, quindi Tatarella si sentiva e si trovava a suo agio in un ambiente fluido, ma Altero Matteoli si è trovato a misurarsi in una situazione di estrema difficoltà, eppure ha tratto da tutto questo una lezione politica, culturale, di apertura, ed è stato anche insieme un uomo delle istituzioni e un uomo di Governo. Quindi noi ci misuriamo oggi e commemoriamo un grande personaggio della vita politica italiana, che ha dato un grande contributo al suo partito, allo schieramento di centrodestra, ma che, in questo momento di così barbarica involuzione del confronto politico, anche adesso, ha tenuto una misura, un approccio che è una lezione politica per tutti quanti noi, per chi gli è stato amico sul piano politico e personale, ma anche per chi gli è stato avversario come abbiamo sentito poco fa. Addio Altero (Applausi dei deputati dei gruppiAlternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD, Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Quando si fanno queste commemorazioni in Aula, quando si ricorda qualcuno, non è bene riferirsi al ‘sentito dire', bisogna ricorrere ai ricordi personali, a quello che una persona ci ha lasciato, e io di Altero Matteoli ho una immagine chiara, quella di un uomo non di mediazione, ma di incontro, di incontro e del fare, nella sua attività di ministro, all'interno del suo partito, nella coalizione con gli alleati, con la Lega, un uomo che io definirei di mite tenacia, nel suo sforzo di costruire sintesi nuove, idee nuove e di tenere assieme quello che appariva impossibile tenere assieme, la volontà di incontrarci, di discutere. E quando si litigava, in una politica che è sempre più urlo e ricorrere alla rissa, e anche quando si litigava all'interno di questa alleanza, io ricordo sempre il suo stile compassato, da signore, oserei dire, come se, a fianco a me, vedendo la cara amata Juve, mi dicesse: vedi, fanno il pressing alto, ma bisogna abbassare i ritmi.

E lui abbassava i ritmi, sapeva dove doveva portarci. Ecco, caro Altero, ci hai dato grandi insegnamenti, uomo di incontro e non di mediazione, perché le sintesi che ha trovato all'interno del suo partito e all'interno anche della coalizione ci hanno sempre portato in avanti, ci hanno sempre portato nel fare e non nel distruggere (Applausidei deputati dei gruppiLega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Achille Totaro. Ne ha facoltà.

ACHILLE TOTARO. Presidente, onorevoli colleghi, è sicuramente un momento molto difficile perché il sottoscritto come tanti anche in quest'Aula hanno conosciuto Altero Matteoli da tantissimi anni, da sempre, da quando hanno militato e fatto politica. Io un po' di più perché sono toscano, sono di Firenze e, quindi, il mio primo approccio con lui è stato un po' particolare: ironia della sorte o beffarda sorte o tragica sorte, come la vogliamo chiamare, fu nel 1985, io ero un giovane militante dell'allora Fronte della gioventù, del FUAN, delle organizzazioni giovanili dell'MSI; Altero ebbe un incidente grave su quella stessa strada dove poi è morto, fummo chiamati perché aveva bisogno di sangue e noi ragazzi andammo tutti a donarlo e fu uno dei primi momenti in cui conobbi personalmente Altero Matteoli, perché prima era un ragazzo che andava ad attaccare i manifesti, come hanno detto prima altri colleghi qui in quest'Aula.

L'insegnamento di Altero è importante perché, lo diceva prima il presidente Cicchitto, lui ha fatto parte della storia della destra politica in una realtà difficilissima, la Toscana, dove con tanta ignoranza ci hanno sempre giudicato e con tanta ignoranza, forse, abbiamo sempre giudicato anche gli altri. Ecco, lui ci faceva uscire da questo meccanismo del giudicare facilmente gli altri ed era sempre disponibile ad ascoltare le idee degli altri, a volte anche a prendere delle posizioni, per cui ci siamo anche divisi su certi temi, poi anche alla fine del percorso politico ci siamo anche divisi dal punto di vista dei partiti, ma lui era sempre disponibile ad ascoltare gli altri, anche all'interno del proprio schieramento politico. Mi ricordo quelle fasi travagliate della destra ghettizzata, di opposizione, avevamo mille idee, ci contrapponevamo in mille questioni e lui era sempre pronto, comunque, anche se era di un'altra componente interna, a darci le chiavi di una sede per non farci andare fuori dal partito e dal movimento politico.

E poi, tanti ricordi, gli scontri di piazza, l'ignoranza con cui ci giudicavamo, insomma, tra varie componenti politiche. E poi la destra di Governo, Matteoli capogruppo al Senato durante il Governo Prodi e lì molti hanno conosciuto l'uomo che aveva grande rispetto degli avversari, perché, in quella fase politica e in quella storia politica, come diceva il presidente Cicchitto, c'era gente che veniva da lontano, Altero Matteoli veniva dalla storia anche della destra di Beppe Niccolai, di un grande eretico della destra, è stato nostro collega parlamentare in quest'Aula; ecco, era gente che forse aveva fatto e sicuramente prima di loro qualcuno aveva fatto la guerra civile e si era sparato addosso, ma non è mai mancato il rispetto nei confronti degli avversari politici. Grande contrapposizione, ma anche in quella fase lì del Governo Prodi, in cui al Senato c'erano gli stessi numeri, Altero era sempre quello che diceva: ragazzi calma, ragazzi comunque ascoltiamo, parliamo, siamo in un'Aula parlamentare. Il grande rispetto delle istituzioni, il grande rispetto degli avversari, il grande coraggio di far politica in una realtà difficile come la Toscana, perché Altero aveva fatto il consigliere comunale di Livorno e quando lui parlava, tutti uscivano fuori dall'Aula perché non dovevano ascoltare il consigliere dell'allora Movimento Sociale, ecco, ci ha lasciato un grande insegnamento in questo.

Un grande militante, noi lo vogliamo ricordare così, anche se poi le scelte politiche sono state diverse, ma lui rimane un punto di riferimento, perché la destra - noi parliamo della Toscana, ma non soltanto in Toscana - c'è ed esiste ed è rispettosa delle istituzioni, ed è questa la vera destra, quella rispettosa delle istituzioni, perché ha tratto insegnamento dalle storie che ci sono state in passato; ecco, quella destra che c'è adesso, c'è anche perché ci sono stati uomini come lui che hanno avuto il coraggio come lui.

Noi molto umilmente cercheremo di portare avanti le sue idee per l'Italia e per la Toscana che lui amava tanto, perché lui era un toscano DOC, nel senso che, prima di ogni altra cosa, veniva anche la Toscana. Molte volte siamo stati anche a discutere se era giusto avere delle posizioni e per lui in certi casi prima veniva la Toscana e poi veniva l'appartenenza politica, era fatto così. È stato un grande italiano, un grande toscano e ce lo ricorderemo sempre e per sempre nell'attività politica che faremo da qui nel futuro, perché è stato un punto di riferimento per noi in Toscana e sarà un punto di riferimento per la politica, non solo della destra, ma di tutti gli schieramenti politici; in una fase di difficoltà della politica italiana, così dovrebbe essere la politica, la politica fatta nel rispetto degli altri, fermi nelle idee, ma comunque nella contrapposizione serena e mai strumentale come tante volte viene fatta. Quindi, grazie Altero per quello che hai fatto, ci rivedremo un giorno e, comunque, rimarrai sempre un nostro punto di riferimento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Onoriamo una persona, onoriamo un dirigente politico, onoriamo le sue idee, onoriamo la diversità delle idee, onoriamo la capacità di andare oltre il pregiudizio, onoriamo la capacità di avere convinzioni forti e insieme di sapere dialogare con gli altri. Onoriamo la capacità di essere critici nel proprio partito e nel proprio schieramento e insieme tolleranti e rispettosi nei confronti degli altri, al contrario di quanto accade molto spesso, che si è sprezzanti con gli altri ed eccessivamente corrivi in casa.

Fa piacere a noi di Direzione Italia, al mio collega Latronico, a Raffaele Fitto, dirlo in chiusura di una legislatura e anche in un momento - vale per l'Italia, vale per la politica occidentale - in cui l'arena politica è dominata dall'aggressività, l'arena politica è diventata una corrida degradante in cui le linee sono tracciate e sembra che non si possa degnare di alcun rispetto e considerazione chi è anche poco lontano da sé, non necessariamente sull'altro lato della linea. “Collaborare” è una bella parola, non vuol dire il collaborazionismo del maresciallo Pétain, vuol dire lavorare con gli altri, sia quando si è d'accordo, sia quando si è radicalmente alternativi. Essere impegnati in politica vuol dire avere convinzioni, avere amici e avversari, certamente, ma riconoscere gli altri e le loro ragioni, disponibili a essere al Governo e ad essere all'opposizione, a rispettare gli altri, quelli più forti e quelli più deboli di te. Altero Matteoli ha insegnato - io credo - ai suoi amici e ai suoi avversari questo, e sia consentito dirlo, vale per i credenti e vale per i laici come me, quando si è al termine di una esistenza occorre ricordare come si onora non solo la scena umana, nella quale siamo stati chiamati a transitare, ma in particolar modo la scena civile, come si sono trattati gli altri. Un gigante del pensiero conservatore inglese, Edmund Burke, amava dire “che cos'è la vita e la società? È un legame tra i morti, i viventi e i non ancora nati”. Noi che siamo nella linea di mezzo, dobbiamo preparare il cammino per quelli che vengono avanti e ricordare e onorare chi non è più con noi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Direzione Italia).

PRESIDENTE. Si conclude così la commemorazione del senatore Matteoli.

Colleghi e colleghe, prima di sospendere la seduta, io volevo fare gli auguri di buone feste, di buon Natale, a tutti voi. Vi ringrazio per tutto il lavoro che abbiamo svolto.

Ringrazio anche l'amministrazione, la Segretaria generale, anche per l'ultimo sforzo titanico in occasione della legge di bilancio, un vero tour de force per tutti coloro che hanno lavorato in Commissione bilancio (Applausi).

Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 14,10 per l'esame dei restanti argomenti all'ordine del giorno.

La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 14,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Amoddio, Baretta, Bernardo, Biondelli, Michele Bordo, Braga, Caparini, Capezzone, Catania, Coppola, D'Alia, Dal Moro, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Fedriga, Ferranti, Fioroni, Garofani, Gelli, Giancarlo Giorgetti, Laforgia, Locatelli, Losacco, Manciulli, Marazziti, Giorgia Meloni, Meta, Orfini, Pannarale, Pes, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Sandra Savino, Scalfarotto, Tancredi, Valeria Valente, Vazio, Vignali ed Enrico Zanetti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 4627-A e 4628-A.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario)

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e la Bosnia ed Erzegovina aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Roma il 19 giugno 2015 (A.C. 4627-A) (ore 14,11).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 4627-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e la Bosnia ed Erzegovina aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Roma il 19 giugno 2015.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 4627-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto, altresì, che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, onorevole Garavini.

LAURA GARAVINI, Relatrice. Grazie, Presidente. L'Accordo al nostro esame è finalizzato ad ampliare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del 1957 tra il nostro Paese e la Bosnia Erzegovina. L'atto disciplina il procedimento di estradizione di persone sottoposte a procedimenti penali, o che devono eseguire una pena. Non è applicabile ai reati considerati politici e ai reati militari, e ogni parte può rifiutare l'estradizione dei propri cittadini.

L'Accordo è da considerarsi aggiuntivo, rappresenta un significativo avanzamento dei rapporti bilaterali nel campo della cooperazione giudiziaria penale per effetto dell'esplicita previsione della facoltà di estradizione dei cittadini, sinora rifiutata dalla Bosnia Erzegovina. I dati statistici forniti dal Ministero della giustizia, in base ai quali negli istituti penitenziari italiani si trovano attualmente 217 detenuti con cittadinanza della Bosnia Erzegovina, mentre tre sono i cittadini italiani ristretti in penitenziari della Bosnia Erzegovina, dimostrano quanto sia opportuno che in questo stralcio di legislatura si arrivi ancora alla Ratifica dei due atti parlamentari che oggi, in questo momento, ci apprestiamo a votare.

Quanto al contenuto dell'Accordo, esso consta di una serie di articoli, che chiaramente non mi dilungo a presentare. Anticipo che anche la seconda Ratifica verte sostanzialmente su elementi comuni, congiunti, quindi la seconda Ratifica non andrò poi ad illustrarla, Presidente.

L'altra è, anche analogamente alla prima, relativa…

PRESIDENTE. Onorevole Garavini, ora parliamo di questa, dopo parleremo dell'altra.

LAURA GARAVINI, Relatrice. Benissimo. …relativa invece all'Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e quella di Macedonia, ed è pienamente in linea con gli obiettivi programmatici del Governo, proprio volti a rafforzare da un lato la cooperazione giudiziaria, e a favorire l'esecuzione della pena nel Paese di origine del condannato. Ecco che i numeri a cui facevo precedentemente riferimento dimostrano quanto sia utile che si votino entrambe le Ratifiche.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che rinunzia.

Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli - A.C. 4627-A)

PRESIDENTE. Passiamo dunque al seguito della discussione.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4627-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Se il presentatore non chiede di intervenire per illustrazione il suo ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprime il parere sull'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/4627-A/1.

GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto non lo poniamo ai voti.

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4627-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli. Ne ha facoltà. Prendo atto che l'onorevole Alli rinuncia alla sua dichiarazione di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Presidente, annuncio il nostro voto favorevole e chiedo di poter consegnare il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Presidente, intervengo anch'io per esprimere voto favorevole e chiedere di poter consegnare il testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, il MoVimento 5 Stelle voterà a favore di questa ratifica, di questa importante convenzione con uno Stato che ha superato un periodo difficile nella storia e che sta rientrando - a maggior ragione - in rapporti giuridico-istituzionali molto importanti. Gli accordi con alcuni Stati dei Balcani e anche con alcuni Stati dell'Africa riguardanti la cooperazione e convenzioni che riguardano la giustizia hanno sempre avuto un rilievo molto importante e fondamentale per noi, sotto diversi aspetti. Il primo aspetto è sicuramente quello di assicurare alla giustizia persone che scappano dal nostro Paese dopo aver commesso anche gravi reati e che vanno in Stati dove possono trovare riparo. Ricordo sempre più Stati asiatici, le esperienze di Matacena e altri personaggi che sono fuggiti e stanno trovando ancora oggi una difesa quasi insuperabile, dal nostro punto di vista. Abbiamo combattuto varie volte, con risoluzioni e interrogazioni al Governo, per fare in modo di garantire la giustizia e non l'impunità a questi soggetti. Purtroppo molte volte siamo rimasti ad attendere invano l'intervento del Governo, che sbagliava accordi e convenzioni, che non si impegnava a sufficienza per rimpatriare questi personaggi. Il nostro impegno e la nostra posizione è stata ferrea, perché non possiamo garantire a pericolosi criminali l'impunità, non possiamo garantire che la facciano franca con soldi rubati ai cittadini italiani, quando i cittadini italiani, in questo senso, chiedono appunto giustizia, ma chiedono soprattutto che sia rispettato il principio tanto caro a Renzi in questi anni, ovvero che chi sbaglia paga, che poi in realtà non paga mai.

Infatti, questi criminali sono ancora là e se la stanno spassando alle nostre spalle per un errore di una ratifica o peggio ancora per la mancanza di volontà del nostro Governo di intervenire, appunto, sul rimpatrio di queste persone che attendono una giusta punizione, idem per altri Stati, è stato ricordato più volte il nostro impegno per quanto riguarda la Tunisia. Celebre è il caso del tunisino che è scappato dopo aver commesso un efferato omicidio di una cittadina italiana, tra l'altro con un figlio. I nostri riferimenti in Tunisia, le nostre istituzioni non sapevano neanche di questo tipo di richiesta. Questo ci sembra veramente allarmante, cioè che una persona, dopo aver commesso un grave reato, possa fuggire in uno di questi Stati, avere l'impunità e senz'altro un riparo da Stati che non concedono mai l'estradizione verso il nostro Paese e che si trovano veramente molto vicini al nostro territorio.

Questa è una questione inaccettabile, quindi oggi prendiamo con favore questa ratifica riguardante alcuni Stati che ci sono molto vicini, ma non possiamo che fare in modo che questa battaglia continui, perché sono troppe le situazioni che ancora richiedono un intervento da parte del nostro Governo, e il Ministro Orlando in questo senso non ha ancora fatto abbastanza. Ricordo la nostra risoluzione in Commissione giustizia e le diverse interrogazioni anche dei miei colleghi riguardanti il rimpatrio di Matacena e altri pericolosi criminali, nonché l'interrogazione del collega Cominardi, per quanto riguarda lo Stato della Tunisia, che non ci concede l'estradizione di questi altrettanto pericolosi criminali che la stanno facendo tuttora franca.

Quindi, l'impegno non ci deve essere solo con gli Stati che collaborano con il nostro Paese, ma l'impegno deve essere a 360 gradi, con gli Stati che in questi anni non hanno collaborato con il nostro Paese e garantiscono la difesa pressoché a 360 gradi per questi criminali. Per questo noi ci stiamo impegnando, e continueremo ad impegnarci per garantire giustizia: perché ci sono tante vittime, Presidente, che in questo momento la stanno richiedendo e sono beffati dallo Stato, che addirittura molte volte non sa neanche… Per quanto riguarda le ambasciate, non sanno neanche che queste richieste sono state avanzate.

Abbiamo incontrato il sottosegretario Ferri con Cominardi qualche mese fa, per richiedere appunto un intervento per quanto riguarda la questione della Tunisia; abbiamo interpellato lo stesso sottosegretario per quanto riguarda la questione di Matacena, e continueremo a farlo anche nella prossima legislatura. Però veramente io chiedo che ci sia un importante passo avanti da parte delle istituzioni e anche della magistratura, il massimo impegno: perché ovviamente chi scappa, anche se se lo può permettere, si può permettere di vivere in uno Stato estero con i soldi magari che ha rubato nel nostro Stato tramite truffe o anche tramite la criminalità organizzata, e non possiamo permetterlo.

Altra cosa molto importante sono i boss che sono scappati anche in America del Sud. Noi ricordiamo tutti ovviamente l'ex brigatista che è in Brasile, appunto; però noi abbiamo anche altri esempi e altri Stati che richiedono un nostro intervento, soprattutto per quanto riguarda lo Stato dell'Uruguay: ci sono stati i recenti servizi anche di trasmissioni televisive come Le iene, che hanno fatto vedere che queste persone una volta imputate per reati gravi possono fuggire e garantirsi una copertura, addirittura vivere nell'agio con vere e proprie ville di lusso con questi soldi e molto spesso la fanno franca, e non hanno la benché minima collaborazione di chi dovrebbe collaborare per assicurarli al nostro Stato e per assicurarli alla giustizia.

Io credo che questo sia un argomento molto delicato, che noi stiamo trattando assolutamente con molta importanza, ma a cui non è stata data molta importanza in questa legislatura: perché queste ratifiche sono molto facili da approvare e da votare, però quelle invece un po' più difficili rimangono sempre carta morta. Io avrei voluto vedere una ratifica nei confronti degli Stati asiatici, soprattutto per quanto riguarda gli Emirati Arabi Uniti: non è arrivato un atto che andasse incontro all'esigenza che avevamo dimostrato in Commissione giustizia, e che non abbiamo visto. Noi crediamo invece che queste dovrebbero essere la priorità, visto che è il Governo che le deve portare in Aula, e ci chiediamo ancora perché questo Governo non abbia portato in Aula questa ratifica. Vorrei sentire anche, sottosegretario o Ministro, che cosa ha da dire in riferimento a questo fallimento, che è una battaglia che il MoVimento 5 Stelle ha portato avanti da diversi mesi: perché è molto facile, ripeto, votare oggi una ratifica, meno facile è votare quando ci sono anche degli interessi politici in questa Camera. Soprattutto perché alcuni legali di questi pericolosi criminali che sono all'estero sono legali che sono all'interno del Partito Democratico, e quindi c'è anche un pelo di conflitto di interesse rispetto a tali vicende. Forse è per questo che il Governo non vuole accelerare sulle stesse, dice che gli Emirati Arabi non collaborano, dice che c'è un problema riguardante il 416-bis: io credo che siano tutte questioni superabili, sia in via diplomatica e giudiziaria, sia con trattati che sono stati siglati in modo errato e che necessitano di un immediato intervento e di una correzione; che il Governo però in tutti questi mesi, visto che la nostra risoluzione addirittura era del 2016, non ha ancora operato.

Per questo motivo, Presidente, noi continueremo a invocare l'intervento del Governo, l'intervento del Parlamento per ratificare anche questi atti; ma anche, nelle more delle tempistiche di tale intervento, noi crediamo che il Governo italiano, anche senza andare a modificare il Trattato vigente con gli Emirati, possa intervenire e richiedere comunque questi criminali che stanno svolgendo un'attività sotto gli occhi di tutti e con gli agi e davanti veramente all'opinione pubblica che attende il rimpatrio degli stessi, in modo assolutamente vergognoso.

Noi crediamo innanzitutto che questo debba essere l'intervento; e poi anche, come ho detto molte volte, come ha detto anche il mio collega Colletti che ha impegnato il Governo con una mozione, gli accordi per quanto riguarda le carceri, per far intervenire accordi bilaterali con altri Stati per fare in modo che i detenuti nel nostro Paese possano essere rimpatriati nei Paesi d'origine.

Sgravare, quindi, anche il grosso sovraffollamento carcerario che noi tutti viviamo, e che oggi il Ministro Orlando non ha risolto, se non con gli “svuota carceri”…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Ferraresi.

VITTORIO FERRARESI. …che sono stati ovviamente un fallimento, perché il sovraffollamento è ritornato a livelli assolutamente da allarme. Per questo dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su questa ratifica, ma è necessario sicuramente un impegno sul tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni Farina. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Presidente, consegno il testo e annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale - A.C. 4627-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4627-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4627-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e la Bosnia ed Erzegovina aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Roma il 19 giugno 2015”.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016; b) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016 (A.C. 4628-A) (ore 14,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 4628-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016; b) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 4628-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, onorevole Laura Garavini.

LAURA GARAVINI, Relatrice. Presidente, chiedo l'autorizzazione a depositare il testo dell'intervento, dando per acquisito quanto illustrato precedentemente.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo rinunzia ad intervenire.

Non vi sono iscritti a parlare… Scusi, onorevole Ferraresi, sulla discussione generale bisogna iscriversi prima. Se lei vuole, posso darle la parola dopo, o sugli articoli o in dichiarazione di voto finale; però, alla discussione sulle linee generali ci si iscrive prima.

Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli - A.C. 4628-A)

PRESIDENTE. Passiamo dunque al seguito della discussione.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Lei, onorevole Ferraresi, intende parlare sull'articolo o in dichiarazione di voto finale? In dichiarazione di voto finale, sta bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4628-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli, che rinuncia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Se permette, consegno il testo, Presidente.

PRESIDENTE. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Dichiaro voto favorevole e chiedo di consegnare il testo.

PRESIDENTE. È autorizzato, grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore, vorremo evitare, gentilmente…

VITTORIO FERRARESI. Grazie, un po' di serietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), capisco che è l'ultimo giorno…

PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, lei intervenga, gentilmente.

VITTORIO FERRARESI. Colleghi, stiamo analizzando il testo del disegno di legge n. 4628 del Governo, recante la ratifica e l'esecuzione dei seguenti trattati: l'Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, che intende ampliarne e facilitarne l'applicazione, eseguito, appunto, il 25 luglio 2016 e l'Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, sempre del 25 luglio 2016.

La ratifica, ovviamente, mira al rafforzamento della cooperazione tra l'Italia e la Repubblica di Macedonia in materia di estradizione ed assistenza giudiziaria in ambito penale, intensificando, in particolare, la lotta alla criminalità, alla corruzione e al riciclaggio di denaro ed escludendo la possibilità che l'assistenza giudiziaria tra i due Paesi sia rifiutata per motivi attinenti al segreto bancario. Tutti elementi molto utili e importanti che il MoVimento 5 Stelle ha sempre portato, in questi anni, all'attenzione del Parlamento, soprattutto per quanto riguarda la lotta alla corruzione e al riciclaggio, e la possibilità di escludere l'assistenza giudiziaria qualora, appunto, ci sia un intervento di un Paese che la rifiuta all'altro, in riferimento al segreto bancario; segreto bancario che, invece, da altri Stati è applicato in maniera assolutamente ferrea e che ci impedisce, come Stato, di raggiungere, con le nostre istituzioni e la nostra autorità giudiziaria, segreti molto importanti, riguardanti persone o soggetti giuridici o meno che portano all'estero i nostri soldi, soldi anche dei contribuenti, magari ottenuti illecitamente, con riciclaggio di denaro tramite alcune attività o tramite autoriciclaggio, anche se il reato è stato appena introdotto, secondo noi, in modo assolutamente non congruo.

Quindi, esiste la possibilità di portare questi capitali all'estero e nasconderli in banche che permettono a questi criminale di farla franca, perché non collaborano in nessun modo con l'autorità giudiziaria del nostro Paese.

Come è stato ricordato, questa ratifica avviene dopo circa un anno dall'impegno del nostro Paese, fatto nella Repubblica dei Balcani, ed è un intervento assolutamente necessario; è necessario, perché ci sono stati problemi relativi al segreto bancario, ma anche a criminali che svolgevano attività nel nostro Paese, poi, con il fatto di uscire in altro territorio trovavano impunità e trovavano protezione, come tra l'altro avviene anche in altri Stati che stanno comunque in Europa, con cui avevamo avuto problemi e, quindi, io credo che anche in questo senso le regole, la normativa dell'Unione europea debbano incentivare, in modo più forte, il contrasto al riciclaggio, all'autoriciclaggio e al segreto bancario. È ovvio che, se alcuni rappresentanti, che siedono nelle istituzioni europee, hanno interessi diretti, soprattutto nei loro Paesi, a che questo non avvenga, questo sarà molto difficile da attuare. È per questo che si fanno queste ratifiche ed è per questo, anche, che, però, altre non sono rese possibili per l'ostruzionismo da parte di altri Stati.

Non solo c'è da lottare ovviamente contro la corruzione e il riciclaggio, ma anche contro la criminalità organizzata che, molto spesso, viene sottovalutata da alcuni Paesi, perché non viene riconosciuta. La nostra normativa riguardante il 416-bis ovvero l'associazione di stampo mafioso non è una normativa che molto spesso gli altri Stati riconoscono, perché? Perché noi siamo all'avanguardia in questo fenomeno, abbiamo associazioni criminali molto, molto radicate sul territorio, ma non solo sul nostro territorio. Pensiamo anche agli investimenti della 'ndrangheta in territori come gli Stati Uniti, il Canada, la Germania, l'Inghilterra e anche Stati dell'est, dove, soprattutto, lavorano imprenditori e associazioni che trasferiscono e delocalizzano i propri beni e molto spesso, come vediamo dalle cronache dei giornali, li usano anche per riciclare denaro sporco e sottrarre entrate al nostro Paese, più o meno lecitamente. Per questo noi dobbiamo intervenire; abbiamo visto anche come le normative di riferimento siano state in parte accettate in un procedimento dell'Unione europea che prevede, appunto, l'equilibrio delle normative e quindi occorre intervenire per unificare e uniformare le normative sia sulla lotta al riciclaggio sia sul contrasto alla criminalità organizzata. Ma, molto spesso, altri Stati, anche dell'Unione europea, non hanno capito la nostra esigenza di contrastare queste associazioni che sempre meno agiscono con atti di violenza, ma agiscono sempre più con atti di corruzione e riciclaggio di denaro, imprese e appalti. Si è passati, quindi, a una criminalità che sfrutta anche manodopera dei Paesi dell'Est e dei Balcani; ciò l'abbiamo visto sempre di più, perché c'è un commercio vero e proprio di alcuni criminali che, addirittura, entrano nel nostro Paese con camion e macchine, escono dal nostro Paese, sfruttando appunto le possibilità che gli dà l'Unione europea, con l'assenza di controlli appunto sui confini, e, quindi, vanno su altri territori, capendo che il nostro Stato è una zona franca. L'abbiamo visto con gli esempi che riguardano, appunto, il traffico di animali, il traffico di stupefacenti, l'abbiamo visto con elementi che riguardano la lotta al bracconaggio, l'abbiamo visto, anche, con elementi che riguardano, appunto, i reati finanziari, di cui, in questa legislatura, è vero ci siamo occupati, ma sicuramente non ci siamo occupati nel modo più idoneo, perché reati come quelli di autoriciclaggio sono stati approvati, sì, ma con notevoli falle che permettono ai criminali di farla franca. Come non ci siamo occupati anche di altri reati, come furto, truffa e rapina, che non sono stati adeguatamente perseguiti e che permettono, soprattutto, a criminali e a bande criminali che commerciano con Paesi dell'Est, come quello che stiamo trattando oggi, ma anche con altri, di fare vere e proprie scorribande, così come, appunto, accade per quanto riguarda il bracconaggio nelle nostre acque interne che hanno ricevuto un vero e proprio danno, perché queste bande la fanno franca, non avendo le strutture, gli uomini e le risorse per contrastare questo tipo di attività.

Stessa cosa per quanto riguarda i crimini informatici, le truffe informatiche, che molto spesso arrivano da Stati in cui le normative non permettono uno scambio di informazioni con il nostro Paese, uno scambio di dati e quindi chiedere una rogatoria, non solo per quanto riguarda le persone, ma anche per quanto riguarda la documentazione, ad altri Stati è sempre più difficile e quindi i nostri giudici, a fronte di ingenti risorse spese (addirittura devono andare direttamente nello Stato in cui si stanno commettendo i crimini a chiedere documenti) molto spesso, sia per mancanza di risorse sia per mancanza di uomini sia soprattutto per mancanza di collaborazione con questi Stati, non riescono ad ottenere assolutamente nulla, per poi finire ai casi che avevo trattato e che ho detto prima, in cui la collaborazione è totalmente inesistente.

Ricordò il collega Cominardi, che aveva sollevato il caso poco tempo fa, di un'uccisione per gelosia con 20 coltellate nella casa di questa donna, in Lombardia, da parte del marito tunisino, che aveva già architettato tutto ed è riuscito a prendere un volo per la Tunisia prima di essere arrestato, lasciando due figli di 4 e 7 anni in custodia a un amico; giunto a destinazione, aveva avvertito il suocero della morte e tuttora vive molto allegramente su questo territorio e nessuno gli può fare o dire nulla, perché è in uno stato di protezione assoluta dello Stato ricevente.

È per questo che, Presidente, noi confermiamo, anche per questa ratifica con la Macedonia, il nostro apporto e sostegno per il contrasto dei reati di autoriciclaggio, riciclaggio, in riferimento anche ai reati finanziari relativi al segreto bancario, ma auspichiamo che queste cose non vengano fatte, come per la precedente, solo a fine di spot, con Stati che più o meno collaborano, ma che siano attivati anche duramente i canali diplomatici e dell'autorità giudiziaria con Stati che non collaborano affatto e che proteggono segreti di criminali che segreti non sono, perché alla fine questi segreti nascondono solamente il ladrocinio che viene fatto alle casse pubbliche e il ladrocinio che viene fatto ai danni dei cittadini onesti, che pagano le tasse in questo Paese e vedono ancora una volta i loro diritti non garantiti non solo dal nostro Paese, ma anche dallo Stato che li protegge, perché il Governo non si è attivato a sufficienza per fare in modo che questi criminali vengano assicurati alla giustizia e che possano risarcire le vittime dei reati, di cui molto spesso ci dimentichiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 4628-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4628-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4628-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016; b) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convezione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Inversione dell'ordine del giorno (ore 14,50).

NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente grazie, chiederei cortesemente la possibilità di proporre all'Aula l'inversione dell'ordine del giorno dei lavori, posticipando le tre votazioni dei punti 3, 4 e 5 e anticipando il punto 6 e il punto 7 e poi successivamente gli altri tre punti, grazie.

PRESIDENTE. Bene, sulla proposta di inversione dell'ordine del giorno nel senso di anticipare la discussione della proposta di legge in materia delle celebrazioni dei duemila anni dalla morte di Ovidio e delle dimissioni del collega, rispetto agli argomenti di cui ai punti 3, 4 e 5, darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e ad uno a favore per non più di cinque minuti ciascuno. Chi è contrario all'inversione?

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, ieri c'è stata una conferenza dei presidenti di gruppo che ha stabilito e focalizzato un calendario.

Nello speech che lei stesso ha letto, sempre nella giornata di ieri, veniva detto che i nuovi argomenti, peraltro inseriti su richiesta dei singoli gruppi, quindi la proposta di legge e le dimissioni, andavano a seguire sugli argomenti. Io credo sia necessario adesso arrivare a discutere l'argomento che era previsto e pertanto, se spostiamo i giudici a dopo, secondo noi disattendiamo completamente un impegno preso nella capigruppo di ieri, perché accettare l'inserimento di quegli argomenti era ovviamente legato al fatto che erano messi dopo rispetto alla questione più seria e importante dei giudici. Siamo davanti alla necessità di arrivare a un dunque e non prendere in giro nessuno rispetto alle tematiche che dobbiamo discutere, sui temi concreti delle elezioni dei giudici e capire se c'è un accordo tra quest'Aula - cosa che non mi sembra evidente - e se si debba andare e tornare ante 2001 come meccanismi di votazione rispetto alle elezioni di quei giudici.

È evidente che ci sia un tentativo di spostare - e qui la richiesta di alcuni gruppi - questi temi prima, per evitare di arrivare a risolvere il nodo in maniera semplice e chiara, per cui su questo punto noi voteremo no e ci sembra anche una richiesta che la Presidenza dovrebbe valutare in relazione agli impegni che ha preso ieri nella capigruppo, perché di fatto non è che un accordo di ieri, in cui viene accettato da tutti l'inserimento di argomenti rispetto a un ordine, oggi venga stravolto con degli altri tipi di meccanismi.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Sì, grazie signor Presidente, nessuno mette in dubbio l'iter che aveva dato la capigruppo, ma Presidente, lei sa benissimo che l'Aula è sovrana, quindi noi esprimiamo un voto a favore della proposta Nicola Molteni.

PRESIDENTE. Ovviamente la mia risposta è questa onorevole Crippa: è del tutto evidente che la capigruppo ha preso una decisione, è altrettanto evidente che… Sto rispondendo a lei, onorevole Crippa… Va bene, evidentemente non è necessario.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva per 251 voti di differenza.

Discussione della proposta di legge: S. 2304-2355 - D'iniziativa dei senatori: Pelino ed altri; Pezzopane ed altri: Istituzione dell'anno ovidiano e celebrazione della ricorrenza dei duemila anni dalla morte di Ovidio (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 4658) (ore 14,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4658: Istituzione dell'anno ovidiano e celebrazione della ricorrenza dei duemila anni dalla morte di Ovidio.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 21 dicembre 2017 (Vedi l'allegato A della seduta del 21 dicembre 2017).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 4658)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che la VII Commissione (Cultura) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Umberto D'Ottavio.

UMBERTO D'OTTAVIO, Relatore. Presidente, chiedo l'autorizzazione a consegnare la relazione.

PRESIDENTE. È autorizzato onorevole D'Ottavio.

Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che rinunzia. Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

(Esame degli articoli - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo quindi al seguito alla discussione. Avverto che, fuori dalla discussione, tutti gli emendamenti riferiti al provvedimento sono stati ritirati dalle presentatrici.

Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Qual è il parere del Governo?

ANTIMO CESARO, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Sull'ordine del giorno Narduolo n. 9/4658/1 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il parere è favorevole dunque non lo poniamo ai voti. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lainati. Ne ha facoltà.

GIORGIO LAINATI. Presidente, la ringrazio molto brevemente. Voglio, giustamente, rispetto a un evento culturale di questo rilievo, dare il segno del voto favorevole del nostro gruppo con l'auspicio, signor Presidente, che i fondi per l'anno ovidiano servano, come recita il testo, a recuperare, a restaurare tutto il materiale storico e artistico ovidiano posto nella città di Sulmona e anche alla ricerca della realizzazione di questa sede, idonea a ospitare il museo ovidiano.

Poi, è anche importante il recupero edilizio e la riorganizzazione dei luoghi legati alla vita e all'opera di Ovidio, situati tutti nella zona di Sulmona e nella Valle Peligna. Questo voto positivo, signor Presidente, è anche dedicato alla collega senatrice Pelino, che si è tanto adoperata affinché questa legge fosse approvata (Applausidei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD-Noi con l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Noi voteremo a favore e vogliamo, però, evidenziare il motivo per il quale ci siamo astenuti sugli articoli che riguardavano la parte un po' urbanistica di questa legge e concordiamo con quanto dettoci in Commissione dalla rappresentante del Governo, la sottosegretaria Borletti Dell'Acqua, che in Commissione ha assicurato che gli uffici centrali e periferici del Governo verificheranno ed effettueranno un monitoraggio affinché le disposizioni contenute nella legge non costituiscano mai pretesto viatico per la sanatoria di abusi edilizi e per deroghe alla pianificazione urbanistica.

Come abruzzese, naturalmente...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Melilla. Dobbiamo lasciare libero il banco del Governo, grazie. Prego, onorevole Melilla.

GIANNI MELILLA. Come abruzzese, naturalmente, sono molto contento di questa legge. (Applausidei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista-Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Io credo che questa legge vada a dare il giusto riconoscimento a un personaggio che Dante ha annoverato nei magni del limbo, perché non battezzato, e che ha caratterizzato un periodo storico estremamente importante della latinità, quella della fine della guerra civile e dell'inizio dell'impero di Augusto, della pax augustea, e quindi anche un auspicio per tutti noi. E soprattutto rappresenta, accanto all'auspicio di pace, il valore di patria, perché è ricordato come colui che pronunciò Sulmo mihi patria est, cioè questo richiamo forte al senso della patria proprio nel momento in cui lui era a Costanza in esilio.

E allora questo giusto riconoscimento, al di là poi dell'articolato e di quei limiti che qualcuno ha sottolineato su come verrà utilizzato, io credo che sia importante soprattutto ricordare un grande personaggio della storia millenaria di questa terra e, permettetemi, della terra che io rappresento, dell'Abruzzo, di cui vado orgoglioso anche perché ha dato i natali a un cotanto personaggio.

E quindi esprimiamo con gioia il voto favorevole di Forza Italia a questo progetto di legge, che porta, come prima firmataria, proprio una senatrice di Sulmona di Forza Italia, la senatrice Paola Pelino (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.

VITTORIA D'INCECCO. Presidente, grazie. Anch'io, in quanto abruzzese, orgogliosa di questo provvedimento che è la testimonianza tangibile di una politica che crede fortemente nel valore della cultura, esprimo il parere favorevole del Partito Democratico e le chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Volevo ricordare pax augustèa e non pax augùstea come qualcuno ci ha detto precedentemente, visto che si parla di latino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Io volevo un attimo prendere qualche minuto per motivare il voto che tra poco paleseremo. Chiariamo subito che qui la posizione del MoVimento 5 Stelle non è nei confronti di un finanziamento a manifestazioni culturali per celebrare il bimillenario ovidiano, oltre tutto in un territorio che è nella mia regione, quindi la Valle Peligna, che nel tempo ha saputo valorizzare, è vero, i natali del poeta latino. Ma non è questo il punto. Noi non possiamo essere contrari a un finanziamento a un'attività culturale come questa, ma il punto è un altro: questa proposta di legge vuole finanziare pubblici interventi che rendono testimonianza, diffondano e tutelino la conoscenza…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Vacca. Onorevole Rotta? Grazie.

GIANLUCA VACCA. Tutelino la conoscenza della vita, delle opere, dei luoghi legati alla figura di Ovidio. Tra di essi ne posso citare alcuni, quali attività didattico-formative e culturali, recupero del materiale ovidiano e individuazione di una sede per il museo che porta il suo nome a Sulmona, oltre che alla costituzione di un parco letterario, la realizzazione un gemellaggio istituzionale tra Sulmona e Costanza in Romania, luogo del suo esilio, e infine l'attivazione di borse di studio per aiutare la ricerche in materia di studio ovidiani. Noi, ovviamente, non possiamo essere contrari a questo. Il punto è un altro: tale normativa, tale norma, tale legge, arriva alla chiusura di questa legislatura, dopo che, per cinque anni, abbiamo denunciato questo metodo sbagliato di finanziare attività culturali, anche se meritevoli di denaro pubblico. La politica culturale portata avanti in questa legislatura è stata costellata da provvedimenti che permettevano finanziamenti a pioggia a singoli enti, comitati e fondazioni. L'ultima legge di bilancio è un esempio lampante di assalto alla diligenza, con una presenza mai registrata, almeno nell'ultima legislatura, di marchette settoriali e territoriali senza precedenti. Eppure, la normativa che regola queste manifestazioni culturali c'è, la legge n. 420 del 1997, che noi più volte abbiamo richiamato anche in Commissione e che voleva ricondurre ad unità, attraverso un unico provvedimento a cadenza annuale, l'intervento statale a favore di comitati nazionali per lo svolgimento di celebrazioni e manifestazioni culturali di particolare rilevanza, nonché di edizioni appunto nazionali. Ma voi invece di consolidare un sistema con criteri oggettivi che valgano per tutti, e valgono per tutti, avete creato un sistema di erogazione di risorse pubbliche iniquo e irragionevole che corre lungo un doppio binario: quello dei finanziamenti di “serie B” che devono sottostare a regole comuni, anche se non sempre ragionevoli, e i finanziamenti di “serie A” che ricevono finanziamenti ad hoc, al di fuori di qualsivoglia regola e grazie a qualche santo in paradiso che presenta legge ed emendamenti. Il santo in questione si chiama senatrice Pelino, presentatrice della legge, e guarda caso parlamentare di Sulmona, e guarda caso presidente del comitato promotore attraverso la DMC Terre d'amore, tra i cui soci c'è la celebre impresa produttrice di confetti, sempre della senatrice Pelino, guarda caso.

Ancor più grave è se ciò avviene attraverso un provvedimento, quale quello oggi in votazione, che è arrivato blindato, senza possibilità di essere emendato e a fine legislatura. Non ce ne stupiamo dato che, come già detto, di provvedimenti del genere ne abbiamo visti tanti anche in questa legge di bilancio, dove ad esempio sono stati ammessi sul Fondo unico per lo spettacolo, il cui riparto avviene tramite regole ben precise, finanziamenti per le manifestazioni carnevalesche, il cui valore culturale non discutiamo ovviamente, ma che nulla hanno a che vedere con l'attività professionale dei lavoratori dello spettacolo che beneficiano del predetto fondo.

Il MoVimento 5 Stelle non può appoggiare un sistema siffatto, essendosi da sempre battuto per l'uso di risorse pubbliche trasparenti e uguale per tutti. Abbiamo, inoltre, sempre espresso la necessità di effettuare investimenti nell'intero settore dei beni culturali, sottraendoli a logiche di corto respiro, con strategie di medio e lungo periodo, che portino a far sì che l'incidenza percentuale delle risorse per il comparto riservato ai beni culturali possa varcare la soglia almeno dell'1 per cento sul PIL.

Infine, bisogna citare l'intervento che ha attirato l'attenzione nostra e che desta un legittimo sospetto circa possibili abusi edilizi, dato che si ammette l'erogazione di finanziamenti a favore del recupero edilizio e della riorganizzazione dei luoghi legati alla vita D'Ovidio e alla sua opera, tramite il potenziamento delle strutture esistenti che possono comportare anche aumenti minimi di volumetria. È quest'ultimo inciso che cela una volontà che va oltre quella strettamente culturale che dovrebbe muovere l'intero provvedimento. Una finalità sarebbe quella di permettere una sanatoria edilizia, peraltro alquanto generica, dato che non viene ben specificato di quali luoghi e di quale strutture si parli, e considerato, inoltre, che è ammessa al finanziamento anche ogni altra iniziativa utile per il conseguimento delle finalità della presente legge.

Per tutte queste ragioni, Presidente, non possiamo che votare contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente, anche per avermi dato l'opportunità di intervenire così, in corso d'opera. Mi piacerebbe che ragionassimo un po' sopra il problema riguardo questa legge. Noi ci siamo battuti in questa legislatura tutti, compreso il partito di maggioranza, contro gli abusivismi. Abbiamo rimandato in Commissione il “DDL Falanga” e c'è stato un grandissimo scalpore nel nostro Paese proprio per questo motivo. Ci siamo voluti intestare il fatto di non essere consumatori di suolo. Questo Parlamento ha voluto mettersi alcune medaglie.

Bene, non capiamo, però, per quale motivo in questo provvedimento, dove è giusto che si dia un contributo chiaro ed esplicito per Ovidio (noi l'abbiamo fatto su tantissimi altri personaggi italiani importanti che hanno dato lustro alla cultura del nostro Paese), poi si inserisca in maniera molto chiara ed inequivocabile - perché nessuno la può interpretare diversamente - questa frase: gli interventi di recupero edilizio e riorganizzazione dei luoghi possono comportare minimi aumenti di volumetria, soltanto ove essi risultino strettamente necessari all'adeguamento delle strutture, e a tale iniziativa è destinata una quota non inferiore al 20 per cento del contributo straordinario di cui all'articolo 4. È evidente che viene mascherata, con una buona proposizione, una incentivazione, anche con un contributo finanziario da parte di questo Parlamento e del nostro Governo, di un chiaro ed esplicito intervento che va a coprire degli incrementi edilizi.

Su tutto il resto possiamo essere assolutamente d'accordo, però questo veramente non possiamo sottoscriverlo. È il motivo per cui Sinistra Italiana-Possibile si asterrà su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Colleghi, prima di passare al voto, vorrei darvi la notizia che è nato Giovanni, il figlio del nostro collega Fedriga e della mamma Elena (Applausi), al quale ovviamente auguriamo ogni bene.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4658)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4658:

S. 2304-2355 - "Istituzione dell'anno ovidiano e celebrazione della ricorrenza dei duemila anni dalla morte di Ovidio" (Approvata, in un testo unificato, dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Dimissioni del deputato Filippo Piccone (ore 15,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le dimissioni del deputato Filippo Piccone.

Comunico che in data 19 dicembre 2017 è pervenuta alla Presidenza una lettera con la quale l'onorevole Piccone comunica le proprie dimissioni dalla carica di deputato, motivate da “cause di impedimento personali”.

Avverto che, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento, la votazione sulle dimissioni dell'onorevole Piccone avrà luogo a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Presidente, noi normalmente, come gruppo parlamentare, abbiamo sempre votato favorevolmente alle dimissioni, qualora emergesse la volontà del deputato di abbandonare quest'aula, ma, sinceramente, votare delle dimissioni a pochi giorni o addirittura a poche ore dallo scioglimento delle Camere a noi pare essenzialmente una buffonata, cui ci opponiamo. Ma soprattutto, finalmente, dopo mesi e mesi, ritroviamo in quest'Aula il deputato Piccone, che era stato dato per disperso dalla maggioranza dei parlamentari, perché nel suo cursushonorum aveva ben l'86 per cento di assenze in quest'Aula.

Allora, vorremmo capire le motivazioni che portano un deputato, assente per l'86 per cento delle volte dalle votazioni di quest'Aula in questi cinque anni, a volersi dimettere da quest'Aula, visto che sembrava si fosse già dimesso di sua sponte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Infatti, se fossimo un Paese normale, un deputato o un senatore con quelle assenze sarebbe stato direttamente licenziato da quest'Aula, per usare un verbo giuslavoristico, perché non riusciva a rappresentare degnamente il territorio che lo aveva votato, certo con una legge elettorale incostituzionale e senza preferenze.

Allora, ancora per questo motivo, far emergere dalle liste del fu PDL - ora non so, Forza Italia o cos'altro - un'altra persona della lista solo per fregiarsi in questi ultimi due mesi magari di un lauto stipendio o addirittura dell'appellativo di onorevole è una valutazione e un provvedimento che noi aborriamo totalmente. È per questo che con convinzione voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, consentitemi, visto che questo è l'ultimo voto di quest'anno e probabilmente anche uno degli ultimi della legislatura, di rinnovare ovviamente gli auguri che sono stati già fatti dalla Presidenza, e rivolgere gli auguri anche a tutto il personale della Camera (Applausi), agli assistenti, ai tecnici e davvero a tutti coloro che in questi cinque anni ci hanno permesso di lavorare intensamente e che hanno avuto anche la pazienza di sopportarci in tutte le nostre cose, pazienza che avete riversato nei nostri confronti e per la quale ovviamente vi ringrazio. Penso in questo senso di poter unire il ringraziamento degli altri Vicepresidenti, per averci supportato e sopportato nella conduzione dell'Aula, con tutte le nostre inadeguatezze ma anche con tutta la nostra voglia di cercare di dare il meglio. Sicuramente chi ci sarà qui dopo di noi farà molto meglio.

Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'accettazione delle dimissioni dell'onorevole Piccone.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito dell'accettazione delle dimissioni dal mandato parlamentare del deputato Filippo Piccone, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati - che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista numero 18 - Il Popolo della Libertà nella XVII Circoscrizione Abruzzo, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Massimo Verrecchia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XVII Circoscrizione Abruzzo, l'onorevole Massimo Verrecchia.

S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Colleghi, questo sarà l'ultimo voto, perché saremmo dovuti passare alle votazioni per l'elezione di due componenti del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, di due componenti del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa e di due componenti del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria, ma mi sembra che non sussistano i necessari presupposti per votare, come si era ipotizzato, su una lista bloccata di nominativi. Pertanto, nella seduta odierna non è possibile procedere a tale adempimento.

Su un lutto del deputato Stefano Allasia.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Stefano Allasia è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.

La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Approvazioni in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, venerdì 22 dicembre 2017, la I Commissione permanente (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: Senatore Arrigoni ed altri: “Modifica al decreto legislativo 6 marzo 1992, n. 250, e aggregazione del comune di Torre de' Busi alla provincia di Bergamo, ai sensi dell'articolo 133, primo comma, della Costituzione” (A.C. 4526), con l'assorbimento della seguente proposta di legge: Sanga ed altri: “Distacco del comune di Torre de' Busi dalla provincia di Lecco e sua aggregazione alla provincia di Bergamo, ai sensi dell'articolo 133, primo comma, della Costituzione” (A.C. 4338), che pertanto sarà cancellata dall'ordine del giorno.

Comunico che, nella seduta di oggi, 22 dicembre 2017, la X Commissione (Attività produttive, commercio e turismo) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge: S. 1110-1410-1544 - Senatori Pelino ed altri; Senatori Bocchino ed altri; Senatori Tomaselli ed altri: “Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale italiana” (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 4510).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

SILVIA GIORDANO. Presidente, intervengo non per rivendicazione politica ma come cittadina che ha la possibilità di poter parlare in quest'Aula. Questa Camera ha visto ben due anni fa l'inizio del travagliato iter della proposta sul biotestamento, che adesso è finalmente legge. Visto che solo chi ha partecipato sa il difficile e intenso lavoro che c'è stato, vorrei ringraziare qui pubblicamente tutti coloro che hanno reso possibile il raggiungimento di un obiettivo così tanto atteso dalla gran parte degli italiani. Voglio ringraziare tutti i deputati che ci hanno lavorato, la Commissione affari sociali, il presidente, gli uffici e in particolare la relatrice Lenzi, per il suo delicato ruolo, così come ringrazio il mio gruppo e il capogruppo dell'epoca, Vincenzo Caso, per il sostegno che hanno dato a me e al collega Mantero durante tutto il percorso.

Con questa legge, sicuramente non perfetta ma certamente basilare, e con il dibattito parlamentare che c'è stato, abbiamo tutti dato dimostrazione di quanto un buon modo di fare politica sia possibile. Mi riferisco anche a chi si è sempre opposto ma entrando nel merito, senza cadere in facili strumentalizzazioni. Voglio soprattutto ringraziare chi non è in questo palazzo ma che ha sempre mantenuto alta l'attenzione sul tema, manifestando il loro dramma e dolore: Coscioni, Gesualdi, gli instancabili Beppino Englaro e Mina Welby e tanti altri che dovrebbero essere ringraziati singolarmente ma il tempo non me lo permette. Infine, Presidente, all'indomani del suo compleanno, il primo senza di lei, vorrei ringraziare mia madre, che mi ha fatto realmente sentire e capire emozioni che altrimenti non avrei mai immaginato e provare quella sofferenza di cui si è tanto parlato. Concludo la legislatura e per il momento anche la mia esperienza politica con un risultato storico. Grazie a tutti per ciò che, non senza enormi difficoltà, siamo riusciti a fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, ho il dovere, anche morale, di ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso alla Camera dei deputati, in primis la mia famiglia, i miei genitori, la mia compagna. Soprattutto, volevo ringraziare i funzionari della Camera, che si sono dimostrate delle persone competenti e preparate, in primis il dottor Tabacchi e il dottor Di Filippo, che ci hanno assistito in questa lunga battaglia in Commissione lavoro. Presidente, volevo ringraziare anche le migliaia di donne che lavorano qui alla Camera e che fanno un servizio per quest'Aula che è immenso. Sto parlando delle migliaia di donne delle pulizie che lavorano qui: se quest'Aula è così bella e questo luogo è così decoroso dobbiamo dire grazie anche a loro.

Quindi, umilmente va il mio grazie a tutte le persone che rendono le istituzioni un dono meraviglioso ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Ferro. Ne ha facoltà.

ANDREA FERRO. Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, prendo la parola per informare l'Aula dei gravi disagi arrecati alle popolazioni dei comuni della Valle dell'Aniene, in provincia di Roma, dall'ennesimo caso di infiltrazione di fango e sedimenti all'interno degli impianti e delle reti idriche a servizio degli acquedotti ricadenti nelle competenze dell'ATO 2 e nella diretta gestione di ACEA. In particolare a Vicovaro, secondo comune per dimensioni dopo Subiaco della valle, il 7 novembre 2016, il 6 febbraio 2017, il 30 novembre e il 16 dicembre 2017, a causa delle forti piogge che hanno provocato l'intorbidimento, e dunque l'interruzione del flusso di acqua potabile, i cittadini sono rimasti per molte ore con i rubinetti a secco, le scuole chiuse e le attività economiche costrette a sospendere la propria attività, con conseguenze negative per la produzione e per gli incassi.

Con particolare riferimento ai gravi episodi degli ultimi giorni, spiace costatare che a nulla siano valse le puntuali ed esaustive informazioni contenute in due diversi avvisi di condizioni meteorologiche avverse, emessi dal Dipartimento della protezione civile del Lazio il 14 e 15 dicembre; e le rassicurazioni ricevute nei mesi passati da ACEA-ATO 2 circa le lavorazioni che sarebbero state effettuate per garantire la massima sicurezza delle sorgenti ed evitare la contaminazione delle acque, lavorazioni che si sono rivelate evidentemente fallaci e comunque carenti.

Ritenendo la vicenda inaccettabile, nell'esprimere solidarietà e vicinanza agli amministratori locali e alle popolazioni colpite, si chiede al Governo e alle autorità competenti in materia di vigilanza sul funzionamento del servizio idrico integrato di accertare le responsabilità e di intervenire in modo urgente e risolutivo, affinché alle problematiche derivanti dalla siccità e dalle croniche mancanze del sistema…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA FERRO. …non debbano aggiungersi eventi calamitosi prevedibili ed evitabili, che, oltre ai disagi per i cittadini, rischiano di produrre danni permanenti all'immagine e alla credibilità di chi da anni, anche in conseguenza di norme nazionali e regionali a volte discutibili, non ha più la competenza e la disponibilità né degli impianti né delle reti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carra. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, grazie per la gentilezza, per la disponibilità, visto che mi sono iscritto fuori tempo massimo. Volevo condividere con lei, con i colleghi le vicende che hanno toccato il sindaco di Mantova, vicende che non dovrebbero mai entrare nel dibattito, nella discussione parlamentare, ma che inopportunamente e volgarmente il collega Zolezzi del MoVimento 5 Stelle qualche settimana fa ha voluto proporci.

Ebbene, è di qualche ora fa la notizia che la procura di Mantova ha chiesto l'archiviazione dell'indagine per tentata concussione continuata con finalità di scambio sessuale. Gli accertamenti dicono che il sindaco di Mantova non ha mai proposto lo scambio, e i messaggi parrebbero addirittura non esistere: stiamo parlando quindi di una chat taroccata. Allora, se noi fossimo, se io e il collega Colaninno fossimo come il collega Zolezzi, utilizzeremmo strumentalmente questa vicenda: non lo vogliamo fare, la battaglia politica la faremo fuori da questo contesto e non la faremo in questa circostanza.

La ringraziamo, signor Presidente, perché nell'occasione precedente il suo collega non si è comportato in modo corretto, e lo vogliamo denunciare. Continuiamo a mantenere la massima fiducia nell'operato della magistratura, e anzi cogliamo questa occasione per ringraziare la procura di Mantova per la velocità con la quale ha affrontato questo procedimento. Continuiamo ad esprimere il nostro sostegno e la nostra fiducia nei confronti del sindaco Mattia Palazzi e della maggioranza che lo sostiene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e offriamo un suggerimento al collega Zolezzi e al Vicepresidente Di Maio sommessamente: quando si guarderanno allo specchio, riflettano, facciano qualche pensiero, si pongano qualche domanda, e abbiano anche la decenza di vergognarsi un po' (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carra, però io le devo fare presente una cosa per chiarezza: ovviamente…Onorevole Carra! Sto parlando a lei. Lei può fare riferimento ovviamente all'intervento dell'onorevole Zolezzi e replicare, come è accaduto, per l'onorevole Zolezzi; quello che lei non può fare è chiamare in causa il Vicepresidente della Camera, che, una volta che presiede, non è che discute a chi dare o non dare la parola in base a quello che dice: il dovere di chi presiede, se ci si iscrive in base al Regolamento, è di dare la parola a tutti, e non ha nessuna responsabilità su quello che dicono coloro che intervengono.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 9 gennaio 2018 - Ore 17:

1. Comunicazioni del Presidente.

La seduta termina alle 15,30.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIANLUCA PINI, BRUNO ARCHI E GIANNI FARINA (A.C. 4627-A)

GIANLUCA PINI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4627-A). Signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo!

Agli sgoccioli di questa legislatura, viene posto in extremis all'esame della nostra Assemblea un disegno di legge di ratifica che concerne un Accordo bilaterale tra il nostro Paese e la Bosnia-Erzegovina.

Il suo obiettivo è quello di rendere più facilmente applicabile, e nei confronti di una platea più larga di soggetti, la Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957.

L'Accordo bilaterale italo-bosniaco riguarda quindi le estradizioni tra i due Stati e si focalizza specialmente su quelle di coloro che si siano resi responsabili di un certo novero di reati gravi ed in particolare di quelli connessi allo svolgimento di un'attività criminale organizzata, alla corruzione ed al riciclaggio.

Si tratta malauguratamente di terreni criminali molto battuti tanto in Italia quanto in Bosnia-Erzegovina, con collegamenti e ramificazioni che a volte si estendono fino a lambire il mondo del terrorismo jihadista, ben presente nei Balcani.

Il trattato al nostro esame si applicherà non soltanto alla fase istruttoria e processuale, ma anche a quella detentiva, anche se sono previsti dei meccanismi di salvaguardia volti a garantire che non sia totalmente compromessa la possibilità che gli autori dei reati scontino la loro pena detentiva nel Paese di origine.

Non sarà quindi certamente la Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini ad ostacolare il cammino di questo provvedimento in questa Legislatura, che purtroppo ben difficilmente riuscirà ad ultimare il suo iter, anche se meriterebbe di farlo.

Gli oneri di gestione di questo bilaterale sono tra l'altro anche modesti, ammontando a complessivamente poco meno di 14mila euro annui. Non ci pare quindi che esistano i presupposti per un voto diverso da quello favorevole.

La Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini voterà sì.

BRUNO ARCHI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4627-A). Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo aggiuntivo che abbiamo esaminato rappresenta un avanzamento dei rapporti bilaterali nel campo della cooperazione giudiziaria penale particolarmente per effetto all'esplicita previsione della facoltà di estradizione dei cittadini, sinora rifiutata dalla Bosnia ed Erzegovina. L'accordo aggiuntivo infatti, contiene una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini, e del transito degli stessi per le ipotesi in cui un cittadino consegnato da uno Stato terzo a uno dei due Stati contraenti debba transitare sul territorio degli stessi.

Ciascuna Parte contraente ha facoltà di estradare i propri cittadini ricercati dalla Parte richiedente con riferimento sia all'estradizione processuale, fondata su misure cautelari, sia a quella esecutiva, basata su decisioni passate in giudicato.

Per quanto concerne l'estradizione per reati di criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro, sarà concessa purché la pena prevista non sia inferiore a quattro anni o la pena inflitta non inferiore a due anni. Per gli altri reati gravi si tratta di pene previste non inferiori a cinque anni o pene inflitte non inferiori a quattro anni.

Tuttavia un apposito paragrafo stabilisce che è motivo obbligatorio di rifiuto dell'estradizione di un proprio cittadino la circostanza che i reati per i quali essa è richiesta siano i reati di genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra: in ogni caso l'Accordo si applicherà alle richieste relative ai reati commessi successivamente alla sua entrata in vigore ed avrà durata illimitata con possibilità di recedere, con comunicazione scritta da rendere per via diplomatica, con effetto a 180 giorni senza pregiudizio per le procedure in corso al momento della cessazione medesima.

GIANNI FARINA. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4627-A). Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, Colleghi deputati, l'Accordo al nostro esame è finalizzato ad ampliare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del 1957 tra il nostro Paese e la Bosnia-Erzegovina.

L'Accordo aggiuntivo rappresenta un significativo avanzamento dei rapporti bilaterali nel campo della cooperazione giudiziaria penale, particolarmente per effetto all'esplicita previsione della facoltà di estradizione dei cittadini, sinora rifiutata dalla Bosnia ed Erzegovina.

L'accordo aggiuntivo infatti, contiene una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi per le ipotesi in cui un cittadino consegnato da uno Stato terzo a uno dei due Stati contraenti debba transitare sul territorio degli stessi.

A tale proposito segnalo che nell'Analisi dell'impatto della regolamentazione-AIRE che accompagna il disegno di legge, vengono riportati i dati statistici forniti dal Ministero della giustizia in base ai quali negli istituti penitenziari italiani si trovano attualmente 217 detenuti con cittadinanza della Bosnia ed Erzegovina mentre tre sono i cittadini italiani ristretti in penitenziari della Bosnia ed Erzegovina.

Quanto al contenuto dell'Accordo esso consta di un breve preambolo, nel quale viene esplicitato che le disposizioni della Convenzione del 1957 restano in vigore per tutto quanto non disciplinato nell'Accordo aggiuntivo, e di sette articoli.

Con l'articolo 1 è stabilito che ciascuna Parte contraente ha facoltà di estradare i propri cittadini ricercati dalla Parte richiedente con riferimento sia all'estradizione processuale, fondata su misure cautelari, sia a quella esecutiva, basata su decisioni passate in giudicato.

L'articolo 2 riguarda l'estradizione per reati di criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro, che sarà concessa purché la pena prevista non sia inferiore a quattro anni o la pena inflitta non inferiore a due anni.

L'articolo 3 disciplina l'estradizione per altri reati gravi per i quali la pena prevista non sia inferiore a cinque anni o la pena inflitta non sia inferiore a quattro anni. Il paragrafo 3 stabilisce che è motivo obbligatorio di rifiuto dell'estradizione di un proprio cittadino la circostanza che i reati per i quali essa è richiesta siano i reati di genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra.

L'articolo 4 riguarda l'esecuzione della pena nel Paese del cittadino e l'articolo 5 l'esecuzione della pena nel Paese del cittadino su richiesta dell'altra Parte per altri reati.

L'articolo 6 reca la disciplina, conforme a quanto previsto dalla Convenzione europea di estradizione, del transito sul territorio di una delle Parti contraenti di un proprio cittadino consegnato all'altra Parte da uno Stato terzo.

L'articolo 7, infine, stabilisce che l'Accordo aggiuntivo entri in vigore il sessantesimo giorno successivo alla data di ricezione della seconda delle due notifiche con cui Italia e Bosnia ed Erzegovina si saranno comunicate ufficialmente l'avvenuto espletamento delle procedure interne di ratifica.

La norma stabilisce, inoltre, le procedure di modifica del testo dell'Accordo e dispone che esso abbia durata illimitata riconoscendo a ciascuna Parte la facoltà di recedere, con comunicazione scritta da rendere per via diplomatica, con effetto a 180 giorni senza pregiudizio per le procedure in corso al momento della cessazione medesima.

Nel corso dell'esame in sede referente sono state approvate modifiche al testo in modo da aggiornare il profilo temporale degli oneri recati dall'Accordo, previsti dall'articolo 3, comma 1, prevedendone la decorrenza a far data dall'anno 2018 anziché dall'anno 2017, e conseguentemente imputando la relativa copertura finanziaria alle proiezioni, per gli anni 2018-2019, dell'accantonamento del fondo speciale di parte corrente relativo al bilancio triennale 2017-2019. È stato, altresì, soppresso il comma 2 dell'articolo 3, in quanto la nuova disciplina concernente la compensazione degli oneri eventualmente eccedenti le previsioni di spesa, di cui all'articolo 17, commi da 12 a 12-quater, della legge n. 196 del 2009, deve ritenersi ormai automaticamente applicabile.

Auspico, pertanto, una rapida approvazione del provvedimento, che è pienamente in linea con gli obiettivi programmatici del Governo e di questa maggioranza, volti a afforzare la cooperazione giudiziaria penale per il contrasto del crimine transnazionale e a favorire l'esecuzione della pena nel Paese di origine del condannato.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: LAURA GARAVINI, GIANLUCA PINI E BRUNO ARCHI (A.C. 4628-A)

LAURA GARAVINI, Relatrice. (Relazione – A.C. 4628-A). Colleghi deputati, il disegno di legge al nostro esame reca da un lato l'autorizzazione alla ratifica di due accordi aggiuntivi intesi rispettivamente a facilitare l'applicazione a livello bilaterale, tra l'Italia e la Macedonia, della Convenzione europea di estradizione del 1957 e della Convenzione europea di assistenza giudiziaria del 1959.

Il primo dei due accordi s'inquadra – al pari dell'altro con la Bosnia-Erzegovina teste è illustrato - nell'obiettivo di entrambi i Paesi di intensificare la lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione e al riciclaggio di denaro.

Con tale Accordo aggiuntivo i rapporti tra Italia e Macedonia nel campo della cooperazione giudiziaria penale hanno registrato un notevole passo in avanti, essendo stata compresa la facoltà di estradizione dei propri cittadini, sinora rifiutata dalla Macedonia.

L'Accordo aggiuntivo in esame presenta una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi sul territorio, per le ipotesi in cui un cittadino consegnato da uno Stato terzo a uno dei due Stati contraenti debba transitare sul territorio degli stessi.

L'atto si compone di quattro articoli, corredati di una rubrica per consentire una rapida individuazione degli argomenti trattati.

L'articolo 1 prevede la facoltà degli Stati contraenti di estradare reciprocamente i propri cittadini, con espresso riferimento sia all'estradizione processuale, fondata su misure cautelari, che a quella esecutiva, basata su decisioni passate in giudicato.

Nel caso dell'estradizione processuale, la facoltà di estradare i cittadini è stata prevista per i reati di criminalità organizzata, di corruzione e di riciclaggio di denaro, punibili, in base alle leggi di entrambi gli Stati, con una pena detentiva non inferiore nel minimo a quattro anni. Nel caso dell'estradizione esecutiva la facoltà di estradare i propri cittadini è prevista per i medesimi reati solo ove la pena detentiva inflitta sia pari ad almeno due anni.

È stata inoltre prevista, per il caso di estradizione processuale, la facoltà di condizionare la consegna del cittadino alla sua restituzione allo Stato richiesto, affinché possa ivi scontarvi la pena inflitta all'esito del procedimento penale celebrato nello Stato richiedente (articolo 2).

L'articolo 3 disciplina il transito sul territorio di una delle Parti contraenti in maniera conforme a quanto previsto dalla Convenzione europea di estradizione.

L'articolo 4 subordina l'entrata in vigore della Convenzione allo scambio degli strumenti di ratifica e prevede la possibilità della denunzia della Convenzione statuendo che, in caso di denuncia, la Convenzione cesserà di avere efficacia allo scadere del sesto mese successivo alla data della comunicazione scritta inoltrata per via diplomatica.

Il secondo degli accordi al nostro esame s'inserisce nell'ambito degli strumenti finalizzati all'intensificazione e alla puntuale regolamentazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dall'Italia con 1'obiettivo di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e di rendere più efficace, nel settore giudiziario penale, il contrasto del fenomeno della criminalità transnazionale.

L'adozione di norme volte a disciplinare in modo preciso e accurato il settore dell'assistenza giudiziaria penale è stata imposta dall'attuale realtà sociale, caratterizzata da sempre più frequenti ed estesi rapporti tra i due Stati in diversi settori (economico, finanziario, commerciale, dei flussi migratori eccetera). L'incontestabile dato della continua crescita dei rapporti tra i due Paesi implica inevitabilmente la comune esigenza di reciproca assistenza giudiziaria penale.

L'articolo 1 prevede che le Parti si impegnano a prestarsi reciprocamente la più ampia assistenza giudiziaria in materia penale.

L'assistenza giudiziaria potrà riguardare, in particolare, la notificazione degli atti giudiziari; l'assunzione di testimonianze o di dichiarazioni (tra cui anche lo svolgimento d'interrogatori di indagati e di imputati); l'assunzione e la trasmissione di perizie; le attività di acquisizione documentale; l'invio di documenti, atti ed elementi di prova; la ricerca e l'identificazione di persone; il trasferimento di persone detenute al fine di rendere testimonianza o di partecipare ad altri atti processuali; l'esecuzione di indagini, perquisizioni, congelamenti, sequestri e confische di beni pertinenti al reato e dei proventi del reato; la comunicazione dell'esito di procedimenti penali; la trasmissione di sentenze penali e di informazioni estratte da archivi giudiziari. Inoltre, è previsto lo scambio di informazioni di carattere penale e relative alla legislazione nazionale nonché qualsiasi altra forma di assistenza che non sia in contrasto con la legislazione dello Stato richiesto.

L'articolo 2 disciplina l'esecuzione della richiesta di assistenza e l'eventuale rinvio della stessa. È stato stabilito che le Parti si impegnano a collaborare tempestivamente in conformità alla legislazione dello Stato richiesto, ma è stata anche prevista la possibilità di eseguire la domanda di assistenza secondo modalità particolari indicate dalla Parte richiedente, sempre che ciò non contrasti con la legislazione della Parte richiesta.

L'articolo 3 disciplina le modalità di trasmissione delle richieste di assistenza giudiziaria, attraverso il contatto diretto tra le competenti autorità giudiziarie e il coinvolgimento formale dell'Autorità centrale.

L'articolo 4 disciplina in modo puntuale e analitico il ricorso ai collegamenti in videoconferenza per l'assunzione di testimonianze, dichiarazioni e per lo svolgimento di interrogatori, previo accordo specifico tra gli Stati e compatibilmente con la rispettiva legislazione e con le possibilità tecniche di ciascuno Stato.

L'articolo 5 prevede che, su domanda dello Stato richiedente, lo Stato richiesto debba effettuare accertamenti sui rapporti bancari, finanziari e di conto corrente che una persona fisica o giuridica, sottoposta a procedimento penale dalle autorità giudiziarie dello Stato richiedente, intrattenga nel territorio dello Stato richiesto, senza che possano essere da quest'ultimo opposti motivi di segreto bancario.

L'articolo 6 disciplina le diverse vicende giuridiche che riguardano o potrebbero riguardare l'Accordo. Entrambi gli Stati dovranno sottoporlo a procedura di ratifica in conformità alla propria legislazione.

Per quanto attiene l'onere complessivo annuo derivante dall'attuazione del disegno di legge di ratifica dei due Accordi con la Macedonia, così come dettagliato nella relazione tecnica, esso ammonta, a decorrere dal 2017, ad euro 19.598, di cui euro 9.698 per gli oneri valutati e ad euro 9.900 per gli oneri autorizzati. Per la copertura finanziaria dell'importo si fa ricorso al Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

GIANLUCA PINI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4628-A). Signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo!

Siamo molto soddisfatti, oggi, di vedere finalmente un provvedimento che dispone l'autorizzazione alla ratifica di una pluralità di trattati internazionali raggruppandoli non secondo il loro oggetto, come si era fatto finora, ma tenendo conto del Paese con cui li si sono fatti.

È stata una scelta politica opportuna, da noi sollecitata costantemente negli ultimi anni, e soprattutto chiaramente deliberata sulla base di un nuovo orientamento politico del Governo in questa materia. Ne siamo sinceramente compiaciuti.

In questa seduta, infatti, avremmo potuto vedere ancora una volta impiegato il criterio opposto, essendo in discussione due ratifiche concernenti altrettanti accordi bilaterali aggiuntivi alla Convenzione europea di estradizione del 1957, che a quel punto sarebbe diventata il tema prevalente.

Abbiamo così potuto parlare separatamente delle nostre relazioni con la Bosnia-Erzegovina e con la Macedonia, sia in termini generali che con specifico riferimento alla collaborazione nella sfera giudiziaria che viene intensificata.

Della Macedonia ci preoccupa la situazione interna, non del tutto chiara in seguito al riacutizzarsi delle tensioni tra la componente slava e quella albanese della popolazione locale. Invitiamo perciò il nostro Governo a monitorare la situazione, agendo con l'obiettivo di evitare che nei Balcani si riaccendano focolai di guerra civile, che avremmo questa volta difficoltà ancora maggiori a gestire, data la situazione di crisi che avvolge altre aree del Mediterraneo.

Tutto ciò premesso, gli accordi con la Macedonia che siamo chiamati a votare non paiono porre particolari problemi.

Quello in materia di estradizione ricalca l'accordo bilaterale fatto con la Bosnia-Erzegovina, concernendo soprattutto gli imputati dei reati derivanti dall'appartenenza a sodalizi criminali o connessi con la corruzione e il riciclaggio.

Il secondo, in materia di assistenza giudiziaria penale, mira invece ad ostacolare più seriamente il fenomeno del crimine transnazionale. Le interconnessioni tra i due accordi sono quindi piuttosto evidenti.

Gli oneri discendenti dall'esecuzione di questi due accordi sono modesti, essendo pari nel primo caso a 9.219 euro annui e nel secondo a 10.379, cifre ampiamente sostenibili.

E' sotto molti profili un peccato che la Camera li possa licenziare solo oggi, a pochissimi giorni dall'annunciato scioglimento del Parlamento, dal momento che pare molto difficile riuscire ad ottenere in poche ore la loro approvazione anche da parte del Senato. La Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini voterà a favore.

BRUNO ARCHI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4628-A). Presidente, onorevoli colleghi, le due intese che abbiamo esaminato sono finalizzate al rafforzamento della cooperazione tra Italia e Repubblica di Macedonia in materia di estradizione e di assistenza giudiziaria in ambito penale.

In particolare, con l'Accordo bilaterale tra Italia e Repubblica di Macedonia aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, finalizzato ad agevolarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016, le Parti intendono intensificare la lotta alla criminalità, alla corruzione e al riciclaggio di denaro attraverso una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi — qui per l'ipotesi in cui un cittadino di una delle due Parti sia consegnato da uno Stato terzo all'altra Parte contraente e debba transitare sul territorio del proprio Paese.

L'Accordo dispone in materia di estradizione dei cittadini, prevede la facoltà delle Parti di estradare reciprocamente i propri cittadini e fa espresso riferimento sia all'estradizione processuale, fondata su misure cautelari, sia a quella esecutiva, basata su decisioni passate in giudicato. La facoltà di estradare i propri cittadini verrà esercitata da ciascuna delle Parti nei casi e alle condizioni previste nel successivo articolo 2, e comunque per tutti i reati per cui l'estradizione è prevista dalla legislazione nazionale.

In base all'articolo 2 l'estradizione di tipo processuale sarà ammessa per i reati di criminalità organizzata, corruzione o riciclaggio di denaro che in base alle leggi di entrambe le Parti contraenti siano punibili con una pena detentiva o altra misura privativa della libertà personale non inferiore al minimo edittale di quattro anni (comma 1). Il comma 2 prevede invece che l'estradizione di tipo esecutivo venga ammessa, per le medesime categorie di reati, nei casi in cui la pena detentiva o la misura di sicurezza privativa della libertà inflitte siano di almeno due anni.

Quanto all'Accordo bilaterale tra Italia e Repubblica di Macedonia aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, fatto anch'esso a Skopje il 25 luglio 2016, questo rientra tra gli strumenti finalizzati all'intensificazione ed alla regolamentazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dall'Italia con l'obiettivo di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e rendere più efficace, nel settore giudiziario penale, il contrasto al fenomeno della criminalità transnazionale.

L'Accordo dispone anche in materia di accertamenti bancari e finanziari prevedendo che, su domanda dello Stato richiedente, lo Stato richiesto debba effettuare accertamenti sui rapporti bancari, finanziari e di conto corrente che una persona fisica o giuridica, sottoposta a procedimento penale dalle autorità giudiziarie dello Stato richiedente, intrattiene sul territorio dello Stato richiesto, senza che possano essere da quest'ultimo opposti motivi di segreto bancario.

Entrambi gli Accordi, modificabili in forma scritta, hanno durata illimitata, salva la possibilità di ciascuna Parte di recedere in qualsiasi momento con comunicazione scritta all'altra Parte, per via diplomatica: la cessazione di efficacia dell'Accordo avrà effetto alla scadenza del sesto mese successivo alla data di comunicazione. L'Accordo si applica alle richieste di estradizione presentate dopo la sua entrata in vigore, anche se riferite a reati commessi prima di tale data.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: UMBERTO D'OTTAVIO, VITTORIA D'INCECCO (A.C. 4658)

UMBERTO D'OTTAVIO, Relatore. (Relazione – A.C. 4658). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge – già approvata dall'Assemblea del Senato il 21 settembre 2017 e composta di 5 articoli – dichiara il 2017, nel quale ricorrono duemila anni dalla morte di Publio Ovidio Nasone, «anno ovidiano» e, come indicato dall'articolo 1, mira a promuovere e valorizzare l'opera del poeta in ambito nazionale e internazionale. Sottolinea che si tratta di una iniziativa che si affianca al circuito ordinario per lo svolgimento di celebrazioni, regolato dalla legge n. 420 del 1997.

L'articolo 2 specifica che lo Stato riconosce meritevoli di finanziamento i progetti di promozione, ricerca, tutela e diffusione della conoscenza della vita, dell'opera e dei luoghi legati alla figura di Ovidio, da realizzare nel 2017 e nel 2018.

In particolare, tra gli ambiti di intervento rientrano quelli relativi ad attività didattico-formative e culturali volte a promuovere, in Italia e all'estero, la conoscenza della vita e delle opere di Ovidio, con particolare riguardo allo sviluppo di iniziative già in corso, al recupero, restauro e riordino del materiale storico e artistico ovidiano e all'individuazione, nella città di Sulmona, di una sede idonea a ospitare il Museo Ovidio, al recupero edilizio e alla riorganizzazione dei luoghi legati alla vita e all'opera di Ovidio, situati nella città di Sulmona e nella Valle Peligna, anche attraverso interventi di potenziamento delle strutture esistenti, alla costituzione di un Parco letterario ovidiano, alla realizzazione di un gemellaggio istituzionale fra la città di Sulmona e la città di Roma – dove il poeta soggiornò a lungo – e alla prosecuzione del gemellaggio esistente fra la città di Sulmona e la città di Costanza, in Romania, luogo del suo esilio, alla promozione della ricerca in materia di studi ovidiani, anche attraverso la pubblicazione di materiali inediti, e alla previsione di borse di studio rivolte a studenti universitari e delle scuole secondarie di secondo grado.

L'articolo 3 dispone l'istituzione del Comitato promotore delle celebrazioni ovidiane, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri – o da un suo delegato – e composto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca – o da loro delegati –, dal presidente della regione Abruzzo, dal sindaco del comune di Sulmona, dal presidente del Consiglio di amministrazione della DMC (Destination Management Company) Terre d'amore in Abruzzo, e da tre personalità di chiara fama della cultura e letteratura latina, esperti della vita e delle opere di Ovidio, nominati entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Al riguardo, segnala che non è indicato un atto di nomina dell'intero Comitato il quale dovrà provvedere a costituire un Comitato scientifico, composto da non più di dieci personalità di chiara fama della cultura e letteratura latina, esperti della vita e delle opere di Ovidio – incluse, di diritto, le tre personalità di chiara fama facenti parte dello stesso Comitato promotore, tra le quali il Comitato scientifico elegge il proprio coordinatore –, che formula gli indirizzi generali per le iniziative da realizzare ai fini delle celebrazioni.

Sulla base degli indirizzi del Comitato scientifico, il Comitato promotore redige, negli ambiti individuati dall'articolo 2, un programma di attività da realizzare, individua i soggetti attuatori di ogni attività e ne monitora l'attuazione. Esso dura in carica fino al 31 dicembre 2018, data entro la quale trasmette al Presidente del Consiglio dei ministri, ai fini dell'invio alle Camere, una relazione conclusiva sulle attività realizzate e il rendiconto sull'utilizzo dei contributi ricevuti.

Gli stessi documenti, entro la medesima data, devono essere pubblicati sul sito web di cui il Comitato promotore deve dotarsi. Lo stesso articolo 3 prevede l'istituzione, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del Comitato dei cinquanta ovidiani, composto di studiosi dell'opera ovidiana di età inferiore a 25 anni, selezionati con un bando che il MIUR deve emanare entro 2 mesi dalla data di entrata in vigore della legge. Il Comitato dei cinquanta ovidiani formula proposte al Comitato promotore ed elegge al proprio interno tre rappresentanti che partecipano, senza diritto di voto, ai lavori dello stesso Comitato promotore. Quest'ultimo può autorizzare la concessione ai componenti del Comitato dei cinquanta ovidiani di buoni studio per particolari iniziative volte all'approfondimento degli studi sulla vita e sull'opera di Ovidio. Al riguardo, segnala che occorrerebbe demandare ad un atto secondario la definizione della disciplina per il funzionamento del Comitato promotore, incluse le modalità applicative relative agli eventuali buoni studio. Ai componenti dei diversi Comitati non sono corrisposti compensi o gettoni di presenza.

In base all'articolo 4, il contributo straordinario attribuito al Comitato promotore per lo svolgimento delle iniziative celebrative è pari a euro 350.000 per ciascuno degli anni 2017 e 2018, di cui, in base all'articolo 2, almeno il 20 per cento deve essere riservata agli interventi di recupero edilizio e riorganizzazione dei luoghi legati alla vita e all'opera di Ovidio. Al riguardo, segnalo, tuttavia, che, in ragione degli adempimenti previsti per l'inizio dell'operatività del Comitato promotore, nel 2017 potrebbe non verificarsi l'impegno dell'intera somma prevista. A valere sullo stesso contributo, si provvede anche alla copertura degli eventuali costi di funzionamento dei Comitati, incluso l'eventuale rimborso delle spese di missione, dei costi relativi alla realizzazione del sito web del Comitato promotore, nonché di quelli connessi alla eventuale concessione di buoni studio ai componenti del Comitato dei cinquanta ovidiani. L'articolo 5, infine, dispone che alla copertura dell'onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa prevista dalla legge di stabilità 2016, relativa al funzionamento degli Istituti afferenti al settore degli archivi e delle biblioteche, nonché degli altri istituti centrali e dotati di autonomia speciale del Mibact, pari a euro 30 milioni annui a decorrere dal 2016.

VITTORIA D'INCECCO. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4658). Presidente, onorevoli colleghi, la discussione, e mi auguro l'approvazione, di questo progetto di legge arriva alla fine di questa legislatura, una legislatura che ha rimesso la cultura al centro delle politiche di Governo.

Questo provvedimento riguardante Ovidio, uno dei più grandi protagonisti della letteratura universale, è dunque la testimonianza tangibile di una politica che crede fortemente nel valore della cultura, senza la quale non ci sono prospettive per il futuro.

Come ha giustamente detto il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Sulmona, città natale di Ovidio, in occasione della giornata conclusiva del Convegno Internazionale di Studi Ovidiani, "Non è certamente un caso se Dante colloca Ovidio al vertice dell'arte poetica classica insieme a Virgilio, Omero, Orazio e Lucano".

La fama di Ovidio è legata, come sappiamo, principalmente a due grandi opere: l'Ars amatoria e le Metamorfosi. E le Metamorfosi hanno influenzato ed ispirato a lungo artisti e letterati: ha affascinato Shakespeare e, nel Seicento, ritroviamo questo poema nell'Adone di Marino. Anche la musica ha attinto alle figure delle Metamorfosi: pensiamo a Monteverdi o a Strauss. Ma ritroviamo Ovidio anche in alcuni brani di Bob Dylan, a riprova dell'universalità e del valore dell'opera del grande poeta sulmonese.

Questo progetto di legge, che dichiara il 2017, nel quale ricorrono duemila anni dalla morte di Publio Ovidio Nasone, "anno ovidiano", e ha l'obiettivo di promuovere e valorizzare l'opera del poeta in ambito nazionale e internazionale, rende allora il giusto merito ad uno dei più grandi poeti latini e tramanda alle generazioni successive un patrimonio storico e culturale di indubbio valore.

In tal senso, è fondamentale, come prevede il provvedimento in discussione, il sostegno alle iniziative già in corso e da realizzare nel 2018 relative al recupero, restauro e riordino del materiale storico e artistico ovidiano e all'individuazione, nella città di Sulmona, di una sede idonea a ospitare il Museo Ovidio, al recupero edilizio e alla riorganizzazione dei luoghi legati alla vita e all'opera di Ovidio, situati nella città di Sulmona e nella Valle Peligna, anche attraverso interventi di potenziamento delle strutture esistenti, alla costituzione di un Parco letterario ovidiano, alla realizzazione di un gemellaggio istituzionale fra la città di Sulmona e la città di Roma – dove il poeta soggiornò a lungo – e alla prosecuzione del gemellaggio esistente fra la città di Sulmona e la città di Costanza, in Romania, luogo del suo esilio.

Con i fondi previsti nel provvedimento si potranno quindi realizzare tutte queste iniziative culturali che non solo renderanno omaggio al grande poeta peligno e promuoveranno la diffusione della conoscenza della vita, dell'opera e dei luoghi legati alla sua figura, ma contribuiranno a custodire la nostra memoria storica e a sottolineare il valore dell'importanza della cultura.

Esprimo pertanto il giudizio positivo sul progetto di legge e il voto favorevole del Partito Democratico.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 2 il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 18 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 4768/I - nota di variazione 371 369 2 185 237 132 69 Appr.
2 Nominale Ddl 4768-A/R - voto finale 447 442 5 222 270 172 52 Appr.
3 Nominale Ddl 4627-A - articolo 1 335 335 0 168 335 0 81 Appr.
4 Nominale articolo 2 350 350 0 176 350 0 79 Appr.
5 Nominale articolo 3 355 355 0 178 354 1 78 Appr.
6 Nominale articolo 4 359 359 0 180 359 0 78 Appr.
7 Nominale Ddl 4627-A - voto finale 373 373 0 187 372 1 73 Appr.
8 Nominale Ddl 4628-A - articolo 1 372 371 1 186 371 0 73 Appr.
9 Nominale articolo 2 373 371 2 186 371 0 73 Appr.
10 Nominale articolo 3 372 371 1 186 371 0 73 Appr.
11 Nominale articolo 4 374 373 1 187 373 0 73 Appr.
12 Nominale Ddl 4628-A - voto finale 361 359 2 180 359 0 71 Appr.
13 Nominale Pdl 4658 - articolo 1 361 342 19 172 289 53 71 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 19)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 2 360 271 89 136 268 3 71 Appr.
15 Nominale articolo 3 361 319 42 160 265 54 71 Appr.
16 Nominale articolo 4 348 276 72 139 273 3 71 Appr.
17 Nominale articolo 5 357 282 75 142 281 1 72 Appr.
18 Nominale Pdl 4658 - voto finale 330 306 24 154 254 52 71 Appr.
19 Segreta Dimissioni on. Filippo Piccone 328 328 0 165 188 140 69 Appr.