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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 803 di mercoledì 24 maggio 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Carbone, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Fico, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Laforgia, Marcon, Piccoli Nardelli, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Tabacci, Velo e Venittelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 119-1004-1034-1931-2012 - D'iniziativa dei senatori: D'Alì; De Petris; Caleo; Panizza ed altri; Simeoni ed altri: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 4144-A); e delle abbinate proposte di legge: Terzoni ed altri; Mannino ed altri; Terzoni ed altri; Borghi ed altri (A.C. 1987-2023-2058-3480).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4144-A: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette; e delle abbinate proposte di legge nn. 1987-2023-2058-3480.

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'emendamento De Rosa 5.411 e che risultano ancora accantonati gli articoli aggiuntivi 2.01000 della Commissione e i relativi subemendamenti, Venittelli 2.0200 e 2.0201 nonché Pellegrino 2.04.

Avverto che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 2.01000, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto inoltre che, fuori della seduta, gli emendamenti Venittelli 6.205 e 6.207 sono stati ritirati dalla presentatrice.

Chiedo al relatore, deputato Borghi, come intenda proseguire nell'esame del provvedimento .

ENRICO BORGHI, Relatore. La ringrazio, signor Presidente. Tenuto conto del fatto che questa mattina si è riunito il Comitato dei nove e ha proposto una nuova riformulazione di alcuni emendamenti relativi all'articolo 2, le vorrei chiedere di riprendere i nostri lavori da dove ci siamo interrotti ieri sull'articolo 5, segnatamente dall'emendamento busto 5.416 e successivi, mantenendo l'accantonamento dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti.

(Ripresa esame dell'articolo 5 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Va bene, riprendiamo l'esame dell'articolo 5, i pareri sono stati resi ieri.

Siamo all'emendamento 5.416 Busto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI. Grazie, Presidente. Tenuto conto del fatto che stiamo riprendendo i lavori sull'articolo 5 e che questo articolo ha introdotto, grazie al lavoro proficuo della Commissione e del Comitato dei nove, uno dei passaggi salienti di questa proposta di riforma di legge, che peraltro è stato anche oggetto di un ampio dibattito nel Paese - su questi temi abbiamo sentito numerose prese di posizione da parte di portatori di interessi, associazioni, mondo della cultura, mondo delle istituzioni, mondo dell'informazione, che si è interessato a lungo rispetto a questo tema -, noi stiamo entrando all'interno di un passaggio discriminante della concezione culturale che ci ha portati sin qui ad esprimere diverse prese di posizione e anche diversi voti.

In particolare, questo articolo riassume al proprio interno una concezione, che noi abbiamo ritenuto di dover tradurre dal punto di vista legislativo, del ruolo nuovo che i parchi debbono avere nel quadro della promozione delle strategie di sviluppo socio-economico funzionali alla loro primaria finalità di conservazione delle risorse naturali, di assetto del territorio, di preservazione del consumo del suolo, di rinaturalizzazione degli spazi, di valorizzazione del patrimonio naturalistico e di sostegno al sistema economico, culturale e paesaggistico locale.

Su questo tema vi è stata una divisione, oggettivamente, fra chi ritiene, sostiene e perora l'idea dei parchi come esclusivi soggetti di conservazione, di mantenimento dello status quo, e quindi come soggetti finalizzati esclusivamente alla tutela e alla conservazione del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale, e chi - segnatamente le forze di maggioranza - ritengono che questa attività sia la premessa per lo svolgimento di ulteriori funzioni legate al concetto della sostenibilità, della crescita sostenibile e dello sviluppo compatibile.

Questo è evidentemente un approccio di natura sistemica su cui a lungo ci siamo confrontati all'interno della Commissione e su cui evidentemente ci sono state delle diverse valutazioni. Questa innovazione legislativa affida al Piano del parco il compito di promuovere strategie di sviluppo in connessione e con il perseguimento delle finalità già contenute all'interno di provvedimenti che il Parlamento ha varato - mi riferisco al collegato ambientale - e che hanno introdotto iniziative, quali la Strategia nazionale delle green community, e iniziative che vanno nel quadro dell'impiego e dell'applicazione di una serie di misure che il Governo ha già sottolineato e sottoscritto, che il Parlamento ha ratificato (penso alla Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici) e che possono e a nostro avviso debbono trovare negli enti parco i soggetti per l'elaborazione e l'attuazione di questo tipo di strategie.

È per questo che noi abbiamo inserito all'interno di questo articolo la previsione che l'ente parco definisca su base convenzionale con regioni, province e città metropolitane e comuni, in forma singola o associata, dei programmi e dei progetti di valorizzazione, a tal fine utilizzando le risorse che questi ultimi mettono a disposizione a valere sulla programmazione nazionale e dell'Unione europea, e nel rispetto delle normative e dei principi a tali fini vigenti. Questo va letto, Presidente, anche in connessione con il lavoro che la Commissione sta facendo sulla riformulazione dell'articolo 2, che prevede un aggiornamento dell'originaria previsione dell'articolo 7 della legge n. 394 del 1991, che stabiliva l'attribuzione ai territori facenti parte dei parchi di un carattere di priorità nell'assegnazione delle risorse.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ENRICO BORGHI. In particolare nella riformulazione - e mi avvio alla conclusione, signor Presidente - dell'emendamento Venittelli noi abbiamo precisato che le regioni debbono attribuire una priorità - nell'affidamento e nella pianificazione delle risorse dei POR - proprio all'attuazione di questo articolo. Riteniamo quindi assolutamente coerente l'articolo 5 con la nuova riformulazione dell'articolo 2; e in questo senso approfitto della circostanza per esprimere l'auspicio che la Commissione bilancio, tenuto conto del fatto che abbiamo risolto i problemi che ci erano stati sollevati, possa finalmente licenziare il testo finale di quel tipo di emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.416 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Adesso, poiché è una serie a scalare, andiamo all'emendamento 5.414 De Rosa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.414 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.106 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.419 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.417 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.422 Busto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.420 De Rosa, con il parere contrario di Commissione e Governo. Questo è l'ultimo della serie a scalare.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.215 Vella, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.57 Zaratti, 5.86 Terzoni e 5.216 Pellegrino, su cui vi è il parere contrario di Commissione e Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Presidente, con questo emendamento 5.86 si mira a risolvere la situazione che si determina a seguito dell'attuale procedura che prevede l'approvazione del regolamento solo a seguito dell'approvazione del piano del parco, con tempi spesso lunghissimi. In pratica, al comma 1, lettera a), numero 5), capoverso comma 6, aggiungere in fine i seguenti periodi: in attesa del regolamento definitivo l'Ente parco può approvare regolamenti stralcio per la disciplina di materie specifiche e omogenee per tipologia e problematiche, al fine di garantire un'immediata gestione e un efficace controllo, anche prevedendo le opportune sanzioni. I regolamenti stralcio devono essere coerenti con le norme di salvaguardia e, a seguito dell'adozione del piano del parco, con le disposizioni di questo. I regolamenti di stralcio sono approvati con la procedura del regolamento prevista dal presente articolo e, salvo eventuali modificazioni, vengono in esso ricompresi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.57 Zaratti, 5.86 Terzoni e 5.216 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.217 Vella, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.900, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.108 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.219 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.22 Laffranco, su cui i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Sollecitato da tutti, intervengo per illustrare brevemente questo emendamento, che è un po' in linea con altri emendamenti che noi abbiamo presentato, Presidente, perché numerosi enti locali hanno manifestato il loro disappunto per lo scarso coinvolgimento in una serie di decisioni che riguardano il proprio territorio. E, quindi, il nostro emendamento, per non essere lunghi, mira, appunto, a reintrodurre il coinvolgimento degli enti locali, introducendo l'intesa con questi stessi, purché, naturalmente, facciano riferimento al territorio interessato. A nostro avviso, è un emendamento migliorativo, che non stravolge il senso delle norme e meritava, secondo noi, un parere diverso, e quindi favorevole, da parte sia del relatore che del Governo, ma vedo che non si manifesta questa attenzione nei confronti degli enti locali. Dovremo riferire di nuovo, nei colloqui che abbiamo con i comuni, come la maggioranza e il Governo non siano per nulla intenzionati a coinvolgerli nei processi decisionali, lasciandoli soltanto ai gestori degli enti parco, e quindi a quegli organi che sono non eletti, ma nominati, in linea con il momento e la moda di questo periodo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.22 Laffranco, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.23 Pastorelli e 5.25 Vella, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.20 Segoni, 5.94 Busto e 5.221 Zaratti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. In presenza delle aree contigue, che sono quei territori antistanti i parchi, è fondamentale, appunto, l'adozione di misure di mitigazione delle attività più impattanti in particolare nei confronti della fauna selvatica, che nel parco trova un'importante possibilità di sostentamento, rifugio e riproduzione. Nello stesso tempo, occorre evitare che il territorio del parco stesso venga ridotto a ruolo equivalente a quella zona di ripopolamento del parco stesso e venga ridotto a suolo di cacciatori. Il territorio del parco non può essere una cittadella sotto l'assedio dei fucili né deve essere ostacolata la capacità di relazione degli animali selvaggi che si sono riprodotti nell'area protetta. Aprire la caccia nelle aree contigue significa, innanzitutto, fare entrare le doppiette all'interno del parco stesso, con il rischio di alterare l'equilibrio della biodiversità ivi presente e di non raggiungere la protezione degli animali protetti da convenzioni internazionali; in secondo luogo, ostacolare il radicamento di diverse specie che si sentirebbero in tal modo minacciate e, in terzo luogo, appunto, incentivare di fatto il fenomeno del bracconaggio.

Pensare di limitare la tutela ai soli confini del parco significa procedere sostanzialmente senza alcuna nozione biologica, zoologica e naturalistica, considerando, appunto, che gli animali ospiti del parco non possono riconoscere un confine tutto umano al di là del quale non viene ad essi riconosciuto nessun diritto alla vita e al sostentamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Anch'io penso che questo sia un opportuno aiuto a rendere migliore questa proposta di legge. L'emendamento infatti parla delle aree contigue ai parchi ed è del tutto evidente che le aree contigue servono, anche dal punto di vista della gestione della fauna, a fare in modo che le specie, che ovviamente non conoscono i limiti geografici e i confini fatti dagli uomini, possano liberamente circolare in una zona ambientalmente definita. Allora, quello che noi chiediamo è che anche nelle aree contigue sia previsto il divieto di caccia, perché ovviamente altrimenti noi correremmo il rischio che le aree protette diventino una specie di zone di ripopolamento per quanto riguarda i cacciatori, che si possono appostare ai confini del parco e poi cominciare la strage degli animali. Dunque, noi chiediamo che questo divieto venga esteso anche alle aree contigue.

Allo stesso tempo, siccome le aree contigue sono una parte consequenziale e importante per quanto riguarda i parchi e oserei dire conseguente, così come è stato detto per quanto riguarda i pozzi e le estrazioni nell'emendamento 5.800, in cui appunto si diceva che le attività di estrazione potevano essere realizzate per i pozzi esistenti e per le attività conseguenti, noi pensiamo che le aree contigue siano conseguenti ai parchi e che, pertanto, anche nelle aree contigue dovrebbe valere una serie di limiti importanti anche per quanto riguarda le attività estrattive.

Riassumendo, noi pensiamo che l'attività di caccia debba essere interdetta e contemporaneamente dovrebbero essere emanate delle norme volte a tutelare dal rischio di nuove estrazioni le aree contigue.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Mi unisco a quanto detto dai miei colleghi nel fare notare l'importanza di questo emendamento. Le aree contigue sono aree che noi possiamo definire, ma che di fatto non può definire la fauna. La fauna vive nelle aree del parco e questa è una delle ultime zone dove sopravvive, con un ecosistema ricco e capace di ospitare la fauna selvatica. Questo confine immaginifico e immaginario che c'è tra l'area protetta e l'area contigua ovviamente è un nostro sistema di divisione e l'animale non può certo saperlo. Noi non vogliamo che le aree contigue diventino semplicemente delle zone di ripopolamento e cattura. Su questo mi permetto anche di chiedere alla maggioranza ma anche all'altra parte, agli esponenti vicini al nuovo Partito Animalista fondato anche da Berlusconi, di prendere una decisione chiara in questa direzione, votando favorevolmente su questo emendamento.

SERENA PELLEGRINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per dire che sottoscrivo l'emendamento del collega Zaratti dal momento che il mio sono stata costretta a non segnalarlo, visto che l'accordo era di presentare solo un certo numero di emendamenti.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Grazie, signor Presidente. Sono costretto a dovere ribadire all'Aula il contenuto delle mie osservazioni sul punto già riferite ieri e che evidentemente non sono state colte o probabilmente non sono stato in grado di spiegarmi. Noi stiamo parlando della riforma della legge n. 394 del 1991 e, cioè, la legge di riforma dei parchi. Questi interventi mirano, surrettiziamente o esplicitamente, in realtà a modificare un'altra normativa, che è la legge n. 157 del 1992 che regola l'attività venatoria nel nostro Paese. La Commissione, dopo un lungo dibattito e recependo il lavoro fatto dal Senato, ha ritenuto di doversi mantenere nel solco dell'impostazione originaria e, cioè, non quella di riaprire una discussione infinita sul significato, la regolamentazione e l'esercizio dell'attività venatoria nel Paese, quanto, invece, sulla regolamentazione all'interno delle aree protette e su questo punto ha mantenuto l'impianto originario della legge n. 394, perché - lo vorrei chiarire in particolare - quando si parla di aree contigue e di enti parco nazionale - l'ho detto ieri e lo ribadisco oggi - stiamo parlando esclusivamente di un'area nel nostro territorio nazionale, che è l'area contigua dell'ente Parco Cilento e Vallo di Diano istituita nel 2001 dalla regione Campania.

Le aree contigue regionali rientrano nel quadro delle competenze legislative regionali e segnalo che l'esercizio dell'attività venatoria rientra per un'altra legge all'interno delle competenze regionali. Per cui, se noi oggi approvassimo questo tipo di emendamento, apriremmo inevitabilmente un contenzioso sul quale si determinerebbe inevitabilmente una situazione di conflittualità fra Stato e regioni. Quindi, la richiesta di invito al ritiro è per consentire alla proposta di legge di potere mantenere un impianto, così come è stato esercitato, che in questi 25 anni ha dato una risposta positiva sia dal punto di vista del contenimento, del mantenimento faunistico sia dal punto di vista di un corretto equilibrio tra prelievo e attività venatorie all'interno delle aree contigue.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5. 20 Segoni, 5.94 Busto e 5.221 Zaratti.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.93 Busto, con parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Solo per risottolineare quello che abbiamo fin qui chiarito ovvero che trovandosi in aree contigue, noi cerchiamo di mitigare il più possibile la presenza di cacciatori anche in queste aree, perché crediamo che sia fondamentale la presenza di mitigazione dell'attività più impattante sull'area del parco, in particolare nei confronti della fauna selvatica che nel parco trova una importante area di sostentamento, rifugio e riproduzione. Con questo emendamento vogliamo ridurre ancora di più questa attività all'interno del parco e nelle zone contigue, vorremmo avere una zona di ripopolamento e non di cattura nella quale la fauna selvatica è ad esclusiva disposizione dei cacciatori.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Presidente, ieri l'Aula si è lungamente esercitata attorno al tema delle estrazioni petrolifere nei parchi. Segnalo ai presentatori, che segnatamente ieri hanno contestato il relatore e la maggioranza di avere applicato una regolamentazione che vieta, fatte salve alcune condizioni, l'estrazione degli idrocarburi nei parchi, che, se noi approvassimo questo emendamento, ripristineremo o creeremo le condizioni giuridiche per l'esercizio dell'attività di prelievo di idrocarburi all'interno dei parchi, perché leggo testualmente: “nel regolamento del parco sono inoltre previste misure di disciplina delle attività estrattive”. Va da sé che, se io disciplinino le attività estrattive, le autorizzo. Quindi, inviterei a ritirarlo quanto meno per una coerenza rispetto a tutto quello che ci siamo sentiti dire ieri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Vogliamo che passi un concetto, adesso, a prescindere dal fatto che si applichi alle aree contigue di un solo parco nazionale. Però delle linee generali, una rivisitazione delle norme, direi che dopo svariati anni possiamo anche metterla in piedi.

Non mi fa paura la questione della disciplina di gestione delle prospezioni perché tanto, dopo il vostro emendamento, comunque si potrà interpretare come si vuole la questione. Però qui adesso ragioniamo, ce ne sono vari di emendamenti sull'argomento, sulla possibilità di dettare delle linee guida che possano poi portare le regioni a modificare le loro norme. Questo credo che possiamo farlo, non dobbiamo entrare nello specifico. Non possiamo continuare a considerare il parco come un punto di ripopolamento e riproduzione delle specie e fuori troviamo nella zona contigua una bella trincea di cacciatori che aspettano gli animali che escano perché tanto l'animale non sa dove può spostarsi, dove è protetto e dove no. Quindi è questo che vogliamo superare, questo concetto di parco quasi ad uso e consumo dei cacciatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Al di là delle questioni di lana caprina su come è scritto un emendamento, su quali sono le parole, la questione è di volontà politica perché la forma si trova, basta modificarla, si cerca di trovare una riformulazione che vada nella direzione corretta, che è quella di evitare che nelle aree contigue si possa esercitare la caccia.

C'è questa volontà politica? Se c'è, bene e si trova una soluzione, se non c'è, ne prendiamo atto e prendiamo atto che il parco nazionale continua come era previsto precedentemente, ma questa è una legge di riforma e la legge di riforma può migliorare, può andare in una direzione di maggiore protezione, visto che son passati vent'anni ed è il caso di migliorare e non di peggiorare.

Quindi, vogliamo semplicemente che nelle aree contigue sia interdetta la caccia.

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Presidente, noi facciamo delle leggi che poi ci servono anche per lavorare nei territori. Io vorrei che fosse chiaro a tutti i colleghi che la norma che abbiamo approvato ieri vieta le trivellazioni nuove nei parchi e nelle aree contigue. Questa norma permette di farle se regolamentate. Invito i colleghi alla coerenza perché questo è un enorme passo indietro che non consentirebbe a quelli di noi che stanno sul territorio di andare nel Vallo di Diana, nei parchi, eccetera, a dire che sono contro le trivellazioni e sono per la regolamentazione; è un'altra cosa. Cerchiamo anche di valorizzare i risultati ottenuti.

Per quanto riguarda la questione della caccia, la norma che stiamo approvando è più rigida della legge n. 394. Nella legge n. 394 la regolamentazione della caccia nelle aree contigue non era determinata dal parco e non era sottoposta all'ISPRA, adesso sarà sottoposta all'ISPRA e determinata dal parco, quindi è un passo avanti rispetto alla legge n. 394.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Devo dire che per quanto riguarda la formulazione di questo emendamento sul punto relativo alla disciplina delle attività estrattive io credo abbia ragione il relatore e abbia ragione il presidente Realacci. Naturalmente l'intenzione dei proponenti è di migliorare un testo, ma su queste invece lo peggioriamo significativamente, perché è del tutto evidente che se assegniamo al regolamento del parco la possibilità di disciplinare attività estrattive nei parchi e nelle aree contigue, queste devono essere previste. Invece, anche alla luce delle della battaglia che molti di noi hanno fatto nella giornata di ieri intorno alla possibilità di vietare in modo definitivo e totale le attività estrattive all'interno delle aree protette, io credo che questa parte debba essere eliminata.

Io chiederei ai proponenti la possibilità di riflettere se ritirare almeno questa parte e in subordine, Presidente, se il Regolamento me lo concede, chiederei il voto per parti separate di questo emendamento, chiederei ai proponenti di accettare il voto per parti separate cioè votare la parte che dice “nelle aree contigue dei parchi nazionali regionali è vietato l'esercizio della caccia e della pesca” separatamente dal resto del testo.

PRESIDENTE. Sì, si può fare, perché sono due concetti autonomi, quindi possiamo votarlo per parti separate.

Non ci sono altri interventi, quindi, a questo punto, io procederei alla votazione dell'emendamento 5.93 Busto per la prima parte, fino alla parola “pesca”.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.93 Busto, per la prima parte, con parere contrario.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.93 Busto, per la seconda parte, con parere contrario.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.423 De Rosa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, mi pare che qui non vi sia più la problematica di prima; voglio appunto capire se cambia l'argomento, anche perché è stata citata - tra gli organi di controllo che parteciperanno - l'ISPRA. Però, anche qui, non facciamo come con l'Anac, cui cerchiamo di dare adesso tutti i ruoli. Infatti, se diamo dei ruoli a questi enti, comunque sottoposti al controllo dello Stato, che forniscono un servizio ai cittadini, dobbiamo dargli anche i fondi per fare questi controlli, dobbiamo dargli il personale per fare questi controlli, e il personale adatto. Allora dobbiamo iniziare a capire se vogliamo farle realmente le cose o se facciamo semplicemente delle dichiarazioni- anche all'interno delle leggi- di forma. Credo che ciò sia fondamentale, visto che stiamo attenti a qualunque tecnicismo degli emendamenti, stiamo attenti a qualunque cosa, e mi chiedo se i relatori abbiano verificato se effettivamente, per esempio, ISPRA potrà dare fattivamente una mano senza avere alcun finanziamento (con i bilanci che si trovano in questo momento, col fatto che non hanno neanche il personale per riuscire a far uscire le agenzie, il sistema agenziale, su tutto il territorio nazionale a fare i controlli). Queste sono cose fondamentali: come possiamo pensare che aiutino nei controlli - anche per regolamento del parco - piuttosto che nella regolazione della caccia? Allora, chiediamo sicuramente che ci sia una tutela delle aree parco e delle aree contigue rispetto alla caccia e alla pesca, perché questa tutela è fondamentale per il nostro territorio, per l'ecosistema e per la sua sostenibilità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.423 De Rosa.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.424 De Rosa, sul quale i pareri sono contrari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.424 De Rosa.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.99 Terzoni.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Presidente, intervengo per segnalare all'Aula che, qualora venisse approvato questo emendamento, si consentirebbe la ricerca di idrocarburi nelle aree contigue.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.99 Terzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.30 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.61 Zaratti.

FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Presidente, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.250 Pellegrino, sul quale i pareri sono contrari. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.250 Pellegrino.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Revoco l'indizione della votazione: la collega Pellegrino ritira l'emendamento. L'emendamento 5.250 Pellegrino è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.312 Zaccagnini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.313 Zaccagnini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.314 Zaccagnini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.87 Terzoni, sul quale i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Presidente, con l'emendamento 5.87 Terzoni chiediamo due sostanziali ragioni: la prima, che si limiti l'apertura delle aree contigue ai soli soggetti residenti nei comuni del parco dell'area contigua, perché sono coloro che nell'istituzione appunto del parco hanno più fortemente avvertito il divieto dell'attività venatoria, trattandosi del loro tradizionale territorio; la seconda, che l'apertura a tutti i soggetti aventi facoltà di accesso all'ambito territoriale di caccia comprenda l'area contigua di caccia. Essa appare impropria, e perciò viene soppresso, dal momento che l'argomentazione dell'attività venatoria ha l'unico scopo di garantire la conservazione della fauna del parco. D'altro canto, la presenza della regione assicura l'equilibrio dando regolamentazione. Estendere la possibilità della caccia nelle aree contigue a tutti i cacciatori significa distruggere totalmente l'equilibrio degli animali all'interno del parco, che sarebbero assediati dai fucili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Brevemente, Presidente, per dire che noi voteremo contro questo emendamento, non perché siamo contro, nello specifico, all'emendamento, perché in sede di discussione in Commissione l'abbiamo introdotto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.87 Terzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.34 Laffranco ed altri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.220 Laffranco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'emendamento 5.508 Zoggia, che è stato ritirato.

Siamo all'emendamento 5.224 Plangger. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.224 Plangger, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.225 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.226 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.227 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.62 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.308 Zaccagnini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.228 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Siamo all'emendamento 5.64 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Credo che questo possa essere un grandissimo passo avanti se fosse approvato dall'Aula, perché prevede che nelle aree contigue dei parchi si possa creare una vera rete ecologica, che presenti peculiarità ambientali e faunistiche da salvaguardare non solo in base a quanto previsto dall'articolo 32 della presente legge, ma anche dalle direttive “Habitat” e “Uccelli”. Si verrebbe a creare una sorta di cintura, che permette il passaggio tra le aree protette e le aree non protette di contiguità e che non ci sia soltanto un unico parco in tutta Italia che lo possa prevedere. In questo modo abbiamo salvaguardato anche le aree protette da quella linea di demarcazione che non debba essere solo ed esclusivamente una sorta di linea politica, ma che sia anche una linea naturale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.64 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.229 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.230 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.35 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.36 Zaccagnini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.37 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.65 Pellegrino e 5.231 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.601 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.63 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.72 Zaratti e 5.233 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.311 Bossa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.74 Pellegrino e 5.301 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.302 Mazzoli, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

I due successivi emendamenti sono assorbiti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.40 Vella, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.111 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.303 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.304 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.95 Busto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.97 Terzoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Qui chiediamo che il parere dell'ISPRA sia vincolante per quanto riguarda le decisioni soprattutto sul regolamento, la parte dell'attività venatoria, perché, se chiediamo agli ambiti territoriali di caccia, la regione e l'Ente parco, rischiamo di avere uno sbilanciamento verso chi è a favore, magari, della caccia, essendoci l'ambito territoriale di caccia, ma non abbiamo rappresentato l'organo scientifico, che dovrebbe darci anche i parametri su cui basare un'eventuale caccia all'interno dei parchi, a cui noi siamo contrari, ma che almeno sia un parere vincolante quello dell'ISPRA, altrimenti rischiamo che inserirlo solamente rimanga sempre un esercizio di stile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.97 Terzoni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.91 Terzoni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.96 Busto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.49 Segoni, 5.77 Zaratti e 5.307 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.78 Pellegrino, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENRICO BORGHI, Relatore. Presidente, su tutti invito al ritiro, fatto salvo l'emendamento 6.206 Venittelli , se riformulato.

PRESIDENTE. A pagina 31?

ENRICO BORGHI, Relatore. Sì.

PRESIDENTE. È l'unico?

ENRICO BORGHI, Relatore. Devo leggerlo o è in distribuzione?

PRESIDENTE. Ci legga la riformulazione.

ENRICO BORGHI, Relatore. La riformulazione è la seguente, leggo tutto l'articolo: “In presenza del piano del parco e del regolamento del parco approvati e vigenti, le cui previsioni sono state recepite dai comuni nei rispettivi strumenti urbanistici, gli interventi di natura edilizia da realizzare nelle zone di cui all'articolo 12, comma 2, lettera d), sono autorizzate direttamente dagli enti locali competenti, salvo che l'intervento non comporti una variazione degli strumenti urbanistici vigenti, dandone preventiva comunicazione all'ente parco, che, entro trenta giorni, può esprimere il proprio motivato diniego”. Viene cassato il periodo: “in caso di non conformità il direttore del parco annulla il provvedimento autorizzatorio entro trenta giorni dal ricevimento”.

PRESIDENTE. Il Governo?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Laffranco, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.11 Castiello, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.10 Terzoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. L'articolo 6 e, in particolare, l'articolo 10 superano, appunto, il meccanismo del silenzio-assenso nel rilascio del nullaosta da parte dell'ente parco per intervenire all'interno del parco e si prevede che decorsi sessanta giorni dalla richiesta del nullaosta, prorogabili di ulteriori trenta giorni da parte del direttore, l'interessato possa agire dinanzi al TAR competente per chiedere l'accertamento dell'obbligato dell'amministrazione di provvedere, ai sensi del articolo 31, previste specifiche forme di pubblicità sia in caso di rilascio che di diniego del nullaosta.

Durante l'esame in Commissione è stato introdotto un nuovo comma, il 3-bis, che prevede una disciplina speciale per gli interventi di natura edilizia da realizzare nelle zone D, che sono zone di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema e più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle attività locali e al migliore godimento del parco da parte dei visitatori.

In particolare, gli interventi edilizi in zona D - che, ricordiamolo, sono zone di promozione economica e sociale - che non comportano varianti sono autorizzate direttamente dai comuni, che ne danno comunicazione all'ente parco. In caso di non conformità, il direttore del parco esprime motivato diniego entro trenta giorni dal ricevimento. La disposizione non chiarisce le conseguenze della mancata espressione del diniego, tanto più pericolose se si considerano i meccanismi del silenzio-assenso previsti nella nuova conferenza dei servizi.

Dunque, nell'emendamento 6.10 la sostituzione dei termini: “concessioni e autorizzazioni” con i termini: “titoli autorizzativi comunque denominati” permette l'adeguamento delle nuove specifiche procedure autorizzative introdotte dalla normativa…

PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce.

SALVATORE MICILLO. …e rende la legge anche per il futuro indipendente dalle variazioni che dovrebbero intervenire.

L'eliminazione delle parole: “impianti ed opere” deriva dalla definizione di interventi edilizi, come prevista dal decreto legislativo n. 380 del 2001, che li comprende già tutti. L'introduzione degli interventi di carattere ambientale e selvicolturale migliora il dettato normativo per tutte le casistiche ambientali fino ad oggi gestite dai parchi con qualche imbarazzo, appunto.

L'esclusione degli interventi edilizi interni che non hanno impatti esterni semplifica molto le procedure e agevola il cittadino, senza effetti negativi per le finalità istituzionali del parco. L'inserimento, infine, delle attività come definite da apposita regolamentazione del parco sana l'inadeguatezza attuale della legge, che escludeva dalle procedure di nullaosta casistiche come le gare automobilistiche e motociclistiche e molte altre attività, che oggi sfuggono alla previsione normativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.10 Terzoni, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Ricordo che l'emendamento 6.205 Venittelli è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.400 De Rosa, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.401 De Rosa, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.402 De Rosa.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Ritiro i miei due emendamenti 6.402 e 6.403.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.12 Castiello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Questo emendamento intende ripristinare quella che è la formula del silenzio-assenso per quanto riguarda il rilascio dei nullaosta da parte degli enti parco, che era già prevista nella legge n. 394 del 1991. Questa riforma, invece, ne prevede l'ingiustificata soppressione. Parliamo di rilascio di concessioni che riguardano autorizzazioni, quindi impianti e interventi da attuare all'interno dei parchi.

Riteniamo che sia un atto non discrezionale, in quanto già il termine previsto di sessanta giorni che viene assegnato all'ente parco per rispondere in senso positivo o negativo circa la richiesta di rilascio di nullaosta ci sembra abbastanza sufficiente. Quindi, non riteniamo giusto che l'inerzia di un ente parco, che ci può essere chiaramente, possa determinare la paralisi di quelli che sono poi i provvedimenti autorizzativi in corso che sono stati richiesti.

Ci sembra sicuramente un emendamento di buon senso che fa chiarezza all'interno del settore e che - ripetiamo - va a ripristinare quella che era la norma contenuta nella legge n. 394 del 1991.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Su questo emendamento noi votiamo contro proprio perché siamo fermamente convinti che il silenzio-assenso abbia prodotto negli anni la devastazione, purtroppo, del nostro patrimonio.

Noi, invece, abbiamo inserito all'interno della norma il silenzio-dissenso e quindi l'ente si deve necessariamente pronunciare, perché, altrimenti, ci sarà un silenzio-dissenso. Quindi, chiediamo all'onorevole Castiello di venire con noi in questa direzione, proprio per evitare gli scempi che si sono perpetrati in tutti questi decenni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Vogliamo anche noi dire che siamo contrari a questo emendamento, perché col silenzio-assenso rischiamo che magari una mancanza di personale e di tempo dell'amministrazione pubblica, come all'interno dell'ente parco, conducano allo sfruttamento errato del territorio. Quindi, sembra quasi un giochetto fatto apposta: da una parte depotenzio le amministrazioni, gli enti pubblici e gli enti di controllo; dall'altra, do il silenzio-assenso; a questo punto è anarchia totale. Nessuno può controllare, stare dietro - per esempio, le soprintendenze - a tutte le richieste, e automaticamente tutto viene avallato e tutto viene mandato avanti.

Allora, soprattutto in questo dibattito in cui stiamo parlando di parchi, io credo che la priorità sia la tutela del territorio e non certo cercare di agevolare gli impianti, gli interventi e le opere all'interno del parco. Sicuramente noi dobbiamo invece analizzarli, valutarli e vedere l'impatto che hanno nei minimi particolari. Altro che silenzio-assenso! Qua è proprio il contrario. Quindi siamo contrari a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Questo concetto, questo istituto, del silenzio-dissenso è talmente orribile sotto il profilo giuridico da non dover nemmeno essere presentato in quest'Aula. Significa che l'amministrazione può facilmente disinteressarsi di tutto e ciò va contro una serie di risultati della giurisprudenza e della dottrina che sono codificati nel nostro ordinamento sul piano pratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.12 Castiello, con pareri contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.404 Micillo, con i pareri contrari della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.406 De Rosa, con i pareri contrari della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Avverto che il gruppo Sinistra italiana ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame, essendone stata fatta richiesta, come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.407 De Rosa, con i pareri contrari della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.409 De Rosa, con i pareri contrari della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.206 Venittelli su cui vi è un parere favorevole con riformulazione. Si accetta la riformulazione?

SIMONE VALIANTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE VALIANTE. Per sottoscrivere l'emendamento, grazie.

PRESIDENTE. Sta bene. Venittelli accetta la riformulazione? Sì, bene.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, volevo chiedere se poteva essere riletta la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, la parola al relatore Borghi.

ENRICO BORGHI, Relatore. La proposta è di abrogare il periodo finale, di cui do lettura: “In caso di non conformità, il direttore del parco annulla il provvedimento autorizzatorio entro 30 giorni dal ricevimento”; e di sostituirlo, dopo le parole “dandone preventiva comunicazione all'ente parco”, con le seguenti parole: “entro 30 giorni può esprimere il proprio motivato diniego”. Questo in considerazione del fatto che non rientra fra i poteri della direzione del parco annullare un provvedimento autorizzatorio, che è competenza dall'amministrazione comunale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.206 Venittelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Adesso andiamo direttamente a pagina 36 del fascicolo, all'emendamento 6.7 Pellegrino, perché l'approvazione dell'ultimo emendamento ha precluso o assorbito tutti gli altri emendamenti successivi. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENRICO BORGHI, Relatore. Presidente, parere favorevole sugli identici emendamenti 7.2 Zaccagnini e 7.3 Laffranco, a pagina 36 del fascicolo, per gli altri invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, questo è l'unico parere favorevole, sul resto vi è per tutti un invito al ritiro o parere contrario. Il Governo?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.8 Castiello. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.8 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Pastorelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.9 Terzoni, sul quale i parere sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Presidente, l'articolo 7, in particolare questo emendamento, il 7.9 Terzoni, circoscrive l'obbligo di indennizzo per i danni provocati dalla fauna selvatica ai soli eventi che si verificano nei confini del parco, e prevede che l'ente parco istituisca a tal fine un apposito capitolo di bilancio. Come dicevo, l'emendamento 7.9 Terzoni, che modifica l'articolo 15 della legge parchi, precisa che l'ente parco è tenuto ad indennizzare i danni provocati dalla fauna selvatica all'interno del parco, non già dalla fauna selvatica del parco, come prevede appunto la disciplina vigente. L'emendamento intende ulteriormente circoscrivere l'obbligo di indennizzo alle attività agricole e produttive.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.9 Terzoni.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.2 Zaccagnini e 7.3 Laffranco, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 11,50)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 78).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENRICO BORGHI, Relatore. Presidente, per quanto riguarda l'articolo 8, c'è un parere favorevole sugli identici emendamenti 8.6 Bargero e 8.76 Castiello, a pagina 43.

PRESIDENTE. Sul resto parere contrario?

ENRICO BORGHI, Relatore. No, ce ne sono degli altri.

PRESIDENTE. Allora andiamo avanti.

ENRICO BORGHI, Relatore. Benissimo. La Commissione esprime sull'emendamento 8.206 Castiello parere favorevole con riformulazione di cui do lettura: “al comma 1, capoverso 1-bis, sopprimere le parole: , in sede di prima applicazione;

Conseguentemente, al capoverso 1-ter, sopprimere le parole: “, in sede di prima applicazione”; al capoverso 1-quater, sopprimere le parole: “, in sede di prima applicazione”; al capoverso 1-quinquies, sopprimere le parole: “, in sede di prima applicazione”; al capoverso 1-sexies, sopprimere le parole: “, in sede di prima applicazione”; al capoverso 1-septies sopprimere le parole: “, in sede di prima applicazione”; al capoverso 1-octies, sopprimere le parole: “in sede di prima applicazione”; al capoverso 1-octies.1 sostituire le parole: “alla prima applicazione” con le seguenti: “al versamento una tantum”.

La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 8.65 Micillo, a pagina 54, purché sia riformulato nel modo seguente: al comma 1, dopo il capoverso 1-septies aggiungere il seguente: 1-septies.1. I titolari di impianti di imbottigliamento delle acque minerali ubicati nel territorio dell'area protetta, in esercizio alla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono tenuti a versare una tantum in un apposito fondo per le aree protette da istituire presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in un'unica soluzione e a titolo di contributo alle spese per il recupero ambientale e della naturalità, una somma il cui ammontare, modalità di versamento all'ente gestore dell'area protetta e articolazione del medesimo in base a classi di quantità di imbottigliamento, sono determinate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero per lo sviluppo economico, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore dalla presente disposizione.

La Commissione esprime altresì parere favorevole sugli emendamenti 8.224 Pastorelli, a pagina 56; 8.225 Castiello, a pagina 57; 8.900 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, a pagina 59 e 8.231 Mazzoli.

La Commissione invece formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli altri emendamenti riferiti all'articolo 8.

PRESIDENTE. Il Governo?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.73 Castiello, a pagina 37.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Siamo giunti al cuore del provvedimento perché la novità eclatante che si trova nella riforma è l'imposizione di fatto delle royalties cioè stiamo parlando praticamente di una tassa che grava su tutti i canoni concessori. Quindi mi riferisco alle concessioni idroelettriche, alle attività estrattive, ai passaggi di oleodotti e metanodotti, a tutti i beni demaniali, quindi a tutte le attività che già di fatto sono esistenti all'interno dei parchi e che già danno un contributo ambientale per il recupero della naturalità. C'è stato un emendamento proposto dal relatore in Commissione che ha trasformato questa statuizione in una tantum attivandola per gli anni successivi: sappiamo che lo scopo è trovare risorse che debbono servire per i finanziamenti dei parchi ma tuttavia si tratta anche di incrementare i fondi ministeriali per le aree protette. Quindi si va a determinare una centralizzazione che sicuramente va a danno degli enti concessori all'interno dei parchi perché riteniamo che l'autofinanziamento stesso dei parchi deve avvenire attraverso lo sviluppo del turismo sostenibile e quindi anche promuovendo i prodotti tipici del luogo. D'altronde questi oneri aggiuntivi creano un aumento di costo proprio sulla produzione e la gestione delle attività presenti all'interno dei parchi creando una fortissima discriminazione tra gli operatori del settore e, quindi, diminuiscono anche la redditività di società che operano all'interno e che operano sul mercato. Quindi si crea una paralisi forte della concorrenza tra le varie società. Inoltre tale circostanza disincentiva proprio gli investimenti che sono finalizzati al miglioramento degli impianti che sono già presenti e quindi anche al raggiungimento dei traguardi ambientali secondo le migliori tecnologie disponibili.

Quindi si determinano di fatto difficoltà per gli operatori per quanto concerne proprio le predisposizioni e rispetto ai budget dei piani di investimento che già sono stati effettuati. Quindi tutto questo avrà sicuramente risvolti negativi sull'intero valore industriale del soggetto che è gravato dall'onere, causando un deprezzamento degli impianti a seguito, ripetiamo, di oneri che sono aggiuntivi quindi viene causata anche la perdita di capacità concorrenziale a favore di altri con effetti distorsivi. Quindi non riusciamo a . capire perché bisogna creare tale discriminazione andando a gravare notevolmente attraverso una imposta che determina sicuramente una tassazione alta e molto forte, lo ripeto, per tutti gli impianti già esistenti all'interno della struttura del parco stesso.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 11,58)

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Grazie, Presidente. Ringrazio la collega Castiello della presentazione dell'emendamento 8.73 che ci consente .di illustrare all'Aula la ratio con la quale si è pervenuti alla determinazione dell'articolo 8 e, in particolare, al lavoro di modifica che la Commissione ha esercitato rispetto al testo che ci è stato trasmesso dal Senato, il quale ha introdotto all'interno di questo corpo giuridico un principio molto importante cioè il fatto che i titolari di concessioni derivanti dallo sfruttamento di risorse naturali all'interno delle aree protette siano tenuti a corrispondere in funzione dell'impiego per finalità di mercato del capitale naturale che è loro concesso tant'è vero che il fondamento giuridico sulla base del quale il legislatore intende applicare questo tipo di contribuzione è il titolo di concorso alle spese per il recupero ambientale e della naturalità. Quindi vi è un nesso causale molto stringente tra l'imposizione fiscale che viene richiesta e la valorizzazione e la tutela e la riproducibilità del capitale naturale ad essa sottesa.

La modifica che la Commissione ha fatto dal punto di vista dell'impostazione è una modifica strutturale. Il testo che ci era pervenuto dal Senato introduceva un meccanismo di royalty permanente, noi introduciamo invece un meccanismo di royaltyuna tantum rimandando all'applicazione dell'articolo 28 o, meglio, della delega prevista all'interno del provvedimento, la delega al Governo per l'introduzione del pagamento dei servizi ecosistemici, che costituisce l'elemento strutturale con il quale riteniamo si debba andare a regime dal punto di vista di un corretto equilibrio tra l'impiego di risorse ai fini produttivi del capitale naturale e la corresponsione di risorse finalizzate alla tutela del medesimo. In particolare l'intervento che è stato fatto con gli emendamenti sui quali è stato espresso parere favorevole va nella direzione di circoscrivere in maniera corretta sia il perimetro temporale sia il perimetro geografico all'interno del quale applicare questo tipo di prelievo al fine di evitare possibilità di contenzioso che sul testo così come c'era pervenuto dal Senato era prevedibile.

Segnalo infine, Presidente, in riferimento anche al dibattito fatto che la norma successiva prevederà anche risposte in materia di finanziamento del capitolo di gestione dell'ISPRA ma questo sarà un tema che credo potremo meglio affrontare quando vi arriveremo.

PRESIDENTE. Prima di indire la votazione, saluto studenti e docenti dell'Istituto comprensivo Via Casale del Finocchio di Roma che seguono i nostri lavori dalle tribune (Applausi). Dichiaro aperta la votazione…Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà. Prego, mi scusi, non l'avevo vista.

FILIBERTO ZARATTI. Presidente, mi scuso io perché mi sono prenotato in ritardo: non è una sua responsabilità.

Intervengo sollecitato dalle questioni poste dal relatore Enrico Borghi che ha fatto un ragionamento ad ampio spettro su tutta la questione che riguarda le royalties. Sul punto ritengo che l'Aula dovrebbe essere un po' più attenta a questo ragionamento perché di fatto ci sono elementi di grande novità per quanto riguarda lo sfruttamento del capitale naturale all'interno delle aree protette. Il Senato - è stato ricordato bene - ha introdotto questo concetto delle royalties permanenti e strutturali. Io penso che su questo, effettivamente, la nostra Commissione - la Commissione della Camera - ha fatto un lavoro importante, cioè quello di eliminare le royalties come elemento strutturale. Perché dico questo?

PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore!

FILIBERTO ZARATTI. Non perché non sia giusto, Presidente, il fatto che ovviamente chi è titolare di una concessione all'interno dell'area protetta possa contribuire - diciamo così - al danno anche ambientale che sta causando a quell'aria protetta e alla natura che in quel momento è tutelata e conservata da una legge dello Stato, ma perché è del tutto evidente che il meccanismo potrebbe diventare un meccanismo assolutamente distorto: destinare la vita delle aree protette dei parchi all'introito relativo alle royalties. L'ente gestore non avrebbe più interesse a tutelare la natura e la conservazione della biodiversità in molti casi, proprio perché ha bisogno di quei danari e di quei soldi che deriverebbero dalle royalties. Si genererebbe un meccanismo sbagliato, un corto circuito, che fondamentalmente non determina il fatto che l'ente parco possa liberamente e autonomamente svolgere le funzioni alle quali la legge lo demanda.

Quindi, il fatto di aver eliminato le royalties come elemento strutturale è un elemento importante, è un elemento positivo. Ora, il fatto che si paghi un una tantum rispetto al passato io penso che sia una cosa che a questo punto vada valutata positivamente, così come positivamente potrebbe essere valutata l'introduzione del pagamento dei servizi ecosistemici - principio che è stato approvato da questa stessa Camera nel collegato ambientale, dove c'è un riferimento chiaro alla nostra legge -, fermo restando però che si demanda al Governo la possibilità di regolamentare in modo efficace questo strumento, che è uno strumento anche innovativo, ma che deve essere appunto approvato in modo efficace.

Io avrei preferito sostanzialmente che le modalità le potessimo definire direttamente, come Commissione, e inserirle all'interno di questa legge, perché, francamente - me lo lasci dire, signor Presidente - ho poca fiducia nella capacità del Governo e nella volontà del Governo di cercare di capire lo spirito con il quale la nostra Aula ha approvato quella norma e approva questa norma. Mi pare di poter verificare e di poter dire con estrema onestà e con estrema serietà che spesso il Governo, nel momento nel quale ha una delega, va al di là, forse, anche dei limiti della delega stessa e certamente, spesso, non interpreta la volontà del Parlamento.

Quindi, pur valutando positivamente alcuni aspetti, io voglio ricordare che quel meccanismo era un meccanismo sbagliato, che è un meccanismo che, secondo me, deve essere, ed è stato, giustamente corretto. Noi non possiamo affidare la vita dei parchi alle royalties e allo sfruttamento delle risorse che ci sono all'interno di quel parco, perché altrimenti verrebbe meno la ragione stessa delle aree protette e verrebbe distrutta la nostra rete delle aree protette. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo è un altro dei punti sostanziali di questa legge, uno dei punti che ci ha fatto discutere moltissimo, perché non è questione soltanto di essere degli ambientalisti o meno, ma di tenere al nostro capitale naturale. Io penso che, se i parchi fossero delle banche, noi li avremmo già salvati più e più volte. In realtà, invece, questo è semplicemente un capitale naturale. Non ci sono royalties, compensazioni, una tantum, in prima battuta, che possano comunque dare e restituirci il capitale naturale che costoro, con molta disinvoltura, vanno a erodere. Noi abbiamo mangiato tutti gli interessi in questi settant'anni e adesso stiamo veramente erodendo pezzi enormi di capitale. Non ci sono compensazioni - lo dicevo prima -, perché purtroppo che cosa accade?

Accade che i comuni che si trovano nelle aree protette, ma non solo, anche nelle aree esterne alle aree protette, oggi sono nelle condizioni di ricatto, perché le loro casse sono sostanzialmente vuote, dettate unicamente dal patto di stabilità, e allora cosa si fa? Arriva il proponente di turno che fa il progetto e ti dice…

PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore!

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Mi dispiace che i colleghi non siano così interessati a questo argomento. Poi dopo, quando si ritrovano sul territorio e i sindaci si arrabbiano e dicono che in questo Parlamento non si fanno delle leggi a favore del territorio, hanno ragione e in questo momento anche loro sono particolarmente disattenti.

Bene, noi stiamo rimettendo nelle mani delle grandi multinazionali le casse dei nostri cittadini, perché andiamo a cedere capitale naturale a fronte di royalties. Siamo riusciti, comunque, a disinnescare il meccanismo che si voleva creare anche all'interno delle aree protette, ma sappiate che chi produce energia fossile, chi fa transitare energia, è ben contento di non dover pagare ogni anno. Per contro noi, invece, vorremmo che non si pagasse né all'interno delle aree protette né all'esterno, perché vuol dire che l'impatto ambientale è pari a zero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, ribadisco che su questa questione delle royalties noi stiamo andando a vedere ciò che riguarda i titolari di concessioni di derivazione d'acqua, i titolari di autorizzazione all'esercizio di attività estrattive, i titolari di concessioni di coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, i titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, i titolari di autorizzazione all'esercizio di oleodotti e metanodotti, i titolari di concessioni per pontili per ormeggio imbarcazioni, insomma stiamo andando a vedere tutte quelle concessioni all'interno dei parchi.

Correttamente, monetizzare con le royalties e dare direttamente ai parchi la gestione dei fondi che pervengono da queste royalties è rischioso. È giusto che noi, come collettività, chiediamo che ci sia un ristoro per quello che viene sottratto a tutti per poi metterlo sul mercato da parte di queste aziende, sempre che, appunto, il danno non sia superiore al guadagno per la società. Certamente è pericoloso da un punto di vista economico, perché i parchi ricevono fondi ridicoli, risibili, rispetto a molte altre spese dello Stato. Sostanzialmente negli anni la spesa per i parchi si è tagliata di molto e quindi le necessità che sono in campo sono grosse da parte degli enti parco e rischiamo che ci sia, anche involontariamente, per tenere in piedi un ente parco, per tenere in piedi il bilancio, una volontà di cedere qualcosa di più del proprio territorio del parco.

Allora forse un una tantum limita il danno. Però, secondo me, dovremo andare - e poi i nostri emendamenti successivi ne parleranno - anche nella direzione di chi gestirà quei soldi, perché, se li dovesse gestire in tutto il parco, sarebbe un problema, se li gestisse lo Stato centrale… Allora dobbiamo trovare il giusto equilibrio ed è qui che dobbiamo trovare la quadra per un giusto equilibrio, in modo che non ci sia questa tentazione, in modo che anche i fondi vengano riproporzionati, per esempio sulle aree marine protette, che hanno sempre carenza dei fondi. In parte questo è stato fatto e crediamo che si possa migliorare come situazione. C'è anche la questione che riguarda i servizi ecosistemici. Certo, i servizi ecosistemici sono monetizzabili, però bisogna anche vedere come vengono interpretati, come vengono monetizzati, perché, se diventano troppo a portata di mano degli interessi economici di chi deve sfruttare i giacimenti o comunque le strutture all'interno del parco, chiaramente non è più a servizio della collettività monetizzare i servizi ecosistemici. Quindi, poniamo molta attenzione su questo punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Consentitemi solo di esprimere una considerazione di massima riguardo alla parola “capitale”, “capitale naturale”. Noi adesso affronteremo nel merito, con i nostri emendamenti, il concetto che è stato espresso, perché riteniamo che possa essere migliorato. In questo concordo con quanto detto poc'anzi dai colleghi e dal collega De Rosa, ma la parola “capitale naturale” io non riesco proprio a mandarla giù. “Capitale” è un concetto che si connette bene a un capitale economico, a del denaro, qualcosa di reversibile, un processo; ma quando parliamo di un processo naturale, la parola “capitale” non è efficace, perché crea una metafora illusoria: che tu possa sostituire un processo, ripristinare un processo naturale ripagandolo con un capitale, compensandolo con una royalty. E questo è falso, perché un servizio ecosistemico ha dei tempi di riproduzione, dei tempi di creazione, e anche una sua caratteristica di insostituibilità, perché fornisce servizi indispensabili per la nostra sopravvivenza: ciò rende impossibile una sua valutazione in termini economici e una sua compensazione con il concetto di royalty. Questo in generale; dopo nello specifico con gli emendamenti.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.73 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.48 Martinelli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.75 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Ricordo che l'emendamento 8.201 Bargero è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.71 Terzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 Terzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Busto voleva intervenire? Ci tiene? Sì. Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Questo emendamento modifica l'impostazione che è stata portata avanti anche poi con il lavoro in Commissione, che è stato comunque migliorativo. Chiede in particolare di destinare l'80 per cento dei proventi delle royalties al Fondo nazionale, e soltanto il 20 per cento invece ai PAI, ai parchi nello specifico. Questo appunto per evitare di mettere il parco nella condizione di essere più “morbido” nell'accettare possibili interventi, impianti che possono produrre danni all'ambiente, per ottenere dei fondi.

In più, c'è anche un'altra modifica che reintroduciamo, che era invece nel testo precedente: reintrodurre un pagamento annuale invece che un pagamento una tantum, per mantenere comunque l'idea, che alla fine è il principio “chi inquina paga”, che questo pagamento, visto che permane il danno ambientale e il prelievo di risorse della collettività, sia mantenuto negli anni. Essenzialmente queste sono le richieste che abbiamo formulato con questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 Terzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Ricordo che l'emendamento 8.235 Venittelli è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.150 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.400 Micillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.402 Busto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.202 Zaratti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.203 Romele, 8.204 Matarrese e 8.205 Abrignani, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.6 Bargero e 8.76 Castiello, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 89).

Sull'emendamento 8.206 Castiello c'è un parere favorevole con riformulazione. Si accetta la riformulazione? Sì, bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.206 Castiello, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 90).

L'emendamento 8.233 Bargero è assorbito da questa votazione; comunque, era stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.403 Micillo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.405 De Rosa, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

L'emendamento 8.207 Terzoni è precluso dalla votazione dell'emendamento 8.206 Castiello.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Segoni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.10 Vella e 8.77 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.11 Zaccagnini, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

L'emendamento 8.78 Castiello è precluso dalla votazione dell'emendamento 8.206 Castiello.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.208 Terzoni, su cui i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Siamo sull'emendamento 8.208, giusto, Presidente?

PRESIDENTE. Sì.

SALVATORE MICILLO. Questo emendamento è anch'esso una parte di un emendamento precedente ed è finalizzato ad evitare, per quanto possibile, che gli enti gestori, nella loro azione di contrasto nei confronti di attività autorizzate e impianti esistenti che producono o possono produrre danni all'ambiente, vengano condizionati dalla prospettiva di ottenere delle entrate.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Presidente, ringrazio il collega Micillo perché dà l'occasione di potere precisare all'Aula un aspetto significativo che va proprio nella direzione di evitare il rischio da lui paventato. La modifica introdotta dalla Commissione introduce un Fondo perequativo al quale conferiscono i gettiti derivanti dall'applicazione di questa norma e sulla base del quale il 70 per cento degli oneri derivanti verranno attribuiti in sede centrale e suddivisi in via perequativa ai parchi e solo un 30 per cento rimarrà al parco interessato. Questo, a nostro giudizio, evita l'innesco di quel meccanismo al quale il collega faceva riferimento e, quindi, in questo senso l'invito al ritiro va nella direzione di ritenere già esaustivo il lavoro compiuto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.208 Terzoni, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Prendo atto che l'emendamento 8.209 Fiorio è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.210 Catanoso, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.406 Micillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Ricordo che siamo in una serie a scalare.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.408 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.409 Micillo, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  È un'altra serie a scalare.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.213 Catanoso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.411 De Rosa, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.236 Parentela.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Parentela. Ne ha facoltà.

PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Questo emendamento fissa un limite per le centrali a biomasse all'interno dei parchi che stanno devastando tutto il Paese e con questo emendamento prevediamo una potenza massima di 500 chilowatt e un raggio di approvvigionamento delle biomasse di 10 chilometri. Ovviamente, diamo la possibilità agli impianti esistenti di adeguarsi nell'arco di due anni.

Quello in esame è un emendamento di buonsenso. Io invito la maggioranza ad accoglierlo, in quanto le centrali a biomasse, anche se sono realizzate bene, producono comunque composti organici volatili, diossine e metalli pesanti contenuti nel legno e particolato ultrasottile come le nanopolveri, che sono la fonte di maggiori pericoli per gli esseri viventi in quanto talmente piccole da legarsi alle molecole generando così forme tumorali, interagendo con il corpo umano direttamente attraverso i pori della pelle.

A tutto ciò bisogna aggiungere l'inquinamento atmosferico e acustico prodotto dai mezzi che giornalmente dovranno rifornire queste centrali, annientando interi boschi come sta già avvenendo, peraltro, soprattutto nella mia regione. Infatti, sono nate diverse centrali a biomasse e una fra tutte è proprio all'interno del Parco nazionale del Pollino, una vecchia centrale dell'Enel che hanno deciso di riaccendere e su quella centrale ho presentato come minimo cinque interrogazioni parlamentari - ma il Governo non mi ha mai voluto rispondere - per impedire di far emergere ancora la mafia del legno che sta devastando tutti i boschi della mia regione, comprese le aree protette. Infatti, in Sila, nelle serre stanno tagliando e ogni giorno c'è una notizia sul giornale che hanno trovato, appunto, interi ettari di boschi che sono stati tagliati per foraggiare magari queste centrali a biomasse. Dunque, stabiliamo un limite: permettiamo piccole centrali con un raggio di approvvigionamento delle biomasse di 10 chilometri, in modo tale che possano essere veramente delle centrali e delle fonti rinnovabili a servizio della comunità e non per imprenditori che lucrano, soprattutto grazie agli incentivi che questo Governo continua a dare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, le centrali a biomasse possono avere anche un senso se, appunto, svolgono la funzione di smaltire qualcosa, prodotto localmente soprattutto per autoconsumo. Il problema è che si sono gonfiate e spesso si sono fatte grosse centrali grazie anche agli incentivi. Adesso chiedere che almeno all'interno dei parchi ci sia un limite, che credo abbiamo lasciato anche molto largo, e che si vada verso una riduzione delle centrali più grosse all'interno dei parchi, è fondamentale, anche perché spesso queste centrali, come ha già ben detto il mio collega, ammazzano l'agricoltura. Con gli incentivi che si danno alla centrale è talmente conveniente questo business che pago il contadino affinché produca qualcosa per la centrale e non produca più qualcosa che magari era un prodotto tipico, un qualcosa di peculiare del territorio, mantenendo una certa sostenibilità anche della zona e una tradizione. Quindi, queste centrali sovradimensionate e sovraincentivate rischiano di uccidere il nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Per sostenere questo emendamento del collega Parentela. Anch'io sono convinto che le centrali a biomasse, se al servizio delle piccole comunità, possono essere assolutamente positive, ma il fatto però che l'approvvigionamento possa avvenire su una proposta di filiera corta credo che sia fondamentale. La filiera corta, da questo punto di vista, è assolutamente strategica, perché la centrale a biomasse che può approvvigionarsi nell'intorno del territorio in cui è collocata, ovviamente può mettere in moto anche un meccanismo assolutamente virtuoso.

È evidente, invece, che se si toglie questo vincolo, possono esserci problemi importanti perché l'approvvigionamento della biomassa spesso avviene, per esempio, con l'olio di palma che viene addirittura dall'altra parte del mondo, causando una serie di problemi non soltanto di bilancio ambientale, da questo punto di vista, perché l'importazione è assolutamente sconveniente dal punto di vista del bilancio ambientale, ma causando anche dall'altra parte del mondo invece una serie di problemi significativi come quello della sostituzione totale delle coltivazioni food con coltivazioni no-food destinate alla produzione appunto di energia che poi viene venduta ai Paesi del nord del mondo.

Quindi, io penso che mettere questo vincolo, cioè il vincolo della filiera corta, sia un elemento indispensabile per procedere alla realizzazione di alcune piccole centrali a biomasse che, ovviamente, in zone come le aree protette possono avere un senso in relazione alle attività agricole che ci sono, in relazione alla pulizia di alcune zone importanti, dei boschi, della fruizione di alcuni boschi e foreste, e quant'altro per quanto riguarda il sottobosco. Quindi, ci può essere una materia prima importante che può essere utilizzata, ma certamente con quel vincolo; quel vincolo è un elemento discriminante. L'altro elemento importante è ovviamente la dimensione della centrale che deve essere una centrare limitata appunto al servizio di quella più specifica attività agricola o di tipo imprenditoriale, e comunque al servizio della comunità. Con questi paletti si può fare, questo anche a dimostrare che non è vero che c'è sempre una posizione che dice “no”, si può anche dire “sì”, se ci sono dei limiti chiari e delle questioni basate sulla logica e sul rispetto della natura, della salute e dell'ambiente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Sono d'accordo con quello che è stato detto poc'anzi. Il concetto è: qual è la funzione prioritaria del parco? Certamente è tutelare una risorsa naturale, tutelare la biodiversità, quindi in quest'ottica, nell'ambito delle attività che si svolgono dentro al parco, si può pensare di fare un'attività di recupero energetico e di produzione di biomassa. Si può pensarlo, ma questa attività deve essere subordinata alla funzione principale del parco che è quella di proteggere la risorsa naturale. E per fare questo, e per rallentare, fermare anzi, le distorsioni che il sistema di mercato ha spesso determinato nel creare impianti speculativi, è necessario introdurre una dimensione massima dell'impianto e anche, come è stato previsto correttamente da questo emendamento del collega Parentela, un raggio di approvvigionamento della biomassa.

Queste è un tema importantissimo perché quello a cui assistiamo è che spesso si fanno, si creano degli impianti sovradimensionati, che poi finiscono per approvvigionarsi su territori molto estesi, a volte - spesso accade - anche al di fuori del territorio nazionale. Quindi, mettere dei valori stringenti, come quelli proposti da questo emendamento, è fondamentale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.236 Parentela, con i pareri contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Adesso abbiamo un'altra serie a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.412 De Rosa, con i pareri contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.414 De Rosa, con i pareri contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.53 Pellegrino con i pareri contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo è in coerenza con quanto si è detto precedentemente ovvero che all'interno delle aree protette non ci devono essere prospezioni ovvero l'attività estrattiva. L'abbiamo detto con un emendamento Iannuzzi. È stato proposto questo emendamento, l'abbiamo sottoscritto tutti, tutti convinti: non ci devono essere attività estrattive.

Bene, con questo emendamento noi chiediamo anche che, dal 2020, ovvero fra pochi anni, le attività estrattive presenti in Basilicata, per esempio, debbano semplicemente cessare perché dobbiamo essere coerenti con quanto abbiamo detto. Così ve lo leggo, colleghi: “cessano comunque l'attività estrattiva all'interno dell'area protetta a decorrere dal 1o gennaio 2020 e provvedono al ripristino ambientale” - esattamente come viene richiesto nelle piattaforme che ci sono nel nostro mare e che sappiamo bene non si vogliono fare – “dello stato dei luoghi, nel rispetto delle prescrizioni previste dall'Ente parco”.

Allora, se vogliamo essere coerenti, presidente Realacci, relatore Borghi, Presidente Di Maio, vi chiedo di votarlo questo emendamento per dire che le aree protette devono davvero essere protette dalle invasioni ambientali che, purtroppo, ormai hanno già invaso anche già tutto il resto del territorio. Cerchiamo almeno di salvaguardare questa piccola porzione della Basilicata che viene costantemente vessata dai petrolieri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, sottoscriviamo l'emendamento. Sicuramente sarebbe una battaglia che dimostra qual è la direzione che si vuole prendere. A parole, molte volte è stato detto “lotta ai cambiamenti climatici”, “cambiamo paradigma”, “andiamo verso le fonti rinnovabili”, però anche gli accordi internazionali dicono questo e li abbiamo firmati anche noi. Allora, mi chiedo cosa facciamo a fare tutti i convegni che ci sono, un giorno sì e un giorno no, sulla lotta ai cambiamenti climatici, sull'approvvigionamento da fonti rinnovabili, sullo smettere di utilizzare fonti fossili, perché non possiamo più permettercelo, non tanto perché non vogliamo, semplicemente il pianeta non se lo può più permettere.

Se vogliamo far vedere, se il Governo vuol far vedere qual è la sua vera scelta, qui può prendere veramente una decisione, tornare sui suoi passi e dire: io sono contro questo tipo di sfruttamento del territorio e contro delle fonti energetiche, che ci hanno portato a un inquinamento fuori da tutti i crismi, e a morti, che in Europa sappiamo dovute a fattori ambientali molto spesso legate appunto all'inquinamento da autoveicoli, che poi è legato a come ci approvvigioniamo di energia per farli circolare. È chiaro che il primo passaggio sarebbe appunto vietare le trivellazioni all'interno dei parchi. Non vogliamo vietarle? Bene, diamogli due anni per chiudere baracca e burattini e lasciare almeno quelle aree libere. Diamogliene cinque, se volete dargliene cinque e non ce la fate in due, ma almeno apriamo un dibattito! Chiudere completamente a questa possibilità, vuol dire che voi avete intenzione nei prossimi anni di andare in quella direzione, cioè di continuare a sfruttare i giacimenti! Ma che senso ha? Noi abbiamo anche presentato degli emendamenti - tra l'altro qui si parla anche del ripristino della zona - precedentemente bocciati.

Voi chiedete l'1 per cento come una tantum - l'1 per cento! -, ma vi rendete conto? È nulla, rispetto ai guadagni che fanno queste multinazionali! Il nulla, sulla pelle di un bene che è nostro, perché il petrolio e le fonti fossili che abbiamo sono nostre! E noi chiediamo l'1 per cento! E quando abbiamo provato a chiedere il 2 o il 3 per cento avete detto: no! Anzi, a questi impianti spesso diamo delle franchigie, per cui estraggono quanto vogliono, da vari pozzi, senza pagare una lira allo Stato italiano, quindi senza pagare i cittadini.

Poi, ci venite a dire che dobbiamo fare manovre e manovrine perché dobbiamo restare dentro, nei bilanci, dobbiamo pagare le spese ed i servizi che diamo ai cittadini. I cittadini lo sanno benissimo che di servizi non ne hanno più, da questo Stato. Si taglia sui servizi, si taglia sugli enti locali, a livello centrale si continua a spendere per la politica, però ai petrolieri non si tocca una lira, perché se togliamo qualcosa ai petrolieri e ai banchieri probabilmente i partiti non avrebbero di che foraggiare le campagne elettorali!

Allora, forse sarebbe bene iniziare a dare un'indicazione su questo aspetto, dobbiamo dare l'indicazione che volete cambiare veramente, che volete almeno iniziare ad interrompere questo ciclo vizioso all'interno dei parchi. Vi chiedo veramente di riconsiderarlo: dateci dei termini temporali più ampi, ma riconsiderate questo vostro parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Presidente, questo emendamento è molto interessante, perché quello che prevede è essenzialmente che vengano chiusi i pozzi nella Val d'Agri, che sono attualmente quelli sfruttati. Dobbiamo ricordarci la cronaca degli ultimi mesi: 400 milioni di tonnellate di petrolio dispersi; 6.000 gli ettari contaminati da perdite di petrolio, compreso il Lago del Pertusillo.

Di fronte a questo scempio ambientale in un'area protetta - oltre al fatto che nell'emendamento all'articolo precedente consentiamo nuove possibilità legate a quelle precedenti, quindi eventualmente magari continuare a perforare facendo un altro pozzo nello stesso giacimento - stiamo chiedendo con questo emendamento di dare un limite temporale per fermare lo scempio. La lotta al cambiamento climatico, l'ha ricordata il collega De Rosa; lo scempio della Val d'Agri, lo ricordano le cronache quotidiane: mettiamo un termine, che dovrebbe essere immediato. Vogliamo fare il 2020? Benissimo il 2020, basta che si faccia!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Presidente, con questo emendamento - che sottoscriviamo - della collega Pellegrino, potremmo aprire un dibattito di giorni, mesi, anni, per capire esattamente cosa vuole e dove vuole andare questo Parlamento. Infatti, parlare di chiusura, da qui al 2020, significa avere un arco temporale per poter ragionare insieme su quali possano essere le tantissime alternative, per poi non dover di nuovo parlare di disastri ambientali come sono successi in passato.

Quello che mi piace sottolineare di questo emendamento - che sottoscriviamo appieno - è il ripristino della situazione ambientale, perché quelle parti di territorio che purtroppo sono state danneggiate dal punto di vista ambientale dal petrolio difficilmente potranno ritornare alla bellezza di tantissimi anni fa. Quindi, parliamo di ripristino di zone che, al momento, non hanno né le possibilità di bonifica né di ritornare allo stato precedente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.53 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 8.55 Zaratti e 8.216 Pellegrino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, sono abituato ad ascoltare il dibattito, soprattutto quando autorevolmente interviene il relatore della legge, e ieri ho ascoltato l'onorevole Borghi in relazione alla questione delle attività estrattive, sul famoso emendamento 5.800, nel quale appunto venivano fatte salve le attività esistenti all'interno delle aree protette e tutte le attività conseguenti. Su quello c'è stato un lungo dibattito, e c'è stata una divergenza di opinione tra di noi, perché, dal nostro punto di vista, quella era una formulazione ambigua. Ci è stato spiegato che, invece, non era ambigua, perché effettivamente si interrompevano tutte le attività estrattive senza alcun ampliamento, ma soltanto le attività conseguenti a quelle estrattive in essere. Allora non comprendo per quale motivo venga dato parere negativo a questo nostro emendamento, che dice che dall'entrata in vigore della presente disposizione è vietato qualunque ampliamento degli impianti e delle attività in oggetto di concessioni di cui al presente articolo.

Se è vera l'interpretazione che dava il relatore ieri - e io non ho dubbi della sua convinzione rispetto a quella interpretazione -, conseguentemente, su questo emendamento dovrebbe esserci parere favorevole, perché con questo emendamento chiediamo semplicemente di essere certi che non ci saranno ampliamenti delle attività estrattive all'interno dei parchi del nostro Paese. È un emendamento chiaro, è un emendamento semplice, che fa chiarezza anche rispetto a quello che si è detto ieri. Il relatore ieri ha dovuto puntualizzare - per fare mettere a verbale, diciamo così - l'interpretazione autentica della norma, ma votando questo emendamento l'interpretazione è chiara: non sono possibili ampliamenti nelle concessioni per idrocarburi e per interventi di tipo gassoso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Presidente, l'onorevole Zaratti mi ha preceduto e ha detto esattamente le parole che avrei voluto dire io. Ieri c'è stato un bel dibattito tra me e il presidente Realacci - non ovviamente in maniera formale, ma informale -, e siccome il più delle volte abbiamo delle linee convergenti, c'è stata, dal suo punto di vista, la garanzia a che non sarebbero stati fatti nuovi pozzi di petrolio o di estrazione. Ho detto al presidente Realacci che spero di perderla questa scommessa; allora oggi vorrei che il presidente garantisse, non soltanto a me, in separata sede, ma davanti a tutti i cittadini che, nel vigore della presente disposizione, è vietato qualunque ampliamento degli impianti e delle attività oggetto di concessione di cui al presente articolo. Ebbene sono fermamente convinta che non ci saranno ampliamenti perché gli estrattori non hanno intenzione di farlo: non credo ovviamente, questo non sarà perché, se questo emendamento non dovesse essere approvato, l'apertura - come dicevo ieri - ovvero la famosa zeppa nella porta sarà continuamente aperta e queste multinazionali faranno le loro varianti ai programmi di lavoro esattamente come stanno facendo oggi all'interno delle 12 miglia.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Intervengo per chiarire che l'invito al ritiro è riferito al fatto che l'emendamento in questione non afferisce al titolo dell'articolo 8, che introduce modalità fiscali su attività di natura economica, ma la proposta afferisce alle modalità autorizzative delle medesime e quindi l'emendamento avrebbe dovuto essere presentato in altre parti della proposta di legge e contemplando modifiche di altre normative. Questo per chiarezza, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Vorrei sottoscrivere l'emendamento 8.216 Pellegrino e inoltre vorrei chiedere al collega Borghi perché non accogliere comunque tale richiesta nel suo significato. C'è una questione di forma? Benissimo, anche qua si può presentare una riformulazione; si può cercare di cogliere nella sostanza l'emendamento, tenuto conto del dibattito che c'è stato l'altro giorno in quest'Aula riguardo alla necessità di garantire che non ci siano nuove perforazioni, nuove trivellazioni, nuove prospezioni all'interno dei parchi italiani. Quindi non capisco questo attaccarsi, questo trincerarsi dietro ad una questione di forma quando la questione di sostanza è chiara ed evidente. C'è da prendere una decisione: vogliamo dire che nei parchi italiani non sarà più possibile, sia come è stato fatto nell'emendamento precedente, creare nuovi sistemi di ricerca di idrocarburi oppure, senza stabilire un termine come in questo emendamento, mettendo fine alle nuove ricerche e agli ampliamenti delle preesistenti? Vogliamo fare un po' di chiarezza o vogliamo continuare a nasconderci dietro le questioni di forma e dietro le questioni vaghe? Qui c'è bisogno di dare una risposta chiara perché la situazione è grave. L'abbiamo ricordato prima: la situazione della Val d'Agri è grave e in più va sancito, va garantito un principio fondamentale ossia che i parchi sono zone che hanno come finalità quella di garantire e di proteggere l'ambiente, il patrimonio naturale e la biodiversità. Quindi tale finalità con l'estrazione minerale e l'estrazione petrolifera non ha nulla a che vedere: chiariamolo una volta per tutte.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come già fatto in precedenti analoghe circostanze, la Presidenza consentirà lo svolgimento per ciascun emendamento di un breve intervento per illustrare la posizione del gruppo della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Noi non vogliamo le trivellazioni almeno all'interno dei parchi nazionali. Ci è stato detto però con un emendamento della maggioranza in Commissione che dovevamo trivellare e comunque consentire alle trivellazioni già presenti di andare avanti con tutti annessi e connessi e c'è stata un'interpretazione del collega Borghi che diceva: no, ma noi non intendiamo comunque ampliare le trivellazioni. Ebbene allora noi stiamo dicendo adesso con l'emendamento 8.216 Pellegrino, che abbiamo sottoscritto, di metterlo nero su bianco, dal momento che prima sembrava un'interpretazione della norma che avete scritto male. Ripeto: mettiamolo nero su bianco. Non va bene come è scritto o non va bene il punto in cui è inserito? Bene, se c'è veramente la volontà di stabilire, come avete detto e non volete rimangiarvi la parola su questo, che non ci saranno ampliamenti di quanto esiste, perché questo si chiede, chiedo di accantonare eventualmente l'emendamento…

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO FELICE DE ROSA….riformulatelo e diteci dove inserirlo e noi saremo ben disponibili a votarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Lei sta chiedendo formalmente un accantonamento?

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Esprimo parere contrario all'accantonamento.

PRESIDENTE. Può intervenire un deputato a favore e uno contro. C'è qualcuno che intende intervenire a favore dell'accantonamento?

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Ritengo che l'accantonamento sarebbe opportuno perché in quest'Aula veramente ogni giorno si impara qualcosa. Per la prima volta oggi ho imparato dal collega Borghi che questo emendamento, per così dire, sarebbe stato giusto se fosse stato collocato in un altro articolo. Ora io penso che questo emendamento sia giusto e credo che lo sia, perché stiamo chiedendo semplicemente di non ampliare gli impianti già esistenti, cosa sulla quale siamo tutti d'accordo. Ora ritengo che il problema della collocazione dell'emendamento si possa risolvere. Per questo ritengo che l'accantonamento sia una cosa giusta. Invito davvero la maggioranza e, a nome suo, ovviamente il relatore a ripensarci. Non credo che ciò non sia possibile in una discussione come quella che abbiamo fatto oggi e nei giorni precedenti, tenuto conto anche dello spirito con il quale abbiamo collaborato: io mi sono alzato almeno un paio di volte oggi per riconoscere al relatore e al presidente che avevano ragione su un emendamento presentato e, quindi, voglio dire, non ho problemi perché stiamo nel merito. Ma il merito qui ci dice che approvare questo emendamento fa chiarezza rispetto anche all'emendamento che ieri abbiamo approvato e che pure tante polemiche ha scatenato. Ripeto: fa chiarezza e non sarà necessaria, caro collega Borghi, alcuna interpretazione autentica per poter interpretare quella norma se noi approvassimo questo emendamento. Per questo ripeto che l'accantonamento è una cosa giusta; si può lavorare quindi per collocare l'emendamento nel modo migliore nel testo in modo che sia razionale ed organico ma certo bocciare un emendamento come questo semplicemente perché non è collocato nell'articolo giusto ad avviso del relatore è veramente un elemento molto grave che danneggia gravemente anche la proposta di legge che stiamo approvando.

PRESIDENTE. Prendo atto che nessuno intende intervenire contro.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento degli identici emendamenti 8.55 Zaratti e 8.216 Pellegrino avanzata dal collega De Rosa.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 106 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

ANTONIO PLACIDO. Presidente, trovo davvero provocatorio ed irritante l'atteggiamento che la maggioranza assume in relazione alle questioni connesse alla richiesta di accantonamento così come su quella di ieri. Qui non si può continuare a trattare un'intera regione e i parlamentari che la rappresentano come se avessero l'anello al naso. Ieri ci si è rifiutati di aggiungere la riga che avrebbe contenuto la sostanza dell'interpretazione autentica, limitando le attività connesse al ripristino, messa in sicurezza e manutenzioni; oggi ci viene detto che non si può prendere in considerazione l'ipotesi di evitare che siano pensabili ampliamenti. Non è possibile che si continui a perpetrare ai danni dei cittadini di una regione già pesantemente provata sul piano ambientale…

PRESIDENTE. Grazie.

ANTONIO PLACIDO. …imbrogli di tale portata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.55 Zaratti e 8.216 Pellegrino.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

L'emendamento 8.80 Castiello è precluso dalla votazione dell'emendamento 8.206.

Siamo all'emendamento 8.217 Terzoni.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.217 Terzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Con l'emendamento 8.415 Micillo inizia una serie a scalare.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.415 Micillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.417 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.20 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Siamo all'8.418 Micillo, primo di una serie a scalare.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.418 Micillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Adesso c'è l'intermedio della serie a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.420 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.81 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.22 Zaccagnini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Faccio presente che l'emendamento 8.218 è stato precluso dalla votazione dell'emendamento 8.206.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.24 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).

Siamo all'emendamento 8.65 Micillo, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? Sì.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.65 Micillo, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 117).

Sono preclusi dalla votazione dell'emendamento 8.206, sia l'emendamento 8.83 Castiello che l'emendamento 8.67 Benedetti.

Andiamo all'8.84 Castiello.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.84 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.26 Segoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

Ricordo che l'emendamento 8.220 Manfredi è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.221 Abrignani, 8.222 Polidori e 8.223 Matarrese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.224 Pastorelli, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 121).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.56 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 122).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.68 Terzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 123).

A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta è sospesa. Riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, la Ministra della Salute e il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

(Iniziative per individuare, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, soluzioni per ridurre l'impatto ambientale del progetto Trans Adriatic Pipeline (TAP), con particolare riferimento all'ipotesi di delocalizzare il punto di approdo del gasdotto – n. 3-03040)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Leva ed altri n. 3-03040 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Leva se intenda illustrare la sua interrogazione, per un minuto, o se si riservi di intervenire in sede di replica.

DANILO LEVA. Presidente, signor Ministro, il gasdotto TAP rappresenta un'opera di grande impatto ambientale che interessa un'area ad alto valore paesaggistico. Il progetto nel Salento ha dato vita, nel corso degli anni, a forti perplessità e mobilitazioni da parte di cittadini, comitati, istituzioni locali, che chiedono di spostare l'approdo dell'opera per non deturpare un'area, quella delle coste di San Foca, caratterizzata dalla presenza di un patrimonio inestimabile, che la rende unica sotto il profilo ambientale. Già tempo addietro 94 sindaci della zona hanno dato voce alle istanze del territorio, chiedendo di aprire un dialogo con il Governo centrale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DANILO LEVA. L'interrogazione nasce per questo motivo: per capire quali siano le iniziative di competenza che il Governo intende intraprendere, al fine di prevedere l'apertura di un tavolo istituzionale con le parti interessate e i diversi soggetti coinvolti nella vicenda.

PRESIDENTE. La Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, rispondo ai quesiti posti dagli onorevoli interroganti sulla base degli elementi fornitimi dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Le questioni legate alla realizzazione del progetto del gasdotto Trans Adriatic Pipeline sono state esaminate e valutate approfonditamente e con il massimo rigore scientifico, nel corso del relativo iter istruttorio di valutazione di impatto ambientale condotto dalla commissione VIA, organismo di valutazione indipendente dal Ministero dell'ambiente e dagli organi di indirizzo politico. Il predetto iter si è concluso con il decreto di compatibilità ambientale n. 223 dell'11 settembre 2014, positivo con prescrizioni, emanato dal Ministero dell'ambiente previa delibera del Consiglio dei ministri adottata nella seduta del 10 settembre 2014.

Faccio presente comunque che il decreto di compatibilità ambientale è condizionato al rispetto di un complesso e articolato quadro prescrittivo: ciò significa che, ottemperate le prescrizioni della VIA, il progetto rispetta in pieno le normative vigenti a tutela dell'ambiente. Alla verifica di ottemperanza delle prescrizioni sono preposti il Ministero dell'ambiente, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e gli enti territoriali e tecnici competenti, quali la regione Puglia, l'ARPA Puglia, l'ISPRA e l'Autorità di bacino.

In merito al tracciato dell'opera in questione, nel citato decreto di compatibilità ambientale è stata tenuta in debita considerazione la totalità delle soluzioni alternative possibili, approfondendo tutti gli aspetti collegati a dette alternative, sia dal punto di vista tecnico che ambientale e paesaggistico. Sono state altresì prese in esame e valutate tutte le possibili misure per la salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico.

Si deve peraltro ricordare che si tratta di un'opera di carattere strategico per il nostro Paese. In termini di possibile raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, essa offre dal punto di vista del consumo e della produzione energetica una valida alternativa alle fonti tradizionali, in quanto consentirà l'arrivo in Italia di una nuova fonte di approvvigionamento di gas proveniente dall'area del Mar Caspio entro il 2020.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Il Ministero dell'ambiente considera dunque esaustivo il complesso iter istruttorio seguito, che ha tenuto conto anche degli elementi rappresentati dagli onorevoli interroganti.

PRESIDENTE. L'onorevole Matarrelli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

TONI MATARRELLI. Presidente, la risposta del Ministro non ci soddisfa affatto, perché la questione che abbiamo posto è una questione politica: che la burocrazia avesse fatto il suo corso lo sapevamo già, e che le carte fossero tutte a posto, insomma, era abbastanza noto.

Noi riteniamo che sia veramente inimmaginabile che questo approdo avvenga nel pezzo più bello del Salento: la TAP arriva a San Foca, ed è probabilmente una delle spiagge più belle che abbiamo in Puglia, dove il turismo rappresenta una delle maggiori fonti di ricchezza del territorio, e quindi non abbiamo compreso come mai si sia deciso quella collocazione per l'approdo del TAP e, soprattutto, non abbiamo capito come mai tutte le istituzioni non abbiano voluto valutare approdi diversi da quello. Tra l'altro, a causa dei movimenti che si sono avuti in questi mesi, molti operatori ci dicono che c'è stato un calo significativo di prenotazioni per la stagione estiva, e questo, evidentemente, nuoce in maniera particolare in un territorio dove l'economia non ha altri sbocchi, se non questo.

Altra cosa che ci pare altrettanto grave è che, per realizzare questa opera, si stanno espiantando ulivi secolari, ulivi meravigliosi, che sono delle opere d'arte. La storiella del reimpianto non regge, perché molti di questi ulivi sono già seccati e ci pare che veramente potevano trovarsi soluzioni diverse da queste, e l'ostinazione del Governo…

PRESIDENTE. Concluda.

TONI MATARRELLI. …rispetto a questa collocazione ci pare uno schiaffo in faccia ai salentini (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

(Iniziative finalizzate a tutelare il personale volontario che presta servizio presso le biblioteche statali, con particolare riguardo ai lavoratori dell'associazione Avaca operanti presso la Biblioteca nazionale di Roma – n. 3-03041)

PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03041 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, ieri, con un'iniziativa inaccettabile e grave sul piano costituzionale, una struttura del suo Ministero ha rescisso la convenzione tra la Biblioteca nazionale centrale e l'associazione Avaca, che per anni ha fornito volontari per servizi essenziali. Ventidue persone attraverso un sms hanno perso il lavoro; sì, lavoro, perché quelli che vengono chiamati ipocritamente volontari sono in realtà lavoratori, “scontrinisti” si sono definiti, perché ricevono 400 euro al mese dopo aver presentato degli scontrini. È stata una sostanziale ritorsione per il disvelamento che hanno fatto della loro realtà.

Allora, le chiediamo come intenda il Ministero farsi carico di lavoratori che hanno prestato lavoro qualificato per tanti anni e riteniamo inaccettabile un sostanziale aggiramento dei diritti costituzionali del lavoro attraverso una circolare che è stata emanata dal suo Ministero e che prevede il ricorso al servizio civile per sostituire uomini e donne che svolgono funzioni essenziali ai fini dei servizi delle biblioteche.

PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, sin dal 1993, con la legge n. 4, la cosiddetta legge Ronchey, e poi con l'articolo 112 del codice dei beni culturali, è previsto che il Ministero possa stipulare con associazioni di volontariato aventi finalità culturali delle convenzioni per l'utilizzo di volontari a supporto del personale dell'amministrazione. I volontari devono lavorare a titolo gratuito; pertanto, né a loro né all'associazione è dovuto alcun compenso da parte, in questo caso, della biblioteca, fatti salvi i casi di rimborsi spese di cui all'articolo 4 della legge quadro. In base all'articolo 5, sempre la biblioteca rimborsa in modo forfettario all'associazione le spese sostenute per l'attività e il funzionamento, comprese quelle di copertura assicurativa e il resto.

Sulla base di queste norme, da parecchio tempo la Biblioteca nazionale centrale di Roma ha stipulato una convenzione con l'Associazione volontari attività culturali e ambientali, Avaca, con 22 volontari che ricevono dall'associazione stessa, e non dalla biblioteca, il rimborso spese per l'attività svolta. Onorevole Fassina, la norma è molto chiara, la norma dice che la qualità di volontari è incompatibile con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato e autonomo e con ogni altro rapporto di contenuto patrimoniale con l'organizzazione di cui fa parte. In effetti, dice l'amministrazione che alcuni ricorsi fatti negli anni passati sono sempre stati respinti. Comunque, ringrazio l'onorevole Fassina e ringrazio gli altri atti di sindacato ispettivo che sono stati fatti, ringrazio la stampa che se n'è occupata, ringrazio la Camusso, che mi ha scritto tempo fa una lettera su questo tema, perché questo ha fatto emergere la necessità di portare trasparenza in questa procedura.

Se sono associazioni di volontariato e volontari, devono restare associazioni di volontariato e volontari, non possono diventare forme sostitutive di rapporto di pubblico impiego, perché la legge dice questo.

Per queste ragioni, il segretariato generale, in data 19 maggio, dopo che sono uscite le notizie sulla stampa, ha disposto un'ispezione e il 22 maggio il direttore della Biblioteca nazionale centrale, in attesa della fine dell'ispezione, ha sospeso ogni rapporto con l'associazione di volontariato Avaca, nelle more dell'acquisizione degli esiti dell'ispezione stessa.

In più i direttori dei suddetti istituti sono stati invitati, perché ci possono essere altri casi simili in Italia, attraverso un'indagine interna del Ministero, a capire quali altre situazioni simili ci siano. Io devo far rispettare le norme e lei lo sa benissimo: se ci sono state delle violazioni da parte dell'associazione o da parte della pubblica amministrazione, che hanno utilizzato volontari con funzione di lavoro subordinato, questa cosa va interrotta e l'oggetto dell'ispezione è questo, ma non mi si può chiedere, anche a fin di bene, di violare delle norme.

Come lei sa, i criteri di assunzione nel pubblico impiego rispondono a requisiti di legge ben precisi. Penso che si possa fare una serie di cose, il servizio civile è una conquista, soprattutto per chi viene dalla nostra parte politica. È servizio civile, si va in tutte le parti dell'amministrazione pubblica e, finalmente, si fanno i beni culturali. Avvieremo procedure pubbliche per la selezione di associazioni di volontariato e, soprattutto, colgo l'occasione, Presidente - e chiedo scusa per i secondi rubati -, per dire che, proprio in questi giorni, sono state completate le procedure di concorso e quindi verranno assunti 54 funzionari bibliotecari nelle biblioteche statali del Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Fassina ha facoltà di replicare, per due minuti.

STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente, grazie, signor Ministro. No, non siamo soddisfatti delle sue parole. Nessuno chiede o propone di violare le norme di legge, ci mancherebbe altro; chiediamo che le leggi vengano rispettate tutte, comprese quelle che riguardano i diritti dei lavoratori. Lei sa bene che sta parlando di uomini e donne che hanno svolto funzioni essenziali. La legge non è stata rispettata nel momento in cui quelle persone stavano dentro i turni previsti nella biblioteca, e, purtroppo, non è un caso isolato, ci sono tanti altri casi che non riguardano soltanto le biblioteche. Secondo punto, l'innovazione normativa che lei propone, che può essere anche condivisibile, non può dimenticare il pregresso.

Quegli uomini e quelle donne devono, in qualche modo, vedere riconosciuto il lavoro che hanno svolto, perché si è trattato di lavoro; quindi, si faccia un bando che riconosca dei punteggi a chi non ha svolto un lavoro di volontariato, ma ha fatto un lavoro vero, in sostituzione di lavoratori che, come sa, sono assolutamente carenti nel Ministero che lei dirige, perché c'è una pianta organica effettiva che è sottodimensionata di almeno 3 mila unità.

Quindi, le chiediamo di riconoscere il lavoro che è stato prestato, di fare un bando e contratti a tempo determinato per il lavoro che non è di volontariato da qui a quando il bando potrà essere espletato.

(Iniziative volte a salvaguardare il patrimonio della Galleria degli Uffizi di Firenze e a garantire la trasparenza e la concorrenza nel mercato relativo all'organizzazione degli eventi culturali – n. 3-03042)

PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-03042 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

BRUNO MURGIA. Grazie, signor Presidente. Ministro, come sappiamo, la riforma del suo Ministero dà un certo potere ai direttori dei principali musei e anche la capacità e la forza di poter attrarre finanziamenti, che sono sicuramente utili. Parliamo, quindi, della Galleria degli Uffizi di Firenze, che ha una grande raccolta, come sappiamo, un museo unico al mondo.

Nel 2016 la società Mondomostre ha organizzato a Mosca la mostra su Raffaello e vennero “prestati” alcuni capolavori ritenuti inamovibili, tra i quali i ritratti di Agnolo Doni e della moglie, nonostante il parere fortemente negativo dell'Opificio.

La stessa questione riguarda una mostra organizzata dal direttore Schmidt a Tokyo, sempre da Mondomostre.

Chiediamo che cosa il Ministro abbia da dirci su queste opere, che sono andate fuori, e sul rapporto tra il direttore e la società Mondomostre.

PRESIDENTE. Il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie, Presidente. L'onorevole Rampelli mi dà l'occasione di rispondere sul tema della organizzazione delle mostre, in particolare degli Uffizi. Il nuovo direttore ha posto in essere un nuovo sistema di gestione e valutazione dei prestiti, con dei parametri molto rigidi in materia di conservazione delle opere, ponendo anche un tetto massimo ai prestiti, e sottolinea di avere separato le valutazioni di tipo curatoriale, che sono svolte, evidentemente, da storici dell'arte, da quelle di conservazione, che sono svolte da funzionari restauratori interni all'istituto ed esperti di vari settori dell'opificio delle pietre dure.

Quanto ai casi specifici chiesti, il direttore ha specificato che i ritratti dei coniugi Doni di Raffaello non sono tra le opere inamovibili del museo; non è vero che è esistito un parere contrario da parte dell'opificio delle pietre dure e, anzi, il parere è stato pubblicato proprio sul sito dell'opificio delle pietre dure, con una forma di pubblica evidenza. Inoltre, si ricorda che l'autorizzazione, in base alle nuove regole dopo la riforma del sistema museale per i prestiti all'estero, sono anche visionate dalla direzione generale musei.

Con riferimento alla Venere di Urbino, il direttore rende noto che l'opera è stata inviata più volte all'estero durante precedenti gestioni - più volte dal 1998 al 2008 - e a settembre è stata prestata alla Galleria nazionale delle Marche, di Urbino, un altro museo statale.

Anche i prestiti dalle Gallerie degli Uffizi alla mostra su Tiziano e il Rinascimento, tenutasi a Tokyo nei primi mesi del 2017, sono stati sottoposti alla stessa procedura rigorosa.

Allo stesso modo il direttore precisa che non è prevista alcuna mostra allestita o promossa dalle Gallerie degli Uffizi ad Astana in occasione di Expo 2017, né è arrivata alcuna richiesta di prestito.

Da ultimo, siccome si parla di esclusività del rapporto, il direttore delle Gallerie degli Uffizi fa sapere di non avere avuto rapporti professionali privati di qualsiasi genere con la società Mondomostre né nel passato né nel presente e che le Gallerie degli Uffizi, a dimostrazione che non c'è esclusività di rapporto, nel 2016 e nel 2017 hanno prestato opere d'arte e promosso mostre in collaborazione con organizzazioni diverse, tra le quali Metamorfosi, Artemisia, Civita e Contemporanea Progetti e, quindi, non solo Mondomostre.

PRESIDENTE. L'onorevole Murgia ha facoltà di replicare per due minuti.

BRUNO MURGIA. Presidente, non avevo dubbi che la risposta del Ministro sarebbe stata quella che avrebbe potuto fornire il direttore. Io citerò un articolo sicuramente di un esperto, che non è amico del Ministro Franceschini, tanto meno nostro, che è quello di Montanari, che in un suo articolo su la Repubblica riportava: “L'opificio delle pietre dure ha scritto agli uffici che i rischi a cui andrebbero incontro a seguito di un loro spostamento potrebbero cambiare sostanzialmente lo stato di conservazione”; e ancora: “Esporre le opere a rischio di sollecitazioni meccaniche, che possono provenire da un lungo viaggio e da un cambiamento di clima, potrebbe essere molto rischioso”. La contrarietà dell'opificio era così radicale che nessuno dei restauratori ha comunicato di volere partecipare al viaggio.

Concludo con le parole di Antonio Cederna, nel 1956: “Un'antologia abborracciata - di una mostra di Raffaello fatta Mosca, e questo la dice lunga anche sulla qualità con la quale dobbiamo muoverci all'estero - forse dettata unicamente dall'arrendevolezza di alcuni sovrintendenti”.

Poi, mi fa piacere che il direttore Schmidt precisi che non ha un rapporto esclusivo con Mondomostre. Verificheremo, appunto, nelle prossime mostre se questa società sarà sempre presente o se ruoterà.

(Chiarimenti in merito alle prospettive di effettivo funzionamento del nuovo sistema sanzionatorio delineato dal Governo in materia di prevenzione vaccinale, con particolare riferimento alla situazione delle famiglie che vivono in campi rom – n. 3-03043)

PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03043 (Vedi l'allegato A).

MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Nella nostra interrogazione facciamo riferimento a quello che abbiamo appreso da notizie di stampa in merito al decreto che dovrebbe condurre all'obbligatorietà delle vaccinazioni, decreto che prevede delle sanzioni molto pesanti nei confronti delle famiglie che non sottopongono i figli alle vaccinazioni.

Noi riteniamo che la copertura vaccinale sia un obiettivo da raggiungere e raccomandato da chi ha a cuore il bene della propria comunità e dall'OMS, ma che i mezzi che vengono utilizzati per ottenere quell'obiettivo siano - diciamo - in qualche modo eccessivi e che vadano a ledere quella che è la libertà anche delle famiglie, mentre la stessa attenzione non ci sembra che sia stata dedicata ad altre situazioni che abbiamo citato in premessa.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Presidente, rispondo evidenziando, anche in questa sede, che il provvedimento legislativo d'urgenza, approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso, era necessario per garantire in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale un adeguato livello di prevenzione per la salute pubblica e, in particolare, per la salute dei nostri figli. Ecco perché il decreto-legge estende il numero delle vaccinazioni obbligatorie portandole delle originarie 4 a 12 che saranno - voglio sottolinearlo - gratuite per tutti i minori di età compresa tra gli zero e i 16 anni, i quali dovranno vaccinarsi secondo le indicazioni del calendario vaccinale relativo al loro anno di nascita.

Vengo adesso al tema delle sanzioni e, in particolare, alla segnalazione che le aziende sanitarie dovranno effettuare nei confronti dei genitori che sottraggono i propri figli all'obbligo vaccinale. Ebbene, non corrisponde al vero quanto evidenziato nell'interrogazione, ovvero che la segnalazione delle ASL ai tribunali minorili costituisca una mera eventualità. Il decreto-legge prevede, infatti, che l'azienda sanitaria, quando abbia accertato l'inadempimento dell'obbligo vaccinale, debba sempre e comunque fare la segnalazione, il che non significa, ovviamente, che ogni segnalazione determinerà automaticamente l'apertura di un procedimento che sfocerà sempre e comunque in un provvedimento incidente sulla potestà genitoriale, fino addirittura ad annullarla. Infatti, in base alla legislazione vigente saranno le procure minorili a valutare se esistono, con riferimento ad ogni caso concreto, i presupposti per l'apertura del procedimento e saranno poi i tribunali minorili ad adottare le misure più opportune nell'esclusivo interesse del minore, considerando che ogni storia è diversa dall'altra.

Ecco perché non ritengo che il provvedimento legislativo possa determinare criticità in fase applicativa neppure con riferimento alla popolazione rom, sinti e camminanti nei confronti dei quali, peraltro, il Ministero della Salute ha da tempo ha avviato campagne di sensibilizzazione in relazione all'importanza delle vaccinazioni per i propri figli. Risale già al 2013, infatti, il “progetto troVARSI”, finanziato dal Ministero e coordinato dagli INMP, che ha inteso accrescere, anche presso tali comunità e attraverso iniziative mirate, la consapevolezza dell'importanza della vaccinazione. Nell'ambito di tale progetto sono già state svolte, in particolare, azioni di informazione, sensibilizzazione e offerta attiva dei vaccini, oltre che di formazione specifica degli operatori sanitari e socio-sanitari delle ASL, azioni queste che renderanno di certo più agevole l'applicazione anche alle comunità rom delle nuove misure introdotte dal decreto-legge.

PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare per due minuti.

MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi non ci riteniamo soddisfatti perché, intanto, premetto che noi non siamo contrari alle vaccinazioni oggetto del decreto annunciato (fra l'altro, annunciato a mezzo stampa, e poi entreremo nel merito di quello che è stato deciso quando ci sarà data la possibilità di discuterne). Però, noi riteniamo che la copertura vaccinale si poteva comunque garantire anche attraverso una campagna di informazione adeguata e non si dovesse necessariamente ricorrere alla coercizione dell'obbligatorietà. In particolare, come abbiamo scritto anche nella premessa della nostra interrogazione, riteniamo che le misure sanzionatorie siano sproporzionate, assolutamente sproporzionate, con l'eccesso della sanzione amministrativa fino a 7.500 euro e la sospensione della potestà, anche se lei ci dice che probabilmente a quella sanzione si ricorrerà in pochissimi casi. Non ci sentiamo tranquilli. Nel testo, almeno per quanto abbiamo letto sulla stampa, rimane la possibilità della sospensione della potestà genitoriale che per noi rimane intollerabile.

Inoltre, non ci pare che vi sia stata la stessa attenzione da parte del Governo per altre situazioni che abbiamo citato anche nella premessa che, invece, pare godano di una sorta di immunità. Nell'interrogazione ci siamo riferiti alle condizioni in cui vivono qualche migliaio di bambini nei campi rom, condizioni di emarginazione sociale e condizioni igieniche e sanitarie allucinanti, situazioni fra l'altro aggravate dall'accattonaggio, cui spesso sono costretti questi bambini. Ebbene, noi ci riferivamo a quello e non tanto al fatto che i bambini rom non fossero vaccinati.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO RONDINI. La patria potestà dovrebbe essere tolta in situazioni del genere e non alla famiglia che magari decide di non fare vaccinare il figlio.

(Iniziative per la realizzazione di una struttura di terapia intensiva ad alta specialità pediatrica a Cosenza – n. 3-03044)

PRESIDENTE. L'onorevole Scopelliti ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-03044 (Vedi l'allegato A).

ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Ministra, tramite questa interrogazione vorrei fosse fatta chiarezza su una questione molto importante per la sanità calabrese e per i nostri bambini. Il decreto adottato nel novembre 2013 per la struttura commissariale della sanità calabrese, d'intesa con il Dipartimento tutela salute, avente come oggetto la costituzione del reparto di terapia intensiva ad alta specialità pediatrica, risulta ad oggi ancora inattuato nonostante l'avvenuto stanziamento di risorse economiche per l'avvio della formazione di personale specialistico. Parliamo di una struttura essenziale per le urgenze pediatriche più complesse, al servizio di un'utenza di circa 2-3 milioni di abitanti che sono costretti tuttora a rivolgersi a delle strutture fuori regione.

Chiedo, quindi, al Governo, per le parti di sua competenza, quali siano le iniziative che intende intraprendere per velocizzare la predisposizione del decreto di costituzione di questo hub.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Ringrazio l'onorevole Scopelliti perché mi consente di fornire una buona notizia alla popolazione calabrese in ordine alla ormai imminente apertura di una fondamentale struttura di terapia intensiva pediatrica: entro questa stessa settimana verrà adottato il decreto del commissario ad acta di individuazione presso l'ospedale Hub di Cosenza dei posti letto da destinare alla terapia intensiva pediatrica. Il tavolo tecnico istituito presso la struttura commissariale che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Garante per l'infanzia della regione Calabria e i direttori di strutture complesse di pediatria, neonatologia e terapia intensiva neonatale provenienti dalle strutture sanitarie specialistiche del territorio, ha infatti ormai risolto le problematiche relative agli aspetti logistici ed organizzativi, nonché di gestione e formazione del personale coinvolto.

Più in particolare, come anticipato, è stata individuata la collocazione della nuova struttura di terapia intensiva pediatrica. In un primo momento, infatti, la soluzione che era sembrata preferibile era stata quella di collocare la struttura presso l'ospedale Hub di Catanzaro, ciò in ragione della presenza del dipartimento integrazione tutela della maternità ed infanzia dell'azienda ospedaliera di Catanzaro e della struttura universitaria Mater Domini. Tuttavia, proprio per assicurare nel più breve tempo possibile l'apertura in un territorio così complesso e vasto come quello calabrese del tanto atteso presidio di terapia intensiva pediatrica, si è deciso di collocarlo presso l'ospedale Hub di Cosenza, anche in considerazione dell'immediata disponibilità sia di un'idonea struttura, sia di personale già formato.

PRESIDENTE. L'onorevole Scopelliti ha facoltà di replicare, per due minuti.

ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Grazie Ministro per la risposta che devo dire ci conforta, soprattutto per la soluzione di un problema che veramente era molto critico per la nostra regione. Come già accennato, lo ricordava anche lei, e segnalato anche dal Garante per l'infanzia della regione, la Calabria necessita di una struttura che permetta di affrontare le emergenze pediatriche senza costringere i calabresi a recarsi fuori dalla regione. La gestione dell'urgenza pediatrica, la precocità e l'adeguatezza della presa in carico assistenziale, sono fattori prognostici essenziali ed è per questo che l'identificazione rapida del bambino critico è fondamentale per l'avvio di un trattamento necessarie presso la struttura più idonea e soprattutto nel minor tempo possibile.

Realizzare una struttura che, come previsto appunto dal decreto, disponga di un dipartimento materno infantile, di una chirurgia pediatrica, di terapia intensiva neonatale, di una rianimazione con disponibilità di posti letto che - ahimè - non è sempre scontata, e di professionalità che già garantiscono l'assistenza ai piccoli pazienti, è quanto serve per assicurare dovute cure ai nostri bambini in Calabria senza aggiungere un disagio e senza aggiungere problemi già in una situazione che sicuramente è terribile e critica. Ed è quanto serve, Ministra, per garantire quel diritto alla salute che in Calabria a volte viene percepito come garantito solo da mafie e malaffare. Dare delle risposte in tal senso, è davvero investire nel Mezzogiorno ed è far sentire la presenza delle istituzioni accanto ai cittadini e ai loro problemi, al servizio dei più piccoli e delle loro famiglie.

(Elementi e iniziative in merito al ripristino funzionale dell'Ospedale Magalini di Villafranca di Verona – n. 3-03045)

PRESIDENTE. L'onorevole Matteo Bragantini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03045 (Vedi l'allegato A).

MATTEO BRAGANTINI. Grazie, onorevole Presidente. Onorevole Ministro, l'ospedale Magalini di Villafranca è stato distrutto dall'incendio nell'anno 2003 e i lavori per la sua ricostruzione sono ancora in corso.

Con ordinanza n. 3349 del 16 aprile 2004, il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, previa intesa con la regione Veneto, ha nominato il commissario delegato per l'adozione degli interventi di ripristino funzionale dell'ospedale Magalini di Villafranca di Verona. Con delibera n. 4231 del 29 dicembre 2009 la giunta regionale ha approvato il progetto definitivo per la sistemazione definitiva dell'ospedale Magalini, per un costo complessivo di 40 milioni di euro. L'appalto per tali opere è stato espletato ed i relativi lavori, che sono iniziati in data 18 maggio 2012, sono in fase di esecuzione ed il loro termine era inizialmente previsto per la fine del 2014. Nel corso di questi ultimi anni, l'assessore alla sanità della regione Veneto ha più volte annunciato l'imminente apertura del nosocomio, rimandandone comunque sempre la data. È forte, nella cittadinanza e negli operatori sanitari, un sentimento di delusione e rassegnazione perché la riapertura del nosocomio, più volte annunciata e sempre rimandata, sembra ancora un miraggio. Chiediamo se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra esposta e quali iniziative di competenza abbia intenzione di assumere, nel quadro degli interventi di riqualificazione del patrimonio sanitario pubblico, al fine di verificare a che punto siano i lavori di rifacimento dell'ospedale di Villafranca e quale sia la data prevista per la consegna.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. L'interrogazione riguarda una problematica di carattere locale di esclusiva competenza regionale in quanto, come è noto, sono le regioni ad occuparsi dell'organizzazione dei servizi sanitari. Rispondo pertanto limitandomi a riferire gli elementi forniti dalla regione Veneto per questa interrogazione.

L'iter di ripristino funzionale dell'Ospedale Magalini di Villafranca, gravemente lesionato nel 2003, è risultato particolarmente complesso, trattandosi di un intervento del valore complessivo di 40 milioni di euro, dei quali peraltro ben 32 milioni sono stati finanziati dallo Stato, ex articolo 20 per l'edilizia sanitaria.

Ciò premesso, la regione ha riferito che il primo progetto esecutivo, risalente al 2012, prevedeva l'ultimazione dell'opera pubblica entro l'anno 2014; tuttavia, la sopravvenienza di nuove disposizioni legislative e regolamentari ha reso necessaria la redazione di una perizia suppletiva e di una variazione al progetto, con la conseguente dilatazione dei tempi di ultimazione dei lavori.

Tra i fattori sopravvenuti, la regione ricorda, in particolare, il nuovo Piano socio-sanitario regionale del 2012-2016, sulla base del quale è stato, tra l'altro, ridotto il numero dei posti letto complessivi dell'ospedale Magalini. In conseguenza di ciò si è reso necessario aggiornare i tempi di realizzazione dell'opera, prevedendone l'ultimazione per il mese di giugno 2015.

Contestualmente, veniva predisposto un progetto per l'attivazione degli spazi e dei servizi relativi all'intero complesso ospedaliero, che richiedeva anche la realizzazione di lavori complementari, confluiti nella stipula di un nuovo contratto, sottoscritto il 1° luglio del 2015. Dalla relazione del commissario regionale delegato alla realizzazione dell'opera si ricava che la conclusione dei lavori è stata accertata in data 15 novembre 2016 per le opere principali e in data 30 ottobre 2016 per le opere complementari. Il 6 febbraio è stato emesso il certificato di agibilità dell'opera e il successivo 22 febbraio sono state consegnate le opere all'azienda sanitaria n. 9 scaligera. Solo dopo tale data, pertanto, l'azienda ha potuto avviare le procedure per il trasferimento del nuovo complesso delle attività sanitarie oggi svolte presso altre sedi ospedaliere.

Da ultimo, la regione ha riferito che lo scorso 16 maggio è stata chiesta all'azienda sanitaria scaligera l'autocertificazione relativa alla formazione del personale, alla sicurezza degli elettromedicali, all'effettuazione prima della fruizione dei servizi sanitari e che l'agibilità rilasciata era condizionata. Pertanto, secondo quanto riferito dalla regione Veneto, il percorso di attivazione dell'ospedale Magalini di Villafranca è ormai in via di conclusione.

PRESIDENTE. L'onorevole Matteo Bragantini ha facoltà di replicare, per due minuti.

MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Ministro, per la precisione, però il rammarico è che non c'è ancora una data. Si continua a rinviare, perché ricordiamo che i lavori erano già stati iniziati nel 2012. È vero che ci sono stati vari cambiamenti della normativa, però, quando si parla di sanità, quando si parla di edilizia, quando si parla di pubblico, purtroppo si allungano sempre i tempi e la colpa non è mai di nessuno.

Anche adesso la regione dice che non è colpa nostra, perché c'è stato questo, c'è stato quell'altro, è un'agibilità - da quello che ho appena sentito - condizionata, dobbiamo predisporre lo spostamento dei reparti, la formazione del nuovo eventuale personale, e via dicendo.

Ma io mi chiedo nel privato succede una cosa molto semplice, anche quando un'azienda prevede una nuova linea, uno stabilimento, una nuova produzione; quando comincia i lavori prevede già tutti i vari step, non solo della parte edilizia, ma anche per quanto riguarda lo spostamento di eventuali macchinari, soprattutto complessi, per quanto riguarda le linee di produzione, la formazione del personale, in modo di arrivare a una data certa, in modo da non far saltare tutti i conti dell'azienda.

Io auspico che in futuro anche nel pubblico si cominci ad attuare e a lavorare in questa maniera.

Ringrazio ancora il Governo per la precisione di questa risposta, però anche il Governo deve ancora riuscire a dare una data di quando finalmente verrà aperta questa nuova ala dell'ospedale.

(Iniziative per assicurare una corretta informazione sugli effetti del farmaco EllaOne, al fine di tutelare il diritto della donna a una procreazione cosciente e responsabile – n. 3-03046)

PRESIDENTE. L'onorevole Sberna ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gigli e Sberna n. 3-03046 (Vedi l'allegato A).

MARIO SBERNA. Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, già nell'interpellanza urgente n. 2-00800 evidenziavamo come il meccanismo di azione di EllaOne, sia prevalentemente antiannidamento. L'AIFA tuttavia continua a dire che il farmaco possa essere disponibile in farmacia senza prescrizione medica per le maggiorenni e che il foglietto informativo riporti che il farmaco inibisce l'ovulazione, cosa che non è vera. Uno studio recentissimo tra l'altro ha dimostrato ampiamente che l'ovulazione avviene, il concepimento dunque può seguire, ma il figlio non può annidarsi e sopravvivere e questo appunto è incompatibile con la normativa vigente. L'AIFA sta raccontando una menzogna sui suoi fogliettini, perciò le chiediamo quali tempestive iniziative intenda adottare sull'AIFA per tutelare il diritto della donna a una corretta informazione sugli effetti dei medicinali, fondamentale per garantire una procreazione cosciente e responsabile e per effettuare scelte anche a tutela della loro salute.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Presidente, rispondo all'interrogazione ricordando che, come Ministro della salute, ho sempre sottolineato l'importanza di una procreazione cosciente e responsabile, quindi della necessità di assicurare ad ogni donna il miglior livello di consapevolezza in merito a scelte così intime ed importanti per la vita propria e dei propri figli. Tra i contraccettivi d'emergenza si colloca il farmaco EllaOne, che agisce da modulatore del recettore del progesterone, impedendo le gravidanze principalmente mediante la prevenzione o il ritardo dell'ovulazione.

Il Consiglio superiore di sanità, nel 2011, aveva evidenziato che la prescrizione del farmaco dovesse essere subordinata alla presentazione di un test di gravidanza con esito negativo, in modo da escludere la presenza di una gravidanza in atto, e quindi evitare ogni possibile danno per il feto. Successivamente, precisamente nel 2015, la Commissione europea ha modificato il regime di fornitura di EllaOne: da medicinale soggetto a prescrizione medica a medicinale non soggetto a prescrizione medica, con contestuale eliminazione della gravidanza dalla lista delle controindicazioni nell'uso del medicinale. Tale decisione non è stata peraltro assunta all'unanimità, e l'Italia è stata uno dei Paesi che ha espresso il proprio parere contrario, in considerazione della mancanza di sufficienti dati scientifici circa l'assenza di eventuali effetti dannosi per il feto. Sia per questo motivo sia alla luce delle osservazioni del Consiglio superiore di sanità, l'AIFA ha distinto le modalità di dispensazione del farmaco in relazione all'età delle donne, prevedendo che per quelle di età inferiore ai diciotto anni il medicinale debba essere comunque soggetto a prescrizione medica, peraltro da rinnovare volta per volta.

Riferisco ancora che l'AIFA, al fine di garantire la tutela della salute della donna e di prevenire possibili forme di abuso del farmaco, ha diffuso, in data 11 febbraio 2017, una nota informativa per sensibilizzare gli operatori sanitari a segnalare, attraverso un apposito registro, eventuale inizio di una gravidanza che sia comunque insorta dopo l'uso del contraccettivo EllaOne. Concludo evidenziando che è mia intenzione chiedere all'AIFA di proseguire in un attento monitoraggio della letteratura scientifica per questa particolare tipologia di contraccettivi, perché possano essere costantemente aggiornate le informazioni al pubblico e perché possa essere garantito l'uso corretto e sicuro dei contraccettivi di emergenza da parte delle donne.

PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIAN LUIGI GIGLI. Signora Ministro, ci consenta di dire ancora una volta che siamo profondamente insoddisfatti. Siamo profondamente soddisfatti perché lei continua a parlare, fin dal suo incipit, di contraccezione di emergenza: questo farmaco non è un contraccettivo! Lo dicono gli studi che hanno portato alla registrazione, lo dice lo studio, recentissimo, pubblicato il 17 marzo, che abbiamo appena citato, il quale dimostra, con evidenza di dati, che in nessun caso è stata bloccata l'ovulazione, in tutti i casi è stato invece bloccato l'annidamento, perché viene alterata la parete dell'endometrio. Viene impedito l'annidamento!

Capisco che questo è un argomento sensibile, perché tocca l'ideologia del diritto all'aborto, perché tocca gli interessi miliardari delle multinazionali (lei stessa ha citato i dati esponenziali di crescita della vendita di questo farmaco, perché rende falsamente sicura la sessualità delle adolescenti e quant'altro), ma detto tutto questo, e non mettendolo nemmeno in discussione, vogliamo almeno dare un'informazione corretta alle donne? E informazione corretta significa dire: guardate che questo farmaco agisce come antiovulatorio, sappiatelo. Agisce come antiannidamento, se volete farlo come lo fate con la spirale, per quanto riguarda un metodo molto più antico, continuate a farlo, ma almeno sappiate che state usando un metodo che è un microabortivo, non ha niente a che fare con la contraccezione.

La invito a darsi un'occhiata - ci sono fior di dati - sul sito della Sipre, signora Ministro. Allora, se l'AIFA deve dire bugie, abbiamo tutto il diritto di continuare a chiamare questo bugiardino. Un giorno o l'altro bisognerà portare in giudizio l'Agenzia italiana per il farmaco, non vedo che cos'altro si possa fare per arrivare a dire una parola definitiva su questo tema. Questa è mala-informazione scientifica, fatta sulla pelle delle donne, che vengono disinformate.

(Iniziative volte a valorizzare il porto di Palermo nel quadro del consolidamento degli scambi commerciali tra Europa e Asia e del progetto noto come “nuova via della seta” promosso dal Governo cinese – n. 3-03047)

PRESIDENTE. L'onorevole Francesco Saverio Romano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03047 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, signor Ministro, il Presidente del Consiglio Gentiloni, nel corso della sua di visita a Pechino, ha espresso il suo apprezzamento per l'intenzione da parte del Presidente della Repubblica popolare cinese di inserire i porti italiani tra gli scali marittimi sui quali investire come terminali della cosiddetta “via della seta”, che rappresenta un'importantissima iniziativa internazionale di sviluppo infrastrutturale tra l'Asia e l'Europa, e che è in grado di determinare una spinta essenziale di connettività e relazione tra i due continenti. Lo stesso Presidente Gentiloni ha altresì sottolineato come la posizione privilegiata dell'Italia, al centro del Mediterraneo, e il grande potenziale dei porti e la logistica della penisola siano in grado di collegare rapidamente e con maggiore facilità il resto d'Europa per i traffici delle merci che provengono dalla Cina. In questo disegno politico manca il Mezzogiorno, manca la Sicilia, perché i porti indicati sono stati quelli di Genova e Trieste. Vogliamo capire se il Governo - lo chiediamo al Ministro -, anche in considerazione da quanto affermato dai Governi cinese ed italiano, possa reintrodurre Palermo come hub portuale.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, onorevole, il Mediterraneo è sempre più centrale nelle rotte globali e nelle strategie degli operatori portuali, specialmente dopo l'apertura ed il raddoppio del Canale di Suez. Abbiamo investito molto sui porti del Mezzogiorno, al fine di accelerare i cantieri che da troppi anni sono fermi, e abbiamo anche favorito la stipula del protocollo d'intesa tra il provveditorato di Palermo e l'Autorità portuale, per recuperare i ritardi sulle due principali opere che interessano lo scalo, cioè la stazione marittima e il bacino di carenaggio. Inoltre, abbiamo un piano triennale approvato in questo porto, come in altri porti, che prevede risorse per i dragaggi e per aumentarne la competitività in generale.

In generale, come lei sa, le grandi navi portacontainer, da 20-22 mila TEU, hanno bisogno di pescaggi molto alti. Venezia è il terminale storico della “via della seta”, è indicativo, mentre Genova e Savona permettono alle grandi navi portacontainer di fare quello che fanno in tutto il mondo, cioè di avvicinarsi il più possibile ai mercati di destinazione. Quindi, nessun armatore scala a Palermo per potere servire la Svizzera. Scalano nel posto più vicino, come fanno in tutto il mondo, ma questo non significa che le merci cinesi e gli operatori cinesi non operino in tutta Italia. Il senso della riforma portuale è proprio quello di far vedere i vari porti, i vari approdi, ciascuno con la propria vocazione, però come un'offerta unitaria. Questo è stato anche il senso che ha avuto la mia visita in Cina, in Vietnam e in Iran, per fare capire le opportunità che il grande molo che è l'Italia nel Mediterraneo rappresenta per la logistica del Sud Europa.

Quindi, non c'è nessuna competizione, non c'è nessuna indicazione specifica: alcuni porti sono adatti ad accogliere grandi navi portacontainer da 22 mila TEU, altri porti sono adatti a fare altri mestieri, dal traffico Ro-Ro alle crociere ad altre cose. Quindi credo che sia un punto di vista errato quello di pensare che l'offerta deve essere uniforme su tutti i porti italiani, perché questo è quello che li ha portati a non avere una vocazione specifica e ad indebolirsi. Quindi, alcuni porti faranno transhipment, altri faranno accoglienza di grandi navi portacontainer, altri saranno specializzati in altre questioni, ma il sistema portuale italiano offre agli operatori cinesi una varietà di proposte unitaria.

PRESIDENTE. L'onorevole Francesco Saverio Romano ha facoltà di replicare, per due minuti.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Presidente, non sono soddisfatto. Mi sembra che il Governo sia con i piedi nel passato e non guardi al futuro, basta considerare che l'Italia ha l'esigenza di intercettare, lungo la rotta Suez-Gibilterra, questo grande flusso commerciale e quest'opportunità economica. Poiché queste grandi navi immense non riusciranno più a passare da Panama, e sono tutte indirizzate - non soltanto quelle che provengono dalla Cina, ma dall'Asia intera - verso Suez, se vogliono fare transhipment per portare le loro merci nell'Atlantico non possono che trovare un hub portuale nel Mediterraneo basso, non in quello alto, perché sarebbe troppo sconveniente arrivare fin su a Genova e Trieste per poi tornare indietro.

C'è già Valencia che fa 5 milioni di TEU l'anno, e già quello sarebbe in competizione con i nostri porti. Allora riuscire a potenziare la Sicilia, che è una vera piattaforma naturale - e ci sono i tempi anche per realizzare nuove infrastrutture -, di talché possiamo intercettare questo flusso e fare in modo che le merci possano fermarsi nel Mediterraneo attraverso il nostro Paese e poi essere mandate in Atlantico, credo che sia il modo per guardare al futuro, anziché guardare quello che c'è già e che viene purtroppo ancora oggi male utilizzato, se solo si pensa che la Spagna smista il doppio, il triplo di TEU rispetto ai porti italiani.

(Elementi circa la posizione del Governo in ordine a vicende emerse in relazione ad una recente inchiesta giudiziaria che vede coinvolta, tra gli altri, la Sottosegretaria per le infrastrutture e i trasporti Simona Vicari - n. 3-03048)

PRESIDENTE. L'onorevole Dell'Orco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03048 (Vedi l'allegato A) per un minuto.

MICHELE DELL'ORCO. C'è un'inchiesta giudiziaria che sta cercando di far luce su una presunta sacca di corruzione che collega l'azienda Liberty Lines con alcuni vertici di Governo e che ha portato alle dimissioni del sottosegretario Vicari che risulta indagata per il favore concesso ad alcuni armatori di un importante sgravio fiscale poi ricompensato con un Rolex. La Vicari ha inoltre detto - queste sono proprio le sue parole - “Ci sono ministri che hanno preso non uno ma addirittura tre Rolex e sono ancora in carica”. Per noi questa è affermazione gravissima e vorremmo sapere chi sono questi altri Ministri che avrebbero preso i Rolex. L'indagine inoltre sembrerebbe coinvolgere anche i membri dello staff del sottosegretario e il Ministro De Vincenti in merito al ruolo ricoperto da quest'ultimo nell'acquisizione da parte della Liberty Lines della Siremar S.p.a. Quindi riteniamo doveroso che lei ci dia dei chiarimenti…

PRESIDENTE. Concluda.

MICHELE DELL'ORCO. …perché in questo Paese banchieri, petrolieri e in questo caso ricchi armatori da un giorno all'altro ricevono milioni di euro in sgravi fiscali e tutto - pare - per un semplice orologio.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, posso dirle di sicuro che non sono io che ho ricevuto tre Rolex, per il resto ci penserà la magistratura, non lo so. Non so a cosa faccia riferimento il sottosegretario Vicari. Di certo è che posso ricostruirle in maniera corretta la procedura di formazione della legge di bilancio che prevede che ogni Ministero invii le proprie proposte al Ministro dell'economia e delle finanze. In questo ambito il nostro Ministero ha inviato 50 proposte al Ministero dell'economia e delle finanze per l'istruttoria e vi era anche la proposta relativa alla modifica dell'aliquota IVA per il trasporto marittimo, richiesta che da anni è sul tavolo perché fatta dalle associazioni e non da un singolo armatore. Nel disegno di legge di bilancio presentato dal Governo, comunque, la proposta normativa non è inserita, come risulta dall'Atto Camera n. 4127. Nella successiva fase di esame parlamentare risulta invece presentata una proposta emendativa, l'articolo aggiuntivo 7.01 poi approvato dalla IX Commissione trasporti della Camera, e tale proposta risulta trasmessa per l'esame alla Commissione bilancio della Camera dove è stata approvata con una diversa formulazione e con la relativa copertura finanziaria. Pertanto la questione è oggetto dell'indagine della autorità giudiziaria, affidiamo a loro il chiarimento con molta serenità sapendo che questo è stato un procedimento parlamentare perché la proposta non era contenuta nell'atto di bilancio presentato dal Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Fico, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

ROBERTO FICO. Grazie, Presidente. Ministro, al di là del tecnicismo e del modo con cui si forma la legge di bilancio, il problema è la gravità di ciò che accade anche all'interno del Governo, anche del Governo precedente: il figlio di Lupi che ottiene un Rolex, il sottosegretario Vicari che avrebbe spinto un emendamento in cambio di un Rolex per far sì che gli armatori pagassero meno IVA.

Questo atteggiamento è gravissimo e fa sì che si guardi agli interessi propri anziché agli interessi dell'intera collettività e questo Parlamento e questo Governo - qualsiasi Governo - deve sempre tenere questa barra dritta e nessun'altra. Quello che mi aspetto, al di là dei tecnicismi, è un'indignazione maggiore da parte del Governo, facce più cupe, più indignate su questi atteggiamenti e su questi fatti: la sua faccia, la faccia di Gentiloni, il Presidente del Consiglio, perché credo che in queste Aule parlamentari, in questi banchi del Governo a volte ci si abitui ad un atteggiamento di questo tipo e noi dobbiamo evitarlo da parte di tutti. Quindi dobbiamo indignarci in modo forte e responsabile per dire che questo modello di cultura, questo atteggiamento non è più possibile nel nostro Paese perché - Presidente, mi rivolgo a lei come tramite per i ragazzi che ci stanno ascoltando - perché altrimenti non possono avere un futuro in questo Paese. Dobbiamo costruire un altro tipo di società e un altro tipo di cultura. Questo volevamo dirle al di là del tecnicismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per rivedere la disciplina sanzionatoria relativa all'esercizio dell'attività di noleggio di veicoli con conducente - n. 3-03049)

PRESIDENTE. L'onorevole Catalano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03049 (Vedi l'allegato A) per un minuto.

IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Ministro, da qualche mese a questa parte ricevo segnalazioni da parte di noleggiatori con conducente in merito ad alcuni atteggiamenti vessatori da parte delle forze dell'ordine che, usando le maglie larghe dell'articolo 85, comma 4, del codice della strada, arrivano con facilità a ritirare la carta di circolazione del veicolo, compromettendo quindi l'attività professionale del noleggiatore. I noleggiatori sono sempre stati alle regole, a differenza di altre categorie che sono arrivate quasi a lanciare bombe carta davanti al Parlamento per vedere riconosciuti i loro interessi e vogliono continuare a restare nelle regole e ad agire nella legalità. Però l'atteggiamento da parte delle forze dell'ordine è arrivato ad un punto di inammissibilità e quindi occorre riformare al più presto l'articolo 85, comma 4. Con questa interrogazione chiedo appunto che cosa intende fare il Governo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, com'è noto nello specifico settore del trasporto pubblico non di linea - taxi e NCC - è in esame un'apposita delega al Governo inserita nel disegno di legge n. 2085, la legge annuale per il mercato e la concorrenza, che è già stata approvata in seconda lettura al Senato e che presto approderà per l'approvazione definitiva - speriamo - qui alla Camera. Il disegno di legge prevede espressamente la delega al Governo per la revisione della disciplina che lei segnala essere carente ed essere oggetto di interpretazione variabile ossia della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, prevedendo tra i principi e i criteri direttivi proprio la necessità di adeguare il sistema sanzionatorio per le violazioni amministrative, individuando sanzioni efficaci, dissuasive e proporzionate alla gravità della violazione anche al fine di contrastare i fenomeni di abusivismo che sono quelli che realmente inquinano il mercato. Quindi stiamo già lavorando ad un testo di decreto legislativo allo scopo di presentare uno schema alle categorie, alla rappresentanze dei consumatori e degli utenti nonché alle regioni e agli enti locali che, non dimentichiamo, sono protagonisti delle autorizzazioni anche dei noleggi con conducente e, non appena sarà approvata la delega, saremo certamente pronti per bruciare i tempi e provare a dare un po' più di ordine a questo settore che lei segnala giustamente essere oggetto di molti problemi.

PRESIDENTE. L'onorevole Catalano ha facoltà di replicare per due minuti.

IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Mi auguro che, nello schema di decreto che intendete presentare alle Commissioni competenti, vi siano realmente norme per il contrasto dell'abusivismo perché, da ciò che si legge nelle bozze che circolano anche attraverso la stampa, non sono previste delle vere norme contro l'abusivismo perché, ad esempio, non viene trattato il discorso delle autorizzazioni delle licenze e della compravendita delle stesse. Quindi, mi auguro che le norme contenute nello schema stabiliscano veramente la lotta all'abusivismo e il riordino del settore, che la delega vi concederà, sia un'opportunità che il Governo vorrà cogliere per mettere mano al settore, per aggiornarlo ai tempi rispetto a quanto sta accadendo, per sopprimere e non ripresentare le norme già censurate dall'Antitrust in ogni decreto mille-proroghe che questo Parlamento ogni anno ha approvato. Mi auguro che si intervenga immediatamente con l'esercizio della delega sulle modifiche dell'articolo 85 per renderlo proporzionale agli atti che veramente vengono commessi in violazione della legge e che la sanzione accessoria, il ritiro della carta di circolazione, sia prevista soltanto per fatti gravi e non anche per piccole violazioni, lasciando per queste ultime soltanto la sanzione pecuniaria.

(Iniziative per la presentazione di un report sull'attuazione delle norme del codice della strada relative alla destinazione dei proventi derivanti dall'accertamento delle violazioni dei limiti di velocità, nonché per l'implementazione della disciplina in materia - n. 3-03050)

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03050 per un minuto (Vedi l'allegato A).

SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Giachetti. Ministro Delrio, sappiamo che i comuni hanno pochi soldi e spesso utilizzano le multe come uno strumento per far cassa, in particolare attraverso la strumentazione dell'autovelox che, proprio secondo il codice della strada, è sottoposto a due obblighi ben precisi: da parte delle amministrazioni di presentare al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti una relazione telematica sui proventi che arrivano da questo strumento mentre da quello che a noi risulta solo 300 comuni su 8.000 presentano la relazione; il secondo obbligo è destinare le quote di competenza delle amministrazioni che arrivano attraverso lo strumento dell'autovelox alla sicurezza stradale e sappiamo che sono moltissimi i comuni che destinano ad altro, quindi sottraendo risorse importanti alla sicurezza stradale, questi soldi. A gennaio del 2016 la Camera ha approvato una mozione proposta da Forza Italia proprio su questi due obblighi. Io non so se il Governo se ne sia dimenticato, noi no.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente, grazie, onorevole Baldelli. No, il Governo non se ne è dimenticato, ma è vero che abbiamo un grande problema di adesione dei comuni a questa normativa. Abbiamo cercato di sollecitare, ma il report sullo stato di attuazione delle disposizioni, di cui all'articolo 142, commi 12-bis, ter e quater del codice della strada, appunto, è stato inviato, per gli anni 2013, 2014 e 2015, distinto tra comuni e province, solo da 300 soggetti. Questo è un numero molto esiguo di report che evidenzia, anche, una forte criticità applicativa della norma, senza la possibilità di applicare sanzioni efficaci.

Per questo è necessaria un'azione normativa nuova, al fine di porre in essere una risoluzione delle problematiche evidenziate. Tra le modifiche del codice della strada che sono all'attenzione del Senato - con il disegno di legge n. 1638 - vi è proprio la revisione della disciplina sanzionatoria, anche modificando l'entità delle sanzioni, secondo principi di ragionevolezza, proporzionalità e effettività, oltre a rivedere l'obbligo di rendicontazione da parte degli enti titolari di funzioni di polizia stradale o proprietari di strade, l'obbligo di rendicontazione dei proventi delle sanzioni amministrative e anche la disciplina dei criteri della rendicontazione stessa e dei meccanismi sanzionatori per gli enti inadempienti. Quindi, poiché la scarsa adesione è dovuta a una difficoltà, appunto, di applicazione di questa norma, confidiamo che, con le modifiche della norma, si possa ottenere una maggiore compliance per risolvere il problema che lei, giustamente, sottolinea e cioè quello di dedicare sempre più risorse per la sicurezza sulla strada.

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Giachetti. Signor Ministro, lei ci dice che cerca di sollecitare, ma esattamente un anno fa noi abbiamo posto un question-time proprio a lei, Ministro Delrio, su questo stesso tema, se lo ricorda che cosa ci ha risposto? Ci ha risposto che stava predisponendo lo schema di decreto insieme al Ministero dell'interno per favorire e rendere più stringente la rendicontazione dell'ammontare complessivo degli stessi proventi. Lo stava predisponendo un anno fa. Le sanzioni amministrative, ci diceva, giustamente, non possono essere assolutamente un mezzo per fare cassa e far quadrare i bilanci; ce lo diceva un anno fa, signor Ministro. Dobbiamo aspettare l'anno prossimo per ritrovarci nella stessa identica situazione di oggi? I cittadini non sono un bancomat; si può scegliere da che parte stare, se stare dalla parte dei cittadini tartassati o se stare dalla parte di quei comuni che violano il codice della strada e che, così facendo, sottraggono risorse importanti alla sicurezza stradale. Allora, anche per chi ci segue da casa, sostenere queste battaglie è molto semplice, lo si può fare in tre modi: lo si può fare con un voto libero e consapevole, che è la prima grande forma di sostegno, lo si può fare attraverso i social network, facendo circolare le informazioni vere che ci sono su questo tema e conducendo una battaglia importante, anche attraverso questi canali, e lo si può fare, anche, sostenendo i partiti che fanno questa scelta di occuparsi dei diritti dei cittadini, lo si può fare anche sostenendoli economicamente, mettendo una firma, visto che siamo in un periodo in cui si fa la dichiarazione dei redditi, e destinando il 2 per mille a quei partiti che dimostrano di essere dalla parte dei cittadini. Forza Italia lo sta facendo e si aspetta un sostegno, visto che il finanziamento pubblico dei partiti è finito e ci sono norme che, purtroppo, impediscono anche ai finanziatori privati di sostenere adeguatamente determinati partiti e determinate forze politiche. I cittadini sanno da che parte stiamo.

(Iniziative volte a sostenere, sul piano finanziario e occupazionale, le imprese del settore aeroportuale esposte agli effetti della crisi di Alitalia – n. 3-03051)

PRESIDENTE. L'onorevole Valeria Valente ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-03051 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

VALERIA VALENTE. La presente interrogazione è per portare, appunto, all'attenzione del Governo e del Ministro la grave situazione di crisi e le difficoltà dell'indotto legato ad Alitalia. Sono note a tutti le vicende che hanno riguardato da ultimo Alitalia, la nostra compagnia di bandiera, forse sono meno note le situazioni in cui versano le compagnie e le società che lavorano nell'indotto. Si tratta di aziende importanti, distribuite su tutto il territorio nazionale, molte nel Mezzogiorno, che vedono legata la loro attività, la loro prospettiva di vita, molto spesso, proprio a quello che sarà il futuro di Alitalia. Oggi, addirittura molte di queste aziende vivono semplicemente e quasi esclusivamente delle commesse di Alitalia e addirittura alcune di esse oggi non vedono nemmeno onorati i contratti in essere.

Noi chiediamo al Governo, con questa interrogazione, se e quali interventi si possano mettere in campo e si ritenga di mettere in campo, insieme, ovviamente, a regioni, comuni ed enti territoriali, per aiutare e affiancare anche queste aziende ad affrontare questo momento di difficoltà.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente, grazie onorevole. Lei solleva una problematica molto seria che è quella della capacità dell'azienda Alitalia di far fronte ai suoi impegni verso i fornitori e verso le aziende dell'indotto. Ovviamente, vi è nota l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria della società Alitalia, ai sensi della legge Marzano, e vi è noto che il Governo ha cercato di nominare immediatamente i commissari straordinari per procedere, appunto, insieme, all'erogazione di un prestito oneroso per far procedere l'azienda a mantenere tutte le obbligazioni e a mantenere soprattutto la regolarità dei voli, a garantire i servizi ai cittadini, ad impedire che si perdesse valore nell'azienda e, quindi, anche nell'indotto. Quindi, il nostro primo passo è stato quello di consentire la continuità aziendale e, adesso, siamo all'apertura dei bandi, come sapete, per la manifestazione di interesse.

Abbiamo presente le problematiche che si riverberano sull'indotto in conseguenza della crisi e della successiva insolvenza di Alitalia e, appunto, proprio per questo motivo, l'amministrazione straordinaria è un elemento di garanzia, perché consente, come ho detto, la prosecuzione dell'attività di impresa e il riconoscimento, in prededuzione, dei debiti contratti dalla procedura. I commissari straordinari, in questo momento, stanno procedendo a un'attenta revisione dei costi di esercizio, per adottare le iniziative più utili a recuperare margini di economicità della gestione e in questo quadro si innesta anche la revisione dei contratti in corso, rispetto ai quali la procedura deve operare la facoltà di subentro o di scioglimento.

Il Governo ha ben chiaro, appunto, il problema rappresentato dall'indotto, ma la prosecuzione dell'attività dovrebbe riverberarsi positivamente, finalmente, anche sulle aziende dell'indotto. I commissari ci hanno segnalato che, allo scopo di mitigare le difficoltà finanziarie dei fornitori della compagnia derivanti dal blocco dei pagamenti del pregresso, stanno provvedendo, nel rispetto di un'efficiente gestione delle risorse finanziare, a contrarre, nei limiti del possibile, i termini di pagamento delle principali forniture. Quindi, hanno messo in atto questa azione, per ora, ma contiamo di regolarizzare al più presto e di far continuare a lavorare questa grande azienda.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Lello, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

MARCO DI LELLO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro, anche a nome della collega Valente e dei colleghi sottoscrittori; noi abbiamo ancora vivo il ricordo di quello che accadde ad Alitalia nel 2008. Presunti capitani coraggiosi, 4 miliardi di debiti spalmati sulla collettività, su tutti quanti noi, ricordiamo bene il Governo di centrodestra, ammortizzatori sociali extra strong, paghe per stare a casa; dopo meno di dieci anni ci siamo ritrovati al punto di partenza, altro che rotte intercontinentali, signor Ministro, sembra quasi un gioco dell'oca, per cui siamo ritornati lì da dove si era ripartiti con una società che perde decine di milioni al mese. Nel frattempo abbiamo avuto processi, condanne per ex manager, per azionisti. Io credo e noi crediamo che il Governo abbia fatto molto bene a scegliere un'altra strada, siamo molto fiduciosi di quello che si potrà fare. È giusto sottolineare, in questa sede, l'attenzione massima per tutti quei soggetti che sono a valle di Alitalia, e che ricordava prima la collega, dell'indotto. Garantire i non garantiti è esattamente l'opposto di quello che ha fatto il Governo Berlusconi-Tremonti nove anni fa. Io credo e sono convinto che questo sia il giusto spirito riformista e siamo convinti che dal Governo ci sarà massimo sostegno a tutela, innanzitutto, dei soggetti deboli, perché a pagare non siano sempre i soliti.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,35.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Catania, Dambruoso, Di Gioia, Ferrara, Fraccaro, Giorgis, Lorenzo Guerini, Locatelli, Manciulli, Marcon, Pisicchio, Realacci, Sanga, Sani, Speranza, Tofalo, Velo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centoundici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4144-A: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette; e delle abbinate proposte di legge nn. 1987-2023-2058-3480.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Terzoni 8.68 e che risultano tuttora accantonati l'articolo aggiuntivo 2.01000 (Nuova formulazione) della Commissione e i relativi subemendamenti, nonché gli articoli aggiuntivi Venittelli 2.0200 e 2.0201 e Pellegrino 2.04.

(Ripresa esame dell'articolo 8 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Pellegrino 8.58 e Busto 8.70.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pellegrino 8.58 e Busto 8.70  , i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 124).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vella 8.30, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 125).

Salutiamo, colleghe e colleghi, i componenti del consiglio comunale dei ragazzi di Collecchio, che sono qui presenti. Benvenuti, ragazzi e ragazze (Applausi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Castiello 8.85, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 126).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Castiello 8.225, i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 127).

Passiamo all'emendamento Terzoni 8.72, i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Questo emendamento concerne i marchi di qualità dei prodotti che vengono prodotti, appunto, all'interno dei parchi e chiede che venga istituito un sistema, un regolamento che sia valido per tutti i parchi, perché attualmente quello che emerge dalla lettura del testo è che ciascun parco deve, in sé, elaborare un regolamento per questo tipo di marchi. Ciò creerebbe una situazione in cui vi sono grandi differenze tra marchi che vengono definiti ecologici e di qualità e, quindi, ciascun parco può definire il proprio concetto di ciò che è ecologico e ciò che è di qualità. Quindi, ci sembra opportuno che vengano stabiliti dei criteri, invece, più generali per tutti quanti i parchi, in modo da garantire un'uniformità e una maggiore coerenza nella validazione e nella valutazione di un marchio ecologico generale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, di solito, quando si stabilisce un marchio di qualità si danno anche i criteri per cui quella qualità è certificata. Si demanda tutto a chi, poi, dovrà gestire questo marchio di qualità: quindi, vuol dire che lo stesso prodotto con il marchio di qualità di un parco sarà diverso da un prodotto con il marchio di qualità di un altro parco, magari con una gara al ribasso a concedere più facilmente il marchio di qualità, in modo che si possa commerciare meglio il prodotto.

Sicuramente sarebbe interessante, invece, certamente sfruttare questa possibilità, ma dando una caratterizzazione unica a questo marchio di qualità, con delle specifiche uniche a livello nazionale; poi, ogni parco si gioca le sue peculiarità sul suo territorio in base alle sue capacità. Ma lasciarlo proprio così e farlo gestire a chi, poi, ne ha il guadagno finale, cioè lo stesso ente parco, risulta veramente che il controllore e il controllato sono la stessa persona, un miscuglio che non fa bene ai consumatori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.72 Terzoni.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 128).

Passiamo agli identici emendamenti 8.31 Vella, 8.32 Pastorelli, 8.69 Terzoni e 8.86 Castiello, sui quali i pareri sono contrari, anche quello della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Questi sono emendamenti per tutelare e valorizzare le produzioni locali, prevedendo agevolazioni da parte dell'ente gestore. Quindi, se già vogliamo fare i marchi senza nessun criterio, almeno agevoliamo le produzioni locali all'interno del parco.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Era solo per segnalare un problema di copertura che ci è stato fatto rilevare anche dalla V Commissione. Quindi, le finalità degli identici emendamenti sono anche comprensibili, ma, naturalmente, in presenza di questi rilievi siamo costretti a chiedere un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Colgo l'occasione per fare nuovamente un ragionamento in quest'Aula. È evidente che qualunque tipo di legge, qualunque tipo di scelta che facciamo per favorire, in questo caso, le attività all'interno delle aree protette, ma in altre occasioni su altri argomenti, vanno necessariamente ad incidere un pochettino sulla borsa, perché, come mi diceva sempre mia nonna, le nozze con i fichi secchi non si possono fare. In questo caso, non è che possiamo pensare di agevolare le attività interne alle aree protette, senza dare alcuna forma di agevolazione, dando nessun incentivo. È ovvio che è impossibile.

Cosa si tratta di fare? Si tratta di fare delle scelte. È evidente che, se i soldi si spendono per sostenere le aree protette, si fa una scelta di qualità sulla difesa dell'ambiente e sulla difesa della qualità italiana, che è forse la merce più preziosa che questo Paese ha; se, invece, si fa la scelta per sostenere altri settori, magari i combustibili fossili, visto che ci costano 14 miliardi, si fa una scelta che favorisce i petrolieri, sempre i soliti noti e i soliti ricchi.

Quindi, io, francamente, vorrei che quest'Aula e le Commissioni competenti facessero una certa resistenza a queste imposizioni che arrivano costantemente dalla Ragioneria e dalla Commissione bilancio, per cui non si può fare niente e non si può spendere niente, se non per le cose che qualcun altro decide.

Per questo io confermo il nostro voto positivo a questi identici emendamenti e spero che ci possa essere un po' di sostanza, un po' di aiuto, un po' di concreto investimento in quello che io ritengo essere un pezzo di futuro per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.31 Vella, 8.32 Pastorelli, 8.69 Terzoni e 8.86 Castiello.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 129).

Passiamo all'emendamento 8.226 Pellegrino, sul quale i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo emendamento va nella direzione del sostegno delle attività locali, ma, soprattutto, di quelle attività virtuose o, meglio, quelle a cui bisognerebbe dare il marchio di qualità all'interno delle aree protette. Se ne fa un gran parlare nei convegni, Presidente, però, poi, nel momento in cui si arriva all'atto pratico, in cui si chiede di stabilire che gli enti parco possano regolamentare tutto questo, non va bene. Non lo comprendiamo, anche perché è a costo zero.

Ve lo vorrei leggere, colleghi, perché dice: “(…) entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente disposizione, predispone uno o più regolamenti per stabilire i criteri e le modalità di concessione dei marchi degli enti gestori delle aree protette, al fine di garantire, a parità di prodotto e offerta, omogeneità dei suddetti livelli di qualità e sostenibilità”.

Tanti parlano di sviluppo sostenibile: a me questa parola non piace più, ormai è archiviata a quarant'anni fa, ma, se proprio qualcuno oggi vuole parlare di sviluppo sostenibile, lo può fare solo incentrando la qualità dei piccoli prodotti locali di cui l'Italia, di fatto, è assolutamente ricca e per i quali è riconosciuta in tutto il mondo.

Chiedo veramente al relatore Borghi per quale motivo questo emendamento non viene fatto propositivo nella sua scelta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, io non riesco a capire effettivamente il silenzio dei relatori e della maggioranza su questa cosa, perché non ha senso. È come se il Governo mi desse il permesso, a casa mia, di fare un marchio di qualità e io metto un bel marchio biologico su tutto quello che cucino. Questo è assurdo, perché mi scrivo io la regola, mi scrivo io il marchio, mi faccio un bel bollino e, poi, vendo ai consumatori. Prendo in giro i consumatori!

Poi, non venite a dirmi che noi siamo per i cittadini, per tutelare i cittadini, perché è assolutamente assurda questa cosa: e non c'è un motivo di bilancio, non c'è nessuna motivazione per non accogliere emendamenti in questo senso, è solamente di buon senso.

Come al solito, andiamo avanti a proporre delle norme che sappiamo già che sono sbagliate, poi, tra qualche mese, veniamo qua, c'è il problema perché vengono applicate e succedono i casini e voi dite: sì, lo sapevamo, ma l'avremmo fatto dopo, lo facciamo in un secondo disegno di legge, lo faremo in un decreto più avanti. Facciamolo adesso, ve lo stiamo dicendo: è la centesima volta che capita in questa legislatura che vi diciamo che state per fare un errore. Non prendetela di petto, prendetelo semplicemente come un consiglio: evitiamo di fare dei danni ai cittadini, perché, poi, li subiranno loro acquistando questi prodotti senza avere nessuna sicurezza di quello che stanno prendendo.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. La ringrazio, Presidente. Come già è capitato nel corso di altri emendamenti, si ha la sensazione che, ogni volta che qualcuno presenta un emendamento, si inizi dall'anno zero.

In realtà, esiste già una normativa che fa riferimento alle modalità con le quali introdurre dei marchi nel nostro Paese; questa legge introduce un principio, che viene affidato a ciascun singolo parco, che dovrà però essere necessariamente coordinato nell'ambito della procedura già disciplinata dalla normativa e, quindi, non c'è bisogno di innovare, sotto il profilo della tecnica legislativa, con riferimento alla procedura di concessione dei marchi, quanto invece sulla possibilità di concedere all'ente parco la possibilità di attivare il tipo di legislazione già previsto dalla norma positiva.

Quindi, introdurre un emendamento che, peraltro, non è preciso dal punto di vista del rimando legislativo rischia di causare l'effetto opposto rispetto all'intenzione dei proponenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Io leggo il testo del comma 1, capoverso 1-duodecies, che dice che l'ente gestore è tenuto a predisporre uno o più regolamenti per attività o servizi omogenei recanti i requisiti minimi di qualità e di ecocompatibilità da garantire, nonché a svolgere attività di controllo.

Quindi, a me sembra che non ci sia ombra di una connessione, di un lavoro di coordinamento, di un coinvolgimento del Ministero, quindi nessun tipo di coordinamento, ma vi sia il far west, per cui ciascun ente gestore propone un marchio di qualità e di ecocompatibilità, con un valore che rimarrà quello del cosiddetto greenwashing, una pittura di verde, una mano di verde sopra; per cui, se non c'è una certificazione, se non c'è un sistema organico il valore sarà zero e, quindi, sarà una truffa per chi lo compra.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.226 Pellegrino, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 130).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.36 Zaccagnini, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 131).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Castiello 8.227, su cui i pareri sono contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Sì, grazie Presidente, solo per ricordare all'Aula che, meno di un mese fa, abbiamo approvato in quest'Aula una legge che andava un po' a regolamentare quello che era il settore del prodotto biologico, perché chiaramente chi fa politica, quindi chi governa, deve porsi anche l'obiettivo di valorizzare quella che è l'economia e, quindi, in questo caso, quelli che sono i prodotti e i marchi di qualità delle produzioni del nostro Paese.

Pertanto noi, con questo emendamento, accanto a quello che è il marchio di qualità, che viene concesso dagli enti gestori e che chiaramente bisognerebbe fare in forme associative, chiediamo l'istituzione di un marchio nazionale per i prodotti dei parchi, proprio per valorizzare innanzitutto, quindi dando priorità a quelle che sono le produzioni biologiche che si trovano in tali aree, chiaramente di intesa con i Ministeri, questo proprio se vogliamo realmente incentivare in qualche modo le iniziative imprenditoriali – e sono tante - che sono presenti all'interno dei territori e per esaltare sempre di più la qualità di quest'ultimi.

Quindi, io chiedo al Governo che in qualche modo riveda un po' la sua posizione, perché sono emendamenti di buonsenso, che vanno chiaramente nell'ottica - lo ripeto - di valorizzare il nostro territorio, valorizzare le aree, ma dare la possibilità a questi imprenditori, anche in forme appunto associative, di poter, attraverso un marchio, la valorizzazione e l'istituzione di un marchio, garantire a loro e, quindi, anche ai cittadini, la possibilità di beneficiare di un prodotto di qualità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.227 Castiello, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 132).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.900, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, su cui i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 133).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.42 Segoni, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 134).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.66 Terzoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Sì, grazie Presidente, con questo emendamento 8.66 appunto si propone l'istituzione di un apposito fondo, presso il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, in cui affluiscano tutte le entrate degli enti gestori, tali da essere ripartite dal Ministero stesso per il finanziamento di progetti atti alla conservazione della biodiversità, con particolare riguardo alle spese e gli habitat protetti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.66 Terzoni, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 135).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.228 Castiello, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 136).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.229 Zaratti, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 137).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.230 Castiello, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 138).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.231 Mazzoli, su cui i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 139).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.63 Zaratti e 8.232 Pellegrino, su cui vi è parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 140).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 141).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENRICO BORGHI, Relatore. Su tutti invito al ritiro.

PRESIDENTE. Invito al ritiro o parere contrario. Il Governo?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme.

PRESIDENTE. Allora, siamo all'emendamento 9.68 Laffranco. Il parere è contrario. Nessuno interviene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.68 Laffranco.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 142).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.203 Pellegrino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Vorrei che queste parole, che adesso vado a leggere, rimessero proprio agli atti della Camera, visto che con oggi la discussione di questa legge si chiuderà e non sappiamo quando la riapriremo, perché abbiamo ancora molti emendamenti da discutere e sicuramente andrà in coda a tutte le emergenze della Camera.

Pertanto, vorrei proprio che queste parole rimanessero agli atti. Il tema della gestione faunistica all'interno delle aree protette, ma in verità davvero su tutto il territorio italiano, è una questione annosa. Anche tra di noi ci sono delle divergenze e anche all'interno dei vari gruppi parlamentari e spesso non ha trovato soluzione e si trascina da tempo.

Il motivo che ha generato questo stato di cose è da ricercare nel voler fare coincidere la gestione di una specie animale con l'abbattimento e l'eliminazione degli individui appartenenti a quella specie. Questo è un grossolano errore, Presidente, poiché è noto che, per gestione di una specie, soprattutto a fronte di conflitti rispetto alla coesistenza con i cittadini, si deve intendere una pluralità di azioni, che intervengono sull'ambiente selvatico, sulle modalità di fruizione dell'ambiente, sulle valutazioni e sulla dinamica delle popolazioni di quella specie.

Questa nostra proposta intende modificare l'articolo 9, per stabilire un approccio complessivo, cominciando dalla previsione prioritaria dei metodi ecologici. Grazie a questa proposta, noi renderemo la normativa oggetto di discussione omogenea al dettato dell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, quella che recepisce la direttiva europea 2009/147/CE e che stabilisce le norme per la protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio.

Infatti l'articolo 19 della legge n. 157 stabilisce proprio un approccio sistematico che parte dall'individuazione dei metodi ecologici. La formulazione originaria espone lo Stato ad una procedura di infrazione per violazione della direttiva 2009/147/CE, poiché permette il controllo su tutte le specie di uccelli comprese quelle protette e superprotette, violando il regime di deroga che è disciplinato dall'articolo 9 della direttiva medesima.

Si ricorda che lo Stato italiano è stato già condannato in primo grado dalla Corte di Giustizia europea nel 2009 per mancato recepimento della direttiva ed, in particolare, in relazione alla cattivissima applicazione del regime di deroga.

Quante volte, Presidente, abbiamo violato la direttiva e quante volte abbiamo pagato sanzioni enormi con le casse dello Stato e della nostra Ragioneria ovvero dei cittadini. Chiedo che l'emendamento sia sottoscritto anche da altri parlamentari e sia votato favorevolmente per evitare di rientrare sempre e costantemente nelle sanzioni comunitarie. Per una volta che ce lo chiede l'Europa, noi acquisiamolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Grazie. Per definire una specie che in qualche modo può avere una proliferazione problematica, tale specie deve essere studiata, magari devono essere studiati gli aspetti ambientali che la fanno proliferare, deve essere studiato anche semplicemente il fatto che, se provo a ridurla con la caccia, con l'eliminazione fisica, magari tale specie aumenta la sua prolificità. Bisogna studiare chiaramente: mettendo a dirigere i parchi persone senza competenze specifiche questo non si farà mai e questo è il principale limite del testo.

Ma d'altronde questo Governo sa bene cosa vuol dire mettere persone senza metodo meritocratico tanto che siedono al Governo persone che si fan comprare con un Rolex.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giammanco. Ne ha facoltà.

GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. Intervengo per apporre la mia firma all'emendamento 9.203 Pellegrino e per sottolineare che esso non introduce di fatto alcun tipo di divieto, ma mette appunto la nostra gestione faunistica in linea con le direttive comunitarie, in linea con la rete Natura 2000 e con le direttive sull'habitat naturale e sui volatili.

Per spiegarmi meglio la rete Natura 2000 - voglio ricordarlo - è una rete europea di aree protette istituita a partire dalle direttive Habitat e volatili per costruire veri e propri corridoi, vere e proprie aree condivise a livello europeo e non semplici aree a macchia di leopardo disperse sul territorio comunitario. Quindi una rete costituita dalle aree SIC, cioè dai siti di importanza comunitaria, istituite ai sensi della direttiva Habitat e dalle aree ZPS cioè le zone di protezione speciale. Quindi l'emendamento 9.203 Pellegrino, che sottoscrivo, vuole metterci in linea con un progetto coordinato a livello europeo ossia per la protezione dell'habitat naturale di questi animali sia per gli animali stessi e aggiungo anche nella consapevolezza che alla fine tutto ciò ricadrebbe anche a beneficio dei cittadini. Quindi lo sottoscrivo in pieno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Vorrei intervenire su un aspetto che, a mio avviso, è importante. I nostri parchi nascono per una ragione, non è che improvvisamente il legislatore è partito con l'idea di fare i parchi naturali: per difendere la bellezza certamente, per difendere il panorama e il paesaggio certamente ma anche per difendere un elemento molto, molto importante costituito dalla biodiversità dei nostri parchi. Noi sappiamo che l'Italia è un'eccellenza. Per quanto riguarda la proprietà dei beni archeologici e artistici è il primo Paese al mondo. Ma non tutti sanno che l'Italia è anche il primo Paese al mondo per quanto riguarda la biodiversità e quest'ultima è difesa dai parchi naturali, dalle aree protette nazionali e regionali: quindi noi difendiamo la biodiversità.

Guardate, che tutte le volte che parliamo di valorizzazione dei parchi, turismo sostenibile, tutte queste belle cose che si dicono sono tutte accessorie ad una grande questione: la difesa della biodiversità. Faccio questa premessa per fare un ragionamento: difendere la biodiversità è assolutamente inconciliabile con il fatto che i nostri parchi siano aperti ai cacciatori perché la grande novità della riforma della legge n. 394 del 1991, che vietava espressamente la possibilità che i cacciatori potessero esercitare questa loro attività all'interno delle aree protette, è che invece in qualche modo si realizza il sogno che le associazioni venatorie e i cacciatori hanno avuto per moltissimi anni che è finalmente di poter cacciare all'interno delle aree protette come se in questi decenni la nostra comunità nazionale avesse mantenuto faticosamente questa biodiversità e tali specie protette all'interno dei confini dei parchi per permettere finalmente ai cacciatori di avere la loro selvaggina. I parchi .intesi come zone di ripopolamento e cattura delle specie per permettere ad alcuni cittadini di esercitare questo pseudo-sport che è la caccia.

Penso che sia sbagliato perché è indubbiamente vero che all'interno delle aree protette proliferano a volte specie che sono dannose e sovrappopolate - il caso più eclatante è il cinghiale - e che queste specie vanno contenute, ma ci sono molte modalità per contenere queste specie. Prima di tutto va fatto un censimento, poi va fatta la tipizzazione per capire il genoma di questi animali e poi finalmente possono essere messi in campo piani di cattura ma, qualora fossero anche necessari come ultima ratio gli abbattimenti selettivi, li devono fare i guardiaparco, il personale pubblico deve farli. Non si può pensare di fare convenzioni con l'associazione dei cacciatori che entrano e sparano perché, quando entreranno i cacciatori delle aree protette, non spareranno soltanto ai cinghiali, ma spareranno a tutto ciò che si muove e tutto quello che noi abbiamo protetto all'interno delle nostre aree e dei nostri parchi in questi anni diventerà un risultato vano.

Anche perché qualcuno potrebbe essere tanto ragionevole da capire che, se delle persone entrano con il fucile a sparare dentro le aree protette, già questo dato determina un allontanamento delle specie dall'interno dei parchi per il rumore degli spari e tutto quello che ne consegue. Dopodiché già abbiamo i bracconieri all'interno delle aree protette, adesso gli diamo la possibilità di fare ciò che vogliono.

Guardate io non ce l'ho con le associazioni venatorie, le quali liberamente nei limiti previsti dalla legge esercitano questa loro attività - con una legge peraltro molto importante che è la n. 157 del 1992 citata oggi anche dal relatore Borghi - tuttavia ritengo che questa attività vada svolta al di fuori delle aree protette: quindi che lo Stato e il pubblico si facciano carico degli abbattimenti selettivi qualora fossero necessari (Applausi dei deputati del gruppoArticolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Italiana ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza e che la Presidenza consentirà lo svolgimento per ciascun emendamento di un breve intervento per illustrare la posizione del gruppo della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. È chiaro che emerge una visione della gestione del parco che non ci è propria e in questo articolo viene proposta la possibilità che la gestione faunistica sia fatta dalle doppiette, essenzialmente dai fucili dei cacciatori.

Ora i parchi sono oasi di pace e dovrebbero essere libere dal rischio che il divertimento di alcuni possa compromettere un bene che è di tutti noi e che è rappresentato dal patrimonio faunistico, dalla ricchezza, dalla biodiversità che appartiene a tutti quanti.

Il fatto di lasciare la possibilità che siano i cacciatori, eventualmente, a fare questo controllo è particolarmente preoccupante, perché, come veniva ricordato poco fa, chi ha creato, spesso, il problema - penso al ripopolamento degli ungulati, dei cinghiali che è stato citato prima - viene chiamato, ora, ad andarlo a controllare, con un evidente conflitto d'interessi.

Infatti, è evidente che il loro divertimento, in questo caso, entra in contrasto con la necessità di controllare, e perché togliersi la possibilità, non solo di averne un divertimento, ma anche, quello che capita spesso, una rendita non dichiarata che spesso porta delle problematiche anche sanitarie per la macellazione illegale? Mi riferisco di nuovo ai cinghiali.

Quindi, anche in questo caso, ci associamo a questo emendamento, perché venga riconsiderato questo principio.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Grazie, signora Presidente; ringrazio i presentatori di questo emendamento e coloro i quali lo hanno sottoscritto, perché ci danno la possibilità di poter illustrare all'Aula, nella sua compiutezza e cercando di stare il più possibile sul merito delle questioni, di che cosa stiamo discutendo; perché sono naturalmente comprensibili l'enfasi e l'attitudine a stimolare le emozioni più profonde, ma bisognerebbe, anche, compiere un esercizio un po' naturale per chi si assume delle responsabilità di legislatore, e cioè leggere quanto si sta votando.

Allora, all'articolo 14, che, naturalmente, affronteremo dopo, ma che in Commissione è stato lungamente approfondito, viene chiaramente declinato come questo comparto, che noi riteniamo di dover accettare in toto rispetto al lavoro fatto dal Senato, specifica in maniera molto chiara che nei parchi naturali regionali e nelle riserve naturali regionali l'attività venatoria è vietata. Quindi, si può declinare in molti modi la retorica, ma non si può dire che stiamo introducendo la caccia nei parchi, perché stiamo facendo esattamente l'opposto, noi stiamo vietando l'esercizio venatorio nelle aree protette. Il medesimo articolo ci dice che l'attività di gestione della fauna selvatica è disciplinata ai sensi dell'articolo 11.1, che è quello di cui stiamo discutendo ora.

E cosa dice questo articolo? Fa un passo in avanti ulteriore rispetto all'attuale normativa di settore, perché stabilisce che l'ente gestore debba redigere dei piani, previo parere obbligatorio e vincolante dell'ISPRA, che indica gli obiettivi di conservazione della biodiversità da raggiungere, modalità e tecniche, tempi per la realizzazione delle azioni previste.

I piani per la gestione della fauna selvatica sono finalizzati al contenimento della medesima, la quale può determinare un impatto negativo sulla conservazione delle specie e degli habitat. Questo, signora Presidente, è un successo dell'attività di tutela e di salvaguardia delle specie, fin qui, ma è evidentemente anche nella direzione di creare un equilibrio fra le varie specie, perché il fatto che esistano delle aree tutelate ha fatto sì che alcune specie animali si siano riprodotte in maniera eccessiva rispetto alla tutela della biodiversità e dell'habitat.

Quindi, per questo, i piani sono finalizzati all'eradicazione o al contenimento, in maniera scientifica, non sulla base di un indiscriminato e generico ricorso alla cosiddetta doppietta libera, tant'è vero che gli interventi di gestione della fauna selvatica - dice la legge che stiamo per votare -, sia di cattura che di abbattimento, devono avvenire per iniziativa e sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell'ente gestore e devono essere attuati dal personale da esso dipendente o da persone da esso autorizzate, previa abilitazione rilasciata a seguito di corsi di formazione organizzati dallo stesso ente e validati dall'ISPRA.

Cosa significa, in pratica? Significa che se si certifica, per esempio, che la specie cinghiale è eccessivamente presente all'interno di un determinato areale e un determinato numero di capi deve essere eliminato per la tutela e la salvaguardia di quella biodoversità, l'ente deve intervenire in questo senso e, anche per finalità di risparmio della cassa pubblica, può attivare l'utilizzo di personale non direttamente dipendente per effettuare questo abbattimento. Altrimenti dovremmo assumere, a carico dell'erario, personale all'interno delle piante organiche dei parchi che dovrebbero compiere questo servizio che può essere validamente portato avanti, come peraltro fanno, già, attualmente, numerosi parchi nazionali.

Chiudo, signora Presidente, con un ultimo aspetto; questa norma risponde ad alcune osservazioni fatte da diversi colleghi rispetto al finanziamento delle attività dell'ISPRA, stabilendo al comma 7 che una quota pari al 30 per cento dell'introito derivante dalla vendita degli animali abbattuti o catturati in operazioni di gestione deve essere versata dall'ente gestore a un apposito capitolo di entrata del bilancio dell'ISPRA per finanziare ricerche su metodi di gestione non cruenti della fauna selvatica e per l'esercizio delle attività previste dalla presente legge. Quindi, come vede, abbiamo cercato di contemperare tutte le sensibilità di tutte le esigenze ed è per questo motivo che riteniamo che questo testo di legge sia assolutamente equilibrato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Torniamo al fulcro della questione: caccia nei parchi. La sostanza è: ci sono voluti cinque minuti per darci l'interpretazione del relatore, come sta avvenendo spesso in questa legge, perché non è chiara, assolutamente. Anzi, in questo caso è abbastanza chiara, qua si dice che possiamo prendere anche persone autorizzate, vuol dire che prendiamo un cacciatore, gli facciamo fare un corso e la mandiamo dentro un parco a cacciare per fare controllo faunistico. Qual è la sostanza? È come prendere un bambino, mandarlo in un negozio di caramelle e dire: non mangiarne, mettile solo a posto. Allora, ci stiamo prendendo in giro? Noi stiamo trovando il cavallo di Troia per fare entrare i cacciatori all'interno del parco, questa è l'unica spiegazione che abbiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E se non vogliamo investire nei parchi e non vogliamo investire negli enti di ricerca, ditelo, ma non aprite ai mercenari all'interno dei parchi, non aprite ai mercenari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Minnucci. Ne ha facoltà.

EMILIANO MINNUCCI. Signora Presidente, io capisco le ragioni della propaganda, ma a tutto c'è un limite. Ora, io ho presentato anche due emendamenti che ritirerò, trasformerò in un unico ordine del giorno su questo tema, il collega Borghi è stato esaustivo, ma, insomma, una chiosa, un commento va fatto.

Abbiamo sentito, in questa discussione, anche da ultimo, colleghi anche stimabili che hanno parlato, nel corso di queste ore, di orrenda strage, di sterminio; a proposito della proliferazione abnorme e incontrollata di alcune specie della fauna selvatica, io inviterei i colleghi a vedere alcuni filmati che circolano in rete sulla zona metropolitana di Roma, con i cinghiali che, a branchi, in zona semicentrale a Roma, nella Capitale d'Italia, circolano a via Baldo degli Ubaldi, liberamente, non parliamo di dove vanno a inserirsi, perché sposteremmo la discussione sul tema rifiuti e eviterei in questa fase di farlo; credo serva affrontare, Presidente, il tema con serietà e misura.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

EMILIANO MINNUCCI. Vado a concludere. Abbiamo una questione che riguarda cittadini, agricoltori in modo particolare che vengono impegnati e vedono i propri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Deputato, la devo fermare, è ben oltre il suo tempo, la ringrazio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Culotta. Ne ha facoltà. State nei tempi, colleghi, per favore.

MAGDA CULOTTA. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo su questo emendamento, perché questa è una questione che sta molto a cuore a diverse realtà italiane, in particolare, ovviamente, parlo per quella che mi riguarda più da vicino che è l'area del comprensorio delle Madonie. Anch'io avevo presentato degli emendamenti sul punto, che ritirerò; i miei erano all'articolo 11, quindi, colgo anche l'occasione per raccogliere quello che sarà l'invito al ritiro del relatore e poi del Governo, su un tema che è diventato veramente un dramma.

A me spiace sentire i colleghi del MoVimento 5 Stelle che parlano in questo modo, poiché non vivono il dramma quotidiano di tanti cittadini, di tanti imprenditori agricoli, di tanti piccoli agricoltori, che tendono a fare la propria attività nel territorio di un parco, dove ormai il problema dei cinghiali ha assunto davvero una dimensione spropositata. E non ci sono, ahimè, strumenti utili, per i Primi cittadini soprattutto, ad intervenire per frenare questa cosa, pertanto è utile che il Parlamento ne prenda atto.

Questo articolo sicuramente va in questa direzione, ma ancora non basta, per cui anch'io trasformerò i miei emendamenti in ordini del giorno per sollecitare il Governo ad una scelta più netta che vada in questa direzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.203 Pellegrino, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 143).

Allora, colleghi e colleghe, essendo giunti oramai alle 17,40 e avendo in previsione, alle 18, l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del Regolamento, adesso interrompiamo l'esame del provvedimento. Il seguito dell'esame è rinviato ad altra seduta.

Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 18, per consentire l'allestimento delle cabine di votazione.

La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 18.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del Regolamento.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del Regolamento.

Ricordo che a tale elezione si procede a seguito della richiesta formulata dal gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile, che, in ragione di modificazioni intervenute, si è venuto a trovare privo di un proprio rappresentante nell'Ufficio di Presidenza.

Avverto che ciascun deputato può scrivere sulla scheda un solo nome. Le schede recanti più di un nominativo saranno considerate nulle.

Ai sensi dell'articolo 5, comma 6, del Regolamento, risulterà eletto il deputato, fra quelli appartenenti al citato gruppo, che otterrà il maggior numero dei voti.

Indico la votazione per schede.

Avverto che la Presidenza, come preannunciato ai gruppi, al fine di garantire un ordinato svolgimento della votazione, accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo.

Faccio presente che i gruppi hanno già fatto pervenire alla Presidenza le relative indicazioni.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

  (Segue la chiama)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione ed invito i deputati segretari a procedere allo spoglio delle schede.

  (Segue lo spoglio)

La seduta, sospesa alle 19,15, è ripresa alle 19,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Comunico il risultato della votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo articolo 5, comma 9, del Regolamento:

  Presenti e votanti: 280

  Astenuti: 0.

Hanno ottenuto voti: Pannarale 41.

  Voti dispersi: 3

  Schede bianche: 216

  Schede nulle: 20.

Proclamo, dunque, eletta Segretaria di Presidenza la deputata Pannarale.

Hanno preso parte alla votazione:

Abrignani Ignazio

Agostini Luciano

Airaudo Giorgio

Albanella Luisella

Alberti Ferdinando

Albini Tea

Amato Maria

Antezza Maria

Anzaldi Michele

Argentin Ileana

Arlotti Tiziano

Ascani Anna

Barbanti Sebastiano

Bargero Cristina

Baroni Massimo Enrico

Baruffi Davide

Basso Lorenzo

Battelli Sergio

Bazoli Alfredo

Becattini Lorenzo

Benamati Gianluca

Beni Paolo

Bergonzi Marco

Berlinghieri Marina

Bernini Massimiliano

Bernini Paolo

Berretta Giuseppe

Bianchi Stella

Binetti Paola

Bini Caterina

Blazina Tamara

Boccuzzi Antonio

Boldrini Paola

Bolognesi Paolo

Bonaccorsi Lorenza

Bonafede Alfonso

Bonomo Francesca

Borghi Enrico

Bossi Umberto

Braga Chiara

Bragantini Paola

Brandolin Giorgio

Bratti Alessandro

Brescia Giuseppe

Brignone Beatrice

Brugnerotto Marco

Brunetta Renato

Buttiglione Rocco

Calabria Annagrazia

Camani Vanessa

Cani Emanuele

Capone Salvatore

Capozzolo Sabrina

Carbone Ernesto

Carella Renzo

Cariello Francesco

Carinelli Paola

Carloni Anna Maria

Carnevali Elena

Carocci Mara

Carra Marco

Carrescia Piergiorgio

Casati Ezio Primo

Casellato Floriana

Catalano Ivan

Catanoso Genoese Francesco Detto Basilio Catanoso

Cenni Susanna

Censore Bruno

Ciprini Tiziana

Civati Giuseppe

Coccia Laura

Colaninno Matteo

Cominardi Claudio

Cominelli Miriam

Corda Emanuela

Coscia Maria

Cova Paolo

Covello Stefania

Crimì Filippo

Crippa Davide

Crivellari Diego

Culotta Magda

Daga Federica

Dallai Luigi

Dall'Osso Matteo

Dal Moro Gian Pietro

Dambruoso Stefano

D'Arienzo Vincenzo

Da Villa Marco

Dell'Aringa Carlo

Dell'Orco Michele

De Lorenzis Diego

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Rosa Massimo Felice

Di Benedetto Chiara

Di Gioia Lello

Di Lello Marco

Di Maio Marco

D'Incecco Vittoria

Di Salvo Titti

Di Stefano Manlio

Di Vita Giulia

Donati Marco

D'Ottavio Umberto

Ermini David

Fabbri Marilena

Falcone Giovanni

Famiglietti Luigi

Fanucci Edoardo

Farina Daniele

Fassina Stefano

Ferraresi Vittorio

Ferrari Alan

Fiano Emanuele

Fiorio Massimo

Fontana Cinzia Maria

Fontanelli Paolo

Fragomeli Gian Mario

Fregolent Silvia

Fusilli Gianluca

Gadda Maria Chiara

Gagnarli Chiara

Galgano Adriana

Gallo Luigi

Galperti Guido

Gandolfi Paolo

Garavini Laura

Gasparini Daniela Matilde Maria

Gebhard Renate

Ghizzoni Manuela

Giacobbe Anna

Ginato Federico

Gitti Gregorio

Giulietti Giampiero

Gnecchi Marialuisa

Grande Marta

Grassi Gero

Gregori Monica

Gribaudo Chiara

Guerini Giuseppe

Iacono Maria

Impegno Leonardo

Incerti Antonella

Iori Vanna

Kronbichler Florian

Lainati Giorgio

La Marca Francesca

Latronico Cosimo

Lattuca Enzo

Lauricella Giuseppe

Lavagno Fabio

Lenzi Donata

Librandi Gianfranco

Locatelli Pia Elda

Lorefice Marialucia

Lupo Loredana

Maestri Andrea

Maestri Patrizia

Magorno Ernesto

Malisani Gianna

Malpezzi Simona Flavia

Manciulli Andrea

Manfredi Massimiliano

Marantelli Daniele

Marazziti Mario

Marchetti Marco

Marguerettaz Rudi Franco

Mariani Raffaella

Marroni Umberto

Martella Andrea

Martelli Giovanna

Martino Pierdomenico

Marzana Maria

Massa Federico

Matarrese Salvatore

Mattiello Davide

Mauri Matteo

Mazzoli Alessandro

Melilla Gianni

Menorello Domenico

Miccoli Marco

Micillo Salvatore

Minnucci Emiliano

Miotto Anna Margherita

Mognato Michele

Molea Bruno

Monchiero Giovanni

Montroni Daniele

Morani Alessia

Moretto Sara

Moscatt Antonino

Mottola Giovanni Carlo Francesco

Murer Delia

Murgia Bruno

Naccarato Alessandro

Nardi Martina

Narduolo Giulia

Nesci Dalila

Nesi Edoardo

Nicchi Marisa

Nicoletti Michele

Nuti Riccardo

Occhiuto Roberto

Oliaro Roberta

Pagani Alberto

Palazzotto Erasmo

Palma Giovanna

Parentela Paolo

Paris Valentina

Parrini Dario

Pastorelli Oreste

Pastorino Luca

Patriarca Edoardo

Pellegrino Serena

Pesco Daniele

Piazzoni Ileana Cathia

Piccione Teresa

Piccoli Nardelli Flavia

Pini Giuditta

Pinna Paola

Pisicchio Pino

Placido Antonio

Plangger Albrecht

Porta Fabio

Preziosi Ernesto

Prina Francesco

Prodani Aris

Quartapelle Procopio Lia

Quintarelli Giuseppe Stefano

Raciti Fausto

Rampelli Fabio

Rampi Roberto

Realacci Ermete

Rizzo Gianluca

Rocchi Maria Grazia

Romanini Giuseppe

Rossi Paolo

Rossomando Anna

Rostellato Gessica

Rubinato Simonetta

Russo Paolo

Sanga Giovanni

Sanna Giovanna

Sarti Giulia

Sbrollini Daniela

Schullian Manfred

Scopelliti Rosanna

Scuvera Chiara

Secco Dino

Senaldi Angelo

Sereni Marina

Sgambato Camilla

Simoni Elisa

Sisto Francesco Paolo

Sorial Girgis Giorgio

Sottanelli Giulio Cesare

Spadoni Maria Edera

Spessotto Arianna

Tacconi Alessio

Taranto Luigi

Taricco Mino

Tartaglione Assunta

Tentori Veronica

Terrosi Alessandra

Tidei Marietta

Tripiedi Davide

Turco Tancredi

Vacca Gianluca

Valente Valeria

Vallascas Andrea

Vargiu Pierpaolo

Vazio Franco

Vella Paolo

Vico Ludovico

Vignaroli Stefano

Villarosa Alessio

Zampa Sandra

Zardini Diego

Zolezzi Alberto

Sono in missione:

Adornato Ferdinando

Alfano Angelino

Alfano Gioacchino

Alfreider Daniel

Alli Paolo

Amendola Vincenzo

Amici Sesa

Amoddio Sofia

Artini Massimo

Baldelli Simone

Baretta Pier Paolo

Bellanova Teresa

Bernardo Maurizio

Bianchi Dorina

Bindi Rosy

Biondelli Franca

Bobba Luigi

Bocci Gianpiero

Bonifazi Francesco

Bordo Michele

Borletti Dell'Acqua Ilaria Carla Anna

Boschi Maria Elena

Bressa Gianclaudio

Caparini Davide

Capelli Roberto

Casero Luigi

Castiglione Giuseppe

Catania Mario

Causin Andrea

Cicchitto Fabrizio

Cimbro Eleonora

Cirielli Edmondo

Coppola Paolo

Costa Enrico

Costantino Celeste

D'Alia Gianpiero

Damiano Cesare

Del Basso De Caro Umberto

Dellai Lorenzo

De Micheli Paola

Di Maio Luigi

Epifani Ettore Guglielmo

Faraone Davide

Fedriga Massimiliano

Ferranti Donatella

Ferrara Ciccio

Fico Roberto

Fioroni Giuseppe

Fontana Gregorio

Fraccaro Riccardo

Franceschini Dario

Garofani Francesco Saverio

Gelli Federico

Gentiloni Silveri Paolo

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giorgetti Giancarlo

Giorgis Andrea

Gozi Sandro

Guerini Lorenzo

Guerra Mauro

Laforgia Francesco

La Russa Ignazio

Lorenzin Beatrice

Losacco Alberto

Lotti Luca

Lupi Maurizio

Madia Maria Anna

Mazziotti Di Celso Andrea

Merlo Ricardo Antonio

Meta Michele Pompeo

Migliore Gennaro

Mucci Mara

Orlando Andrea

Pannarale Annalisa

Pes Caterina

Portas Giacomo Antonio

Rosato Ettore

Rossi Domenico

Rostan Michela

Rughetti Angelo

Sani Luca

Scalfarotto Ivan

Scanu Gian Piero

Speranza Roberto

Terzoni Patrizia

Tofalo Angelo

Venittelli Laura

Vignali Raffaello

Villecco Calipari Rosa Maria

Sui lavori dell'Assemblea (ore 19,33).

PRESIDENTE. Passiamo ora ad alcune comunicazioni riferite all'articolazione dei lavori dell'Assemblea per la prossima settimana, su cui hanno convenuto tutti i gruppi.

Gli argomenti previsti all'ordine del giorno della seduta odierna e non conclusi sono rinviati alla seduta di martedì 30 maggio, dove saranno collocati nel relativo ordine del giorno, dopo il decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia economica.

Il seguito dell'esame della proposta di legge n. 2354-A/R in materia di trattamento economico e previdenziale dei membri del Parlamento, già in precedenza rinviato a mercoledì 31 maggio, sarà iscritto all'ordine del giorno di tale seduta e collocato dopo gli altri argomenti già previsti.

Avverto, inoltre, che con tre distinte lettere in data 23 maggio il presidente della Commissione attività produttive, anche a nome del presidente della Commissione finanze, il presidente della Commissione affari costituzionali e il presidente della Commissione lavoro hanno richiesto, sulla base delle determinazioni dei rispettivi uffici di presidenza, di posticipare ad altra data l'inizio dell'esame in Assemblea, attualmente previsto per lunedì 29 maggio, dei seguenti provvedimenti: legge annuale per il mercato e la concorrenza (C. 3012-B), la proposta di legge recante modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (C. 4002), iscritta nel calendario dei lavori con la clausola: “ove conclusa dalla Commissione”, la proposta di legge recante modifiche dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (C. 4388), anch'essa iscritta nel calendario dei lavori con la clausola: “ove conclusa dalla Commissione”.

Avverto, infine, che, con lettera in data odierna, la presidente della Commissione giustizia ha chiesto che l'esame in Assemblea della proposta di legge in materia di delitti di truffa e circonvenzione di incapace commessi a danno di persone ultrasessantacinquenni (C. 4130), anch'esso previsto a partire da lunedì 29 maggio, sia rinviato al mese di giugno.

Conseguentemente i progetti di legge nn. 3012-B, 4002, 4388 e 4130 non saranno iscritti all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari, cessazione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto e modifica nella denominazione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto (ore 19,34).

PRESIDENTE. Comunico che con lettere in data odierna i deputati Vincenzo Piso ed Eugenia Roccella, già iscritti alla componente politica del gruppo parlamentare Misto-USEI-Idea hanno dichiarato di aderire alla componente parlamentare del gruppo Misto-UDC. Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in data odierna, ha comunicato di aver accolto la richiesta. Conseguentemente, la componente politica USEI-Idea è da ritenersi sciolta, essendo venuto meno il requisito minimo di tre deputati richiesto per la formazione di componenti politiche in seno al gruppo Misto.

Comunico, inoltre, che il vicepresidente del gruppo parlamentare Misto, il deputato Rocco Buttiglione, in rappresentanza della componente politica UDC, con lettera pervenuta in data odierna, ha altresì reso noto che la componente assume la nuova denominazione UDC-Idea.

Modifica nella costituzione della Giunta delle elezioni.

PRESIDENTE. Comunico che la giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha eletto segretario il deputato Enzo Lattuca, in sostituzione del deputato Antonio Moscatt, dimessosi da tale carica.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 26 maggio 2017, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 la deputata Paris ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 1, 2 e 31 la deputata Mongiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 14 e dalla n. 93 alla 123 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 15 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 2 la deputata Tinagli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 3 e dalla n. 27 alla n. 30 la deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 5, 53 e 76 il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 7 il deputato Menorello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 10 alla n. 16 la deputata La Marca ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 13 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 14 la deputata Sgambato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 14 alla n. 16 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni nn. 17, 18, 108 e dalla n. 73 alla n. 76 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 17 la deputata Bueno ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 17 la deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 17 e 18 e dalla n. 103 alla n. 105 la deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 17, 49, 50, 51 e 74 il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 18, 125 e 126 la deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 23 la deputata Lombardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 29 alla n. 34 e dalla n. 86 alla n. 88 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 34 la deputata Vezzali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 39 e 83 la deputata Giuliani ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 41 il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nella votazione n. 56 i deputati Quintarelli e Sberna hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 57 e 92 il deputato Mognato ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nelle votazioni nn. 60 e 61 il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 60 alla n. 65 il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 60 alla n. 65 e dalla n. 124 alla n. 127 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 60 alla n. 67 le deputate Rotta e Sgambato hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 64 e 65 la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 66 il deputato Marantelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 70 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 70 alla n. 120 la deputata Elvira Savino ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 72 il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 72, 77 e 78 le deputate Covello e Tartaglione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 73 alla n. 76 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 75 e 76 il deputato Dambruoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 77 e 78 il deputato Dambruoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 83 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 87 la deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 93 alla n. 95 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 99 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 101 il deputato Nesi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nelle votazioni nn. 104, 105, 116, 117 e 124 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 105 la deputata La Marca ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 106 i deputati Romanini e Carnevali hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 110 il deputato Mognato ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nella votazione n. 114 la deputata Spadoni ha segnalato che i deputati del MoVimento 5 Stelle hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto votare contro;

  nelle votazioni dalla n. 124 alla n. 130 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 125 la deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 142 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 143 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 4144-A - em. 5.416 289 265 24 133 35 230 99 Resp.
2 Nominale em. 5.414 297 272 25 137 39 233 99 Resp.
3 Nominale em. 5.106 312 311 1 156 40 271 98 Resp.
4 Nominale em. 5.419 319 307 12 154 52 255 98 Resp.
5 Nominale em. 5.417 319 308 11 155 49 259 98 Resp.
6 Nominale em. 5.422 324 308 16 155 42 266 98 Resp.
7 Nominale em. 5.420 323 306 17 154 44 262 97 Resp.
8 Nominale em. 5.215 326 326 0 164 44 282 97 Resp.
9 Nominale em. 5.57, 5.86, 5.216 330 330 0 166 88 242 96 Resp.
10 Nominale em. 5.217 337 291 46 146 48 243 96 Resp.
11 Nominale em. 5.900 343 342 1 172 252 90 96 Appr.
12 Nominale em. 5.108 347 347 0 174 47 300 96 Resp.
13 Nominale em. 5.219 351 351 0 176 48 303 96 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 5.22 352 352 0 177 48 304 96 Resp.
15 Nominale em. 5.23, 5.25 355 355 0 178 108 247 96 Resp.
16 Nominale em. 5.20, 5.94, 5.221 374 368 6 185 103 265 95 Resp.
17 Nominale em. 5.93 I parte 379 376 3 189 112 264 95 Resp.
18 Nominale em. 5.93 II parte 380 379 1 190 1 378 93 Resp.
19 Nominale em. 5.423 391 386 5 194 99 287 92 Resp.
20 Nominale em. 5.424 398 395 3 198 104 291 92 Resp.
21 Nominale em. 5.99 398 349 49 175 13 336 92 Resp.
22 Nominale em. 5.30 400 397 3 199 43 354 92 Resp.
23 Nominale em. 5.312 401 399 2 200 118 281 92 Resp.
24 Nominale em. 5.313 398 396 2 199 124 272 92 Resp.
25 Nominale em. 5.314 404 388 16 195 113 275 92 Resp.
26 Nominale em. 5.87 398 396 2 199 68 328 92 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 5.34 400 372 28 187 24 348 92 Resp.
28 Nominale em. 5.220 402 375 27 188 26 349 92 Resp.
29 Nominale em. 5.224 400 395 5 198 19 376 93 Resp.
30 Nominale em. 5.225 397 395 2 198 111 284 92 Resp.
31 Nominale em. 5.226 402 400 2 201 115 285 92 Resp.
32 Nominale em. 5.227 403 401 2 201 115 286 92 Resp.
33 Nominale em. 5.62 402 401 1 201 114 287 92 Resp.
34 Nominale em. 5.308 405 402 3 202 116 286 92 Resp.
35 Nominale em. 5.228 414 412 2 207 114 298 91 Resp.
36 Nominale em. 5.64 406 405 1 203 112 293 91 Resp.
37 Nominale em. 5.229 405 403 2 202 50 353 91 Resp.
38 Nominale em. 5.230 404 402 2 202 128 274 91 Resp.
39 Nominale em. 5.35 406 394 12 198 119 275 91 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 5.36 409 406 3 204 112 294 91 Resp.
41 Nominale em. 5.37 409 407 2 204 59 348 91 Resp.
42 Nominale em. 5.65, 5.231 404 402 2 202 113 289 91 Resp.
43 Nominale em. 5.601 407 322 85 162 315 7 91 Appr.
44 Nominale em. 5.63 406 398 8 200 107 291 91 Resp.
45 Nominale em. 5.72, 5.233 404 397 7 199 107 290 91 Resp.
46 Nominale em. 5.311 405 397 8 199 119 278 91 Resp.
47 Nominale em. 5.74, 5.301 407 399 8 200 120 279 92 Resp.
48 Nominale em. 5.302 411 382 29 192 367 15 91 Appr.
49 Nominale em. 5.40 412 357 55 179 110 247 91 Resp.
50 Nominale em. 5.111 393 392 1 197 52 340 92 Resp.
51 Nominale em. 5.303 411 399 12 200 55 344 91 Resp.
52 Nominale em. 5.304 411 410 1 206 50 360 91 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 5.95 410 407 3 204 76 331 91 Resp.
54 Nominale em. 5.97 394 371 23 186 110 261 91 Resp.
55 Nominale em. 5.91 381 379 2 190 106 273 91 Resp.
56 Nominale em. 5.96 390 387 3 194 69 318 91 Resp.
57 Nominale em. 5.49, 5.77, 5.307 397 395 2 198 107 288 91 Resp.
58 Nominale em. 5.78 393 391 2 196 107 284 91 Resp.
59 Nominale articolo 5 397 395 2 198 240 155 91 Appr.
60 Nominale em. 6.1 362 357 5 179 107 250 91 Resp.
61 Nominale em. 6.11 367 361 6 181 49 312 91 Resp.
62 Nominale em. 6.10 355 349 6 175 90 259 91 Resp.
63 Nominale em. 6.400 358 353 5 177 88 265 90 Resp.
64 Nominale em. 6.401 364 358 6 180 57 301 90 Resp.
65 Nominale em. 6.12 373 370 3 186 49 321 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale em. 6.404 376 365 11 183 68 297 90 Resp.
67 Nominale em. 6.406 382 369 13 185 66 303 90 Resp.
68 Nominale em. 6.407 388 375 13 188 65 310 90 Resp.
69 Nominale em. 6.409 385 372 13 187 65 307 90 Resp.
70 Nominale em. 6.206 rif. 391 286 105 144 268 18 90 Appr.
71 Nominale em. 6.7 388 317 71 159 37 280 90 Resp.
72 Nominale articolo 6 388 362 26 182 230 132 90 Appr.
73 Nominale em. 7.8 380 375 5 188 16 359 89 Resp.
74 Nominale em. 7.1 375 355 20 178 7 348 89 Resp.
75 Nominale em. 7.200 381 375 6 188 19 356 90 Resp.
76 Nominale em. 7.9 377 336 41 169 64 272 89 Resp.
77 Nominale em. 7.2, 7.3 380 374 6 188 308 66 90 Appr.
78 Nominale articolo 7 379 278 101 140 258 20 90 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 8.73 365 362 3 182 50 312 90 Resp.
80 Nominale em. 8.48 369 367 2 184 48 319 90 Resp.
81 Nominale em. 8.75 375 373 2 187 49 324 90 Resp.
82 Nominale em. 8.71 378 376 2 189 107 269 90 Resp.
83 Nominale em. 8.200 380 380 0 191 105 275 90 Resp.
84 Nominale em. 8.150 380 377 3 189 24 353 90 Resp.
85 Nominale em. 8.400 386 384 2 193 105 279 89 Resp.
86 Nominale em. 8.402 386 385 1 193 107 278 89 Resp.
87 Nominale em. 8.202 386 385 1 193 108 277 89 Resp.
88 Nominale em. 8.203, 8.204, 8.205 391 370 21 186 38 332 89 Resp.
89 Nominale em. 8.6, 8.76 396 393 3 197 283 110 89 Appr.
90 Nominale em. 8.206 rif. 392 388 4 195 276 112 89 Appr.
91 Nominale em. 8.403 386 379 7 190 86 293 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale em. 8.405 392 391 1 196 109 282 89 Resp.
93 Nominale em. 8.1 383 324 59 163 51 273 89 Resp.
94 Nominale em. 8.10, 8.77 386 381 5 191 39 342 89 Resp.
95 Nominale em. 8.11 388 321 67 161 45 276 90 Resp.
96 Nominale em. 8.208 379 377 2 189 109 268 89 Resp.
97 Nominale em. 8.209, 8.210 385 382 3 192 46 336 89 Resp.
98 Nominale em. 8.406 378 376 2 189 102 274 89 Resp.
99 Nominale em. 8.408 383 379 4 190 102 277 88 Resp.
100 Nominale em. 8.409 388 387 1 194 106 281 88 Resp.
101 Nominale em. 8.213 388 387 1 194 49 338 88 Resp.
102 Nominale em. 8.411 382 381 1 191 109 272 88 Resp.
103 Nominale em. 8.236 350 348 2 175 104 244 89 Resp.
104 Nominale em. 8.412 355 348 7 175 102 246 89 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale em. 8.414 353 346 7 174 103 243 89 Resp.
106 Nominale em. 8.53 345 338 7 170 105 233 89 Resp.
107 Nominale em. 8.55, 8.216 343 339 4 170 102 237 89 Resp.
108 Nominale em. 8.217 352 351 1 176 107 244 89 Resp.
109 Nominale em. 8.415 352 349 3 175 104 245 89 Resp.
110 Nominale em. 8.417 349 321 28 161 80 241 89 Resp.
111 Nominale em. 8.20 356 326 30 164 110 216 89 Resp.
112 Nominale em. 8.418 357 349 8 175 82 267 89 Resp.
113 Nominale em. 8.420 359 349 10 175 80 269 89 Resp.
114 Nominale em. 8.81 361 354 7 178 83 271 89 Resp.
115 Nominale em. 8.22 348 344 4 173 108 236 89 Resp.
116 Nominale em. 8.24 360 359 1 180 49 310 89 Resp.
117 Nominale em. 8.65 rif. 356 351 5 176 326 25 89 Appr.


INDICE ELENCO N. 10 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale em. 8.84 349 348 1 175 44 304 89 Resp.
119 Nominale em. 8.26 351 285 66 143 49 236 89 Resp.
120 Nominale em. 8.221, 8.222, 8.223 347 344 3 173 19 325 89 Resp.
121 Nominale em. 8.224 349 326 23 164 241 85 90 Appr.
122 Nominale em. 8.56 349 344 5 173 107 237 89 Resp.
123 Nominale em. 8.68 348 345 3 173 103 242 89 Resp.
124 Nominale em. 8.58, 8.70 249 249 0 125 56 193 103 Resp.
125 Nominale em. 8.30 263 223 40 112 4 219 103 Resp.
126 Nominale em. 8.85 288 252 36 127 24 228 102 Resp.
127 Nominale em. 8.225 304 304 0 153 301 3 101 Appr.
128 Nominale em. 8.72 323 323 0 162 78 245 101 Resp.
129 Nominale em. 8.31, 8.32, 8.69, 8.86 333 332 1 167 103 229 100 Resp.
130 Nominale em. 8.226 335 335 0 168 87 248 98 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nominale em. 8.36 332 332 0 167 95 237 98 Resp.
132 Nominale em. 8.227 340 340 0 171 85 255 99 Resp.
133 Nominale em. 8.900 341 311 30 156 302 9 99 Appr.
134 Nominale em. 8.42 345 345 0 173 102 243 99 Resp.
135 Nominale em. 8.66 346 345 1 173 73 272 99 Resp.
136 Nominale em. 8.228 344 343 1 172 33 310 99 Resp.
137 Nominale em. 8.229 350 349 1 175 105 244 99 Resp.
138 Nominale em. 8.230 348 347 1 174 34 313 99 Resp.
139 Nominale em. 8.231 355 355 0 178 278 77 99 Appr.
140 Nominale em. 8.63, 8.232 356 355 1 178 93 262 99 Resp.
141 Nominale articolo 8 355 325 30 163 226 99 99 Appr.
142 Nominale em. 9.68 349 306 43 154 71 235 99 Resp.
143 Nominale em. 9.203 344 336 8 169 87 249 96 Resp.