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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 802 di martedì 23 maggio 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

La seduta comincia alle 10,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

VALERIA VALENTE, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 19 maggio 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Amoddio, Artini, Baretta, Bindi, Cicchitto, Coppola, Damiano, Epifani, Fico, Gentiloni Silveri, Giorgis, Mazziotti Di Celso, Meta, Scanu, Sereni e Sottanelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Dovremmo passare allo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni. Poiché manca il rappresentante del Governo, sospendo la seduta per dieci minuti. La seduta riprenderà alle ore 10,15.

La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,15.

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative per garantire la sicurezza delle strutture ospedaliere nel territorio della provincia di Catania - n. 2-01597, n. 3-02791 e n. 3-03033)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Berretta e Burtone n. 2-01597 e alle interrogazioni Burtone n. 3-02791 e Catanoso n. 3-03033 (Vedi l'allegato A), che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente.

Il deputato Burtone si riserva di intervenire in sede di replica.

Il Vice Ministro dell'Interno, Filippo Bubbico, ha facoltà di rispondere.

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Grazie, signor Presidente. Rispondo congiuntamente all'interpellanza dell'onorevole Berretta e alle interrogazioni degli onorevoli Burtone e Catanoso, che richiamano l'attenzione su un tema già oggetto in passato di discussione in quest'Aula, sempre in sede di sindacato ispettivo, vale a dire la sicurezza all'interno delle strutture sanitarie siciliane e in particolar modo degli ospedali di Catania.

Nello specifico, viene richiamata la questione relativa ad alcuni episodi che si sono verificati, segnatamente aggressioni avvenute nei confronti di medici ed infermieri all'interno di alcuni ospedali catanesi. Viene chiesto quanto è stato fatto circa l'individuazione di opportune misure per il mantenimento degli standard di sicurezza in tali strutture.

Va innanzitutto sottolineato che, in tema di ospedali, trova applicazione il principio della cosiddetta sicurezza sussidiaria, in base alla quale la sorveglianza viene espletata da istituti di vigilanza privata attraverso postazioni fisse agli ingressi e servizi di ronda notturna, previa stipula di appositi contratti tra gli istituti medesimi e le aziende ospedaliere. Rimangono ferme ovviamente le funzioni di sicurezza primaria, affidate alle forze di polizia, che, in base alle direttive delle autorità provinciali di pubblica sicurezza, provvedono ad integrare il dispositivo di sicurezza di competenza delle aziende sanitarie con misure di diversa tipologia, fino ad arrivare, nei casi di ospedali particolarmente esposti a rischi di natura criminale, alla presenza in loco di posti fissi di polizia non disgiunti, se del caso, da servizi aggiuntivi.

È evidente che queste situazioni vengono definite anche rispetto alle caratteristiche proprie delle strutture ospedaliere, nel senso che, ove gli ospedali svolgono anche funzione di pronto soccorso, sono dotati di Trauma Center, eccetera, sono oggetto evidentemente di destinazione di pazienti o di persone che hanno subito fatti traumatici in maniera diretta o indiretta.

Per quanto riguarda specificamente la situazione di Catania, voglio subito assicurare che l'attenzione delle autorità provinciali di pubblica sicurezza sulle problematiche evidenziate non è mai venuta meno. Essa è stata più volte affrontata dalla prefettura di Catania, nel corso di riunioni tecniche di coordinamento interforze, a seguito delle quali è stata evidenziata l'esigenza di installare e potenziare, laddove già esistenti, i sistemi di difesa passiva presso i siti a rischio, con specifico riferimento ai dispositivi di videosorveglianza e ai collegamenti telefonici emergenziali diretti con le forze di polizia.

Va anche evidenziato che, all'interno dei presidi ospedalieri Vittorio Emanuele, Garibaldi (plesso vecchio) e Cannizzaro di Catania, sono presenti dei posti di polizia, attivi dal lunedì al sabato, con lo specifico compito di acquisire denunce, querele e referti.

Inoltre, in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, le citate strutture ospedaliere sono state inserite nel piano coordinato di controllo del territorio, in modo da assicurare, soprattutto nelle ore serali e notturne, frequenti passaggi delle pattuglie di Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri.

Sempre nella stessa direzione, d'intesa con l'assessorato regionale alla salute e sotto l'egida della prefettura di Catania è stato realizzato un collegamento telefonico diretto ed esclusivo tra la sala operativa della questura e i vari pronto soccorso della provincia. In particolare, per l'azienda ospedaliera Vittorio Emanuele, ubicata in uno dei rioni cittadini a più elevata densità criminale, è stato previsto, all'interno del reparto di pronto soccorso, un sistema di videosorveglianza direttamente collegato con la sala operativa.

Rappresento, inoltre, che, proprio a seguito dell'episodio di violenza citato nell'interpellanza dell'onorevole Berretta, avvenuto il 1° gennaio di quest'anno, si è svolta un'apposita riunione interforze, all'esito della quale è stata disposta l'intensificazione delle misure di vigilanza dell'ospedale Vittorio Emanuele nell'ambito del piano coordinato di controllo del territorio, con previsione di passaggi più frequenti delle pattuglie delle forze di polizia e soste, al fine di verificare situazioni di potenziale pericolo. È stata, inoltre, ribadita la necessità di mantenere in efficienza i sistemi di videosorveglianza e di collegamento diretto con i plessi di polizia all'interno dalle strutture sanitarie.

Da ultimo, la settimana scorsa, e precisamente il 16 maggio, si è svolta una ulteriore riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ha affrontato la problematica in oggetto, e nel corso della citata riunione è stato stabilito che nelle more della rimodulazione dei pronto soccorso catanesi, già in itinere e per la quale occorre comunque attendere i provvedimenti di competenza regionale, verrà costituito un tavolo tecnico presso la questura, al fine di assicurare un più incisivo controllo dei presidi di emergenza al momento in attività.

Quanto all'esito delle indagini sul citato episodio criminoso, sul quale mi soffermo in quanto ha destato particolare allarme sociale, informo che l'aggressore è stato individuato ed arrestato nell'immediatezza per interruzione di pubblico servizio e lesioni, mentre il 16 febbraio scorso è stata data esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP del tribunale di Catania nei confronti di sette persone (tra cui lo stesso aggressore) ritenute tutte, a vario titolo, responsabili di lesioni aggravate, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio e minacce a pubblico ufficiale. Si evidenzia che si sono rivelate determinanti per le indagini l'attenta visione dei filmati di video sorveglianza dell'ospedale e le testimonianze di coloro che si trovavano all'interno.

Ritengo che il complesso delle misure appena illustrate e il loro recente rafforzamento siano una chiara testimonianza del livello di attenzione che le autorità provinciali di pubblica sicurezza e le forze di polizia prestano, proprio nel senso auspicato dagli onorevoli interroganti, al tema della elevazione degli standard di sicurezza degli ospedali catanesi, in chiave di contrasto e anche di prevenzione di episodi di aggressione e violenza in danno degli operatori sanitari.

In conclusione, si rappresenta che sui temi oggetto degli atti di sindacato ispettivo, il Ministero della Salute ha riferito di aver elaborato e inoltrato alle aziende sanitarie, già nel 2007, una specifica raccomandazione volta alla prevenzione degli atti di violenza ai danni degli operatori sanitari. Il documento indica tutta una serie di misure organizzative, strutturali e tecnologiche volte a fronteggiare il fenomeno, puntando anche sul coinvolgimento del personale attraverso una sua specifica formazione alla prevenzione e gestione degli episodi di violenza e, inoltre, puntando molto sul coordinamento con le forze di polizia o gli altri soggetti che possono fornire un valido supporto alla eliminazione e alla attenuazione degli atti di violenza nei servizi sanitari. Le regioni e le province autonome sono impegnate nell'implementazione di tale raccomandazione, curandone l'effettiva ricaduta a tutela della sicurezza e della qualità assistenziale. Tale attività rientra nell'ambito della verifica dei livelli essenziali di assistenza, nonché nelle azioni di monitoraggio delle raccomandazioni per la sicurezza, effettuato anche dalla Agenzia nazionale per i servizi sanitari.

PRESIDENTE. Il deputato Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza e alla sua interrogazione.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, io dichiaro la mia soddisfazione per la risposta articolata, puntuale, lunga, dettagliata del Vice Ministro. Il Vice Ministro ha voluto dare una forte opinione e il proprio impegno rispetto a quella che è la gravità della situazione che si è determinata in diversi presidi ospedalieri di Catania. Parliamo di fatti gravissimi che si sono verificati, noi sappiamo che i responsabili delle aggressioni sono stati individuati, alcuni sono in stato di custodia cautelare e ci sarà un processo. Noi chiediamo che vengano puniti rispetto agli episodi e ai reati così gravi che hanno commesso. Parliamo di ospedali, signor Vice Ministro, parliamo di reparti di pronto soccorso, sono luoghi in cui i cittadini si recano quando temono per la propria vita, sono luoghi in cui arrivano cittadini che hanno avuto incidenti, che si trovano in gravi condizioni e il medico ha la funzione di salvare la vita, eppure, in questi reparti, si sono verificati, in diversi ospedali di Catania, episodi di violenza.

Lei ha riferito delle attività che sono state messe in campo a seguito di ciò che è accaduto, gli interventi operati dalla prefettura, dalla questura, dalle forze dell'ordine complessivamente. Sappiamo che ciò è stato fatto, che si deve continuare ad operare tenendo conto della vigilanza sussidiaria, così come lei ha qui evidenziato, noi abbiamo però voluto impegnare il Governo - e in questo la sua risposta è stata esaudiente - a fare anche un'opera aggiuntiva di vigilanza sulle nostre strutture ospedaliere, perché gli episodi si sono ripetuti, signor Vice Ministro, e quindi l'attenzione delle istituzioni deve essere molto alta. È vero, le nostre strutture ospedaliere sono state potenziate sul piano della vigilanza passiva, ci sono le video sorveglianze che sono collegate alla questura, sappiamo che questo significa molto, purtuttavia, consapevoli del fatto che ci sia la vigilanza privata, però, chiediamo allo Stato di essere più presente, di essere più attivo. Non bisogna dare tregua, bisogna chiudere con questa stagione di violenze che si sono consumate nei nostri ospedali, in particolare nei reparti di pronto soccorso.

Ma detto questo, signor Vice Ministro, senza giustificare ciò che è accaduto, c'è un fatto doveroso che va sottolineato: i nostri reparti di pronto soccorso ora sono migliorati nelle strutture, i reparti di astanteria, che sono quelli che fiancheggiano i pronto soccorso, hanno fatto dei passi in avanti e bisogna continuare lungo questa strada perché ci sono ancora ospedali che non hanno un livello alto dal punto di vista dell'accoglienza. Sappiamo che questo compito è della regione e noi insisteremo in tal senso, perché non c'è dubbio che nei pronto soccorso bisogna rivedere gli standard degli operatori, perché bisogna mettere più personale, così come vanno potenziati i reparti di rianimazione, bisogna avere questo livello di assistenza, che sia all'altezza delle sfide che noi abbiamo. Il personale deve essere selezionato, così come lei ha voluto puntualizzare, sapendo lo scopo, gli obiettivi, la finalità che in quei reparti si esplica, perché non c'è dubbio che, anche dal punto di vista deontologico, bisogna far fare dei passi in avanti.

Mi avvio alla conclusione; io la settimana scorsa mi trovavo nella sala d'aspetto di un medico, nel mio paese, a Militello in Val di Catania, e ho incontrato un ammalato oncologico; questo ammalato lamentava di essere stato al pronto soccorso e di non aver trovato la giusta accoglienza. Aveva fatto qualche giorno prima la terapia, una terapia molto pesante, e aveva un rialzo termico, aveva una patologia che può sembrare magari poco importante, ma l'accoglienza in un pronto soccorso è un fatto fondamentale. Io credo che questo sia significativo, l'ho voluto, qui, riportare in Aula, perché un passaggio decisivo appartiene, anche, al modo in cui si organizzano alcuni reparti e i pronto soccorso non sono l'ultimo reparto, sono la porta dell'ospedale e non si va al pronto soccorso per passeggiare, ci si va quando si teme per la propria vita. Ecco perché apprezziamo l'opera del Governo per ciò che è stato fatto, nel potenziare la vigilanza attiva e passiva nei nostri ospedali, ma un richiamo lo facciamo complessivamente alle istituzioni, perché ci possa essere un livello di attenzione maggiore, perché questi reparti funzionino meglio e perché, soprattutto, siano professionalmente dotati e più accoglienti. Si superi la stagione del precariato e si abbiano degli standard qualitativi e di livello professionale che possano soddisfare seriamente le nostre comunità. Comunque, la ringrazio, signor viceministro, per la risposta così attenta e puntuale che lei ha dato.

PRESIDENTE. Prima di passare la parola al collega Catanoso, saluto studenti e docenti dell'Istituto tecnico Enrico Fermi di Tivoli che seguono i nostri lavori dalla tribuna.

Il collega Basilio Catanoso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Grazie, Presidente. Signor Vice Ministro, grazie per la risposta attenta che fa capire che è stato compreso il significato della nostra interrogazione. Però, mi lasci dire che il problema esiste, lei sa che esiste da tanto tempo, che negli ultimi mesi è diventato un vero problema di sopravvivenza per chi lavora e per chi vive da paziente negli ospedali, quindi per entrambi, e questo è diventato un problema che fa parte di un sistema in crisi. Il problema socio economico in cui versa la nostra terra di Sicilia è tale che cose del genere diventano all'ordine del giorno, come si è potuto vedere.

Al di là della risposta, devo dire che ci aspetteremmo che venissero analizzate anche le cause, appunto, dal punto di vista sociale, che portano a questo tipo di reazioni in alcune zone del nostro territorio e che si ponga rimedio ad esse anche da quel punto di vista. Siamo consapevoli che le forze dell'ordine fanno il possibile; abbiamo visto che c'è un'attenzione del Governo, spero che si possa anche indurre la regione siciliana a fare qualcosa di diverso rispetto a quello che ha fatto. La situazione drammatica in cui versa la regione siciliana con l'attuale amministrazione è tale che non è consentita la vivibilità né per i pazienti, lo ricordava in un passaggio anche il collega Burtone poc'anzi, né per coloro i quali, operatori della sanità, stanno dall'altra parte della barricata; non riescono nemmeno ad organizzare i sistemi di sicurezza che sono propri della struttura ospedaliera.

Ecco, è una situazione che il Governo nazionale deve tenere ben presente e spero che vogliate fare in modo che vengano fatte pressioni e che vengono fatti i rilievi dovuti alla regione siciliana, affinché faccia qualcosa che, finora, certamente, non ha fatto.

(Elementi in merito al processo di riorganizzazione delle associazioni provinciali di allevatori e alle modalità di utilizzo delle risorse pubbliche ad esse destinate - n. 3-03034)

PRESIDENTE. Il Vice Ministro Filippo Bubbico ha facoltà di rispondere all'interrogazione Tentori e Cova 3-03034 (Vedi l'allegato A).

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Voglio subito precisare che rispondo per il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; non ho specifica competenza al riguardo, però, da quello che ho potuto verificare, l'ufficio legislativo e il Ministero dell'agricoltura hanno prodotto un approfondimento che, mi auguro, possa risultare soddisfacente.

Intanto, va precisato che spetta alle singole regioni il finanziamento e il successivo controllo delle associazioni allevatori provinciali e regionali; il Ministero delle politiche agricole, al riguardo, non ha un rapporto diretto, di qualunque genere, con quelle associazioni. Certo, il Ministero svolge una funzione di coordinamento, di definizione delle politiche, ma la responsabilità diretta, la competenza diretta e specifica è propria delle regioni che con le proprie leggi disciplinano il settore, determinano le condizioni perché le associazioni degli allevatori possano offrire ai propri associati servizi di assistenza tecnica di - ci auguriamo - significativo valore. Infatti, in diverse regioni, è stato avviato un processo di riorganizzazione delle strutture associative e dei servizi che le stesse strutture erogano. Tutto questo ha portato, anche, ad accorpamenti per obbedire ai principi di ottimizzazione nella organizzazione dei servizi. E, lo ripeto, queste sono scelte che competono esclusivamente alla titolarità regionale.

La riorganizzazione del sistema associativo degli allevatori è stata raggiunta, infatti, in diciassette regioni italiane. Questo obiettivo non è stato ancora realizzato dalle province autonome di Trento e Bolzano per ragioni che attengono, anche, alla specialità della loro autonomia. Va detto che, in modo particolare, nella regione Lombardia il processo ha comportato una differente organizzazione degli uffici periferici ed un deciso ridimensionamento degli stessi. L'attuale legislazione, infatti, prevede che i libri genealogici e i registri anagrafici siano tenuti dalle associazioni nazionali allevatori, mentre i controlli delle attitudini produttive siano previsti e siano svolti dall'Associazione italiana allevatori. Il finanziamento della predetta attività avviene con contributo pubblico e con la partecipazione dei soggetti che ricevono quei servizi, cioè gli allevatori interessati. Per quanto di competenza, il Ministero assicura la disponibilità della quota statale attraverso due capitoli di bilancio, mentre il successivo riparto è operato in base a parametri tecnici ed economici. Nel triennio 2014-2016, a seguito del mancato accordo tra le regioni sulla ripartizione finanziaria, che ha determinato il non raggiungimento dell'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, si è determinato un rallentamento dei flussi finanziari verso le associazioni degli allevatori, perché il mancato accordo determina il rispetto di precise procedure e, anche, di una tempistica che scandisce quelle procedure.

Per evitare il blocco delle attività e consentire il trasferimento dei fondi statali si è reso, quindi, necessario procedere attraverso una deliberazione del Consiglio dei ministri. Nel 2015, i criteri di riparto dei fondi disponibili sono cambiati, in modo da tener conto della diffusione, a livello territoriale, delle diverse specie, in relazione alle quali l'attività è stata svolta.

Osservo, poi, che la legge delega n. 154 del 2016, che ha disposto il riordino dell'assistenza tecnica agli allevatori, ha come scopo l'adeguamento del settore ai relativi fabbisogni, nonché l'obiettivo di aumentare l'efficienza del sistema. Rappresento, infine, che sono in fase di avvio misure riguardanti la biodiversità animale ad interesse zootecnico al fine di salvaguardare e migliorare le razze animali, riducendo l'impatto ambientale degli allevamenti. L'obiettivo è realizzare un sistema di raccolta dati trasparente, accessibile a tutti i soggetti coinvolti, nell'intento di valorizzare la diversità fenotipica e genetica delle risorse animali ad interesse zootecnico.

PRESIDENTE. Il deputato Cova ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PAOLO COVA. Grazie, signor Presidente. Grazie Vice Ministro, per la presenza e per aver garantito la risposta. La ringrazio e ringrazio anche il Ministero per la risposta. L'interrogazione era abbastanza datata però è importante avere avuto la risposta. Alcune vicende sono cambiate e le ha accennate anche il Vice Ministro nella sua risposta. La ripartizione dei fondi, fatta con decreto ministeriale perché non c'è stato l'accordo in Conferenza Stato-regioni, ha aiutato proprio le APA della regione Lombardia dando un contributo maggiore. Come giustamente diceva il Vice Ministro, quello che è mancato in questi anni nella regione Lombardia è stato tutto il contributo che la stessa regione Lombardia doveva dare. Il taglio netto dei fondi operato dalla regione Lombardia ha comportato problemi e difficoltà. Pertanto chiedo e credo che sia opportuno che il Ministro continui a garantire una ripartizione maggiore dei fondi per la regione Lombardia perché - continuo a dirlo e l'abbiamo detto con la collega Tentori - il 41 per cento dei controlli funzionali di tutta l'Italia avvengono in regione Lombardia e la ripartizione dei fondi nazionali è solo al 28 per cento, per cui c'è proprio una sproporzione in questo. Mi permetto tuttavia di sottolineare anche l'altro aspetto, accennato anche dal Vice Ministro nella sua risposta, che è quanto sta avvenendo in questo periodo, vale a dire la riorganizzazione di tutto il sistema dell'AIA e di tutto il sistema delle APA. Il Ministero su tale vicenda deve vigilare perché ci sono finanziamenti pubblici. Noi sappiamo che questo sistema delle APA e delle AIA e tutto il sistema dell'assistenza tecnica e della consulenza aziendale hanno svolto un ruolo fondamentale per l'agricoltura italiana negli anni scorsi. Ma in questi anni hanno perso il mordente che avevano negli anni scorsi e la riorganizzazione, soprattutto in regione Lombardia, sta penalizzando le associazioni provinciali. Ultimamente abbiamo assistito al grave atto del commissariamento dell'APA di Cremona e delle APA di Milano, Pavia, Lodi, Lecco che si erano già riorganizzate. Tante volte la chiusura e la riorganizzazione non vuol dire provocare maggiore efficienza perché queste APA provinciali già lavoravano bene, già stavano svolgendo la propria funzione in modo organico per cui avevano già messo in atto tutto un procedimento eppure c'è stato un commissariamento. Credo che su questo il Ministero debba veramente vigilare perché accentrare e accorpare tante volte non significa portare ad un miglioramento del servizio presso gli allevatori e presso gli agricoltori. Se dobbiamo andare poi a vedere, ognuno di noi sa che abbiamo assistito al commissariamento delle APA, ad esempio quella di Cremona che aveva un bilancio positivo, quando abbiamo il centro genetico gestito dall'AIA che ogni anno produce buchi e perdite. A questo punto mi aspetto che vengano valorizzate le realtà che effettivamente danno un risultato agli agricoltori e, dove effettivamente c'è una reale inefficienza si intervenga duramente, ma ciò non sta avvenendo. È vero, l'AIA e le APA sono entità private, ricevono un finanziamento pubblico, però su questo ritengo che sia necessario prestare molta attenzione da parte del Ministro e da parte del Ministero proprio perché noi abbiamo sostenuto in questi anni il tema della consulenza aziendale, lo riteniamo fondamentale e avere dati certi e informazioni certe per gli allevatori può essere un grande risultato per gli stessi allevatori e per tutta l'economia italiana. Ringrazio comunque il Vice Ministro per la risposta e mi ritengo soddisfatto.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendiamo questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alli, Boccia, Guerra, Merlo e Molea sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 15,20.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15,25.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Sul grave attentato verificatosi ieri a Manchester.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi e colleghe, vorrei un attimo di attenzione per una commemorazione sulle vittime dell'attentato di Manchester (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo).

Care colleghe e cari colleghi, come sapete, ieri, 22 maggio, la Gran Bretagna è stata colpita, nuovamente, da un brutale attentato terroristico, avvenuto a Manchester, in occasione di un concerto a cui avevano assistito migliaia e migliaia di persone, per lo più giovani e giovanissimi. Al momento, il bilancio è di 22 morti, tra cui, anche, alcuni bambini, e di almeno 59 feriti.

Questa ennesima aggressione di matrice islamista ai valori della democrazia, della libertà e della convivenza civile suscita tanto più sdegno e dolore perché è diretta verso ragazzini e ragazzine innocenti, i nostri figli. Quindi, l'obiettivo strategico del terrorismo, che colpisce ovunque, a qualsiasi latitudine, e non risparmia nessuno, resta quello di rendere le nostre società ostaggio della paura, alimentando l'odio e favorendo la radicalizzazione.

Occorre, dunque, saper rispondere con lucidità, con fermezza, rafforzando le sinergie nelle attività di intelligence, di indagine e di repressione del terrorismo, impegnandoci in uno sforzo sempre più condiviso per la difesa della pace, la difesa della sicurezza, del rispetto dei diritti fondamentali.

A tutto il popolo britannico e, in particolare, alle famiglie delle vittime e dei feriti esprimo la vicinanza e la solidarietà mie personali e dell'intera Camera dei deputati. Ho già fatto pervenire il nostro cordoglio al Presidente della Camera dei Comuni, John Bercow.

Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi)

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, le chiederei a nome del nostro gruppo, se il Governo, nel più breve tempo possibile, potesse venire a riferire in Aula sulla situazione, anche nel nostro Paese, del rischio terrorismo. Dico questo, oltre ovviamente in relazione ai drammatici fatti che lei ha appena ricordato - e la ringrazio per questo -, anche per l'allarme lanciato pochi minuti fa dal direttore generale dell'Organizzazione per la proibizione di armi chimiche, che lancia l'allarme sul possibile rischio di attentati con l'utilizzo di armi chimiche in Europa. Le chiedo questo perché penso sia giusto che l'Aula sia informata e possa dibattere su questo tema.

PRESIDENTE. D'accordo, la ringrazio. Il Governo è presente, vedremo di avere quanto prima un riscontro.

Per un'inversione dell'ordine del giorno (ore 15,30).

MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Presidente, a nome del mio gruppo parlamentare, chiedo l'inversione dell'ordine del giorno, a norma dell'articolo 41 del Regolamento. Nello specifico, chiediamo che il punto 6, l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, venga messo come primo punto all'ordine del giorno.

RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA. Presidente, mi associo a questa richiesta, anche perché l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta tarda ormai da oltre un anno e mezzo. C'era stato un accordo per approvarla definitivamente entro il 24, credo che per causa dei lavori parlamentari non debba slittare ulteriormente, quindi mi associo alla richiesta dei colleghi del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Io ho già i nominativi dei deputati che hanno chiesto di parlare, sia contro che a favore, quindi do la parola al deputato Enrico Borghi, che ha chiesto di parlare contro.

ENRICO BORGHI. Signora Presidente, noi stiamo affrontando un provvedimento che ha visto un forte lavoro istruttorio in sede di Commissione e di Comitato dei nove, e siamo in condizione di poter dire che qualora i gruppi dell'opposizione, segnatamente i colleghi del MoVimento 5 Stelle, interrompessero il percorso ostruzionistico che ci ha portati sin qui, saremmo in grado di calendarizzare nel più rapido tempo possibile il provvedimento che è stato richiesto. Quindi, la nostra proposta e richiesta di lavoro è quella di passare immediatamente all'esame del provvedimento, perché siamo in condizione di poterlo licenziare nel giro di poche ore, se stiamo al merito e non introduciamo elementi che nulla hanno a che vedere con le singole specificità del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Presidente, come ormai tutti sanno, tutti i gruppi politici presenti in quest'arco parlamentare sono a favore di realizzare questa Commissione d'inchiesta il prima possibile. Emendamenti alla mano, quindi secondo questo quest'accordo generalizzato che c'è tra noi, in quindici minuti, rinunciando alle eventuali dichiarazione di voto, riusciremmo a licenziare finalmente quello che è il provvedimento che vuole fare luce sui vari crac bancari, dalle popolari a Banca Etruria e Monte dei Paschi di Siena. In 15 minuti potremmo già cominciare a realizzare quella che è una Commissione, che altrimenti rischia di andare in fumo, perché, come si sta paventando, se si dovesse andare a votare ad ottobre, non ci sarebbero neanche i tempi tecnici per realizzare la prima seduta, e sarebbe l'ennesima presa in giro, l'ennesima ingiustizia nei confronti delle vittime di questi crac bancari.

Quindi non tiriamo fuori scuse, perché questo provvedimento sui parchi, relativo alla Commissione ambiente, ha altri 400 emendamenti, quindi sapete benissimo - il Presidente mi conforterà - che ci vuole moltissimo tempo per votare 400 emendamenti. Poi, abbiamo diversi altri punti all'ordine del giorno, quindi chiediamo questa inversione, che ci farebbe soltanto risparmiare tempo. Dobbiamo impiegare solo 15 minuti per realizzare una votazione e avere finalmente la partenza della Commissione d'inchiesta. Se lo vogliamo tutti, ci vuole veramente un quarto d'ora per votarla e fare un vero servizio al Paese. Credo che non ci sia nessuno che possa opporsi a questa richiesta di buonsenso, altrimenti significherebbe non voler far luce e quindi fare ostruzionismo sulle problematiche relative al nostro sistema bancario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 48 voti di differenza.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 119-1004-1034-1931-2012 - D'iniziativa dei senatori: D'Alì; De Petris; Caleo; Panizza ed altri; Simeoni ed altri: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 4144-A); e delle abbinate proposte di legge: Terzoni ed altri; Mannino ed altri; Terzoni ed altri; Borghi ed altri (A.C. 1987-2023-2058-3480) (ore 15,36).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 4144-A: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette; e delle abbinate proposte di legge nn. 1987-2023-2058-3480.

Ricordo che, nella seduta del 18 maggio, è stato da ultimo approvato l'emendamento 4.601 della Commissione, e che risultano ancora accantonati gli articoli aggiuntivi Venittelli 2.0200 e 2.0201, nonché Pellegrino 2.04.

Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 2.01000 e gli emendamenti 13.1000 e 28.1000, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A). Avverto, inoltre, che l'emendamento Giovanna Sanna 8.215 è stato ritirato dalla presentatrice.

Avverto, infine, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Chiedo al relatore, deputato Borghi, come intenda proseguire nell'esame del provvedimento.

ENRICO BORGHI, Relatore. Signora Presidente, confermerei l'accantonamento dell'articolo 2 e dei relativi emendamenti, e chiederei di proseguire dall'emendamento 4.477 Busto, sul quale c'eravamo fermati la volta precedente. I pareri sono già stati resi.

PRESIDENTE. Il Governo aveva già reso i pareri?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, avevo già espresso i pareri: concordo con il relatore.

(Ripresa esame dell'articolo 4 – A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.477 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione di una serie di emendamenti a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.476 Micillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.479 Micillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.478 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione di una serie di emendamenti a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.480 Busto.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.482 Micillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.26 Vella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 4.302 Malisani e 4.305 Kronbichler.

GIANNA MALISANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNA MALISANI. Grazie, Presidente. Ritiro l'emendamento 4.302 da me presentato che, ricordo, deriva dal parere espresso dalla Commissione cultura sul provvedimento in esame, perché c'è stata un'apertura della Commissione competente verso il tema che viene inserito di fatto nel successivo articolo 24. Infatti, l'articolo 24 introduce una modifica nella delicata disciplina dell'autorizzazione paesaggistica di competenza statale (ricordo l'articolo 9 della Costituzione) che viene sottratta alle soprintendenze e attribuita all'ente parco che deve avere un piano per il parco approvato e contenente valori paesaggistici riferiti alla disciplina del codice dei beni culturali ma, a nostro avviso, deve anche contemplare nell'organico le competenze adeguate alla tutela del paesaggio perché parliamo di paesaggio che rappresenta il risultato di millenni di storia in cui civiltà e culture diverse si sono succedute e intersecate, plasmando il territorio con la costruzione di antichi borghi, tecniche di coltivazione, terrazzamenti con muri a secco, modificandone la morfologia e l'aspetto, costituendone l'identità culturale. Quindi non è possibile né corretto svolgere valutazioni e individuare misure per la sua salvaguardia senza tener conto della profonda compenetrazione tra lavoro dell'uomo e ambiente naturale. Il paesaggio è forse il bene più fragile e più prezioso che dobbiamo tutelare in questo Paese. È per questo che sono necessarie adeguate competenze tecnico-scientifiche e personale qualificato in materia di tutela del paesaggio di cui a questo punto riparleremo durante l'esame dell'articolo 24.

SERENA PELLEGRINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Presidente, vorrei fare mio l'emendamento 4.302 Malisani proprio perché, per tutte le cose che ella ha detto e ha esplicitato in maniera chiara e inequivocabile, sicuramente è stata fatta un'apertura da parte della Commissione nell'articolo 24. E come sa, purtroppo le trattative, per quello che riguarda questo genere di argomenti, sono sempre molto complesse; invece, per dare sfogo alle attività produttive, che generalmente camminano sulle gambe del fossile, oppure del cemento, si sta pochi minuti. Qui stiamo parlando di un patrimonio enorme all'interno delle aree protette, che riguarda i beni archeologici, i beni architettonici, culturali: insomma, qualcosa che noi abbiamo definito in maniera molto semplice “la bellezza dell'Italia”, e che dovrebbe fare la nostra ricchezza, e non soltanto in termini materiali, ma anche in termini culturali e immateriali. Pertanto, Presidente, lo faccio mio.

SALVATORE MICILLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Presidente, soltanto per sottoscrivere anche noi questo emendamento.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Solo per chiarire all'Aula che la richiesta di ritiro è legata al fatto che la scelta che la Commissione ha compiuto è quella di non affidare alla legge la determinazione delle dotazioni organiche dei singoli enti parco. Per cui si condivide l'osservazione che è stata fatta presente e il motivo per il quale si è andati nella direzione che è stata ricordata; ma abbiamo già chiesto ad altri colleghi su altre casistiche di ritirare emendamenti con una dizione specifica e particolare alla qualificazione professionale in altri campi, e quindi per coerenza manteniamo la richiesta di invito al ritiro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, comprendo la logica delle dichiarazioni del collega relatore Borghi, ma non le condivido. È del tutto evidente che noi nella legge dobbiamo inserire delle norme di carattere generale che siano tese a salvaguardare quelle figure professionali e quelle attenzioni che sono indispensabili alla gestione di quell'area protetta, che è ricca di beni ambientali, archeologici e artistici, di tante cose; e che quindi le figure professionali adeguate alla valorizzazione e al mantenimento e alla conservazione di questi beni sono assolutamente indispensabili, specialmente in questo caso. Qui non c'entrano nulla le piante organiche, che ovviamente sono appannaggio degli enti amministrativi parco, che le predisporranno in relazione appunto a quelle che sono le normative di legge e ai propri bisogni: c'entra il fatto di stabilire un principio, e io penso che per questo l'emendamento debba essere votato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.302 Malisani, ritirato dalla presentatrice e fatto proprio dalla deputata Pellegrino, e 4.305 Kronbichler.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.498 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.501 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.499 De Rosa.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.46 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Adesso abbiamo una serie a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.494 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.492 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.49 Zaratti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Adesso abbiamo una serie a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.483 De Rosa, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.484 Micillo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Dobbiamo ora passare a una serie a scalare composta da sette emendamenti, da De Rosa 4.486 al Busto 4.491. Tali proposte emendative recano un identico contenuto, salvo che per la previsione concernente l'estensione minima e massima in termini di ettari del parco in relazione alla quale è commisurata la presenza di personale di sorveglianza. L'ordine di votazione di tali emendamenti è stato pertanto determinato in senso decrescente sulla base dell'intervallo intercorrente tra le suddette estensioni minima e massima. Nell'ambito di tale serie a scalare, individuata nei termini sopra indicati, verranno posti in votazione il primo (De Rosa 4.486), un intermedio (Micillo 4.490) e l'ultimo (Busto 4.491).

Allora, quindi iniziamo con l'emendamento 4.486 De Rosa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.486 De Rosa, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Allora, adesso c'è l'intermedio.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.490 Micillo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ultimo di questa serie.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.491 Busto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.306 Pellegrino e 4.307 Zaratti, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.502 De Rosa, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ora abbiamo un'altra serie a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.497 Busto, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.495 De Rosa, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.503 De Rosa, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.505 Benedetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.27 Laffranco, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.50 Zaratti, 4.225 Pellegrino e 4.87 Terzoni, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.51 Pellegrino, su cui i parere sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Relatore Borghi, qual è il parere della Commissione sul suo articolo aggiuntivo 4.0600?

ENRICO BORGHI, Relatore. Presidente, articolo aggiuntivo 4.0600 della Commissione: parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0600 della Commissione, su cui i pareri sono favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENRICO BORGHI, Relatore. Grazie, signora Presidente. Parere favorevole sull'emendamento 5.800 della Commissione, sul quale le chiederei poi la cortesia…

PRESIDENTE. Mi indica la pagina del fascicolo, per favore?

ENRICO BORGHI, Relatore. A pagina 25. Su questo emendamento le chiedo poi la cortesia di poter illustrare all'Aula qualche considerazione.

PRESIDENTE. Quando ci arriviamo, però.

Dunque, parere favorevole sull'emendamento 5.800 della Commissione. Sugli altri?

ENRICO BORGHI, Relatore. Su tutte le altre proposte emendative c'è un invito al ritiro fino all'emendamento 5.600 (Nuova formulazione) della Commissione, a pagina 29, sul quale il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Va bene; il parere è favorevole sull'emendamento 5.600 (Nuova formulazione) della Commissione.

ENRICO BORGHI, Relatore. Dopodiché, invito al ritiro fino all'emendamento 5.900, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, a pagina 33 del fascicolo, su cui il parere è favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo.

ENRICO BORGHI, Relatore. Su tutti gli altri invito al ritiro fino al 5.601 della Commissione, a pagina 43.

PRESIDENTE. Emendamento 5.601?

ENRICO BORGHI, Relatore. Esatto. Infine, a pagina 47, c'è un parere favorevole sull'emendamento 5.302 Mazzoli. Su tutti gli altri vi è una richiesta di invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Parere conforme al parere del relatore.

PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti 5.500 Pagani, a pagina 21 nel fascicolo, 5.201 Giovanna Sanna, a pagina 22, 5.218 Fiorio, a pagina 33, 5.18 Fiorio, a pagina 33, 5.501 Pagani, a pagina 34, 5.502 Pagani, a pagina 38, 5.223 Ginoble, a pagina 39, 5.503 Pagani, a pagina 48, 5.235 Venittelli, a pagina 23 e 5.236 Venittelli, a pagina 25, sono stati ritirati.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.102 Castiello e 5.200 Vella, con i pareri contrari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie Presidente. Questo è un punto su cui abbiamo discusso già la settimana scorsa e l'emendamento che presentiamo a questo articolo intende sopprimere tutta quella parte che va ad ampliare la disciplina del regolamento dei parchi anche alle cosiddette aree contigue. Ci sembra completamente assurdo affidare al regolamento del parco norme e funzioni che sono e che attengono soltanto alla potestà concorrente delle regioni e dei comuni. Da questo punto di vista ricordiamo quelle che possono essere le regolamentazioni delle tipologie di edilizia, ad esempio, il turismo, le attività artigianali, quelle commerciali, pastorali e agricole.

Non si possono affidare al regolamento del parco queste attività perché già sono normate e regolamentate dalle regioni. È vero che si può intervenire quando c'è di mezzo il primario interesse per la tutela dell'ambiente e giustificare da questo punto di vista ingerenze soltanto per quanto riguarda la concorrenza nelle regioni, e quindi a tutela del parco, ma sicuramente non si può intervenire su quelle aree che sono aree contigue, che sono aree di transizione che in un certo qual modo sono già regolamentate dalle regioni e dai comuni. Quindi si tratta di togliere competenza, autonomia e potestà a quelli che sono gli enti locali, che sono le regioni e i comuni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.102 Castiello e 5.200 Vella, con i pareri contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.202 Zaratti e 5.203 Pellegrino, con i pareri contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.52 Pellegrino, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.53 Pellegrino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione dell'Aula su questo emendamento: c'è un problema grosso nelle aree protette che deriva dalla grande moltitudine di cinghiali. Sappiamo bene che è un problema grosso e importante e che attacca soprattutto le attività produttive, quelle dell'agricoltura e dell'allevamento. Noi facciamo all'interno di questa norma anche lo specifico di tenere a bada il numero dei cinghiali all'interno delle aree protette. Chiediamo però anche che non si faccia allevamento di cinghiali, perché è una contraddizione in termini: se noi andiamo a chiedere l'abbattimento dei cinghiali è paradossale che diamo anche la facoltà di allevare questa specie. Ci stupiamo che questo emendamento non venga accolto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Voglio sottoscrivere questo emendamento. Voteremo favorevolmente perché anche a noi sembra completamente ragionevole pensare che nel momento in cui si pone come discrimine il fatto di avere un eccesso di cinghiali, nello specifico, e quindi la necessità di dell'abbattimento, sia obbligatorio fermare il ripopolamento. Quindi voteremo favorevolmente su questo emendamento.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Per chiarire all'Aula che durante il lavoro di Commissione è stato introdotto uno specifico articolo 9-ter che stabilisce il divieto di introduzione della specie cinghiale in tutto il territorio nazionale. Per cui appare assolutamente pleonastico l'approvazione di un emendamento, come quello proposto, tenuto conto del fatto che il testo, in altra parte, già lo prevede.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Avevo deciso di non intervenire perché aspettavo da parte del relatore la puntualizzazione, ma è una puntualizzazione che non puntualizza, lo devo dire. Un conto è il divieto di introduzione della specie su tutto il territorio nazionale, un conto è vietare l'allevamento di cinghiali all'interno delle aree protette. Sono due cose diverse. Io penso che la norma è più stringente nelle aree protette a ragione, perché nelle aree protette si prevedono i piani di contenimento della specie cinghiale che sta causando così tanti danni nel nostro Paese, a maggior ragione è vietato l'allevamento.

La norma condivisibile, che anche noi abbiamo votato in Commissione, che è quella che prevede il divieto dell'introduzione della specie nel territorio nazionale, è una scelta che noi condividiamo, ma che non c'entra nulla con questo emendamento.

Pertanto chiederei al relatore e al Governo di cambiare il parere, se possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Grazie, Presidente. Relativamente alla questione, sono d'accordo con quanto appena detto dal collega Zaratti, appunto: l'emendamento in sé non va in contraddizione poi con l'articolo successivo.

Inoltre, credo che sia importante rimarcare il divieto appunto di allevamento di cinghiali in zona parco e rimarcare anche il fatto che bisogna aumentare i controlli. Perché? Perché attualmente, anche per quanto riguarda la possibilità di rilasciare i cinghiali, questo dovrebbe avvenire solo in riserve adeguatamente recintate.

Vorrei sapere se questo Governo è andato a verificare laddove questa prescrizione viene rispettata. A vedere i risultati di cinghiali che arrivano nei posti più disparati, credo che il Governo abbia avuto una gran mancanza a riguardo di questa problematica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

CHIARA GAGNARLI. Sì, grazie Presidente, a sostegno di questo emendamento, in quanto rispetto effettivamente alla norma votata con il collegato agricolo risulta molto più stringente, in quanto nel collegato agricolo avevamo lasciato uno spazio per l'allevamento nelle aziende faunistico-venatorie e nelle aziende turistico-venatorie.

Quindi in quel caso avevamo contestato il fatto di aver lasciato, in un periodo appunto dove si parla di eccesso di cinghiali e dove non si riesce a risolvere quella che da anni viene chiamata emergenza cinghiali, la possibilità comunque di allevare e ripopolare questa specie all'interno delle aziende faunistico-venatorie.

Quindi con questo emendamento andiamo a restringere ancora di più la possibilità di avere l'introduzione di questo animale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.53 Pellegrino, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Laffranco, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5. 204. Castiello

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Questo emendamento, come quelli di una serie che verrà dopo, appunto a mia firma, a nome del gruppo della Lega, riguardano la parte che va a sopprimere quindi e vieta la caccia, l'attività venatoria, all'interno dei parchi.

Ora, considerando un fatto importante, che già per nome e per legge, l'attività venatoria è già regolamentata all'interno dei parchi, non si capisce per quale motivo s'intende ancora intervenire su quest'ultima.

La modifica introdotta infatti dall'articolo 11 introduce il divieto dell'attività venatoria nei parchi.

Questa è una previsione che va contro e contrasta con quelli che sono proprio i principi comunitari, dal momento che, secondo la Commissione europea, al pari delle altre attività socio-economiche, la caccia non è necessariamente in contrasto con le disposizioni di conservazione degli habitat.

Introducendo questi emendamenti si va a forzare sicuramente la norma.

Non solo: l'interdizione poi generalizzata dell'attività venatoria all'interno dei parchi porterà di fatto, come emerge anche dalle esperienze precedenti, a costituire dei vasti e incontrollabili ambiti territoriali, che si vanno a trasformare in formidabili serbatoi senza fine di specie nocive e quindi il cui proliferare pone problemi sicuramente gravi di gestione e di controllo.

Così, come ha anche evidenziato sia la Commissione agricoltura che quella per le questioni regionali, il testo va a scavalcare sono le competenze delle regioni per quanto riguarda appunto l'attività venatoria, che ripetiamo è già normata e quindi non si riesce a capire per quale motivo si vuole in qualche modo andare a forzare una norma già di per sé presente.

Si creano, da questo punto di vista, delle divergenze che determinano poi il proliferare - lo ripetiamo - di serbatoi esterni, che poi a quel punto risultano completamente incontrollabili.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.204 Castiello, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.84 Terzoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Sì grazie, questo emendamento sta cercando di aumentare i divieti che riguardano le attività impattanti che si sono sviluppate di recente negli ultimi anni, che sono appunto la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, la prospezione e la ricerca di tale coltivazione, il sorvolo di velivoli e di droni e in più cerca di dare una maggiore certezza, una maggiore forza al divieto di attività venatoria, che è già presente nel nostro ordinamento all'articolo 21 della legge n. 157 del 1992 e implicitamente, in questa stessa legge, si è ritenuto però di renderlo più esplicito e sottolinearne la centralità, collocandolo al primo posto in questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Utilizzo questo emendamento proprio per ribadire la contrarietà per la prospezione e la coltivazione degli idrocarburi e la ricerca degli idrocarburi all'interno delle zone parco, che è così fino ad oggi, cioè in questo momento è così all'interno della legge, ma che tra poco andremo a modificare, perché naturalmente quello che era stato recepito in Commissione poi andremo a modificarlo in Aula, con un colpo di mano all'ultimo minuto; vorrei poi ribadire che in queste uniche isole felici, dove dovremmo tutelare la biodiversità, esplicitare il divieto della caccia non mi sembra una richiesta così folle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco …

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Allora, devo revocare la votazione, c'era il relatore che voleva intervenire: prego, ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Per un chiarimento che chiedo venga anche acquisito agli atti, con riferimento anche ad altri emendamenti di colleghi, che poi sono stati ritirati, e per precisare due aspetti, tenuto conto del fatto che su quest'aspetto vi è stato anche un dibattito di carattere pubblico.

La norma, per come ci viene consegnata dal Senato e che noi confermiamo, pone un esplicito divieto all'attività venatoria all'interno delle aree protette. Con riferimento, invece, al tema delle aree contigue regionali, voglio rassicurare i colleghi, sottolineando il fatto che questa norma non modifica l'attuale normativa, che all'articolo 32 individua, in una specifica intesa tra la regione e l'ente gestore dell'area protetta interessata, la possibilità di organizzare e di disciplinare una serie di attività all'interno delle aree contigue, tra le quali la caccia, la pesca e le attività estrattive. Quindi, la disciplina prevista dall'articolo 32, relativa alle aree contigue regionali, non viene modificata.

Per quanto attiene, invece, alle aree contigue dei parchi nazionali, la presente fattispecie vale esclusivamente per un parco, che è il parco del Cilento che, ai sensi del decreto del presidente della giunta regionale della Campania 26 marzo 2001, n. 516, ha emanato il regolamento delle aree contigue. Non risulta nessun altro parco nazionale che abbia istituito le aree contigue.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terzoni 5.84.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.211 Zaratti, su cui i parerei sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.205 Polidori e 5.208 Abrignani, sui quali i parerei sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.210 Castiello, su cui i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.800 della Commissione.

ENRICO BORGHI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI, Relatore. Sì, grazie, per illustrare all'Aula il lavoro che la Commissione ha condotto su questo specifico punto, affinché si possa fare una valutazione compiuta, rispetto al percorso con il quale siamo arrivati sin qui.

Ricordo che stiamo intervenendo sulla modifica dell'articolo 11 della legge originaria, quella che stabilisce quali siano le fattispecie vietate di attività all'interno delle aree protette.

Nel corso della discussione in Commissione, e segnatamente nel corso della riunione di mercoledì 8 marzo 2017, quattro gruppi presentarono un pacchetto di emendamenti, che andava sostanzialmente in un'analoga direzione, ovvero nell'esigenza di integrare la normativa esistente - che oggi stabilisce il divieto di apertura e esercizio di cave, di miniere, di discariche, nonché l'asportazione di minerali - con l'allargamento del novero dei divieti anche agli impianti di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Andavano in questa direzione, in particolare, gli emendamenti sottoscritti dai colleghi Zaratti, Pellegrino, Melilla e Nicchi, da parte dei colleghi Terzoni, Busto, Micillo, Daga, De Rosa, Mannino, Zolezzi e Vignaroli, che poi ritirarono il loro emendamento, dei colleghi De Mita e Cera e dei colleghi Tino Iannuzzi, Realacci e del gruppo Partito Democratico in Commissione.

Al termine di una discussione approfondita, la Commissione convenne che l'emendamento presentato dal collega Tino Iannuzzi, primo firmatario, 5.101 - di cui do lettura: “nel territorio dei parchi e nelle aree contigue sono vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi” - riassumesse in sé lo spirito della norma proposta anche dagli altri proponenti. Quindi, in questo senso, con parere favorevole del Governo, l'emendamento venne approvato.

Successivamente, nel corso degli esami delle altre Commissioni, sono pervenute una serie di osservazioni, e significativamente da parte della X Commissione, che andavano nella direzione di chiarire la normativa dal punto di vista della garanzia delle attività estrattive in corso.

Con una serie anche di relazioni tecniche a seguito prodotte, l'emendamento 5.800 va a riassumere le osservazioni fatte sia dalla X Commissione che dai rilievi fatti all'interno dalla discussione in V Commissione, precisando che all'emendamento Tino Iannuzzi ed altri debbono essere aggiunte le parole: “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad essa strettamente conseguenti”.

Sotto questo profilo, signora Presidente, per una corretta interpretazione della norma, vorrei chiarire che per il relatore tale emendamento fa salve unicamente le attività estrattive di idrocarburi già esistenti e le sole attività strettamente conseguenti alle estrazione in corso, quali ad esempio le attività di messa in sicurezza o di manutenzione di pozzi esistenti, oltre ovviamente al ripristino ambientale. Pertanto, a giudizio del relatore di fronte all'Aula, la norma vieta nuove ricerche, nuove prospezioni e nuove estrazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. È spiacevole constatare che, quando si arriva a un punto importante di convergenza da parte di tutta una serie di forze politiche su un punto qualificante di una legge, così come è accaduto in questo caso: perché, lo ricordava bene il relatore Borghi, c'erano quattro gruppi che in questa legge volevano inserire una norma stringente che impedisse lo sfruttamento minerario all'interno dei parchi e delle aree protette, e si è trovata una sintesi che effettivamente rende impossibile questo sfruttamento, che peraltro è talmente ovvio sia in palese contraddizione con qualunque piano di conservazione della natura.

Dopodiché ovviamente, come spesso avviene, la tela che si costruisce di giorno qualcuno la distrugge durante la notte. Purtroppo è il caso che ci troviamo a vivere, perché l'emendamento a seguito di ulteriori approfondimenti che è stato presentato, quello cioè che vengono fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti, di fatto rende inutile e praticamente di nessuna efficacia la norma che con tanta fatica eravamo riusciti a costruire.

Questo subemendamento di fatto lascia mano libera all'interno delle aree protette, perché quando si dice “le attività estrattive in corso e quelle strettamente conseguenti”, si utilizza una formula talmente vaga che permetterà nelle aree predette qualunque tipo di operazione. E di questo non sono convinto solo io: è convinto anche il relatore Enrico Borghi, il quale ha avuto la necessità di esprimere già un parere preventivo rispetto all'interpretazione autentica di questa norma. E quando si pone una norma che ha necessità di un'interpretazione autentica preventivamente, è evidente che è una norma sbagliata, è una norma ambigua.

Ora, questa legge ha molti difetti e alcune qualità; ma questo è un difetto assolutamente imperdonabile, perché è del tutto evidente che le attività estrattive di carattere produttivo, e anche di carattere di ricerca, in questo modo potranno continuare ad andare avanti, in modo particolare anche quelle di ricerca. Siccome io penso che noi in quest'Aula cerchiamo di fare quello che è il bene collettivo, il bene della nostra comunità, sappiamo che per quanto riguarda le concessioni in corso le concessioni sono in atto, e che quindi questa ulteriore specificazione che viene posta in questo emendamento è una specificazione che serve soltanto a fare in modo che qualcuno possa continuare nei territori dei nostri parchi e delle nostre aree protette, in modo particolare della Val d'Agri, a continuare a fare ciò che vuole. Io penso che questo sia sbagliato, penso che questo sia contro la volontà dei cittadini: in modo particolare della Basilicata, i quali, unica regione, hanno votato in stragrande maggioranza “sì” al referendum che voleva vietare le trivelle nel nostro Paese. Quindi, per rispetto a quella comunità, per rispetto delle nostre aree protette, io penso che questo emendamento debba essere bocciato (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, questa strategia come si collega con la Strategia energetica nazionale, come si collega con la lotta ai cambiamenti climatici, il cambio di paradigma, gli investimenti che devono andare verso le rinnovabili, se continuiamo a tutelare chi fa affari col petrolio? Questo non lo facciamo solo in aree non tutelate, ma nelle aree di maggior tutela del nostro Paese! Non è che non abbiamo vissuto i momenti dello “sblocca Italia”, quando di notte, arrivava De Vincenti a dire che si doveva dare la priorità a certi tipi di impianti passando sopra al volere dei cittadini, dei territori, e fregandosene della Costituzione.

Queste cose le abbiamo vissute! Il fatto che questo Governo, in continuità o in sostituzione, ma insomma sono sempre le stesse persone, del Governo Renzi, continui a portare avanti questo tipo di politica, nonostante ce ne racconti un'altra in televisione e sui giornali, non prende più in giro nessuno. Noi stiamo andando a dire che assolutamente dobbiamo tutelare in ogni modo non la biodiversità, non gli animali, non le piante: dobbiamo andare a tutelare all'interno dei parchi gli impianti di trivellazione. Ma perché? Abbiamo un 10 per cento di territorio protetto: ma proprio in quel 10 per cento dobbiamo andare a fare le trivellazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Non possiamo cercare di diminuirle, e cercare di andare alla dismissione di questi impianti? Tanto a livello internazionale ci hanno detto che molto del greggio dovrà rimanere sotto terra, perché non lo dovremo sfruttare, perché per stare dentro i parametri di Parigi, della COP21, dovremo sicuramente lasciarne una buona parte sotto terra, e non sarà utilizzabile. Allora perché noi dobbiamo tutelare questi impianti?

Dopodiché appunto, è già stato detto,: il collega Borghi viene a raccontare la sua interpretazione. Iniziamo già qui dall'Aula con le interpretazioni di questa frase, perché non ha nessun termine tecnico! Quando si parla di attività, cosa intendiamo: la prospezione, la ricerca? Cosa intendiamo, la coltivazione? Non è assolutamente specificato, e lì inizieranno battaglie legali sul cosa dobbiamo fare con questo emendamento, con questa parte della legge.

E poi, tutte le attività strettamente connesse e conseguenti. Cosa vuol dire? Che apriamo con un bel cavallo di Troia alla possibilità di andare avanti con le prospezioni nei parchi, dopo esserci fatti belli, nelle settimane scorse, dicendo che avevamo tutelato i parchi dalle trivellazioni! Allora prendersi continuamente in giro è assurdo, perché il giochino l'abbiamo scoperto. Allora mettete il marchio del vostro distributore preferito a fianco di quello del PD e andiamo avanti, perché non c'è possibilità di andare avanti con delle frasi fatte sul territorio, sul clima, sulle battaglie ambientaliste, sulle rinnovabili, e poi presentarsi con emendamenti di questo tenore qui in Aula. Almeno fate qualcosa di tecnico, qualcosa che non sia interpretabile: schieratevi apertamente! Così vi state schierando coi petrolieri, ma già lo sapevamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, aggiungo alle parole del collega De Rosa due riflessioni, perché il collega Borghi ci ha abituati a parole nel nulla già in passato. Ricordo a tutta l'Aula le amplissime considerazioni espresse da lui sulla fantastica creazione delle oil free zone: dovevano essere delle zone dove era vietato qualsiasi atto di trivellazione. Tant'è che è talmente inutile quella situazione, per cui oggi ci troviamo ancora a discutere in quest'Aula, che possiamo vietare o non vietare le trivellazioni petrolifere!

Attenzione che i pareri della X Commissione sono stati scritti dall'ENI, in un momento storico in cui ad esempio nel parere della relatrice Bargero c'era un passaggio che poi rivedremo più avanti all'articolo 8, che imponeva di non andare a tassare ulteriormente con le royalty le compagnie petrolifere. Allora vogliamo parlarci chiaramente? Vogliamo scrivere nero su bianco che le trivellazioni nei parchi non si possono fare, ma nemmeno l'attività di ricerca, perché altrimenti state aprendo tutta una storia perché le attività conseguenti di un permesso di ricerca ed estrazione, le attività conseguenti è anche la ricerca: non scrivete parole vaghe, perché altrimenti voi state solo facendo e prestando il fianco alle trivellazioni nei parchi.

PRESIDENTE. Grazie.

DAVIDE CRIPPA. Collega Borghi, il Parco del Ticino sta aspettando un parere chiaro su questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Intanto saluto gli studenti e i docenti della scuola media “Paolo Uccello” di Firenze, qui presenti e stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi). Ben arrivati. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Presidente, nessuna demagogia per descrivere questo emendamento così come proposto dalla Commissione. Sì, è vero: l'emendamento Iannuzzi, che ho sottoscritto anche io, che vieta le prospezioni all'interno delle aree protette ci metteva al riparo. In realtà che cosa accade? Che da quel momento in poi, come ho detto anche l'altro giorno, cominciano le trattative, le trattative tra altri stakeholder con il Governo; e quindi accade che si cerca di trovare un piccolo spiraglio per continuare ad effettuare le trivellazioni all'interno delle aree protette. Tant'è che in un emendamento successivo, che mi sarà bocciato perché mi è stato dato parere favorevole, io dico che almeno dal 2020 si interrompa, a prescindere che ci sia o meno petrolio o gas all'interno delle aree protette.

Bene. Vi faccio un piccola narrazione: nel 2016, a gennaio 2016 questo Parlamento ha stabilito che vietava le prospezioni entro le 12 miglia. Ve lo ricorderete tutti, vero? Ebbene, con un decreto ministeriale il Ministro Calenda adotta un decreto amministrativo, e quindi bypassa il Parlamento, e dice che si possono fare delle varianti ai programmi di lavoro. Pertanto, apre di nuovo alle prospezioni petrolifere all'interno delle 12 miglia, che erano state cassate proprio da questo Parlamento per evitare uno dei quesiti referendari del 17 di aprile. Chi mi garantisce che domani mattina uscirà fuori un nuovo decreto ministeriale che metterà proprio in atto quelle ad esse strettamente conseguenti? Nessuno impedirà al Ministro di fare delle nuove prospezioni petrolifere. Quindi, attenzione, cari colleghi, perché qui c'è veramente lo zoccolo nella porta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. Superato l'articolo 4, in cui si parlava, appunto, di competenza che volevamo inserire all'interno dei parchi, perché noi crediamo assolutamente che i nostri parchi siano patrimonio culturale internazionale; inoltre loro hanno aggiunto che si possono tranquillamente fare esercitazioni dei militari; inoltre adesso si aggiungono anche le trivellazioni da fare nei nostri parchi. Allora, Presidente, credo che sia impossibile concepire che all'interno di un nostro parco nazionale si attui una trivellazione per esplorazione di petrolio. È il contrasto più grande che ci possa essere in questo momento, petrolio e ambiente, petrolio e cambio dei nostri parchi. Ecco, credo che sia ancora una volta la dimostrazione di come vorremmo tutelare i nostri parchi, e, invece, dall'altra parte, ci propongono ancora petrolio e trivellazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Non voglio rivolgermi a quest'Aula, perché qui tutti sanno che i partiti, e in particolare il Partito Democratico, sono finanziati dalle lobby. In particolare, è evidente, con questa ulteriore marchetta, che il Partito Democratico va a braccetto con i petrolieri, come già dimostrato con lo scandalo dell'ex Ministro dello sviluppo economico Guidi. Mi rivolgo ai ragazzi che stanno qui in platea e agli italiani fuori, perché devono rendersi conto che questa ipocrisia deve finire. Non è possibile, da una parte, stipulare degli accordi per la tutela ambientale e per la tutela della salute pubblica e poi farne carta straccia. Ricordo che oggi ENI ha ammesso di aver sversato diverse sostanze tossiche nell'invaso del Pertusillo, in Basilicata, in Val d'Agri. Quello è un territorio protetto e quell'acqua, che oggi è stata ormai confermato essere inquinata, dà da bere a 4 milioni di pugliesi e a tutta l'attività agricola in Puglia. Quindi, rendetevi conto del crimine che voi state facendo ai vostri cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI. Dunque, nella legge n. 394 del 1991, in sostanza, si prevedono dei divieti per le attività e le opere che possono compromettere il paesaggio e gli ambienti naturali, nonché la fauna e la flora in essi esistenti. Quindi, in teoria, vorrei chiedere anche ai cittadini che ci stanno seguendo se per loro rientra in questa categoria, ad esempio, un'attività di estrazione di idrocarburi, se possono essere attività che compromettono, appunto, il paesaggio, l'ambiente, la flora e la fauna. Io credo di sì. A parte il fatto che era lapalissiano nella legge del 1991, adesso, nella nuova legge, secondo il PD, leggiamo questa fantastica schizofrenia normativa: nel territorio dei parchi e nelle aree contigue sono vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi – attenzione, attenzione - fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti. Se questa non è schizofrenia normativa, non so come chiamarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento..

PRESIDENTE. Deputato Crippa, sul Regolamento? Ho ancora molti interventi, però, se è sul Regolamento, prego.

DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Mi scusi, ma, a questo punto, è una considerazione sul Regolamento che abbiamo fatto la settimana scorsa rispetto a un emendamento, il 5.800, che è proprio questo che oggi abbiamo in esame. Visto che è lei direttamente presente, vorrei segnalarle questo fatto: l'emendamento in questione della Commissione ha avuto una condizione obbligatoria della Commissione bilancio ed aveva, prima di questa dichiarazione da parte della Commissione bilancio di necessità per poter approvare il provvedimento, una serie di subemendamenti.

Visto che in qualche modo stiamo discutendo, come lei può vedere, di una parola che possa dire o meno conseguentemente i titoli di concessione, e le congiunzioni e gli aggettivi possono predeterminare un'interpretazione che può essere molto molto pesante da un punto di vista normativo, già mi ero permesso di segnalare la settimana scorsa che le modalità con cui di fatto è stato vietato a quest'Aula di poter discutere i subemendamenti, perché recepiti dentro una condizione della Commissione bilancio, a mio avviso rende quest'Aula molto inerme davanti a una condizione della Commissione bilancio che nulla ha, dal punto di vista del contenuto, rispetto a una materia del bilancio.

A un certo punto viene fatto riferimento ad attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti: evidentemente, qui dentro non c'è un'espressione chiara, netta, di coperture piuttosto che.

Potevo andare a emendare “strettamente conseguenti” togliendo “strettamente” e mettendo solo “conseguenti”, togliendo tutto.

Perché a quest'Aula viene vietato, di fatto, di poter emendare un testo, perché, di fatto, anche se ci sono dei precedenti in questo senso, sono troppo pochi per fare una prassi, Presidente. Due precedenti di questa situazione sono troppo pochi per poter impedire a un'Aula, su un tema così trasversale e così importante, la capacità di emendare.

Presidente, la pregherei, anche in questo caso, di provare a riconsiderare i subemendamenti su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Credo che questo tema fosse stato già sollevato da lei in precedenza in Aula, era Presidente di turno la Presidente Sereni; non posso che confermare quanto già illustrato all'Aula dalla Presidente Sereni. Di fatto, il parere espresso dalla Commissione bilancio, che ha condizionato, come lei segnalava, il parere favorevole sul testo del provvedimento all'approvazione dell'emendamento 5.800 della Commissione, poiché era condizionato, quindi sono decaduti i subemendamenti a quest'ultimo riferiti, cioè a quell'emendamento.

La ratio è quella che già è stata espressa a quest'Aula attraverso una sua osservazione, deputato Crippa; se vuole, continuo anche a spiegare dal punto di vista procedurale perché questo avviene, ma lei avrà presente, come già è stato illustrato dalla Presidenza di turno, che le condizioni espresse dalla Commissione bilancio hanno un regime procedurale ad hoc previsto dall'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento e strettamente connesso alla peculiare funzione riconosciuta alla Commissione bilancio in ordine alla verifica degli effetti finanziari del provvedimento.

In particolare, l'ultimo periodo del citato comma 4-bis prevede - cito - che non è ammessa la presentazione di subemendamenti al fine di garantire che il testo formulato dalla Commissione bilancio sia posto in votazione ed eventualmente approvato nella sua interezza. Per la stessa ragione, non è ammessa la votazione per parti separate. Dunque, tale regime non può che applicarsi, ovviamente, anche nel caso in cui, come in questa circostanza, la condizione della Commissione bilancio sia riferita a un emendamento presentato dalla Commissione.

Del resto, in tal senso sono i precedenti relativi alle sedute del 24 febbraio 2016, in cui si esaminava il testo unificato delle proposte di legge in materia di conflitti di interesse, e del 15 settembre 2016, in cui si esaminava la proposta di legge riguardante la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo. Quindi, diciamo che la lettura che noi abbiamo dato è in coerenza anche con i precedenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, la ringrazio. Credo che questo sia un tema nodale, che va al di là della vicenda dell'emendamento in sé. In fondo, l'emendamento prova a mettere una toppa a una decisione che era stata presa che aveva fatto discutere il Paese, cioè l'idea che nei parchi nazionali non si potesse fare attività mineraria. Questo è quello che si diceva. Si può essere a favore o contro, però poi magari si è scoperto che gli insediamenti petroliferi più significativi che ci sono in Italia coincidono con parchi nazionali.

Quindi, tra le due l'una: o il Governo ha una strategia energetica per il Paese, per cui ritiene che può fare a meno della coltivazione di questi parchi minerari che coincidono con parchi nazionali - i parchi nazionali più importanti d'Italia: Pollino e Val d'Agri -, oppure giochiamo una commedia degli equivoci che la delicatezza del tema non merita. Né si può dire che noi diamo un'interpretazione estensiva o restrittiva; si tratta di decidere cosa fare delle risorse naturali, tra cui le risorse minerarie, e il regime di compatibilità tra l'utilizzazione di queste risorse minerarie e le risorse ambientali. Se c'è una condizione di compatibilità si va avanti e si tiene conto degli investimenti fatti; se ci sono, invece, condizioni di incompatibilità, per cui questo Governo nella sua strategia ritiene che le risorse ambientali prevalgono rispetto allo sfruttamento minerario, bisogna avere l'onestà intellettuale di tirarne le conseguenze perché c'è una criticità obiettiva.

Io ho ricevuto - ma credo anche altri colleghi parlamentari - proteste da parte dei presidenti dei parchi nazionali che ritengono che il tentativo di mettere una toppa non sia funzionale, cioè non si può, per un verso, stabilire che c'è un'incompatibilità tra l'esercizio dell'attività industriale mineraria e la permanenza dei parchi nazionali e, d'altro canto, poi stabilire che sono fatte salve le attività esistenti. Le attività esistenti - e concludo Presidente - non sono statiche ma sono dinamiche, perché le attività minerarie sono una coltivazione, non sono un foro che si fa nel terreno; sono attività naturalmente connesse che significa, se le teniamo, investimenti, altre perforazioni, attività di ampliamento e, cioè, di valorizzazione del deposito minerario.

Quindi, io gradirei che questo tema venisse affrontato nella sua complessità e gradirei, signora Presidente, che qui ci fosse anche il Ministro dello sviluppo economico…

PRESIDENTE. Concluda, deputato.

COSIMO LATRONICO. …se ha qualcosa da dire su questo tema al Parlamento e al Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Io ho ascoltato con piacere gli interventi, perché è evidente che la strategia energetica non c'è in questo Paese, almeno questo Governo non ha una strategia energetica che cerchi di superare l'utilizzo delle fonti fossili. Ciò è evidente ed è evidente anche da questo piccolo emendamento, un piccolo emendamento che sembra proprio scritto per aiutare le piccole aziende in difficoltà come l'ENI, per esempio, che in Val d'Agri, come si ricordava adesso, ha appena perso 400 tonnellate di petrolio e contaminato 6 mila metri quadrati, 6 mila metri quadrati in cui c'è anche una diga, la famosa diga del Pertusillo, da cui attinge acqua l'agricoltura e non solo l'agricoltura ma anche gli esseri umani che la bevono.

Ora il problema è evidente: questo emendamento è una presa per i fondelli. Ritiratelo il prima possibile!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, ricordo ciò che è successo in Basilicata, con questa perdita di oltre 400 metri cubi di petrolio realizzata da una società sì multinazionale ma con base italiana, l'ENI. Ma dobbiamo pensare che abbiamo chi trivella in Italia e che è all'estero, con sedi negli Stati Uniti, e l'interesse e l'amore per il nostro territorio è ancora minore (hanno appunto attività anche nelle zone di parco nazionale). Forse questo Governo non pensa che stiamo parlando di parchi ma forse di parcheggi e bisogna, appunto, asfaltare tutto, come è successo in Basilicata. Pensa che non siamo in un territorio privilegiato ma in un gioco, in un gioco d'azzardo come al solito. Penseranno a “parco dalla vittoria”, penseranno a “vicolo stretto”, penseranno di avere il monopolio sulla nostra vita e sulla nostra salute. Non finiamo in un vicolo stretto, ma questo Governo porta tutti in un vicolo cieco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. È chiaro, quando si scrivono questi tipi di emendamenti, qual è la volontà della maggioranza che, per l'ennesima volta, getta la maschera dell'ipocrisia. Allora, “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti” vuol dire continuare a calpestare e a devastare i nostri parchi.

Io vorrei citare un caso, che è quello calabrese che seguo da vicino. Io ho presentato anche un'interrogazione al Governo su questa vicenda; mi riferisco all'area marina protetta di Isola Capo Rizzuto, dove insistono delle piattaforme estrattive dell'ENI. La stessa ENI ha fatto una relazione di indagine geofisica su quella zona perché a quanto pare a furia di estrarre gas c'è un fenomeno di subsidenza, con un rischio elevatissimo anche per la salute pubblica dei cittadini. Quindi, a furia di estrarre gas si sta abbassando la crosta terrestre, provocando anche diversi terremoti.

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO PARENTELA. Ora, invito la maggioranza a ritirare subito questa schifezza di emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Placido. Ne ha facoltà.

ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Io vorrei dire al collega relatore - e lo dico non provocatoriamente - che se l'interpretazione autentica di attività strettamente conseguenti è quella che lui ci ha detto qui e non altro, ovvero messa in sicurezza e ripristino, che il Governo lo scriva, tanto per cominciare, perché siamo abituati - e per ultimo lo ha ricordato la collega Pellegrino - a tutta una serie di artifizi che dallo “sblocca Italia” in poi, fino alle deroghe date entro le 12 miglia, hanno consentito ripetutamente alle compagnie petrolifere in questo Paese di fare quello che hanno voluto.

Io ricordo - e da questo punto di vista non c'è bisogno di aggiungere nulla alle cose che il collega Latronico ha già detto: le attività di estrazione non sono un buco; sono per definizione attività dinamiche - che oggi in questo Paese è in corso un'inchiesta di grandi dimensioni per un disastro ambientale probabilmente provocato dall'ENI in Val d'Agri e siamo in presenza del fatto che, quand'anche si volessero ipotizzare bonifiche, non avendo la regione Basilicata approvato nessun piano delle acque…

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONIO PLACIDO. …non si saprebbe neppure come e dove bonificare. Volete replicare questa “buona” prassi portandola ad altri parchi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Già una mano misteriosa recentemente ha tolto poteri all'ANAC durante l'esame del decreto correttivo del codice degli appalti. Adesso con lo stesso metodo vediamo che misteriosamente questa volta viene introdotta una norma che permetterà di poter trivellare nei parchi e nelle aree protette. Allora, per quanto riguarda i potere all'ANAC c'è la possibilità, nella “manovrina” in questi giorni, di recuperare questo errore del Governo. Ma adesso mi chiedo se questa maggioranza e questo Governo intendano ritirare questa vergognosa norma che mette ancora una volta in pericolo le nostre bellezze ambientali a favore, ovviamente, di attività speculative e lucrative che non hanno di certo portato ricchezza ad una regione povera come la Basilicata, già dilaniata da queste attività.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tino Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Grazie, Presidente. Il gruppo del PD in Commissione ambiente si è molto battuto per introdurre nella riforma il divieto di ricerche, di prospezioni e di estrazioni di idrocarburi nei parchi e nelle relative aree contigue. Penso che tutta la nostra discussione deve muovere da questo dato, perché proprio sulla proposta emendativa da noi presentata si realizzò un consenso molto forte in Commissione, vedendo nella nostra proposta l'ipotesi più compiuta e più adeguata nella fattispecie per introdurre questo divieto.

Noi lo abbiamo fatto profondamente convinti che quando un territorio viene riconosciuto di tale pregio paesaggistico, di tale valore ambientale e naturale da essere delimitato e ricompreso all'interno di un parco, quel riconoscimento ha una conseguenza importante ed ineludibile: che le attività che vanno sostenute e incentivate nel parco sono quelle collegate non all'estrazione di idrocarburi, ma allo sviluppo sostenibile. In questo senso abbiamo presentato l'emendamento. Questa è la nostra posizione, con forza e convinzione. Voglio anche precisare che quando si parla di aree contigue, questo concetto non può essere inteso in senso fisico-geografico, vale a dire le aree adiacenti, confinanti o vicine al perimetro del parco, ma in senso giuridico, così come è scolpito dall'articolo 32, della vigente legge n. 394 del 1991, o dall'articolo 5 della proposta al nostro esame, cioè come quelle aree che, proprio per il loro valore, sono identificate e definite da ciascuna regione d'intesa con l'organismo di gestione del parco con un provvedimento formale ed ufficiale.

Ora, tutti noi sappiamo bene che il percorso parlamentare di ogni proposta emendativa incontra il vaglio fondamentale e vincolante della Commissione bilancio. Nella nostra fattispecie, nella seduta del 4 maggio, la Ragioneria generale ha depositato in Commissione bilancio una relazione tecnica che, facendo seguito anche alle segnalazioni del Mise, ha espresso parere contrario alla prosecuzione dell'iter parlamentare del divieto che avevamo introdotto per la preoccupazione di effetti finanziari negativi, ovvero di minori entrate, derivanti dalle aliquote della produzione di idrocarburi. Allora la VIII Commissione si è trovata di fronte alla necessità di confrontarsi e interloquire con la Commissione bilancio, evidentemente con l'obiettivo di evitare che il divieto che avevamo introdotto, e che vogliamo sia presente nella riforma, venisse a essere cancellato ed eliminato dal testo della riforma per i rilievi finanziari che erano stati avanzati e formalizzati.

Da questo punto di vista, io voglio anche dare atto al relatore di aver proposto alla VIII Commissione, nella interlocuzione con la Commissione bilancio (rispetto alla quale voglio anche dire che noi siamo stati sempre convinti che il divieto non può riguardare le estrazioni in corso, i pozzi esistenti, che sono regolati da preesistenti rapporti giuridici tra i soggetti interessati), un'ipotesi emendativa che teneva conto dei rilievi vincolanti dalla Commissione bilancio e della Ragioneria, la più possibile circoscritta e limitata. In questo senso, l'emendamento va proprio in questa direzione, perché fa salve le attività estrattive in corso, ed unicamente le attività strettamente conseguenti ai pozzi esistenti. Io ritengo che le considerazioni del relatore sull'interpretazione dell'emendamento ora in votazione sono fondate ed esatte e riguardano attività di messa in sicurezza e manutenzione dei pozzi esistenti, di ripristino ambientale o di sicurezza dei siti, ma certamente non nuove ricerche, non nuove prospezioni, non nuove estrazioni.

Questa è la nostra posizione. L'abbiamo sostenuta, la sosteniamo e la sosterremo, come Partito Democratico, perché il futuro dei parchi per noi non è legato alle attività estrattive, ma allo sviluppo ecocompatibile e sostenibile che punta sulla valorizzazione delle vocazioni profonde dei territori, sul rispetto delle risorse naturali, ponendo insieme tradizioni, innovazione, green economy, produzioni tipiche e tecnologie. In questo senso noi ci siamo mossi, perché il divieto che abbiamo introdotto con una norma fondamentale che riguarda gli idrocarburi per i parchi e per le aree contigue, è un tutt'uno con la nostra visione dei parchi che passa per il rifinanziamento del piano triennale di interventi nelle aree protette per 30 milioni o con l'introduzione di forme e misure di fiscalità di vantaggio, perché il futuro dei parchi per noi è legato a questa visione, la visione dello sviluppo ecocompatibile. Per questo ci siamo battuti con forza e con determinazione, per introdurre un divieto fondamentale nell'ambito della riforma dei parchi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Presidente. Anche se si parla di pozzi esistenti, in questo emendamento rimane a mio avviso un ossimoro di fondo mettendo insieme, tentando di coniugare, le attività estrattive con le aree protette. Su questo punto bisogna essere molto chiari: le attività estrattive, in modo particolare di idrocarburi, sono incompatibili con la protezione dell'ambiente, con la tutela della flora, con la tutela della fauna, eccetera.

Questo perché sono attività particolarmente impattanti, perché sono attività che determinano inquinamento dell'aria attraverso la desolforazione, producono nitrati, composti organici volatili, possono indurre micro-sismicità e possono anche determinare in certi casi incidenti rilevanti. Quindi Presidente, vado a concludere, la maggioranza rifletta sulla pericolosità di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dell'Orco. Ne ha facoltà.

MICHELE DELL'ORCO. Allora, anche qui state dimostrando ulteriormente che questo Governo, e questa maggioranza, sono il Governo sicuramente delle banche, sicuramente dei Rolex (vedo che siete grandi appassionati), ma anche dei petrolieri.

Cosa avete fatto riguardo alla situazione ambientale solo nell'ultimo anno? Io ricordo lo scandalo Tempa Rossa, ricordo che avete boicottato il referendum che riguardava le trivelle in mare vicino alle coste, avete portato le trivelle anche sui territori perché vediamo le varie regioni amministrate da voi che stanno portando avanti delle delibere (io sono emiliano, penso al modenese e al reggiano dove vi sono sondaggi preventivi e propedeutici alle trivelle sui territori), e adesso, in questo decreto, autorizzate anche le trivellazioni nelle aree protette. Mancano solo ormai le trivellazioni direttamente nei giardini di casa dei cittadini. È veramente assurdo, e la cosa più patetica è che, quando autorizzate qualcosa sul locale, sento parlamentari che si lamentano a livello nazionale (“bisogna valutare”); quando è invece lo Stato, il Governo, voi, ad autorizzare qualcosa, gli stessi vostri amministratori si lamentano sul territorio. Questo è veramente patetico ed è tutto meno che ambientalista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

DANIELE PESCO. Grazie Presidente. Siamo di fronte ad un'altra azione decisa del PD a vantaggio dei soliti petrolieri. Petrolieri che abbiamo viste in azione in Basilicata, Tempa Rossa, abbiamo visto anche nel lago del Pertusillo, lago inquinato per le attività estrattive in corso, ma soprattutto per i mancati controlli.

In Italia non siamo capaci a fare i controlli sulle attività estrattive e quindi i fanghi dell'estrazione vanno dove vogliono, dove vogliono i petrolieri e vanno ad inquinare le falde acquifere dell'acqua che beviamo noi quando andiamo in Basilicata, dell'acqua che bevono i cittadini di quelle regioni, i cittadini pugliesi. È una vera vergogna. E noi cosa andiamo a fare? Andiamo a dare ancora la possibilità di scavare all'interno dei parchi perché quest'emendamento è scritto troppo male, dovremmo inserire quanto meno dei limiti temporali, in realtà non c'è nessun limite, dovremmo contingentare le attività che possono fare ed invece non c'è nessun contingentamento. Presidente, questa è una vera vergogna, invito i deputati del PD a ritirare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brugnerotto. Ne ha facoltà.

MARCO BRUGNEROTTO. Grazie Presidente. È quasi disarmante, però allo stesso tempo anche avvincente, vedervi come usate le parole, proprio come sapete aggiungere quelle due, tre parole su un emendamento che possano stravolgerlo totalmente e dare di fatto la possibilità di trivellare i parchi. Fate così con i parchi, come con altre cose. Per esempio, nel Veneto, che state devastando con le sostanze perfluoroalchiliche che lasciate tranquillamente inserire nel terreno, le lasciate sversare nel terreno.

Un'altra cosa che ammiro di questo Governo è la puntualità, la precisione svizzera, tanto per restare in tema di orologi, con cui accettate l'invito di una multinazionale o di una lobby, quando è il momento giusto, proprio con cadenza perfetta, a modificare questi emendamenti che invito il Governo a ritirare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vignaroli. Ne ha facoltà.

STEFANO VIGNAROLI. Grazie Presidente. Ci risiamo: il Governo e il PD perdono il pelo, ma non il vizio: o sono banche, oppure come in questo caso, di nuovo i petroliferi. C'è stato già un referendum in cui, nonostante sia stato boicottato da Renzi e dal Governo, 13 milioni di persone hanno detto “no” al petrolio e noi ce lo ritroviamo in tutte le salse praticamente, anche in questo provvedimento sui parchi che è totalmente incompatibile. Proprio ieri, in Commissione, parlavamo della Val d'Agri: è bastato un buco, un buco piccolino, di un millimetro in un serbatoio, per sversare 600 tonnellate di petrolio nel terreno. Quindi, il futuro non è il petrolio, ma sono le rinnovabili e mettere poi in questo emendamento...

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO VIGNAROLI. …“strettamente conseguenti” che cosa vuol dire? Basta fare anche un'altra trivellazione, un altro impianto e collegarlo per dichiararlo strettamente correlato, quindi va eliminato questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO. Sì grazie Presidente, anch'io intervengo chiedendo diciamo il ritiro di questo emendamento, anche perché ogni tanto il Governo forse dovrebbe anche un po' fare pace con se stesso.

Lo dico perché, in questi giorni, abbiamo parlato di fiscalità riallocativa; proprio alla sottosegretaria Velo avevo sottoposto un'interrogazione chiedendo le intenzioni del Governo circa l'utilizzo dei dati contenuti nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e ambientalmente favorevoli, che è stato diciamo istituito presso il Ministero dell'ambiente come da articolo 68 del collegato ambiente.

Quindi insomma, da questo catalogo è venuto fuori che in Italia diamo ben 15 miliardi - che sono tanti - di sussidi ambientalmente dannosi, quindi alle fossili e all'interrogazione la sottosegretaria Velo aveva risposto in maniera molto cortese, non aveva preso impegni diciamo stringenti, per dirla bene, ma aveva auspicato che questo passaggio riallocativo di risorse da sussidi ambientalmente dannosi a sussidi ambientalmente favorevoli potesse iniziare quanto prima.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA PASTORINO. Lo dico perché mi sembra che ci stiamo un po' contraddicendo, quindi anch'io mi unisco all'invito al ritiro di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo ApplausiSinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, con questo emendamento la maggioranza, cioè il Partito Democratico, autorizza sostanzialmente le attività estrattive, le autorizza nei nostri parchi.

Tutto è permesso, tutto si può, si potranno riavviare permessi, perché semplicemente basta leggere l'emendamento e capire che, se viene detto che vengono fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti, bisogna capire cosa si intende per “strettamente conseguenti”, quindi si potranno riavere permessi già ottenuti, si potranno proseguire quelli a metà e di fatto dare nuove permessi, come per esempio state facendo anche nel mio territorio, in località Fantozza, tra le province di Reggio Emilia e Modena, dove avete permesso di trivellare e dove c'è una grande mobilitazione di comitati, che stanno nascendo contro questo permesso di ricerca e per il quale il MoVimento Cinquestelle in regione si è già attivato.

Chiediamo il ritiro di questo emendamento immediatamente, perché consideriamo questo emendamento semplicemente una marchetta per i petrolieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lombardi. Ne ha facoltà.

ROBERTA LOMBARDI. Grazie Presidente, per il suo tramite io inviterei la famosa manina che nottetempo ha introdotto l'ennesimo emendamento-marchetta a costituirsi prima che arrivi la magistratura, tanto abbiamo scoperto che facilmente si risale poi all'identità della persona che va a svolgere queste attività nottetempo e soprattutto io inviterei, sempre per il suo tramite, i colleghi dei partiti del Governo a non buttarsi via così, giù, così per poco: una volta c'era una sana abitudine, che almeno ci si vendeva per un appartamento a propria insaputa, piuttosto che un conto cospicuamente fornito in un paradiso fiscale; adesso insomma abbiamo visto che la politica si deprezza da sola e si accontenta anche di una semplice regalia come un orologio.

A parte le fin troppo semplici facezie che l'azione politica di questa classe ci consente, queste parole, queste parole che trasformano in modo diabolico un dettaglio che va contro quello che dovrebbe essere l'interesse pubblico del nostro Paese è l'ennesima dimostrazione che voi la politica la sapete fare solo col vostro conto in banca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.

TIZIANA CIPRINI. Qualche dato sui posti di lavoro: con le trivellazioni si creano meno di 500 posti per miliardo; il risparmio energetico comporta invece la creazione di 18.000 posti per miliardo investito, mentre la valorizzazione degli enti parco per finalità turistiche comporterebbe la creazione di 100.000 posti di lavoro.

Quindi rovinare i parchi, cioè mettere a rischio i parchi significa anche creare un danno irreversibile al turismo e al suo indotto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spessotto. Ne ha facoltà.

ARIANNA SPESSOTTO. Presidente, io non so con quale coraggio i colleghi del PD intervengano in Aula dicendo che in Commissione hanno dato una grande battaglia per tutelare le aree protette e parchi, quando poi in Aula ci arrivano con questi emendamenti, cioè non è che sia tanto difficile leggere il significato di questo emendamento: si parla di far salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti, quindi è chiaro, c'è poco da dire, qui si autorizza a mantenere le attività estrattive in corso e anche a farne di nuove se serve.

Quindi è inutile che vi nascondiate dietro belle parole e poi, nei fatti, fate tutt'altro: abbiate il senso di responsabilità di mostrarvi per quello che siete e siete solamente i promotori della devastazione delle nostre aree protette e dei nostri parchi e tutelate solamente l'interesse della lobby dei petrolieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lupo. Ne ha facoltà.

LOREDANA LUPO. Grazie Presidente, intervengo perché ho provato a ragionare secondo quella che poteva essere la logica della maggioranza. Io ho ascoltato profondamente le parole del collega, quando tentava di difendere l'emendamento, però rimango interdetta, perché lui parla di effetti finanziari negativi. Effetti finanziari negativi: quindi noi anteponiamo sempre tutto rispetto a questi famosi effetti finanziari negativi. Però il denaro ci dà da mangiare? O ce lo dà la biodiversità? O ce lo danno le acque pulite? Perché noi dobbiamo decidere e fare i conti con la realtà: è arrivato il momento di invertire la rotta. Questo pianeta non ce la fa più, dobbiamo trovare delle risorse alternative e continuare a discutere di un emendamento del genere, all'interno di una legge che deve portare il futuro delle nostre generazioni a compimento è veramente aberrante. Quindi io mi auguro che la maggioranza sia in grado di ritirarlo e di formulare qualcosa di realmente corretto per il futuro dei nostri giovani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente, quindi la longa manus dei petrolieri è arrivata anche qui, in questo decreto che dovrebbe parlare di parchi ed aree protette. Vede, un giorno magari leggeremo sui giornali le ricostruzioni di scambi magari di mail o telefonate tra le società petrolifere e Ministri, come è avvenuto in passato, e uffici dei Ministri, come appunto è avvenuto in passato, sempre se voi ovviamente non bloccate prima, in tempi rapidi, la pubblicazione delle intercettazioni, cosa che appunto volete fare.

Quando il collega precedente, Iannuzzi, ha giustificato questo emendamento, ha parlato di interpretazione: la sua interpretazione di questo emendamento era quella. Il problema è proprio questo: questo emendamento è interpretabile, si presta a tante interpretazioni, alcune restrittive, altre invece, ovviamente seguendo la logica, la grammatica e la lingua italiana, sono invece molto ampie. Ecco, quando la maggioranza vuole scrivere delle norme precise e puntuali le scrive, quando invece vuole scrivere delle norme che sono dei cavalli ovviamente di Troia per far introdurre e fare dei favori alle lobby, sa scrivere anche queste forme di emendamenti molto estensive (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cominardi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI. Grazie Presidente, io chiedo solo, per coerenza, di rivedere quanto meno il nome di questa legge, il titolo di questa legge, perché noi dovremmo discutere di aree protette, di tutelare il nostro ambiente, ma con questo emendamento si va a snaturare il senso che si dovrebbe dare a questi provvedimenti legislativi, quindi è un assurdo.

L'ha detto prima anche la mia collega Ciprini: si potrebbe creare occupazione sana, investendo in altre direzioni, non in trivellazioni, che creano un danno ambientale e un danno sociale irreparabile spesso. No? Ma a sto punto cosa vogliamo? Vogliamo farci passare, in mezzo questi parchi, anche delle autostrade inutili? No, per dire. E quindi quello che voglio dire è: basta per cortesia, ritiriamo questo benedetto emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Presidente della VIII Commissione. Io a volte faccio fatica, colleghi. C'è un problema di politiche energetiche e bisogna andare verso il risparmio energetico e verso le rinnovabili. Ne parleremo: bisogna anche farle fare le rinnovabili, non bloccare dappertutto. C'è un problema sui parchi. Finora era vietato nei parchi fare attività di estrazione? No, non era vietato. Con questo passaggio viene vietato, c'è una sola eccezione: io pozzi esistenti. Perché quest'eccezione è stata messa per iscritto? Per me era pleonastica: noi non possiamo agire sul passato e attualmente i pozzi esistenti stanno in un solo parco, quello della Val d'Agri. Credo che siano quattro i pozzi esistenti. E siamo stati costretti a metterla, perché veniva detto che, se noi non avessimo messo quest'eccezione, l'articolo 81 avrebbe fatto saltare tutta la norma. Così com'è - e prima non c'era e attualmente non c'è in nessun parco e in nessun'area contigua una ricerca o un'estrazione - la norma dice che, nel territorio dei parchi e delle aree contigue, le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi è vietata. Questo dice la norma. Se i colleghi pensano che, dopo questo passaggio, sarà possibile, per esempio, nell'area contigua del parco del Cilento, Vallo di Diano, fare delle estrazioni…

PRESIDENTE. Concluda.

ERMETE REALACCI. …lo dicano e verificheremo se è vero. Altrimenti, stanno dicendo delle cose che non corrispondono a verità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente. Quest'emendamento riguarda molto da vicino un'attività di prospezione di ricerca di idrocarburi che riguarda anche il mio territorio, in particolare il territorio dei comuni di Comacchio, di Argenta, di Alfonsine e di Ravenna. È stato approvato in quei territori, da diversi comuni, un ordine del giorno contro la prosecuzione di quest'attività. Si chiama “La Stefanina” e si pone nettamente in contrasto con le esigenze di tutela di un ambiente protetto, a ridosso di diversi parchi regionali e di zone, appunto, di tutela della biodiversità. Esiste un brocardo giuridico che tutti conoscono: in claris non fit interpretatio. Purtroppo, in questo caso è stata scritta una norma bizantina, ambivalente, polisensa, dolosamente opaca, tanto che il Partito Democratico si è sentito in dovere di dare un'interpretazione autentica preventiva. Ecco, io credo che, a forza di trivellare, questa volta avete toccato il fondo. L'ambiente e i cittadini vi chiederanno di pagare il conto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberti. Ne ha facoltà.

FERDINANDO ALBERTI. Grazie Presidente, velocemente rispondo al presidente Realacci. La questione non è il numero di pozzi, non è il singolo pozzo, ma dobbiamo andare a vedere l'area di sfruttamento già autorizzata. Bisogna andare a vedere questo. E bisogna dire quante ce ne sono, perché con questa proroga si potrà andare domani a realizzare nuovi pozzi, che non coincidono. È già successo e non coincidono esattamente i pozzi con le aree già autorizzate.

Ma intervengo anche in merito all'intervento fatto dal collega Iannuzzi: è il festival delle “supercazzole”. Lì si dice, si introduce e si cerca di giustificare quest'emendamento, parlando di sviluppo sostenibile. È un ossimoro sviluppo sostenibile con le trivelle, a meno che voi non consideriate il petrolio sviluppo sostenibile. Poi arriva la vera motivazione dell'emendamento: è una questione di coperture. Signori, sono pochi milioni di euro. Servono coperture? Si fa lavorare la Commissione bilancio, troviamo le coperture e mettiamo il divieto perenne di prospezione, di ricerca e di estrazione di pozzi di qualunque cosa all'interno delle aree protette. Questo non lo volete fare perché siete dei petrolieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Presidente, chiaramente, se il Partito Democratico ha l'ardire di non ritirare quest'emendamento, voteremo contro quest'emendamento.

Andiamo anche a sottolineare due aspetti. Il primo è che nel sito Internet dei deputati del Partito Democratico, il 15 marzo di quest'anno, per bocca del capogruppo Rosato, il collega Rosato, i deputati del Partito Democratico scrivono: “L'Italia è un Paese green. Lo dicono i dati Eurostat” e via dicendo. “Nel 2004 il 6,3 per cento dei consumi energetici nazionali proveniva da fonti rinnovabili, oggi siamo al 17,5 per cento. Lo 0,5 in più del nostro obiettivo. Insomma, avevano detto di noi, del Governo, che non investivamo sul futuro del Paese. Invece…” Questo è l'invece che il Partito Democratico offre ai cittadini italiani.

Collega Realacci - per suo tramite, Presidente - questo è l'invece che il Partito Democratico va ad avallare - chiaramente sono ironico - rispetto al programma del Partito Democratico, prima delle elezioni politiche del 2013. Rimpiangiamo da opposizioni e, quasi quasi, rimpiangiamo Veltroni, come politica energetica di questo Paese.

Ha parlato prima un collega del MoVimento 5 Stelle e devo dire che etimologicamente ha ragione. Ovvero, se il presidente Realacci ci avesse mai convinto rispetto a quell'unico parco, laddove ci fosse la necessità - per me poca necessità ma, diciamo, se ci fosse la necessità - di andare a continuare, ovvero fatte salve le attività estrattive, ebbene riformulate questa proposta emendativa e scrivete soltanto quel caso. Infatti, questo è un emendamento - e mi rivolgo al Governo - che apre inevitabilmente una struttura rispetto a quanto le opposizioni contestano. Dopodiché è chiaro che si fa un emendamento, un emendamento, Presidente, targato Commissione, perché non si vuole mettere in difficoltà qualche componente della Commissione che fa parte del partito di maggioranza, che va spesso a braccetto in alcuni casi con Legambiente, con il WWF e con le associazioni sulle rinnovabili. Colleghi, questo è atavicamente un emendamento sbagliato perché, se è vero che le energie rinnovabili in Italia dovranno avere sempre più spazio - e per quanto ci riguarda e mi riguarda, Presidente, siamo molto più convinti su una rinnovabile sulla civile abitazione che non sui parchi eolici, tanto per essere chiari, che sono spesso preda di organizzazioni di un certo tipo -, ebbene è vero che con questo emendamento si apre inevitabilmente quello a cui noi non vorremmo mai assistere.

Allora, Presidente, lo chiedo a qualche collega del Partito Democratico, che molto spesso anch'io ho sentito, sia qui dentro sia in campagna elettorale, parlare di ambiente, parlare di rinnovabili, parlare di tutela dell'ambiente stesso e che in quest'Aula sta zitto e china la testa passivamente rispetto a questa, che è una vera e propria schifezza. Ebbene, colleghi, questo è il momento di alzare la voce. Questo è il momento di dissociarsi rispetto ad una proposta emendativa che, oltre a fare schifo, è sicuramente preda, anche in questo caso, di qualche vostro amico petroliere che nottetempo vi ha chiamato e vi ha fatto avanzare questa proposta emendativa.

Allora, Presidente, in conclusione, o l'emendamento si cambia e si va nel verso, così come descritto dal presidente Realacci, dell'unico sito dove possibilmente si possa continuare con un certo tipo di estrazioni, o si cambia nel senso che viene abrogata l'ultima parte “e quelle ad esse strettamente conseguenti”. Infatti, colleghi, questo è un periodo piuttosto vago. Che cosa significa in italiano “ad esse strettamente conseguenti”? Può essere nulla e può essere però, Governo, anche tutto. Quindi, per una volta, per cortesia, dimostrate di fare quello che avete detto, sia in campagna elettorale sia in Commissione sia all'interno di quest'Aula. Date spazio anche alle persone che effettivamente la pensano in modo diverso rispetto a questo che - lo ripeto - è un emendamento che si copre dietro al nome della Commissione, perché non avete neanche il coraggio di metterci i nomi ed i cognomi su questa schifosa proposta.

PRESIDENTE. Magari un linguaggio un po' più appropriato, perché più volte ha ribadito questo.

WALTER RIZZETTO. Presidente, può verificare su qualsiasi dizionario che il mio linguaggio non è stato assolutamente offensivo.

PRESIDENTE. Sì, però, siamo in un'Aula parlamentare, deputato Rizzetto. La prego, concluda.

WALTER RIZZETTO. Bene, Presidente. Allora concludo, dicendo che questa proposta emendativa renderebbe il Partito Democratico un minimo più credibile in quest'Aula in termini proprio di coerenza rispetto a quanto hanno detto. Dunque, fareste bene a ritirarlo e se non lo ritirate mi attendo di vedere pure qualche luce verde tra i banchi della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.

MARCELLO TAGLIALATELA. Io comprendo l'imbarazzo del presidente della Commissione, però mi pare evidente che quelle parole che danno spazio alle più diverse interpretazioni - e cioè: “attività ad esse collegate” - sono certamente improprie in una legge.

La legge dovrebbe determinare un confine di utilizzo, una normativa chiara, nei confronti della quale non vi sia possibilità di interpretazioni diverse; e a me pare indubbio che i termini utilizzati all'interno dell'emendamento siano volutamente non chiari, non precisi e non netti. Se non è così basta eliminare tre parole perché se, da un lato, si vuole consentire la prosecuzione delle attività estrattive non si comprende per quale motivo si debba aggiungere una valutazione estremamente personale, estremamente soggettiva e non oggettiva. Quindi, io mi auguro…

PRESIDENTE. Grazie.

MARCELLO TAGLIALATELA. Non penso che il gruppo di Fratelli d'Italia abbia utilizzato tutto il suo tempo, Presidente.

PRESIDENTE. Sì.

MARCELLO TAGLIALATELA. Non penso. Però controlli, gli uffici…

PRESIDENTE. Lei sta parlando a titolo personale, dunque lei ha già finito il minuto.

MARCELLO TAGLIALATELA. No, io sto parlando…

PRESIDENTE. Perché ha parlato il suo collega prima. Quindi, la invito a concludere velocemente, grazie.

MARCELLO TAGLIALATELA. Va bene. Spero, quindi, che il Governo faccia marcia indietro eliminando l'emendamento, che lascia una zona grigia…

PRESIDENTE. Grazie.

MARCELLO TAGLIALATELA. …ad una legge che ha bisogno di certezze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

State nei tempi per favore, colleghi: è un minuto, è a titolo personale. Prego.

MATTEO DALL'OSSO. Presidente, sa, io sarà che sono intimidito, visto che è il primo intervento che faccio dopo i 25 giorni di espulsione, ma mi trovo un po' in affanno, perché questo è un emendamento avanzato alla “proposta di legge parchi” da parte della Commissione, che ne ha appunto valutato prima che questo provvedimento venisse in Aula; e la Commissione stessa non ha avuto il tempo di inserirlo in Commissione, quando era in Commissione. Sembra quasi che un petroliere sia venuto di notte a metterlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non lo so, faccio per dire; io mi immagino, lo immagino, perché se no è impossibile una cosa del genere: che senso può avere? Non so, è il “salva petroliere”; magari loro fanno parte dei petrolieri e io non lo so, magari andrò da loro a far benzina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Che cosa posso dire?

PRESIDENTE. Concluda, deputato.

MATTEO DALL'OSSO. E noi possiamo concludere; ma come facciamo a concludere? Cioè, ma come si fa? È un off topic, cioè è fuori contesto, non ci sta a dir nulla, ma nulla proprio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

EMANUELE COZZOLINO. Presidente, per il suo tramite vorrei avanzare una proposta al collega Realacci. Dice che c'è solo un esempio di trivellazioni attive in un'area protetta; ebbene, introduciamo allora un emendamento in cui si stabilisce che “solo il pozzo attivo”, così si taglia la testa al toro e non ci saranno nuove trivellazioni, se proprio lo volete fare. In questo modo lasciate invece che sia aperta la ricerca anche di nuovi pozzi, che non è esplicitamente esclusa da questo emendamento. Si tratta semplicemente di puntualizzare, se proprio lo volete fare; magari vi regaleranno uno Swatch anziché un Rolex, però fatelo lo stesso! Questa è l'apertura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi…

PRESIDENTE. Allora grazie.

EMANUELE COZZOLINO. È già passato il minuto?

PRESIDENTE. No, No.

EMANUELE COZZOLINO. Va bene. Poi, sempre un appello all'onorevole Realacci: viene da un'associazione ambientalista e ci ha militato per molti anni. Non so cosa pensi di questa cosa. Ha difeso il referendum contro le trivelle, tenutosi in un periodo fuori dai soliti periodi elettorali e in modo che fosse boicottato da tutti; con la sua associazione ambientalista ha difeso quel referendum votando per l'abolizione delle trivellazioni libere dello “sblocca Italia”. Ecco, voti in coerenza con la sua appartenenza magari anche storica,…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE COZZOLINO. … e modifichi questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferarresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Presidente, non è la prima norma che questo Parlamento scrive male. Forse proprio per questo motivo: perché la mancanza di chiarezza, la mancanza di trasparenza, soprattutto a livello giuridico, è un danno che si fa alla cittadinanza tutta, perché si sa che dove c'è l'inghippo, dove c'è una norma poco chiara, la possono utilizzare in mille modi e, come si dice, ovviamente, trovare l'escamotage per fare del male alla collettività.

Perché sostanzialmente, quando scrivono le norme così, fanno il gioco dei petrolieri, fanno il gioco di chi, utilizzando una norma poco chiara, può introdursi ed attivarsi con mille éscamotage per fare in modo di fare i propri interessi. E in questo senso, visto che gli interessi sono molto chiari e sono rilevabili su di un territorio, sono rilevabili su questo tipo di estrazioni, noi dobbiamo togliere ogni possibile dubbio, perché altrimenti siamo legislatori che scrivono norme con i piedi; e questo non è accettabile, visti i danni che le trivellazioni stanno facendo e hanno fatto nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE. Presidente, siamo di fronte all'ennesimo emendamento che arriva in volata, e arriva così, senza capire una logica; anche perché è l'emendamento stesso che non ha la logica, perché qui ancora non c'è nessuno che chiarisce cosa vuol dire: “quelle ad esse strettamente conseguenti”. Perché siamo sempre al solito discorso: la “marchetta” a favore del petroliere di turno si annida proprio nell'avverbio, nella norma scritta male, nell'incertezza, nell'equivoco, che dà uno spiraglio a chi paga le campagne elettorali dei partiti e del Partito Democratico e poi prova a far valere le proprie ragioni, magari in tribunale.

Allora, Presidente, questo modo di fare sta diventando inammissibile: qui siamo di fronte non ad un fare leggi, perché chiunque concepisce una legge del genere, in una qualsiasi aula di giurisprudenza, verrebbe buttato fuori a calci. Qui siamo di fronte ad una vera e propria prostituzione legislativa: faccio le leggi a favore di chi mi ha pagato, e le faccio male. Mi ha pagato la campagna elettorale,…

PRESIDENTE. Concluda, deputato. Concluda.

ALFONSO BONAFEDE. …e le faccio male per consentire a quella persona di avere uno spiraglio per far valere le ragioni che schiacciano i diritti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto, come avevamo già concordato, sospendiamo l'esame del provvedimento, per procedere in questo orario, come avevamo concordato, alla commemorazione del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci. Poi continueremo con il provvedimento.

Nella ricorrenza del 25° anniversario delle stragi di Capaci e via D'Amelio (ore 17,56).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghe e colleghi, come sapete ricorre oggi, 23 maggio, il venticinquesimo anniversario della strage di Capaci. In questa occasione, vorrei insieme a voi rendere omaggio a Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo, a Paolo Borsellino, vittima il 19 luglio 1992 dello stesso efferato disegno mafioso, come pure ai componenti delle rispettive scorte, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Questi attentati hanno suscitato dolore e commozione, non soltanto nelle persone che li amavano e li stimavano, ma in tutti gli italiani e le italiane: un sentimento profondo, non attenuato dallo scorrere del tempo, e accompagnato dalla riconoscenza, la riconoscenza per il loro sacrificio, nonché dalla consapevolezza del valore della loro testimonianza, umana e professionale.

Di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ricordiamo il rigore, la competenza nell'esercizio del proprio lavoro di magistrati, il profondo senso dell'etica e della legalità; il convincimento che il riscatto debba cominciare dalla coscienza dei cittadini, e che la mafia non è invincibile. È questa la visione alla quale Falcone e Borsellino ispiravano la loro professione e la loro profonda amicizia, e sulla quale credevano che potesse essere costruita un'Italia diversa e un'Italia migliore. Ricordare i loro valori e la loro azione non risponde dunque soltanto all'imperativo morale della memoria, ma anche all'esigenza di consolidare nel nostro Paese la cultura della legalità. È un impegno che dobbiamo continuare ad attuare in modo fermo e incondizionato, anche nell'attività parlamentare, e più in generale politica, attraverso i provvedimenti che adottiamo e i comportamenti individuali che teniamo. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi)

Do ora la parola agli iscritti a parlare per la commemorazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Rosy Bindi. Ne ha facoltà.

ROSY BINDI. Grazie, Presidente, grazie per avere scelto di dedicare questo tempo al ricordo di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Non sono passati invano questi 25 anni che ci separano dalla strage di Capaci e di via D'Amelio; non sono passati invano perché, con le parole di Giovanni Falcone, possiamo dire che alla loro scuola abbiamo imparato a guardare dentro, ci siamo affacciati sull'orlo del precipizio, dove nessuno si era voluto avventurare, perché ogni scusa era buona per rifiutare di vedere, per minimizzare, per spaccare il cappello e le indagini in quattro, per negare il carattere unitario di Cosa Nostra. In questi 25 anni alla loro scuola abbiamo imparato a conoscere la mafia, e nessuno oggi può negare che la mafia esista, anche quando cambia luoghi di insediamento, anche quando cambia ambienti dove corrompe, anche quando si sposta geograficamente fuori dall'Italia.

Nessuno può più negarlo grazie a loro, e, grazie a loro, noi ci siamo dotati di una struttura unitaria altrettanto organizzata per combatterla. Lo ha fatto la magistratura, le forze di Polizia, lo hanno fatto la coscienza dei cittadini. Per questo, il dolore di questi anni non è stato vano, così come credo che, a 25 anni dalla loro morte, bene abbiamo fatto anche a rompere il velo di una certa ipocrisia con la quale, con difficoltà, abbiamo ammesso che sono morti anche perché erano stati lasciati soli e perché erano circondati da grande incomprensione, soprattutto sul tema che riguarda il rapporto tra giustizia e politica. Uso le parole di Borsellino: il giudice accerta i reati, ma, se non li trova, non li può trasformare in immoralità o scorrettezza politica. Questo spetta alla politica, spetta ai partiti, che devono fare pulizia al loro interno, e, anche quando non ci sono i reati, non sottovalutare episodi e fatti inquietanti di cui i loro esponenti si sono macchiati.

Ed infine, Presidente, ci hanno lasciato quella grande eredità che oggi era scritta, portata dai ragazzi nell'aula bunker. Adesso siamo fortificati dalle esperienze del bene e del male, diceva Falcone. È tempo di andare avanti, non con le sterili declamazioni e non confidando sull'impegno straordinario di pochi, ma con il doveroso impegno ordinario di tutti in una battaglia che è innanzitutto di civiltà e che può e deve essere vinta. Questo, Presidente, è il nostro impegno (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giulia Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Molti pensano che dopo 25 anni tutto sia stato accertato: Giovanni Brusca che attivò il telecomando per fare esplodere la carica, tutti i mafiosi esecutori materiali della strage di Capaci condannati insieme ai boss; una classica strage di mafia, insomma. E invece no, dietro a quella strage, così come dietro a quella di via d'Amelio e alle bombe del 1993, ancora oggi ci sono processi in corso e tanti, tantissimi elementi di prova che non sono stati adeguatamente considerati ancora dalle sentenze. Perché tre giorni dopo l'attentato si è trovato sul luogo della strage, tra l'asfalto dilaniato, un foglietto che faceva risalire al Sisde e al braccio destro di Bruno Contrada, Lorenzo Narracci? Oppure, cosa ci faceva un Ducato bianco e finti operai in tuta che deviavano il traffico presenti in quel tratto di autostrada proprio la mattina prima della strage, quando le aziende di manutenzione stradale hanno chiarito che non vi erano lavori in corso?

Chi ha fatto sparire i file dal computer di Giovanni Falcone nel suo ufficio di Roma al Ministero? E ancora, sulla strage di via D'Amelio, una delle domande più importanti: chi ha rubato l'agenda rossa di Paolo Borsellino? Nessuno racconta quello che è successo il 20 aprile di quest'anno: la sentenza della corte d'assise di Caltanissetta, nel processo Borsellino-quater, ha svelato uno dei depistaggi più pesanti della storia della nostra Repubblica. Vincenzo Scarantino fu costretto dai poliziotti a rendere false dichiarazioni sulla strage di via D'Amelio. E quei poliziotti a chi rispondevano? Hanno fatto tutto da soli, inquinando per quasi vent'anni l'accertamento della verità? È ovvio che tanti nomi dei responsabili devono ancora essere trovati e iscritti nelle sentenze, ed è ovvio un altro aspetto, Presidente: gli esponenti delle istituzioni che vissero quella terribile stagione e i funzionari delle forze dell'ordine hanno parzialmente collaborato con la giustizia, purtroppo, solo dopo le dichiarazioni dei mafiosi.

È un Paese alla rovescia, questo: senza le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza e di altri mafiosi non avremmo saputo dei depistaggi sulla strage di via D'Amelio. Leggo un passo, invece, dalla sentenza della Corte di cassazione sul fallito attentato all'Addaura del 6 maggio 2004: non vi è alcun dubbio che Giovanni Falcone, certamente il più capace magistrato d'Italia, fu oggetto di torbidi giochi di potere, di strumentalizzazioni opera della partitocrazia, di meschini sentimenti di invidia e gelosia anche all'interno delle stesse istituzioni tendenti a impedirgli che assumesse quei prestigiosi incarichi i quali dovevano, invece, a lui essere conferiti, sia per essere egli il più meritevole sia perché il superiore interesse generale imponeva che il crimine organizzato fosse contrastato da chi era indiscutibilmente il più bravo e il più preparato, e offriva le maggiori garanzie anche di assoluta indipendenza e di coraggio nel contrastare con efficienza e in profondità l'associazione criminale. Indipendenza e coraggio, due parole che dovrebbero essere dentro ad ognuno di noi, ogni giorno, nell'esercizio delle nostre funzioni (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Credo che il 1992, quando lo rileggeranno gli storici dei prossimi decenni, sarà ricordato come l'anno in cui è cominciata la sconfitta della mafia. L'anno delle bombe, l'anno di Falcone e Borsellino, l'anno che doveva uccidere la speranza, oltre che gli esseri umani, si è rivelato l'anno in cui la mafia ha dato, con la sua inaccettabile ferocia, alla Sicilia e all'Italia intera una nuova e determinante forza di reazione, il coraggio di dire basta. Dopo la stagione delle stragi è esplosa la rabbia dei siciliani onesti, è stata cancellata per sempre ogni connivenza, ogni omertà diffusa, ogni comoda accondiscendenza. Uccidendo Falcone e Borsellino, la mafia ha ucciso due simboli della Sicilia.

Cosa Nostra aveva dichiarato guerra a tutti i siciliani, ma non solo, aveva dichiarato guerra allo Stato. Ma i siciliani, i siciliani tutti, sono scesi in piazza e, con il loro coraggio, hanno detto “no” alla paura. È quando i cittadini dicono basta che anche le più feroci organizzazioni criminali cominciano la loro parabola discendente e iniziano pian piano ad essere espulse come un bubbone dal corpo sociale.

E io credo e spero che lo stesso forte “no” che 25 anni fa i siciliani e gli italiani dissero nei confronti della mafia dopo le stragi oggi tutti noi europei, tutti noi occidentali, tutti noi umani lo possiamo dire con forza e decisione contro il terrorismo, che ha fatto ieri sera strage di ragazzi innocenti. La civiltà, l'umanità e il coraggio della legalità devono prevalere oggi come ieri, nel nome di Falcone e Borsellino, contro la violenza di ogni colore, per ogni ragione e per ogni origine (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Fava. Ne ha facoltà.

CLAUDIO FAVA. Grazie, signora Presidente. Io ho un dubbio che non oggi, in questa Camera, ma questo Paese abbia imparato a ricordare male Falcone e Borsellino in questi 25 anni, come se li avesse lentamente ma inesorabilmente piegati a una specie di mitologia privata in cui ciò che conta è la loro morte, il loro presunto eroismo, la loro necessaria diversità da tutti noi. Li ricordiamo con pietà e loro forse vorrebbero essere ricordati con verità; ricordiamo la loro morte e loro vorrebbero essere ricordati per come vissero e per come si batterono contro le mafie; li ricordiamo oggi a Palermo con lacrime e bandiere, festeggiando l'arrivo di una allegra e inconsapevole nave della legalità, e forse avremmo bisogno di utilizzare altre parole.

Io vorrei qui ricordare le parole con cui ne ha parlato, in altre occasioni, la dottoressa Ilda Boccassini, che di Falcone diceva in modo molto semplice e anche spietato: “Non c'è stato uomo in Italia che abbia accumulato nella sua vita più sconfitte di Falcone. Non c'è stato uomo la cui fiducia e amicizia sia stata tradita con più determinazione e malignità: bocciato come consigliere istruttore, come procuratore di Palermo, come candidato al CSM e sarebbe stato bocciato anche come procuratore nazionale antimafia se non fosse stato ucciso”. Quando tentarono di ammazzarlo all'Addaura molte voci, anche a sinistra, si levarono sussurrando: “Quella bomba l'ha messa Falcone”, con una scelta di protagonismo.

Ci dobbiamo fare carico di tutto questo, signora Presidente, di 25 anni in cui ancora mancano risposte e verità e fa bene il presidente Legnini a dare un gesto importante: “Desegretiamo le carte che riguardano la lunga querelle che contrappose Falcone al Consiglio superiore della magistratura” e poi dice: “Il CSM si riconcilia”. Signora Presidente, ci si riconcilia tra vivi non tra morti. Il CSM oggi, con 25 anni, con 30 anni di ritardo, dovrebbe chiedere scusa a Giovanni Falcone (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, Falcone fu una grande figura di magistrato; decisivo nella lotta alla mafia capì che la mafia è una struttura unitaria e ha una direzione strategica. Il maxiprocesso fu la prima vera vittoria nella lotta alla mafia. Egli la colpì anche attraverso i pentiti che usò in modo assai rigoroso, liquidando ogni operazione strumentale come dimostrò il “caso Pellegriti”.

La strage che colpì lui, sua moglie e la sua scorta segnò in modo profondissimo quegli anni, sconvolse l'Italia, cambiò molti equilibri specie in Sicilia e, in ultima analisi, si è risolta per la mafia in una sconfitta irreversibile. Però, non possiamo nasconderci dietro un dito; Falcone ebbe contro ben due settori della magistratura: quello più legato alla parte ambigua della DC e quello di sinistra. Giustamente Maria Falcone ieri ha detto che le sofferenze più profonde e la destabilizzazione più pericolosa Falcone le subì dal CSM. In un bellissimo discorso ad un'assemblea di commemorazione a Milano Ilda Boccassini ricordò ai suoi compagni di Magistratura Democratica tutto quello che una parte di essi aveva fatto contro Falcone.

Non ci resta, per consegnarlo agli atti della Camera, che leggere un brano della sentenza della II sezione della Corte di cassazione, ripubblicata da Giovanni Bianconi nel suo libro L'assedio: “Non vi è dubbio che Giovanni Falcone fu sottoposto ad un infame linciaggio prolungato nel tempo, proveniente da più parti, gravemente oltraggioso nei termini, nei modi e nelle forme, diretto a stroncare per sempre, con vili e spregevoli accuse, la reputazione e il decoro professionale del valoroso magistrato. Non vi è alcun dubbio che Giovanni Falcone, certamente il più capace magistrato italiano, fu oggetto di torbidi giochi di potere, di strumentalizzazioni ad opera della partitocrazia, di meschini sentimenti di invidia e gelosia anche all'interno delle stesse istituzioni, tendenti ad impedirgli che assumesse quei prestigiosi incarichi i quali dovevano invece a lui essere conferiti, sia per essere egli il più meritevole sia perché il superiore interesse generale imponeva che il crimine organizzato fosse contrastato da chi era indiscutibilmente il più bravo e il più preparato”. Ecco, di tutto questo noi dobbiamo avere memoria (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Attaguile. Ne ha facoltà.

ANGELO ATTAGUILE. Presidente, in questa pagina di storia, una fra le più nere del nostro Paese, sono morti, oltre a Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e tre agenti della scorta. Come ricordano le parole di Giovanni Falcone, la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a fare il proprio dovere, senza ipocrisie o interessi personali, da parte di tutte le istituzioni, dalla magistratura alla politica e alle forze dell'ordine, dando certezza al diritto e senza la cultura del sospetto; bisogna distinguere le valutazioni dalle prove giudiziarie. Era un garantista e nel momento in cui si avanzava un'accusa nei confronti di personaggi di un certo spessore diceva: “O hai elementi concreti oppure è inutile azzardare ipotesi indagatorie e ipotesi di contestazione di reato che si risolvono a favore di una crescita di prestigio nei confronti del soggetto che diventerà vittima della giustizia del nostro Paese”.

Ieri il Consiglio superiore della magistratura ha desegretato gli atti che lo riguardavano e ciò sarà valutazione di ulteriore riconoscimento morale per il modo con cui ha combattuto correttamente la mafia. La mafia non è affatto invincibile. Queste erano parole condivise anche dal magistrato antimafia Paolo Borsellino che perse la vita in un successivo attentato a distanza di meno di due mesi da quello del suo amico fraterno Giovanni Falcone, il 19 luglio dello stesso anno nella “strage di via D'Amelio”. Borsellino denunziò, con forza e senza nessun ricorso alla diplomazia, la costante opposizione al lavoro e al metodo di Giovanni Falcone di parti consistenti delle istituzioni, che hanno agito per isolare il fondatore del pool antimafia e per rendere impossibile il suo impegno. In questo senso Borsellino riferiva che Falcone cominciò a morire nel gennaio 1988, quando il CSM gli preferì un altro magistrato per la carica di procuratore capo di Palermo.

Alla luce di queste considerazioni è necessario, quindi, sempre maggiore impegno delle istituzioni ad ogni livello, sia in termini di vigilanza sia in termini di coordinamento. Infatti, è fondamentale per un contrasto efficace al fenomeno mafioso…

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELO ATTAGUILE. …che le istituzioni locali si impegnino correttamente nelle proprie funzioni. Dobbiamo fare tesoro degli insegnamenti di Falcone e Borsellino anche alle prossime competizioni elettorali (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Dopo 25 anni dalle stragi in cui hanno perso la vita Falcone, Borsellino, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, il ricordo del loro sacrificio deve guidarci ogni giorno. Falcone e Borsellino ci hanno indicato la via da seguire: non bisogna mai allentare la presa, mai sottovalutare la mafia ma con intransigenza e ostinazione bisogna continuare sempre a combattere i gangli della criminalità mafiosa, la complicità, le complicità e le ambiguità che allignano anche nella parte malata della nostra politica e delle nostre istituzioni.

Falcone, una volta rispondendo a una ragazza, disse: per essere credibili bisogna essere ammazzati in questo Paese. Purtroppo, aveva ragione, ma non deve più succedere.

La mafia, in 25 anni, ha cambiato pelle e strategia, è sempre pericolosissima. Ha intrecciato nuove relazioni con il mondo della politica, si è rafforzata ancora di più nel traffico degli stupefacenti: 11 miliardi di profitti per mafia S.p.A. Ecco perché dobbiamo ascoltare le parole del procuratore antimafia, Franco Roberti, quando afferma che la legalizzazione della cannabis rappresenterebbe un gravissimo colpo alla mafia. Facciamo la nostra parte, approviamo quella legge e facciamo che le stragi di 25 anni fa non siano passate invano. E nel nome di Falcone e Borsellino, e delle altre vittime delle stragi, continuiamo la nostra battaglia contro la mafia, liberiamo il nostro Paese da questo potere criminale e da questo virus della nostra democrazia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Presidente. Mi piace poter dare il contributo per il mio gruppo, Civici e Innovatori, perché ricordiamo la figura di un magistrato, magistrato che ha vissuto sulla propria pelle tutte le cose che ho sentito dire, in particolare da Claudio Fava. Mi è piaciuto che abbia ricordato che la mia ex collega Ilda Boccassini ricordava quanto sia stato un magistrato sempre sconfitto, Falcone. È vero, non gli hanno mai riconosciuto - mai riconosciuto! - il valore della qualità del suo lavoro, e per mille ragioni: senz'altro per una fisiologica e naturale competitività professionale che apparteneva agli altri magistrati che gli stavano intorno; senz'altro per una inclinazione alla delegittimazione di un personaggio che stava rischiando di rovinare equilibri che proprio in Sicilia non potevano essere toccati. Ma quello che trovo davvero più inaccettabile è stato il tentativo di sovrapposizione di piani, per cui è stato possibile associare, tenendo i piani, invece che ben separati e distanti, sovrapposti uno sull'altro, la figura di Giovanni Falcone a quella necessariamente politica e posizionata del Ministro che lo aveva voluto. Per cui si diceva facilmente che se Martelli, che era socialista e che voleva una certa rilettura della figura della magistratura, aveva chiamato Falcone, allora Falcone condivideva completamente quella che era la visione e l'obiettivo della politica del Ministro della giustizia dell'epoca.

Ecco, questa incapacità, questa voluta incapacità di tenere distinte e separate le posizioni, quelle di un Ministro politico e quelle di un magistrato che invece mirava esclusivamente all'efficientamento e al massimo miglioramento della sua deontologica professione, trovo che sia stata davvero un'operazione inaccettabile, più ancora della delegittimazione da fake news sull'assalto e sull'attacco all'Addaura. Tutto questo credo che sia importante non dimenticarlo mai. Per questo ho il piacere di rammentare per il mio gruppo con la nostra presenza e con questo contributo, la memoria di un magistrato davvero irripetibile (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.

MARIANO RABINO. Grazie Presidente. Difficile non cadere nella retorica nel commemorare due eventi drammatici che hanno segnato la storia d'Italia. Difficile non ricorrere a frasi fatte, espressioni abusate, logiche, che sarebbero stati tardive persino nell'orazione funebre. Non sarebbe ipocrisia quella di cui furono accusati alcuni magistrati che avevano osteggiato in vita Giovanni Falcone e che si erano recati comunque alle sue esequie, sarebbe per l'appunto retorica, vana ricerca dell'effetto, il contrario dello stile e dell'essenza di Falcone e Borsellino. Proprio quest'ultimo, poco dopo la strage di Capaci e poco prima di quella di via d'Amelio, disse: se proprio deve morire il pool antimafia deve morire davanti a tutti, non deve morire in silenzio: e così accadde. La mafia in un estremo gesto di sfida cambio modalità di azione passando dalle armi tradizionali alle bombe e falciò oltre ai due valorosi magistrati, la moglie di Falcone e ben otto agenti di scorta. Furono le bombe messe da un nemico che aveva dichiarato guerra allo Stato, alla giustizia, a due dei suoi uomini migliori. Questo furono nonostante tutto e tutti, perché in vita Falcone e Borsellino furono ostacolati, contestati, visti di pessimo occhio da settori della magistratura e della politica, colpevoli di eccessivo zelo e di troppa autonomia.

Attacchi provenienti dalla politica, dalla stampa, della magistratura. Potrei ricordare i casi più eclatanti, i nomi più altisonanti tra coloro che li avversarono ma non lo farò, perché la mafia era e resta un nemico comune, un cancro non ancora debellato che si nutre delle divisioni e delle debolezze del corpo in cui si trova, lo Stato. Ma quelle critiche ci furono e la riprova della loro infondatezza purtroppo furono le bombe di Capaci e via D'Amelio.

Molto si è scritto e si è detto di quegli attentati, spesso con senno, talvolta a sproposito. Non possiamo, tuttavia, limitarci a fare di Falcone e Borsellino due icone dell'antimafia, nomi da onorare un paio di volte all'anno, autori di frasi da issare sugli striscioni in occasione delle manifestazioni. A distanza di 25 anni abbiamo ancora il dovere di ricordare il loro sacrificio, una sorta di martirio laico e moderno. Sono morti consapevoli, persino preparati, in nome dei loro valori e dei loro ideali, che sono e devono essere i nostri: giustizia e senso dello Stato. Falcone e Borsellino sono caduti servendo lo Stato e lo Stato ha il dovere di non essere mai sazio dei loro insegnamenti.

Perciò, ben venga la commemorazione odierna e le altre celebrazioni che si sono tenute e che si terranno, ma non basta. Non basta che fortunatamente i giovani aspiranti magistrati ancora li eleggano a modello. Abbiamo il dovere di preservare il lavoro di Falcone e Borsellino, di trasmetterne i valori, il coraggio e gli insegnamenti. La mafia ha cambiato strategia, ha cambiato settore di interesse, ha cambiato modo di operare, ma c'è ancora e non ci è consentito abbassare la guardia. Continuare a combatterla è l'unica via per non rendere vano il loro sacrificio (Applausi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

LORENZO DELLAI. Grazie, signora Presidente. Il nostro gruppo si associa alle sue parole e a quelle del Presidente Mattarella. Non può essere in nessun modo rituale o formale il ricordo di Falcone e di Borsellino, così come di tutti i servitori dello Stato, di tutti i cittadini che hanno pagato con la vita o di quelli che anche oggi, anche in questo momento, stanno pagando con grandi sacrifici la loro fedeltà alla giustizia e il loro coraggio di dire “no” alla prepotenza. Con il loro determinante contributo, la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata ha fatto importanti passi avanti, sia sul piano operativo sia su quello della coscienza civile. Si è dimostrato che Falcone aveva ragione quando sosteneva che esse non sono invincibili. Lo diceva come magistrato efficiente, riservato, rispettoso dei ruoli, e lo diceva come cittadino. Tuttavia, sappiamo che ancora la strada è lunga ed è tutta in salita e che ancora in moltissime, troppe occasioni i cedimenti, i compromessi, la rassegnazione e la confusione tra diritti e favori prevalgono sulla rigorosità, soprattutto in situazioni di crescente difficoltà economica e di marginalità sociale e a fronte di una pubblica amministrazione troppo spesso lontana e inefficace.

In conclusione, facciamo nostre le parole che oggi ha pronunciato a Palermo don Luigi Ciotti: “Abbiamo bisogno di concretezza contro le mafie; la conoscenza è la via maestra del cambiamento per essere cittadini responsabili contro l'antimafia delle parole e questo è l'unico modo per far vivere tutte le vittime della mafia”; così don Ciotti. E se questo vale per tutti i cittadini vale naturalmente in modo doppio per le istituzioni e per la politica (Applausi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.

MARCELLO TAGLIALATELA. Giovanni Falcone è stato un grande magistrato. È stato un grande magistrato e anche un magistrato scomodo perché combatteva contro le mafie e non contro la mafia, combatteva contro la mafia criminale ma combatteva anche contro la mafia politica e aveva introdotto una valutazione, un metro di giudizio, che puntava a sgomberare quella zona grigia che indubbiamente in quegli anni, 25 anni fa, stava disegnando in maniera buia la storia della nazione, la storia dell'Italia. Ha avuto il coraggio di mettersi contro i poteri forti, non solo i poteri della criminalità organizzata ma anche quelli della politica, che non sempre ha avuto dalla sua parte.

La sua morte è una morte che ha addolorato la parte sana della nazione, la parte sana dell'Italia e da 25 anni il suo esempio, insieme a tutti gli altri magistrati che hanno avuto il coraggio di non fermarsi, laddove la linea di demarcazione tra mafia criminale e mafia politica diventava invisibile, è certamente un monito e un esempio per coloro i quali credono in uno Stato giusto, giusto nei confronti di cittadini, severo nei confronti dei criminali, severo nei confronti della politica corrotta (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Non c'è dubbio che due stagioni terribili hanno fatto vacillare veramente la tenuta dello Stato e della Repubblica: una è quella del terrorismo, culminata con il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro, e l'altra è la lotta alla mafia intrapresa da due eroi, Falcone e Borsellino, culminata purtroppo con le stragi di Capaci e di via D'Amelio.

Non c'è dubbio che, signora Presidente e fuori dalla retorica, bisogna dire con chiarezza che i due grandi magistrati furono lasciati soli. Quello che è stato qui ricordato, l'avversione del Consiglio superiore della magistratura e non solo del Consiglio superiore della magistratura ma di parti deviate dei servizi segreti e anche - perché non dirlo? - di parte della politica, ha frenato quella che doveva essere un'azione di grande riscossa del Paese.

E perché non dire che il movente era il maxiprocesso? Perché era stato il maxiprocesso che a tutt'oggi, storicamente e giuridicamente, riconosce l'esistenza della mafia. E perché non dire che la stagione dell'efferata violenza della mafia nei confronti delle istituzioni era iniziata un anno prima, quando fu assassinato Antonino Scopelliti, il procuratore generale della Cassazione, che rappresentava l'accusa nel maxiprocesso, lasciato da solo anche lui. Per questo motivo, è fin troppo evidente che oggi va riscritto tutto, è fin troppo evidente che da lì nasce la riscossa, da lì nasce la riscossa e l'esempio di due, anzi di tre grandi magistrati.

Oggi noi ricordiamo sicuramente anche il giudice Falcone, perché si parla della lotta alla mafia, di cui ricordo vari scritti: “Io non mando avvisi di garanzia come coltellate nella schiena”. E ancora: “Il rinvio a giudizio si chiede quando c'è almeno una ragionevole speranza di ottenere dal giudice una condanna, altrimenti è amorale”. Aveva esperienza internazionale, aveva lavorato con l'FBI ed era soprattutto un garantista, come giudice. Da qui veniva la grande professionalità e il grande comportamento etico e morale per cercare di disegnare un Paese migliore e da lì trovava la forza, nonostante le amarezze e quant'altro.

Per questo è certo, signora Presidente, che Scopelliti, Falcone e Borsellino hanno rappresentato l'Italia migliore e per questo lei ha fatto bene oggi a prendere questa iniziativa di ricordo: che siano veramente un modello - e lo sono -, un grande modello per il presente ma soprattutto per le nuove generazioni e lo saranno certamente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Baldassarre. Ne ha facoltà.

MARCO BALDASSARRE. Grazie Presidente. Tra maggio e luglio 1992 11 servitori dello Stato sono stati trucidati dalla mafia nelle vie di Palermo. Una mattanza, una mattanza voluta da Cosa Nostra per eliminare i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che scatenò una reazione dell'opinione pubblica e dello Stato senza precedenti. È grazie a quei martiri che la lotta alla mafia ha fatto strada e il senso di legalità è germogliato in Sicilia.

In quest'Aula vengono fatte molte commemorazioni ed oggi, oltre ai due giudici, vogliamo ricordare anche Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina a Claudio Traina. Oggi ci accingiamo a pronunciare tante belle parole per ricordare questi moderni martiri, trascurandone molti altri, per far vedere che lo Stato è contro la mafia.

Ma queste donne, questi uomini e soprattutto i loro familiari hanno diritto a qualcosa di più: servono leggi moderne ed efficaci per il contrasto all'impiego di capitali illeciti, bisogna combattere i reati dei colletti bianchi con gli stessi strumenti usati per la lotta alla criminalità organizzata.

La mafia non è invincibile, ma non la stiamo ancora sconfiggendo, ha solo cambiato pelle.

Quello che non cambia è il suo bisogno di trovare interlocutori politici e per questo serve un'etica pubblica.

Concludo con le parole di Paolo Borsellino, per capire quale sfida abbiamo davanti: “(…) indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati” (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente. Signora Presidente e onorevoli colleghi, i deputati dell'UDC si uniscono al cordoglio e alla memoria e alla gratitudine nazionale nei confronti di Falcone, di Borsellino, degli agenti uccisi insieme con loro, di quelli che sono stati i loro maestri della generazione precedente, alcuni dei quali anch'essi son caduti sotto i colpi della mafia.

Che insegnamento possiamo trarre? Il primo credo che sia l'amore alla propria terra: Giovanni Falcone era siciliano, amava appassionatamente la Sicilia e mentre una certa cultura dominante o cultura in voga identificava la Sicilia con la mafia, lui pensava che il carattere siciliano fosse prima di tutto segnato dall'amore alla giustizia ed il cedimento alla mafia fosse la conseguenza della perdita di fiducia dello Stato, incapace di garantire la giustizia.

E lui prese le parti dello Stato, perché il popolo potesse avere fiducia nello Stato e nella giustizia.

È una scelta etica prima che politica o di legge, ci insegna che quando non è fondata sull'etica, la legalità non regge, la legalità è prima di tutto una convinzione che riguarda il bene e il male e che riguarda la dignità, la dignità della persona.

La seconda cosa credo che sia: la legalità si fonda sulla cultura. La cultura dell'omertà era fondata sul fatto che alcuni sapevano tutto, tutti sapevano qualcosa, la maggior parte preferiva non sapere di più.

Il controllo dell'omertà invece è la voglia di sapere di più, la voglia di non fermarsi in superficie, la voglia di costruire insieme la mentalità del proprio popolo, il sentimento d'appartenenza ad un popolo.

Lui ha fatto questo con lo strumento del diritto.

Il diritto si fonda sulla prova, prova significa che io posso avere tutte le ipotesi che voglio e ce n'erano di ipotesi politiche sulla mafia che Falcone non sposò, rifiutò ogni commistione fra la polemica politica e l'indagine giudiziaria.

Dopo di lui vennero altri che ritennero di poter, attraverso la verità giudiziaria, fare politica in un modo o nell'altro.

Lui no, lui protesse rigorosamente anche il prestigio della politica, rifiutando di prestar fede a illazioni di pentiti, le quali non fossero corroborate da riscontri, perché fu il primo a usare i pentiti, ma ci mise anche sull'avviso, sul fatto che il pentito non parla in generale per amore della giustizia, della verità e del bene, conduce anche attraverso le sue rivelazioni una sua lotta di mafia e quindi è fondamentale saper discriminare e per farlo occorre avere un fondamentale rispetto delle istituzioni.

Questa credo sia oggi forse l'eredità più preziosa che ci lascia Giovanni Falcone (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

(Applausi).

ORESTE PASTORELLI. Grazie signora Presidente, noi socialisti siamo particolarmente affezionati alla figura di Giovanni Falcone e fin da subito gli abbiamo riconosciuto, nell'opera di contrasto alla mafia, una grande capacità innovativa.

La sintonia con questo magistrato fu forse determinata dall'osservare quanto fosse fitta la schiera dei suoi oppositori e quanto fosse pericolosa la marea montante delle dicerie che avrebbe alla fine portato al suo isolamento, rendendolo vittima predestinata e indifesa.

Claudio Martelli lo volle con sé al Ministero di Giustizia, ma la simpatia certamente umana era una simpatia tutta politica, nel senso alto della parola. Avevamo capito che quel magistrato stava stracciando un copione che risultava utile a tanti, ma non a combattere la mafia. Falcone e Borsellino avevano deciso che Cosa Nostra andava combattuta con metodi moderni, che bisognava seguire la traccia dei soldi, una traccia che non puzzava, ma che avrebbe portato prove inoppugnabili in tribunale. Invece, al cosiddetto terzo livello non ci credevano per niente, perché spiegavano: è la mafia che comanda gli altri poteri e non viceversa.

Oggi li richiamiamo alla memoria, a venticinque anni dall'attentato in cui persero la vita. Il PSI ricorda Falcone e Borsellino con affetto e riconoscenza (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Ministra Anna Finocchiaro, a cui do volentieri la parola. Ne ha facoltà.

ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Il Governo si associa a questo momento di ricordo di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, di Francesca Morvillo e degli agenti della scorta trucidati insieme a loro. Vorrei dire sostanzialmente solo una cosa, in questo tempo, in cui a misurare il valore di un'esistenza proponiamo un unico metro, che è il metro del successo, e lo proponiamo anche alle giovani generazioni, come metro della costruzione della propria esistenza, talvolta addirittura della propria identità. Fa bene ricordare un uomo come Falcone che, come hanno detto alcuni dei deputati intervenuti prima, fra tutti Claudio Fava, non è stato un uomo di successo. E il successo non è il metro per valutare il valore della sua esistenza. Al contrario è stato lo smacco, il tradimento e la mortificazione, addirittura, che hanno segnato quella vita, come è accaduto anche ad altri, e non solo magistrati, uccisi dalla mafia.

Eppure noi oggi ricordiamo questo sconfitto, che ha vinto nel tempo, perché il metodo di indagini individuato da Giovanni Falcone è stato il metodo di indagini che è stato poi adottato per tante e tante, ancora oggi, inchieste di mafia, perché è cresciuta una generazione di magistrati, più di una generazione di magistrati, all'ombra di quell'esistenza, non contrassegnata dal successo, così come siamo abituati oggi a misurarla. Infatti, nuovi strumenti di ordine processuale e di ordine penale, sulla base di quell'esperienza, sono stati introdotti nel nostro ordinamento e, forse, alle giovani generazioni bisognerebbe insegnare che non solo il successo, valutabile dal metro con cui oggi purtroppo viene misurato, ma anche questa capacità di resistere allo smacco è un valore, che è utile per la costruzione di una società più giusta, più sana, più pulita, meglio orientata.

Una volta chiesero a Giovanni Falcone: ma chi glielo fa fare? E lui rispose: per spirito di servizio. Io credo che sia anche in questa risposta, così modesta, direi così asciutta, così priva di ogni riferimento al coraggio, ai grandi valori, la cifra di quell'esistenza. Dobbiamo ricordarci, però, che, quando diceva “spirito di servizio” io sono certa - ma lo testimonia la sua esperienza - , non parlava soltanto della fedeltà alla propria funzione, che già è un grandissimo valore, ma parlava anche della fedeltà allo Stato, proprio lo Stato con la S maiuscola, che talvolta non ci piace, non ci accontenta, del quale possiamo intravedere limiti, ritardi, ambiguità e incertezze, ma che comunque è l'unico luogo in cui vale la pena di spendere per intero un'esistenza, che ha una relazione con il destino comunque di una comunità (Applausi).

PRESIDENTE. Termina così la commemorazione per il venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e di via d'Amelio.

Si riprende la discussione (ore 18,44).

(Ripresa esame dell'articolo 5 - A.C. 4144-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo la votazione dell'emendamento 5.800 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Stella Bianchi. Ne ha facoltà.

STELLA BIANCHI. Grazie Presidente. Sul merito dell'emendamento, riprendo quello che ha già detto il presidente Realacci. Noi introduciamo un divieto che non era previsto in precedenza e nel testo dell'emendamento è piuttosto chiaro anche per tutti i colleghi - credo basta leggerlo - “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle ad esse strettamente conseguenti”. Posto che, naturalmente, lavoriamo per arrivare il prima possibile a zero emissioni nette, però, Presidente, in realtà vorrei soprattutto riportare alla sua memoria quanto ha detto la collega Roberta Lombardi nel suo intervento e farle una preghiera, un invito, chiederle una cortesia per suo tramite. Infatti, la collega Lombardi ha parlato di corruzione: i membri della Commissione ambiente che hanno firmato questo emendamento sarebbero stati corrotti. Ecco, Presidente, se la collega Lombardi ha elementi specifici, io le chiederei di andare in procura: nomi, cognomi ed episodi. Naturalmente pronta a rispondere per reato di diffamazione, in caso, rinunciando chiaramente alla sua immunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18,45)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

GIROLAMO PISANO. Grazie Presidente. Su tutta la discussione che si è qui svolta, riguardo a questa modifica del testo che è uscito dalla Commissione, il collega Iannuzzi ha chiarito che il problema nasce anche e soprattutto da un parere della Ragioneria dello Stato, che parla di un non ben specificato ammanco nel gettito fiscale. Secondo quello che sono riuscito a ricostruire, si parla di alcune decine di milioni di euro. Vorrei ricordare che un punto per mille della tassazione sul portafoglio titoli vale 200 milioni di euro. Non credo che la salute pubblica possa essere compromessa per l'1 per mille di una tassazione sui titoli di chi li ha in portafoglio. Quindi, invito anche il Governo a riflettere su queste cose, anche perché la Costituzione mette prima la salute e poi successivamente, eventualmente, il bilancio dello Stato.

ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO FICO. Grazie Presidente, vorrei prima di tutto chiedere, a questo punto, al collega Realacci, tramite lei, se possiamo accantonare quest'emendamento, visto che è tanto discusso, anche perché negli anni abbiamo assistito a male interpretazioni di emendamenti, che poi sono stati usati in altro modo. Io mi ricordo, uno su tutti, che in quest'Aula sono stati votati i Cip 6, i certificati verdi, quando c'erano i miliardi di euro, che venivano smistati alle energie.

In teoria si trattava di fonti rinnovabili e poi si aggiunse la parolina magica e “assimilate” e le assimilate alla fine erano le energie prodotte dagli inceneritori, per esempio. Quindi, stiamo parlando del nulla: per miliardi di euro smistati a queste energie, l'80 per cento alle energie prodotte dagli inceneritori, il 20 per cento alle energie prodotte da fonti rinnovabili.

Allora, chiediamo - lo chiedo come capogruppo del MoVimento 5 Stelle - l'accantonamento, perché, se ci sono dei dubbi, possiamo risolverli.

PRESIDENTE. C'è una richiesta formale di accantonamento, ho bisogno del parere da parte del relatore.

ENRICO BORGHI, Relatore. Parere contrario.

PRESIDENTE. Chi parla a favore dell'accantonamento? Nessuno. Chi parla contro? L'onorevole De Rosa ha chiesto di parlare a favore. Cerchiamo di essere reattivi. Prego, onorevole De Rosa.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, scusi non ero così reattivo, ma è questione di due secondi, insomma.

PRESIDENTE. Infatti, ho detto, proviamoci.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo, appunto, l'accantonamento, ma più che altro per riflettere. Visto che c'è stata un'interpretazione, che ha dovuto dare il relatore per primo, noi chiediamo semplicemente: ci vogliamo sedere un attimo al tavolo? Abbiamo tempo fino a domani, perché tanto andremo sicuramente fino a domani a votare questa proposta di legge. Sediamoci intorno al tavolo e definiamo queste attività, che devono proseguire comunque, per non fare un danno alle casse dello Stato, con termini tecnici, in modo che ognuno di noi non passa poi interpretare, ma ci siano delle norme chiare. Non mi sembra che stiamo chiedendo la luna. Stiamo chiedendo di andare nella stessa direzione. Per carità, preserviamo il bilancio dello Stato, ma mettiamo dei termini tecnici, in modo che non sia interpretabile la norma e che non ci troviamo in situazioni, in cui poi il pensiero che viene in mente al MoVimento 5 Stelle sia quello che il PD ha qualche interesse dietro.

PRESIDENTE. Qualcuno chiede di parlare contro? Non mi pare.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento avanzata dall'onorevole Fico.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge, per 64 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

MATTEO MANTERO. Presidente, se quello che ci ha detto il presidente Realacci prima di interrompere, se il presidente Realacci è in buona fede, se quello che ci ha detto corrisponde realmente alle intenzioni del PD e del Governo, allora è chiaro che questo emendamento va riscritto, allora è chiaro che ci dobbiamo fermare un attimo e rimettere mano a questo emendamento, perché questo emendamento così com'è lascia delle zone grigie pericolosissime. Riusciamo per una volta ad essere chiari, a scrivere le cose come andrebbero scritte per evitare interpretazioni negative? Perché se insistiamo ad andare avanti in questa direzione, se instiamo ad andare avanti con l'emendamento così come è scritto, è chiaro che queste zone grigie sono lasciate volontariamente per consentire di continuare a trivellare i nostri parchi.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MATTEO MANTERO. Concludo invitando i colleghi a considerare che stiamo arrivando al termine della legislatura, e vorrei invitare a non lasciare quest'ulteriore macchia…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Mantero.

MATTEO MANTERO. …di petrolio sul loro mandato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stefano. Ne ha facoltà. Non è in Aula: s'intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, per far capire il conflitto interno, e anche etico, che dovrebbe riguardare la maggioranza in questo momento, noi stiamo parlando fondamentalmente anche di lobby: non è possibile ancora una volta vedere che l'atteggiamento della maggioranza è quello di essere burro fuso rispetto alle trivellazioni delle lobby; mentre, nel momento in cui si chiede una chiusura a livello di parchi protetti della possibilità di fare trivellazioni e di levare ogni ambiguità, allora vi dimostrate granitici. Forse, forse dovete invertire qualche ordine degli addendi, relativamente a come interpretate l'etica del vostro mandato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i deputati dell'UDC sono gli eredi di una grande battaglia che abbiamo condotto sul territorio in occasione del referendum, nella quale abbiamo preso degli impegni con i nostri elettori e con la popolazione. Io capisco benissimo le ragioni dei colleghi del Partito Democratico, e non vorrei che la nostra presa di posizione fosse intesa come il cedimento ad accuse demagogiche, che andrebbero assai meglio provate: ricordando anche il grande esempio di Falcone, che non faceva accuse che non fossero documentate. Tuttavia noi abbiamo un impegno con la popolazione: sappiamo che la popolazione sente come assolutamente preponderante la vocazione turistica di queste aree, ed è preoccupata dal fatto che attività di trivellazione ulteriori possano compromettere questa vocazione, sulla quale hanno costruito, con enorme fatica ed enorme lavoro, il loro benessere. Noi pertanto voteremo contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO. All'inizio della seduta abbiamo chiesto che fosse votata immediatamente la Commissione d'inchiesta per i reati sui reati bancari, finanziari. Bastava un quarto d'ora, un quarto d'ora di tempo per mandare avanti una Commissione che potesse far luce sui crimini finanziari; e avete coperto questi crimini, votando invece a pioggia questi emendamenti che dall'altra parte incentivano i crimini ambientali.

Tale è quest'Aula: da un lato, le lacrime di coccodrillo verso la morte di eroi che hanno combattuto la criminalità organizzata e, dall'altro lato, la copertura integrale a qualunque forma di criminalità in questo Paese. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

SAMUELE SEGONI. Presidente, questo emendamento ha il classico marchio di fabbrica del Partito Democratico: da una parte sembra vietare qualcosa, le trivellazioni nelle aree protette; in realtà con una dicitura bizantina e interpretabile, per stessa ammissione di alcuni esponenti del Partito Democratico che hanno preso parola - “attività ad esse conseguenti”, ad esempio, queste parole non ben interpretabili -, dà il via libera a queste trivellazioni. Quindi, al Governo si potrebbe chiedere che fine ha fatto la politica energetica di transizione, gli impegni sui cambiamenti climatici e su un nuovo modello di economia. Lo dico io: al di là degli annunci, degli impegni, degli interventi spot, che pur ci sono, poi quando si arriva al dunque, come in questo caso, si vuole ancora puntare tutto sulle energie fossili.

Noi non condividiamo assolutamente; però, abbiamo capito il modo di pensare di questo Governo e di questa maggioranza: è un po' il modo di pensare di una mamma che dice al bambino: “Prima mangi tutta la verdura e poi prendi la fetta di torta”. È una situazione analoga: “Prima finisci tutte le energie fossili, le fonti energetiche fossili, poi ti faccio sviluppare quelle rinnovabili”. Non funziona così, non funziona assolutamente in questo modo: il progresso è già arrivato, il futuro è rinnovabile, è già qui, e invece si continua a guardare al passato e al fossile.

Noi contestiamo assolutamente questa visione e lo chiediamo al Governo per lo meno nei parchi, perché capiamo il contesto di questo provvedimento: noi stiamo parlando di una norma che tratta delle aree protette, quindi non di tutto il Paese; almeno le aree protette utilizziamole per cercare di sperimentare un modello economico e di sviluppo più ecosostenibile e in grado di generare maggiore benessere diffuso. E, quindi, anche noi chiediamo a gran forza che questo emendamento possa essere ritirato, altrimenti voteremo contro.

ANDREA VECCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA VECCHIO. Signor Presidente, io le chiedo di voler riprendere l'onorevole Ferraresi, che in un suo intervento precedente ha definito questo Parlamento “criminale”. Criminale potrei essere io, ma non credo che il Parlamento nella sua interezza si possa considerare criminale. Quindi, io chiedo che venga censurata questa sua espressione (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Vecchio, come lei sa posso censurare quello che io ascolto; quindi, non sono in grado di dire che cosa ha detto l'onorevole Ferraresi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Daga. Ne ha facoltà.

FEDERICA DAGA. Presidente, come in una storia spunta così, all'ultimo, il salvataggio di quelle attività di mercato globale che tanto male fanno alla salute dell'ambiente. La solita manina magica, che sa più di diabolico che di divino: trivelliamo nei parchi e nelle aree protette. Già è stato detto: questo emendamento era una condizione obbligata per arrivare in Aula, e per interpretazione questo testo può insinuare la possibilità di bucare ovunque; si tratta, quindi, di parole un po' troppo generiche. Con questo emendamento si firma un assegno in bianco ai petrolieri: e dico io, perché non circoscriverlo in modo chiaro a questo punto? Io mi ripeto: questa legislatura è stata la più devastante dal punto di vista ambientale; e se provate amore per l'ambiente, se provate amore per la natura o se provate amore per il genere umano, dovreste almeno ritirare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

COSIMO PETRAROLI. Presidente, l'Italia è il Paese di navigatori, di poeti e di santi. Riguardo ai navigatori, come è noto, il settore non sforna più illustri nocchieri. Come poeti, invece, siamo insuperabili: basti pensare che il petrolio si coltiva e gli impianti si dicono di coltivazione (gioco semantico). Riguardo ai santi non ci rimane che affidarci a loro, nel caso in cui le coltivazioni vadano male.

Voi state trivellando qualsiasi cosa sia trivellabile in questo Paese: trivellate i fondi marini, trivellate la terra, trivellate i conti correnti dei risparmiatori e adesso volete trivellare anche i parchi italiani con un emendamento volutamente poco chiaro e, soprattutto, senza il primo firmatario, come a dire che non avete neanche il coraggio di metterci la faccia. L'unica nota positiva è che finalmente anche i cittadini italiani iniziano a sentirsi semanticamente trivellati, soprattutto dopo quanto è accaduto al Ministro Guidi…

PRESIDENTE. Concluda.

COSIMO PETRAROLI. …e al sottosegretario Vicari. Quindi, anch'io mi associo alla richiesta di ritirare l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Al di là della formalità dell'emendamento, che effettivamente apre alle società petrolifere, a me preme far riferimento a quella che è stata ormai un'ammissione da parte della stessa società italiana del petrolio, che ha ammesso che ci sono stati degli sversamenti. Ma io tempo fa, in discussione su un altro decreto, in quest'Aula dissi chiaramente al Governo di verificare quanto già era stato dichiarato, per esempio, dall'Acquedotto pugliese per quanto riguarda i costi di potabilizzazione dell'acqua. È evidente che le società che trattano le nostre acque, come in questo caso la diga del Pertusillo, stanno subendo dei costi elevatissimi e sempre più crescenti per portarci l'acqua alle stesse condizioni di potabilizzazione. Questo è un chiaro ed evidente segno dell'inquinamento di tutte le falde; quindi, non c'era bisogno di una dichiarazione da parte della società per poter indagare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Folino. Ne ha facoltà.

VINCENZO FOLINO. Grazie, Presidente. Mi rifaccio a quanto già detto dal collega Latronico circa le scelte di carattere generale, le contraddizioni così profonde di questo testo e di questo emendamento, se non viene ritirato. Venti anni orsono, quando partirono le estrazioni petrolifere in alcune aree del Mezzogiorno, in Basilicata particolarmente, in contemporanea si mise in campo una strategia di tutela della natura e dell'ambiente con i parchi naturali. Abbiamo diversi parchi: il Parco della Val d'Agri, quello del Pollino, il Parco del Cilento. Adesso, con questo emendamento, con il combinato disposto del cosiddetto “sblocca Italia”, tutta questa strategia di tutela dell'ambiente viene completamente cassata.

Ho ascoltato anche la collega Bianchi, che è molto sensibile a questi temi e il presidente Realacci ma, purtroppo, la verità è che questo emendamento - e considerando anche le attività strettamente connesse - significa fare devastare totalmente tutti i parchi d'Italia e del Mezzogiorno, in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.800 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

L'emendamento 5.212 Carrescia è assorbito.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.206 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.400 De Rosa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Volevo, se possibile, intervenendo su questo emendamento, allargare il discorso alle considerazioni che prima venivano fatte, portando una serie di tesi a quanto affermato anche da numerosi nostri colleghi. Innanzitutto, volevo segnalarle che il parere che è uscito dalla Commissione X, di cui era la relatrice la collega del Partito Democratico Bargero, segnalava come, all'articolo 5, la Commissione di merito dovesse in qualche modo segnalare i provvedimenti autorizzativi ad essi conseguenti o connessi. Quindi, di fatto hanno recepito una condizione che è stata messa dalla Commissione X, attività produttive, ma peggio ancora, perché, durante quella discussione, e c'è a testimonianza di ciò un parere che ci fu inviato in via preliminare della deputata Bargero, c'era un punto, che vedremo poi all'articolo 8, come emendamento con un firmatario, quindi abbiamo un nome e cognome di chi è che oggi porta avanti gli interessi dell'ENI all'interno di queste Aule parlamentari, nel tentativo di non far pagare le royalty alle compagnie petrolifere, ma di trasferire il pagamento dalle regioni ai parchi, e quindi non facendo pagare nulla ai soggetti titolari delle estrazioni.

Poi volevo segnalare al collega Realacci che sembra non rendersi conto che il mondo gira in un modo diverso. Lei, ovviamente, sarà stato attento alla procedura di estrazione della piattaforma Vega B, che è una piattaforma al largo di Ragusa, per la quale c'è stato un ampio dibattito, anche con interrogazioni di diversi gruppi parlamentari, sul fatto che in quel caso fu presa un'autorizzazione del 1984 e per la quale fu detto: noi oggi dobbiamo utilizzare, sfruttare quel permesso di estrazione e creare un nuovo pozzo con una nuova piattaforma.

Ed è stato dato parere come se fosse una proroga. Quindi, quello che noi stavamo segnalando prima come condizione esistente è il fatto che, in realtà, ci saranno delle modalità con cui, durante una coltivazione di un giacimento petrolifero, ci sarà la possibilità di chiedere innanzitutto la proroga, perché, magari, non è il momento operativo opportuno per poter estrarre un greggio, perché sappiamo bene che è condizionato dalle logiche di mercato; quindi, se non è conveniente in quel periodo estrarlo, perché quella lavorazione costa di più, evidentemente sposterò la mia attività estrattiva più in là nel tempo. Tant'è che spesso queste proroghe vengono concesse di dieci anni, e, pertanto, noi stiamo dicendo che una proroga per un pozzo esistente all'interno di un parco potrà andare avanti ad libitum, a seconda di quante volte verrà chiesta la stessa proroga.

Ma vado oltre: nel momento in cui c'è un'attività estrattiva legata a un giacimento, il giacimento occupa diverse zone, per cui molto spesso lo stesso giacimento attraversa province intere. Mi rifaccio a quello di Cascina Alberto, nella zona che attraversa la provincia di Biella, Vercelli, Novara, Verbania e Gallarate e si estende in tutta la zona. Faccio l'esempio di questo perché è evidente che oggi quello è un permesso di ricerca all'interno anche di una zona del Parco del Ticino, ma volendo andare a evidenziare, quando io avrò un pozzo estrattivo, dall'altra parte potrò sempre dire: quel pozzo estrattivo lo chiudo, ma sto continuando a sfruttare quel giacimento che tu mi hai già autorizzato a sfruttare; quindi, vado a realizzare un secondo pozzo estrattivo all'interno di un'area parco in virtù del fatto che ho un'autorizzazione esistente di un'intera area estrattiva.

Allora, non prendiamo in giro i cittadini e gli abitanti di quei territori, immaginando e facendo della propaganda becera nel tentativo di trasmettere un'idea di Paese diverso, perché non ce la fate. Dovete fare degli emendamenti che vanno a salvare il sedere alle compagnie petrolifere e basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), come un altro emendamento che boccerete nella manovrina e non è stato accettato, quello dell'IMU delle piattaforme petrolifere, che avete sempre bocciato. Perché? Quella è un'attività industriale come tante altre, ma voi non gli fate pagare l'IMU. È evidente che qui c'è un problema di lobby e di sudditanza al potere dell'ENI, che hanno nomi e cognomi ben noti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. A pagina 82 dell'ordinanza del processo Piramidi leggo che un Viceministro dello sviluppo economico nel 2014 incontrò Carmelo Paratore. Qualche mese dopo Paratore ricevette un appalto per gestire dei rifiuti. Paratore ora è stato messo in galera, accusato di essere mafioso e di essere il braccio economico del clan Santapaola. In questo emendamento si toglie il vincolo per sorvolare i parchi con gli aerei. Abbiamo parlato di qualcosa accaduta 25 anni fa e Santapaola è stato anche condannato per la strage di Capaci. Ora io credo che Falcone non vorrebbe passare sopra questo Parlamento lì dov'è, perché non si fiderebbe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.400 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.207 Squeri e 5.213 Abrignani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.214 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.9 Laffranco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.401 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.402 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.403 De Rosa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, solo per ribadire un punto fondamentale: che dopo tutte le richieste di dialogo, dicendo che noi siamo congelati, che non facciamo dibattito e che non siamo disposti a discutere, voglio ricordare che su tutti i punti non c'è alcuna apertura da parte della maggioranza, assolutamente. Col MoVimento 5 Stelle che rappresenta i cittadini non si discute; si discute con il partito di Dell'Utri. Ebbene, sono scelte e poi gli italiani vedranno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.403 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.404 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.405 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.406 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.407 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.92 Busto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busto. Ne ha facoltà.

MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede che nei parchi, poiché sono per definizione dei soggetti che sono utili e indispensabili per tutelare la fauna e la biodiversità, non sia accettabile derogare al divieto di uccidere o disturbare le specie animali presenti ma che, quindi, la gestione faunistica si attui solo attraverso interventi incruenti e non letali, come è indicato anche dopo, nell'emendamento all'articolo 9.

Ora, è pur vero che è un qualcosa che non è sempre facilissimo da attuare, tuttavia c'è da dire che finché non si investe in questa direzione ma si lascia sempre spazio ai fucili e alle doppiette ciò non sarà mai possibile. Ci sono già state delle sperimentazioni di somministrazione di farmaci per il controllo delle nascite e in certi casi anche altri tipi di farmaci sono stati utilizzati con dei bocconi - non in particolare dei farmaci per controllare le nascite - ma è una strada che si può perseguire e bisognerebbe farlo per andare davvero nella direzione del controllo e non dello sterminio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.92 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.13 Cristian Iannuzzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.8 Laffranco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.14 Laffranco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo alla votazione del subemendamento 0.5.600.1 Zaratti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Volevo sottolineare questo nostro subemendamento. Stiamo parlando del fatto che il parco possa ricomprendere siti militari e noi vorremmo per le decisioni rispetto a questi siti, invece del concerto con il Ministero della difesa - che ovviamente risulta essere assolutamente vincolante - un più semplice “sentito”. Ora che l'ente parco debba naturalmente rapportarsi al Ministero della difesa in relazione a questi siti, credo che sia un elemento di grande saggezza e certamente comprensibile, ma che addirittura il parco - che è comunque l'ente gestore di quella area protetta che è stata istituita per finalità legate alla conservazione - debba essere subordinato al parere del Ministero della difesa, io credo che questo sia assolutamente sbagliato.

Per questo noi vogliamo attenuare la possibilità d'intervento del Ministero della difesa all'interno delle aree protette.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.5.600.1 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.600 (Nuova formulazione), della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Passiamo ora a una serie a scalare composta di tre emendamenti: porrò in votazione il primo e l'ultimo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.410 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.408 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Abbiamo un'altra serie a scalare ancora di tre emendamenti. Io direi che con questi possiamo poi concludere i nostri lavori, se gli accordi che sono stati presi, mi vengono confermati; mi pare di sì. Allora votiamo il primo emendamento della serie a scalare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.413 Busto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.411 De Rosa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.

Intervento di fine seduta (ore 19,28).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gasparini. Ne ha facoltà.

Colleghi, come al solito, chi vuole uscire, può uscire, possibilmente silenziosamente, e chi vuole ascoltare sia messo in condizione di farlo

DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Grazie Presidente. La sindaca di Cinisello Balsamo, Siria Trezzi, la sindaca di Sesto San Giovanni, Monica Chittò, la vicesindaca di Cesano Boscone, Mara Rubichi, hanno ricevuto minacce di morte e offese vergognose in rete dopo aver firmato con altri 76 sindaci il protocollo che sancisce un'alleanza strategica tra Stato e poteri locali per l'accoglienza diffusa dei migranti, un impegno importante, come ha sottolineato il ministro Minniti, perché integrare, mentre si accoglie, permette di creare politiche di sicurezza per il presente e per il futuro, perché chi è integrato difficilmente diventa un punto di rottura della società.

Nell'esprimere solidarietà, spero di tutto il Parlamento ovviamente, a Siria, Monica e Mara, voglio sottolineare che la realtà si affronta e si governa senza girare la testa dall'altra parte, così come hanno fatto loro e gli altri 76 sindaci che hanno firmato il protocollo.

È inaccettabile che chi ogni giorno mette a disposizione della propria comunità competenze, impegno e responsabilità, possa essere esposto a minacce solo perché fa bene il lavoro di sindaco.

Per questo spero che la Commissione Jo Cox, presieduta dalla Presidente Boldrini, completi al più presto il suo lavoro per poter adottare ulteriori provvedimenti per combattere l'odio che ormai permea la comunicazione in rete e che colpisce soprattutto le donne.

Vorrei anche dire ai colleghi, a tutti i colleghi, che anche noi potremmo dare una mano a un cambiamento culturale, cambiando linguaggio, perché troppo spesso in quest'Aula si usa un linguaggio violento, che va oltre il confronto delle opinioni.

Si sappia che tutto ciò determina un clima di sfiducia verso le istituzioni che ricade prima di tutto su chi in prima fila deve affrontare ogni giorno il tema complesso della convivenza civile: i sindaci. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 24 maggio 2017, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16,30)

1.  Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 119-1004-1034-1931-2012 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: D'ALI'; DE PETRIS; CALEO; PANIZZA ed altri; SIMEONI ed altri: Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 4144-A)

e delle abbinate proposte di legge: TERZONI ed altri; MANNINO ed altri; TERZONI ed altri; BORGHI ed altri. (C. 1987-2023-2058-3480)

Relatore: BORGHI.

2.  Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Guido Crosetto, deputato all'epoca dei fatti. (Doc. IV-quater, n. 5)

Relatrice: ROSSOMANDO

3.  Seguito della discussione della proposta di legge:

DAMBRUOSO ed altri: Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista. (C. 3558-A)

Relatori: POLLASTRINI, per la maggioranza; LA RUSSA, di minoranza.

4.  Seguito della discussione del progetto di legge:

S. 2067-1844-2032-176-209-286-299-381-382-384-385-386-387-389-468-581-597-609-614-700-708-709-1008-1113-1456-1587-1681-1682-1683-1684-1693-1713-1824-1905-1921-1922-2103-2295-2457 - D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; FERRANTI ed altri; MOLTENI ed altri; D'INIZIATIVA DEI SENATORI: SCILIPOTI ISGRÒ; TORRISI; MANCONI ed altri; COMPAGNA; BARANI; BARANI; BARANI; BARANI; BARANI; BARANI; BARANI; MARINELLO ed altri; COMPAGNA; CARDIELLO ed altri; CARDIELLO ed altri; CARDIELLO ed altri; BARANI; CASSON ed altri; DE CRISTOFARO ed altri; LO GIUDICE ed altri; CASSON ed altri; LUMIA ed altri; LO GIUDICE ed altri; GIARRUSSO ed altri; GIARRUSSO ed altri; GIARRUSSO ed altri; GIARRUSSO ed altri; GINETTI ed altri; CAMPANELLA ed altri; RICCHIUTI ed altri; BARANI; MUSSINI ed altri; D'ASCOLA ed altri; CAPPELLETTI; GINETTI; BISINELLA ed altri: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario (Approvato, in un testo unificato, dal Senato). (C. 4368)

Relatori: FERRANTI, per la maggioranza; FERRARESI, di minoranza.

5.  Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 624-895-1020-2160-2163-2175-2178-2187-2196-2197-2202-2547-2591 - MARTELLI ed altri; MUSSINI ed altri; DE PIN ed altri; BUEMI ed altri; PAOLO ROMANI ed altri; BONFRISCO ed altri; MARCUCCI ed altri; DE PETRIS ed altri; GIROTTO ed altri; LUCIDI ed altri; TOSATO ed altri; DE PIN ed altri; MOLINARI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 4410)

e delle abbinate proposte di legge: ARTINI ed altri; NESCI ed altri; MONCHIERO ed altri; GIANLUCA PINI ed altri; BRUNETTA ed altri; PAGLIA ed altri; PRATAVIERA ed altri; ARTINI ed altri; ARTINI ed altri; CARIELLO e PISANO; CIVATI ed altri; SIBILIA ed altri; VILLAROSA ed altri.

(C. 1123-3339-3485-3486-3499-3508-3616-3799-3882-4053-4217-4428-4429)

Relatore: BERNARDO.

  (ore 15)

6.  Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 18)

7.  Votazione per l'elezione di un Segretario di Presidenza, ai sensi dell'articolo 5, comma 9, del Regolamento.

La seduta termina alle 19,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 8 il deputato Pagani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 14 e 15 la deputata Venittelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 23 e 27 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 25 la deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 27 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 27 e dalla n. 33 alla n. 35 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 30 alla n. 42 la deputata Mongiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 31 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 32 le deputate Covello e Antezza hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 33 il deputato Mognato ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nelle votazioni dalla n. 33 alla n. 35 le deputate Covello e Bargero hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 37 e 60 il deputato Capodicasa ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nelle votazioni dalla n. 37 alla n. 42 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 37 alla n. 42 la deputata Elvira Savino ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni dalla n. 42 alla n. 44 il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 44 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 45 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 45 e 46 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 46 alla n. 54 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 50 il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 54 il deputato Mognato ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 61 i deputati Marcon, Pastorino, Civati, Brignone, Andrea Maestri, Airaudo, Placido, Gregori e Pellegrino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 62 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 4144-A ed abb. - em. 4.477 359 349 10 175 105 244 96 Resp.
2 Nominale em. 4.476 359 351 8 176 67 284 96 Resp.
3 Nominale em. 4.479 360 350 10 176 66 284 96 Resp.
4 Nominale em. 4.478 383 382 1 192 72 310 95 Resp.
5 Nominale em. 4.480 379 378 1 190 71 307 95 Resp.
6 Nominale em. 4.482 387 387 0 194 73 314 94 Resp.
7 Nominale em. 4.26 390 388 2 195 49 339 94 Resp.
8 Nominale em. 4.302, 4.305 392 391 1 196 135 256 94 Resp.
9 Nominale em. 4.498 397 385 12 193 125 260 94 Resp.
10 Nominale em. 4.501 394 380 14 191 121 259 94 Resp.
11 Nominale em. 4.499 402 357 45 179 90 267 94 Resp.
12 Nominale em. 4.500 397 352 45 177 86 266 94 Resp.
13 Nominale em. 4.46 401 399 2 200 121 278 94 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 4.494 402 387 15 194 85 302 94 Resp.
15 Nominale em. 4.492 400 388 12 195 91 297 94 Resp.
16 Nominale em. 4.49 403 400 3 201 119 281 94 Resp.
17 Nominale em. 4.483 396 395 1 198 118 277 94 Resp.
18 Nominale em. 4.484 398 397 1 199 117 280 94 Resp.
19 Nominale em. 4.486 404 403 1 202 120 283 92 Resp.
20 Nominale em. 4.490 405 374 31 188 85 289 92 Resp.
21 Nominale em. 4.491 401 370 31 186 85 285 92 Resp.
22 Nominale em. 4.306, 4.307 403 377 26 189 88 289 92 Resp.
23 Nominale em. 4.502 406 405 1 203 117 288 92 Resp.
24 Nominale em. 4.497 400 379 21 190 69 310 92 Resp.
25 Nominale em. 4.495 404 383 21 192 71 312 92 Resp.
26 Nominale em. 4.503 413 404 9 203 113 291 92 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 4.505 407 405 2 203 118 287 92 Resp.
28 Nominale em. 4.27 413 412 1 207 62 350 92 Resp.
29 Nominale em. 4.50, 4.225, 4.87 415 413 2 207 124 289 92 Resp.
30 Nominale em. 4.51 416 414 2 208 121 293 92 Resp.
31 Nominale articolo 4 415 413 2 207 272 141 92 Appr.
32 Nominale art. agg. 4.0600 413 412 1 207 411 1 92 Appr.
33 Nominale em. 5.102, 5.200 363 363 0 182 59 304 92 Resp.
34 Nominale em. 5.202, 5.203 370 370 0 186 123 247 92 Resp.
35 Nominale em. 5.52 383 383 0 192 111 272 92 Resp.
36 Nominale em. 5.53 394 390 4 196 137 253 92 Resp.
37 Nominale em. 5.4 399 395 4 198 40 355 92 Resp.
38 Nominale em. 5.204 406 404 2 203 20 384 92 Resp.
39 Nominale em. 5.84 403 402 1 202 119 283 92 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 5.211 411 409 2 205 123 286 92 Resp.
41 Nominale em. 5.205, 5.208 414 411 3 206 51 360 92 Resp.
42 Nominale em. 5.210 415 414 1 208 59 355 91 Resp.
43 Nominale em. 5.800 379 372 7 187 235 137 89 Appr.
44 Nominale em. 5.206 398 398 0 200 43 355 89 Resp.
45 Nominale em. 5.400 399 399 0 200 118 281 88 Resp.
46 Nominale em. 5.207, 5.213 395 390 5 196 56 334 88 Resp.
47 Nominale em. 5.214 399 395 4 198 44 351 88 Resp.
48 Nominale em. 5.9 408 402 6 202 47 355 88 Resp.
49 Nominale em. 5.401 403 402 1 202 129 273 88 Resp.
50 Nominale em. 5.402 399 396 3 199 131 265 88 Resp.
51 Nominale em. 5.403 405 403 2 202 133 270 88 Resp.
52 Nominale em. 5.404 403 401 2 201 128 273 88 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 5.405 409 408 1 205 132 276 87 Resp.
54 Nominale em. 5.406 407 392 15 197 118 274 87 Resp.
55 Nominale em. 5.407 406 361 45 181 86 275 87 Resp.
56 Nominale em. 5.92 411 409 2 205 115 294 85 Resp.
57 Nominale em. 5.13 407 406 1 204 129 277 85 Resp.
58 Nominale em. 5.8 412 404 8 203 40 364 85 Resp.
59 Nominale em. 5.14 412 411 1 206 50 361 84 Resp.
60 Nominale subem. 0.5.600.1 409 406 3 204 131 275 83 Resp.
61 Nominale em. 5.600 n.f. 414 407 7 204 332 75 83 Appr.
62 Nominale em. 5.410 407 385 22 193 111 274 83 Resp.
63 Nominale em. 5.408 408 388 20 195 110 278 83 Resp.
64 Nominale em. 5.413 410 396 14 199 116 280 83 Resp.
65 Nominale em. 5.411 413 397 16 199 113 284 83 Resp.