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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 794 di giovedì 11 maggio 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA ROSSOMANDO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amoddio, Stella Bianchi, Michele Bordo, Braga, Matteo Bragantini, Bratti, Brunetta, Caparini, Capelli, Antimo Cesaro, Dellai, Di Gioia, Fico, Fontanelli, Galati, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Lauricella, Locatelli, Manciulli, Marcon, Palladino, Palma, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Portas, Rosato, Sanga, Schullian, Tabacci, Valeria Valente e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoventi, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (A.C. 3918-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3918-A: Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.

Ricordo che nella seduta dell'8 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principio o riassuntive, ai sensi l'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Lega Nord e Autonomie è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono stati presentati emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicoletti. Ne ha facoltà.

MICHELE NICOLETTI. Grazie, Presidente. Volevo richiamare l'attenzione sull'importanza di questo provvedimento. Si tratta di una ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, un provvedimento particolarmente importante per quanti hanno a cuore la difesa dei diritti della persona e della sua dignità.

Il traffico di organi umani, purtroppo, ha assunto dimensioni impressionanti - stiamo parlando di decine di migliaia di casi, di un giro di affari di milioni di dollari a livello internazionale -, che tristemente ci riconducono alla considerazione che, ancora oggi, trasformare l'essere umano in una merce, in uno schiavo, è uno degli affari più redditizi anche rispetto ad altre attività criminali. È un fenomeno di natura internazionale, che quindi richiede misure di contrasto internazionali, che, purtroppo, colpisce le persone più vulnerabili, in particolare i minori. Pensiamo alle decine di migliaia di minori che, solo sul continente europeo, scompaiono e che spesso sono vittime non solo di violenza, di abusi, ma anche di espianti di organi; quindi persone, che hanno già subito una violenza nell'essere strappati alle loro case e ai loro Paesi di origine, nell'aver affrontato viaggi drammatici e che poi finiscono ancora vittime di una violenza peggiore.

Si tratta di un reato gravissimo, che, non a caso, viene inserito tra i reati contro la persona e, in particolare, nella fattispecie delle nuove forme di schiavitù, cioè di quelle forme di relazione tra uomini in cui una persona è ridotta a cosa, a pezzo di ricambio, come in una sorta di nuovo cannibalismo, in cui, per sopravvivere, alcuni si vogliono cibare di altri.

Da questo punto di vista, io penso che questo sia un provvedimento essenziale per rafforzare tutte le misure di contrasto all'interno dei Paesi, ma anche per la collaborazione tra i Paesi. Infatti, il provvedimento in esame non colpisce solo i reati compiuti sul nostro territorio, ma anche i reati compiuti da cittadini italiani in altri Paesi; e, poi, va a perseguire non solo le persone direttamente coinvolte, ma anche quelle che favoriscono, propagandandole, queste forme di pratiche illegali.

Per queste ragioni, io mi auguro che questo provvedimento possa trovare la dovuta attenzione da parte della nostra Aula e possa essere rapidamente approvato. Come tutte le convenzioni internazionali ha bisogno di un certo numero di Paesi che la ratifichino per poter entrare in esecuzione, per poter essere immediatamente operativa.

Io non dubito che il nostro Parlamento sarà sensibile: anche nel corso di questa legislatura abbiamo approvato numerosi provvedimenti a favore di una più forte protezione dei diritti umani e delle persone più deboli e, quindi, per questo, mi auguro che il provvedimento venga approvato.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2- A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni. Prego, relatore Nicoletti.

MICHELE NICOLETTI, Relatore per la III Commissione. Presidente, i pareri sono tutti contrari.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Gianluca Pini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Certo di cogliere l'attenzione e la sensibilità di tutta l'Aula, in primis, la sua, segnalo che il parere contrario si riferisce all'emendamento che, secondo me, è quello più importante, che è stato presentato a mia firma, ma che è a nome di tutto il gruppo.

Mi riferisco all'emendamento 3.1, che riguarda l'espianto di organi da persone condannate a morte, cosa che non è stata assolutamente inclusa nella ratifica di questo Accordo internazionale. Ci sembra abbastanza strano e singolare, perché se si vuole contrastare il traffico illegale di organi, bisogna, però, prendere atto anche del fatto che ci sono delle realtà, delle nazioni, fortunatamente distanti dal Vecchio continente, ma che, comunque, con il Vecchio continente hanno rapporti forti, non solo da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista geopolitico, che, però, continuano con questa pratica, cioè quella di espiantare organi dai condannati a morte.

Tutti quanti qui hanno sottoscritto ciò nel tempo e, comunque, questo è un Paese, che solitamente rifiuta la condanna a morte, quindi non si capisce perché la conseguenza logica del rifiuto della condanna a morte come pena capitale eccessiva rispetto a qualsiasi tipo di reato, possa permettere il traffico di organi espiantati da chi viene condannato a morte. È un'incongruenza e una pochezza, secondo me, di onestà intellettuale da parte di questo Parlamento che andrebbe assolutamente corretta.

Confido che ci siano, all'interno di quest'Aula, persone che si mettano una mano sulla coscienza e, se non altro, dal punto di vista di questa istituzione, mandino un segnale forte nei confronti di determinati Paesi - in primis, la Cina - per fermare questo scempio, che viene compiuto su persone che già hanno visto la privazione della loro vita, evidentemente per reati che avranno compiuto, anche di natura efferata, ma che noi, onestamente, da un punto di vista proprio di civiltà, non possiamo assolutamente accettare. Quindi, chiedo cortesemente al relatore e al Governo di rivedere il parere.

MICHELE NICOLETTI, Relatore per la III Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE NICOLETTI, Relatore per la III Commissione. Grazie. L'onorevole Pini ha giustamente richiamato l'attenzione su una situazione che può verificarsi e che merita la nostra considerazione, tuttavia la soluzione che lui propone è di associare il reato compiuto nei confronti di una persona vivente a quello compiuto su un condannato a morte appena giustiziato.

Il provvedimento distingue tra il traffico di organi illecito nei confronti di una persona vivente e quello nei confronti di persone la cui morte sia stata accertata, quindi, nei confronti di cadaveri: pertanto anche l'espianto illegale su un cadavere è perseguito dalla ratifica.

Per una ragione anche di pulizia del testo, si è ritenuto di dover mantenere questa distinzione e di non associare immediatamente la tipologia del condannato a morte appena giustiziato, che rientra nella seconda, equiparandola alla prima. Questa è la ragione per cui si è ritenuto di rifiutare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto contrario all'emendamento Pini e semplicemente per spiegarlo brevemente.

La ratio si capisce, però non si capisce per quale motivo, all'interno di una modifica al codice penale italiano, si inseriscano anche i condannati a morte, quando nell'ordinamento italiano non ci sono (Commenti del deputato Gianluca Pini)... Certo, ovviamente si parla di....

PRESIDENTE. Deputato Pini, però, si rivolga a me.

MARIA EDERA SPADONI. Cercherei semplicemente di spiegare il motivo del nostro voto contrario. Noi voteremo contrariamente proprio per questo motivo, però preannuncio che, rispetto invece a tutti quegli emendamenti che richiedono l'inasprimento delle pene, presentati appunto dalla Lega Nord, ovviamente il nostro voto sarà favorevole, anche andando contro il parere del relatore, presidente della delegazione italiana presso il Consiglio d'Europa, Nicoletti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.18 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.21 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.25 Gianluca Pini, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MICHELE NICOLETTI, Relatore per la III Commissione. I pareri sono contrari.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Va bene, adesso passiamo a una serie a scalare composta da tre emendamenti, Gianluca Pini 4.2, 4.3 e 4.4. In base all'articolo 85, comma 8, del Regolamento e come applicato nella prassi assolutamente costante, la Presidenza porrà in votazione il primo emendamento e l'ultimo emendamento.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 4.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 4.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.9 Gianluca Pini, i pareri sono tutti contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sano stati presentati emendamenti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MICHELE NICOLETTI, Relatore per la III Commissione. Il parere contrario è sull'emendamento 6.1 Gianluca Pini.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1 Gianluca Pini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. L'emendamento mira, a nostro avviso, a rendere molto più efficace l'azione pratica del contrasto… vedo che non interessa molto…

PRESIDENTE. Ha ragione… possiamo, però, avere un po' di attenzione, sta parlando il deputato Pini, per favore, colleghi.

GIANLUCA PINI. Non tanto perché sto parlando io ma per il tema…

PRESIDENTE. No, no, perché c'è un intervento in corso, a prescindere da chi lo fa. In questo caso, lo fa lei. Prego, deputato.

GIANLUCA PINI. Il tema, appunto, se si vuole dare, poi, seguito in maniera efficace alla repressione di quello che è il traffico internazionale di organi, il traffico, illegale, internazionale degli organi, è bene che la competenza sia di chi ha gli strumenti per poter gestire al meglio le informazioni, anche quelle di intelligence, se servono, e, quindi, riservate, mettendole a disposizione dell'autorità giudiziaria, che ha maggiori risorse per valutare i collegamenti internazionali fra la criminalità organizzata che gestisce questo traffico. Ora, metterle in capo al Ministero della giustizia, solo e semplicemente per avere una statistica di quelli che possono essere il numero dei reati compiuti in questo senso, il numero di eventuali collegamenti, quali sono i Paesi più a rischio e tutto il resto, con le statistiche, onestamente, ci si fa molto poco. Sarebbe stato molto più logico e sarebbe molto più logico, anche qui invito nuovamente il relatore a fare una valutazione, così come chiaramente anche il Governo, mettere in capo al Ministero dell'interno la competenza della sorveglianza, chiamiamola così, su quella che è l'autorità che deve sovrintendere il rispetto di questo accordo internazionale. Quindi, anche qui, lo ripeto, faccio appello al buonsenso della maggioranza, del relatore e del Governo, per dare, al di là delle belle parole dell'impegno che noi ci diamo come Paese nei confronti del contrasto al traffico illegale di organi umani, anche degli strumenti operativi veri e non delle armi spuntate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Gianluca Pini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per l'illustrazione, chiedo alla sottosegretaria Amici di esprimere il parere sugli ordini del giorno.

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, sull'ordine del giorno Nesi n. 9/3918-A/1, parere favorevole. Sull'ordine del giorno Marzano n. 9/3918-A/2, parere favorevole con la seguente riformulazione: dopo le parole “campagne informative di sensibilizzazione” aggiungere le seguenti: “senza oneri aggiuntivi al bilancio dello Stato”. Sull'ordine del giorno Quartapelle Procopio n. 9/3918-A/3, parere favorevole.

PRESIDENTE. D'accordo. Ordine del giorno Nesi n. 9/3918-A/1: vi è il parere favorevole, vado avanti. Chiedo alla deputata Marzano se accetta la riformulazione, ma non la vedo in Aula: andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Quartapelle Procopio n. 9/3918-A/3, il parere è favorevole, dunque procediamo.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Presidente, dopo un breve intervento, vorrei consegnare il testo della mia dichiarazione di voto.

Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, la Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, del 25 marzo 2015, firmata a Santiago di Compostela, intende contribuire all'abolizione di uno dei delitti più gravi contro la persona e la sua integrità fisica e dignità umana. La cultura dei trapianti è una delle frontiere più avanzate della medicina, e l'Italia è Paese leader anche in questo campo specificamente sanitario. La normativa italiana è tra le più avanzate e nello stesso tempo tra quelle eticamente più e meglio rispondenti alla dignità della persona umana: ha rispetto per la vita ed è sempre attenta anche ai progressi tecnico-scientifici. Ma in parallelo a tanti sforzi positivi, si è sviluppata purtroppo la rete del commercio illegale, il sistema sempre più organizzato ed efficiente del traffico di organi, e sono coinvolti in questo broker internazionali che fanno da tramite tra le strutture clandestine dove si eseguono i trapianti, i pazienti che intendono acquistare un organo e chi è disperatamente povero al punto di venderlo.

L'ultima frontiera dello sfruttamento dei diseredati segue anche il flusso dei migranti: in Libia i broker lavorano con sedicenti ONG per avvicinare persone che non hanno il denaro per pagare un passaggio in mare e propongono loro di vendere un rene in cambio di un posto su un barcone. Di fronte a tutto ciò non è ammissibile l'indifferenza. Il traffico di organi, però, potrebbe anche avvenire con il consenso del soggetto, ed è questo uno dei punti più innovativi di questa legge, perché proibisce anche la donazione, anche a titolo non oneroso, dei propri organi, se si creano condizioni di rischio per la salute del soggetto, mettendo in primo piano l'integrità della persona. Quindi, annuncio il nostro voto favorevole, quello di tutto l'UDC, e la possibilità davvero che questa legge trovi quanto prima il consenso internazionale di cui ha bisogno per essere operativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Signora Presidente, questo è un provvedimento di estrema importanza, e noi lo voteremo, perché tenta di mettere ordine su un problema estremamente delicato. È fin troppo evidente che, nel contesto di tanti pazienti che hanno necessità di avere un trapianto, soprattutto quello renale, esso consente di mettere ordine, di avere un iter procedimentale, ma soprattutto di evitare il traffico illegale all'interno di situazioni di livello internazionale che si sono verificate. Ci sono finalmente anche delle sanzioni ben definite, pesantissime, che è giusto mettere all'interno delle disposizioni di legge, perché questo consente - ed è del resto sperabile - che ci sia un deterrente molto forte, da questo punto di vista. L'altro elemento è che il tutto consente anche la possibilità di avere maggiore sicurezza all'interno degli organi da trapiantare, perché anche con la tipizzazione del tessuto e la tipizzazione genetica all'interno di quelle che possono essere le persone da trapiantare, in riferimento poi a rigetti e a quello che può essere il post-trapianto, vengono sicuramente determinate situazioni di maggiore sicurezza. Per questo motivo, perché è importante che ci sia una regolamentazione precisa, che ci sia questa Convenzione, sarebbe anche auspicabile che fosse di livello internazionale, comprendendo anche gli altri Paesi che sono esclusi da questa Convenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà. Menorello si dirige al suo posto, prego.

DOMENICO MENORELLO. Grazie, signora Presidente. Pensavo di essere in un turno successivo. La Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani del 25 marzo 2015, firmata a Santiago de Compostela, intende contribuire all'abolizione dello stesso traffico anche mediante l'introduzione di una serie di fattispecie penali nell'ordinamento giuridico delle parti contraenti. L'intesa ha una vocazione globale e può quindi contribuire all'attuazione di una strategia complessiva di risposta efficace a un tragico fenomeno che è ormai dilagato e dilaga sul piano internazionale e di cui si tiene ancora troppo poco conto nel fissare le priorità delle politiche investigative e repressive nazionali e comunitarie. Con la Convenzione del 25 marzo 2015 alcune lacune che permanevano nel diritto internazionale vengono temperate dalla previsione di una serie di fattispecie omogenee di reato diverse dalla mera tratta di esseri umani finalizzata alla rimozione e alla commercializzazione di organi. In effetti la complessa trama pattizia internazionale richiamata nel preambolo della Convenzione di Santiago, ad esempio la Convenzione del Consiglio d'Europa, la Convenzione di Oviedo, aveva già assicurato una significativa lotta ai traffici di organi umani nel contesto del contrasto alla tratta di persone, dunque, avendo come riferimento soprattutto i casi in cui il commercio e l'espianto degli organi avviene contro la volontà degli interessati. Restava tuttavia non disciplinata la fattispecie in cui il donatore non sia stato coercitivamente indotto a privarsi di una parte del proprio corpo o non sia considerato vittima di traffico di esseri umani. In altri termini la Convenzione internazionale in attuazione considera fra l'altro, segnatamente all'articolo 4 comma 1 lettera b), come condotta criminale la corresponsione o anche la semplice offerta di un prezzo al donatore che sia consenziente per l'asporto di organi del proprio corpo. Il tasso di novità emerge anche ricordando che a legislazione vigente, cioè fino all'entrata in vigore della legge n. 236 del 2016, le pene previste per il traffico di organi sono esclusivamente a carico di chi svolge attività di mediazione, dell'operatore sanitario che si avvale di organi frutto di commercio ma nessuna sanzione penale era prevista nei confronti di altre parti direttamente o indirettamente coinvolte nel traffico illecito di organi come lo stesso donatore “consenziente” che riceva un compenso. Dunque il traffico oneroso di organi e il turismo retribuito dei trapianti, nonostante il consenso della persona interessata, vengono egualmente rappresentati come una seria minaccia alla sicurezza della persona, una grave violazione della dignità umana e di diritti fondamentali quali il diritto alla vita, alla salute, all'integrità fisica e alla libertà personale ma anche come una minaccia al diritto di non essere sottoposti a tortura o a trattamenti inumani. Tale significativa convinzione contenuta nella Convenzione internazionale che oggi introduciamo definitivamente nell'ordinamento italiano riecheggia la sentenza della Corte costituzionale n. 164 del 10 giugno 2014 che, citando l'atto di costituzione dell'Organizzazione mondiale della sanità del 22 luglio 1946, ricordava che per giurisprudenza costante gli atti di disposizione del proprio corpo, quando rivolti alla tutela della salute, devono ritenersi leciti sempre che non siano lesi altri interessi costituzionali. Dunque in questa prospettiva il consenso della persona circa la disposizione del proprio corpo non è un dogma assoluto sempre meritevole di tutela e privo di limiti. Infatti nel caso dell'espianto in vita di organi si assiste ad uno scenario radicalmente ambivalente a fronte di uno stesso atto di volizione della persona interessata. Il consenso all'espianto cioè è lecito solo se, nei limiti della normativa vigente, consiste in una donazione gratuita, mentre lo stesso consenso assurge addirittura a fattispecie penale nel caso si offra o si ottenga un organo del proprio corpo umano o di un corpo umano, in cambio di un prezzo.

Soffermandoci su tali evidenze, si deve allora riconoscere che il testo in esame afferma che il proprio corpo, cioè la propria vita, non può essere oggetto di atti dispositivi se non gratuiti, se non puri, se non esito, in altri termini, di un gesto d'amore e di libertà. C'è una grande lezione di civiltà e segnatamente di civiltà occidentale sottesa alla ratifica di questa Convenzione internazionale. Pertanto anche, per questa scelta culturale di fondo, oltre che per il conseguente dovere di rispondere con forza alla pericolosità sociale e alle implicazioni criminali connesse al traffico di organi, il gruppo Civici e Innovatori voterà convintamente a favore del recepimento e delle integrazioni penali proposte per attuare la normativa internazionale di cui alla Convenzione di Santiago de Compostela (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Il 9 luglio 2014 il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha adottato il testo definitivo della Convenzione contro il traffico di organi umani che è stato aperto alla firma nel 2015 a Santiago de Compostela. Si tratta di una criminal law convention. È il risultato di un complesso compromesso tra le norme dei vari Paesi e ha un riferimento diretto con la molto importante Convenzione di Oviedo del 1997 che afferma che il corpo umano è indisponibile. È un riferimento che dovremmo tenere presente per molti aspetti normativi soprattutto a livello bioetico per quanto riguarda gli interventi sul corpo umano. La stessa Convenzione che stiamo ratificando fa riferimento in molti punti al concetto di dignità umana. Sappiamo che non ci sono dati certi sul traffico illegale ma già negli anni Ottanta l'Organizzazione mondiale della sanità aveva lanciato l'allarme sul traffico. Ricordo inchieste giornalistiche che, anche recentemente, hanno dimostrato come ci sia un traffico illegale facilitato dall'uso di Internet, come si possa acquistare un rene facilmente, in modo relativo, in un Paese asiatico e avviene, come è stato ricordato, tra i migranti. Nel 2008 la Dichiarazione di Istanbul sul traffico di organi e sul turismo del trapianto, perché di questo stiamo parlando, ci ha dato un inquadramento più preciso con le linee guida. Si tratta spesso di persone di Paesi ricchi che sfruttano le difficoltà economica di persone di Paesi poveri. Si può veramente avere anche il caso estremo della tratta di persona a scopo di prelevamento di organo ma, in questo caso, stiamo toccando il punto delicato di persone che potrebbero avere dato un consenso a causa delle loro difficoltà economica: ma si può parlare di vero consenso? Chiaramente no e quindi dobbiamo colpire tale meccanismo che offende per davvero la dignità umana e non le persone vulnerabili senza minimamente indebolire invece il meccanismo della donazione di organi, quella volontaria, quella effettuata non in condizioni di bisogno. Come vedete, questa problematica tocca anche quella molto diversa della maternità surrogata che, tuttavia, contiene in qualche modo in sé questo dilemma, questo dubbio, questo problema sul consenso o meno delle persone che vogliono esercitare tale diritto. Quindi, per tali motivi, per il riferimento alla dignità umana, per le modifiche che abbiamo introdotto e che ci vedono molto favorevoli, il voto del nostro gruppo è decisamente positivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

ANDREA MAESTRI. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, voteremo a favore della ratifica della Convenzione di Santiago de Compostela contro il traffico di organi umani, consapevoli del fatto che il quadro di tutela delle vittime di questi odiosi reati ed il contrasto ai cinici espiantatori di organi, ai mediatori, ai commercianti, agli utilizzatori finali ne esce rafforzato. Vogliamo sottolineare l'importanza del nuovo articolo 601-ter del codice penale che punisce in tutte le sue forme e atroci declinazioni il traffico di organi prelevati da persona vivente. Ma il vero punto politico di questo provvedimento è un altro ed è l'apertura alla ratifica di tutti quei Paesi del mondo in cui questo traffico è particolarmente diffuso e non adeguatamente contrastato da Governi, inquirenti e forze di polizia.

Vogliamo ricordare, ad esempio, i numerosi casi di espianto illegale di organi da persone condannate alla pena capitale in Cina, casi denunciati a più riprese da Amnesty International e Human Rights Watch, o l'uccisione in Kosovo di oltre 400 civili serbi, albanesi, da parte dell'esercito di liberazione durante e dopo il conflitto del 1998 e 1999, uccisioni accompagnate dall'espianto di organi da persone vive a scopo di vendita: un mercato parallelo a quello delle armi, che si iscrive a pieno titolo nell'insanguinata economia della guerra e dei conflitti armati.

Vogliamo ricordare il vero e proprio buco nero della penisola del Sinai, in Egitto, dove si registrano sparizioni e sequestri di somali, eritrei, sudanesi, a volte prelevati direttamente nei campi di concentramento dove i profughi vengono ammassati, per poi essere massacrati, privati degli organi commerciabili, come veri e propri pezzi di ricambio, e poi ricuciti malamente e gettati nel deserto. Molte di queste vittime sono bambini. La fondazione americana Global Financial Integrity ha misurato in un miliardo e mezzo di dollari il mercato illegale degli organi.

Ecco allora che, se queste sono le dimensioni del fenomeno, non possiamo solo compiacerci di questa ratifica, ma dobbiamo concretamente e fattivamente adoperarci perché il maggior numero possibile di Stati ratifichi questa convenzione. Dobbiamo agire con maggiore efficacia e consapevolezza in tutti quegli ambiti, come la lotta alla tratta di esseri umani e la costruzione di corridoi umanitari per i migranti in fuga da povertà, carestie, guerre e persecuzioni, che possano finalmente togliere il terreno da sotto i piedi ai trafficanti di organi.

Questo, quello del voto odierno, è dunque un passaggio necessario, ma ancora insufficiente, che chiama in causa soprattutto la responsabilità del Governo ad essere capace di invertire la rotta sulla protezione dei soggetti più deboli e sulla tutela effettiva delle vittime innocenti di questi crimini odiosi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Chiaramente la Lega voterà a favore di questo provvedimento, pur - ripeto - ribadendo quelle che sono, secondo noi, un paio di criticità: uno, il fatto che non si sia inserito il principio che non sono assolutamente accettabili, all'interno del territorio italiano, organi espiantati provenienti da persone condannate a morte, chiaramente in altri Paesi, e che sia un po' difficile, effettivamente, attuare, in maniera concreta, il contrasto al traffico internazionale di organi, se l'operatività deve essere messa in capo alla Polizia penitenziaria, che già ha grossi problemi di organico solamente nel gestire quella che è, a tutti gli effetti, una sorta di emergenza carceraria continua.

Detto ciò - ripeto -, richiamandomi integralmente al testo che vado a depositare, come gruppo della Lega Nord, noi convintamente votiamo a favore, perché comunque è un buon passo in avanti nel contrasto al traffico internazionale di organi. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola, che non c'è. Si intende che vi abbia rinunciato. Andiamo avanti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Michele Piras. Ne ha facoltà.

MICHELE PIRAS. Grazie, Presidente. Con la presente ratifica il nostro Paese dà finalmente piena ed intera esecuzione alla Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, sottoscritta il 25 marzo del 2015, introducendo, nel nostro codice penale, alcune figure di reato e le relative pene. Si tratta, secondo noi, di una ratifica che si aggiunge a una serie di strumenti internazionali fin qui accolti dal nostro ordinamento e che ne completa il quadro.

Noi lo consideriamo un ulteriore passo in avanti, che colpisce uno dei reati più odiosi commessi dall'uomo sull'uomo, una forma di cannibalismo vera e propria, che spesso, e principalmente, colpisce i più deboli - i poveri, i bambini, i profughi - in una tratta inumana, che andrebbe colpita con grande decisione, come stiamo facendo oggi.

Si tratta di un reato che è l'emblematica apoteosi della mercificazione dei corpi e delle vite umane, la più eclatante ed umiliante delle forme di sfruttamento. Siamo perciò orgogliosi - e quindi la facciamo anche breve, in dichiarazione di voto - oggi, di poter esprimere un voto convinto a favore di tutto il gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista a un provvedimento di civiltà, che aggiunge un tassello di giustizia al nostro ordinamento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Grazie, signora Presidente. Forza Italia voterà convintamente a favore di questo provvedimento, perché riteniamo che dia una forte risposta a un problema molto antico, ad un crimine sicuramente e inequivocabilmente odioso, offra una maggiore sicurezza e dia maggiori garanzie contro ogni forma di sfruttamento e colmi anche lacune importanti sotto il profilo normativo interno.

Il Parlamento dà oggi, penso, un segnale di grande civiltà, di grande attenzione e di rispetto nei confronti della condizione dell'essere umano e della sua dignità, indipendentemente dal fatto che esso possa continuare a vivere o sia già morto. Il perfezionamento di questo provvedimento, di questa convenzione, fatta poco più di due anni fa in un luogo simbolico come Santiago di Compostela, dà anche l'importanza, la velocità con cui ci siamo occupati di questo importantissimo provvedimento e dimostra che, come Paese, siamo molto attenti a questi temi.

Questa Convenzione - sappiamo - si propone di contribuire all'abolizione del traffico di organi umani mediante l'introduzione di una serie di fattispecie penali nell'ordinamento giuridico delle parti contraenti. La lotta al traffico di organi è già efficace nel contesto del contrasto alla tratta di persone, ma esiste il caso in cui il donatore non sia stato spinto a privarsi di una parte del proprio corpo o non sia considerato vittima di traffico di esseri umani.

Siamo, quindi, soddisfatti, molto soddisfatti, che il provvedimento si occupi esattamente di riempire un vuoto legislativo su un aspetto di quello che rimane e rimarrà per sempre un ripugnante traffico illegale. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Edera Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. In qualità di componente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, contesto nel quale la piaga della tratta di organi è tema particolarmente sentito e oggetto di continua attenzione, soprattutto in connessione con il tema delle migrazioni, segnalo l'impegno della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema dell'accoglienza dei migranti finalizzato ad individuare buone pratiche nell'azione di contrasto all'immigrazione clandestina che siano compatibili con la tutela dei diritti umani.

Anche noi crediamo che sia necessario uno sforzo ulteriore per incentivare più Paesi possibile a ratificare questo accordo. È stato già ricordato dei miei colleghi in precedenza.

Oggi, in quest'Aula, si è parlato della situazione terribile in cui si trovano i bambini vittime di tratta di organi umani. Vorrei anche ricordare le donne, che, molto spesso, sono state vittime anch'esse sia di tratta di esseri umani che di organi umani, donne scomparse, donne che purtroppo si trovano in situazioni terribili.

Personalmente, credo, noi ci saremmo aspettati qualcosa di più, soprattutto per quanto riguarda la clausola di invarianza finanziaria. Ovviamente questa è la ratifica di un accordo, nel quale ci sono soprattutto articoli che parlano di inasprimento di pene, però crediamo che, attraverso un aiuto finanziario, un fondo attraverso il quale si potesse in un qualche modo incentivare il contrasto alla tratta di organi umani, probabilmente si sarebbe fatto di più.

Esprimo, inoltre, a nome del MoVimento 5 Stelle, apprezzamento per la tempestiva calendarizzazione, da parte delle Commissioni, del disegno di legge di ratifica di una convenzione che è stata siglata poco più di un anno fa.

Dichiarando il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento, mi permetta, Presidente, di segnalare, in quanto membro del Consiglio d'Europa, purtroppo il poco interesse di quest'Assemblea nei confronti del lavoro che viene fatto dalla delegazione italiana in un'istituzione così importante come quella, appunto, del Consiglio d'Europa.

Anche il MoVimento 5 Stelle ha lavorato molto su provvedimenti, poi, approvati al Consiglio d'Europa: in quattro anni di attività, abbiamo presentato una risoluzione, a prima firma Catalfo, sulla necessità del reddito di cittadinanza, che verrà discussa per l'approvazione alla riunione che si terrà a Baku a fine maggio; io stessa sono stata nominata rapporteur della risoluzione sulla raccolta dati sulla violenza di genere, che è stata approvata definitivamente a marzo 2016; Manlio Di Stefano ha denunciato le terribili condizioni dei minori non accompagnati e dei bambini apolidi, risoluzione anch'essa approvata l'anno scorso.

Credo che tutte queste attività e queste tematiche dovrebbero essere maggiormente riportate al Parlamento, troppo spesso all'oscuro dell'importante lavoro che viene fatto al di fuori di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carrozza. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA CARROZZA. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, vorrei consegnare un testo scritto articolato che riprende il provvedimento, però, a voce, vorrei dire ed esprimere da parte del gruppo del Partito Democratico il massimo consenso e anche apprezzamento per il lavoro che è stato fatto in vista della ratifica che ci accingiamo ad approvare della Convenzione promossa dal Consiglio d'Europa.

Anche io vorrei ribadire che è molto importante questo lavoro delle nostre delegazioni e anche di riferimento per riportare nei Parlamenti nazionali e, nel nostro caso, nel Parlamento italiano, quanto viene deciso da questo importante organismo internazionale. In questo caso - il traffico illegale ed internazionale di organi umani -, siamo di fronte a un tema che non può essere affrontato da ogni singolo Stato, ma deve essere prima di tutto visto come un problema internazionale e gli organismi come il Consiglio d'Europa servono proprio a questo.

Vorrei anche dire che, negli interventi che mi hanno preceduto, anche in modo molto articolato, è stato ampiamente spiegato come, dalla ratifica di questa Convenzione, vengano introdotte delle fattispecie penali che introducono e rafforzano le pene per chi contribuisce al traffico illegale di organi, in particolare, per chi si trova ad esercitare la professione sanitaria e la esercita in una maniera così negativa.

Da ingegnere biomedico vedo che la tecnologia e chi opera nelle professioni sanitarie, che dovrebbe tutelare la salute delle persone, invece, usa la propria competenza così male e in modo nettamente contrario a quello che è il principio etico che dovrebbe sottendere all'esercizio della professione sanitaria.

Oltre a questo, vorrei anche ribadire che il fenomeno della migrazione e questo fenomeno del traffico di organi sono strettamente connessi, ma anche il disagio sociale e l'aumento della povertà provocano questi fenomeni per cui persone, in cambio anche di somme, in una situazione di stress, di povertà, di difficoltà, di marginalità, si trovano a vendere parti del proprio corpo in modo anche forzato.

Non vorremmo mai che il progresso della società e il nostro mondo portassero a queste situazioni, che peggiorano e aggravano la sofferenza: quindi, dobbiamo fare di tutto dal nostro Parlamento, non solo questa ratifica, ma, in generale, monitorare sia i risultati delle Commissioni di indagine, sia i risultati delle riunioni delle nostre delegazioni in questi organismi internazionali per tenere viva la lotta a questi fenomeni. Il traffico di organi ci inorridisce e mi fa piacere aver visto che c'è un ampio consenso di tutti i gruppi parlamentari su questo tema.

Quindi, vorrei ribadire, a maggior ragione, il voto favorevole del Partito Democratico, con l'auspicio che questo lavoro non venga dimenticato, perché non si può risolvere solo con il diritto penale, non si può risolvere soltanto con queste ratifiche. Ci vuole davvero una complessità di politiche che vadano ad affrontare questo terribile traffico di organi e anche questo modo di trattare le persone - e questa, forse, è una novità del nostro tempo - anche come fornitrici di pezzi di ricambio per il corpo umano di chi è ricco e può permetterselo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3918-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3918-A:

"Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno".

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2186 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato di Israele in materia di pubblica sicurezza, fatto a Roma il 2 dicembre 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 4225) (ore 11,12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4225: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato di Israele in materia di pubblica sicurezza, fatto a Roma il 2 dicembre 2013.

Ricordo che nella seduta dell'8 maggio, si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89 del Regolamento, in quanto estraneo al contenuto del provvedimento, l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 2.01, non previamente presentato in Commissione, volto a prevedere l'istituzione di una Commissione per la valutazione in via generale delle strategie e dei risultati ottenuti nel contesto di tutte le cooperazioni bilaterali in materia di pubblica sicurezza, laddove il disegno di legge riguarda soltanto la cooperazione tra il Governo italiano e quello dello Stato di Israele.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A) , al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore Fedi ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo 2.02 Gianluca Pini.

MARCO FEDI, Relatore. Sì, grazie Presidente. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo? Sottosegretaria Amici.

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Passiamo quindi all'articolo aggiuntivo 2.02 Gianluca Pini, su cui c'è un invito al ritiro o parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Mi scusi, Presidente, 2.01 o 2.02?

PRESIDENTE. Il 2.02. L'articolo aggiuntivo 2.01 era inammissibile, come ho spiegato prima.

GIANLUCA PINI. Sì, scusi, non avevo compreso. Sull'articolo aggiuntivo 2.02, se c'è la disponibilità da parte del Governo a trasformarlo e ad accettare un ordine del giorno nello stesso senso, lo ritiro, perché non capivo inizialmente la ratio di un parere negativo rispetto a una relazione al Parlamento. Capisco che, tecnicamente, per evitare una terza lettura non si vogliano fare modifiche, diciamo così, non strutturali, però che ci sia un impegno da parte del Governo comunque a fare questo tipo di relazione attraverso l'acquisizione del parere favorevole a un ordine del giorno che adesso, in tempo record, depositerò.

PRESIDENTE. Va bene, allora prendo atto che lo ritira.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore Fedi ad esprimere il parere della Commissione.

MARCO FEDI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Gianluca Pini, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Gianluca Pini, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Gianluca Pini, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Gianluca Pini, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono stati presentati emendamenti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Chiederei alla sottosegretaria Amici di darmi il parere del Governo, per favore.

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ordine del giorno Carrescia n. 9/4225/1, parere favorevole; ordine del giorno Nesi n. 9/4225/2, parere favorevole; ordine del giorno Marzano n. 9/4225/3, parere favorevole; ordine del giorno Tidei n. 9/4225/4, parere favorevole; ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/4225/5, parere favorevole.

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretaria, Allora, colleghi, i pareri sono tutti favorevoli, quindi, procediamo.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pierpaolo Vargiu. Ne ha facoltà.

PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Il gruppo dei Civici e Innovatori intende esprimere il proprio parere favorevole rispetto alla ratifica dell'Accordo di cui stiamo discutendo. Intendiamo fare alcune rilevazioni di buonsenso, a margine del nostro voto a favore, che lo giustificano. La prima è che quest'Accordo obbedisce a dei criteri generali che valgono per qualsiasi altro Paese con cui noi andiamo a ratificare accordi simili, e cioè certifica il rapporto di collaborazione tra Paesi che hanno obiettivi comuni ed elenca gli obiettivi comuni, in questo caso, di polizia e di pubblica sicurezza, che il Governo italiano e il Governo israeliano hanno sicuramente. Garantisce reciprocità nei diritti tra cittadini dei due Paesi, ma soprattutto nelle relazioni di inchiesta, di polizia e di attività investigativa che i due Paesi gestiscono eventualmente in comune.

Ma, forse, il terzo elemento è quello che ha maggior rilievo, dal nostro punto di vista, e cioè il fatto che questo Accordo consenta la condivisione di una quantità di base di know how tra l'Italia e Israele, in cui, sicuramente, il nostro Paese ha qualcosa da guadagnare. Tra i temi dell'Accordo c'è, infatti, l'investigazione scientifica e tecnologica, c'è la protezione delle infrastrutture e degli obiettivi sensibili, c'è lo scambio di informazioni sulla tecnologia relativa alla prevenzione di attività con ordigni o con esplodenti. È evidente che noi stiamo andando a condividere il know how con un Paese che per propria storia e per propria vocazione ha investito notevolissime risorse nel settore tecnologico e della sicurezza., Quindi, tutto ciò che è prevenzione di attività criminali organizzate internazionali, all'interno delle quali, ovviamente, non possono non essere previste le attività di terrorismo, le attività di prevenzione di tutto ciò che avviene attraverso la rete informatica sulla quale il Paese di Israele ha fatto degli investimenti importantissimi, non può che portare grandi vantaggi alla comunità scientifica che si occupa di prevenzione di criminalità nel nostro Paese.

Esiste, all'interno di questo Accordo anche un programma di protezione testimoni che noi giudichiamo in modo estremamente favorevole, perché consente a ciascuno dei due Paesi di garantire la sicurezza necessaria a persone da proteggere, che l'un Paese indica all'altro, ed esiste un elemento che noi consideriamo il compendio rispetto all'attività di protezione e di scambio di dati che viene certificata dall'Accordo che è quello garantito dal gruppo di lavoro congiunto che può essere attivato tra i due Paesi sui temi che sono oggetto dell'Accordo. Ecco, noi vorremmo, nel concludere l'intervento, raccomandare al Governo italiano di dare particolare attenzione alla costituzione di questo gruppo di lavoro congiunto e di investire tutte le risorse necessarie in questo gruppo di lavoro congiunto, perché siamo convinti che la presenza di uno scambio di informazioni nel settore previsto dall'Accordo tra le strutture che si occupano di sicurezza, sia in Israele che in Italia, sia un guadagno di tecnologia, di informazione e di know how per il nostro Paese importantissimo, stante lo stato di avanzamento che le attività di prevenzione della criminalità hanno nel territorio di Israele.

Quindi, siamo convinti, veramente, che da questo Accordo possano discendere delle cose buone per quanto riguarda la prevenzione della criminalità internazionale organizzata, soprattutto, nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Noi voteremo contro la ratifica di questo Accordo. Voteremo contro un Accordo che è stato, come veniva ricordato, stipulato, ormai, nel 2013 su una serie di punti: la questione della pubblica sicurezza, la lotta alla criminalità organizzata, la questione della prevenzione nella lotta all'immigrazione irregolare, la lotta al terrorismo e altro ancora.

Ovviamente noi siamo in prima fila schierati a sostenere la lotta al terrorismo, a costruire le condizioni di una iniziativa internazionale che prevenga i conflitti, le guerre, il terrorismo e, quindi, siamo a favore di tutte le possibili convergenze finalizzate alla realizzazione di questo obiettivo e, quindi, diciamo “sì” alla lotta al terrorismo, ma diciamo “no” alla scusa della lotta al terrorismo per comprimere i diritti civili, per comprimere i diritti umani, per restringere lo Stato di diritto. E dico questo, perché la ratifica di un Accordo con Israele non può prescindere dalle condizioni del rispetto dei diritti umani, dalle garanzie per le persone, dal rispetto dello Stato di diritto.

Vorrei ricordare che in quel Paese, non solo i diritti della popolazione palestinese sono violati e sono in qualche modo oggetto ormai dell'attenzione dell'opinione pubblica internazionale, delle istituzioni internazionali da tanto tempo. Vorrei ricordare che c'è una violazione dei diritti umani e dei diritti civili anche a danno della popolazione israeliana: obiettori di coscienza che vengono messi in carcere perché si rifiutano di svolgere il servizio militare nei territori occupati, persecuzioni di attivisti pacifisti israeliani nella loro opera di dissenso, di protesta e di denuncia dei comportamenti e degli atti del Governo israeliano.

Ricordo le leggi contro le ONG che sono state approvate dal Parlamento israeliano, addirittura leggi contro quelle ONG israeliane, anche, che utilizzino finanziamenti che arrivino da fonti internazionali, per esempio, donazioni di fondazioni di altri Paesi. C'è un'altra Israele, un'altra Israele che noi sosteniamo; siamo dalla loro parte, l'altra Israele degli attivisti di Peace Now, dei compagni di Meretz, delle associazioni, delle ONG israeliane, delle Donne in Nero, degli obiettori di coscienza, di associazioni come Shatil e Talyush che combattono ogni giorno una battaglia, appunto, per la difesa dei diritti civili, dei diritti umani e, naturalmente, della coesistenza di una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, dei diritti del popolo palestinese ad avere un proprio Stato.

Quindi, noi diciamo che un Accordo come questo deve essere rifiutato, perché è fatto con un Paese che, ancora oggi, viola i diritti umani dei cittadini palestinesi e dei cittadini israeliani. Basta scorrere l'ultimo rapporto di Amnesty International; non si tratta di leggerlo, basta leggere i titoli dei vari paragrafi del rapporto di Amnesty International. Il primo paragrafo ha per titolo: “arresti e detenzioni arbitrarie”; il secondo: “tortura e altri maltrattamenti”; il terzo: “uccisioni illegali”; il quarto: “esecuzioni extragiudiziali”; il quinto: “sgomberi forzati e demolizioni”; il sesto: “violazioni da parte dei coloni”; il settimo: “impunità”; l'ottavo: “violazioni dei diritti dei richiedenti asilo”.

Ricordo che ci sono 1.200 richiedenti asilo in carcere, in Israele, e di questo dovremmo essere consapevoli. E Amnesty International dice che tortura e altri maltrattamenti sono rimasti impuniti e sono dilagati nel corso degli ultimi anni. Ora, di fronte a questa situazione, noi crediamo che la stipula, la ratifica di questo Accordo sia un atto sbagliato, perché indebolisce la richiesta e le sollecitazioni che vengono delle Nazioni Unite, dai Paesi democratici, dalle organizzazioni dei diritti umani ad Israele, perché rispetti i diritti umani, rispetti i diritti civili, rispetti, come posso dire, tutte le condizioni che uno Stato di diritto dovrebbe avere. Ecco perché Sinistra Italina voterà contro la ratifica di questo Accordo, ribadendo il principio che dicevo all'inizio: sì alla lotta al terrorismo, no alla scusa della lotta al terrorismo per comprimere i diritti umani i diritti civili (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Presidente, nell'annunciare chiaramente e convintamente il voto favorevole del gruppo della Lega Nord, chiedo l'autorizzazione a depositare il testo dell'intervento.

PRESIDENTE. D'accordo, deputato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Presidente, annuncio il voto favorevole di Alternativa Popolare a questa ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piras. Ne ha facoltà.

MICHELE PIRAS. Presidente, l'Accordo in esame, sottoscritto fra il nostro Paese e lo Stato di Israele, si fonda sull'obiettivo di rafforzare la cooperazione fra le forze di sicurezza dei due Paesi, al fine di prevenire e combattere la criminalità transnazionale, il terrorismo e per la gestione dell'ordine pubblico. Tra gli ambiti della cooperazione previsti: il traffico di droghe, la migrazione illegale, la tratta di persone d'armi, i reati di natura economica, il terrorismo e la criminalità informatica. Un accordo logico, si dirà, normale, ovvio, fra due Paesi amici, ma io solleciterei quest'Aula a ragionare nel contesto in cui questo Accordo si sviluppa: dentro un conflitto che dura da settant'anni; di fronte a uno sciopero della fame dei prigionieri palestinesi che dura da oltre venti giorni, per rivendicare condizioni di vita umane nelle carceri israeliane; e con le forze di sicurezza israeliane che quotidianamente fanno irruzione nelle case palestinesi.

Lo vogliamo dire con la serenità d'animo di chi milita per la pace e riconosce il diritto di Israele ad esistere, ma che, con altrettanta fermezza, chiede che in quel Paese vengano rispettati i diritti umani, in quel Paese come in tutti i Paesi del mondo! Mi chiedo e vi chiedo se abbiamo idea di quanto sia estesa e arbitraria la definizione di terrorismo per lo Stato di Israele. Vi chiedo se siamo sicuri che, in nome di un obiettivo condivisibile, non si produca nel contesto dato una torsione insopportabile, ulteriore, sui diritti umani in quel Paese, segnato da un conflitto mai risolto, da un'espansione coloniale che non solo non si è fermata ma che continua in questi mesi, rafforzata dall'esito delle elezioni americane.

Presidente, noi siamo stati in Palestina poco tempo fa, abbiamo visto con i nostri occhi cosa significa sicurezza ed ordine pubblico per Israele, e sappiamo cosa questo vuol dire per il popolo palestinese, per coloro che escono di casa la mattina e non sanno alla sera se riusciranno a farvi rientro. Sappiamo cosa vuol dire sicurezza in quel Paese per tanti cooperanti, pacifisti, non violenti, ragazzi e ragazze della nostra migliore gioventù, militanti dei diritti umani espulsi, cacciati ed a volte uccisi in quel vortice di violenza, sopruso, ingiustizia, che sembra non avere mai fine. No, noi crediamo che non si possa ratificare col cuore lieve un accordo sulla sicurezza senza parlare del diritto dei palestinesi a uno Stato, a una vita dignitosa, alla piena sovranità sul proprio suolo. Non si può, perché dal crollo del muro di Berlino ad oggi è mutata persino la composizione etnica di quel Paese, soprattutto vi è stato un colossale spostamento degli equilibri politici verso le posizioni più xenofobe, intolleranti e aggressive della destra ultraortodossa. Ed è dei primi di febbraio la notizia dell'approvazione da parte del Governo israeliano di circa 3.000 nuove unità abitative in Cisgiordania, ovvero in quei territori della West Bank assegnati all'Autorità nazionale palestinese: l'ennesima aggressione a un processo di pace ormai archiviato, concretamente inqualificabile come tale. Ed è dell'agosto 2014 l'ultima massiccia campagna di bombardamenti su Gaza, che ha provocato 2.000 morti e 10.000 feriti fra la popolazione civile di quell'immenso campo profughi o, se volete, di quel lager di miseria, ghettizzazione ed esclusione sociale. Noi li abbiamo visti i controlli di sicurezza israeliani, a Hebron come negli ospedali, e non è facile, Presidente - le assicuro, e lei lo sa -, dimenticare il volto squarciato di un bambino che avrà avuto più o meno l'età di mio figlio.

Neppure possiamo dimenticare quel ragazzo, militante civile e per la pace, circondato dai soldati israeliani e dai loro mitra nel centro di Hebron, dai fucile a pompa vietati da ogni convenzione internazionale. Badate, colleghi, che chi vi parla crede realmente nella possibilità di un processo di pace. Io credo nel diritto di Israele ad esistere, ma credo che questo diritto non possa essere esercitato sulla negazione del diritto dello Stato di Palestina ad esistere. Credo che il miglior servizio alla causa comune della lotta contro il terrorismo, della lotta per la pace, della lotta contro l'estremismo jihadista sia precisamente la ripresa di un processo di pace, la presenza sul terreno delle Nazioni Unite a garanzia di quel processo. Se non ci facciamo carico di questo, se l'Italia e l'Europa dimenticano la centralità del conflitto israeliano-palestinese, non ci può essere accordo sulla sicurezza che abbia un senso o che addirittura non rischi di rivoltarsi contro un pezzo di popolo che legittimamente vive in quell'area.

Nei giorni scorsi persino Hamas, che noi consideriamo ancora nella lista nera delle organizzazioni terroristiche, ha aperto al riconoscimento di Israele entro i confini del 1967, posizione che ora accomuna quell'organizzazione alla grande maggioranza delle forze politiche palestinesi, da Fatah al Fronte popolare di liberazione della Palestina, al Fronte di liberazione della Palestina, ed anche a formazioni democratiche e progressiste come Meretz, il Labor Party, i movimenti e le organizzazioni pacifiste israeliane. Le forze palestinesi - succede questo anche nei campi profughi in Libano - si stanno unificando per contrastare e combattere l'estremismo jihadista e un processo di radicalizzazione che è sempre dietro l'angolo, ovunque faccia capolino la privazione, l'esclusione sociale, la negazione dei diritti umani.

Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, qual è il contributo del Governo di Benjamin Netanyahu al processo di pace? Qual è il contributo di Israele a prosciugare il terreno dove crescono i semi dell'odio e i fiori del male? La più alta forma di sicurezza è la pace, colleghi. I suoi strumenti sono il dialogo, i diritti e la giustizia. Così si sradica la criminalità, l'estremismo, il terrorismo; così si conquistano punti in sicurezza interna ed internazionale. Noi chiediamo ciò che forse oggi potrebbe sembrare solo un sogno, ma siamo realisti, perciò conserviamo gelosamente la capacità di sognare. Anche per ciò, non possiamo dirci soddisfatti di questa ratifica e di questo Accordo. Proprio in questi giorni, il Ministro degli esteri israeliano definisce i condannati palestinesi “terroristi”, non “prigionieri”, ed evoca l'introduzione della pena di morte. Ecco, pensiamo banalmente che il ruolo del nostro Paese e il ruolo dell'Unione europea non dovrebbe essere quello di chi fa finta di nulla e di chi chiude gli occhi, ma decisamente altro (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.

BRUNO ARCHI. Signora Presidente, Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento, che ricalca altri provvedimenti che abbiamo già ratificato in un recente passato in materia di scambio di informazioni sulla sicurezza reciproca tra i due Paesi. Se abbiamo come obiettivo comune, condiviso e direi anche prioritario, la lotta al terrorismo, alla criminalità transnazionale organizzata, la lotta al traffico di stupefacenti e quant'altro, e se è vero come è vero che nel corso dell'ultimo anno e mezzo gli attentati terroristici non sono andati diminuendo ma bensì intensificando, riteniamo che una maggiore cooperazione, un maggior scambio di informazioni nel settore della pubblica sicurezza, e perché no anche dell'intelligence, sia un aspetto a dir poco fondamentale.

Anzi, potrei dire che in un recente passato molto spesso abbiamo assistito a grandi dichiarazioni di assicurazione sotto questo profilo, di scambio di informazioni, soprattutto sotto il settore dell'intelligence, come atto di prevenzione e controllo al verificarsi di fenomeni e attentati terroristici. Spesso, in realtà, queste dichiarazioni sono rimaste mere dichiarazioni, lettera morta, perché, al di là delle buone intenzioni, di cui non dubitiamo, poi, in realtà, i singoli apparati mostrano talvolta - forse più di talvolta - vischiosità e reticenze anche a confrontarsi e a scambiare informazioni reciproche. Anzi, questo deve essere uno stimolo. Anche in ambito europeo, come ben sappiamo, si parla di difesa comune, si parla di difesa europea, si parla anche di un raccordo maggiore nel settore dell'intelligence a livello europeo per dare le risposte più convinte e sicure e offrire maggiori garanzie contro un fenomeno ormai dilagante e del quale ci siamo anche stancati di ripetere la pericolosità. Quindi nella fattispecie non possiamo che apprezzare il fatto di raccordarsi con un Paese che ha sicuramente un'esperienza nel settore davvero notevole e speriamo e confidiamo che il Governo possa utilizzare gli strumenti inseriti nel contesto dell'Accordo per fare in modo che, ad esempio, attraverso il gruppo di lavoro congiunto, tale attività bilaterale possa dare frutti proficui in questa prospettiva. Per tutte queste ragioni daremo il nostro voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Stiamo parlando di un Accordo di durata illimitata. L'iter è iniziato al Senato ed è stato approvato il 12 gennaio 2017, ricordo, con il voto contrario dei senatori del MoVimento 5 Stelle. L'obiettivo di questo Accordo è offrire uno strumento giuridico più attuale e moderno rispetto all'Accordo attualmente in vigore risalente al 2005, con il fine di regolamentare nel miglior modo possibile la collaborazione operativa intensificando i rapporti tra gli omologhi organismi dei due Paesi. Noi tuttavia solleviamo criticità e non possiamo non spendere alcune parole su Israele e per gli accordi che stringiamo con questo Paese. In primis l'Accordo prevede una spesa complessiva superiore ai 120.000 euro. Sono previsti una serie di corsi di formazione e scambi di informazioni che, a nostro avviso, non hanno alcuna utilità in Italia in quanto non affrontiamo minacce simili a quelle affrontate da Israele né tanto meno ci troviamo in presenza di territori morfologicamente omogenei. Preoccupante dal nostro punto di vista è anche la collaborazione nella gestione dell'ordine pubblico in occasione di grandi eventi e manifestazioni di massa. Crediamo che le nostre forze di polizia siano perfettamente addestrate ad affrontare questo genere di eventi e non si capisce per quale motivo dovremmo spendere altri soldi per cooperare in un settore che riguarda strettamente l'ordine pubblico interno dei rispettivi Paesi. Inoltre c'è una grande differenza tra i reati che vengono puniti nel Paese mediorientale rispetto a quelli che vengono puniti nel nostro. Per fare solo un esempio, potremmo riferirci alla legislazione penale sui minori, soprattutto palestinesi, rispetto alle tutele previste invece nel nostro Paese. Ricordo che ad oggi 300 minorenni palestinesi sono tra i 7.000 prigionieri sempre palestinesi detenuti nelle carceri israeliane in condizioni umane molto difficili. Seicento prigionieri sono detenuti amministrativamente senza imputazioni e processi. Ricordo anche che i giornalisti palestinesi incarcerati al momento sono 21.

Riteniamo dunque che il precedente Accordo firmato nel 2005 sia già sufficiente a garantire la cooperazione sulla sicurezza dei rispettivi Paesi, senza gravare lo Stato di ulteriori spese che, ripeto, a nostro avviso sono sostanzialmente inutili in termini sia di aggiornamento del nostro personale sia di minacce che il nostro Paese deve affrontare. Dichiaro quindi il voto contrario del MoVimento Cinque Stelle a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO. Grazie, Presidente. Il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questa convenzione perché riveste un'importanza rilevante per la nostra sicurezza e per l'impegno che l'Italia, insieme alle istituzioni multilaterali di cui fa parte, dedica alla lotta contro il terrorismo fondamentalista e contro la criminalità internazionale, compreso il traffico di esseri umani e lo sfruttamento dell'immigrazione illegale. Tra l'altro con lo Stato di Israele esiste già da anni una consolidata tradizione di collaborazione in questi settori: penso in particolare all'ambito della cyber security sulla quale da anni lavoriamo insieme ad Israele sulla base di accordi che hanno coinvolto le nostre università e le università di quel Paese e anche ai campi della lotta al terrorismo e dell'industria della difesa sui quali la collaborazione con Israele è già molto solida.

Nello specifico vorrei ricordare che questo Accordo prevede una cooperazione ancora più stringente nell'ambito dello scambio di informazioni e di prassi operative così come lo svolgimento di operazioni congiunte, la protezione dei testimoni, la gestione dei limiti all'uso dei dati personali e il distacco di esperti per la reciproca sicurezza. Si tratta di un passaggio rilevante nel rafforzamento di quella comunità multilaterale che rappresenta lo spazio e lo strumento indispensabile per combattere il terrorismo internazionale e per combattere la stessa criminalità internazionale.

Tra l'altro abbiamo imparato in questi anni che nessun singolo Stato da solo, per quanto sia dotato di grande forza economica o militare, può da solo rappresentare un argine alle nuove minacce che sono rivolte a noi tutti, alla comunità internazionale e ai nostri spazi comuni di libertà. Per questo riteniamo che sia importante ogni singolo passo che va nella direzione di consolidare la comunità internazionale anche come strumento di sicurezza e di difesa e di tale comunità transnazionale Israele è parte fondamentale e integrante. Per tale ragione il gruppo del Partito Democratico voterà a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4225)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4225:

S. 2186 – “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato di Israele in materia di pubblica sicurezza, fatto a Roma il 2 dicembre 2013" (Approvato dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Argentin (Doc. IV-ter, n. 17-A) (ore 11,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento: Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti della deputata Argentin (Doc. IV-ter, n. 17-A).

La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dalla deputata Ileana Argentin nell'esercizio delle sue funzioni ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

(Discussione - Doc. IV-ter, n. 17-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare la relatrice, deputata Anna Rossomando.

ANNA ROSSOMANDO, Relatrice. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, dunque la Giunta per le autorizzazioni riferisce, come è stato anticipato, su una richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità nei confronti della collega Ileana Argentin in relazione a un procedimento penale che è pendente presso il tribunale di Roma. Risulta dall'esame degli atti che sono stati trasmessi che la collega è imputata del reato di cui all'articolo 595, comma 3, codice penale ovvero diffamazione aggravata dall'utilizzo di un mezzo di diffusione che in questo caso è rappresentato dai social network Facebook e YouTube. Stiamo discutendo del fatto che il 27 aprile 2016 la richiesta è stata assegnata alla Giunta; abbiamo dedicato undici sedute, dal 27 aprile 2016 al 1° febbraio, ed è stata anche avanzata una richiesta di integrazione documentale consistente nell'acquisizione della copia della videoregistrazione contenente le dichiarazioni della deputata. Abbiamo anche ritenuto di tentare una conciliazione stragiudiziale che tuttavia non ha avuto buon esito. È stata acquisita una memoria scritta con la quale l'onorevole Argentin ha reso alla Giunta i chiarimenti ritenuti opportuni.

Allora, i fatti. La vicenda ha inizio - e lo sottolineo - con un atto di sindacato ispettivo, presentato dall'onorevole Ileana Argentin: quindi proprio i fatti specifici di cui stiamo trattando hanno inizio con questo atto di sindacato ispettivo. In particolar modo, abbiamo un'interrogazione nella quale l'interessata manifesta forti preoccupazioni per la stabilità finanziaria della sezione laziale della ONLUS UILDM, Unione italiana lotta alla distrofia muscolare. A giudizio della deputata, questa associazione impiegava le proprie risorse per una serie di spese discutibili. La situazione viene descritta testualmente - cito - in questo modo: “Nel corso degli ultimi anni, precisamente a partire dall'anno 2003, periodo in cui è iniziata l'amministrazione tuttora in carica, si sono verificati diversi episodi e decisioni che destano preoccupazione e perplessità circa la coerenza della gestione e dell'utilizzo delle risorse con gli obiettivi statutari. In questo periodo, l'andamento economico-finanziario dell'associazione sarebbe stato caratterizzato dalla costante negatività di bilancio; peraltro, l'attuale grave deficit economico della sezione non risulta dovuto all'incremento di servizi, ma ha addirittura causato nel 2010 una notevole diminuzione degli stessi. Sembra che continui a sostenere le perdite di una società controllata, e il relativo deficit viene indicato in 796.160 euro. Tale associazione è convenzionata con le aziende sanitarie locali per la fornitura di ausili ortopedici, e non è mai riuscita a diventare economicamente autosufficiente perché appesantita da costi di personale in costante soprannumero rispetto al necessario. Per di più, sui rapporti tra la gestione della sezione e la suddetta società sarebbero in corso indagini da parte della magistratura, in seguito alla denuncia presentata da due medici, che avrebbero subito forti pressioni affinché i pazienti con necessità di assegnazione in convenzione di ausili ortopedici fossero orientati a rivolgersi verso questa società”. Quindi, come i colleghi possono vedere, vengono già indicati fatti, circostanze e soggetti.

Il rappresentante del Governo risponde all'interrogazione: ha fornito precisazioni sul fatto che la competenza spettava alla Presidenza del Consiglio. A questo punto c'è un altro atto rilevante per quanto ci stiamo occupando, e cioè l'intervento in replica della collega. Anche qui cito testualmente: “Vorrei dire che questa associazione (e mi prendo oneri e onori di quanto dico) gioca addirittura in borsa, con i soldi della riabilitazione ricevuti dalla regione Lazio. Dobbiamo imparare a dire dei ‘no' anche ai disabili, perché non tutti sono onesti e perbene. Vi è questo grande limite e questa grande barriera culturale, che non fa vedere realmente le persone per quello che sono: una carrozzina non fa di una persona una persona perbene, così come un bastone bianco. È ora di imparare a dire dei ‘no' alle persone che approfittano di tante e tante figure, di tante e tante persone con patologie gravi o rarissime: sono più di centinaia di migliaia le persone che vivono con dei respiratori con la distrofia muscolare, e ad oggi su cinque riabilitazioni che vengono fornite a settimana dalla regione Lazio, ne sono state tagliate tre, soltanto per la scelta di un consiglio direttivo che la fa da padrone”.

Ecco, ho voluto citare testualmente tutto il contenuto dell'atto ispettivo, e anche di quanto affermato in replica dalla collega, perché contiene riferimenti di contenuto, di sostanza, di soggetti e di circostanze; e anche per i toni, caratterizzati da una certa durezza delle espressioni usate. Stiamo quindi parlando di atti parlamentari tipici del 2010, il cui contenuto è stato ritenuto conforme e non ha ricevuto alcuna censura neanche verbale in Aula: non sono stati considerati sconvenienti né il linguaggio né i toni né i contenuti. Si tratta, come ho detto, di un'interrogazione. Sappiamo anche tra l'altro che questa tematica è una tematica di cui la collega si occupa prevalentemente con riguardo alla tutela della disabilità; e in questo caso si è verificata una vera e propria denuncia politica con riferimento ad una ONLUS ben identificata, che secondo la prospettazione dell'onorevole sarebbe stata gestita in modo poco trasparente e secondo criteri di dubbia onestà, da persone disabili in pregiudizio di altre persone disabili.

Vi sono contenuti una serie di riferimenti, tra l'altro nell'interrogazione, che rendono senza ombra di dubbio identificabile la persona fisica che aveva la gestione dell'amministrazione, in quanto ricopriva la carica di presidente.

Nel 2012 il Corriere della Sera (e qui entriamo nel merito) pubblica un articolo in cui si riferisce di una vicenda giudiziaria riguardante il Marcello Tomasetti, che è esattamente colui il quale ha presieduto questa ONLUS durante tutto il periodo di riferimento preso in esame nell'atto specifico parlamentare della collega. Questo articolo riporta la notizia di una richiesta di rinvio a giudizio emessa dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Roma nei confronti del Tomasetti, che è colui il quale ha sporto querela nei confronti della collega. Cosa dice questo articolo? Cito testualmente: “Oltre 2 milioni di euro messi a disposizione per la cura dei malati, anche dalla regione, spariti dai bilanci della ONLUS citata. A dilapidare la montagna di denaro pubblico sarebbe stato il presidente della sezione laziale dell'organizzazione, Marcello Tomasetti, per il quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di malversazione ai danni dello Stato. Secondo il pubblico ministero - dice sempre l'articolo citato - Tomasetti avrebbe utilizzato i 2.200.000 euro della regione per ripianare i debiti dell'Autonomi Srl, una società privata impegnata al fianco della ONLUS nella cura della terribile malattia degenerativa”.

Occorre quindi che noi appuntiamo l'attenzione su che cosa? Sul fatto che l'articolo riguarda le stesse vicende identiche, gli stessi soggetti indicati nell'atto di sindacato ispettivo. Questo articolo sembra aver fornito lo spunto alla collega Argentin di pubblicare su Facebook e su un video un commento, in cui in sostanza, in questo video, si enfatizza il collegamento e la connessione tra quanto aveva esposto, ed è stato esposto nell'articolo, e la precedente attività di atto ispettivo, sottolineando il riferimento agli stessi fatti. Infatti in questa videoregistrazione, che abbiamo avuto modo appunto di controllare e di verificare, cosa si dice? Oggi sul Corriere della Sera è uscito un articolaccio in cui viene praticamente denunciato il presidente della UILDM. Io sono anni che continuavo a dire questa cosa, ci ho presentato anche un'interrogazione parlamentare. Quindi la collega riprende esattamente gli stessi temi, gli stessi argomenti già esposti negli atti parlamentari tipici. Aggiunge: io rimango della mia idea, c'è qualcosa che non funziona nella UILDM; e quanto ai possibili sviluppi del procedimento penale, dice: il presidente come si è visto è stato rinviato a giudizio; questo non vuol dire niente in Italia, perché come sappiamo molti giudizi possono cambiare.

Segue la querela, che è il motivo per cui stiamo oggi affrontando questa discussione. Dobbiamo ricordare adesso due cose: la prima è che noi ci dobbiamo pronunciare ovviamente sul contenuto, cioè su quanto riportato nel capo d'imputazione, ma…

PRESIDENTE. Può andare alle conclusioni, per favore, deputata? Grazie.

ANNA ROSSOMANDO, Relatrice. Arrivo, sto concludendo.

PRESIDENTE. Concluda.

ANNA ROSSOMANDO, Relatrice. Ma al contempo non dobbiamo ovviamente verificare se sussista o no il reato di diffamazione. Noi dobbiamo unicamente verificare, che cosa? Se esista un nesso funzionale tra quanto viene riportato alla nostra attenzione, e non l'attività in senso generico, ma un atto specifico compiuto dalla collega. In questo caso esiste un atto non soltanto collegabile per argomento, ma un atto specifico, praticamente corrispondente nei contenuti, nei soggetti e nelle argomentazioni.

Due brevissime considerazioni in conclusione per dare modo di poter decidere serenamente e discutere serenamente. Vi è una corrispondenza totale anche nei toni, e quanto contenuto nel capo di imputazione non ci sembra che possa darci degli elementi per ritenerli, in un qualche modo, esorbitanti. Abbiamo un'unica sfumatura tra richiesta di rinvio a giudizio e rinvio a giudizio, ma che ovviamente viene poi usata indifferentemente anche con il termine denuncia, nel corso del video. Concludo dicendo che questo a parere della Giunta, e a parere della relazione che è stata votata in Giunta, è un classico caso di nesso funzionale, di sussistenza delle prerogative di cui all'articolo 68. Perfetta corrispondenza, perché altrimenti non staremmo a discutere mai di questa prerogativa.

PRESIDENTE. Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente. La mia non è una dichiarazione di voto che ovviamente è favorevole alle indicazioni che ci vengono dalla Giunta per le autorizzazioni. Questo intervento, che sarebbe superfluo nel merito, vuole essere invece un'attestazione di stima nei confronti della collega Argentin di cui abbiamo sempre apprezzato il grandissimo equilibrio in tutte le sue manifestazioni di pensiero e che riteniamo abbia seriamente e coscientemente agito nell'ambito del suo prerogative anche denunciando in modo coerente un possibile caso di malversazione di fondi pubblici da parte di una pur benemerita associazione. Per queste ragioni noi voteremo con convinzione, e ripeto con profonda solidarietà, la proposta della Giunta (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAROTTA. Grazie signora Presidente. Solo per unire la voce della mia forza politica a quanto già è contenuto nella relazione della collega Rossomando. È un caso classico che ci consente di applicare l'articolo 68 della Carta, perché al di là del lavoro fatto in maniera approfondita e zelante da parte della Giunta per le autorizzazioni, viene fuori che cosa? Proprio riferendosi alla relazione letta poc'anzi, viene fuori che il parlamentare svolge la sua attività politica con una critica, che peraltro incanala nel sistema più legittimo che è quello del sindacato ispettivo al Ministro competente, perché vengano valutate determinate situazioni di cui si è a conoscenza. Quella è la via maestra da seguire. La terminologia è quella prevista perché lo stesso Presidente che all'epoca ha presieduto non ha ritenuto di intervenire. L'attività successiva, cioè la pubblicazione sul Corriere della Sera è un fatto esclusivamente successivo che mette in condizioni la collega Argentin di portare sul profilo una conferma che la battaglia che stava facendo, e che si esprime in maniera chiara, è una battaglia valida, legittima, vera, perché c'è il fatto oggettivo della imputazione a carico di questo presidente che lei aveva sostenuto proprio nella sua attività parlamentare di denuncia.

Quindi, siamo nel caso classico in cui viene applicato l'articolo 68 della Carta, dunque siamo favorevoli alla relazione della relatrice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente. La deputata Ileana Argentin, come ricordato dalla relatrice (che non posso non sottolineare come a mio viso in modo inusuale sia dello stesso partito, Partito Democratico), è imputata del reato di diffamazione aggravata dall'utilizzo di un mezzo di diffusione. Nel caso in esame si tratta di social network, in poche parole si tratta uno dei casi ormai all'ordine del giorno in cui un cittadino, un esponente politico istituzionale, esprime la propria opinione in merito a qualcosa o qualcuno su una o più delle tante piattaforme web a disposizione.

Tale opinione è stata espressa nel 2012 dalla collega Argentin con un post su Facebook e un video su YouTube pubblicati a seguito di una notizia apparsa sul Corriere della Sera che, secondo la stessa, avrebbe corroborato la propria idea fortemente critica ovviamente, già contenuta in un'interrogazione a risposta immediata depositata e discussa nel 2010.

Si tratta quindi di opinioni espresse al di fuori delle sedi e delle attività parlamentari, le quali, per essere considerate insindacabili, ovvero non giudicabili, devono corrispondere all'attività tipica parlamentare.

Mi permetta, Presidente, di sottolineare per chi ci segue che ai parlamentari è infatti riconosciuta l'immunità ovvero l'insindacabilità di alcune azioni e alcune espressioni purché queste siano correlate ovvero corrispondano con l'attività parlamentare; si tratta del cosiddetto nesso funzionale che la Giunta per le autorizzazioni è chiamata ad esaminare ai fini del riconoscimento delle insindacabilità delle opinioni espresse dal parlamentare al di fuori delle sedi dell'attività strettamente parlamentare.

Il nesso funzionale deve rinvenirsi quindi tra le espressioni cosiddette extra moenia, oggetto della denuncia nel caso in esame, della querela per diffamazione, e l'attività parlamentare che è rappresentata dai richiamati atti tipici, in parole povere atti che rientrano nelle prerogative parlamentari, quali gli interventi come quelli fatti per esempio in Assemblea, in Commissione e così via, o gli atti di sindacato ispettivo o di indirizzo.

Nello specifico va rilevato che sì, come anche richiamato più volte la relatrice a sostegno della propria tesi di insindacabilità, la deputata Argentin depositò e discusse un atto di sindacato ispettivo in piena regola, il 9 novembre del 2010, ben due anni prima della pubblicazione dell'articolo sul Corriere della Sera e del post e del video contestati, ma ciononostante va altresì considerato che proprio in quel post e in quel video la collega Argentin esprimeva opinioni che strabordavano rispetto al contenuto dell'articolo di stampa, sostenendo che vi fosse stato il rinvio a giudizio, invece che la semplice richiesta di rinvio a giudizio, e definendo il querelante come losco.

Non siamo qui, Presidente, per giudicare nel merito l'operato della deputata Argentin, lo voglio chiarire, e men che meno quello del querelante, il signor Tomassetti. Per entrambi i casi riponiamo piena fiducia nella magistratura, che secondo noi dovrà esaminare e decidere su ciascuno dei due procedimenti. Se il Tomassetti dovesse risultare reo di avere mal gestito l'Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, precedentemente presieduta dalla stessa Argentin, saremo i primi a rivolgere alla collega del PD le congratulazioni per aver smascherato una cattiva gestione, chiamando il Governo a far luce sull'amministrazione dell'associazione disabili rivolgendosi alla procura della Repubblica perché si indagasse. Anzi, noi siamo a sostegno di queste attività di denuncia, ben vengano, ma resta il fatto che le opinioni apparse in quel post e in quel video non possono essere assimilate, per i toni e le espressioni utilizzate, all'atto tipico richiamato, benché queste espressioni potrebbero essere tranquillamente dichiarate appunto non perseguibili dal giudice.

Non è solo la nostra opinione in merito, ma rappresenta il chiaro e lucido orientamento della stessa Giunta per le autorizzazioni, che, nella seduta del 14 gennaio 2009, affermò il seguente principio: l'esercizio delle funzioni rappresentative non può assumere extra moenia forme lessicali più disinvolte, licenziose e aspre di quelle consentite intramoenia. In tal senso, quindi tanto la Giunta, quanto l'Assemblea, possono adottare il criterio per cui le affermazioni e le dichiarazioni rese da un parlamentare sono in sé generalmente collegate alla funzione purché non debordino nell'insulto o nell'espressione che non sarebbe consentita nelle formali sedi della Camera.

Quindi, Presidente, è in riferimento a tale decisione che il MoVimento 5 Stelle vuole rifarsi e obiettare ovviamente al termine losco impiegato nel post e nel video dalla collega Argentin. Mi permetta, infatti, di ricordare all'Aula, per il suo tramite, come proprio verso di noi del gruppo Movimento 5 Stelle sovente ci sono stati richiami e segnalazioni della Presidenza per termini che non possono essere utilizzati in Aula e gli stessi appunto dovrebbero essere meno utilizzati fuori. Ovviamente ciò che non è coperto in Aula non può essere neanche coperto fuori.

La stessa Argentin, in fase di replica durante lo svolgimento dell'interrogazione, ha sostenuto di prendersi oneri e onori delle proprie dichiarazioni, senza però rivolgere alcuna espressione offensiva, ben conscia che, trattandosi di dichiarazione intra moenia queste non avrebbero potuto essere sindacabili.

Al pari però, proprio perché riconosciamo la validità dell'insindacabilità dell'espressione intra moenia, riteniamo che i parlamentari si debbano far carico di oneri e onori anche soprattutto al di fuori delle sedi formali. D'altro canto, vale la pena richiamare che, nei casi precedenti riguardanti gli ex deputati Crosetto e Barbato, la Giunta sostenne la sindacabilità in virtù anche della carica offensiva delle dichiarazioni rilasciate dai parlamentari.

Sostenendo, quindi, ogni attività di denuncia, ma sostenendo anche che sono i giudici che si devono occupare di tali questioni, noi dichiariamo il voto contrario alla insindacabilità delle opinioni espresse e quindi contro la relazione della relatrice. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Lello. Ne ha facoltà.

MARCO DI LELLO. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi. Come descritto dalla collega Rossomando con grande dovizia e acume, io posso limitarmi a illustrare il fatto in tre punti: la interrogazione parlamentare, anzi question-time (interrogazione a risposta urgente), articolo di stampa e il video su Facebook e YouTube.

Ricordo a me stesso come quest'Aula debba rifuggire da ogni tentazione di entrare nel merito della vicenda. Dobbiamo dunque frenare quella che è una naturale tendenza, in ciascuno di noi, ad ergersi a giudici. La domanda è: trova applicazione la garanzia costituzionale della insindacabilità? Di questo dobbiamo discutere oggi.

Vediamo l'articolo 68: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni”. È un privilegio della “casta”? È una garanzia di libertà almeno dal 1689, oggi presente in tutte le Costituzioni occidentali.

La Consulta più volte ha chiarito sul punto come occorra un nesso funzionale tra opinione e attività parlamentare. Sono due i pilastri, secondo la Consulta: nesso funzionale tra opinione e attività parlamentare, dunque - non c'è dubbio - nessuna licenza di calunnia o diffamazione per i parlamentari. Nel 2011 la Corte costituzionale è intervenuta su una deliberazione della Camera che, invece, dispose la insindacabilità per un nostro parlamentare, che però aveva una rubrica televisiva che nulla aveva a che vedere con il lavoro di quest'Aula. E, infatti, la Consulta dice: “Non è rilevante se l'espressione di questo parere avvenga dentro o fuori il Palazzo, perché sono insindacabili non soltanto le opinioni manifestate con atti tipici nell'ambito dei lavori parlamentari, ma pure le attività non tipizzate, nei casi in cui si esplicano mediante strumenti, atti e procedure, anche innominati, rientranti nel campo di applicazione del diritto parlamentare”. Questa è la Consulta nel nostro Paese.

L'altro pilastro, insieme al nesso funzionale, è la sostanziale identità di contenuti tra l'opinione come espressa nell'atto tipico o rectius, come abbiamo visto, comunque parlamentare, e quella comunicata, ovvero divulgata.

Allora, come può quest'Aula accertare la sussistenza o meno di quel nesso funzionale considerato fondamentale dalla Consulta per l'applicabilità dell'articolo 68? Ci aiuta, su questo, un'altra sentenza della Consulta, la n. 317 del 2006, anche qui un processo a carico di un nostro ex collega.

La Camera aveva dilatato l'utilizzo della guarentigia e qui la Consulta specifica che non ci può essere un'immunità di gruppo, l'immunità è personale, e occorrono legame temporale e sostanziale identità di contenuti. Infatti, leggo testualmente: “I due elementi che debbono contemporaneamente ricorrere affinché possa dirsi sussistente il nesso funzionale sono: il legame temporale fra l'attività parlamentare e l'attività esterna, di modo che questa assuma una finalità divulgativa della prima, e la sostanziale - sottolineo, sostanziale - corrispondenza di significato fra le opinioni espresse nell'esercizio di funzioni parlamentari e atti esterni, non essendo sufficiente una mera comunanza di argomenti né un mero contesto politico cui esse possano riferirsi”.

Allora, vediamo nel caso specifico. Abbiamo, come dicevo prima, il question-time del 9 novembre 2010, in cui la collega Argentin dice, rivolta appunto alla gestione della sezione laziale della ONLUS Unione italiana lotta distrofia muscolare: “Nel corso degli ultimi anni, e dal 2003, in cui è iniziata l'amministrazione tuttora in carica, si sono verificati diversi episodi e decisioni che destano preoccupazioni e perplessità circa la coerenza della gestione e dell'utilizzo delle risorse.

In questo periodo il bilancio è negativo. L'attuale crisi di deficit economico non risulta dovuto all'incremento dei servizi, ma ha causato una notevole diminuzione degli stessi. Sarebbero in corso indagini da parte della magistratura, in seguito alla denuncia presentata da due medici”. Questo è il contenuto della interrogazione parlamentare, che fa riferimento a chi evidentemente dirige, dal 2003, la sezione laziale della UILDM.

Il 7 maggio del 2012, dopo un anno e mezzo, c'è un articolo sul prestigioso quotidiano del nostro Paese, il Corriere della Sera. Il 7 maggio si dà notizia della richiesta di rinvio a giudizio, emessa dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, nei confronti del querelante, cioè del Tomassetti, che all'epoca era appunto presidente della sezione laziale della UILDM. “Oltre 2 milioni di euro messi a disposizione per la cura dei malati, anche dalla regione, spariti dai bilanci della ONLUS. A dilapidare la montagna di danaro pubblico sarebbe stato il presidente della sezione laziale, Tomassetti, per il quale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di malversazione ai danni dallo Stato. Secondo il PM - sto leggendo testualmente il contenuto dell'articolo, che non è mai stato fatto oggetto, il giornalista né tanto meno il direttore, di querela, voglio sottolineare – Tomassetti avrebbe utilizzato i 2.200.000 euro della regione per ripianare i debiti dell'Autonomi Srl, una società privata impegnata al fianco della ONLUS nella cura della terribile malattia degenerativa”. Questo era l'articolo del Corriere della Sera.

Poche ore dopo la collega Argentin pubblica un video su YouTube e poi su Facebook, in cui dice: “Oggi sul Corriere della Sera, a pagina 4 della Cronaca di Roma, è uscito un articolaccio in cui viene praticamente denunciato il presidente della UILDM di Roma. Io sono anni che continuavo a dire questa cosa, ci ho fatto anche un'interrogazione parlamentare”. Chiarendo poi di esprimere le sue opinioni personali: “Io rimango della mia idea, c'è qualcosa che non funziona nella UILDM di Roma”. Quanto ai possibili sviluppi del procedimento penale così si esprime – sottolineo, con una certa cautela –: “Il presidente, come si è visto, è stato rinviato a giudizio. Questo non vuol dire niente in Italia, perché, come sappiamo, molti giudizi possono cambiare”.

Dunque, se questi sono i fatti - abbiamo visto l'interrogazione, l'articolo del Corriere, il contenuto del video – ebbene, dove sarebbe l'offesa secondo l'accusa? Secondo la prospettazione, l'Argentin avrebbe recato offesa a Tomassetti riportando falsamente la notizia dell'avvenuto rinvio a giudizio, mentre il rinvio a giudizio era stato solo richiesto, e definendolo “losco” e affermando: “Questo presidente era losco e continuava a fare i suoi affari rispetto agli interessi di quanto riguarda l'intera comunità delle persone con distrofia”. Se questa è la contestazione, soffermiamoci ancora due minuti sul contenuto che si assume diffamatorio.

Certo c'è un errore; si parla nel video di avvenuto rinvio a giudizio, mentre c'è la richiesta di rinvio a giudizio. Sfido in coscienza, in quest'Aula, quanti sono in condizioni di discettare, di sottolineare e specificare la differenza tra una richiesta di rinvio a giudizio e un rinvio a giudizio avvenuto, anche sul presupposto che ci sono - come forse non tutti sanno - reati per cui si va a giudizio direttamente, con disposizione della Procura, e non passando per il filtro dell'udienza preliminare. Direi che questo è quanto meno un errore scusabile.

E poi ancora l'utilizzo dell'aggettivo “losco”. Che vuol dire “losco”? Andiamo a vedere tutti i dizionari: equivoco, ambiguo, poco chiaro. Considerando la descrizione che viene fatta dell'amministrazione nel complesso, di cui Tomassetti ha la massima responsabilità di gestione, come viene presentata questa amministrazione? Cosa è se non un'amministrazione equivoca, ambigua, poco chiara, in quello che è il contenuto dell'interrogazione parlamentare?

Allora - e concludo - appare davvero evidente, pur senza - lo ripeto – entrare minimamente nel merito della questione che ci occupa, come ricorrano i presupposti così come individuati dalla costante giurisprudenza della Corte costituzionale di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione: nesso funzionale, sostanziale identità di contenuti tra l'atto tipicamente parlamentare - l'interrogazione, in questo caso - e quanto riportato all'esterno. Sono esattamente i presupposti che ricorrono in questo caso e per questo noi voteremo a favore della proposta così come formulata dalla Giunta, invitando tutta l'Aula a farlo, perché su questo terreno non dovrebbero esserci colori politici, ma difesa di garanzie di libertà che sono poste a tutela del Parlamento in quanto rappresentante del popolo italiano. Invito, dunque, l'Aula ad esprimersi in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione – Doc. IV-ter, n. 17-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al documento IV-ter, n. 17-A concernono opinioni espresse dalla deputata Ileana Argentin nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

Avverto che chi intende esprimersi per la non sindacabilità delle opinioni espresse dalla deputata Ileana Argentin deve votare “sì”, mentre chi intende esprimersi per la loro sindacabilità deve votare “no”.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Approvazione in Commissione (ore 12,25).

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di mercoledì 10 maggio 2017, la IV Commissione permanente (Difesa) ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge:

QUARTAPELLE PROCOPIO: “Conferimento della medaglia d'oro al valore militare per la Resistenza alla Brigata ebraica” (3187), approvato in un nuovo testo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 12 maggio 2017, alle 10:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 12,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PAOLA BINETTI, GIANLUCA PINI, MARIA CHIARA CARROZZA (A.C. 3918-A)

PAOLA BINETTI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3918-A). Signor Presidente, Rappresentanti del Governo, Onorevoli Colleghi, la Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani del 25 marzo 2015 firmata a Santiago di Compostela intende contribuire all'abolizione di uno dei delitti più gravi contro la persona, la sua integrità fisica e la sua dignità umana.

La cultura dei trapianti è una delle frontiere più avanzate della medicina e l'Italia è Paese leader anche in questo campo specificamente sanitario. La normativa italiana è tra le più avanzate e nello stesso tempo tra quelle eticamente più e meglio rispondenti alla dignità della persona umana, al rispetto per la vita, sempre attenta anche ai progressi tecno-scientifici. Ma in parallelo a tanti sforzi positivi si è sviluppata purtroppo la rete del commercio illegale: il sistema sempre più organizzato ed efficiente del traffico di organi. Sono coinvolti broker internazionali che fanno da tramite tra le strutture clandestine dove si eseguono i trapianti, i pazienti che intendono acquistare un organo e chi è disperatamente povero al punto di venderlo. L'ultima frontiera dello sfruttamento dei diseredati segue anche il flusso dei migranti. In Libia i broker lavorano con sedicenti ONG per avvicinare persone che non hanno 
il denaro per pagare un passaggio in mare e propongono loro 
di vendere un rene in cambio di un posto su un barcone. Di fronte a tutto ciò non è ammissibile l'indifferenza.

Il traffico di organi umani può avvenire con il consenso del soggetto, quando questi vende alcuni organi per indigenza, perché in condizioni di povertà estrema. In questo caso sappiamo dell'esistenza di un vero e proprio “turismo dei trapianti”, con cliniche che si preoccupano del prelievo degli organi e del loro successivo impianto in soggetti malati, con esiti ad alto rischio. Ma può avvenire anche senza il consenso degli interessati, attraverso forme di tortura esplicitamente rivolte a soggetti che si trovano imprigionati a qualsiasi titolo: condannati a morte, prigionieri di guerra, persone in campi di concentramento o negli attuali campi di accoglienza. Sappiamo di minori non accompagnati che scompaiono e cadono nelle mani di trafficanti di organi, con un destino che spesso si conclude con la morte.

Ma ci sono anche immagini diffuse da alcuni migranti sopravvissuti alla traversata in cui si vedono i cadaveri di adulti e bambini, solcati lungo tutto il torso da cuciture improvvisate, con i volti insanguinati. Sono una delle tante testimonianze di quello che "assomiglia sempre di più a film dell'orrore," le conseguenze del traffico di organi praticato dalle bande criminali che gestiscono la tratta di esseri umani in nord Africa. Le testimonianze raccontano di reni, fegati, cornee e cuori estratti da persone più o meno anestetizzate, spesso inconsapevoli, per rivenderli poi sul mercato nero degli organi — destinati ai cittadini dei paesi più ricchi, come Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita. Un giro d'affari globale che, secondo le stime della fondazione Global Financial Integrity, frutta ai gruppi criminali fino a 1,4 miliardi di dollari l'anno.

La donazione di organi in Italia, come è ben noto, è lecita solo come atto gratuito, soggetto a una legislazione precisa che regolamenta gli atti di disposizione del proprio corpo e non permette la vendita né l'acquisto. Ma in Cina per esempio, Singapore è il primo Paese al mondo ad aver legalizzato la vendita di organi tra persone ancora in vita, cosa del tutto estranea alla nostra cultura e alla nostra coscienza.

La rete del commercio illegale è l'ultima frontiera dello sfruttamento, che segue anche il flusso dei migranti. Chi compra appartiene a quella parte del mondo che si può permettere tutto, compreso il silenzio connivente. Eppure non si può accettare che chi ha di più cancelli ogni legge morale, sfruttando altri esseri umani per il proprio benessere personale.

L'intesa attuale può contribuire ad attuare una strategia di contrasto su quello che appare a tutti gli effetti come un tragico fenomeno di cui non si tiene sufficientemente conto nelle politiche nazionali ma neppure nelle politiche comunitarie. E' fondamentale una forte intesa internazionale per contrastare queste moderne forme di schiavitù in cui popoli più ricchi e tecnologicamente più avanzati continuano ad arrogarsi diritti su persone che vivono in paesi più poveri.

La convenzione del 25 marzo 2015 corregge una serie di vistose limitazioni che, nonostante precedenti accordi e convenzioni, riducono l'uomo a una realtà biologica i cui organi possono essere venduti e comprati, ceduti per ragioni drammatiche senza nessuna consapevolezza delle conseguenze che ne possono derivare, ma possono anche essere sottratti come un furto tra i più gravi che si possano immaginare, manipolando i soggetti e sfruttando la loro fragilità. Ovviamente il livello di gravità cresce quando il commercio attraverso l'espianto degli organi avviene contro la volontà degli interessati, ma non solleva del tutto la responsabilità di chi interviene sia pure eventualmente con il consenso degli interessati. Nel Protocol to Prevent, Suppress and Punish Trafficking in Persons, especially Women and Children, la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, la Convenzione di Oviedo, il Protocollo addizionale alla Convenzione di Oviedo sul trapianto di organi e tessuti di origine umana) si condannava esplicitamente il prelievo di organi contro la volontà del soggetto o a sua insaputa. Ma la Convenzione di Santiago va oltre e prende seriamente in esame anche la cosiddetta donazione non onerosa di organi.

La novità dell'attuale convenzione sta nel fatto che a legislazione vigente fino all'entrata in vigore della legge 236 del 2016, le pene previste per il traffico di organi sono esclusivamente a carico di chi svolge una attività di mediazione e dell'operatore sanitario che si avvale di organi frutto di commercio, ma nessuna sanzione penale era prevista nei confronti di altre parti direttamente o indirettamente coinvolte nel traffico illecito di organi, come lo stesso donatore consenziente che riceva un compenso.

Oggi il traffico di organi ed il “turismo” retribuito dei trapianti, nonostante il "consenso" della persona interessata, viene condannato in quanto rappresenta una seria minaccia alla sicurezza della persona, una grave violazione della dignità umana e di diritti fondamentali quali il diritto alla vita, alla salute, all'integrità fisica e alla libertà personale, ma anche diritto di non essere sottoposti a tortura o trattamenti inumani.

L'iniziativa di oggi si pone in continuità con la sentenza della Corte Costituzionale n. 164 del 10 giugno 2014, che, citando l'Atto di Costituzione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, firmato a NEW York il 22 luglio 1946, stabiliva che, per giurisprudenza costante, non sono possibili atti disposizione del proprio corpo, quando rivolti alla tutela della salute. Se il prelievo di organi mette in pericolo la salute dell'uomo non è ammissibile né a titolo oneroso né a titolo gratuito. E la Comunità internazionale ha l'obbligo di intervenire in questa fondamentale frontiera dei diritti umani.

GIANLUCA PINI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3918-A). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori Membri del Governo!

Il traffico internazionale di organi è una piaga del mondo contemporaneo ed anche una nuova forma di manifestazione della schiavitù dei non abbienti nei confronti di coloro che invece dispongono di grandi risorse.

Alcuni Paesi, come la stessa Repubblica Popolare Cinese, sono sospettati di alimentare questo commercio clandestino con gli organi umani espiantati dai condannati a morte appena giustiziati, una "materia prima" che purtroppo non scarseggia mai in certe parti del nostro pianeta.

L'atto di diritto internazionale che giunge all'esame della nostra Aula mira ad arginare il fenomeno ed ha richiesto delle norme di adattamento del nostro diritto penale.

È per questo motivo che l'esame della ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani è stato demandato congiuntamente alle Commissioni Esteri e Giustizia, che hanno in effetti modificato in più punti il Disegno di Legge su cui siamo chiamati a votare.

È evidente che come Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini condanniamo questa forma di sfruttamento abietto, come ogni forma di mercificazione dell'essere umano. Siamo pertanto favorevoli ad ogni strumento venga messo in campo sradicarlo, inclusa la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani, fatta a Santiago de Compostela il 25 marzo 2015.

Sullo sfondo di questa posizione di principio favorevole, abbiamo peraltro tentato anche in quest'Aula di inserirci nel dibattito presentando degli emendamenti che andavano in tre direzioni.

In primo luogo, nel senso di inasprire ovunque le sanzioni penali e pecuniarie previste per coloro, individui o istituzioni, partecipino attivamente a questo tipo di commercio.

In secondo luogo, per ricomprendere nel campo di applicazione del divieto anche il commercio degli organi espiantati ai condannati a morte, che si ritiene particolarmente fiorente in alcuni Stati autoritari, che possono ricorrere alla pena capitale con gran disinvoltura anche per colpire dei reati di natura politica.

In terzo luogo, per modificare l'autorità nazionale di contatto del sistema messo in piedi dalla Convenzione, in particolare trasferendo la responsabilità per lo scambio di informazioni relative al traffico di organi umani dal Ministero della Giustizia a quello dell'Interno.

Ci è infatti sembrato più logico e diretto che a trasmettere dati tanto sensibili fosse il dicastero che dispone delle maggiori capacità di controllo e repressione delle attività criminali nel Paese, incluse le cliniche, oltre che superiori dotazioni di personale. Ricordiamo che dal Ministero della Giustizia dipende invece soltanto la Polizia penitenziaria, che è responsabile del mantenimento dell'ordine nelle carceri e non sul territorio.

A prescindere da come è andata, la Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini comunque esprime il suo appoggio al provvedimento. Voteremo a favore di questa ratifica.

MARIA CHIARA CARROZZA. (Dichiarazione di voto finale - A.C. 3918-A). Il disegno di legge in oggetto autorizza la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi la cui sottoscrizione ha comportato modifiche al codice penale; il disegno di legge pertanto si compone formalmente di nove articoli, sostanzialmente di otto visto che l'articolo quarto è stato abrogato nel corso dell'esame in commissione. I primi due, come di consueto, disciplinano l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, gli articoli dal 3 al 7 intervengono come detto sul codice penale e sulla relativa giurisdizione, l'articolo 8 prevede la consueta clausola di invarianza finanziaria, ovvero l'attuazione della riforma con le risorse disponibili a legislazione vigente; l'articolo 9 l'entrata in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Relativamente agli articoli che vanno a incidere sul codice penale l'articolo 3 inserisce la fattispecie di "prelievo di organi" oltre a quella del "traffico di organi" tra le aggravanti del reato di associazione a delinquere (art. 416) quindi interviene sull'art. 601 "traffico d'organi" introducendo i commi ter, quater, quinques, sexties, septies sul prelievo di organi e tessuti da persona vivente, pene da 6 a 12 anni, sull'uso da parte del beneficiario - pena ridotta di un terzo - sulle responsabilità dell'esercente la professione sanitaria, sulle aggravanti se la persona oggetto del prelievo è in stato di inferiorità fisica o psichica, sull'interdizione perpetua per il personale medico. L'art. 4 che modificava la legge 91/1999 risulta abrogato dalle commissioni per esigenze di coordinamento. L'art. 5 istituisce la responsabilità amministrativa degli enti per i delitti di prelievo e traffico d'organi, mentre l'articolo 6 esenta il Governo italiano dall'applicare l'articolo 10, par. 1, lett. e) della Convenzione, che impone come criterio di giurisdizione la perseguibilità del reato commesso «da una persona che ha la sua residenza abituale sul proprio territorio» essendo il principio della "residenza abituale" non previsto nel nostro ordinamento. Infine l'art. 7 individua nel Ministero della Giustizia-Dipartimento per gli affari di giustizia, la struttura responsabile per lo scambio di informazioni relative al traffico di organi umani, e per ricevere denunce di reati commessi nel territorio di una Parte diversa da quella di residenza.

Venendo invece al contenuto della Convenzione, essa si compone di 33 articoli raggruppati in nove capitoli. Il capitolo I (articoli 1-3) è dedicato alle finalità della Convenzione ovvero la prevenzione e il contrasto al traffico di organi umani e la relativa promozione di una efficace cooperazione internazionale al riguardo. Tale tutela dei diritti è ovviamente prevista erga omnessenza alcun tipo di discriminazione in base al sesso, alla razza, alla lingua, alla religione, all'opinione politica, alla condizione sociale o nazionale, all'orientamento sessuale, alla disabilità. Il capitolo II (articoli 4-14) concerne il diritto penale sostanziale, con l'indicazione delle figure di reato che le Parti sono tenute a introdurre nei rispettivi ordinamenti. Il capitolo III (articoli 15-17) riguarda il diritto penale processuale e in assenza di accordi bilaterali assegna alla Convenzione la funzione di base legale sostitutiva. Il capitolo IV (articoli 18-20) concerne le misure di protezione delle vittime e dei testimoni. Il capitolo V (articoli 21-22) impegna i contraenti ad adottare misure legislative o di altra natura volte ad assicurare l'esistenza di un sistema nazionale trasparente per il trapianto di organi umani e di un equo accesso a tale sistema per i pazienti. Il capitolo VI (articoli 23-25) è dedicato ai meccanismi di controllo della Convenzione: in questo ambito particolare importanza riveste la funzione del Comitato delle Parti, composto da rappresentanti dei vari Stati contraenti della Convenzione, nonché, ma senza diritto di voto, da altri rappresentanti dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del Comitato europeo sui problemi penali e di altri comitati intergovernativi e scientifici del Consiglio d'Europa competenti per materia. Il capitolo VII, costituito dal solo articolo 26, disciplina le relazioni della Convenzione in esame con altri strumenti internazionali non escludendo possibili ulteriori accordi bilaterali o multilaterali nelle medesime materie, per facilitare l'applicazione dei principi in essa contenuti. Infine, i capitoli VIII (articolo 27) e IX (articoli 28-33) disciplinano gli emendamenti alla Convenzione e le clausole finali.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIANLUCA PINI (A.C. 4225)

GIANLUCA PINI. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 4225). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori Membri del Governo!

L'accordo bilaterale italo-israeliano in materia di pubblica sicurezza, fatto a Roma il 2 dicembre 2013, può dispiegare nel nuovo contesto internazionale determinato anche dall'elezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti un ruolo assai più incisivo di quello prevedibile al momento in cui fu negoziato.

Da un lato, infatti, la nuova Amministrazione americana sembra intenzionata a rinsaldare lo storico rapporto intrattenuto da Washington con lo Stato d'Israele; dall'altro, c'è fondato motivo di ritenere che il nuovo Presidente statunitense accentuerà ulteriormente, nel prossimo futuro, la pressione esercitata internazionalmente nei confronti del terrorismo a matrice jihadista.

Si profilano così nuovi allineamenti geopolitici, mentre altre geometrie riaffiorano dopo un lungo periodo di oscuramento.

In tale nuova prospettiva, è evidente come l'intesa raggiunta con Israele sia destinata ad assumere una maggiore importanza soprattutto nella sua dimensione anti-terroristica, possibile ponte anche della ricostruzione su nuove basi del rapporto tra Occidente e Russia nella sfera della sicurezza.

È auspicabile che l'Accordo sottoposto all'esame dell'Assemblea della Camera, dopo esser stato votato dal Senato della Repubblica il 12 gennaio scorso, sia approvato rapidamente e, possibilmente, anche con una maggioranza che oltrepassi il recinto dei sostenitori dell'attuale compagine di governo.

Come di consueto in questi casi, il provvedimento di autorizzazione alla ratifica ed all'esecuzione dell'intesa italo-israeliana contiene quattro articoli, fra i quali si segnala il terzo, che individua gli oneri connessi all'attuazione dell'Accordo, pari a 123.844 euro annui, e le relative coperture, precisando che le risorse necessarie saranno prelevate dal fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, attingendo in particolare al programma Fondi di riserva e speciali della missione Fondi da ripartire.

Quanto all'Accordo vero e proprio, consta di un preambolo e 15 articoli, fra i quali si ritiene opportuno segnalare il primo, che individua nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza del nostro Ministero dell'Interno e nel Ministero della Pubblica Sicurezza israeliano le autorità incaricate di dar corso all'applicazione dell'intesa.

Il secondo articolo delinea l'ampio ambito della cooperazione che si prevede di sviluppare. Non si tratta, infatti, soltanto della lotta al terrorismo, ma altresì del contrasto alla criminalità organizzata, al traffico illecito di armi ed esplosivi, alla tratta dei migranti, al commercio degli stupefacenti, alla criminalità informatica ed ai reati di carattere economico.

È prevedibile che la parte israeliana sia particolarmente interessata a monitorare eventuali movimenti di materiali d'armamento diretti a quelli che il governo dello Stato ebraico giudica suoi potenziali avversari, anche in considerazione dei sospetti che tuttora gravano su quanto accadde alcuni decenni or sono sul nostro territorio nazionale all'ombra del cosiddetto Lodo Moro.

Per quanto riguarda il nostro Paese, è certo che il principale apporto alla nostra sicurezza da parte israeliana venga soprattutto dalle esperienze acquisite nella lotta al terrorismo jihadista, ma non è escluso che possano trovare attuazione anche altre forme di collaborazione, come le operazioni congiunte sotto copertura, di cui ben raramente si trova menzione nei trattati internazionali ed alle quali è dedicato l'articolo 3 dell'Accordo.

L'intesa prevede forme di tutela della sovranità nazionale dei contraenti, disposizioni per la protezione dei testimoni ed il trattamento dei dati sensibili, scambi di esperti e, soprattutto, la creazione di un Gruppo di Lavoro congiunto, incaricato di valutare l'attuazione dell'Accordo, approvare gli specifici programmi di collaborazione e delineare i possibili sviluppi futuri dell'intesa, di cui l'articolo 15 sancisce la durata illimitata, salvo denuncia ad opera di una delle parti contraenti.

L'elevatissima valenza politica dell'Accordo e le sue potenzialità impongono una forte assunzione di responsabilità. Abbiamo presentato degli emendamenti che tendevano ad assicurare maggiori fondi alla gestione di questa intesa nonché allo stabilimento di una Commissione che potesse studiare non solo i risultati che via via discenderanno dalla collaborazione italo-israeliana, ma anche proporre alle Camere degli eventuali miglioramenti. Malgrado non abbiano incontrato il favore dell'Aula, data l'importanza della posta in gioco, il Gruppo della Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini voterà a favore.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 le deputate Paris e Pes hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 1 e 2 i deputati Falcone e Piccione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 20 la deputata Elvira Savino ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 5 le deputate Terrosi e Bargero hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 5 alla n. 11 la deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 6 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 10 la deputata Malisani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 13, 17, 18, 20 e 21 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 14 alla n. 16 e n. 26 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 17, 18 , 20 e 21 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 19 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 20 il deputato Valiante ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 26 il deputato Valiante ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 27 la deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 29 la deputata Ciprini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 33 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3918-A - articolo 1 264 264 0 133 264 0 113 Appr.
2 Nominale articolo 2 276 276 0 139 276 0 112 Appr.
3 Nominale em. 3.1 327 326 1 164 50 276 110 Resp.
4 Nominale em. 3.3 330 327 3 164 99 228 110 Resp.
5 Nominale em. 3.5 336 335 1 168 105 230 110 Resp.
6 Nominale em. 3.9 341 340 1 171 52 288 110 Resp.
7 Nominale em. 3.10 343 343 0 172 108 235 110 Resp.
8 Nominale em. 3.13 347 346 1 174 53 293 109 Resp.
9 Nominale em. 3.14 348 348 0 175 111 237 109 Resp.
10 Nominale em. 3.18 350 350 0 176 111 239 109 Resp.
11 Nominale em. 3.21 347 347 0 174 107 240 109 Resp.
12 Nominale em. 3.25 352 352 0 177 111 241 109 Resp.
13 Nominale articolo 3 350 350 0 176 349 1 109 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 4.2 350 350 0 176 112 238 109 Resp.
15 Nominale em. 4.4 354 354 0 178 113 241 109 Resp.
16 Nominale em. 4.9 352 352 0 177 112 240 109 Resp.
17 Nominale articolo 4 353 353 0 177 352 1 109 Appr.
18 Nominale articolo 5 353 353 0 177 353 0 109 Appr.
19 Nominale em. 6.1 354 354 0 178 57 297 109 Resp.
20 Nominale articolo 6 350 334 16 168 333 1 109 Appr.
21 Nominale articolo 7 355 354 1 178 354 0 109 Appr.
22 Nominale articolo 8 356 356 0 179 356 0 109 Appr.
23 Nominale Ddl 3918-A - voto finale 350 350 0 176 350 0 105 Appr.
24 Nominale Ddl 4225-A - articolo 1 345 321 24 161 245 76 105 Appr.
25 Nominale articolo 2 358 330 28 166 254 76 105 Appr.
26 Nominale em. 3.1 363 362 1 182 54 308 102 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 33)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 3.2 366 365 1 183 54 311 101 Resp.
28 Nominale em. 3.3 366 365 1 183 54 311 101 Resp.
29 Nominale em. 3.4 369 369 0 185 58 311 100 Resp.
30 Nominale articolo 3 369 369 0 185 266 103 100 Appr.
31 Nominale articolo 4 370 343 27 172 266 77 100 Appr.
32 Nominale Ddl 4225-A - voto finale 321 298 23 150 229 69 101 Appr.
33 Nominale Doc. IV-ter, n. 17-A 323 321 2 161 265 56 101 Appr.