Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 754 di martedì 7 marzo 2017

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 11.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ROBERTO CAPELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 marzo 2017.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Cicchitto, Cimbro, Coppola, Damiano, De Menech, Epifani, Fico, Galati, Giorgis, Grande, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Rabino, Francesco Saverio Romano, Scanu, Schullian, Sottanelli, Tacconi e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodiciotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'interpellanza e interrogazioni.

(Iniziative di competenza in merito all'articolazione delle strutture medico-legali dell'Inps, con particolare riferimento alla sede di Rossano Calabro – n. 2-01566)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza all'ordine del giorno dei deputati Bruno Bossio ed altri n. 2-01566 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Chiedo alla deputata Vincenza Bruno Bossio se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Grazie, signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi. Nelle settimane precedenti c’è stata una determinazione trasmessa dal presidente dell'INPS con la proposta di modificare il modello organizzativo del coordinamento generale medico-legale dell'istituto. In base a questo c’è il rischio – ed è questo il tema dell'interpellanza – che possa essere soppressa l'unità operativa e il centro medico-legale di Rossano.
  È chiaro che questa riorganizzazione non terrebbe conto, qualora venisse attuata, della peculiarità di un territorio molto vasto e complesso, caratterizzato tra l'altro da una particolare orografia territoriale – le strade creano scarsi collegamenti Pag. 2– grazie, purtroppo, a un lacunoso e critico sistema di infrastrutture. Ma questa unità operativa serve una popolazione di oltre 220.000 abitanti, con una competenza territoriale che si estende lungo l'Alto Jonio, dalla provincia di Crotone quasi fino alla Basilicata. È quindi facilmente immaginabile che cosa avverrebbe e quali sarebbero le gravi ripercussioni in termini di disagio per i cittadini, soprattutto anziani, malati, bambini disabili, senza contare l'ulteriore peculiarità di questa zona di una presenza molto forte di braccianti – c’è una forte insediamento di aziende agricole –, che dovrebbero raggiungere Cosenza per una semplice visita di controllo.
  Considerato che l'unità operativa di Rossano, nel periodo che va dal 1o gennaio al 13 dicembre 2016, ha effettuato oltre 5 mila visite di invalidità civile e i medici INPS hanno partecipato a oltre 476 sedute presso le varie ASL, l'unità operativa di Rossano risulta, per carico di lavoro, più vicina a Reggio Calabria e a Cosenza, con dati statistici superiori alle città capoluogo di provincia di Crotone e di Vibo Valentia. Ed è assai improbabile che il centro medico-legale di Cosenza, proprio per logistica e carichi di lavoro, sia in grado di accogliere e gestire questo flusso di utenza aggiuntiva.
  Poi, francamente, che processo di razionalizzazione della spesa sarebbe, se, come supporto di tale decisione, il risparmio sull'indennità al medico responsabile viene annullato dai rimborsi delle spese di viaggio per gli stessi medici che, assegnati a Cosenza, dovranno partecipare alle sedute mediche integrate presso l'ASL della zona. Naturalmente a questo si aggiunge l'aumento delle richieste di visite domiciliari, in ragione proprio delle difficoltà di collegamento degli utenti con Cosenza.
  In più, questa riorganizzazione ricalca una suddivisione territoriale francamente anacronistica, considerata l'approvazione della legge regionale per l'unione dei comuni di Rossano e Corigliano, che costituiranno un'unica grossa realtà territoriale con circa 80.000 abitanti, che diventerà la prima provincia, la prima città della provincia di Cosenza.
  Quello che si chiede è che all'INPS di Rossano, invece, che estende appunto la sua competenza su questo territorio così ampio, dovrebbe essere riconosciuta la struttura che le compete, proprio in base al bacino d'utenza e al numero di prestazioni erogate, non solo mantenendo il centro medico-legale di primo livello, ma dandogli un ruolo di filiale provinciale, anche perché appunto l'uno implica l'altro, soprattutto in questa zona della Calabria troppo spesso mortificata.
  È del tutto evidente che queste ragioni non sono ragioni di campanile, ma riguardano proprio la scarsa efficacia di un modello organizzativo, che, attuato in questa zona, creerebbe questo tipo di problematiche. Chiediamo di conoscere quali iniziative il Ministro intende assumere al fine di invitare l'INPS a rivedere il modello organizzativo avanzato. Grazie.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Massimo Cassano, ha facoltà di rispondere.
  Non prima, però, di aver salutato studenti e insegnanti dell'Istituto tecnico-industriale Giorgi di Brindisi, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna, insieme agli studenti e agli insegnanti del Liceo statale Giordano Bruno di Albenga, provincia di Savona. Prego, sottosegretario.

  MASSIMO CASSANO, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente, passo a discutere l'atto parlamentare dell'onorevole Bruno Bossio inerente il nuovo modello organizzativo predisposto dall'INPS, con particolare riferimento alla chiusura del centro medico-legale della sede di Rossano Calabro.
  Preliminarmente, occorre precisare in via generale che le nuove competenze attribuite all'INPS, sia in ambito assistenziale che previdenziale, dal legislatore, nonché la progressiva riduzione del personale medico dipendente hanno comportato per l'istituto la necessità di una riforma Pag. 3del modello organizzativo dell'area medico-legale. Tale processo di riforma, tuttora in fase di approfondimento, è finalizzato a garantire risposte tempestive agli utenti, qualità e appropriatezza del giudizio medico-legale nonché uniformità nel riconoscimento dei diritti, coniugando tali aspetti con gli obiettivi di razionalizzazione delle strutture e di riduzione delle spese di gestione.
  Tanto premesso, con specifico riferimento all'atto parlamentare in esame, l'INPS ha precisato che i rilievi effettuati dagli interpellanti consentiranno oggi un'attenta valutazione, al fine di venire incontro alle esigenze dei cittadini, nel pieno rispetto dei principi di equità, trasparenza e legalità. L'istituto ha infine assicurato che ogni sua determinazione in ordine al processo di riorganizzazione dovrà essere preceduta da un ampio confronto con tutti i soggetti interessati e avendo riguardo a tutti i contributi che pervengono sia dai territori che dalle organizzazioni sindacali.

  PRESIDENTE. L'onorevole Bruno Bossio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Ringrazio e devo dire che sono abbastanza soddisfatta, soprattutto nel metodo, cioè il fatto che sia riconosciuta un'esigenza di approfondimento e che si dovrebbe aprire – mi pare di capire –, in qualche misura, un tavolo tecnico di confronto anche con gli attori locali. Esprimo questa soddisfazione a nome di tutti i colleghi che hanno firmato l'interpellanza e – credo di interpretare – anche a nome del sindaco di Rossano, che si è molto battuto perché questa risposta ci fosse anche questa mattina. Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione n. 3-02029 dell'onorevole Binetti.
  Poiché non c’è il rappresentante del Governo, sospendiamo la seduta, che riprenderà fra cinque minuti.

  La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,15.

(Iniziative di competenza volte a rivedere il ruolo delle case-famiglia e dei servizi sociali – n. 3-02029)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Binetti n. 3-02029 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Gennaro Migliore, ha facoltà di rispondere. Io, come Presidenza, non posso che sottolineare il fatto che non è bene che il Governo sia assente nel momento in cui ci si trova al punto all'ordine del giorno in cui deve essere chiamato a rispondere. Mi rendo conto che ci sono impegni che si sovrappongono tra Commissioni e Aula, pur tuttavia, siccome non è la prima volta che accade, anche di recente, lo faremo presente anche ai rapporti con il Parlamento. Prego, sottosegretario Migliore.

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, signor Presidente. Nel mio caso è la prima volta e mi scuso. Mediante l'atto di sindacato ispettivo in discussione l'onorevole interrogante lamenta l'improprio ricorso a misure di allontanamento di un minore dalla residenza familiare e l'affidamento dello stesso a una casa-famiglia, chiedendo di rivalutare il ruolo delle predette strutture quando, in casi come quello del piccolo Angelo, affetto da autismo, le stesse sembrano non rispondere alle effettive esigenze dei minori. Con riferimento alla vicenda giudiziaria da cui l'interrogazione prende spunto, occorre ribadire, anche in questa sede, come l'adozione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare, nei casi previsti dalla legge e nelle forme del contraddittorio, sia rimessa alla insindacabile valutazione dell'autorità giudiziaria, nel rispetto del principio del prevalente interesse del minore.
  Come è noto, esula dalle prerogative del Ministro della giustizia ogni valutazione nel merito delle decisioni della magistratura, al di fuori delle ipotesi di abnormità, non ravvisabili, allo stato, nel caso di specie. Dalle informazioni trasmesse dalla Pag. 4competente articolazione ministeriale consta, difatti, come il minore, già affidato dal tribunale per i minorenni di Trieste ai servizi sociali nell'ottobre 2015 e collocato in casa-famiglia nell'ambito di un procedimento a tutela promosso dal PM, sia rientrato in famiglia già dal 29 aprile 2016. Con decreto in data 21 settembre 2016, depositato lo scorso 12 ottobre, il tribunale per i minorenni di Trieste ha confermato, insieme alla decadenza dalla responsabilità genitoriale del padre, la prosecuzione dell'affidamento ai servizi sociali dei figli minori e degli interventi di sostegno in favore della famiglia, prescrivendo alla madre di seguire le indicazioni degli operatori sociosanitari.
  Dalle relazioni trasmesse dal competente servizio sociale risulta che il percorso intrapreso sta procedendo con riscontri positivi sotto il profilo relazionale, didattico e scolastico, grazie all'ausilio degli educatori. Il tribunale, infatti, ha disposto, a sostegno della famiglia nel suo complesso, un intervento domiciliare attuato da educatori professionali sempre reperibili ed ai quali la mamma può ricorrere in caso di necessità. La stessa madre, inoltre, assicura una buona partecipazione al cosiddetto parent training e sussiste ampio sostegno da parte della rete dei servizi. Si tratta, pertanto, di un percorso che presenta una positiva prognosi di efficacia nel trattamento del disturbo da cui il minore è risultato affetto.
  Come evidenziato dal Ministero della salute, dall'esperienza scientifica internazionale emerge che, nella prognosi globale a lungo termine dei bambini affetti da autismo, gli interventi più utilizzati e validati sono proprio quelli di tipo educativo-abilitativo.
  In questa prospettiva, assume pertanto rilievo essenziale l'individuazione di un percorso condiviso minore, operatori dei servizi sanitari e sociali, famiglia, scuola, nel cui ambito gli interventi rivolti alla famiglia si prefiggono innanzitutto che i genitori raggiungano un adeguato livello di consapevolezza dell'autismo quale disabilità evolutiva, fornendo loro adeguate informazioni sulle terapie proposte a livello internazionale e sul percorso terapeutico che si prospetta, nonché sulle risorse territoriali in relazione al contesto di appartenenza. La rete integrata di servizi per la prevenzione e la cura dei disturbi specifici dell'apprendimento è di conseguenza articolata su più livelli di intervento, nell'ambito di una programmazione di area vasta. Le prestazioni di carattere socioassistenziale, realizzate attraverso un complesso di normative nazionali, regionali e comunali, e rimesse alla competenza degli enti locali per quanto riguarda gli aspetti organizzativi e amministrativi, comprendono diverse tipologie di interventi e servizi in favore sia del minore autistico che della sua famiglia.
  Nella prospettiva di potenziare ulteriormente i modelli di assistenza in favore dei minori, è stato adottato, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 103 del 2007, il quarto Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva 2016-2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 novembre 2016. Il provvedimento proposto dai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per gli affari regionali e le autonomie definisce un panorama di interventi a favore dei soggetti in età evolutiva ed è strumento di applicazione e di implementazione della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo. Obiettivo generale trasversale delle misure previste nel piano è la promozione di azioni di sistema necessarie affinché i livelli essenziali delle prestazioni siano definiti ed esigibili su tutto il territorio nazionale, promuovendo la più forte integrazione tra amministrazione centrale, regioni ed enti locali, a livello sia politico che tecnico.
  In particolare, sono state individuate linee concrete di intervento finalizzate al più generale riordino ed alla qualificazione del sistema di accoglienza dei minorenni allontanati dalla famiglia d'origine. Proprio nella consapevolezza del ruolo strategico svolto dalle comunità di accoglienza a sostegno dei minori che hanno fatto ingresso nel circuito penale e di quelli in situazione di disagio familiare, Pag. 5il Ministro della giustizia ha emanato, lo scorso 6 ottobre, una direttiva che mira ad intensificare i rapporti tra autorità giudiziaria minorile e comunità di accoglienza pubbliche e del privato sociale. In considerazione del rilevante contributo alla crescita del sistema di accoglienza, sostegno e sviluppo dei percorsi di reinserimento dei minori che il privato sociale e il complesso delle cooperative sociali assicurano, l'adozione della direttiva si è resa necessaria, all'esito di un'approfondita disamina, nella prospettiva di svolgere un'attenta azione di coordinamento dei controlli e di verifica costante su procedure, prassi e costi, con l'obiettivo di accompagnare e sostenere l'azione della magistratura nella protezione e nella tutela dei diritti dei minori.
  Mediante la direttiva, il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, il cui ruolo è stato ulteriormente valorizzato nell'ambito della recente riorganizzazione dell'intero apparato ministeriale, è stato sensibilizzato al fine di assicurare economicità, trasparenza ed efficienza alle attività ad esso demandate, ad esercitare un'attenta vigilanza sul rispetto delle norme introdotte dal nuovo codice degli appalti nell'affidamento di servizi a cooperative o altri enti analoghi, dettagliando procedure e stabilendo percorsi di standardizzazione e contenimento dei relativi costi. L'atto di indirizzo richiama, in particolare, la necessità che il collocamento in comunità disposto dall'autorità giudiziaria sia curato dai centri di giustizia minorile, garantendo la massima trasparenza nella scelta delle strutture secondo criteri e obiettivi predeterminati, derogabili solo in casi di necessità ed urgenza, e adeguatamente motivati.
  Tutti gli obiettivi sopra indicati saranno perseguiti anche avvalendosi della preziosa collaborazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute e del Garante per l'infanzia e l'adolescenza, al fine della migliore individuazione di elementi di valutazione e di criticità del sistema di tutela dei minori. Il complesso delle iniziative assunte appare, pertanto, precisamente orientato alla tutela dell'interesse prevalente del minore in tutte le ipotesi in cui l'autorità giudiziaria debba ricorrere al collocamento al di fuori della casa familiare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  PAOLA BINETTI. Allora, sono parzialmente soddisfatta per la risposta, per tre motivi. Il primo è che il ritardo della risposta ha permesso che il problema fosse dato già come risolto in questo momento, e invece, quando era stato sollevato, evidentemente si trattava di un problema ancora molto vivo. Quindi questo potrebbe far apparire il quesito come un quesito superato, obsoleto, mentre invece questo è stato semplicemente dato dal ritardo che c’è tra il porre la domanda ed ottenere la risposta.
  Secondo punto è che il riferimento sottolineato, devo dire con molta chiarezza e anche con molta ricchezza di dettagli, sull'aspetto della patologia del bambino, cioè il fatto che si tratti di un bambino autistico, e quindi anche dell'importanza di tutte le misure a carattere educativo nei confronti del bambino, mi sembra un riferimento importante; certamente, se avessi voluto sottolineare prevalentemente questo aspetto, probabilmente avremmo posto il quesito al Ministero della salute o alla Commissione cultura. Il tema vero è che il quesito che io pongo è: quanto è pertinente che il bambino venga sottratto, quando ci sono dei problemi a livello della famiglia ? Perché è evidente che qualche problema c’è ! Per spostarlo in una casa famiglia, quindi per allontanarlo dalla propria famiglia, quando, come si evince dalla risposta, che forse dal mio punto di vista è la parte più interessante della risposta data dal sottosegretario Migliore, si è attivato una sorta di sostegno; lo potrei chiamare in termini clinici quasi di assistenza domiciliare; invece di prendere il bambino e portarlo in casa famiglia, in qualche modo si è attivato un sostegno che, dalla rete dei servizi, è andato alla Pag. 6famiglia; è quello che in medicina appunto chiamiamo assistenza domiciliare. Questa sì che mi sembra una strada interessante da percorrere, quella per cui l'aiuto dell'educatore raggiunge la famiglia, il nucleo familiare nella sua concretezza, lo contestualizza nei suoi bisogni e porta lì una risposta, perché questo fa da cerniera ! Noi non stiamo parlando di famiglie che, in qualche modo potrebbero anche esserci, le famose famiglie abusanti o le famiglie violente, o le famiglie aggressive: qui stiamo parlando di una famiglia che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe anche essere definita inadeguata. Non a caso una famiglia in cui i genitori sono separati, la madre si trova da sola a fare fronte anche a situazioni complesse sotto il profilo economico-organizzativo, oltre che ai bisogni del bambino autistico. È chiaro che lì bisogna portare l'aiuto, non sottrarre il bambino per portarlo da un'altra parte; e credo che in un progetto come quello che è in atto in questo momento, di revisione della giustizia minorile, anche la dimensione della rete dei servizi che si fanno carico di problemi dei bambini sia una soluzione che vada valorizzata molto di più. Perché che cosa succede a volte ? Succede che il bambino, una volta che è stato allontanato dalla famiglia, collocato in una casa famiglia, entra in un loop in cui quelle che si danno di quella situazione sono interpretazioni fortemente autoreferenziali, che non tengono conto anche dello sviluppo, del cambiamento, dell'evoluzione che la situazione del bambino può avere e delle ripercussioni che nel caso di un minore tutto ciò può avere per lui.
  A prescindere da questo, noi siamo forti sostenitori delle famiglie, siamo forti sostenitori anche delle famiglie con le loro fragilità. Insisto: diverso è il caso apertamente aggressivo e violento di una famiglia, ma anche in questi casi poi l'interpretazione della psicologia è un'interpretazione comunque benevola nei confronti della famiglia, quando ci sono situazioni anche un po’, anche a volte di povertà. Cioè, la ricchezza del calore affettivo che si trasmette ad un bambino a sostegno della sua identità, a sostegno della sua sicurezza personale, a sostegno della sua autostima, è una cosa che non può essere paragonata a quello che io chiamo l'anonimato delle istituzioni. Ora, non c’è dubbio, il sottosegretario sa, perché in altre occasioni abbiamo affrontato temi di questo genere, che a volte, come c’è un padre abusante, a volte ci può anche essere, all'interno dell'istituzione, un'istituzione abusante: abusante non nel senso della violenza fisica, oppure nel senso dell'uso che rende il bambino quasi un oggetto sessuale e un oggetto di desiderio, ma abusante nel senso che non si rende conto che, in un soggetto in età evolutiva, quello che accade lascia una traccia così profonda che è ben difficile dopo da modificare.
  Comunque io ringrazio il sottosegretario per la risposta, soprattutto lo ringrazio per l'attenzione posta su questi problemi, e, in un momento così delicato come quello in cui il Parlamento si appresta a rivedere anche l'organizzazione della giustizia minorile, io credo sia fondamentale che la giustizia si ponga con una soluzione che valorizzi tutto ciò che c’è di buono nelle strutture e non consideri una famiglia che ha una sua fragilità come una famiglia da rimuovere o da allontanare: è una famiglia da curare, anche lei.

(Chiarimenti ed iniziative in ordine alla revoca del regime di cui all'articolo 41-bis nei confronti del detenuto Aldo Ercolano – n. 3-02849)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Fava n. 3-02849 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Gennaro Migliore, ha facoltà di rispondere.

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, le vicende oggetto degli atti di sindacato ispettivo in esame, riguardanti il regime di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario nei confronti di Aldo Ercolano, Pag. 7hanno registrato una successione di provvedimenti restrittivi revocati dall'autorità giudiziaria. L'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario conferisce infatti al Ministro della giustizia la facoltà di adottare la misura di restrizione quando ricorrano gravi motivi di ordine pubblico o altre gravi situazioni di emergenza, purché sussistano concreti elementi che fondino la dimostrazione dell'attuale sussistenza di collegamenti del detenuto con un'associazione criminale qualificata. L'applicazione del regime speciale di cui all'articolo 41-bis nei confronti di Ercolano Aldo è stata disposta sin dall'anno 1994, ed è stata successivamente prorogata ad ogni scadenza, fino al 2009. Il decreto di proroga in data 4 novembre 2009 veniva revocato dal tribunale di sorveglianza di Roma, investito in sede di reclamo dal detenuto, con ordinanza dell'8 giugno 2010, avverso la quale il procuratore nazionale antimafia proponeva ricorso per Cassazione, che però aveva esito negativo.
  In seguito a tale revoca, il Ministro della giustizia disponeva ex novo, con decreto del 18 giugno 2010 integrato poi successivamente il 31 luglio, l'applicazione del regime restrittivo, sul presupposto della sopravvenienza di elementi nuovi, come tali non valutati dal tribunale di sorveglianza, e che si assumevano idonei a dimostrare l'attuale qualificata pericolosità del soggetto. Anche quest'ultimo decreto veniva tuttavia revocato con ordinanza del tribunale di sorveglianza di Roma del 25 novembre 2011. In particolare, valutate le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, il tribunale riteneva che esse non offrissero elementi di novità rispetto al quadro delineato dal decreto ministeriale già revocato, tali da consentire una decisione diversa da quella adottata nella pronuncia dell'8 giugno 2010. Contestualmente alla presentazione dell'interrogazione dell'onorevole Fava, su espressa richiesta della direzione distrettuale antimafia di Catania, il detenuto, con decreto del Ministro in data 3 aprile 2014, è stato nuovamente sottoposto a regime detentivo speciale di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario, in relazione a più recenti dichiarazioni di un altro collaboratore di giustizia. Anche tale provvedimento tuttavia è stato revocato dal tribunale di sorveglianza con ordinanza del 19 settembre 2014: l'autorità giudiziaria ha ritenuto sostanzialmente immutato il quadro già delineato e apprezzato nei precedenti provvedimenti revocatori, riferendosi le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, che avevano giustificato l'emissione dell'ultimo provvedimento ministeriale, a fatti comunque non posteriori all'anno 2007.
  È a questa ordinanza di revoca che occorre fare riferimento; l'ordinanza emessa dal tribunale di sorveglianza in data 19 settembre 2014, infatti, è divenuta definitiva in quanto non è stata impugnata dai soggetti legittimati. Il provvedimento stesso è stato altresì comunicato al procuratore nazionale antimafia, nonché ai procuratori della Repubblica presso il tribunale di Catania e Palermo per le valutazioni di competenza. Da allora non sono emersi elementi di novità in merito alla vicenda che ci occupa, come la competente articolazione ministeriale, appositamente interpellata in data 22 febbraio ultimo scorso, ha riferito.
  A fronte del tenore del provvedimento, divenuto irrevocabile, non sussistono i presupposti che la norma postula per l'adozione della misura restrittiva in assenza di fatti nuovi, suscettibili di valutazione.
  Ai fini della reiterazione del provvedimento restrittivo da parte del Ministro deve infatti intervenire un elemento di fatto riferibile alla condanna del recluso, manifestatosi in un momento successivo a quello della decisione di revoca, oppure prima di quest'ultima ma non conosciuto né valutato in quella sede. Il Ministro valuterà, ovviamente con l'attenzione dovuta in questi casi, ogni elemento che, sopravvenuto o diverso rispetto a quelli già esaminati, dovesse integrare i presupposti per il ripristino, nei confronti del detenuto Aldo Ercolano, del regime di detenzione di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario. In linea generale, infatti, permane la convinzione che il regime previsto dall'articolo 41-bis è strumento irrinunciabile Pag. 8nel contrasto alla criminalità organizzata, a tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico, e la sua compatibilità con la necessaria funzione risocializzante è garantita dalla periodica verifica della sussistenza delle condizioni che impongono e giustificano le sue modalità di applicazione.
  La riflessione avviata in tema di esecuzione penale da questo Dicastero impone, comunque, un attento esame della rispondenza del regime di rigore alla funzione sua propria, bilanciando l'interesse alla sicurezza con la tutela della dignità della persona detenuta. In questo campo, inoltre, l'offerta trattamentale dovrà essere ancora più mirata ed individualizzante per agevolare il percorso evolutivo individuale e dovranno essere altresì superate restrizioni non strettamente funzionali alle esigenze di sicurezza, che rischiano, altrimenti, di risolversi in limitazioni ingiustificate e punitive che possono pregiudicare le finalità rieducative della sanzione penale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fava ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  CLAUDIO FAVA. La ringrazio, Presidente. Considero la risposta superflua, nel senso che per tre quarti è la stessa risposta che mi era stata data a una interpellanza urgente dal sottosegretario Ferri, nel gennaio 2015. Dopo due anni e due mesi ricorrere alle stesse parole e alla stessa punteggiatura non è, come dire, un atto degno di particolare attenzione da parte di chi aveva chiesto un intervento al Governo. Tuttavia, c’è una cosa che diceva il sottosegretario Ferri e che il sottosegretario Migliore non riprende. Il sottosegretario Ferri si impegnava, alla luce di quella interpellanza urgente, a chiedere alla DDA presso la procura di Catania di fornire elementi aggiuntivi e che andava verificato quali elementi emergessero da un rapporto dei ROS sull'operazione «Caronte», e così via. Come dire: vi era l'impegno ad un aggiornamento rispetto a un postulato che è stato riproposto con le stesse parole di 26 mesi fa, ma tutto questo non è accaduto.
  Ora, per la storia più che per la cronaca, vorrei ricordare che, condividendo la preoccupazione di qualsiasi abuso che venga fatto dal 41-bis, da questo trattamento carcerario, parliamo di un signore che è considerato dalla Direzione nazionale antimafia, dalla procura di Catania e da molti ambiti investigativi, come l'attuale reggente di Cosa nostra. Basta ricordare un episodio che fu posto all'attenzione del sottosegretario Ferri, ma che non è stato ripreso né è stato oggetto di alcuna valutazione in questi 26 mesi; l'operazione «Reset» risale a un periodo successivo alla decisione del tribunale di sorveglianza di revocare il 41-bis. L'operazione «Reset» raccoglie una serie di intercettazioni ambientali, con un summit mafioso a Catania, una riunione tra affiliati di cosche per la gestione di diversi traffici criminali. Alla fine il reggente pro tempore conclude, come avviene nei congressi politici, con una piccola perorazione finale in cui dice – sono parole che sono state raccolte da un'intercettazione ambientale – che ciascuno di loro, di lor signori, cioè dei capimafia convenuti in quel summit, deve tutto, in termini di devozione, obbedienza e rispetto, anzitutto a due persone: una è Nitto Santapaola e l'altra è Aldo Ercolano, e registrano fedelmente, coloro che ascoltano questa intercettazione, che quando il nome di Aldo Ercolano viene fatto, nel corso di questo consesso criminale, scoppia un applauso, esattamente come in un film di Tarantino.
  Cioè, stiamo parlando di un signore che rappresenta, in termini militari e militanti, la più importante famiglia mafiosa della Sicilia orientale, la cui caratura e il cui carisma sono verificati da queste intercettazioni ambientali, la cui famiglia è stata decimata da operazioni giudiziarie. Vorrei ricordare che dopo la decisione del tribunale di sorveglianza c’è stato l'arresto del fratello.
  Dal rapporto del ROS si legge che il fratello è finito in carcere per associazione di stampo mafioso, perché l'attività di autotrasporto continua ad essere il businessPag. 9criminale incontrastato della famiglia Ercolano che, per accrescere i propri affari, avrebbe utilizzato la forza intimidatrice del proprio cognome.
  Ora, che tutto questo non meriti, non dico una modifica dell'atteggiamento del Governo, ma almeno la cura di trovare altre parole per rispondere e che si rispolveri una risposta di 26 mesi fa per dire che nulla è cambiato, sapendo che tutto è cambiato, è una cosa che mi preoccupa e che ci preoccupa. Ci preoccupa l'attenzione, la cura, direi persino la protezione che è stata rivolta da molte istituzioni di questa Repubblica alla famiglia Ercolano. Un dato per tutti: l'azienda di Angelo Ercolano, cugino di Aldo Ercolano, è stata iscritta nella white list. Solo dopo l'interrogazione del sottoscritto, la Prefettura ha ritenuto di dovere rivedere la decisione che era abbastanza paradossale, quasi comica: iscrivere nella white list l'azienda di un signore sostanzialmente inserito nella tessitura criminale della famiglia Ercolano, un'azienda che era stata fortemente colpita da un'inchiesta giudiziaria per evasione fiscale.
  Alla luce di tutto questo, io riconsegno al Governo la valutazione che dava la Direzione nazionale antimafia e che diceva, a proposito di Aldo Ercolano, nipote di Benedetto Santapaola e da questi designato alla successione, che «anche per l'autorevolezza di cui gode all'interno della famiglia, rende particolarmente preoccupante la situazione che può determinarsi all'interno delle carceri in cui sono reclusi gli associati di tale cosca mafiosa, in quanto appare assai verosimile» – scrive la DNA – «che possano essere effettuati, con la regia di Aldo Ercolano, nuovi reclutamenti e che vengano impartite importanti indicazioni strategiche sull'operatività della cosca da veicolare all'esterno». Come a dire: il signor Ercolano, restituito a un regime di carcerazione normale, per ciò che ci dice la DNA e per ciò che ci dicono le inchieste in corso, tutte successive alla decisione del tribunale di sorveglianza, continua ad essere un uomo che comanda, che gestisce e decide le sorti di Cosa Nostra nella Sicilia orientale. Che tutto questo abbia meritato dal Governo la fotocopia di una risposta data 26 mesi fa è cosa abbastanza imbarazzante anche per chi parla.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.

  La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alli, Bindi, Ferrara, Lorenzo Guerini, Piccoli Nardelli, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoventuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Su un lutto del deputato Vincenzo Garofalo.

  PRESIDENTE. Comunico che il collega Vincenzo Garofalo è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
  La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

In morte dell'onorevole Tomaso Staiti Di Cuddia Delle Chiuse.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Tomaso Staiti Di Cuddia Pag. 10Delle Chiuse, già membro della Camera dei deputati dall'VIII alla X legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

  La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Braga ed altri; Segoni ed altri; Zaratti e Pellegrino: Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (A.C. 2607-2972-3099-B).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge, già approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato, nn. 2607-2972-3099-B: Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile.
  Ricordo che nella seduta del 6 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunziato.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2607-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico (Vedi l'allegato A – A.C. 2607-B ed abbinate).
  Poiché fuori della seduta gli emendamenti Castiello 1.50 e 1.51 sono stati ritirati dalla presentatrice, all'articolo unico del provvedimento in esame non sono più riferiti emendamenti.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2607-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2607-B ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/1 Leva, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/2 Gregorio Fontana con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare che in fase di esecuzione della legge si attivino percorsi formativi». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/2607-B/3 Pellegrino. Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/4 Duranti, mentre è contrario sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/5 Zaratti. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/6 Segoni purché riformulato nel senso di premettere all'impegno la locuzione: «a valutare la possibilità di prevedere». Ordine del giorno n. 9/2607-B/7 Matarrelli: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2607-B/8 Palese: parere favorevole, a condizione che sia espunto il primo impegno. Ordine del giorno n. 9/2607-B/9 Menorello: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2607-B/10 Nesi: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2607-B/11 Cristian Pag. 11Iannuzzi: parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di prevedere apposite misure (...)». Ordine del giorno n. 9/2607-B/12 Guidesi: parere favorevole sempre con la stessa riformulazione del dispositivo: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative di carattere legislativo». Ordine del giorno n. 9/2607-B/13 Simonetti: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/2607-B/14 Castiello: parere favorevole purché riformulato nel senso di inserire all'inizio del dispositivo la locuzione: «a valutare nell'ambito (...)». Ordine del giorno n. 9/2607-B/15 Saltamartini: parere favorevole purché riformulato sempre nel senso di premettere all'impegno la locuzione: «a valutare nell'ambito dei decreti delegati». Ordine del giorno n. 9/2607-B/16 Gianluca Pini: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/2607-B/17 Grimoldi: parere favorevole purché riformulato nel senso di inserire nel dispositivo, dopo le parole: «le opportune iniziative», le parole «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica». Ordine del giorno n. 9/2607-B/18 Mariani: parere favorevole, a condizione che, dopo le parole: «di finanziare», venga inserita la locuzione: «compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica». Ordini del giorno n. 9/2607-B/19 Braga, n. 9/2607-B/20 Tino Iannuzzi e n. 9/2607-B/21 Marzano: parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/1 Leva, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/2 Gregorio Fontana il parere è favorevole con riformulazione. Che mi dite, va bene la riformulazione ? Va bene. L'ordine del giorno n. 9/2607-B/3 Pellegrino, accolto come raccomandazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/4 Duranti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/5 Zaratti vi è un parere contrario. Lo metto in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/5 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/6 Segoni il parere è favorevole con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/2607-B/7 Matarrelli, accolto come raccomandazione, va bene ? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/8 Palese il parere è favorevole con riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/2607-B/9 Menorello è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/10 Nesi il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2607-B/11 Cristian Iannuzzi è accolto con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/12 Guidesi il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/13 Simonetti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/14 Castiello il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/15 Saltamartini il parere è favorevole con riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/2607-B/16 Gianluca Pini, è accolto come raccomandazione, va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/17 Grimoldi il parere è favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2607-B/18 Mariani il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sugli ordini del giorno n. 9/2607-B/19 Braga, n. 9/2607-B/20 Tino Iannuzzi e n. 9/2607-B/21 Marzano il parere è favorevole.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Pag. 12

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2607-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il disegno di legge che oggi discutiamo è di estrema importanza per il nostro Paese, soprattutto alla luce dei recenti eventi sismici. Alla base, però, c’è una considerazione da fare: il nostro sistema di Protezione civile, che in quelle tragedie ha dato prova di straordinaria professionalità ed efficienza, può e deve essere ancora migliorato attraverso un maggiore coordinamento tra i vari soggetti del sistema stesso. Non solo, altrettanto pressante è la necessità di chiarire il quadro normativo riguardante il Servizio di Protezione civile, definendo con maggiore precisione ruoli e competenze ed elaborando un linguaggio condiviso tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti.
  Altro importante passaggio è, inoltre, il coinvolgimento delle università e degli enti di ricerca all'attività di Protezione civile. Queste ultime giocheranno, infatti, un ruolo chiave nell'attività di prevenzione e mitigazione dei rischi connessi agli eventi calamitosi, mettendo a disposizione degli operatori il loro importante patrimonio di conoscenze tecniche. Si tratta, ovviamente, di una delega al Governo molto ampia e di elevato contenuto tecnico, che sono sicuro l'Esecutivo eserciterà con puntualità e rigore, anche grazie all'apporto che il Parlamento saprà dargli. In conclusione, la delega legislativa che stiamo votando rappresenta un passo decisivo per rendere ancora più coeso il nostro comparto di Protezione civile e ancora più efficiente la risposta del sistema a qualsiasi evento. Esprimo, quindi, il voto favorevole della componente socialista al disegno di legge delega (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Partiamo dalla recente cronaca per spiegare questa proposta di legge; cronaca che ci parla di terremoti, dell'ondata di neve e di maltempo, ma non solo; ci parla anche della burocrazia, del groviglio di norme annodate ed ingarbugliate in anni di modifiche e incoerenti rispetto all'ordinamento della Protezione civile.
  I sindaci ed i comitati dei cittadini, passata l'emergenza, hanno chiesto a gran voce un riordino in materia, una sorta di legge quadro. Ebbene, alcuni parlamentari lungimiranti questo lo avevano già fatto in tempi non sospetti e nel gennaio 2015 la Commissione ambiente aveva iniziato la discussione su una serie di progetti di legge che riordinavano proprio la Protezione civile, tra cui c'era anche la proposta di legge di Alternativa Libera a mia prima firma. Ora il testo unificato, che ci apprestiamo ad approvare, recepisce molte delle nostre proposte. Infatti, il testo fu approvato nel 2015 dall'Aula della Camera – nel settembre 2015 – e dopo passò al Senato. Ebbene, c’è voluto un anno e mezzo ed una serie impressionante di terremoti perché il Senato concludesse i suoi lavori su questo atto; probabilmente c'erano delle priorità, come il referendum costituzionale, che hanno bloccato tutti i lavori del Senato per diversi mesi.
  Comunque, evitando le polemiche, quel che conta è che adesso siamo arrivati all'approvazione finale di un testo che è coerente con le attuali richieste dei territori, nonostante sia stato scritto molto prima. Si cerca di correggere storture come, ad esempio, la frammentazione nella catena di comando e si fa contemporaneamente tesoro delle buone pratiche che sono state viste funzionare in alcuni contesti locali, come, ad esempio, il coinvolgimento della popolazione, la programmazione e la prevenzione.
  Ovviamente, si tratta di una legge delega e ci sarà da aspettare i decreti attuativi del Governo, un Governo su cui Pag. 13Alternativa Libera non ha nessuna fiducia. Ma riteniamo che la delega sia molto circostanziata e molto precisa e, quindi, reputiamo che, se si affida a tecnici competenti, anche questo Governo potrebbe riuscire a tradurre la delega parlamentare in atti efficaci. Quindi, ritengo che come parlamentari relativamente a questo atto abbiamo fatto il nostro dovere, senza pregiudizi politici e mettendo al centro le necessità dei territori (e scusate se è poco). Quindi, voteremo «sì» su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Non c’è dubbio, purtroppo, che i riscontri disorganizzativi e negativi, a seguito delle tragedie del terremoto che ci sono state ultimamente nel nostro Paese, hanno indotto ad accelerare l'approvazione di un testo che riguarda di nuovo il riordino della Protezione civile. La Protezione civile ovviamente è un grande bene del nostro Paese; fu istituita nel 1992 con legge n. 225 e ha avuto, diciamo, la parte applicativa, cioè positiva, soprattutto negli anni quando è stata coordinata da Bertolaso. È inutile girare intorno al problema perché questa è la verità, questi sono i dati oggettivi e queste sono le situazioni che si sono determinate.
  Ovviamente, c’è bisogno di questo riordino, c’è bisogno di ripristinare quelle che erano le funzioni e quella che era l'azione da parte della Protezione civile, il che è dimostrato anche in riferimento...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Palese. C’è un rumore di fondo altissimo da tutte le parti dell'emiciclo. Se potete...

  ROCCO PALESE. ...anche rispetto all'ultimo decreto che è stato presentato per il terremoto, dove ci sono 49 deroghe rispetto alla situazione che riguarda il nuovo codice degli appalti che, ahimè, invece di snellire e invece di andare verso la trasparenza, complica e blocca. Allora, davanti a questa situazione il Governo che cosa fa ? Utilizza l'ennesimo strumento della delega, lasciando indefiniti gli aspetti organizzativi principali nel contesto di questa delega. Noi non possiamo consentire questo, perché tra decreti-legge, fiducie, leggi delega e quant'altro ormai è un monologo senza confine.
  Né tanto meno c’è stata l'accortezza, da parte del Governo, di tirar fuori la disposizione. Va bene che in sei mesi si provvederà ad esercitare la delega, ma stando a tutte le deleghe esercitate, rispetto ai «decreti Madia», alla Corte costituzionale, al terremoto, al nuovo codice degli appalti, 245 proposte di modifica, sarebbe stato molto più prudente, oltre che sei mesi, magari prevedere altri quattro o cinque mesi per l'eventuale correzione e sempre con lo stesso metodo.
  Detto questo, noi, proprio perché trattasi di un provvedimento necessario per l'organizzazione dalla Protezione civile, ci asterremo, perché noi siamo fermamente contro, come componente, rispetto all'utilizzo spropositato e continuo del metodo della delega e dei decreti legislativi, perché in questa maniera sostanzialmente il Parlamento viene completamente eluso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sono trascorsi circa due anni da quando in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici si è iniziato a trattare del riordino delle disposizioni legislative in materia di Sistema nazionale della protezione civile. Era comune la necessità sia di rimettere mano a questa normativa, per renderla più omogenea in tutto il Paese, sia di ridurre le differenze esistenti tra le varie regioni, con la volontà di garantire omogeneità e soprattutto regole certe nell'azione di aiuto, nella quantificazione delle garanzie economiche destinate alla ricostruzione e nei Pag. 14tempi di risposta per il ritorno alla normalità.
  Le posso chiedere, Presidente, un po’ di silenzio ? Grazie.

  PRESIDENTE. Ho provato prima, ma l'onorevole Palese ha proseguito l'intervento. Quindi, ho pensato che lo sentissi più io che voi.

  SERENA PELLEGRINO. Invece io, purtroppo, non riesco a seguire.

  PRESIDENTE. Se i colleghi non hanno interesse possono uscire; però, se chi è in Aula potesse abbassare il tono della voce sarebbe molto gradito. Prego, onorevole Pellegrino.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Dobbiamo ricordare che la protezione civile è materia concorrente tra Stato e regioni; troppe volte è stata oggetto di ricorso presso la Corte costituzionale e nel corso degli anni è stato prodotto un apparato normativo non solo dispersivo e poco lineare ma talvolta incoerente e tale da rendere complessa a livello locale l'attuazione di azioni di prevenzione dei rischi e anche sul versante della gestione delle emergenze. Non solo: più di 15 provvedimenti negli ultimi dieci anni si sono accavallati, sotto la spinta dell'emergenza e riducendo troppo spesso il servizio nazionale a mero strumento di eventi gestiti al di fuori di qualsiasi controllo e trasparenza.
  In quegli anni abbiamo assistito ad un cambiamento strutturale della Protezione civile e delle sue originarie funzioni, in cui si è provveduto a equiparare le emergenze post-calamità ai cosiddetti «grandi eventi». La Protezione civile per troppi anni ha patito le più svariate forme di estemporaneità sotto il comune denominatore di una gestione strumentale, monocratica e fortemente accentrata. È stato prodotto e riprodotto il principio per cui l'unico motore del nostro Paese fosse la spinta emergenziale, la deroga, l'uso continuo di decreti-legge e di ordinanze derogatorie. Sotto questo aspetto è significativa la stagione della coppia Berlusconi-Bertolaso; anni durante i quali la Protezione civile era stata trasformata in una poderosa macchina utile per tutte le evenienze. Nei fatti si è trattato di un formidabile sistema di potere e sottopotere, troppo spesso sottratto ad ogni controllo e con la possibilità, quasi illimitata, di operare in deroga alla normativa vigente. I rischi per la legalità, in nome dell'efficienza, erano sempre maggiori ed era spropositato l'uso dello strumento emergenziale che anche quando l'emergenza non esisteva, come per i grandi eventi, consentiva di superare qualunque vincolo.
  Era perciò necessario arrivare a una rapida armonizzazione degli interventi normativi che dal 1992, anno della prima legge sul tema, si sono moltiplicati, in modo spesso disordinato e confuso. Il positivo lavoro svolto in Commissione aveva come obiettivo primario il riordino delle norme che disciplinano il servizio nazionale della protezione civile, facendo riferimento ai principi della differenziazione e sussidiarietà, della condivisione, della partecipazione, del coinvolgimento attivo e della trasparenza. Tutto questo per raggiungere il punto di equilibrio tra la necessità, da un lato, di superare le pastoie burocratiche che pregiudicavano il funzionamento della filiera degli interventi nelle aree di crisi e, dall'altro, il necessario controllo per scongiurare gli abusi. Occorre una Protezione civile concepita come struttura operativa e di soccorso, per rafforzare tutti gli elementi che portano a disporre di un servizio nazionale, regionale e locale nell'ambito del quale svolgere un'azione di coordinamento necessario a organizzare le varie forze che concorrono all'attività di emergenza sulla base, anzitutto, del principio di sussidiarietà.
  Purtroppo, il provvedimento finale che andiamo a votare risponde solo in parte agli obiettivi sinora richiamati e l'abbiamo detto anche precedentemente, nella prima lettura qui alla Camera. Innanzitutto, la scelta dello strumento della legge delega non solo sacrifica, come sempre, il ruolo e la funzione del Parlamento, ma neanche risponde adeguatamente alla necessità di Pag. 15un riordino vero e sistematico di tutta la normativa relativa alla protezione civile. Quello della Protezione civile, Presidente, è, infatti, un sistema complesso nel quale devono esserci interlocutori istituzionali diversi, volontari e cittadini. Sarebbe stato utile e necessario un intervento legislativo articolato più che un tecnicismo legislativo da delegare al Governo.
  Vi è poi anche un altro elemento di debolezza che riguarda sempre la questione delle risorse, in particolare la deroga al Patto di stabilità e la possibilità per le amministrazioni e gli enti di derogare. Non a caso la più significativa modifica che è stata effettuata al Senato da parte del Governo è stata la mancata individuazione di risorse certe per l'alimentazione dei tre fondi della Protezione civile. Per le dotazioni finanziarie si rimanda ancora alla legge di stabilità, ma prevedendo l'invarianza degli oneri a carico della finanza pubblica.
  Apprestandoci al voto finale di questo provvedimento, è triste, ma doveroso, rammentare a tutti noi che dall'inizio della discussione generale in quest'Aula, avvenuta agli inizi dell'agosto 2015, il nostro Paese, tutto il nostro Paese, ha conosciuto nuovi disastri, altri lutti causati da frane, alluvioni, da un catastrofico terremoto che ha sconvolto il centro Italia con centinaia di morti e un territorio vastissimo devastato nei sui centri abitati, nelle infrastrutture, nelle attività economiche, nel comparto agricolo, oltre che sfregiato nel suo patrimonio storico, artistico e culturale. Sono devastazioni e danni cosiddetti naturali, ma che troppe volte sono alimentate, molte volte amplificate, a causa dell'ignavia e dell'ingordigia umana. Quanti lutti ci sarebbero stati risparmiati se si fosse perseguito veramente il contenimento del consumo di suolo e non l'urbanizzazione selvaggia, se non si fosse costruito dove le leggi naturali non consentono di costruire, se la cupidigia del massimo tornaconto non avesse prevalso sulla qualità e la solidità dell'opera. Quanti lutti ci attendono prima che ci si renda conto del pericolo dovuto ai mutamenti climatici con il conseguente aumento esponenziale degli eventi estremi. Ricordiamoci che le leggi naturali non sono emendabili, né derogabili, e che è sufficiente lo sbuffo di un vulcano per mettere in crisi il nostro sistema ormai sovrano su tutto e tutti e c’è chi ancora continua a servirlo in modo miope, credendolo inattaccabile e inossidabile. Ma si sa, questo è il Paese dei condoni edilizi, dell'incultura ambientale, del permesso di inquinare, del lavoro anche nocivo e tossico contrapposto alla salute.
  Prendersi cura del nostro bel Paese così ricco e così fragile e tutelare i nostri cittadini sono i compiti primari di una classe dirigente responsabile e lungimirante. I vari Governi che si sono succeduti non hanno contemplato politiche di previsione, di prevenzione e di mitigazione del rischio. Purtroppo, i principi di questa delega al Governo ci appaiono estremamente ampi ed eccessivamente vaghi, con un numero troppo elevato, e non sempre lineare, di principi e criteri direttivi, a cui si dovrebbero attenere decreti legislativi che dovranno essere poi emanati. Troppe volte abbiamo delegato il Governo che poi ha disatteso le volontà del legislatore: il nuovo codice appalti, uno per tutti.
  È per questo, Presidente, che il nostro gruppo, Sinistra italiana-Sinistra Ecologia Libertà, si asterrà sul provvedimento e vigilerà sul Governo affinché non vengano emanati decreti attuativi che in nome dell'emergenza perseguano principi che troppe volte hanno compromesso la struttura e gli obiettivi fondamentali della Protezione civile attraverso deroghe alle norme penali, ai principi generali di contabilità dello Stato, in materia di avviamento e tutela del lavoro e di tutela e protezione dell'ambiente. Ricordiamo, Presidente, che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sul volontariato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dellai. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Grazie Presidente. Governo, colleghe e colleghi, voteremo a Pag. 16favore di questo provvedimento, però per noi la Protezione civile non è solamente uno dei settori di attività della pubblica amministrazione da sottoporre ricorrentemente a un riordino, la Protezione civile è piuttosto un modo di essere della comunità nazionale e delle comunità locali che la costituiscono. Per questa ragione, siamo dell'avviso che vi sia necessità di una grande riconversione culturale e civile, più ancora che di un riordino normativo, pur certamente utile ed importante. Si commette di solito un grande errore pensando alla Protezione civile come ad un apparato che si vorrebbe capace, quasi per magia, di risolvere le emergenze più drammatiche, quelle soprattutto attorno alle quali il clamore mediatico ci bombarda per qualche tempo, salvo poi passare ad altro. Nessun apparato così concepito potrà mai garantire sicurezza, specialmente in un Paese geograficamente articolato e fragile come il nostro.
  La buona Protezione civile non è cosa da pochi Superman, anche se talvolta chi ne fa parte deve dare prova anche di eroismo (e a tutti gli operatori vanno il nostro grazie e la nostra ammirazione), essa è piuttosto il frutto di una robusta filiera di valori civili, di solidarietà e di responsabilità diffuse e radicate in ogni angolo del nostro territorio. La sicurezza, in prevenzione e in emergenza, è un bene comune, non è solo una prestazione pubblica, e si può mantenere e consolidare solamente praticando il principio di sussidiarietà. In primo luogo, dunque, deve essere protagonista il cittadino, al quale spetta il dovere di comportamenti vigili e responsabili, senza i quali possono apparire talvolta umanamente comprensibili, ma socialmente discutibili, le proteste e le pretese durante le emergenze.
  In secondo luogo, va rilanciata la centralità del volontariato. Non si tratta di evocare le associazioni tappabuchi che devono intervenire se l'ente pubblico non riesce ad arrivare. È esattamente il contrario: l'ente pubblico interviene laddove un volontariato formato, organizzato, radicato, dotato di precisi diritti e doveri, ha necessità di essere aiutato e supportato. Certo, questa visione mi deriva personalmente molto, come è ovvio, dall'esperienza secolare dei pompieri volontari della Protezione civile del Trentino e del Sudtirolo, essa però non è affatto un'esperienza irripetibile, anzi il grande Zamberletti diceva spesso che ad essere anomalo non era il sistema della mia regione rispetto a quello italiano, ma piuttosto quello italiano rispetto al modello europeo, nel quale il volontariato di Protezione civile è largamente presente e ha un ruolo centrale e riconosciuto. Aggiungo una considerazione non secondaria: un progetto di lungo periodo, per far crescere in tutto il Paese un sistema di volontariato di Protezione civile formato, organizzato, strutturato, valorizzando veramente le molte straordinaria disponibilità che ci sono in tantissime realtà locali, non porterebbe solo a più sicurezza in prevenzione e in emergenza, sarebbe anche una straordinaria occasione di rafforzamento del tessuto comunitario, un grande investimento in solidarietà e responsabilità civica, e potrebbe rappresentare uno stimolo molto importante per i giovani. Vi posso assicurare che l'esperienza dei mille ragazzi allievi pompieri volontari del Trentino fa sorgere nuova fiducia nel futuro. Non tutti diventeranno pompieri volontari ed effettivi, ma tutti avranno molte più probabilità di diventare, da adulti, dei buoni cittadini e di avere cura del loro territorio e della loro comunità.
  In terzo luogo, il principio di sussidiarietà va praticato anche nell'assetto degli apparati pubblici di Protezione civile. Anche questo punto è considerato nel provvedimento che oggi votiamo e tuttavia mi permetto di auspicare per il futuro un supplemento di coraggio. Si pensa e si congettura troppo su come organizzare il sistema nel suo vertice nazionale, quando il vero snodo sta invece nella sua articolazione regionale e locale. Sia in prevenzione, che in emergenza, le parole chiave di una buona Protezione civile sono, a mio avviso: volontariato organizzato e responsabilità territoriale, e sono parole che vivono solamente assieme. Pensare che lo Stato, da Roma, possa garantire tempestività Pag. 17e appropriatezza di interventi in ogni angolo del Paese è sbagliato oltre che illusorio. Però dobbiamo anche essere onesti: l'architrave di ogni sistema di Protezione civile, benché non esclusivo, ovviamente, sono i Vigili del fuoco permanenti e volontari. Ne consegue che le regioni non potranno organizzare nessun vero sistema territoriale integrato di Protezione civile, integrando appunto componenti permanenti e volontarie, se il Corpo nazionale dei vigili del fuoco non sarà regionalizzato, lasciando allo Stato solamente le funzioni di coordinamento, di alta programmazione, di vigilanza e di intervento super specialistico.
  Capisco bene che oggi non tira aria di regionalismo, tuttavia l'illusione centralista è quanto di più pericoloso possa capitare ad un Paese come l'Italia. Dunque, prima o poi il disegno di un nuovo regionalismo responsabile e solidale occorrerà pure elaborarlo. Ebbene, la Protezione civile, con la sua forte ricaduta, non solo operativa ma anche culturale, sociale e civile, potrebbe essere uno dei campi dai quali partire. Riconfermo dunque, Presidente, colleghe e colleghi, in ogni caso, il nostro voto favorevole a questa proposta di legge delega (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dellai. Salutiamo gli studenti e le studentesse dell'Istituto magistrale «Maria Immacolata» di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, ancora una volta siamo di fronte a una legge delega per affrontare una tematica importante, quale quella della Protezione civile, soprattutto quella di organizzare un assetto normativo che consenta di superare tutte le criticità che nel tempo si sono verificate su questo istituto importante a seguito della sovrapposizione di legislazioni emergenziali che hanno caratterizzato e hanno reso possibile anche l'intervento della Protezione civile in vari contesti. È una legge delega che, come molti hanno detto, un po’ inficia quella che è l'attività legislativa di questo Parlamento, ma è anche vero che una risposta in termini rapidi, come quella che viene richiesta dal sistema della Protezione civile, visti i tempi che abbiamo davanti, per questo Parlamento diventa sicuramente complicata. È una legge delega nella quale vengono fissati dei punti importanti, che spingono appunto il nostro gruppo a dichiarare il proprio voto favorevole. Infatti, sembra strano, ma la Protezione civile viene definita come la sommatoria delle attività che portano alla difesa, del bene comune, della vita e dell'ambiente, quindi della nostra collettività, e in base a questa definizione si cerca di individuare un organismo compiuto, ma un organismo anche molto complicato nella stessa delega: un'organizzazione policentrica che deve operare a livello centrale, regionale e locale, con livelli intermedi di coordinamento, attribuendo funzioni a Stato, regioni, province, aree vaste, comuni e Città metropolitane, individuando funzioni di indirizzo politico di gestione e di responsabilità. Ebbene, è difficile comprendere quale ente uscirà da questa sommatoria di esigenze così distribuite sul territorio, ed è bene evidente che alla base di tutto ci siano le disfunzioni create dal Titolo V, che di fatto ha reso sconnesso il sistema delle regioni dal sistema dello Stato, per un organismo che, invece, deve lavorare con le regioni, con lo Stato e con i comuni, per poter dare una risposta immediata in termini emergenziali, come quello della Protezione civile.
  Ma nella delega, oltre questo aspetto assai complesso, che rappresenta anche un modo di concepire quelli che sono gli enti dello Stato, ci sono dei punti rilevanti, come quello di dare alla Protezione civile un ruolo di coordinamento, di gestione e di monitoraggio dei piani di emergenza dei comuni, perché non si abbiano quelle soluzioni che abbiamo vissuto in Puglia, dove c’è stato uno scaricabarile, durante Pag. 18l'emergenza neve, tra il presidente della regione e i sindaci, salvo poi scoprire che i sindaci non avevano le risorse per poter operare. Questo scaricabarile tra le istituzioni è un fenomeno che nelle situazioni di emergenza spesso riscontriamo, quindi consentire alla Protezione civile di intervenire nei piani di emergenza – non durante l'emergenza ma in fase preliminare – significa anche consentire un intervento più programmato, un intervento compiuto, un intervento nel quale ognuno sa come deve fare e cosa deve fare, e soprattutto avere le risorse per poter intervenire. Quindi, l'aspetto che più ci piace di questa delega è l'aspetto di prevenzione, di tutela, di attenzione nel coordinamento tra le amministrazioni, per quanto complessa sia questa attività. È anche importante avere individuato delle risorse nei tre fondi che governano l'attività della Protezione civile, che sono il Fondo nazionale delle emergenze, il Fondo regionale e il Fondo nazionale: tre soggetti che devono garantire risorse prendendole dalle leggi di stabilità anno per anno, per consentire a questo ente di avere una continuità d'azione, che deve essere collegata e coordinata con tutto il volontariato, con quella parte predominante e rilevante della società civile che partecipa all'emergenza e che dà un contributo molto sostanziale che va armonizzato e quindi integrato. Quindi noi dichiariamo voto favorevole a questa legge delega, che è il minore dei mali per dare una soluzione a un problema che è sicuramente di legislazione sovrapposta tra Stato, regioni e i tanti enti che devono essere coordinati.
  Quindi, la riflessione a margine del voto favorevole è se non sia meglio concentrare e rendere questa funzione snella, che passi attraverso tutte queste funzioni con un coordinamento centrale e un'organizzazione a sé stante. Tuttavia, nello stato di emergenza in cui stiamo qui a legiferare sulla Protezione civile, riteniamo che il percorso della delega sia un percorso che in tempi rapidi possa dare delle risposte a un sistema che attualmente è sicuramente ingessato e che presenta delle criticità, che abbiamo visto nelle ultime emergenze. Quindi confermiamo il nostro voto favorevole, ma auspichiamo che la Protezione civile, in un prossimo futuro, possa essere un qualcosa di meno legato in tanti organismi, in tante legislazioni, in tante realtà che molto spesso confliggono tra di loro anche per interessi divergenti. Quindi, ribadiamo il voto favorevole del gruppo Civici e Innovatori (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, il provvedimento oggi al vaglio di quest'Aula consentirà al Governo, entro nove mesi dall'approvazione definitiva del testo, di compiere una ricognizione, un riordino ed un coordinamento rispetto alle norme attualmente in vigore per quanto riguarda il Servizio nazionale di protezione civile. Voglio evidenziare – e noi lo auspicavamo da tempo – come l'obiettivo primario di questo provvedimento sia quello di favorire tutte le misure utili a prevenire danni e ridurre gli effetti di eventi calamitosi sul territorio nazionale e popolazioni, puntando su norme omogenee a livello nazionale, sulla collaborazione di cittadini professionisti e università.
  Particolare importanza viene inoltre data a tutti gli interventi finalizzati alla riduzione dei rischi da calamità naturali. Infatti, il disegno di legge cerca di assicurare alla Protezione civile normative chiare ed omogenee, oltre a procedure snelle e trasparenti. Il fine è proprio quello di disciplinare lo stato di emergenza, garantendo tempi rapidi e omogenei a valutazioni delle condizioni dei territori. Come dicevo, il disegno di legge prevede la partecipazione di cittadini e professionisti alle attività di protezione civile, con riferimento alla pianificazione delle iniziative da adottare per fronteggiare l'emergenza, alle esercitazioni e alla diffusione di misure di autoprotezione. Inoltre, per promuovere l'innovazione nel campo della ricerca per la difesa da disastri Pag. 19naturali, sarà favorita la collaborazione tra università, enti di ricerca e Protezione civile. Questo, lo voglio dire con soddisfazione, è stato uno dei punti su cui più ci siamo battuti, in quanto ritenevamo – e lo riteniamo tuttora – che una più fitta ed intensa cooperazione fra la Protezione civile ed il mondo universitario non possa che andare a beneficio dell'utente finale di questa filiera, ovvero il cittadino. Non meno importante è sicuramente l'aspetto riguardante la disciplina degli strumenti nazionali di finanziamento per l'esercizio delle funzioni di Protezione civile, che è stata modificata in Senato sopprimendo la parte della disposizione che rinviava alla legge di stabilità la definizione della dotazione di tali fondi, segno questo che anche il Governo si è reso conto che non era più possibile rinviare. In più, saranno disciplinate le procedure finanziarie e contabili a cui soggiacciono i commissari delegati titolari di contabilità speciale, nonché disposizioni inerenti i relativi obblighi di rendicontazione, le procedure di controllo successivo ed il subentro delle amministrazioni competenti in via ordinaria nei rapporti giuridici attivi e passivi sorti durante la gestione commissariale e nelle vicende contenziose o precontenziose durante lo stato di emergenza.
  Purtroppo, gli eventi a cui abbiamo assistito in questi mesi hanno portato alla luce diverse lacune nella gestione dell'emergenza, che speriamo possano essere superate anche attraverso provvedimenti come questo. Consentitemi di segnalare a tal proposito l'importante contributo che è arrivato da diverse compagini parlamentari, che ha fatto sì che il testo originario venisse integrato da altre proposte ed inquadrato all'interno di un testo unico, allo scopo di ricostruire finalmente un contesto giuridico unitario in grado di garantire maggiore efficacia e speditezza nell'azione del Dipartimento di protezione civile; e per esaltare e valorizzare le differenze regionali, dando certezza sulle risorse e precisando cosa significa l'azione di coordinamento che dovrà esercitare il Dipartimento nazionale.
  Tutto questo senza alcuna sovraordinazione gerarchica, ma stabilendo anche un nuovo rapporto sulle responsabilità con regioni ed enti locali, che per primi devono caricarsi sulle spalle la sfida di realizzare il sistema locale di Protezione civile e di completare la pianificazione dei rischi per la messa in sicurezza del loro territorio. Per questo motivo è prioritario investire più energie e risorse per rafforzare la cultura della prevenzione e della mitigazione del rischio, superando la disomogeneità di strumenti e misure varate di volta in volta dopo una calamità: i quali purtroppo hanno finito per determinare, come detto più volte, un quadro normativo confuso e incompatibile con la funzione primaria della Protezione civile, ossia la tempestività degli interventi. Voglio rimarcare il seguente aspetto: proprio per la sua natura, il servizio di Protezione civile deve garantire sempre la massima trasparenza ed efficienza, in quanto è nei momenti di maggiore difficoltà che i cittadini colpiti dagli effetti di una calamità devono poter contare su un sistema affidabile che opera in un quadro ben definito. Questo è proprio l'obiettivo al quale punta il provvedimento, ossia definire le procedure. Protezione civile significa capacità di intervenire quando la calamità c’è stata e non solo: c’è bisogno di dotare il Paese in maniera omogenea di tutti gli strumenti necessari a ridurre il rischio, a partire dai danni di emergenza comunali. Anche per questo tra i princìpi di delega è stata prevista la procedura di revisione e valutazione periodica dei piani comunali attraverso la previsione di meccanismi premiali.
  Queste sono considerazioni essenziali che volevo fare a nome del mio gruppo. Spero che il nostro Paese non si trovi spesso di fronte a situazioni tragiche quali quelle che abbiamo dovuto e continuiamo a vivere, perché purtroppo il fenomeno rimane ancora nella sua fase non conclusiva. Nello stesso tempo ci si deve predisporre per un futuro dove anche culturalmente tutta la nostra struttura formativa, a partire dalle scuole elementari fino alle università, sia orientata a formare coscienze Pag. 20e professionalità adeguate alle emergenze, ma in particolare a prevenirle. Il provvedimento di oggi va nella direzione giusta, ed è per questi motivi che annuncio il voto favorevole a nome di Scelta Civica-ALA.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Finalmente quest'Aula dopo un anno e mezzo approva un provvedimento che in realtà è una delega data al Governo concernente la riorganizzazione del Sistema nazionale della protezione civile. È trascorso quindi un anno e mezzo: era l'allora settembre 2015, quando si avvertiva la necessità di ridisegnare il sistema della Protezione civile. Purtroppo mancava allora l'esperienza che abbiamo purtroppo accumulata negli ultimi tempi, determinata dagli ultimi eventi sismici, che hanno fatto emergere una serie di criticità e lacune nel nostro sistema di gestione dell'emergenza, nonché di ripristino delle normali condizioni di vita della popolazione colpita dal terremoto che ha colpito l'Italia centrale. Il Senato in modo tempestivo ha approvato il testo licenziato dalla Camera, un testo sul quale non ha inciso. Purtroppo non è stato fatto tesoro della visione concreta delle problematiche emerse nella gestione del terremoto in centro Italia. Ci troviamo dunque di fronte ad un provvedimento di delega al Governo che non dà alcuna risposta immediata alla popolazione duramente colpita dal terremoto e dal maltempo di quest'inverno, che purtroppo non potrà avere effetti operativi se non solo dopo mesi, e solo dunque in seguito all'emanazione dei decreti legislativi da parte del Governo. Le uniche modifiche apportate riguardano il ricevimento dei principi e profili riguardanti le risorse finanziarie. Non è stata data opportunità ai gruppi, e quindi nemmeno a noi, di poter intervenire ulteriormente su questo testo. Dobbiamo registrare che addirittura il Senato non è nemmeno intervenuto per reintrodurre all'interno del provvedimento il riferimento alle province, che sappiamo questo Governo di fatto non ha abolite e che purtroppo, proprio in seguito ai tagli drastici messi in campo dalla riforma Delrio, si trovano nell'impossibilità di poter intervenire su materie che risultano di loro competenza. Pensiamo, ad esempio, alla manutenzione delle strade o alla messa in sicurezza delle scuole. Mancano inoltre tutta una serie di semplificazioni importanti per quanto riguarda la gestione dell'emergenza, nonostante il Governo, nel terzo decreto-legge sul terremoto, abbia cercato di intervenire con procedure straordinarie, rendendosi ovviamente conto dei blocchi burocratici che hanno impedito, ahimè, l'intervento immediato sia della Protezione civile sia dei sindaci. Noi riteniamo che tali misure debbano diventare a regime in tutti i casi in cui si verifica una calamità naturale.
  Pensiamo, ad esempio, alle procedure negoziate previste dal codice degli appalti nonché dalle direttive comunitarie che devono poter essere adottate per poter aggiudicare gli appalti di lavori, forniture e servizi nelle fasi di emergenze come quelle della ricostruzione. Sono sempre casi di calamità, e quindi riteniamo che questa sia la motivazione più giusta per poter parlare di emergenza. Oppure pensiamo ancora, ad esempio, al fatto che all'interno del testo unificato non è prevista la limitazione della responsabilità penale e amministrativa per la condotta dei soggetti che sono preposti alla realizzazione di singoli appalti connessi all'emergenza o alla ricostruzione, ad esclusione ovviamente di colpe di comprovata gravità. Infatti non è possibile che oggi siamo nella condizione per la quale un commissario o un sindaco ha timore a firmare un atto o un'ordinanza poiché oggi rischierebbe l'inchiesta giudiziaria. Su questi due temi importanti il nostro gruppo ha presentato una proposta di legge, ritenendoli fondamentali per poter far funzionare l'intervento della Protezione civile, ma si tratta di questioni che purtroppo all'interno del testo in esame sono completamente assenti. Sicuramente tutti quanti noi abbiamo a cuore il servizio Pag. 21della Protezione civile che, lo ricordiamo, rappresenta l'unico strumento essenziale per la salvaguardia della popolazione, dell'ambiente, del nostro territorio, ivi inclusa anche l'attività di prevenzione dei rischi connessi ad eventuali calamità. L'aumento purtroppo della frequenza e dell'intensità dei fenomeni estremi come terremoti, frane, alluvioni, nubifragi ma anche la siccità rende indispensabile sicuramente andare ad individuare una strategia politica rivolta soprattutto alla prevenzione, alla cura del territorio, all'adozione di pratiche di vigilanza attive. Servono misure che siano in grado realmente di poter migliorare la sicurezza del nostro patrimonio immobiliare dal punto di vista statico e di mantenere uno stato di concreta sicurezza, soprattutto nelle aree più sensibili. Siamo dunque consapevoli della necessità che bisogna mettere mano sicuramente ad una riforma del sistema nazionale di Protezione civile, come riteniamo giusto modificare la legge n. 225 del 1992 e il Servizio nazionale di Protezione Civile, che se venticinque anni fa poteva essere considerato come uno strumento di cui potevamo andare fieri, all'avanguardia e che addirittura ci veniva riconosciuto e invidiato in Europa, oggi purtroppo la sussistenza di tutta una serie di norme ne ha complicato il quadro legislativo, e soprattutto ha determinato carenze organizzative e finanziarie per le quali ha raggiunto condizioni critiche, perché mancano le forze umane, mancano le risorse economiche e i mezzi operativi. È un dato di fatto che negli ultimi anni purtroppo si è dovuto ricorrere soprattutto all'azione dei volontari, agli uomini del volontariato che sono spesso scesi in campo senza attrezzature, senza un adeguato abbigliamento e che, insieme ai vigili del fuoco, hanno dato tutto il loro supporto soprattutto – lo ripetiamo – nelle drammatiche situazioni causate delle continue scosse degli ultimi mesi, compiendo un lavoro di fatto a dir poco di puro eroismo. Per questo intendiamo anche ringraziare fortemente per la loro azione i volontari, singoli e organizzati, il Corpo dei vigili del fuoco ma anche gli uomini della Protezione civile, del soccorso alpino, speleologico, della Croce rossa, dell'Anpas, le forze dell'ordine e le Forze armate tutte che in questi mesi, con grande spirito di sacrificio, rischiando e mettendo a rischio anche la propria vita, come purtroppo in molti casi è successo, sono intervenuti nelle disastrose situazioni determinate dal terremoto, colmando lacune nella catena di comando e nelle procedure amministrative. Riteniamo che, nonostante i miglioramenti apportati a questo testo sia dalla Commissione sia da parte dei vari gruppi che comunque hanno cercato di dare una mano, permangono molti punti critici che non hanno permesso al nostro gruppo di poter esprimere un voto diverso dall'astensione, così come avvenuto nella precedente votazione. E oggi più che mai, perché il fatto è determinato anche dai continui eventi sismici che si sono verificati, che presuppongono un'ottica e una visione completamente diversa. Riteniamo questa un'occasione persa da parte del Parlamento per espletare in pieno le proprie funzioni di natura legislativa e istituzionale: si doveva e si poteva mettere mano e approvare una vera legge di riforma della Protezione civile, che veniva elaborata in quest'Aula e quindi dal Parlamento.
  Purtroppo si è scelto, come ormai avviene da troppo tempo, da parte di questo Governo, lo strumento della delega con principi e criteri direttivi che, secondo noi, non appaiono di chiaro contenuto e ben circoscritti. La criticità, purtroppo, più grande, più grave e indiscutibile è quella che continuiamo a verificare in molti provvedimenti legislativi che il Governo porta in quest'Aula e riguarda proprio la mancata individuazione di risorse economiche, risorse importanti, certe, per poter alimentare quelli che sono i tre fondi principali della Protezione civile: il Fondo nazionale, il Fondo per le emergenze nazionali e il Fondo regionale. Quindi, sappiamo che, sicuramente, fare prevenzione senza risorse è impossibile, per cui si parla tanto di prevenzione però, poi, se non ci sono le giuste risorse economiche e finanziarie il tutto rimane carta morta. Ogni Pag. 22volta che il nostro territorio viene colpito da una calamità, puntualmente, si corre ad individuare quelle che sono le risorse per la ricostruzione, si comincia a parlare della necessità delle opere di prevenzione per evitare disastri; però, purtroppo, passata poi l'emergenza, per quanto concerne la previsione degli stanziamenti, non ci sono mai soldi adeguati. Anzi, le risorse della Protezione civile, purtroppo, negli ultimi tempi, sono state sempre più dimezzate; eppure siamo tutti quanti d'accordo sulla necessità che deve esserci una diffusione, in questo Paese, della cultura della prevenzione e della mitigazione del rischio, dalla quale, lo sappiamo, dipendono la vita di migliaia di persone e la sopravvivenza dell'attività economica e del patrimonio culturale di questo Paese. Ed ora cosa facciamo ? Approviamo la riforma della Protezione civile o, meglio, approviamo una delega al Governo; sicuramente ciò è stato fatto con buoni propositi, ma senza effettive risorse, affidandoci a dei decreti legislativi che dovranno, poi, individuare, volta per volta, le occorrenti risorse finanziarie, qualora determinino nuovi oneri, per garantire il pareggio di bilancio. È per questo, quindi, che il gruppo della Lega non può che esprimere un voto di astensione, vigilando fortemente sul Governo e sollecitando il Governo affinché, almeno per quanto concerne i decreti attuativi, ci possano essere delle risorse economiche e finanziarie in grado, realmente, di poter mettere mano a quello che deve essere un riordino di uno strumento importante e fondamentale di cui ha bisogno il nostro Paese e di cui hanno bisogno anche le popolazioni e che è, appunto, quello della Protezione civile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, Presidente. Il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà a favore del disegno di legge sul riordino delle disposizioni legislative in materia di Sistema nazionale della protezione civile. Dopo il primo via libera di questa Assemblea e un anno e quattro mesi di stallo in Senato, il provvedimento arriva finalmente al traguardo. Si tratta di una legge che delega il Governo, come letteralmente cita il provvedimento, ad adottare entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge uno o più decreti legislativi di ricognizione, riordino, coordinamento, modifica e integrazione delle disposizioni legislative vigenti che disciplinano il Servizio nazionale di protezione civile e le relative funzioni, in base ai principi di sussidiarietà. Il provvedimento va a innovare la funzione e l'operatività della Protezione civile nel nostro Paese con una revisione che ha un carattere di sistematicità. Lo strumento legislativo che viene adottato è senza dubbio quello più congruo, quello più adeguato per superare gli interventi normativi che si sono susseguiti nei diversi anni, ma che si limitavano semplicemente a disciplinare una serie di eventi e di avvenimenti contingenti. Il provvedimento supera la legge n. 225 del 1992, quella che istituiva il servizio civile, che, come ha recentemente ricordato il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, è una legge di una democrazia, di una visione e di una modernità incredibile, ma sconta il fatto che, dal 1992 ad oggi, la società è cambiata. Si tratta di un provvedimento che ha bisogno di una rivisitazione per dare al sistema una conformazione più rispondente a quelle che sono le esigenze del Paese attuale.
  Non c’è dubbio che la Protezione civile e soprattutto i suoi operatori abbiano sempre dato prova – di questo siamo tutti testimoni – sul campo, con interventi tempestivi, spesso rischiosi, a tutela e salvaguardia dei cittadini, dell'alto tasso di efficienza e di efficacia raggiunte. Una istituzione che, non a caso, gode di una grande considerazione a livello europeo e a livello mondiale, proprio per le azioni intraprese e per le adeguate risposte che, da sempre, ha fornito ai bisogni di tutta la collettività.Pag. 23
  Ed è proprio in ragione della fondamentale opera che essa svolge anche nei casi più difficili – come, signor Presidente, testimoniano gli ultimi tragici avvenimenti e gli eventi sismici che hanno colpito il nostro Paese – che si è avvertito il bisogno di un riordino delle competenze, di un riordino delle funzioni del Servizio della protezione civile, anche articolando meglio il coinvolgimento delle associazioni di volontariato, delle università, dei centri di ricerca, per definire un quadro normativo certo, in cui la stessa istituzione possa operare nel migliore dei modi. La partecipazione di cittadini e professionisti all'attività di protezione civile, con riferimento alla pianificazione delle iniziative da adottare per fronteggiare ogni emergenza, alle esercitazioni, alla diffusione di misure di autoprotezione, ha un aspetto decisivo nel testo che oggi noi intendiamo approvare. Inoltre, per promuovere l'innovazione nel campo della ricerca per la difesa dei disastri naturali si è voluta favorire la collaborazione tra università ed enti di ricerca, tra università, enti di ricerca e Protezione civile.
  I decreti legislativi adottati dovranno rendere operativo tutto questo sistema nelle attività effettuate dalla Protezione civile, in particolare nelle operazioni di previsione, nelle operazioni di prevenzione, di mitigazione dei rischi naturali e antropici, nella gestione delle emergenze, nonché nelle azioni da porre in essere per rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita nelle aree che sono state colpite da avversità. L'utilità di questa istituzione non è solo limitata alle azioni relative alle calamità avvenute, ma il suo compito è esteso anche alla promozione di misure per la prevenzione dei fenomeni avversi che si possono verificare progressivamente nel tempo. Particolare importanza viene data a tutti gli interventi finalizzati alla riduzione dei rischi da calamità naturale, non dimentichiamo che l'Italia è tra i Paesi a maggior rischio sismico del Mediterraneo e la prevenzione diventa sempre più necessaria per assicurare maggiore sicurezza ai cittadini che vivono in quelle zone a maggiore rischio. L'idea è quella di dare un maggiore impulso al dipartimento, in modo che possa far funzionare nel modo migliore le amministrazioni coinvolte, al fine di evitare l'eccessiva burocratizzazione e favorire la legalità e la trasparenza delle azioni che verranno intraprese. Ciò significa riformare questo organo a tutti i livelli, a livello centrale, a livello regionale e a livello locale, per migliorarne la funzionalità e fornire all'utenza interessata un servizio che è già buono, ma che può essere ulteriormente ottimizzato. L'emergenza maltempo e il terremoto hanno, infatti, negli ultimi mesi, mostrato alcune lacune, ritardi, inefficienze nella complessa macchina dei soccorsi, nonché nel delicato lavoro di prevenzione, eppure, come ben sappiamo, l'emergenza non ammette lentezze, necessita di un sistema che sappia essere fluido, liberandolo da lacci burocratici che possono comprometterne l'efficienza e, soprattutto, la prontezza. Il testo punta a ristrutturare e aggiornare la gestione delle emergenze nel nostro Paese; i poteri del dipartimento di Palazzo Chigi ne usciranno confermati e rafforzati, con una standardizzazione maggiore di tutte le azioni da compiere nelle diverse fasi, dai rapporti con i livelli locali fino ai risarcimenti, passando per l'urgenza e la successiva ricostruzione. L'idea di fondo è quella di dare un quadro più stabile, più chiaro, che non vada reinventato ogni volta, in ogni occasione.
  Con questo disegno di legge, pertanto, si offrono le condizioni per migliorare il quadro normativo in cui opera la Protezione civile, in una prospettiva di ottimizzazione di questo servizio fondamentale per le esigenze del nostro Paese. Trasparenza, legalità e partecipazione sono, inoltre, le condizioni essenziali per dare risposte certe alle diverse situazioni di emergenza e ai processi di ricostruzione che hanno caratterizzato da sempre il nostro Paese. Il disegno di legge delega propone, altresì, la formulazione di norme attuative che definiranno il ruolo e la responsabilità degli operatori della Protezione civile, l'identificazione delle tipologie dei rischi per i quali si esplica l'azione del Pag. 24dipartimento in questione, evitando sovrapposizioni di competenze e un'eccessiva burocratizzazione che costituisce un limite alla sua stessa attività. Si tratta di un quadro legislativo completo che permetterà al nostro Paese di avere una legislazione nazionale efficiente ed efficace per considerare il ruolo del Servizio di protezione civile in tutte le diverse azioni che esso svolge.
  Nel ribadire il voto favorevole del gruppo parlamentare di Area Popolare ricordiamo come questo progetto programma in modo coerente ed efficace un sistema fondamentale; da domani avremo una Protezione civile ancora più moderna, capace di fornire risposte adeguate all'altezza di un Paese come il nostro che deve misurarsi spesso con avvenimenti e calamità che incidono negativamente sul nostro tessuto economico, produttivo e sociale.
  Pertanto dall'approvazione complessiva di questa legge deriverà un sistema più efficiente, che garantirà al meglio quello che è l'obiettivo fondamentale, ovvero quello di tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente da danni e dal pericolo di danni che derivano dalle calamità, con la previsione e con la prevenzione dei rischi, il soccorso alle popolazioni colpite, il contrasto e il superamento dell'emergenza, e la mitigazione dei medesimi rischi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, finalmente, dopo tanto tempo, con questo provvedimento possiamo ricondurre a unità un settore, quello della Protezione civile, che per troppi anni è stato oggetto di una certa bulimia legislativa, con un unico comune denominatore: promuovere la gestione delle emergenze e di quegli eventi, detti grandi, spesso congeniali a radicare consorterie criminali e affaristiche, collaterali allo Stato. Lo è ancora oggi di più, a distanza di un anno e mezzo dalla prima lettura del provvedimento di quest'Aula, quando l'emozione, il dolore e la disperazione, dopo l'ultima drammatica sciagura che ha colpito il centro Italia, sono ancora fortemente impressi nella vita delle donne e degli uomini che abitano in quei luoghi devastati.
  E vogliamo davvero sperare, signora Presidente, che l'approvazione definitiva della delega al Governo possa dare finalmente un nuovo quadro organico a un settore dove proprio la prassi della reazione all'evento di stampo emergenzialista ha prodotto una sorta di modificazione genetica della Protezione civile e delle sue originarie funzioni. Per troppi anni – abbiamo ricordato ieri nel dibattito generale – in questo Paese è stato imposto e spesso avallato il principio che nulla potesse essere realizzato, se non sotto la spinta emergenziale e con il ricorso alla deroga, logica che ha stravolto la natura stessa del corpo normativo che sulla legge n. 225 del 1992 fondava il Sistema nazionale di protezione civile.
  In questo, l'uso ricorrente e reiterato del decreto-legge e dell'ordinanza derogatoria hanno piegato al totale e pervasivo predominio dell'Esecutivo di turno le funzioni legislative e di controllo del Parlamento su una materia dai molteplici risvolti politici, sociali, scientifici, economici ed istituzionali. La prassi della reazione all'evento ha consolidato una sorta di deresponsabilizzazione dell'amministrazione pubblica, deformando la fondamentale missione di coordinamento della Protezione civile e favorendo, invece, approcci interventistico-operativi con strutture centralistiche, sempre più lontane dai territori e molto vicine ai centri d'affari. Una situazione aggravata anche dal ricorso perenne alla delega all'esperto, in contrasto con gli originari principi della Protezione civile.
  Vogliamo augurarci, signora Presidente, che da questo punto di vista la gestione del post terremoto del centro Italia possa segnare una netta discontinuità con il passato, riattivando quel sistema policentrico e articolato, dove diventa fondamentale Pag. 25il protagonismo dei diversi interlocutori istituzionali, in un rapporto organico ed armonico tra realtà, strutture presenti sul territorio e i livelli centrali.
  Siamo davvero convinti che occorra ridare nuovamente correttezza e certezza ai rapporti fra le istituzioni dello Stato, ai diversi livelli territoriali e alle tante forme di cittadinanza attiva, che solo una legge fondamentale dello Stato – quale norma non solo di tutela della sicurezza delle persone e dei beni, ma di regolamentazione dei diritti e dei doveri che derivano dall'attuare tale tutela – può garantire. Per questo, il riordino delle norme che nel tempo hanno interessato l'attività di Protezione civile ai vari livelli avrebbe potuto compiersi appieno attraverso un intervento legislativo articolato e complesso, che mal si coniuga con un tecnicismo legislativo da delegare al Governo. Purtroppo, la scelta di utilizzare la forma della legge delega sacrifica ancora una volta il ruolo centrale del Parlamento in quanto garante della democrazia e della partecipazione, in contrasto con i processi di apertura e democratizzazione di cui necessita oggi questo settore fondamentale.
  Sarebbe stato forse più opportuno definire con puntualità una serie di limiti entro i quali devono trovare espressione i decreti delegati, magari in un unico decreto attuativo, a partire dall'individuazione delle componenti del Servizio nazionale di protezione civile.
  L'insieme delle componenti e strutture operative, la rete degli enti pubblici e privati, la rete di professionisti di diversa formazione, con l'apporto delle tante discipline scientifiche che costituiscono e garantiscono il servizio nazionale di Protezione civile, realizzato dal professionale e generoso apporto di migliaia di lavoratori impegnati quotidianamente a garantirne l'effettivo funzionamento e svolgimento, sono i soggetti che una riforma organica della Protezione civile dovrebbe avere come principali interlocutori. L'occasione di un'ennesima proposta di revisione e riforma legislativa, secondo noi, avrebbe dovuto giovarsi del patrimonio di esperienze ultradecennali di quanti contribuiscono a realizzare il Servizio nazionale di protezione civile, per assicurare finalmente le migliori risorse alle buone pratiche e non ripetere gli stessi errori che l'esperienza di questi anni ci impone di evitare.
  Da questo punto di vista riteniamo assolutamente necessario che i decreti delegati individuino standard di qualità e livelli minimi di servizio per ciascuna delle fasi di previsione, prevenzione e soccorso, omogenei sull'intero territorio nazionale, e al tempo stesso ne prevedano le forme e i tempi di progressiva applicazione presso tutte le strutture di Protezione civile. Certamente andrà definito con chiarezza il ruolo del sindaco, quale autorità locale di Protezione civile, rendendo tale definizione finalmente piena di contenuti e non, come anche la recente emergenza post terremoto dimostra, priva di reale operatività: quali sono i poteri e i doveri, quali gli strumenti e le garanzie, qual è l'autonomia anche economica di cui i sindaci, specie nei piccoli e piccolissimi centri come quelli colpiti negli ultimi mesi, si possono avvedere per poter esercitare efficacemente il proprio ruolo.
  La presenza e il ruolo del volontariato, poi, deve trovare massima valorizzazione e riconoscimento nel rispetto del principio che, per quanto utile, mai esso deve sostituirsi allo Stato o equiparato a una struttura di questi. Anche le ultime drammatiche calamità che hanno colpito il nostro Paese ci hanno dimostrato, ancora una volta, quanto la generosità dei volontari sia un elemento fondamentale e un apporto straordinario a sostegno delle diverse componenti operative di Protezione civile.
  Abbiamo davvero bisogno, dunque, di rimettere ordine a un sistema complesso, dove è fondamentale che tornino ad interagire interlocutori istituzionali diversi, volontari, cittadini, in un rapporto organico ed armonico tra realtà e strutture presenti sul territorio, e non solo per gestire le emergenze, ma per fondare una Pag. 26cultura e una pratica della prevenzione e mitigazione del rischio, ancora troppo assenti in questo Paese.
  I fenomeni di calamità naturale sempre più intensi e devastanti, la fragilità del territorio e lo sviluppo spregiudicato dell'abuso edilizio hanno determinato, nel corso degli ultimi due decenni, un costo economico e sociale per il Paese insostenibile. Per questo, un efficiente, efficace, capillare e trasparente Sistema di protezione civile diventa assolutamente indispensabile per il Paese.
  Infine, una forte criticità del testo che oggi siamo chiamati a votare è la prevista clausola di invarianza finanziaria introdotta al Senato. Tutta la riforma della Protezione civile dovrà avvenire senza costi a carico dello Stato: questo rappresenta un limite evidente a fronte di risorse attuali per la Protezione civile del tutto insufficienti.
  Nonostante gli elementi di criticità espressi, prevale per noi l'aspetto positivo della delega in esame, che è quello di tentare, dopo molto tempo, di ricondurre a unità un settore, quello della Protezione civile, che per troppi anni ha patito le più svariate forme di estemporaneità, troppo spesso sotto l'unico comun denominatore di una gestione strumentale e monocratica. È per questo che a nome del gruppo del Movimento Democratico e Progressista esprimo il voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie, signora Presidente e onorevoli colleghi, annuncio subito che il gruppo di Forza Italia esprimerà un voto contrario a questa legge. Sono passati diciannove mesi dall'approvazione in prima lettura del testo unificato e modificato solo in minima parte al Senato.
  Avremmo voluto che questo iter si sviluppasse in un periodo di serenità. Purtroppo, ancora una volta ci troviamo a legiferare sotto la pressione emotiva, questa volta generata dalle ultime ennesime calamità.
  Siamo coscienti dell'esigenza di rivedere il quadro complessivo delle funzioni del servizio nazionale di Protezione civile e determinarne uno nuovo, considerato che quello attuale risale a 25 anni fa e tenendo in considerazione l'importanza che questo riveste in un Paese come il nostro, ma ciò non deve farci perdere di vista il buonsenso e la lucidità di approvare un testo in via definitiva che sia effettivamente coerente con le esigenze del nostro Paese.
  Questo testo si compone di un solo articolo, che delega il Governo al riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della Protezione civile per finalità di revisioni complessive della normativa di riferimento attraverso le deleghe contenute nel testo.
  Negli ultimi mesi l'Italia è stata purtroppo teatro di eventi sismici e meteorologici che hanno colpito duramente i nostri territori e allo stesso tempo hanno reso ancor più evidente l'importanza di avere un sistema di Protezione civile efficiente ad ogni livello.
  Purtroppo i provvedimenti adottati negli ultimi anni in materia di Protezione civile sono andati nella direzione opposta ed hanno di fatto comportato una limitazione all'operatività del servizio nazionale, in un'ottica da un lato giustizialista e dall'altro di tipo ragionieristico, in relazione in particolare alle necessità del Ministero dell'economia e delle finanze di neutralizzare gli effetti negativi, per la finanza pubblica, derivanti dalle calamità naturali.
  Ci siamo così ritrovati, in un momento di massima necessità – in occasione degli eventi che hanno colpito l'Italia centrale nei mesi di agosto e ottobre 2016 e di gennaio 2017 – a fronteggiare l'emergenza avvalendoci di un servizio nazionale della Protezione civile che si è dimostrato inefficiente, naturale conseguenza dei correttivi normativi adottati soprattutto con il Pag. 27decreto n. 59 del 2012, convertito con modificazioni nella legge n. 100 del 2012.
  Non possiamo in questa sede dimenticare la straordinaria generosità, la competenza e il lavoro di tutte le persone che compongono la Protezione civile e i Corpi che hanno offerto il loro prezioso contributo nella fase di gestione dell'emergenza.
  Non possiamo altresì dimenticare che l'indebolimento della governance della Protezione civile ha prodotto dei ritardi anche negli interventi citati, che abbiamo pure apprezzato, ma che potevano e dovevano essere più tempestivi, più sostenuti e più efficienti.
  Il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della Protezione civile non può prescindere dal rafforzamento dei principi statali nell'ambito della competenza concorrente e per limitare e chiarire i livelli di responsabilità è necessaria un'armonizzazione dell'intero sistema di Protezione civile del Paese, che definisca competenze e responsabilità precise nella catena di comando, strutturando a livello nazionale il regime di intervento nell'emergenza, per evitare che l'ingranaggio risulti ancora farraginoso come in passato.
  Negli anni, la competenza in materia di Protezione civile è infatti progressivamente passata dallo Stato ai governi regionali e alle autonomie locali.
  Con la riforma del Titolo V della Costituzione, la Protezione civile è divenuta materia di legislazione concorrente, per cui, salvo che per le determinazioni di principi fondamentali, il potere legislativo spetta ai governi regionali.
  Ogni regione, così, ha implementato i principi della legge in leggi regionali e si è organizzata con un proprio sistema di Protezione civile.
  Questo ha comportato ad oggi una conseguenza immediata, che è la confusione, una confusione che è stata decisiva per lo scadimento dell'efficienza dell'intero sistema.
  La totale assenza di chiarezza ha lasciato spazio al caos burocratico e al costante disorientamento, soprattutto sulle competenze, la ripartizione delle quali è un autentico rebus.
  I troppi livelli decisionali hanno dato vita ad un sistema frastagliato ed inefficace, con una catena di comando sconsideratamente lunga, che ha affidato di fatto alle regioni poteri gestionali che queste non sono state in grado di controllare, quando le priorità sarebbero state assicurare ai sindaci pieni poteri di ordinanza nelle emergenze, nonché una maggiore semplificazione e velocizzazione delle procedure.
  Questa mattina il gruppo ha incontrato molti sindaci dei paesi terremotati, che confermano che questi poteri sono assolutamente necessari.
  A differenza di quanto avviene nella maggior parte dei Paesi europei, nella Protezione civile italiana è coinvolta l'intera organizzazione statale, centrale e periferica, e la ragione di questa scelta è duplice: da una parte l'attuale tendenza ad aumentare il peso, le competenze e le responsabilità delle istituzioni regionali e locali, secondo il principio di sussidiarietà, dall'altra il contesto territoriale italiano, che presenta una gamma di possibili rischi di calamità e catastrofi sconosciuta ad altri Paesi europei.
  Le recenti esperienze hanno evidenziato la necessità di attuare un intervento locale al livello più vicino della popolazione nel minor tempo possibile e, solo nel caso in cui la situazione lo richieda, di coinvolgere i livelli superiori, integrando, secondo le necessità, le forze disponibili locali.
  La responsabilità e la gestione dell'emergenza andrebbe quindi definita su questi due livelli essenziali: il sindaco e lo Stato.
  Inoltre, in questo ha inciso molto la disastrosa riforma Delrio, cioè la riforma delle province, che ora è sotto gli occhi di tutti.
  Forza Italia ha denunciato da subito l'inadeguatezza di tale riforma, ma non è bastato: molti hanno dovuto attendere l'evidenza dei fatti per sposare le nostre critiche. La riforma Delrio è drammaticamente Pag. 28sbagliata e l'emergenza che ha colpito l'Italia ha dimostrato che lo smantellamento dell'apparato senza adeguata sostituzione è stato un errore colossale.
  Tra le misure più devastanti ricordiamo l'azzeramento di risorse fondamentali per l'edilizia scolastica, l'azzeramento di risorse per la manutenzione delle strade, l'eliminazione dell'importantissima opera di sussidiarietà che le province portavano avanti a supporto dei comuni sui piani di Protezione civile (quest'ultimo punto è particolarmente rilevante, alla luce del fatto che non tutti i comuni sono dotati di un piano di Protezione civile).
  Intere zone sono divenute terra di nessuno, i comuni si occupano solo del proprio territorio, la rete stradale è per lunghi tratti abbandonata, distese di territorio completamente isolate: il decreto Delrio, facendo propria una visione drammaticamente di parte, asfittica e sbagliata dell'ANCI, ha concepito le città metropolitane come le province, solo però come una dilatazione dei poteri dei comuni.
  Non ci voleva davvero molto per capire che la riforma Delrio era un disastro, come puntualmente si è rivelato.
  Nessuno però pagherà dazio se non i cittadini colpiti dalla calamità, anche per essere stati privati dei servizi, che magari in modo perfettibile erano resi comunque dalle province stesse.
  Altro tema fondamentale è quello del ripristino del potere di ordinanza in capo alla Presidenza del Consiglio: questo è necessario perché le decisioni, nell'ambito dell'emergenza, vanno prese attraverso una piena assunzione di responsabilità e solo la responsabilità del Presidente del Consiglio è in grado di offrire tale copertura politica alle azioni messe in campo in caso di emergenza, anche nei confronti dell'Europa.
  Altra priorità riguarda la necessità dell'attivazione di un sistema di emergenza nei confronti delle società di servizi: non è infatti ammissibile che le società che si occupano di garantire servizi fondamentali al cittadino non abbiano accordi specifici con le amministrazioni per garantire un piano di allerta e prevenzione in caso di emergenza, oltre che un piano per operazioni celeri ed efficaci in caso di disfunzioni (abbiamo visto cosa è accaduto durante il terremoto rispetto alla questione dell'energia elettrica).
  Il tempo a disposizione non mi permette di entrare nel dettaglio e documentare tutte le disfunzioni dell'attuale sistema e l'inadeguatezza della delega che arriva oggi all'esame di quest'Aula.
  È inaccettabile che i cittadini italiani colpiti dalle calamità naturali debbano subire anche le calamità interne di un Governo incapace di dare un giusto sostegno e la giusta organizzazione alla Protezione civile e alle istituzioni che dovrebbero rendere il soccorso il più rapido ed efficiente possibile.
  Forza Italia esorta quest'Aula ad una presa di coscienza maggiore su questo tema, affinché non si ripresentino più i disagi che hanno colpito gli italiani negli ultimi mesi.
  Ribadiamo il nostro «no» ad un testo incompleto, insufficiente e decisamente perfettibile: non possiamo rispondere agli italiani con dei semplici palliativi su un tema così delicato, a cui è legata la salute e in molti casi la vita di milioni di cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente, il disegno di legge delega di revisione del sistema della Protezione civile era fermo da molto prima che accadessero le tragiche calamità che ben conosciamo, quindi ci siamo fatti trovare impreparati anche questa volta.
  Il ringraziamento va agli uomini e alle donne della Protezione civile che hanno lavorato, va a chi resiste su quei territori, seppure sappiamo che ci vorrà forse un altro anno per vedere anche solo le casette di legno, altro che ricostruzione.
  Questo è dovuto anche alle patologie di CONSIP, ben evidenziate dal commissario Pag. 29alla ricostruzione Errani, gli appalti non sono stati tarati sulle esigenze e sulle urgenze del territorio. Forse – chi lo sa – magari questo appalto da 1,1 miliardi sulle casette di legno è stato ottimizzato con un sms.
  Presidente, su La Stampa di oggi si parla del restauro del Palazzo del Podestà a Mantova, dopo il sisma del 2012 a Mantova. Si dice che per far passare la cifra, già deliberata ufficialmente nel 2013, da 13 a 22 milioni di euro, non ci fu alcuna istruttoria comunale protocollata e presentata al CIPE, ma ci furono soprattutto delle vie brevi tra il Ministro Lotti e il sindaco di Mantova del PD, a fine 2016. Forse, con le stampanti in 3D, a breve, si potrà stampare un palazzo da un sms. Il sindaco di Mantova, forse, è stato solamente un po’ troppo smarticolo Mi riferisco sempre a questa seduta CIPE preelettorale del 1o dicembre, che non vede ancora, in realtà, i soldi arrivati sui territori. Però, per farsi pubblicità, è servita.
  Riteniamo poi assurdo avere incluso nel provvedimento la clausola di invarianza finanziaria. Le risorse ci vogliono, devono essere adeguate, le risorse umane e strumentali. Deve essere risolto il problema del precariato e deve essere superato del tutto, per questi settori, il Patto di stabilità interno. Ricordo che gli interventi contro il dissesto idrogeologico possono procurare oltre 7 mila posti di lavoro per miliardo di euro investito, a differenza degli interventi in grandi opere inutili, che piacciono tanto a questi Governi. In questi giorni il CIPE sta deliberando una tranche dei 10 miliardi di euro, per la tratta di TAV tra Brescia e Padova, che incrementerà oltretutto il rischio idrogeologico dell'area che non è chiesta da nessuno: meno di 500 posti per miliardo. I soldi ci sono, il buonsenso no, Presidente.
  Le deroghe. In questo provvedimento si parla di deroghe sulla gestione dei rifiuti, delle macerie. Ma non si può derogare al rispetto della salute umana e alla tutela ambientale, tantomeno alle norme antimafia e anticorruzione ! Ricordo che, in molte città colpite dal sisma, molti istituti scolastici e ospedali sono in una situazione di incertezza. Si sarebbe dovuto ovviare al caos, dovuto alla mancanza dei certificati di prevenzione incendi, di cui molte scuole ancora oggi sono prive. La parziale deroga poteva essere accettabile, ma bisognava decidere dove, come e per quali motivi si poteva far ricorso alla deroga. Nella pratica ci troviamo, per esempio, la situazione tragica dell'area Borgo 1, ad Arquata del Tronto, dove arriveranno le casette e, quando arriveranno, ci sarà ancora una montagna di macerie. Gli abitanti si troveranno ad occupare le casette nel pieno dell'operazione di rimozione, venendo esposti a rischio per le polveri, per l'amianto ed altri materiali tossici, con gravi pericoli per la loro salute.
  Un altro tema è quello dei piani comunali di Protezione civile. Noi abbiamo chiesto sanzioni per i comuni inadempienti, invece qui non se ne parla. È stato approvato almeno il nostro emendamento di revisione e valutazione periodica di questi piani comunali, ma senza sanzioni riteniamo che non si vada da nessuna parte. Tra le nostre proposte erano stati approvati, nel primo passaggio, il microcredito agevolato per alcune operazioni di emergenza, criteri e metodologie nazionali per tutto il territorio nazionale, per l'individuazione delle necessità, e alcune agevolazioni e contributi alla filiera corta, per il recepimento di forniture e beni. È stata approvata la nostra proposta di un sistema policentrico, che operi a livello centrale, però questo è mancante per tutto il resto del provvedimento, nel senso che dovevano essere definiti, per esempio, il ruolo e le catene di responsabilità delle diverse componenti e strutture, doveva essere definito con chiarezza il ruolo del volontariato. Ma questo non è stato fatto.
  Poi è inappropriato, chiaramente, lo strumento della delega. Si tratta di una legge che non c’è e che, presumibilmente, è ben lontana dall'esserci. Il Parlamento doveva operare e doveva intervenire da subito, con disposizioni chiare ed efficaci, per tutelare la vita, i beni, gli insediamenti umani e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni da eventi calamitosi. Se il Parlamento non serve, facciamo qui il Pag. 30deposito di macerie, Presidente. Per cui questo porterà al nostro voto di astensione. Ma ricordiamoci alcune realtà più virtuose.
  A Roma sono stati trovati ben 47 milioni di euro per la sicurezza nelle scuole, di cui 40 ottenuti dalla riduzione dei costi della macchina comunale, resa macerie dalle amministrazioni precedenti.
  Robert Whittington, contemporaneo di Tommaso Moro, nel 1520 scrisse di lui: Tommaso Moro ha intelligenza e singolare sapienza; secondo il tempo che lo richieda, ha una grave serietà o una straordinaria allegrezza; è un uomo per tutte le stagioni.
  Nel 2000 fu dichiarato santo da Giovanni Paolo II e patrono degli statisti e dei politici. Rifiutò di giurare sull'atto di supremazia che riconosceva il matrimonio di Enrico VIII con Anna Bolena, per questo fu rinchiuso nella Torre di Londra, nell'aprile del 1535, e giustiziato il 6 luglio 1535 per la sua coerenza. Baciò affettuosamente il boia e gli mise in mano una moneta d'oro. Poi gli disse: tu mi rendi oggi il più grande servizio che un mortale mi possa rendere, mi liberi.
   Presidente, gli italiani non possono essere un popolo per tutte le stagioni; non possono stare quattro stagioni in attesa che voi prendiate la scossa da tante correnti che avete; non possono stare prigionieri nella Torre di Londra. Gli inglesi addirittura hanno votato perfino per uscire dall'Unione europea. Non si può stare in balia delle scelte di un club di lobbisti, che vogliono decidere quando farli votare. Gli italiani hanno avuto la coerenza di Tommaso Moro votando il 4 dicembre, dimostrando che una buona politica non è utopia. Hanno rifiutato un Governo ineletto, che ha fallito sulle riforme e sulla legge elettorale dichiarata incostituzionale.
  Questo Governo è in continuità con chi ha fallito sul lavoro, sperperando 18 miliardi di euro. Le assunzioni sono crollate rispetto al 2015, ridotte del 37 per cento. È un Governo, questo di Gentiloni, che taglia 200 milioni di euro alle politiche sociali. Voi state facendo perdere la pazienza, non solo agli allevatori, che erano qui fuori, ma la state facendo perdere anche ai santi. Liberate i cittadini dal vostro laido giogo: al voto subito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Signora Presidente, onorevoli colleghi, arriviamo all'approvazione di questo disegno di legge sul riordino del sistema nazionale di Protezione civile, dopo un iter che ha visto un lungo passaggio nell'esame tra Camera e Senato e che, finalmente, viene approvato dalla Camera dei deputati in via definitiva.
  Questo provvedimento intende rendere più certo e omogeneo, per i cittadini, le istituzioni e le imprese, il quadro normativo di riferimento, in cui è chiamato a intervenire il sistema nazionale della Protezione civile, nella fase immediata della gestione delle emergenze, ma anche nelle fasi precedenti, di previsione e di prevenzione del rischio, e in quelle successive, quelle destinate alla ripresa delle normali condizioni di vita nei territori colpiti da calamità: rapidità e certezza dei tempi di intervento, procedure semplificate e accelerate, che però non devono scivolare nella deroga assoluta, ma devono sempre garantire certezza e trasparenza di gestione.
  La legge intende poi rafforzare e valorizzare l'originalità del modello italiano della Protezione civile, un sistema policentrico, articolato sul territorio, fondato sul coinvolgimento e la responsabilizzazione dei livelli territoriali e la piena sinergia con quelli centrali, l'apporto di tutte le componenti operative, il ruolo fondamentale del volontariato, formato e organizzato.
  Anche le ultime calamità, il terremoto del centro Italia e la nevicata che ne è seguita, ci hanno dimostrato quanto questo sistema, questo modello e l'articolazione delle sue componenti, sia la vera ricchezza ed il punto di forza della Protezione civile italiana. La legge, quindi, ha l'obiettivo di rafforzare il sistema, anche Pag. 31affrontando alcune delle criticità, che in questi anni si sono manifestate, dando risposte alle richieste, che da più parti ci sono arrivate, dagli operatori di Protezione civile, dagli amministratori locali, ma anche dal mondo delle imprese e dei cittadini, direttamente investiti dagli effetti delle calamità.
  Noi abbiamo scelto consapevolmente nel proporre come gruppo parlamentare la prima proposta di legge, a cui poi si sono affiancate anche quelle di altri gruppi, che ringrazio complessivamente per l'apporto positivo che hanno dato nella discussione di questo provvedimento. Abbiamo scelto consapevolmente lo strumento della delega legislativa al Governo, convinti che fosse necessario affrontare in un contesto appropriato un disegno di riforma, ambizioso e anche caratterizzato da un alto grado di complessità. Abbiamo scelto di farlo, così come è stato fatto nella discussione seria e costruttiva di questi mesi, sottraendoci per quanto possibile al rischio di un dibattito influenzato da reazioni emotive, determinate magari dall'ennesima calamità.
  Purtroppo, i fatti non ci hanno dato ragione, questo provvedimento vede la luce definitiva all'indomani della più grande calamità che ha colpito il nostro Paese negli ultimi cinquant'anni, ma sappiamo ancora di più, per questo motivo, quanto sia importante chiedere al Governo, che avrà il compito di attuare questa delega nei prossimi mesi attraverso l'attuazione di decreti delegati, di farlo tenendo conto di una visione più ampia, complessiva, nella volontà e nell'intento di dare una risposta organica ai temi di cui abbiamo discusso.
  Gli ambiti della delega sono già stati ampiamente ricordati nel corso della discussione generale: che cosa si intende per attività di Protezione civile, previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, gestione delle emergenze, secondo quella visione unitaria dell'intero ciclo di Protezione civile che è un punto di forza irrinunciabile; l'attribuzione precisa delle funzioni alle autorità territoriali, ai sindaci, ai presidenti di regione, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le altre componenti e strutture operative, ribadendo la funzione affidata alla struttura nazionale di coordinamento incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; la partecipazione dei cittadini, il sostegno alle organizzazioni di volontariato, il ruolo e la responsabilità del sistema degli operatori di Protezione civile; la disciplina di quello stato di intervento nell'emergenza e del regime derogatorio che è indispensabile per rispondere con la massima prontezza alle situazioni più direttamente legate al manifestarsi delle calamità, che però sappiamo deve essere resa compatibile e coerente con un quadro normativo articolato che preveda garanzia di trasparenza e di controllo; la disciplina delle procedure finanziarie e contabili, e tutto quello che segue nella fase successiva per riportare alla ripresa delle normali condizioni di vita nei territori.
  Crediamo che questa legge risponda a un dovere morale nei confronti del Paese, prima di tutto delle tante vittime, dei tanti territori, che sono stati colpiti in questi anni, in questi decenni, da calamità. Ma sappiamo che oltre alla rilevanza sociale c’è anche una rilevanza economica, se pensiamo che dal dopoguerra ad oggi il costo complessivo dei danni provocati da frane, alluvioni e terremoti, è stimato nella spaventosa cifra di 240 miliardi di euro, 3 miliardi e mezzo di euro all'anno. Le cifre tendono ad aumentare e, proprio per questo, noi, attraverso altri provvedimenti che si affiancano e rafforzano questo disegno di legge, crediamo che sia doveroso investire ancora più energie, più risorse, per rafforzare la cultura della prevenzione del rischio nel nostro Paese, anche accompagnando una maggiore consapevolezza di tutti gli attori coinvolti che hanno una responsabilità nel prevenire, non solo nel gestire le emergenze. Lo stiamo facendo attraverso il «Piano casa Italia», attraverso il lavoro della struttura di missione «Italia sicura», ma sappiamo che altre misure, che ci auguriamo possano procedere nel loro esame parlamentare (alcune sono state ricordate, come la legge sul consumo di suolo), altri provvedimenti, Pag. 32vanno in questa direzione, e costituiscono un elemento di condivisione e di rafforzamento della discussione che stiamo facendo oggi.
  C’è un problema di risorse ? Certo, però voglio rispondere, attraverso di lei, ad alcuni colleghi che hanno sottolineato in maniera eccessivamente critica, e forse anche su basi poco fondate, il fatto che in questi anni non si sia deciso di invertire la rotta. Il Fondo per le emergenze nazionali è stato restituito ed è stato finanziato con risorse importanti. Abbiamo chiesto come gruppo del Partito Democratico un'attenzione al Governo per rifinanziare anche il Fondo per le emergenze regionali, per dare veramente operatività piena alle strutture territoriali a partire dalle regioni e garantire il più possibile che queste misure possano produrre effetti positivi, immediati, nella gestione dell'emergenza. Per la prima volta, nella legge di stabilità dello scorso anno, abbiamo previsto una forma di ristoro dei danni subiti da privati e imprese colpiti da alcune calamità e il lavoro che si sta attuando sta procedendo in questa direzione.
  Noi pensiamo, signora Presidente, che anche i fatti recenti, quelli che abbiamo vissuto in maniera drammatica in queste ultime settimane legate alle calamità del centro Italia, al terremoto, alle nevicate, ci riportino a una responsabilità ampia, maggiore ancora, se vogliamo: l'idea di riconoscere l'importanza che questo provvedimento può svolgere in un quadro di politiche complessive del Governo e di gestione del Paese. Credo che noi possiamo dividerci, è successo anche nel corso della discussione su questo provvedimento, anche duramente, sul giudizio politico che possiamo dare su alcune fasi della vita della Protezione civile, su come sono state gestite alcune emergenze.
  Possiamo dividerci, io spero però che ci impegneremo tutti al massimo perché anche la discussione che stiamo facendo in queste settimane su un provvedimento importante, che riguarda il sisma del centro Italia, veda prevalere il senso di costruzione e di condivisione da parte di tutte le forze politiche. Credo che, al di là delle divisioni, possiamo e dobbiamo trovarci uniti nel riconoscere nel sistema della Protezione civile un patrimonio che non è di una parte, ma dell'intero Paese.
  Questo è un elemento fondamentale perché sappiamo soprattutto che, grazie a questo lavoro e a questo impegno, che viene garantito quotidianamente anche nei momenti di minore rilevanza pubblica, di minore attenzione pubblica, possiamo contare su un sistema così articolato e competente di persone, di strutture operative, di istituzioni che lavorano a difesa della tutela, dell'integrità, della sicurezza dei cittadini e dei territori. È una risorsa che non possiamo assolutamente lasciare andare e non possiamo abbandonare o sottoporre a critiche eccessive.
  Il Partito Democratico grazie alla volontà, all'impegno, dei suoi rappresentanti in Parlamento, ha mantenuto fede in questa legislatura all'impegno di portare a termine una riforma condivisa, e, ci auguriamo, il più possibile efficace, che possa rispondere ad aspettative di adeguamento del quadro di regole in cui è chiamato ad operare il sistema della Protezione civile.
  Vorrei che da parte di tutti, al di là del voto finale che verrà espresso dai vari gruppi, da parte di quest'Aula, ci sia anche un riconoscimento e un omaggio del Parlamento all'instancabile generoso impegno degli uomini e delle donne, tutti, della Protezione civile. Il nostro compito, attraverso anche questa legge, noi ne siamo convinti, è quello di fare sentire la nostra vigilanza e il nostro sostegno a questo ruolo fondamentale svolto al servizio del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. In questo caso i ringraziamenti agli eccellenti uffici della Camera e alla relatrice Mariani sarebbero, in effetti, di rito, perché in questo passaggio quello che soprattutto ha Pag. 33pesato è stato l'ottimo lavoro fatto in prima lettura dalla Camera che ha portato, al di là delle differenze di impostazione, a un provvedimento che, come in altre occasioni, trova un consenso ampio.
  Molti gruppi poi hanno deciso di astenersi, di controllare l'operato futuro, però lo spirito con cui si deve lavorare rispetto a questa vicende è uno spirito (pensiamo al lavoro sul decreto sul terremoto) di lavoro comune, nell'interesse del Paese. Quindi, il mio ringraziamento principale va, in questo caso, ai gruppi di opposizione, che hanno dato una mano a fare un buon provvedimento e che hanno aiutato un percorso comune.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2607-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulle proposte di legge, già approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato, nn. 2607-2972-3099-B, di cui si è testé concluso l'esame:
   «Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile» (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (2607-2972-3099-B).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2233 – Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (Approvato dal Senato) (A.C. 4135-A); e delle abbinate proposte di legge: Mosca ed altri; Ciprini ed altri; Ciprini ed altri; Mucci ed altri; Gribaudo ed altri (A.C. 2014-3108-3120-3268-3364) (ore 17,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4135-A: Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato; e delle abbinate proposte di legge nn. 2014-3108-3120-3268-3364.
  Ricordo che nella seduta del 6 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore per la maggioranza ed il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili non possono essere ripresentati in Assemblea e, ove ripresentati, non sono pubblicati. Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili, gli emendamenti già presentati presso la Commissione ma in quella sede ritirati o decaduti per assenza del presentatore, i nuovi emendamenti non previamente presentati presso la Commissione riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa ovvero che non risultino consequenziali rispetto alle modifiche apportate in sede referente.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A), che sono in distribuzione.
  La Presidenza, sulla base di tale ultimo parere, non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in Pag. 34quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: Rizzetto 1.1, 8.2 e 11.5; Ciprini 1.6, 3.02, 3.03, 6.1, 6.3, 6-bis.1, 7.1, 7.2, 7.3, 7.6, 7.7, 7.8, 7.02, 8.3, 8.4, 8.5, 12.1, 12.01, 13.3, 13.5, 13.02, 19.01; Simonetti 2.1, 2.4, 6.2, 6-bis.3, 6-bis.4, 6-bis.5; Schullian 2.2 e 3.04; Tripiedi 6.5; Placido 6-bis.2 e 16.6; Pizzolante 7.4; Palladino 7.5; Airaudo 8.1 e 13.4; Martelli 17.2; Dall'Osso 20.04.
  Il parere della V Commissione (Bilancio) reca altresì tre condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.
  Avverto che la Commissione lavoro ha presentato gli emendamenti 9.100, 11.100, 14-bis.100 e 14-ter.100, che sono in distribuzione e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.
  Avverto altresì che, fuori dalla seduta, le proposte emendative Mucci 5.01, 9.01 e 12.2, Palladino 7.01 e Airaudo 13.01 sono state ritirate dai presentatori.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, sugli identici emendamenti 1.2 Polverini, 1.3 Rizzetto e 1.4 Ciprini e l'emendamento 1.5 Simonetti, invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Sull'emendamento 2.3 Martelli...

  PRESIDENTE. Aspetti, procediamo articolo per articolo...

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Mi scusi...

  PRESIDENTE. Il relatore Simonetti ?

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli identici emendamenti 1.2 Polverini, 1.3 Rizzetto e 1.4 Ciprini, parere contrario. Sull'emendamento 1.5 Simonetti, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Relatrice Ciprini ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Presidente, sugli identici emendamenti 1.2 Polverini, 1.3 Rizzetto e 1.4 Ciprini, parere favorevole. Sull'emendamento 1.5 Simonetti, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Parere conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.2 Polverini, 1.3 Rizzetto e 1.4 Ciprini. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.2 Polverini, 1.3 Rizzetto e 1.4 Ciprini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza della Lega e il parere favorevole della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Simonetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega.Pag. 35
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Damiano.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, sull'emendamento 2.3 Martelli, invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Simonetti ?

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Martelli: prendo atto che l'emendamento 2.3 Martelli è ritirato.
  Passiamo quindi alla votazione dell'articolo 2.
  Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intanto che i colleghi votano, facciamo un grande augurio e grandi congratulazioni al collega Chaouki, per Amira, che è arrivata bellissima nella sua casa nei giorni scorsi (Applausi).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore Damiano ad esprimere il parere della Commissione.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 3.1 Simonetti, 3.2 Simonetti, 3.3 Simonetti, 3.4 Simonetti, 3.5 Airaudo, 3.6 Schullian, 3.7 Simonetti, 3.8 Schullian, 3.9 Schullian, 3.10 Rizzetto e 3.11 Schullian e sugli identici emendamenti 3.12 Rizzetto e 3.13 Pizzolante.

  PRESIDENTE. Gli emendamenti 3.14 Martelli e 3.15 Martelli sono stati ritirati. La invito ad esprimere il parere anche sugli articoli aggiuntivi.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo 3.01 Simonetti.

  PRESIDENTE. Gli altri articoli aggiuntivi sono inammissibili. Prego, onorevole Simonetti.

Pag. 36

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 3.1 Simonetti, 3.2 Simonetti, 3.3 Simonetti, 3.4 Simonetti e 3.5 Airaudo. Esprimo parere contrario sull'emendamento 3.6 Schullian. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 3.7 Simonetti, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento 3.8 Schullian. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 3.9 Schullian e 3.10 Rizzetto. Esprimo parere contrario sull'emendamento 3.11 Schullian, mentre esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Rizzetto 3.12 e Pizzolante 3.13 e sull'articolo aggiuntivo Simonetti 3.01.

  PRESIDENTE. Prego, deputata Ciprini.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 3.1 Simonetti. Esprimo invece parere favorevole sugli emendamenti 3.2 Simonetti, 3.3 Simonetti, 3.4 Simonetti e 3.5 Airaudo. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento 3.6 Schullian. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 3.7 Simonetti. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti 3.8 Schullian, 3.9 Schullian, 3.10 Rizzetto e 3.11 Schullian. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti 3.12 Rizzetto e 3.13 Pizzolante. Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 3.01 Simonetti.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere conforme al relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Simonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore della Lega Nord mentre la relatrice del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Avverto che tutti gli emendamenti a prima firma della deputata Martelli sono stati ritirati dalla presentatrice.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Simonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Simonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Simonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Airaudo, con il parere contrario Pag. 37della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  L'emendamento 3.6 Schullian è ritirato così come l'emendamento 3.8 Schullian.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.7 Simonetti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Il tema dell'equo compenso è stato uno dei temi più partecipati durante le audizioni e il dibattito in Commissione lavoro. Tuttavia vedo che comunque la maggioranza vuole disegnare una sorta di statuto del lavoro autonomo dandogli il titolo di «statuto del lavoro autonomo» ma l'unica parte che darebbe dignità al testo è proprio prevedere che le prestazioni professionali dei liberi professionisti abbiano una valenza minima e una quantificazione minima proprio per non essere considerato un lavoro di serie B rispetto al lavoro non autonomo che è molto tutelato, mentre i liberi professionisti non sono tutelati e vedremo anche nel seguito dell'articolato che non ci sono assicurazioni pubbliche per quanto riguarda il mancato incasso per le prestazioni professionali. Anche il presidente Damiano durante il dibattito in Commissione si è più volte soffermato sulla bontà di inserire un ritorno a un tariffario, un ritorno ad un equo compenso per dare dignità ai liberi professionisti e soprattutto alle maestranze che i liberi professionisti utilizzano. Quindi trovo veramente particolare che si voglia votare contro, che il relatore di maggioranza proponga una votazione contraria a questo emendamento che non vuol far altro che inserire fra le clausole di nullità del contratto fra le parti quelle che prevedono pagamenti delle prestazioni dei professionisti sotto un livello minimo di decenza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Damiano. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO. Grazie, signora Presidente. L'onorevole Simonetti ha detto una cosa giusta, io credo che il tema dell'equo compenso sia un tema che andrà ripreso ed è un tema giusto che si propone, soprattutto, per il lavoro autonomo, però non va dimenticato che quello che ci chiedono le varie associazioni di lavoratori autonomi – andiamo dai coordinati continuativi fino ai liberi professionisti – è di condurre rapidamente in porto questo provvedimento, perché questo provvedimento fa un salto di qualità di cui dobbiamo andare tutti orgogliosi per il lavoro che abbiamo svolto, un salto di qualità nelle tutele, nella maternità, nei confronti del tema della malattia, nella deducibilità delle spese di formazione e, non da ultimo, nell'introduzione strutturale di un punto, quello della disoccupazione per i collaboratori, che diventerà, come si dice, permanente e sarà in grado di intervenire per la prima volta in assoluto a tutela di quei lavoratori nei momenti di perdita di lavoro e di crisi. Quindi, noi dobbiamo guardare il complesso di questo provvedimento. Anch'io, per evitare, insieme a tutti i miei colleghi, che questo provvedimento potesse non arrivare a compimento, ho dovuto sacrificare alcuni emendamenti ai quali credo profondamente. La battaglia non si esaurisce qui, ma siamo consapevoli che con questo provvedimento noi diamo al lavoro autonomo la stessa dignità e le stesse tutele che nel corso del Novecento abbiamo conquistato per il lavoro dipendente. È un passo importante, un passo avanti ed è un contributo che è il risultato di un lavoro comune di tutti i gruppi in Commissione e in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  TIZIANA CIPRINI. Su questo tema, quello di garantire una paga dignitosa per i lavoratori autonomi, anche noi abbiamo proposto degli emendamenti, ma all'articolo 6. Riteniamo importante, infatti, che si torni a pensare di individuare, per tutti gli autonomi, parametri standard minimi, a tutela non solo del compenso spettante, ma anche della qualità della prestazione resa. L'emendamento che abbiamo proposto è volto a individuare parametri standard minimi per le prestazioni rese dai lavoratori autonomi, a garanzia, quindi, dell'adeguatezza del compenso corrisposto al lavoratore. Riteniamo, infatti, che si debba dare piena rispondenza all'articolo 36 della Costituzione per tutti i lavoratori, anche quelli autonomi che sono stati, in questi anni, completamente abbandonati, ma mai dimenticati dal fisco e dalle tasse. Per questo, voglio ricordare a quest'Aula cosa recita l'articolo 36 della Costituzione: che tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore di appartenenza, possono far valere il diritto a ricevere un compenso che sia correlato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, noi voteremo favorevolmente a questa proposta emendativa del collega Simonetti. Posso capire la buona fede del presidente Damiano quando dice che anche lui ha dovuto rinunciare a delle proposte emendative che evidentemente sono importanti, non soltanto per una determinata parte politica, ma penso per tutta l'Aula, ma anche noi, Presidente e presidenti, abbiamo dovuto rinunciarvi. Tuttavia, se c'era questo desiderio politico di arrivare al raggiungimento di un risultato, vorrei capire perché al Senato questo provvedimento è stato fermo per dei mesi, vorrei capire perché sono passate altre proposte emendative, dopo un ciclo ampio di audizioni, amplissimo di audizioni, e le proposte per l'ennesima volta delle cosiddette minoranze non sono state prese assolutamente in considerazione. Alcuni emendamenti, proprio sull'altare di questa fretta, non sono stati sacrificati, altri emendamenti sono stati sacrificati cercando di arrivare, evidentemente, ad un risultato.
  Io, Presidente, non credo che questo passaggio parlamentare vada a parametrare agli stessi livelli il lavoro autonomo e il lavoro dipendente. Dopodiché, Presidente, noi per primi, anzi, noi tra gli altri, abbiamo proposto questo tipo di iniziativa emendativa per un equo compenso; ricordiamoci, Presidente, che, tanto per fare degli esempi, una certificazione energetica fatta da un professionista costa un tot, una certificazione energetica fatta su un sito Internet costa 30 euro, è chiaro che questa, Presidente, è una concorrenza sleale, contro la quale noi avremmo voluto normare in modo più incisivo questo concetto dell'equo compenso anche rispetto ai professionisti e a coloro che hanno una partita IVA; dopodiché, Presidente, vado a concludere questo mio ragionamento innanzi ai colleghi, dicendo che se è vero che questo provvedimento va ad indicarci la via di un cosiddetto tavolo di lavoro – una volta votato questo provvedimento, una volta reso legge questo provvedimento, andremo a fare un tavolo di lavoro tra le parti – ebbene, in quel tavolo di lavoro, in quel tavolo di trattativa avremmo potuto metterci il concetto dell'equo compenso, e così non è. E, quindi, sta di fatto, delle due l'una, che già con questo passaggio viene decapitato, da parte della maggioranza, questo provvedimento; non è un provvedimento che va, di fatto, ad equiparare il lavoro dipendente al lavoro da professionista. Quindi, Presidente, noi chiaramente voteremo favorevolmente a questa proposta emendativa, ricordando anche al presidente Damiano che ci stiamo occupando sia dell'equo compenso per quanto riguarda i cosiddetti professionisti, sia di una sorta di equo compenso o di trattamento di minimo orario garantito anche per gli stessi dipendenti, nel senso che, in Italia, attualmente, Presidente, alcune categorie di dipendenti privati, circa il 20 per cento, non sono coperte da nessun contratto collettivo nazionale o da nessuna Pag. 39sigla sindacale. Quindi, per quanto ci riguarda, una buona paga oraria, minima, di base, deve essere applicata sia al professionista, al geometra, a coloro che hanno un lavoro da professionisti – il geometra ne è un esempio – ma anche ai cosiddetti dipendenti privati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per tornare su questo tema dell'equo compenso, segnalando come si sia persa un'occasione per cercare di sistemare quello che ormai è un mercato delle vacche, quello che ormai svilisce qualsiasi rapporto professionale e lega tutto a un mero trattamento della questione da un punto di vista economico, senza prevedere un minimo di riflesso rispetto alla prestazione erogata. Questo accade per le professioni tecniche, per le professioni infermieristiche, per tutti quelli che hanno una partita IVA e si trovano tutti i giorni a dover concorrere rispetto a delle regole di mercato che sono state sdoganate al massimo ribasso. Chi guida questa fila di perversione è la pubblica amministrazione che nei suoi bandi continua ad accettare le gare al massimo ribasso, anche su quelle gare dove la prestazione professionale prevede un sopralluogo, un intervento e una presa d'atto dei luoghi che comporterebbero delle spese inevitabili. Su questi punti, forse, si è persa un'occasione ancora una volta; le professioni le lasciamo sempre di lato e mai affronteremo la questione fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

  CHIARA GRIBAUDO. Grazie, Presidente. Solo per ricordare in quest'Aula che sull'equo compenso, noi, come Partito Democratico, ci siamo fatti promotori di una risoluzione in Commissione che è stata condivisa anche dai colleghi parlamentari, quindi, questo è un tema su cui abbiamo discusso e molto c’è da discutere. Proprio in questa direzione, lo ricordo ai colleghi, abbiamo approvato in Commissione, e lo porteremo all'attenzione dell'Aula, l'articolo 14-ter che istituisce un tavolo proprio perché se è vero che questo è un disegno di legge che dà ed estende a 2 milioni di lavoratori dei diritti che non hanno mai avuto, che non hanno mai avuto occasione di avere e, invece, in questo caso viene esteso a delle lavoratrici e a dei lavoratori un elenco di diritti importanti, ebbene, vorrei ricordare al collega Simonetti che noi qui non stiamo facendo lo Statuto del lavoro autonomo, ma diamo delle garanzie diverse. È bene, poi, andare a disciplinare in maniera più ordinata e più organica, e quindi affrontare il tema dell'equo compenso e l'articolo 36 della Costituzione, in un'altra situazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie, Presidente, solo per sottoscrivere l'emendamento a nome del gruppo di Forza Italia e per annunciare il voto favorevole, ma anche per prendere atto dell'impegno in quest'Aula del presidente Damiano a continuare una battaglia che abbiamo iniziato, come è stato appena ricordato, in maniera trasversale in Commissione lavoro sulla questione dell'equo compenso, anche perché ci troviamo di fronte a una risoluzione già approvata, che vede tutti i gruppi parlamentari impegnati. Sicuramente è un'occasione perduta, ma è anche vero che ci troviamo di fronte a un provvedimento che allargherà comunque i diritti del lavoro dipendente a quel mondo autonomo, che fino ad oggi non li ha potuti apprezzare, e naturalmente i tempi, in qualche modo, ci hanno costretto a, come dire, recedere su alcune posizioni che avevano visto, anche sull'equo compenso, l'impegno di tutti. Quindi, il mio intervento è soprattutto per prendere atto dell'impegno del presidente Damiano proprio a proseguire insieme questa battaglia.

Pag. 40

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 3.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,20)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

  L'emendamento Schullian 3.8 è stato ritirato, l'emendamento Schullian 3.9 è stato ritirato. Passiamo all'emendamento Rizzetto 3.10.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzetto 3.10, su cui c’è l'invito al ritiro, o parere contrario, della Commissione e del Governo, parere favorevole del relatore della Lega Nord e su cui si rimette all'Aula il relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

  L'emendamento Schullian 3.11 è ritirato.
  Siamo agli identici emendamenti Rizzetto 3.12 e Pizzolante 3.13.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rizzetto 3.12 e Pizzolante 3.13, su cui c’è l'invito al ritiro, o parere contrario, della Commissione e del Governo, parere favorevole del relatore della Lega Nord e parere contrario del relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

  L'emendamento Martelli 3.14 è ritirato, così come l'emendamento Martelli 3.15.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stiamo votando l'articolo 3, l'articolo aggiuntivo si vota dopo, come è d'uopo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

  Ora passiamo, per la gioia dell'onorevole Polverini, all'articolo aggiuntivo 3.01 Simonetti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01 Simonetti, su cui c’è l'invito al ritiro, o parere contrario, di Commissione e Governo, e parere favorevole di entrambi i relatori di minoranza della Lega Nord e del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Pag. 41

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,25)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
  Identici emendamenti 5.1 Placido, 5.2 De Girolamo e 5.3 Ciprini. Onorevole Damiano, prego.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.4 Simonetti.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.5 Rizzetto.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti 5.6 Polverini, 5.7 Pizzolante e 5.8 Palladino.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.9 Simonetti.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.10 Polverini.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.11 Placido.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento 5.12 Martelli è ritirato.
  Onorevole Simonetti, prego: identici emendamenti 5.1 Placido, 5.2 De Girolamo e 5.3 Ciprini.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.4 Simonetti.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.5 Rizzetto.

Pag. 42

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti 5.6 Polverini, 5.7 Pizzolante e 5.8 Palladino.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.9 Simonetti.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.10 Polverini.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 5.11 Placido.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole. È favorevole anche l'emendamento 5.12 Martelli.

  PRESIDENTE. È ritirato.
  Onorevole Ciprini, prego: identici emendamenti 5.1 Placido, 5.2 De Girolamo e 5.3 Ciprini.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. 5.4 Simonetti ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. 5.5 Rizzetto ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. 5.6 Polverini, 5.7 Pizzolante e 5.8 Palladino ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. 5.9 Simonetti ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. 5.10 Polverini ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. 5.11 Placido ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Contrario.

  PRESIDENTE. Abbiamo finito. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme al relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.1 Placido, 5.2 De Girolamo e 5.3 Ciprini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Intervengo sull'emendamento soppressivo da noi proposto: allora, noi chiediamo la soppressione di questa delega perché contiene un'operazione occulta di smantellamento della pubblica amministrazione, perché quella che è contenuta in questo articolo di delega è una vera e propria devolution occulta.
  Questo articolo, infatti, è una delega a rimettere nelle mani delle professioni organizzate in ordini o collegi gli atti pubblici, con il pretesto di semplificare l'attività delle amministrazioni pubbliche e ridurre i tempi di produzione, ma invece che assumere, ad esempio, i vincitori e gli idonei di concorsi pubblici che hanno svolto per merito tutta la procedura concorsuale e che ancora adesso attendono di essere assunti, quindi per svolgere queste attività chiaramente di semplificazione e riduzione dei tempi, si preferisce invece smantellare pezzo a pezzo la pubblica Pag. 43amministrazione, questa volta devolvendo appunto spazi e pezzi della pubblica amministrazione alle professioni.
  Allora tale norma rappresenta un arretramento delle funzioni statali delle pubbliche amministrazioni, perché il disegno evidente è quello di smantellare la PA invece di rafforzare e rendere efficiente la macchina statale, devolvendo quindi funzioni e compiti propri di un'amministrazione ai liberi professionisti, che però verrebbero caricati di oneri senza alcuna contropartita economica, tanto è vero che nell'attuazione della predetta norma si fa riferimento a «che non devono derivare nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che le amministrazioni competenti provvedono ai relativi adempimenti mediante le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente».
  Quindi nessuna contropartita per i professionisti, ma solo una resa delle funzioni amministrative da parte dello Stato ai privati.
  Per questo abbiamo proposto in Commissione e lo riproponiamo qui in Aula questo articolo soppressivo della delega, invece in Commissione è stata soppressa solo la lettera d) in materia di fascicolo del fabbricato, ma questo perché si era già pronunciata la giurisprudenza in merito all'inutilità del fascicolo del fabbricato, sia per quanto riguarda la prevenzione del rischio sismico e sia perché sarebbe stata una inutile e una nuova tassa occulta a carico dei proprietari degli immobili, quindi è intervenuta la giurisprudenza a cassare completamente la lettera d).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Grazie Presidente, siamo anche noi contrari a questa delega, il cui contenuto consiste essenzialmente nel dismettere funzioni pubbliche e devolverle a vantaggio di ordini professionali e se, come è vero – lo ricordava la collega Ciprini qualche minuto fa – i professionisti che lavorano per la pubblica amministrazione non è detto che ci guadagnino, non è altrettanto detto che invece non ci perdano i cittadini.
  Avevamo insistito perché questo fosse chiaro con un emendamento specifico, ma l'emendamento non è stato accolto durante la discussione in Commissione.
  Siamo nel quadro sostanziale di una dismissione di funzioni pubbliche e non ci pare che sia proprio il caso, in un momento nel quale lungo questo piano inclinato ci siamo già da tanto tempo, con gli esiti che vediamo sotto gli occhi di tutti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.1 Placido, 5.2 De Girolamo e 5.3 Ciprini, con il parere contrario di Commissione, Governo e relatore Lega Nord, favorevole della relatrice 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Simonetti, con il parere contrario di Commissione, Governo e della relatrice Cinque Stelle, favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Rizzetto, con il parere contrario di Commissione, Governo e della relatrice Cinque Stelle, si rimette all'Aula il relatore della Lega.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 44
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.6 Polverini, 5.7 Pizzolante e 5.8 Palladino, con il parere contrario di Commissione, Governo e della relatrice Cinque Stelle, favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.9 Simonetti, con il parere contrario di Commissione, Governo e della relatrice Cinque Stelle, favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.10 Polverini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Sì, grazie, Presidente, io ritiro questo emendamento, perché, insieme ai colleghi di altri gruppi parlamentari e naturalmente parlando con il Governo, abbiamo deciso di presentare un ordine del giorno e quindi evito di far votare il mio emendamento, grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.11 Placido, con il parere contrario di Commissione, Governo e della relatrice Cinque Stelle, favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Emendamento 6.200 della V Commissione (Bilancio), parere favorevole. Invito al ritiro o parere contrario sull'emendamento 6.4 Simonetti e sugli articoli aggiuntivi 6.01 e 6.02 Ciprini.

  PRESIDENTE. Onorevole Simonetti ?

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Emendamento 6.200 della V Commissione (Bilancio), parere favorevole. Parere favorevole sull'emendamento 6.4 Simonetti. Mi rimetto all'Aula sull'articolo aggiuntivo 6.01 Ciprini. Parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 6.02 Ciprini.

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Emendamento 6.200 della V Commissione (Bilancio), favorevole. Mi rimetto Pag. 45all'Aula sull'emendamento 6.4 Simonetti. Parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 6.01 e 6.02 Ciprini.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione, Governo e di tutti i relatori compresi quelli di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Simonetti, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore della Lega Nord, si rimetta all'Aula la relatrice del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01 Ciprini, parere contrario di Commissione e Governo, si rimette all'Aula il relatore Lega, favorevole la relatrice del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.02 Ciprini, parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 6-bis – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Emendamento 6-bis.200, parere favorevole.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario ?

Pag. 46

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6-bis.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione, Governo e relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6-bis, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4135-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere i pareri.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 7.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unico articolo aggiuntivo presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

  Invito i relatori ad esprimere i pareri sull'articolo aggiuntivo 8.01 Ciprini.

Pag. 47

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti parere contrario.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Contrario.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.01 Ciprini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore della Lega Nord, e con il parere favorevole della relatrice del MoVimento 5 Stelle.

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere i pareri.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti parere contrario sull'emendamento 9.1 Simonetti, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 9.100 della Commissione. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti parere contrario sull'emendamento 9.2 Simonetti.

  PRESIDENTE. L'emendamento 9.3 Martelli è ritirato.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti parere contrario sull'emendamento 9.4 Simonetti.

  PRESIDENTE. Onorevole Simonetti ?

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 9.1 Simonetti, 9.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, 9.2 e 9.4 Simonetti.

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini ?

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento 9.1 Simonetti, favorevole sull'emendamento 9.100 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e contrario sugli emendamenti 9.2 e 9.4 Simonetti.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.1 Simonetti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Noi chiediamo la soppressione completa di questo articolo che rubrica: accesso alle informazioni sul mercato e servizi personalizzati di orientamento, riqualificazione e ricollocazione, perché sostanzialmente con questo articolato si va a paragonare il lavoro autonomo al lavoro dipendente, si dà la possibilità ai centri Pag. 48per l'impiego dell'intermediazione della libera professione. La libera professione è tale proprio perché è fiduciaria rispetto al committente e se invece è prevista un'intermediazione di un ente pubblico, e molto probabilmente questo articolato serve per dare dignità all'Anpar che ovviamente motu proprio non riesce a decollare, ciò fa sì che viene a essere svilita quella parte appunto fiduciaria, quel rapporto che deve esserci fra il committente e il libero professionista. Quindi noi vediamo all'interno di questo provvedimento, e questo articolo dimostra la nostra tesi, una volontà, che segue quella degli anni che hanno preceduto questo intervento legislativo, di smantellare gli ordini professionali.
  Si è partiti con la cancellazione per gli stessi della possibilità di vidimare le fatture, di avere un proprio tariffario, non si è voluto fare l'equo compenso, si vuole parificare il lavoro autonomo e il lavoro dipendente portandolo l'intermediazione all'interno dei centri per l'impiego. Non si è data la tutela ai lavoratori autonomi, una tutela statale nelle transazioni commerciali verso i committenti privati, che era un mio emendamento che è stato bocciato precedentemente. Si vuole quindi sostanzialmente portare a un'equiparazione del lavoro professionale (di tutte quelle professioni che sono elencate all'interno degli albi, degli ordini e dei collegi), con il lavoro dipendente o addirittura un'equiparazione fra tutte quelle professioni non riconosciute e le professioni riconosciute attraverso l'iscrizione all'albo. Questa per noi è una dematerializzazione della professionalità delle professioni (scusate il giro di parole, ma è per spiegarmi meglio) che va in quell'ottica della globalizzazione delle professioni in cui un unico titolare di iscrizione all'albo può attraverso le reti (reti che vengono poi ad essere considerate fattibili in un altro articolato) partecipare ai bandi così abbassando il costo dell'offerta, della propria prestazione personale, perché si avvarrà quindi di persone non iscritte, di persone meno abilitate, di persone meno preparate. Avrà la possibilità di vincere quei bandi attraverso anche l'utilizzo dei centri per l'impiego che nascono per dare delle informazioni a queste reti di impresa, a questi liberi professionisti, per poter vincere i bandi pubblici.
  Va di conseguenza che vi è la possibilità di detraibilità delle spese di assicurazione contro i rischi di mancato incasso anche con i committenti privati e ciò fa il paio con il provvedimento della scorsa settimana, in cui si dava la facoltà, o quasi di fatto l'obbligo, alle libere professioni mediche di doversi assicurare per poter appunto sopravvivere; qui si fa la stessa cosa. Questo provvedimento non tutelerà i liberi professionisti, ma anzi questi devono poi tutelarsi autonomamente attraverso la stipula di assicurazioni private. Sarà ovviamente anche questa un'ulteriore manna alle compagnie di assicurazione e mi spiace che la collega Gribaudo non abbia letto l'intervista di oggi del presidente Damiano su l'Unità che sfoggia appunto il nuovo titolo di questo provvedimento e lo definisce: Statuto dei lavoratori. Non lo definisco io, l'ha definito oggi in un'intervista, e l'ha definito ieri all'interno della sua relazione di maggioranza proprio l'onorevole presidente Damiano. Quindi, mi spiace che la collega Gribaudo non abbia colto questo spirito nobile che il suo partito vuole dare al testo, che noi contestiamo fin dalle sue fondamenta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Presidente, questo articolo 9 è un bellissimo libro dei sogni, però rimane lì, nel mondo dell'Iperuranio delle idee, e non ha alcuna attinenza con la realtà, per questo intanto anticipo che ci asterremo nella votazione di questo articolo. Perché ? Con questo articolo si vuole creare una cosa bella, un centro per l'impiego per i lavoratori autonomi, però sappiamo benissimo come sono ridotti allo stato i centri per l'impiego, che sono totalmente inadeguati a fornire servizi di qualità all'utenza: hanno poco personale, sono rimasti impantanati nel caos della bocciatura delle riforme costituzionali, Pag. 49l'ANPAL non si sa che carrozzone sia e non c’è personale adeguato per fare un servizio di qualità ai professionisti. Infatti, per aprire gli sportelli per i lavoratori autonomi occorrerebbe mettere a disposizione innanzitutto un budget adeguato, poi assumere personale specializzato; bisogna avere e pagare personale preparato che conosca il territorio nel quale opera quel determinato professionista, anche il tipo di clientela, quindi il target a cui si va a rivolgere il mondo delle professioni, e poi servizi di livello per i professionisti. Ecco che è chiaro che un ingegnere, ad esempio, avrà un target della specificità del tutto diverso da quello di un architetto. Ebbene, sappiamo oggi che il centro per l'impiego a mala pena riesce a incrociare la domanda e l'offerta per lavoretti di basso profilo, figuriamoci come potranno intermediare domanda ed offerta per il mondo delle professioni. Quindi, certo, sulla carta era bellissimo, ma irrealistico, per questo ci asterremo nella votazione di questo articolo.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, vorrei, attraverso di lei, invitare l'onorevole Ciprini a un uso più sobrio delle parole, in quanto, in merito all'ANPAL, non si tratta di un carrozzone, ma di una struttura fissata dalla legge, dal decreto legislativo applicativo del Jobs Act, e ha iniziato le sue attività dopo aver formato le sue strutture. In particolare, è in fase di avvio l'assegno di ricollocazione, che sarà sicuramente importante. Per quanto riguarda i centri per l'impiego, voglio ricordare che il Ministro Poletti ha assicurato che attraverso le risorse del PON, del Piano nazionale occupazione, del Ministero del lavoro, vi sarà un rafforzamento proprio delle strutture e delle persone dedicate ai nuovi servizi di politiche attive per il lavoro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, anche sulla scorta di quanto appena affermato dal sottosegretario, voglio dire che sono quattro anni che la Commissione lavoro sta cercando di andare a guardare quello che sta succedendo dentro i centri per l'impiego. Lei lo sa, di centri per l'impiego in Italia ce ne sono circa 500, e hanno un costo piuttosto elevato. Il presidente Damiano e i componenti della Commissione lavoro lo ricorderanno: rispetto ad un'indagine conoscitiva che la nostra Commissione ha fatto in pancia ed in seno ai centri per l'impiego, ad esempio, è uscito che soltanto una minima parte di coloro che entrano nei centri per l'impiego vanno poi ad essere effettivamente impiegati in qualche tipo di lavoro; quindi sono quattro anni che ci diciamo che i centri per l'impiego non funzionano. Lasciamo stare quello che la nuova agenzia ha fatto o non ha fatto, che pare evidente ai più attualmente; forse non è un carrozzone, ma è una carrozza che di fatto è ferma, completamente ferma ! Andare ad ampliare le competenze dell'agenzia anche ad una nuova categoria che solitamente, storicamente, non andava presso i centri per l'impiego a richiedere lavoro, mi sembra effettivamente troppo. Ci sono delle proposte di legge ferme, per quanto riguarda la rivisitazione dei centri per l'impiego, e guarda caso – e se non ricordo male – a metà di questo mese ci sarà l'esame di una mozione del collega professor Dell'Aringa, che – ripeto, se non ricordo male – vuole andare a toccare quello che è il ventre molle di questa struttura che sono i centri per l'impiego, che andremo a votare entro la fine del mese.
  Quindi, tutto bene, ci mancherebbe altro, nel senso che siamo i primi a dire: «andiamo a toccare quello che i centri per l'impiego attualmente, per carenza di risorse, non riescono a fare» ma altra cosa è dire che questa roba qui è un passo avanti.

Pag. 50

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, io vorrei dire questo: ha ragione il sottosegretario Bobba, l'ANPAL è un tentativo importante, un passo avanti per rimettere al centro il rapporto fra offerta e domanda di lavoro. Io sono sempre stato contrario alla demonizzazione dei centri per l'impiego. Dobbiamo sapere che in Italia, anche nel recente passato, abbiamo avuto dei centri per l'impiego di eccellenza e centri per l'impiego che non hanno funzionato, allora si tratta di rimuovere le cause, ma non demonizzare lo strumento.
  In secondo luogo, ricordo sempre che sarà difficile avere una funzione di intermediazione tra domanda ed offerta quando in Italia abbiamo 10.000 addetti a fronte dei 100.000 della Germania o della Gran Bretagna. È evidente che ci vogliono addetti qualificati e risorse ben indirizzate. Se il Governo andrà in questa direzione per valorizzare lo strumento pubblico dell'intermediazione di manodopera, senza escludere le alleanze con i centri – penso, ad esempio, al lavoro interinale e alle agenzie per il lavoro –, credo che finalmente faremo un passo nella direzione di fare incontrare chi chiede lavoro a chi domanda un impiego, insieme al fatto che non va sottovalutato che di recente abbiamo anche compiuto un'altra scelta che secondo me è quella fondamentale, cioè l'alternanza scuola-lavoro, che insegna ai nostri giovani, mentre studiano, ad apprezzare quello che è il mondo del lavoro, avendo probabilmente – questo sarebbe l'obiettivo – una piccola retribuzione e un piccolo riconoscimento che può aprire anche la strada di un ingresso nel mondo del lavoro e di una carriera normale nel corso della vita.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, intervengo per unirmi alle sagge parole del collega Damiano. Per la prima volta ho sentito mettere l'accento sull'unica, vera, grossa questione che riguarda il cosiddetto Jobs Act: quello che non funziona nel sistema è che le politiche attive del lavoro non sono finanziate. Ci vuole un servizio del lavoro che abbia in ogni impresa un suo terminale che segnali quali sono i posti di lavoro che verosimilmente il prossimo anno dovranno essere coperti, e ci vuole un sistema della formazione capace di recepire in tempo reale le indicazioni che vengono dal sistema di sorveglianza sopra accennato, in modo da preparare i lavoratori per i posti di lavoro che effettivamente si libereranno.
  Se il Jobs Act non funziona così bene come vorremmo è perché, mentre l'architettura a me sembra buona, anche se si possono fare molte correzioni, quello che è mancato fino ad ora è la capacità, la volontà e la decisione di trovare le risorse per costruire effettivamente quel sistema del lavoro senza il quale l'ideale di accompagnare i lavoratori da posto di lavoro a posto di lavoro di lavoro, sostituendo il vecchio sistema che difendeva posti di lavoro decotti e indifendibili, non può funzionare. Il lavoratore quando perde il posto di lavoro non si fida e ha paura, e nasce questo isterismo di cui stiamo soffrendo le conseguenze e che travolge buona parte delle nostre politiche del lavoro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Simonetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Pag. 51

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 Simonetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Simonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della relatrice del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza Damiano ad esprimere il parere della Commissione.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie, signora Presidente. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento 10.1 Schullian.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento 10.2 Schullian è stato ritirato.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 10.3 Simonetti, 10.4 Simonetti e 10.5 Placido.

  PRESIDENTE. Gli emendamenti 10.6 Martelli e 10.7 Schullian sono stati ritirati. Prego, onorevole Simonetti.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 10.1 Placido, 10.3 Simonetti e 10.4 Simonetti. Esprimo, invece, parere contrario sull'emendamento 10.5 Placido.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Ciprini.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 10.1 Placido, 10.3 Simonetti e 10.4 Simonetti mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento 10.5 Placido.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 52

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.1 Placido.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Non c’è alcuna ragione plausibile per la quale si dia la delega al Governo su una materia tanto delicata quanto la sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare dentro gli studi professionali. Peraltro la lettera d), che avevamo chiesto di emendare ma, essendo un emendamento a firma della collega Martelli, è stato ritirato, prevede addirittura che il Governo, esercitando la delega, possa semplificare e razionalizzare anche la materia che riguarda l'apparato sanzionatorio in caso di violazione delle norme vigenti. Ci pare una previsione veramente eccessiva in un momento nel quale continuano ad essere incredibilmente elevati il numero di incidenti anche mortali sui luoghi di lavoro. Crediamo che questa materia vada sottratta alla delega.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Placido, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore della Lega Nord e il parere contrario della relatrice del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Simonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo, della relatrice del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.4 Simonetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 Placido, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore della Lega Nord, mentre la relatrice del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Pag. 53

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
  Emendamento 11.1 Simonetti.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.2 Palladino.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.3 Simonetti.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.100 della Commissione.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.4 Mannino.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.6 Simonetti.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Simonetti.
  Emendamento 11.1 Simonetti.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.2 Palladino.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.3 Simonetti

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.100 della Commissione.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.4 Mannino.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.6 Simonetti.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini.
  Emendamento 11.1 Simonetti.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.2 Palladino.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.3 Simonetti

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

Pag. 54

  PRESIDENTE. Emendamento 11.100 della Commissione.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.4 Mannino.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 11.6 Simonetti.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme al relatore di maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Simonetti, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e sul quale si rimette all'Assemblea la relatrice di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.2 Palladino che è ritirato, scusate.
  Passiamo allora all'emendamento 11.3 Simonetti.
  Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.3 Simonetti, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione, Governo e relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.4 Mannino, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole della relatrice di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del gruppo Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.6 Simonetti, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Pag. 55

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Passiamo, dunque, ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 4135-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4135-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
  Emendamento 13.1 Airaudo.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 13.2 Ciprini.

  CESARE DAMIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Simonetti.
  Emendamento 13.1 Airaudo.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 13.2 Ciprini.

  ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini.
  Emendamento 13.1 Airaudo.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 13.2 Ciprini.

  TIZIANA CIPRINI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Airaudo, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.2 Ciprini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Intervengo perché voglio far notare all'Aula la curiosità dell'effetto paradosso con cui viene formulato Pag. 56questo articolo di cui noi abbiamo chiesto la soppressione di un inciso, perché la formulazione dell'articolo 13 prevede che la gravidanza, la malattia o l'infortunio dei lavoratori autonomi che prestano la loro attività in via continuativa per il committente non comportano l'estinzione del rapporto di lavoro, la cui esecuzione su richiesta del lavoratore rimane sospesa senza diritto al corrispettivo per un periodo non superiore a 150 giorni per anno solare, fatto salvo il venir meno dell'interesse del committente.
  Ecco, noi abbiamo chiesto di sopprimere questo inciso, cioè «fatto salvo il venir meno dell'interesse del committente», perché in sostanza si riconosce, giustamente, al lavoratore autonomo il diritto alla sospensione del rapporto di lavoro, per un periodo non superiore a 150 giorni, con il committente, in caso di gravidanza, malattia e infortunio, ma subito dopo si usa questa espressione. Quindi, il committente, a suo insindacabile ed arbitrario giudizio, potrebbe ritenere, come accade adesso anche facilmente, che quella sospensione fa venir meno il suo interesse e dunque risolvere così e sciogliere a suo piacimento il rapporto di lavoro con l'autonomo. Di fatto, tale formulazione annulla ciò che viene concesso nell'articolo prima, quindi si tratta di una infelice formulazione, con un effetto paradosso che vuole solo illudere di dare un importante diritto, ma poi con quella formulazione, concretamente, gli viene cassato.
  Quindi, chiediamo l'abrogazione di questo inciso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.2 Ciprini, con il parere contrario di Commissione e Governo, e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

  Ci fermiamo qui e proseguiamo con le votazioni domani mattina; onorevole Palese, era stato concordato con la Commissione che ci saremmo fermati qui.

Interventi di fine seduta.

  PRESIDENTE. Ci sono alcuni interventi di fine seduta, chiedo ai colleghi di allontanarsi silenziosamente per quanto è possibile.
  Il primo a intervenire è l'onorevole Fanucci. Prego, ne ha facoltà. Colleghi, fate un po’ piano perché ci sono due interventi di fine seduta.

  EDOARDO FANUCCI. Grazie, Presidente. Questa notte, alle ore 5, a Staffoli, in provincia di Pisa, due cavalli importanti sono stati rapiti: sì, sono stati rapiti. Non siamo nel film Il padrino o in altri momenti nella nostra storia purtroppo recenti, siamo in Italia e due campionissimi, non soltanto italiani ma europei internazionali, dal grande presente e non soltanto dal grande futuro, sono stati rapiti. Non ne conosciamo i motivi, dobbiamo soltanto credere che le istituzioni siano in grado di dare fiducia e speranza a un mondo, quello dell'ippica, che sta vivendo certo un momento non facile e che aveva in questi cavalli la speranza di un futuro migliore rispetto al presente che stiamo vivendo.
  Si tratta di Unicka, una cavalla straordinaria, la migliore della sua generazione in Italia, certamente la migliore anche d'Europa. Unicka è in grado di vincere il derby e l'Orsi Mangelli, l'unica femmina di quattro anni, e Vampire Dany, un cavallo erede di Varenne. Cavalli che fanno sognare, ma che fanno anche sperare un mondo, quello dell'ippica, che ha in questo momento un gran bisogno non soltanto di sognare, ma anche di poter resistere in un momento difficile come quello che stavo Pag. 57dicendo. Un abbraccio forte ai proprietari, alla signora Giovanna, e a Gianluca Lami, proprietari forti e coraggiosi, e devo essere onesto: non sono loro i proprietari, è l'ippica italiana ad aver perso elementi importanti delle proprie fondamenta. Quindi un vero abbraccio, un grande abbraccio a tutti loro e una speranza che i nostri Carabinieri, le nostre forze dell'ordine possano riuscire a colmare questo vuoto che oggi c’è in tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare la risposta un atto ispettivo, il n. 4-15131. L'atto è in merito alla mancata assegnazione della delega per le adozioni internazionali. In seguito alla formazione del Governo Gentiloni, questa delega non è stata riassegnata...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore abbassate il tono della voce.

  EMANUELE SCAGLIUSI. ...è una delega importante per il mondo delle adozioni internazionali. In più, negli ultimi giorni, è anche terminato il mandato della Vicepresidente della Commissione adozioni internazionali (CAI), quindi tutto il mondo delle adozioni, le famiglie e i bambini che sono attualmente in attesa di conclusione dell'iter adottivo, stanno aspettando queste nomine, perché senza il corretto funzionamento della CAI il mondo delle adozioni è bloccato e fermo. Quindi, riporto in quest'Aula anche la disperazione da parte delle famiglie e dei bambini adottivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 8 marzo 2017, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 2233 – Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (Approvato dal Senato) (C. 4135-A).

  e delle abbinate proposte di legge: MOSCA ed altri; CIPRINI ed altri; CIPRINI ed altri; MUCCI ed altri; GRIBAUDO ed altri (C. 2014-3108-3120-3268-3364).
  — Relatori: Damiano, per la maggioranza; Simonetti e Ciprini, di minoranza.
   2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   BINDI ed altri: Disposizioni per la protezione dei testimoni di giustizia (C. 3500-A).
  — Relatori: Dambruoso e Mattiello.

  (ore 11)

  3. – Seguito della discussione della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali adottata il 14 gennaio 2017 (Doc. CCL, n. 1) (Doc. XVI, n. 3).

  — Relatori: Manciulli, per la III Commissione; Causin, per la IV Commissione.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16,30)

  5. – Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 9 e 10 marzo 2017.

  La seduta termina alle 19,35.

Pag. 58

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nella votazione n. 1 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 1 la deputata Gullo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni n. 1 e n. 2 i deputati Pagani e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 3 il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 6 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 10 la deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 12 i deputati Rotondi, Pesco e De Rosa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 13 e 14 il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazioni dalla n. 13 alla n. 15 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 18 il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 20 il deputato Tripiedi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
   nella votazione n. 24 la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 25 il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 25 la deputata Iacono ha segnalato che ha erroneamente votato a contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nelle votazioni dalla n. 30 alla n. 36 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 37 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni n. 38 e n. 39 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;Pag. 59
   nella votazione n. 44 il deputato Mazziotti Di Celso ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
   nella votazione n. 50 i deputati Molea e Moretto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 53 il deputato Bobba ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 54 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

Pag. 60

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. TU pdl 2607 e abb.-B - odg 9/1 388 380 8 191 146 234 102 Resp.
2 Nom. odg 9/2607 e abb.-B/5 408 406 2 204 167 239 99 Resp.
3 Nom. TU pdl 2607 e abb.-B - voto finale 449 342 107 172 304 38 95 Appr.
4 Nom. Ddl 4135-A - em. 1.2, 1.3, 1.4 435 426 9 214 135 291 93 Resp.
5 Nom. em. 1.5 434 427 7 214 31 396 93 Resp.
6 Nom. artiolo 1 438 335 103 168 315 20 93 Appr.
7 Nom. articolo 2 445 323 122 162 323 93 Appr.
8 Nom. em. 3.1 449 444 5 223 156 288 93 Resp.
9 Nom. em. 3.2 446 444 2 223 160 284 93 Resp.
10 Nom. em. 3.3 447 446 1 224 161 285 93 Resp.
11 Nom. em. 3.4 446 444 2 223 158 286 93 Resp.
12 Nom. em. 3.5 441 439 2 220 157 282 93 Resp.
13 Nom. em. 3.7 432 432 217 160 272 93 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.10 438 347 91 174 69 278 93 Resp.
15 Nom. em. 3.12, 3.13 436 435 1 218 71 364 93 Resp.
16 Nom. articolo 3 444 408 36 205 396 12 92 Appr.
17 Nom. articolo agg. 3.01 440 437 3 219 160 277 92 Resp.
18 Nom. articolo 4 442 424 18 213 424 91 Appr.
19 Nom. em. 5.1, 5.2, 5.3 438 437 1 219 149 288 92 Resp.
20 Nom. em. 5.4 429 423 6 212 64 359 92 Resp.
21 Nom. em. 5.5 443 384 59 193 10 374 92 Resp.
22 Nom. em. 5.6, 5.7, 5.8 441 433 8 217 75 358 91 Resp.
23 Nom. em. 5.9 437 436 1 219 72 364 91 Resp.
24 Nom. em. 5.11 438 437 1 219 89 348 91 Resp.
25 Nom. articolo 5 444 410 34 206 323 87 91 Appr.
26 Nom. em. 6.200 428 419 9 210 418 1 91 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6.4 432 337 95 169 64 273 91 Resp.
28 Nom. articolo 6 435 340 95 171 340 91 Appr.
29 Nom. articolo agg. 6.01 430 374 56 188 101 273 91 Resp.
30 Nom. articolo agg. 6.02 427 423 4 212 154 269 91 Resp.
31 Nom. em. 6-bis.200 434 433 1 217 433 90 Appr.
32 Nom. articolo 6-bis 439 429 10 215 416 13 90 Appr.
33 Nom. em. 7.200 430 429 1 215 429 90 Appr.
34 Nom. articolo 7 437 321 116 161 321 90 Appr.
35 Nom. articolo 8 436 336 100 169 336 90 Appr.
36 Nom. articolo agg. 8.01 432 431 1 216 98 333 90 Resp.
37 Nom. em. 9.1 414 412 2 207 61 351 88 Resp.
38 Nom. em. 9.100 429 428 1 215 428 88 Appr.
39 Nom. em. 9.2 417 414 3 208 60 354 88 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 9.4 421 420 1 211 63 357 88 Resp.
41 Nom. articolo 9 428 333 95 167 317 16 88 Appr.
42 Nom. em. 10.1 419 418 1 210 104 314 88 Resp.
43 Nom. em. 10.3 419 417 2 209 63 354 88 Resp.
44 Nom. em. 10.4 412 410 2 206 63 347 88 Resp.
45 Nom. em. 10.5 423 345 78 173 53 292 88 Resp.
46 Nom. articolo 10 412 325 87 163 298 27 89 Appr.
47 Nom. em. 11.1 412 329 83 165 61 268 89 Resp.
48 Nom. em. 11.3 410 408 2 205 142 266 89 Resp.
49 Nom. em. 11.100 407 403 4 202 402 1 89 Appr.
50 Nom. em. 11.4 419 371 48 186 101 270 89 Resp.
51 Nom. em. 11.6 419 418 1 210 149 269 89 Resp.
52 Nom. articolo 11 420 391 29 196 388 3 89 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 56)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 12 414 400 14 201 399 1 89 Appr.
54 Nom. em. 13.1 415 414 1 208 173 241 89 Resp.
55 Nom. em. 13.2 395 394 1 198 134 260 88 Resp.
56 Nom. articolo 13 402 316 86 159 316 88 Appr.