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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 714 di mercoledì 14 dicembre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Alli, Artini, Bernardo, Bindi, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Bratti, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Catania, Centemero, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costa, Covello, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Menech, Dellai, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Epifani, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Garofani, Gelli, Guerra, La Russa, Lauricella, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marotta, Giorgia Meloni, Meta, Monchiero, Nicoletti, Orlando, Pes, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sani, Scanu, Schullian, Scotto, Tabacci, Turco e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,10.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2567 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 4158).

  PRESIDENTE. Prego i colleghi e le colleghe di prendere posto, per favore.Pag. 2
  L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4158: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016». Ricordo che, nella seduta del 12 dicembre 2016, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
  Ricordo, inoltre, che, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, si è convenuto che le dichiarazioni di voto finale abbiano inizio a partire dalle ore 12.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 4158)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A – A.C. 4158).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 4158), che sono in distribuzione.
  Avverto che, fuori della seduta, sono state ritirate tutte le proposte emendative presentate dalla componente politica Alternativa Libera-Possibile, nonché tutte le proposte emendative a firma dei deputati del gruppo Forza Italia, ad eccezione delle seguenti: Fabrizio Di Stefano 1.8, 13.50, 44.1 e 44.3; Polidori 1.14, 6.13, e 50-bis.01; Laffranco 20.3, 25.2 e 48.20; Polverini 25.3 e 48.21.
  Avverto altresì che, sempre fuori della seduta, sono state ritirate tutte le proposte emendative presentate dalla deputata Santerini, nonché tutte le proposte emendative presentate dai deputati appartenenti al gruppo Lega Nord, ad eccezione dell'emendamento Saltamartini 48.1, di cui è in distribuzione la versione corretta.
  Avverto, infine, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'emendamento Fabrizio Di Stefano 13.50, non previamente presentato in sede referente, che prevede, attraverso una novella al decreto-legge n. 39 del 2009, interventi nei comuni della regione Abruzzo, colpiti dagli eventi sismici del 2009, laddove invece il provvedimento, in particolare all'articolo 13, reca misure che riguardano esclusivamente i comuni che, pure interessati dagli eventi sismici del 2009, abbiano subito ulteriori danni a seguito dei sismi dell'agosto e dell'ottobre scorso.
  Allora, se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la Ministra per i rapporti per il Parlamento ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge. Prego, relatore.

  PIERGIORGIO CARRESCIA, Relatore. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti, stante la necessità che abbiamo di licenziare il provvedimento il prima possibile nello stesso testo che è stato approvato dal Senato.

  PRESIDENTE. Va bene. Grazie, deputato Carrescia. Prego, Ministra.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, il parere è conforme a quello del relatore, con le stesse motivazioni.

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli emendamenti che sono rimasti.
  Emendamento 1.8 Fabrizio Di Stefano, a pagina 2 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare il deputato Di Stefano. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO DI STEFANO. Signora Presidente, in conformità anche con gli altri colleghi, per agevolare e velocizzare l'approvazione di questo provvedimento, che è atteso, anche se, a mio avviso, non è atteso nelle forme specifiche di come è stato articolato, ritiriamo questo emendamento e lo trasformiamo in ordine del giorno, anche se questo e una serie di ulteriori emendamenti presentati, che magari verranno successivamente ritirati, avrebbero rappresentato un sicuro miglioramento di Pag. 3un'impostazione normativa che non è sufficiente per affrontare le drammaticità di questi momenti.
  Contestualmente mi permetto di dire che il mio emendamento, che è stato dichiarato inammissibile in questa sede, era stato dichiarato inammissibile anche in sede d'esame della legge di stabilità, perché quella sede era particolare. Siccome è vero che quel tipo di provvedimento non prevede norme di carattere particolare ma tutte di carattere generale, è giusto che sia così, però poi, nel complesso di quella norma, che è stata approvata, anche quella, in fretta e furia al Senato qualche giorno fa, molti provvedimenti di natura specifica e particolare sono stati inseriti, mentre quella che aveva l'esigenza prioritaria per quelle zone che hanno ancora necessità importantissime di interventi – necessità che devono essere affrontate prima della scadenza dell'anno – è stata dichiarata non ammissibile. Allora, anche qui, due pesi e due misure, che non fanno che danneggiare non la parte politica che rappresento ma un impianto normativo che invece deve essere indispensabilmente migliorato per dare risposte a quei territori.

  PRESIDENTE. Va bene, allora l'emendamento è ritirato. Avverto che è pervenuto anche il ritiro di tutte le altre proposte emendative presentate dai deputati del gruppo Forza Italia; quindi andiamo a pagina 23 del fascicolo, all'emendamento 48.1 Saltamartini (versione corretta).

  PIETRO LAFFRANCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Laffranco, a noi il delegato d'Aula ha dato questa comunicazione.

  PIETRO LAFFRANCO. Mi scusi, Presidente, è esattamente come dice lei. Intendevamo ritirarli, però, uno per ciascuno, anche per poter almeno spiegare le ragioni.

  PRESIDENTE. Vuole intervenire, quindi. Va bene.

  PIETRO LAFFRANCO. Man mano interveniamo, il senso è quello. Era una comunicazione di servizio, più che formale.

  PRESIDENTE. Quindi: l'emendamento 1.14 Polidori è stato ritirato. L'emendamento 6.13 Polidori è stato ritirato. L'emendamento 20.3 Laffranco è stato ritirato.
  Il deputato Laffranco chiede di intervenire. Prego deputato, ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Presidente, intervengo molto brevemente per ribadire due, tre concetti inerenti la nostra decisione politica di ritirare questo ed altri emendamenti, in coerenza con quanto affermato dal collega Di Stefano.
  In realtà questo decreto meritava un approfondimento serio, e purtroppo necessitava di modifiche. Lo dico da parlamentare eletto in Umbria, lo dico da cittadino umbro e lo dico anche da ex consigliere regionale ai tempi, purtroppo, del vecchio evento sismico della fine del 1997. Questo decreto ha delle criticità, e noi avevamo presentato una serie di proposte emendative, e in termini di natura finanziaria e in termini di misure normative e in termini di misure che riguardavano le attività produttive gravemente danneggiate. C'era una serie di questioni da affrontare e da correggere, perché purtroppo questa volta ci sono state, non soltanto nel decreto ma anche nell'agire con cui si è affrontato da parte di alcune istituzioni l'evento sismico, delle criticità di non poco conto.
  Noi però siamo – credo di poterlo dire – non responsabili come quelli che tenevano in piedi i Governi, ma responsabili con la «R» maiuscola, e non vogliamo far decadere questo decreto, nonostante, ripeto, le criticità che ha. Vogliamo ascoltare, noi sì, l'appello del Capo dello Stato, perché l'unica questione di merito che il Presidente della Repubblica ha posto nella crisi di Governo quasi conclusasi – non si sa poi per quanto – è stata quella relativa all'approvazione delle misure sui terremoti che si sono verificati in questo 2016 in Pag. 4alcune parti dell'Italia centrale. Allora abbiamo deciso di procedere al ritiro delle nostre proposte emendative, pur ritenendo, ripeto, che ci siano alcune criticità serie, sia sul modello seguito sia su alcune misure che riguardano la parte finanziaria. Però, ci accingiamo a presentare una serie di ordini del giorno che ci auguriamo il Governo voglia valutare con la doverosa attenzione; ma vedendo il nuovo Ministro, sinceramente non ho dubbi che questo avverrà, vista la sua saggezza e la sua esperienza, perché pensiamo che prontamente il Governo debba valutare una serie di correzioni successive all'approvazione definitiva di questo decreto proprio perché ci sono delle questioni che vanno affrontate.
  Adesso non mi voglio dilungare, Presidente, anche perché se mi dovessi dilungare dovrei entrare nel merito delle criticità; ma siccome siamo qui per approvare il decreto, credo che sia opportuno rinviare la discussione. Mi auguro, però, confidando nell'intelligenza e nell'esperienza del Ministro qui presente, che il Governo valuti non tanto il nostro atto di responsabilità politica, che era doveroso, quanto alcuni contenuti di alcuni ordini del giorno in prospettiva di nuovi interventi.

  PRESIDENTE. Andiamo avanti. Anche l'emendamento 25.2 Laffranco è stato ritirato, così come l'emendamento 25.3 Polverini.
  Ha chiesto di parlare la deputata Polverini. Prego, ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Presidente, ho preso la parola anche due giorni fa in quest'Aula, in sede di discussione sulle linee generali, e ho già avuto modo di rappresentare la posizione di Forza Italia rispetto ad un provvedimento che, seppur tra mille criticità, riteniamo assolutamente fondamentale mettere a disposizione dei nostri concittadini dell'Italia centrale. Avevamo quindi, già allora, indicato una via diversa rispetto alla posizione comunque di critica che avevamo espresso anche di fronte al Presidente del Consiglio uscente, all'ex Presidente del Consiglio, quando venne a riferire sul terremoto stesso.
  Aggiungo un'altra questione, al di là del merito di questo provvedimento, sul perché Forza Italia ha deciso oggi di ritirare i suoi emendamenti e di trasformarli in ordini del giorno, proprio perché sappiamo che, se mai un emendamento dovesse trovare la maggioranza in quest'Aula, quel provvedimento decadrebbe perché non ci sono più i tempi evidentemente per andare nell'altra Camera. Quindi, manteniamo le nostre motivazioni critiche all'interno dello stesso decreto. Mi sento anch'io di sostenere le parole appena espresse dal collega Laffranco rispetto alla necessità di intervenire comunque, anche con provvedimenti successivi, sulle carenze che pure vediamo in realtà del territorio molto compromesse rispetto alle vite delle persone che sono sopravvissute a quei tragici eventi. Infatti, non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo contato oltre 300 vittime. Si tratta di paesi che sostanzialmente rischiano la desertificazione; pertanto, noi dobbiamo mettere in campo tutte le azioni possibili, non soltanto di natura legislativa, per evitare che ciò accada. Quei paesi rappresentano una ricchezza per l'Italia non soltanto dal punto di vista turistico e culturale, ma anche per la produzione del made in Italy. Si tratta di prodotti ricercati in tutto il mondo, per i quali evidentemente dobbiamo evitare l'estinzione. Dobbiamo mettere in campo politiche che tengano conto di un'attività produttiva diversa dalle altre realtà con le quali ci siamo confrontati, anche a fronte di eventi sismici ugualmente drammatici. Penso, infatti, ai tanti allevatori, ai tanti artigiani, ai tanti produttori che fanno proprio di quelle imprese la loro vita e la vita, quindi, dei paesi nei quali vivono. Bisogna mettere in campo, quindi, strumenti innovativi rispetto ad una novità con la quale ci troviamo a confrontarci, con un tessuto produttivo – lo ripeto – diverso dagli altri.
  Però, noi abbiamo deciso di ritirare i nostri emendamenti e di trasformarli in ordini del giorno anche per rispetto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non soltanto perché il Presidente, nel suo brevissimo intervento, non appena Pag. 5assegnato l'incarico al Presidente Gentiloni, ha messo all'ordine del giorno del nuovo Governo proprio la questione, così drammatica, relativa ai nostri concittadini terremotati, ma anche perché domani si recherà ad Amatrice, finendo quel viaggio che non aveva avuto modo di finire per questioni meteorologiche. Io penso che non possiamo permetterci di mandare il Presidente della Repubblica in una realtà come quella di Amatrice, dove sono quasi 250 i morti che, purtroppo, abbiamo dovuto contare, senza che questa Camera abbia dato il via a questo provvedimento.
  Quindi, nel rispetto prima di tutto di quelle persone, quelle che vogliono tornare nei loro paesi, quelle che vogliono riprendere quanto prima possibile una vita normale, e anche nel rispetto del Capo dello Stato, che in questi giorni è stato veramente un grande cittadino per la nostra Italia, noi ritiriamo questi emendamenti proprio per agevolare, questa mattina, il percorso definitivo di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Grazie, deputata Polverini. Comunico che sono stati ritirati dal presentatore gli emendamenti 44.1 e 44.3 Fabrizio Di Stefano.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 48.1 Saltamartini (versione corretta).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Anche il gruppo della Lega, per senso di responsabilità, come già fatto, d'altronde, in Commissione, dove abbiamo ritirato tutti i nostri emendamenti, ritirerà anche in quest'Aula gli emendamenti, perché, come è già stato detto, le popolazioni che vivono nei territori terremotati aspettano, ormai già da più di tre mesi, l'approvazione di questo decreto. Già è stato accumulato un fortissimo ritardo dalla prima scossa e oggi non possiamo assolutamente attardarci ulteriormente.
  Però, abbiamo voluto mantenere un emendamento, che è appunto l'emendamento Saltamartini 48.1, con cui chiediamo fortemente l'attenzione del Governo rispetto ad un dato per noi importante, che riguarda proprio le popolazioni dei territori colpiti dal terremoto. Infatti, quando si va a parlare di contributi e di tributi, dobbiamo renderci conto di un dato: stiamo parlando di una popolazione che non solo ha perso, purtroppo, i propri cari, i propri familiari, gli amici, la casa, ma che ha anche perso quella che era l'unica fonte di reddito che veniva dal lavoro, per chi lo aveva. Le piccole imprese rimaste sono in ginocchio e, poiché questo decreto va a fissare soltanto una proroga delle sospensioni dei tributi, fissando anche una data (il 30 settembre 2017), non ci si rende conto che le popolazioni, i cittadini non potranno assolutamente avere una disponibilità economica e finanziaria entro quella data. Per questo noi chiedevamo e chiediamo con forza che ci possa essere l'esenzione totale dei tributi e dei contributi per i cittadini e per le imprese colpite, sia per quanto riguarda gli adempimenti tributari sia per quelli relativi al pagamento emesso dagli agenti della riscossione. Tutto ciò anche attraverso una somma che può essere destinata e che noi avevamo quantizzato in circa 700 milioni di euro annui, somma che costituisce il limite annuale per la fruizione delle agevolazioni da parte di soggetti beneficiari. Quindi, è per questo che noi chiediamo fortemente al Governo di dare una risposta concreta, visto che il decreto e già carente su molti aspetti e poi sicuramente entreremo nel merito in dichiarazione di voto. Facciamo in modo di andare incontro alle esigenze anche di carattere economico e finanziario dei cittadini e delle imprese, che – lo ripeto – non sono in grado assolutamente di corrispondere queste somme perché non hanno più nessuna fonte di reddito e di guadagni per poter adempiere ai doveri che un cittadino ha in questo Paese. Pertanto, chiediamo il voto su questo emendamento e speriamo che l'Aula, in qualche modo, possa pronunciarsi.

Pag. 6

  PIERGIORGIO CARRESCIA, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIERGIORGIO CARRESCIA, Relatore. Grazie, Presidente. Prendo atto della volontà della Lega di sottoporre al voto questo emendamento, così come rilevo che in Aula c’è stata una unità di intenti su tutto il dibattito che è intercorso, anche in modo approfondito, durante la discussione. Siamo consapevoli – anche rispetto a quello che ha detto ora la collega – che questo è semplicemente un primo passo verso la ricostruzione. L'attenzione che il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio hanno posto, in questi giorni, rispetto al tema del sisma deve essere uno stimolo per tutti al fine di migliorare e di creare l'impianto e le premesse, che già ci sono in questi provvedimenti, per un intervento strutturato e strutturale, che arrivi alla gestione completa della ricostruzione di quei territori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 48.1 Saltamartini (versione corretta), con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Gli emendamenti 48.20 Laffranco e 48.21 Polverini sono stati ritirati.

  ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, come hanno potuto verificare i colleghi e come ha potuto verificare anche lei, noi abbiamo ritirato i nostri emendamenti, che erano, appunto, proposte di modifica al decreto in scadenza, perché una modifica a questo decreto avrebbe comportato la decadenza, di fatto, del decreto stesso, e non ci pareva né giusto né responsabile che questo potesse avvenire. Abbiamo chiesto, però, nel contempo, di trasformare gli emendamenti in ordini del giorno. Gli ordini del giorno stanno pervenendo alla Presidenza.

  PRESIDENTE. Sì.

  ROBERTO OCCHIUTO. Approfitto dell'occasione per chiedere una brevissima sospensione di dieci minuti, affinché tutti gli ordini del giorno che stiamo presentando possano essere ricevuti e correttamente valutati al Governo.

  PRESIDENTE. Va bene, deputato Occhiuto, d'accordo.
  Intanto informo l'Assemblea che anche l'articolo aggiuntivo 50-bis.01 Polidori è stato ritirato. Va bene, concedo i dieci minuti per consentire la trasformazione degli emendamenti in ordini del giorno. Quindi, riprenderemo alle ore 10,45.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 10,55.

  PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, si è concluso l'esame degli emendamenti.
  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 4158)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 4158).Pag. 7
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la Ministra per i rapporti con il Parlamento ad esprimere il parere. Prego, Ministra Finocchiaro.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, signora Presidente. Mi scuso innanzitutto per i pochi minuti in più che ho occupato e che ho sottratto all'Aula...

  PRESIDENTE. No, non si preoccupi.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. ... ma è un bel numero di ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Certo.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Allora, il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/4158/1 Cristian Iannuzzi e n. 9/4158/2 Manzi. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4158/3 Basilio, purché riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4158/4 Crippa e parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4158/5 Vallascas. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4158/6 Gallinella, purché riformulato nel senso di interrompere l'impegno del Governo alle parole: «eventi sismici». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4158/7 Massimiliano Bernini, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4158/8 Micillo, purché riformulato nel senso di impegnare il Governo: «a valutare l'opportunità di monitorare l'applicazione di tale disposizione», piuttosto che scrivendo: «trasmettendo una relazione annuale alle Camere», adempimento che dovrebbe essere previsto dalla legge, «informando le Camere». In questo caso, con la riformulazione accolta, viene accolto come raccomandazione. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4158/9 Vacca, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4158/10 Zolezzi, esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/4158/11 Terzoni e n. 9/4158/12 De Rosa e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4158/13 Vignaroli, purché riformulato nel senso di eliminare il primo impegno. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4158/14 Daga, purché riformulato nel seguente modo: «a valutare la possibilità». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4158/15 Busto, perché la legge finanzia già tutto al 100 per cento, a prescindere da qualunque condizione. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4158/16 Ciprini, purché riformulato nel senso di inserire le parole: «a valutare la possibilità di adottare». Altrettanto per l'ordine del giorno n. 9/4158/17 Arlotti: se riformulato con «a valutare la possibilità di prevedere», parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/4158/18 Locatelli, se si riformula con: «valutare la possibilità», piuttosto che l'opportunità, accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Pastorelli n. 9/4158/19 viene accolto come raccomandazione, e comunque è così già nella legge di bilancio, secondo una previsione della legge di bilancio. L'ordine del giorno Vargiu n. 9/4158/20 – io non so se si può mantenere negli impegni l'espressione: «grande torta», ma questa ovviamente è una valutazione che spetta a lei, signora Presidente, e ai suoi uffici – comunque, essendo già una previsione legislativa è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/4158/21 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Placido n. 9/4158/22, se si riformula con: «valutare la possibilità (...)», il parere è favorevole. L'ordine del giorno Zaratti n. 9/4158/23 contiene la descrizione di una previsione già esistente e, quindi, è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Quaranta n. 9/4158/24, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di» invece della espressione contenuta: «a prevedere», così secca, premessa nell'impegno, è accolto come raccomandazione. Pag. 8Come raccomandazione è accolto anche l'ordine del giorno Melilla n. 9/4158/25 con la riformulazione: «a valutare la possibilità di».
  L'ordine del giorno Fassina n. 9/4158/26 è accolto come raccomandazione. In realtà, è già nella previsione questa funzione del commissario. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Ricciatti n. 9/4158/27, dovremmo prevedere la possibilità di una riformulazione che non solo valuti la possibilità, piuttosto che la secca istituzione della zona franca, e che faccia comunque riferimento alla procedura utilizzata per il terremoto dell'Emilia Romagna. Questa precisazione andrebbe inserita dopo le parole: «ottobre 2016». Con questa riformulazione è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Fratoianni n. 9/4158/28, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di» è accolto come raccomandazione; peraltro, la sanzione sul personale è superata dalla legge che già assegna al totale dei comuni 350 unità aggiuntive di personale. L'ordine del giorno Ferrara n. 9/4158/29, con la riformulazione: «a valutare la possibilità» ha parere favorevole e così l'ordine del giorno Pannarale n. 9/4158/30, con la riformulazione: «a valutare la possibilità», ha parere favorevole. Parere contrario sull'ordine del giorno Ascani n. 9/4158/31.
  L'ordine del giorno Mariani n. 9/4158/32, con la riformulazione: «a valutare la possibilità» è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno Paola Boldrini n. 9/4158/33 è accolto come raccomandazione, facendo riferimento a disposizioni esistenti. L'ordine del giorno Verini n. 9/4158/34 con la riformulazione: «a valutare la possibilità», è accolto come raccomandazione.
  L'ordine del giorno Matarrese n. 9/4158/35, con la riformulazione: «a valutare la possibilità» ha parere favorevole. L'ordine del giorno Preziosi n. 9/4158/43...

  PRESIDENTE. Abbiamo prima l'ordine del giorno Galgano n. 9/4158/36.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, mi dispiace, ma nel mio fascicolo l'ordine del giorno Galgano n. 9/4158/36 non esiste.

  PRESIDENTE. Allora, adesso provvediamo, le facciamo avere il fascicolo che contiene anche quelli che seguono, gli ordini del giorno n. 9/4158/36, n. 9/4158/37 e così via.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Se vuole vado avanti con il parere su tutti gli altri e poi torniamo indietro, o preferisce sospendere...

  PRESIDENTE. Va bene, mi dica il primo che lei ha dopo quest'ultimo ordine del giorno n. 9/4158/35.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. L'ordine del giorno Preziosi n. 9/4158/43 ha parere favorevole. L'ordine del giorno Carrescia n. 9/4158/44 ha parere favorevole con la riformulazione: «la possibilità di». Sull'ordine del giorno Luciano Agostini n. 9/4158/45 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Carella n. 9/4158/46 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Petrini n. 9/4158/47 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Donati n. 9/4158/48, nella formulazione che dice: «a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a prorogare», ha parere favorevole.
  Sull'ordine del giorno Marchetti n. 9/4158/49 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Braga n. 9/4158/50 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Caparini n. 9/4158/51, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di» – e trattandosi di norme già esistenti – è accolto come raccomandazione. Lo stesso vale per l'ordine del giorno Borghesi n. 9/4158/52...

  PRESIDENTE. Quindi, è accolto come raccomandazione, con la riformulazione però.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. È già contenuta nel testo, credo, Presidente, se mi dà Pag. 9un attimo... grazie Presidente. Con la riformulazione: «a valutare l'opportunità» è accolto come raccomandazione. Così anche per l'ordine del giorno Allasia n. 9/4158/53. L'ordine del giorno Simonetti n. 9/4158/54 è accolto come raccomandazione e anche l'ordine del giorno Guidesi n. 9/4158/55; in tutti questi casi ci troviamo di fronte a previsioni normative già esistenti. L'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/4158/56, con la riformulazione: «a valutare la possibilità di»...

  PRESIDENTE. Scusi Ministra, non ho capito il parere sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/4158/55.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/4158/56, con la riformulazione: «a valutare la possibilità», il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/4158/57 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/4158/58 il parere è contrario, ma vorrei informare l'Aula che dovrebbe essere già pronto, anzi, è già pronto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che contiene i criteri a cui si fa riferimento nell'impegno. Sull'ordine del giorno Busin n. 9/4158/59 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/4158/60 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Castiello n. 9/4158/61 il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/4158/62 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Molteni n. 9/4158/63 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/4158/64, con la riformulazione: «a valutare l'opportunità di », il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Saltamartini n. 9/4158/65, il Governo propone la formulazione: «valutare l'opportunità di», bisognerebbe però inserire un riferimento alle norme europee; probabilmente potrebbe essere inserito: «a valutare la possibilità di adottare le opportune iniziative compatibili con le norme europee dirette a esentare i cittadini e le imprese, eccetera...» in questo caso, se è accolta la riformulazione, il parere è favorevole.
  L'ordine del giorno Bossi n. 9/4158/66, con la riformulazione: «a valutare la possibilità» è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Bechis n. 9/4158/67 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Segoni n. 9/4158/68 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Pastorino n. 9/4158/69 il parere è contrario. L'ordine del giorno Matarrelli n. 9/4158/70 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Andrea Maestri n. 9/4158/71 il parere è favorevole.
  Sono riuscita a entrare in possesso dell'ordine del giorno n. 9/4158/34.

  PRESIDENTE. Aspetti, allora torniamo indietro ? Perché qui ne abbiamo ancora. Allora, se vuole ritornare indietro... o andiamo avanti e siamo all'ordine del giorno Amato n. 9/4158/72 e finiamo...

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sono ai suoi ordini Presidente. Possiamo continuare con l'ordine del giorno Polidori n. 9/4158/75.

  PRESIDENTE. Allora, qui mancano gli ordini del giorno n. 9/4158/72, 9/4158/73 e 9/4158/74.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno Amato n. 9/4158/72 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Marzano n. 9/4158/73, Presidente, volevo comunicare all'Aula che la questione è ovviamente molto delicata, perché noi ci riferiamo a regioni e province autonome di Trento e Bolzano per le quali ovviamente vale una specialità. In questo caso, si potrebbero porre questioni di natura e di regime costituzionale: «a valutare l'opportunità e la possibilità – suggerirei io – di individuare e adottare interventi specifici nel pieno rispetto delle prerogative delle autonomie al fine di incentivare...» e così via.

  PRESIDENTE. Quindi, è un parere favorevole con riformulazione ?

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Lo accoglierei Pag. 10come raccomandazione, con una riformulazione che faccia esplicito riferimento al rispetto delle autonomie e delle procedure conseguenti.

  PRESIDENTE. Va bene. Ora abbiamo l'ordine del giorno Agostinelli n. 9/4158/74.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/4158/74, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Polidori n. 9/4158/75 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/4158/76, il parere è favorevole se riformulato nel modo seguente: «valutare la possibilità di».

  PRESIDENTE. Quindi una riformulazione ?

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sì, una riformulazione. Sull'ordine del giorno Fabrizio Di Stefano n. 9/4158/77 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Polverini n. 9/4158/78, il parere è favorevole se riformulato nel modo seguente: «valutare la possibilità di».

  PRESIDENTE. Adesso abbiamo l'ordine del giorno Crimi n. 9/4158/79.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Con la riformulazione «valutare la possibilità di», il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Va bene.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/4158/80, si fa riferimento, nel primo capoverso dell'impegno, all'esenzione dal pagamento di imposte. Il provvedimento è tutto costruito sulla sospensione delle imposte. Peraltro, il parere è assolutamente contrario anche sul secondo capoverso dell'impegno, quindi esprimo parere contrario su questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Adesso siamo all'ordine del giorno Elvira Savino n. 9/4158/81.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Il parere è favorevole con la riformulazione «valutare la possibilità di».
  Sull'ordine del giorno Palmieri n. 9/4158/82, il parere è contrario: la sospensione a cui si fa riferimento riguarda il provvedimento sulla trasparenza; non credo che sia il momento, l'occasione, né il luogo per sospendere l'applicazione del provvedimento sulla trasparenza.
  Sull'ordine del giorno Sandra Savino n. 9/4158/83, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno Brignone n. 9/4158/84 ?

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. È accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Adesso torniamo indietro a quelli che non avevamo ancora visto. Siamo all'ordine del giorno Galgano n. 9/4158/36.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno Galgano n. 9/4158/36 il parere è favorevole.
  L'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/4158/37 è accolto come raccomandazione, se riformulato nel modo seguente: «a valutare la possibilità di».
  Sull'ordine del giorno Giovanna Sanna n. 9/4158/38 se riformulato con le parole «a valutare la possibilità di», il parere sarebbe favorevole.
  Altrettanto per l'ordine del giorno Senaldi n. 9/4158/39: se viene accolta la riformulazione «a valutare la possibilità di», il parere è favorevole.
  Anche per l'ordine del giorno Lodolini n. 9/4158/40 si propone la riformulazione «a valutare la possibilità di» e da questo discenderebbe un parere favorevole.Pag. 11
  L'ordine del giorno Giulietti n. 9/4158/41 riproduce il contenuto di un altro impegno che abbiamo già esaminato con un altro ordine del giorno e dunque, se viene riformulato aggiungendo, dopo le parole «agosto 2006», le parole «secondo le modalità già adottate per il sisma dell'Emilia-Romagna», il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Morani n. 9/4158/42 il parere è favorevole se riformulato con le parole «a valutare la possibilità di».
  Sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/4158/74 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/4158/74 ?

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Me lo aveva già dato.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Glielo avevo già dato ? Le chiedo scusa.

  PRESIDENTE. Sì, sì, il parere sull'ordine del giorno n. 9/4158/74 era favorevole. Abbiamo finito, Ministra.
  Cominciamo, dunque.
  Allora, il primo ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/4158/1 è accolto come raccomandazione. Deputato ? Va bene ? Andiamo avanti.
  Ordine del giorno Manzi n. 9/4158/2, accolto come raccomandazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Ordine del giorno Basilio n. 9/4158/3, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene la riformulazione ? Andiamo avanti.
  Ordine del giorno Crippa n. 9/4158/4, parere contrario, onorevole Crippa ? Chiede di parlare ? Prego, ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Io credo che su questo punto la neo Ministra dovrebbe almeno farsi spiegare dal presidente di Commissione che quanto contenuto nell'ordine del giorno, tra l'altro, è ripreso puntualmente nel parere della X Commissione, che è stato trasmesso alla Commissione competente.
  Ed è un problema molto evidente, perché riguarda i valutatori delle schede AeDES, quelle che permettono l'agibilità, quelle per cui si chiede volontariamente di dare la disponibilità, e quindi sono tecnici, sono periti, sono ingegneri, sono architetti, sono geometri, che devono dare la propria disponibilità per fare queste verifiche strutturali e, quindi, prendersi anche la responsabilità di dire se un determinato immobile è agibile o non agibile. A fronte di questa agibilità viene, poi, dato effettivamente il contributo per la ricostruzione o vengono, comunque, avviate delle procedure che sono vincolanti, quindi quel parere serve.
  Tanto più che c’è stato un appello, che, ad esempio, il Consiglio nazionale degli ingegneri ha esteso ai propri iscritti, chiedendo di partecipare, di dare la propria disponibilità. Perché ? Perché siamo in una condizione numerica, oggi, allarmante. E se vogliamo dare dei tempi di risposta rapidi, se vogliamo consentire alle popolazioni di andare all'interno delle loro case e valutare se quegli immobili possano essere ricostruiti, e quindi dare loro la priorità per la ricostruzione stessa, servono persone.
  Nella maniera in cui servono persone, ovviamente c’è la necessità di quel contributo, che viene detto esteso, volontario, ma, quanto meno, proporzionale. Io oggi non posso pensare che sia in base a un reddito personale. Cioè, quindi c’è una difficoltà, una farraginosità delle misure, che porterebbe gli ordini professionali a farsi dare le dichiarazioni dei redditi dei propri iscritti e valutare se quel quantum dei propri iscritti debba essere uno su 263, se è il corrispettivo giornaliero che gli spetta. Credo che se vogliamo semplificare la procedura, servirebbe omogeneizzare questi tipi di quantum e dare una cifra costante e fissa, in maniera tale che anche i giovani, che possono fare questo tipo di attività, non si trovino a farlo per 5 euro al giorno, visto che, da un lato, il Ministro Calenda faceva vanto che gli ingegneri in Pag. 12Italia costano poco, dall'altro, però, attenzione perché, se costano talmente poco e devono sottrarsi dalla loro attività lavorativa quella settimana e non vengono nemmeno pagati – non dico pagati con uno stipendio, ma almeno rimborsati per il tempo che dedicano a questa attività, che è, così come è scritta all'interno del decreto, funzionale, cioè senza quell'attività non si fa nulla –, io credo che sia un punto veramente importante stabilire un quantum complessivo senza fare troppe distinzioni e facendo sì che i giovani – ingegneri, architetti, geometri, periti – che si vogliano prestare a questa attività, quanto meno si vedano riconosciuti un rimborso che sia degno e decoroso dell'attività che vanno a svolgere e funzionale alla ricostruzione stessa.
  Su questo punto credo che ci sia veramente un'attenzione che, almeno in X Commissione, è stata posta e inserita all'interno del parere. Gradirei qualche interlocuzione, visto che non abbiamo potuto presentare emendamenti per un'ovvia ragione di scadenza, quanto meno però non diamo pareri così affrettati, perché altrimenti, qui la ricostruzione non parte, se i tecnici e gli ingegneri non si mettono, a questo punto, a lavorare in condizioni degne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/4158/4, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Siamo al n. 9/4158/5 Vallascas, parere favorevole. Andiamo avanti, n. 9/4158/6 Gallinella, accolto come raccomandazione se riformulato, accetta la riformulazione ? Bene.
  Ordine del giorno n. 9/4158/7 Massimiliano Bernini, parere contrario.
  Ha chiesto di parlare il deputato Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno noi vogliamo impegnare il Governo a procrastinare di un anno, ovvero fino al primo gennaio 2018, l'entrata in vigore del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177. Sarebbe l'attuativo della legge Madia, recentemente bocciata dalla Consulta, che prevede lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato entro il prossimo 31 dicembre 2016 e l'assorbimento di gran parte del personale (agenti, tecnici e amministrativi) nell'Arma dei carabinieri, in un processo di militarizzazione veramente antistorico e senza senso, con il quale si rischia di perdere competenze e funzioni a tutela dell'ambiente e degli altri beni comuni e si rischia anche di perdere i diritti dei lavoratori sanciti dalla Costituzione, in primis i diritti sindacali.
  Anche in questo provvedimento sul terremoto rileviamo tutta l'ambiguità del Governo in merito, appunto, al Corpo forestale dello Stato, perché se da una parte lo si scioglie – la legge Madia ha deciso di sciogliere questo Corpo di polizia a ordinamento civile, che conta circa duecento anni di storia – dall'altra, in questo provvedimento appunto, se ne riconosce l'importanza. Perché ? Perché si conferisce al 1515 – sarebbe il numero di emergenza del Corpo forestale dello Stato – la facoltà di ricevere le segnalazioni degli allevatori e agricoltori colpiti dal sisma. Non solo, all'articolo 28, comma 10, di questo decreto si costituisce il Comitato di indirizzo e pianificazione delle attività di rimozione delle macerie, in cui è chiamato a partecipare il Corpo forestale dello Stato. Insomma, decidetevi: questo Corpo forestale dello Stato è importante ? Non è importante ? Va sciolto ? A nostro avviso è essenziale, come dicevo prima, per la tutela dei beni comuni, dell'ambiente, del territorio e della tenuta anche delle realtà rurali del nostro Paese.Pag. 13
  Ci sono anche delle altre anomalie che in questo processo si riscontrano, gravi irregolarità nella pubblicazione, ad esempio, del DPCM che dà la facoltà al personale che non accetta la militarizzazione di confluire in altri ambiti della pubblica amministrazione. Queste irregolarità non sono state rilevate dal MoVimento 5 Stelle o dalle molte sigle sindacali che stanno protestando contro questo scioglimento, ma proprio ieri il TAR del Lazio, con una sentenza, rileva appunto queste anomalie nella pubblicazione del DPCM.
  Insomma alla luce di tutte queste gravi irregolarità, di queste mancanze, viste le proteste dei lavoratori – vi ricordo che lunedì prossimo ci sarà una grande manifestazione di tutte le sigle sindacali del Corpo forestale dello Stato contro questa militarizzazione coatta – noi chiediamo la sospensione immediata del provvedimento di scioglimento del CFS, perché è una questione soprattutto di giustizia sociale – consentitemi di dirlo – e di rispetto dei diritti costituzionalmente acquisiti. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Ministro Finocchiaro, buongiorno. Prima di ritornare sull'emendamento in questione, le vorremmo dire che le stiamo chiedendo non soltanto l'approvazione dell'emendamento, ma un bagno di umiltà.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno, deputato.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Ordine del giorno, mi scusi Presidente. Lei è stata scelta come Ministro, nonostante si sia spesa per il «sì», cioè è stata premiata per un suo fallimento (Commenti dei deputati del Partito Democratico).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno però, deputato – colleghi, per favore – vada al punto.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Così come è stata premiata evidentemente per un proprio fallimento il Ministro Madia, dopo che la Consulta gli ha bocciato il decreto che riguarda...

  PRESIDENTE. Però, deputato Di Battista, vada al punto dell'ordine del giorno, abbia pazienza.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... il decreto che riguarda questo ordine del giorno. Posso fare un discorso complessivo o mi deve interrompere ogni tre secondi (Commenti dei deputati del Partito Democratico) ?

  PRESIDENTE. Il discorso deve essere sull'ordine... no, colleghi, il discorso dev'essere sull'ordine del giorno, mi consentirà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Dato che l'ordine del giorno, Presidente, riguarda un decreto che riguarda lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato, un decreto comunque sul quale ha lavorato la Madia, che è stato bocciato dalla Corte costituzionale, è lecito o no chiedere un bagno di umiltà a questi soggetti che proseguono con i loro errori ? Santa pazienza. Ma sto offendendo qualcuno o sto spiegando, sto facendo un ragionamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Spieghi, spieghi l'ordine del giorno, prego.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Dato, Ministro Finocchiaro, che i vostri fallimenti, nonostante vi abbiano fatto premiare, sono sulla carta, vi stiamo chiedendo, con questo ordine del giorno, quantomeno di allontanare l'entrata in vigore del decreto, della manovra sullo scioglimento del Corpo forestale dello Stato, perché voi avete fallito, perché noi crediamo fermamente nella bontà di questo Corpo e non vogliamo che venga sciolto e perché l'umiltà vi servirebbe dopo i danni che avete fatto all'Italia e al Corpo Pag. 14forestale dello Stato ! Chiaro, Presidente Boldrini ? (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Chiaro, deputato Di Battista. La Ministra Finocchiaro ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Volevo ringraziare innanzitutto l'onorevole Di Battista, che mi dà l'occasione di dire un paio di cose, che forse possono poi essere utili per meglio registrare i rapporti tra questa rappresentante del Governo e il Parlamento.
  Io sto da trent'anni in Parlamento, molto tempo, troppo tempo secondo tutti – secondo tutti – (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma una cosa ho imparato in questo tempo ed è esattamente l'umiltà, perché questo è un luogo dove si impara a battersi per le cose in cui si crede, a vincere, ma anche a perdere. Ed ovviamente questo riguarda anche il fatto di sostenere – come io ho sostenuto, dopo essere stata presidente di Commissione e relatrice – non soltanto la legge di riforma costituzionale, ma anche la riforma della pubblica amministrazione, credendoci fino in fondo e cercando di fare il mio lavoro con il massimo rispetto per il Parlamento e con il massimo rispetto per quelle che sono la storia politica e le esigenze di questo pezzo della storia del nostro Paese.
  Mi riferisco, in particolare, a tre questioni, che resteranno oggetto del nostro dibattito – secondo me, troppo a lungo ancora – e cioè le instabilità dei Governi, la crisi del Parlamento e il conflitto fra lo Stato e le regioni. Questo ovviamente non può ribaltarsi in una accusa di orgoglio o presunzione. Ho fatto il mio lavoro con il massimo, credo, possibile, esprimibile da me, rispetto del Parlamento e delle opinioni degli altri.
  Detto questo, non vorrei sbagliarmi, ma temo che la sentenza della Corte costituzionale non riguardi il decreto legislativo che prevede l'accorpamento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ho seguito anche questo provvedimento e ricordo benissimo non soltanto la gestione parlamentare vera e propria dell'esame del testo, ma anche le audizioni, i confronti, i ragionamenti. Anche parlare di una questione sociale, come faceva poc'anzi il collega, di cui non ricordo il nome – imparerò a conoscervi –, mi pare francamente eccessivo, visto che (Commenti) – davvero non vi conosco, mi scuso veramente, ma imparerò a conoscervi –, e la questione sociale francamente non mi pare sussistere, perché uno dei punti sui quali il Parlamento ha insistito è stato esattamente quello che chi transita dal Corpo forestale dello Stato dentro l'Arma dei carabinieri non solo non perde niente dal punto di vista stipendiale, ma soprattutto acquista dal punto di vista della progressione in carriera e della possibilità di crescita professionale.
  Queste sono le ragioni, io credo, e pertanto ribadisco il mio parere contrario all'ordine del giorno del collega Massimiliano Bernini, in ragione del fatto che la riforma è una riforma che non è stata vulnerata dalla sentenza della Corte costituzionale e che soprattutto riguarda un provvedimento di razionalizzazione delle Forze dell'ordine, delle quali in questo Paese si parla da molto tempo, ai fini di migliore efficienza e di contenimento della spesa. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Ministro Finocchiaro, tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle l'ha ascoltata con garbo e senza rumori, che sono invece provenuti dal Partito Democratico mentre parlavo io (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, fatelo parlare !

Pag. 15

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente Boldrini, legittimamente il Ministro Finocchiaro...

  PRESIDENTE. La Ministra (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ! Non esiste solo un genere, colleghi, mi spiace, dovrebbe essere noto a quest'Aula !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente Boldrini, legittimamente la Ministra Finocchiaro ha iniziato il suo discorso parlando della sua carriera politica e noi l'abbiamo ascoltata. Quindi, Ministra, la nostra analisi e la nostra legittima critica politica, con la quale supportiamo quest'ordine del giorno, non riguarda il fatto che evidentemente la sentenza della Corte costituzionale non ha bocciato questo provvedimento di cui stiamo parlando. Però, nel momento in cui gli stessi Ministri ai quali sono stati bocciati dei provvedimenti – mi riferisco al decreto sulle popolari, che voi avete approvato e che è stato bocciato dal Consiglio di Stato; mi riferisco al decreto «Madia», bocciato in parte dalla Corte costituzionale; e mi riferisco alle vostre, anche le sue, riforme costituzionali, bocciate dal popolo italiano soprano – evidentemente noi le chiediamo con questo ordine del giorno un bagno di umiltà e di prendere del tempo.
  Dato che quasi tutto quel che avete fatto è stato bocciato dal popolo italiano, dal Consiglio di Stato o dalla Corte costituzionale, vi stiamo dicendo: perché sul Corpo forestale dello Stato non vi prendete – o forse ce lo prenderemo noi, al Governo – un anno in più di riflessione, dato che forse anche questo è stato un vostro errore?
  Questa è l'analisi politica, Presidente Boldrini, che ho tutto il diritto di fare in quest'Aula e di farlo alla Ministra Finocchiaro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Presidente, vorrei anche aggiungere, a quello che hanno già detto i miei colleghi, che proprio ieri il TAR del Lazio, con la sentenza n. 00354 del 2016 ha sospeso il provvedimento protocollato n. 88869 del 2016, con cui il Capo del Corpo forestale dello Stato ha ritenuto sufficiente la mera pubblicazione del DPCM del 21 novembre 2016 solo ed unicamente sul sito di mobilità.gov e non sulla Gazzetta Ufficiale del termine della decorrenza di venti giorni previsto appunto dall'articolo 12 del decreto legislativo n. 177 del 2016, che è appunto il decreto legislativo cui fa riferimento questo ordine del giorno. Questa sospensione è fissata a metà gennaio, in quanto ci sarà di nuovo un'altra sentenza.
  Visto che già ci sono dei problemi proprio sull'articolo 12 del decreto legislativo n. 177, che proviene dal decreto «Madia» e che, in alcune sue parti – non questa –, è già stato ritenuto incostituzionale, e dato che siamo qui, ora, a discutere la sospensione proprio di questo decreto, credo che sia opportuna una sua sospensione, aspettando di vedere cosa sta succedendo, perché 7.500 uomini e donne del Corpo forestale dello Stato sono in questo momento in balìa dei ricorsi al TAR, perché questo decreto oggettivamente non è scritto bene.
  Inoltre, vorrei ricordare che recentemente il Partito Democratico, al Parlamento europeo, ha proprio votato a favore di una mozione per l'introduzione dei sindacati all'interno delle forze militari, perché l'Europa in parte ci chiede di smilitarizzare le forze di polizia militari. Invece, qui, il Partito Democratico, al contrario, militarizza 7.500 uomini e donne di una forza di polizia civile.
  Quindi, credo ci sia un attimo da capire cosa stia succedendo anche all'interno delle decisioni del Partito Democratico, sia in Europa che in Italia, e sospendere il tutto, visto che il TAR del Lazio già sta lavorando sugli articoli di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 16

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Elio Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signora Presidente, una prima osservazione di metodo: la vicenda del Corpo forestale dello Stato merita un approfondimento ben diverso da quello che gli si può dedicare attraverso un ordine del giorno attaccato un po’ casualmente a una virgola del decreto-legge in materia di terremoto. Noi stessi, come gruppo di Forza Italia, abbiamo già promosso questa discussione con un'interrogazione, che è stata depositata e alla quale mi auguro che il Governo, senatrice Finocchiaro, possa rispondere. Tant’è, visto che abbiamo quest'ordine del giorno – la materia sulla quale bisognerà tornare sarà l'ammissibilità non solo degli emendamenti ai decreti-legge per estraneità di materia, ma magari anche degli ordini del giorno – il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo ordine del giorno.
  Ciò, senatrice Finocchiaro, per una questione questa volta di merito. Non c'entra la Corte costituzionale – e, per quanto mi riguarda, non c'entra neanche la militarizzazione del Corpo forestale dello Stato, che pure indubbiamente dà dei problemi e crea anche una lesione di alcuni diritti (penso ai diritti sindacali) – ma c'entra il voto del Parlamento – che il Parlamento ha già dato – e anche la coerenza legislativa. Il Parlamento ha votato la proroga di una parte delle deleghe date al Ministro Madia. In questa proroga, che il Parlamento ha votato a larghissima maggioranza, compreso il Partito Democratico, vi era anche la parte relativa all'accorpamento del Corpo forestale dello Stato. Il Governo se n’è infischiato e ha deciso, per questa parte, di rendere immediatamente operativo l'accorpamento, varando il decreto legislativo che crea tanti altri problemi non solo per il Corpo forestale dello Stato. Penso, infatti, anche all'obbligo di riferire ai propri superiori gerarchicamente sulle indagini in corso; tutte cose che noi avevamo fatto emergere nella discussione in Commissione.
  Poiché lei ha fatto le audizioni in I Commissione al Senato, come sono state fatte alla Camera, sa che tutti, tutti, tutti gli auditi avevano manifestato perplessità su quel decreto legislativo. Lei lo sa bene. Il Governo, il Ministro Madia, ha deciso di procedere comunque, nonostante il Parlamento le avesse dato più tempo per esercitare quella delega. Perché ? Perché avevamo necessità di uniformarla con altri due provvedimenti in itinere. Il primo è il riordino delle carriere, la cui delega è stata anch'essa spostata e che è sfalsata fra il personale che si occupa del comparto sicurezza e il personale che si occupa del comparto difesa, perché l'allora Ministro all'Interno, Angelino Alfano, non volle inserire il riordino delle carriere – atteso anche dalle forze militari – nella «legge Madia», e dovemmo attendere un successivo provvedimento, nel quale noi riuscimmo ad inserirlo, avendo fatto approvare un ordine del giorno sul disegno di legge Madia. È evidente che i due provvedimenti sono connessi ed è evidente che vanno raccordati temporalmente, perché le poche risorse stanziate dalla legge di stabilità varranno tanto per il personale del comparto sicurezza tanto per il personale del comparto difesa, il cui riordino delle carriere scade, invece, a luglio. Questo lei lo dovrà affrontare fra poche settimane con il «milleproroghe», cioè come uniformare queste due scadenze.
  Terza e ultima questione di merito – e concludo – è la riforma della rappresentanza militare, che oggi è lentamente in itinere in Commissione Difesa; non so neanche se ne uscirà. Io modestamente avevo cercato di dare un impulso alla riforma, attesa da alcuni decenni, che lede i diritti di rappresentanze sindacali delle Forze dell'ordine e delle Forze armate, che sono normali cittadini e che hanno comunque diritto a poter esercitare liberamente la loro possibilità di riunirsi, di associarsi e di manifestare la propria espressione, il proprio pensiero, o anche di vedersi riconosciuti come parte civile, quando vengono picchiati dai «No TAV», ad esempio, mentre non hanno questo diritto.Pag. 17
  Allora, concludo. Questo provvedimento è in itinere. Per il personale del Corpo forestale dello Stato vi è un problema immenso, in quanto oggi hanno i sindacati. Per inciso, ieri tutti i sindacati – tutti ! – hanno fatto una conferenza stampa chiedendo di sospendere l'attuazione del decreto legislativo «Madia». Tutti i sindacati del Corpo forestale, quindi non vogliamo fare le categorie di destra, centro e sinistra, ma vi erano proprio tutti.
  Con la rappresentanza militare loro perdono i diritti sindacali – perché hanno diritto ad avere un sindacato, essendo riconosciuti come forze di polizia, a differenza dei militari –, ma non hanno ancora la rappresentanza militare, perché non vi è una loro organizzazione interna nel COCER dei Carabinieri. Tra l'altro, non so se con il «milleproroghe» dovrete prorogare per questo anche, per la seconda volta consecutiva, il rinnovo della rappresentanza militare dei COCER, perché non è prevista la possibilità per questo personale che entra nei carabinieri di avere la propria rappresentanza militare, quindi perde il sindacato e non ha nemmeno il COCER, che ha tutto un altro statuto.
  Per queste ragioni – noi chiederemo una discussione di merito più approfondita – voteremo lo strumento che oggi c’è, per quanto inappropriato, per quanto probabilmente estraneo alla materia del terremoto, anzi sicuramente, che è quello di rinviare il decreto legislativo che il Ministro Madia ha inteso fare sciaguratamente, comunque, nonostante il Parlamento le avesse dato maggior tempo per procedere a questa delega (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

  STEFANO FASSINA. Presidente, vorrei lasciare da parte tutte le polemiche politiche e concentrarmi sul merito, perché il Corpo forestale dello Stato merita una grande attenzione.
  Il punto di fondo che a mio avviso è stato poco considerato è il precedente che si crea con il provvedimento sul Corpo forestale dello Stato, cioè una militarizzazione ex lege. È un fatto estremamente rilevante sul piano istituzionale.
  In questi mesi noi di Sinistra Italiana abbiamo fatto tanti incontri con i diretti interessati e abbiamo partecipato alle loro manifestazioni. Guardate, il punto principale – mi rivolgo alla Ministra Finocchiaro – non è la preoccupazione per la salvaguardia delle competenze economiche che ora ricevono: il punto principale è la militarizzazione ex lege.
  Pertanto, credo sia assolutamente ragionevole un ordine del giorno che può essere utilizzato da parte del Governo per una pausa di riflessione nelle prossime settimane, per arrivare magari a una proroga, perché è un punto delicato. Si militarizza ex lege un corpo di polizia civile: è un fatto inedito, crea un precedente che può essere pericoloso.
  Quindi, al di là delle vicende strettamente sindacali, c’è un piano istituzionale che andrebbe salvaguardato. Quindi, Sinistra Italiana voterà a favore dell'ordine del giorno e chiede al Governo una rivalutazione della sua posizione e del suo parere, perché è un punto estremamente delicato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. La ringrazio, Presidente, e ringrazio la Ministra Finocchiaro. È in corso la discussione, in una sede che non è propria, sul decreto terremoto, di un punto delicato che riguarda un passo decisivo che il Governo ha fatto sul tema della razionalizzazione delle forze dell'ordine. Chi ha parlato sinora – il collega Di Battista, il collega Vito e il collega Fassina – ha avuto nel passato responsabilità diverse in questo Paese. Mi rivolgo, in particolare, al collega Vito, già Ministro di Governi della Repubblica per i rapporti con il Parlamento, e, siccome, Pag. 18signora Presidente, il collega Vito tocca il punto della disciplina dei diritti sindacali e, dunque, del passaggio del Corpo forestale a una disciplina diversa, ad un ordinamento non civile, mi sarebbe piaciuto sentire questa critica se, all'epoca dei suoi incarichi di Governo, vi fosse stata da parte del suo partito una proposta per la sindacalizzazione della difesa nel nostro Paese, cioè per il passaggio dal sistema dei COCER al sistema dei sindacati di rappresentanza, così come ha la Polizia di Stato in questo Paese. Infatti, bisogna sempre verificare se il pulpito dal quale vengono le critiche oggi, per il passaggio da un sistema ad ordinamento civile ad uno ad ordinamento militare, sia quello di chi, eventualmente nel passato, ha fatto battaglie che io farei perché fossero sindacalizzati tutti i comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico del Paese.
  Lei, signora Presidente, potrebbe ricordare all'onorevole Vito che è un po’ capzioso fare questo solo in questo momento di critica al Governo, altrimenti avrebbe dovuto avere, nel passato, un altro tipo di atteggiamento politico su quell'aspetto.
  Noi abbiamo proceduto, in questo Paese, per la prima volta e senza che nessuno lo abbia fatto prima, a pensare alla razionalizzazione dei comparti sicurezza e difesa di questo Paese.
  Chi ha parlato prima di me pensa che l'organizzazione, la razionalizzazione e l'efficienza di questi Corpi oggi vada bene nei confronti del Paese, facendo salvi il coraggio, l'abnegazione, il sacrificio di 520 mila uomini che appartengono a questi Corpi ? Noi pensiamo di no. Pensiamo che sia giusto prendere di petto la questione della razionalizzazione, della diminuzione del numero dei Corpi che appartengono a questo sistema e del loro efficientamento. Ci sono critiche politiche al fatto che il Corpo forestale dello Stato passi sotto un altro ordinamento; sono critiche legittime, che si fanno in una sede non propria. Per di più, l'ordine del giorno non affronta di petto la questione politica, non dice: «Non fatelo», dice solo: «Allungate i tempi per l'entrata in vigore di questo decreto». Io preferisco la posizione, anche se non credo sarebbe legittima in questa sede di discussione sul terremoto, di chi mi dice: «Noi siamo perché il Corpo forestale rimanga lì dov’è, come quinta forza dello Stato. Lasciamo in questo Paese il sistema così com’è da decenni, con il numero di Corpi che ci sono, con un'efficienza che non va migliorata – secondo chi ha parlato prima di me». Affrontiamo le questioni quando vanno affrontate, non nel decreto terremoto. Chi ha presentato l'ordine del giorno sta semplicemente utilizzando un veicolo che non è proprio, per affrontare una questione che è di principio (sui diritti sindacali, sulla militarizzazione), chiedendo semplicemente uno spostamento dei tempi. Ma non è questo il modo di affrontare il tema. Noi abbiamo assunto su di noi la responsabilità della razionalizzazione. Chi ha parlato non l'ha fatto mai prima, non ha mai pensato di mettere mano alla razionalizzazione di questi Corpi. Io rivendico che lo si sia fatto. Certo, capisco che ci siano delle critiche. Nessun sistema è perfetto, nessuna legge lo è stata fino ad oggi, ma rivendico il fatto che si sia provato a diminuire il numero dei Corpi che in questo Stato si occupano delle questioni della sicurezza, a razionalizzare il Corpo forestale dello Stato con una analogia di logistica rispetto ai carabinieri, per la sua distribuzione sul territorio, per il numero di stazioni che ci sono, per il fatto che è presente sui territori extraurbani. È stata fatta quel tipo di scelta, non ho sentito queste critiche dalle altre forze politiche quando questi argomenti sono stati posti nella Commissione di merito e in Aula e per questo appoggiamo il parere del Governo su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Questo tema è strettamente attinente al testo che ci apprestiamo a votare, al testo di tutto il provvedimento. I primi ad intervenire sul luogo dei drammatici Pag. 19fatti del sisma sono stati proprio membri del Corpo forestale dello Stato. Quindi, capiamo solo da questo punto l'attinenza di questo ordine del giorno con il resto del testo del decreto. Perché sono potuti intervenire ? Perché c’è un presidio permanente, in particolare nelle zone montane, perché c’è una convenzione con le regioni, cosa che le altre Forze armate, quelle che sono appunto forze militari, non hanno, per come sono strutturate in dipendenza diretta da un Ministero. Pertanto, si vede che l'attinenza c’è. È chiaro che tutti auspichiamo che eventi del genere non si verifichino più, ma militarizzando il Corpo forestale dello Stato rischiamo di perdere anche un presidio territoriale, rischiamo di perdere un'organizzazione che è razionale. Noi al Senato abbiamo fatto la proposta di accorpare le funzioni ambientali tutte nel Corpo forestale.
  Poi – ricordiamoci – sono stati giustamente citati altri provvedimenti del Governo precedente a cui noi abbiamo votato favorevolmente, vedi la legge sui reati ambientali. È inutile dare un antidoto ai reati ambientali, come può essere in parte quella legge, e poi mettere il veleno e, quindi, militarizzare il Corpo forestale. Infatti, era proprio nel combinato disposto – chiamiamolo così – dell'esistenza del Corpo forestale non militare e di alcuni nuclei specializzati, fra cui i carabinieri del NOE, che si stava riuscendo a creare un lavoro integrato. Il Corpo forestale dello Stato – ricordiamolo – non deve rendere conto delle sue indagini a un referente territoriale o nazionale; una forza militare lo deve fare. Ricordiamo cosa è successo con un'azienda come la Daneco – io faccio sempre questo esempio –, che continua a lavorare imperterrita. Credo che non esistano situazioni in cui non ci siano state inchieste su questa azienda, che però, caso strano, ha finanziato il Premier Renzi. E, allora, voglio dire, se io devo rendere conto a un grande superiore, può anche essere che un'inchiesta, magari, poi non me la faccia portare avanti. Può anche essere, il condizionale è d'obbligo, però il Corpo forestale, integrato con un'azione militare di altre forze, finora ha dato delle azioni comunque ottimali nella lotta alla criminalità ambientale, e, appunto, anche nel presidio del territorio in particolari zone dove è necessaria una grande specializzazione. C’è un nuovo Governo; bene, che svolga questa funzione di novità anche cercando di cancellare almeno alcune delle vergogne fatte in precedenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carrescia. Ne ha facoltà.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Grazie, Presidente. Vorrei ricondurre il dibattito al tema che oggi stiamo trattando, che è quello relativo agli interventi sul sisma. Nello specifico, l'ordine del giorno prevede, come è stato detto, di procrastinare l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 177 del 2016. La motivazione che viene data è al fine di pianificare al meglio le attività di rimozione dei rifiuti. Quindi, dovremmo prorogare un termine perché c’è da pianificare la rimozione dei rifiuti: la rimozione dei rifiuti è già pianificata, è una competenza del commissario straordinario, che già ha adottato delle ordinanze, la n. 391 e la n. 394 del 2016. Così come si dice: «procrastiniamo, perché c’è da fare contrasto alla possibile violazione di norme ambientali».
  Ma non è che oggi il Corpo forestale dello Stato questa attività non la svolga; quindi, al momento, a legislazione invariata, noi riusciamo a garantire sia la pianificazione delle attività di rimozione dei rifiuti sia il controllo sulla violazione delle norme ambientali. Quindi, è un ordine del giorno che non dice nulla di più di quello che al momento la legislazione già prevede, e quindi il parere contrario del Governo ritengo che sia condivisibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Mi rivolgo, ovviamente, alla neo incaricata Pag. 20Ministra, in quanto, probabilmente, non so se ha seguito i lavori delle Commissioni che si sono svolti tra luglio, più o meno, Commissioni difesa e affari costituzionali. L'onorevole Fiano poc'anzi ha detto che gli argomenti che sono stati portati in quest'Aula attraverso il voto di questo decreto che voteremo a breve sul sisma non sono mai stati trattati nelle Commissioni di competenza. Questa è una bugia grossa come una casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Probabilmente, l'onorevole Fiano non ha partecipato a tutte le audizioni che si sono svolte nelle Commissioni congiunte difesa ed affari costituzionali, perché i lavori sono stati lunghi e complessi.
  Abbiamo audito tutti, abbiamo audito l'Arma dei carabinieri, abbiamo audito il Corpo forestale dello Stato, ci sono state delle lunghissime audizioni, finché il lungo lavoro è sfociato in un parere di maggioranza. Questo parere di maggioranza, addirittura, ci ha dato l'inserimento dell'articolo 237 del T.U.O.M. Probabilmente l'onorevole Fiano, ripeto, non ricorda, ma c’è stato anche qui un lungo dibattito nelle Commissioni difesa e affari costituzionali congiunte, nelle ultime due Commissioni prima del voto finale.
  Questo articolo 237 è un'altra cosa gravissima, che viene applicata in questo ambito, in quanto si va ad applicare, una volta che verrà assorbito anche il Corpo forestale dello Stato, alle forze di polizia civili; è stato voluto proprio dal PD, e si chiede che dovranno essere riferite tutte le indagini e non ci sarà più la segretezza dell'indagine tra il PM e colui che svolgerà le indagini. È stato fatto anche questo e ci siamo battuti.
  Ora sono usciti anche degli articoli di giornale, due settimane fa, di giudici che si sono accorti, si sono resi conto della pericolosità delle indagini che non verranno più salvaguardate. Quindi, militarizzando il Corpo forestale dello Stato, ci sarà anche questo muro ostativo nelle indagini. Non ci sarà più la segretezza delle indagini. Inoltre, voglio riprendere sempre l'argomento del sindacato militare, perché noi siamo a favore del sindacato militare: a queste persone, che erano dei civili e svolgevano un compito civile, verrà tolta anche la possibilità di manifestare e di obiettare, ciò che hanno potuto sempre fare fino a poco tempo fa, fintantoché non verranno assorbiti e militarizzati.
  L'unico problema che si ha nelle Commissioni quando si lavora è che... io parlo per quanto riguarda il lavoro che abbiamo svolto io, Massimiliano Bernini e Patrizia Terzoni: non abbiamo mai fatto ostruzionismo su questo assorbimento alla parte militare. Siamo contrari, è vero, però abbiamo sempre portato delle motivazioni più che valide, e avremmo voluto che qualcuno ci ascoltasse, perché in riferimento a tutto ciò che abbiamo sollevato durante le audizioni e durante il lungo lavoro che è stato fatto, purtroppo, e ripeto e ribadisco purtroppo, ora ci stiamo rendendo conto, e se ne stanno rendendo conto anche tutte le persone che lavorano al di fuori del Parlamento, dei gravi errori e dei gravi gap che sono stati creati con questa riforma Madia per quanto riguarda questo ambito. Quindi, siccome lei è stata appena investita di questo ruolo, veramente le chiedo di ascoltarci e di valutare tutti questi errori, di forma sicuramente, che si possono fare scrivendo un decreto così grande e così importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente, per un motivo molto semplice. Ritengo legittimo da parte di tutti poter rappresentare in Aula le varie posizioni e i vari collegamenti, e quindi non entro nel merito se c'era il collegamento e quant'altro, do per scontato che c'era. Noi, quando c’è stato il problema della riforma Madia, della discussione dell'accorpamento, abbiamo votato contro. Riteniamo il Corpo forestale dello Stato una cosa importante, ma noi siamo qui per discutere del decreto sul terremoto. Abbiamo il milleproroghe, dove sicuramente avremo la possibilità di Pag. 21confrontarci. Qui, invece di discutere degli interventi urgenti che riguardano il terremoto e di come cercare di venire a capo, abbiamo dato già uno spettacolo indecente in quest'Aula, quando abbiamo presentato le mozioni, ci siamo divisi tutti.
  Avevamo cominciato con il piede giusto questa mattina. Se dobbiamo continuare a discutere del Corpo forestale dello Stato, sospendiamo questo decreto per rispetto dei morti, per rispetto di tutte le vittime che ci sono state, e poi riprendiamo la discussione sul terremoto. Non penso che ci sia altra misura. Sono due problemi e due profili importanti, però separiamoli, perché è il caso di concludere questo provvedimento.
  Domani il Presidente della Repubblica, il Capo dello Stato, che ci rappresenta tutti e rappresenta lo Stato, andrà da quelle popolazioni; diamo la possibilità di chiudere subito questi lavori, così come eravamo rimasti in Conferenza dei presidenti di gruppo, per poter consentire al Capo dello Stato di dire che dal Parlamento arriva una parola di conforto. Solo questo noi dovremmo fare ! Poi, del Corpo forestale dello Stato parleremo, e parleremo ore, secoli e quant'altro, anche delle responsabilità del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Prendo l'occasione per ricordare, comunque, a tutti i colleghi e alle colleghe che noi avevamo una tabella di marcia che era stata decisa in Conferenza dei presidenti di gruppo, cioè di iniziare le dichiarazioni di voto alle ore 12. Nel rispetto di questa Assemblea, lo faccio presente.

  PAOLO TANCREDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, sono completamente d'accordo e il mio intervento era in linea con quello che ha detto il collega Rocco Palese.

  PRESIDENTE. Va bene, grazie.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/7 Massimiliano Bernini, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Passiamo all'ordine del giorno Micillo n. 9/4158/8 che è accolto, se riformulato, come raccomandazione. Va bene ?
  Vuole intervenire il deputato Crippa ? Sull'ordine dei lavori ? Prego, ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, mi scusi, mi riferisco a quanto detto dal collega Palese; a me sembra sempre un po’ fastidioso cercare di chiamare a responsabilità i vari gruppi politici che oggi si ritrovano all'interno di quest'Aula a votare un decreto che è stato parcheggiato per più di un mese al Senato. Per di più, quando abbiamo votato la stabilità, all'interno di questa Camera e durante le sedute di Commissione, c'era stato assicurato che dei correttivi sarebbero stati fatti in termini di finanziamenti all'interno della legge di stabilità. Se la vogliamo smettere di prendere in giro gli italiani, credo che almeno dobbiamo rifiutarci di fare interventi demagogici come quello di poc'anzi del collega Palese, perché a mio avviso, qui, non possiamo pensare che dobbiamo trattare temi come quello che oggi stiamo votando, cercando di chiamare tutti a una responsabilità, cosa che già stiamo facendo, perché abbiamo ritirato gli emendamenti. Se ci togliete anche la possibilità di argomentare alcuni ordini del giorno io credo che siamo arrivati alla follia, A qualcuno andrà bene, a noi no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Crippa, comunque, stiamo cercando di fare questo.Pag. 22
  Eravamo all'ordine del giorno Micillo n. 9/4158/8, il presentatore ha accettato la riformulazione e non insiste per la votazione.
  Passiamo all'ordine del giorno Vacca n. 9/4158/9, con il parere contrario. Lo metto in votazione. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vacca n. 9/4158/9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Consentitemi di salutare gli studenti, le studentesse e i docenti dell'Istituto comprensivo «Pablo Neruda» di Roma che sono in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi).
  Passiamo all'ordine del giorno Zolezzi n. 9/4158/10, accolto come raccomandazione, va bene.
  Passiamo all'ordine del giorno Terzoni n. 9/4158/11, con il parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno è semplicemente volto ad estendere il provvedimento per l'assunzione di personale a tempo determinato, che è stato assicurato solo e unicamente per i comuni, anche ai due enti Parco presenti nella zona del cratere, cioè il Parco nazionale dei Monti Sibillini e il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Questo perché il cratere comprende il territorio di tutto il Parco nazionale dei Monti Sibillini e anche la parte dei Monti della Laga del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Ci sono forti difficoltà per poter gestire l'ente anche perché le sedi dei parchi sono lesionate, infatti la sede del Parco dei Monti Sibillini a Visso non esiste più e vi sono delle sedi temporanee; abbiamo il centro faunistico dell'ente Parco dei Monti Sibillini che è distrutto, tant’è che hanno dovuto portare via anche gli animali presenti in questo centro faunistico. Quindi, credo che sia opportuno estendere la possibilità di assumere a tempo determinato del personale tecnico per aiutare anche nella gestione di questi due enti; anche perché ricordo che è uno dei punti principali da cui bisognerebbe ripartire per far ritornare e rilanciare il turismo in quelle zone, turismo che, appunto, si basava anche sui cittadini che andavano a visitare questi due enti parco.
  Quindi, mi sembra assurdo dire di «no» ad aiutare questi due enti e spero in un parere favorevole o, magari, se proprio non si vuole dare parere favorevole, che almeno il mio ordine del giorno sia accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ministra ?

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Se la deputata accoglie la riformulazione, per cui sostituiamo la parola: «opportunità» con la seguente: «possibilità», viene accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Deputata accetta la riformulazione ? Sì, bene, l'ordine del giorno Terzoni n. 9/4158/11 è accolto come raccomandazione.
  Passiamo all'ordine del giorno De Rosa n. 9/4158/12, con il parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, Ministro, stiamo semplicemente chiedendo che alle popolazioni che già hanno subito un dramma sia data la possibilità di ricevere i rimborsi subito, soprattutto per quanto riguarda le analisi tecniche propedeutiche alla richiesta dell'erogazione del contributo poi per ricostruirsi, magari, la casa. Diciamo semplicemente che, una volta che viene riconosciuto il finanziamento, quindi l'accesso ai fondi per fare i lavori, sia erogato immediatamente il contributo rispetto alle analisi preliminari. Pag. 23
  Capite bene che le analisi preliminari sono qualcosa che deve anticipare il cittadino, il privato e, se non gli diamo un contributo, non gli diamo un aiuto subito, almeno su questa parte, non riusciamo sicuramente a rendergli la vita un pochino più facile. Quindi, non capisco la contrarietà a questo del giorno.

  PRESIDENTE. Ministra Finocchiaro, prego.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Onorevole De Rosa, la contrarietà sta nel fatto che il contributo viene erogato per stato di avanzamento dei lavori e poiché le prestazioni tecniche, come sappiamo, sono previste in una misura fissa sull'importo complessivo, è molto complicato fare una valutazione nel momento in cui il contributo viene ancorato allo stato di avanzamento dei lavori. Però, io le posso dire che, se riusciamo, magari – mi rivolgo alla cortesia dei poteri del Presidente – ad accantonarlo un momento, possiamo provare a trovare una formulazione che non osti con le modalità tecniche di riconoscimento del contributo, ma che possa, insomma, in qualche modo, dare un principio di soluzione alla questione che il Governo valuterà per il prosieguo.

  PRESIDENTE. Sì, va bene, allora, lo accantoniamo un attimo.
  Andiamo avanti con l'ordine del giorno Vignaroli n. 9/4158/13 che è accolto come raccomandazione se è accettata la riformulazione. Va bene ? Sì, andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno Daga n. 9/4158/14 con il parere favorevole se viene accolta la riformulazione. Accogliete la riformulazione ? Mi dovete dare un cenno di riscontro. Sì ? Bene, allora andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno Busto n. 9/4158/15 con il parere contrario. Il presentatore insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busto n. 9/4158/15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  Siamo all'ordine del giorno n. 9/4158/16 Ciprini, favorevole con riformulazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/17 Arlotti, favorevole con riformulazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/18 Locatelli, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/19 Pastorelli, accolto come raccomandazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/20 Vargiu, accolto come raccomandazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/21 Pellegrino, favorevole, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/22 Placido, favorevole con riformulazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/23 Zaratti, accolto come raccomandazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/24 Quaranta, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/25 Melilla, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/26 Fassina, accolto come raccomandazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/27 Ricciatti, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/28 Fratoianni, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.Pag. 24
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/29 Ferrara, anche questo favorevole con lo stesso schema, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/30 Pannarale, anche questo favorevole con lo stesso schema, va bene ? Andiamo avanti.
  L'ordine del giorno n. 9/4158/31 Ascani è ritirato.
  Allora siamo all'ordine del giorno n. 9/4158/32 Mariani, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/33 Paola Boldrini, accolto come raccomandazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/34 Verini, accolto come raccomandazione, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/35 Matarrese, accolto con una riformulazione, va bene ? Matarrese, non la vedo... Va bene ? Andiamo avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/36 Galgano, parere favorevole. Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/37 Tino Iannuzzi, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/38 Sanna, favorevole se riformulato, va bene ? Vado avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/39 Senaldi, favorevole se riformulato, va bene ? Vado avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/40 Lodolini, favorevole se riformulato, va bene ? Procedo.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/41 Giulietti, favorevole se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/42 Morani, con lo stesso schema, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/43 Preziosi, favorevole, andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/44 Carrescia, favorevole se riformulato, va bene ? Andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/45 Luciano Agostini, favorevole, vado avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/46 Carella, favorevole, andiamo avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/47 Petrini, favorevole, procedo.
  Ordine del giorno n. 9/4158/48 Donati, favorevole, va bene, andiamo avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/49 Marchetti, favorevole, andiamo avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/50 Braga, favorevole, va bene.
  Adesso passiamo agli ordini del giorno della Lega Nord. Ordine del giorno n. 9/4158/51 Caparini, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Procedo.
  Ordine del giorno n. 9/4158/52 Borghesi, anche questo accolto come raccomandazione se riformulato, va bene ? Vado avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/53 Allasia, stesso schema, va bene ? Andiamo avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/54 Simonetti, accolto come raccomandazione, va bene ? Vado avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/55 Guidesi, anche qui, stesso schema, va bene ? Andiamo avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/56 Giorgetti, favorevole con riformulazione, va bene ? Vado avanti.
  Adesso, invece, abbiamo l'ordine del giorno n. 9/4158/57 Invernizzi, con parere contrario, lo metto in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/57 Invernizzi, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/58 Grimoldi, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 25

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/59 Busin, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/60 Gianluca Pini, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/61 Castiello, il parere è favorevole, vado avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/62 Rondini, parere favorevole, vado avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/63 Molteni, parere favorevole, vado avanti.
  Sull'ordine del giorno n. 9/4158/64 Fedriga c’è un parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.
  Ordine del giorno n. 9/4158/65 Saltamartini, stessa cosa, parere favorevole con riformulazione, vado avanti.
  Ordine del giorno n. 9/4158/66 Bossi, accolto come raccomandazione se riformulato, va bene, andiamo avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4158/67 Bechis il parere è contrario, chiede di intervenire ? No, insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/67 Bechis, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/68 Segoni, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/69 Pastorino, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  L'ordine del giorno n. 9/4158/70 Matarrelli è stato accolto come raccomandazione: va bene. Andiamo avanti. Sugli ordini del giorno n. 9/4158/71 Maestri e n. 9/4158/72 Amato il Governo ha espresso parere favorevole: va bene. Ordine del giorno n. 9/4158/73 Marzano, accolto come raccomandazione, come riformulato: va bene. Ordini del giorno n. 9/4158/74 Agostinelli e n. 9/4158/75 Polidori: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4158/76 Laffranco, favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/4158/77 Di Stefano: parere contrario. Il presentatore chiede che venga posto in votazione.
  Passiamo ai voti.Pag. 26
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/77 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

  Ordine del giorno n. 9/4158/78 Polverini, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/4158/79 Crimi, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/4158/80 Occhiuto, parere contrario. I presentatori chiedono che venga posto in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/80 Occhiuto, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

  Ordine del giorno n. 9/4158/81 Savino, parere favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4158/82 Palmieri vi è un parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Presidente, solo per dire due cose. In primo luogo, per apporre la mia firma all'ordine del giorno del collega Palmieri, inoltre per interloquire con la senatrice Finocchiaro.

  PRESIDENTE. Ministra...

  PIETRO LAFFRANCO. Ma siccome io dico Ministro e lei non è contenta, allora evitavo il problema...

  PRESIDENTE. Basta metterci una «a».

  PIETRO LAFFRANCO. È abbastanza democristiana come cosa, però...

  PRESIDENTE. Prego, deputato Laffranco, vada avanti, vada avanti. Mi fa simpatia.

  PIETRO LAFFRANCO. Allora, dicevo alla senatrice Finocchiaro che ho colto in maniera non particolarmente positiva le motivazioni che lei ha voluto esprimere per dare un parere contrario.
  Noi non vogliamo affatto, Ministro, cancellare (Commenti)... No, non mi costringerete mai a dirlo. Per me è genere neutro, è un'istituzione, può essere maschio o femmina; poi fate come vi pare, che me ne frega (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente)...

  PRESIDENTE. Ne riparleremo in un'altra sede. Vada avanti.

  PIETRO LAFFRANCO. Dicevo che noi non vogliamo affatto cancellare il decreto sulla trasparenza, tant’è vero che noi nell'ordine del giorno del collega diciamo: «fatto salvo quanto previsto in materia di contratti pubblici e assunzioni di personale». Vorremmo soltanto togliere una serie di incombenze che hanno minori implicazioni sulla trasparenza ai comuni, quindi se lei potesse rivalutare questo ordine del giorno noi lo facciamo solo nell'interesse dei comuni e quindi delle popolazioni interessate. Lungi da noi voler sbianchettare il decreto sulla trasparenza. Se lo può valutare.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. È ovvio che l'ordine del giorno si riferisce ai numerosi adempimenti, alcuni dei quali appesantiscono Pag. 27– io questo lo capisco – e intralciano l'attività di comuni che sono oberatissimi durante i mesi e gli anni nei quali bisogna fare fronte agli eventi sismici, però è molto difficile fare una cernita all'interno di una disposizione di legge, di un decreto legislativo, di quelli che siano gli adempimenti che possiamo considerare, tra virgolette, «superflui».
  Se magari l'ordine del giorno si riformulasse nel senso di: «adottare ogni opportuna iniziativa al fine di semplificare adempimenti burocratici che gravano sui comuni». È una formulazione molto generica, ma allo stesso tempo delimita un campo di attività nella quale si può provare a fare qualcosa con un provvedimento legislativo.

  PRESIDENTE. Onorevole Laffranco ?

  PIETRO LAFFRANCO. Presidente, confidavo nella saggezza della senatrice Finocchiaro e sapevo che avrebbe trovato una soluzione intelligente.

  PRESIDENTE. È Ministra, veramente. È qui in quanto Ministra.

  PIETRO LAFFRANCO. Ma io so che è Ministro.

  PRESIDENTE. Sta sui banchi del Governo.

  PIETRO LAFFRANCO. Sì, ma è anche senatrice.

  PRESIDENTE. Senatrice «sì», Ministra «no» ? Come funziona ?
  O è senatore ed è Ministro, o è senatrice e Ministra, deputato Laffranco (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
  Quindi il deputato Laffranco accoglie la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/4158/82 Palmieri. Andiamo avanti.

  GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE ROMELE. Per avere un clima di serena condivisione e anche prenatalizio, io proporrei una via di mediazione, sposando anche la saggezza dei nostri padri, i quali consideravano la signora, la moglie come la regina del focolare domestico (Commenti)... Scusate un attimo, lasciatemi finire. Avrebbero detto in questo momento «la signora Ministro», e si risolve il problema.

  PRESIDENTE. No, questa non è la sede, come ho detto prima. Questa non è la sede per aprire questo dibattito adesso. Avremo occasione e modo.
  Andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/4158/83 Sandra Savino: parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4158/83 Sandra Savino, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

  Ordine del giorno n. 9/4158/84 Brignone: accolto come raccomandazione. Va bene.
  Adesso torniamo all'ordine del giorno De Rosa n. 9/4158/12, Ministra, su cui c'era da valutare e su cui era stato chiesto l'accantonamento. Era l'ordine del giorno De Rosa n. 9/4158/12.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Presidente, la riformulazione che propongo al collega sostituisce l'impegno con i seguenti: «a valutare se vi sia la possibilità di prevedere l'anticipazione del contributo per le spese sostenute per prestazioni tecniche, amministrative e specialistiche» perché, come Pag. 28sappiamo e come detto in premessa, si tratta di spese essenziali e propedeutiche al riconoscimento del contributo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'ordine del giorno De Rosa n. 9/4158/12.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4158)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà. Colleghi, se dovete defluire per favore fatelo consentendo al collega di prendere la parola. Aspetti un secondo, deputato Di Gioia, che è meglio. Prego, deputato Di Gioia.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, signora Presidente. Signora Ministra, da parte mia e da parte del collega onorevole Di Lello le porgiamo i migliori auguri di buon lavoro. La conosciamo da tempo e siamo convinti della sua professionalità, della sua umiltà, come ha sottolineato qualche secondo fa, e siamo anche convinti che lei sarà una Ministra che riuscirà a mantenere fermi i rapporti tra il Parlamento e il Governo. Mi permetta, signora Presidente, di ringraziarla per quello che lei ha fatto durante i giorni del terremoto e anche dopo. L'abbiamo vista presente e la vediamo ancora presente e questo va a merito suo, ma dal momento che lei rappresenta quest'Aula e questo Parlamento, va a merito di questo Parlamento, che è stato presente in quei giorni e in questi giorni. Mi permetta anche di ringraziare le forze dell'ordine, i Vigili del fuoco, la Protezione civile, i cittadini italiani, che ancora oggi sono vicini a quelle popolazioni, alle popolazioni che hanno subito questo terremoto che non si verificava in questo Paese dagli anni Ottanta, con 299 morti – vorrei ricordarlo a quest'Aula – e che ha abbracciato una superficie di circa 600 chilometri quadrati, con 21 mila sfollati.
  Il precedente Governo si è mosso rapidamente. Già dal 24 agosto è intervenuto per dare le prime risposte ai cittadini di quell'area e si è intervenuti con circa 8 miliardi di euro per cominciare a dare quelle risposte necessarie e anche e soprattutto per mettere in stabilità il territorio in quanto tale. È stato un momento importante, essenziale, perché noi riteniamo che sia importante soprattutto fare in modo che quest'area o le aree in generale del nostro Paese, che sono soggette a questi fenomeni sismici, vengano ad essere messe in sicurezza, perché non vorremmo ancora altre volte essere qui in quest'Aula a commemorare i morti.
  Bene è stato fatto con questo decreto nell'intervenire su alcuni aspetti importanti: mi riferisco al Fondo delle piccole e medie imprese, che hanno necessità di riprendere la loro attività, per ridare vita a quel tessuto industriale e artigianale che rendeva stupende quelle aree, ma anche per ciò che riguarda il settore agroalimentare, un settore importante delle stesse aree che produceva e deve continuare a produrre dei prodotti di qualità, esportati non soltanto qui nel nostro Paese ma anche nel resto d'Europa. Quella realtà è una realtà lavoratrice, una realtà che crede di restare e che deve restare nei propri insediamenti abitativi. È per questo che è importante che in questo decreto siano stati determinati e definiti anche in che modo verranno ad essere risarciti i cittadini di quell'area ai fini della ricostruzione. Verranno risarciti al 100 per cento per le prime case e per le seconde case che si trovano nel «cratere»; verranno risarciti al 100 per cento anche quelle abitazioni che sono fuori dal «cratere»; verranno risarcite al 50 per cento quelle abitazioni che non sono abitate. È la prima volta che accade; nessun altro Governo ha proceduto a fare questo tipo di intervento, eppure abbiamo avuto, negli anni passati non molto tempo fa, dei sismi estremamente significativi.
  Ma si è intervenuti anche su quello che è il sistema di quelle aree stupende. Sottolineavano poco fa i colleghi ciò che riguarda i parchi di quell'area che è una Pag. 29zona estremamente importante per un turismo ecologico e per la bellezza di quei luoghi, che lei conosce molto meglio di me. Ebbene, anche su questo si è intervenuti nel dire che bisogna mettere in moto una macchina che riguarda, appunto, lo sviluppo del turismo, dando mandato al commissario di intervenire in sintonia – in sintonia ! – con le amministrazioni locali. Questo per rilanciare, appunto, il turismo in quell'area, ma per ricostruire anche una filiera che è la filiera del made in Italy a cui noi ovviamente diamo un'importanza enorme.
  Si è anche determinata, come è stato giustamente definito durante il dibattito sugli ordini del giorno, la possibilità di assumere: di assumere nei comuni, nelle regioni e nelle ex province, perché si possono avere professionisti capaci a dare un supporto forte a quelle realtà, ma soprattutto per eliminare e per superare la burocrazia che c’è. È importante superare la burocrazia perché c’è bisogno di interventi rapidi, c’è bisogno che la gente, quei cittadini che ancora oggi stanno soffrendo, abbia la certezza che le lentezze burocratiche vengono ad essere superate e, quindi, la possibilità di vedere realizzati i loro sogni, i sogni di una vita che sono le proprie abitazioni. Occorre recuperare i centri storici e recuperare quelle aree importanti della vita e del momento di ritornare a vivere. Lo dobbiamo fare con grande responsabilità, con grande senso di determinazione per ciò che, giorno dopo giorno, come ha detto anche il Presidente del Consiglio ieri nelle sue dichiarazioni, è la priorità. La priorità assoluta in questo momento deve essere la ricostruzione di quelle aree, cioè dare certezza a quei cittadini che lo Stato c’è e che, quindi, sarà a fianco a loro per ridargli dignità, per ridargli certezza, per fare in modo che loro possano rivivere nelle proprie aree e nei propri territori.
  C’è anche un intervento importante, che riguarda i Vigili del fuoco, per due milioni e mezzo, più altri 50 milioni per l'acquisto di nuovi mezzi. Ecco è tutto un sistema che si collega, un intervento importante, che per la prima volta è stato definito all'interno di questo provvedimento e non certamente negli anni passati. Certo, potrà e dovrà essere migliorato, perché, nell'avvio di questo iter e nella realizzazione di quelli che sono gli interventi, ci accorgeremo probabilmente che dovremmo migliorarlo; ma la cosa importante è partire rapidamente, dare la possibilità a quella gente di avere certezza. Noi siamo convinti che staremo tutti a fianco a loro, come è stato già detto, partendo dal Capo dello Stato, perché quella gente deve avere la sensazione che lo Stato c’è e che noi diamo a loro le risposte per la loro dignità. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, l'urgenza e la necessità del decreto-legge che oggi siamo chiamati a convertire risultano evidenti. Non c’è crisi di Governo che tenga rispetto al nostro dovere di sostenere le popolazioni colpite dal terremoto, popolazioni che hanno bisogno di risposte precise e puntuali da parte delle istituzioni, in primo luogo da quelle statali.
  Sul merito delle misure volte ad avviare e mettere a regime la ricostruzione di quei territori e il rilancio del tessuto produttivo c’è poco da aggiungere. Si tratta di strumenti idonei allo scopo e per questo sono più che condivisibili. Il provvedimento, così come modificato dall'intervento parlamentare, si muove infatti su piani diversi, fra loro complementari, al fine di mettere in campo un intervento integrato e coordinato. Un aspetto, però, deve essere chiaro: il grado di devastazione di quei territori è tale da non consentire il minimo tentennamento nella ricostruzione, che va sostenuta e implementata con continuità e determinazione. Ovviamente, la parte principale del pacchetto di misure che stiamo per approvare è dedicata al recupero degli edifici pubblici e privati e a tutte quelle attività ad esso connesse, ma non bisogna trascurare altri importantissimi ambiti di intervento, in agricoltura, in Pag. 30edilizia scolastica, nel fisco e nel lavoro. Sappiamo infatti, fin troppo bene, che la rinascita di un territorio così devastato, oltre che sulla messa in sicurezza del patrimonio abitativo infrastrutturale, deve basarsi sul rilancio dell'economia, sulla tutela dei livelli di occupazione, su una pressione fiscale che tenga conto delle attuali difficoltà, pensando quindi all'istituzione di una no tax area, e su una rete di servizi pubblici adeguata alle esigenze di quei territori. Su tutti questi aspetti, il decreto fornisce alcune fondamentali risposte, ma sarà altrettanto importante coinvolgere le stesse istituzioni locali, mettendole in condizione di intervenire in modo diretto.
  In questo senso sottolineo la necessità di favorire in tutti i modi l'utilizzo, da parte dei comuni, dei rispettivi avanzi di amministrazione, così da poterli indirizzare su progetti legati ad interventi di ripristino stradale e alla realizzazione di plessi scolastici. Solo in questo modo, infatti, l'azione sarà davvero corale. Il presente disegno di legge di conversione rappresenta, quindi, una prima tappa nel difficile percorso di rinascita che i territori del centro Italia dovranno seguire e per questo esprimo dunque il convinto voto favorevole della componente socialista. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Samuele Segoni. Ne ha facoltà. Il deputato Segoni non c’è, non lo vedo. Andiamo avanti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Sì, grazie signora Presidente. Io penso che oggi il Parlamento, al di là della parentesi che c’è stata, sia chiamato a un atto di responsabilità e ad approvare con immediatezza questo provvedimento, perché noi come Paese abbiamo dato una risposta straordinaria rispetto alla tragedia, una risposta straordinaria del volontariato, della Protezione civile, delle Forze dell'ordine, una solidarietà immensa da parte di tutti gli italiani. Però siamo in un contesto, in quelle zone, ancora di emergenza, signora Presidente. Occorre una ricostruzione delle abitazioni, dei beni culturali, ma soprattutto la ricostruzione del tessuto socio-economico e produttivo di tantissime imprese, perché è stato distrutto tutto. Risorse e tempi, questo è il compito della politica.
  Noi abbiamo dato anche uno spettacolo, diciamo, non proprio edificante con la mozione, tempo fa, dove ci sono state polemiche e divisioni. Oggi invece, al di là comunque della parentesi che ha innescato una discussione che merita grande rispetto, perché parliamo del Corpo forestale dello Stato, parliamo di alcuni provvedimenti che sono andati in discussione e che noi come componente Conservatori e Riformisti abbiamo fortemente contestato; tuttavia il resto dell'andamento dei lavori determina di fatto una unanimità di intenti, quale quella di dare una risposta quanto prima possibile alle zone terremotate e alle persone.
  Anche la nostra componente ha aderito all'esortazione e all'auspicio espresso dal Presidente della Repubblica di porre particolare attenzione alle zone terremotate e alla gente che è stata colpita, perché, signora Presidente, con gli esiti di natura esclusivamente politica e con l'espressione dei cittadini, ha un senso che questa legislatura continui la sua attività rispetto a quello che ha detto il Presidente della Repubblica. Perché, se non affrontiamo in maniera celere e in maniera abbastanza pertinente le emergenze come quella del terremoto, allora non ci sarebbe veramente necessità di continuare i lavori di questa legislatura.
  E per questo motivo, per rispetto all'esortazione e all'attenzione che merita e che meritano le zone terremotate e per la gente che è stata colpita, voteremo a favore del decreto.
  I 131 comuni colpiti necessitano di interventi celeri, veloci e in merito a tutto ciò l'esperienza del commissario Vasco Errani, dal punto di vista amministrativo, Pag. 31la lunga esperienza sia amministrativa e sia anche in riferimento al terremoto dell'Emilia, conforta. Io sostengo che aiuterà l'azione di vigilanza preventiva dell'ANAC e della struttura del prefetto Tronca. Non c’è dubbio che cercherà di fare anche una vigilanza rispetto alle procedure, e non solo rispetto alle procedure. Speriamo che siano sufficienti per tenere lontano il malaffare. Così come è stato utile far assorbire in questo decreto le misure del secondo decreto-legge varato dopo le nuove scosse che purtroppo ci sono state. È sperabile che il nuovo Governo riesca ad ottenere dall'Unione europea le risorse necessarie per l'intera ricostruzione. La legge di bilancio ha stanziato – come competenza – 6,1 miliardi per la ricostruzione privata, un miliardo per la ricostruzione pubblica e 300 milioni di fondi di programmi regionali. Ma attenzione, tutte queste risorse sono iscritte in bilancio come competenza, la cassa è solo di 600 milioni. I Conservatori e Riformisti ovviamente ritengono indispensabile la proroga del regime di sospensione delle tasse nazionali e locali.
  Concludo, signora Presidente, auspicando che anche in futuro il Parlamento assuma lo stesso atteggiamento e comportamento di oggi – con l'esclusione però di quell'intermezzo di mezz'ora, che purtroppo non è stato edificante – mettendo così il Capo dello Stato nelle condizioni di poter dimostrare, come potrà fare domani recandosi ad Amatrice, Arquata, ed Acquasanta, che il Parlamento non ha dimenticato la tragedia del terremoto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Presidente colleghi deputati, Ministro Finocchiaro, intanto spero che si inauguri, con questo cosiddetto «Governo fotocopia» o «Governo clone», una fase diversa nei rapporti tra Parlamento e Governo, innanzitutto, e ove possibile tra opposizione e maggioranza, opposizione e Governo, perché fino ad adesso è stato davvero inaccettabile il comportamento tenuto dal Governo Renzi. Vediamo se ci sarà una stagione – ci auguriamo brevissima –, comunque, per quanto breve possa essere, di discontinuità in queste relazioni.
  Noi non abbiamo alcuna intenzione di attivare dischi rotti, venire qui a cantare la messa, ad insultare il Governo, a fare il gioco delle parti, a mettere in onda il teatrino della politica, a perdere tempo, a comiziare; non ci interessa. Noi siamo qui – almeno chi parla, il gruppo che rappresento – per servire il popolo italiano, quindi pretendiamo dal Governo capacità di ascolto, che non significa nemmeno mettere in moto gli apparati uditivi, ma significa interagire. Noi, come Fratelli d'Italia, abbiamo presentato, all'indomani del tragico e terribile terremoto del 24 di agosto, una mozione che diligentemente, attraverso anche la sensibilità della Conferenza dei capigruppo e della Presidenza, è stata posta all'ordine del giorno. È stata la mozione capostipite che ci ha intrattenuto, insieme a tante altre, in una discussione di merito necessaria, perché i cittadini da noi si aspettano questo: capacità di entrare nel merito, capacità di correggere decisioni sbagliate, capacità di offrire un contributo che può sfuggire a chi fa il Ministro, a chi fa il Presidente del Consiglio, a chi svolge compiti anche operativi.
  Questo decreto è a mio giudizio nato male: si è perso troppo tempo. Noi ci asterremo, per senso di responsabilità e non per dare un segnale al Governo, ci mancherebbe altro; per dare un segnale alle popolazioni colpite dal sisma; per dare un segnale di solidarietà vera, non declamata, alle famiglie che hanno sofferto lutti e che si trovano ancora in fortissima condizione di disagio. Ci asterremo come segnale di responsabilità e di attenzione verso quelle comunità locali che sono pezzi di identità e di storia della nostra Italia. Ma il fatto stesso che, con un terremoto avvenuto il 24 agosto, noi stiamo licenziando un provvedimento ad esso relativo alla vigilia di Natale, la dice lunga sull'impreparazione e sulla vera insensibilità Pag. 32di chi avrebbe potuto agire in maniera decisamente più celere per mettere in onda i provvedimenti urgenti, necessari, intanto per intervenire appunto sul sisma, ma poi per provare a materializzare quelle pie intenzioni che abbiamo ascoltato e alle quali abbiamo partecipato, anche nel tentativo di stimolare il Governo – noi, dall'opposizione – nelle mozioni che abbiamo discusso. Ci piacerebbe capire che fine hanno fatto alcune nostre raccomandazioni, che sembravano teoricamente appartenere anche alla sensibilità del Governo.
  Si ragionava su cosa ? Breve ricostruzione. Nel 2006, per la prima volta, posto che gli eventi sismici continuano a non essere prevedibili – con le mie scarse conoscenze ritengo che difficilmente qualcuno riuscirà mai a prevederli –, comunque, il Governo italiano, con i suoi apparati tecnici, riuscì non a prevedere gli eventi sismici ma comunque a delineare, a delimitare, da un punto di vista della superficie della nostra penisola, un'area di rischio sismico, una vasta area, che complessivamente contiene circa 3.000 comuni. Noi sappiamo che 3.000 comuni italiani sono a rischio sismico, e sappiamo anche, di più, che tra questi 3.000 comuni ce ne sono poco più di 800 che sono a grave rischio sismico. A grave rischio sismico !
  Quando abbiamo fatto questo studio – lo fece il Governo pro tempore dell'epoca e lo promulgò – abbiamo praticamente avvisato qualche milione di cittadini, qualche centinaio di migliaia di famiglie che la loro vita era in pericolo. Quindi, conseguentemente, una nazione che si rispetti, uno Stato che voglia adempiere anche ai propri doveri costituzionali nei confronti della tutela della sicurezza dei cittadini, dovrebbe agire di conseguenza, non agire dopo che un terremoto è avvenuto. Non possiamo prevedere quando avverrà, ma sappiamo che può avvenire, e adesso, dal 2006, sappiamo anche dove potrà avvenire ! Questo ci mette in una condizione di obbligo morale di tutela della sicurezza e della vita dei nostri concittadini. Quindi, va bene quello che è stato previsto nel decreto – e questa è la ragione per la quale ci asterremo – ma non è sufficiente, perché il lavoro che manca – e non si sa quanto tempo debba trascorrere affinché possa essere adeguatamente integrato – è il lavoro sulla messa in sicurezza del territorio. È questo un lavoro necessario, talvolta a costo zero.
  Mi spiego. Negli eventi che abbiamo citato, quelli di agosto e di ottobre, abbiamo potuto riscontrare, per esempio, delle difficoltà di comunicazione da parte di coloro i quali sono stati colpiti dal terremoto: non c'erano attive le linee telefoniche, né quelle di telefonia mobile né quelle della telefonia fissa. Questo, Ministro Finocchiaro, lo si otterrebbe a costo zero. È possibile, nelle convenzioni, nei protocolli, negli accordi con i gestori di telefonia, dire che non possono solo rincorrere logiche commerciali, che non ce ne può fregare di meno dei loro soldi e dei loro profitti ? Ciò perché se lo Stato italiano ha deciso, con i suoi tecnici, che ci sono 3.000 comuni a rischio sismico, lì ci deve essere obbligatoriamente – se vogliono svolgere un servizio, quindi avere anche degli incassi, degli introiti – la copertura. Non è un problema di comodità, è un problema di sicurezza ! Come fanno i cittadini colpiti dal terremoto ad entrare in contatto con coloro i quali devono soccorrerli ? Quanto costa questo lavoro ? Costa zero euro, bisogna metterci solo la testa e la sensibilità.
  Oppure, il piano delle infrastrutture. Noi abbiamo presentato degli emendamenti alla legge di bilancio – che oggi ha cambiato nuovamente denominazione – ma sono stati tutti bocciati. L'avevamo fatto per dire molto semplicemente che, sempre partendo dal presupposto che lo Stato – non Fabio Rampelli, lo Stato ! – ha perimetrato le zone a rischio sismico, bisogna dare priorità alla realizzazione delle infrastrutture nelle aree a rischio sismico. Non è che ci voglia questo pozzo di scienza, e non bisogna spostare poste da nessuna parte, i soldi esistono. Nella priorità della realizzazione delle infrastrutture devono essere collocati per evitare quello che è già accaduto, non soltanto di recente, Pag. 33ma da sempre ! Da sempre ci sono problemi, quando ci sono scosse telluriche, terremoti più o meno devastanti, quando ci sono problemi di contatto con le zone terremotate.
  Allora, vogliamo metterci un diritto di priorità per realizzare aeroporti, eliporti, linee di ferro per mettere in sicurezza le consolari e le autostrade ? Lo vogliamo fare questo lavoro oppure vogliamo semplicemente raccontare che esiste questa area ad alto rischio sismico, senza trarre alcuna conseguenza al riguardo ? Oppure, ancora, la no tax area per consentire che, anche da un punto di vista economico, quindi sociale e produttivo, queste zone non muoiano, vogliamo provare a istituirla ? Non è possibile perché l'Europa dice che non è compatibile ? Noi non ci crediamo, perché non vediamo nessun ostacolo. Ma, comunque, con i mezzi propri, noi possiamo istituire le zone franche urbane, con un minimo di 30 mila cittadini abitanti, ed ecco lì che abbiamo comunque aggirato l'ostacolo e consentito investimenti con una tassazione bassa, per evitare che queste aree – concludo – vengano spopolate e, quindi, un pezzo della memoria, delle tradizioni, dell'identità italiana vada a disperdersi, ad essere cancellato. Non riesco a dire molto altro, perché il tempo è scaduto, però questo è il senso. Non dobbiamo guardare indietro, perché indietro ci siamo già stati. Dobbiamo certamente soccorrere le popolazioni ed essere al fianco dei sindaci e, possibilmente, dare loro più poteri, ma dobbiamo fare un'azione seria per mettere in sicurezza i territori e questa azione è fatta anche di piccoli gesti, puntuali, che sono stati individuati nelle proposte che sono pervenute, da parte di molti gruppi politici, anche da parte di Fratelli d'Italia e che gradiremmo potessero essere ascoltate con maggiore concentrazione da parte di chi governa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maurizio Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. I modelli di ricostruzione dopo i terremoti sono tanti quanti sono i terremoti. Ogni Governo ha scelto la sua strada, ha dato i suoi indirizzi, ha scelto come fare. L'unico caso chiuso, se possiamo definirlo così, come riferivano anche dei report giornalistici di questi giorni, è sostanzialmente quello del terremoto del Friuli del 6 maggio 1976, di quarant'anni fa esatti, che in trent'anni ha visto chiuso il suo percorso di ricostruzione, ha visto la ricostruzione totale degli edifici culturali, civili, privati o il ripristino degli stessi nei luoghi più opportuni. Ci sono voluti trent'anni; è chiaro che ognuna di queste disgrazie porta con sé dei tempi, delle ricostruzioni e dei percorsi. Quello è stato un caso emblematico perché la gente friulana, certo, ha agito, come abbiamo visto, con grande solerzia, con grande tenacia e con grande forza, ma anche grazie all'intuizione del Governo di allora. Tutti si ricordano la decisione dell'allora Presidente del Consiglio Aldo Moro, che affidò alla regione la ricostruzione, primo caso nella storia in cui il sistema dei poteri territoriali, dei poteri locali ha avuto questo potere forte. Questo ha contribuito effettivamente a una rinascita, a un rilancio e a una ricostruzione del territorio così com'era.
  Governo e Parlamento in questa occasione – va detto con chiarezza – hanno fatto il proprio dovere, emanando i provvedimenti necessari in tempi stretti, votando la conversione in legge di questi stessi provvedimenti che il Governo aveva proposto e agendo con rapidità e speriamo anche con efficacia e con modi corretti, per ottenere dei risultati. Solo il tempo ci dirà se è effettivamente così, ma riteniamo di sì.
  Evidentemente sono interventi che servono per non lasciare sole le popolazioni colpite, nei beni, nella vita, nel senso di sicurezza. Sappiamo che quando si perde tutto, anche dal punto di vista psicologico, la vita cambia e tutto quello che era prima non è più dopo. La vita in questi casi cambia. Ci viene mostrato anche come sia Pag. 34diversa la natura delle aspettative degli uomini. Ci viene mostrata anche la fragilità dei nostri pensieri.
  Se c'era un'occasione in cui servivano dei decreti legge era questa, quindi bene ha fatto il Governo a provvedere con tempestività in questa situazione. Da qui emerge come lo Stato sia presente. Emerge la forza dello Stato, la capacità dello Stato di essere presente e di dimostrarsi un unicum che interviene con tutte le sue energie a protezione di chi è in difficoltà, a protezione dei suoi beni, a protezione dello Stato stesso. Quindi, bene il percorso che è stato fatto e la prontezza che è stata dimostrata dal Governo.
  Anche il Governo attuale ha messo in evidenza come sia uno dei primi punti, uno dei punti più importanti, la ricostruzione post-terremoto. Infatti, non è solo una dimostrazione di efficienza del sistema di governo nazionale e locale, di tutti gli enti coinvolti, è giustizia dello Stato.
  Io credo che – lo diceva forse anche qualche collega prima – nulla può giustificare atteggiamenti che sfruttino a fini politici o di parte il terremoto e i provvedimenti che il Governo sta prendendo e sta definendo.
  Abbiamo chiesto – il nostro gruppo l'ha chiesto già nei primi giorni dopo il terremoto –, nelle sedi parlamentari idonee, una pax politica, un passo indietro rispetto all'ideologia, ai proclami, ai commenti sconsiderati sui social media, un passo indietro per rispetto di chi è morto, di chi ha perso tutto quello che aveva e ha perso anche la speranza nel futuro. Con questa pax politica si chiedeva rispetto per lo Stato.
  C'era chi diceva che la politica è servire il Paese e non servirsene ed è fondamentale per chi siede su queste poltrone, su tutte le poltrone. Io voglio dire che la politica è ascoltare il Paese. Il Paese ci chiede azioni concrete, soprattutto in questi casi, e le misure le troviamo in questo atto: misure per la ricostruzione pubblica e privata, misure destinate al sistema produttivo, misure in materia ambientale, in materia di legalità e trasparenza, in materia di protezione civile e per gli enti territoriali, misure fiscali. Ne cito solo alcune che mi sembrano rilevanti e che vale la pena sottolineare: il rilancio delle attività produttive con lo stanziamento di 35 milioni – se ricordo bene – a favore delle piccole e medie imprese; il rilancio del turismo con un piano che il commissario dovrà attuare per ricostruire questa rete territoriale turistica; i finanziamenti agevolati per le piccole imprese, anche quelle agricole, che sono un po’ il cardine su cui si regge l'economia locale; la ricostruzione del lavoro, che è la prima forza che fa tenere le persone vive nel posto; le misure a favore degli enti territoriali, dei comuni; la sospensione del pagamento dei mutui per la Cassa depositi e prestiti, che è un fatto importante perché lì è tutto da ricostruire; l'esclusione dal pareggio di bilancio. Sono segnali importanti per la ricostruzione, per far capire che lo Stato effettivamente c’è.
  Qualche tempo fa il sindaco di Amatrice chiedeva, proprio alla Camera, di non lasciare soli questi territori, queste persone, di non abbandonare i cittadini che stanno cercando di rialzarsi. Noi stiamo cercando di fare questo e approviamo questo provvedimento, che – ripeto – è complesso e articolato.
  Per la ricostruzione del Friuli sono servite sei leggi per provvedere a tutto quello che era necessario dal punto di vista del sostegno dello Stato. Questo è un primo passo. Può darsi che ne servano anche altri per questo terremoto. Noi siamo pronti eventualmente a farli. Il quadro ci sembra già abbastanza completo.
  Credo che noi dobbiamo fare in modo che le persone possano ritornare nei loro paesi, perché i loro paesi continuino ad essere vivi, perché continuino ad essere città in cui si sentono persone vive in quei posti dove hanno gli affetti, dove hanno – lo dicevamo anche quando approvavamo la legge sui piccoli comuni – dei panorami a cui sono abituati che fanno parte della loro vita e che sono importanti per ciascuno. Sappiamo che è difficile, sappiamo che anche altre mille strade sono state Pag. 35tentate, come quella della delocalizzazione, di costruire in altri posti i paesi, di spostare le persone. Noi crediamo che non sia giusto deportare le persone. Se qualcuno vuole andarsene è libero di farlo, ma noi crediamo che sia importante ricostruire questi territori e questo provvedimento va in questo senso.
  Riteniamo anche che sia importante pensare alla prevenzione. Non è pensabile che strutture magari appena ristrutturate (caserme dei carabinieri, scuole, piuttosto che comuni, edifici appena ristrutturati) crollino. Evidentemente qualche cosa non ha funzionato in questi casi. Bisogna che ci sia più attenzione al tema della sicurezza e che siano destinate anche le giuste risorse perché la sicurezza sia garantita soprattutto in questi territori che sappiamo avere un forte rischio sismico e correre dei grandissimi rischi.
  I terremoti non sono prevedibili – lo diceva il collega poco fa – e, soprattutto, non sono provocati dall'uomo e neanche dalle scelte di questa Camera, come qualcuno aveva irresponsabilmente affermato qualche tempo fa. Invece, un altro discorso serio e importante è quello che sottolinea come molte delle catastrofi che succedono sono legate a quello che l'uomo fa, a come viene antropizzato il territorio, a come viene occupato il territorio e a come viene deturpato il territorio, senza la minima regola di sicurezza spesso. Anche qui, l'impegno del Governo ci sembra importante anche con le norme che vengono dettate sull'attenzione, appunto, a questi temi della sicurezza e delle norme necessarie in questi campi.
  Il Governo ha risposto, dicevo, in maniera molto veloce su questa necessità, subito a ridosso dell'evento, e lo ha fatto anche in maniera abbastanza diversa rispetto al passato, in cui sembravano essere giustificate, per la velocità, per dare delle risposte, anche delle violazioni a quelle che erano le norme più normali, soprattutto anche quelle in particolare nel caso della sicurezza. Lo ha fatto con coscienza, lo ha fatto con impegno. Per parlare anche di quello che fa l'Assemblea della Camera, la Commissione ambiente ha audito persone, ha incontrato le realtà che sono coinvolte, dalla Protezione civile al commissario, tutti quelli che hanno un ruolo, i sindaci.
  Faremo anche un sopralluogo prossimamente. Può apparire poco, ma non lo è. Noi crediamo che questo provvedimento, e vado a concludere, sia un provvedimento, dicevo, già ricco in sé, ma che credo possa generare un piano strategico per quel territorio, un piano strategico per lo sviluppo economico di quei posti, per il sostegno sociale, per l'ambiente e la cultura, e qui mi rivolgo ai sindaci in particolare. Da lì può ripartire, con un piano strategico che parte da queste iniziative può davvero prendere vita il rilancio di quei territori, sindaci, amministrazioni locali, tecnici dei comuni che sono chiamati ad agire.
  Ecco, noi credo che, come gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, sosterremo convintamente, ovviamente, questo provvedimento, nella convinzione che ogni territorio abbia un'anima, ogni territorio abbia una sua vita di cui noi dobbiamo avere cura, perché non è nostra vita, appartiene alla storia e resterà per sempre. E quindi noi diciamo, vogliamo dimostrare con questa approvazione che lo Stato non abbandona queste popolazioni colpite dal sisma. Siamo solo all'inizio di un percorso, che durerà anni, ma siamo partiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente, Governo, colleghi, il provvedimento sul terremoto, che già ha avuto la sua definitiva approvazione in Senato, è giunto oggi in Aula. Lo approveremo così com’è per diverse ragioni, tanto di carattere istituzionale quanto per garantirne l'efficacia, vista la sua effettiva necessità ed urgenza.
  Un provvedimento che avremmo potuto esaminare e migliorare, ma che comunque fornisce risposte concrete ad un territorio martoriato sia dal punto di vista economico sia per i disagi che vive a livello sociale. Pag. 36
  La priorità di un decreto come questo è assicurare risorse necessarie a garantire un sistema organico di gestione dell'emergenza e della ricostruzione. È necessario, per consentire il ripristino della quotidianità, fornire servizi di base, a partire dalla scuola, ma permettere anche la ripresa di attività lavorative e il supporto psicologico ad una comunità molto provata e che si avvia, in grande per carità, a sopportare il rigore dell'inverno.
  Il testo di legge al nostro esame garantirà il recupero e la salvaguardia di un patrimonio culturale inestimabile, che va dalle tele custodite nelle chiese ormai crollate ai manoscritti del Leopardi, agli statuti del Cinquecento sepolti sotto le macerie delle mura civiche. Tra le misure contenute nel decreto troviamo anche la sospensione delle imposte per i cittadini e le imprese residenti nelle aree colpite, quella del pagamento del canone RAI, di bollette telefoniche, di polizze assicurative. Interviene con un contributo pari al 100 per cento dei costi per la ricostruzione privata anche per le seconde case, permette il recupero del patrimonio pubblico e sostiene le attività produttive delle zone interessate, con particolare attenzione al settore agroalimentare. L'impegno delle istituzioni sarà quello di verificare che le risorse vengano ben impiegate e che si evitino speculazioni e infiltrazioni malavitose nella gestione degli appalti, ma è anche quello di fare in modo che non chiudano le imprese, le botteghe, e si trasferiscano le popolazioni, condizione necessaria a quei luoghi per non perdere la loro anima.
  Apprezzabile è stato anche lo sforzo profuso per assicurare la ripartenza dell'anno scolastico, che ha convinto molte famiglie a restare. Il decreto sul terremoto consente di fare un'ulteriore riflessione: abbiamo buona parte del nostro patrimonio in zone a rischio sismico.
  Se non possiamo scongiurare alluvioni o altri disastri che derivano da fenomeni naturali imprevedibili, se non possiamo continuare a gestire eventi catastrofici in emergenza, anche potendo contare sull'organizzazione della Protezione civile, che il mondo ci invidia per professionalità ed efficienza, allora dobbiamo arrivare ad un piano che ci permetta di incoraggiare i privati a investire sulle misure antisismiche, assicurare risorse sufficienti per rendere edifici pubblici, scuole e beni culturali sicuri. Se non è possibile prevedere, quindi, diventa fondamentale avviare il progetto «Casa Italia», ambizioso e lungo da contemplare, ma solo così eviteremo che interi paesi vengano rasi al suolo e riusciremo a salvare vite umane.
  Il terremoto ha colpito il cuore del nostro Paese, ha messo a dura prova comunità che chiedono di non essere abbandonate. L'Italia dei borghi belli, custode di tradizione e cultura, di spiritualità e paesaggi unici, non può e non deve scomparire. Dobbiamo preservare la qualità dei prodotti tipici, dobbiamo riportare in questi luoghi i turisti per far conoscere loro i sapori e gli odori, la loro bellezza e autenticità. Questo provvedimento, pertanto, è un atto dovuto, è la vicinanza dello Stato a chi è in difficoltà, è un segnale chiaro di partecipazione al dolore, è una risposta concreta per poter ripartire, un banco di prova e la possibilità di dimostrare che non ci arrendiamo, ed è per questo che annuncio il voto favorevole a nome di ALA-Scelta Civica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, signora Presidente, signora Ministra, colleghi, approviamo oggi in Aula un decreto molto atteso; lo facciamo rapidamente, con un ampissimo sostegno parlamentare. Un esempio importante di buona politica. Il decreto contiene diversi aspetti positivi, che noi Civici e Innovatori abbiamo contribuito a determinare. Ne cito solo alcuni, come ad esempio la velocità assicurata dall'utilizzo del credito di imposta per finanziare la ricostruzione e la priorità attribuita alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle scuole. Abbiamo più Pag. 37volte ricordato, e lo facciamo anche in questo caso, l'assoluta necessità di accorciare i tempi di consegna delle casette. Dobbiamo ridurre i disagi degli sfollati e garantire loro una sistemazione stabile nelle zone d'origine.
  La loro presenza è infatti la migliore garanzia della nostra volontà di ricostruzione immediata del loro tessuto sociale ed economico. Il decreto si basa su cinque pilastri, tutti e cinque molto importanti. In questa occasione desideriamo però ricordarne uno, l'equità; e, proprio in ragione dell'equità, esprimiamo la nostra soddisfazione per l'approvazione del nostro ordine del giorno che riguarda il turismo. Il turismo e il commercio costituiscono uno dei motori dell'economia dei territori del centro Italia colpiti del terremoto e delle loro regioni. In questo momento Umbria, Lazio, Marche e Toscana tutte stanno vivendo una desertificazione turistica, dovuta all'informazione veicolata dai mezzi di comunicazione e dai social network. Tale comunicazione le ha fatte apparire come aree interamente terremotate. C’è stata così la quasi totale cancellazione delle prenotazioni per l'anno in corso e tantissime mancate prenotazioni per l'anno prossimo, che preoccupano veramente anche in strutture in zone che non sono state interessate dal sisma.
  L'onda mediatica ha purtroppo causato pesanti ricadute sul sistema turistico locale. È importante, quindi, che il Governo valuti velocemente misure a favore del turismo proprio in ragione dell'equità, visto che, giustamente, esse erano state prese in considerazione sia nel caso del terremoto dell'Emilia che de L'Aquila. È l'equità che rende indispensabile queste misure, come, per esempio, il prevedere contributi per le imprese del turismo, anche stagionali, che abbiano subìto un danno indiretto. Rivolgiamo, inoltre, un pressante appello perché si promuova l'attività turistica nelle quattro regioni colpite dal sisma non solo attraverso quanto previsto dall'articolo 22 di questo decreto. Tale articolo prevede, infatti, azioni di promozione turistica a partire da 90 giorni dalla data di approvazione del decreto. Troppo tardi ! Occorre subito una serie di trasmissioni RAI per invitare i turisti a recarsi in località non direttamente colpite dal sisma già durante le feste natalizie. Desideriamo anche sottolineare l'urgenza della messa in sicurezza degli straordinari beni culturali nei nostri territori, musei, chiese, monumenti e delle loro opere inestimabili. In questo campo dobbiamo fare molto di più e molto più velocemente.
  Infine, una riflessione molto importante. I territori e i borghi dell'Appennino rappresentano una delle anime dell'identità e della storia del nostro Paese. Erano in crisi ben prima del terremoto che ne ha causato una desertificazione industriale. Era nostro obiettivo, prima, evitarne lo spopolamento che consegue le crisi, lo deve essere a maggior ragione adesso. Noi chiediamo che il Governo si attivi per creare una no tax area in questi nostri territori così martoriati. Per farlo è urgente che il Governo, come il gruppo Civici e Innovatori chiede da tempo, si adoperi per l'approvazione rapida di una norma nazionale che preveda l'istituzione delle zone economiche speciali, in linea con l'ordinamento comunitario sul tema degli aiuti di Stato, con l'obiettivo di attrarre nuovi investimenti, sviluppo, occupazione e conseguente rilancio del tessuto economico. È indispensabile farlo, colleghi, perché se noi chiediamo una no tax area, ma il Governo non fa questo, la nostra richiesta è totalmente inutile. Quindi, è indispensabile farlo, chiediamo al Governo che lo faccia e che una volta fatto inizi subito la sua applicazione proprio dalle aree terremotate.
  Nel dichiarare il nostro voto favorevole, colleghi, vi racconto che pochi giorni fa eravamo a Norcia per una riunione; mentre camminavamo per raggiungere il luogo dell'incontro, nei pressi del centro operativo abbiamo incontrato tante persone indaffarate, erano volontari. In quest'Aula voglio ricordare il sorriso e la serenità con la quale ci hanno accolto e il loro impagabile impegno e generosità. Noi di Civici e Innovatori li ringraziamo con tutto il cuore per l'esempio di serenità e coraggio che stanno dando a tutti noi, esempio che Pag. 38è importante non solo per far ripartire le zone terremotate ma anche per far ripartire tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, colleghi, finalmente siamo arrivati alla fase di approvazione di questo decreto-legge – che riguarda, appunto, la ricostruzione dei territori terremotati duramente colpiti dal sisma che ha colpito l'Italia centrale lo scorso 24 agosto – purtroppo con un notevole ritardo, sono passati circa tre mesi, e lo approviamo in una situazione completamente diversa da quella che la rilevanza degli argomenti trattati e soprattutto l'importanza del decreto stesso sicuramente avrebbero meritato. È stato fatto un esame lampo in Commissione, la stessa cosa è avvenuta stamattina in quest'Aula, quindi, si è trattato di una discussione alquanto affrettata dove, responsabilmente, per venire incontro alle esigenze di queste popolazioni anche il gruppo della Lega ha ritirato i propri emendamenti, visto che la situazione politica o, meglio, la crisi che avete determinato ha rallentato il corso dell'approvazione di questo provvedimento. Purtuttavia è opportuno evidenziare alcune criticità che sono state anche dei cavalli di battaglia che il gruppo della Lega ha presentato al Senato. Desidero evidenziarle in modo tale che se ne possa far tesoro rispetto a quelli che saranno purtroppo gli ulteriori decreti o interventi che il commissario straordinario sarà sicuramente costretto a fare. Una fra tutte, innanzitutto, è la mancata possibilità di prevedere un contributo del 100 per cento per tutte le seconde case distrutte o danneggiate dal terremoto a disposizione del proprietario, comprendendo, quindi, anche quelle esterne, quelle poste al di fuori dei borghi storici e dei centri storici. Il terremoto che ha colpito e che purtroppo ancora continua, perché ci sono scosse continue nell'Italia centrale, è un terremoto alquanto anomalo, si estende a macchia di leopardo, per cui sarebbe stato importante dare più competenze al commissario straordinario per quanto riguarda proprio la fissazione dei comuni che ampliano il cratere e che, quindi si trovano all'esterno.
  Non fare ciò determina, sicuramente, una discriminazione che, di fatto, si viene a creare tra proprietari di immobili che magari sono situati a pochi metri l'uno dall'altro. Occorre, lo ripetiamo trattare alla pari le prime case con le seconde, se realmente il Governo vuole porre in essere una giusta ricostruzione, lo ripeto, visto l'allargamento, purtroppo, del cratere. Ancora, vogliamo sottolineare anche la mancata certezza circa l'inclusione o meno nei contributi dei locali di pertinenza o gli annessi nonché gli impianti tecnici esterni ed interni. Questione per la quale siamo convinti occorreranno ulteriori ordinanze da parte del commissario straordinario, come già avvenuto, purtroppo, nel caso del terremoto che ha colpito l'Emilia. Ci spiace per la bocciatura di un nostro ordine del giorno che metteva in evidenza un dato importante per prevenire eventualmente altri fenomeni del genere. Infatti, nel decreto, purtroppo, vi è la mancata fissazione di un coefficiente di sicurezza per il miglioramento sismico che dovrebbe essere, a nostro avviso, almeno dell'80 per cento, visto che quello che è stato fissato per il terremoto e per la ricostruzione dell'Emilia è limitato al 60 per cento e non è stato sufficiente ad evitare sia i crolli di Spoleto che di Camerino; così come avevamo chiesto di fissarlo al 100 per cento per quanto, invece, riguardava strutture strategiche, come ad esempio le scuole, gli ospedali o le biblioteche.
  Siamo contenti dell'approvazione di un ordine del giorno che riguardava, invece, quella che è stata un'altra grande battaglia che il nostro gruppo ha condotto al Senato e che riguarda, proprio, l'istituzione della zona franca che, secondo noi, resterebbe l'unica disposizione che potrebbe risolvere effettivamente i problemi dei cittadini terremotati. Noi siamo convinti, per quanto riguarda anche l'aspetto dei tributi e dei Pag. 39contributi, lo ripetiamo, che la proroga che il Governo, con questo decreto, ha voluto fissare del pagamento delle imposte al 30 settembre 2017, purtroppo è fortemente limitativa, in quanto noi parliamo di popolazioni distrutte, non solo nell'animo, per la tragedia che hanno vissuto, con la perdita di familiari, ma soprattutto che non hanno più un reddito. Esse, non hanno più la possibilità di poter avere una dotazione finanziaria ed economica entro il limite che purtroppo è stato fissato, per cui avremmo chiesto l'esenzione totale e per quanto riguarda la zona franca, noi siamo convinti che, sicuramente, come già è accaduto nel caso dell'Emilia Romagna, sarà poi istituita a posteriori, come è avvenuto in quel caso, se realmente il Governo vuole uscire dalla crisi che ha colpito questo territorio.
  Tuttavia, siamo responsabili e consapevoli dell'importanza della conversione in legge di questo decreto che è indispensabile per i territori terremotati. Per questo il nostro gruppo non intende assolutamente osteggiarne l'approvazione. È indispensabile, però, attribuire competenze più ampie al commissario straordinario e anche ai cinque presidenti di regione, in qualità di subcommissari, per poter rispondere celermente alle aspettative che provengono dalle popolazioni colpite da questa calamità naturale. Come è indispensabile anche impiegare risorse economiche per l'emergenza e per l'assistenza nonché per la sistemazione provvisoria della popolazione che sta di fatto affrontando quelle che sono difficoltà logistiche, visto che la stagione invernale, purtroppo, si è così fortemente anticipata. Quindi, abbiamo la necessità di dover intervenire per fare in modo che queste popolazioni possano essere messe in situazioni più tranquille e più comode. Quindi, il reperimento di risorse rimane l'elemento necessario.
  I due decreti emanati dal Governo sono stati sicuramente ispirati all'esperienza passata, senz'altro, il secondo migliora notevolmente il precedente. Certo, lo ripetiamo, sono trascorsi circa tre mesi e siamo di fronte ad una ricostruzione, purtroppo, che si presenta ancora lenta, fortemente difficile e lunga. Il nuovo impianto ha sicuramente aggiunto alcuni elementi soddisfacenti, grazie, soprattutto, lo ripeto, alle modifiche apportate al Senato da tutti i gruppi politici compreso il nostro. Il Governo sembra aver capito l'importanza che devono avere anche gli amministratori locali che devono essere attori in prima persona nella ricostruzione per recuperare anche la memoria dei luoghi nei centri che sono stati distrutti, per ricostruire i paesi dove erano e come erano, conservando l'identità culturale dei luoghi che sicuramente è fondamentale come patrimonio storico.
  Il nostro gruppo intende, quindi, assumersi le proprie responsabilità per dare una risposta chiara, forte, immediata alle popolazioni terremotate, per fare in modo che possano ritrovare il prima possibile un loro normale ritmo di vita e che possano tornare sicuramente ai propri Paesi e alle proprie case. Per questo abbiamo accolto anche noi l'appello del Presidente Mattarella, che sarà in visita in quei luoghi. Il Presidente Gentiloni farà la stessa cosa e allora noi, per evitare che ci possa essere l'ennesima passerella, ma per fare in modo che si possa andare in quei luoghi – cosa che faremo anche come Commissione ambiente, ci sarà una delegazione di cui farà parte anche la Lega attraverso la mia persona –, solcheremo quei territori, solcheremo quei comuni e andremo lì, non con le mani in mano, ma andremo lì, finalmente, a dire che il Parlamento ha fatto la sua parte. Il Parlamento vuole andare incontro alle esigenze di queste popolazioni e, quindi, vuole in qualche modo incominciare, passo dopo passo, a far sì che ci possa essere una ricostruzione.
  Certo siamo fiduciosi che ci saranno e ci debbano essere, sicuramente, dei successivi provvedimenti, attraverso l'ordinanza del commissario straordinario, che devono essere migliorativi di aspetti, che sicuramente non sono stati risolti in quanto c’è un limite che, comunque, il decreto presenta su molti aspetti, come abbiamo visto in quest'Aula e come avevamo Pag. 40anche evidenziato attraverso gli emendamenti che, purtroppo, non abbiamo potuto discutere in quest'Aula e che siamo stati costretti a ritirare.
  Ora riteniamo che la priorità assoluta sia non far decadere questo decreto; responsabilmente ci siamo impegnati a fare in modo che venisse approvato quest'oggi in quest'Aula ed è per questo, quindi, che il nostro gruppo, il gruppo della Lega, esprime un voto favorevole a questo provvedimento, chiedendo e impegnando il Governo a risolvere, o meglio, analizzare e affrontare le questioni che abbiamo trattato quest'oggi in quest'Aula, e anche quelle evidenziate dagli ordini del giorno che sono stati presentati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. La ringrazio, signora Presidente. Io non sono d'accordo con il parere di alcuni intervenuti questa mattina in quest'Aula, che dicono che arriviamo troppo tardi con l'approvazione di questo complesso di nomine che si occupano dell'emergenza sismica nel centro Italia. Non sono d'accordo perché, già dal 17 ottobre c’è una copertura di un decreto vigente, che è una copertura che si occupa di molti aspetti, e questa riflessione parlamentare, che molto ha riguardato il passaggio in Senato, ha consentito di inserire nello stesso strumento, cioè nel decreto, anche le norme che riguardano, purtroppo, l'allargarsi di questa emergenza sismica con gli eventi successi il 26 e il 27 ottobre e poi quello ancora più forte che ha colpito in particolare la provincia di Macerata e le province confinanti il 30 ottobre ultimo scorso.
  Quindi, questa riflessione parlamentare ha consentito di comprendere all'interno di questo testo, di un unico testo, una vasta e ampia gamma e panorama di norme che coprono diversi tipi di esigenze, e i decreti sono stati vigenti. L'intervento in Senato ha sì, come è stato detto, introdotto norme importanti e alcune utili sicuramente, ma non ha cambiato strutturalmente o daccapo l'approccio che le norme messe in campo dal Governo volevano perseguire e gli obiettivi che volevano raggiungere.
  Perché vede, Presidente, ci troviamo di fronte a un'emergenza sismica molto particolare, questa volta, che speriamo si avvii verso la conclusione, ma, insomma, le cronache le conoscete tutti: questa notte c’è stata un'ulteriore scossa di 3.8, concentrata sullo stesso epicentro colpito il 30 ottobre.
  Ci troviamo, quindi, di fronte a un'emergenza sismica che all'inizio riguardava un evento molto concentrato, molto drammatico, che ha causato 300 morti e tantissimi danni ad un'area, però, fortemente concentrata, piccoli paesini, un evento molto drammatico, ma, diciamo, gestibile con strumenti e metodi diversi da quelli che dovremo mettere in campo per fronteggiare, invece, l'emergenza che si è allargata con gli eventi del 26, 27 e 30 ottobre. Infatti, il 26 e il 27, e il 30 ottobre soprattutto, con una scossa di 6.5, quindi una delle scosse più forti registrate in questo secolo nell'Italia peninsulare, la situazione di emergenza si è allargata di moltissimo e, oggi come oggi, questo evento non è paragonabile ad altri eventi – pure richiamati qui nel dibattito di questa mattina – che si sono succeduti nel corso – ahimè – di questo secolo in Italia, a partire dall'Irpinia, dal Friuli, dalla seconda metà del secolo, ma anche L'Aquila e l'Emilia-Romagna.
  Qui ci troviamo di fronte a un'emergenza sismica che colpisce una zona vastissima del centro Italia e che ammette all'interno di questa zona, che viene appunto riconosciuta dal decreto, anche comuni di dimensioni medio-grandi, non grandissimi ma grandi, sopra i 50 mila abitanti, mi riferisco a molti comuni capoluogo di provincia come Teramo, come Rieti, come Ascoli Piceno, come Macerata, ma anche comuni non capoluoghi di provincia, che però hanno un numero di abitanti importante, Foligno 60 mila e così via, che vedono, oggi come oggi, Presidente, Pag. 41un numero importante di crolli e di sfollati, parliamo di migliaia di sfollati.
  Tra l'altro, questa è una delle emergenze che il decreto in parte copre e che speriamo le ordinanze del Commissario coprano a breve, cioè il monitoraggio e la classificazione degli edifici, che è una cosa fondamentale per partire, ma non con la ricostruzione; qui ho sentito qualcuno dire: ’la ricostruzione sta andando a rilento’; la ricostruzione non è ancora iniziata ! Cioè, non si può parlare di ricostruzione, noi stiamo gestendo una fase di emergenza, di messa in sicurezza e di messa in moto di alcuni presidi per popolazioni che si trovano in uno stato di difficoltà. Non si può parlare in questo momento di ricostruzione.
  Quindi, stavo dicendo che oggi i comuni, tanti comuni, soprattutto quelli più grandi, vivono una necessità impellente di avere risorse per controlli di agibilità sui palazzi e, quindi, per emettere provvedimenti anche utili alla popolazione e ai cittadini per sapere in che condizioni si trovano e come dovranno gestire le prossime settimane e i prossimi mesi anche i presidi che avranno a disposizione. Questa credo che sia, oggi, l'emergenza più grande, perché noi dobbiamo, insomma, avere una mappa e un monitoraggio del patrimonio edilizio e avere anche una mappa e un monitoraggio dei cittadini che si trovano senza una dimora, e quindi sfollati, su cui appunto bisogna intervenire con le varie misure che possono essere quelle del contributo di autonoma sistemazione o della fornitura di un alloggio alternativo, cosa che si comincia a districare sui nostri territori proprio in questi giorni.
  Abbiamo, purtroppo, un'esperienza: questo decreto e queste norme nascono da un'esperienza, ahimè, che non avremmo voluto avere, ma negli ultimi anni non possiamo dire che l'emergenza sismica sia una cosa straordinaria, soprattutto nelle regioni in cui questa emergenza sismica c’è, perché veniamo dal terremoto de L'Aquila, un terremoto devastante e terribile, ma di caratteristiche diverse rispetto a quello di oggi, perché ha colpito soprattutto un centro urbano come quello de L'Aquila. E, secondo me, ma non è questa la sede, quell'emergenza, quella ricostruzione è stata gestita – io do un giudizio – in maniera eccellente, anche se, insomma, si moltiplicano dichiarazioni apodittiche, facendo credere che la gestione del terremoto de L'Aquila sia stata uno scandalo, ma, insomma, io sono pronto a confrontarmi. Certo, poi ci sono scelte diverse, scelte che possono essere più o meno contestate, ma oggi L'Aquila, che si trova dai 40 ai 70 chilometri dagli epicentri del terremoto così forte, ebbene oggi L'Aquila, grazie a quella ricostruzione, grazie a quelle scelte, vive momenti sereni. A L'Aquila si continua tranquillamente a vivere, non si hanno problemi di reazione al terremoto, ci sono le new town, tanto contestate, ma che hanno fatto in modo che 15.000 famiglie vivano in appartamenti sicuri anche rispetto al sisma e che hanno potuto continuare a vivere nelle vicinanze del centro de L'Aquila e, quindi, a tenere vivo quell'abitato e, da qualche anno, assistiamo anche alla difficile ricostruzione del centro storico. Se voi andate a L'Aquila è un cantiere aperto continuo, in cui si sta mettendo mano anche alla difficilissima ricostruzione del centro storico. E, allora, nel 2009, qualcuno più saggio disse che ci sarebbero voluti dieci, vent'anni: ebbene, è quello che si sta verificando. Se andiamo a vedere luci e ombre di quella ricostruzione, alla fine, se tireremo un consuntivo, saranno più le luci che le ombre.
  Ma qui oggi ci troviamo di fronte a un approccio diverso perché si è costruito un decreto che rimanda giustamente alla governance del commissario, alle ordinanze del commissario e io credo che sia stata una scelta giusta anche quella di fare un organismo commissariale unico e di affidarlo alla persona del presidente Errani, che è persona di grande capacità amministrativa e di grande concretezza. Infatti, avremmo avuto una confusione di governance, perché il terremoto va ad insistere, Presidente, proprio sull'incrocio di quattro importanti regioni italiane, che sono l'Abruzzo, l'Umbria, le Marche e il Lazio e, Pag. 42quindi, si sarebbe creata una sovrapposizione di governance. Quindi – ho finito – io credo che la scelta del commissario sia una scelta giusta.
  Questo decreto mette in campo già le prime risorse finanziarie per l'emergenza, ma mette in campo già dei criteri fermi per la ricostruzione sull'esperienza di fatti accaduti precedentemente; io non credo che siamo – ripeto – in ritardo, oggi approviamo definitivamente questo testo. Sappiamo già, come nelle esperienze precedenti, che occorrerà manutenzione, occorreranno miglioramenti, ma io credo che oggi le popolazioni terremotate e colpite da questa grave emergenza possano guardare con più fiducia all'immediato futuro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lara Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. Il Presidente del Consiglio Gentiloni ha aperto il suo discorso di ieri mattina in quest'Aula indicando come impegno prioritario del Governo l'intervento per le popolazioni colpite dai sismi di agosto ed ottobre. In verità, è uno dei pochi punti che abbiamo apprezzato davvero, però, a scanso di equivoci, voglio dirlo subito e non alla fine del mio intervento: il mio gruppo parlamentare, Sinistra Italiana, voterà a favore di questo decreto-legge. Lo facciamo perché conosciamo bene cosa significa avere senso di responsabilità, voteremo a favore nonostante questa corsa contro il tempo, con il rammarico – questo sì – di non aver potuto costruire un confronto per modificare il testo.
  Conosciamo le scadenze e conosciamo i tempi tecnici, ma ci rendiamo conto che questo è un testo perfettibile e migliorabile. Non mancherà l'apporto del nostro gruppo parlamentare quando il Governo si troverà nuovamente a reintervenire su questo tema. Sappiamo bene che ci sono dei vuoti normativi da colmare ed io vorrei utilizzare il mio intervento per provare a mettere in fila il lavoro futuro che ci aspetta.
  Prima, però, voglio ringraziare le forze dell'ordine, i volontari della Protezione civile, la Croce rossa e i vigili del fuoco per l'immane lavoro che stanno continuando a fare anche oggi, quando i riflettori delle telecamere si stanno spegnendo e loro, imperterriti, continuano con il loro impegno.
  Un riconoscimento particolare voglio rivolgerlo anche ai sindaci e agli amministratori locali, che stanno mettendo anima e cuore per i loro paesi fantasma, perché nonostante tutto continuano a presidiare un territorio violentato dal sisma, perché con scarsi mezzi cercano ostinatamente di dare delle risposte. Grazie, perché alcuni di loro hanno scelto di lasciare le loro occupazioni per restare ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette fra le macerie insieme a chi ha deciso di restare lì.
  Ecco il primo suggerimento, che avanzo a costo di risultare impopolare: compito del Governo è quello di prevedere una forma di reddito per questi amministratori locali. Avevamo detto tutti che, se non ripartono le attività produttive, assisteremo ad una lenta migrazione anche dei più coraggiosi verso altri luoghi lontani dal sisma dove poter rincominciare, ma se le persone non lavorano non possono tornare alla normalità, normalità peraltro difficile da raggiungere perché, seppur di minore intensità, le scosse continuano e la paura non finisce. Si immagini, signora Ministra, di risolvere un rompicapo che ti riporta sempre all'inizio; c’è chi vuole tornare nel proprio posto di lavoro, ad esempio nel salumificio o nel trotificio di Visso, andrà nel modulo che prima o poi arriverà, ma nel frattempo i bambini sono stati spostati nella costa, e nel caso specifico in più punti della costa per andare a scuola. Come si fa a ricomporre quella famiglia ? L'ho già detto prima: le scosse non finiscono e la paura nemmeno. Quando pensano di aver raggiunto un po’ di serenità, ecco che arriva un'altra scossa di 3.5, di 4.3 oppure, come ieri notte, di 3.8, che li fa ripiombare nel baratro del panico. Già è difficile gestire simili situazioni, pensi un po’ con la famiglia divisa, dove solo l'abbraccio di una mamma o di un papà Pag. 43possono aiutare a smettere di piangere. I moduli non servono solo a far ripartire le attività economiche, ma servono soprattutto a dare una parvenza di intimità familiare, dove un pianto liberatorio può essere rispettato e non vissuto come una vergogna. Ho sentito con le mie orecchie, all'interno dei palazzetti dello sport, dire ai bimbi più grandi: «Non piangere, altrimenti spaventi i bambini più piccoli e iniziano a piangere anche loro». I fondi per la ricostruzione rischiano di essere pochi, ne servono di più e soprattutto devono essere mirati. Le faccio un esempio: alcune famiglie hanno comunicato ai propri figli che non sono più in grado di garantire loro il continuo degli studi universitari, magari fuori regione; un genitore che ha perso il proprio posto di lavoro non può permettersi di mantenere il figlio all'università. Signora Ministra, ogni ragazzo che sarà costretto a lasciare gli studi sarà una sconfitta per il nostro Paese e per le istituzioni tutte (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà). Garantiamo le intelligenze dell'Italia, permettiamo a quei ragazzi di poter finire gli studi ! L'ho già detto, ma è il caso di ribadirlo: se a Camerino l'Università non tornerà a operare in pieno regime, quella città sarà destinata a morire lentamente negli anni. E non si aiutano queste zone terremotate come fa Trenitalia, sopprimendo i treni nella tratta Fabriano-Macerata verso le zone terremotate, quello è un disservizio e uno schiaffo a delle persone che già stanno vivendo con sofferenza questo momento particolare della loro vita.
  Se a Visso, Montefortino, Arquata, Pieve Torina, Gagliole non facciamo riaprire l'alimentari, la ferramenta, il macellaio o il tabaccaio, nessuno tornerà in quei piccoli borghi che fanno così belle e vivaci le Marche. E anche i più coraggiosi o forse quelli più testardi saranno costretti ad andarsene. Se ad Amandola non si ricostruirà in tempi brevissimi l'ospedale, che peraltro serve l'intera zona montana dell'entroterra, sarà difficile chiedere soprattutto ai più anziani di rientrare nelle loro case agibili. Concorderà con me che l'ospedale nei moduli non può essere una soluzione definitiva, perché fa freddo, perché non c’è intimità, non c’è riservatezza e anche l'igiene sanitaria rischia di non essere garantita. L'entroterra marchigiano, così come quello umbro, vive di turismo, legato alle opere d'arte, alle chiese, ai borghi e ai prodotti tipici. Non basta la buona volontà di un'Italia solidale che acquista i prodotti delle zone terremotate; bisogna metterli nelle condizioni di tornare a produrre e bisogna aiutarli a tornare ad essere delle zone turistiche, ma non di quel turismo nero che ti mostra la violenza del terremoto o di quel silenzio spaventoso rotto solo dai tuoi passi mentre cammini fra le macerie. È sbagliato trasferire tutte le opere d'arte fuori provincia, oppure fuori regione; un conto è metterle in sicurezza, un altro lo spostamento definitivo delle opere d'arte. Si recuperi velocemente quello che è possibile restaurare e si ricostruisca quel patrimonio artistico che è un vanto per l'intera nazione, non solo per le regioni !
  Insomma, signora Ministra, la tragedia del terremoto non può essere un fatto locale, deve continuare a restare un fatto nazionale, facendo sì che la parola «sfollato» non diventi una condizione di vita. Si restituisca presto alle persone la dignità di una casa, di un lavoro e della sicurezza, la sicurezza di mandare i propri figli in scuole e asili sicuri e antisismici. Si intervenga presto in tutti gli edifici pubblici e privati. Si snellisca la burocrazia, ci sono ancora troppi incartamenti che non aiutano il già difficoltoso lavoro di commissari e amministratori. Nel decreto abbiamo previsto benefici per i comuni, come la sospensione dei mutui e l'esclusione dal vincolo del pareggio di bilancio, ma vi siete dimenticati le province. Come farà la provincia di Macerata a chiudere il bilancio fra qualche giorno ? L'aiuto concreto per le amministrazioni locali significa risolvere i problemi delle infrastrutture, uscire dal vortice delle certificazioni lente, costruire una cabina di regia autorevole, che sappia dare delle risposte ai sindaci senza farli girare ore e ore per capire a quale ufficio devono rivolgersi. Pag. 44Quello che è successo ad Amatrice, rispetto alla ditta che aveva il compito di iniziare lo smaltimento delle macerie, deve essere una parentesi sbagliata e non può e non deve diventare una consuetudine. Si lavori in maniera più stringente con i prefetti, affinché si monitori meglio, ancora meglio, l'aumento dei prezzi degli immobili e delle case inagibili sfitte. L'ho già detto: su questo abbiamo perso troppo tempo e già qualcuno ha speculato sulla disgrazia e sulla paura, una vigliaccheria.
  Si facciano i conti presto con i danni indiretti che parte del Lazio, dell'Umbria e delle Marche stanno vivendo. I turisti devono poter venire in queste zone e vanno aiutate le strutture ricettive che stanno registrando disdette o trend negativi. Senza un aiuto concreto rischiamo di provocare un effetto domino che rischia di danneggiare tutto il comparto alberghiero e della ristorazione delle regioni e non solo delle zone colpite dal sisma. Si faccia vedere che la ricostruzione sarà celere, trasparente, sicura e fatta bene. La neve in quelle zone non è la cornice romantica che abbellisce un paesaggio: è un incubo, è un disagio sopra una disgrazia. Siamo in pieno inverno, le temperature sono basse e di notte non si dorme; se non ci sono le scosse c’è il freddo che impedisce il riposo.
  Concludo con una raccomandazione, signora Ministra: chiamatelo come volete, «Casa Italia» o con altri nomi, ma fate bene e fate in fretta. Si vari un piano per la messa in sicurezza di tutto il territorio nazionale. Il terremoto non si può prevedere – l'hanno già detto altri colleghi ed è vero – però con la prevenzione si possono evitare le catastrofi. Costruiamo una cultura della prevenzione, facciamo sì che questa ricostruzione faccia rinascere quel pezzo del nostro Paese che è in ginocchio, lasciamo accesi i riflettori e non abbandoniamo nessuno. Non dimentichiamoci di quei bambini che oggi stanno disegnando il terremoto e degli occhi stanchi di quegli anziani avvolti nelle coperte che hanno visto crollare tutta la loro vita, i loro sacrifici, i loro investimenti, il lavoro di una vita per costruire la casa da lasciare ai figli e ai nipoti. Non dimentichiamo lo smarrimento di chi non sa cosa fare: se andarsene, inseguendo il mito della costa, o restare, dove si è scelto di vivere e di costruire la propria famiglia. Non dimentichiamoci della loro disperazione e del dolore di chi ha sepolto i propri cari.
  Il futuro può ripartire solo se saremo in grado di sentire nella pelle, nelle ossa e sotto i piedi quello che stanno vivendo queste persone. Non si può capire solo attraverso delle immagini dalle televisioni; puoi saperlo solo se cammini in mezzo alle macerie e senti l'eco dei tuoi passi. Ecco, signora Ministra, questi passi, lunghi, faticosi e silenziosi, facciamoli tutti e tutti insieme (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Forza Italia ha ritirato i propri emendamenti sul testo del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di terremoto e voterà favorevolmente su questo testo. Voterà favorevolmente per senso di condivisione e per senso di responsabilità, con l'augurio, che ho espresso anche nella giornata di ieri, nel corso della discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio che poi ha ricevuto la fiducia, insieme al Governo, nella serata di ieri, che finisca una stagione di unilateralità su troppi aspetti e anche su quello, così delicato e importante, del terremoto, che non a caso è stato indicato come priorità dal nuovo Presidente del Consiglio, Gentiloni, e dal Capo dello Stato.
  Abbiamo delle esigenze importanti, esigenze per l'oggi, che riguardano le sistemazioni provvisorie, la copertura di esigenze di primo periodo. Abbiamo oltre 20 mila sfollati, di cui 15 mila soltanto nelle Marche, e abbiamo esigenze per il domani, esigenze di ricostruzione, esigenze di programmazione della vita economica e sociale di queste popolazioni, della vita turistica di questi territori.
  A nostro avviso ci sono dei rischi seri: il rischio, ad esempio, che le risorse vere, Pag. 45al di là di quelle sbandierate in quella che ormai sembra essere un'altra epoca, siano insufficienti; il rischio che aumenti un'incomprensibile burocrazia, con le conseguenze di rallentamento che questa burocrazia comporta. Nell'esperienza di un precedente sisma, quello del 2012, furono quasi 500 le ordinanze che dovettero essere emesse per dare attuazione alle norme e per spendere i soldi stanziati. C’è un disagio importante che le popolazioni vivono e a cui abbiamo il dovere, Presidente e Ministra, di dar voce. Sono tante le voci che emergono anche sulla rete; una di queste, sibilla-online.com, decide di raccontare tanti aspetti importanti di questa tragedia e di come – ci auguriamo presto e bene – da questa tragedia queste popolazioni riusciranno ad uscire. È importante portare queste testimonianze anche in quest'Aula. «Le verifiche di agibilità delle case danneggiate procedono in modo lentissimo; ci sono 6 mila tecnici abilitati, pochissimi, i quali lavorano in condizioni difficili. Si possono fare gli accertamenti con due tecnici e gli accertamenti durano almeno due ore per ogni singolo sito e abbiamo un territorio enorme dissestato. I soldi per il rimborso dei danni sono fermi, così come i lavori di sistemazione degli immobili che hanno subito solo danni lievi e che potrebbero già partire. I contributi per l'autonoma sistemazione degli sfollati non arrivano o sono in enorme ritardo, gli aiuti ai lavoratori autonomi e alle imprese non vengono erogati, quasi tutti gli atti che servono a dare attuazione concreta al decreto sul terremoto devono ancora essere emanati, le regioni devono ancora mettere in piedi gli uffici speciali, cioè le cabine di regia della ricostruzione, e i sindaci dei comuni, specie quelli più piccoli, brancolano nel buio. Prendete l'IMU, che scade il 16 dicembre, cioè tra 3 giorni: nel decreto c’è scritto che sulle case distrutte o inagibili IMU e TASI non si pagano, ma qualche sindaco dice che l'imposta sulle seconde case è dovuta, qualcuno che si paga con una base imponibile ridotta al 50 per cento, mentre tutti gli altri tacciono perché non sanno che pesci pigliare. Non c’è nessuno che dia certezze ai cittadini.
  Il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, ha aperto un sito Internet, ma non ha molto da comunicare o almeno non ancora. Le informazioni utili circolano solo su Internet e sui social network, all'interno di piccole o piccolissime comunità, comunque in cerchie molto ristrette. Per essere informati bisogna accontentarsi della buona volontà di qualcuno, per mangiare o per dormire bisogna affidarsi alla straordinaria abnegazione dei volontari, per vestirsi o ricominciare a immaginare un futuro si deve confidare nell'altrettanto grande generosità dei cittadini che alimentano la macchina della solidarietà. Sono queste le sole cose che funzionano oggi nell'Italia in ginocchio per il terremoto». E ovviamente questa pagina non è curata da un fantasioso appassionato delle scie chimiche, ma da un bravo giornalista di un autorevole quotidiano nazionale.
  Per questo dico che dobbiamo aver presente tutto questo e credo che quanto ha sottolineato il Presidente Mattarella, quando ha parlato del ruolo importante e decisivo dei sindaci in questa fase, debba essere tenuto in considerazione. C’è un ordine del giorno, presentato da Forza Italia e che è stato accolto, che prevede un sostegno, un reddito, per questi sindaci, che sono in questo momento, diciamo, «carne viva» che porta sulle proprie spalle la responsabilità del raccordo tra le popolazioni e le istituzioni.
  Ancora un ringraziamento va al Presidente Mattarella, che nella giornata di domani sarà nei territori colpiti dal terremoto a testimoniare la vicinanza e la presenza unitaria dello Stato, attraverso la sua figura autorevole ed esperta. Il suo impegno personale ci conforta e ci impone obblighi e responsabilità che, unitamente al ringraziamento a tutti quelli che sono impegnati in prima fila, e non da oggi – e lo saranno anche nei prossimi tempi, ci fanno dire a noi stessi in questo Parlamento, che oggi compie un passo in avanti nell'approvazione unanime di un testo, mentre non era riuscito Pag. 46a esprimersi unanimamente con le mozioni, quando sono state affrontate, qualche tempo fa, che dobbiamo fare presto, che dobbiamo fare bene, che dobbiamo fare insieme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Patrizia Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente. Presidentessa, onorevoli colleghi, questo è un giorno molto importante, atteso da tanti nostri concittadini che vivono una condizione di difficoltà e grave disagio: persone che hanno perso tutto, che chiedono un tetto e che, oltre a beni materiali, piangono la perdita degli affetti. Quando, poche settimane fa, eravamo qui a discutere e votare il testo di una mozione con la quale si chiedevano al Governo interventi mirati e specifici per affrontare l'emergenza del post-sisma del 24 agosto, mai avremmo pensato che di lì a pochi giorni di distanza il dramma si sarebbe rinnovato: la terra è tornata a tremare violentemente il 26 e 30 ottobre, portando nuova distruzione e una sensazione di terrore per le popolazioni del centro Italia, stremate dal continuo tremare della terra.
  In occasione della discussione di quella mozione parlai del terremoto come di un evento che costituisce un anno zero, un evento che traccia un solco tra il prima e il dopo, separati da un tempo sospeso di incertezza che deve – deve ! – durare il minor tempo possibile. I terremoti che si sono susseguiti hanno coinvolto e sconvolto un territorio molto vasto, ampliando notevolmente l'area di intervento e portando nuove comunità a vivere quella terribile condizione di sospensione: figli della loro terra ma sradicati dal proprio mondo. Per questo, il nostro pensiero, anche in questo momento, va a tutte le persone che con tenacia, determinazione e una forza che forse non sapevano nemmeno di possedere, stanno resistendo e cercando di rialzarsi. Noi abbiamo l'obbligo di lavorare, intervenire e mostrarci degni di quella forza che le popolazioni colpite stanno dimostrando di avere; soprattutto ci corre l'obbligo di fare il possibile per abbreviare questo tempo di incertezza.
  Oggi, quindi, ci apprestiamo a votare la conversione in legge del decreto-legge n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dai sismi che hanno coinvolto il centro Italia. Lo facciamo con una speranza: che questa sia l'ultima volta che il Parlamento è chiamato a farlo. Questo auspicio naturalmente non può basarsi sulla speranza che in Italia non si verifichino altri fenomeni tellurici di forte entità, bensì sulla consapevolezza che un Paese come l'Italia, il cui territorio per vaste aree è caratterizzato da elevato rischio sismico, debba il prima possibile dotarsi di una legge quadro che consenta di affrontare nel modo più efficace queste emergenze.
  La nostra ossessione, l'ossessione di un Paese come il nostro, deve essere la cultura della prevenzione. Solo in questo modo, infatti, si potranno evitare ritardi e incertezze che anche questa volta stanno causando gravi disagi ad amministratori locali, imprese e cittadini. Parallelamente all'elaborazione di una legge quadro per l'emergenza, dovranno essere previste tutte le iniziative necessarie per avviare in tutto il Paese quello che sin dal primo giorno del nostro insediamento abbiamo chiesto con forza: un grande cantiere per l'adeguamento sismico degli edifici pubblici e privati e per il dissenso idro-geologico. L'emergenza nasce dall'impreparazione del sistema ad affrontare determinati eventi che chiamiamo eccezionali. In Italia il terremoto non può essere considerato un evento eccezionale, la politica dovrebbe adottare interventi e mettere a disposizione risorse in grado di tutelare i cittadini, riducendo le conseguenze di tali fatti calamitosi. «Non è il terremoto che uccide, ma sono le opere dell'uomo»: queste le parole pronunciate dal vescovo di Rieti in occasione dei funerali delle vittime del sisma del 24 agosto, Pag. 47che rimarranno scolpite nella memoria di chi ha vissuto quei momenti e che devono fare da monito per chi deve intervenire per evitare che tragedie come queste possano ripetersi.
  Per fare tutto questo non basterà l'ennesimo provvedimento dal titolo accattivante ma vuoto nei contenuti; non basterà parlare di «Casa Italia»; non è con gli slogan che si rimette in piedi un Paese. Dal sisma del 24 agosto sono ormai trascorsi 111 giorni; dal sisma più violento del 30 ottobre ne sono passati 44, e sembrano un'eternità, perché nei territori colpiti sono stati giorni di attesa, di incertezza, nel corso dei quali cittadini e amministrazioni si sono scontrati con le mille pieghe della burocrazia, che troppo spesso restituisce l'immagine di uno Stato farraginoso e indolente.
  I proprietari di immobili inagibili, se non addirittura crollati, devono fare i conti con una serie di adempimenti che sono resi ancor più difficoltosi dalla mancanza di un'efficace informazione e coordinamento e dalla distanza che separa le loro abitazioni dai luoghi dove stanno trovando ricovero: in molti sono ospitati in strutture lungo la costa o si sono spostati nelle città dell'entroterra meno danneggiate. Ci sono domande e richieste rispetto alle quali non riescono ad ottenere risposta o ne ricevono di contrastanti.
  È in questo clima di incertezza che nei territori colpiti dal sisma si attende la conversione di questo decreto, che comunque non sarà sufficiente a risolvere tutte le questioni e le problematiche che vengono riscontrate nell'atto dell'applicazione dei provvedimenti previsti. Il territorio colpito è molto vasto e numerosi sono gli immobili danneggiati. Già dopo il sisma del 24 agosto abbiamo stretto contatti con il territorio e abbiamo visitato le zone interessate per raccogliere testimonianze e richieste. Il quadro che ci viene rappresentato in molti casi è purtroppo di una situazione immobile o che stenta a decollare. La sensazione è quella di una macchina organizzativa che non riesce a gestire con vigore la mole della situazione, che magari è più impegnata a magnificare l'immagine della presunta efficienza renziana che a gestire fattivamente la gravità della situazione. È ora di cambiare passo !
  Le amministrazioni stanno incontrando difficoltà ad evadere le numerose richieste di sopralluoghi per la verifica dell'agibilità degli immobili; l'insufficienza di personale da assegnare a questo fondamentale compito comporta che molte famiglie siano ancora in attesa di sapere se potranno ritornare a casa, mentre altre, che hanno l'abitazione lesionata in modo anche molto evidente, in assenza di una certificazione e di un'ordinanza non riescano ad accedere alle agevolazioni alle quali avrebbero già diritto. È su questo aspetto che bisognerà lavorare, non appena votato questo atto, perché è da questo che poi dipende a cascata l'efficienza di tutte le misure qui previste. In molti casi, nei paesi più colpiti, non sono state ancora approntate le opere di puntellamento e messa in sicurezza degli edifici lesionati e anche dei beni culturali. Nei comuni limitrofi a quelli del cratere, in mancanza di controlli si è verificato il fenomeno dell'aumento dei costi degli affitti degli appartamenti e di acquisto di camper e roulotte. Molte infrastrutture sono ancora chiuse al transito dei veicoli, con conseguente isolamento di intere aree montane. Intanto l'inverno è arrivato e con lui la neve: molti allevatori stanno affrontando incredibili difficoltà nel tentativo di non perdere la loro unica fonte di reddito.
  Alcune cose sono state fatte, è vero, ma ci sono aspetti intollerabili che richiedono chiarezza immediata. Parlo, ad esempio, dell'appalto per la rimozione dei detriti, affidato ad un'azienda sotto processo per traffico di rifiuti e truffa e ritenuta dai magistrati vicina al mondo della camorra. Anche la gara per la realizzazione delle casette prefabbricate è stata assegnata a un consorzio già sanzionato dall'Antitrust e già condannato dal TAR per la violazione delle normative europee rispetto agli appalti per la pulizia nelle scuole. Non male, direi, come inizio.
  Nonostante tutto, questo provvedimento, se applicato efficacemente, può dare risposte e speranza, tamponando l'emergenza Pag. 48e fissando dei paletti più chiari entro i quali le amministrazioni potranno operare, ma poi le speranze devono essere suffragate da atti concreti. Quindi sta a noi, abbiamo l'obbligo della consapevolezza; il nostro compito non può ritenersi concluso appena terminata la votazione ma solo quando quelle terre torneranno alla vita, alla normalità. Quei territori, quelle popolazioni dovranno ogni giorno avere la certezza che lo Stato sta lavorando per loro. Sappiamo che queste comunità sono fatte di persone forti, toste, ma dovranno affrontare anni difficili: non potranno e non dovranno affrontarli da sole.
  In questo momento abbiamo anche la responsabilità di dimostrarci all'altezza dello slancio di solidarietà che si è attivato in ogni parte del Paese; una partecipazione commovente che, se da una parte ci deve far sentire orgogliosi dei nostri concittadini, dall'altra troppo spesso rappresenta il segnale più evidente che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe: solidarietà e volontariato non possono sostituirsi allo Stato solo perché questo dimostra carenze. Durante il rito della consegna della campanella, il nuovo Presidente del Consiglio ha ricevuto la felpa che il sindaco di Amatrice aveva donato a Renzi: quella felpa ha un peso specifico enorme. Nelle scorse settimane abbiamo ascoltato molte volte l'ex Premier affermare: ricostruiremo tutto e lo faremo meglio di prima. Per noi le parole hanno un valore profondo, in questa situazione ancora di più, ed allora non vorremmo che quelle promesse avessero lo stesso valore di altre promesse fatte.
  Il Governo Renzi ha mentito: ha promesso container ai terremotati prima di Natale, ma ne arriveranno solo per una minima parte della popolazione. Mancano dieci giorni a Natale, il Presidente Gentiloni, con il passaggio non solo della campanella ma anche della felpa, ha accettato anche questi impegni: riuscirà a mantenere ora anche queste promesse ? Il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente a questo decreto, con la consapevolezza che ancora molto c’è da fare e che nel tempo continueremo ad essere presenti in modo propositivo e vigilando. Questo per noi non è solo un impegno, ma è anche un giuramento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabio Melilli. Ne ha facoltà.

  FABIO MELILLI. Signora Presidente, signora Ministra, mi permetto di svolgere qualche considerazione su quello che è oggi il momento finale della conversione in legge del decreto che ci ha consentito e ha consentito al Paese, in questi mesi, di lavorare rispetto ad una vicenda molto difficile e drammatica che ha colpito molti paesi e molte città dell'Italia centrale. Io, innanzitutto, a nome del Partito Democratico, mi sento di ringraziare tutti i gruppi parlamentari che oggi hanno dichiarato il loro voto a favore e hanno consentito l'accelerazione dei nostri lavori per poter consegnare al Paese una norma organica, di sistema. Forse mai i Governi del nostro Paese hanno costruito, all'indomani di una tragedia come quella del terremoto – altre ce ne sono state nel nostro Paese –, un simile sistema di norme, che orgogliosamente oggi difendiamo e rispetto al quale naturalmente voteremo a favore.
  Il Governo ha fatto un lavoro prezioso, perché ha costruito un impianto normativo, che qualcuno può definire anche complesso e lungo, ma che consente di affrontare i giorni subito successivi al terremoto, ma anche i mesi che ci attendono, con grande potenzialità e con grande capacità di dare soluzione ai problemi. La prima annotazione che mi sento di fare è sicuramente quella della grande forza del nostro Paese, signora Presidente, che non smetteremo mai di ringraziare per la solidarietà, l'attenzione che ha voluto dimostrare, in ogni parte d'Italia, alle zone colpite dal terremoto. La seconda è l'efficienza delle Forze dell'ordine, dei volontari, del Corpo forestale dello Stato, delle forze locali, che dimentichiamo spesso di citare, ossia i comuni e le province, che hanno lavorato intensamente Pag. 49in quei primi giorni, all'indomani sia del primo che del secondo terremoto. A noi, come legislatori, spettava il compito di dare una cornice operativa, complessiva – e questo abbiamo fatto –, nel delineare norme che consentano di affrontare non soltanto il primo tempo dell'emergenza, ma anche quello della ricostruzione. Non sta a me ricordare – lo hanno fatto i colleghi prima di me – la grande innovazione nell'avere impegnato risorse per finanziare le seconde abitazioni, elemento essenziale perché quelle comunità tornino a vivere, per la loro caratteristica e per le loro vocazioni turistiche. Abbiamo fatto un'operazione che, però, non si limita solo alle canoniche norme che presiedono alla ricostruzione. Abbiamo costruito tutti insieme un impianto normativo che spero consentirà a quelle terre di poter rinascere, concentrando la nostra attenzione sulle condizioni per ricreare lo sviluppo, per dare modo a quelle terre di essere più forti di quanto non fossero prima. Hanno ragione i colleghi e le colleghe che sono intervenuti prima di me: Camerino, come Amatrice – per citare due luoghi simbolo del terremoto –, hanno bisogno di trovare, di rinnovare la forza nelle loro caratteristiche, siano esse universitarie o la grande forza del tessuto produttivo agroalimentare. Però, lasciatemi dire che l'abbiamo fatto all'inizio con un impianto culturale che è preciso e definito: tutti insieme abbiamo detto di non derogare alle norme, di fare un'operazione di costruzione di norme che non abbiano il sentore della troppa straordinarietà. Allora, sono un po’ stupito, Presidente, nell'ascoltare le accuse alla lentezza, perché delle due l'una: o si costruiscono norme straordinarie, che nel passato non hanno dato grande prova di sé, se debbo essere molto sincero, o, nel quadro delle norme esistenti, si favorisce un'accelerazione dei processi senza superpoteri, come è stato fatto spesso nel passato.
  Certo, nel primo decreto, che riguardava il terremoto del 24 agosto, limitato, anche se nella sua drammaticità, a piccole comunità, forse non avevamo bisogno di derogare ad alcune cose come, invece, si prevede nell'emendamento che il Governo ha presentato al Senato, come consentire ai comuni di avere più personale, di costruire un processo ricostruttivo che si avvalesse di nuove risorse rispetto a quelle di cui pure i comuni disponevano. Abbiamo dovuto cambiare un po’ il tiro, perché il secondo terremoto, che ha devastato in modo così vasto l'Italia centrale, ha avuto bisogno di un'attenzione maggiore e anche di qualche deroga, che speriamo tutti utilizzino con saggezza e con trasparenza. Ripeto che lo abbiamo fatto con un'attenzione da parte del Governo e del Senato, che ha avuto più di noi l'occasione di poter riflettere sulle norme, costruendo un impianto che ha una sua organicità. Non ho grande esperienza parlamentare, ma nel leggere le carte, nel leggere quello che è accaduto nelle precedenti occasioni che sono state date al Parlamento per normare sul sisma, credo di poter dire che torneremo su questo argomento. Anche la stessa legge di bilancio lo ha fatto in qualche modo, soprattutto sul versante dello stanziamento delle risorse. Non mancherà occasione, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, di tornare a ragionare delle cose che vanno aggiustate, che vanno affinate. Infatti, credo che dall'esperienza sul campo si possa trarre insegnamento per costruire norme di grande saggezza. Lo faremo nelle prossime settimane, ascoltando i territori. Anche in questo caso, lo dico naturalmente senza polemica all'onorevole Vicepresidente Baldelli: noi sul territorio ci stiamo e, mi creda, non abbiamo bisogno dei resoconti giornalistici per comprendere quali sono le difficoltà, quali sono state le difficoltà di quelle terre, ne abbiamo esatta percezione perché, con quegli uomini e con quelle donne, parliamo ogni giorno. Sappiamo quanto è difficile, quanto è stato difficile dare risposte alloggiative immediate, dare soluzione al sistema produttivo agroalimentare ed artigiano, che ha avuto bisogno di luoghi per tornare a produrre, per tornare a condurre una vita normale, avendo scelto di non abbandonare quelle terre. Sappiamo, però, che alcune decisioni prese dal Governo Pag. 50sono state da noi condivise, soprattutto quelle relative alla necessità di costruire un sistema organico. Il terremoto ha devastato quattro regioni e noi abbiamo scelto, tutti insieme, di dare un'unica guida alla ricostruzione. C’è stata un'unica guida nell'emergenza, con la grande saggezza e capacità di intervento della nostra Protezione civile ed un'unica guida doveva esserci nella ricostruzione. Voglio formulare, ancora una volta, a nome del Partito Democratico, gli auguri a Vasco Errani, che sta lavorando intensamente, giorno dopo giorno, per tentare di percepire i bisogni e di dare risposte. Non credo ci sia distrazione rispetto a quello che emerge dalle grida, a volte legittime, della popolazione colpita. C’è lentezza nella costruzione degli edifici ? Probabilmente è così, ma vorrei ricordare che il primo decreto, che è norma vigente dal primo momento in cui il Governo lo ha emanato, non consentiva di avere disponibilità di personale. Chi conosce il nostro Paese sa che le intelligenze, le passioni, le professionalità debbono misurarsi sul territorio e non è semplicissimo trovare uomini e donne che si spostano e vanno a lavorare in quei luoghi. Lo dico per averne contezza anche in questi giorni in cui le regioni stanno predisponendo i bandi per attrarre professionalità. Lo dico per avere contezza soprattutto della situazione dei comuni di Accumuli e di Amatrice, che non hanno grande facilità nel costruire disponibilità per il personale che va a lavorare in quei luoghi. Credo che piano piano riusciremo a mettere in piedi un sistema amministrativo che saprà superare le difficoltà. In questi giorni sono stato ad ascoltare – perché di ascolto c’è molto bisogno – anche quello che hanno costruito le professioni, l'ordine degli ingegneri, l'ordine degli architetti, che stanno riflettendo su come ricostruire. Non è percorso semplice. Credo che un po’ di dibattito ci voglia, perché noi dobbiamo vincere non soltanto la scommessa della ricostruzione, ma una scommessa ancora più difficile, che è quella di far tornare quelle terre appetibili per gli uomini e per le donne che dovranno costruire economia in quei territori. Lo dico perché il tema riguarderà non soltanto l'economia, ma riguarderà il sistema infrastrutturale, come è stato ricordato da qualcuno, riguarderà la capacità di quelle terre di essere attrattive in un futuro non remoto, ma in un futuro, speriamo, prossimo. Lo facciamo passo dopo passo. Vorrei che i colleghi leggessero – molti lo hanno fatto, naturalmente – anche l'impianto normativo, non di natura primaria, che è stato costruito dalla Protezione civile e dallo stesso commissario in questi giorni, ce n’è data contezza anche nei lavori dell'Ufficio studi della Camera, che dà il senso di quanto complessa sia l'operazione nella sua interezza.
  Credo che noi possiamo fare un grande lavoro, e questo grande lavoro il Governo lo ha costruito anche gettando le basi per iniziare un percorso nuovo che questo Paese non ha mai drammaticamente iniziato, cioè quello della prevenzione. Noi dobbiamo rendere quei luoghi sicuri non tanto e non soltanto nelle abitazioni, ma nei luoghi che sono i luoghi simbolo, e sono gli ospedali e le scuole. Dobbiamo farlo rapidamente, perché, al di là della distruzione che il terremoto ha provocato, c’è un allarme che la continua presenza di scosse sta determinando nella popolazione, cioè l'insicurezza di mandare a scuola i propri figli, l'insicurezza dei malati nel trovare ospedali a norma, sismicamente tutelati, e credo che di questo ci sarà bisogno rapidamente. Le regioni ci stanno lavorando, ci sta lavorando il Governo, e credo che presto potremo dare anche qui risposte di grande efficienza che consentano al Paese di lavorare davvero sulla prevenzione. È un percorso lungo, inevitabilmente...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  FABIO MELILLI...ma credo – concludo, Presidente – che tutti insieme, e il voto di oggi lo potrà sicuramente rafforzare, saremo in grado di dare sempre di più il senso di uno Stato, di un'istituzione che lavori al fianco dei cittadini. Concludo dicendo, Presidente, nel rispetto naturalmente Pag. 51– ce lo ha ricordato prima in modo ineccepibile la Ministra – delle prerogative delle regioni, che bisognerà che riflettiamo anche un po’ sulle competenze sociali che le regioni hanno, perché c’è bisogno di grande attenzione al sociale. Grazie, Presidente, e grazie a tutti per il voto sostanzialmente unanime a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. Al di là del ringraziamento d'obbligo, ovviamente, per gli uffici, per i colleghi della Commissione, per il relatore Carrescia, vorrei dire che credo che assieme, con grande responsabilità, un tema che è stato più volte sollevato negli interventi, stiamo facendo un passo importante per essere vicini alle popolazioni colpite. Sono sicuro che dovremo tornare a occuparci di queste cose, di questi territori che so a lei essere anche molto cari, signora Presidente, perché sono una parte importante della nostra identità, della nostra bellezza, del nostro futuro. Voglio dire anche ai colleghi che sono interessati che, pensando di fare un lavoro utile a tutto il Parlamento, la Commissione ambiente sarà lunedì in una missione ad Amatrice, Norcia e Camerino, proprio per essere vicini e per capire come pensare anche al futuro, oltre che all'immediatezza della ricostruzione. Grazie a tutti (Applausi).

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Realacci. Allora, faccio anch'io una comunicazione. La comunicazione è che, come sapete, venerdì 16, alle ore 15, in quest'Aula si terrà il tradizionale concerto di Natale. Quest'anno noi lo dedichiamo alle popolazioni colpite dal terremoto, che verranno qui. Ci sono centinaia e centinaia di persone che popoleranno quest'Aula; invito tutti ad esserci. È un segnale di vicinanza, che, oltre all'approvazione di questo decreto, noi vogliamo dare a chi quest'anno avrà un Natale non troppo allegro (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4158)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4158:

  S. 2567 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016» (Approvato dal Senato).
  Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 16 – Applausi).

Su un lutto del deputato Gregorio Fontana.

  PRESIDENTE. Comunico che il collega Gregorio Fontana è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
  La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Su un lutto del deputato Alessandro Furnari.

  PRESIDENTE. Comunico che il collega Alessandro Furnari è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
  La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più Pag. 52sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Interventi di fine seduta (ore 14,30).

  LUISELLA ALBANELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUISELLA ALBANELLA. Grazie, Presidente. Sto intervenendo per sollecitare la mia interrogazione n. 5-08037, presentata l'8 marzo del 2016. Nello specifico, trattasi di un lavoratore di cinquant'anni, Carmelo Cocuzza. Dopo tredici anni di servizio, nel 2000, questo lavoratore fu licenziato ingiustamente, come sancito dalla sentenza della Corte di cassazione, sezione lavoro di Catania, dal posto che occupava presso il Navy Exchange di Sigonella, come lavoratore civile con mansione di vetrinista. Nel 2004 ottenne la prima sentenza di reintegra dal tribunale del lavoro di Catania, che però in questi anni non ha trovato alcuna applicazione. Nel 2010 la corte di appello sancì il reintegro retroattivo, applicando la tutela reale al lavoratore, poi confermata dalla Corte di cassazione con sentenza come precedentemente citata.
  Ad oggi, dopo ben tre gradi di giudizio che hanno stabilito chiaramente che il lavoratore andava reintegrato e risarcito per i danni subiti, nonostante questo, la base USA non solo non ha provveduto a riassumere il lavoratore, ma sta anche rifiutando di risarcirlo per i danni subiti, esponendosi, di fatto, al pignoramento definitivo e mettendo in discussione le leggi dello Stato italiano. Io sono vicina al lavoratore che da ieri continua ad oltranza la sua protesta davanti alla base militare. Per concludere, signora Presidente, chiedo al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, intanto se siano a conoscenza di quanto descritto e quali iniziative certe intendano assumere al fine di favorire il riconoscimento dei diritti che spettano a tale lavoratore in virtù di quanto disposto dal tribunale italiano con sentenza definitiva della Corte di cassazione.

  TINO IANNUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TINO IANNUZZI. Signora Presidente si è spento ieri, a Napoli, il professore, avvocato Giuseppe Abbamonte, insigne giurista, studioso eccelso, docente di diritto amministrativo, diritto costituzionale, scienze delle finanze e diritto finanziario. In una attività, nel campo del diritto, che è durata più di settant'anni, ha svolto da giovanissimo anche le funzioni di magistrato, per poi dedicare tutta la sua vita con infinita passione e ricerca costante della giustizia alla cattedra universitaria e alla toga di avvocato. Il suo percorso è stato sempre accompagnato da una oratoria affascinante, nel segno di una competenza giuridica profonda, smisurata, ma anche arricchita da una vastissima cultura umanistica, storica, letteraria, con una grande capacità di saper ricostruire sempre le situazioni e i fatti nel loro incessante dinamismo, nella loro evoluzione, con la capacità di riuscire a identificare le ragioni vere e profonde degli accadimenti e delle fattispecie. Ha sempre poi accompagnato le sue lezioni, i suoi insegnamenti, le sue arringhe, le sue opere con un'arguzia profonda, un'elegante ironia, un senso naturale del ricorso all'espressione e alla battuta in napoletano, che per Abbamonte non era un dialetto ma una lingua, con quella calda e intensa umanità che è tipica della grande scuola forense napoletana. È stato autore di tante monografie, di tanti scritti, su cui si sono formate intere generazioni di giovani, di operatori del diritto, di studiosi, di allievi, perché il professor Abbamonte ha saputo creare e coltivare una grande scuola che ha formato schiere di prestigiosi allievi, ai quali Pag. 53ha saputo, sempre, riservare, con generosità e dedizione, con assoluto disinteresse, tutto il bagaglio ricchissimo della sua cultura, della sua competenza, della sua esperienza e della sua volontà di aiutare nuove generazioni di giuristi a crescere e ad affermarsi nel foro e nelle aule universitarie. Ecco perché, con il professor Abbamonte, è scomparso un gigante del foro, un sapiente giurista, è scomparso un vero grande maestro dell'università italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 19 dicembre 2016, alle 14:

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   S. 2551 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, fatto a Parigi il 24 febbraio 2015, e del Protocollo addizionale, con Allegato, fatto a Venezia l'8 marzo 2016, con annesso Regolamento dei contratti adottato a Torino il 7 giugno 2016 (Approvato dal Senato) (C. 4151).
— Relatori: Causi, per la maggioranza; Spadoni, di minoranza.

  La seduta termina alle 14,35.

Pag. 54

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI
EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 il deputato Bobba ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
  nella votazione n. 1 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
  nella votazione n. 1 il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
  nella votazione n. 14 la deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
  nella votazione n. 16 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;
  nella votazione n. 16 il deputato Fiorio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4158 - em. 48.1 443 393 50 197 34 359 72 Resp.
2 Nom. odg. 9/4158/4 481 443 38 222 142 301 61 Resp.
3 Nom. odg. 9/4158/7 484 468 16 235 151 317 58 Resp.
4 Nom. odg. 9/4158/9 488 448 40 225 132 316 57 Resp.
5 Nom. odg. 9/4158/15 497 495 2 248 168 327 54 Resp.
6 Nom. odg. 9/4158/57 498 420 78 211 75 345 52 Resp.
7 Nom. odg. 9/4158/58 492 488 4 245 175 313 53 Resp.
8 Nom. odg. 9/4158/59 491 464 27 233 150 314 52 Resp.
9 Nom. odg. 9/4158/60 491 486 5 244 137 349 52 Resp.
10 Nom. odg. 9/4158/67 490 486 4 244 171 315 52 Resp.
11 Nom. odg. 9/4158/68 492 470 22 236 111 359 52 Resp.
12 Nom. odg. 9/4158/69 489 455 34 228 107 348 52 Resp.
13 Nom. odg. 9/4158/77 490 489 1 245 171 318 50 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg. 9/4158/80 486 484 2 243 171 313 50 Resp.
15 Nom. odg. 9/4158/83 467 466 1 234 166 300 50 Resp.
16 Nom. Ddl 4158 - voto finale 446 441 5 221 441 46 Appr.