Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 712 di lunedì 12 dicembre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 15,05.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 23 novembre 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Capelli, Casero, Castiglione, Centemero, Antimo Cesaro, Cirielli, Colonnese, Costa, D'Alia, Dambruoso, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galati, Garofani, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Grillo, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Migliore, Orlando, Pes, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Scotto, Sottanelli, Tabacci, Valeria Valente, Velo e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio delle dimissioni del Governo.

  PRESIDENTE. Comunico che, in data 7 dicembre scorso, il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha inviato la seguente lettera: «Onorevole Presidente, la informo che in data odierna ho rassegnato al Capo dello Stato le mie dimissioni. Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a restare in carica per il disbrigo degli affari correnti. Firmato: Matteo Renzi».

Modifica nella denominazione di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE, con lettera pervenuta in data 6 dicembre 2016, ha reso noto che l'assemblea del gruppo, in pari data, ha modificato la denominazione Pag. 2del gruppo stesso in «Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE».

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 7 dicembre 2016, i deputati Paola Binetti, Rocco Buttiglione, Angelo Cera e Giuseppe De Mita, già iscritti al gruppo parlamentare Area Popolare (NCD-UDC), hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risultano pertanto iscritti.

Annunzio della formazione di una componente politica nell'ambito del gruppo parlamentare Misto.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della richiesta pervenuta in data 7 dicembre 2016, è stata autorizzata in pari data, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento, la formazione della componente politica denominata «UDC» nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, cui aderiscono i deputati Paola Binetti, Rocco Buttiglione, Angelo Cera e Giuseppe De Mita. Il deputato Rocco Buttiglione, con lettera in pari data, è stato designato quale rappresentante della nuova componente. Comunico, altresì, che il presidente del gruppo parlamentare Misto, con lettera in data odierna, ha reso noto che il deputato Rocco Buttiglione è stato nominato vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica UDC.

Modifica nella denominazione di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Area Popolare (NCD-UDC), con lettera pervenuta in data 7 dicembre 2016, ha reso noto che il gruppo ha modificato in pari data la propria denominazione in «Area Popolare-NCD-Centristi per l'Italia».

Discussione del disegno di legge: S. 2567 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 4158) (ore 15,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4158: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 4158)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare del Partito Democratico ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Piergiorgio Carrescia.

  PIERGIORGIO CARRESCIA, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, approda oggi in Aula un provvedimento molto atteso dalle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno coinvolto otto province di quattro regioni dell'Italia centrale a partire dal 24 agosto scorso. Il provvedimento in esame formalmente reca la conversione del solo decreto-legge n. 189 del 2016, ma nella sostanza ingloba anche il contenuto di quello, il n. 205 del 2016, emanato dopo le forti scosse che hanno colpito i territori di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo il 26 e il 30 ottobre. Entrambi i decreti sono il risultato di un grande lavoro di ascolto delle comunità locali attraverso la voce dei sindaci, delle organizzazioni di impresa, quelle sindacali, Pag. 3degli ordini e delle professioni, del mondo dell'istruzione e delle realtà associative più sensibili al patrimonio ambientale e ai beni culturali. Comuni e regioni sono stati e sono coinvolti e valorizzati nelle scelte e nella gestione della ricostruzione per garantire trasparenza, partecipazione, efficacia nelle risposte fin dalla fase emergenziale. Il contenuto dell'atto in discussione accoglie inoltre la gran parte di quelle indicazioni date dalla Camera dei deputati con le mozioni approvate nel settembre scorso. C’è in questa legge un filo conduttore che conduce all'obiettivo primario, che è quello di ricostruire presto e bene. Ricostruire edifici e infrastrutture, ma soprattutto non disperdere, ma rafforzare il tessuto sociale, economico e istituzionale delle comunità colpite. È un grande obiettivo, un grande traguardo: ricostruire beni materiali e ricchezze immateriali.
  Il filo conduttore è dunque la ricostruzione integrale e integrata che guarda ai soggetti, alle persone e alle imprese come pure ai beni, ai danni evidenti e a quei traumi alla convivenza sociale che il sisma ha provocato al singolo cittadino come tale e come parte di una comunità. Il territorio colpito fonda la sua ricchezza sull'ambiente, sul paesaggio, su centri storici belli e affascinanti come pochi, sugli allevamenti, sul patrimonio produttivo-agricolo, sul sistema di trasformazione dei prodotti, sulla micro e piccola impresa agricola, artigianale e commerciale, sull'ecoturismo e sull'ospitalità diffusa, sull'enogastronomia, insomma su quanto la gente delle aree interne dell'Appennino ha costruito con tenace sapienza in secoli e secoli. Non possiamo lasciare sole queste popolazioni. Abbiamo il dovere di dare risposta all'aspettativa di ricevere un aiuto che permetta di ricostruire un'economia e un edificato devastati da un sisma che ha interessato un'area di oltre seicento chilometri quadrati, 300 mila persone e distrutto o danneggiato più di 200 mila edifici, abitazioni, officine, scuole, strutture sanitarie e ricettive, luoghi di culto, impianti sportivi, infrastrutture viarie. Lo Stato deve continuare ad essere presente. È per questo che ho apprezzato molto che il Presidente del Consiglio incaricato, l'onorevole Paolo Gentiloni, abbia posto, tra gli obiettivi prioritari del Governo che andrà a costituire, la ricostruzione nei territori e delle economie colpite dagli eventi sismici. Quello che la Camera dopo il Senato va ad approvare è però solo un primo passo, un primo passo concreto per gestire e superare l'emergenza nella prospettiva di una ricostruzione che può partire da basi solide grazie allo straordinario lavoro messo in atto con tempestività dal Governo Renzi e dall'assistenza alle popolazioni evacuate e al regolare avvio dell'anno scolastico. Vi sono alcune parole d'ordine che declinano l'obiettivo strategico della ricostruzione: agire con velocità e bene contemporaneamente su tutti i versanti per mantenere in loco le persone e le imprese, garantire la questione sociale, rallentare e invertire il processo di spopolamento, agire nella massima trasparenza, coinvolgere le comunità locali, i corpi intermedi e le istituzioni. I territori colpiti sono fragili sul piano demografico, con una popolazione con un'elevata età media, ma sono ricchi di storia e di beni culturali, di eccellenze agroalimentari, e sono l'emblema di tante altre aree interne del nostro Paese. Urgono risposte subito per evitare che le imprese chiudano, perché, se chiudono, non riaprono. Urgono risposte per tenere aperte le scuole, per garantire servizi essenziali alle comunità, per rispettare l'integrità dei luoghi. In questo decreto-legge, all'interno di questa iniziativa legislativa, queste risposte ci sono. È forte l'ambizione di recuperare la memoria per ricostruire meglio, per ricostruire, per quanto possibile, com'era e dov'era, per recuperare i beni architettonici e monumentali, per tenere viva e vitale quell'identità culturale, quell’humus unico che nel corso dei secoli ha tenuto e tiene unite le comunità dell'Appennino.
  Ecco allora che le direttrici del provvedimento possono essere identificate in cinque fattori: velocità e qualità degli interventi in risposta alla prima emergenza, interventi integrati, lavoro, impresa, scuole e ambiente, trasparenza e legalità, Pag. 4equità. I sindaci e le popolazioni ci chiedono di essere veloci sia nella ricostruzione sia nel trasmettere al Paese messaggi di fiducia e di non essere lasciati soli. Ogni sisma è diverso, per gli aspetti complessivi, da ogni altro precedente, ma molti sono comuni: le esperienze vissute ci hanno insegnato molto. Ecco allora che si spiega il perché della struttura dell'articolazione del provvedimento, le conferme e le novità contenute in questo atto. Per la prima volta si interviene con risarcimenti anche alle seconde case, e non solo per motivi tecnici, architettonici e urbanistici, ma perché quelle abitazioni sono una risorsa per quei territori, sono il legame che riporta tantissime persone originarie di quei luoghi a tornarvi nei fine settimana e in altre occasioni: è il modo per mantenere l'integrità di relazioni umane e sociali che sono una risorsa di quelle comunità. È previsto il rafforzamento degli uffici comunali, con possibilità assunzionali finalizzate a supportare le nuove esigenze nate dal sisma; e va dato atto al commissario straordinario Vasco Errani della sollecita adozione di molti atti previsti dai decreti-legge, quali in questo contesto la ripartizione e l'assegnazione del personale tecnico ed amministrativo da assumere nelle regioni e nei comuni danneggiati. Non solo dunque provvedimenti per ricostruire o migliorare l'edificato distrutto o danneggiato, ma anche strumenti necessari al funzionamento della macchina degli interventi, alle imprese, alle scuole, alle strutture sanitarie, alle infrastrutture; provvedimenti che tutelano i lavoratori con la previsione della «busta paga pesante». Una particolare attenzione è stata data al settore agricolo, per il quale sono venuti interventi migliorativi dal Senato. Un buon decreto-legge, perché fa tesoro delle esperienze pregresse, che ha colto la necessità di dare priorità ad alcuni settori come la scuola: sono previste misure per gli edifici, per la programmazione scolastica, per il tempo pieno. Aver riaperto le scuole in tempo con l'avvio dell'anno scolastico è stato un segnale di speranza, ha evitato la dispersione, ha evitato l'abbandono. Le scuole rappresentano, in un momento in cui il rischio di disgregazione sociale è forte, un punto di riferimento per studenti e famiglie. E in questo contesto un discorso a sé meritano le università. In questi luoghi il ruolo delle università è centrale: sono luoghi di trasmissione dei saperi, ma anche un, se non talora il, principale volano per l'economia di quei territori. Gli eventi sismici hanno sferrato un duro colpo a due delle più antiche università del nostro Paese, quella di Camerino e quella di Macerata, una comunità di circa 20.000 studenti. L'ateneo maceratese ha subito danni rilevanti, ma ancor di più quello di Camerino, dove circa 1.500 studenti si sono trovati senza abitazione, e solo un terzo di essi sono residenti tra Marche e Umbria e possono temporaneamente vivere la situazione del pendolarismo. Ecco, l'università di Camerino è emblematica del rapporto università-territorio montano: è un solidissimo punto di riferimento di un ampio entroterra alto-collinare e montano di Marche ed Umbria, e può continuare ad essere un motore di sviluppo per le imprese, per gli enti locali, gli enti parco, se si avrà il coraggio e la capacità di sostenerne ripresa e progettualità. È emblematico il coraggio con il quale sono ripartiti, con unità di intenti esemplare che ha visto e vede protagonisti da un lato i sindaci di Camerino e della Marca camerte, e dall'altro il magnifico rettore dell'ateneo di Camerino, professor Corradini: sono ormai indispensabili punti di riferimento e di speranza per tutto il territorio, la dimostrazione continua di una presenza viva di uno Stato che c’è, che è sensibile, vicino ed attivo. Sul versante lavoro è da segnalare che il decreto-legge n. 205 del 2016 ha opportunamente esteso l'elenco dei comuni ai quali applicare le misure di sostegno al reddito dei lavoratori: si danno sicurezze alle imprese, si consente tempestività ed efficienza agli interventi, a partire dall'individuazione delle aree da destinare ai moduli per le attività di impresa. Positive sono le misure previste dall'articolo 24, ma sarà necessario chiarire meglio che, oltre e prima della nascita di nuove imprese, va tutelata e valorizzata la Pag. 5continuità delle attività esistenti, come pure va approfondita la possibilità dell'istituzione di una zona franca. Importanti sono le disposizioni sui beni culturali, dei quali quei territori sono un prezioso scrigno: chiara è l'individuazione dei soggetti attuatori, e puntuali le modalità di intervento. Un altro elemento caratterizzante è l'obiettivo sicurezza, perché si pongono le basi, fin dall'emergenza, per interventi che valorizzano modelli e regole nuove, che non sono invasivi dei luoghi e che assicurano livelli di tutela per il valore primario che è la vita delle popolazioni; un obiettivo che si connette con il progetto più ampio ed ambizioso di «casa Italia», che dovrà coordinare la messa in sicurezza del Paese, che è comprensivo di interventi molteplici, da quelli per le scuole alle bonifiche, dall'assetto idro-geologico all'efficientamento energetico, dalla sicurezza sismica alla riqualificazione delle periferie dei centri urbani, soprattutto dei piccoli comuni sui quali – ricordo – è al Senato la proposta di legge già approvata dalla Camera.
  Infine, l'equità: è l'altro elemento caratterizzante, perché si vanno a rifondere i danni subiti con misure e procedure non discrezionali ma oggettive, utilizzando strumenti come il credito d'imposta positivamente sperimentato. Equità coniugata con legalità, visto il ruolo pregnante di Anac e Corte dei conti, l'introduzione delle white list: sono altri segnali importanti. Ecco, rimando per l'analisi di dettaglio del provvedimento alla relazione esposta in Commissione referente, che è ripresa nel testo dell'intervento odierno, che chiedo, signora Presidente, con la sua autorizzazione, di consegnare agli atti, e vado quindi alle conclusioni del mio intervento.
  Consegniamo oggi all'Aula un buon provvedimento, ma siamo tutti consapevoli che ne seguiranno altri per un aggiornamento continuo da fare nelle varie fasi della ricostruzione. Alla politica spetta un lavoro costante di ascolto per dare risposte efficienti ed efficaci, nella consapevolezza che il passaggio dall'emergenza alla ricostruzione sarà complesso e difficoltoso, e in un contesto in cui si dovranno contenere il più possibile i tempi di permanenza delle persone lontane dai luoghi di origine, la riduzione dei flussi turistici, perché l'economia dell'accoglienza è un valore forte per quei territori. Sarebbe veramente un bel segnale se da subito imprese ed enti per attività formative e convegnistica utilizzassero le strutture ricettive di quelle province colpite dagli eventi sismici.
  Con la conversione del decreto-legge in discussione mettiamo a disposizione del commissario straordinario, dei presidenti di regione quale sub-commissari e dei sindaci, che rappresentano la più concreta e tenace espressione di comunità che non vogliono rinunciare al loro futuro, strumenti efficaci e corrispondenti alle aspettative, risorse adeguate per le esigenze delle popolazioni e per l'avvio della ricostruzione. La posta in gioco è alta: è il destino delle identità di una parte importante del Paese, del suo cuore geografico, dei luoghi dove sono le radici di una cultura che ha permeato l'Europa; è il futuro dei borghi dell'Appennino, che la tenacia e la saggezza di quelle popolazioni hanno saputo conservare integro. Questo provvedimento è dunque un'importante risposta, è una prima pietra della ricostruzione, una ricostruzione che deve essere veloce, ma soprattutto fatta bene, attenta ai valori della comunità, alla sua economia, al paesaggio, ai beni culturali, al territorio. Le popolazioni colpite in testa hanno espresso in questi mesi due grandi valori: quello della dignità e quello della solidarietà. Grande è la voglia di tornare alla normalità: è un'aspettativa che non possiamo eludere, che non dobbiamo deludere; lo dobbiamo alle tante vittime di questa tragedia, lo dobbiamo a chi ha perso tutto, affetti e beni, a chi oggi soffre la lontananza dai luoghi dove è nato e ha vissuto, ai tanti volontari che hanno dato prova di professionalità e di umanità, a tutto il sistema della Protezione civile, ai bambini che hanno il diritto di vedere realizzato il loro sogno che tutto torni com'era. Il futuro non crolla: è il messaggio forte, virale che hanno lanciato il rettore e gli studenti dell'università di Camerino; un messaggio di tenacia e di Pag. 6speranza che sta alla politica, sta a noi, se la politica vuole essere adeguata alle aspettative, e noi vogliamo essere all'altezza, non deludere, ma anzi arricchire di contenuti concreti, il che vuol dire ricostruire presto e bene. Mi auguro dunque che dal dibattito scaturiscano utili indicazioni per procedere con una forte unità di intenti sulla strada della ricostruzione materiale ed immateriale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo, la sottosegretaria De Micheli, si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  È iscritta a parlare la deputata Irene Manzi. Ne ha facoltà.

  IRENE MANZI. Signora Presidente, signora sottosegretario, colleghi, non è una frase di rito dire che il provvedimento che arriva oggi in Aula è molto atteso: lo aspettano le comunità, direttamente i cittadini colpiti dai due sismi, dal sisma del 24 agosto e dalle scosse successive del 26 e del 30 ottobre; ed è un provvedimento importante, che arriva tra l'altro a poco più di 120 giorni dal primo terremoto di agosto, e addirittura a meno di 60 dalle seconde scosse del 26 e del 30 ottobre. E questo è molto importante, l'elemento della rapidità: proprio perché questo provvedimento in tempi certi e rapidi ha provato a delineare un quadro certo di risorse e di interventi per gestire l'emergenza, ma anche per stabilire le procedure di ricostruzione nei territori delle quattro regioni colpite dal sisma.
  Rapidità di risposta e celerità nell'intervento: due parole chiave che sono state determinanti in queste giornate, in queste prime settimane dopo il sisma, e che lo saranno ancor più nei prossimi mesi, quando inizieranno concretamente le operazioni di ricostruzione.
  Tre terremoti che ci hanno consegnato in realtà immagini e storie che restano impresse nella nostra memoria. Penso alla devastazione di Amatrice, alla storia di Giulia e di Giorgia, le due sorelline di Pescara del Tronto, separate purtroppo drammaticamente nel loro destino, al crollo della basilica di San Benedetto, a Norcia, alla forza d'animo del rettore dell'università di Camerino, che citava lo stesso relatore Carrescia, e dell'intera comunità camerte, alla devastazione di borghi-simbolo, come Ussita, Visso, Castelsantangelo sul Nera, alle ferite prodotte nell'Appennino e nei monti Sibillini, storie ed immagini simbolo che si uniscono in realtà alle tante storie che sentiamo, portate dai sindaci che hanno lavorato in queste settimane senza sosta per dare risposte ai loro cittadini e alle tante storie dei cittadini comuni che in poche ore hanno perso la loro casa, le loro attività economiche, la loro stessa vita quotidiana, in un tempo che sembra essersi quasi sospeso in quei territori. Una quotidianità che si è interrotta perché anche chi è stato toccato in modo meno drammatico dagli effetti del sisma vive il terremoto nella profondità di una quotidianità che si è sospesa, che si è interrotta ed è con quella cesura che oggi noi tutti dobbiamo fare i conti, con quella necessità che quello strappo non produca degli effetti permanenti in quella comunità e che soprattutto risolva quello che è un timore che quelle comunità avvertono costantemente; da un lato, la paura di essere lasciati soli e, dall'altro, la paura che quei borghi, che quei luoghi si spopolino, che le persone che si sono dovute momentaneamente allontanare non tornino più.
  Il tema è importante. Voglio citare proprio alcuni dati per dare anche la complessità del fenomeno che ci troviamo a governare. Faccio riferimento proprio alla mia regione, le Marche: 151 comuni coinvolti, 282 zone rosse, 68 municipi inagibili, 85 scuole inagibili, 953 attività produttive, a loro volta inagibili, 289 beni di culto colpiti, più di 30.000 persone sfollate. In una provincia come Macerata 57 comuni su 57 hanno subìto, ovviamente con intensità differente, i danni e le conseguenze del sisma. Sono elementi che, in una regione piccola come sono le Marche, sono in grado di produrre delle conseguenze ancor più amplificate sul tessuto economico, sociale e produttivo di quelle comunità. E la sfida, quindi, che abbiamo Pag. 7davanti è la sfida che coinvolge i rappresentanti istituzionali a tutti i livelli, il Governo, il Parlamento, le regioni, nel costruire un processo che porti con sé la ricostruzione, un processo che va declinato ovviamente partendo dalla ricostruzione fisica di territori colpiti e delle aree distrutte, ma che deve portare con sé anche una riflessione molto seria sullo sviluppo di quelle aree interne colpite dal terremoto, aree interne che sono già state a rischio spopolamento in questi anni e rispetto alle quali ora il sisma e le conseguenze del sisma rischiano di produrre effetti ancor più gravi e permanenti.
  In queste settimane il processo di conversione del decreto ha portato con sé un fervore partecipativo molto significativo e di cui dovremo fare grande tesoro nelle prossime settimane. Professionisti, associazioni di categoria, forze sindacali, istituzioni e associazioni hanno voluto dare suggerimenti o contributi per perfezionare il contenuto del provvedimento ed è una volontà partecipativa, questa, che non si è limitata alla costruzione del provvedimento, ma che sta portando con sé anche una riflessione molto più ampia sul futuro di quelle terre, sulle proposte legate alla ricostruzione, sul cuore che dobbiamo dare alla cornice giuridica che approveremo nelle prossime ore, un cuore che deve portare in sé un equilibrio necessario e importante tra la centralizzazione e la valorizzazione delle esperienze locali. Una decisione e una partecipazione, un'elasticità del sistema, una capacità di ascolto costante dei problemi: di questo dovremo fare tesoro anche dopo la conversione del decreto e in questo c’è una norma, nel decreto stesso, che secondo me rappresenta molto bene questo spirito. Penso all'articolo 11, dedicato proprio ai centri storici.
  Chi conosce le comunità colpite dal sisma sa quanto i centri storici facciano parte dell'identità stessa di quei territori; oggi gran parte di quei centri storici sono inagibili, una zona rossa inaccessibile per le stesse comunità che li hanno abitati; è spettrale il silenzio che si respira in quei luoghi, spesso centri pulsanti di quelle comunità, perché i centri storici sono sì popolati di persone, ma hanno al loro interno attività economiche, beni museali e culturali, uffici pubblici e privati. Oggi quei centri storici, quell'economia complessiva della comunità, sono come fermi, sono come sospesi e proprio quelli dovranno essere ricostruiti di pari passo con la ricostruzione degli edifici, perché senza opportunità economiche gli abitanti di quei centri non potranno tornare e senza abitanti le stesse attività economiche non potranno riaprire.
  È nostro dovere, quindi, rimettere in moto le lancette degli orologi di quei centri, facendo tesoro però di quanto è accaduto. I territori dell'Appennino hanno una memoria secolare dei tanti terremoti che hanno subito ed ogni volta in quelle zone si è ricostruito, ma si è ricostruito meglio, facendo tesoro delle esperienze subite, facendo tesoro di quanto è avvenuto. E proprio questo dovremmo fare, anche ricostruendo quei centri storici e i beni culturali che li animano, portando con sé un equilibrio tra il tema della sicurezza e il tema della conservazione dei beni culturali, una problematicità necessaria che dovranno essere le stesse comunità a far propria nell'assumere decisioni rilevanti per la ricostruzione. È quello stesso coinvolgimento delle comunità che l'articolo 11, nel delineare la zonizzazione dei centri storici e nel delineare soprattutto l'adozione degli strumenti urbanistici che porteranno alla ricostruzione, contiene in sé e penso che sarà un elemento importante, un ascolto soprattutto costante che dovrà essere messo in atto. E sarà fondamentale che i cittadini utilizzino al meglio quelle possibilità di partecipazione, che sono del resto proprie degli stessi strumenti urbanistici, prendendo atto soprattutto di una cosa, che quanto è avvenuto tra l'agosto e l'ottobre di quest'anno ha cambiato i paradigmi abituali e ci costringe inevitabilmente a prendere atto dei cambiamenti, della necessità di tornare a una normalità, sì, ma a una normalità diversa, di ricostruire con la consapevolezza di quanto è avvenuto e dei cambiamenti che questo impone. Cambiamenti che hanno riguardato, come ricordavo poco fa, gli stessi beni culturali che Pag. 8sono una delle voci più drammatiche nei danni che si sono prodotti dopo il sisma: chiese, edifici storici, pievi, musei, monumenti danneggiati, con il loro patrimonio di beni mobili che devono essere messi in sicurezza, prima ancora di poter intervenire per ricostruirli.
  In queste settimane, in questi mesi è stato fondamentale il contributo dei tecnici delle soprintendenze, dei professionisti, dei volontari, delle stesse forze dell'ordine; non possiamo, però, nasconderci che, in questi mesi, non sempre è stato agevole impostare le operazioni di messa in sicurezza e non sono mancate anche alcune criticità e lentezze nel rapporto tra centro e periferia. Bene ha fatto il Governo nel provvedimento che è stato convertito al Senato a inserire anche delle previsioni che hanno permesso alle stesse comunità di porre in essere interventi immediati sul patrimonio culturale, per evitare conseguenze ancor più gravi e dannose su quei beni culturali. In questo momento, però, da quelle stesse comunità viene forte un richiamo a una partecipazione al processo, non solo di recupero, ma al processo di collocazione di quei beni mobili che sono ospitati all'interno delle chiese e dei musei danneggiati. E proprio a questo riguardo è importante che il Ministero presti ascolto, anche tramite le soprintendenze, ai richiami che provengono dal territorio a mettere ovviamente in sicurezza celermente i beni culturali – perché l'inverno purtroppo in quelle zone è rigido ed è ormai prossimo – ma soprattutto a far sì che quei beni non perdano il loro contatto con le comunità e con i luoghi da cui sono stati spostati. Ci sono opere da restaurare, ma opere che possono essere esposte in luoghi sicuri, e ci sono idee e forze, ideali che possono essere messi in campo. Penso ai sindaci, penso alle università, penso alle accademie delle belle arti che ci sono in quei luoghi. È importante che quelle stesse opere non siano allontanate e che le decisioni relative ad esse non siano assunte dall'alto, non tenendo conto dei richiami delle comunità stesse, perché in quei territori – non possiamo negarlo – il sisma c’è stato, quei territori sono stati colpiti, ma molto è rimasto e proprio da quel molto che è rimasto, da quella sicurezza che è presente in tanti edifici, noi dobbiamo ripartire, dai teatri ancora funzionanti, dagli edifici pubblici ancora agibili, dal campus dell'università di Camerino, con i suoi studenti, dove le lezioni sono riprese, e che sta diventando in questo momento il vero fulcro e il vero cuore pulsante di quella comunità.
  Quello che è toccato dal sisma è un territorio sicuramente ferito, ma non è piegato, è un territorio che può diventare, nei luoghi soprattutto ancora aperti e ancora agibili, concretamente un luogo che si può mettere al servizio di quanto non è più visitabile, di quei musei, di quei luoghi e di quelle opere che non sono più visibili.
  Nei tanti comuni, nei musei e nei centri che si stanno rendendo disponibili sarà possibile ospitare opere, raccontare il legame e la storia di quei territori, non interrompendo, tra l'altro, quell'importante processo di crescita turistica che le aree colpite dal sisma avevano conosciuto in questi ultimi anni, con la valorizzazione della storia e del paesaggio di quelle comunità. Ben fa, in questo caso, il decreto a stanziare risorse pari a circa 2 milioni di euro per la predisposizione di un programma per la promozione e il rilancio del turismo nei territori colpiti dal sisma. Anche questo potrà essere un tassello fondamentale per la ricostruzione di un tessuto produttivo ed economico all'interno dei territori.
  Tutto questo insieme ad un altro tema, che lo stesso relatore ha richiamato, che è il tema della sicurezza degli edifici scolastici. Il Governo dimissionario ha investito in maniera significativa – ben prima del sisma e non legato soltanto all'emergenza sismica – risorse certe, pari a quasi 4 miliardi di euro, sul tema della sicurezza scolastica. Oggi il progetto che si è messo in campo, il «Progetto Casa Italia», può offrire in realtà una cornice più ampia di messa in sicurezza anche delle istituzioni scolastiche, andando a mettere in sinergia interventi, risorse e programmi, proprio perché se siamo molto bravi ed efficaci nel gestire l'emergenza dobbiamo imparare ad Pag. 9esserlo e abbiamo le qualità per farlo anche nella programmazione di lungo periodo.
  Nei prossimi giorni questo decreto diventerà legge, dando risorse e strumenti per la ricostruzione delle comunità colpite dal sisma. È un punto di partenza fondamentale ed è importante anche per rassicurare quelle comunità, un punto di partenza che però non dovrà e non potrà ovviamente esaurire l'impegno di ogni forza politica e del Governo stesso nel lungo processo di ricostruzione che ci attende. Si tratta di un impegno a cui lo stesso Presidente Mattarella e il Presidente incaricato Gentiloni poche ore fa ci hanno richiamati, facendo esplicito riferimento, nei loro discorsi, alle scadenze e agli adempimenti inderogabili che sono legati all'avvio della ricostruzione e all'assistenza dei cittadini nelle aree colpite dal sisma. È un monito molto importante per tutte le forze politiche, proprio per tutte le forze politiche.
  L'Appennino costituisce una parte importante nella storia e nell'ossatura di questo Paese e ricostruirlo nella sua interezza deve far parte di un bagaglio di priorità presenti e future che deve toccare le classi dirigenti, tanto di maggioranza quanto di opposizione, che siedono in questo Parlamento, perché, come ci ricorda il bello slogan, coniato dall'Università di Camerino e già citato, «possono crollare gli edifici, ma è importante che sia il futuro a non crollare» (Applausi).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Colleghi, membri del Governo, inizia oggi in quest'Aula la discussione della conversione del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 ed approvato dal Senato.
  Ovviamente, anche il MoVimento 5 Stelle riconosce la necessità che il decreto venga convertito prima della scadenza, che ormai è imminente, e in tutti i suoi passaggi, tra il Senato e la Camera, il MoVimento 5 Stelle ha dimostrato uno spirito collaborativo, con osservazioni e proposte sempre nel merito, frutto del confronto con i cittadini delle zone colpite dal sisma e dei vari tecnici ed esperti che si stanno occupando dell'emergenza e della futura ricostruzione.
  Purtroppo, la crisi sismica, iniziata il 24 agosto, è continuata con numerosissimi eventi tellurici, tra i quali quelli del 26 e 30 ottobre. È stata devastante e, ahinoi, non sembra arrestarsi, viste le ultime recentissime scosse di magnitudo superiore a 4 che stanno letteralmente squassando l'equilibrio psicologico delle popolazioni colpite, nonché la pervicace volontà ed orgoglio a rimanere ancorati alla propria terra.
  Come è tristemente noto, la scossa del 24 agosto ha causato 299 vittime, che abbiamo avuto modo di commemorare anche in quest'Aula, e circa 400 feriti, con ben 17 comuni colpiti nelle regioni Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria. L'Allegato 1 del decreto-legge in esame amplia questi comuni, portando l'elenco a 62 comuni fino agli ulteriori 69 del nuovo Allegato 2, a seguito degli eventi sismici appunto avvenuti alla fine di ottobre.
  Ovviamente, non ritengo pleonastico, anche in questa sede ricordare il grande valore e lo spirito di abnegazione delle squadre di soccorso intervenute nelle ore immediatamente successive al sisma e, in modo particolare, le squadre della Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, i volontari di numerosissime associazioni anche straniere, il Corpo forestale dello Stato, l'Esercito, i sanitari dei vari presidi, le forze dell'ordine, i sindaci, le amministrazioni e i cittadini tutti, che hanno dimostrato uno spirito di solidarietà che ha inorgoglito l'intero Paese.
  Entrando nel merito del provvedimento, ci trovano favorevoli diverse disposizioni contenute nel decreto, molte delle quali proposte anche dal MoVimento 5 Stelle durante la discussione delle «mozioni sisma» dello scorso 28 settembre.   Va bene l'individuazione delle aree da destinare all'insediamento di container anche Pag. 10attraverso la stipula dei contratti per la fornitura, il noleggio e la disponibilità dei container medesimi, in modo particolare per soddisfare le esigenze abitative rurali e il fabbisogno di tecnostrutture per stalle e fienili. Sappiamo infatti – e lo abbiamo ripetuto più volte – come sia necessario ed urgente intervenire a salvaguardia del settore primario, vero elemento di coesione economico-sociale di quelle zone a vocazione agricola e zootecnica, onde evitare un'epocale spopolamento. Purtroppo, da questo punto di vista dobbiamo rilevare ancora numerosi e gravi ritardi nella realizzazione delle tecnostrutture per il ricovero degli animali o nell'installazione dei Mapre, i moduli abitativi provvisori rurali d'emergenza presso le aziende. Ricordo che il Governo, da questo punto di vista, ha una grande responsabilità e che deve fare presto perché ormai siamo in pieno inverno e molti allevatori per governare il bestiame sono costretti giornalmente a percorrere centinaia di chilometri dalle località in cui sono stati temporaneamente alloggiati.
  Va bene l'istituzione degli uffici speciali per la ricostruzione, presso i quali è costituito uno sportello unico per le attività produttive unitario per tutti i comuni coinvolti.
  Va bene che vengano erogati i contributi fino al 100 per cento delle spese occorrenti per la riparazione, ripristino e costruzione degli immobili di edilizia abitativa e ad uso produttivo e per i servizi pubblici e privati, oppure per far fronte ai danni a scorte e a beni mobili strumentali delle attività economiche o per i danni agli edifici privati di interesse storico-artistico e via discorrendo. È giusto che i contributi vengano riconosciuti anche alle seconde case ubicate nei comuni rientranti nel cosiddetto «cratere», allo scopo di recuperare completamente il tessuto urbanistico e sociale delle zone colpite.
  Come è noto, per il rilevamento dei danni si utilizzano le cosiddette «schede Aedes», agibilità e danno nell'emergenza sismica. La scheda è l'elemento fondamentale per la procedura di concessione e per l'erogazione dei contributi, unitamente a specifici allegati comprendenti appunto la scheda stessa, una relazione tecnica asseverata, il progetto degli interventi e l'indicazione dell'impresa affidataria. Successivamente, nel quadro di danneggiamento causato dagli eventi del 26 e 30 ottobre 2016, è stata prevista un'attività di ricognizione preliminare dei danni al patrimonio edilizio privato ubicato in aree perimetrate individuate dai sindaci dei comuni interessati. Questa ricognizione – diciamo così – è stata effettuata utilizzando la scheda sintetica «Fast», ossia la scheda per il rilevamento sui fabbricati per l'agibilità sintetica post-terremoto. E qui rileviamo un primo intoppo di tutta la macchina che sta rallentando la consegna dei MAP o dei SAE, ovvero delle soluzioni abitative provvisorie nelle zone terremotate, visto che si rileva una carenza di tecnici in grado di vagliare le numerosissime richieste di agibilità, che sono circa 250 mila. Infatti, non avendo un computo preciso degli edifici inagibili, non è possibile quantificare il numero dei moduli abitativi provvisori da fornire. Inoltre, le schede Fast, alla luce delle loro caratteristiche, nove volte su dieci si concludono con un giudizio più che precauzionale di inagibilità, che quindi non decongestiona la valutazione di agibilità stessa. Bisogna, insomma, trovare un modo per coinvolgere quanti più tecnici possibili, prevedendo anche una sorta di remunerazione.
  Tra le altre criticità che riscontriamo in riferimento agli interventi di ricostruzione privata di cui all'articolo 5, vi è il fatto che non si dia maggiore priorità agli interventi di adeguamento sismico delle abitazioni e delle attività produttive danneggiate o distrutte rispetto agli interventi di ripristino con miglioramento sismico.
  Inoltre, sarebbe opportuno prevedere che i contributi siano garantiti in misura pari al 100 per cento delle spese occorrenti per la realizzazione degli interventi e che in capo al beneficiario del finanziamento, fruibile esclusivamente in compensazione, sia prevista la possibilità di utilizzarlo anche tramite la cessione del credito o la monetizzazione dello stesso.Pag. 11
  Un'altra criticità è data dal fatto che per gli interventi di immediata riparazione per i danni lievi sugli immobili non classificati agibili o classificati non utilizzabili all'esito dei sopralluoghi dei vigili del fuoco o dei tecnici comunali, l'articolo 8 preveda una specifica procedura in deroga alla normativa dei titoli abitativi edilizi e paesaggistici; non solo: la norma consente interventi di immediata riparazione su immobili parzialmente abusivi e totalmente abusivi, per i quali non siano stati emessi ordini di demolizione. Per evitare che si usufruisca della predetta disposizione e del relativo contributo pubblico per realizzare minisanatorie edilizie, sarebbe stato opportuno escludere dall'ambito di applicazione le costruzioni interessate da interventi abusivi.
  E ancora: nel provvedimento, gli interventi di ricostruzione o ripristino dei centri abitati avvengono attraverso un'apposita procedura disciplinata dall'articolo 11, nella quale si prevede che gli strumenti urbanistici attuativi innovano i vigenti strumenti urbanistici e, in presenza di beni paesaggistici, costituiscono i piani paesaggistici nel territorio considerato.
  Insomma, non appare chiaro in base a quali garanzie procedimentali gli strumenti urbanistici attuativi possano assumere o anticipare i contenuti dei piani paesaggistici non ancora approvati dalle regioni.
  Poi, in riferimento alla procedura per la concessione e l'erogazione del contributo per la ricostruzione privata, di cui all'articolo 12, riteniamo opportuno che le verifiche siano effettuate su un campione più esteso, pari al 50 per cento dei contributi complessivamente erogati e non quindi il 10 per cento, come riportato invece nel decreto.
  Inoltre avremmo voluto che, in riferimento agli edifici scolastici, venisse data la priorità al ripristino degli edifici danneggiati e, in alternativa, alla costruzione di sedi nuove previste nella programmazione della rete scolastica.
  Avremmo auspicato poi maggiori risorse a sostegno delle imprese danneggiate dagli eventi sistemici, comprese le imprese del turismo, mediante agevolazioni anche nella forma del contributo in conto capitale, nonché nei confronti delle micro, piccole e medie imprese, mediante finanziamenti agevolati a tasso zero.
  Per quanto concerne invece le disposizioni per il sostegno e lo sviluppo delle aziende agricole, agroalimentari e zootecniche, andrebbe chiarito che, nell'ambito dell'utilizzo dell'intera quota del cofinanziamento regionale fino al 2020, si consente alle regioni di disporre di risorse aggiuntive da destinare al rilancio del settore agricolo ed agroindustriale nelle zone colpite, senza lo specifico riferimento alla valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari, che non necessariamente potrebbe risolversi in risorse aggiuntive restanti poi sul territorio.
  Andrebbero poi stanziate maggiori risorse per la promozione turistica, andrebbero concessi finanziamenti a tasso zero direttamente dallo Stato anche per la promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per il rilancio della competitività del sistema produttivo, anche tramite la creazione di centri e strutture di ricerca e sviluppo delle imprese.
  Infine, per quanto concerne le disposizioni in materia di trattamento e trasporto delle macerie (l'articolo 28), ovvero del materiale derivante dal crollo parziale o totale degli edifici, andrebbe soppressa la disposizione che prevede una automatica derubricazione di tali residui da rifiuti speciali eventualmente pericolosi a rifiuti urbani non pericolosi per le fasi di raccolta e trasporto, senza alcuna indagine preventiva. Il rischio è che tali residui possano essere trattati come rifiuti non pericolosi senza analisi, anche nella fase finale del recupero e dello smaltimento. Stessa cosa nell'utilizzo delle terre e rocce di scavo: l'articolo 29, a nostro avviso, andava e andrebbe stralciato, nella misura in cui consenta una deregolamentazione totale del settore.
  Abbiamo formulato poi altre proposte in merito alla qualifica dei professionisti a cui si dovranno necessariamente rivolgere i soggetti privati nell'ambito degli incarichi per la ricostruzione, nonché di incrementare Pag. 12le misure a sostegno del reddito dei lavoratori, prevedendo una riduzione del 50 per cento della base imponibile per il calcolo dell'imposta sui redditi, per i titolari di un rapporto di lavoro dipendente, a tempo indeterminato, che si svolga stabilmente nei territori dei comuni interessati dal sisma, al fine di incentivarne la permanenza.
  Infine, Presidente, vorrei sottolineare l'importanza dell'assistenza psicologica: purtroppo, occupandoci degli elementi materiali, troppo spesso finiamo per dimenticare gli elementi immateriali, come appunto la psiche delle persone, che risulta altrettanto colpita, soprattutto in questi prolungati periodi di tensione, a seguito delle continue scosse telluriche. Per questo è quanto mai urgente fornire un supporto psicologico alle comunità colpite, che spesso vivono realtà di vero e proprio isolamento.
  A parte le doverose critiche che abbiamo fatto all'interno della discussione, comunque riteniamo questo provvedimento, il mio gruppo ritiene questo provvedimento tendenzialmente positivo (Applausi).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lodolini. Ne ha facoltà.

  EMANUELE LODOLINI. Presidente, Governo e colleghi, viviamo in un Paese straordinario per bellezza e fragilità. L'Italia centrale è il luogo del policentrismo diffuso, custode di tradizioni rurali, di grandi spiritualità, ma è terra di terremoti, terremoti che ci sono sempre stati e che sempre ci saranno e purtroppo l'orco periodicamente ce lo viene a ricordare con il suo boato, il suo sibilo, con la distruzione, la paura e con la morte: Ancona nel 1972, Fabriano e le aree interne nel 1997, l'Umbria, L'Aquila, l'Emilia Romagna e poi lo scorso 24 agosto Arquata, Amatrice, Accumuli, nel buio della notte, il 26 ottobre nel tardo pomeriggio e ancora il 30 ottobre mattina. Ma lo sciame sismico continua: migliaia le scosse che si sono susseguite dal 24 agosto, anche ieri una scossa con magnitudo 4.3 con epicentro Castel Sant'Angelo.
  La regione Marche è senza dubbio la più colpita e ad assegnarci questo triste primato, di cui avremmo fatto volentieri a meno, sono i numeri nel loro cinismo – ce li ricordava prima la collega Manzi – che rendono questo sisma nelle Marche l'evento più drammatico dopo l'ultima guerra. Sono state interessate città medie, grandi, piccoli centri, da Monte Gallo nell'ascolano passando per Bolognola, Gualdo, Visso, Ussita, fino ad arrivare a Tolentino, Camerino, San Severino e la provincia di Macerata è quella che ha i danni più rilevanti.
  Dietro questi numeri ci sono le persone, c’è la vita reale, c’è la disperazione di chi ha perso tutto, di chi ha perso la propria casa, casa che non è soltanto un riparo, un tetto, ma è il luogo degli affetti, il luogo della fiducia, il riparo dall'insicurezza, dalla precarietà.
  Ci sono tante immagini che ci portiamo dietro. Io ne ho almeno due: la prima è quella delle persone in preghiera la domenica mattina, il 30 ottobre, davanti alle chiese, che hanno rappresentato con forza e con drammaticità il senso di quanta precarietà, paura e smarrimento avvertiamo dinanzi al terremoto, l'angoscia di chi è costretto ad abbandonare i luoghi della propria vita per mettersi in sicurezza; la seconda immagine la voglio dire in conclusione, ci voglio chiudere questo intervento: torno ai numeri dal sisma; dietro questi numeri c’è anche e soprattutto il senso della sfida o meglio delle sfide, perché ne vedo almeno due, molto ambiziose ma da vincere in nome dell'interesse generale; la prima è l'assistenza costante alle popolazioni e la ricostruzione, certamente. Bisogna far ripartire subito la fabbrica ovvero quel sistema integrato produttivo legato alla terra, all'ambiente, all'agroalimentare, ai parchi e la seconda è la rinascita delle aree che hanno subito gli effetti del terremoto, che costituisce, oltre che un obbligo morale, una priorità vera, nella prospettiva di affrontare in termini nuovi e concreti il tema della fragilità idrogeologica di vaste porzioni del territorio nazionale, non limitandosi ad interventi di carattere emergenziale, Pag. 13ma avviando un vasto programma di investimenti in tale campo, per accelerare lo sviluppo e la modernizzazione del Paese.
  Serve quello che Renzo Piano ha definito al Senato un progetto generazionale e Casa Italia va in questa direzione. Appena eletto in Parlamento, il mio primo atto fu la presentazione di una mozione sul tema della resilienza, termine usato in ingegneria per indicare la capacità di un materiale di assorbire energia, capacità che in Protezione civile si muta nella capacità di una comunità, del suo territorio, delle infrastrutture di affrontare gli eventi calamitosi e di resistere all'urto, di superarlo e di uscirne rafforzata o addirittura trasformata.
  Quella mozione è agli atti, ma c’è un lavoro importante del Governo, del Governo Renzi in questi anni, con una serie di misure di carattere preventivo, finalizzate al miglioramento sismico degli edifici e alla messa in sicurezza dei territori più vulnerabili. Questo lavoro nel decreto in discussione oggi viene portato a sintesi e reso omogeneo.
  Per quanto riguarda il rischio sismico, si tratterà anche in questo caso di dare continuità a quei programmi volti ad approfondire il quadro delle conoscenze tramite gli studi finalizzati alla classificazione sismica del territorio, alla microzonazione, sviluppando nel contempo azioni rivolte alla prevenzione a scala urbana e alla messa in sicurezza degli edifici privati e pubblici, con particolare riferimento all'edilizia scolastica e agli edifici dichiarati di interesse strategico per le finalità di protezione civile.
  Poi ce ne sono anche altre di sfide importanti, come dar vita ad una ricostruzione che sia capace di definire non solo nuove tecniche, ma anche l'utilizzo di nuovi materiali da impiegare per la realizzazione di case e altri fabbricati, in grado di garantire, in un'area altamente sismica, la sicurezza delle persone. Così come per lo straordinario patrimonio artistico, che il terremoto ha drammaticamente danneggiato. Le Marche sono un museo diffuso, ce lo dicono i numeri, oltre che la storia e il patrimonio.
  Mi soffermo, però, su quella seconda sfida, quella di breve e medio periodo. Un passo importante ce lo fa fare la strategia nazionale sulle aree interne, fondamentale per ricostruire una politica di sviluppo sostenibile di questi territori, e si inserisce in questa direzione anche la legge sui piccoli comuni, le zone montane, i centri storici. Ripopolare i territori interni, rurali e montani, è una questione di interesse nazionale. Dobbiamo mettere in campo sgravi e incentivi per le ristrutturazioni nei passaggi generazionali, perché ereditare un fabbricato vecchio dal nonno non sia una maledizione, come spesso dice il capogruppo del PD in Commissione ambiente, Enrico Borghi. Dobbiamo sostenere chi, ereditando un bene immobiliare vecchio, lo vuole mettere in sicurezza e ristrutturare, e questo in generale.
  Nello specifico, per quei territori colpiti dal sisma, però, è tanto più importante, quanto necessario, agire con velocità, costantemente e contemporaneamente su tutti i versanti, per mantenere le persone e le imprese, garantire una struttura sociale, evitare il processo di spopolamento. Non si possono sfilacciare le comunità, non si devono separare le comunità. Il tessuto comunitario del territorio dei Sibillini va puntellato e messo in sicurezza, proprio come per le case. L'economia di queste zone è un'economia di comunità ed è proprio per questo motivo che bisogna innanzitutto ricostruire le comunità, perché altrimenti è inutile che si riparli di ricostruzione economica. Senza artigianato di servizio, senza i panettieri, le lavanderie, le piccole botteghe e il resto, non può esistere nemmeno il turismo, attività fondamentale per questo territorio.
  Nel decreto-legge, all'interno di questa iniziativa legislativa, c’è anche un'attenzione a questi temi e questo spirito di fondo, provare cioè a rallentare e invertire il processo di graduale impoverimento demografico che è in atto in quei territori. Noi dovevamo e dobbiamo mantenere un impegno preso nei confronti delle popolazioni Pag. 14terremotate, che ci chiedevano e continuano a chiedere: non abbandonateci, non lasciateci soli. La presenza costante a diversi livelli dello Stato è stata fondamentale e continuerà ad essere fondamentale. Bene il Presidente Mattarella, bene il Presidente incaricato Paolo Gentiloni, bene la presenza dei presidenti delle regioni, dei Presidenti di Senato e Camera, del Presidente Renzi, che è stato lì nelle settimane scorse, ma questa presenza ci è testimoniata, ad esempio, dall'Europa, spesso così lontana, che si è dimostrata vicina. Il Parlamento Europeo ha approvato giorni fa una risoluzione per lo stanziamento di 30 milioni di euro in favore delle zone terremotate. Fondamentale è quanto stiamo facendo oggi con il decreto terremoto, fondamentale quanto abbiamo fatto la scorsa settimana approvando in via definitiva la legge di bilancio.
  E comincio dalla legge di bilancio, un tassello importante per garantire la sopravvivenza e le prospettive future delle collettività colpite dal sisma, misure importanti. Le riassumo: 4 miliardi e mezzo le risorse stanziate per finanziare la ricostruzione privata e pubblica nei territori del centro Italia colpiti dagli eventi sismici degli ultimi mesi; i fondi messi a disposizione dal 2017 fino al 2047, quindi per trent'anni, serviranno a sostenere la ricostruzione di tutti gli edifici privati danneggiati, comprese le seconde case e gli immobili produttivi, nonché la riparazione e la ricostruzione degli edifici pubblici a partire dalle scuole, fino a ricomprendere il patrimonio culturale di quei territori; la sospensione dei versamenti dei tributi e contributi per le popolazioni colpite dal sisma; l'avvio del Piano casa Italia; prorogata al 31 dicembre 2017 la detrazione al 50 per cento per le spese relative all'acquisto di mobili; il riconoscimento anche per il 2017 e il 2018, nella misura del 65 per cento, del credito d'imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, turistico-alberghiere, inclusa l'attività agrituristica. Il provvedimento utilizza, dunque, opportunamente sia i meccanismi di finanziamento, anche bancario, sia lo strumento della leva fiscale, per assicurare il massimo sostegno possibile alla salvaguardia e al rilancio del tessuto civile, sociale, urbanistico, economico e produttivo delle aree interessate. Non si limita a proporre e a predisporre le risorse e i meccanismi di finanziamento a sostegno e in favore delle popolazioni interessate, ma definisce in termini complessivi il quadro istituzionale e organizzativo, i sistemi di controllo e garanzia, nonché il contesto giuridico necessario per assicurare razionalità, compiutezza, efficacia e trasparenza.
  Ci sono cinque pilastri del decreto: la rapidità, la qualità e l'efficienza degli interventi nel massimo rispetto dell'identità dei luoghi e degli edifici; la responsabilizzazione delle comunità locali di tutti i livelli istituzionali presenti; la trasparenza; la legalità e il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata; infine, l'equità, vale a dire la corresponsione di quanto cittadini e imprese si aspettano, proporzionalmente ai danni che i loro uffici e le loro imprese hanno subito.
  Una delle novità più importanti del decreto – lo ricordava il relatore – è, accanto alla ricostruzione di tutte le prime case nel cratere, anche delle seconde case. Si prova a raggiungere l'obiettivo, anche con una scelta come questa, di mantenere integro il tessuto sociale delle istituzioni del territorio.
  Poi, per quanto riguarda il tessuto economico, c’è una grande attenzione per l'agricoltura e l'agroalimentare, settori importanti, che coprono oltre il 30 per cento degli occupati in questa zone, ma che non sono gli unici. Ricordo che le stesse zone ospitano imprese manifatturiere e di trasformazione di livello nazionale e internazionale, il distretto dei pellettieri di Tolentino, ad esempio, imprese di trasformazione delle carni, di produzione agroalimentari, infissi, moda servizi, design, senza contare le miriadi di imprese e operatori vari, che in questi anni si sono dedicati all'accoglienza turistica.
  La provincia di Macerata è la più colpita, nella regione più colpita. Si può pensare non soltanto a trattenere le piccole imprese già esistenti o a ristrutturare meglio e salvaguardare quelle grandi, ma Pag. 15anche a rendere quel tessuto economico attrattivo, grazie a strumenti che la legislazione nazionale, recentemente aggiornata, ha messo a disposizione delle aree in crisi.
  Un'ultima riflessione la dedico, come hanno già fatto i miei colleghi in precedenza, al sistema universitario. Se l'ateneo di Macerata ha subito minori danni, non marginali, per Camerino la situazione è davvero drammatica. Per Camerino gestire il destino dell'università significa gestire il destino della città. C’è stata una reazione molto forte e immediata da parte del rettore e del prorettore. L'ateneo di Camerino, già precedentemente al sisma, rappresentava un motore e un riferimento per lo sviluppo delle piccole e medie imprese e per gli enti del territorio. Proprio da questa situazione emergenziale potrebbe nascere quella che è una richiesta che l'ateneo ha portato avanti da tempo, cioè un centro di ricerca e di sviluppo di assoluta eccellenza.
  Mi avvio alla conclusione, Presidente. Dopo le scosse dell'ottobre scorso, girava un'immagine sui social molto bella: un cuore disegnato, sopra una crepa in terra, di un rosso acceso. Quel cuore così rosso era spezzato a metà, trafitto da una crepa sul cemento. Ma tanto più era profonda quella crepa, tanto più era acceso quel rosso di quel cuore, sopra il quale c'era scritto: «forza Marche». Ecco, quel cuore è il cuore dei sindaci, che con immensa volontà e generosità vogliono garantire un futuro alle comunità rappresentate. È il cuore delle donne e degli uomini del sistema nazionale di Protezione civile, che nel mondo tutti ci invidiano, formato da diversi soggetti, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il sistema degli enti locali, delle colonne mobili di Protezione civile che fanno capo alle regioni, il sistema del volontariato nazionale di Protezione civile. È il cuore delle forze dell'ordine e del personale sanitario. È il cuore dei presidenti delle regioni coinvolte, il cuore del commissario governativo alla ricostruzione Vasco Errani, il cuore del rettore, del prorettore, degli studenti, degli imprenditori, artigiani, commercianti, agricoltori, insomma, è il cuore di tutti noi, di una comunità forte, come quella marchigiana, che della solidarietà e della dignità fa i propri tratti distintivi.
  La lettera di Andrea, Presidente: questa era la seconda immagine con la quale chiudo e che citavo all'inizio. La lettera di Andrea, uno dei soccorritori, che ha scritto e ha lasciato sulla bara della piccola Giulia, la bambina morta a Pescara del Tronto, ci parla da sé. In quella lettera c’è scritto: abbiamo fatto tutto il possibile per tirarvi fuori da lì. La squadra di soccorso, infatti, è riuscita a salvare la sorellina, Giorgia, di quattro anni, ma non ce l'ha fatta a salvare Giulia. Lasciamo da parte il contenuto della lettera struggente, alla fine della quale era disegnato un cuore. Prendiamo il gesto, prendiamo il senso di colpa di quelle parole, in quelle parole, prendiamo l'uomo, prendiamo il servitore dello Stato: lì c’è l'Italia migliore.
  E, infine, un appello, Presidente, che faccio da questa assise e da questo Parlamento. Se volete dare una mano alla nostra regione e alle regioni coinvolte dal sisma, venite in vacanza dalle nostre parti, perché la bellezza ha un valore profondo, non è assuefazione ma curiosità, stupore, meraviglia. È essa stessa una sfida (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Lodolini, che ha fatto anche questo invito.
  È iscritta a parlare la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie Presidente, signora sottosegretario, siamo di nuovo a parlare del terremoto, questo brutto terremoto che, ancora ricordiamo, ha colpito le nostre regioni del centro Italia: Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo. Alle 7,40 del 30 ottobre abbiamo avuto la seconda scossa, quella drammatica, dopo la prima che avevamo avuto il 24 di agosto e che aveva fatto contare quasi 300 morti, 250 circa nella sola città di Amatrice. Purtroppo, come già hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto, queste Pag. 16scosse sembrano non finire mai. Anche ieri, mentre eravamo tutti di fronte al televisore per seguire le vicende della crisi di Governo, abbiamo invece appreso di una nuova scossa di entità, anche questa, molto preoccupante.
  Proprio recentemente mi sono trovata in una discussione con il Presidente del Consiglio dimissionario, nel momento in cui rispondeva alla Camera proprio riguardo al terremoto, in una discussione nella quale io cercavo comunque di rilevare quelle che erano le criticità che, a nostro avviso, si riscontravano nel decreto che ci accingiamo a votare di qui a breve anche alla Camera e sul quale i colleghi di Forza Italia al Senato si sono astenuti. Voto di astensione che andava nella direzione, se pur di non apprezzare gli interventi che il decreto prevedeva e prevede, nello stesso tempo di dare una risposta alle popolazioni colpite di un partito responsabile che, di fronte ad una grave tragedia come quella che ha colpito i nostri concittadini, deve dare comunque la possibilità, seppur, ripeto, non apprezzando i contenuti, di votare un provvedimento; un voto contrario sicuramente non fa uscire un Paese che, comunque, di fronte a questo, dovrebbe essere unito.
  Dico «dovrebbe» perché il Presidente del Consiglio uscente aveva comunque raccolto quelle che erano state le indicazioni dei partiti di opposizione nel voler dare un contributo diretto a quelle che erano le azioni da mettere in campo dopo il terremoto. Sembrava avesse raccolto, il 28 agosto stesso dichiarava che avrebbe comunque sentito i partiti di opposizione e con loro avrebbe costruito quelle che erano le misure da mettere in campo. Abbiamo visto che, come sempre, così non è stato; che, di fronte alle dichiarazioni, poi era venuta in realtà meno quella volontà che pure egli aveva espresso.
  In questi giorni le cose, a mio modesto avviso, sono comunque cambiate rispetto all'approccio che abbiamo visto non soltanto nel Presidente del Consiglio incaricato, che ha messo tra i primi punti all'ordine del giorno del suo incarico proprio la risposta alle popolazioni colpite dal terremoto, ma abbiamo visto ed abbiamo molto apprezzato quanto proprio il Presidente Mattarella ha indicato nel suo breve, ma molto significativo, discorso, dopo aver concluso il ciclo delle sue audizioni. Anche egli, naturalmente, ha espresso la volontà sua, e quindi del nuovo Governo, di voler dare una risposta immediata e tempestiva a quelle popolazioni. Ovviamente, sull'immediatezza, ormai sono passati diversi mesi, non voglio fare paralleli con eventi sismici, che pure ci sono stati, di altrettanta gravità, non più tardi di qualche anno fa. In particolare, mi riferisco al terremoto de L'Aquila.
  Però, voglio dire che il Governo Berlusconi aveva dato una risposta immediata, con un decreto che arrivava pochi giorni dopo l'evento del 6 aprile, quando, invece, abbiamo visto che il primo decreto del Governo Renzi è arrivato all'attenzione del Senato soltanto dopo due mesi, ed è arrivato, secondo noi, non con tutte quelle risposte che pure quelle popolazioni si attendono da tutti quanti noi. Ed è per questo che voglio cambiare anche lo spirito di approccio al decreto stesso da parte del gruppo di Forza Italia. Intanto, voglio dire che abbiamo visto alcune questioni che ci hanno in qualche modo lasciati perplessi di fronte al fatto che un Governo, che pure, come ho già detto, aveva dato un segnale di voler avere il contributo di tutti, finanche dei partiti di opposizione, in qualche modo ha dimostrato, con gli interventi inseriti nel decreto, di non avere poi così a cuore o, comunque, di non fidarsi così tanto del sistema istituzionale ed economico del nostro Paese.
  Intanto si è proceduto, anche lì, con una decisione unilaterale, a nominare un commissario straordinario nella figura di Vasco Errani. Voglio dire una cosa: credo di essere stata l'unica esponente del mio gruppo ad aver apprezzato, per le capacità, Vasco Errani, avendo avuto la fortuna di lavorarci quando era presidente della Conferenza delle regioni, quindi non voglio minimamente entrare nel merito della persona, tutt'altro. Considero Vasco Errani una persona capace e anche giustamente dentro i meccanismi istituzionali tanto Pag. 17quanto necessario per esercitare questo ruolo, però è stata una decisione presa in maniera unilaterale, in qualche modo dando una collocazione politica a quello che, invece, doveva essere un ruolo squisitamente tecnico, se non altro per la gravità degli episodi ed anche per la volontà manifestata da tutti i partiti di voler dare un contributo.
  Vedo addirittura nel decreto che non ci si fida di organismi che comunque vengono sbandierati quotidianamente. Non ci si fida dell'Anac, perché è stata istituita un'apposita struttura di missione presso il Ministero dell'interno, gestita da un'altra figura, cioè dal prefetto Tronca. Non ci si è fidati delle imprese, perché si è voluta istituire una white list. Bene, poi abbiamo appreso recentemente, qualche giorno fa, che una delle ditte coinvolte nello smaltimento delle macerie del terremoto era stata implicata in una vicenda poco chiara. Non vi siete fidati dei professionisti iscritti agli albi, perché, anche lì, si è voluto istituire un elenco speciale proprio per i professionisti, adottato dal commissario. E, addirittura, siamo costretti, in un Paese come il nostro, me ne rendo conto, a sottolineare che i lavoratori che saranno coinvolti devono rispondere a quello che è il trattamento economico e normativo previsto dai contratti. E ci mancherebbe altro ! Mi auguro che questo sia nel nostro Paese la normalità e che non debba essere risegnalato anche in un decreto che riguarda il terremoto. Insomma, tante sono le questioni che emergono in questo decreto da fare intendere che non ci si fida di nessuno. Forse, si poteva, invece, come ho già detto, in qualche modo dare un segnale diverso a quelle popolazioni, che sono ancora in grande difficoltà. Popolazioni che ancora non hanno ben compreso quali saranno realmente i tempi, per esempio per avere l'assegnazione delle non so nemmeno come chiamarle, se case o container o comunque spazi abitativi nei quali dovranno andare.
  Lo dico anche perché mi sono fatta carico, come tanti di noi, ovviamente, di recarmi nelle zone dei nostri concittadini terremotati e ho visto un grande disagio e una grande difficoltà. Sono stata recentemente, accompagnando una delegazione di ospiti stranieri che vogliono dare un segnale concreto, prima ad Amatrice e poi a Norcia, e devo dire che il senso di smarrimento che ancora si registra all'interno dei comuni terremotati è veramente troppo alto, ma soprattutto non capire, non da qui a quattro anni, a cinque anni, a dieci anni, che cosa succede, ma da qui a qualche mese. Ancora non si ha la consapevolezza, non si può comprendere veramente come andrà a finire questa cosa.
  Ho trovato anche una Protezione civile, mi ero permessa di segnalare comunque, in un Paese che ha avuto un sistema di Protezione civile molto significativo e molto ambizioso rispetto ai traguardi da raggiungere, anche molto «attenzionato» dai Paesi stranieri che ci guardavano con grande attenzione, che forse l'aver smantellato quel sistema, a fronte di fatti gravi... Comunque poi nel nostro Paese ci rendiamo conto che facciamo sempre leggi sulla scia dell'emotività e, troppo spesso, buttiamo anche cose buone semplicemente perché in quel momento è opportuno dal punto di vista politico fare così; ecco, forse era il caso anche di fare un po’ di mea culpa rispetto a questo, perché io ho apprezzato, come tutti quanti noi, il grande impegno del sistema di Protezione civile, di tutti quelli che hanno dato una mano, Vigili del fuoco, l'Esercito e tutti coloro che si sono messi a disposizione. È indubbio che il sistema di Protezione civile che abbiamo smantellato avrebbe dato una risposta sicuramente in maniera diversa e con tempi diversi da quella che oggi invece riesce a fare.
  Ho visto anche – e di questo mi dispiace, avendo svolto il ruolo di presidente della regione – che non c’è stata, da parte del Governo, nemmeno la fiducia, così come io la ricordavo, nei confronti di presidenti di regione: forse anche questo ruolo andava maggiormente valorizzato, mentre anche la scelta del commissario, che in qualche modo poi interviene, toglie il ruolo a queste istituzioni.Pag. 18
  Penso comunque che dobbiamo proseguire insieme per dare una risposta quanto più integrata ed urgente possibile alle popolazioni di cui stiamo parlando, tenendo presente che condivido molte delle osservazioni che sono state fatte dai colleghi, perché ci troviamo di fronte a piccoli borghi che hanno a che fare con il turismo, con l'artigianato, con l'agricoltura, con un sistema economico quindi molto complesso, che deve ricevere naturalmente risposte altrettanto complesse.
  Veniva richiamata prima anche la difficoltà degli agricoltori: ho avuto modo di riscontrare anche io, come sicuramente avrete fatto anche voi, il pellegrinare quotidiano di queste persone che, ubicate in realtà molto lontane da dove sono i loro allevamenti, fanno veramente fatica; peraltro in un percorso ad ostacoli, quali sono molte delle strade che portano a quei Paesi.
  E tutto il sistema dell'artigianato. Vedete, io, come tutti quanti voi, ovunque vado in questi giorni, in qualunque città, trovo un grande effetto di solidarietà: si mangia la famosa amatriciana ormai dappertutto, come anche i prodotti di Norcia, la cosiddetta norcineria. Su questo, per la complessità e per quello che rappresenta anche dal punto di vista del prodotto italiano, mi aspetto una risposta, che non può essere soltanto quella che è nel primo decreto-legge, che di qui a breve andremo a convertire anche in questo ramo del Parlamento.
  Ecco, abbiamo bisogno di dare risposte ad una complessità che è sicuramente diversa. Ogni realtà è diversa: vedete, io mentre tornavo da Amatrice, avendo dovuto percorrere la Roma-L'Aquila perché, per chi non lo sa, devi decidere, prima di partire, da quale parte vuoi raggiungere Amatrice, perché o fai la Salaria o fai la Roma-L'Aquila, altrimenti rischi di dover poi percorrere tutte le strade montane. Riscendendo da Amatrice, mi sono fermata a L'Aquila: a distanza ormai di dieci anni, vediamo ancora una città che non riesce a risorgere, rispetto a quella che era la sua realtà, il suo essere comunità, il suo essere anche bellezza del centro storico. Ecco, in queste realtà di cui parliamo adesso è ancora più complesso, perché per esempio, quando ci fu l'evento dell'Aquila, anche rispetto al lavoro, furono date risposte per un tessuto produttivo che comunque prevedeva anche impresa, piccola, media, grande; oggi qui parliamo invece di realtà che si muovono quasi esclusivamente sulle loro attività artigianali o sul turismo, anche culturale.
  Quello, quindi, che ho percepito negli abitanti di quei luoghi, di coloro che ancora cercano con caparbietà di vivere lì, e soprattutto dai sindaci, è la necessità di andare in fretta, la necessità di provare a dare, nel minor tempo possibile, risposte, perché rischiamo, altrimenti, che questi paesi non si ripopolino più. Se noi non restituiamo ad Amatrice come a Norcia, ma a tanti altri luoghi dei quali non si parla: Leonessa, un paese che ha anche subìto danni grandissimi, dei quali non si parla, perché giustamente, dice il sindaco, a fronte di quanto accaduto nelle altre città, io mi ritengo fortunato; però, per esempio, lì sappiamo che o si rianima immediatamente il turismo, e dobbiamo indicarla noi la strada, oppure anche tutte le attività commerciali, di accoglienza, di ristorazione sicuramente chiudono e chissà poi, di qui a qualche anno, che cosa succederà.
  Noi siamo convinti che si poteva dare una risposta sicuramente più incisiva di quella che vediamo nel primo decreto-legge. Abbiamo cercato in tutti i modi di dirlo, abbiamo cercato in tutti i modi di farlo presente, abbiamo cercato anche di dimostrare che le risorse di cui parlava l'ex Presidente del Consiglio poi in realtà nel decreto-legge non c'erano: che anche quella quota che l'Europa comunque aveva assegnato – ahimè, per la prima volta c'era venuta incontro – poi non la si ritrovava in quello che era il decreto-legge, né tantomeno nella legge di bilancio.
  Io ho detto più volte, e anche durante questa ultima campagna elettorale che ci ha visto tutti impegnati, che probabilmente ci si aspettava dal Governo uscente di rivedere la legge di bilancio, nel momento in cui si era poi arrivati purtroppo Pag. 19a dover fare i conti con le realtà che hanno subìto questo gravissimo terremoto; ed invece nemmeno a fronte di questo c'era stata la volontà di rimettere mano alla legge di bilancio, se non per le questioni che interessavano ormai l'ex Premier.
  Anche dal punto di vista delle risorse, quindi, noi siamo molto preoccupati: alcune risorse – lo sappiamo – sono quelle dei fondi comunitari, che già spettano alle regioni, ma in realtà le risorse vere che il Governo ha messo a disposizione sono di gran lunga inferiori a quelle che, invece, sono state più volte annunciate. Noi potremmo addirittura avere circa 3 miliardi e mezzo dalla flessibilità concessa dall'Europa e ci ritroviamo a fare i conti con circa 600 milioni.
  Quindi noi, Presidente, come opposizione – ripeto – abbiamo deciso di raccogliere comunque anche il messaggio che il Presidente Mattarella ha voluto lanciare a noi e al Paese, di quanto sia importante dare una risposta... Anzi, il Presidente è stato molto più chiaro di noi. Non ha parlato in politichese: ha detto con chiarezza che bisogna dare una risposta e ricostruire i paesi, ha usato proprio questa frase, che è stata compresa da tutti gli italiani che lo stavano ascoltando. E penso, quindi, che la responsabilità che egli ci ha chiesto noi dobbiamo metterla a disposizione; al tempo stesso ci auguriamo che il Governo che di qui a breve si insedierà abbia un'attenzione, non dico per l'evento, che mi auguro ci sia stata anche da parte del Governo uscente, ma anche ad accogliere qualche indicazione che può venire da chi, magari con maggiore esperienza, con buona volontà, può mettere a disposizione.
  Ecco, noi auspichiamo quindi veramente che proprio da questo primo decreto-legge possa cambiare il clima anche dei rapporti in quest'Aula: che ci sia un clima positivo, un clima di un Paese che comunque ha dato un segnale forte, di grande insofferenza, probabilmente anche al modo di affrontare i problemi; e noi, ripeto, con uno spirito, ancora una volta, collaborativo, auspichiamo che qualcuno voglia raccogliere questa nostra volontà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Ringrazio anche il gruppo che mi ha chiesto di intervenire anche come deputato umbro. Io penso che la legge che domani, o al più tardi dopodomani, l'Aula varerà sia molto attesa dalle nostre terre ferite, in cui il terremoto non ha risparmiato neppure i luoghi simbolo dell'Appennino centrale. Penso, per noi umbri, anche a città simbolo, come Norcia, alla sua basilica di San Benedetto, fino ad arrivare a intaccare anche «i sovrumani silenzi e la profondissima quiete» del colle di Recanati. Da tutte queste terre ferite si è levata la richiesta – è stato ricordato – di fare presto, di creare il prima possibile le condizioni per una ricostruzione virtuosa, che sia ispirata innanzitutto ai principi di velocità, integrazione, sicurezza, ma anche a quelli di trasparenza e legalità degli interventi.
  Con l'approvazione di questo provvedimento io credo si possa dire, senza enfasi, che si compia un primo importante passo dopo la prima emergenza, come hanno rilevato bene sia il relatore Carrescia, che gli interventi che mi hanno preceduto. E questo provvedimento rappresenta una prima pietra della ricostruzione, di questa parte fondamentale dell'Italia, della sua identità, di quella miriade di borghi dove trae radici il meglio della cultura europea. Tra l'altro è una fascia che negli anni scorsi, prima di essere colpita da questa nuova terribile sequenza di sismi, era stata colpita da una crisi economica ed industriale devastante. Ci sono stati veri e propri processi di deindustrializzazione in quella fascia appenninica e oggi, proprio a maggior ragione davanti a questa tragedia, è compito di tutti noi, di tutto il Paese, ma io dico anche – qualcuno lo ha ricordato – della stessa Europa far di tutto per evitare lo spopolamento, per scongiurare Pag. 20la desertificazione di quelle aree così belle e così fragili.
  Per questo, si deve partire dal lavoro, dalle filiere d'impresa, dall'agricoltura, dalla zootecnia, dall'artigianato, dal turismo e dai settori ricettivi e commerciali che vivono di turismo e, insieme, dalla scuola, segno di vita e di futuro più di ogni altra cosa.
  Mi è capitato, la settimana scorsa, di andare a Norcia e aver visto la scuola riaperta a tempo di record, in un grande container. Vedere quei ragazzi, quegli insegnanti, quella tenace dirigente scolastica è stato commovente e non c'era nei loro occhi soltanto comprensibile dolore e tristezza, ma c'era soprattutto forza d'animo e speranza di futuro.
  Ancora, più in generale, in ogni caso, l'obiettivo è quello di ricostruire il tessuto urbanistico e di comunità preesistenti, ricostruire tutto, le case, le cose, gli splendidi gioielli dei beni culturali, delle chiese e delle abbazie cadute o gravemente lesionate, rigenerare la vita, insomma.
  A coloro che hanno perso la propria casa, il proprio lavoro, la propria quotidianità e, in taluni casi, troppi, anche i propri affetti, il Governo e il Parlamento, attraverso questa legge, puntano ad assicurare intanto stabilità ed efficienza alla gestione emergenziale ancora in corso e, al contempo, a porre le basi di una ricostruzione di qualità, che faccia tesoro delle migliori esperienze di ricostruzione condotte nel nostro Paese. Penso a quelle per esempio dell'Umbria del 1997. Poi, prima ancora, c’è stato il Friuli e poi quella più recente dell'Emilia-Romagna.
  È importante che si sia, come dire, arricchito e irrobustito questo provvedimento col tema della disciplina sulla sorveglianza degli appalti e sulla trasparenza. Ce n’è tanto bisogno, come ci ha mostrato anche il caso accaduto la settimana scorsa di un affidamento a una ditta che stava in una lista pulita, che pure si è poi scoperto avere contatti con ambienti della criminalità. Quindi la trasparenza insieme alla velocità non sono mai troppe.
  Questa legge – è stato ricordato – crea le condizioni per il finanziamento della ricostruzione nella misura del 100 per cento delle prime, ma anche delle seconde case, nell'area del cratere. Questa è una novità importante. Ci sono risorse, tra il decreto, tra quelle che sono previste nella stabilità, tra quelle che l'Europa dovrà dare. Si connette questo provvedimento con il grande progetto che il Governo Renzi ha lanciato di «Casa Italia», cioè l'idea che questo Paese finalmente possa in futuro contare non sui provvedimenti legati all'emergenza, al giorno dopo, ma al grande tema della prevenzione e della sicurezza, della sicurezza antisismica, dell'assetto idrogeologico. Questo fa un Paese moderno e un Paese civile e per troppi decenni noi non siamo stati in grado di farlo. Stamattina ho assistito in questo senso – piccola testimonianza che voglio dare – a un esempio virtuoso. Ero nella mia città, a Città di Castello, si inaugurava una scuola, o meglio si inauguravano i lavori di ristrutturazione di una scuola condotti con fondi del Fondo Protezione civile della regione Umbria, alcuni del comune, una scuola ristrutturata secondo un adeguamento completo antisismico. Era un segnale importante, di un'Italia che non si vuole rassegnare appunto a intervenire con le tende, con il dolore, ma a intervenire prima. Ha fatto bene il Governo che non c’è più, ma farà bene quello che sta per entrare e farà il Parlamento a dare grande impulso al progetto «Casa Italia», perché davvero rappresenta un progetto che può caratterizzare, non solo la tenuta e la sicurezza del Paese, ma anche la sua civiltà.
Per questo ci aspettiamo dall'Europa non un intervento formale, ma davvero una presa di coscienza, una concreta solidarietà e un sostegno vero a un Paese, come l'Italia, a grave, gravissimo in certi casi, rischio sismico, che ha deciso di intraprendere questo percorso per rendere solido e sicuro il suo futuro.
  La legge – è stato ricordato – è stata pensata anche per valorizzare il ruolo dei sindaci e degli amministratori, che in questi mesi con le regioni hanno lavorato con le mani nelle macerie e credo che anche questo sia un segnale di fiducia, in Pag. 21un'Italia dove – come si vede – le istituzioni sono più vicine di quello che si pensa ai cittadini.
  Si creano le condizioni per venire incontro alle esigenze di chi ha perso il lavoro, la propria abitazione, la propria azienda, oppure per esercitare la propria professione e ci sono misure come la busta pesante, come la defiscalizzazione, come le misure per le aziende che assumeranno, il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese: insomma, c’è un disegno che guarda innanzitutto al superamento della drammatica emergenza, ma che poi comincia ad avviare una fase seconda, la fase che ci porterà alla ricostruzione.
  Una legge complessa che è il frutto di un lavoro partecipato, positivo, sulla quale anch'io – come hanno fatto i miei colleghi – voglio non formalmente esprimere una soddisfazione, anche per il clima che si è creato, perché il Parlamento, su fatti di questo genere, mostra maturità. Io auspicherei che questa maturità tutti la dimostrassimo non soltanto di fronte alle tragedie, ma un po’ nella quotidianità del lavoro parlamentare.
  Infine, da parlamentare e cittadino di una terra troppo spesso colpita da queste calamità, come appunto l'Umbria, mi sento anch'io di ringraziare tutti quanti si sono attivati e si stanno attivando con passione, disinteresse e generosità per dare il proprio contributo, i tanti eroi quotidiani dai volti umani e solidali, così li ha definiti il Presidente Sergio Mattarella, i Vigili del fuoco, la Protezione civile, tutti i servitori dello Stato appartenenti agli altri Corpi, i volontari, che ancora in queste ore stanno lì, vicino ai cittadini.
  E, da ultimo – l'avevo preparato, me l'ha anticipato Lodolini e ha fatto molto bene – anch'io mi sento di fare un auspicio e un appello, lo dico tra virgolette: mentre circa 40.000 sfollati sono ospitati negli alberghi umbri e marchigiani o nelle sistemazioni possibili scelte da parenti o comunque da loro, mentre tanti – lo sappiamo – hanno scelto di stare in macchina lì, in questi giorni di freddo, in container che si stanno allestendo vicino alla loro casa o alla loro stalla, e mentre si stanno allestendo con celerità le aree per ospitare e allestire le casette di legno, che ridaranno almeno l'idea concreta di un primo ritorno di vita e di comunità, ebbene – come ha detto Lodolini – giustamente io faccio un invito: che a Natale sarebbe importante scegliere l'Umbria, le Marche e l'Abruzzo. Per qualche giorno sono stato a Norcia ad un incontro con gli albergatori, dieci giorni fa, e quando li abbiamo incontrati, essi stessi, che hanno chiuso i loro alberghi di Norcia, che non potranno ospitare nessuno, hanno detto: «Ma guardate che le altre straordinarie città della regione e delle altre regioni non sono state colpite. Quegli alberghi funzionano e non è giusto che si abbia paura».
  Poi ci sono segnali di speranza: forse a Natale parte della zona rossa della stessa città di San Benedetto sarà riaperta e c’è stata una commovente gara di solidarietà di privati, enti ed associazioni ad acquistare per le feste prodotti gastronomici, a consumare piatti di grande tradizione e prodotti delle aziende dei Sibillini in ginocchio. C’è stata vicinanza anche del mondo della cultura e dello spettacolo, oltre che di tutte le istituzioni. Io ho vissuto una serata semplice e bellissima assieme a Lorenzo Cherubini, «Jovanotti», con cui abbiamo trascorso una serata a cena e poi a cantare con i terremotati della Valnerina ospitati negli alberghi della zona del lago Trasimeno.
  Tutte queste cose, cioè dare segnali di solidarietà a Natale, acquistare prodotti, passare ore con personalità che possano in qualche modo alleviare quel disagio profondo, io credo che siano segnali di fiducia e di speranza. Fanno bene a chi ha visto spezzata la sua comunità, ferita la sua vita, crollata la sua casa, la sua scuola e la sua chiesa. Ma, come ha ricordato molto bene nel suo intervento Irene Manzi citando gli studenti dell'Università di Camerino, io sono sicuro, senza enfasi, che tutti noi, Governo, Parlamento, istituzioni e forze sociali, faremo di tutto perché sia vera quella frase degli studenti, cioè che il futuro non crollerà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 22

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Signora rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, questo è un provvedimento importante, molto importante, che arriva in un momento particolare. Abbiamo condiviso l'appello del Presidente della Repubblica di mettere al primo posto i bisogni dei cittadini e delle cittadine delle zone terremotate. Avevamo, infatti, presentato emendamenti per cercare di migliorare il decreto. Li abbiamo ritirati in Commissione e non li abbiamo presentati in Aula, perché prima di tutto ora bisogna dare una casa a chi non ce l'ha; prima di tutto bisogna ridare un futuro a chi sembra non averlo più.
  Il terremoto nelle zone del centro Italia sembra non aver fine, sembra non essere più un evento straordinario ma, invece, un elemento strutturale. È con questo dato che dobbiamo fare i conti; prima di tutto, dunque, la ricostruzione delle abitazioni, dei luoghi di culto e comunitari, ma anche delle strutture delle attività economiche. Le persone devono continuare ad avere un futuro nell'Appennino dell'Italia centrale.
  Riteniamo valida l'idea di riproporre, in questo decreto, parte della normativa post-terremoto che è stata prodotta in precedenti eventi calamitosi e che ha mostrato più validità. Abbiamo apprezzato una certa attenzione riguardo alle procedure di appalto, alla trasparenza e al controllo, in cui un ruolo non marginale riguardo alla supervisione viene assegnato all'Autorità anticorruzione di Cantone, nonché agli interventi di sostegno economico alla popolazione.
  Sotto l'aspetto relativo al sostegno economico un particolare riguardo, proprio in virtù delle caratteristiche produttive delle zone colpite dal terremoto, è stato dato al settore agricolo e zootecnico e a quello delle eccellenze alimentari. Infatti, si calcolano in 100 mila gli addetti che hanno necessità di riprendere quanto prima la loro attività.
  Con riferimento alle risorse complessive messe in campo da questi due decreti, ora riuniti in un unico testo per la ricostruzione e per il sostegno all'economia, non è possibile fare una quantificazione definitiva e completa. Alle risorse stanziate da questo decreto vanno aggiunte quelle previste dalla legge di stabilità, approvata recentemente al Senato, e quelle ancora da quantificare definitivamente del Fondo di solidarietà europeo. Proprio a valere sul detto Fondo, la Commissione europea ha intanto stanziato una prima tranche di 30 milioni. Peraltro, è importante che alcuni giorni fa il Parlamento europeo abbia approvato una risoluzione con la quale si chiede che i costi sostenuti dal Governo italiano per la ricostruzione del post-terremoto siano esclusi dal calcolo del deficit nazionale previsto dal Patto di stabilità e di utilizzare tutti i fondi dell'Unione europea a disposizione per aiutare le zone colpite dal sisma.
  Non posso comunque non rilevare come un elemento di forte preoccupazione, anche alla luce della crisi di Governo in corso, sia quello dei tanti decreti e provvedimenti attuativi previsti in questo decreto-legge. Per molti c’è tempo per la loro emanazione; per altri, invece, i termini non sono stati previsti. È indispensabile garantire quanto prima la loro emanazione, per evitare che molte previsioni rimangano solo sulla carta e non si traducano in atti concreti. Questo sarebbe inaccettabile. Sotto questo aspetto chiedo al nuovo Governo un impegno e uno sforzo particolare per scongiurare questo rischio.
  L'opera di ricostruzione non deve riguardare solo il patrimonio immobiliare privato e pubblico andato distrutto, ma anche il tessuto socio-economico delle località colpite. Bisognerà intervenire sulla ricostruzione e per la messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture. Questo decreto è un primo importante passo, ma è evidente che la necessità sarà quella di mettere in atto una più complessiva opera di messa in sicurezza del nostro territorio e del nostro patrimonio abitativo.
  Vale la pena sottolineare come, parallelamente alle misure urgenti avviate per la ricostruzione e il sostegno alle popolazioni Pag. 23colpite dai terremoti di agosto e ottobre scorsi, il famigerato «Piano Casa Italia», annunciato subito dopo il sisma di agosto dal Presidente del Consiglio e finalizzato alla messa in sicurezza del nostro territorio e del patrimonio immobiliare del Paese, non ha ancora trovato una sua effettiva traduzione legislativa e, comunque, una sua concretizzazione. Il 24 novembre scorso il Governo ha presentato il Piano per la prevenzione strutturale del Paese; si parla di 75 miliardi in 15 anni. Sarebbe da capire meglio e in dettaglio dove sono questi soldi, ma soprattutto sarebbe da capire bene quante sono le risorse effettivamente nuove che vengono stanziate. Doveva trovare una sua prima collocazione nella legge di bilancio, ma questo è avvenuto soltanto parzialmente.
  Ricordiamo, infine, che l'Italia è uno dei Paesi a più elevato rischio sismico sia in Europa sia a livello mondiale e questo dipende, oltre che dalla frequenza e intensità dei terremoti che periodicamente la interessano, soprattutto dall'elevata vulnerabilità del patrimonio edilizio. Questa è la grande sfida che questo Governo doveva cogliere e speriamo che quello che lo seguirà sarà in grado di cogliere per affrontarla e portarla a compimento. La messa in sicurezza delle nostre città, dei nostri borghi, del nostro territorio deve diventare la più grande opera pubblica nella quale il nostro Paese dovrà essere impegnato nei prossimi anni. È con questa speranza e con questo obiettivo che esprimiamo un giudizio positivo sul decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Stella Bianchi. Ne ha facoltà.

  STELLA BIANCHI. Presidente, oggi credo avvertiamo tutti noi una responsabilità particolare. L'avvertiamo oggi e sarà di nuovo così nei prossimi giorni, quando approveremo la legge di conversione del decreto-legge. È una responsabilità particolare che dobbiamo alle persone che sono state colpite dal sisma e che, non a caso, era nelle parole pronunciate dal Presidente dimissionario, Matteo Renzi, nel giorno in cui ha annunciato le sue dimissioni; era nella preoccupazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel chiedere che ci fosse rapidamente un Governo nel pieno delle sue funzioni proprio per dare risposta alle popolazioni colpite dagli eventi sismici; e, di nuovo, nelle parole del Presidente incaricato, Paolo Gentiloni, che ha assunto da subito la preoccupazione per quanto è avvenuto il 24 agosto, il 26 ottobre e il 30 ottobre, in un territorio vasto del centro Italia, con moltissimi comuni colpiti. Sarebbe troppo lungo fare l'elenco ma nel cuore di ognuno di noi c’è Amatrice, c’è Accumoli, c’è Arquata del Tronto, c’è Pescara del Tronto, c’è Visso, c’è Castelsantangelo sul Nera, ci sono Camerino e Norcia.
  Gli ultimi senza vittime, ma non per questo gli ultimi eventi sismici, quello del 30 ottobre a San Benedetto, senza vittime per fortuna, mentre 299 erano stati i lutti nel primo, quello di fine agosto, ma non per questo meno gravi, perché hanno colpito comunque un tessuto vivo di una comunità e uno straordinario patrimonio artistico che è di ognuno di noi, come San Benedetto a Norcia.
  Immediati sono stati gli interventi del Consiglio dei ministri, naturalmente la dichiarazione dello stato di emergenza, così come gli stanziamenti, che sono subito arrivati a valere sul Fondo emergenze e allo stesso modo tempestiva è stata la nomina del commissario straordinario per la ricostruzione, che è arrivata il 9 settembre scorso, nella persona di Vasco Errani. Vasco Errani è uomo delle istituzioni e ha una competenza che – credo di poter interpretare il pensiero suo e di tutti gli emiliani – avrebbe voluto volentieri non avere e l'esperienza è quella di aver gestito la fase di emergenza e la fase di una ricostruzione in una delle regioni che è stata di recente colpita da eventi sismici come quello nell'Emilia.
  Dunque un uomo delle istituzioni e un uomo che ha un'esperienza già maturata nel riuscire ad affrontare con successo gli Pag. 24eventi drammatici che seguono al sisma e la necessità di agire immediatamente per la ricostruzione.
  Agire come ? Agire con una chiave fondamentale, che riprende corpo anche in molte delle norme del decreto che abbiamo ora all'esame, che è quella dell'ascolto, del coinvolgimento delle comunità locali, dell'ascolto dei sindaci innanzitutto, che sono stati un presidio fondamentale e che hanno manifestato tutta la loro vicinanza, com’è loro dovere e com’è loro ruolo; ma sono stati davvero un tramite fondamentale in queste fasi drammatiche. Ma poi l'ascolto di tutti i cittadini, delle imprese, di tutte le esigenze che un territorio ricco e complesso e articolato nella sua storia, come quello dell'Italia centrale e dell'Appennino, manifesta e dicevo, un elemento che torna in molte parti del decreto, nella definizione delle modalità della ricostruzione, nell'analisi delle potenzialità dei territori e delle singole filiere produttive.
  E poi una decisione fondamentale, che è quella di ricostruire tutto. Ricostruire tutto significa ricostruire i borghi, ricostruire le chiese che sono crollate, ricostruire le attività produttive e nei luoghi in cui queste hanno vissuto per secoli fino ad oggi e dove devono tornare a vivere; perché diciamo che se c’è una lezione che dobbiamo imparare dagli eventi recenti e da terremoti che abbiamo conosciuto in anni molto recenti è proprio questa: che è una scelta fallimentare quella di tentare di immaginare di poter spostare comunità e di non impegnarsi invece nella ricostruzione dei borghi lì dove sono e, per quanto possibile, come erano, naturalmente con gli adeguamenti necessari.
  Vorrei sottolineare, Presidente, tre elementi che sono nel decreto al nostro esame: il primo riguarda proprio la ricostruzione dei centri storici dei nuclei urbani. Lo sottolineo perché questo è un po’ quello che dicevo: la priorità per noi deve essere quella di ricostruire i borghi come erano dove erano, senza portare ulteriori ferite a delle comunità che giustamente sono molto attaccate al luogo nel quale hanno vissuto, ai luoghi nei quali sono nate e che devono invece poter continuare a vivere nei luoghi che hanno sempre riconosciuto ed è stato in questo senso un ottimo segnale anche la riapertura delle scuole in modo così tempestivo in molte zone: è il segno di una comunità che continua a vivere coesa e che giustamente tiene a verificare anche, a volte mettendosi in condizioni di disagio personale, che la ricostruzione inizi e proceda speditamente.
  Poi sottolineo gli interventi a sostegno delle imprese: questa è sempre una delle chiavi di volta in ogni situazione emergenziale di un terremoto, devi ridare subito vitalità al tessuto produttivo, è successo in Friuli, è successo naturalmente nell'Emilia e succede anche qui, con un'attenzione che deve essere mirata alle esigenze del territorio e quindi agli agricoltori e quindi alle piccole imprese e quindi anche a progetti di riconversione produttiva di settori e di aree che avevano vissuto in questi anni situazioni di crisi e allo stesso tempo un'attenzione alla promozione turistica, agli enti parco nazionali, all'università. Dobbiamo riuscire a sostenere quel territorio così com’è, città che vivono della loro università come Camerino, luoghi splendidi come i Monti Sibillini, che hanno nel Parco Nazionale la loro ricchezza, terre splendide come quelle colpite dal terremoto, che hanno nell'accoglienza turistica una chiave fondamentale e su questo dovrà essere esercitata la massima attenzione, con la velocità che tutti i colleghi hanno richiamato e con però l'efficacia degli interventi e l'attenzione a calibrarli come meglio necessario.
  E poi l'ultimo aspetto che vorrei sottolineare, Presidente, è quello della legalità e della trasparenza. Noi abbiamo letto tutti sui giornali, con qualche dispiacere sinceramente, di vedere associata, agli interventi di somma urgenza per il recupero di macerie, una ditta che risulta rinviata a giudizio, che pure è iscritta nelle white list, quindi con un procedimento formalmente regolare, così è quello che abbiamo letto sui giornali. Naturalmente è molto importante che ci siano stati procedimenti più Pag. 25rafforzati se vuole, previsti nel decreto: intanto una centrale unica di committenza, quindi una sola stazione appaltante, che fa capo al commissario straordinario, che si avvarrà di Invitalia; una struttura di missione specifica, istituita presso il Ministero dell'interno, che si avvarrà del gruppo interforze GICERIC (la sigla è: Gruppo Interforze Centrale per l'Emergenza e la Ricostruzione nell'Italia centrale), che possa verificare in modo centralizzato le iscrizioni alle white list; «centralizzato» è parola chiave: che sia in grado cioè di verificare contemporaneamente le informazioni che ci sono in tutto il territorio nazionale.
  E infine un controllo dell'ANAC, dell'Autorità nazionale anticorruzione sulle procedure di gara. Questo aspetto della legalità e della trasparenza è assolutamente essenziale.
  Se vuole, Presidente, questo non è altro che il metodo Expo, così lo sintetizzava il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, che certo non elimina del tutto i rischi, ma li riduce fortemente; è una struttura molto solida, una rete a maglie fitte, per garantire che ci sia massima legalità e massima trasparenza.
  Ma la lezione fondamentale che dobbiamo prendere tutti, Presidente, è però quella nel lungo periodo, è quel futuro che non ci deve crollare addosso dei ragazzi dell'Università di Camerino, che è risuonato nell'intervento della collega Manzi per primo e poi in quello di tutti gli altri, e quel futuro che non ci deve crollare addosso è un investimento di lungo periodo, che dobbiamo fare sulla messa in sicurezza, sull'adeguamento antisismico, è la base di quel Progetto Casa Italia che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto fortemente con il Governo ora dimissionario, insieme a tutta la compagine governativa, affidandone la direzione al Rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone, e alla sapienza dell'architetto Renzo Piano. Quella è la vera lezione da imparare: un Paese che finalmente smette di piangere i propri morti e sa essere vicino con la straordinaria capacità della Protezione civile e la straordinaria solidarietà di tutti gli italiani, che continua ancora oggi naturalmente e che era fortissima nei giorni immediatamente dopo il sisma. Un Paese che riesce a capire che lì, proprio dove c’è uno dei talloni d'Achille, una delle debolezze strutturali del nostro Paese, nella fragilità del territorio, nell'essere esposti a rischio sismico, praticamente nell'intera superficie del territorio nazionale, e nell'avere questa bellezza straordinaria di borghi medievali, che però sono per loro stessa natura fragili, perché costruzioni che ci vengono da molto lontano nel tempo – è il motivo per cui le ammiriamo, ma nello stesso tempo è il motivo che le rende insicure – dicevo un Paese che si rende conto che dove c’è una debolezza strutturale deve esserci un investimento altrettanto strutturale, qualcosa che riesca a durare per un tempo lungo, qualcosa che pensiamo debba impegnare una generazione o forse più tempo, ma che comunque richiede certamente un cambio di mentalità. Riuscire ad investire nella qualità e nell'efficienza degli interventi con il massimo rispetto possibile dell'identità dei luoghi, in tempi che potremmo definire tempi di pace, quando non ci sono emergenze da affrontare, ma quando siamo però perfettamente consapevoli che questa deve rimanere la nostra priorità, con una continuità nel tempo che naturalmente in parte abbiamo già iniziato a mettere nella legge di bilancio approvata la settimana scorsa, con investimenti che sono più stabili degli classici incentivi annuali, ai quali purtroppo eravamo abituati, sono più stabili sia per le ristrutturazioni a finalità energetiche, sia per gli investimenti di messa in sicurezza e di adeguamento antisismico, ma che certamente deve trovare una sua continuità nel tempo, in un disegno più compiuto, che siamo certi sarà una delle priorità del prossimo Governo.
  E insieme a questo, Presidente, ancora una volta la vicinanza alle popolazioni colpite – e faccio miei gli inviti che facevano i colleghi prima di me – a essere vicini a quanti in questo momento hanno il dolore di vedere il proprio borgo distrutto, Pag. 26hanno la preoccupazione per la propria attività produttiva e vogliono assolutamente vedere rispettato il proprio un desiderio di continuare a vivere in quelle terre.
  Tutti noi abbiamo avuto possibilità di visitare quei luoghi, qualcuno di più qualcuno di meno, ma tutti noi abbiamo nella mente persone che stanno sopportando delle difficoltà anche personali, pur di non allontanarsi dalla terra nella quale sono nate. E sta a tutti noi, ad una ritrovata coesione, anche su questi elementi così importanti per ognuno di noi, assicurare che questo avvenga nel minor tempo possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Polidori. Ne ha facoltà.

  CATIA POLIDORI. Grazie, Presidente. Noi quest'anno passeremo un Natale non particolarmente felice in queste quattro regioni. Ma credo che tutti noi, tutti noi italiani, ripenseremo che, alla data 24, quindi la vigilia di Natale, quel giorno saranno esattamente trascorsi quattro mesi da quel terremoto, che ebbe Amatrice a simbolo per tutti gli altri paesi, con trecento vittime. E, nemmeno a farlo apposta, alla vigilia di capodanno saranno esattamente due mesi dal terremoto, che ha buttato giù quel poco che è rimasto, con una violenza assoluta, addirittura più forte di quello dell'Irpinia, e che ha stravolto città meravigliose, come Norcia, e soprattutto i cuori della gente.
  Le stime le ho sentite raccontare da tutti i colleghi. Ciò che preoccupa, che deve interessare più noi, sono sicuramente oggi i 50 mila sfollati e i 200 mila edifici distrutti, tra i quali edifici di importanza strategica, quali appunto gli ospedali, le scuole e le caserme. Purtroppo, dal 24 agosto la terra non ha mai smesso di tremare, ma, ancor peggio, dall'estate, nella quale ci trovavamo, siamo arrivati soprattutto in quelle zone, come se il male non fosse mai troppo, a situazioni di freddo estremo, che ha reso ovviamente la vita di queste popolazioni ancor più difficile.
  Io mi permetto, Presidente, tramite lei, di rivolgermi al mio collega, l'onorevole Verini, stimatissimo concittadino e amatissimo collega. Quello che ha raccontato prima l'onorevole è semplicemente meraviglioso, cioè il fatto che tutti i volontari hanno dato prova di fare. Io ho visitato sono l'Umbria, ma immagino anche in tutte le altre regioni. Il 22 sarò a Norcia ad inaugurare la scuola materna, insieme a due fondazioni, a Mission bambini e a Casa Alessia onlus, di cui sono orgogliosamente madrina. È una scuola materna che è un simbolo molto importante, non tanto per la scuola in sé e per sé, ma perché manca a Norcia un luogo, dove bambini di tutte le età possano stare più ore possibili al caldo, mangiando, dato che è fornita di mensa, dei pasti adeguati ai bambini, e soprattutto potendo – e questo sarà oggetto di una riflessione più tardi – recarsi in bagni caldi e potersi lavare tranquillamente.
  Presidente, quello che ha detto prima l'onorevole Verini è assolutamente apprezzatissimo, però mi permetto di nuovo di dire al collega: qui siamo in un'Aula parlamentare, Walter. E qui mi viene da dire: ahimè, non è stato fatto dal Governo. Tutto quello che abbiamo raccontato sono opere di buona volontà, tutto il nostro tempo dedicato personalmente in gruppo a queste popolazioni sono cose che hanno fatto i volontari e le persone di buona fede. Ma ciò che mi preme ancor più sottolineare è che, se i volontari ce l'hanno fatta, se sono riusciti in due mesi a mettere in piedi cinque moduli di scuola materna, mi chiedo perché il Governo non l'abbia fatto. Infatti abbiamo ancora della gente che dorme nelle tende, per propria scelta, indubbio, per metà. Infatti alcuni di loro hanno negozi e sono vittime di sciacallaggio; alcuni di loro hanno le stalle con gli animali e non hanno potuto realmente allontanarsi per essere ospitati in zone di accoglienza, come ad esempio gli alberghi del Trasimeno o gli alberghi del lungomare.
  Quando il mostro – come lo chiamano i piccoli i terremotati, o ancor più il «tremolino cattivo» come dicono alcuni Pag. 27bambini – colpì d'Italia, noi avevamo un Governo e un Presidente del Consiglio in carica, che aveva fatto mirabolanti promesse, che io ricordo molto bene, come tutti di quelle zone. Tre su tutte.
  Le popolazioni terremotate avranno priorità su tutto. Col senno di poi, avrebbe dovuto dire: priorità su tutto, eccetto che sul referendum. Noi non riuscivamo a trovare risposte, i nostri sindaci chiedevano in continuazione e non avevano il Presidente del Consiglio a rispondere in sede.
  L'ingente stanziamento di fondi per la ricostruzione, a costo – questa era l'altra promessa – di fare la voce grossa e rompere con Merkel e l'Europa.
  La terza promessa è stata l'ampia collaborazione con tutte le forze politiche presenti in Parlamento.
  Tre punti che sono stati proclami. Noi ancora l'aspettiamo quel tavolo. Forza Italia aveva dichiarato da subito la volontà immediata di dare un contributo fattivo. Oggi, poi, ci troviamo in una situazione ancor più paradossale, cioè maggioranza ed opposizioni, assolutamente con il buonsenso, son qui riuniti per convertire in legge un decreto, che scade a breve, quando nell'Aula accanto abbiamo il nuovo Presidente del Consiglio – o meglio che sarà nuovo a breve – che sta cercando di creare un nuovo Esecutivo, il terzo peraltro della legislatura in corso, e di dover rimettere così a posto i cocci.
  «Il Parlamento deve fare presto». Questo era il monito. Il Parlamento ha fatto presto, perché in realtà nelle Commissione abbiamo lavorato molto bene. Anzi, ringrazio le Commissioni che se ne sono occupate. Ci siamo anche fatti carico, accogliendo l'invito della maggioranza, di limitare i nostri interventi e i nostri emendamenti. Ma non l'abbiamo fatto per mancare di rispetto alle popolazioni terremotate. Tutt'altro. Lo abbiamo fatto con la comprensione che quel poco che c’è in questo decreto – dipende dai punti di vista – a noi serviva in maniera assoluta e in maniera veloce.
  Invece, il primo decreto-legge, ahimè, sappiamo che è arrivato dopo quasi due mesi dai tragici eventi sismici. Come ha detto prima la collega Polverini, dispiace fare paragoni, ma per la situazione di L'Aquila, dopo esattamente 22 giorni, arrivò il decreto. Allora mi chiedo: se è possibile farlo in 22 giorni, perché non siamo riusciti a farlo anche questa volta ?
  Ora però dobbiamo correre, perché il decreto è in scadenza. Tengo comunque a sottolineare il grande rammarico, perché tutte le nostre osservazioni, che abbiamo dovuto necessariamente ritirare, non erano inventate o messe sul tavolo per rallentare i tempi del decreto. Tutt'altro. Erano tutte indicazioni che erano giunte dalle persone colpite dal terremoto, dai sindaci e da chi lavora con loro. Volevamo essere liberi, forse, da quell'odioso ricatto morale «dobbiamo fare in fretta e senza troppe polemiche». Comunque, l'abbiamo fatto e ci siamo organizzati, pur dovendo tener conto di ciò che manca. E mi creda, Presidente, per chi ha vissuto direttamente questa situazione, tutte le osservazioni che vengono fatte non sono di certo partigiane e tantomeno fatte a cuor leggero.
  Soprattutto, io come tanti altri di voi, ho girato in quelle zone e ho apprezzato anche, signora Presidente, quando lei ha rimandato la visita a Norcia. Lo ho apprezzato perché le visite istituzionali fanno molto piacere, perché fanno sentire la gente in qualche modo attenzionata in un momento di disperazione, ma vanno fatte con intelligenza, senza intralciare i lavori ovviamente, dei soccorsi in quel caso o comunque dell'emergenza. Ma, se lei fosse venuta – e ha fatto benissimo in quel giorno a non venire –, avrebbe di certo trovato, come le ho trovate io qualche giorno dopo, persone che non riuscivano nemmeno a raccontare quello che era successo, tanta era la disperazione. Io ho trovato persone che balbettavano. Pur essendo persone non abituate al lamento, persone particolarmente laboriose – e lo dico orgogliosamente da umbra –, non sarebbero state in grado di dirle la loro disperazione, ma di certo l'avrebbe letta lei nei loro occhi.
  Ciò che mi dispiace di più è che oggi, a distanza di quattro mesi o di due mesi Pag. 28a seconda delle zone, si legge la delusione. La delusione e basta, non si lamentano nemmeno più: solo delusione. E noi dovremmo far di tutto – io personalmente lo farò – perché non prevalga lo scoraggiamento e la perdita di speranza, perché, oltre agli edifici, altrimenti avremmo perso anche una popolazione, il cuore di questa gente.
  L'impressione è di stallo totale, per mancanza del coordinamento centrale. A Norcia la chiamano la «ricostruzione fai da te». E adesso le dico anche perché. Perché chiunque si sia messo in azione per provvedere da solo, chi poteva chiaramente – solo chi poteva l'ha fatto –, è stato in qualche modo ostacolato. Non volontariamente, ma è stato ostacolato dalla burocrazia. Ho incontrato tantissime persone, che avendo un piccolo gruzzolo di risparmio, si sono attrezzati per comprare delle casette di legno e, se non avevano un loro pezzettino di terra dove poterle depositare, a loro è stato vietato di poterle utilizzare. Ho bene in mente una signora che ha trovato un filo lunghissimo. Si è fatta prestare una roulotte da dei parenti e con un filo lunghissimo, per paura che la sua casa cada sulla roulotte chiaramente, tenta di stare attaccata alla corrente elettrica, vivendo in una situazione che è quella della roulotte.
  In sei persone in una roulotte, lei può immaginare, insomma, quale può essere la situazione.
  Questa costruzione fai da te loro l'hanno presa sul serio perché si son dovuti muovere, perché ancora ci sono 800 persone nelle tende solo a Norcia. Ma immagino lei conosca le zone, sono particolarmente aspre. Mi pare una decina di giorni fa eravamo sotto zero e subito dopo ha nevicato. Ho visto bambini coperti e stracoperti, e adesso che la situazione è veramente dura vengono portati da degli amici fuori Norcia per farli stare qualche ora al caldo e farli giocare. Chi non va lì non si rende conto. Si sono anche organizzati da soli – questo perché la burocrazia è troppo lunga – nella raccolta di materiali di primo consumo, e le cose che non servivano le stavano spedendo, il giorno che c'ero io – erano troppe per Norcia –, a Tolentino. Ma lo stanno facendo loro !
  Sono veramente persone che hanno solo voglia di lavorare e di ricostruire. Non riesco veramente a pensare, mi dispiace molto di essere una parlamentare e non aver potuto far di più per queste zone, al di là di quello che uno può fare personalmente con le associazioni di volontariato, ma vogliamo prendere in seria considerazione ciò che ha detto il Presidente Mattarella, cioè l'auspicio che il terremoto in questo momento venga veramente prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), perché non possiamo pensare che tutta quella gente sia assolutamente fuori casa. A questo punto non ci interessa più il tavolo di coesione nazionale, noi siamo già in un tavolo di coesione; vogliamo poter lavorare e dateci, diamoci la possibilità di poter aiutare questa gente. Il modo lo troverà il nuovo Premier.
  La priorità, in assoluto, è sapere su quali risorse possono fare affidamento nell'immediato per avere una sistemazione provvisoria. Loro non sanno cosa accadrà da qui a Natale, sperano tutti nell'arrivo di un qualcosa, non sanno nemmeno esattamente cosa. Hanno sentito parlare di container senza bagni. Non ne hanno solo sentito parlare, è la verità, al di sotto di un'altra grande struttura con dei bagni chimici all'esterno. Ora, io mi dico, le persone anziane, le persone disabili, i bambini, ma come è possibile pensare, in un'Italia moderna, ad una situazione di questo tipo ?
  Si stringe il cuore veramente a tutti. Le persone che stanno nei centri di accoglienza, chiamiamoli così impropriamente, ma lungo il Trasimeno, lungo il mare, hanno lo sguardo perso. Un signore di 93 anni mi ha detto: «io vorrei morire a Norcia», che è a casa sua. Queste persone hanno iniziato a mandare i bambini nelle scuole locali. Chiaramente, abbiamo perso completamente una comunità, nonostante il grande sforzo, ed è vero quello che diceva prima il mio collega: probabilmente Pag. 29a Natale si riuscirà ad aprire qualche piccolo centro, a creare un alberello di Natale, ma sono comunque piccole cose. Le persone, quando si parla con loro, non hanno speranza nella maniera più assoluta. È chiaro che noi siamo insoddisfatti completamente per quanto riguarda le risorse stanziate. Ebbi modo di fare un'interrogazione, chiedendo esattamente al Governo quali fossero le risorse, e i conti non tornano.
  Ci abbiamo provato a girarli in tutti i modi, ma, rispetto alla cifra che si è chiesta in Europa, non abbiamo capito quali saranno poi gli investimenti, e soprattutto si parla di investimenti così a lungo periodo che obiettivamente noi abbiamo chiesto (o meglio, il Governo ha chiesto, in questo decreto c’è scritto) che verranno sospesi i contributi sociali per quest'anno fino al 2017 e che quelli del 2017 verranno richiesti nel 2018; ma, obiettivamente, come fanno questi poveri cristiani a pagare i contributi se non hanno più una casa, non hanno più nulla. Vi invito ad andare: non è solo la casa. Quando manca la casa, ma manca tutto veramente, alcuni di loro, anzi, la maggior parte in questi borghi non hanno più il lavoro, sono tutti piccoli artigiani o agricoltori.
  Hanno provato – voi sapete, gli animali non sono trasferibili – a portare su l'acqua; comunque non fanno il latte, comunque non c’è più la produzione, e comunque i negozi sono chiusi. È inutile, non si riesce a sopravvivere. Ho chiesto aiuto anche all'opposizione, ai miei colleghi, che hanno tentato in qualche modo di darlo con i sindaci. Noi abbiamo tantissimi sindaci, voi sapete, sono tutti piccoli borghi, con un'indennità minima, simbolica. Questi sindaci oggi si ritrovano, non essendo dipendenti statali, tutti senza lavoro, perché è caduto il piccolo negozio, la piccola attività, e vivono e devono vivere con un'indennità misera, che va dai 400 agli 800 euro al mese, facendo cosa ? Non potendo andare a cercare lavoro altrove, perché devono fare i sindaci. Stanno facendo, in realtà, i commissari. Noi abbiamo proposto un emendamento, rifacendoci a ciò che fece Zamberletti a suo tempo in Friuli-Venezia Giulia, nominandoli in qualche maniera subcommissari, vicecommissari, trovate voi il modo più giusto, per poter dar loro la possibilità, almeno nel prossimo anno, che sarà, speriamo, il momento più difficile della ricostruzione, di poter star sul pezzo, di poter stare sul territorio con il commissario Errani.
  Noi non abbiamo apprezzato la nomina del commissario Errani, non per la persona, come ha detto prima anche la collega Polverini, tutt'altro, ma perché avremmo preferito un tecnico che desse veramente attuazione e velocità. Non ci voleva un politico in una situazione del genere: stanno facendo un grande sforzo, ma la carenza dell'operazione la si vede laddove non c’è possibilità di individuare facilmente aree di lottizzazione, di creare facilmente l'urbanizzazione che consenta l'appoggio di questi container e di queste casette. Abbiamo chiesto la possibilità di far acquistare da parte di chiunque, per se stesso, un container, anche usato, che magari avesse un bagno all'interno. La risposta è che si possono acquistare solo quelli della Protezione civile, stabiliti dalla Protezione civile, che non ha più, come una volta, un magazzino, una scorta, ma che deve approvvigionarsi.
  Allora, per approvvigionarsi noi abbiamo tantissime aziende in Italia, data proprio la crisi del settore immobiliare, che hanno veramente in magazzino i container più disparati. Non siamo ancora riusciti a portare a questa gente niente di più che una tenda. Noi chiaramente di certo non potremo votare contro questo decreto, perché quel poco che c’è – l'ho detto prima – ci serve per la sopravvivenza dei terremotati, ma dobbiamo anche rispetto, dobbiamo valutare, perché dobbiamo rispetto alla popolazione, dobbiamo rispetto a chi ancora dorme al freddo, a chi si fa prestare roulotte da parenti, a chi provvede da solo a comprarsi la casetta di legno, che, come abbiamo detto, peraltro non può nella maniera più assoluta essere messa in posa a meno che non si sia proprietari di un appezzamento di terreno, Pag. 30e rispetto a coloro che provano, come ho detto, a comprarsi un qualcosa da soli, ma non sanno dove posizionarlo.
  Noi, però, proprio raccogliendo l'auspicio non solo del Presidente Mattarella, ma abbiamo sentito anche il Presidente del Consiglio incaricato Gentiloni parlare di terremoto, speriamo che il nuovo corso, se di nuovo corso si parlerà, possa dare un impulso maggiore ad una situazione così critica. Voglio concludere con un abbraccio sincero a tutti gli italiani che in questa tragedia hanno perso gli affetti più cari, ma anche a tutti coloro che hanno perso il lavoro e i propri beni. Noi, però, dovremmo – e qui è l'impegno che chiedo a tutti i colleghi, a me per prima – fare in modo che non perdano la speranza e la dignità. Non basta esser con loro il giorno di Natale e portare i doni ai bambini.
  Se non siamo in grado di portarceli a casa nostra per farli dormire bene e mangiare bene, è nostro assoluto dovere fare in modo che il nuovo Governo si concentri prima di tutto sulla risoluzione di un problema che più vanno avanti i mesi e più sta diventando la vergogna d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

  ANNA ASCANI. Grazie, Presidente. In questo momento particolare, che è un momento di transizione, abbiamo la responsabilità e il dovere di portare avanti quei provvedimenti che non possono essere procrastinati. Proprio perché ce lo ha detto il Presidente della Repubblica nel momento in cui ha concluso le consultazioni con gli esponenti dei diversi partiti e gruppi parlamentari, questa è e deve essere la priorità del Paese, occuparci di quei nostri concittadini. Per me sono concittadini a maggior ragione, essendo io umbra, e questo vale per i colleghi, i tanti colleghi, che mi hanno preceduto, ma credo che questo debba essere al centro delle priorità di tutti noi qui dentro. Dobbiamo lasciarci alle spalle dei mesi di campagna elettorale nei quali, devo dire, fa onore alle forze politiche non aver strumentalizzato la tragedia.
  Purtroppo, ho sentito nell'intervento che mi ha preceduto invece dei toni che, in qualche modo, hanno ceduto più a una campagna elettorale ex post piuttosto che al racconto di quello che effettivamente è accaduto, ma spero che sarà il Governo a chiarire come sono andate le cose. Di certo è importante che oggi questo Parlamento, seppure in un momento particolare, in un momento di transizione, si prenda l'impegno, invece, di arrivare fino in fondo rispetto a quella che tutti dobbiamo considerare la priorità.
  E, al tempo stesso, è altrettanto importante che l'Europa abbia in qualche modo cambiato atteggiamento rispetto a quelle che sono le spese necessarie per affrontare l'emergenza del terremoto, lo avevamo già visto con i primi atti dei terremoti precedenti.
  A me ha fatto particolarmente piacere ascoltare il Presidente Juncker, che si è preso un impegno con i cittadini di Norcia, ma io direi con l'Italia tutta, con tutto quello che è il nostro straordinario patrimonio culturale, ben rappresentato da quella basilica di San Benedetto che rappresenta sì il cuore degli umbri, ma rappresenta il cuore d'Europa. È straordinario immaginare che di quella chiesa, che è la chiesa del patrono d'Europa, si faccia carico la Commissione europea: la ricostruzione di un legame tra l'Unione ed i cittadini passa anche dall'impegno diretto nei confronti della ricostruzione di quelli che sono sì simboli, ma che sono simboli importanti, perché sono simboli della vita di una comunità che deve tornare a svolgersi là dove è stata interrotta.
  Ecco, il nostro impegno è rivolto a ricostruire la normalità; anche se dobbiamo dircelo con chiarezza, la normalità in quelle terre non tornerà mai. Non è tornata dopo il 1997 nella nostra terra: noi di terremoti da allora ne abbiamo subiti tanti. La nostra è una terra in cui si fanno i conti quotidianamente: io ricordo da bambina – avevo dieci anni quando arrivò quel terremoto – di aver imparato a Pag. 31convivere col mostro, così lo chiamiamo, così lo chiamavamo, e probabilmente così sarà in futuro. E d'altra parte il nostro impegno deve essere tutto rivolto a ricostruire esattamente lì dove erano quelle comunità, perché lì i nostri concittadini vogliano tornare. Quindi io ovviamente ringrazio i volontari, ringrazio anche le amministrazioni locali e tutti coloro che si sono spesi insieme col commissario Errani in questi mesi per far sì che l'emergenza fosse affrontata; ora però, a partire dalla conversione di questo decreto-legge, il nostro impegno è tutto teso a ricostruire.
  E in questo senso voglio occuparmi soprattutto dei temi che toccano più da vicino la mia Commissione: mi occupo in particolare di scuola e cultura, e in questo senso ovviamente mi fa piacere che si sia data priorità alla ripresa delle attività scolastiche. Non è semplicemente la necessità di portare fino in fondo un onere dei ragazzi, assolutamente: quello che ha significato invece riaprire le scuole, farlo nel minor tempo possibile, è proprio dare continuità alla presenza dello Stato in quei territori; e lo Stato rappresentato dalla scuola, cioè dall'istituzione che è più vicina a quello che non è solo il nostro futuro: i nostri bambini, i nostri ragazzi non sono solo il nostro futuro, sono anche l'immagine migliore del nostro presente. Quindi questo sì va riconosciuto come un lavoro straordinario: aver messo al centro la ripresa di quelle attività. E non è stato semplice, non era scontato: altrove non è andata così. Ho sentito ricordare come un esempio eccellente la ricostruzione de L'Aquila: purtroppo non è così, purtroppo dobbiamo invece riconoscere che si sono fatti degli errori lì, che tutti insieme, a prescindere dalle parti politiche, dobbiamo sforzarci di non ripetere.
  Dicevo appunto la scuola, ma anche la cultura. Io mi sono occupata fin qui, dicevo, da quando sono entrata in Parlamento di valorizzazione del patrimonio culturale; e allora non si può non apprezzare la formulazione di questo decreto-legge, che permette di superare alcune lentezze burocratiche nella ricostruzione anche di quel patrimonio culturale. È previsto ad esempio che nelle more della messa in sicurezza dei beni culturali immobili le pubbliche amministrazioni competenti, ivi incluse quelle titolari dei beni danneggiati, possano procedere ad affidamenti diretti di importo inferiore a 40 mila euro a professionisti idonei senza ulteriori formalità: questo è importante, ce l'avevano chiesto i nostri amministratori, perché altrimenti alcune cose semplicemente non si possono fare. Così come è previsto che i comuni interessati possano effettuare gli interventi indispensabili, ivi inclusi quelli di messa in sicurezza degli edifici, per evitare ulteriori danni ai beni culturali e paesaggistici presenti nei propri territori, dandone immediata comunicazione al Mibact. E infine è previsto che le autorizzazioni relative ad interventi urgenti sui resti di beni di interesse artistico, storico-architettonico previste dalla vigente disciplina di tutela del patrimonio culturale, ove necessarie, si intendono acquisite con l'assenso manifestato mediante annotazione nel verbale sottoscritto dal rappresentante del Mibact che partecipa alle operazioni. E da ultimo, la fruizione dell’art bonus, anche le erogazioni liberali effettuate a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto-legge. Sono tutte cose che sembrano piccole, ma sono molto importanti perché, a parlare con i nostri amministratori locali, noi abbiamo la fortuna di non aver avuto vittime, però la sfortuna di dover invece ricostruire daccapo un patrimonio immenso, che era anche uno dei principali mezzi di sostentamento. Si è parlato giustamente delle imprese, delle imprese agricole, degli allevamenti, e lì bisogna fare molto: sono perfettamente d'accordo con la mia concittadina Polidori che in questo senso ci sia molto molto da fare; d'altra parte però va fatto ripartire anche l'aspetto turistico di quelle località.
  Noi abbiamo interi territori che naturalmente soffrono oggi, e soffriranno nei prossimi mesi – spero che siano mesi – anche della mancanza di introiti da quel punto di vista.
  Parlavo prima invece della scuola, e dirò ancora una cosa su questo: il decreto-Pag. 32legge di cui si discute attribuisce per l'anno scolastico 2016-2017 una serie di facoltà di carattere organizzativo ed amministrativo ai dirigenti degli uffici scolastici regionali, con riferimento alle istituzioni scolastiche ed educative i cui edifici sono stati dichiarati parzialmente o totalmente inagibili. Il solo obiettivo perseguito ovviamente è quello di consentire la continuità delle funzioni scolastiche ed amministrative, e per l'adozione di queste misure è autorizzata una spesa di 5 milioni di euro.
  Dicevo prima, la scuola al centro. Ovviamente noi abbiamo un dovere che è altro rispetto a questo decreto-legge, e su cui il Governo uscente si è preso un impegno che sono certa si manifesterà anche nel Governo che verrà: mettere in sicurezza tutto il patrimonio dell'edilizia scolastica di questo Paese al di fuori del patto di stabilità. O ci si occupa di proteggere i nostri bambini, i nostri ragazzi ed i luoghi della scuola, oppure noi abbiamo fallito nella civiltà. Non abbiamo fallito un impegno politico di una parte, non abbiamo fallito come maggioranza o come opposizione: abbiamo fallito come Paese, se non riusciamo nel minor tempo possibile ad impiegare tutte le risorse che abbiamo a disposizione sull'edilizia scolastica. Abbiamo invertito la tendenza in questa legislatura: siamo passati dal non metterci nulla a metterci più di 4 miliardi. Non è abbastanza e dobbiamo farlo più in fretta; però evidentemente questa è un'occasione ulteriore per mettere al centro il problema della sicurezza degli edifici scolastici in quei territori, e in tutto il territorio italiano.
  Infine una cosa che hanno già detto molti miei colleghi: la prima cosa che a me hanno detto i miei concittadini, andando nei territori più colpiti dal sisma ma anche in quelli vicino, è: vi prego, fate in modo che non si associno l'Umbria, le Marche, il Lazio al terremoto, perché noi non vogliamo essere regioni terremotate. Noi vogliamo essere aiutati, vogliamo essere sostenuti, vogliamo che il Governo metta tutte le risorse, tutto l'impegno e anche la semplificazione necessaria affinché la ricostruzione avvenga nel minor tempo possibile e nella maggiore trasparenza possibile; però, dovete darci una mano a scindere le due cose. Ecco, siccome da Città di Castello a Terni, territori che in fondo non sono stati direttamente colpiti dal terremoto (parlo di Umbria), si è sofferta però, dal punto di vista dell'arrivo di turisti, dal punto di vista di un pezzo di economia importante del nostro territorio, questa equivalenza, dobbiamo anche noi fare lo sforzo come classe politica di rompere questa idea. Cioè – e rivolgo un invito da parlamentare, ma chiaramente lo faccio anche da cittadina – da un lato c’è l'impegno per la ricostruzione, e dall'altro ci deve essere l'impegno per la valorizzazione di quel patrimonio che è ancora in piedi, e valorizzando quel patrimonio possiamo anche mettere in circolo risorse economiche, ma anche umane, necessarie ad effettuare meglio le stesse opere di ricostruzione. Quindi un invito che rivolgo a questo Parlamento è: non riduciamoci a considerare il Centro Italia semplicemente come l'area del terremoto. Il Centro Italia è il cuore di questo Paese dal punto di vista dell'espressione di uno straordinario patrimonio artistico, culturale e umano: valorizziamolo. Anche nei decreti che verranno, consideriamo questo sulla ricostruzione come un punto di partenza, ma poi diamo gli strumenti a chi già sta ripartendo e a chi vuole ripartire per tornare ad essere quello che siamo sempre stati: siamo da sempre una zona terremotata, siamo da sempre uno dei cuori produttivi ed economici di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche – A.C. 4158)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, sottosegretaria De Micheli.

Pag. 33

  PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato all'Economia e alle finanze. Presidente, approfitto della pazienza dei colleghi per qualche minuto: qualche minuto in questo tempo sospeso tra un Governo e l'altro, perché questa discussione generale è l'ultimo atto in realtà del Governo Renzi, che probabilmente verrà rapidamente sostituito nelle prossime ore con il giuramento da parte del Governo del Presidente Gentiloni, e quindi ci tengo a concentrare in poche parole alcune delle questioni salienti rispetto a questo decreto-legge, che è tanto importante per l'attività del nostro Governo, ma che soprattutto è tanto importante per il nostro Paese.
  Vorrei dividere questa replica in due fasi: una prima fase più concentrata sui fatti, i fatti concreti presenti, da realizzare, in fase di realizzazione in questo decreto e quindi diciamo tutte quelle che sono le misure già in corso di attuazione sul terremoto, perché, pur essendoci stato questo dibattito e questa discussione generale e anche tutto il tempo che è stato dedicato a questo tema prima di arrivare fin qui – penso al lungo lavoro fatto dal Senato, penso alla discussione che è stata fatta in Commissione ambiente – credo che abbia bisogno (ovviamente il Governo ha ascoltato anche pareri e proposte molto interessanti) di alcune puntualizzazioni. Invece, la seconda fase sarà uno sguardo rapido al futuro, mutuato dall'esperienza che ci siamo fatti soprattutto nelle ultime due ricostruzioni, quella dell'Aquila e quella di Modena, del terremoto dell'Emilia Romagna.
  Nel dettaglio, ho ascoltato con attenzione il collega Bernini del MoVimento 5 Stelle, che aveva fatto alcune richieste di specifica e anche alcune critiche costruttive. Io vorrei che fosse chiaro che la modalità con la quale verranno erogati i contributi per la ricostruzione – peraltro sia messo a verbale che per la prima volta nella storia del nostro Paese è il 100 per cento sia sulla prima casa che sulle seconde case – è una modalità di credito d'imposta assolutamente cedibile, cedibile alle banche e agli istituti di credito con le quali lo Stato farà (ha già fatto, in realtà) un accordo perché dietro c’è ovviamente un meccanismo di credito che durerà poi per oltre un decennio. Questo meccanismo che per colui, coloro, le famiglie che hanno avuto il danno rappresenta la certezza di avere risorse sul proprio conto corrente, quindi senza nessun altro orpello di natura burocratica, ovviamente è un meccanismo che noi abbiamo già verificato e già messo in pratica per ben due volte, la prima nel terremoto appunto dell'Emilia e della Lombardia e, la seconda volta, nella riforma sui rimborsi delle alluvioni che proprio in queste ore, esattamente in queste ore ha visto – diciamo così – la luce nella concretezza dell'avvio dei primi rimborsi sui 48 stati alluvionali aperti nel nostro Paese. Quindi sotto questo punto di vista i dubbi e le preoccupazioni dell'onorevole Bernini il Governo questa sera li fuga completamente. In secondo luogo la ricostruzione relativa alle attività produttive. Noi abbiamo fatto una discussione anche al Senato rispetto al fatto che gli articoli che riguardano gli interventi economico-finanziari a sostegno delle imprese potessero essere o meno destinati al turismo. Abbiamo la certezza – e questo l'ho messo a verbale anche nella discussione al Senato e ci tengo che rimanga agli atti anche nella discussione alla Camera – che tutti gli interventi che sono previsti a sostegno delle attività produttive valgono e sono in vigenza anche per le attività di servizio e quindi per le attività di natura turistica. Ovviamente per quel che riguarda gli immobili vale la regola della ricostruzione del cento per cento. Stiamo parlando delle misure previste dagli articoli 24 e 25, che sono quelli proprio di sostegno alle attività imprenditoriali in quanto tali.
  Rispetto alle proposte che sono venute poi dal Parlamento, non solo dal gruppo del MoVimento 5 Stelle ma anche da tanti altri gruppi su come intervenire per i lavoratori dipendenti, noi abbiamo fatto una scelta al Senato, abbiamo deciso, tra le varie tipologie di proposte che il Parlamento ha fatto, abbiamo deciso di sceglierne una, che è quella della busta paga pesante. Ora dovrà essere cura del seguito Pag. 34del lavoro che verrà fatto riuscire a governare sia il rientro rispetto alla busta paga pesante che il riavvio del pagamento delle imposte in un tempo che sia giusto – e quindi non è detto che sia la scadenza che abbiamo fissato in questo decreto ma si può anche andare più lunghi – e con delle modalità che ovviamente, se da una parte c’è stato un sollievo per i terremotati e per le attività imprenditoriali, ovviamente dall'altra parte quando si ricomincerà a pagare non ci siano, diciamo così, aggravi eccessivi. Noi stiamo già valutando e pensando a meccanismi di rateizzazione, diciamo così, molto lunga. Ovviamente tutto questo dovrà rientrare nel quadro della discussione che faremo in Europa rispetto alle misure fiscali che – sapete – rientrano in un quadro di normativa europea. Lo dico perché in altri terremoti abbiamo avuto lunghe discussioni rispetto a come poi intervenire sulle questioni della fiscalità. Due battute su alcune questioni che sono emerse rispetto al raffronto con la velocità o meno dei decreti che sono intervenuti su altri terremoti.
  Guardate, io ho il privilegio, l'onore e anche l'onere, per conto del Ministro Padoan e della Presidenza del Consiglio, di avere seguito le ricostruzioni in questi due anni dei terremoti e delle alluvioni che abbiamo avuto negli ultimi anni, quindi anche quello dell'Aquila. Io non farei confronti, non li farei, al di là di tutte le valutazioni tecnico-politiche, ma semplicemente perché i modelli organizzativi della Protezione civile del 2009 e del 2016 sono due mondi completamente diversi. Il decreto che intervenne nel 2009 era un decreto necessario perché la Protezione Civile di allora interveniva su decreti, mentre noi adesso abbiamo una Protezione civile che ha un suo fondo di emergenza nazionale, che può essere attinto semplicemente con una delibera del Consiglio dei ministri e quindi quello che allora venne previsto in un decreto noi l'abbiamo previsto in questo caso, su questo terremoto, con i primi 130 milioni che abbiamo stanziato dopo le tre scosse più importanti, quella di agosto e le due di ottobre, con degli stanziamenti presi dal fondo delle emergenze nazionali che viene annualmente finanziato con la legge di bilancio. Quindi non ci sono paragoni da fare. Questo è un decreto che è già sulla fase 2, insiste già sulla fase di ricostruzione. Per quanto riguarda la fase dell'emergenza, che sono i primissimi mesi, quelli in cui bisogna occuparsi soprattutto delle persone, prima ancora che delle cose, se non delle cose che sono soprattutto i beni culturali, artistici, ma soprattutto delle persone, sotto questo punto di vista oggi si interviene con una modalità che è molto, molto, molto più veloce di quelle che erano previste all'epoca. Soprattutto – e chiudo sull'intervento specifico legato a questo decreto e ai vari combinati disposti delle altre norme che finanziano la ricostruzione – io vorrei da qui confermare ai colleghi parlamentari, ai colleghi deputati e ai cittadini delle zone terremotate che non c’è un problema di risorse. Non c’è per i 130 milioni dell'emergenza prima, per cui, se anche tutti gli sfollati improvvisamente decidessero o di scegliere di andare tutti in albergo, o di scegliere di stare tutti in loco, accettando sistemazioni provvisorie, come quelle che sono previste dagli articoli 1 e 2 di questo decreto, le risorse ci sarebbero. Quindi questo deve essere chiaro che non è il problema di oggi; il problema di oggi è riuscire ad intervenire sempre e comunque con rapidità e con efficacia e avere tutte le risorse umane sempre disponibili rispetto alla fisicità dei problemi perché anche quando si devono mettere giù dei container un minimo di urbanizzazione si deve fare, non è che si mettono i container in mezzo al primo campo libero a disposizione. Ecco io, sotto questo punto di vista, mi sento di fare un esempio – in questo caso sì, il confronto con L'Aquila –: noi tra i vari provvedimenti mettiamo un miliardo e mezzo già pronto su questo terremoto, e pensate che sul terremoto dell'Aquila, che oggi è a regime come ricostruzione – negli ultimi tre anni è stato il momento di massima, massima ricostruzione, in cui abbiamo raggiunto punte di 3.000 cantieri all'anno, solo di ricostruzione privata, quindi case o aziende – siamo arrivati a Pag. 35erogare un miliardo in un anno. Quindi in questa fase qual è il tema vero ? È che noi adesso, strada facendo, man mano che abbiamo la certificazione in progressione del danno – perché un conto è dire all'inizio che il danno ha un certo ammontare, in realtà adesso incominciamo ad avere le certificazioni – man mano che avremo le certificazioni del danno, con tutti i sopralluoghi che vengono fatti (250.000 richieste di verifica di agibilità: è tantissimo), il Governo si farà carico di stanziare le risorse in progress. Questo vale anche per la parte relativa all'Europa. L'Europa ha già dato risorse all'Italia in un altro evento simile a questo, ahimè e purtroppo, che è appunto quello dell'Emilia Romagna, di Modena, attraverso una sua procedura, che solo per la domanda iniziale dura dodici settimane. Ovviamente noi siamo nella fase di integrazione perché gli eventi sismici sono avvenuti in un lasso di tempo piuttosto lungo tra l'uno e l'altro e quindi stiamo integrando la documentazione. Allora l'Europa concesse come soldi direttamente utilizzabili dall'Italia oltre seicento milioni dal Fondo europeo per le emergenze, che è più o meno il corrispettivo del FEN italiano.
  Ecco noi contiamo – giustamente insomma è stato citato il Presidente Junker – che l'Europa farà la sua parte. Intanto, però, – perché non è una questione di flessibilità – abbiamo specificato, nei nostri rapporti con l'Europa, che ogni anno – e quest'anno in aggiunta con il nuovo terremoto, ahimè – comunque noi abbiamo spese di ricostruzione, ogni anno appunto, per eventi legati al terremoto. Questa è una battaglia che personalmente, come Ministero, abbiamo fatto negli ultimi due anni e quest'anno abbiamo avuto il riconoscimento di questo, perché non è che le risorse che mettiamo sugli altri terremoti valgano meno. Stiamo parlando di disgrazie per gli esseri umani, per i territori e per le comunità, che sono enormi per tutti, anche quando passano 4 o 5 anni. Quindi, abbiamo detto all'Europa: «Noi abbiamo un carico finanziario di questo tipo e dentro alle regole europee ce la giochiamo come ce la dobbiamo giocare», che sono 3,4 miliardi all'anno. Questo è; c’è una relazione molto dettagliata del Ministero e non entro nel dettaglio.
  Ultimissima questione e poi mi taccio. Io voglio ringraziare un po’ di persone: voglio ringraziare i volontari, le associazioni, i sindaci, i presidenti delle regioni, il presidente Errani, l'ingegner Curcio, che è una persona particolarmente mite ma particolarmente concreta e operativa, e il Presidente Renzi per la determinazione con la quale hanno affrontato questa prima fase del terremoto, nonché i colleghi senatori, con i quali ho condiviso qualche importante giornata di discussione di approfondimento e anche qualche buona modifica e credo che anche la Commissione abbia potuto valutare che tutti i gruppi hanno dato il loro contributo per modificare positivamente il decreto. Ovviamente, ringrazio i colleghi deputati. Purtroppo, la lettura qui è coincisa anche con una situazione che ovviamente noi non avremmo certamente voluto, ma questo «grazie» è un messaggio che voglio dare con molta franchezza e molta determinazione, seguendo anche le altre ricostruzioni che comunque sono esperienze che dureranno inevitabilmente anni per la gravità e per la profondità del danno che questi terremoti hanno generato nel nostro tessuto e non solo nel nostro patrimonio immobiliare, ma soprattutto nel tessuto sociale di quelle comunità.
  Per l'esperienza che ho fatto, sappiate che quest'Aula, i parlamentari e i senatori, ogni giorno dovranno sapere che ci sarà qualcosa da fare, anche di tipo normativo, e lo dico anche alla Presidenza della Camera, così come mi sono permessa di ricordarlo alla Presidenza del Senato. Accadrà spesso che ci saranno provvedimenti sui quali i colleghi parlamentari chiederanno qualche intervento di correzione e di miglioramento su questo decreto e lì ci sarà tutto il problema relativo all'ammissibilità e alla non ammissibilità. Io so che questa è una battaglia importante che non dovranno combattere solo i parlamentari di quei territori, ma è una battaglia di tutta la rappresentanza politica del nostro Paese, perché la ricostruzione è una cosa Pag. 36che accade tutti i giorni. Se ci immaginiamo che basti un decreto commettiamo un errore e questo non lo deve commettere il Parlamento né coloro che sono in prima linea. Non lo dobbiamo commettere e non lo dovrà commettere chi sarà al Governo. Faccio un augurio anche a chi si assumerà l'onere di realizzare quanto scritto in questo decreto, e cioè il futuro Governo, ma faccio un augurio soprattutto a coloro che sono in prima linea nelle zone terremotate. Io credo che il futuro non ci crollerà addosso solo se abbiamo la consapevolezza che ogni giorno – ogni giorno ! – ci vuole l'umiltà e la determinazione di metterci un pezzo. Ve lo dico perché ho avuto l'onore, in questi due anni, di affrontare questi temi e davvero si corre il rischio, che spenti i riflettori, qualcuno si dimentichi. Solo se abbiamo l'umiltà e la determinazione nessuno si potrà dimenticare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretaria De Micheli.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Interventi di fine seduta.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Ho chiesto di intervenire a fine seduta per segnalare un episodio di malasanità accaduto in Puglia che ha veramente del grottesco e che, purtroppo, ha causato la morte di un giovane di 37 anni, colpito da emorragia cerebrale. Per il paziente, che è poi deceduto, non è stato possibile effettuare l'angiografia cerebrale, indagine indispensabile per un corretto e spesso risolutivo intervento, perché, signora Presidente, da mesi risultano essere rotti, fuori uso, sia l'angiografo dell'ospedale «Vito Fazzi» di Lecce sia quello dell'ospedale di Brindisi. In un contesto di scaricabarile del paziente in ambulanza, alla fine purtroppo si è riscontrato solo il decesso del paziente.
  Lo Stato ha la competenza e il dovere di assicurare che siano erogati in maniera uniforme, in tutto il territorio nazionale, i livelli essenziali di assistenza ed è fin troppo evidente che in Puglia oggi siamo in presenza di un Servizio sanitario regionale che, invece di erogare prestazioni per la cura e la vita delle persone, eroga prestazioni da terzo mondo, che provocano malasanità e spesso morti, come in questo caso.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 17,40)

  ROCCO PALESE. È sperabile che il Ministro della salute di questo nuovo Governo e soprattutto la magistratura, sia quella di Lecce sia quella di Brindisi, con immediatezza e senza perdere tempo, facciano luce su quanto accaduto, al fine dell'individuazione delle responsabilità.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. La Presidenza si riserva di convocare la Conferenza dei Presidenti di gruppo anche nella serata odierna, in relazione all'evoluzione del procedimento di formazione del nuovo Governo, al fine di organizzare il conseguente dibattito fiduciario.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Martedì 13 dicembre 2016, alle 15:

  Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 2567 — Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 (Approvato dal Senato) (C. 4158).
  — Relatore: Carrescia.

  La seduta termina alle 17,45.

Pag. 37

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PIERGIORGIO CARRESCIA (A.C. 4158).

  PIERGIORGIO CARRESCIA (Relazione – A.C. 4158) Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, approda oggi in Aula un provvedimento molto atteso dalle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno coinvolto otto province di quattro regioni dell'Italia Centrale a partire dal 24 agosto scorso.
  Il provvedimento in esame formalmente reca la conversione del solo decreto-legge 189/2016 ma nella sostanza ingloba anche il contenuto di quello, il 205/2016, emanato dopo le forti scosse che hanno colpito i territori di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo il 26 e il 30 ottobre.
  Entrambi i decreti sono il risultato di un grande lavoro di ascolto delle comunità locali attraverso la voce dei sindaci, delle organizzazioni d'impresa e sindacali, degli Ordini e delle professioni, del mondo dell'istruzione e delle realtà associative più sensibili al patrimonio ambientale e ai beni culturali.
  Comuni e Regioni sono stati e sono coinvolti e valorizzati nelle scelte e nella gestione della ricostruzione per garantire trasparenza, partecipazione, efficacia nelle risposte fin dalla fase emergenziale.
  Il contenuto dell'atto in discussione accoglie inoltre la gran parte di quelle indicazioni date dalla Camera dei Deputati con le Mozioni approvate nel settembre scorso.
  C’è in questa legge un filo conduttore che conduce all'obiettivo primario che è quello di ricostruire presto e bene; ricostruire edifici e infrastrutture ma soprattutto non disperdere ma rafforzare il tessuto sociale, economico e istituzionale delle comunità colpite.
  Un grande obiettivo, un grande traguardo: ricostruire beni materiali e ricchezze immateriali.
  Il filo conduttore è dunque la ricostruzione integrale e integrata che guarda ai soggetti, alle «persone» e alle imprese come pure ai beni, ai danni evidenti e a quei traumi alla convivenza sociale che il sisma ha provocato al singolo cittadino come tale e come parte di una comunità.
  Il territorio colpito fonda la sua ricchezza sull'ambiente, sul paesaggio, su Centri storici belli e affascinanti come pochi, sugli allevamenti, sul patrimonio produttivo agricolo e sul sistema di trasformazione dei prodotti, sulla micro e piccola impresa agricola, artigianale e commerciale, sull'ecoturismo e l'ospitalità diffusa, sull'enogastronomia, insomma su quanto la gente delle «aree interne», dell'Appennino, ha costruito con tenacia e sapienza in secoli e secoli.
  Non possiamo lasciar sole quelle popolazioni; abbiamo il dovere di dare risposte all'aspettativa di ricevere un aiuto che permetta di ricostruire un'economia e un edificato devastati da un sisma che ha interessato un'area di oltre 600 Kmq. 300.000 persone e distrutto o danneggiato più di 200.000 edifici, abitazioni, officine, scuole, strutture sanitarie o ricettive, luoghi di culto, impianti sportivi, infrastrutture viarie.
  Lo Stato deve continuare ad essere presente ! È per questo che ho apprezzato molto che il Presidente del Consiglio incaricato, l'on. Paolo Gentiloni, abbia posto fra gli obiettivi prioritari del Governo che andrà a costituire, la ricostruzione nei territori e dell'economie colpite dagli eventi sismici.
  Quello che la Camera, dopo il Senato, va ad approvare è però solo un primo passo concreto per gestire e superare l'emergenza nella prospettiva di una ricostruzione che può partire da basi solide grazie allo straordinario lavoro messo in atto con tempestività dal Governo Renzi, dall'assistenza alle popolazioni evacuate al regolare avvio dell'anno scolastico.
  Vi sono alcune «parole d'ordine» che declinano l'obiettivo strategico della ricostruzione: agire con velocità e bene contemporaneamente su tutti i versanti per mantenere in loco le persone e le imprese, garantire la coesione sociale, rallentare ed invertire il processo di spopolamento, Pag. 38agire nella massima trasparenza, coinvolgere le comunità locali, i corpi intermedi e le Istituzioni.
  I territori colpiti sono fragili sul piano demografico, con una popolazione con un'elevata età media, sono ricchi di storia e di beni culturali, di eccellenze agroalimentari: sono l'emblema di tante altre «aree interne» del nostro Paese.
  Urgono risposte subito per evitare che le imprese chiudano perché se chiudono poi non riaprono; urgono risposte per tenere aperte le scuole, per garantire servizi essenziali alle comunità, per rispettare l'integrità dei luoghi.
  In questo decreto legge, all'interno di questa iniziativa legislativa, queste risposte ci sono: è forte l'ambizione di recuperare la memoria per ricostruire meglio, per ricostruire per quanto possibile com'era e dov'era, per recuperare i beni architettonici e monumentali, per tenere viva e vitale quell'identità culturale, quell'humus unico che, nel corso dei secoli, ha tenuto e tiene unite le comunità dell'Appennino.
  Ecco allora che le direttrici del provvedimento possono essere identificate in cinque fattori:
   1. Velocità e qualità degli interventi (risposte alla prima emergenza)
   2. Interventi integrati
   3. Lavoro, impresa, scuole, ambiente
   4. Trasparenza e legalità
   5. Equità

  I sindaci e le popolazioni ci chiedono di esser veloci sia nella ricostruzione sia nel trasmettere al Paese messaggi di fiducia e di non essere lasciati soli.
  Ogni sisma è diverso per gli effetti complessivi dai precedenti ma molti sono comuni; le esperienze vissute ci hanno insegnato molto.
  Ecco allora che si spiegano il perché della struttura, dell'articolazione del/i provvedimento/i, le conferme e le novità.
  Per la prima volta si interviene con risarcimenti anche alle «seconde case» e non solo per motivi tecnici (es. edifici collabenti), architettonici o urbanistici ma perché quelle abitazioni sono una risorsa per i territori; sono il legame che riporta tantissime persone originarie di quei luoghi a tornarvi nei fine settimana e in tante altre occasioni; è il modo di mantenere l'integrità di relazioni umane e sociali che sono una risorsa di quelle comunità.
  È previsto il rafforzamento degli Uffici Comunali con possibilità assunzionali finalizzate a supportare le nuove esigenze nate dal sisma e, va dato atto al Commissario Straordinario Vasco Errani, della sollecita adozione di molti atti previsti dai decreti legge quale, in questo contesto, la ripartizione e l'assegnazione del personale tecnico e amministrativo da assumere nelle Regioni e Comuni danneggiati.
  Non solo dunque provvedimenti per ricostruire o migliorare l'edificato distrutto o danneggiato ma anche strumenti necessari al funzionamento della macchina degli interventi, alle imprese, alle scuole, alle strutture sanitarie, alle infrastrutture; provvedimenti che tutelano i lavoratori con la previsione della busta paga pesante, cioè una paga al lordo delle trattenute.
  Una particolare attenzione è stata data al settore agricolo per il quale sono venuti interventi migliorativi dal Senato.
  Un buon decreto perché fa tesoro delle esperienze pregresse, che ha colto la necessità di dare priorità ad alcuni settori come la scuola; sono previste misure per gli edifici, per la programmazione scolastica, per il tempo pieno: aver riaperto le scuole in tempo con l'avvio dell'Anno Scolastico è stato un segnale di speranza, ha evitato la dispersione, ha evitato l'abbandono. Le scuole rappresentano, in un momento in cui il rischio di disgregazione sociale è forte, un punto forte di riferimento per gli studenti e per le loro famiglie.
  In questo contesto un discorso a sé meritano le Università.
  In questi luoghi il ruolo delle Università è centrale: sono luoghi di trasmissione dei saperi ma anche un, se non talora «il», principale vòlano per l'economia di quei territori.Pag. 39
  Gli eventi sismici hanno sferrato un duro colpo a due delle più antiche Università del nostro Paese: quella di Camerino e quella di Macerata, una comunità di circa 20.000 studenti.
  L'Ateneo maceratese ha subito danni rilevanti ma ancor di più quello di Camerino dove circa 1.500 studenti si sono trovati senza abitazione e solo un terzo di essi residenti fra Marche e Umbria può, temporaneamente, vivere la situazione del pendolarismo.
  Ecco: l'Università di Camerino è emblematica del rapporto Università-territorio montano: essa è un solidissimo punto di riferimento di un ampio entroterra alto collinare e montano di Marche ed Umbria e può continuare ad essere un motore di sviluppo per le imprese, per gli Enti Locali e gli Enti Parco se si avrà il coraggio e la capacità di sostenerne ripresa e progettualità.
  È emblematico il coraggio con il quale sono ripartiti con una unità di intenti esemplare che ha visto e vede protagonisti da un lato i Sindaci di Camerino e quelli della Marca camerte e dall'altro il Magnifico Rettore dell'Ateneo, il Prof, Flavio Corradini, che sono ormai indispensabili punti di riferimento e di speranza per tutto il territorio, la dimostrazione continua di una presenza viva di uno Stato che c’è, che è sensibile, vicino e attivo.
  Anche se in questo provvedimento non riusciamo per i noti motivi tecnici e dei tempi della legislazione d'urgenza a inserire ulteriori risposte ad alcune esigenze, dobbiamo cogliere l'occasione per porre le premesse o almeno assumere impegni politici significativi che, nel caso dell’ Università più colpita, quella di Camerino, è quello di far nascere un polo scientifico-tecnologico e a supporto delle imprese e degli Enti Locali utilizzando ad esempio strutture militari che potrebbero essere dismesse e destinate a questo obiettivo.
  Sul versante lavoro è da segnalare che il decreto-legge 205/2016, opportunamente ha esteso l'elenco dei Comuni ai quali applicare le misure di sostegno al reddito dei lavoratori e di sospensione dei tributi; si danno sicurezze alle imprese, si consente tempestività ed efficienza agli interventi a partire dall'individuazione delle aree da destinare ai moduli per le attività d'impresa.
  Positive sono le misure previste dall'articolo 24 ma sarà necessario chiarire meglio che, oltre e prima della nascita di nuove Imprese, va tutelata e valorizzata la continuità delle attività esistenti come pure va approfondita la possibilità dell'istituzione di una «zona franca».
  Importanti sono poi le disposizioni sui beni culturali dei quali quei territori sono un prezioso scrigno; chiara è l'individuazione dei soggetti attuatori (articolo 15) e puntali le modalità di intervento.
  Un altro elemento caratterizzante è l'obiettivo «sicurezza» perché si pongono le basi, fin dall'emergenza, per interventi che valorizzano modelli e regole nuove, che non sono invasivi dei luoghi e che assicurano livelli di tutela per il valore primario che è la vita delle popolazioni.
  Un obiettivo che si connette con il progetto più ampio ed ambizioso di «Casa Italia» che dovrà coordinare la messa in sicurezza del Paese e che è comprensivo di interventi molteplici, da quelli per le scuole alle bonifiche, dall'assetto idrogeologico all'efficentamento energetico, dalla sicurezza sismica alla riqualificazione delle periferie e dei Centri urbani, soprattutto dei piccoli Comuni sui quali ricordo è al Senato la PdL già approvata dalla Camera.
  Infine l'equità: è l'altro elemento caratterizzante perché si vanno a rifondere i danni subiti con misure e procedure non discrezionali ma oggettive utilizzando strumenti, come il credito d'imposta, positivamente sperimentate.
  Equità coniugata con legalità visto il ruolo pregnante di ANAC e Corte dei Conti, l'introduzione delle white list.

  Scendendo in sintesi nel dettaglio del provvedimento in discussione:
  L'articolo 1 definisce l'ambito di applicazione del decreto, che include non solo i comuni elencati negli allegati 1 e 2, ma anche altri comuni in cui si siano verificati danni causati dagli eventi sismici diversi Pag. 40da quelli indicati negli allegati, qualora venga dimostrato il nesso di causalità diretto tra i danni e gli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, comprovato da apposita perizia. Ricordo che l'elenco di cui all'allegato 1, riguardante i Comuni interessati dagli eventi sismici del 24 agosto 2016, è stato integrato, nel corso dell'esame al Senato, con l'allegato 2, che reca l'elenco dei 69 comuni colpiti dagli eventi sismici successivi al 24 agosto 2016, Con l'articolo 1 viene, altresì, fissato al 31 dicembre 2018 il termine della gestione straordinaria disciplinata dal decreto-legge e individuati gli organi deputati alla medesima gestione (Commissario straordinario, vice-commissari, cabina di coordinamento della ricostruzione, nonché comitati istituzionali in ognuna delle regioni colpite).
  L'articolo 2 disciplina le funzioni del Commissario straordinario e dei Vice Commissari. Quanto alle competenze del Commissario, viene previsto che provveda anche a mezzo di ordinanze.
  L'articolo 3 prevede l'istituzione, in ognuna delle Regioni colpite dagli eventi sismici, di «uffici speciali per la ricostruzione», presso i quali è costituito uno sportello unico per le attività produttive (SUAP) unitario per tutti i Comuni coinvolti. Lo stesso articolo disciplina le funzioni, l'articolazione territoriale ed il personale degli uffici speciali, consentendo, tra l'altro, assunzioni in deroga ai vincoli vigenti nel limite di 0,75 milioni di euro per il 2016 e di 3 milioni per ciascuno degli anni 2017-2018.
  L'articolo 4 prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, di un Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate, con una dotazione iniziale di 200 milioni di euro per l'anno 2016, per l'attuazione degli interventi di immediata necessità previsti dal decreto-legge in esame. Ulteriori disposizioni disciplinano l'utilizzo delle erogazioni liberali a favore del sisma e la loro detraibilità/deducibilità ai fini fiscali.
  L'articolo 4-bis, inserito al Senato e corrispondente sostanzialmente all'articolo 2 del decreto-legge 205/2016, disciplina la procedura per l'individuazione delle aree da destinare all'insediamento di container, nonché per la stipula dei contratti per la fornitura, il noleggio e la disponibilità dei container medesimi. Specifiche disposizioni riguardano l'acquisizione dei moduli per le esigenze abitative rurali ed il fabbisogno di tecnostrutture per stalle e fienili.
  Il decreto reca numerose misure per la ricostruzione privata e pubblica.
  L'articolo 5, infatti, elenca i criteri che, una volta definiti dal Commissario, devono essere applicati al processo di ricostruzione, nonché per il monitoraggio sull'utilizzo delle risorse. Vengono inoltre individuate le tipologie di intervento e danno conseguenti agli eventi sismici, che possono beneficiare di contributi fino alla copertura integrale delle spese occorrenti. L'articolo disciplina poi la concessione e la fruizione dei finanziamenti agevolati, che rappresentano la modalità con cui sono erogati i contributi destinati ad interventi destinati alla riparazione/ricostruzione di edifici, al rimborso di danni a beni/prodotti delle attività economiche e alla delocalizzazione di imprese. Una specifica disposizione rinvia alla legge di bilancio la determinazione dell'importo complessivo degli stanziamenti da autorizzare in relazione alla quantificazione dei danni e delle risorse necessarie.
  L'articolo 6 disciplina le tipologie di danni agli edifici e, per ognuna di queste, gli interventi di ricostruzione e recupero ammessi a contributo. La misura dei contributo è generalmente riconosciuta nella percentuale del 100 per cento, tranne in alcuni casi relativi alle unità immobiliari ubicate nei comuni non inclusi negli allegati 1 e 2 (diverse dall'abitazione principale e da quelle concesse, in locazione, comodato o assegnate a soci di cooperative a proprietà indivisa) per i quali la percentuale riconoscibile non supera il 50 per cento. La percentuale rimane invece pari al 100 per cento qualora gli immobili siano ricompresi all'interno di centri storici e borghi caratteristici.
  L'articolo 7 individua le finalità dei contributi per la riparazione o la ricostruzione Pag. 41degli immobili danneggiati o distrutti dagli eventi sismici, in base ai danni effettivamente verificatisi nelle zone di classificazione sismica 1, 2, e 3 e nel caso in cui ricorrano le condizioni per la concessione del beneficio.
  L'articolo 8 prevede una procedura specifica, anche in deroga alla normativa vigente, per l'avvio di interventi di immediata riparazione, a favore degli edifici che hanno riportato danni lievi, al fine di favorire il rientro nelle unità immobiliari e il ritorno alle normali condizioni di vita e di lavoro.
  L'articolo 9 disciplina la concessione di contributi ai privati residenti nei Comuni interessati dagli eventi sismici per i beni mobili danneggiati.
  L'articolo 10 esclude le unità immobiliari collabenti, fatiscenti ovvero inagibili, non utilizzabili a fini residenziali o produttivi nei Comuni interessati dagli eventi sismici, dalla possibilità di accedere ai contributi per la ricostruzione.
  L'articolo 11 disciplina l'attuazione degli interventi di ricostruzione o ripristino dei centri storici e dei centri e nuclei urbani e rurali, attraverso la predisposizione di una pianificazione urbanistica delle zone perimetrate e l'adozione di strumenti urbanistici attuativi, che innovano gli strumenti urbanistici vigenti e, se includono beni paesaggistici, sono considerati piani paesaggistici.
  L'articolo 12 disciplina la procedura per la concessione e per l'erogazione dei contributi, mentre l'articolo 13 domanda a successivi provvedimenti commissariali la definizione delle istanze per il riconoscimento dei contributi per interventi riguardanti immobili, già danneggiati a seguito degli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo il 6 aprile 2009. Si prevede invece l'applicazione delle modalità e condizioni previste dal provvedimento in esame nel caso di interventi su immobili, danneggiati o inagibili a seguito degli eventi sismici del 1997 e del 1998, che abbiano subito ulteriori danni a seguito degli eventi sismici verificatisi dal 24 agosto 2016.
  L'articolo 14 disciplina la procedura per la programmazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi per la ricostruzione, la riparazione e il ripristino degli edifici pubblici, nonché sui beni del patrimonio culturale.
  L'articolo 14-bis, introdotto dal Senato, stabilisce che le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria effettuino sui presidi ospedalieri, nei territori interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, verifiche di tenuta sismica e stime del fabbisogno finanziario necessario al miglioramento sismico delle strutture, demandando ad una ordinanza di protezione civile l'adozione dei necessari interventi.
  L'articolo 15 individua i soggetti attuatori per gli interventi di riparazione, ripristino con miglioramento sismico, nonché ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali L'articolo 15-bis, introdotto dal Senato e corrispondente sostanzialmente all'articolo 6 del decreto-legge 205/2016, disciplina le procedure per l'affidamento e l'attuazione di interventi urgenti sul patrimonio culturale (compresi gli interventi per la messa in sicurezza o di demolizione) e di ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato in conseguenza degli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. Sono altresì previste disposizioni per il potenziamento del Soprintendente speciale per le aree colpite dagli eventi sismici.
  L'articolo 15-ter, introdotto nel corso dell'esame al Senato e corrispondente all'articolo 7 del DL, 205/2016, attribuisce ad Anas S.p.A., in qualità di soggetto attuatore della protezione civile, il compito di provvedere agli interventi di messa in sicurezza e di ripristino della viabilità delle infrastrutture stradali di interesse nazionale, danneggiate dagli eventi sismici.
  L'articolo 16 prevede l'istituzione della Conferenza permanente, con funzioni di direzione, coordinamento e decisione in ordine agli interventi di ricostruzione, e di una Commissione paritetica per ciascuna regione interessata dagli eventi sismici del Pag. 4224 agosto 2016 e da quelli successivi, con funzioni consultive in relazione alla progettazione dei predetti interventi.
  L'articolo 17 disciplina l'estensione della fruizione del cosiddetto Art-Bonus, mentre l'articolo 17-bis, inserito nel corso dell'esame al Senato, inserisce una nuova fattispecie di erogazione liberale deducibile dall'IRES: le erogazioni liberali in denaro a favore dello Stato e dei comuni, per contributi volontari versati in seguito ad eventi sismici o calamitosi che hanno colpito l'ente in favore del quale si effettua il versamento.
  L'articolo 18 prevede che i soggetti attuatori, per la realizzazione degli interventi pubblici relativi alle opere pubbliche ed ai beni culturali di propria competenza, si avvalgono di una centrale unica di committenza, che è individuata nell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A.
  L'articolo 18-bis, inserito nel corso dell'esame al Senato, al fine di consentire la regolare prosecuzione delle attività didattiche e amministrative nell'anno scolastico 2016/2017, prevede deroghe alla normativa vigente in materia di parametri minimi e massimi per la formazione delle classi, istituzione di ulteriori posti nell'organico dei personale docente e ATA, spostamento di docenti tra le sedi scolastiche, conferimento di supplenze.
  Un altro gruppo di disposizioni riguarda il sistema produttivo e le misure per lo sviluppo economico dei territori colpiti.
  L'articolo 19 interviene a favore delle micro, piccole e medie imprese, comprese quelle del settore agroalimentare, ubicate nei territori dei Comuni interessati dagli eventi sismici, che hanno subito danni in conseguenza di tali eventi, stabilendo per esse – per tre anni dalla data dì entrata in vigore del provvedimento in esame – priorità e gratuità nell'accesso al Fondo di garanzia per le PMI.
  L'articolo 20 prevede agevolazioni a favore delle imprese danneggiate ubicate nei territori interessati dagli eventi sismici, incluse le imprese agricole. A tal fine, una quota di risorse, pari a complessivi 35 milioni di euro, è trasferita dal Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate alle contabilità speciali dei Presidenti delle regioni interessate, in qualità di vice commissari.
  L'articolo 21 reca una serie di disposizioni per il sostegno e lo sviluppo delle aziende agricole, agroalimentari e zootecniche, tra l'altro, al fine di autorizzare la spesa di 10 milioni di euro per il 2016 per il finanziamento di misure di sostegno rivolte ai produttori di latte e di prodotti lattiero-caseari interessati alla stipula di accordi misti volontari, nonché a prevedere contributi per il sostegno dei settori del latte, della carne bovina e dei settori ovicaprino e suinicolo.
  L'articolo 22 attribuisce al Commissario straordinario il compito di predisporre un programma per la promozione e l'ibrido del turismo nei territori colpiti dagli eventi sismici di cui all'articolo 1.
  L'articolo 23 contiene una serie di misure per assicurare la ripresa e lo sviluppo delle attività economiche in condizioni di sicurezza per i lavoratori nei territori dei comuni colpiti dagli eventi sismici.
  L'articolo 24 dispone interventi a favore delle micro, piccole e medie imprese nelle zone colpite dagli eventi sismici, sotto forma di finanziamenti agevolati a tasso zero a copertura del cento per cento degli investimenti per il ripristino ed il riavvio di attività economiche e per sostenere la nascita e la realizzazione di nuove imprese e nuovi investimenti.
  L'articolo 25 dispone l'applicazione del regime di aiuto per le aree industriali in crisi ai territori dei Comuni interessati dagli eventi sismici, al fine di sostenere nuovi investimenti produttivi e percorsi di sviluppo economico sostenibile.
  Il decreto reca una serie di misure per la tutela dell'ambiente.
  L'articolo 26 esclude, per l'esercizio finanziario 2016, l'Ente parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e l'Ente parco nazionale dei Monti Sibillini da alcuni vincoli di spesa previsti dalla legislazione vigente.Pag. 43
  L'articolo 27 disciplina l'approvazione di un programma delle infrastrutture ambientali da ripristinare e realizzare nei comuni ricompresi negli allegati 1 e 2 al decreto-legge in esame, con particolare attenzione agli impianti di depurazione e di collettamento fognario, nonché agli acquedotti.
  L'articolo 28 reca un'articolata serie di disposizioni in materia di trattamento e trasporto del materiale derivante dai crollo parziale o totale degli edifici, affidando al Commissario straordinario il compito di predisporre e approvare il piano per la gestione delle macerie e dei rifiuti derivanti dagli interventi di prima emergenza e ricostruzione oggetto del decreto in esame. Si dispone in merito alla classificazione dei materiali derivanti dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici e privati causati dagli eventi sismici di cui all'articolo 1, nonché quelli derivanti dalle attività di demolizione e abbattimento degli edifici pericolanti disposte dai Comuni interessati dagli eventi sismici o da altri soggetti competenti o svolti su incarico dei medesimi. Ulteriori previsioni riguardano la gestione dei materiali.
  L'articolo 28-bis, introdotto dal Senato, reca misure per incentivare il recupero dei rifiuti non pericolosi derivanti da attività di costruzione e demolizione svolte a seguito degli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016.
  L'articolo 29 stabilisce, fino al 31 dicembre 2018, la non applicazione delle disposizioni vigenti in materia di gestione delle terre e rocce da scavo, in relazione alla finalità indicata di garantire l'attività di ricostruzione privata e pubblica.
  Parimenti corposo il gruppo di disposizioni recante le misure in materia di legalità e trasparenza.
  L'articolo 30 istituisce una Struttura di missione nell'ambito del Ministero dell'interno, preposta al coordinamento delle attività volte alla prevenzione ed al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori di ricostruzione. Si istituisce, inoltre, un Gruppo interforze centrale per l'emergenza e la ricostruzione nell'Italia centrale. È altresì disciplinata l'Anagrafe antimafia degli esecutori.
  L'articolo 31 contiene una serie di disposizioni in merito alla ricostruzione privata, che prevedono l'introduzione dell'obbligo di inserire una clausola di tracciabilità finanziaria dei pagamenti, pena la perdita del relativo contributo statale per la ricostruzione dell'immobile.
  L'articolo 32 attribuisce al Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) una serie di compiti di alta sorveglianza e garanzia della correttezza e trasparenza delle procedure connesse alla realizzazione degli interventi di ricostruzione pubblica.
  L'articolo 33 prevede che i provvedimenti di natura regolatoria ed organizzativa (non già gestionale) adottati dal Commissario straordinario siano sottoposti al controllo preventivo della Corte dei conti.
  L'articolo 34 prevede che gli incarichi di progettazione e di direzione dei lavori di ricostruzione possano essere conferiti dai privati esclusivamente a professionisti iscritti in un apposito elenco speciale, in cui possono essere iscritti solo i professionisti in regola con il DURC e in possesso di ulteriori requisiti che saranno individuati dallo stesso Commissario straordinario.
  L'articolo disciplina, inoltre, le incompatibilità del direttore dei lavori, escludendo che questi possa essere legato all'impresa affidataria dei lavori da rapporti professionali o di collaborazione, anche pregressi (ultimi 3 anni), oltre che da rapporti di parentela con i titolari dell'impresa stessa.
  I commi da 1 a 3 dell'articolo 35 definiscono gli obblighi, inerenti alla tutela dei lavoratori ed alla contribuzione previdenziale, al cui rispetto è subordinato il riconoscimento, in tutto o in parte, del contributo di cui al precedente articolo 6 o del corrispettivo per l'esecuzione di lavori sugli immobili, pubblici o privati, danneggiati dagli eventi sismici di cui al precedente articolo 1 ovvero di lavori di ricostruzione di immobili (pubblici o privati) distrutti dai medesimi eventi, i successivi Pag. 44commi da 4 a 8 recano, con riferimento alle suddette attività delle imprese, ulteriori norme in materia di tutela dei lavoratori e di accesso al lavoro.
  L'articolo 36 reca disposizioni in materia di trasparenza e di pubblicità degli atti, prevedendo la pubblicazione di una serie di atti del Commissario straordinario sul relativo sito istituzionale.
  L'articolo 36-bis, inserito dal Senato, prevede che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anche tramite l'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), provveda alle attività informative riguardanti le misure di sostegno di cui al presente decreto.
  L'articolo 36-ter, inserito dal Senato, vieta fino al 31 dicembre 2017, nei Comuni colpiti dagli eventi simici, l'installazione di slot machine, videolottery e di altri apparecchi e congegni per il gioco lecito con e senza vincite in denaro.
  Un ulteriore gruppo di disposizioni riguarda le attività e la piena operatività del Servizio nazionale della protezione civile in caso di emergenza, nonché il passaggio dalla gestione dell'emergenza alla ricostruzione nei territori colpiti.
  L'articolo 37 autorizza un differimento dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni coinvolte nella gestione di eventi calamitosi per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza.
  L'articolo 38 detta disposizioni in materia di rimborsi (ai datori di lavoro) per l'impiego di volontariato della protezione civile.
  L'articolo 39 reca uno stanziamento massimo pari a 6 milioni di euro, per il 2016, finalizzato a garantire la continuità nella gestione del rischio meteo-idrologico ed idraulico nelle aree di accoglienza e negli insediamenti provvisori. Con le medesime finalità, ulteriori disposizioni sono dettate per il completamento del piano radar nazionale.
  L'articolo 40 dispone il riutilizzo delle risorse residue ricevute dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea per le esigenze connesse con gli eventi sismici di cui all'articolo 1, al fine di consentire la realizzazione di attività di previsione e prevenzione non strutturale dei rischi e di pianificazione e preparazione alla gestione dell'emergenza.
  L'articolo 41 consente la cessione a titolo definitivo agli enti territoriali di beni mobili di proprietà delle Amministrazioni statali che siano stati già assegnati a regioni o ad enti locali e siano stati impiegati per la realizzazione di interventi connessi con gli eventi sismici di cui all'articolo 1 del decreto in esame.
  L'articolo 42 stabilisce disposizioni per il coordinamento con le attività e gli interventi attivati nella fase di prima emergenza, attribuendo, al comma 1, al Capo del Dipartimento della protezione civile, in raccordo con il commissario straordinario, la determinazione di modalità e tempi per favorire e regolare il subentro, senza soluzione di continuità, delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria nelle attività già avviate in prima emergenza. L'articolo dispone, tra l'altro, che il Dipartimento della protezione civile assicuri, ove necessario, il completamento dei procedimenti amministrativo-contabili relativi alle attività ed agli interventi attivati, con ulteriori risorse rese disponibili con successive deliberazioni del Consiglio dei ministri, a valere sulla dotazione del fondo per le emergenze nazionali (FEN).
  L'articolo 43, oltre a fare salve le disposizioni di cui all'articolo 4 dell'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 394 del 19 settembre 2016 e i provvedimenti adottati per assicurare assistenza alle popolazioni residenti, demanda a provvedimenti commissariali la definizione dei criteri per l'assegnazione degli alloggi e consente che la durata dei contratti di locazione possa essere concordata tra le parti anche per periodi inferiori a quelli stabiliti dalla normativa vigente.
  Specifiche disposizioni riguardano gli enti territoriali, di cui all'articolo 44, e prevedono: la sospensione del pagamento delle rate dei mutui concessi dalla Cassa DD.PP.; l'esclusione dal pareggio di bilancio, per l'anno 2016; la sospensione per 6 mesi di tutti i termini relativi ad adempimenti finanziari previsti dal TUEL, a Pag. 45carico dei Comuni colpiti dal sisma; la sospensione per il periodo 2017-2021 del versamento delle quote capitali dei piani di ammortamento per il rimborso delle anticipazioni della liquidità delle regioni.
  Misure di sostegno al reddito dei lavoratori sono previste nell'articolo 45.
  Per quanto riguarda le misure in materia fiscale, l'articolo 46 reca la disciplina per le imprese insediate nel territorio colpito dal sisma in caso di perdite relative all'esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2016, mentre l'articolo 47 dispone l'esclusione dalla base imponibile, ai fini IRPEF, IRES e IRAP, dei contributi, indennizzi e risarcimenti connessi agli eventi sismici verificatisi dal 24 agosto 2016 nei comuni indicati nell'articolo 1, di qualsiasi natura e indipendentemente dalle modalità di fruizione e contabilizzazione, a favore dei soggetti (persone fisiche e giuridiche) che hanno sede o unità locali nei territori interessati dai sisma.
  L'articolo 48 prevede la sospensione fino al 31 dicembre 2016 dei termini per una serie di adempimenti a favore dei soggetti, persone fisiche e imprese, localizzate nei comuni colpiti dal sisma del 24 agosto e dal sisma del 26 e del 30 ottobre 2016 (aggiunto nel corso dell'esame al Senato, comma 10-bis). Nel corso dell'esame al Senato è stato previsto, inoltre, che i sostituti d'imposta, ovunque fiscalmente domiciliati nei Comuni di cui agli allegati 1 e 2, a richiesta degli interessati, non devono operare le ritenute alla fonte a decorrere dal 1o gennaio 2017 e fino al 30 settembre 2017. La sospensione dei pagamenti delle imposte sui redditi mediante ritenuta alla fonte si applica per le ritenute operate sui redditi di lavoro dipendente e assimilati e sui compensi e altri redditi corrisposti dallo Stato (comma 1-bis). Nei comuni di Teramo, Rieti, Ascoli Piceno, Macerata, Fabriano e Spoleto, la possibilità di non operare le ritenute alla fonte è riservata ai singoli soggetti danneggiati (comma 1-ter). Si prevede, inoltre, la sospensione delle fatture relative alle utenze localizzate nei comuni colpiti dal sisma per un periodo massimo di 6 mesi a decorrere dal giorno del sisma; nel corso dell'esame al Senato sono state aggiunte le fatture relative ai settori delle assicurazioni, della telefonia e della radiotelevisione pubblica (comma 2).
  Ulteriori disposizioni riguardano i sussidi occasionali, le erogazioni liberali o i benefici di qualsiasi genere, che sono esclusi dalla base imponibile dei redditi di lavoro dipendente, fino al 31 dicembre 2016, il differimento di adempimenti specifici delle imprese agricole connessi a scadenze di registrazione in attuazione di normative comunitarie, statali o regionali in materia di benessere animale, identificazione e registrazione degli animali, nonché la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria in scadenza nel periodo dal 24 agosto 2016 al 30 settembre 2017 ovvero nei periodo dal 26 ottobre 2016 al 30 settembre 2017. Gli stessi devono essere effettuati entro il 30 ottobre 2017, senza sanzioni e interessi, anche mediante rateizzazione.
  È prevista l'applicazione (in via transitoria) di una disciplina di maggior favore alle richieste di anticipazione della posizione individuale maturata presso forme pensionistiche complementari avanzate (cd. anticipo sulla pensione), per determinate finalità (come ad esempio l'acquisto della prima casa), da parte di soggetti residenti nei Comuni di cui agli allegati 1 e 2.
  I redditi dei fabbricati distrutti od oggetto di ordinanze sindacali di sgombero sono esclusi dalla base imponibile a fini IRPEF e IRES, fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati medesimi e comunque fino all'anno di imposta 2017. Gli stessi immobili sono inoltre esenti dall'IMU e dalla TASI a partire dalla rata scadente il 16 dicembre 2016 e fino alla loro definitiva ricostruzione e agibilità, comunque non oltre il 31 dicembre 2020.
  Sono prorogati al 31 dicembre 2016 i termini riferiti ai rapporti interbancari.
  L'articolo 49 reca disposizioni relative alla sospensione dei processi civili, penali e amministrativi, al rinvio delle udienze e Pag. 46alla sospensione di termini sostanziali e processuali con riguardo ai Comuni colpiti dagli eventi sismici.
  Ulteriori disposizioni riguardano il personale.
  L'articolo 50 riconosce piena autonomia amministrativa, finanziaria e contabile al Commissario straordinario e disciplina l'utilizzo e il compenso di personale da esso impiegato.
  L'articolo 50-bis, in cui confluisce l'articolo 4 del decreto-legge n. 205 del 2016, prevede l'assunzione di personale a tempo determinato in deroga a limitazioni normative vigenti, da parte dei Comuni interessati dagli eventi sismici (susseguitisi dal 24 ottobre 2016) e del Dipartimento della protezione civile. Si prevede, inoltre, l'eventuale proroga di rapporti di lavoro a tempo determinato già in essere.
  L'articolo 51 dispone l'incremento del Fondo di amministrazione del personale non direttivo e non dirigente del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per 2,6 milioni di euro per l'anno 2016, nonché destina 50 milioni complessivi nel biennio 2016-2017 per ripristinare il parco mezzi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e per garantire il trasporto delle macerie del terremoto che ha colpito il Centro Italia.
  L'articolo 51-bis (che riproduce il contenuto dell'articolo 10 del decreto-legge 205/2016, confluito nel provvedimento in esame) consente agli elettori che, a causa dei recenti eventi sismici, siano alloggiati in comuni diversi da quelli di residenza, di votare per il referendum costituzionale, fissato per il 4 dicembre 2016, nel comune dove si trovano, previa domanda – da presentare entro il quinto giorno antecedente la votazione – al sindaco del comune di dimora. È altresì consentito agli elettori dei comuni che non sono nelle condizioni di assicurare il regolare svolgimento della consultazione referendaria di essere ammessi al voto in uno o più comuni vicini, previa attestazione del sindaco di residenza, sentita la Commissione elettorale circondariale.
  L'articolo 52, infine, reca l'indicazione degli oneri del provvedimento e la relativa copertura finanziaria.
  Oggi viene proposto all'Aula della Camera un buon provvedimento ma siamo tutti consapevoli che in progress ne serviranno altri per un aggiornamento continuo da dare nelle varie fasi della ricostruzione.
  Alla «politica» spetta un lavoro costante di ascolto per dare risposte efficienti ed efficaci nella consapevolezza che il passaggio dall'emergenza alla ricostruzione sarà complesso e difficoltoso e in un contesto in cui si dovranno contenere il più possibile i tempi di permanenza lontani dai luoghi di origine, la riduzione dei flussi turistici perché l'economia dell'accoglienza è un valore forte di quei territori.
  Sarebbe veramente un bel segnale se da subito, per esempio, le imprese e gli Enti per attività formative o convegnistiche utilizzassero quelle tante strutture alberghiere e ricettive delle province colpite dagli eventi sismici che con grandi sacrifici e pur fra tante difficoltà sono già in grado di offrire in assoluta sicurezza servizi di elevata qualità.
  Con la conversione del decreto-legge in discussione mettiamo a disposizione del Commissario Straordinario, dei Presidenti di Regione quali sub-commissari e dei Sindaci che rappresentano la più concreta e tenace espressione di comunità che non vogliono rinunciare al loro futuro, strumenti efficaci e corrispondenti alle aspettative, risorse adeguate per le esigenze delle popolazioni e per l'avvio della ricostruzione.
  La posta in gioco è alta: è il destino dell'identità di una parte importante del Paese, del suo cuore geografico, dei luoghi ove sono le radici di una cultura che ha permeato l'Europa, è il futuro dei borghi dell'Appennino che la tenacia e la saggezza di quelle popolazioni hanno saputo conservare integro.
  Questo provvedimento è dunque un'importante risposta ed una prima pietra della ricostruzione, una ricostruzione che deve essere veloce ma soprattutto fatta bene, attenta ai valori delle comunità, alla Pag. 47sua economia, al paesaggio, ai beni culturali di cui quei territori sono un irripetibile scrigno.
  Le popolazioni colpite, i Sindaci in testa, hanno espresso in questi mesi due grandi, grandi valori: quello della dignità e quello della solidarietà.
  Grande è la voglia di tornare alla normalità, un'aspettativa che non possiamo eludere, che non dobbiamo deludere !
  Lo dobbiamo alle tante vittime di questa tragedia, lo dobbiamo a chi ha perso tutto, affetti e beni, a chi oggi soffre la lontananza dai luoghi dove è nato e ha vissuto, ai tanti volontari che hanno dato prova di professionalità e umanità, a tutto il sistema della Protezione Civile, ai bambini che hanno diritto di vedere realizzato il loro sogno che tutto torni com'era.
  «Il futuro non crolla» è il messaggio forte, virale, che hanno lanciato il Rettore e gli studenti dell'Università di Camerino: un messaggio di tenacia e di speranza che sta alla politica, se vuole essere adeguata alle aspettative e noi vogliamo essere all'altezza, non deludere ma anzi arricchire di contenuti concreti, il che vuol dire ricostruire presto e bene !
  Mi auguro dunque che dal dibattito scaturiscano utili indicazioni per procedere con una forte unità di intenti sulla strada della ricostruzione materiale e immateriale.

Pag. 48 Pag. 49 Pag. 50