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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 677 di mercoledì 21 settembre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  CATERINA PES, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale (ore 9,35).

  LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Vico, su che cosa ? Sul processo verbale ? Prego.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Rispetto al processo verbale, alla pagina 32 del resoconto stenografico, il Presidente facente funzioni della seduta di ieri, rispetto all'emendamento 5.50 Quintarelli, ha dichiarato aperta la votazione e successivamente ha dichiarato...

  PRESIDENTE. Onorevole Vico, mi perdoni, però questo è lo stenografico, non è il processo verbale.

  LUDOVICO VICO. No, guardi, in questa sede, dato che si vota il processo verbale, Presidente, della seduta di ieri, un parlamentare ha il diritto, rispetto al processo verbale della seduta di ieri, di segnalare. Pertanto, se lei pensa che non sia questa la sede competente, mi autorizzerà, in apertura di seduta, a riproporre la questione che ancora non ho esplicitato. Questo è il processo verbale, e quindi intendo intervenire sul processo verbale che è afferente al resoconto stenografico di cui i parlamentari sono titolati e possessori la mattina successiva alla conclusione della giornata dei lavori.

  PRESIDENTE. Se intende proporre una rettifica, in questo senso sì. Sul processo verbale non è concessa la parola se non a chi intenda proporre una rettifica, e questo potrebbe essere il caso, o chiarire il proprio pensiero.

  LUDOVICO VICO. Mi scusi, Presidente, prima di chiedermi cosa devo fare, deve ascoltarmi, deve essere verbalizzato...

  PRESIDENTE. Prego.

  LUDOVICO VICO. ... poi mi dirà se è conforme al processo verbale o meno, ma lei non può chiedermi prima cosa devo dire.

  PRESIDENTE. No, io le domando preventivamente in relazione a quale di queste due ipotesi...

  LUDOVICO VICO. Io preventivamente, rispetto al resoconto, al processo verbale di oggi, le sto dicendo che, alla pagina 32 del resoconto, in ordine all'emendamento 5.50 Quintarelli, il Presidente facente funzioni in quel momento ha dichiarato aperta la votazione, ha chiuso la votazione e l'ha revocata senza alcuna motivazione, per una protesta che è descritta finanche nel testo. Vorrei raccomandare al Presidente facente funzioni e ad ella che trattasi di precedente che va dichiarato non valido per il prossimo futuro. Questo è Pag. 2quanto era doveroso da parte mia rendere; poi, intanto sarà stenografato quanto detto. Grazie.

  PRESIDENTE. Però, non concernendo nessuna delle due questioni, la Presidenza prende atto delle sue dichiarazioni, però non è una proposta di rettifica né un chiarimento del suo pensiero.
  Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Capelli, Cimbro, Dambruoso, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galati, Giachetti, Locatelli, Nicoletti, Picchi, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Sani, Schullian e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,05.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Sani ed altri; Oliverio ed altri: Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino (A.C. 2236-2618-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 2236-2618-A: Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino.
  Ricordo che nella seduta del 19 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati.
  Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 1.0100, l'emendamento 9.100, l'articolo aggiuntivo 59.0100, l'emendamento 63.100 e l'articolo aggiuntivo 86.0100, che sono in distribuzione.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), che sono in distribuzione.
  Faccio presente che tale ultimo parere riguarda tutti gli emendamenti contenuti nel fascicolo 1, ma non anche quelli presentati successivamente, su cui la Commissione bilancio si esprimerà nel corso della sospensione della seduta dell'Assemblea. Dovremo, quindi, procedere all'accantonamento di tali emendamenti e la Presidenza avrà cura di comunicare di volta in volta quali ulteriori emendamenti ed articoli sarà necessario conseguentemente accantonare.

Pag. 3

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 1.51 Russo e chiede l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 1.050 Sani.

  PRESIDENTE. E quindi anche dell'articolo aggiuntivo 1.0100 della Commissione, immagino.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sì.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Perfetto.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.51 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sani. Ne ha facoltà.

  LUCA SANI. Grazie, Presidente. Per dire che sull'emendamento all'articolo 1, su cui si sono già espressi, ovviamente, i pareri, c’è stato un accordo in Commissione su questa nuova versione, perché esalta un po’ quella che è l'anima di questo provvedimento, e cioè del riconoscimento del vino italiano come patrimonio culturale nazionale. Questo perché vogliamo raccontare un po’ la storia, ciò che rappresenta questo prodotto per il Paese, non solo dal punto di vista economico, ma anche storico e culturale. Ormai, nel corso del tempo, il vino sempre di più ha assunto un elemento fortemente identitario per il made in Italy, per i territori, per la storia delle civiltà, soprattutto quella rurale.
  Il vino, come sappiamo, non è più considerato solo un alimento, com'era in passato, ma, per le sue qualità, per il patrimonio di conoscenza che c’è dietro alla produzione del vino, c’è molto di più. E allora pensiamo che, nell'obiettivo di dare alla filiera, al mondo della produzione, uno strumento legislativo più agevole e chiaro, che semplifichi, riaffermare la qualità di questo prodotto, la storia, rappresenti un elemento anche che consegna maggiore competitività al sistema vitivinicolo italiano, che sta avendo delle performance importanti, sia in qualità sia in quantità di produzione, soprattutto sul mercato estero.
  Circa il 50 per cento del vino prodotto in Italia, del volume anche in termini economici che il vino rappresenta per l'economia italiana, è oggetto di esportazione. Naturalmente siamo e saremo competitivi nel mondo. Sappiamo che ai Paesi che tradizionalmente sono produttori di vino se ne sono aggiunti altri emergenti molto competitivi, ebbene noi sapremo competere con maggiore capacità se, oltre alla qualità del prodotto, riusciremo anche a raccontare una storia che è la storia dell'Italia, delle tante biodiversità, dei tanti territori e della conoscenza che su questo sia i produttori, che i professionisti, sono riusciti a far crescere nel corso degli anni. Lo ripeto: su questa nuova versione dell'articolo 1 c’è stata una larga condivisione all'interno della Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Russo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

  Ora non votiamo l'articolo 1, perché è stato approvato l'emendamento precedente, Pag. 4che è interamente sostitutivo dell'articolo, e abbiamo l'accantonamento degli articoli aggiuntivi 1.050 Sani e 1.0100 dalla Commissione.

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.50 Oliverio.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Oliverio, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 3.50 Zanin.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Zanin, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 5

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 8.50 Russo ed esprime parere favorevole sull'emendamento 8.51 Cova.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere è conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.50 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, questa norma era necessaria ? Assolutamente sì. Era urgente anche, era indifferibile, era indispensabile ? Senza dubbio. Qual è il tema che noi vorremmo provare a suggerire all'Aula e alla riflessione, ovviamente in una chiave propositiva e di buonsenso ? Non si ritorna sulla materia vino da quasi vent'anni; da quasi vent'anni questo Parlamento, da oltre vent'anni questo Parlamento non prova a metter mano ad una norma complessiva, ad una sorta di tavole che riguardano l'intera filiera vitivinicola del nostro Paese con tutto quello che opportunamente il presidente Sani ha voluto rappresentare rispetto all'eccellenza del prodotto e a come questo prodotto rappresenta nel mondo l'italianità. Pag. 6Ma avevamo proprio bisogno di un testo con 90 articoli ? Avevamo proprio bisogno di un testo con 90 articoli, 30 mila parole, un testo così costruito ? Proviamo a verificare piuttosto cosa accade in altri Paesi, anche nei Paesi competitor nostri, anche in Paesi che hanno storia e tradizione da questo punto di vista, Francia, Spagna. La legge sul vino è una legge di principi e poi compete al Ministero, con propri regolamenti, regolamentare la vicenda. Questo non per il gusto del Parlamento di attribuire responsabilità al Ministero ma per rendere le eventuali modifiche e le specifiche tecniche più facilmente emendabili. Il testo dell'articolo, che ora andiamo ad approvare, ragiona di planimetria dei locali, dico bene ? Planimetria dei locali.
  Credo che, rispetto a questa pur necessaria definizione, pur necessaria precisazione, sarebbe stato più utile un regolamento del Ministero che, di volta in volta, in ragione delle esigenze particolari, anche in ragione delle specifiche tecniche che si modulano con la modernità, avrebbe potuto esprimersi e avrebbe anche potuto emendarsi successivamente.
  Qual è il limite che io suggerisco alla maggioranza, al Governo ma al Parlamento tutto ? Il limite è che è evidente che, se andiamo ad approvare una norma del genere con legge primaria, la prossima volta proveremo a modificarla tra vent'anni, quando probabilmente sarà troppo tardi rispetto alle esigenze e alle istanze del mercato, alle mutate esigenze anche di natura scientifica, di natura tecnica rispetto alle conoscenze. Non sarebbe stato più normale, più utile, più funzionale, più immediato, più diretto che la legge del vino potesse essere la legge dei principi, dei grandi principi dell'eccellenza italiana e poi viceversa, attraverso una serie di regolamenti e di regole attuative, il Ministero, con specifiche tecniche, avrebbe potuto determinare di volta in volta la specificità di una materia che è naturalmente evolutiva ?
  Quindi, guardate, non sto a contestare ciò che è scritto nell'articolo 8, è necessario, sto a puntualizzare e a precisare – e probabilmente a suggerire – che queste medesime cose, proprio perché andrebbero emendate probabilmente successivamente, potrebbero essere meglio trattate e meglio considerate attraverso un'azione di delega (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.50 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.51 Cova, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Pag. 7

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Emendamento 9.50 Russo.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sul 9.50 Russo, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento 9.60 Mongiello è stato ritirato dalla presentatrice.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sul 9.51 Guidesi il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Identici Carra 9.52 e Russo 9.53.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Mongiello 9.54.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. 9.100 della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 9.55 Schullian.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici 9.56 Romanini e 9.57 Russo.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, per ritirare tutti gli emendamenti all'articolo 9 perché c’è una riformulazione.

  MANFRED SCHULLIAN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MANFRED SCHULLIAN. Signor Presidente, solo per ritirare l'emendamento.

  PRESIDENTE. Il 9.55 ? Va bene.

  COLOMBA MONGIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Mongiello, immagino anche lei sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

  COLOMBA MONGIELLO. Signor Presidente, ritiro gli emendamenti a mia firma e di tutti i colleghi che hanno firmato con me. Le dico subito: il 9.60...

  PRESIDENTE. Era già stato ritirato.

  COLOMBA MONGIELLO. ... il 9.52 Carra e il 9.54 Mongiello perché c’è una riformulazione al testo.

  PRESIDENTE. Va bene. Sono ritirati anche gli emendamenti Romanini 9.56 e 9.52 Carra. Quindi, a questo punto, c’è solo l'emendamento Guidesi 9.51, su cui pure c’è l'invito al ritiro, ma non lo ritira, mi pare di capire, quindi lo poniamo in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 8Guidesi 9.51, con il parere contrario di Commissione e Governo, contraria anche la I Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere sull'emendamento 11.50 Russo.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 11.50 Russo il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Anche da parte del Governo il parere è contrario. Voglio approfittare di questa occasione per ribadire all'onorevole Russo, ma anche a tutti i colleghi, che obiettivamente si è compiuta una scelta, nell'andare a produrre questo testo, di ascoltare molto attentamente la filiera e di cercare di dare immediatamente alcune delle risposte che, come l'onorevole Russo diceva prima, sono urgenti e necessarie per tutto il comparto. Non si è adottata la strategia di ampie deleghe, è vero, onorevole, che pure esistono in altre legislazioni, ma anche perché sappiamo bene che già nell'attuale legislazione italiana tali materie – che oggi sono ulteriormente normate, però in un testo unico, ci tengo a precisarlo – avevano già questa caratterizzazione di norma primaria.
  Pertanto abbiamo ascoltato la filiera, essendo molto puntuali in questo e due anni di lavoro – e di questo ringrazio davvero la Commissione nella sua interezza – non sono passati invano. Quindi la scelta di mantenere alcune deleghe – perché deleghe ci sono, ma solo su alcune materie – è frutto di questa volontà, che è stata unanimemente espressa, di venire incontro immediatamente alle esigenze della filiera, naturalmente con quell'attenzione e con quel rigore che sono necessarie laddove si vuol fare vera semplificazione e non soltanto proclami.

Pag. 9

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.50 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Sì, è il caso proprio dell'articolo 11, per il quale articolo 11, ovviamente, io suggerisco che sia il Ministro, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, a definire e regolamentare la produzione di mosto cotto.
  Nel testo vi è una puntualizzazione che credo sia utile che i colleghi ascoltino e leggano: «negli stabilimenti enologici è permessa la concentrazione a riscaldamento diretto o indiretto del mosto di uve o del mosto muto, per la preparazione del mosto cotto, limitatamente agli stabilimenti che producono mosto cotto e giù di lì». È evidente che la scelta fatta – che io comprendo – dal Governo e dalla maggioranza è la scelta fatta per l'uovo oggi; forse andava fatta una scelta un po’ più strategica, per pensare non solo all'uovo oggi, ma anche alla gallina domani. Forse sarebbe stato utile ascoltare quanti in questo Parlamento vanno chiedendo se mai una delegificazione, una semplificazione delle norme, una riduzione anche sul piano quantitativo delle norme scritte; forse, più che andare nello specifico della produzione del mosto cotto, sarebbe stato utile aiutare il Ministro, il Governo nel rispondere celermente alle domande di mercato, alle domande di filiera.Qui, non si disconosce il lavoro che ha fatto la filiera, il lavoro importante che ha svolto la Commissione, ma prevedere per norma che sia ammessa la produzione di mosto cotto, denominato anche saba, sapa o similari, è evidente che è una tale articolazione di dettaglio che sfugge a molti di noi, ma sfugge anche al buonsenso, alla ragionevolezza, all'immediatezza della norma, alla percezione di una norma che sia diretta, immediata, facilmente intellegibile e, quindi, anche, ove necessario, modificabile. Così composta diventa una sorta di tavola scritta immodificabile, difficilmente rinegoziabile e, quindi, anche un ulteriore elemento di freno alle prospettive di sviluppo di questa filiera, alle prospettive, anche, di crescita di questa filiera. Per questa ragione, anche questo emendamento non va contro il merito dello scritto, ma va nel segno di un'ampia e definita, ampia ma definita, delega che potrebbe consentire ai Ministri interessati di essere ancora più precisi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.50 Russo, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Pag. 10

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 13.50 Russo, parere contrario. Sull'emendamento 13.51 Russo, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Il parere è conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Perfetto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.50 Russo, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.51 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. Bene, è ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).Pag. 11
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 16.50 Russo il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.50 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. È utile che i colleghi sappiano che questo articolo 16 e anche quello successivo, il 17, sono importanti. L'articolo 16 ragiona di succhi d'uva da mosti con titolo alcolometrico naturale inferiore all'8 per cento. I mosti aventi un titolo alcolometrico naturale inferiore all'8 per cento in volume destinati alla preparazione di succo di uve e di succo di uve concentrato possono essere detenuti nelle cantine e giù di lì. L'articolo 17 è relativo alla detenzione di anidride carbonica, di argo e di azoto. Preciso questo per puntualizzare qual è il grado di dettaglio di questa norma e quale la linea scelta da questo Parlamento per dedicare e donare 90 articoli con 30.000 parole al settore vitivinicolo. Novanta, un impegno cospicuo, significativo, oserei dire epocale per alcuni aspetti, ma è evidente che diventa una sorta di mausoleo che viene consegnato, difficilmente intellegibile, più utile per gli studi professionali e meno per le aziende quando è composto in modo intangibile in questo modo.
  Il suggerimento, ovviamente garbato quanto modesto, è quello di provare a consentire al Ministero di fare il suo mestiere, quello di regolamentare queste cose sulla base di alcuni principi che questo Parlamento avrebbe potuto facilmente e celermente indicare.
  È evidente che la discussione che si è protratta in questi due anni è anche una discussione figlia di questi dettagli, figlia esattamente di questo livello di dettaglio, che complica la vicenda, e soprattutto la complica quando dovrà essere – come è naturale che accada – necessariamente modificata.
  Per questa ragione, mi permetto ancora di suggerire, come parlamentare dell'opposizione, che un gruppo di opposizione dovrebbe sottrarre deleghe al Governo, qui siamo al contrario: vi è il desiderio di venire incontro alle istanze, alle esigenze delle imprese agricole, perché possa essere successivamente migliorato questo testo, emendato quando necessario e soprattutto non congelato, ibernato e lasciato ai posteri; quindi un testo che possa essere, viceversa, per la specificità della natura, per la naturale evolutività della materia, rapidamente modificato.
  Per questa ragione l'invito ed il suggerimento a votare l'emendamento, che non contesta il merito ma il metodo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.50 Russo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e sul quale la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Pag. 12

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), la 17.50 Russo, che però risulta ritirata.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).Pag. 13
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Presidente, sull'emendamento 22.50 Russo vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Perfetto. Essendo un emendamento interamente soppressivo, votiamo il mantenimento dell'articolo 22, quindi è come se votassimo l'articolo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Presidente, sull'emendamento 23.50 Russo, parere contrario; sull'emendamento 23.51 Prina, parere favorevole; sull'emendamento 23.52 Russo, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.50 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.51 Prina, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.52 Russo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Pag. 14

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 24.50 Russo.

  PRESIDENTE. Perfetto. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 24.50 Russo.

  PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, perché dice «perfetto» quando il relatore esprime parere contrario ?

  PRESIDENTE. Perché abbiamo perfezionato la parte dei pareri. Onorevole, lo ritira ?

  PAOLO RUSSO. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 15

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 28.50 Mucci e parere favorevole sull'emendamento 28.51 Schullian.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.50 Mucci, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 28.51 Schullian, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 29 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 30 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Pag. 16

(Esame dell'articolo 31 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione – Commenti del deputato Tancredi).

  Onorevole Tancredi, io più che chiamarla non posso fare; poi, se fa la cortesia, voti con le dita e vede che questo problema non ce l'ha più. È chiusa qua la discussione, basta (Commenti del deputato Tancredi) ! Onorevole Tancredi, non mi costringa a richiamarla. Onorevole Tancredi, basta, non abusi della pazienza della Presidenza...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

(Esame dell'articolo 32 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 32.50 Fabrizio Di Stefano, favorevole sul 32.52 Gallinella e contrario sul 32.53 Mucci.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.50 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.52 Gallinella, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.53 Mucci, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Pag. 17

(Esame dell'articolo 33 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 33.50 Gallinella e 33.51 Russo, se riformulati sostituendo le parole «due campagne» con le seguenti «tre campagne».

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Russo e Gallinella accettano la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 33.50 Gallinella e 33.51 Russo, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

(Esame dell'articolo 34 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 34.50 Russo.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.50 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

(Esame dell'articolo 35 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.Pag. 18
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 36 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 37 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 37.50 Russo, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 37.51 Mucci.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 37.52 Fabrizio Di Stefano.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.50 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.51 Mucci, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.52 Fabrizio Di Stefano.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

Pag. 19

(Esame dell'articolo 38 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 38.50 Russo, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 38.51 Taricco.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. L'onorevole Russo ritira il suo emendamento 38.50.
  Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 38.51 Taricco.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38.51 Taricco, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

  Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Fiorio, per una precisazione. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Signor Presidente, in riferimento all'emendamento 38.51 Taricco, esso si riferisce a entrambi i periodi del primo comma.

  PRESIDENTE. Va bene.

(Esame dell'articolo 39 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Colleghi, liberiamo i banchi del Comitato dei nove, per favore ? Già c’è abbastanza confusione in genere.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 39.50 Russo, mentre esprime parere favorevole sugli emendamenti 39.52 e 39.53 Russo. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti 39.54 Russo e 39.55 Cenni, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 39.100 della Commissione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere è conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Chiedo al relatore se mi conferma il parere sull'emendamento 39.53 Russo; è favorevole ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Signor Presidente, scusate, è stato riformulato il Pag. 20principio nell'emendamento 39.100 della Commissione, quindi il parere è contrario sull'emendamento 39.53 Russo.

  PRESIDENTE. Quindi, le riepilogo i pareri, per chiarezza per tutti: sul 39.50 il parere è contrario, sul 39.52 il parere è favorevole, sul 39.53 è contrario e sugli identici 39.54 e 39.55 è contrario, mentre è favorevole sul 39.100 della Commissione, giusto ? Il Governo mi dà conferma della conformità ? Perfetto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.50 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.52 Russo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.53 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, solo per segnalare una singolarità: su questo articolo si inverte la tendenza, cioè invece di legiferare per norma primaria si delega. Allora, il Ministro, il Governo, la maggioranza, il relatore, qualcuno dovrebbe spiegare qual è il principio, qual è la regola per la quale su una materia si provvede con norma primaria e su un'altra si delega al Ministro. Convenienza, accordo di natura diversa ? Nulla a che vedere con la limpidezza della norma, nulla a che vedere con il legiferare in modo corretto. Avremmo anche una Commissione che si dovrebbe occupare di questo, nulla a che vedere con la prospettiva, come dire, regolare, certa e intellegibile di una norma; talvolta si fanno delle micro-deleghe, talaltra si procede, con un tecnicismo esasperato, a normare con norma primaria una materia che viceversa meriterebbe attenzioni diverse, magari maggiori attenzioni, ma non attenzioni dell'Aula bensì attenzioni di un profilo tecnico tipico di un regolamento ministeriale. Non riesco a capire la logica per la quale questa materia viceversa, che è veramente mezzo rigo, si delega al Governo; ovviamente il mio apprezzamento perché ciò accade, la mia meraviglia e il mio stupore – ma capisco le ragioni, come dire, improprie che non producono un buon risultato sul piano normativo – e l'imbarazzo nel leggere una condizione del genere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Signor Presidente, più in generale rispetto all'impostazione del collega Russo, che obietta al lavoro condotto su questo testo, noi abbiamo deciso di procedere il meno possibile per deleghe e cercare di normare le varie questioni così complesse e così articolate di modo da dare al comparto intero in tempi brevissimi un testo certo, non soltanto un'elencazioni di principi che devono essere poi sviluppati nel tempo. Sappiamo che per certi casi, su certe materie sono occorsi anni ad arrivare a definizione. Noi volevamo rispondere all'esigenza del comparto intero che chiedeva subito delle regole. Su questa questione più in generale, che riguarda il tema dell'incompatibilità, noi abbiamo ritenuto di lasciare al Governo la possibilità di affrontare e di approfondire gli eventuali conflitti di interesse; il mio intervento era più in generale rispetto a un'impostazione diversa da quella del collega Russo, legittima ma che avrebbe previsto ancora anni prima di arrivare a soluzione di questioni che invece vanno chiuse in tempi brevi.

Pag. 21

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.53 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

  Passiamo agli identici emendamenti 39.54 Russo e 39.55 Cenni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Siamo sempre sulla materia delle incompatibilità. La norma così composta produrrebbe che il presidente e i componenti del Comitato vino, che durano in carica tre anni, possano essere confermati... e via discorrendo. L'incarico di membro effettivo del Comitato è incompatibile con incarichi dirigenziali – e questo mi pare naturale – svolti presso organismi di certificazione o altre organizzazioni aventi analoghe competenze e anche incarichi professionali. Cioè, chiunque passa da un organismo di certificazione, anche con un ruolo professionale, un docente universitario o un tecnico o uno specialista, chiunque è solo di passaggio da quelle parti diventa automaticamente incompatibile. Questo emendamento, peraltro, analogo all'emendamento della collega Cenni, prova a suggerire nel buonsenso l'incompatibilità limitata agli incarichi dirigenziali: quelli sì che sono naturalmente, intrinsecamente incompatibili con il Comitato vini. Non capisco il ruolo dell'incarico professionale, mi sembra un'esclusione; esclusione che, peraltro, impedisce a professionalità importanti che si occupano di questa materia di far parte del Comitato vini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 39.54 Russo e 39.55 Cenni, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

(Esame dell'articolo 40 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 40.50 Russo c’è un invito al ritiro; sugli identici emendamenti 40.51 Russo e 40.52 Luciano Agostini il parere è favorevole; sul 40.53 Dallai c’è un invito al Pag. 22ritiro altrimenti il parere è contrario; sul 40.54 Russo il parere è contrario; sul 40.53 Parentela il parere è contrario...

  PRESIDENTE. No, è il 40.55, dopo il 40.54 Russo.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sì, ho letto male, mi scusi. Dunque, sul 40.55 Parentela il parere è contrario; sul 40.56 Luciano Agostini il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il parere è conforme al relatore su tutti gli emendamenti, mentre sul 40.56 Luciano Agostini il Governo si rimette all'Aula.

  PRESIDENTE. Allora, c’è un invito al ritiro sul 40.50 Russo, l'onorevole Russo mi sembra che non accetti l'invito al ritiro... Onorevole Russo ? Sul 40.50 il Governo ha fatto un invito al ritiro, lo manteniamo e lo poniamo, a questo punto, in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.50 Russo, con il parere contrario di Commissione e Governo...

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Chiedo l'accantonamento di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Avverto che l'accantonamento di tale proposta emendativa, volta a sostituire integralmente l'articolo 40 e a sopprimere, nella parte consequenziale, l'articolo 41, comporta anche quella di tutti gli emendamenti riferiti a tali articoli, nonché della votazione dei medesimi. Su tale emendamento, tra l'altro, non c’è il parere della Commissione bilancio, quindi, al di là della proposta del relatore, mi dicono gli uffici che noi dovremmo accantonarlo d'ufficio.
  Dall'accantonamento della votazione degli articoli 40 e 41 discende, altresì, quello degli articoli 43, 47, 74, 80 e 85, che a tali disposizioni fanno riferimento.
  Anche all'articolo 42, è riferito un emendamento – Russo 42.50 – su cui la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere; questa è un'altra questione su cui possiamo intervenire dopo.

  PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Russo, sulla proposta di accantonamento, immagino.

  PAOLO RUSSO. Presidente, ritiro i miei emendamenti che sono ancora oggetto di valutazione da parte della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Quindi, a questo punto, liberiamo il 40.50 Russo, lo intendiamo ritirato; idem per il 42.50 Russo e gli altri su cui non è stato espresso il parere.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 40.51 Russo e 40.52 Luciano Agostini, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

  Passiamo all'emendamento 40.53 Dallai; c’è un invito al ritiro, viene ritirato ? Perfetto.
  A questo punto passiamo all'emendamento 40.54 Russo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.54 Russo, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 23

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.55 Parentela, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.56 Luciano Agostini, con il parere favorevole della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

(Esame dell'articolo 41 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  L'emendamento 41.50 Russo è stato ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

(Esame dell'articolo 42 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A). Intendendosi l'emendamento 42.50 Russo, su cui non è stato dato il parere dalla Commissione bilancio, ritirato, passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

(Esame dell'articolo 43 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 43.50 Schullian il parere è contrario. Sull'emendamento 43.51 Luciano Agostini il parere è favorevole. Sull'emendamento 43.52 Benedetti il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il Pag. 24parere è conforme al relatore. Sull'emendamento 43.51 Luciano Agostini, il Governo si rimette all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 43.50 Schullian.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Schullian. Ne ha facoltà.

  MANFRED SCHULLIAN. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.51 Luciano Agostini, con il parere favorevole della Commissione e su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 43.52 Benedetti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

(Esame dell'articolo 44 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 78).

(Esame dell'articolo 45 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  A seguito dell'approvazione dell'emendamento 43.52 Benedetti non si vota più l'emendamento soppressivo 45.50 Parentela, che è precluso. Quindi, passiamo alla votazione dell'articolo 45.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 79).

(Esame dell'articolo 46 – A.C. 2236-2618-A )

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 46.50 Sani il parere è favorevole.

Pag. 25

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 46.50 Sani, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 80).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 81).

(Esame dell'articolo 47 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 47 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
  L'emendamento 47.50 Russo è precluso dall'approvazione del 43.52 Benedetti.
  Quindi, passiamo all'emendamento 47.52 Paolo Russo.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Allora, mi dà il parere sull'emendamento 47.51 Oliverio ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. È assorbito...

  PRESIDENTE. No, no, semmai è precluso dall'approvazione dell'emendamento Russo su cui lei ha dato parere favorevole. Si presume che sarà approvato, ma intanto mi dia il parere.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 47.52, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

  A questo punto, con l'approvazione dell'emendamento 47.52 Russo, è precluso il successivo, quindi passiamo alla votazione dell'articolo 47.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 47, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 83).

(Esame dell'articolo 48 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 48 e delle proposte emendativePag. 26ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 48.50 Russo, parere contrario; emendamento 48.51 Russo, parere contrario; emendamento 48.52 Taricco, parere favorevole; emendamento 48.53 Taricco, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 48.50 Russo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e sul quale la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 48.51 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 48.52 Taricco, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 86).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 48.53 Taricco, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 87).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

(Esame dell'articolo 49 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 49 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 49.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 89).

Pag. 27

(Esame dell'articolo 50 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 50 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Presidente, sugli identici emendamenti 50.50 Gadda e 50.51 Russo il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 50.50 Gadda e 50.51 Russo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 90).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 50, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 91).

(Esame dell'articolo 51 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 51 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 51.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 92).

(Esame dell'articolo 52 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 52 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 52.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 93).

(Esame dell'articolo 53 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 53 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Emendamento 53.50 Coppola, parere favorevole con riformulazione. Si chiede al proponente, Pag. 28accanto all'emendamento, di aggiungere al comma 2: sopprimere il secondo periodo.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, può ripetere la riformulazione ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Al comma 2 dell'articolo 50, sopprimere il secondo periodo.

  PRESIDENTE. Guardi, siamo all'emendamento 53.50.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Mi scusi, Presidente. Al comma 2 dell'articolo 53 sopprimere il secondo periodo. Dopo l'emendamento del collega Coppola.

  PRESIDENTE. Questa sarebbe la riformulazione ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sì.

  PRESIDENTE. Allora, siccome c’è una sostanziale distanza dal testo originario, ci dovrebbe essere un accordo sostanziale del Comitato dei nove, unanime, per una riformulazione del genere. Se così è, se non vi sono obiezioni, intendiamo accettata la proposta di riformulazione; poi il presentatore dell'emendamento dirà se è accolta. Se così non è, è un problema. Ok ? Non mi pare che ci siano obiezioni.

  SILVIA BENEDETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Benedetti, su che cosa ? Su questo ?

  SILVIA BENEDETTI. Sì, Presidente. Chiedo un minuto se è possibile, visto che comunque il cambiamento prima non era stato paventato.

  PRESIDENTE. Lei chiede una sospensione per la riunione del Comitato dei nove ?

  SILVIA BENEDETTI. Sì, pochissimo.

  PRESIDENTE. Ok. Ciò a questo punto è possibile. L'alternativa potrebbe essere un accantonamento. Prego, onorevole Coppola, perché se poi non l'accetta.

  PAOLO COPPOLA. Certamente, grazie, Presidente. In effetti, la forma della riformulazione può far sembrare che cambi molto il senso del mio emendamento, ma in realtà la riformulazione prende quasi in toto il senso vero dell'emendamento, che serviva a evitare che le imprese che tengono il registro con strumenti informatici siano obbligate anche a stampare il registro, non rispettando i loro diritti che sono previsti dal codice dell'amministrazione digitale.
  Nella mia formulazione io avevo ecceduto, probabilmente, andando a specificare che era vietato chiedere la stampa, ma, visto che esiste il codice dell'amministrazione digitale, visto che mi sembra che anche il Governo sia d'accordo che questa fosse una richiesta che ledeva i diritti, io accetto la riformulazione proposta dal relatore.

  PRESIDENTE. Allora, poiché c'era una richiesta dell'onorevole Benedetti, se la richiesta permane, io la sospensione la concedo; se, invece, il chiarimento anche formulato dal presentatore è sufficiente, andiamo avanti. Prego, onorevole Benedetti.

  SILVIA BENEDETTI. Sì, grazie, Presidente. La spiegazione è sufficiente e quindi a posto così.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Benedetti, la riformulazione è accettata. Relatore, il parere sull'emendamento 53.51 Russo ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

Pag. 29

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 53.50 Coppola.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 53.50 Coppola, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 94).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 53.51 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 53, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 96).

(Esame dell'articolo 54 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 54 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 54.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 97).

(Esame dell'articolo 55 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 55 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 55.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 98).

(Esame dell'articolo 56 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 56 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 56.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 99).

(Esame dell'articolo 57 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 57 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).Pag. 30
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 57.50 Schullian.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo è conforme e comunque il presentatore accetta l'invito al ritiro.
  Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 57.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 57.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 100).

(Esame dell'articolo 58 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 58 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 58.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 101).

(Esame dell'articolo 59 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 59 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 59.

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 102).

  Dovremmo ora passare all'articolo aggiuntivo 59.0100 della Commissione. Poiché, tuttavia, la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere su tale proposta emendativa, dobbiamo procedere al suo accantonamento.
  Chiedo, invece, al relatore e al Governo il parere sugli articoli aggiuntivi successivi.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sugli articoli aggiuntivi 59.050 e 59.051 Falcone, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il proponente ha ritirato gli articoli aggiuntivi 59.050 e 59.051.

(Esame dell'articolo 60 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 60 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 60.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 103).

Pag. 31

(Esame dell'articolo 61 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 61 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 61.50 Fabrizio Di Stefano il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 61.50 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 61.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 105).

(Esame dell'articolo 62 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 62 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 62.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 106).

(Esame dell'articolo 63 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 63 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 63.52 Guidesi il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Dobbiamo ora procedere all'accantonamento dell'emendamento 63.100 della Commissione, su cui la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere. L'accantonamento di tale proposta emendativa comporta, altresì, l'accantonamento delle successive proposte emendative riferite all'articolo 63, nonché la votazione del medesimo articolo. Dall'accantonamento dell'articolo 63 discende, altresì, l'accantonamento degli articoli 64 e 79, che recano riferimenti a tale articolo.
  Chiedo, quindi, il parere del Governo sull'emendamento Guidesi 63.52.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

Pag. 32

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 63.52 Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

(Esame dell'articolo 65 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 65 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 65.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 108).

(Esame dell'articolo 66 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 66 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 66.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 109).

(Esame dell'articolo 67 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 67 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 67.50 Coppola il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 67.50 Coppola, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 110).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 67.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 111).

(Esame dell'articolo 68 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 68 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).Pag. 33
  L'emendamento 68.50 Russo è ritirato. Quindi, passiamo direttamente alla votazione dell'articolo 68.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 68.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo salutiamo studenti e insegnanti della scuola media Don Salvatore Vitale di Giugliano in provincia di Napoli, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 112).

(Esame dell'articolo 69 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 69 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sull'emendamento 69.50 Terrosi il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Terrosi 69.50, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 113).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 69, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 114).

(Esame dell'articolo 70 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 70 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 70.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 115).

(Esame dell'articolo 71 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 71 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 71.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 116).

Pag. 34

(Esame dell'articolo 72 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 72 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 72.50 Palma e favorevole sull'emendamento 72.51 Sani, purché riformulato nella parte finale sugli importi, nel senso di sostituire: «da euro 2.000 a euro 12.000» con: «da euro 3.000 a euro 18.000».

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 72.50 Palma, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 117).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'emendamento 72.51 Sani.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 72.51 Sani, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 118).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 72, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 119).

(Esame dell'articolo 73 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 73 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 73.50 Carra e 73.51 Zanin.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere favorevole per entrambi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 73.50 Carra, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 120).

Pag. 35

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 73.51 Zanin, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 121).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 73, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 122).

(Esame dell'articolo 74 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 74 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 74.50 Fabrizio Di Stefano.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 74.50 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 123).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 74.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 124).

(Esame dell'articolo 75 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 75 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 75.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 125).

(Esame dell'articolo 76 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 76 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 76.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 126).

Pag. 36

(Esame dell'articolo 77 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 77 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 77.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 127).

(Esame dell'articolo 78 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 78 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 78.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 128).
  Ricordo che l'articolo 79 è stato accantonato.

(Esame dell'articolo 80 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 80 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 80.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 129).

(Esame dell'articolo 81 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 81 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 81.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 130).

(Esame dell'articolo 82 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 82 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A). Ricordo che l'emendamento 82.50 Russo è stato ritirato.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 82.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 131).

(Esame dell'articolo 83 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 83 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.Pag. 37
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 83.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 132).

(Esame dell'articolo 84 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 84 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 84.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 133).

(Esame dell'articolo 85 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 85 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 85.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 134).

(Esame dell'articolo 86 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 86 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 86.50 Venittelli.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 86.50 Venittelli, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 135).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 86, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n.136).
  L'articolo aggiuntivo 86.0100 della Commissione è accantonato per l'assenza del parere della Commissione bilancio.
  L'articolo aggiuntivo 86.050 Mongiello ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. È accantonato conseguentemente al precedente.

Pag. 38

  PRESIDENTE. Diciamo che è una proposta che fa adesso, perché su questo c’è il parere della Commissione bilancio; è una proposta del relatore.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sì, lo accantoniamo.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, a questo punto lo accantoniamo.

(Esame dell'articolo 87 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 87 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 87.52 Russo e 87.53 Capozzolo.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 87.52 Russo e 87.53 Capozzolo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 137).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 87, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n.138).

(Esame dell'articolo 88 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 88 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 88.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 139).

(Esame dell'articolo 89 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 89 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 89.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 140).

Pag. 39

(Esame dell'articolo 90 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 90 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 90.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 141).

  A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà a partire dall'esame e votazione delle proposte emendative accantonate, nella parte pomeridiana della seduta, dopo il seguito della discussione delle mozioni in materia di riforma della legge elettorale.
  Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro della giustizia, la Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

(Elementi e iniziative per contrastare il fenomeno delle morti e degli infortuni sul lavoro – n. 3-02491)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Scotto ed altri n. 3-02491 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  L'onorevole Placido ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ANTONIO PLACIDO. Presidente, non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro. Non sono le parole di un deputato di Sinistra Italiana, sono le parole del Presidente della Repubblica, pronunciate all'indomani della serie di infortuni sul lavoro che sono costati la vita a un ragazzo di 25 anni, schiacciato all'Ilva di Taranto mentre lavorava su un nastro trasportatore; ad un lavoratore di 53 anni presso il deposito ATAC dell'Acqua Acetosa, qui a Roma, folgorato; e finanche nello scenario bucolico di un agriturismo vicino Trieste un lavoratore è rimasto schiacciato sotto il peso di una macchina operatrice.
  Il 14 settembre, inoltre, un lavoratore egiziano, a Piacenza – ma questo, più che rubricarsi come infortunio probabilmente va collocato sotto il titolo di omicidio, poi vedremo se colposo, doloso o preterintenzionale –, muore mentre sta manifestando per i diritti e la dignità del lavoro, come non accadeva più in questo Paese da decenni, come probabilmente è accaduto agli albori della storia del movimento dei lavoratori. Cosa intende fare il Governo, sul piano normativo ed ispettivo, per arginare questa che si presenta ormai come una catastrofe annunciata ?

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Presidente, onorevole, in primo luogo desidero esprimere il profondo cordoglio e vicinanza alle Pag. 40famiglie per la morte dei lavoratori di Roma, di Trieste, di Taranto, e per l'operaio vittima di questo drammatico evento a Piacenza; fatti sui quali sono in corso le indagini della magistratura, alla quale spetta accertare l'esatta dinamica dei fatti e le responsabilità connesse, mentre, per quanto di mia competenza, posso ribadire l'impegno del Ministero a proseguire nelle attività necessarie ad assicurare la legalità nei luoghi di lavoro nonché a garantire il diritto di ciascun lavoratore a manifestare le proprie rivendicazioni in condizioni di sicurezza.
  Peraltro, va ricordato che la vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro viene svolta prioritariamente dai servizi ispettivi delle ASL competenti per territorio, così come previsto dall'articolo 13 del Testo unico di sicurezza; solo per alcune attività, essenzialmente quelle nel settore dell'edilizia, questa vigilanza può essere esercitata anche dai servizi ispettivi delle Direzioni territoriali del lavoro. In ogni modo, informo che il personale ispettivo del Ministero del lavoro ha incrementato negli anni, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, l'attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro: nel 2015 sono state effettuate 25.544 ispezioni, mentre nel solo primo trimestre del 2016 le ispezioni sono state 14.277, quindi si può notare un significativo incremento di questa attività.
  Inoltre, in questi giorni prende avvio l'attività dell'Ispettorato nazionale del lavoro, che consentirà, attraverso l'uso congiunto delle risorse ispettive del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di INAIL ed INPS, di aumentare il numero e l'efficacia dei controlli, così come a breve, presumibilmente il 27 settembre, sarà pubblicato il decreto con il quale vengono definite le regole tecniche per la realizzazione e il funzionamento del sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro, un importante strumento che fornisce dati per orientare, programmare e valutare l'efficacia dell'attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. La costituzione del SINP e il suo effettivo avvio consentiranno di migliorare l'attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, semplificando l'azione degli organi di vigilanza e l'adempimento delle loro funzioni e garantendo, tra l'altro, l'integrazione tra i sistemi informativi delle diverse amministrazioni coinvolte. Quindi, non posso che respingere le affermazioni che considero infondate, in merito alla natura e finalità delle nostre politiche del lavoro.
  Il contrasto alle morti, agli incidenti e alle malattie sul lavoro è una priorità da sempre presente nel nostro agire, come testimoniano i dati sui controlli che ho appena citato e la collaborazione permanente con INAIL per il miglioramento delle azioni di prevenzione.
  Questo dato non toglie nulla all'impegno a fare sempre di più e meglio per difendere la salute e la sicurezza dei lavoratori. Fino a quando ci sarà una morte o un infortunio, dovremo continuare a perseverare nel nostro impegno e migliorarlo permanentemente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Placido ha facoltà di replicare, per due minuti, con preghiera di stare nei tempi.

  ANTONIO PLACIDO. Presidente, dire che giudichiamo insufficiente la replica è poco. In realtà, siamo comunque nel quadro di una prassi molto italica, che è quella di innalzare i toni della esecrazione e contemporaneamente non riuscire a produrre nessuna azione efficace, allorquando si tratta di contrastare il ripetersi di fenomeni di questo tipo. Noi crediamo di poter dire che ci siano dati che smentiscono ciò che abbiamo ascoltato: nel 2015, gli incidenti mortali sono stati ben 1.172, a fronte dei 1.009 del 2014, quindi hanno subito un incremento; nel 2016, ad oggi, stiamo poco al di sotto dei livelli dello scorso anno, e ci andiamo, ahimè, drammaticamente allineando.
  La verità è che, tutte le volte che qui si discute di sburocratizzazione, in realtà si deregolamenta; tutte le volte che si deregolamenta si attenuano i controlli e la loro efficacia; e se il numero di ispezioni si Pag. 41moltiplica ma si disinveste sulle strutture che dovrebbero effettuare le ispezioni, crediamo che da questo punto di vista non possa venire fuori niente di buono. È dal Jobs Act in poi che diritti del lavoro, tutele sui luoghi di lavoro e norme sulla sicurezza vengono sistematicamente prese di mira dall'azione di questo Governo, e che, in linea con quello che accade nel resto d'Europa, si punta decisamente a svalorizzare il lavoro, la dignità e i diritti dei lavoratori.
  Noi incalzeremo il Governo su questo terreno, chiederemo che i dati delle ispezioni ci siano forniti, e immaginiamo anche di poter costruire, sulla base di questi dati, un dossier che possa eventualmente servire a un lavoro che aggiorni i dati e che produca una vera e propria inchiesta su ciò che accade oggi nei luoghi di lavoro in Italia e sulle condizioni del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative volte a modificare la normativa in materia di accesso agli indennizzi automatici, nell'ambito della procedura per tutelare i possessori di obbligazioni subordinate che hanno subito una svalutazione dei loro titoli – n. 3-02492)

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02492 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ADRIANA GALGANO. Presidente, Ministro Padoan, la nostra interrogazione riguarda gli indirizzi automatici previsti per gli investitori di obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. La normativa vigente prevede infatti che, con vari paletti, siano indennizzati gli investitori che abbiano comprato queste obbligazioni direttamente dalle quattro banche ed esclude, invece, coloro che li abbiano acquisiti da altri operatori, creando di fatto un'inspiegabile discriminazione.
  Chiediamo quindi al Governo cosa intenda fare per consentire anche a coloro che abbiano acquisito da altri operatori – naturalmente rispettando i paletti – di ottenere gli indirizzi automatici, eliminando questa odiosa discriminazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Presidente, onorevole interrogante, l'interrogazione riguarda il fondo di solidarietà istituito dalla legge di stabilità 2016 in favore degli investitori che, nel novembre 2015, detenevano strumenti finanziari subordinati emessi dalle quattro banche poste in risoluzione. Si chiede al Governo di modificare i criteri di accesso agli indennizzi automatici previsti dal fondo. In particolare, viene richiesto di estendere la possibilità di accedervi anche ai soggetti che hanno investito in titoli obbligazionari attraverso altri operatori.
  La scelta legislativa di limitare l'accesso al rimborso automatico solo per gli investitori che hanno acquistato i titoli direttamente dalle banche poi messe in liquidazione, escludendo, invece, coloro che avevano fatto lo stesso investimento, ma tramite altri intermediari, è dovuta alla necessità di assicurare la compatibilità del meccanismo di rimborso con la disciplina dell'Unione europea sul risanamento e sulla risoluzione delle banche e con le norme del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea sul divieto di aiuti di Stato. Ciò premesso, tra le condizioni per riconoscere il ristoro a favore degli investitori vi è quella della intervenuta violazione delle regole di condotta relative alla vendita degli strumenti finanziari, accertata quanto meno tramite ragionevoli e solidi indici presuntivi.
  Si è comunque ritenuto, anche sulla scorta di preventive interlocuzioni con gli uffici della Commissione europea, di istituire il fondo e di limitarne la fruizione ai soli risparmiatori che hanno acquistato strumenti finanziari dalle banche risolte in considerazione della incapienza delle stesse. Del tutto differente è la condizione Pag. 42di chi ha acquistato da altri intermediari capienti. Si aggiunge, infine, che, in sede di conversione del decreto-legge n. 59 del 2016, sono stati respinti emendamenti di iniziativa parlamentare che perseguivano l'intento auspicato dall'onorevole interrogante.

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di replicare per due minuti.

  ADRIANA GALGANO. La ringrazio, Ministro, per la cortesia della sua risposta, ma è chiaro che noi non siamo assolutamente soddisfatti. È molto antipatico e crea un grandissimo problema nel Paese continuare a demandare scelte veramente difficili da comprendere all'Europa, perché, se avete negoziato con l'Europa determinate condizioni, credo che potevate essere in grado di negoziare anche quelle per coloro che hanno comprato da altri operatori, perché, comunque, se rimborsiamo gli uni, non si capisce perché non si debbano rimborsare gli altri.
  Noi, comunque, faremo un approfondimento su quanto lei ci ha detto, e anche sul discorso dei capienti e degli incapienti, per poter agire in Parlamento e presentare emendamenti che rendano non operativa questa odiosa discriminazione.

(Chiarimenti in ordine al ruolo del Ministro dell'economia e delle finanze nel cambio del vertice di Monte dei paschi di Siena e all'asserito coinvolgimento della banca d'affari JP Morgan – n. 3-02493)

  PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta ed altri n. 3-02493 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente. Il suo Governo si è molto esercitato in materia bancaria, signor Ministro: molti decreti, pochi risultati, qualche danno, un'incertezza forte per i risparmiatori e per l'intero comparto bancario. La notizia degli ultimi giorni è il cambio repentino dei vertici del Monte dei paschi di Siena, banca la cui crisi, ahimè, è nota, soprattutto da quando il Presidente Renzi ha sostenuto l'acquisto delle azioni, che da quel giorno hanno perso appena il 75 per cento. Ciò detto, a noi oggi interessa sapere – credo che interessi anche gli italiani – qual è il ruolo che lei, signor Ministro, ha assunto nella nomina del nuovo amministratore delegato, se è vero che lei, come alcuni organi di stampa hanno riferito, ha telefonato al vecchio amministratore per convincerlo a dimettersi e, soprattutto, qual è stato il ruolo di JP Morgan in questa vicenda, che, come noto, è la banca d'affari che ha coordinato il prestito ponte a favore di MPS e dove la nomina del nuovo amministratore, evidentemente, non sarebbe irrilevante.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. La banca Monte dei paschi di Siena ha ricevuto, alla fine del mese di giugno, una lettera dalla Banca centrale europea nella quale veniva richiesta una riduzione dei crediti deteriorati netti di oltre il 65 per cento, che, nell'arco del triennio, si sarebbero dovuti ridurre da 24,2 miliardi a 14,6 miliardi a fine del 2018. La banca, per soddisfare tale requisito, ha deciso di accelerare la riduzione dei crediti deteriorati, elaborando una cessione dell'intero portafoglio delle sofferenze, che, per poter essere realizzata, comporta un aumento consistente del capitale, quantificato nell'ammontare di 5 miliardi.
  Il dottor Fabrizio Viola, in qualità di amministratore delegato chiamato nel 2012 alla guida della banca in un momento di difficoltà per l'istituto, ha gestito la società per oltre quattro anni e ha portato a termine due complessi aumenti di capitale: il primo di 5 miliardi nel 2014 e un secondo di 3 miliardi nel 2015. Pag. 43Infatti, a seguito degli stress test del 2014, la banca è stata costretta a varare un nuovo aumento di capitale di 3 miliardi, appunto. Adesso si prospetta un nuovo aumento di capitale. La realizzazione di questo nuovo aumento di capitale per 5 miliardi comporta un piano che dovrà essere in discontinuità rispetto al piano in base al quale era stato presentato al mercato da poco più di un anno l'ultimo aumento di capitale.
  Il segnale di discontinuità faciliterà la realizzazione del nuovo piano industriale, la finalizzazione ottimale della più grande operazione di cartolarizzazione di sofferenze avvenuta in Italia e lo sviluppo di una banca rinnovata e sostenibile. La scelta del nuovo amministratore delegato è avvenuta sulla base delle procedure previste dalla banca per la sua successione. La cooptazione, con l'attribuzione delle deleghe e attribuzione del ruolo di direttore generale, è avvenuta con unanime consenso da parte dell'intero consiglio di amministrazione. Infine, segnalo che, come previsto dalla regolamentazione vigente, la nomina del nuovo amministratore delegato sarà soggetta alla valutazione da parte della Banca centrale europea, che si esprimerà nelle prossime settimane.

  PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  PIETRO LAFFRANCO. Grazie, signor Ministro. È di tutta evidenza a chi ha avuto la pazienza di ascoltare che lei non ha affatto risposto al nostro quesito: non ci ha detto se lei ha convinto il vecchio amministratore delegato a dimettersi, non ci ha detto se è stato un suggerimento di JP Morgan. Quello che ci ha detto è che ci sarà un nuovo piano industriale in discontinuità, perché il problema è quello dei crediti deteriorati; tant’è vero che siete talmente coerenti, esattamente come quando il Presidente Renzi ha avuto modo di dire che la sinistra, il 31 luglio di quest'anno, ha enormi responsabilità sulla gestione del Monte dei paschi, che siete, perché a questo punto devo dire siete, andati a scegliere lo stesso amministratore delegato che, in qualità di alto dirigente del Monte dei paschi, partecipò allo sfortunato acquisto da parte del Monte dei paschi di Antonveneta e concesse una serie di sfortunati crediti e denari a imprese e quant'altri che poi hanno costituito i crediti deteriorati di cui stiamo parlando.
  È, cioè, come affidare l'Avis a Dracula, sostanzialmente. Credo che gli italiani, i risparmiatori, gli obbligazionisti e gli azionisti saranno tranquillissimi dopo la sua risposta: un piano di netta discontinuità, quello che sostiene il Governo. Francamente, signor Ministro, ci saremmo aspettati almeno una scusa un pochino più argomentata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

(Chiarimenti in merito a notizie di stampa relative ad un taglio di 1,5 miliardi di euro del fondo sanitario nazionale – n. 3-02494)

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02494 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. La questione ha avuto molto rilievo soprattutto negli ultimi giorni, anche, pare, in un dibattito interno al Governo, e riguarda un presunto, ancora una volta, taglio alle sanità regionali, al finanziamento delle sanità regionali, taglio che pare essere di un miliardo e mezzo. Siccome c’è un accordo, è stato preso un accordo in Conferenza Stato-Regioni a suo tempo, siglato, poi, nella scorsa legge di stabilità, secondo il quale per il 2017 lo stanziamento sarebbe stato di 113 miliardi di euro, e siccome, come penso sappia il Ministro, le regioni sono in fase di revisione di tutti i LEA, una revisione molto costosa da parte dei bilanci regionali, siamo a chiedere se sono fondate queste notizie di stampa per cui il Governo ha intenzione di non dar seguito all'accordo preso con le regioni.

Pag. 44

  PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, onorevole Enrico Costa, ha facoltà di rispondere.

  ENRICO COSTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti, perché consentono di fornire chiarimenti in ordine alle notizie riportate negli ultimi giorni da alcuni organi di stampa circa un futuro taglio al finanziamento del Fondo nazionale sanitario per l'anno 2017. In via preliminare, in merito a quanto sostenuto dagli interroganti circa il ritenuto onere per la revisione dei LEA per un valore pari a 1,5 miliardi di euro, a fronte del quale il Governo avrebbe stanziato risorse per soli 800 milioni di euro, lasciando, pertanto, a carico dei bilanci regionali la differenza, non posso che ribadire, in conformità a quanto previsto dalla relazione tecnica al DPCM di aggiornamento dei LEA, positivamente verificata dal MEF, come la valutazione di impatto economico e finanziario del provvedimento di aggiornamento dei LEA risulti pienamente coerente con la copertura di 800 milioni di euro stanziati dalla legge di stabilità 2016. Peraltro, la coerenza dei livelli essenziali di assistenza con un livello di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard è stata confermata anche nell'intesa Stato-regioni sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di aggiornamento dei LEA, raggiunta in Conferenza Stato-regioni lo scorso 7 settembre e di prossimo esame da parte delle Commissioni parlamentari.
  Relativamente al quesito degli interroganti posso affermare che è confermata l'intenzione del Governo non solo di evitare tagli rispetto alla dotazione del Fondo sanitario nazionale dell'anno in corso, ma, anzi, di incrementare le risorse ad esso destinate per ciascuno degli anni 2017 e 2018, come sarà puntualmente indicato nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che sarà presentato alle Camere nei termini di legge.

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di replicare.

  GUIDO GUIDESI. Signor Ministro, dibattiamo sempre su una questione: c’è uno stanziamento che è di 113 miliardi di euro e questo stanziamento di 113 miliardi di euro per l'anno 2017 è solo evidentemente abbozzato ed è un accordo con le regioni. Quest'anno le regioni hanno avuto un finanziamento migliore rispetto al Servizio sanitario nazionale e alla spesa sanitaria. L'accordo è quello, non vorremmo che poi si determinasse una procedura attraverso cui l'interpretazione del «non taglio» sia quella di dare un po’ di più rispetto al 2016, ma un po’ meno rispetto a quello che è stato pattuito con le regioni stesse. Non vorremmo succedesse questa cosa. Lo diciamo perché, se succedesse questa cosa, oggi non siamo più nel momento in cui i tagli lineari riescono ad essere affrontati dalle regioni. Conosciamo tutti la mancata condizione dei costi standard, conosciamo tutti la mancata condizione della spending review, conosciamo tutte queste cose. Sappiamo anche che ci sono tre, quattro regioni che compensano i bilanci sanitari e gli sprechi di tutte le altre regioni d'Italia. La situazione è diventata insostenibile non solo per un motivo economico, ma anche perché le strutture sanitarie delle regioni virtuose, rispetto ai tagli che ci sono stati da parte del Governo negli ultimi anni, non sono più in grado di garantire taluni servizi. Oltre al fatto di non essere più in grado di assicurare alcuni servizi, sta succedendo una cosa che ha dell'incredibile per un Governo come il vostro, per un Governo che dovrebbe avere alcuni ideali che, evidentemente, poi non rientrano nei fatti. Sta succedendo che oggi si possono curare solo ed esclusivamente quelle persone che si possono pagare le cure. Oggi siamo già in questa condizione ed è per questo che noi lanciamo l'allarme. Sappia il Governo che se ha intenzione di confermare il solito giochino del dare un po’ di più ma meno di quanto previsto e non definirlo, quindi, un taglio, la battaglia questa volta sarà fortissima perché questa volta realmente ne va del servizio e delle cure ai cittadini Pag. 45(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

(Iniziative per avviare le procedure volte a coprire le carenze di organico esistenti nelle diverse sedi giudiziarie – n. 3-02495)

  PRESIDENTE. L'onorevole Formisano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02495 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANIELLO FORMISANO. Grazie, Presidente. Grazie, Ministro Orlando. Nell'interrogazione sono contenuti abbastanza chiaramente i motivi per i quali le chiediamo di rispondere con sollecitudine. Il dato da cui si parte sono le 600 mila pratiche, i 600 mila procedimenti giudiziari a rischio «legge Pinto», la legge che prevede che i cittadini possano essere risarciti in caso di ritardo di erogazione della giustizia. Quello che, però, non tutti conoscono – neanche i cittadini lo sanno – sono le carenze di organico, che probabilmente sono alla base di questo dato così deprimente per un Paese civile. Non si tratta tanto dell'11 per cento di scoperture organiche per la magistratura ordinaria – in quel caso vi è un concorso, con i tempi che quei concorsi prevedono, quindi è comunque un dato –, ma soprattutto si tratta di quel 30 per cento circa di magistrati onorari che non sono ancora nei loro ruoli, ancorché la legge preveda dei numeri chiari. Pensi bene, Ministro, perché circa il 60 per cento – ben oltre la metà – dei giudici di pace – abbiamo tutti a mente cosa trattino oggi i giudici di pace per i cittadini italiani – non è ancora inserito in organico.
  Aggiungo solo en passant che, se mettiamo tutti questi magistrati (ordinari, onorari, giudici di pace) a lavorare, probabilmente ci sarà bisogno di impiegati; quindi ci sarà la possibilità di creare ulteriori occasioni di lavoro per i nostri cittadini. Concludo, Presidente, chiedendo al Ministro...

  PRESIDENTE. Concluda, perché è già fuori tempo.

  ANIELLO FORMISANO. ...a questo punto date, se è possibile indicarne in questa sede, in cui le coperture di organico saranno organizzate.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Formisano. Tengo a precisare che l'adozione di misure strutturali a sostegno degli uffici giudiziari, attraverso politiche di valorizzazione e potenziamento del personale, ha rappresentato una delle priorità dell'azione del mio Dicastero, naturalmente in un quadro di scarsezza di risorse, come quello che stiamo attraversando. Tra le numerose iniziative adottate, mi preme da subito sottolineare l'importanza, direi storica, del percorso di riqualificazione del personale amministrativo della giustizia, avviato lo scorso 19 settembre, per la copertura di 1.770 posti, destinato a cancellieri e a ufficiali giudiziari. È un impegno che avevamo assunto da tempo, il quale interviene dopo troppi anni di assoluta stagnazione e che rappresenta un primo passo verso il riconoscimento delle professionalità del nostro personale amministrativo. A questo primo passo seguiranno, infatti, altri interventi di riqualificazione per gli altri profili non inclusi in questo intervento.
  Negli ultimi due anni le politiche inerenti il personale amministrativo hanno già consentito, nel loro complesso, l'immissione in servizio di 1.330 nuove unità. Grazie a uno specifico emendamento al decreto-legge sul processo amministrativo telematico sarà, inoltre, possibile l'immediata assunzione a tempo indeterminato di 1.000 unità di personale amministrativo non dirigenziale, le cui procedure si avvieranno Pag. 46a brevissimo. Con lo stesso decreto-legge si è raggiunto anche il fondamentale obiettivo di creare le migliori condizioni per l'introduzione e l'adeguamento dei profili professionali. All'esito delle procedure di mobilità obbligatoria, ancora in corso, si apriranno spazi per ulteriori nuove assunzioni di non meno di 1.500 unità, grazie alle risorse già disponibili. Gli sforzi compiuti hanno, infatti, portato ad assicurare copertura finanziaria per il reclutamento, con varie modalità, di circa 4.000 unità. Le priorità sull'attuazione di queste straordinarie politiche sul personale amministrativo sono state da me indicate con la direttiva dell'8 settembre scorso.
  Analogo impegno è stato profuso per assicurare agli uffici adeguate dotazioni di personale di magistratura. In questa prospettiva, a completamento degli interventi di riforma della geografia giudiziaria, è stato di recente elaborato lo schema di decreto ministeriale concernente la determinazione delle piante organiche degli uffici giudicanti e requirenti di primo grado. Voglio anche segnalare che sono attualmente in corso due procedure che consentiranno, tra il gennaio 2017 e il gennaio 2018, l'immissione in servizio di circa 700 nuovi magistrati, grazie alla riduzione del tirocinio operata dal decreto-legge n. 168 del 2016, mentre si proseguirà nell'espletamento annuale di procedure concorsuali per 350 posti. Importanti interventi hanno riguardato anche i magistrati onorari, la cui nomina rientra, com’è noto, tra le competenze del Consiglio superiore della magistratura. Ad aprile è stata, infatti, emanata la legge delega per l'attuazione di una riforma organica della magistratura onoraria necessaria e attesa e lo scorso maggio è stato adottato il primo decreto legislativo attuativo. Già con la legge di stabilità 2015 era stata, peraltro, disposta la proroga dei magistrati onorari in servizio.
  Aggiungo, onorevole, un punto dal quale lei partiva. Chiedo ancora cinque secondi. Lei citava un numero corretto di procedimenti esposti a rischio legge Pinto. Sottolineo, però, che io ho visitato i dieci tribunali con maggiori difficoltà in Italia: sette erano a pieno organico amministrativo e di personale giudiziario. È vero che ci sono dei vuoti di organico, ma il tema di come si utilizza l'organico e di come si dirigono gli uffici è un tema dal quale non possiamo assolutamente prescindere per evitare il rischio di dover pagare soldi per risarcire i cittadini che hanno subito un danno.

  PRESIDENTE. L'onorevole Aniello Formisano ha facoltà di replicare.

  ANIELLO FORMISANO. Grazie, Presidente. Soprattutto, grazie Ministro. Non mi capita frequentemente di poter dichiarare in quest'Aula di ritenermi soddisfatto. Do atto a lei e al suo Governo, che noi sosteniamo, di aver realizzato una prima inversione di tendenza in un settore che era sempre rimasto un po’ ai margini dell'attenzione politica. Erogare la giustizia in tempi rapidi significa rendere civile il nostro Paese. Non sempre è stato così. La ringrazio per aver fornito i dati; poi ci ritorneremo nel prosieguo della nostra vita politica. Lei ha parlato – credo con cognizione di causa – di numerose assunzioni di personale ausiliario all'attività dei magistrati. Questo non può che soddisfarci perché anche questo è uno dei modi attraverso i quali si danno le risposte che i cittadini chiedono: quella di erogazione di giustizia in tempi rapidi, ma anche quella di possibilità occupazionali, perché se funziona il sistema è evidente che va bene per tutti. Quello che le volevo trasmettere e vorrei trasmettere ai cittadini italiani è che noi dovremmo evitare di finire sui giornali come siamo finiti la settimana scorsa, se non ricordo male, sulla vicenda che nei nostri tribunali – absit iniuria verbis, non ho assolutamente alcuna valutazione negativa – finiscano persone che non hanno il requisito di professionalità: avrete tutti quanti letto e avrà letto anche lei, signor Ministro, che in virtù di una legge dello Stato alcuni barellieri sono stati assegnati alle funzioni di assistenti dei magistrati. Questo è giusto che avvenga a condizione che il sistema sia Pag. 47in grado di tollerare queste eccezioni. Se così non è, finiamo sui giornali perché mettiamo i barellieri a fare i cancellieri e questo non deve essere ciò che rappresenta l'Italia nell'immaginario collettivo nel campo della giustizia. Comunque grazie perché le risposte che chiedevamo in parte sono arrivate.

(Iniziative volte a consentire anche agli insegnanti di religione di svolgere il ruolo di vicari del dirigente scolastico – n. 3-02496)

  PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02496 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Ha un minuto.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, signora Ministro, la legge n. 107 prevede che, senza consentire l'esonero, il dirigente scolastico possa individuare i collaboratori all'interno dell'organico dell'autonomia. Avviene però che in questo momento non possono svolgere il ruolo di vicari dei dirigenti gli insegnanti di religione, che invece finora lo hanno fatto, presumibilmente perché non possono essere sostituiti – qualora lasciassero la cattedra – con altri idonei, perché per l'insegnamento della religione è necessaria un'idoneità prevista dalla normativa del Concordato. Noi chiediamo quindi quali iniziative si possono trovare per rimediare a questa che chiaramente non è assolutamente un'esclusione programmata da parte del Ministero, però di fatto rischia di diventare una discriminazione perché ad oggi ci dicono che i dirigenti scolastici non possono o non riescono a individuare i collaboratori tra gli insegnanti di religione.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, in realtà il quadro di riferimento normativo e anche la sua conseguente applicazione, onorevole Santerini, è un po’ diverso rispetto a quanto rappresentato. Cerco di riassumere le tappe legislative che non discriminano assolutamente gli insegnanti di religione cattolica dal resto del contesto della docenza scolastica per svolgere la funzione di vicario al servizio, diciamo, della presidenza. Il primo atto è quello del 2001, la legge n. 165, che prevede che il dirigente scolastico possa avvalersi di docenti a cui delegare specifici compiti: quindi con questa funzione e all'interno di questo perimetro ci sono ovviamente anche gli insegnanti di religione cattolica. Il contratto collettivo nazionale, che pure richiama questa possibilità e che dava anche una remunerazione a carico del fondo delle istituzioni scolastiche, delle singole scuole, include pure i docenti di religione cattolica. La legge di stabilità 2015 è intervenuta su questo punto abrogando la possibilità di avvalersi dell'esonero e del semi-esonero dall'insegnamento, ma questo è un divieto che riguarda tutti, non è che discrimini tra queste tipologie. Infine la n. 107 da lei richiamata e precisamente il comma 83, che assegna al dirigente scolastico la possibilità di individuare i propri collaboratori entro il limite del 10 per cento dell'organico dell'autonomia, di cui fanno parte anche gli insegnanti di religione cattolica. È invece diversa – ritengo che questo sia il punto su cui poter intervenire o comunque da chiarire in questa sede – la fattispecie dei collaboratori del dirigente scolastico che vengono assegnati sulla base del contingente di potenziamento dell'offerta formativa e destinati al potenziamento dell'offerta formativa – anche in questo caso il comma 7 della legge n. 107 – che sono le attività finalizzate a migliorare l'organizzazione delle scuole.
  In questo caso è molto difficile, anzi, non è possibile che si possa presentare l'opportunità per i docenti dell'infanzia o per gli insegnanti di religione cattolica poiché non c’è stato, come lei ben ricorda, un piano di potenziamento dell'offerta formativa e quindi non rientrano in questa Pag. 48seconda fattispecie, ma per quanto concerne la prima, laddove ci sia stata la negazione di questa possibilità, non deriva da norme di legge e tanto meno dalla legge n. 107 ma deriva evidentemente da una applicazione non del tutto corretta di singoli casi, su cui siamo pronti, ove necessario, a intervenire.

  PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di replicare.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, Ministro, io le do assolutamente atto che non si tratta assolutamente di una preclusione che nasca dalla normativa ma in sostanza nasce dal fatto che, come comunque sappiamo, non ci devono essere maggiori oneri per questo tipo di collaborazione dei dirigenti e, laddove non si riesca a sostituire con supplenti che abbiano un'idoneità, di fatto non ci sono i fondi per poterlo fare. Quindi si tratta comunque di un'esclusione che è non voluta ma avviene. Quello che appunto però si potrebbe eventualmente fare è prevedere che nel capitolo dei fondi che sono destinati alle attività alternative all'ora di religione possano essere presi, tolti o trasferiti dei fondi che possano permettere agli idonei appunto di sostituire i docenti che siano stati individuati come vicari dei dirigenti. Non è un caso che riguarda moltissime persone, però è un caso di principio su cui la ringrazio di aver posto l'attenzione, perché gli insegnanti di religione – che finora qua hanno svolto anche questo ruolo – si aspettano appunto una vostra attenzione in questo senso.

(Iniziative urgenti volte a implementare gli interventi di adeguamento sismico, nonché il monitoraggio e le indagini diagnostiche, al fine di garantire la sicurezza degli edifici scolastici – n. 3-02497)

  PRESIDENTE. L'onorevole Vacca ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brescia ed altri n. 3-02497 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, Ministra, il recente crollo della scuola di Amatrice ha purtroppo riproposto il problema dello stato antisismico delle nostre scuole. Secondo il report presentato proprio questa mattina da Cittadinanzattiva, il 54 per cento degli edifici scolastici è situato in zona a rischio sismico e il 30 per cento in quelle a maggior rischio. Di questi solo l'8 per cento sarebbe progettato secondo la normativa antisismica. La situazione in definitiva è drammatica. Sul sito ministeriale «Scuola in Chiaro» è possibile sapere se la scuola è situata in zona sismica e se è stata progettata o successivamente adeguata con la normativa antisismica. Da un'analisi dell'Abruzzo, ad esempio, una regione ad alto e medio rischio sismico, è emerso che circa i tre quarti, il 75 per cento di tutti gli immobili scolastici, non sarebbero a norma. La scuola di Amatrice crollata invece risultava paradossalmente a norma. Solo una minima parte dei lavori attualmente in corso e dei finanziamenti per l'edilizia scolastica sono per adeguamento antisismico. Le chiediamo quindi quali iniziative urgenti il Governo intenda intraprendere per aumentare gli interventi di adeguamento sismico e le indagini diagnostiche e per garantire che tutti i nostri figli, tutti gli alunni frequentino scuole sicure e a norma.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, il Governo di cui mi onoro di far parte ha messo l'edilizia scolastica e all'interno delle misure per l'edilizia scolastica quelle per la prevenzione e l'azione antisismica tra le proprie priorità fin dall'inizio del mandato. È stato con me in audizione in VII congiunta, pochi minuti fa; ho dato lì indicazioni sui numeri e sulla quantità degli interventi fatti, in corso o già programmati, ma posso ripeterli molto sinteticamente. Questi danno la misura dell'impegno politico e Pag. 49della concretezza di azione di questo Governo in tal senso. Abbiamo stanziato 6 miliardi di euro e il solo MIUR ha finanziato 13.300 interventi di cui oltre il 60 per cento conclusi, che ovviamente hanno un plafond di riferimento più ampio rispetto alle misure antisismiche. I dati che mostra lei sono chiaramente il risultato di un'analisi che ci è ben chiara e che per alcuni aspetti è ineludibile; non possiamo intervenire sulla collocazione delle scuole, ma abbiamo il dovere – l'abbiamo assunto dall'inizio come Governo – di pianificare e programmare i potenziali interventi necessari. Ad oggi sull'antisismica sono stati stanziati e spesi 240 milioni per 430-432, se non ricordo male, interventi concreti sulle scuole che avevano una chiara criticità in questo senso. Le vicende recenti drammaticamente affrontate dalle popolazioni delle aree di riferimento, a cui lei si riferiva con Amatrice, ma insomma l'area è molto più vasta, come sa, ci hanno spinto con immediatezza e responsabilità a destinare ulteriori risorse. Sono stati stanziati oltre 20 milioni all'anno, quindi strutturali e permanenti, per approfondire l'indagine sulle scuole che sono risultate inagibili e sono poche, come ho detto in audizione, rispetto alla verifica complessiva che la Protezione civile, e non il MIUR, e non il Governo, ha fatto su questi temi.
  Però, colgo l'occasione e quindi l'impegno è chiaro, determinato, costante, con strumenti assolutamente innovativi e mai prima presenti nelle mani dei Governi italiani. Tre sono gli obiettivi che avevamo e che stiamo realizzando: primo, la definizione di una programmazione unica nazionale, perché, come lei ben sa, le responsabilità e la gestione dell'edilizia...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Un attimo solo, concludo, Presidente. ...scolastica, non è una competenza del Governo, ma è a carico degli enti locali, che sono proprietari degli immobili e che quindi sono responsabili della conformità alla normativa e della garanzia della messa in sicurezza, e delle regioni, che hanno un potere di programmazione.
  Ciò nonostante, il carico del Governo è quello di avere per la prima volta un programma e un quadro nazionale, un sistema di monitoraggio, che, proprio lì, ad Amatrice, è stato lo strumento prezioso per poter intervenire tempestivamente e programmare quello che stiamo facendo adesso e gli interventi successivi; e poi, quel patrimonio dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica, che era atteso da quindici anni e che oggi è disponibile: «Scuola in Chiaro», a cui fa riferimento lei, è una delle finestre in cui si possono attingere tutti i dati.
  È ovvio che è un'operazione – sarebbe populismo non sottolinearlo – che richiederà anni, ma il Governo in carica ha chiarissimo il finanziamento necessario, la programmazione necessaria e anche la durata degli interventi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Brescia ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIUSEPPE BRESCIA. Grazie, Presidente. Io trovo sconcertante ciò che abbiamo ascoltato, perché, se anche fosse vero il dato che lei ha fornito dei 6 miliardi investiti, con i 200 e rotti milioni di cui ha parlato, destinati alla messa in sicurezza, staremmo parlando di spiccioli rispetto al totale, e già questo sarebbe osceno, ma è ancora più grave il fatto che questi soldi in realtà non esistono ! Io non so dove voi prendiate questo dato dei 6 miliardi, perché partecipiamo anche noi ai lavori della legge di bilancio e sappiamo benissimo quanto avete investito: si parla di 672 milioni per il 2014, 412 per il 2015 e 50 per il 2016, per un totale di un miliardo e 134 milioni, di cui 505 milioni per quella fantastica azione che è «scuole belle», lo scempio maggiore di questo Governo, 505 milioni buttati !
  Oggi abbiamo partecipato alla presentazione del rapporto di Cittadinanzattiva: hanno mostrato delle bellissime fotografie, c'era un corridoio tinteggiato meraviglioso, alla fine di questo corridoio c'era una Pag. 50porta con un cartello con sopra scritto: «vietato l'ingresso, all'interno ci sono spazi inagibili». Aperta la porta, c'erano dei soffitti che crollavano. Quindi, questo è emblematico di ciò che state facendo e di ciò che volete dare a vedere: un bellissimo specchietto per le allodole con, all'interno, un contenuto pari a zero. Perché questo è: un corridoio ritinteggiato con un disastro all'interno ! Voi avete scelto di spendere 505 milioni per ritinteggiare e non avete speso quei soldi per mettere in sicurezza le scuole.
  La domanda a cui lei avrebbe dovuto rispondere era quella che si pongono tutti i genitori in questo Stato, in questa nazione: quando lascio mio figlio a scuola, questo è al sicuro ? Purtroppo, grazie all'azione del vostro Governo, la risposta è «no» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

(Iniziative volte a mettere in sicurezza gli edifici scolastici, con particolare riferimento alla situazione di Messina – n. 3-02498)

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02498 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Onorevole Garofalo, ha un minuto.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il recente crollo della scuola di Amatrice ha riproposto, ovviamente, il tema della sicurezza degli edifici scolastici in tutto il Paese. Proprio per questo motivo, durante una riunione delle commissioni competenti nel comune di Messina, il rappresentante della gestione del patrimonio immobiliare scolastico ha messo in evidenza in una relazione le notevoli carenze sotto il profilo della sicurezza che questo patrimonio possiede, un patrimonio di 112 plessi scolastici.
  Ovviamente ho utilizzato questa occasione, l'esempio di Messina, per farle questa interrogazione e chiederle che tipo di iniziative il Governo intenda mettere in campo rapidamente, tenendo conto che già con una precedente delibera del CIPE del 2010 era stato avviato un piano per risolvere problemi di sicurezza e, quindi, alleviare tutte le questioni di carattere antisismico, però, ad oggi, i risultati certamente non sono confortanti.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Quanto la sicurezza delle scuole e, comunque, la loro adeguatezza in un contesto di apprendimento e di insegnamento, che è la finalità primaria della scuola, stia a cuore a questo Governo l'ho già ampiamente detto all'onorevole Brescia, e quindi non sto a ripetere i principi generali. Lei mi fa una domanda specifica e non c'era bisogno della drammatica evidenza della scuola di Amatrice e di quello che è accaduto e su cui, peraltro, come lei ben sa, siamo intervenuti con le misure e gli strumenti dell'urgenza e dell'emergenza, tempestivamente e assicurando regolarità e puntualità per l'inizio dell'anno scolastico anche a quei bambini.
  Le dico le misure che sono in atto, con particolare riguardo all'area che la identifica, quella di Messina. Abbiamo costituito, presso il nostro Ministero, un Fondo unico che raccoglie tutte le risorse destinate all'edilizia scolastica, che è lo strumento per poter realizzare quella programmazione nazionale triennale che non era stata mai fatta e che sarà il percorso che porta nell'arco dei tempi necessari, quindi di alcuni anni, alla copertura dell'intero territorio nazionale. Non risultano risorse bloccate o non spese in questo fondo e tutto quello che riguarda sicurezza, diagnostica, misure antisismiche e innovazione sono capitoli attivi già spesi o in corso di destinazione dei fondi per competenza.
  Per Messina siamo intervenuti in questi due anni e mezzo con un intervento complessivo Pag. 51di 48 milioni e 600 mila euro, con cinque misure specifiche che rapidamente riassumo: 15 interventi di messa in sicurezza, che derivavano però dal «decreto del fare», quindi dal precedente Governo Letta; 22 interventi per un investimento di 13 milioni, sempre per scuole sicure; i mutui Bei che, invece, sono un investimento, come sa, di diversa natura, ma che comunque, consentendo o di ristrutturare o di edificare ex novo, chiaramente includono la certificazione e l'obbligo di un intervento antisismico; e poi l'adeguamento e il miglioramento sismico propriamente inteso, che, per ora, ha interessato – su segnalazione, al solito, degli enti locali, che sono, l'ho detto prima, responsabili primari ed esclusivi della sicurezza e dell'individuazione delle criticità nelle scuole italiane – tre interventi per un importo di circa 3 milioni.
  Poi c’è la diagnostica, che è una parte analogamente importante e da noi seguita, non solo per le misure antisismiche, ma anche per le fragilità – pensi ai controsoffitti che in altre occasioni hanno dato negli anni scorsi drammatici esiti – e lì per Messina sono state 73 le indagini finanziate nell'ambito della provincia per un investimento di 250 mila euro.
  Quindi, è un lavoro che procede, è un lavoro che ha una cornice, comunque, molto chiara sugli anni che verranno, che sono quelli necessari per arrivare a una soluzione definitiva del problema.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Vincenzo Garofalo.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie, signor Ministro, io la ringrazio perché, intanto non avevo messo in discussione che a cuore di questo Governo c'era l'interesse di mantenere e di adeguare un patrimonio pubblico, qual è quello scolastico – ovviamente andrebbe fatto per tutti gli altri edifici pubblici – e quindi l'interesse che c’è per rendere sicuro e per rendere funzionale al meglio questo patrimonio. La ringrazio, però, perché, vede, la domanda non era rivolta solo alla fase di programmazione, ma soprattutto all'attuazione. Molto spesso i Governi... ho citato poco fa la delibera del 2010 proprio perché, già nel 2010, con indagini fatte a partire dal 2002, si stanziarono delle somme, oltre 300 milioni di euro, distribuiti in tutto il territorio nazionale, per sistemare appunto plessi scolastici, soprattutto con una finalità che era quella di renderli sicuri. Ma, la polverizzazione degli interventi, e non solo la polverizzazione ma anche i tempi con i quali questi interventi poi vengono amministrati, spesso generano non un risultato efficace rispetto alla programmazione. Io la ringrazio perché lei, vede, mi ha dato degli elementi che io, infatti, coglievo quest'occasione per avere: elementi che riguardano specificatamente questo territorio e l'auspicio di un parlamentare nazionale, comunque, che questo lavoro venga fatto in tutti i territori. Come le ho detto all'inizio ho preso ad esempio quello che conosco per poterlo affrontare e continuare ad affrontare, perché è nella continuità dell'azione che, secondo me, noi ci giochiamo la faccia con i cittadini. Lei mi ha dato i dati, io li verificherò, le darò, anche in questa direzione, delle informazioni, perché aspetto una spiegazione su com’è che 112 plessi scolastici siano così mal ridotti nonostante le somme stanziate e spese.

(Misure urgenti a favore del sistema scolastico italiano – n. 3-02499)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02499 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FABIO RAMPELLI. Ministro, quest'anno scolastico sembra la tomba della riforma Renzi. Epitaffio: «qui giace la Buona scuola». L'assunzione dei precari è stata una bufala, alcuni sono finiti a centinaia di chilometri, a oltre cinquant'anni e con famiglie a carico, altri stanno sostenendo ancora il concorso, ad anno iniziato. La mancata pubblicazione dei dati sul fabbisogno, che pure le avevamo chiesto come Fratelli d'Italia, ha creato Pag. 52vincitori di concorso senza cattedra, le supplenze dovevano scomparire e sono calate di 13.000 unità su 118.000; migliaia di edifici sono sporchi e fatiscenti, alla faccia delle scuole belle e sicure.
  Fratelli d'Italia vuole sapere quando intendete rinunciare alla «buona scuola» per darci semplicemente una scuola normale.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, più che quesiti sono valutazioni di merito a cui ho il dovere di contrapporre un quadro di fatti e di numeri che è abbastanza distante da quanto descritto dall'onorevole Rampelli. La legge n. 107 ha, per quanto riguarda il personale docente, previsto, lei lo sa bene, lo ricorda, un piano straordinario di assunzioni che più che una bufala è stata la sicurezza di un posto di lavoro finalmente stabile, dopo più di decenni, per alcuni, di precariato – uso un ossimoro – stabilizzato dall'incuria della politica che non si è occupata di questo tema fino ad oggi, fino alla legge n. 107, e che ha consentito di arrivare a un piano assunzionale complessivamente riferito a 120.000 persone. Credo che questo sia un risultato oggettivo, fattuale e inconfutabile. Garantendo, quindi, un posto a tempo indeterminato ci è stata anche la necessità di collegare la collocazione dei docenti assunti e neo assunti con i posti disponibili nelle scuole; è un numero che lei, onorevole, conosce molto bene, lo ripeto volentieri in questa sede: l'80 per cento dei nostri docenti è residente o comunque fa riferimento geografico al centro sud e a sud di Roma e il 65 per cento delle cattedre disponibili si trova nella fascia geografica del centro nord. Chiaramente non ribaltiamo la geografia, ma abbiamo cercato di far sì che questo piano assunzionale, combinato con il grande piano di mobilità straordinaria, potesse dare la miglior possibile soddisfazione alle aspettative dei docenti, ma soprattutto – la scuola è degli studenti ed è per gli studenti, almeno nella nostra visione – potesse anche dare le risposte di stabilità e di continuità che negli anni verranno e saranno dimostrabili. Due docenti su tre, comunque, lo ripeto, due docenti su tre – anche in questo piano di mobilità straordinaria che, le ricordo, ha messo in moto e dato la possibilità a chi da anni si trovava fuori sede di rientrare nella propria sede, parliamo di 207.000 persone – hanno avuto la possibilità di rientrare a casa propria o comunque di mantenere la posizione a cui aspiravano. Non mi sembra un risultato insoddisfacente.
  Per quanto riguarda le assunzioni, queste sono state effettuate regolarmente entro il 15 di settembre, come previsto dal decreto-legge n. 42 del 2016; ora gli uffici stanno, in questi giorni, completando quelle procedure in cui, per rinuncia in caso di opzioni su altre classi di concorso dei docenti, ci sia la necessità di procedere ad ulteriori nomine. Stiamo monitorando, anche con atti amministrativi, la tempestività di questo processo per assicurare, come avverrà, entro il 30 di settembre il regolare e definitivo assetto del mondo della scuola come, peraltro, poco più, poco meno, è sempre avvenuto in questa fase.
  Per quello che riguarda la mobilità e la procedura informatica che l'ha guidata, tutto quello che posso dire è che su 207.000 procedure di mobilità il margine di errore, che comunque è stato affrontato in procedura conciliativa, come sempre è avvenuto, ha riguardato il 2,4 per cento degli insegnanti. C’è una totale comprensione e, assolutamente, vicinanza, laddove questo ha complicato la vita di qualcuno, ma come sistema nella sua complessità è stato realizzato nella massima trasparenza e nella massima funzionalità.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare.

  FABIO RAMPELLI. Noto, Ministro, che nonostante la situazione sia drammatica, lei non ha perso il senso dell'umorismo. Avreste dovuto, semplicemente, fare un Pag. 53piano assunzionale a esaurimento che gestisse con misura i pensionamenti e stabilizzasse tutti gli insegnanti precari che lo Stato ha sfruttato per decenni. Vi siete incartati con un concorso doppione di quello pubblico abilitante che produrrà decine di migliaia di disoccupati, altro che 120.000 nuove assunzioni e una spesa inutile. Avreste dovuto occuparvi del decoro, della pulizia, della sicurezza degli edifici, invece, famiglie che pagano le tasse devono lavare tende, acquistare carta igienica e risme, spazzare e spolverare con soldi propri. Avreste dovuto fare pulizie, disinfestazioni, derattizzazioni nei mesi estivi, si fanno ora, sospendendo le lezioni; avreste dovuto organizzare le lezioni a luglio e ad agosto, si sta facendo in questi giorni con grave danno per gli studenti e le famiglie. Il Centro europeo monitoraggio fumo e droghe ci dice, ieri, che siamo primi in classifica in Europa per il consumo di queste sostanze, con il 37 per cento, a fronte di una media europea pari al 21 per cento. Considerando che in molte scuole il consumo è pari a zero, significa che in altre supera il 90 per cento. Nessuna iniziativa !
  Il nostro giudizio, caro Ministro, caro Presidente del Consiglio Renzi, è che avete rinunciato al vostro ruolo, oppure siete semplicemente incapaci. Vi state fumando la scuola italiana.

(Interventi per ridurre gli effetti sul comparto portuale e logistico derivanti dalla crisi della società sudcoreana Hanjin shipping, anche al fine di salvaguardare i livelli occupazionali – n. 3-02500)

  PRESIDENTE. L'onorevole Mognato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Tullo ed altri n. 3-02500 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  MICHELE MOGNATO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, la prima compagnia di trasporti di container della Corea del Sud, che è la settima a livello mondiale, ha presentato istanza di fallimento. Ciò sta provocando, da alcune stime circolate, un blocco di merci per un valore di oltre 14 miliardi di dollari e sarebbero oltre 5000 i container contenenti merci destinati ai nostri porti, bloccati sulle navi o sulle banchine. Siamo, Ministro, fortemente preoccupati del danno economico che può subire il nostro Paese e le conseguenti ricadute anche per la nostra economia marittima, proprio in un momento e in una fase in cui sono stati approvati importanti provvedimenti, dal piano strategico della portualità, alla riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali. Pertanto, Ministro, credo che sia assolutamente necessario acquisire tutte le informazioni utili al fine di predisporre le azioni proprio per ridurre i danni economici e occupazionali che possono derivare da questa situazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti che hanno posto questo problema così serio. Come sapete con la riforma della governance dei porti abbiamo cercato di far partire un rilancio della portualità italiana che possa avere positive ricadute sulla logistica e sull'intero cluster marittimo che ha subito, in questi anni, un arretramento rispetto ad altri porti. La crisi della compagnia Hanjin è, come dire, il manifesto di quello che sta accadendo in tutto il mondo; il porto di Rotterdam nei primi tre mesi del 2016 ha perso container per oltre il 3 e mezzo per cento, sta valutando i licenziamenti per ottocento persone rispetto alle 3005 che impiega, quindi, c’è una crisi generalizzata. Questa riforma, appunto, serve per cercare di rilanciare, invece, il nostro sistema portuale. In questo contesto la crisi dell’Hanjin deve essere fronteggiata con energia e determinazione, soprattutto per scongiurare, appunto, le ricadute sul comparto portuale e logistico e salvaguardare Pag. 54il più possibile i livelli occupazionali. Domani abbiamo, presso il mio Ministero, un incontro con i responsabili degli uffici economici e commerciali dell'ambasciata della Corea del Sud per avviare un confronto proprio sulle necessarie garanzie che la compagnia dovrebbe fornire in tema di import-export, rispetto ai contratti stipulati con i porti e con gli operatori italiani. La questione che seguiamo congiuntamente con il MISE e in contatto con le principali associazioni di categoria degli operatori portuali ha per noi un obiettivo che è prioritario: definire come ritirare l’import e consegnare l’export, ovunque siano le navi di proprietà e affittate da Hanjin. Quindi, abbiamo un obiettivo preciso.
  Il Governo coreano verrà sollecitato perché rappresenti alla shipping line la necessità che essa comunichi al nostro sistema come intende gestire i circa 20 mila container che sono statisticamente l’in e out, da ora fino a Natale, per l'Italia. E dovrà comunicare per ogni singola nave il termine di fine viaggio, permettendo così ai ricevitori e ai caricatori di proteggere il carico. Questo almeno ci consentirebbe una probabilità di recuperare le merci. Gli insoluti che Hanjin lascia ai terminal, operatori e rimorchiatori ammontano ad almeno una decina di milioni, considerato che il valore delle merci bloccate sulle navi, secondo le nostre stime, vale più di un miliardo. Quindi, in prospettiva, anche di fronte a possibili nuovi default di altri grandi compagnie – perché tutto il mercato è stato un po'drogato dalla smania delle grandi navi e portacontainer-, dovremmo verificare se in Italia – questa è una cosa che vorrei davvero approfondire e cercare di lavorare in tempi brevi – possa essere possibile introdurre nuove regole, per garantire una protezione legale che, come negli Stati Uniti, eviti il sequestro delle navi, almeno fino alla consegna a destino dei carichi che sono in transito. Questo almeno aiuterebbe a limitare i danni in situazioni che, auspicabilmente no, ma potenzialmente si potrebbero ripetere anche per altre compagnie.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tullo ha facoltà di replicare.

  MARIO TULLO. Grazie, Presidente, e grazie, signor Ministro. Prendiamo atto delle sue risposte con piena soddisfazione, perché da una parte lei ha rappresentato quella fotografia che già noi avevamo in qualche maniera scattato, presentando questo question time, di una situazione pericolosa e drammatica, che va dai posti anche occupazionali che si perdono, ma che ha una dimensione molto più grande degli stessi posti di occupazione messi in discussione a Genova, a Napoli e nelle altre sedi della Hanjin. Le risposte che lei ci ha dato, a partire dall'incontro di domani al Ministero, sono per salvaguardare la merce che è su quei container. In maniera impropria molti terminalisti iniziano anche a chiedere agli agenti marittimi in particolar modo nuovi pagamenti e creano un guaio serio all'economia di queste categorie. Ma soprattutto, appunto, su quelle navi ci sono merci già acquisite, merci che servono il mercato italiano, ma soprattutto merci anche per industrie italiane, che hanno bisogno di quella merce per produrre a loro volta e, magari, esportare. Quindi non possiamo che essere soddisfatti di questa risposta, così come siamo interessati a continuare una riflessione su misure strutturali per affrontare situazioni – speriamo che non accadano più – drammatiche come, appunto, quella di Hanjin, che è la prima compagnia coreana, la settima nel mondo – quindi parliamo di dimensioni grandi – di un settore che rischia nuove situazioni di questo tipo. Grazie, signor Ministro.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15 con il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative in materia di riforma della legge elettorale.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

Pag. 55

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Capelli, Catania, Dellai, Ferrara, Fico, Galati, Garofani, Lorenzo Guerini, Locatelli, Losacco, Mazziotti Di Celso, Piccoli Nardelli, Ravetto, Rosato, Sanga, Sani, Schullian, Tabacci, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-01314 e Dieni ed altri n. 1-01349 concernenti iniziative in materia di riforma della legge elettorale (ore 16,17).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-01314 e Dieni ed altri n. 1-01349, concernenti iniziative in materia di riforma della legge elettorale (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 19 settembre 2016, è stata presentata la mozione Dieni ed altri n. 1-01349, che è stata già iscritta all'ordine del giorno.
  Avverto, inoltre, che in data odierna sono state presentate le mozioni Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Parisi, Sottanelli, Formisano, Bueno e Locatelli n. 1-01351 e Brunetta, Fedriga e Rampelli n. 1-01353. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni).

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo, la Ministra Boschi, ha facoltà di intervenire esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Parere contrario sulla mozione Scotto ed altri n. 1-01314. Parere contrario sulla mozione Dieni ed altri n. 1-01349. Parere favorevole sulla mozione Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Parisi, Sottanelli, Formisano, Bueno e Locatelli n. 1-01351. Parere contrario sulla mozione Brunetta, Fedriga e Rampelli n. 1-01353.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà. Prego, eccolo qui, al banco dei nove.

  PINO PISICCHIO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, non sono mai stato tra i sostenitori dell'Italicum, neanche nella stagione in cui andava di moda, anche tra qualche attuale oppositore. Credo di aver portato lealmente in quest'Aula le ragioni del mio dissenso sul piano sistemico, politico ed anche di compatibilità con le rigorose indicazioni della sentenza n. 1 del 2014 della Consulta. Non devo, dunque, citare il catalogo delle mie personali obiezioni al congegno elettorale della legge che venne approvata lo scorso anno. Per dichiarare quale sia la mia posizione rinvio ai numerosi interventi svolti in quest'Aula.
  Non posso fare a meno di registrare, tuttavia, che, rispetto a quel clima e a quelle determinazioni, esistono oggi importanti elementi di novità: la disponibilità a discutere di un cambiamento da parte dei suoi artefici e la consapevolezza che Pag. 56sia necessaria una correzione condivisa, non escludendo le forze di opposizione. Il capo del partito di maggioranza relativa, il Presidente Renzi, ha esplicitamente fatto le aperture necessarie e questo rappresenta un fatto politico, che sbaglieremmo a non cogliere. Fatto politico che si rende coerente con un altro episodio occorso nelle ultime giornate, il rinvio della decisione sulla legge elettorale da parte della Consulta, che credo debba essere letto come un gesto volto a consentire al Parlamento la ripresa della piena titolarità di un'azione legislativa, che non può che essere originata dalle Camere, un dibattito dunque da svolgere in piena libertà ed autonomia. L'occasione offerta da questo dibattito, pertanto, serve a consentire la parlamentarizzazione di un rumore di fondo, di un chiacchiericcio sulla legge elettorale che ci ha accompagnato per mesi.
  Questa è la ragione per cui esprimiamo la nostra adesione alla mozione di maggioranza, che ha il merito di portare in Parlamento le ragioni di una revisione necessaria, attraverso le modalità tipiche dell'istituzione parlamentare. Per quel che ci concerne – e ho finito, onorevole Presidente – ci batteremo affinché questo confronto e questa decisione possano avvenire presto a partire dai prossimi giorni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie signora Presidente. Noi socialisti apprezziamo che si sia aperto uno spazio per modificare la legge elettorale. Ora bisogna allargarlo questo spazio e riempirlo di contenuti, speriamo condivisi.
  Quando fummo chiamati a votare la legge elettorale, l'anno scorso, ci siamo appellati affinché non fosse posta la questione di fiducia, citando Sandro Pertini e ricordando che l'uso delle azioni di forza quasi mai – quell'uso – coincide con il giusto esercizio delle leadership.
  In quell'occasione abbiamo però riconosciuto miglioramenti, ai quali abbiamo contribuito noi socialisti, ma non eravamo pienamente soddisfatti del risultato e per questo siamo pronti a dare il nostro di contributo per rivedere il testo, anche per metterlo ulteriormente al riparo da eventuali giudizi di incostituzionalità da parte della Consulta.
  Alcune rapide indicazioni nostre: insistiamo sulla proposta del premio alla coalizione. I partiti, in particolare quelli che hanno fatto la storia del nostro Paese, non si aboliscono per legge, al massimo li aboliscono gli elettori e le elettrici con il loro voto. Quindi premio di coalizione, anche perché in questo modo il Presidente del Consiglio sarà il garante dell'intera coalizione.
  Ballottaggio: riteniamo che il tema debba essere verificato, perché è cambiata la situazione nel Paese. Un sistema tripolare è molto diverso da un sistema politico dove si confrontano due blocchi contrapposti. Va garantita la stabilità dei Governi, ma non può essere gettata in un cestino la rappresentanza.
  Va considerata l'esigenza di avvicinare di più gli eletti al corpo elettorale e siamo pronti a dare il nostro contributo per trovare i modi per favorire un'ulteriore vicinanza.
  Infine, evidenziamo ancora una volta che il testo attuale non affronta il tema della disciplina del conflitto di interessi e l'introduzione di un certificato antimafia per le liste, un filtro preventivo alle candidature per togliere alibi ai partiti, che a volte fingono di non sapere.
  Ecco, siamo pronti a dare il nostro contributo e voteremo la mozione della maggioranza che riporta in Parlamento la revisione della legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parisi. Ne ha facoltà.

  MASSIMO PARISI. Grazie Presidente. Discutiamo dunque in quest'Aula di nuovo dell'Italicum, una legge elettorale che potremmo definire la legge dei record, perché l'Italicum ha già conseguito alcuni record (non ci pensiamo, ma vale la pena Pag. 57di ricordarne alcuni): è stata la più votata dal Parlamento, 184 senatori e 334 deputati l'hanno votata, più del Porcellum, più del Mattarellum, più della cosiddetta «legge truffa» del 1953, che legge truffa non era, ma che pure ottenne meno consensi; è stata ed è la prima legge elettorale della storia repubblicana ad applicazione differita: tutti gli altri modelli sono stati subito gettati nell'agone politico, si sono subito misurati in competizioni elettorali; l'Italicum è stata la prima legge ad applicazione differita: è entrata in vigore poco tempo fa; ad oltre un anno dalla sua approvazione, un tributo all'istinto di autoconservazione della classe politica parlamentare; è la prima legge elettorale sottoposta al vaglio preventivo di costituzionalità della Corte costituzionale, fatto, questo, che certamente non è un primato che considero meritevole; è stata la più votata sì, ma anche quella con il più alto numero possibile di proposte di modifica e di aspiranti modificatori, non ancora di imitatori, come avrebbe voluto il Presidente del Consiglio, ma certamente di modificatori sì.
  In questo dibattito c’è anche un altro record; il record assoluto di contraddizioni a cui abbiamo assistito in questi mesi: chi l'ha votata la vuole cambiare, chi non l'ha votata implicitamente la difende.
  E prendo – a proposito di contraddizioni, così entro in dichiarazione di voto – la prima mozione, quella che ha dato avvio a questo dibattito, la mozione di Sinistra Italiana, che in buona sostanza dice che la Corte costituzionale ha ragione ancora prima che la Corte costituzionale si esprima. Quella Corte costituzionale che, nel dibattito per la Costituente, Palmiro Togliatti definì una bizzarria, un organo che non si sa cosa sia e grazie alla istituzione del quale degli illustri cittadini verrebbero ad essere collocati al di sopra di tutte le Assemblee e di tutto il sistema del Parlamento e della democrazia. In buona sostanza la mozione di Sinistra Italiana, di fatto, chiede il ritorno al proporzionale, al proporzionale puro con preferenze, con buona pace dei referendum dei primi anni Novanta, in cui furono i cittadini italiani ad esprimersi su questi due argomenti.
  E poi c’è un'altra mozione che si inserisce nella fiera delle contraddizioni e che stupisce: quella del MoVimento 5 Stelle, che dopo aver proposto il sistema spagnolo in prima lettura Camera e in prima Commissione Camera, dopo aver varato una propria proposta (il Toninellum), dopo aver detto in diretta streaming, nell'incontro con il Presidente del Consiglio, di essere disponibile ad una legge con premio di maggioranza, purché il premio fosse alla lista, dopo aver presentato in quest'Aula un ordine del giorno sul mantenimento dell'Italicum – e che nessuno si azzardasse a toccarlo ! – adesso ha scoperto le virtù del proporzionale puro e della Prima Repubblica, tanto da ricevere il plauso anche di Paolo Cirino Pomicino, nostro ex collega.
  Ora, capisco che il principio di contraddizione in questa legislatura non ha avuto grande successo e capisco che forse il MoVimento 5 Stelle si è reso conto del fatto che l'Italicum fa parte di un complotto per farli governare, ma a tutto c’è o ci dovrebbe essere un limite e quindi non voteremo neanche questa mozione.
  Poi, a proposito di contraddizioni, c’è la mozione del centrodestra. Forza Italia prima aveva annunciato che non avrebbe presentato mozioni, leggiamo invece che c’è una mozione a firma di tutto il centrodestra e in questa mozione, nel primo capoverso della parte descrittiva, si dice che la legge è stata imposta a viva forza dal Governo Renzi a colpi di maggioranza e a colpi di fiducia, in assoluto disprezzo della volontà popolare.
  È quella stessa Forza Italia che, nell'aula del Senato, il 27 gennaio del 2015 approvava l'Italicum, con un discorso del capogruppo Paolo Romani, che diceva che finalmente, su una materia cardine della democrazia, «ridisegniamo un nuovo equilibrio di poteri, un'Esecutivo più forte, un Parlamento più snello nelle sue articolazioni e più rapido nelle decisioni»; la stessa Forza Italia – perché non erano parole dal sen fuggite di Paolo Romani – Pag. 58che, con il suo Presidente, nel suo profilo Facebook, il profilo del Presidente Berlusconi, diceva che con la nuova legge elettorale e l'attribuzione di un premio di maggioranza a una lista invece che a una coalizione, ci sarebbe stato...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  MASSIMO PARISI. Io credo di avere cinque minuti, Presidente; sono a quattro minuti scarsi.

  PRESIDENTE. Lei ha quattro minuti e li ha terminati già, mi dispiace, deve andare a concludere.

  MASSIMO PARISI. Allora avevo informazioni sbagliate. Concludo dicendo che quindi non voteremo neanche la mozione del centrodestra, il che non significa che la legge elettorale non sia modificabile e perfettibile, e in ragione di ciò voteremo la mozione a prima firma Rosato, che porta anche la nostra sottoscrizione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente, io le chiedo un aiuto in questa discussione, perché la mia giovane età, da un punto di vista parlamentare, non mi fa comprendere il senso di questa discussione su questa mozione.
  Già era poco comprensibile il fatto che venisse richiesto a questo Parlamento di impegnarsi, tramite una mozione, su un testo che – come dire ? – ha tutte le sue problematiche, ma l'impegno di un Parlamento si esprime tramite i suoi regolamenti e i sistemi che questa Camera ha.
  Il fatto che la maggioranza e il Governo abbiano comunque fatto una mozione che vada a impegnare quest'Aula a riscrivere o rivalutare la legge elettorale ha ancora meno senso.
  Io veramente questa la ritengo, sinceramente – mi passi la parola e veramente le chiedo un supporto anche morale – una pagliacciata, non ha assolutamente nessun senso e per questo, se c’è una volontà, da parte della maggioranza, di voler mettere mano a questa legge elettorale, che è imbarazzante, chiedo formalmente la possibilità di sospendere, fare una Conferenza dei presidenti di gruppo e lavorare su un testo da incardinare immediatamente, visto che c’è volontà, da parte della maggioranza, di lavorarci e se c’è volontà anche da parte del Governo, non vedo perché si debba star qui a discutere di una mozione che impegnerà in un futuro questo Parlamento a fare questo tipo di passaggio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente. La prima precisazione è che nella mozione di centrodestra non c’è la firma di Conservatori e Riformisti, che non hanno presentato alcuna mozione.
  Nel merito: Tatarella – Tatarella è stato un politico forse sottovalutato, ma è un grande saggio – diceva che nella politica...

  PRESIDENTE. Si avvicini al microfono deputato, se no non la sentiamo.

  MAURIZIO BIANCONI.... diceva che nella politica la prima cosa che conta è il tempo. E il tempo non è stato rispettato in questa vicenda, perché si è fatta una cosa che non va fatta, come tutti sanno: non si approvano le leggi elettorali ad inizio legislatura, perché approvando una legge elettorale ad inizio legislatura, c’è poi tutta la legislatura che cambia i termini della questione e della geopolitica e in fondo bisogna rimetterci mano.
  Ma siccome la legge elettorale che abbiamo approvato noi non era una legge elettorale, era la semplice blindatura dell'assicurazione del potere satrapico del Presidente Renzi e dei suoi Ministri, l'abbiamo Pag. 59approvata non solo, ma con la fiducia, cioè cosa mai vista al mondo: una cosa che non si fa, la si fa, la si fa di prepotenza e la si fa con la fiducia, con il risultato che oggi risiamo capo a dodici. Ma si diceva: questo si può fare, perché la legge era bipartisan. Anche questa è una cosa che dovrebbe far sorridere, perché quando diciamo le cose noi tutti fan finta di niente, poi succede esattamente quello che noi diciamo da tempo. Bipartisan ? Il relatore di questa legge era l'onorevole Massimo Parisi e l'ispiratore di questa legge era il senatore Denis Verdini, cioè i sottoscrittori odierni della mozione di maggioranza: cioè, si sono fatti la legge su misura con una finta opposizione su misura per determinare il loro potere e bloccarlo e blindarlo ! Questa è la verità di questa vicenda.
  Oggi ci sono nuove difficoltà: non cresce l'occupazione, non cresce la produzione, c’è un momento di flessione, la gente attenta è un po’ smarrita: ributtiamo in mezzo la legge elettorale, perché così la stampa se ne occupa. Alla gente penso che, oggi, la legge elettorale importi poco: oggi siamo in un Paese dove 5 milioni di nostri connazionali – oggi – non sanno se si sfameranno e ci sono centinaia di migliaia di persone che vengono da fuori che hanno la stessa condizione. E noi si parla di legge elettorale, lontano dal tempo ? E con le mozioni, quindi con uno strumento – noi che siamo del mestiere qui lo sappiamo – del tutto inane sotto il profilo del risultato ? Si fa per parlare, perché la mozione si fa per parlare. E, allora, si distrae tutti con la mozione.
  Allora io dico: facciamo le cose al tempo, non presentiamo le mozioni, facciamo una cosa che va fatta nel momento in cui va fatta. Il momento topico per parlare di legge elettorale è dopo il referendum. Ma questo non lo dice l'onorevole Maurizio Bianconi, lo dice la logica della politica, Presidente, e qui dentro la logica della politica ci dovrebbe ritornare: si parla della legge elettorale, parlamentarmente, su un testo concordato, la mattina dopo che si è deciso quello che fa il referendum. Perché quello è il momento politicamente topico per determinare cosa si deve dire nell'interesse del popolo italiano, senza perdere tempo e senza fare azioni che assicurano il potere a chi è qui a fare il Primo Ministro senza aver mai preso un voto dal popolo italiano, se vuole ancora fare queste cose qui – cioè, starci – senza avere il consenso.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MAURIZIO BIANCONI. Ho finito, Presidente. Vorrei dire che noi per questo motivo non voteremo nessuna mozione e ci asterremo, ma una notazione piccolissima io la devo fare. Io sono un maggioritario convinto – e questo è a titolo personale –, convinto, ma visto le storture che sono state adoperate con il maggioritario, con il premio di maggioranza, per cui si è inventata una legge per cui uno con il 32 per cento può prendere il 65 per cento di rappresentanza, forse, è ritornato il tempo di contarsi e di dare più equanimità alla rappresentanza e ai voti conseguiti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Noi siamo stati – noi di Fratelli d'Italia – in dubbio se presentare, sia pure insieme alle altre forze di centrodestra, una mozione o no. Ci siamo decisi perché abbiamo visto che la mozione della maggioranza ha stranamente enormi punti di contatto con coloro che, anche in buona fede, pensano di volerla contrastare la maggioranza predetta.
  Non è un caso o, comunque, lo vogliamo sottolineare, che le conclusioni delle mozioni del MoVimento 5 Stelle, della sinistra e della maggioranza abbiano in comune l'impegno a discutere immediatamente Pag. 60– non a concludere, ma a cominciare a discutere immediatamente – la legge elettorale, che sicuramente, come anche noi riteniamo, occorre sia modificata.
  Questa cosa ci ha molto colpito, perché cui prodest la volontà di modificare immediatamente ? A chi serve ? Serve sicuramente a chi vuole distogliere l'opinione pubblica da due cose: dalle necessità, che ci chiedono gli italiani, di discutere di sicurezza, immigrazione, occupazione, pressione fiscale e quant'altro e, d'altro lato, serve anche a distogliere l'attenzione dal dibattito sul «no» al referendum di Renzi. Hai voglia, caro amico del MoVimento 5 Stelle, anche in buona fede, a dire: sì ma noi vorremmo un sistema proporzionale. Detto adesso non vuol dire niente, quello che conta oggi nella mozione è dire: vogliamo che si discuta subito e, quindi, si decida comunque fra sei mesi, ma, intanto, occupiamo tutto il tempo in Parlamento a parlare di cose oggi inutili o, come diciamo noi, la indefettibile necessità di cambiare questa pessima legge elettorale, che noi non abbiamo mai, mai, voluto approvare, cominci il giorno dopo che verrà – mi auguro – bocciato il progetto di riforma costituzionale della maggioranza e di Renzi ?
  È questa la grande novità, il cambiamento che non vediamo nelle mozioni delle altre opposizioni, che pure non contrasteremo, perché, comunque, in comune con tutte le opposizioni abbiamo la valutazione che occorra cambiare questa legge elettorale. Per questo ci asterremo sulle mozioni delle opposizioni, ma voteremo a favore solo di quella del centrodestra, con la firma di Fratelli d'Italia, che chiede che oggi in Parlamento si parli delle cose importanti, che il dibattito sulle riforme sia incentrato sulla riforma costituzionale e non sulla ipotetica modifica della legge elettorale ancora sotto osservazione – ancora sotto osservazione – della Corte costituzionale e che si parli di questo all'indomani del risultato referendario.
  Poi, infine, caro rappresentante del Governo, onorevole Ministro Boschi, mi fa ridere che ci diciate che volete che si apra subito un dibattito al fine di consentire alle forze politiche di esprimere un'opinione. Ma ci siamo dimenticati che mi son dovuto imbavagliare per avere un minuto di tempo per parlare della Repubblica presidenziale ? Ci siamo dimenticati che ci avete impedito di confrontarci a colpi di maggioranza e di voti di fiducia ? Ci siamo dimenticati che non avete neanche voluto che si discutesse, in Commissione, seriamente questa riforma costituzionale ? Ce lo siamo completamente perso ? Qui nessuno ha l'anello al naso: qui abbiamo capito – almeno noi di centrodestra – che il tentativo di distogliere l'attenzione dal referendum e dalle necessarie riforme sui problemi veri degli italiani è mascherato da questa vostra, ahimè, concessione di farci parlare della riforma elettorale. Ma come siete bravi ! Ma come siete buoni ! Ci concedete di parlarne, salvo, poi, magari, con un voto di fiducia, decidere come più vi aggrada, come avete fatto l'altra volta.
  Ripeto: noi non voteremo contro le altre mozioni, crediamo che in buona fede siano caduti nel tranello il MoVimento 5 Stelle e la sinistra, ma diciamo a tutti: della riforma elettorale ne parliamo il giorno dopo e la chiuderemo senza, senza, senza Governi di emergenza – sia ben chiaro – in tempi ristrettissimi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e del deputato Baldelli).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, Ministro, rappresentanti del Governo, si fa fatica in queste settimane, nonostante il dibattito sia stato, mesi e mesi fa, un dibattito intenso, anche se dal nostro punto di vista assai proficuo, a trovare qualcuno che intenda difendere la legge elettorale vigente, l’«Italicum». E vorrei ricordare, affinché la memoria possa assistere tutti, che il Presidente del Consiglio in carica aveva addirittura immaginato per la bontà, la raffinatezza, la giustezza di questa riforma elettorale, la possibilità che buona parte dei Paesi europei Pag. 61avrebbero adottato la sua legge, ritenendola appunto innovativa. Oggi, invece, constata che questa legge va comunque modificata. Era la sbornia superomista successiva alle elezioni europee, quando Renzi sembrava inarrestabile e voleva prendersi praticamente tutto, anche attraverso – come accade in queste circostanze – l’éscamotage di una diversa legge elettorale. Poi il quadro è cambiato: evidentemente è cambiato un po’ per tutti. È previsto nella legge elettorale attuale un ballottaggio praticamente tra i due primi partiti, tra le due prime liste, che si misurano con un premio di maggioranza molto elevato. Ci fa un po’ riflettere, all'interno della mozione del MoVimento 5 Stelle, quasi una fuga dalla possibilità di una vittoria, che probabilmente è il motivo fondamentale per cui Renzi rimette in gioco le sue carte e accetta di accedere alla possibilità di modificare la legge elettorale. Certo, questo è già una parte del merito della vicenda. Se da un lato c’è qualcuno che vuole per forza vincere e cambia le carte in tavola quando il vento spira in poppa; dall'altro lato c’è qualcuno che fugge dalle proprie responsabilità e preferisce essere un forte partito di opposizione, piuttosto che assumersi la responsabilità del governo del Paese.
  Ora c’è anche un discorso di merito che io voglio introdurre. Poi ne parleremo meglio quando ci saranno delle proposte modificative di questa legge elettorale, ma proprio perché queste proposte ancora non esistono vale la pena di formulare delle obiezioni affinché possano diventare elementi di indirizzo. Per noi non può esistere una legge elettorale che prescinda dal principio della democrazia, cioè dal principio della sovranità popolare. Noi siamo passati, in buona sostanza, da un proporzionale puro della Prima Repubblica, con un assemblearismo confuso, che non dava alcuna autorevolezza al Presidente del Consiglio e ai Governi eletti, a una Seconda Repubblica dove i partiti, anzi non i partiti, che nel frattempo sono stati smantellati, ma i leader dei partiti decidevano praticamente tutto. Se la democrazia è ancora un valore, si può accedere a una democrazia intermediata, a una democrazia parlamentare, a una democrazia che passa per i corpi intermedi, a una democrazia che transita per partiti che si consultano e consultano i propri iscritti, a una democrazia diretta, in cui si devono introdurre le elezioni primarie per decidere quali saranno i competitori nei collegi uninominali, se ci saranno collegi uninominali, o nelle liste bloccate, se ci saranno liste bloccate, oppure un'elezione che preveda sempre la centralità, cioè il potere decisionale del cittadino, perché questo prevede la democrazia.
  Noi ci auguriamo – concludo – che la futura legge elettorale possa imporre ai partiti, ai gruppi parlamentari, al Governo questa agenda: come far tornare i cittadini italiani protagonisti della battaglia politica e democratica. Nel frattempo, riteniamo che il referendum non possa essere disturbato. Al riguardo, l'occasione è ghiotta per chiedere e rivendicare al Presidente del Consiglio l'indizione di questo referendum, perché si stanno facendo colpi di furbizia, uno dietro l'altro...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  FABIO RAMPELLI. ... perché – davvero concludo – i giornali, le televisioni e anche la televisione di Stato parlano e straparlano delle posizioni del Governo sul referendum e mettono il bavaglio all'opposizione. Deve essere indetto il referendum per cambiare anche l'umore e gli equilibri di questa discussione, per entrare il più presto possibile in regime di par condicio, come la democrazia impone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lorenzo Dellai. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Grazie, signora Presidente. Signori del Governo, colleghe e colleghi, vorrei prima di tutto ringraziare il collega Scotto e il gruppo Sinistra Italiana – SEL per questa iniziativa della mozione, perché, a prescindere da come la Pag. 62si giudichi nel merito, comunque ha avuto il pregio di radicare in quest'Aula un dibattito sulla legge elettorale che era presente, fino ad ora, più nei talk show che nelle istituzioni. Esprimo anche soddisfazione perché la maggioranza ha saputo produrre un testo unitario di mozione. Noi questo l'avevamo chiesto dal primo giorno, dicendo che non sarebbe stato opportuno esprimere solamente, come maggioranza, un voto di diniego ad altri testi presentati.
  Peraltro, noi sappiamo anche dare il giusto peso alle cose e, dunque, non abbiamo bisogno delle osservazioni e delle lezioni di alcuni osservatori per sapere che non è con una mozione che si cambia una legge. Siamo anche ben coscienti che la mozione della maggioranza non indica una soluzione precisa e non pone impegni formali al Governo, circostanza questa, peraltro, ineccepibile sul piano istituzionale se si vuole rivendicare, su questo piano della legge elettorale, una centralità del Parlamento. Aggiungo, peraltro, che il parere favorevole, dato poco fa dal Governo alla mozione della maggioranza, costituisce comunque – io credo – un importante e positivo impegno politico in questo senso. È anche giusto dire che il nostro gruppo aveva proposto ai colleghi della maggioranza, in questi giorni, un documento che indicava non già soluzioni, evidentemente, ma comunque indicava i terreni di una auspicata riflessione nuova sull'Italicum: il rapporto elettore-eletto, l'equilibrio tra rappresentanza e governabilità, trasparenza nella formazione delle maggioranze.
  Perché noi riteniamo sia giusto discutere sull'Italicum, che è stato approvato un anno fa in circostanze – lo voglio ricordare, perché spesso lo dimentichiamo – difficili, direi straordinarie, della nostra vita politica ed istituzionale ? La risposta è perché non esiste una legge elettorale perfetta in ogni circostanza, a prescindere cioè da ciò che si muove dentro la società e da ciò che la società produce in termini di rappresentanza politica e questo non per mere ragioni di bottega o di paura per possibili vincitori altrui, ma perché occorre corrispondere a ciò per cui le leggi elettorali esistono, cioè per un equilibrato rapporto tra le opinioni e le tensioni dei cittadini e la vita delle istituzioni. Oggi è mutato radicalmente il quadro della rappresentanza politica del nostro Paese e di questo va tenuto conto. Vorrei anche aggiungere che ciò è reso ancora più problematico dalla circostanza che chi ha voluto e ha votato l'Italicum – noi compresi – non ha lavorato in questo tempo in maniera coerente per costruire infrastrutture politiche adeguate alla sfida, del tutto nuova, che quella legge ha posto al nostro Paese.
  Abbiamo visto anche la mozione dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Io personalmente appartengo a una tradizione politica fortemente proporzionalista, come molti altri colleghi del nostro gruppo, ma vorrei ricordare che la storia, in particolare la storia della Democrazia Cristiana, insegna che il sistema proporzionale reggeva e ha retto nell'interesse del Paese perché era la politica e la sua capacità di reale rappresentanza che garantiva il valore, altrettanto essenziale, della governabilità, da non confondere, peraltro, sic et simpliciter con la durata e il numero dei singoli Governi che si sono succeduti, ma da cogliere, invece, nel senso di un progetto politico di cambiamento del Paese. Oggi è così ? Noi non crediamo. In questo tempo inquieto e lungo, lunghissimo, di passaggio, il ruolo delle regole istituzionali ed elettorali è certamente un ruolo diverso rispetto al passato. Vorrei anche dire che, vedendo la mozione dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, viene da pensare che, per contrastare una legge elettorale ritenuta orientata a far governare chi non vince, si voglia, invece, proporre la furba e cinica prospettiva che chi vince possa anche non assumersi fino in fondo il duro e difficile compito di governare. Noi vogliamo comunque cogliere in senso positivo il segnale costituito dalla mozione della maggioranza e dal parere favorevole ad essa dato dal Governo e lavoreremo perché, se approvata, la Conferenza dei presidenti di gruppo fissi presto tempi e modalità di apertura della fase di discussione tra i vari Pag. 63gruppi parlamentari. Nel merito, naturalmente anche noi ci faremo carico di proporre le nostre idee e lo faremo nel solco delle riflessioni di Roberto Ruffilli e di altri testimoni di quel cattolicesimo democratico che intuirono, fin dai primi anni Ottanta e spesso in solitudine, la necessità di un raccordo virtuoso tra rappresentanza, autorevolezza e stabilità dei Governi.
  Signora Presidente, signori del Governo, colleghe e colleghi, non ci sfugge, peraltro, che questa nostra disputa sulle regole elettorali può apparire, agli occhi di larga parte dei cittadini, come un astruso vezzo da nomenclatura. Sappiamo, invece, che l'Italia e l'Europa hanno davanti anni di drammatiche difficoltà e non ce lo dobbiamo nascondere. Il tunnel è ancora lungo e la luce in fondo è ancora molto tenue. Per queste ragioni noi accompagniamo il voto, anche il voto favorevole sulla mozione della maggioranza, con una sorta di appello a non buttare alle ortiche il filo sottile che ancora può legare assieme forze politiche, mondi sociali, esperienze territoriali, persone e culture politiche democratiche antiche e recenti, le quali, anche al di là del passaggio referendario nel quale noi siamo coerentemente impegnati per il «sì» ma che non vogliamo trasformare in una discriminante per il futuro, le quali, dicevo, costituiscono l'architrave per un Governo non populista e non reazionario nei difficili processi sociali e culturali con i quali dobbiamo e dovremo misurarci (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, Scelta Civica in tutto il percorso della legge elettorale ha sempre tenuto un atteggiamento coerente. Ci siamo astenuti la prima volta nel passaggio alla Camera perché ritenevamo che la prima versione dell'Italicum non fosse condivisibile e andasse migliorata; abbiamo lavorato per migliorarla nel prosieguo del procedimento; abbiamo pensato che l'Italicum, arrivato al secondo passaggio alla Camera, dovesse ancora essere migliorato e siamo stati, credo, gli unici a discutere emendamenti in Commissione e a presentarli; abbiamo poi votato la fiducia quando è stata posta sul testo in seconda lettura alla Camera, motivando in modo chiaro sul fatto che per noi quei difetti dell'Italicum non erano tali da negare la fiducia al Governo, perché pensavamo che dovesse proseguire nel suo percorso di riforma, e dicendo anche che auspicavamo che delle modifiche venissero fatte nel caso successivamente. Quindi, per noi venire a discutere del fatto che si possa modificare la legge elettorale in un senso più conforme a quello che noi abbiamo sempre proposto ovviamente è un fatto positivo.
  Certo, avrebbe molto più senso e avrebbe avuto molto più senso discuterlo nell'ambito di una riforma della legge elettorale piuttosto che non sulla base e in presenza di mozioni che avevano l'obiettivo principale di votare, all'interno della Camera, un documento che partiva dal presupposto che la legge votata è incostituzionale, cosa che era ancora più anomala, per non dire surreale, quando a pochi giorni di distanza la Corte costituzionale avrebbe dovuto pronunciarsi e, grazie a Dio, ha scelto di non pronunciarsi in questo momento, perché veramente in quel caso ci saremmo trovati a discutere e ad avere qui un dibattito che sicuramente toccherà la costituzionalità della legge quando la Corte si sarebbe dovuta riunire pochi giorni dopo per parlarne.
  Scelta Civica ha sempre avuto delle posizioni molto precise. Noi abbiamo sempre detto che piuttosto che avere i collegi delle dimensioni attuali avremmo preferito i collegi molto più piccoli. Abbiamo sempre chiesto collegi uninominali, abbiamo sempre chiesto l'apparentamento al secondo turno o un premio di coalizione Pag. 64piuttosto che alla lista. Abbiamo sempre detto che non abbiamo un amore particolare per le preferenze.
  Questi sono stati dei punti che abbiamo sempre posto, che abbiamo anche fatto votare e ci piacerebbe sentire le posizioni degli altri gruppi, perché noi oggi voteremo a favore sulla mozione di maggioranza che impegna la Camera ad avviare un discorso sulla legge elettorale e voteremo contro sulle altre mozioni. Una, quella del MoVimento 5 Stelle, ci riporta indietro di un bel po’ di anni, perché il combinato disposto della posizione sulla legge elettorale e sulla riforma costituzionale è che il nostro sistema andava bene come era per la gran parte della Prima Repubblica e, quindi, con il bicameralismo perfetto, il proporzionale e le preferenze. Noi pensiamo che tutte queste tre caratteristiche del sistema istituzionale che avevamo nella Prima Repubblica abbiano generato dei danni. L'onorevole Dellai ha sottolineato come il sistema proporzionale abbia funzionato; ha funzionato in un certo modo ed è anche degenerato soprattutto nella sua fase conclusiva. Dunque, è abbastanza strano che un movimento che dovrebbe essere l'avanguardia dell'innovazione proponga il ritorno a un sistema di cui tutta la politica, la dottrina e la scienza politologica hanno sempre detto che alla fine non ha funzionato e che tanto meno può funzionare in una situazione in cui esistono movimenti politici, come è il MoVimento 5 Stelle, che la partita non la vogliono giocare e che dicono: «Io coalizioni non ne faccio». Quindi, si fa il proporzionale e si sterilizza un quarto del Parlamento.
  Questo è il problema fondamentale della riforma elettorale, perché in Italia – ma è un tema che colpisce tutti i Paesi d'Europa o quasi – esistono forze che non vogliono partecipare al gioco elettorale e a coalizioni di Governo e assumono una posizione esterna al sistema dei partiti. In un contesto del genere non avere una qualche forma di rafforzamento maggioritario significa condannare questi Paesi alle grandi coalizioni per sempre, ossia perlomeno fino a quando questi movimenti esisteranno. Noi pensiamo che questo sia dannoso. Abbiamo anche sostenuto che si poteva pensare al doppio turno con i collegi alla francese e a mille altre soluzioni che portino a una semplificazione del sistema politico che consenta la governabilità. La Corte costituzionale – qui molti se lo scordano – ha detto che la governabilità è un valore costituzionalmente rilevante e lo ha detto nella stessa sentenza che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum.
  Tutti i partiti in quest'Aula adesso, dopo questa discussione e dopo questa mozione, avranno la responsabilità di fare delle proposte. Io ho sentito surreali dichiarazioni del tipo: «Il Governo faccia le proposte» da parte di chi fino alla settimana scorsa diceva che il Governo aveva sbagliato a impicciarsi di legge elettorale. Ho sentito dire dall'onorevole La Russa – mi perdoni – che «il Governo stia lontano che noi poi facciamo in pochi giorni». Io lo spero, ma con il Porcellum ci sono voluti dieci anni per liberarcene e già dal giorno dopo si diceva che era sbagliato. Lo diceva anche Forza Italia, ma non si è riusciti a cambiarlo. C’è voluta una sentenza della Corte costituzionale e un Governo che si è imposto con la questione di fiducia, altrimenti non sarebbe stato cambiato nemmeno lì. Quindi, io spero davvero che i partiti diano dei segnali, ma che siano dei segnali reali, perché se il MoVimento 5 Stelle dice: «Io voglio il proporzionale o nient'altro», se un altro partito dice: «Io voglio il maggioritario secco o nient'altro», se un altro dice: «Io non parlo e aspetto la proposta del Governo», allora francamente le speranze di arrivare a una riforma dell'Italicum non esistono, perché quello che ha consentito in passato di arrivare a riforme elettorali sono stati o accordi tra maggioranza e opposizioni oppure forzature di maggioranza a partire dallo stesso Porcellum.
  Quindi, questa mozione e questa discussione dovrebbero essere quanto meno, come posso dire, «benedette» da tutte le forze politiche come un passaggio dopo il quale tutti saranno disponibili a sedersi e a discutere; altrimenti oggi avremo fatto Pag. 65una bella discussione totalmente inutile, perché poi ci siederemo e ci saranno posizioni contrapposte pregiudiziali dalle quali nessuno si vuole spostare, perché è evidente che se si parte da una legge che prevede una qualche forma di premio di maggioranza per assicurare la governabilità – e, come ripeto, la Corte costituzionale ha detto essere assolutamente legittimo – pensare poi di passare da quella al proporzionale e dire «noi abbiamo fatto la nostra proposta» è francamente inaccettabile. Noi, come gruppo di Scelta Civica, abbiamo sempre partecipato alle discussioni, siamo partiti non dando il nostro consenso, siamo arrivati a darlo, siamo pronti a discutere delle modifiche e vorremmo che qui dentro, anziché strumentalizzazioni sull'autoritarismo, la riforma costituzionale e argomentazioni di questo tipo, quando si parlerà di legge elettorale, si parli esclusivamente di legge elettorale per arrivare a una soluzione condivisa perché, dopo questa discussione, la responsabilità sarà tutta sulle spalle dei partiti (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signora Presidente. È con un umorismo di fondo che sento nel mio animo che mi appresto ad iniziare questa discussione perché sinceramente mi sembra di essere in una situazione paradossale. Fino a pochi mesi fa, autorevolissimi esponenti del Governo, a partire dal Premier, annunciavano trionfanti, che dopo l'approvazione appunto dall'Italicum questa legge avrebbe avuto magnifiche sorti anche in Europa. Ce le ricordiamo tutte le affermazioni riguardanti appunto l'imminenza ormai da parte di tutti i Paesi europei dell'adozione dell'Italicum perché si sarebbero accorti...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, però si sentono fino a qui i rumori. Per favore ! Prego, deputato.

  CRISTIAN INVERNIZZI. ...della bellezza di questa legge. Per arrivare alla dichiarazione del Ministro Boschi, qui presente, di pochi mesi fa, in cui si diceva: l'Italicum dà stabilità e affidabilità internazionale al Paese; no, non cambieremo legge elettorale.
  Mi ricordo altresì come è nata questa legge e, consentitemi, colleghi della maggioranza, in particolare del Partito Democratico, di sorridere quando leggo la mozione che voi oggi vi apprestate a votare, una mozione in cui dite che in pratica volete impegnare la Camera ad avviare nelle sedi competenti una discussione sulla legge n. 52 del 2015 al fine di consentire a diversi gruppi parlamentari di esplicitare le proprie eventuali proposte di modifiche. È interessante, però io mi ricordo anche quello che avvenne appunto durante l'ultima lettura di questa legge e vi dico che la mozione è monca; è monca poiché non è sufficiente avviare un iter al fine di consentire ai diversi gruppi parlamentari di esplicitare e così via, ma bisogna anche consentire poi effettivamente ai gruppi consiliari di far questo perché non siamo stati noi in Commissione a cambiare tutti i commissari. Dieci voi ne avete cambiati, dieci commissari del Partito Democratico contrari alla legge voi li avete cambiati e quella era una sede opportuna di discussione, quella della Commissione, della I Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Eppure, la vostra democrazia qual è stata ? Non sono d'accordo e li cambiamo. Un'altra sede opportuna di discussione sarebbe stata nell'Aula, per esempio, affrontando le decine di emendamenti presentati dall'opposizione. Non sarebbe stata una sede opportuna di discussione quella ? Chi si è sottratto allora dall'opposizione alla discussione ? Nessuno. Abbiamo presentato emendamenti e chiedevamo semplicemente di discuterli e la maggioranza allora disse: no, non si discute; la scelta è stata fatta, il dado è tratto, Renzi ha deciso, mettiamo la fiducia. Per cui non è sufficiente iniziare l’iter, c’è anche un impegno questa volta che mi auguro che ci sia da Pag. 66parte del Partito Democratico di consentire un'effettiva discussione sulla legge elettorale, un impegno magari che ricordi anche, nel momento in cui viene assunto, che la verità in tasca non ce l'ha nessuno, non ce l'ha il Presidente Renzi, non ce l'ha l'attuale Ministro, non ce l'avete neanche voi della maggioranza perché il tema in discussione è stato detto che è fondamentale e riguarda le regole dei giochi con cui tutti noi poi siamo costretti a confrontarci. E quello che noi vi dicemmo in quelle poche occasioni in cui ci è stato consentito di parlare di legge elettorale si è drammaticamente per voi rivelato esatto. Vi dicevamo: state facendo una legge elettorale sulla contingenza, convinti che il 40 per cento preso alle europee da Renzi si traduca poi anche in un 40 per cento preso alle politiche.
  Vi dicemmo: state attenti perché le condizioni in questo momento della storia europea italiana sono mutevoli, possono cambiare. Vi abbiamo anche detto in Commissione poi, quando appunto c’è stata data occasione di parlare: non vi rendete conto che state aiutando, in una maniera evidente a tutti, tranne al Presidente del Consiglio, proprio il MoVimento 5 Stelle che con questa legge può andare effettivamente al Governo ? Tutte queste cose che avevamo detto allora si sono rivelate esatte. Malgrado questo, oggi ci troviamo a dover discutere di una vostra mozione che altro non è – e lo capiamo – la continuazione all'interno di quest'Aula della direzione nazionale del Partito Democratico perché voi avete preso anche quest'Aula, le sue discussioni e i suoi voti come momenti nei quali risolvere – e non ci riuscite però – i problemi che avete all'interno della direzione nazionale del Partito Democratico. È evidente a tutti e anche a voi che in questo modo Renzi, in un momento di difficoltà, sta cercando di compattare le file all'interno, sta cercando di dire alla minoranza del Partito Democratico, in previsione appunto del referendum sulla Costituzione: guardate che io sono aperto ad ogni discussione, guardate che io ci tengo talmente tanto al risultato sul referendum, non per il merito, ma perché è la dichiarazione che tutti noi ci ricordiamo, cioè che un voto negativo al referendum significa la fine politica di Renzi. Ed è inutile adesso cercare di fare marcia indietro; Renzi si sta giocando questo perché così lui ha detto. In questo modo, lui cerca di dare l'ennesimo bocconcino alla sua minoranza interna cercando di recuperare qualche voto così. Ed è l'ennesima presa in giro perché già lo sappiamo perfettamente come si comporta Renzi e come si comporta il suo Governo, anche e soprattutto nei confronti della sua minoranza interna. Noi siamo in una situazione paradossale, onorevole Presidente, una situazione che ci vede confrontarci con due realtà; la realtà che viene continuamente raccontata dal Presidente del Consiglio, che parla di riforme che a livello internazionale vengono considerate come il biglietto da visita del miglior Governo che l'Italia abbia mai avuto; tutta una serie di riforme, tra le quali rientrava fino a stamattina anche la legge elettorale, che presentava il Governo Renzi come il Governo di uno Stato finalmente protagonista all'interno dello scenario internazionale. Quello stesso Presidente del Consiglio che non più tardi di tre giorni fa si è visto prendere, per l'ennesima volta, a sberle dall'Europa, cioè dai suoi capi, dalla Merkel e da Hollande; quel Presidente – e veramente questo sarebbe interessante anche da capire – che adesso sta cercando appoggi internazionali in modo, a mio avviso, probabilmente quasi disperato, per la sua riforma costituzionale e l'ha trovato in un autorevolissimo, o meglio nell'ambasciatore dello Stato più importante del mondo, gli Stati Uniti d'America, che ha dichiarato di appoggiare la riforma costituzionale. Da qui una situazione paradossale perché uno dei pochissimi Stati che insieme all'Italia ha il bicameralismo perfetto – e mi riferisco ovviamente agli Stati Uniti d'America – dice all'Italia che deve cambiare il bicameralismo perfetto. Va bene, prendiamo atto del fatto che gli americani fanno in casa loro – come spesso avviene – quello che non vogliono venga fatto in casa degli altri. Insomma, noi ci troviamo per l'ennesima volta di Pag. 67fronte allo stravolgimento di una realtà, stravolgimento che ho sentito anche dai discorsi di alcuni esponenti della maggioranza, quando invitavano – mi riferisco al discorso del, da me stimato, presidente Mazziotti – i partiti a non fare passi indietro, ad impegnarsi; quegli stessi partiti che si sono trovati – e mi riferisco veramente a partiti di opposizione – in una discussione con tempi contingentati, che si sono trovati a non poter nemmeno discutere – e mi avvio alla conclusione – della riforma elettorale perché avete deciso di porre la fiducia.
  Io non so come vi muoverete per superare l'Italicum che tutti noi e anche voi sappiamo essere viziato da profondissimi problemi di natura costituzionale. Lo sapete tutti, lo sappiamo e ve lo avevamo detto con alcune pregiudiziali di costituzionalità a suo tempo presentate, rigettate con sarcasmo dagli esponenti della maggioranza, del Partito Democratico, che ci dissero, l'onorevole Fiano per esempio: noi non prendiamo lezioni sulla legge elettorale da coloro che sono responsabili di aver fatto il Porcellum.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Bene. Dico a voi, esponenti del Partito Democratico: non avete voluto prendere lezioni perché voi eravate più bravi degli altri; non avete voluto ascoltare le minoranze, o meglio le opposizioni, perché voi sapevate perfettamente quello che stava avvenendo. Noi vi diciamo veramente: adesso basta, non prendiamo in giro gli italiani con un'ennesima discussione inutile su un provvedimento che sostanzialmente interessa solo noi, se volete perdervi dietro queste cose fatelo. L'impegno adesso, massimo nostro, è quello sul referendum costituzionale: un referendum che noi faremo di tutto per far decadere attraverso il voto legittimo dei cittadini, e per trarre le estreme conseguenze di quello che è già stato detto da Renzi; e cioè che vada a casa, e che finalmente si possa cominciare a ragionare di un Governo che non si preoccupi di fare bella figura con gli Stati Uniti, con la Merkel, con i nostri partner europei, di un Governo che si interessi dei veri problemi dei suoi cittadini. Perché quello che oggi noi stiamo facendo per l'ennesima volta,...

  PRESIDENTE. Concluda.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Mi avvio alla conclusione. ...parlando di una legge elettorale che è in vigore ma non è mai stata utilizzata, e che adesso sta miseramente decadendo, è l'ennesima figuraccia, che però questa volta noi diamo completamente, interamente nelle vostre mani (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dore Misuraca. Ne ha facoltà.

  DORE MISURACA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Area Popolare ha fortemente voluto che ci fosse una mozione di maggioranza sulla quale l'Aula si appresta ad esprimere il suo voto, a fronte di quella presentata da Sinistra Italiana che vedrà il nostro dissenso. Area Popolare ha voluto, in assenza della partecipazione dell'opposizione, che fosse una mozione appunto della maggioranza che impegnasse il Parlamento ad avviare una discussione sulle modifiche dell'Italicum, consentendo ai diversi gruppi parlamentari di presentare le loro proposte.
  E già si vedono gli effetti benefici di questo metodo di procedere: della modifica della legge elettorale si parlava in tutte le sedi, tranne che in quella legittimata a farlo dalla Costituzione, il legislatore ordinario, il Parlamento. Se ne parlava sui giornali, nelle segreterie di partito, in vari circoli e conciliaboli di deputati e senatori; ma ufficialmente regnava il silenzio. L'Italicum sembrava un totem immodificabile.
  Oggi scopriamo che praticamente tutti lo volevano modificare: c’è una proposta del MoVimento 5 Stelle, una di Forza Italia, annunciata dal senatore Romano; Pag. 68c'era quella della minoranza del PD, ci sarà appunto una proposta di Area Popolare. In Sicilia, la mia regione, si direbbe che si è rotto finalmente anche qui il muro dell'omertà. Rivendichiamo appunto questo primo effetto di trasparenza, che fa emergere anche una decisiva questione di metodo: sulla legge elettorale ci si confronta con tutte le proposte in campo e si decide insieme, creando le più ampie convergenze possibili, e queste convergenze continueremo a ricercare.
  Aleggia comunque su questa discussione un'accusa neanche tanto velata di ripensamento, di schizofrenia se volete: perché volete cambiare una legge che voi stessi avete votato ? E noi abbiamo votato convintamente; ma modificare migliorando è segno, a nostro avviso, di intelligenza politica e di intelligenza tout court: anzi, è compito, un diritto-dovere previsto dalla Costituzione anche per la Costituzione stessa, ed è l'anima del riformismo.
  Dopo la sentenza della Consulta sul cosiddetto Porcellum, era nostro obbligo allora dotare il Paese di una nuova legge elettorale, e di farlo rispondendo alle esigenze di rappresentatività, governabilità e stabilità, tenendo conto dell'evoluzione del sistema politico sul quale essa stessa può incidere fortemente. E nessuno può negare che il sistema politico in quest'ultimo anno e mezzo sia fortemente cambiato: non io, ma un'autorevole figura della sinistra come Luciano Violante dice che la legge elettorale andrebbe sostituita, oltre che per ragioni giuridiche, per alcune serie di ragioni politiche.
  Non trovo parole migliori, per descrivere queste serie ragioni politiche, di quelle del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha spiegato, alcuni giorni fa, come rispetto a due anni fa lo scenario politico risulti mutato in Italia come in Europa: ci sono nuovi partiti, alcuni dei quali in forte ascesa, che hanno rotto il gioco di Governo tra due schieramenti, con il rischio che vada al ballottaggio previsto dall'Italicum e vinca chi al primo turno ha ricevuto una base troppo scarsa di legittimazione col voto popolare.
  C’è quindi, a nostro avviso, un evidente problema ed un'altrettanto evidente esigenza di assicurare un migliore equilibrio tra governabilità e rappresentatività del sistema. L'Italicum, nella sua attuale formulazione, è un sistema decisivo, majority-assuring: assicura appunto in modo perentorio, sempre e comunque, la maggioranza dei seggi al vincitore, da cui consegue la governabilità, anche se non la certezza della stabilità dell'Esecutivo. Dobbiamo insieme decidere se questo principio, maggioranza certa e governabilità, che noi riteniamo comunque un valore, è un principio assoluto, e quindi non soggetto ad alcun limite, neanche a quello della rappresentanza della volontà popolare espressa con il voto; oppure se debba invece quel principio fare conto con il principio di realtà: con una realtà di frammentazione del sistema politico che renderebbe certamente legale, ma politicamente molto meno legittima, la maggioranza certa consegnata al ballottaggio a chi in realtà ha visto la sua offerta politica premiata – questo è il rischio ! – anche da solo il 25 per cento degli elettori.
  L'Italicum a nostro avviso va dunque cambiato. Come ? A nostro parere in modo che risponda al vulnus che ho appena rappresentato. Ho già detto in premessa che si tratterà di valutare, confrontare e decidere in base alle proposte che verranno fatte. Area Popolare presenterà una sua proposta di legge basata su due pilastri. Il primo pilastro è l'eliminazione del ballottaggio – l'abbiamo annunciato in discussione generale – per le esigenze già dette di rappresentatività, cioè di consonanza tra governanti e governati; alle quali vorrei aggiungere una considerazione di cultura politica: in un sistema tripolare, se non addirittura quadripolare, il ballottaggio mette le carte decisive per la vittoria in mano agli esclusi dal ballottaggio stesso, come si è visto per le recenti elezioni comunali, e il clima politico nel quale siamo immersi porta a mio avviso più a votare contro che a votare «per».
  Ma non per questo abbandoniamo, cari colleghi, l'obiettivo della governabilità: infatti il secondo pilastro della nostra proposta Pag. 69prevede un premio di maggioranza di una quota fissa di seggi, nella nostra ipotesi 90, da assegnare alla coalizione o alle liste vincitrici del primo ed unico turno, tenendo comunque come tetto massimo il numero di 340 seggi. Un premio significativo, che permette di avere la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei deputati qualora si sia premiati da almeno il 35 per cento degli elettori, e che altrimenti impegnerà invece la coalizione o il partito, se ci si è presentati da soli, a cercare in Parlamento una maggioranza più ampia e più aderente al voto popolare. Il premio lo pensiamo non solo per la lista, ma anche per la coalizione, per onestà e chiarezza di fronte ai cittadini.
  Il premio alla lista o al partito già aveva fatto nascere ipotesi di listoni unici, nel quale si camuffavano diversi partiti ed identità politiche: insomma, coalizioni di fatto. Meglio, a nostro avviso, presentarsi chiaramente agli elettori. D'altronde, è lo stesso Presidente del Consiglio, nonché segretario del Partito Democratico, a parlare in questi giorni di «modello Sala», cioè di una coalizione da trasporre a livello nazionale: uso le sue parole nel loro valore strutturale di modello, evito di esprimermi sul loro significato politico.
  Un'ultima considerazione: il Parlamento approfitti del tempo che ci lascia la decisione della Corte costituzionale di rinviare l'esame dei ricorsi già presentati sull'Italicum. È una possibilità offerta alla politica di esercitare pienamente il suo ruolo anche in tema di legge elettorale, sulla quale, ripeto, la Costituzione non ci impone formule, lasciandola alla discrezionalità del legislatore ordinario. Io mi permetto appunto di ricordare il più importante vincolo che la Costituzione ci impone, e lo fa nel suo primo articolo: la sovranità appartiene al popolo. Dobbiamo lavorare insieme ad una modifica dell'Italicum con questo faro, non per garantire il Palazzo, ma per dare vera rappresentanza alla volontà popolare e, insieme, quella stabilità di Governo di cui un Paese sempre, ma soprattutto nel lungo periodo di crisi che stiamo attraversando, ha bisogno.
  In conclusione non c’è un sistema elettorale, che esima dalla politica, dalla buona politica, la capacità di rappresentare i legittimi interessi degli elettori, di fare proposte realistiche di soluzione dei problemi, che affollano la vita quotidiana delle persone, delle famiglie e delle imprese, e di raccogliere su queste il consenso. Non c’è, colleghi, un sistema elettorale che assicuri il successo. La DC fece il Mattarellum, convinta di perpetuarsi, e con quel sistema vinse Berlusconi, il quale poi con l'apporto decisivo della Lega e di Calderoli concepì il Porcellum, con il quale vinsero per soli 24 mila voti Prodi e la sinistra. Pensare di costruire un sistema elettorale a propria immagine e somiglianza è una pia illusione. Di più, è un errore. Il cittadino è pronto a punirci o forse ci siamo già dimenticati del risultato delle elezioni del 2013. Non dubitate mai – diceva l'antropologa americana Margaret Mead – che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi e impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l'unica cosa che è sempre accaduta. Facilitiamo questo diritto dei cittadini, dandogli una buona legge elettorale e una buona politica. Il primo passo in questa direzione è votare sì alla mozione della maggioranza. Il gruppo di Area Popolare lo farà convintamente (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Arturo Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Signori del Governo, ieri, quando si rincorrevano le voci su una mossa del Governo per uscire dall'angolo di una discussione imbarazzante, mi sono cimentato nella compilazione di una piccola antologia letteraria sulla breve vita dell'Italicum. Vi cito solo i titoli di alcune opere principali e di alcuni autori, giusto per non annoiarvi. Orfini: l'Italicum non si discute. Guerini: nessuna possibilità di Pag. 70modificarlo. Boschi: legge elettorale non sarà cambiata. Boschi: minoranza smetta di lamentarsi. Verdini serviva. Boschi: la fiducia sarà una battaglia di libertà. Renzi: Governo legato a Italicum nel bene e nel male. Renzi: contrario a ritoccare l'Italicum alla Camera. Renzi: modello positivo, lo copieranno in Unione Europea. Infine Renzi: per la Merkel il punto chiave è il ballottaggio, facciamo così un patto con la Merkel, loro ci danno il sistema tedesco e noi diamo l'Italicum indietro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
  Ecco, a leggere le opere di questi giorni, si può sentenziare che mai vi è stato nella storia della letteratura un così breve ciclo, breve ma utile. Oggi, grazie a questa discussione, stimolata da un piccolo partito di opposizione, si racconta una favola, una che ha avuto vita assai più lunga dell'Italicum, «I vestiti nuovi dell'imperatore» di Andersen. La favola racconta di un re, che sfila senza vestiti nell'acquiescenza generale in mezzo a una folla plaudente, che loda a gran voce l'eleganza del sovrano. L'acquiescenza è spezzata dall'ingenua, quanto sincera, voce di un bambino che grida: il re è nudo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) !
  I re nudi oggi sono tanti, signora Presidente. È nudo il re della democrazia decidente, strana formula per esprimere l'idea che a decidere sia uno solo, per poi scoprire che le decisioni sono pure sbagliate. È nudo il re dei riformatori che sbagliano le riforme: lavoro, scuola, legge elettorale e ora è il turno della riforma delle riforme, quella costituzionale. È nudo, signora Presidente, il re che combina Italicum e Senato non elettivo, cucendosi su una misura un abito nuovo, per poi scoprire che addosso non ha nulla.
  L'Italicum non ha più padri. Avete scoperto che non vi conviene più, ma non sapete dirci come, né quando, né dove lo cambierete. E scrivete addirittura una mozione che ha la lunghezza e l'intensità di un tweet e che si limita a concedere al Parlamento la facoltà di riscrivere le leggi. Grazie per la gentile concessione, credevo fossimo qui a pettinare le bambole.
  Invece vi sono tante ragioni per cui oggi siamo qui. È una legge elettorale che ha vizi di incostituzionalità palese, come scriviamo nella nostra mozione, una legge elettorale che somiglia, non so quanto a vostra insaputa, al Porcellum imposto al Parlamento con violenza inaudita, attraverso la questione di fiducia e la sostituzione di deputati in Commissione. La Corte costituzionale ha deciso di rinviare la sentenza sul Porcellum 2.0. Non entriamo nel merito di questa scelta, perché da sempre siamo per la divisione dei poteri e rispettiamo gli orientamenti insindacabili della Consulta. Ma a maggior ragione lo spazio temporale che si apre dovrebbe indurre il Parlamento ad agire, eliminando i rischi di incostituzionalità.
  Nella mozione ne abbiamo sottolineati due in particolare. Il primo: lo sproporzionato premio di maggioranza assegnato, tutto il potere nelle mani della minoranza più grande. Il secondo: l'assenza di meccanismi idonei a consentire ai cittadini di incidere sull'elezione dei rappresentanti, ancora una volta liste bloccate, che consentono a ristrette oligarchie di disegnare gli equilibri parlamentari.
  Ma ce n’è un terzo elemento, a cui siamo particolarmente affezionati e che vale da solo tutta un'ideologia, tutta una democrazia, tutto quello di cui oggi al fondo trattiamo. È l'articolo 2 dell'Italicum, uno dei primi, neanche a volerlo nascondere per i più pigri, quello che senza imbarazzo – cito testualmente – dice: i partiti o i gruppi politici organizzati che si candidano a governare depositano il programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come capo della forza politica. Ecco, se proprio volete discutere la legge elettorale, cominciate almeno a trovare un sinonimo – non dico cambiare, ma almeno cercare un sinonimo più gentile e meno servile – rispetto alla parola «capo» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) ! Quella parola racchiude tutto: la legge elettorale, Pag. 71la riforma costituzionale, il modo in cui governate i conflitti di questo Paese, la vostra idea di democrazia, economia, società, che sta cadendo a pezzi come un vecchio presepe. Quante prove ancora volete, in Italia come in Europa, per ritornare sui vostri passi ? Non vi siete resi conto che i profondi mutamenti del quadro politico e sociale scaturiscono dalla crisi generale delle classi medie europee, quella rivolta delle classi ansiose di cui parla Bauman, che finisce per premiare le forze cosiddette anti-establishment e invocare nuovi e vecchi uomini della provvidenza.
  Non c’è Italicum che tenga, se le correzioni non sono profonde e se non contengono una radicale revisione dei rapporti tra politica e cittadini. Ma il punto è che, a furia di costruire piramidi sempre più verticistiche e sempre più alte, avete sbagliato i calcoli sulla tenuta delle sue fondamenta. Nella furia ossessiva della tenuta dei Governi, al di là di ogni ragionevole dubbio, ne avete dimenticato la legittimità popolare. La sovranità nazionale è messa sotto i tacchi di ingerenze internazionali, di diplomazie che lavorano senza sosta per correggere, condizionare e influenzare, di agenzie di rating che minacciano, annunciano, prevedono, come nuove Cassandre, tempeste finanziarie e manovre speculative. Non smetteremo mai, signora Presidente, di ringraziare il Presidente Sergio Mattarella per il modo in cui ogni giorno difende e garantisce l'autonomia del nostro Paese e il rispetto della Costituzione.
  Caro Presidente Renzi, il ricatto «o me o il caos» ha le armi spuntate. Le democrazie liberali, nate dalla resistenza antifascista, hanno sempre uscite di sicurezza, perché non sono i Governi che stanno sopra le Costituzioni, ma le Costituzioni che stanno sopra i Governi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
  Scriveva Aldo Moro (ricorrono i cento anni dalla sua nascita proprio in questi giorni): la Costituzione ha nella sovranità popolare e nell'espressione parlamentare la forza di creare la democrazia in Italia.
  Non c’è Italicum che tenga, se non contempla i principi cardine di una sana democrazia: una testa un voto, un impianto proporzionale nella rappresentanza politico-istituzionale che riequilibri e integri il principio della governabilità, il contributo decisivo dei corpi intermedi alla determinazione della politica nazionale.
  E voi questa scelta non l'avete fatta, perché avete messo il sigillo di una democrazia sotto tutela.
  Noi la contestiamo e sarà il cuore del passaggio referendario.
  Con la vostra mozione avete scritto «ciaone» a un confronto serio e proficuo in Parlamento.
  Non restano, signora Presidente, signora Ministra Boschi, che le urne referendarie (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brunetta. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Grazie signora Presidente. Signori membri del Governo...

  PRESIDENTE. C’è un problema di audio. Presidente Brunetta mi scusi: deve cambiare posto se no non la sentiamo. Se si mette accanto forse riusciamo a sentirla meglio. È un problema di microfono.

  RENATO BRUNETTA. Grazie signora Presidente e signori membri del Governo. È un dibattito surreale questo, in cui occorre dare una qualche chiave interpretativa e lo farò anch'io con alcune citazioni che riguardano l'Italicum, la legge elettorale.
  Comincio con una citazione del 13 aprile 2015 del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano: «Non si può disfare ciò che è stato fatto faticosamente. Guai se si piomba in un ricominciamo daccapo».
  La seconda citazione è del Presidente del Consiglio pro tempore Matteo Renzi, del 14 aprile 2016:«È la miglior legge del mondo, ce la copieranno in molti, io non voglio cambiare l'Italicum».Pag. 72
  La terza citazione è della bravissima Maria Elena Boschi, del 15 ottobre 2015 e del 12 giugno 2016 (come Paganini si ripete).«Dà stabilità e affidabilità internazionale al Paese. No, non cambieremo la legge elettorale».
  E fin qua tutto bene, solo che da un po’ di tempo è arrivato – non me ne vogliano i compagni veri – il «contrordine compagni»: serve un accordo per cambiare l'Italicum, perché rispetto a due anni fa lo scenario politico risulta mutato in Italia come in Europa; si rischia di consegnare il 54 per cento dei seggi a chi, al primo turno, ha preso molto meno del 40 per cento dei voti (Giorgio Napolitano, intervista a la Repubblica del 10 settembre 2016, fresca fresca).
  Ricordo al Presidente emerito Giorgio Napolitano che il tripolarismo in Italia esiste almeno dal 2013, quando il MoVimento 5 Stelle risultò in Italia il primo partito, seguito dal Partito Democratico e poi dagli altri del centrodestra.
  Quindi forse il Presidente emerito della Repubblica ha la memoria un po’ corta, non si può manipolare la storia a propria utilità.
  Seconda citazione (in ordine sempre di importanza: prima il Presidente emerito della Repubblica): quella di Matteo Renzi del 20 settembre 2016 (anche questa quindi freschissima). «Noi siamo totalmente disponibili a cambiare l'Italicum (...), ora aspettiamo Berlusconi e Salvini – bontà sua, lo aggiungo io – così tutte le posizioni sono in campo e poi faremo le modifiche».
  Direi faccia di bronzo.
  Terza citazione: non poteva mancare sempre la mia bravissima – non me ne voglia – Maria Elena Boschi; 16 settembre 2016; «Si può assolutamente cambiare la legge elettorale, com’è ovvio che sia; è nella disponibilità del Parlamento sempre». Monsieur de La Palice non avrebbe potuto dire meglio.
  Ebbene, mi sono chiesto: come classificare questa schizofrenia ? Come classificarla ? Perché qualche insulto, qualche valutazione un po’ frettolosa, come dire, non sarebbe all'altezza della situazione, del paradosso, del grottesco.
  E allora ho cercato tre categorie: la prima è quella dell'azzardo morale... Ragazze scusate, se potete... Presidente, se può per favore...

  PRESIDENTE. Sì: per favore, sta facendo l'intervento... Grazie.

  RENATO BRUNETTA. Allora come classificare questa schizofrenia, signora Presidente ?
  Ho cercato tre categorie, anche per elevare un po’ il tono del dibattito di questi giorni: la prima è quella dell'azzardo morale, vale a dire quella dei comportamenti opportunistici postcontrattuali dicono in economia, vale a dire imbrogliare, non mantenere la parola data, vale a dire dire una cosa e farne un'altra, imbrogliare tutti, imbrogliare gli amici, imbrogliare i nemici, imbrogliare i colleghi di partito, imbrogliare i colleghi di coalizione, di Governo, imbrogliare le opposizioni, l'imbroglio, o non mantenere la parola.
  La seconda categoria è quella dell'arroganza politica, cioè pensare che, essendo pro tempore – ne so qualcosa anch'io – seduto in quegli scranni, tutto sia possibile. Grande illusione, grande illusione, che non giustifica nessuna arroganza, ve ne renderete conto tra poco.
  Terza categoria: l'insopportabile propensione ad anteporre il proprio destino politico, del proprio Governo, alle riforme di cui il Paese ha bisogno; oppure ancora pensare che il proprio destino politico combaci, si sovrapponga a quello delle riforme di cui il Paese ha bisogno. E questo spiega la personalizzazione («se perdo il referendum me ne vado»); questo spiega l'arroganza, vale a dire si può dire tutto e il contrario di tutto; questo spiega l'imbroglio, la parola data, il non mantenere la parola data.
  Signora Presidente, quella di oggi – surreale, grottesca situazione – non è l'occasione per dire quale legge elettorale ciascuno di noi vuole, non è oggi, questa l'occasione.Pag. 73
  Di legge elettorale sarà bene parlare solo dopo la celebrazione del referendum confermativo, solo dopo che si sarà espresso il popolo, perché – lo ricordo a me stesso e lo ricordo a quest'Aula – l'articolo 1 della Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo, a nessun altro.
  La Consulta, la Corte costituzionale, che opera dal Palazzo della Consulta, ha scelto di non pronunciarsi prima del referendum sull'Italicum, implicitamente dicendoci che si esprimeranno prima gli italiani e sarà meglio aspettare che si esprimano gli italiani. E sul referendum gli italiani si pronunceranno tanto nel merito della riforma costituzionale, ma anche, sul piano politico, su tutto il pacchetto – qualcuno prima di me ha detto sul «pacco» renziano, «pacco» nel senso napoletano del termine –, vale a dire l'Italicum e la riforma, come due facce della stessa medaglia.
  Perché, signora Presidente, quel Presidente del Consiglio che ha messo insieme queste due riforme, le ha messe insieme per un proprio preciso disegno di potere: il combinato disposto – quello che, con termine un po’ giuridichese, si dice – è un combinato disposto di tipo eversivo della nostra democrazia parlamentare.
  Ricordo sempre a me stesso – si dice così – che sull'Italicum il Governo ha per ben tre volte messo la fiducia. Come fa un Presidente del Consiglio, come fa una Ministra di questo Governo, dopo che lei ha messo esplicitamente la questione di fiducia sulla riforma della legge elettorale, dire senza colpo ferire, in maniera leggerissima, che si può tranquillamente cambiare ? Ma se ci fosse una coscienza costituzionale e politica, si dovrebbe prima dimettere, visto che sulla riforma della legge elettorale si è messa la vita stessa del Governo. Come potete fare, come avete potuto fare, dire e disdire tutto questo ?
  Renzi, il Presidente del Consiglio – lo dico ai miei amici del Partito Democratico –, nell'aprile 2015, ha cambiato dieci componenti della I Commissione (Affari costituzionali), perché non erano d'accordo sull'Italicum. Dieci componenti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) ! Con disprezzo dei regolamenti, delle regole, dell'etica politica e parlamentare. E devo dire grande ammirazione fino a un certo punto per quei dieci componenti che non hanno resistito, perché l'obbedienza non sempre è una virtù, quando l'obbedienza viene usata per violentare le istituzioni. Forse, l'Italicum ha un altro record: sarà l'unica legge elettorale nata morta prima di essere mai applicata per volontà dei suoi stessi genitori.
  Per tutte queste ragioni, signora Presidente, noi ci saremmo volentieri risparmiati il dibattito di oggi; avremmo volentieri parlato di Europa, di disoccupazione, di risparmio, di Monte dei Paschi di Siena, di immigrazione, di sicurezza, però, visto che l'amico Scotto in altri tempi aveva ritenuto di riportare la centralità del Parlamento su un tema in cui il Parlamento era stato violentato...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  RENATO BRUNETTA. ...concludo, io volentieri ho onorato, ho cercato di onorare questo dibattito per Scotto, per SEL, non per Renzi, non per questo Governo, non per i suoi Ministri (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore. Colleghi, adesso chiedo a voi, però, per favore, di consentire l'intervento della collega Dieni. Prego.

  FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. Non esiste il sistema elettorale perfetto, esistono, però, sistemi elettorali migliori e peggiori, specie in rapporto al contesto politico. L'Italicum è un sistema elettorale pessimo, né più né meno rispetto a quello che l'ha preceduto, il «Porcellum». Quando è che un sistema elettorale è imperfetto ?Pag. 74
  Normalmente, un sistema elettorale diventa sbagliato nel momento in cui l'interesse che rappresenta è quello della maggioranza che lo vota. È in quel momento che iniziano le alchimie per avvantaggiare una parte politica a discapito delle altre, creando dei testi pasticciati. L'Italicum è esattamente questo: un sistema elettorale costruito ad uso e consumo del Partito Democratico. Si tratta, infatti, di una legge che dà la maggioranza assoluta, più un ulteriore premio, ad un partito, senza che questo ottenga la maggioranza dei voti. Un meccanismo perverso che, il più delle volte, i politologi hanno apertamente criticato. Ciò che, però, è più intollerabile è che la soglia per accedere a questo generosissimo premio di maggioranza, pari al 14 per cento dei seggi, è stato modellato ad hoc sul risultato atteso dal Partito Democratico.
  Il premio di maggioranza al primo turno non ci convince, ma non ci piace neppure il sistema del ballottaggio: il ballottaggio, infatti, consente ad un partito, con appena il 12 per cento dei voti, di avere il 54 per cento dei seggi in Parlamento. È questo il vostro concetto di democrazia ? Senza contare che il ballottaggio ha senso per scegliere una carica monocratica, come, ad esempio, un sindaco, ma ha molto meno senso utilizzarlo per un collegio rappresentativo, che non governa, ma legifera. Renzi, se cita Chiara Appendino e Virginia Raggi, sta facendo un po’ di confusione: quelli sono sindaci, qui parliamo della Camera dei deputati. Forse, un bel ripasso di diritto costituzionale servirebbe al nostro caro Premier (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Insomma, l'Italicum è un sistema che mischia in un calderone il premio di maggioranza, i capilista bloccati – voluti da Forza Italia e dalla sua nota fama di democrazia – e una soglia di sbarramento bassa, dote di un NCD evidentemente poco convinto delle sue performance dopo la sua improbabile esperienza di Governo. In una parola: un incoerente guazzabuglio che serviva solo a chi lo ha scritto, peraltro imposto con la forza del Governo che, ponendo la fiducia nell'ultimo passaggio, è riuscito persino nell'impresa di bissare Mussolini.
  Serviva però, perché c’è un problema: l'Italicum è figlio del momento in cui è stato pensato e voluto. È un sistema di compromesso tra un centrodestra, che ancora pensava di poter competere per la maggioranza, e il Partito Democratico del 40 per cento delle europee, quando ancora la favola renziana, pardon, lo storytelling, non si era ancora rivelata per quello che era: un insieme di menzogne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Lo stato delle cose oggi è perfettamente cambiato e si riscopre che l'Italicum non è più il sistema elettorale che ci copierà mezza Europa. Ormai, fa fatica a difenderlo persino il Presidente del Consiglio, il quale cambia versione ogni giorno ed è difficile stargli dietro. Sulla stampa, il ritmo delle dichiarazioni, spesso un po’ farneticanti, fa girar la testa: lo possiamo cambiare; è ottimo e non bisogna cambiarlo; se c’è una proposta condivisa possiamo cambiarlo. Un balletto che è superato per giravolte soltanto dall'ipotesi di dimissioni del Premier in caso di sconfitta al referendum costituzionale. A proposito, Presidente Renzi, va a casa o no se gli elettori bocceranno la sua riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Qual è la visione della giornata ?
  L'Italicum, ad oggi, rischia di trasformarsi in un boomerang per chi l'ha voluto e votato ed è solo per questo che si parla di modifiche, non certo per il bene dell'Italia. Molti sondaggi, infatti, dimostrano che al secondo turno rischia di vincere ed imporsi il MoVimento 5 Stelle. Ebbene, se fossimo come voi, faremmo finta di nulla e passeremmo all'incasso. Ma il MoVimento 5 Stelle non è così: noi abbiamo al centro del nostro programma e dei nostri valori la centralità del cittadino e la sua volontà, che esprime al momento del voto. Voi avete questa ansia che nessuno disturbi il manovratore, il terrore della critica e della discussione; avete, insomma, il terrore della democrazia, sbandierando il mito della governabilità.Pag. 75
  Per queste ragioni, la mozione a prima firma Scotto si basa su un grave equivoco: sull'idea che l'Italicum sia, in qualche modo, salvabile. No, colleghi, anzitutto, per la profonda sfiducia che nutriamo verso questa maggioranza, che sarebbe chiamata a cambiarlo, ma anche per un'altra ragione: nessuna modifica riuscirebbe a rendere una pessima legge una buona legge, specie se, appunto, in combinato disposto con la pessima riforma costituzionale. Tra l'altro, visto che non riuscite neppure a fare una legge elettorale che duri un paio di anni, con quale credibilità volete modificare la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Le ragioni per dire «no» all'Italicum sono molteplici, per quanto ci riguarda, però, ce n’è una che viene prima delle altre: il MoVimento 5 Stelle, per la sua convinzione che tutti i cittadini contano, ma anche per il mandato dei suoi iscritti, vuole un sistema che riflette realmente la scelta degli elettori e crede che i parlamentari debbano essere eletti direttamente dai cittadini. Ho letto titoli roboanti sui giornali di stamani, dure prese di posizione: il MoVimento 5 Stelle sceglie il proporzionale, vuole tornare al passato. Ma ve ne siete accorti solo ora ? Il MoVimento 5 Stelle sceglie il proporzionale, ma è sempre la stessa legge che abbiamo portato avanti da due anni a questa parte. La nostra proposta nasce dai nostri iscritti e l'abbiamo chiamata Democratellum perché, a differenza della vostra, non nasce dalle nostre quotazioni nei sondaggi. È sempre la stessa perché siamo profondamente convinti della bontà della proposta.
  Vogliamo discutere di legge elettorale ? Ebbene, partiamo da questa e dai suoi tre cardini. Uno: i parlamentari li eleggono i cittadini. Due: la consistenza dei gruppi deve essere lo specchio del voto senza giochi di prestigio. Tre: i collegi di dimensioni ridotte consentono di impedire l'accesso alla ripartizione dei seggi ai partiti più piccoli e senza rappresentanza. La prima critica viene, quindi, spazzata via dai fatti. Non è vero che si esalta la frammentazione. Se in un piccolo collegio è ridotto il numero dei parlamentari da eleggere, ovviamente sarà ridotto anche il numero dei partiti che saranno rappresentati in Parlamento: niente più ammucchiate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma anche la paura della governabilità non esisterebbe se studiaste e leggeste le proiezioni. Il Democratellum consente, infatti, di governare a chi raggiunge il 42 per cento dei voti, però lo fa senza ritocchini alle percentuali. Eventuali coalizioni, quindi, sarebbero formate da partiti fortemente legittimati e coesi, visto che i voltagabbana dovrebbero rispondere del proprio operato davanti ai cittadini.
  Questa è la nostra proposta e credo che sia molto chiara. Il resto lo lasciamo alla propaganda renziana. Consiglio, però, a Renzi e al PD di studiare attentamente la propria strategia: a forza di disastri e di bugie i consensi del PD saranno tali che neppure il più sottile di politologi riuscirà a inventarsi una legge elettorale che possa farvi vincere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ettore Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Grazie, signora Presidente. Io vorrei fare un po’ di storia. Nel 2005 questo Parlamento approvò una legge, il cosiddetto Porcellum, definita «porcata» dal suo ideatore, che per dieci anni, tre legislature, cinque Governi, un referendum fallito, numerosi convegni e appuntamenti di studio e di approfondimento, nessuno ha modificato. Poi è arrivata questa legislatura, c’è stata la sentenza della Corte costituzionale. Questo Governo, questa maggioranza, questo partito hanno chiuso quella pagina lì. L'hanno chiusa, finalmente, con una legge elettorale approvata dal Parlamento, dopo una pausa e una situazione in cui questo Paese ha rischiato di essere senza legge elettorale o, meglio, con una legge elettorale approvata e giudicata dalla Corte costituzionale. Noi rivendichiamo questo merito, non è stata una fatica facile, è stato complicato Pag. 76anche all'interno del mio partito. Abbiamo fatto la fatica di dividerci tra di noi, lo abbiamo fatto controvoglia. Ma avevamo la determinazione e la consapevolezza che un Paese civile non può stare senza legge elettorale.
  Non eravamo da soli, Presidente. Questa legge elettorale oggi sembra che sia solo nostra, ma io ricordo, lo ricordo al collega Brunetta che, insieme a tutto il suo gruppo parlamentare, l'ha votata in prima lettura (Commenti di deputati del gruppo Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente). L'Italicum è stato votato da Forza Italia qui alla Camera. Dopodiché l'Italicum è andato al Senato, dove è stato approvato con 184 voti a favore e 66 voti contrari, anche con il voto di Forza Italia. Quindi l'Italicum entra in vigore con l'approvazione di Forza Italia alla Camera e al Senato. È una legge che è stata condivisa con Forza Italia in tutto, perché l'approvazione finale è del testo che è stato approvato al Senato. Quindi è curioso che oggi qualcuno lo dimentichi (Commenti di deputati del gruppo Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente).
  Queste sono le cose grottesche – uso le stesse parole –, un po’ schizofreniche: la dimenticanza di un percorso politico che ha definito una legge elettorale con una grandissima maggioranza. Se c’è un partito che può rivendicare, in questo, una rottura è il nostro. Forza Italia è stato monolitico su questa legge elettorale.
  Dico alla collega Dieni che io ho ascoltato con interesse la sua dichiarazione, però andrei a recuperare anche nella memoria del suo partito, senza andare tanto lontano. Io andrei semplicemente al 3 dicembre 2015, quando il collega Di Battista legittimamente proponeva a quest'Aula un ordine del giorno che impegnava l'Aula a non modificare l'Italicum (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ripeto, legittimamente. Dopodiché, sarà arrivata una telefonata da Genova o Milano, non lo so, e hanno cambiato idea. Ma, legittimamente, il MoVimento 5 Stelle diceva, coerentemente con quanto ci dicevano nel corridoio, che l'Italicum per loro andava bene (Commenti).

  PRESIDENTE. Colleghi !

  ETTORE ROSATO. Quindi, l'Italicum ha una storia ben precisa. Fa parte di una stagione di riforme che questo partito rivendica. Infatti, guardi, l'eversione non sta in chi fa le riforme. Noi la riforma elettorale l'abbiamo approvata, così come abbiamo approvato la riforma costituzionale, di cui rivendichiamo il senso politico, rivendichiamo l'utilità, rivendichiamo il grande passo avanti che fa la politica, che fanno le nostre istituzioni. L'eversione sta in chi promette e non mantiene e noi diciamo che questa eversione non è la nostra. Noi le cose le diciamo e le facciamo anche.
  Presidente, l'Italicum non è una legge perfetta. Si vede nel dibattito in quest'Aula e si vede nel dibattito che c’è nel Paese: ognuno di noi ha un'idea di legge elettorale perfetta. In quest'Aula ce ne sono numerosissime di leggi elettorali perfette, sono visioni soggettive. Però, questa è una legge che ha raggiunto il compromesso e che garantisce governabilità e rappresentanza e io penso che questo sia un punto qualificante e necessario per una legge elettorale. I due punti che tocca la mozione del collega Scotto, che rispetto anche per la coerenza con cui sempre il suo gruppo si è mosso sul tema della legge elettorale, perché non l'hanno mai votata, al contrario di altri, che oggi alzano la voce (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  ETTORE ROSATO. ... si basano su due principi che io considero non corretti. Il primo è pensare che il turno di ballottaggio sia un turno di serie B. Non è un turno di serie B: il turno di ballottaggio è un turno di serie A, come il primo turno, nel quale gli italiani o i cittadini di una città sono chiamati a esprimersi su una scelta politica importante. Lo vediamo nelle nostre città che funzionano: il turno di Pag. 77ballottaggio significa richiamare gli elettori a fare una scelta precisa. Proviamo a chiederlo a qualche sindaco, anche al sindaco della capitale, se il turno di ballottaggio è un turno di serie B o se è un turno che dà valore alle scelte e al voto delle persone. Così come per questa definizione dei capilista come il male assoluto, dicendo che questo sistema manda qui solo nominati. Ma, signori, chi siede in questo Parlamento con un po’ di esperienza sa bene che non è così. Questa legge elettorale non assomiglia per nulla al Porcellum, assomiglia di più al Mattarellum, se vogliamo, perché sulla scheda troviamo un nome stampato ben chiaro. Ci sono le preferenze di genere, c’è la possibilità dell'elettore di scegliere, i collegi hanno delle dimensioni accettabili. Dopodiché, ripeto, non è una legge perfetta, ma allora perché noi siamo disponibili a cambiare ? La nostra disponibilità a cambiare è una disponibilità vera, reale. Infatti, riteniamo che l'Italicum non sia l'unica legge elettorale che può avere un Paese, ce ne sono altre. C’è una disponibilità a dialogare all'interno della maggioranza, all'interno – lo dico con chiarezza – del mio partito, ma c’è anche una disponibilità a dialogare con le opposizioni, se si mette via un po’ di demagogia e si comincia a discutere dei contenuti. Una legge elettorale con Forza Italia l'abbiamo già fatta, si chiama Italicum. Siamo disponibili a rivedere e ritornare a discutere con loro, per vedere come intervenire per migliorarla. Lo dico anche alle altre opposizioni: la nostra disponibilità a discutere del cambiamento della legge elettorale è reale, però c’è bisogno di scoprire le carte. Lo dico anche al MoVimento 5 Stelle che ha presentato una mozione, che noi non condividiamo e che, però, rappresenta un'opzione diversa, cioè quella del proporzionale. Siamo disponibili a lavorare insieme. C’è un percorso possibile, ripeto non perché ci pentiamo di aver fatto una legge che non ci piace più ma perché siamo consapevoli che una legge elettorale più condivisa fa bene al Paese (Commenti).
  Oggi non siamo più nell'emergenza in cui eravamo quando abbiamo approvato l'Italicum. Quando abbiamo approvato l'Italicum eravamo senza legge elettorale; oggi una legge elettorale c’è. Se ci sono le condizioni, se c’è la capacità di dialogare, se c’è la volontà di mostrare le carte allora lo faremo. Prima o dopo del referendum ? Per noi si può fare subito. Altri hanno altre idee, ma non è una questione di tempi, non è una questione di settimane. Certo, la discussione sulla legge elettorale non ha nulla a che fare con il referendum costituzionale; certo, sono due cose diverse; certo, per noi la partita principale è cambiare queste istituzioni e rispondere alla promessa di trent'anni di politica, anche della nostra politica. Gli impegni che abbiamo sempre assunto li abbiamo assunti come Ulivo, li abbiamo assunti come Partito Democratico, li hanno assunti addirittura i nostri partiti di origine. Semplificare le istituzioni, fine del bicameralismo, riduzione del numero dei parlamentari, rapporto diverso tra Stato e regioni, più potere ai cittadini con il referendum e con le proposte di iniziativa popolare; noi rivendichiamo queste scelte, rivendichiamo questo percorso come il percorso che serve a questo Paese. Se aiuta a distinguere in maniera più netta i percorsi della legge elettorale e del referendum noi facciamo anche questo. La disponibilità del Presidente Renzi è concreta sul punto e io mi auguro che le opposizioni l'accolgano e l'accolgano con lo stile di chi la propone, cioè quello di voler effettivamente discuterne e discuterne con serenità ma anche con serietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giuseppe De Mita. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE DE MITA. Presidente, per il tempo a disposizione mi limiterò a motivare le ragioni dell'astensione sulla mozione presentata dal Partito Democratico – sì, dalla maggioranza, ma dirò dal Partito Democratico – non prima di aver espresso riconoscimento a Sinistra Italiana Pag. 78di aver preso un'iniziativa che ha riportato nella sede propria la discussione sulla legge elettorale.
  Quella presentata dal Partito Democratico in sostanza è una mozione con la quale il Parlamento impegna se stesso ad avviare una discussione per arrivare all'approvazione di un'eventuale modifica della legge elettorale. Messa così è innegabile che la mozione ha una singolarità al limite della stravaganza: che il Parlamento si impegni a fare il proprio mestiere lascia un senso di indefinitezza sull'iniziativa che si vuole assumere. Certo, dopo aver subito un po’ acriticamente la richiesta di voto di fiducia, questa può essere un'occasione di riscatto, un recupero della volontà di potenza da parte del Parlamento. Però, devo dire che sotto questo profilo mi sentirei estraneo a questa condizione: non avendo votato la richiesta di fiducia sulla legge elettorale e ritenendola irricevibile, perché non era nel programma di Governo e una materia del genere non può essere oggetto di un'iniziativa di maggioranza, mi sento estraneo. Certo, va riconosciuta la presenza di un impegno politico, tuttavia generico. Del resto, è evidente la stitichezza con la quale il Partito Democratico nella giornata di ieri è arrivato alla presentazione di questa mozione e la stessa stesura della mozione lascia questa condizione.
  L'astensione vuole esprimere una riserva. Non è una critica: la leggerei come un'astensione esigente, una sollecitazione. Occorre un fatto, non occorre soltanto un proposito e insieme ad altri parlamentari presenteremo una proposta. Vuole essere anche un avvertimento: se la mozione è il desiderio e il tentativo, da parte del Parlamento, di recuperare una volontà di potenza facciamo attenzione, perché la volontà di potenza senza fatti...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIUSEPPE DE MITA. ...rischia di diventare presto il massimo dell'impotenza (Applausi di deputati dei gruppi Area Popolare (NCD-UDC) e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie, Presidente. Vorrei fare un appello alla dignità del Parlamento italiano.
  Forse, come avrete letto oggi su tutti i giornali non allineati, i giornali d'opposizione, c’è l'incresciosa situazione che riguarda l'Alto Adige italiano, cioè la cancellazione di tutti i nomi bilingui dalla toponomastica di lingua italiana, comunque 5 mila su 8 mila nomi. Questo avviene grazie ad un ricatto che in questo momento il partito di maggioranza assoluta del Trentino-Alto Adige, dell'Alto Adige, la Südtiroler Volkspartei sta inoltrando nei confronti del Governo come ha fatto...

  PRESIDENTE. Deputata...

  MICHAELA BIANCOFIORE. Arrivo alla legge elettorale, Presidente.

  PRESIDENTE. Sì, ecco per favore.

  MICHAELA BIANCOFIORE. ...come ha fatto nei confronti di tutti i Governi italiani.
  Ma la colpa non è della Südtiroler Volkspartei, che anche in questo caso, collega Rosato, ha una legge speciale: sì lì, nell'Italicum, viene applicato il «Mattarellum» solo per il Trentino-Alto Adige e sempre per favorire la Südtiroler Volkspartei. La colpa, però, non è della Südtiroler Volkspartei, ma è di tutte le maggioranze che da cinquant'anni incontrovertibilmente si alternano in questo Parlamento e che hanno fatto una legge speciale solo per il Trentino-Alto Adige, avvantaggiando chi ricatta questi Parlamenti e questi Governi.
  Mettiamoci una mano sulla coscienza e, mi raccomando, cambiamo tutti insieme anche la legge per il Trentino-Alto Adige, perché non è possibile che un partito con lo 0,04 per cento abbia dieci rappresentanti in Parlamento quando tutti noi sediamo qui dopo aver, come dire, superato Pag. 79la soglia di almeno il 3 per cento (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scotto ed altri n. 1-01314, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 142).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dieni ed altri n. 1-01349, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 143).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato, Lupi Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Parisi, Sottanelli, Formisano, Bueno e Locatelli n. 1-01351, sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 144).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brunetta, Fedriga e Rampelli n. 1-01353, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 145).

Si riprende l'esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 2236-2618-A (ore 18,15).

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 2236-2618-A: «Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione del commercio del vino». Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 90 e sono state accantonate le seguenti proposte emendative: gli articoli aggiuntivi 1.050 Sani, 1.0100 della Commissione, l'articolo aggiuntivo 59.0100 della Commissione, l'articolo 63 e le proposte emendative ad esso riferite, ivi compreso l'emendamento 63.100 della Commissione e ad eccezione dell'emendamento 63.52 Guidesi respinto dall'Assemblea, l'articolo 64 e gli emendamenti ad esso riferiti, l'articolo 79, gli articoli aggiuntivi 86.0100 della Commissione e 86.050 Mongiello.
  Avverto che la Commissione Affari costituzionali e la Commissione Bilancio hanno espresso i pareri sulle proposte emendative 1.0100, 59.0100, 63.100 e 86.0100 della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), che sono in distribuzione. In particolare, tale parere reca una condizione formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, con riferimento all'articolo aggiuntivo 1.0100 della Commissione. Al fine di recepire tale condizione, Pag. 80la Commissione ha presentato il subemendamento 0.1.0100.1, che è in distribuzione. Avverto altresì che la Commissione ha ritirato gli articoli aggiuntivi 59.0100 e 86.0100 e che fuori dalla seduta gli articoli aggiuntivi 1.050 Sani e 86.050 Mongiello sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverto infine che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 63.100, che è in distribuzione.
  Allora chiedo al relatore se intenda riprendere l'esame del provvedimento dall'articolo aggiuntivo 1.0100 della Commissione con il relativo subemendamento.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Presidente, sul subemendamento il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Fiorio, c’è l'onorevole La Russa che vuole fare un intervento sull'ordine dei lavori. Prego, deputato.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo scusa, Presidente, se non era chiaro il motivo per cui alzavo la mano, anche perché è un ordine dei lavori forse atipico, ma mi sembra il momento giusto. Abbiamo appena esaurito una votazione importante, nella quale, grazie alle firme sotto le mozioni, si è capito chi fa parte di una maggioranza e chi fa parte in vario modo della opposizione. Tutto legittimo, ma dacché esiste questa Camera, le collocazioni, come le vogliamo chiamare, geografiche dei gruppi hanno sempre risposto a un criterio logico: la destra, il centro e la sinistra. Questa fila tradizionalmente di destra o almeno di opposizione alla sinistra, con la presenza nell'intermezzo del gruppo ALA contrasta con questo criterio da sempre seguito da tutti i Presidenti e da tutte le Camere dei deputati di tutte le legislature. Abbiamo visto legittimamente che ALA è ormai un gruppo parlamentare dichiaratamente di Governo, dichiaratamente di maggioranza e preghiamo il Presidente, nel proseguo dei lavori – ecco perché l'abbiamo fatto adesso – di cominciare a valutare la concreta possibilità di evitare che tra noi e gli altri gruppi che sono contro la sinistra ci sia in mezzo un gruppo di maggioranza.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato La Russa. Lei sa che la questione è all'attenzione dei Questori che sentono i gruppi e dunque non è una questione adesso sull'ordine dei lavori.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A). Ritorniamo al testo. Io do la parola al relatore a cui l'avevo tolta prima per questo intervento sull'ordine dei lavori. Ci sono alcune proposte emendative. Qual è il parere della Commissione ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Sul subemendamento 0.1.0100.1 della Commissione il parere è favorevole. Sull'articolo aggiuntivo 1.0100 parere favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il parere del Governo è conforme al parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.0100.1 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 146).

Pag. 81

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0100 della Commissione, su cui i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 147).

(Ripresa esame dell'articolo 63 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 63 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Emendamento 63.100 (nuova formulazione) della Commissione, parere favorevole. Emendamento Moretto 63.56, parere favorevole. Emendamento Busin 63.54, parere contrario. Emendamento Busin 63.53, parere contrario. Emendamento Guidesi 63.57, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 63.100 (nuova formulazione) della Commissione, su cui i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 148).

  Avverto che, con l'approvazione di questo emendamento, sono preclusi gli emendamenti 63.56 Moretto, 63.54 e 63.53 Busin.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 63.57 Guidesi, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 149).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 63, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 150).

(Esame dell'articolo 64 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 64 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Signora Presidente, il parere sugli identici emendamenti Capozzolo 64.50 e Russo 64.51 è favorevole, con riformulazione: aggiungere, dopo «DO», «IG».

  PRESIDENTE. Gli identici emendamenti sono di Capozzolo e Russo: è accettata la riformulazione ? Sta bene. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme al relatore. Passiamo ai voti.Pag. 82
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Capozzolo 64.50 e Russo 64.51, nel testo riformulato, su cui i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 151).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 64, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 152).

(Esame dell'articolo 79 – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 79 (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 79.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 153).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2236-2618-A).
  Qual è il parere del Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signora Presidente, sull'ordine del giorno Ciracì n. 9/2236-A/1, parere favorevole con la seguente riformulazione: espungere le parole da «che, oltre a causare» fino alla fine dell'impegno. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2236-A/2, parere favorevole. Ordine del giorno Pili n. 9/2236-A/3, parere favorevole con la seguente riformulazione: espungere il primo impegno; riformulare il terzo impegno come segue: «a proporre nell'ambito del recepimento delle norme europee della fase ascendente del rapporto con la Commissione europea un'iniziativa volta a tutelare i vini a indicazione geografica come il vermentino di Sardegna e il vermentino di Gallura»; ed espungere il quarto impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/4 Burtone, parere favorevole con la seguente riformulazione. All'impegno sostituire la parola «promuovere» con le parole: «valutare iniziative di promozione» ed espungere le parole: «nonché della Camera di Commercio».
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/5 Plangger, parere favorevole con la seguente riformulazione. All'impegno, dopo le parole: «iniziative normative», aggiungere le seguenti: «compatibilmente con la normativa europea».
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/6 Coppola, parere favorevole.
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/7 Prodani, parere favorevole con riformulazione. All'impegno sostituire le parole: «da prevedere un aumento» fino alla fine dell'impegno con le seguenti: «definire, compatibilmente con la normativa europea, iniziative volte a garantire una maggiore tutela delle zone geografiche tipiche».
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/8 Vargiu, parere favorevole con la seguente riformulazione. All'impegno, dopo le parole: «iniziative più opportune», inserire le seguenti: «eventualmente anche».
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/9 Mucci, il parere è contrario, in quanto si Pag. 83ritiene che sia oneroso e si ritiene che questa materia possa essere affrontata in altri provvedimenti più specifici.
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/10 Gebhard, parere favorevole.
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/11 Marzano, parere favorevole con la seguente riformulazione. All'impegno sostituire le parole: «al fine di adottare» con le seguenti: «valutare l'opportunità di adottare».
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/12 Di Gioia, parere favorevole con riformulazione. All'impegno sostituire le parole: «ad intervenire affinché sia» con le seguenti: «a sollecitare».
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/13 Iannuzzi, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Viceministro se può dare un riscontro su quest'altro ordine del giorno.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali.
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/14 Taricco, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Allora, abbiamo sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/1 Ciracì un parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione e andiamo avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/2 Matarrelli, parere favorevole. Vado avanti.
  Sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/3 Pili c’è parere favorevole con riformulazione. Dov’è il deputato ? Deputato va bene o vuole intervenire ? Prego.

  MAURO PILI. Se posso risentire la riformulazione del Viceministro.

  PRESIDENTE. Allora adesso chiediamo al Viceministro se ripete la riformulazione.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali.
  Ordine del giorno n. 9/2236-A/3 Pili ?

  PRESIDENTE. Sì

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Espungere il primo impegno; riformulare il terzo – quindi manteniamo il secondo impegno – con «a proporre nell'ambito del recepimento delle norme europee e della fase ascendente del rapporto con la Commissione europea un'iniziativa volta a tutelare i vini a indicazione geografica, come il Vermentino di Sardegna e il Vermentino di Gallura»; e poi espungere il quarto impegno.

  PRESIDENTE. È chiaro ? E allora, mi dica, accetta la riformulazione ?

  MAURO PILI. Sì, l'accetto.

  PRESIDENTE. D'accordo, andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/2236-A/4 Burtone: anche qui c’è una riformulazione. Deputato Burtone, dove sta ? Va bene, vado avanti, d'accordo.
  Ordine del giorno n. 9/2236-A/5 Plangger: c’è una riformulazione. Accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/2236-A/6 Coppola, il parere è favorevole, vado avanti. Ordine del giorno n. 9/2236-A/7 Prodani: è favorevole, vado avanti. Ordine del giorno n. 9/2236-A/8 Vargiu: è con riformulazione. Va bene ? Sì. Ordine del giorno n. 9/2236-A/9 Mucci: il parere è contrario. Deputata Mucci, prego.

  MARA MUCCI. Grazie Presidente. Viceministro, sono un po'perplessa per il suo parere negativo. Oggi siamo riusciti ad evitare, perlomeno con l'emendamento Coppola, che si chiedesse, a chi utilizza un sistema informatizzato, la stampa su supporto cartaceo per quanto riguarda il registro di carico e scarico con fogli progressivamente numerati. Infatti, la maggior parte delle imprese, Viceministro, e la maggior parte degli stabilimenti di produzione ancora utilizzano un sistema cartaceo.
  Al comma 4 dello stesso articolo, difatti, si prevede che il registro, di cui al comma 1, venga dematerializzato e che sia Pag. 84tenuto in ambito SIAN, secondo le prescrizioni e le modalità stabilite dal decreto del Ministro. Quindi, significa che questo registro non sempre è in formato digitali e, quindi, si necessita di un intervento ulteriore e di un incentivo affinché il registro venga tenuto con sistemi informatizzati, appunto come quanto prevede il CAD. Per cui non mi sembra un ordine del giorno non necessario. Mi sembra che vada nella direzione del codice dell'amministrazione digitale e che anche il comma 4 preveda, per l'appunto, che sia il tutto dematerializzato. Per cui, Viceministro, le chiedo di rivedere il parere, perché mi sembra assurdo che non si spinga per l'informatizzazione dei sistemi, che prima di tutto servono e giovano all'azienda stessa per avere dei registri, che poi possono essere monitorati, con dati elaborati e, insomma, in modo che possa avere una contezza maggiore l'azienda o lo stabilimento di produzione anche sul proprio lavoro e sulla tenuta dei propri conti.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Voglio sottolineare che è certamente un principio giusto e corretto quello dal quale parte l'onorevole. Ma il punto è che questo ordine del giorno, come è strutturato, prevede specificatamente degli incentivi che, appunto, in base a questo provvedimento approvato, non sono in questo momento coperti. Pertanto sarebbe una dichiarazione assai poco seria da parte del Governo, andando in questa sede ad assumersi tali impegni. Crediamo sia necessario assolutamente seguire quest'indicazione e in altri provvedimenti naturalmente riteniamo sia assolutamente giusto prevedere risorse per accompagnare il comparto agricolo in una piena informatizzazione. In questo caso, appunto, nella formula stringata dell'ordine del giorno, si prevedeva una forma di incentivazione che, in quanto tale non è assolutamente assumibile in questa circostanza, a meno di voler dire delle cose che appunto poi non hanno alcun significato. E non credo che siamo qui per perdere tempo nessuno di noi.

  PRESIDENTE. Va bene. Quindi il parere è contrario, lo mettiamo allora in votazione. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2236-A/9 Mucci.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 154).

  Siamo all'ordine del giorno n. 9/2236-A/10 Gebhard: il parere è favorevole, vado avanti. Ordine del giorno n. 9/2236-A/11 Marzano: c’è una riformulazione. Accetta la riformulazione ? Va bene, andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/2236-A/12 Di Gioia: c’è una riformulazione. Va bene deputato Di Gioia ? Non c’è mi pare, mi date un cenno ? Prego, deputata Mongiello.

  COLOMBA MONGIELLO. Io sono la seconda firmataria di quest'ordine del giorno. Chiederei al Viceministro Olivero se fosse possibile anche cambiare la sua posizione in merito all'ordine del giorno, in cui non abbiamo fatto altro che chiarire quali sono le funzioni e competenze della Zecca dello Stato e di chi sono le competenze per quel che riguarda l'affidamento a tipografie autorizzate, chiarendo un emendamento che è stato fin qui approvato. Io chiedo al Viceministro Olivero di modificare la sua posizione.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 85

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Accolgo l'invito dell'onorevole Mongiello, quindi parere favorevole senza riformulazione.

  PRESIDENTE. D'accordo, va bene, parere favorevole. Vado avanti.
  Ordine del giorno n. 9/2236-A/13 Iannuzzi: il parere è favorevole. E, poi, ordine del giorno n. 9/2236-A/14 Taricco: il parere è favorevole.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia che però non è rientrato nel frattempo, quindi andiamo avanti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie signora Presidente. Signor Ministro e onorevoli colleghi, la straordinaria qualità dei prodotti vinicoli italiani è nota in tutto il mondo, ma per garantire tale eccellenza e tutelarla dai costanti tentativi di contraffazione è necessario aggiornare in modo puntuale il quadro regolatorio di riferimento.
  Il testo in esame interviene sulle disposizioni riguardanti la produzione e la commercializzazione del vino, aggiornandole alle più recenti innovazioni tecniche, e al tempo stesso introduce essenziali semplificazioni per i produttori.
  A ciò si aggiungono le importanti sezioni del provvedimento dedicate ai controlli, alle sanzioni e alla tutela del made in Italy, un complesso di regole dunque organico e chiaro, in grado sia di garantire il consumatore che di facilitare la produzione.
  Del resto, questo è l'unico percorso da intraprendere nella lotta alla falsificazione dei nostri prodotti di qualità.
  In questo contesto, mi preme sottolineare la misura che prevede come le zone di produzione delle denominazioni di origine possono comprendere, a certe condizioni, oltre al territorio indicato. Con la denominazione stessa anche le zone adiacenti. È un segnale importante, volto a stimolare la produzione di qualità in tutti quei territori che hanno la potenzialità per farlo.
  Preannunzio, quindi, il voto favorevole della componente socialista sulla proposta di legge, che va esattamente nella direzione da noi auspicata ovvero quella di sostenere in modo costante le produzioni agroalimentari di eccellenza, in un quadro di commercializzazione delle procedure tecniche e burocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie Presidente. Mai come in questi anni, l'immagine del vino italiano è stata così forte e vincente nel nostro Paese e nel mondo.
  A distanza di trent'anni dallo scandalo del metanolo, per certi versi clamoroso, che ha causato vittime, decine di intossicati, inchieste giudiziarie, compromettendo drammaticamente l'immagine del made in Italy in tutto il mondo, l'intero comparto vitivinicolo ha saputo risollevarsi con grande merito, portando il vino italiano alla conquista di storici primati a livello nazionale ed internazionale.
  In questo scenario, il provvedimento all'esame dell'Aula, che ci accingiamo a votare, che accoglie in un testo unico, in modo più armonico possibile, le norme comunitarie e nazionali, recependo le necessità che sono state avanzate negli anni da parte della filiera dei produttori e anche dalle organizzazioni di categoria, non può quindi che essere condivisibile e coerente proprio con le esigenze che da Pag. 86anni le imprese hanno invocato a noi legislatori, richieste che sono quelle di una semplificazione delle norme e di un alleggerimento burocratico a carico delle imprese agricole, che per troppi anni hanno pesato poi sui bilanci, aggravando, specie di fronte alla crisi internazionale, la situazione economica e finanziaria delle stesse.
  Tagliare i costi della burocrazia e disboscare la giungla delle procedure autorizzative rappresentano, dunque, i punti fermi del testo unico, misure che si incardinano nel rinnovato processo di semplificazione del Governo, finalizzato proprio allo sviluppo dell'attività d'impresa.
  Valutiamo, quindi, con favore e apprezzamento il lavoro svolto dalla Commissione agricoltura, peraltro in maniera collegiale da parte dei diversi gruppi parlamentari, per rivisitare proprio ed aggiornare in chiave più moderna le numerose disposizioni nazionali riguardanti la produzione e la commercializzazione dei vini.
  Diversi tentativi sono stati fatti nel corso delle precedenti legislature, senza però che si portasse a compimento l'approvazione in via definitiva di un testo di tal genere.
  La normativa attuale infatti – bisogna dirlo – è caratterizzata da una sovrabbondanza di adempimenti e richieste autorizzative, che a qualsiasi titolo sono rivolti alla pubblica amministrazione e agli organismi di controllo e che spesso hanno causato rallentamenti e costi aggiuntivi.
  Riteniamo infatti che le imprese debbano investire il proprio tempo e le proprie risorse nelle attività produttive e non nella produzione di documenti, spesso aventi anche nessuna finalità oppure di dubbia utilità.
  Questo testo quindi, a nostro avviso, può dare la risposta che la filiera esigeva. Penso per esempio all'articolo 8, che semplifica le comunicazioni da inviare all'Istituto ispettorato di controllo qualità in merito alla planimetria delle cantine e che esonera quelle proprio di piccole dimensioni dalla presentazione dei documenti; oppure alla parte delle disposizioni in materia di controlli, tema così importante e delicato, racchiuso tra gli articoli 61 e 67, e che fa sì che le imprese vitivinicole confluiscano in un unico registro dei controlli, stabilendo inoltre il principio per cui un solo organismo di controllo possa visitare l'azienda, a differenza di quanto accade oggi, in cui si prevede che, nell'ambito del disciplinare dei controlli per le denominazioni di origine di indicazioni geografiche, possano intervenire sia le autorità pubbliche che quelle private.
  Questo significa un onere inferiore per l'azienda stessa in termini di costi e di tempi.
  Un altro aspetto indubbiamente condivisibile, già ricordato da chi mi ha preceduto, ma che ritengo necessario rimarcare nuovamente, è l'introduzione riguardante il cosiddetto ravvedimento operoso, che consente, attraverso una riduzione delle sanzioni amministrative, di regolarizzare in forma volontaria l'eventuale illecito, sempre che, naturalmente, l'illecito non riguardi infrazioni che impattino negativamente sulla sicurezza alimentare; così come giudichiamo positivamente la parte normativa che interviene nell'ambito della somministrazione e della vendita di prodotti agroalimentari nelle cantine e lungo le strade del vino, nonché quelle sull'enoturismo.
  Penso ad esempio alla mia regione, la Toscana, territorio ad altissima vocazione vitivinicola che produce tra i migliori vini al mondo e che attraverso proprio le strade del vino è in grado di offrire attrattività naturalistiche, culturali e storiche particolarmente significative ai fini di un'offerta enoturistica integrata.
  Siamo concordi, pertanto, nel ritenere questo testo un'ottima base di partenza, proprio per dare respiro ad uno dei comparti produttivi più importanti e soprattutto per rafforzare la competitività delle imprese italiane all'estero.
  Avviandomi alla conclusione del mio intervento, ritengo utile soffermarmi anche su alcune brevi considerazioni. Dopo trent'anni dallo scandalo di cui parlavo, il mondo della viticoltura italiana è completamente cambiato ed è cambiato in meglio: è cambiata la produzione, sono cambiati i Pag. 87controlli da parte delle istituzioni ed è cambiato anche il consumatore, un processo che ha visto le tre parti crescere insieme ed influenzarsi reciprocamente, arrivando a creare una cultura del vino unica al mondo e portando l'enologia italiana ai vertici internazionali.
  Se nel 1986 la quota di vini DOC e DOCG era pari al 10 per cento della produzione, oggi è arrivata al 35, con 73 DOCG, 332 DOC e 118 ITG e se si considerano anche vini IGT, categoria nata dopo il 1986, si arriva al 66 per cento: in altre parole, i due terzi delle bottiglie. E non si tratta solo di sigle: dietro di loro ci sono investimenti nei terreni, nei vitigni, nella formazione delle persone, nella degustazione del consumatore, nell'innovazione.
  Penso al boom del vino biologico: 72.300 ettari di terreno coltivato da 10.000 aziende in 1.300 cantine, tanta ricerca e tanto lavoro. Si stima che il vino offra, durante l'anno, opportunità di lavoro a 1.250.000 di italiani, tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio, di trasporto e dell'indotto, estese in tanti, in 18 settori.
  È compito quindi delle forze politiche e delle istituzioni tutelare e valorizzare sempre più l'intera filiera nazionale, il cui vino made in Italy è percepito dal mondo come un brand unico e straordinario.
  Per queste considerazioni, annuncio il voto favorevole del gruppo Alleanza Liberal Popolare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela, ma non lo vedo in Aula e allora andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie Presidente, innanzitutto desidero sottolineare che il testo che oggi approviamo in prima lettura è il risultato di un lungo lavoro svolto in Commissione, che ha visto il contributo di tutti i gruppi e anche delle varie componenti della filiera produttiva, come peraltro oggi ha ricordato il Viceministro Andrea Olivero, che ha portato alla redazione di un vero e proprio testo unico. Si tratta di un risultato molto positivo, perché tante, possiamo dire anche troppe, erano le norme che regolavano il settore vitivinicolo. Ci si è chiesti anche se non fosse preferibile delegificare, demandare a regolamenti o ad altre norme di grado inferiore alla legge, ma si è ritenuto, giustamente, che un intervento legislativo voluto dal Parlamento e con il contributo del Governo fosse più utile per avere un testo armonico come quello che abbiamo oggi al nostro esame.
  Naturalmente, si poteva fare meglio, ma il meglio assoluto non si raggiunge spesso, forse mai e volere la perfezione significa volere che tutto resti com’è e questo non è auspicabile, né possibile, soprattutto in un settore che, anche in controtendenza con quello che accade oggi, purtroppo, a livello economico nel nostro Paese, è in notevole crescita, sia quantitativa sia qualitativa, e che necessita di un intervento di armonizzazione della normativa nazionale e di quella europea in un testo unico, come abbiamo fatto, in modo che le norme prevedano sì una forte semplificazione delle procedure, ma senza per questo compromettere la sicurezza del consumatore e la qualità del prodotto finale.
  Dunque, semplificazione per tutto il sistema e, in particolare, per gli operatori più piccoli, che potranno espletare in modo rapido le pratiche necessarie senza sottrarre eccessivo tempo alla produzione, eliminando il più possibile gli ostacoli sinora incontrati, tra cui, come già ricordato, quello relativo all'eccessiva frammentarietà di una normativa non sempre chiara.
  Nel dettaglio, si è, tra l'altro, consentito, per incentivare la certificazione riducendo il peso della burocrazia, di poter etichettare sin dalla data di presentazione della domanda di protezione, in modo da Pag. 88favorire l'investimento nella certificazione. Questa scelta non va in contrasto con i controlli nel disciplinare di produzione, dato che deve essere indicata con chiarezza la resa massima di uva per ettaro e la resa di trasformazione in vino o la resa massima di vino per ettaro, in modo da evitare fenomeni di contraffazione deleteri per il mercato e per il consumatore.
  Non siamo, infatti, più nella catastrofica situazione del 1986, quando esplose lo scandalo del vino al metanolo: l'idea oggi di qualità e di sicurezza è, ormai, affermata nei produttori, ma esistono ancora, purtroppo, fenomeni che vanno contrastati con severità, sia pure nell'ottica della semplificazione. Al riguardo, appare importante, anche nel sistema delle sanzioni, l'introduzione del ravvedimento operoso, con la riduzione delle sanzioni amministrative per coloro che accedono a questo istituto per la violazione di comunicazioni formali, qualora, però, non sia iniziato un procedimento da parte dell'organismo di controllo.
  Inoltre, i controlli sulle imprese confluiscono in un registro unico dei controlli ispettivi, in modo da evitare che una stessa azienda venga controllata da vari organismi.
  Infine, è stata introdotta una norma per la tutela del made in Italy: infatti, l'Agenzia delle dogane dovrà rendere disponibile sul proprio sito Internet tutte le informazioni relative all'importazione di prodotti vitivinicoli, in modo da consentire una verifica dei flussi di entrata e di uscita delle merci per assicurare la qualità e la sicurezza.
  Certo, molte altre sono le novità introdotte dal testo, ma credo sia più importante sottolineare che la nuova legge non si limita ad intervenire per semplificare, difendere la qualità e la sicurezza, ma ha un altro risultato, come sottolineato anche da altri colleghi durante la discussione sulle linee generali: il vino non è solo un alimento o una fonte di reddito, è anche cultura, storia, vita di un Paese nel quale la produzione dell'uva per vino è diffusa ovunque, raccontando la storia di coloro che hanno lavorato e lavorano per creare questo prodotto, che è vivo, muta, si sposa con alimenti diversi e parla dell'Italia nel mondo.
  Fuori di qui molti di coloro che leggono che oggi stiamo votando questo testo magari sorridono, pensando che stiamo facendo un lavoro di poco conto: io ritengo che non lo sia. Dobbiamo far capire che interventi come questi sono significativi quanto e, forse, anche di più di quelli sui quali i media concentrano la loro attenzione tutti i giorni.
  Il nostro gruppo, il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, per tutti i motivi sopra ricordati, voterà a favore del testo in discussione e si augura che, dopo una celere lettura da parte dell'altro ramo del Parlamento, questo testo, che ha avuto una lunga, forse lunghissima, gestazione divenga presto legge, rispondendo alle giuste esigenze del settore vitivinicolo, sempre più punta di diamante del settore produttivo italiano e, come già detto, testimone della capacità del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catania. Ne ha facoltà.

  MARIO CATANIA. Grazie, Presidente. I colleghi che mi hanno preceduto hanno già ricordato il rilievo che il settore vitivinicolo presenta nell'ambito dell'economia nazionale e di tutto il sistema agroalimentare italiano. Si tratta di un comparto che viene da una lunga fase di crescita ormai pluridecennale, che ha portato questo settore ad affermarsi non solo sul mercato italiano, ma anche sul mercato mondiale con delle performance veramente invidiabili. Tutti gli addetti ai lavori sanno perfettamente che il comparto e la filiera vitivinicola sono la punta di diamante, come è già stato detto dal collega che mi ha preceduto, di un settore che mostra, per altri aspetti, luci ed ombre, difficoltà e punti di forza.Pag. 89
  La ricaduta importante di questo comparto sul territorio, la presenza di una molteplicità di piccole e medie imprese distribuite in tutto l'arco della penisola, unitamente alle ricadute che il settore ha per tutta una serie di altre attività economiche sul territorio – dal turismo alla cultura, alla stessa enogastronomia intesa in senso lato –, ne fanno non solo una filiera positiva e valida nell'ambito del contesto economico nazionale, ma anche una di quelle filiere che hanno delle ricadute, delle positività esterne estremamente apprezzabili in termini ambientali, in termini economici, in termini culturali, sotto tutti gli aspetti.
  Ebbene, il successo di questo comparto è anche legato alla qualità della normativa che lo regola. È logico che con questo non voglio sottovalutare in alcun modo il ruolo delle imprese – il successo del settore va ascritto, ovviamente, in linea principale, alle imprese stesse –, tuttavia, considerata la tipologia della materia e la complessità della regolamentazione, la qualità della normativa diventa fondamentale per accompagnare la crescita del comparto. In quest'ottica, io credo che il provvedimento che ci accingiamo a varare oggi in prima lettura sia un testo che può accompagnare positivamente il settore anche nei prossimi anni.
  È stato un lavoro non semplice, un lavoro che andava incontro anche a due rischi non trascurabili: da un lato, il rischio di entrare in collisione o creare punti di attrito con la normativa, con la regolamentazione comunitaria che regola ampiamente il comparto e che, per molti aspetti, si sovrappone oggettivamente alla legge che andiamo a varare oggi. C'era il rischio di avere un testo dissonante ed era un rischio che non andava sottovalutato. L'altro rischio importante era quello di partorire una normativa troppo rigida in materie che hanno bisogno di un'elasticità e di un aggiornamento tecnico rapido. Lo strumento della legge non ha questa duttilità, non ha una flessibilità di cambiamento idonea ad accompagnare rapide evoluzioni tecnologiche e di mercato.
  Ebbene, il lavoro svolto, prima in Commissione e, poi, ancora oggi, in Aula, è stato un lavoro lungo, approfondito, che mi fa dire con assoluta serenità che ambedue questi rischi possono essere considerati superati. Quello in esame è un testo che, in virtù del lavoro di collaborazione, di riscontro e di approfondimento svolto con il Ministero – che ho qui il piacere di ringraziare nella persona del Ministro, ma anche di tutta la sua struttura – mi pare perfettamente in linea con il quadro giuridico comunitario, da un lato, e presenta, dall'altro, quelle flessibilità necessarie ad evolvere in caso di evoluzioni di carattere tecnologico e di mercato. Quindi, io credo che, con tutta serenità, possiamo dire che oggi variamo, almeno qui alla Camera, – spero che il percorso al Senato sia sufficientemente rapido – un testo che può essere utile al settore, che può accompagnare le imprese in ulteriori successi, su un percorso, già ampiamente positivo, che i nostri imprenditori hanno saputo segnare nel corso di questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. È bene che il Parlamento in maniera unitaria voti un testo unico sul vino. Questa realtà deve considerarsi non solo una realtà economica o agricola, ma anche una realtà identitaria, una realtà che fa storia, che fa identità di un luogo, di una comunità. Molte sono le parti del Paese che vengono identificate nella loro produzione vitivinicola e i numeri del Paese sono decisamente impressionanti: 72.300 ettari di coltivato, 10 mila aziende, 1.300 cantine. Il 22 per cento dei vigneti mondiali coltivati con metodo biologico si trova nel nostro Paese. Dal 2015 l'Italia è il primo produttore europeo, con 47 milioni di ettolitri. Una bottiglia su tre è DOC. Ci sono più di 500 qualità di vini che sono caratterizzati dalla denominazione DOCG, DOC, IGT. L’export è aumentato Pag. 90in tutti i Paesi (nel Regno Unito, in Germania, negli USA, in Giappone, in Cina) tranne che in Russia, ovviamente per colpa di politiche scellerate anche di questo Governo, soprattutto della Commissione europea. Si fanno delle produzioni che sono considerate qualitativamente al pari dei migliori champagne francesi. Ed ecco perché riuscire a fare un testo unico in questa materia è indispensabile per difendere ciò che il Paese, i territori e le singole realtà territoriali da sempre, da molti anni, non solo da molti decenni, ma anche da centinaia di anni, producono, che è il nettare dei nostri territori, che dà identità, dà presenza, dà rappresentanza.
  Approviamo questa legge, quindi, in contrapposizione a quella schifezza che era il trattato internazionale del commercio, il TTIP, che voleva cancellare, invece, le denominazioni di origine controllata, voleva cancellare tutte quelle qualità provenienti dalla provenienza territoriale dei prodotti. Scusate il giro di parole, ma è significativo il fatto che, mentre si va verso una situazione di difesa delle origini, fortunatamente questo Parlamento, per una volta tanto, continua su quel solco e non va in controtendenza. Quindi, è un voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, signor Viceministro, il progetto di riordino del comparto della vite e del vino, che affronta in modo dettagliato i temi della produzione delle uve, della lavorazione della vite e dell'uva e del commercio del vino, era atteso ed è giunto finalmente all'esame dell'Aula. La Camera approva oggi un testo legislativo complesso, composto da molti articoli, in cui, sia nei contenuti sia nel metodo di legislazione, si è ricercata la massima condivisione dei soggetti privati, delle associazioni di categoria e anche degli enti e dei soggetti pubblici che, in qualche modo, sono coinvolti nel comparto vitivinicolo. È un testo – ci tengo a sottolinearlo – che raggruppa numerose disposizioni preesistenti relative ad un settore che è di fondamentale importanza sia per l'economia che per l'immagine dell'Italia nel mondo.
  L'attività di vinificazione è un'arte antica e complessa, che tiene insieme la tradizione, la cultura, ma che guarda anche al futuro con l'innovazione.
  Si tratta di un settore in cui operano e convivono contadini nel senso vero della parola, che affrontano, quindi, il processo di vinificazione in modo artigiano, insieme a grandi produttori che, attraverso processi industriali, rappresentano una parte importante dell'economia italiana soprattutto nell’export. Quando ci si pone di fronte al comparto del vino c’è, perciò, una duplice esigenza, ovvero quella di conservare l'eccellenza, la qualità, la biodiversità, la singolarità del prodotto insieme alla necessità di offrire la certezza di un sistema legislativo di regole che consentano agli operatori di svolgere al meglio la loro complessa attività, anche quando c’è una prospettiva di produzioni di grandi numeri.
  Lo sviluppo dell’export e il riconoscimento internazionale del vino come emblema del made in Italy è certificato dalle centinaia di milioni di bottiglie che si producono ogni anno in Italia e che finiscono sulle tavole di tutto il mondo. Oggi possiamo affermare, infatti, senza ombra di dubbio, che il vino costituisce un elemento trainante della nostra economia, in modo particolare di quella agricola. Nel 2015, infatti, sia il numero degli occupati del settore – lo ricordava qualcuno prima – sia il fatturato del prodotto sono cresciuti in modo rilevante, raggiungendo, soprattutto nell’export, livelli molto elevati.
  Il gruppo di Area Popolare ha condiviso il contenuto del progetto di legge, che stabilisce, come abbiamo visto durante Pag. 91l'esame di oggi, norme sulla produzione e sulla commercializzazione del vino, sulla produzione e sulle pratiche enologiche, sulla tutela delle denominazioni di origine, sulle indicazioni geografiche e sulle menzioni territoriali, sulla gestione delle produzioni, sui consorzi di tutela per le denominazioni di origine e per le indicazioni geografiche protette, sull'etichettatura, sulla presentazione e sulla pubblicità, sugli adempimenti amministrativi, sui controlli e sulla vigilanza, sulla tutela del made in Italy e anche sul sistema sanzionatorio.
  Insieme alla necessità del riordino il testo di legge contiene anche alcune norme di controllo, che vanno nella direzione di una maggiore qualità e aprono la prospettiva di un sensibile miglioramento del settore vitivinicolo italiano, dettando alcune norme analitiche (ad esempio quelle sulla etichettatura e sui controlli) che favoriranno in prospettiva la correttezza di comportamenti da parte degli operatori del settore e una maggiore fruibilità da parte dei consumatori. Ciò sarà garanzia, sicuramente, di un prodotto migliore per i consumatori italiani e un biglietto da vista più qualificato per poter essere esportato in sicurezza sui mercati europei e mondiali, che diventano sempre più esigenti, favorendo così l'implementazione di un prodotto italiano di alta qualità. La sfida che si vuole affrontare con questo testo, perciò, non è solo quella dell'incremento quantitativo, dinamica che hanno avviato, purtroppo, alcune regioni, con un rischio di decadimento della qualità e anche del valore economico di alcune produzioni. Su questo, mi dispiace dirlo per i colleghi della Lega, il Veneto docet. Bensì la prospettiva è quella dell'incremento della qualità e, di conseguenza, del valore di un prodotto che rappresenta la tipicità italiana dal punto di vista della cultura, della storia, ma anche dell'innovazione.
   Il provvedimento, inoltre, prevede un apparato sanzionatorio molto analitico e complesso nei confronti degli operatori che non vorranno rispettare le disposizioni. Anche questo è un elemento di garanzia della qualità e della correttezza dei comportamenti. Anche se – lo ricordava qualcuno prima – sono passati molti anni dal 1986, anno in cui ci fu il famoso scandalo del metanolo ad opera di alcuni produttori e operatori italiani, c’è la necessità, proprio per il valore economico del comparto e per l'immagine dell'Italia, di essere molto rigorosi nei processi e nei controlli. È importante, pertanto, offrire e operare in modo serio nella vigilanza, affinché non si ripetano mai più episodi di tale natura, che rischiano di screditare i nostri produttori e il nostro prodotto nel mondo. È pertanto necessario giungere presto all'approvazione in via definitiva di questo provvedimento, frutto di un lavoro e di un contributo attivo e condiviso di tutte le forze politiche presenti nel Parlamento, delle associazioni di categoria e degli enti locali competenti in materia. Un sistema di regole certe e la volontà politica di investire nel settore vitivinicolo consentiranno, perciò, un importante elemento di sviluppo dell'occupazione e dell'economia del nostro Paese in un comparto, quello agricolo, che è stato riscoperto negli ultimi anni ma che, anche in passato, nella nostra storia ha svolto un ruolo fondamentale.
  Per queste ragioni il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà a favore di questo progetto di legge, considerati soprattutto gli effetti positivi che lo stesso potrà avere per migliorare il rapporto tra consumatore e operatore e, in definitiva, tutelare anche i consumatori finali del prodotto del vino.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. La proposta di legge che oggi è all'attenzione dell'Aula grazie a un puntiglioso lavoro svolto in Commissione è stata notevolmente migliorata e completata rispetto alla versione originaria e rappresenta Pag. 92un buon punto d'incontro. Questo testo, una disciplina organica della vite, della produzione e del commercio del vino, potrà risultare veramente importante e significativo per il comparto vitivinicolo, per le migliaia di aziende produttrici, per i nostri consumatori, per l'economia agricola del Paese. Si introducono importanti novità in materia di etichettatura per consentire ai produttori di indicare con maggiore specificazione la collocazione geografica dell'azienda e dei vigneti, eliminando il rischio di applicazione di sanzioni per l'indicazione dei nomi geografici anche quando essi siano corrispondenti e tutelati con denominazione di origine.
  È stato recepito il principio di semplificazione voluto da tante associazioni di categoria che impegna nel SIAN, sistema informatico agricolo nazionale, la gestione di tutti gli adempimenti, costituendo lo strumento informatico unico semplificato e coordinato nella gestione degli adempimenti stessi. Ancora sulla semplificazione sono state inserite disposizioni che, se applicate correttamente, porteranno a una notevole sburocratizzazione del sistema, quali l'unicità dei controllori in azienda, l'analisi dei rischi, una semplificazione per le analisi chimiche, fisiche e organolettiche, riducendo i costi per le aziende ed evitando la duplicazione delle analisi stesse. Si rafforza anche il controllo e la vigilanza sul mercato. Importante è la scelta di rendere pubblici, sul sito dell'Agenzia delle dogane, i dati sulle importazioni di vino e dei prodotti vitivinicoli, specificando tipologie di prodotto, imprese e quantità. Esoneri e semplificazioni ai fini della tenuta dei registri riguardano i produttori fino a dieci o venti ettolitri in base alle fattispecie. Anche per i piccoli produttori di aceti sono state inserite positive facilitazioni.
  Quindi, l'obiettivo che si vuole raggiungere con questo testo è quello di introdurre una forte semplificazione appunto, ma al tempo stesso tutelare quantità, qualità e sicurezza di ciò che produciamo. Questo non vale solo per il nostro vino, che oggi si afferma come leader europeo in termini di denominazioni e di indicazioni geografiche, ma lo si può ritrovare anche per tutto il nostro settore agroalimentare che, con le sue oltre 300 denominazioni, pone il nostro Paese come il primo in Europa, con un valore del nostro export alimentare che tocca i 37 miliardi.
  Credo che questa sia un'occasione importante per il Paese, perché il Parlamento sta dando un segnale concreto ad un settore in crescita. Il fatto che si parta e si ottenga un testo unico, un testo di settore per il comparto, e che questo parta dal vino non è un caso. Questo forse perché è uno dei settori più dinamici, con rappresentanze e con una filiera che si sono mostrati in grado di condividere un percorso con il Parlamento.
  C’è un'altra parte di questo provvedimento che riguarda il riconoscimento del vino come il patrimonio culturale nazionale, perché il vino è anche questo per il nostro Paese: è centrale sì per l'economia, ma racconta anche molto dalla nostra cultura e della nostra storia nazionale. Da tempo ormai il vino non è più esclusivamente un alimento ma è un prodotto che accresce il suo valore e che oggi sa raccontare una storia che rappresenta un pezzo di quella straordinaria biodiversità che caratterizza la nostra penisola che vede, tra l'altro, tanti paesaggi vitati delle nostre regioni essere riconosciuti come patrimonio universale dell'Unesco.
  Inoltre, signora Presidente, c’è anche una forte componente umana a rendere importante questo testo: il lavoro e il sudore di uomini e donne delle nostre campagne e spesso le loro fatiche rappresentano non solo un mondo che produce e che dà occupazione ma anche un presidio per la cura e per la valorizzazione del territorio, troppo spesso abbandonato dalle pubbliche istituzioni.
  Con queste motivazioni, signora Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Sinistra Italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà. Dove è il deputato Russo ? Non lo vedo al suo posto; quindi, andiamo avanti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. L'Italia dal 2015 detiene il primato mondiale nella produzione di vino con 47,4 milioni di ettolitri e dal punto di vista qualitativo, invece, con 73 di DOCG, 332 DOC e 118 IGT. Siamo primi in Europa per numero di vini con indicazione geografica. Deteniamo il record di esportazioni di vino per un valore di 5,4 miliardi di euro, che è la prima voce nel campo dell’export nel panorama agroalimentare nazionale, esportazioni che, secondo quanto ha riportato l'Istat in questi giorni, crescono del 2,9 per cento nel primo semestre del 2016.
  Per il nostro Paese, però, il vino non è soltanto una risorsa economica: è anche, forse, soprattutto una risorsa culturale. Questi sono i motivi che spinsero il MoVimento 5 Stelle, già ad ottobre 2013, ad occuparsi di vino attraverso una risoluzione, a prima firma del mio collega Gallinella, in cui il nostro intento era quello di impegnare il Governo proprio a procedere con urgenza alla predisposizione di un codice unico del vino che raccogliesse tutta la legislazione in materia, dalla razionalizzazione degli enti preposti ai controlli alla definizione di procedure di verifica proporzionate alla tipologia del produttore, al fine anche di agevolare gli operatori del settore e garantire al tempo stesso la qualità del prodotto. Ci sono voluti tre Vinitaly per concordare con gli attori interessati un testo in cui si mettono insieme vent'anni di leggi, a volte un po’ casuali e che hanno penalizzato il comparto.
  Si tratta, quindi, di un provvedimento molto complesso, di 90 articoli, che interviene in un settore, come quello della produzione vitivinicola, di importanza strategica per il nostro Paese in considerazione sia dell'estensione della superficie vitata nazionale sia del potenziale economico che è in grado di esprimere. Il testo unico, tra l'altro, porterà alla revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica, con un contenimento dei costi ma anche semplificazioni sulla normativa da lungo attese e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall'estero e a sostegno delle esportazioni del vino made in Italy. Da un buon vino viene anche un buon aceto e su questo testo siamo intervenuti anche per garantire al settore maggiore semplificazione senza per questo diminuire la qualità delle nostre eccellenze.
  Il provvedimento, oltre a tutelare la denominazione d'origine, reca anche norme sull'etichettatura, sugli adempimenti amministrativi, sui controlli, sul sistema sanzionatorio e introduce la novità del ravvedimento operoso, che prevede la riduzione delle sanzioni amministrative pecuniarie nel caso di violazioni riguardanti comunicazioni formali e qualora non sia già iniziato un procedimento da parte dell'organismo di controllo.
  In questi quasi tre anni di lavoro in Commissione abbiamo potuto approfondire e conoscere meglio tutto il mondo legato al vino anche attraverso visite presso diverse cantine del nostro Paese, incontri con i protagonisti della filiera e con il mondo delle associazioni e anche con le autorità preposte al controllo. Questo contatto con i protagonisti della filiera continueremo a portarlo avanti soprattutto con i più piccoli produttori e quelli che hanno scommesso sul biologico, per renderci disponibili a migliorare, nel corso del tempo, per ogni ostacolo che si potrebbe creare in futuro nella filiera.
  Il provvedimento ci trova favorevoli per due motivi principali: il primo è l'avvenuto accorpamento in un testo unico delle molte norme che riguardano, appunto, tutta la filiera, come ho detto Pag. 94prima; in secondo luogo, il conseguimento di una significativa semplificazione degli adempimenti burocratici, con alcune deroghe in materia di applicazioni che possono solo portare beneficio agli operatori del settore.
  Altra considerazione particolarmente positiva che investe il complicatissimo ambito dei controlli è, appunto, questa introduzione del cosiddetto «ravvedimento operoso». Tra le novità riteniamo particolarmente positiva l'istituzione presso il Ministero, il MIPAAF, dello schedario viticolo e inventario del potenziale produttivo, gestito dalle regioni e destinato a raccogliere tutte le informazioni sul potenziale produttivo vitivinicolo nazionale ai sensi dei regolamenti europei. Nella medesima ottica verranno implementate le funzioni e la centralità del SIAN, il sistema informativo agricolo nazionale, che rappresenta il punto unitario di accesso alle informazioni e ai servizi resi disponibili in rete dalla pubblica amministrazione centrale e dagli enti territoriali.
  Con spirito collaborativo e costruttivo abbiamo dato il nostro contributo su questo provvedimento. Ad esempio, all'articolo 5 siamo riusciti a migliorare il testo attraverso la previsione di più tutele per tutti quei vitigni che sono stati impiantati a scopo di ricerca e conservazione del patrimonio genetico e autoctono, oppure all'articolo 12 abbiamo aggiunto una deroga a quanto previsto per la detenzione delle fecce: è consentita per un periodo più lungo per i produttori di quantitativi inferiori a 1.000 ettolitri l'anno perché è importante appunto dare ascolto soprattutto ai piccoli produttori. Grazie al nostro intervento, all'articolo 40, siamo riusciti a garantire una giusta rappresentatività dei protagonisti della filiera e dei soggetti inseriti nel sistema di controllo anche all'interno del consorzio per la DOP del vino liquoroso di Marsala. Avremmo voluto garantire maggiori tutele e modalità per l'esercizio del diritto di voto nell'assemblea del consorzio, da esercitare con voto individuale all'interno delle fasce di produzioni, in modo da assicurare un'adeguata rappresentatività a tutte le categorie di produttori e in modo che i voti di una fascia non siano superiori al 40 per cento di quelli spettanti a tutti i consorziati, purtroppo però questo emendamento proposto da noi non è stato accolto e quindi di questo ci dispiace molto. L'articolo 39 prevede un Comitato nazionale di vini DOP e IGP. Abbiamo chiesto la norma che prevede che l'incarico di membro effettivo del Comitato sia incompatibile con incarichi dirigenziali e professionali svolti presso organismi di certificazione. Purtroppo la nostra richiesta di prevedere la non riconferma di tali incarichi non è stata accolta.
   Siamo invece riusciti a ridurre da 10 a 7 anni l'arco temporale entro il quale un vino DOC può richiedere il riconoscimento di OCG, periodo che appare più adeguato a consentire il riconoscimento. Al fine di conseguire una maggiore semplificazione, siamo riusciti a ridurre da quattro a tre il numero delle campagne necessarie alla richiesta di cancellazione della protezione, qualora le DOP e le IGP non siano rivendicate o certificate.
  Purtroppo è rimasta una piccola amarezza: non siamo riusciti a cancellare quel fastidioso articolo 45, che prevede una duplicazione dell'informazione al consumatore e ai controllori sulle chiusure; parlo del sistema di chiusura dei recipienti di capacità pari o inferiore a 60 litri, non si capisce perché in tutta l'Unione europea non si senta la necessità di detta personalizzazione obbligatoria mentre qui in Italia si è deciso proprio di fare un articolo ad hoc per mantenere questo obbligo e quindi soprattutto per i piccoli produttori.
   Abbiamo fatto anche qualche correzione formale su qualche svista, chiarendo meglio cosa è un imballaggio, che è un contenitore, come previsto appunto dalla normativa ambientale, oppure quella di applicare norme vigenti europee sull'impiego di pezzi di legno e di quercia. Questo testo unico è un passo in avanti per il settore vitivinicolo. Siamo consapevoli che ci sarà ancora tanto da lavorare; il MIPAF e l'ICQRF avranno un ruolo centrale nell'applicazione di questo testo unico, perciò Pag. 95il nostro compito sarà quello di vigilare e di continuare ad ascoltare tutte le voci in merito al comparto affinché la semplificazione e gli oneri burocratici, che con questo provvedimento dovrebbero essere dimezzati di almeno il 50 per cento, continuano a diminuire, garantendo allo stesso tempo una lotta ferrea contro le agromafie, le sofisticazioni e le contraffazioni.
  Il vino, la vite e i territori viticoli – come citato nell'articolo 1 – fanno parte delle competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni del nostro Paese e quindi costituiscono un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica e ambientale. A proposito di sostenibilità ambientale, è tuttavia auspicabile che si provveda a garantire una maggior sostenibilità per questa coltura, soprattutto in alcune aree, dove l'uso di pesticidi e fitofarmaci appare veramente eccessivo. Bisogna quindi dare seguito a quella nostra mozione approvata da questo Parlamento per ridurre l'utilizzo della chimica in agricoltura, perché solo con la sostenibilità ambientale possiamo garantire qualità ai nostri vini, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista della nostra salute.
   Concludo, Presidente, citando Hemingway: «Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo». Ebbene, facciamo in modo che questa citazione rispecchi pienamente la viticultura del nostro Paese. Questo testo unico – e concludo, Presidente – coniuga la semplificazione normativa e burocratica, senza compromettere il sistema dei controlli, tutelando la qualità e la sicurezza alimentare. Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicodemo Oliverio.
  Chiedo scusa. Volevamo dare la parola al deputato Russo. In via del tutto eccezionale, le chiedo scusa, però mi sembrava di penalizzare troppo il deputato Russo nel non dargli l'opportunità di parlare. Prego, deputato Russo.

  PAOLO RUSSO. Chiediamo perdono al deputato Oliverio. Intanto, era necessaria questa norma ? Assolutamente sì, così come abbiamo detto che era attesa, attesa da molti anni, era urgente, si è detto indifferibile, addirittura si è usata l'espressione «indispensabile per tutta la filiera». È stata sollecitata in modo garbato dall'intera filiera, in un rapporto dialogico che la Commissione ha saputo tenere in questi anni.
  Da venti anni ed oltre non si ritorna su questa materia in modo organico e lo si fa finalmente quest'oggi, ponendo fine ad una serie di domande importanti che troveranno risposte che non sono astratte risposte, ma sono concrete risposte per il mondo vitivinicolo, sono concrete risposte sul fronte della sburocratizzazione e sono anche concrete risposte per la certezza di un percorso ordinato di chi vuole intraprendere in questo settore e di chi vuole in questo settore misurare i successi dei mercati nazionali ed internazionali. Ma proprio, Presidente, perché questa era una norma necessaria, era proprio necessario che fosse composta di 90 e passa articoli ? Evidentemente no. Era proprio necessario che fossero 30.000 le parole contenute in questi 90 e passa articoli ? Era proprio necessario che diventasse norma primaria la specifica tecnica delle dimensioni del tappo e le qualità organolettiche dell'aceto e le qualità e le caratteristiche dei contenitori ? Era proprio necessario una specifica tecnica di così alto profilo, tanto che diventerà difficile, se non impossibile, la modifica nei prossimi anni ? Quando ? Quando le condizioni tecniche, le condizioni scientifiche, le ulteriori sollecitazioni giungeranno per sollecitarci e per sollecitare il Parlamento a ulteriori emendamenti che migliorino la performance di questa norma, che, così come è, è ben articolata, se non fosse altro per la pesantezza del testo, per la difficile intellegibilità, per la immodificabilità dello stesso, una sorta di pietra necessaria ed urgente che noi però lasciamo lì immobile, Pag. 96mentre invece, proprio per la specificità della materia, proprio per il dinamismo che questa filiera misura, proprio per queste ragioni, meriterebbe questa materia una più sollecita e veloce capacità di emendabilità.
  D'altronde, in Francia sono pochi articoli, in Spagna sono pochi articoli di principi e poi tutti regolamenti, questo a testimonianza di come tanti in questo Parlamento vanno dicendo che, viceversa, sarebbe stato necessario delegificare, sarebbe stato necessario semplificare anche per noi la norma, ma intanto un passo avanti sul fronte della razionalizzazione e della sburocratizzazione è stato fatto; ed è stato fatto – devo dire – grazie al solerte lavoro dei colleghi della Commissione, del collega relatore su alcune questioni che noi avevamo posto come centrali, a cominciare dalle norme transitorie, per passare alle etichette, alle stesse definizioni, sino alla vicenda dei contrassegni e dell'Istituto poligrafico dello Stato, che avrebbe rappresentato un'ulteriore tassa, un ulteriore iniquo balzello per la filiera vitivinicola del nostro Paese.
   Allora, salutiamo con interesse e con piacere una norma attesa da molto tempo, una norma che genera anche un meccanismo di armonia e una norma che finalmente ci consentirà di generare ulteriore energia, ulteriore supporto a quel vino che noi sappiamo essere bandiera nazionale non soltanto per la qualità che rappresenta, non soltanto per la specificità, non soltanto per quanto c’è all'interno di quella bottiglia, per la storia, per le tradizioni, per il sudore, per l'innovazione e per la scienza che ogni bottiglia contiene del nostro Paese. Per questa ragione, per queste ragioni noi di Forza Italia voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oliverio. Ne ha facoltà.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signora Presidente, signor Ministro, signor Viceministro, onorevoli colleghi, non potevamo festeggiare meglio la vendemmia 2016, che vede ancora una volta l'Italia conseguire il primato europeo nella produzione di vino, superando Paesi da sempre nostri competitori: questo Parlamento, per la prima volta nella sua storia, a cinquant'anni dalla nascita della prima DOC e a trent'anni dallo scandalo del metanolo, approva oggi un testo unico sul vino, per aggiornare e razionalizzare la normativa vigente, fornendo così una strategia per il rafforzamento della competitività dei vini italiani nei mercati internazionali. E questo grazie all'intenso lavoro svolto negli ultimi due anni, che ha visto la Commissione e il relatore Fiorio impegnati in un confronto assiduo con i rappresentanti della filiera, con gli esperti del settore, con le realtà territoriali e con il Governo. È stato un compito difficile, che ha visto impegno, competenza e sensibilità, tutti finalizzati affinché le differenze di visione potessero comporsi a beneficio della filiera e del sistema produttivo italiano.
  Per questo, colgo l'occasione per ringraziare i rappresentanti della filiera, come gli amici della Coldiretti, gli amici della CIA, della Confagricoltura, Assoenologi e Federdoc, Federvini, Unione Italiana Vini che ci hanno dato una grande mano per giungere a questo testo. Ma tutti i gruppi parlamentari hanno agito in quest'ottica, abbandonando bandiere e vessilli, ed arrivando ad un testo unico, condiviso ed organico.
  Di particolare rilievo innanzitutto l'articolo 1, dove vi è il riconoscimento del vino come patrimonio culturale e paesaggistico, frutto di competenze, conoscenze e tradizione: ciò per raccontare la cultura del vino italiano come patrimonio immateriale della nazione. I numeri parlano da soli: la filiera pesa per il 15 per cento sull'esportazione agroalimentare nazionale, produce circa 50 milioni di ettolitri l'anno, per un giro d'affari di circa 14 miliardi di euro. L'incremento dell’export dei vini italiani negli ultimi dieci anni è stato di oltre l'80 per cento, ed il commercio Pag. 97estero degli spumanti ha registrato un incremento di oltre il 50 per cento.
  Un dato fra tutti può aiutare a capire le criticità di cui soffre il sistema: dall'impianto del vigneto alla vendita della prima bottiglia del vino, l'imprenditore è costretto a svolgere oltre 70 pratiche burocratiche, oltre 20 soggetti sono attualmente coinvolti nei procedimenti di controllo e di vigilanza. Si è ritenuto così necessario dare un taglio netto a tutti gli appesantimenti burocratici che tolgono energia alla produzione e determinano inutili oneri a carico delle imprese agricole, già afflitte da un decrescente margine di redditività. Insomma, gli imprenditori sono oggi costretti a regalare cento giornate di lavoro all'anno alla burocrazia ! Con l'intervento normativo prospettato saranno in grado di arricchire la qualità del nostro vino e di favorirne la commercializzazione.
  La semplificazione non implica nessun arretramento sul fronte della qualità: gli strumenti di vigilanza sono rafforzati, a dimostrazione che la semplificazione aumenta l'efficacia del sistema di controllo. La produzione ne risulta avvantaggiata, più sicura nel proprio agire, in quanto consapevole dell'ambito di legalità entro cui sviluppare il proprio piano imprenditoriale. La pubblica amministrazione riceve nuovo impulso alla sua azione, vedendo meglio delineate le proprie competenze. Il consumatore, inoltre, si avvantaggia di un sistema più semplice, che lo rende capace di essere facilmente edotto delle caratteristiche e della qualità della produzione.
  Ecco alcuni punti più significativi del provvedimento. Contro il maldestro tentativo di omologare i nostri vitigni, abbiamo voluto fortemente la conferma della norma di tutela dei vitigni autoctoni, intesi come vitigni appartenenti alla specie Vitis vinifera di origine esclusivamente italiana e la cui presenza è rilevata in aree geografiche delimitate nel territorio nazionale. Ogni comunicazione, domanda ed autorizzazione sarà gestita nell'ambito di un unico sistema informatico di gestione: ciò consentirà di ben coordinare lo svolgimento delle attività di controllo, evitando per il futuro sovrapposizioni e duplicazioni nell'agire della pubblica amministrazione. È stato ridefinito il periodo vendemmiale, e le condizioni entro le quali è possibile effettuare tra l'altro la rifermentazione dei vini sfusi e particolari; è stato altresì specificato che per i vini a denominazione d'origine o ad indicazioni geografiche etichettate con due o più varietà, le stesse varietà possono essere menzionate solo se presenti in percentuali non inferiori al 15 per cento: ciò al fine di una corretta informazione ai consumatori, che si trovano oggi in etichetta l'utilizzo di nomi di vitigni pregiati particolarmente attrattivi non effettivamente presenti in quantità adeguata.
  È stata poi prevista la pubblicazione sul sito Internet dell'Agenzia delle dogane dei dati sulle importazioni di vino e prodotti vitivinicoli: così al consumatore è stata data la possibilità di accedere ai dati dell'imbottigliatore, mentre oggi questo non è consentito. I controlli sulle imprese nel settore vitivinicolo confluiscono nel Registro unico dei controlli ispettivi, e vengono ridefinite le modalità di controllo in ordine al rispetto del disciplinare sui vini a denominazione d'origine o ad indicazione geografica.
  Particolare rilievo assume poi la revisione del sistema sanzionatorio, con l'introduzione del ravvedimento operoso: esso opera nel caso di violazione riguardante comunicazioni formali, e qualora non sia già iniziato un procedimento da parte dell'organismo di controllo. La scelta politica al riguardo è stata netta: le sanzioni devono essere più efficaci e gravi per chi commette frodi e sofisticazioni, e meno oppressive per le irregolarità minori e formali. Nessuna indulgenza contro le frodi e nessuna attenuante per chi truffa il consumatore e danneggia un tessuto produttivo fra i più preziosi del mondo !
  Signora Presidente, concludo. L'Italia è il primo Paese al mondo per la produzione del vino, primo anche nella qualità. L'obiettivo è che l'Italia possa arrivare a vantare un ulteriore primato: quello relativo al valore commerciale del vino prodotto. Tutto questo ci pone davanti ad una Pag. 98grande soddisfazione e ad un'altissima responsabilità, perché questo immenso patrimonio culturale, sociale ed economico va difeso, protetto e tutelato. Ed è questo che abbiamo voluto fare oggi con forza e determinazione tutti assieme in questo Parlamento: perché il Parlamento, il Governo ed in particolare il Ministro Martina, che voglio ringraziare, e tutte le istituzioni coinvolte sono impegnate a valorizzare questo grande fiore all'occhiello del nostro made in; e lo fanno convintamente e con grande orgoglio, perché la storia costruita dall'impegno di uomini e donne, che hanno investito anche in innovazione su questo comparto, e il sapore del vino potranno sempre più rappresentare un elemento costitutivo della nostra identità. Per questo abbiamo approvato questo testo di legge, che ci auguriamo verrà presto approvato anche dal Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Adesso do la parola per un breve ringraziamento al ministro Martina. Allora, colleghi, scusate: magari diamo al Ministro la possibilità di fare questo breve ringraziamento.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Presidente, pochi secondi per ringraziare di cuore tutto il Parlamento, tutti i gruppi, il relatore, la Commissione, il Viceministro, tutti voi per il lavoro straordinario che si è fatto. Come è stato detto, siamo in presenza di un atto, di un provvedimento molto importante per il Paese reale, molto importante per un settore cruciale del Paese reale. Voglio solo aggiungere un elemento: nessun Paese europeo ha un testo simile a quello che voi avete prodotto. Io credo che questo dica molto della capacità di quest'Aula e del lavoro parlamentare, a fianco di quello del Governo, di sviluppare innovazione anche dal punto di vista legislativo, soprattutto dal punto di vista legislativo, al servizio delle imprese e al servizio di una filiera di un'esperienza straordinaria del nostro Paese. Quindi grazie di cuore per il lavoro che avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro Martina.

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prego, per i ringraziamenti ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Permettetemi di ringraziare, perché si tratta di un provvedimento anche mostruoso nelle dimensioni.

  PRESIDENTE. Colleghi...

  MASSIMO FIORIO, Relatore. Non posso non ringraziare gli uffici della Camera e del Ministero per il lavoro condotto, naturalmente i gruppi e la pazienza dei colleghi. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi, quest'entusiasmo non è proprio di un'Aula.

(Coordinamento formale – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2236-2618-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 2236-2618-A: «Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino».Pag. 99
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 155) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 19,45).

  PRESIDENTE. Colleghi, io adesso dovrei fare una comunicazione, per cui, per favore, permettetemi di continuare. Chi deve uscire esca, ma devo fare una comunicazione.
  Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, l'esame delle mozioni nn. 1-01291, 1-01292, 1-01348, 1-01350 e 1-01352, concernenti iniziative in relazione al riconoscimento del genocidio del popolo yazida, previsto all'ordine del giorno dell'odierna seduta, è rinviato alla prossima settimana.
  In particolare lo svolgimento della discussione sulle linee generali avrà luogo lunedì 26 settembre, dopo la discussione sulle linee generali della proposta di legge in materia di piccoli comuni, mentre il seguito della discussione sarà collocato come primo argomento della seduta con votazione di martedì 27 settembre.
  Avverto inoltre che su richiesta del primo firmatario e con l'accordo unanime dei gruppi, nella seduta di lunedì 26 settembre non avrà luogo la discussione sulle linee generali della mozione n. 1-01347 in materia di spending review.
  
Nelle sedute delle giornate successive, in luogo del solo seguito della discussione, sarà quindi iscritto in calendario nella medesima collocazione l'esame di tale atto di indirizzo nel suo complesso, la cui organizzazione dei tempi sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Avverto, infine, che con lettera trasmessa in data odierna, il presidente la Commissione ambiente ha comunicato che la Commissione da lui presieduta, preso atto dell'assenza del parere della V Commissione (Bilancio), che ha richiesto la relazione tecnica sul testo del provvedimento, ha convenuto di sottoporre alla Presidenza l'esigenza di chiedere il rinvio dell'esame del testo unificato delle proposte di legge in materia di mobilità dolce, previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 26 settembre. L'esame di tale argomento non sarà, pertanto, iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Interventi di fine seduta (ore 19,47).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie Presidente, per richiamare il Governo e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a rispondere ad una mia interrogazione, riguardante i ritardi nella definizione della perimetrazione del Parco nazionale della costa teatina. Si tratta di uno scandalo.
  Questo parco è stato istituito nel 2001, sono passati quindici anni e c’è un ostruzionismo ormai palese da parte del Governo nella definizione della perimetrazione di questo parco. È stato il commissario ad acta l'anno scorso che ha mandato la proposta di perimetrazione, che ha la firma della Presidenza del Consiglio dei ministri. Non si capisce per quale motivo questi ritardi stiano determinando un assalto speculativo ad uno dei tratti più belli del litorale adriatico, 50 chilometri della costa abruzzese in provincia di Chieti, che aspettano, a quindici anni dall'istituzione del Parco nazionale, di veder difeso e tutelato l'ambiente e, soprattutto, attraverso questo parco, di creare le condizioni per una promozione sociale ed economica delle popolazioni della provincia di Chieti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  CELESTE COSTANTINO. Chiedo di parlare.

Pag. 100

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie signora Presidente. Intervengo a fine seduta solo per rivolgere un appello alla Ministra Lorenzin. L'appello è a fermarsi. Abbiamo appena saputo che è stato revocato l'incarico al responsabile comunicazione, ma l'invito è a fermare una campagna vergognosa, come quella del Fertility day, che ci sta facendo tornare culturalmente agli anni Cinquanta.
  È troppo facile direzionare tutto sul responsabile comunicazione e pensare che dietro a questa campagna non ci sia un pensiero politico. In pochi giorni abbiamo assistito a clessidre, abbiamo assistito a cicogne, abbiamo assistito al figlio unico che viene inseguito da un'ombra, da un fantasma, come un film dell'orrore di serie B. Adesso in ordine di tempo, invece, c’è questo bell'opuscolo, in cui c’è il binomio vita sana-fertilità, che viene rappresentato così: dei ragazzi belli, giovani, biondi, alti, che rappresentano i bravi ragazzi, e poi ci sono i compagni cattivi, perché così vengono chiamati i virgolettati, i compagni «cattivi», dove c’è un ragazzo nero, dove c’è una ragazza con una capigliatura che evidentemente viene considerata strana. E questi sono invece le cattive compagnie che portano all'infertilità !
  Allora io dico questo e concludo. Penso che meritiamo di più. Penso che questo Paese meriti di più, che non venga insultato da questo Governo. E meritiamo di conservare, se non altro, l'ambizione di avere dei rappresentanti istituzionali che vivano nel presente, nella realtà e non in un immaginario razzista e sessista, come è stato presentato in questa campagna (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e MoVimento 5 Stelle).

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Grazie Presidente, vorrei semplicemente sollecitare la risposta a due interrogazioni. La prima risale addirittura al 26 giugno del 2014, è l'interrogazione n. 4-05301 e riguarda il problema della reformatio in peius dei trattamenti individuali dei segretari comunali, interrogazione che era già stata sollecitata anche nel corso dello scorso anno. La seconda è più recente, è l'interrogazione n. 5-09025 e riguarda l'applicazione delle accise alle imprese che sperimentano nuovi prodotti con caratteristiche ambientalmente meno inquinati del gasolio.
  Io le chiedo di farsi interprete presso i ministri competenti, rispettivamente il Ministro dell'interno, dell'economia e finanze e dello sviluppo economico, perché si abbia una sollecita risposta ai due atti ispettivi. Grazie.

  DAVIDE MATTIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Deputato Mattiello, dove sta ? Eccolo, prego.

  DAVIDE MATTIELLO. Grazie Presidente. Era il 21 settembre del 1990 e, sulla strada statale che collega Caltanissetta con Agrigento, veniva ucciso il giudice Rosario Livatino. Sono passati da allora ventisei anni, il giudice Livatino stava lavorando molto intensamente presso il tribunale di Agrigento, sezione misure di prevenzione, ed evidentemente le sue indagini davano fastidio. Percorreva quella strada con la sua macchina, un'utilitaria, non aveva la scorta, aveva 37 anni. La storia del giudice Livatino e in particolare la storia di quell'omicidio sarebbe una storia diversa se su quella stessa statale, la n. 640, non si fosse trovato per caso un altro cittadino italiano normale, una persona perbene come il giudice Livatino che voleva fare proprio dovere. Si tratta di Pietro Nava, agente di commercio, che passava di lì e vide l'omicidio. Decise senza esitazione di fermarsi, denunciare e mettere a verbale tutto quello che aveva visto e aveva visto proprio tutto. Grazie alla denuncia di Pietro Nava si è potuta fare verità e giustizia. Oggi pomeriggio, per la prima Pag. 101volta in ventisei anni, la Commissione parlamentare antimafia ha ospitato Pietro Nava riconoscendo a quest'uomo, a questo cittadino normale la dignità piena di testimone di giustizia. Presidente, credo che i colleghi condividano l'impegno che ci deriva da quella memoria ed a questo impegno ci ispiriamo. In questo momento il Parlamento sta per approvare la riforma del codice antimafia che riguarda proprio le misure di prevenzione su cui lavorava il giudice Livatino e abbiamo cominciato finalmente a lavorare in Commissione giustizia, d'accordo con tutte le forze politiche, sulla riforma delle misure tutorie per i testimoni di giustizia. Ritengo che questo sia un bell'impegno coerente per tutti noi in questa giornata di memoria del giudice Rosario Livatino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta della prossima seduta.

  Venerdì 23 settembre 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 19,55.

Pag. 102

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA MOZIONE N. 1-01347 ED ABB.

Mozione n. 1-01347 ed abb. – Iniziative in materia di revisione della spesa pubblica

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 24 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale - 15 minuti
 Misto: 26 minuti
  Conservatori e Riformisti 5 minuti
  Alternativa Libera – Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  FARE! - Pri 2 minuti Pag. 103
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 2 minuti
  Movimento PPA –Moderati 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 104

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI
EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nella votazione n. 1 la deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 5 il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 7 i deputati Malisani e Blazina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 12 la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 12 la deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 24 la deputata Grillo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
   nella votazione n. 30 il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 33 le deputate Moretto e Basilio hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 38 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 43 il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 45 i deputati Coppola e Bueno hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 47 il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 49 la deputata Oliaro la deputata ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare favore;
   nella votazione n. 53 il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 54 la deputata Moretto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 55 la deputata Fitzgerald Nissoli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;Pag. 105
   nella votazione n. 63 i deputati Tripiedi, Ferraresi e Scuvera hanno segnalato che hanno erroneamente votato contro mentre avrebbero voluto votare a favore;
   nella votazione n. 63 la deputata Terzoni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nella votazione n. 89 il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nella votazione n. 89 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 90 la deputata Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole
   nella votazione n. 93 i deputati Molea e De Rosa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 96 la deputata Terzoni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nella votazione n. 98 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 104 la deputata Pellegrino ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
   nella votazione n. 104 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 111 il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 113 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 121 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 138 la deputata Oliaro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 144 i deputati Del Basso De Caro e Gandolfi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 145 il deputato Del Basso De Caro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 155 i deputati Ferrari, e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 2236-2618-A - em. 1.51 348 348 175 348 102 Appr.
2 Nom. em. 2.50 353 353 177 353 102 Appr.
3 Nom. articolo 2 360 360 181 360 102 Appr.
4 Nom. em. 3.50 369 369 185 369 102 Appr.
5 Nom. articolo 3 361 361 181 360 1 102 Appr.
6 Nom. articolo 4 366 366 184 366 102 Appr.
7 Nom. articolo 5 356 356 179 356 102 Appr.
8 Nom. articolo 6 368 367 1 184 367 102 Appr.
9 Nom. articolo 7 371 371 186 371 102 Appr.
10 Nom. em. 8.50 377 346 31 174 41 305 101 Resp.
11 Nom. em. 8.51 380 345 35 173 342 3 101 Appr.
12 Nom. articolo 8 381 380 1 191 380 101 Appr.
13 Nom. em. 9.51 389 328 61 165 32 296 101 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 9.100 393 323 70 162 321 2 100 Appr.
15 Nom. articolo 9 389 320 69 161 320 99 Appr.
16 Nom. articolo 10 393 390 3 196 389 1 99 Appr.
17 Nom. em. 11.50 396 396 199 44 352 99 Resp.
18 Nom. articolo 11 404 393 11 197 393 99 Appr.
19 Nom. articolo 12 396 396 199 396 99 Appr.
20 Nom. em. 13.50 404 403 1 202 49 354 99 Resp.
21 Nom. articolo 13 402 402 202 394 8 99 Appr.
22 Nom. articolo 14 397 397 199 397 99 Appr.
23 Nom. articolo 15 395 395 198 395 98 Appr.
24 Nom. em. 16.50 399 397 2 199 49 348 97 Resp.
25 Nom. articolo 16 396 396 199 394 2 97 Appr.
26 Nom. articolo 17 404 404 203 403 1 97 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 18 392 392 197 392 97 Appr.
28 Nom. articolo 19 385 385 193 385 97 Appr.
29 Nom. articolo 20 407 407 204 407 97 Appr.
30 Nom. articolo 21 368 368 185 368 98 Appr.
31 Nom. mantenim. articolo 22 411 411 206 395 16 97 Appr.
32 Nom. em. 23.50 413 413 207 48 365 96 Resp.
33 Nom. em. 23.51 416 373 43 187 357 16 96 Appr.
34 Nom. em. 23.52 407 359 48 180 355 4 96 Appr.
35 Nom. articolo 23 421 419 2 210 419 96 Appr.
36 Nom. articolo 24 418 418 210 418 96 Appr.
37 Nom. articolo 25 408 408 205 408 96 Appr.
38 Nom. articolo 26 402 401 1 201 400 1 96 Appr.
39 Nom. articolo 27 412 412 207 411 1 96 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 28.50 421 401 20 201 53 348 96 Resp.
41 Nom. em. 28.51 418 417 1 209 387 30 96 Appr.
42 Nom. articolo 28 415 415 208 414 1 96 Appr.
43 Nom. articolo 29 411 411 206 411 96 Appr.
44 Nom. articolo 30 416 416 209 416 95 Appr.
45 Nom. articolo 31 397 396 1 199 395 1 95 Appr.
46 Nom. em. 32.50 422 410 12 206 56 354 95 Resp.
47 Nom. em. 32.52 418 404 14 203 388 16 95 Appr.
48 Nom. em. 32.53 428 355 73 178 58 297 95 Resp.
49 Nom. articolo 32 426 421 5 211 413 8 95 Appr.
50 Nom. em. 33.50, 33.51 rif. 428 415 13 208 415 95 Appr.
51 Nom. articolo 33 422 422 212 422 95 Appr.
52 Nom. em. 34.50 425 393 32 197 57 336 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 34 426 420 6 211 416 4 95 Appr.
54 Nom. articolo 35 410 409 1 205 409 95 Appr.
55 Nom. articolo 36 423 423 212 423 96 Appr.
56 Nom. em. 37.50 433 400 33 201 60 340 95 Resp.
57 Nom. em. 37.51 426 423 3 212 406 17 95 Appr.
58 Nom. em. 37.52 430 430 216 57 373 95 Resp.
59 Nom. articolo 37 430 430 216 420 10 94 Appr.
60 Nom. em. 38.51 436 436 219 431 5 93 Appr.
61 Nom. articolo 38 436 436 219 434 2 93 Appr.
62 Nom. em. 39.50 419 381 38 191 61 320 93 Resp.
63 Nom. em. 39.52 422 405 17 203 392 13 93 Appr.
64 Nom. em. 39.53 401 390 11 196 46 344 92 Resp.
65 Nom. em. 39.54, 39.55 404 371 33 186 51 320 92 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 39.100 412 337 75 169 328 9 92 Appr.
67 Nom. articolo 39 413 399 14 200 397 2 92 Appr.
68 Nom. em. 40.51, 40.52 411 398 13 200 398 92 Appr.
69 Nom. em. 40.54 413 399 14 200 78 321 91 Resp.
70 Nom. em. 40.55 422 408 14 205 144 264 91 Resp.
71 Nom. em. 40.56 416 400 16 201 392 8 91 Appr.
72 Nom. articolo 40 408 344 64 173 344 91 Appr.
73 Nom. articolo 41 420 402 18 202 402 91 Appr.
74 Nom. articolo 42 424 424 213 424 91 Appr.
75 Nom. em. 43.51 419 419 210 419 91 Appr.
76 Nom. em. 43.52 426 394 32 198 394 91 Appr.
77 Nom. articolo 43 427 425 2 213 425 91 Appr.
78 Nom. articolo 44 428 428 215 427 1 91 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo 45 431 429 2 215 362 67 90 Appr.
80 Nom. em. 46.50 433 349 84 175 348 1 90 Appr.
81 Nom. articolo 46 430 424 6 213 424 90 Appr.
82 Nom. em. 47.52 435 397 38 199 397 90 Appr.
83 Nom. articolo 47 439 437 2 219 437 90 Appr.
84 Nom. em. 48.50 431 385 46 193 55 330 90 Resp.
85 Nom. em. 48.51 410 363 47 182 48 315 90 Resp.
86 Nom. em. 48.52 423 408 15 205 401 7 90 Appr.
87 Nom. em. 48.53 426 411 15 206 385 26 90 Appr.
88 Nom. articolo 48 420 416 4 209 415 1 90 Appr.
89 Nom. articolo 49 409 407 2 204 407 90 Appr.
90 Nom. em. 50.50, 50.51 415 402 13 202 401 1 90 Appr.
91 Nom. articolo 50 416 416 209 415 1 90 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. articolo 51 425 425 213 425 90 Appr.
93 Nom. articolo 52 416 416 209 416 90 Appr.
94 Nom. em. 53.50 rif. 408 408 205 407 1 90 Appr.
95 Nom. em. 53.51 413 396 17 199 74 322 89 Resp.
96 Nom. articolo 53 410 410 206 405 5 89 Appr.
97 Nom. articolo 54 394 394 198 393 1 89 Appr.
98 Nom. articolo 55 393 393 197 393 89 Appr.
99 Nom. articolo 56 411 411 206 410 1 89 Appr.
100 Nom. articolo 57 418 418 210 418 89 Appr.
101 Nom. articolo 58 417 417 209 417 89 Appr.
102 Nom. articolo 59 414 414 208 414 89 Appr.
103 Nom. articolo 60 414 414 208 414 89 Appr.
104 Nom. em. 61.50 421 319 102 160 53 266 89 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. articolo 61 423 421 2 211 420 1 89 Appr.
106 Nom. articolo 62 414 413 1 207 413 89 Appr.
107 Nom. em. 63.52 422 351 71 176 96 255 89 Resp.
108 Nom. articolo 65 409 405 4 203 401 4 89 Appr.
109 Nom. articolo 66 407 407 204 407 89 Appr.
110 Nom. em. 67.50 419 419 210 419 89 Appr.
111 Nom. articolo 67 411 411 206 411 89 Appr.
112 Nom. articolo 68 416 416 209 416 89 Appr.
113 Nom. em. 69.50 409 409 205 409 89 Appr.
114 Nom. articolo 69 405 405 203 404 1 89 Appr.
115 Nom. articolo 70 414 414 208 414 89 Appr.
116 Nom. articolo 71 411 411 206 411 89 Appr.
117 Nom. em. 72.50 422 410 12 206 410 89 Appr.
INDICE ELENCO N. 10 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 72.51 rif. 423 423 212 423 89 Appr.
119 Nom. articolo 72 421 421 211 421 89 Appr.
120 Nom. em. 73.50 407 407 204 406 1 89 Appr.
121 Nom. em. 73.51 406 406 204 405 1 89 Appr.
122 Nom. articolo 73 418 418 210 418 89 Appr.
123 Nom. em. 74.50 418 361 57 181 106 255 89 Resp.
124 Nom. articolo 74 415 415 208 413 2 89 Appr.
125 Nom. articolo 75 412 412 207 412 89 Appr.
126 Nom. articolo 76 423 423 212 423 89 Appr.
127 Nom. articolo 77 416 416 209 416 89 Appr.
128 Nom. articolo 78 429 429 215 429 89 Appr.
129 Nom. articolo 80 417 417 209 417 89 Appr.
130 Nom. articolo 81 424 424 213 424 89 Appr.


INDICE ELENCO N. 11 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. articolo 82 423 423 212 423 89 Appr.
132 Nom. articolo 83 429 429 215 429 89 Appr.
133 Nom. articolo 84 430 430 216 430 89 Appr.
134 Nom. articolo 85 429 429 215 429 89 Appr.
135 Nom. em. 86.50 431 416 15 209 416 89 Appr.
136 Nom. articolo 86 413 412 1 207 412 89 Appr.
137 Nom. em. 87.52, 87.53 423 422 1 212 408 14 89 Appr.
138 Nom. articolo 87 409 408 1 205 408 89 Appr.
139 Nom. articolo 88 414 413 1 207 413 89 Appr.
140 Nom. articolo 89 421 420 1 211 420 89 Appr.
141 Nom. articolo 90 416 415 1 208 415 89 Appr.
142 Nom. Moz. Scotto e a. 1-1314 468 396 72 199 109 287 50 Resp.
143 Nom. Moz. Dieni e a. 1-1349 481 388 93 195 74 314 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 12 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 155)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nom. Moz. Rosato e a. 1-1351 463 450 13 226 293 157 50 Appr.
145 Nom. Moz. Brunetta e a. 1-1353 482 358 124 180 43 315 50 Resp.
146 Nom. TU 2236-2618-A - subem. 0.1.0100.1 374 358 16 180 358 52 Appr.
147 Nom. em. 1.0100 381 364 17 183 364 52 Appr.
148 Nom. em. 63.100 n.f. 383 312 71 157 300 12 52 Appr.
149 Nom. em. 63.57 389 359 30 180 39 320 52 Resp.
150 Nom. articolo 63 389 377 12 189 375 2 52 Appr.
151 Nom. em. 64.50, 64.51 rif. 392 381 11 191 380 1 52 Appr.
152 Nom. articolo 64 385 385 193 385 52 Appr.
153 Nom. articolo 79 393 393 197 393 52 Appr.
154 Nom. odg 9/2236-2618-A/9 370 304 66 153 77 227 52 Resp.
155 Nom. TU 2236-2618-A - voto finale 331 331 166 331 53 Appr.