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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 673 di giovedì 15 settembre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aiello, Alfreider, Artini, Boccia, Matteo Bragantini, Bueno, Capelli, De Menech, Di Gioia, Fava, Fedriga, Fontanelli, Guerra, Manciulli, Antonio Martino, Pes, Picchi, Pisicchio, Portas, Realacci, Schullian e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 1261 – D'iniziativa dei senatori: Elena Ferrara ed altri: Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo (Approvata dal Senato) (A.C. 3139-A); e delle abbinate proposte di legge: Campana ed altri; Iori ed altri; Brambilla; Iori ed altri; Marzano; Santerini ed altri; Lorefice ed altri (A.C. 1986-2408-2435-2670-3576-3605-3607).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 3139-A: Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo; e delle abbinate proposte di legge nn. 1986, 2408, 2435, 2670, 3576, 3605 e 3607.
  Ricordo che nella seduta del 12 settembre 2016 si è conclusa la discussione Pag. 2sulle linee generali e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
  Dovremmo ora passare all'esame degli articoli.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente, soltanto per dire che il parere della Commissione bilancio è arrivato adesso ed è stato distribuito ai colleghi, che hanno chiesto in Comitato dei nove di poterlo esaminare attentamente; quindi, chiedo cortesemente, perché poi dobbiamo verificare solo i subemendamenti, un rinvio della seduta di venti minuti.

  PRESIDENTE. Alle ore 10,20 le va bene ?

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Sì, perfetto, grazie.

  PRESIDENTE. Accordato. Allora, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,20.

  La seduta, sospesa alle 10,02, è ripresa alle 10,25.

Sull'ordine dei lavori.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. Abbiamo appreso che questa notte c’è stato un terribile fatto, accaduto a Piacenza, davanti a una fabbrica picchettata dagli operai – la SEAM – azienda di logistica collegata al gruppo GLS. Chiediamo che il Governo venga a riferire in Parlamento. Questo omicidio terribile rischia di segnare profondamente la coscienza del nostro Paese: una ennesima morte operaia fatta per mano di non si sa ancora chi e non si sa ancora perché. Siccome c’è una mobilitazione che in queste ore sta montando, è giusto che il Parlamento sappia qualcosa in più.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Scotto, trasmetterò al Governo la sua richiesta.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 3139-A.

(Esame degli articoli – A.C. 3139-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati.
  Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Daniele Farina 1.51 e Centemero 2.70 sono stati ritirati dai presentatori.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A), che è in distribuzione. In particolare, tale ultimo parere reca tre condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Sempre la Commissione bilancio ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sul testo del provvedimento all'approvazione dell'emendamento 2.100 delle Commissioni. A seguito di tale ultima condizione, devono intendersi decaduti, ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, ultimo periodo, del Regolamento, i subemendamenti riferiti all'emendamento 2.100 delle Commissioni.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Democrazia solidale-Centro democratico e il deputato Catalano del gruppo Misto Pag. 3sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3139-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il collega Ivan Catalano. Ne ha facoltà.

  IVAN CATALANO. Presidente, alla luce dei nuovi fatti non ho più l'intervento da fare.

  PRESIDENTE. Quindi rinuncia all'intervento. Se nessun altro chiede di intervenire...

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ? Per un richiamo al Regolamento ? Prego.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Correttamente, ha citato l'articolo 86, comma 4-bis, che taglia la testa al toro di emendamenti che risultano essere o condizioni al bilancio o di cui, comunque, la Commissione bilancio richiede l'approvazione, e di fatto fa decadere tutti i subemendamenti all'emendamento 2.100.
  Questo testo di legge è in discussione da molto tempo in Commissione, si sapeva che comunque sarebbe intervenuto il Garante della privacy e che questi maggiori oneri sarebbero potuti esserci già nel testo originario. Non capisco come si possa vietare la discussione all'interno di questo Parlamento, cassando tutti questi subemendamenti. Non sono solo nostri, ma anche delle altre opposizioni e anche della maggioranza. Ovviamente, il Regolamento è il Regolamento, però quantomeno si poteva dare la possibilità di discutere, mettendo magari diversamente la condizione della Commissione bilancio, questo perché il Parlamento possa funzionare e magari poteva essere espresso prima.

  PRESIDENTE. Io prendo atto della sua considerazione, ovviamente se la Commissione bilancio pone come condizione l'emendamento in questione, come non è emendabile alcuna condizione della Commissione bilancio, non è subemendabile l'emendamento posto come condizione. In questo senso, ovviamente, ci sono anche i precedenti, ma è più ampio il discorso e ovviamente riguarda il parere della Commissione bilancio, che ha deciso di porre come condizione quell'emendamento e, quindi, per la Presidenza non è subemendabile.
  Chiederei ora ai relatori di esprimere i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sì, Presidente, grazie, me li chiama lei ? Perché non sono sicuro di avere il fascicolo...

  PRESIDENTE. Sì, assolutamente: 1.70 Quintarelli.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Invito al ritiro, o parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.68 Nesci.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.69 Nicchi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.73 Centemero.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.71 Santerini.

Pag. 4

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.74 Palmieri.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.72 Centemero.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.75 Palmieri.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.200 della Commissione bilancio.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 1.77 Agostinelli.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. L'1.51 Daniele Farina ?

  PRESIDENTE. È stato ritirato, come ho detto prima.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sull'1.77 Agostinelli il parere è contrario.

  PRESIDENTE. 1.79 Baroni.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Poi andiamo all'1.81 Ferraresi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.82 Palmieri.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 1.52 Gregori.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 1.60 Palmieri.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.83 Ferraresi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.56 Coppola.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Poi abbiamo l'1.85 Nicchi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. L'1.84 Nicchi non c’è più ?

  PRESIDENTE. Ha ragione, c’è prima l'1.84 Nicchi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sull'1.84 Nicchi, il parere è favorevole, però con una leggera riformulazione: va bene inserire le parole «le disabilità» ma non dopo le parole «la razza», bensì dopo le parole «aspetto fisico», quindi spostate nella frase.

Pag. 5

  PRESIDENTE. 1.85 Nicchi ?

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.86 Nicchi ?

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. A seguito della riformulazione che mi ha fatto sull'emendamento 1.84 Nicchi, l'emendamento 1.84 Nicchi lo voteremo dopo l'emendamento 1.86 Nicchi, questo per effetto della riformulazione che ha proposto, qualora dovesse essere ovviamente approvata la riformulazione.
1.80 Silvia Giordano ?

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.61 Palmieri e 1.90 Lorefice.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Questi sono identici e il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Poi andiamo all'1.100 Agostinelli.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Non lo trovo.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, prima c’è l'1.57 Coppola.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.58 Marazziti.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.100 Agostinelli.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.93 Ferraresi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 1.102 Lenzi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici 1.53 Ascani, 1.59 Marazziti, 1.62 Palmieri e 1.92 Ferraresi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.96 Nicchi.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.97 Colonnese.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.63 Palmieri.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.98 Agostinelli.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.54 Ascani.

Pag. 6

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Favorevole.

  PRESIDENTE. Do la parola al relatore di minoranza per la II Commissione, Ferraresi.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.70 Quintarelli, ci rimettiamo all'Aula; emendamento 1.68 Nesci, parere favorevole; emendamento 1.69 Nicchi, parere favorevole; emendamento 1.73 Centemero, parere contrario; emendamento 1.71 Santerini, parere favorevole; emendamento 1.74 Palmieri, parere favorevole; emendamento 1.72 Centemero, parere contrario; emendamento 1.75 Palmieri, parere favorevole; emendamento 1.51 Daniele Farina...

  PRESIDENTE. L'emendamento 1.51 è stato ritirato. Prima abbiamo l'emendamento 1.200 della Commissione bilancio.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. L'emendamento 1.200 era delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Della Commissione bilancio; è la condizione di cui parlavamo anche prima con Cozzolino sul richiamo al Regolamento.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Quindi era delle Commissioni e si è trasformato in emendamento della Commissione bilancio ?

  PRESIDENTE. Allora, la Commissione bilancio ha posto come condizione...

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Il parere favorevole a un emendamento delle Commissioni affari sociali e giustizia, però...

  PRESIDENTE. No.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sì.

  PRESIDENTE. Ha posto altre condizioni, nell'1.200. Se vuole le leggo il testo: All'articolo 1, comma 1, aggiungere, infine, le seguenti parole: che frequentano le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Ci rimettiamo all'Aula.

  PRESIDENTE. L'emendamento 1.51 è stato ritirato. Emendamento 1.77 Agostinelli ?

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sull'emendamento 1.77 Agostinelli, parere favorevole; emendamento 1.79 Baroni, favorevole; emendamento 1.81 Ferraresi, favorevole; emendamento 1.82 Palmieri, ci rimettiamo all'Aula; emendamento 1.52 Gregori, parere favorevole; emendamento 1.60 Palmieri, parere contrario; emendamento 1.83 Ferraresi, parere favorevole; emendamento 1.56 Coppola, parere favorevole; emendamento 1.84 Nicchi, parere favorevole; emendamento 1.85 Nicchi, parere favorevole; emendamento 1.86 Nicchi, ci rimettiamo all'Aula; emendamento 1.80 Silvia Giordano, parere favorevole; l'emendamento 1.55 Catalano non è segnalato; identici emendamenti 1.61 Palmieri e 1.90 Lorefice, parere favorevole; emendamento 1.57 Coppola, ci rimettiamo all'Aula; emendamento 1.58 Marazziti, parere contrario; emendamento 1.100 Agostinelli, parere favorevole; emendamento 1.93 Ferraresi, parere favorevole; emendamento 1.102 Lenzi, parere contrario.
  Sugli identici emendamenti 1.53 Ascani, 1.59 Marazziti, 1.62 Palmieri e 1.92 Ferraresi, parere favorevole; emendamento 1.96 Nicchi, parere favorevole; emendamento 1.97 Colonnese, parere favorevole; emendamento 1.63 Palmieri, parere favorevole; emendamento 1.98 Agostinelli, parere favorevole; emendamento 1.54 Ascani, parere favorevole.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Chiedo di parlare.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Presidente, semplicemente e brevissimamente per cambiare il parere sull'emendamento 1.56 Coppola, da contrario a favorevole.

  PRESIDENTE. È l'1.57 Coppola ?

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. No, 1.56.

  PRESIDENTE. A pagina 6, emendamento 1.56 Coppola.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Ecco, questo diventa favorevole.

  PRESIDENTE. Va bene.
  Do la parola al rappresentante del Governo.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, Presidente. I pareri sono conformi a quelli del relatore per la maggioranza, compresa la riformulazione dell'emendamento 1.84 Nicchi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.70 Quintarelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.68 Nesci, parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.69 Nicchi, parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.73 Centemero con i pareri tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Solo per sottolineare come in questo emendamento siano contenuti due aspetti che ritengo fondamentali per contrastare il cyberbullismo e il bullismo; il primo è il riferimento ai discorsi d'odio online; questo è un aspetto di grande importanza che anche all'interno del Consiglio d'Europa è oggetto, in quest'ultimo anno, di grande attenzione. All'interno del Consiglio d'Europa, proprio là dove stiamo trattando del cyberbullismo e del bullismo e in generale di tutte le forme di violenza, vengono considerati i discorsi di odio online. Esiste un'alleanza interparlamentare in questa direzione, per il «no», che ha portato avanti una campagna a livello internazionale, 47 Paesi, proprio contro il no hate speech. Quindi, l'inserimento, l'affiancamento, al contrasto al cyberbullismo e al bullismo, dei discorsi d'odio online viene ritenuto di grande importanza e tutti i parlamentari del Consiglio d'Europa si stanno indirizzando in questa direzione.Pag. 8
  Il secondo aspetto è relativo, invece, al fatto che possano venire attribuite al personale scolastico, che dà vita a percorsi formativi per affrontare il problema del bullismo e del cyberbullismo, e alle scuole, che danno vita a dei percorsi formativi all'interno delle loro istituzioni, delle attestazioni: si attesta che in quella scuola i docenti e l'intero personale (non solo il personale docente, ma anche i dirigenti, anche il personale amministrativo) hanno compiuto una formazione per contrastare proprio i fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Credo che questo sia un aspetto molto importante, perché permette poi alle famiglie e agli studenti di conoscere che quell'ambiente è un ambiente sereno e sicuro dove poter crescere, ma soprattutto è un ambiente dove si sono formate quelle competenze che permettono di affrontare questi problemi, del bullismo e del cyberbullismo, in modo corretto, in modo appropriato a quella che è la problematica.
  Quindi, io invito davvero il relatore a prendere in considerazione la necessità che possano esserci degli attestati per i percorsi formativi che vengano individuati per le diverse scuole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Noi, voteremo contro questo emendamento, ma nonostante questo, riteniamo invece che il tema posto dall'onorevole Centemero sia significativo di attenzione e importante, e volevamo spiegare il perché del nostro voto contrario, che non è nel merito. Noi riteniamo che sarebbe bene che il Parlamento si interessasse alla questione ed eventualmente anche legiferasse. Crediamo, tuttavia, che questa legge stia già subendo anche eccessive forzature rispetto a quello che era il suo scopo originario. Non fa bene né alla normativa, né al dibattito pubblico, trasformare quella che era nata per essere una legge sul bullismo, ed eventualmente per estensione sul cyberbullismo, in una legge che di fatto diventa tutt'altro, diventa una legge su ciò che può o non può passare nella comunicazione pubblica e con quali modalità. Evidentemente questo amplierebbe talmente tanto il discorso, avrebbe talmente tante implicazioni, che non si può affrontare con un emendamento su una legge che parla di altro.
  Quindi la disponibilità a parlarne c’è, ma, per una questione di correttezza rispetto a quello che pensiamo sulla linearità della legge, voteremo contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Per dichiarare il voto contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Sarebbe il caso di approfondire un attimo la discussione in questa sede, dal momento che fortunatamente è ancora un potente strumento di documentazione la discussione in Aula, anche rispetto ai 60 milioni di italiani che hanno la possibilità di vedere i filmati su YouTube. Dopo questo provvedimento non lo so, ci aspettiamo che la possibilità di oscuramento possa avvenire anche attraverso il canale YouTube in merito agli interventi che vengono fatti in quest'Aula, se si dovesse scaldare eventualmente una discussione, perché la volontà mi sembra che sia quello di calmierare qualsiasi tipo di critica nei confronti della maggioranza e nei confronti del Governo.
  Detto questo, sarebbe interessante, ma noi siamo contrari, a chi concettualizza i discorsi d'odio e chi concettualizza nuove fattispecie come cyberdiscriminatorie. Allora bisognava parlare di cyberbullismo ed era un concetto applicato ai minori ed esteso ai maggiorenni, mentre nella definizione originaria si dovrebbe parlare di cyberharassment, se vogliamo usare i termini inglesi, perché la molestia di un maggiorenne nei confronti di un altro Pag. 9maggiorenne è considerata appunto molestia e in inglese si dice cyberharassment. Si vuole fare una forzatura di significato e si mette nel cyberbullismo tutti i cittadini italiani come se fossero tutti dei bambini. Questo è il modo in cui legifera la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.73 Centemero, con i pareri tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Avverto che gli emendamenti 1.71 Santerini, 1.57 Coppola e 1.102 Lenzi sono stati ritirati dai presentatori.

  MATTEO MANTERO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Vorremmo far nostro l'emendamento 1.71 Santerini.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedevo solo se andava bene la richiesta di fare proprio l'emendamento.

  PRESIDENTE. Se me la fa lei, a nome del gruppo.

  EMANUELE COZZOLINO. Sì, lo facciamo nostro, dichiaro voto favorevole, e chiedo che sia sottoscritto l'emendamento 1.71 Santerini dal MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Quindi, passiamo alla votazione dell'emendamento 1.71 Santerini, fatto proprio dal deputato Cozzolino, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Riteniamo che questo provvedimento sia stato mortificato, Presidente, a botte di emendamenti della maggioranza, tutti presentati alla fine, che creano uno snaturamento rispetto al provvedimento come uscito dal Senato e creano praticamente una mancanza di confini nella indeterminatezza a cui si applica questo provvedimento.
  Questa cosa è frutto di un lavoro, secondo noi, lo abbiamo già fatto presente più volte, che non è buono né per i cittadini italiani, né per le vittime di bullismo, né per i legislatori, perché si creano dei precedenti molto brutti nel senso che si lavora per un determinato tipo di provvedimento che si ritiene di nicchia, senza maggiori oneri per lo Stato, e poi all'ultimo momento, tramite emendamenti solo della maggioranza, si va in un'altra direzione, si dà un colpo di bolina e si modifica la direzione.
  Ora, alcune cose ci vedono a favore, ma sicuramente il metodo che è stato usato dalla maggioranza su una proposta di legge parlamentare, per quanto ci riguarda, è un metodo assolutamente vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Santerini 1.71, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Pag. 10

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 1.74 , parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.72, con tutti i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 1.75, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Agostinelli 1.77.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Presidente, questo emendamento cerca di riportare il provvedimento ai suoi principi originari. Lo facciamo non perché la formulazione sia ottimale, ma perché crediamo di poter apportare delle migliorie a quello che è un testo che attualmente, data l'importanza anche del titolo e della legge sul bullismo e sul cyberbullismo, risulta dal mio punto di vista inaccettabile e insostenibile dal punto di vista economico-finanziario, per punti che la Commissione bilancio non ha voluto esaminare, secondo me facendo un grave errore.
  Questo emendamento riporta innanzitutto la portata del provvedimento alle vittime e ai carnefici minori.
  Questo motivo sarà spiegato anche dai colleghi della Commissione affari sociali, ma volevo appunto dire che è ovvio che se l'entità del provvedimento riguarda una decina di milioni di italiani, su 60 milioni di italiani, ovviamente la storia cambia, e cambia anche di molto. L'intervento dev'essere proporzionato, proporzionale: si deve avere appunto quindi il richiamo, si deve avere un fattore di punizione, sanzione civile, anche di oscuramento; e poi, se il comportamento è talmente grave da integrare un’extrema ratio, procedere quindi con la sanzione penale.
  Noi crediamo che questo tipo di provvedimento, che è l'oscuramento deciso da un Garante per la privacy che ha risorse limitate, uomini limitati, e soprattutto non è un giudice, non ha gli strumenti del giudice, non può andare a ricercare la verità, l'elemento soggettivo, avrà solo un elemento oggettivo che potrà giudicare discrezionalmente, sia un grosso errore, non solo dal punto di vista di sostenibilità economica, ma anche dal punto di vista di merito politico. Perché questo Garante dovrà andare a verificare adesso, attualmente, il fine con cui vengono portati a termine determinati atti dai cosiddetti bulli: una cosa impossibile, una cosa che è Pag. 11prerogativa della autorità giudiziaria; e che se anche è cambiato, sarà altrettanto pericoloso. Perché ? Perché con l'emendamento a cui è stato dato parere favorevole, si trasforma «al fine di» con «idonee». «Idonee» vuol dire che il Garante della privacy dovrà verificare se alcuni atti, se alcune condotte sono idonee – sotto quali aspetti noi non lo sappiamo – a provocare ansia, timore, emarginazione, eccetera. Queste condotte sono anche condotte di semplici...

  PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore !

  VITTORIO FERRARESI. Di semplici offese e derisioni: noi stiamo dando in maniera del tutto discrezionale al Garante per la privacy, che non è un giudice – perché in questo momento è l'autorità giudiziaria che svolge compiti di un certo tipo –, la discrezionalità di scegliere se, successivamente alle modifiche che verranno apportate, un'offesa semplice o una derisione semplice siano astrattamente idonee – perché così sarà scritto successivamente – a portare una persona in stato d'ansia o un qualunque timore espresso dalla norma.
  Allora noi crediamo che una specificazione debba essere data, che ci debba essere un minimo di valutazione, che assolutamente il Garante della privacy non può fare, ma che in ogni caso deve essere riferito... Come anche espresso nella legge sullo stalking, che è una legge scritta male, e qui ne faremo un'altra scritta male, sempre sulle spalle di fini molto più nobili, di termini che non riescono a essere dimostrati, come appunto l'idoneità a porre in essere atti che siano idonei a sviluppare timore o ansia in tutti i soggetti. Ecco allora che arriveranno migliaia e migliaia di istanze al Garante per la privacy, che dovrà valutare in modo discrezionale con le risorse che attualmente ha, perché non sono previste ulteriori risorse in termini di finanza o in termini di uomini al Garante per la privacy: migliaia e migliaia di istanze che dovrà valutare discrezionalmente, appunto, con questo punto interrogativo dell'idoneità anche di offese o derisioni a ledere e a provocare sentimenti di ansia e di timore.
  Capite bene che questa legge è insostenibile, capite bene che è un attacco, questo sì, alla libertà di pensiero svolta sul web, soprattutto per il rischio, per la discrezionalità, per l'alea con cui agirà un organo che non è l'organo preposto, non è un magistrato. È per questo che il timore c’è, basta leggere queste poche righe per capirlo e l'entità del provvedimento, se prima era accettabile che questo timore fosse solo ovviamente per le condotte magari di minori, che oggi si applicherà a 60 milioni di persone. Ecco perché risulta un'entità totalmente sopra i termini...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  VITTORIO FERRARESI. ... di sostenibilità e di pericolosità per la libertà di pensiero.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, io mi ricollego a quello che ha detto il collega Ferraresi per sottolineare un altro aspetto: quando il provvedimento è arrivato alla Camera c’è stata l'assoluta collaborazione da parte del MoVimento 5 Stelle, perché il provvedimento nasce con un intento ben preciso, che è quello di salvaguardare i minori vittime di bullismo e di cyberbullismo. Poi, purtroppo, il provvedimento diventa ben altra cosa, come molto spesso accade: diventa una sorta di legge manifesto dove mancano le risorse, come in questo caso, dove si tenterà di colpire anche chi minore non è, perché la cosa che vogliamo sottolineare è proprio questa: oggi esistono le leggi per colpire chi assume determinati comportamenti sul web o nella realtà quando si tratta dei maggiorenni e, quindi, si può intervenire dal punto di vista civilistico e penale. Non esiste una legge sul bullismo e sul cyberbullismo.

Pag. 12

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARIALUCIA LOREFICE. L'Italia è uno dei pochissimi Paesi che non ha una legge sul bullismo e sul cyberbullismo. La letteratura scientifica dice che bullismo e cyberbullismo sono fenomeni che riguardano esclusivamente i minori e, quindi, è su questo che noi punteremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Grazie, Presidente. Io colgo l'occasione di questi interventi che mi hanno preceduto e di questo emendamento per chiarire alcune questioni, che tanto si ripeteranno. Il collega Ferraresi ha spaziato anche nel merito degli articoli successivi e degli emendamenti successivi, ma il tema ricorrente da parte dei colleghi, l'accusa che ci viene fatta è di aver esteso eccessivamente l'ambito di applicazione della legge, generando le contraddizioni che sono state dette.
  Ebbene, io vorrei dire innanzitutto che, sul piano del metodo, confermo quello che la collega Lorefice diceva sul lavoro di buona collaborazione che è stato fatto fra tutte le forze politiche in sede referente, in tutto il lavoro istruttorio, nelle molteplici audizioni fatte, anche nella fase emendativa, tant’è vero che l'articolo 1 nelle definizioni contiene locuzioni che sono state introdotte in sede referente proprio su proposta dei membri di Commissione del Movimento 5 Stelle; tant’è vero che l'articolo 1, con le definizioni di bullismo, è stato approvato in Commissione dai colleghi.
  Allora, perché oggi si vede un problema che fino al giorno 27 luglio non esisteva ? La possibilità di applicare la legge anche oltre i diciott'anni, cioè anche non solo ai minori, era già chiaramente prevista nel testo. Quindi, non comprendiamo. Comunque, lasciamo perdere perché durante il sole di agosto, sotto il sole di agosto, si cambia improvvisamente posizione.
  Noi confermiamo il perché noi siamo convinti che questa estensione sia giusta. Questo provvedimento mantiene l'ispirazione, gli obiettivi, l'approccio, l'impostazione del provvedimento approvato al Senato, che privilegia l'azione di tutela nei confronti delle vittime di bullismo, che privilegia il terreno della prevenzione attraverso la formazione e l'educazione all'uso responsabile dei media, non limita l'ambito di applicazione, per quanto riguarda soprattutto le misure di tutela previste dall'articolo 2, solo ai minori. Ciò perché noi riteniamo che, mentre il bullismo, nella sua manifestazione tradizionale, fisica, è tipicamente fenomeno adolescenziale, che caratterizza un disagio dell'età evolutiva tanto della vittima, quanto dell'artefice, eccetera, il bullismo, che dalla dimensione reale si sposta sulla dimensione virtuale e che, quindi, viene esercitato attraverso gli strumenti che consentono l'accesso alla rete Internet, non può essere circoscritto come fenomeno nell'ambito di una fascia ristretta di età, perché, inevitabilmente, l'anonimato che viene garantito dalla rete, la caduta di remore e di inibizioni di fronte alla protezione che lo schermo del computer consente, fa sì che anche gli adulti che usano in maniera distorta, errata, spesso offensiva, spesso a fini violenti la rete e i «social» siano portati a comportamenti che equivalgono a quelli del cyberbullismo nella dinamica relazionale che innescano.
  Allora, noi diciamo: mentre il bullismo è un fenomeno degli adolescenti, il cyberbullismo non può avere un limite di età e, soprattutto, non ci può essere un limite tassativo dei diciott'anni – pensiamo soltanto al fatto che nei nostri licei ci sono molti studenti superiori a diciott'anni – e degli strumenti di tutela delle vittime, che sono quelli che consentono di richiedere ai gestori dei siti l'oscuramento e la rimozione dei contenuti. Di questo si tratta: perché impedire questa possibilità ai maggiorenni, quando questo non toglie niente alla tutela dei minori e non toglie niente Pag. 13all'approccio preventivo, educativo, che tutto il provvedimento nel suo complesso mantiene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Io, francamente, non ho capito molto bene l'ultimo intervento e, anzi, lo ritengo abbastanza esemplificativo del fatto che questo provvedimento sia stato esteso a coprire ambiti talmente contraddittori fra di loro da diventare, sotto molti aspetti, un cattivo provvedimento. Infatti, viene detto che il bullismo è fenomeno adolescenziale: ma al comma 2 dell'articolo 1, laddove si definisce il bullismo, le parole «minori» o «adolescenti» scompaiono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, noi oggi stiamo semplicemente definendo in quest'Aula che per bullismo si intendono tutte le cose che vengono descritte da chiunque commesse. E perché si fa questo ? Perché si vuole ricomprendere il cyberbullismo esattamente nella fattispecie del bullismo, perché viene detto che quando si va sulla rete, invece, è diverso. E, poi, si vuole estendere ulteriormente, di fatto, la definizione di cyberbullismo mandandola molto vicino ai discorsi d'odio di cui si parlava prima.
  Ricomprendere fattispecie e comportamenti molto diversi all'interno di una definizione univoca è sbagliato dal punto di vista legislativo ed è sbagliato anche dal punto di vista del messaggio che si lancia agli italiani, perché chiunque, fuori di qui, se gli si chiede cos’è il bullismo, più o meno, lo ha presente e non lo assocerebbe mai a comportamenti vessatori fra due adulti; in quel caso si parla di altro, altrettanto riprovevole, ma di altro, è un fenomeno distinto. Se io utilizzo la rete per diffamare, aggredire, eccetera, sto facendo cose sbagliate che la legge deve reprimere, ma parlare di bullismo quando anche un adulto, attraverso la rete o altri sistemi – qui, dopo, parlate anche di telefono, lasciamo perdere –, aggredisce, eccetera, secondo me, sta facendo un altro atto. Voler, probabilmente anche sull'onda emotiva, ricomprendere a tutti i costi in una legge, che aveva altri obiettivi, fenomeni diversi, credo che farà semplicemente confusione aggiuntiva anche a chi, poi, quella legge dovrà interpretare: in questo caso, il Garante.
  Lo stesso discorso vale anche – credo che ne parleremo – per la reiterazione del reato. È difficile dire che un singolo insulto, una singola offesa, per quanto sgradevole, possa essere, è bullismo. Il bullismo è per sua natura reiterato, è un'aggressione reiterata nell'esperienza di chiunque: questo è accolto come tale.
  Infine, noi voteremo a favore di questo emendamento, perché riporta, secondo noi, il bullismo – perché qui, al comma 2, parliamo di bullismo e non di cyberbullismo nel suo ambito più proprio, cioè quello del rapporto fra minori. E, tuttavia, anche per le ragioni che diceva l'onorevole Ferraresi, proprio perché l'estensione della fattispecie può, poi, produrre anche effetti di limitazione della libertà di espressione, riteniamo che mantenere nel loro emendamento anche l'opinione politica fra le fattispecie da tutelare, al pari di offese alla razza, all'etnia, alla religione, sia un errore, perché l'opinione politica ci porta in un campo ancora più minato, quello in cui scontri, anche accesi, verbali, anche ripetuti fra persone che abbiano opinioni politiche diverse – la dialettica e anche lo scontro fanno parte della politica – possono portare a richiedere un intervento da parte del Garante della privacy su materia che sarebbe bene lasciare esclusa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Grazie, Presidente. Io, onestamente, faccio un po’ fatica a stare dentro al dibattito, nel momento in cui sembra veramente messo su un altro pianeta. Sia chiaro, intanto dobbiamo intenderci: la questione del Garante, per quanto riguarda i minori, era Pag. 14già prevista e aveva il consenso di tutti, quindi, non capisco la contestazione del meccanismo. Il fatto dell'allargamento ai maggiorenni deriva semplicemente da una constatazione ovvia e chiara: noi possiamo dibattere, ci mancherebbe, è difficile trovare una soluzione, ma che si possa davvero sostenere che non ci sia un problema enorme, gigantesco, di fronte alle tragedie ormai quotidiane che si compiono davanti ai nostri occhi – ed è quello che si vede, immaginiamo tutto quello che non si vede –, veramente è incomprensibile.
  Si interviene con questa legge proprio perché gli strumenti esistenti, penali, di altro tipo, è del tutto evidente che non sono sufficienti, non arrivano in maniera efficace proprio per impedire che si possano trovare in balia di quello che è un fenomeno ormai non più contenibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Perché trattare il cyberbullismo insieme con il bullismo, inventare questa fattispecie ? Perché, per far suicidare una persona, se non usi la rete, hai bisogno di numerosi atti di provocazione e di persecuzione. Se usi la rete, ne può bastare uno, perché è un atto continuato che dura finché rimane in rete il contenuto del firmato o comunque il contenuto che è stato messo in rete. Ecco perché noi abbiamo messo il cyberbullismo, con una differenza: basta un atto.
  Negli altri casi occorre la reiterazione; qui la reiterazione è assicurata dal mezzo. L'estensione dell'età: ma avete letto che una ragazza si è suicidata perché oggetto di persecuzione drammatica attraverso Internet ? Aveva trentuno anni, si chiamava Tiziana e aveva trentuno anni. Non merita protezione ? Si dice: ma la legge già offre strumenti di protezione. Tiziana ha usufruito di tutti gli strumenti di protezione che la legge le dava; evidentemente, non è bastato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Mi permetto di riportare all'interno di quest'Aula un passaggio della lettera di appello che partì dalla città di Novara a seguito delle modifiche che la Commissione ha introdotto, lettera di appello firmata a prima firma dal papà di Carolina Picchio, vittima oggi di cyberbullismo riconosciuta, per la quale quanto sta avvenendo è uno stravolgimento dell'impianto originario della proposta di legge, con finalità repressive e censorie a discapito di quelle educative e preventive. È una generalizzazione dei precetti legislativi che si estendono ai maggiorenni.
  A più di tre anni dalla scomparsa di Carolina, l'intenso lavoro intrapreso in sua memoria rischia di essere vanificato. Capite che questa lettera di appello, che, tra l'altro, è sostenuta non soltanto dalle forze di minoranza che oggi stanno segnalando queste questioni all'interno di quest'Aula, ma anche da componenti della maggioranza, che hanno segnalato e portato avanti il testo originario, soprattutto in Senato, il problema, oggi, è veramente che la questione di bipolarismo è del Partito Democratico, non dell'atteggiamento che il MoVimento 5 Stelle o le altre forze vi stanno segnalando.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DAVIDE CRIPPA. La lettera è scritta dal padre di una delle vittime: pensateci bene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Presidente, a titolo personale, desidero dire a tutti i colleghi, senza distinzione di schieramento: pensateci bene, rifletteteci un momento. È evidente che il caso di cronaca al quale abbiamo assistito fa male al Pag. 15cuore. Chiunque non abbia il cuore di pietra ha sofferto per questa vicenda, questo è pacifico; ma da qui a intervenire con una legge su una materia delicatissima, anche con le migliori intenzioni, come voi proponenti state facendo, si entra nel terreno delicatissimo del free speech, e, per colpire qualcosa di sbagliato, mettete nelle mani dell'interprete la possibilità di intervenire anche in un terreno che non è necessariamente o sempre offensivo.
  State attenti, la fattispecie è troppo vasta, è troppo vaga. Un interprete che ha un orientamento può cogliere l'offensività dove, magari, io non la colgo o viceversa. State attenti: state dando all'interprete una latitudine di intervento, una discrezionalità troppo vasta, o, per altro verso, state imponendo al gestore delle piattaforme una funzione di sceriffo che non ha e non deve avere.
  Per noi adulti l'apparato penale già c’è: se io dico una cosa sgradevole, vengo querelato per diffamazione e altro, posso subire una bella condanna penale e civile. Per i minori occorre naturalmente un ampio apparato educativo, e qui uno sforzo c’è, ma non è che semplicemente con l'intervento penale e penalistico, con il panpenalismo, ve la cavate e risolvete il problema. State attenti: qui siamo dinanzi a una cosa enorme. Negli Stati Uniti c’è un dibattito da anni – lo dico da vecchio libertario – appassionante.
  Si dice perfino – pensate a che livelli importanti di discussione si arriva – di consentire ai ragazzi, una volta che crescano, perfino di potere cambiare il proprio nome e la propria identità, se hanno messo su se stessi una sciocchezza quando erano teenager. Quindi, io non sottovaluto il problema; vi dico, però, state attenti, perché, con buone intenzioni, intervenite anche nel terreno del free speech o consentite ad un interprete, che non capisca o capisca male o distorca, di ledere anche momenti di libertà di espressione, o comunque – e chiudo, signor Presidente – determinerete un impennarsi del contenzioso, in cui le cose vere e serie saranno sepolte sotto un mucchio, magari, di altre segnalazioni senza senso.
  Pensateci: le leggi non si fanno così. Siccome c’è un caso di cronaca, allora la sera bisogna andare nel TG e dire che il Parlamento ha fatto. Questo è un errore grave, che non restituirà nulla alla povera Tiziana, dinanzi alla quale tutti quelli che abbiano un po’ di cuore, come tutti noi, si inchinano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Vede, io in questo momento mi sto sentendo male, Presidente, perché devo fare mie, per far capire, per illuminare, per svelare l'affastellamento degli agiti del PD nella fase della discussione in sede referente, le parole di Paglia di SEL e devo fare mie le parole di Capezzone, ex Forza Italia. Per cui, vede, a volte la confusione è indotta dai comportamenti altrui, anche legali, anche istituzionali, ma che rimangono prepotenti, perché, se a noi andava bene il provvedimento così come è andato finita la discussione in sede referente, quando è arrivata l'imboscata di tutti gli emendamenti della maggioranza a questo provvedimento, se lei guarda il provvedimento del Senato e il provvedimento...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ... dei cambiamenti fatti in Commissione, è tutto nero, è stato tutto cambiato da una botta di emendamenti di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.77 Agostinelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 16
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.79 Baroni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Ricapitoliamo, quindi, la genesi dell'articolo 1, nel momento in cui, poi, è stato modificato il titolo dell'intero provvedimento. Non dimentichiamoci questo: dopo che si sono votati e si sono presentati gli emendamenti fra di loro – senza il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle, maggiore forza di opposizione rispetto a una proposta di legge parlamentare che è andata lentissima – non ci sono state dichiarazioni da parte del PD di voler allargare il cyberbullismo, durante la sede referente, se non successivamente alla presentazione degli emendamenti; di voler allargare il cyberbullismo, di volere allargare tutto il bacino a cui si rivolge il provvedimento. Ne abbiamo preso contezza nel momento in cui una forza di opposizione ha visto già un voto favorevole del Senato e sostanzialmente fa piccoli emendamenti migliorativi. Presidente, che cosa deve fare ? Può fare qualche emendamento sulla definizione, come abbiamo detto, per cercare di spiegare all'onorevole Beni che, se tu inserisci la definizione di bullismo e la innesti per far scattare un meccanismo, sia di tipo penale, sia relativamente alla possibilità di oscurare, definendo il cyberbullismo – cosa che l'onorevole Beni ha appena definito prima, il bullismo si applica a all'età evolutiva e invece il cyberbullismo si applica a tutti – allora, piccola lezioncina: visto che i colleghi parlamentari sono i primi a dire in quest'Aula che non bisogna andare su Wikipedia, nel momento in cui a volte però si va su Wikipedia, si scoprono dei livelli superiori al dibattito di queste proposte di legge. Perché vede, nel momento in cui usiamo le parole inglesi e usiamo una parola inglese come «cyberbullismo» o «bulling» eccetera, e in italiano invece usiamo la parola «molestie», normalmente in Italia alla parola «molestia» bisogna aggiungere la parola «verbale» per far capire che una persona è stata molestata verbalmente; in inglese, la parola «harassment», che riguarda il comportamento tra adulti, anche su Internet comprende la molestia verbale.
  Allora, sulla base di questa confusione di definizioni su cui si è giocato con grande indeterminatezza, allo stesso modo il collega Beni ha negato che tutti gli emendamenti presentati dalla maggioranza abbiano sostanzialmente stravolto il provvedimento, come ha detto il collega Capezzone e, ripeto, faccio mie tutte le parole di Capezzone: non si può mettere in un provvedimento per 12 milioni di minorenni che non hanno nemmeno la patria potestà. Noi allarghiamo agli infraventunenni, va bene, va bene l'oscuramento, non sono, tra virgolette, fino in fondo responsabili delle loro azioni nel momento in cui commettono un reato penale, occorre un intervento anche del genitore, un interessamento del genitore, un ricoinvolgimento, un'azione preventiva. E invece nell'assalto al provvedimento da parte del PD, c’è la rincorsa a inserire la norma penale punitiva, tra l'altro fatta male, rimescolata, riproposta eccetera.
  E poi c’è la grande questione dell'oscuramento: di fronte a un grande dibattito internazionale che, come ha detto il collega, riguarda gli Stati Uniti, in cui si prevede il cambio di identità qualora una persona in età giovane o da giovane adulta abbia fatto una stupidaggine e abbia messo un proprio video, esplicitando un comportamento sessuale, e abbia bisogno di cambiare nome e cognome, noi facciamo un provvedimento in cui la discussione avviene dopo l'approvazione degli elementi fondamentali. Dopo !
  Questa è la ragione per cui vogliamo, anche con questo nostro piccolo emendamento ingenuo, quando credevamo che l'onorevole Beni non avesse il vizio del gioco d'azzardo quando si lavora in Parlamento, credevamo che praticamente dovessimo riportare il provvedimento nell'ambito Pag. 17della tutela minorile. Così non è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente. Solo per suo tramite, siccome il collega che è appena intervenuto con il consueto garbo ha detto poco fa che condivide le mie ragioni – lo ringrazio molto – ma poi si sente male nel constatare questa condivisione, volevo chiedere se la Presidenza è in grado di fornire una pastiglia per questo malessere...

  PRESIDENTE. Non rientra nelle prerogative della Presidenza.

  DANIELE CAPEZZONE. ... anche perché temo che per queste cose non ci sia pastiglia...

  PRESIDENTE. Adesso se possiamo stare sul tema...

  DANIELE CAPEZZONE. Sì, possiamo stare sul tema, signor Presidente. Lei presiede un Parlamento nel quale ci si confronta sulle idee. Tutte le volte che nel consenso o nel dissenso, anziché parlare delle idee, si cade su un'offesa personale – non parlerò di bullismo perché la legge non mi piace –, non si scatta una fotografia sugli altri, ma la si scatta su se stessi, dando un cattivo biglietto da visita di se stessi, lo dica a qualche suo amico e collega (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Conservatori e Riformisti e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io credo che il dibattito stia chiarendo molte cose e non possiamo continuare a far finta di non capirci. È evidente che il testo che ci è arrivato dal Senato è un testo così intitolato: Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno – io dico – del bullismo informatico, perché mi piace scrivere le leggi in italiano e non in altra lingua.
  Orbene, tutto il testo del Senato aveva una sua coerenza interna, al di là di alcuni limiti che pur ci sono. Ora, non possiamo continuare, come dire, a non affrontare la domanda: per quale motivo è stata estesa questa normativa anche ai maggiorenni, diciamo così. Il titolo, infatti, reca: Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del bullismo informatico, cioè praticamente una dizione larga, generica, che va ben al di là di quello che è il fenomeno del bullismo come noi, col buonsenso comune, lo conosciamo.
  Ora, il bullismo richiama i minori, indubbiamente. Richiama i minori e richiama un problema educativo, in fin dei conti: tant’è vero che, se noi andiamo un po’ ad esaminare la pubblicistica sull'argomento, vediamo che chi ne scrive sono soprattutto psicologi, psicoterapeuti, sociologi e via discorrendo. Ora, se ne interessa però anche la magistratura e l'Ufficio studi della Camera ci dice: il bullismo fa attualmente riferimento ad una serie di condotte in gran parte riconducibili a fattispecie di reato punite già dal codice penale oppure da leggi speciali. Senza essere esaustivi, dice il redattore, nel nostro codice abbiamo: violenza privata (articolo 610: colui il quale con violenza e minacce induce qualcuno a fare o non fare alcunché, eccetera, non mi soffermo sul contenuto dei singoli articoli, mi riferisco soltanto al titolo), percosse (articolo 581), lesioni (articolo 582), molestie (articolo 660), minacce (articolo 612), stalking o atti persecutori, per essere più precisi, perché così è la rubrica effettiva del codice penale (articolo 612-bis), furto, estorsione, danneggiamento di cose altrui, ingiuria, diffamazione, sostituzione di persona, furto di identità digitale, trattamento illecito dei dati (dal Codice della privacy).
  Ho richiamato e ho letto il dossier che ci ha fornito l'ufficio della Camera, perché se uno legge invece il testo, è un testo che Pag. 18nasconde la chiarezza di quel che io ho letto sotto espressioni che sono, come dire, a-tecniche; infatti, si dice: ai fini della presente legge si intende per bullismo l'aggressione o la molestia – l'aggressione è un termine tutto sommato a-tecnico rispetto a quanto ho letto prima –, che si manifesta attraverso atti o comportamenti, pressioni, violenze, eccetera, attraverso istigazione al suicidio o all'autolesionismo, minacce o ricatti. Il ricatto è l'estorsione ! La minaccia è, eventualmente, riconducibile all'articolo 610 del codice, cioè la violenza privata ! E ancora, il furto, appunto, come ho letto prima, il danneggiamento, offese e derisioni, cioè l'ingiuria e la diffamazione; e poi dice: la qualificazione di chi commette questi reati è qualificazione di bullismo qualora – così si dovrebbe capire – questo sia fatto in danno di una persona al fine di provocare in essa sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione. Ma avete mai visto uno che minaccia qualcuno e che si preoccupi invece di suscitarne la felicità, di metterlo a suo agio ? È logico che quell'azione, indirettamente, tra l'altro, produce anche queste conseguenze. Quindi, già la definizione giuridica è difficoltoso farla, appunto, perché il fenomeno attiene più alla psicologia, all'educazione e alla cultura che non a un fatto penalmente circoscrivibile. Comunque, la cosa grave qual è ? Che la Camera avrebbe dovuto cimentarsi nel fronteggiare, invece...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Ho finito il tempo, Presidente ?

  PRESIDENTE. Ha 10 secondi.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Il fenomeno ormai devastante del cosiddetto bullismo informatico. Ma poiché non ho tempo, mi soffermerò sul tentativo che fa questa legge, in modo, secondo me, sterile, di fronteggiare questa evenienza, ma lo diremo in un secondo intervento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Ascani. Ne ha facoltà.

  ANNA ASCANI. Grazie, Presidente. Tento di fare un po’ di chiarezza, perché sono state dette molte cose ed è giusto che i colleghi sappiano anche come siamo arrivati in Aula. Intanto, diceva bene l'onorevole Sannicandro, questa nasce come una legge per il contrasto al cyberbullismo; l'estensione al fenomeno del bullismo dimostra che è vero il contrario di quello che dicono i colleghi 5 Stelle, cioè che qualcuno, qui, sta cercando di mettere un bavaglio alla rete, perché noi pensiamo che Internet sia un mezzo potentissimo, ma un mezzo attraverso il quale si perpetrano atti che esistono al di fuori della rete come bullismo. Quindi la prima estensione, bullismo e cyberbullismo, deriva da questo: Internet è un mezzo, molto potente, ma un mezzo e la legge del Senato questa cosa qui, invece, non la conteneva.
  Seconda cosa, la più sensibile: i maggiorenni. Intanto, io mi occupo di scuola, ma sappiamo bene tutti che i maggiorenni ci sono anche a scuola, dove questi fenomeni si verificano, che questi fenomeni riguardano anche gli over diciotto; non è che smettono di verificarsi una volta che uno compie diciott'anni, così come si verificano nei collegi universitari, in altre realtà dove ci sono ragazzi di 21, di 25 anni e, poi, la questione va vista anche dall'altra parte, io parlo in particolare, ad esempio, di un'insegnante che è vittima di bullismo, pur essendo maggiorenne; va o no tutelata da questo fenomeno ? O, peggio, un adulto fragile, un disabile, un barbone che è vittima di questi atti, va o no tutelato ? Secondo noi, sì. Quindi, secondo noi, bisogna stare attenti a riferirsi a categorie che magari, stereotipate, ci fanno pensare al bullismo solo come a un fenomeno che riguarda i minori, perché, evidentemente, la realtà ci dice che non è così.
  Riguardo il percorso della legge, non è un percorso che è nato ieri e che portiamo in Aula, oggi, a causa del dramma che è avvenuto nelle ore passate; anzi quel Pag. 19dramma non c'entra niente ed io vorrei che nessuno di noi, qui dentro, utilizzasse drammi che per noi sono fatti di cronaca, per le famiglie sono la perdita – l'ho detto anche in discussione sulle linee generali – di un affetto fondamentale, quindi, dobbiamo, prima di tutto, averne profondo rispetto. Questo percorso inizia da lontano, è durato mesi, abbiamo avuto dei mesi anche per esaminare gli emendamenti che sono stati depositati molto prima di essere votati, perché sappiamo bene che sono trascorsi circa due mesi. Prima dell'estate abbiamo fatto il voto finale, quindi, molto prima di questi avvenimenti e, poi, siamo arrivati in Aula con le discussioni di questi giorni, dopo un percorso lungo di audizioni, dopo aver messo insieme proposte diverse, perché oltre a quella del Senato c'erano la proposta Campana, due proposte Iori, la proposta Lorefice – ora non me le ricordo tutte, ma sono state abbinate –, quindi, si è cercato di lavorare per metterle insieme. Perciò è tutt'altro che un percorso improvvisato. Io capisco la preoccupazione dell'onorevole Capezzone; se avessimo fatto una legge per rispondere a un problema che si è verificato ieri, lui avrebbe ragione, questa legge, in realtà, nasce da lontano, però, ha un percorso di mesi ed era incardinata in Aula molto, molto prima. Era prevista per questi giorni molto, molto prima che quei fatti accadessero.
  Ancora una cosa rispetto a quello che diceva prima l'onorevole Paglia; il parere del relatore sull'emendamento 1.86 Nicchi che rimuove le parole: «l'opinione politica» mi pare sia favorevole, peraltro c’è il parere favorevole anche del relatore di minoranza; io mi auguro che lo si voglia approvare proprio per sgombrare il campo da alcune preoccupazioni legittime che ha sollevato l'onorevole Paglia. L'ultima cosa che dico è che non c’è nessun discapito rispetto alla funzione educativa; c’è un articolo intero che è dedicato interamente a quello che si farà a scuola, però, è anche vero, e lasciatemelo dire, da chi ha seguito gli atti che riguardano la scuola, che non si può pensare che tocchi solo alla scuola; la scuola deve fare la sua parte, evidentemente, tutto comincia da lì, non c’è prevenzione che non cominci da lì, però la scuola va aiutata e sostenuta anche dal punto di vista culturale, prima di tutto rendendosi conto di quale fenomeno stiamo parlando e che non è un qualcosa che riguarda soltanto i nostri ragazzi e i nostri bambini, ma che riguarda, evidentemente, nel complesso, la società e la società di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Io vorrei dire che il sole d'estate ha fatto cambiare idea al Partito Democratico e non al MoVimento 5 Stelle, perché sono stati votati il 27 luglio gli emendamenti che hanno cambiato totalmente la legge, per cui si è passati da una legge che aveva una finalità, intitolata: Disposizioni a tutela dei minori, non l'ha scritto il MoVimento 5 Stelle, ma l'ha scritto il Partito Democratico, a: Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Quindi, non siamo noi che abbiamo cambiato idea, numero uno.
  Numero due; nessuno nega che ci possano essere problemi che riguardano gli adulti che possono essere risolti con un atto di legge, ma lo si fa con quello specifico obiettivo; non è che io faccio una legge su un argomento, poi, mi alzo la mattina e dico: va beh, sai che faccio, adesso, nel mezzo ci metto qualcos'altro. Non è così che si fanno le leggi.
  Numero tre; questa benedetta prevenzione che si vuole fare a scuola: 220.000 euro ? Ma dobbiamo continuare a prendere in giro i cittadini italiani ? 220.000 euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lorefice. Ne ha facoltà.Pag. 20
  Liberare i banchi del Governo, per favore...

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Io comincerei, intanto, col sottolineare che non è vero, a differenza di quanto ha detto il relatore, che il provvedimento che è arrivato dal Senato è uguale a quello che noi oggi ci apprestiamo ad approvare. È diverso, è completamente diverso. Altra cosa, anche noi abbiamo votato a favore degli emendamenti che introducevano la tutela agli infra ventunenni, perché abbiamo capito l'importanza di prevenire e di tutelare anche gli infra ventunenni, perché può capitare che i cosiddetti giovani adulti siano magari dei ripetenti e, quindi, a contatto con chi è minore. Poi una cosa vorrei sottolineare che dimostrava come i nostri dubbi sono assolutamente leciti riguardo a questa sorta di bavaglio che vorrebbero mettere alla rete. Si parla della rete come fosse un nemico, in realtà non è così, perché la rete è un grande strumento, ha delle grandi potenzialità, il problema è l'uso distorto che ne viene fatto. Per questo noi puntiamo sulla prevenzione e sull'educazione; perché i nostri ragazzi, oggi, nascono conoscendo gli strumenti informatici, ma non sanno che ci sono delle regole che vanno rispettate. Le regole vanno insegnate e si fa con l'educazione, non mettendo un bavaglio alla rete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Io credo di poter dire che quanto ho sentito ripetutamente secondo cui il bullismo sia un fenomeno dell'adolescenza non corrisponda al vero; il bullismo è un fenomeno degli immaturi, degli immaturi per educazione, degli immaturi per rispetto degli altri, degli immaturi per le convinzioni di prepotenza e di iattanza e, allora, si può essere immaturi a trent'anni, a quarant'anni, a cinquant'anni. Si può essere immaturi e dare manifestazioni di bullismo anche quando si è rappresentanti del popolo, in quest'Aula, e io fenomeni di bullismo in quest'Aula ne ho visti alcuni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Velocemente, per dire semplicemente che è ovvio che il provvedimento che è stato calendarizzato e discusso tanto tempo al Senato, alla Camera, con le proposte abbinate, non è questo provvedimento. Quindi, innanzitutto, non prendiamoci in giro, primo. Secondo; le condotte di bullismo sono diverse dalle condotte di cyberbullismo nella realtà, sono molto differenti, invece, da quello che è scritto su questo provvedimento, che il cyberbullismo fa riferimento al bullismo; è inutile che ce lo nascondiamo e mischiamo appunto gli atteggiamenti nelle classi verso una maestra o verso altri soggetti con fenomeni che non c'entrano assolutamente niente. Perché questi fenomeni sono normati dalla legge civile, che li tutela anche con strumenti che sono di urgenza e sono strumenti cautelari di rimozione di questi contenuti da parte di un giudice, che è l'organo preposto a fare questi interventi e di natura penale. Ricordo che questa maggioranza e questo Governo hanno depenalizzato il reato di ingiuria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) proprio in questa legislatura, e allora cosa ci venite a raccontare ? Le offese le avete depenalizzate.
  Chiudo, Presidente: l'opinione politica è inutile, anche se viene soppressa la parola opinione politica, perché c’è un anche. «Anche» vuol dire che è una specificazione, ma le offese e le derisioni potranno essere comunque fatte. Andava sottratto anche opinione politica e «anche»(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Grazie Presidente. Mi sembra che ci siano tre questioni e una premessa. La premessa è che io rivendico il diritto della Camera di poter modificare anche le leggi che vengono dal Senato, poi essendo convinta che il monocameralismo è meglio andremo a un cambiamento del nostro modo di lavorare, ma finché è così, ritengo che si possano modificare anche le leggi che vengono dall'altro ramo del Parlamento. Abbiamo modificato, allargando ai maggiorenni, perché è stato un principio di realtà. Ma scusate, basta leggere il giornale di oggi; basta guardare quello che è successo in questi giorni. Vorrei ricordare il ragazzo di 26 anni di Vercelli che si è suicidato anche lui un anno fa perché poi noi le vittime tendiamo a dimenticarle. Per questi non è che non ci sia la tutela penale, c’è però l'opportunità e la possibilità anche per loro di richiedere la rimozione e rivolgersi al Garante della privacy.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, non per essere puntiglioso con la collega Lenzi, di cui ho ascoltato le argomentazioni, anche se non le condivido fino in fondo, ma vorrei informarla che anche con la riforma costituzionale che verrà votata a breve quando il Governo ci comunicherà una data non passeremo in un regime monocameralismo. Il Senato resterà...

  PRESIDENTE. Collega Scotto, atteniamoci all'emendamento.

  ARTURO SCOTTO. ... e tra l'altro anche con molta confusione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.79 Baroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.81 Ferraresi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente. Questa specificazione in realtà muove dal fatto che, per andare a migliorare il cyberbullismo, si è inserita, sostituendo con un parere favorevole che arriverà tra poco, la parola «idonee» alle parole «al fine di», perché ovviamente si sono accorti i colleghi della maggioranza che il fine, ovvero la volontà, la soggettività del soggetto che commette questi atti, era francamente insostenibile dal punto di vista tecnico-giuridico.
  Detto questo, si è dato un altro termine forse migliore, ma in ogni caso assolutamente rischioso che è «idonee». Attenzione, se, da una parte, a livello di cyberbullismo, la norma è migliorata, dalla parte del bullismo invece è peggiorata, perché veramente questa valutazione di idoneità che dovrà essere fatta a livello generale è alquanto rischiosa, alquanto discrezionale, quindi rimane sempre assolutamente un fattore tecnico da rigettare in toto. Se questa ansia, se questo timore, viene cagionato ovviamente c’è ed è giusto che si intervenga, sia sul bullismo, sia sul cyberbullismo, ma se questa cosa è idonea astrattamente, capiscono tutti, anche senza aver fatto giurisprudenza, che è Pag. 22ovvio che la discrezionalità, la volontà di chi va a intervenire, che non è neanche l'autorità giudiziaria, lascia ovviamente uno spettro assoluto di paura e di bavaglio che può essere messo in questo senso a chi interviene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. C’è stato un certo imbarazzo da parte di giovani deputati, tra i 25 e i 40 anni, che sono entrati in questa sede nel 2013, nel dover far presente anche a deputati con una certa esperienza professionale della Commissione giustizia che si stava mettendo dopo gli emendamenti di Commissione: «anche al fine di provocare in esse sentimenti di ansia, di timore, di isolamento», quando non c’è questa definizione di bullismo. Praticamente questa definizione fa da sponda ed è un punto di leva per quanto riguarda la parte dell'oscuramento che vedremo dopo, perché non si può oscurare se non si utilizza questa definizione. La persona che andrà a valutare, che non è la polizia giudiziaria, non è un pubblico ufficiale, ma sarà un impiegato, dovrà valutare il fine o l'idoneità a provocare un sentimento d'ansia. Immaginatevi cosa succede se dall'altra parte c’è una persona che in maniera pretestuosa dichiara uno stato d'ansia e se lo fa diagnosticare per farsi oscurare qualsiasi informazione su di lui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.81 Ferraresi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.82 Palmieri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Per dichiarare il voto d'astensione del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. È quello che dicevo prima: adesso con la sostituzione operata dall'emendamento del collega Palmieri le parole «al fine di provocare in esse sentimenti di ansia, timore, isolamento o di emarginazione» diventeranno: «idonee a provocare in esse sentimenti di ansia, timore (...)». Ecco l'idoneità, l'idoneità a provocare questi sentimenti chi la decide ? La discrezionalità e la responsabilità di chi si prende l'onere di cancellare un contenuto sul web che rappresenta la libertà del pensiero garantita dalla nostra Costituzione chi se le prende ? Chi se la prende la responsabilità di andare a vedere se questa offesa o questa derisione può cagionare astrattamente ansia e timore ? Chi se la prende ? Non sarà un giudice, sarà il Garante per la privacy o addirittura il gestore del sito e questo è inaccettabile, discrezionale, astratto e assolutamente pericoloso e noi lo rigettiamo. Se da un lato si migliora, dall'altro si peggiora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, se non fosse utilizzato successivamente nel provvedimento con la finalità di un'azione oscurantista, sarebbe una buona definizione, perché questo è il cuore del provvedimento. Ci sta, ci può stare. Ma siccome è utilizzato peraltro per andare ad oscurare le cybermolestie: mi perdoni, collega Ascani, ma lei quando dice un'insegnante che subisce bullismo, dice una cosa impropria. Se lei va a scuola sa che Pag. 23le definizioni devono essere precise: sia che è un insegnante, sia che è un'allieva, sono delle molestie nei confronti delle insegnanti. Non c’è bullismo nel momento in cui c’è uno squilibrio di potere tra le persone, nel momento in cui una persona ha uno squilibrio di potere informativo, comunicativo, istituzionale, non c’è bullismo, ma solo nel momento...

  PRESIDENTE. Grazie, collega.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Prego, Presidente, mi fermo qua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi e dell'onorevole Ferraresi su un altro aspetto. Poi vedremo se questa norma prelude all'oscuramento e via discorrendo, come lui ha detto, ma adesso chiediamoci: chi ruba il telefonino, un ragazzo che ruba il telefonino ad un altro (parliamo in termini concreti) e lo fa reiteratamente, un giorno, due giorni, tre giorni, ma è mai possibile pensare che si tratti di bullismo solo se provoca l'ansia ? Se ruba il telefonino, quello è un ladruncolo prima di essere un bullo: è chiaro ? E la magistratura e la giurisprudenza si muovono in tal senso.
  Chi per esempio – prendo un altro esempio – danneggia ripetutamente la borsa del ragazzo che va a scuola o i libri – ecco, faccio degli esempi inventati, presi a caso –, che cosa fa ? Commette il reato di danneggiamento ! Non dimentichiamo che esiste il tribunale per i minorenni ! E poi c’è il tribunale per gli adulti, cosa che qui si è dimenticato.
  Ovviamente tutto ciò quando diventa bullismo ? Diventa bullismo quando la fattispecie concreta, comportamentale secondo me, non arriva ad integrare il reato, i presupposti di fatto del reato. Non so se riesco a spiegarmi... Altrimenti staremmo puramente e semplicemente nel campo penale, punto e basta ! Chi ricatta, dice qui: ricatta sarebbe estorsione. Infatti i magistrati che cosa fanno ? Vanno ad inquadrare il comportamento dei minori nei reati che il codice penale prevede; e io ne ho elencati un bel po’ perché sono quelli a cui si fa riferimento in relazione al comportamento dei singoli giovanotti.
  È chiaro, per quanto riguarda i maggiorenni, quelli sono dei criminali, punto e basta. Se un maggiorenne ruba il telefonino ad un minorenne, io non lo chiamerei bullo, per quanto mi riguarda: io lo chiamerei uno che delinque, che commette il reato di furto. Se un maggiorenne prende la cartella di un ragazzo, la mette sotto i piedi, la strappa e glielo fa ripetutamente, oggi il libro di storia domani il libro di geografia, eccetera, quello commette il reato di danneggiamento. È chiaro ? Vado un po’ così, ad esempi che siano comprensibili, insomma; e potrei fare un'altra serie di esempi, perché ho già detto prima che sostanzialmente il bullismo dovrebbe secondo me essere tale quando, integrando fattispecie criminose, non realizza i presupposti: perché altrimenti saremmo nel campo penale, ed infatti c’è giurisprudenza che condanna i cosiddetti bulli non per bullismo, ma per il reato di ingiuria, diffamazione, e via discorrendo.
  Ora, quello che manca qui, quello che manca in Italia, è una disciplina efficace di ciò che accade o che viene compiuto attraverso la rete. Ecco perché il testo di legge del Senato, e non solo del Senato: quello unificato, ma anche di alcuni colleghi che avevano fatto... Perché questo è un testo che proviene dalla unificazione, se non ricordo male, di cinque disegni di legge: alcuni colleghi hanno limitato la propria proposta soltanto a questo aspetto, cioè come fare per impedire che, attraverso la rete, si possano «aggredire» in tutte le maniere le persone. L'esempio che è stato citato di cronaca, di uno che mette in rete un video che offende la dignità, eccetera, eccetera, di un'altra persona, contro questo fenomeno, contro questo atto, esiste una normativa: evidentemente questa normativa non è stata sufficiente o non è sufficiente per impedire Pag. 24che ciò accada. Gli esperti mi hanno spiegato che in effetti è difficile fronteggiare i colossi dell'informatica, che molto spesso stanno altrove, non sono soggetti alla nostra giurisdizione: insomma, è una cosa complicata; ed è su quello che bisognava soffermarsi !
  Noi alla fine usciremo da quest'Aula lasciando completamente aperte le lacune del nostro ordinamento, e ci saremo dedicati a fare che cosa ? Una normativa sul bullismo, quando abbiamo già su questo una scuola, un Ministero della pubblica istruzione – o meglio, dell'istruzione, adesso si dice – che ha anche una serie di iniziative, capitoli ed anche risorse che impiega già in questo campo; poi saranno poche, saranno assai, questa è un'altra questione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, io volevo togliere dal dubbio il collega Ferraresi: quali saranno i giudici che decidono ? In un clima da festival come questo, che si fanno le leggi a seconda della richiesta mediatica, i giudici sono quelli di X-Factor, e semmai, se fanno due a due, deciderà il pubblico: faremo così !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, mi sembra, dagli interventi che l'attenzione sia concentrata da un lato nel difendere la libertà di chi posta quello che ritiene in qualche modo più opportuno sul sito; e dall'altro, invece, sia stigmatizzato con troppa puntigliosità, in questo caso specifico, se l'intenzione era quella di provocare ansia e timore oppure se ciò che si è postato era idoneo, a prescindere dall'intenzione, a creare ansia e timore. Ora, io vorrei dire ai colleghi che tutti quanti siamo perfettamente in grado di riconoscere una reazione di ansia, una reazione di timore; ed è esattamente quella che, quando la sperimentano, vuoi i bambini – che sono i ragazzi più giovani che sono vittime di cyberbullismo – poi molte volte si traduce con la difficoltà a rientrare in contatto con il gruppo: non vogliono tornare a scuola, se in qualche modo l'oggetto della derisione o l'oggetto della presa in giro o anche l'oggetto di una vera e propria violenza certe volte, è stato perpetrato nel proprio gruppo.
  Il problema vero qui non è soltanto se è in ballo la libertà di chi scrive quel che vuole scrivere o quel che reputa giusto per sé scrivere: il problema è l'interrogazione sistematica e costante sugli effetti che ha quello che io dico, a chi lo dico, quando lo dico, come lo dico e che effetto di moltiplicazione ha. Ora, in questo caso, l'osservazione e l'emendamento del collega Palmieri mi sembra che, proprio evitando di intervenire sulle intenzioni di chi lo mette, quindi anche su quella che potrebbe perfino essere una sorta di semi-incoscienza, cerchi invece di richiamare l'attenzione su quelle che sono le conseguenze di quel comportamento, cioè quella cosa che è stata messa in quel momento è stata capace di scatenare ansia e timore, a prescindere dall'intenzione che l'ha motivata. Questo lo dico perché noi voteremo a favore di questo emendamento, precisamente perché, mentre sulle intenzioni può essere difficile giudicare, sui fatti, sulle conseguenze e sui comportamenti non c’è che da osservare quello che è accaduto e trarne le relative conseguenze.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmieri 1.82, con pareri favorevoli tranne quello del relatore di minoranza, che si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 25Gregori 1.52, con pareri tutti favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

  Passiamo all'emendamento Palmieri 1.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Una premessa di metodo e una sul merito di questo l'emendamento, sul quale confido di potere convincere gli esponenti della maggioranza e i relatori a cambiare il loro parere.
  La premessa di metodo è questa: noi di Forza Italia ci approcciamo a questo provvedimento senza alcun spirito di parte. Condividiamo l'importanza del tema, il tentativo di dare una soluzione ad esso e per questo – come ha detto l'onorevole Polverini in discussione sulle linee generali l'altro giorno – abbiamo presentato una serie di emendamenti che tentano di migliorare il testo o di ridurre il danno, perché questo testo effettivamente – il testo partorito dalla maggioranza – ha diverse parti che sono lacunose dal punto di vista tecnico, che sono lacunose dal punto di vista del merito e che si prestano ad essere interpretate nel senso di comprimere la libertà di espressione on line. Questa è la premessa. Veniamo al merito del mio emendamento.
  L'emendamento consiste nel chiedere di sopprimere tutto quell'elenco di prescrizioni che completano l'emendamento, perché è un elenco ridondante, inutile e dannoso. Lo è al punto tale che la stessa maggioranza, gli stessi relatori, hanno dovuto dare parere favorevole a due emendamenti a firma Nicchi perché, da un lato, avevano messo le opinioni politiche fra i comportamenti sanzionabili, come il bullismo, e, dall'altro lato, per esempio, avevano dimenticato le offese rispetto alle persone con disabilità.
  Allora, da questo punto di vista, l'invito è veramente ai relatori – che sono un po’ distratti e li capisco, perché sono costantemente sotto pressione – ma l'invito è anche al Governo a riconsiderare il parere su questo emendamento. Voi, dando parere positivo al nostro emendamento, togliete di torno tutta una serie di critiche che abbiamo sentito in queste due ore in Aula, perché togliete, almeno parzialmente, il rischio che questa norma sia usata per comprimere la libertà di espressione e, al tempo stesso, valorizzate l'emendamento e l'intenzione della maggioranza, perché semplificate la definizione e la rendete per questo, appunto, più efficace.
  Quindi, concludo invitando realmente i relatori, che continuo a vedere distratti, e il Governo, che invece mi ascolta con grande attenzione, a modificare il parere e, in subordine, a fermarsi e ad accantonare il voto su questo emendamento, perché realmente su questo comma – come già hanno detto i colleghi –, sulla definizione di bullismo, si gioca buona parte di questa norma.
  Concludo veramente, Presidente. L'invito è a una presa di coscienza, a fermarsi: siete ancora in tempo per migliorare la norma e fare in modo che non sia concepita come una norma che si tradurrà in un'azione controproducente, in primo luogo contro le intenzioni di questa stessa maggioranza – cosa di cui poco ci importa – ma, soprattutto, per coloro i quali dovranno, poi, applicare questa norma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, anche in questo caso intervengo per sostenere l'emendamento del collega Palmieri, ma per una ragione molto semplice: una di metodo, che è di sobrietà, perché mi sembra veramente ridondante, come anche nella parte precedente dell'emendamento, quando si insiste non solo sull'ansia e sul timore ma anche sull'isolamento, sull'emarginazione e, poi, sui comportamenti Pag. 26vessatori, sulle pressioni, sulle violenze fisiche e psicologiche.
  È, come dire, un'ansia descrittiva, da parte in questo caso del legislatore, che sembra quasi che faccia torto all'intelligenza di chi, poi, dovrà applicare la norma e, quindi, ha bisogno proprio di un'esemplificazione che scenda fino al minimo dettaglio.
  In questo caso, se voi ci pensate bene, la razza, la lingua, la religione, l'orientamento sessuale, l'opinione politica, l'aspetto fisico, le condizioni personali e sociali della vittima, da un lato, comprendono tutto e, quindi, elencandoli, che cos’è che vogliamo escludere ? Perché questa è la domanda, alla fin fine, che uno si pone.
  Se fosse soltanto un campo, due campi, allora si potrebbe dire: su questi campi c’è una particolare attenzione, sugli altri, invece, è lecito dire, è lecito scrivere. In questo caso no, perché sono stati messi tutti e, allora, tanto vale mantenere una descrizione semplicemente omnicomprensiva per cui qualunque cosa che si configuri come una violenza, qualunque cosa che costituisca un atto vessatorio, qualunque sia il campo a cui si applica, ma semplicemente perché si mette al centro dell'attenzione il disagio e la sofferenza del soggetto a prescindere da quello che è il contorno, merita una sanzione, che per noi è prevalentemente di tipo – diciamo così – preventivo, educativo, formativo, ma che, comunque, non esclude anche l'aspetto strettamente sanzionatorio.
  Ma è soltanto mantenendo alta l'idea che qualunque cosa, in qualunque campo, non è concessa che noi possiamo difendere il principio del rispetto totale della persona e della centralità della persona. Non sono le parti quelle che costituiranno l'elemento della preoccupazione, ma il fatto che questo è sostanzialmente indifferente, che io stia utilizzando un aspetto di crudeltà nei confronti dell'aspetto fisico o di crudeltà nei confronti delle idee politiche di una persona. È che non devi farlo né se è un aspetto fisico né se un aspetto di identità religiosa né se è un aspetto di identità politica. Qualunque cosa va esclusa, perché la persona va sempre rispettata nella sua globalità. Meno descrivo, meno sono analitico, più sono sobrio e più la norma acquista carattere generalistico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Quintarelli. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente. Siamo assolutamente d'accordo con il punto sollevato dall'onorevole Palmieri, anche per quello che avrò modo di articolare successivamente quando parleremo dell'emendamento 2.100, così come blindato dalla Commissione bilancio, perché è con l'equilibrio tra chi, cosa e come, i destinatari, l'oggetto e come si interviene che si decide se una cosa ha degli effetti positivi oppure no. Crediamo opportuno e da questo punto di vista diamo il nostro sostegno all'emendamento dell'onorevole Palmieri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, l'espressione «anche aventi per oggetto la razza, la lingua, la religione, l'orientamento sessuale, l'opinione politica, l'aspetto fisico o le condizioni personali e sociali della vittima» nel testo è collegata a offese e derisioni. Cioè, commette atto di bullismo nei sensi che abbiamo spiegato chi ingiuria o diffama anche quando ciò ha ad oggetto la razza, la lingua, eccetera. Ma perché, fino ad ora, c’è stato mai qualcuno che ha ritenuto che l'ingiuria o la diffamazione potessero essere pronunciate in riferimento alla razza, alla lingua, alla religione, eccetera ?
  Dico questo per sottolineare il modo in cui è stato scritto: la poltiglia lessicale, verbale di questo articolo e di tanti altri articoli che vengono dopo. Non è questo il modo di fare le leggi: prima c’è un altro «anche»: perché se togliamo i due «anche», eccetera, e leggiamo il testo verrebbe molto più – come ha detto l'onorevole Binetti – sobrio. Sarebbe più sobrio, perché Pag. 27sarebbe: con il termine bullismo si intendono l'aggressione o la molestia reiterate attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni e violenze, fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all'autolesionismo, minacce o ricatti, furto, danneggiamento, offese e decisioni in riferimento al sesso, alla razza e via discorrendo. Invece, sopra c’è un altro “anche”: anche al fine di provocare in quelle persone sentimenti di ansia. Ma che, quando si fa un furto non si provoca un sentimento di ansia ? Cioè, c’è un reato di furto, non so, di rapina, come anche è possibile – ho fatto l'esempio del telefonino sottratto con violenza da un minore ad un altro minore, eccetera – c’è la possibilità di compiere questi atti senza provocare ansia ? Sono parole inutili, che servono soltanto a confondere l'interprete e chi le leggi le deve applicare. Ecco perché bene ha fatto il collega Palmieri a proporre questo emendamento, per quanto mi riguarda.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Condividiamo la ratio dell'emendamento proposto dal collega Palmieri e chiedo di poterlo sottoscrivere.

  PRESIDENTE. Collega Palmieri, se ho capito bene, in via incidentale, mi aveva chiesto l'accantonamento.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, stante che i relatori continuano a essere distratti, e quindi non possono ascoltare le argomentazioni, e stante la rilevanza, come tutti i colleghi, anche di maggioranza, hanno rilevato, del punto, chiedo l'accantonamento, perché loro possano più serenamente, nei prossimi giorni, riflettere nel merito di questa proposta, che, come ho detto, è per migliorare il testo.

  PRESIDENTE. Il parere del relatore sull'accantonamento di questo emendamento, che quindi, poi, comporta l'accantonamento di tutti quelli riferiti al comma 2 ?

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Va bene accantonarlo.

  PRESIDENTE. Bene, allora è accantonato. Quindi, tutti quelli riferiti al comma 2 vengono accantonati.
  Passiamo agli identici emendamenti 1.61 Palmieri e 1.90 Lorefice, sui quali vi è il parere favorevole di Commissione, Governo e relatore di minoranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.61 Palmieri e 1.90 Lorefice.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

  Gli emendamenti 1.57 Coppola e 1.58 Marazziti, a questo punto, sono preclusi dalla votazione che abbiamo appena fatto.
  Passiamo all'emendamento 1.100 Agostinelli.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Agostinelli, su cui i pareri sono contrari, a parte quello del relatore di minoranza, che è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

  Sull'emendamento 1.93 Ferraresi il relatore voleva fare un intervento, prego.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sì, Presidente, solo una precisazione. C’è un errore formale nel fascicolo: il contenuto dell'emendamento, Pag. 28su cui c’è, ricordo, il parere favorevole, rimane tale, però, anziché partire da «rete telefonica», la sostituzione deve partire da «della rete telefonica», fino, poi, a «di strumenti» e di seguito, esattamente come è scritto.
  Altrimenti, il testo non fila in lingua; quindi, va messo «della rete telefonica» nelle parole iniziali del periodo da sostituire.

  PRESIDENTE. Va bene. Collega Ferraresi, lei è d'accordo ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.93 Ferraresi, su cui i pareri sono tutti favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

  L'emendamento 1.102 Lenzi è ritirato.
  Passiamo agli identici emendamenti 1.53 Ascani, 1.59 Marazziti, 1.62 Palmieri e 1.92 Ferraresi, su cui i pareri sono tutti favorevoli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Rapidamente, Presidente: questo è un classico esempio di come, se si vuole, si può lavorare insieme, e connetto il parere favorevole su questo pezzo, che semplifica la definizione di cyberbullismo, all'accantonamento precedente. È la stessa logica, cioè, per quanto ci riguarda, come forza di minoranza, siamo di fronte a una proposta della maggioranza, lavoriamo su un tema che è sensibile oltre gli schieramenti, ma facciamo il meglio possibile. E, quindi, io ringrazio, come posso dire, la resipiscenza e la costanza dei relatori su questo punto e anche sugli altri che verranno, ma li invito ad avere lo stesso metro sia sull'accantonato sia, soprattutto, sugli emendamenti che verranno, che comportano, per chiunque abbia una presenza online minuscola, degli obblighi non solo inaccettabili, ma non fattibili e non controllabili da parte di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente, mi scuso per il ritardo. Questo emendamento, ovviamente, ci fa piacere votarlo favorevolmente, ce n’è uno anche a nostra prima firma. Brevemente, molto tranquillamente, volevo dire che certe volte, quando si accusa l'opposizione di gridare sempre «al lupo, al lupo», certe volte si sbaglia, perché è grazie a questi testi così scritti che all'opposizione ogni tanto viene da pensare male, da pensare che chi fa le leggi lo faccia in malafede. Tutto qua, volevo solamente dire che, ovvio, noi voteremo favorevolmente, però, se certe volte si pensa male, si deve guardare anche alle norme che si scrivono.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. L'unico emendamento che ho tenuto in questa approvazione finale del testo di questa importante legge che stiamo per approvare è un punto qualificante. Abbiamo tolto, sgombrato il campo da qualunque tentativo o ipotesi o possibilità di allargare la fattispecie del cyberbullismo fino alla possibilità eventuale di andare a toccare libertà di espressione e libertà di opinione. Direi che, con l'approvazione di questo emendamento, noi riportiamo tutto dentro la fattispecie, al testo del relatore e al comma 1, quindi a quanto abbiamo definito concordemente sulla fattispecie del bullismo.
  Voglio ricordare che su questo c’è un'ampia convergenza e sono contento anche della convergenza, come ha sottolineato l'onorevole Ferraresi, del MoVimento Pag. 295 Stelle, ma quel testo, quella parte che noi andiamo a togliere, se non ricordo male, era uno dei tanti emendamenti del MoVimento 5 Stelle, quindi è stato un lavoro successivo che ha portato a questo vantaggio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.53 Ascani, 1.59 Marazziti, 1.62 Palmieri e 1.92 Ferraresi, con i pareri tutti favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

  Quindi questa votazione preclude gli emendamenti 1.96 Nicchi e 1.97 Colonnese.
  Passiamo all'emendamento 1.63 Palmieri, su cui i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Come ho detto in chiusura del mio precedente intervento, adesso ci sono una serie di emendamenti che chiudono l'articolo 1 e portano poi l'articolo 2, che coinvolgono chiunque abbia una propria presenza online, sottoponendo alla richiesta di obblighi, come ho detto prima, infattibili e incontrollabili.
  Lo dico rivolgendomi anche alle parlamentari, alle deputate e ai deputati dell'intergruppo per l'innovazione, che ben conoscono la materia e che sanno che, per esempio, con questo comma, ci troviamo davanti a una definizione aggrovigliata di chi sia il gestore del sito Internet: una definizione incomprensibile che – nonostante il lodevole tentativo della collega Ascani, con un successivo emendamento, di migliorare – resta comunque aggrovigliata e incomprensibile e apre la strada al fatto di non poter rendere effettivo il testo che verrà approvato se non cambierete idea, ma soprattutto di dare nuovamente l'impressione – e io sottolineo la locuzione «dare l'impressione» – di voler comprimere la libertà online.
  Allora io, avendo negli anni scorsi subito, come esponente della maggioranza, gli attacchi di questo tipo spesso in modo immotivato, perché le intenzioni dell'epoca non erano certamente quelle, tant’è che in alcuni casi noi cambiammo da una Camera all'altra provvedimenti che involontariamente andavano in quella direzione, nuovamente invito relatori e maggioranza a fermarsi, a fare un ragionamento serio, migliorativo del testo, e a sottrarsi a questa polemica.
  Diciamo che, più cortesi e garbati di così, in quello spirito che ho enunciato di volere arrivare a una legge migliore possibile, non si può essere. Dopodiché, la pazienza ha un limite, come è ben noto, e quindi noi speriamo che questo limite non venga superato.
  Ma io confido realmente che relatori e Governo – il Ministro Ferri, in particolare, che è persona sensibile a questi temi – si rendano conto che si vanno a cacciare in un ginepraio dal quale non usciranno più.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Quintarelli. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente. Ha fatto bene il collega Palmieri a ricordare gli eventi delle legislature precedenti e ricordo la notte bianca di Internet, la campagna ammazza-blog e via dicendo, perché stiamo andando a toccare gli stessi argomenti. Questa definizione di gestore è una definizione non voglio dire pasticciata, ma sicuramente molto migliorabile.
  Noi non potremo votare in modo favorevole per questa definizione, mi dispiace. L'ipotesi che magari il relatore e la maggioranza possano pensare di intervenire sarebbe auspicabile, questo anche perché, di nuovo, mi ripeto, non si può considerare una parte avulsa dal resto del testo e, come avrò modo di approfondire ulteriormente sull'emendamento 2.100, Pag. 30questo comma rende la situazione estremamente complicata e mette a possibile destinazione di ripercussioni legali e anche di sanzioni amministrative chiunque abbia un blog, che magari non guarda da tempo, come succede a buona parte dei componenti di quest'Aula.

  PAOLO BENI. Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI. Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sì Presidente, brevissimamente, per ricordare ai colleghi che questa definizione, è assolutamente utile nell'economia del prosieguo del testo, perché se non individuiamo i soggetti a cui poi affidiamo dei compiti precisi con l'articolo 2... ovviamente si può ritenere che sia sbagliata l'individuazione e questo è un altro discorso, ma l'utilità del comma è indiscutibile, io penso.
  Rispetto al merito di questa individuazione e di questa definizione, io vorrei semplicemente ricordare ai colleghi che questa definizione è identica, cioè non ha subito alla Camera alcuna modifica, alla stessa definizione che era presente nel testo del Senato che è stato approvato all'unanimità da tutti i gruppi politici. E in questo caso non c'entra il cambiamento che riguarda i minori o non i minori, perché non ha incidenza sul tema, su questa definizione che è puramente tecnica, e inoltre, dall'inizio del percorso in sede referente, è stata sottoposta alla consultazione di tutti i soggetti auditi, fra i quali ci sono tutti gli operatori del settore e i massimi esperti del settore. Questa è l'unica risposta che sono in grado di dare a questa obiezione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Solo per dire che noi voteremo a favore di questo emendamento e proprio perché il collega Beni ha ragione, cioè a seconda della definizione che qui si introduce si rischia poi, come richiamava anche il collega Quintarelli, di andare a mettere in discussione l'impianto stesso della legge o almeno a condizionarlo pesantemente, io inviterei a fare molta attenzione. Sono stati fatti dei richiami molto puntuali, da chi mi ha preceduto, delle motivazioni per le quali questo tipo di definizione crea problemi nella prassi, oltre che nell'azione legislativa. Quindi superarlo semplicemente con l'idea formalistica che una definizione sia necessaria e che, quindi, qualsiasi definizione vada bene, mi sembra un atteggiamento non positivo da parte del legislatore, in questo caso della maggioranza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Sì, grazie, Presidente, semplicemente per invitare il relatore a valutare l'opportunità di un accantonamento anche di questo articolo, perché, se degli esperti tipo Quintarelli hanno delle perplessità e invitano alla riflessione perché potrebbe minare l'impianto di questo provvedimento, forse una riflessione suppletiva non guasterebbe.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Noi ovviamente chiediamo la soppressione di questo comma 3. Siamo in accordo perché, per quanto ci riguarda, questa è una definizione che sarebbe opportuna se fosse stata fatta vent'anni fa, venticinque anni fa, ma ce la troviamo proiettata nel presente, per cui si crea, a nostro avviso, una grande confusione tra chi cura la gestione di un sito e il prestatore di servizi della società dell'informazione. Per cui, in questo modo ci si appoggia a vecchie definizioni di provider, di hosting, eccetera, rispetto al fatto che, addirittura su qualsiasi blog, una persona può essere iscritta liberamente, può stare Pag. 31liberamente e in quel particolare blog magari non c’è la moderazione, perché chi amministra quel blog non vuole amministrare; faccio presente che ci sono anche delle piattaforme di questo tipo. Per cui, a nostro avviso, è completamente anacronistica la definizione tre e, lo ripeto, è frutto di un lavoro troppo frettoloso, in cui non si sono approfonditi anche questi aspetti tecnici, perché la maggior parte dei miei colleghi non sa la differenza tra un administrator, un editor, un host o un provider, che cos’è un CMS e come si gestisce. Per cui mi fermo qua, Presidente.

  PRESIDENTE. È stato richiesto l'accantonamento.
  Chiedo al relatore Beni se c’è il parere favorevole, se si può alzare in piedi, per favore.

  PAOLO BENI. Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Siamo contrari all'accantonamento.

  PRESIDENTE. Allora, dovremo consentire un intervento a favore e uno contro. Chi chiede di intervenire a favore dell'accantonamento ? Palmieri, prego, ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Io comprendo le ragioni della maggioranza, ma proprio per le motivazioni dette dalla collega Ascani, prima, qui non stiamo legiferando sull'onda di un'emozione, non abbiamo a che fare con un decreto legge in scadenza; la maggioranza si è presa oltre un anno di tempo da quando il testo è arrivato dal Senato, non capisco perché non ci si possa fermare quattro giorni e rivedere questo punto, questo comma, l'inizio del comma 2, come Quintarelli poco fa ha evocato, proprio nell'ottica che ho detto dall'inizio dei miei interventi, cioè quella di fare il miglior lavoro possibile, evidentemente, su questo impianto che la maggioranza porta in Aula. Per questo motivo invito i relatori – ai quali è stata tolta un po’ di pressione, perché un po’ di cose le abbiamo fatte, altre si stanno chiarendo – a prendersi il tempo necessario e la lucidità necessaria – perché capisco, per esperienza, quanto sia gravoso il loro compito – per rimettere a punto le cose che ancora non sono state messe a punto per bene.

  PRESIDENTE. C’è qualcuno che vuole intervenire contro l'accantonamento ? Ascani, prego, ne ha facoltà.

  ANNA ASCANI. Presidente, semplicemente per dire che questo pezzo del testo non proviene, a maggior ragione più degli altri, dall'onda dell'emozione, perché l'ha detto prima il collega Beni ma è esattamente un pezzo del testo approvato al Senato. Altra cosa, mi consenta di dire che, quando l'onorevole Baroni dà degli ignoranti, legittimamente, perché essere ignoranti è possibile, anche qui dentro può darsi che ci sia qualcuno di noi che ignora determinate cose, non lo sta facendo solo con noi, ma anche con tutti i colleghi del Senato, compresi i suoi, che questa definizione, votando la legge, l'hanno approvata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.63 Palmieri.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 77 voti di differenza.

  Quindi, passiamo alla votazione dell'emendamento 1.63 Palmieri.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.63 Palmieri, con i pareri contrari; parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 32
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.98 Agostinelli.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Grazie, Presidente. Il nostro parere è favorevole all'emendamento, mi consenta un'unica specificazione. La normativa, in questo senso, è già disciplinata; ulteriori specificazioni, come è stato ricordato prima, sono ultronee nonché errate, perché la normativa di riferimento che si occupa anche di coadiuvare l'attività dell'autorità giudiziaria in sede di web è già assolutamente definita, quindi, questa modifica è assolutamente necessaria per fare ritornare le cose come devono essere, senza andare a fare specificazioni politiche che sono alquanto discutibili sul piano tecnico. Detto questo Presidente, mi faccia dire che l'affermazione sugli identici emendamenti soppressivi precedenti, 1.53 Ascani, 1.59 Marazziti, 1.92 Ferraresi e 1.62 Palmieri, del presidente Marazziti – in quanto attribuiva al MoVimento 5 Stelle la volontà di introdurre, appunto, quello che noi abbiamo soppresso quest'oggi, per fortuna ha usato il dubbio –, è assolutamente falsa, in quanto il nostro principio era espresso in un emendamento, ma era tutt'altro rispetto a quello che è stato poi scritto in riferimento anche all'offesa, al decoro e alla reputazione nel testo del 2-bis che, per fortuna, abbiamo soppresso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.98 Agostinelli, parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Ascani, con i pareri tutti favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

  Non procederemo alla votazione dell'articolo 1 perché ci sono degli emendamenti accantonati.
  Chiedo al relatore i pareri sugli emendamenti all'articolo 2...

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Grazie, Presidente. Noi siamo in grado di riprendere gli emendamenti accantonati.

  PRESIDENTE. Va bene, allora ricominciamo dagli accantonati. Siamo a pagina 5, emendamento 1.60 Palmieri. I pareri già ci sono. Ci sono cambiamenti di pareri ?

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sì c’è un cambiamento di parere. Cioè sull'emendamento 1.60 Palmieri il parere rimane contrario. Noi pensiamo di rispondere all'esigenza, invece, con un cambiamento di parere sull'emendamento Ferraresi 1.83 che diventa favorevole, con una piccola riformulazione. Sostituire le parole dell'emendamento da: «, anche aventi per oggetto», che diventa, invece: sostituire le parole da: «, anche».

  PRESIDENTE. Noi stiamo parlando dell'emendamento 1.83 Ferraresi, vero ?

Pag. 33

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Sì.

  PRESIDENTE. Se si sopprime da «anche», mi fanno notare dagli uffici, che poi a quel punto diventano identici. Diventa identico a quello di prima su cui avete dato parere contrario. Volete una sospensione ? Avete bisogno di cinque minuti di sospensione ? Sì.
  Bene, allora sospendo la seduta per cinque minuti che ricomincerà alle 12,50.

  La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 13.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa, prego i colleghi di prendere posto.
  Darei la parola al relatore che così ci rende edotti di quanto compiuto nel Comitato dei nove.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Presidente, rendo edotta l'Assemblea che il Comitato dei nove è servito a chiarire su quel minimo di sovrapposizioni che vi erano state.
  Sugli emendamenti accantonati: confermo il parere contrario sull'emendamento 1.60 Palmieri, mentre il parere sull'emendamento 1.83 Ferraresi è cambiato in favorevole, però con una proposta di riformulazione che vado a leggere: Al comma 2, sostituire, le parole da: «,anche aventi per oggetto» fino alla fine del comma, con le seguenti: «per ragioni di etnia, lingua, religione orientamento sessuale, aspetto fisico, disabilità o altre condizioni personali e sociali della vittima». In sostanza, noi prendiamo la formula di Ferraresi, ma includiamo in questa riformulazione quelle che erano le istanze degli emendamenti successivi che in questo caso decadrebbero e che avevano avuto parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo dà parere conforme al relatore, immagino ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Presidente, anche per il Governo il parere è favorevole a questa nuova formulazione, perché elimina, rispetto al testo precedente, l'opinione politica e inserisce l'etnia e, quindi, racchiude un po’ quello che è emerso nel dibattito; quindi, il parere è favorevole.
  Tra l'altro, viene inserita anche la disabilità che era uno dei punti di un altro emendamento che poi viene precluso con la presentazione di questo emendamento. Quindi, ci sembra che raccolga tutto quello che è emerso nel dibattito e sia un'ottima sintesi.

  PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, anche come relatore di minoranza.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Accetto la riformulazione, che comunque è un passo avanti in questa norma.

  PRESIDENTE. Deduco, quindi, che il parere sia favorevole.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.60 Palmieri.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Noi manteniamo il nostro voto contrario anche rispetto alla riformulazione che, come ha detto il collega Ferraresi, è indubbiamente un passo in avanti, ma il tema è proprio l'elenco e lo ridico per l'ultima volta perché poi sarò, e saremo, sopraffatti dalla forza...

  PRESIDENTE. Onorevole Palmieri, le chiedo scusa, adesso stiamo parlando del suo emendamento 1.60.

  ANTONIO PALMIERI. Sì, siccome sarò sopraffatto e saremo sopraffatti dalla forza dei numeri su questo emendamento, lo ridico per l'ultima volta: il problema è l'elenco perché in questo modo non si Pag. 34determina meglio la fattispecie. Come ha ricordato il collega Sannicandro fermandosi a derisioni, il comma sarebbe perfetto, la descrizione sarebbe perfetta, assolutamente onnicomprensiva e in questo modo miglioreremmo il testo, come ho detto prima, a beneficio della maggioranza. Però non posso obbligare la maggioranza a condividere il mio e il nostro parere, quindi andremo al voto, soccomberemo e sarà peggio per loro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Solo per chiarire e chiarirci su un punto: il testo era ridondante, non c’è dubbio che, se io dicessi a qualcuno «sporco, eccetera eccetera», facendo riferimento alla sua razza, oggi questo modo di esprimersi sarebbe ritenuto o ingiurioso o diffamatorio a seconda della platea a cui mi rivolgo. Se dicessi «sporco» in relazione alla religione oggi sarebbe ritenuto, come si stava dicendo, offensivo, senza bisogno di una specificazione qui intesa.
  Quindi, l'emendamento Palmieri, chiedendo di eliminare questa ridondanza, riconduce il testo alla chiarezza che ha il codice penale, quando dice che l'ingiuria è questo: quando tu offendi la dignità, il decoro eccetera; e la diffamazione è questo: quando tu offendi in presenza di più persone e via discorrendo.
  Ma fare un elenco significa che, qualora non si stia in questo elenco, tutt'altro, non è lecito perché c’è sempre il codice penale, ma comunque non è bullismo: questo deve essere chiaro tra di noi. Noi stiamo espellendo dalla nozione di bullismo quella ingiuria e quella diffamazione che non è fatta utilizzando la religione, la lingua, la razza, l'orientamento sessuale eccetera. Basta che ci chiariamo.
  Adesso questo testo è limitativo, prima con quella parola «anche», sia pure in modo lessicalmente ridondante, perlomeno si presupponeva che c'era il tutto e poi la specificazione, la sottolineatura di ingiurie e diffamazioni relative a quegli aspetti (lingua, religione e via discorrendo). Quindi, siamo andati indietro e non avanti, volevo dire questo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.60 Palmieri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.83 Ferraresi, come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

  Gli emendamenti successivi sono preclusi.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.80 Silvia Giordano.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.80 Silvia Giordano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.... Revoco l'indizione della votazione.Pag. 35
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Il nostro parere su questo articolo 1 come precedentemente formulato, prima degli emendamenti, era assolutamente contrario. Dobbiamo notare, tuttavia, che passi avanti sono stati fatti, ovviamente per quanto riguarda le proposte del MoVimento 5 Stelle e di altri gruppi di minoranza. Quindi, si tratta di una norma che, seppure parte con principi buoni, è stata modificata in maniera sbagliata. È una norma a cui, in ogni caso, sono stati apportati dei miglioramenti, che noi giudichiamo positivi e che ovviamente non risolvono, però, i grossi problemi che questa norma in questo momento ha, soprattutto perché l'articolo 1, che noi stiamo andando a votare, è legato irreparabilmente all'articolo 2. Infatti, l'articolo 1 continua a citare tutti i soggetti (quindi non solo i minorenni) e, con tutte le dizioni che abbiamo detto – alcune sono state migliorate –, si lega all'istanza di cui all'articolo 2 e all'iniziativa del Garante della privacy.
  Per questo motivo il nostro parere cambia e passiamo da un parere contrario all'astensione. Quindi, ci rimetteremo all'Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Sottoscrivo assolutamente la totalità e la qualità dell'intervento del mio collega Ferraresi. Ricordiamo all'Aula e alla maggioranza, essendo questo un provvedimento di maggioranza, che, di fatto, questo provvedimento riguardava delle mele; nella fattispecie adesso tutto quello che accadrà nell'articolo 2, che riguarda le istanze di oscuramento, sarà in proporzione – quello che voleva votare il MoVimento 5 Stelle – di uno ad otto. Infatti, sostanzialmente noi abbiamo calcolato che i minorenni che vanno dai 10 ai 19 anni, o comunque dai 9 ai 18 anni, sono sei milioni. Siccome i restanti maggiorenni sono 48 milioni, adesso noi abbiamo un provvedimento che gestisce in un'unica cesta una mela e otto banane. Le banane sarebbero i maggiorenni, che vengono trattati, con la ratio del provvedimento, come se fossero dei minorenni perché il provvedimento era basato su quell'unica mela, cioè i sei milioni di minorenni che erano il target del provvedimento. Da qua nasce tutto il problema dell'evoluzione della norma in sede referente, che è uscita distorta. Per questa ragione noi ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campana. Ne ha facoltà.

  MICAELA CAMPANA. Grazie, Presidente. Visto che il voto è sull'articolo 1, intervengo solo per sottolineare la ratio con cui questa legge arriva oggi in Parlamento. Noi abbiamo tenuto fede al lavoro prezioso fatto dal Senato, mantenendo l'impostazione originaria sulla volontà di produrre una legge intanto utile per tutti, in una fase in cui questi fenomeni stanno aumentando. I dati che consegna la polizia postale ci raccontano, purtroppo, di fenomeni che aumentano sempre di più nei numeri e anche nelle vittime, sia minorenni che maggiorenni, ricordando che i maggiorenni – come anche abbiamo scritto nella definizione stessa dell'articolo – spesso sono persone fragili, sono persone disabili: anche i maggiorenni sono persone con fragilità e i fatti di cronaca, purtroppo anche delle ultime ore, ci consegnano questo dato straziante.
  Abbiamo mantenuto fede all'idea di una legge che è basata sull'educazione, tant’è vero che la legge si compone di diversi articoli, poi ne parleremo nel prosieguo della discussione e della votazione. La maggior parte degli articoli si fonda sull'idea di educare ad una consapevolezza maggiore nella navigazione sul web e su Internet. Noi riteniamo che questo sia uno strumento straordinario che ha cambiato Pag. 36le nostre vite, il nostro modo di comunicare, ma stabilire delle regole non significa imbavagliare. Stabilire delle regole significa dare la possibilità a tutti di fare una navigazione più libera. Per questo, aumentare le tutele anche ai maggiorenni significa produrre una legge utile per questo Paese e in questo momento forse la maggior parte degli italiani sarà d'accordo con noi che questa è una legge che aumenta le tutele, non toglie tutele ai minori, ma allarga a tutti la possibilità di difendersi da un lato oscuro che sul web c’è e che quindi, invece, dobbiamo assolutamente tutelare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Probabilmente i colleghi del PD non sanno che forse parte del PD stesso non vuole questa legge, così come in realtà non piace nemmeno alla senatrice prima firmataria del provvedimento. Io già in discussione generale ho avuto modo di leggere quello che la stessa dice nel suo blog e dice (riporto le sue parole): «La legge prenderebbe una direzione che la allontana dal testo originale, immaginato prima e redatto poi, per la tutela dei minori, sia vittime che bulli, per la diffusione di un'educazione digitale come illustrata in precedenza, e per interventi educativi per i nostri ragazzi». Quindi, è inutile che continuiamo a prenderci in giro dicendoci che questa legge rimane tale e quale a quella del Senato. Questa legge è altra cosa rispetto a quella del Senato. È vero che ci sono anche dei provvedimenti che riguardano l'ambito scolastico, l'ambito educativo, la prevenzione, però quello che vorremmo chiedere ai nostri colleghi del PD è come verranno attuati questi interventi preventivi ed educativi, dato che in questo provvedimento mettono appena 250 mila euro. Facendo due conti, su 80 mila scuole significherebbe che per ciascuna scuola che decide di aderire ai diversi progetti spetterebbe la grande somma di 5 euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. I discorsi fatti ultimamente su questo articolo 1 abbracciano in realtà l'impianto complessivo di questa normativa. Io vorrei ricordare a tutti i colleghi, anche a chi ha espresso un parere contrario, che la valutazione sull'opportunità di estendere a tutti i cittadini italiani, di qualunque età, una maggiore tutela contro il cyberbullismo è un'opportunità che ritengo di dover cogliere. Che le norme attuali non funzionino lo prova anche la cronaca di questi giorni. Io condivido completamente le affermazioni fatte stamattina dal collega Capezzone, quando ci ha ricordato che cambiare le leggi sull'onda dei sentimenti provocati dai fatti di cronaca quotidiana sia di per sé poco saggio, ma, pur condividendo questa posizione, ritengo comunque che sarebbe ancora meno saggio non tener conto di quello che succede quotidianamente e non tener conto degli effetti che hanno le leggi attualmente in vigore.
  Vorrei ricordare a tutti che la ragazza napoletana che si è suicidata l'altro giorno, non solo ha subìto il danno morale di vedere sul web immagini certamente offensive, ma ha anche subìto la condanna al pagamento delle spese legali. Una norma che attualmente tutela così poco le vittime dal riuscire a condannarle al pagamento delle spese legali è una norma che merita di essere corretta.
  Quindi, noi sull'impianto complessivo della legge e sul principio che la anima siamo assolutamente d'accordo; avevamo avanzato in Commissione, nel Comitato dei nove, qualche perplessità su alcuni aspetti tecnici. Naturalmente, queste perplessità rimangono e le manifesteremo di volta in volta quando ce ne sarà eventualmente il caso. Ma, circa i principi fondamentali a cui si ispira questa norma, noi non possiamo che condividerli e, anzi, condividerli con piena e ferma decisione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie. Noi riteniamo che non ci si debba e soprattutto non si debbano illudere gli italiani che questa legge possa avere effetti che non avrà. È del tutto evidente che, quando ci si rifà o si richiamano, anche solo come esempio, tragici recenti o meno recenti fatti di cronaca, il fatto di pensare che con una legge come questa si vada ad evitare la possibilità che circolino in rete contenuti diciamo non graditi o lesivi della privacy o persino violenti, in alcuni momenti, è un errore. Con questa legge non si otterrà quel risultato.
  Peraltro, come abbiamo detto, il tema sarebbe stato chiedersi se, di fronte all'evoluzione tecnologica, di fronte alla nascita della rete, ormai datata per la verità, e alla sua evoluzione, si sia creata anche una fattispecie nuova di reato, ci sia stato un cambiamento qualitativo rispetto ad atteggiamenti sbagliati che ci appartengono da sempre, a partire dall'offesa, dall'ingiuria, dalla minaccia, dal ricatto, da tutte le cose che citiamo qui. Questa è una grande domanda, è un grande tema, che non si fa soltanto all'interno di questo Parlamento e soltanto con questa legge, ma meritava di essere affrontato per quello che è. Dalla domanda giusta occorreva fare una legge che si occupasse di questo. Invece, si è scelto di inserire ciò all'interno di una legge che si occupava di altro; si occupava di quelli che sono i comportamenti sbagliati che all'interno di nuclei presumibilmente di minori possono portare, come si dice giustamente all'interno della legge, all'emarginazione, a stati di difficoltà di una persona: questo è il bullismo. Può accadere anche attraverso l'utilizzo della rete ? Può accadere anche attraverso l'utilizzo della rete.
  Non riguarda gli adulti, perché se lo ampliamo ci dobbiamo fare altre domande che, ripeto, hanno a che fare con l'utilizzo della rete. Ma è altro, non andava riportato qui dentro perché in qualche modo lo si minimizza, se vogliamo, riportandolo qui dentro. Fra adulti le relazioni sono diverse. Quello che voi vi immaginate di andare a reprimere con questa legge non è quello di cui in realtà si parla, tant’è che poi il passaggio in cui si andava a colpire direttamente la pubblicazione e la diffusione di video o altri contenuti multimediali, offensivi e lesivi, è stato tolto, perché ci si è resi conto qui, nonostante tutto, che era di troppo; non sbagliato, ma di troppo. E, quindi, paradossalmente proprio quella parte andrebbe recuperata, ma con intelligenza e ci si dovrebbe interrogare sulla forza che la rete attribuisce alla parola e all'immagine, diversamente da prima.
  Ma, ripeto, non è un tema che si affronta in una Commissione in due settimane; è un tema che dovrebbe informare un grande dibattito pubblico, fuori e dentro l'Aula. È per questo che noi ci asterremo su questo articolo, perché riteniamo che non produca danno, ma al massimo non produrrà effetti.
  Poi, resta a questo Parlamento interrogarsi prima o poi se la legge peggiore sia quella che non produce danno o quella che non produce effetti, perché con le leggi noi parliamo ai cittadini italiani. E troveremo domani sui giornali: il Parlamento colpisce l'odio in Internet, ma lo fa con una legge che nei prossimi giorni e settimane scopriremo essere inadeguata, per quella che era la sua impostazione originaria utilizzabile per altro; utilizzabile appunto, magari, per educare meglio i nostri figli, questo sì, ed è una cosa importante. La legge nel complesso la difendiamo; questo articolo, però, era nato bene, probabilmente all'inizio della discussione, limitato ai suoi scopi; poi si è allargato non opportunamente ed è tornato indietro.
  E, guardate, chiudo paradossalmente anche con l'ultimo emendamento che abbiamo approvato. Era meglio la proposta di Palmieri; non dovevano essere inserite le fattispecie proprio perché invece nei comportamenti materiali quali siano gli argomenti o i campi che portano all'isolamento di un ragazzino in una scuola non lo possiamo scrivere in una legge perché appartiene alla fantasia di ciascuno. Può Pag. 38avvenire con argomenti che noi nemmeno immaginiamo. E aver deciso anche lì di catalogare fa sì che qualcosa ci sfuggirà, perché la vita reale sfugge sempre alla norma. Per questo ci sono i giudici e per questo la legge vive.
  Tutto questo per dire comunque che ci asterremo su questo articolo e poi valuteremo via via qual è l'evoluzione di questo processo normativo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.
  Se ci sono altri interventi, vi prego di farmelo presente prima che io indica la votazione, grazie.

  DANIELE CAPEZZONE. Ha ragione, signor Presidente, sono arrivato in ritardo, ma intervengo a titolo personale per dichiarare anch'io la mia astensione. Sono contento e spero – ognuno porta il proprio granellino di sabbia – che qualche riflessione che in diversi abbiamo compiuto stamattina abbia portato a una riduzione del perimetro di questo articolo. Però condivido davvero la conclusione che faceva un istante fa il collega Paglia.
  Il punto è di fondo: uno, perché legiferare così, così in fretta, rischiando semplicemente di avere un titolo sul telegiornale, ma poi di fermare l'acqua con le mani ? E, secondo, perché non interrogarsi sul ruolo della legge nella nostra vita, nella nostra società ? Siete proprio convinti che serva normare tutto, normare sempre, normare di più ? Stringi, stringi, stringi la gabbia, la gabbia poi, a volte, per quanto sia stretta, lascia comunque che l'acqua passi, perché non possiamo regolare la vita delle persone, la varietà dei casi che la vita propone.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3139-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3139-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Signor Presidente, emendamento Quintarelli 2.52, parere contrario. Emendamento Quintarelli 2.53, parere contrario. Emendamento Ferraresi 2.56, parere contrario. Emendamento Santerini 2.51, parere contrario. Emendamento 2.100 delle Commissioni, parere favorevole.
  I pareri che seguono sono contrari, o citerò alcuni emendamenti che noi riteniamo siano nella sostanza recepiti dall'emendamento delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Sì, ma questa è una questione procedurale: tecnicamente, se viene approvato l'emendamento 2.100, saranno magari anche preclusi; ma noi, prima che venga approvato, e siccome non possiamo prestabilirlo, il parere comunque dobbiamo darlo.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Quindi io esprimerò pareri favorevoli...
  Emendamento Santerini 2.57, parere contrario. Identici emendamenti Palmieri 2.58 e Santerini 2.59, parere favorevole. Identici emendamenti Ascani 2.60 e Palmieri 2.61, parere favorevole. Emendamento Ferraresi 2.62, parere contrario. Emendamento Palmieri 2.54, parere contrario. Emendamento Nicchi 2.63, parere favorevole. Identici emendamenti Palmieri 2.64 e Piazzoni 2.65, parere favorevole. Emendamento Lorefice 2.66, parere contrario. Pag. 39Emendamento Palmieri 2.55, parere contrario. Emendamento Centemero 2.67, contrario. Identici emendamenti Giuditta Pini 2.68 e Palmieri 2.69, parere favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Centemero 2.70 è ritirato.
  Invito il relatore di minoranza per la II Commissione, Vittorio Ferraresi, ad esprimere il parere.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Signor Presidente, emendamento Quintarelli 2.52, parere favorevole. Emendamento Quintarelli 2.53, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Ferraresi 2.56, parere favorevole. Emendamento Santerini 2.51, parere favorevole. Emendamento 2.100 delle Commissioni, parere contrario. Emendamento Santerini 2.57, ci rimettiamo all'Aula; così facciamo per gli identici emendamenti Palmieri 2.58 e Santerini 2.59. Identici emendamenti Ascani 2.60 e Palmieri 2.61, parere favorevole. Emendamento Ferraresi 2.62, parere favorevole. Emendamento Palmieri 2.54, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Nicchi 2.63, ci rimettiamo all'Aula. Identici emendamenti Palmieri 2.64 e Piazzoni 2.65, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Lorefice 2.66, parere favorevole. Emendamento Palmieri 2.55, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Centemero 2.67, ci rimettiamo all'Aula. Identici emendamenti Giuditta Pini 2.68 e Palmieri 2.69, ci rimettiamo all'Aula.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Presidente, i pareri sono conformi a quelli del relatore di maggioranza.

  ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, per mia distrazione non ho inteso i pareri sui subemendamenti all'emendamento 2.100 delle Commissioni.

  PRESIDENTE. I subemendamenti sono decaduti.

  ANTONIO PALMIERI. Perché ? Non sono a bilancio !

  PRESIDENTE. Perché erano riferiti ad un emendamento su cui la Commissione bilancio aveva posto una condizione ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, e quindi si era spiegato ad inizio seduta che erano decaduti. Me l'hanno ricordato gli uffici perché non presiedevo io ad inizio seduta.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Presidente, c’è un errore in uno dei pareri: sull'emendamento Santerini 2.51 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene. Inizialmente invece era stato detto contrario; quindi, è favorevole. Perfetto.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quintarelli 2.52.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Presidente, intervengo solo per ritirare l'emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, facciamo nostro l'emendamento Quintarelli 2.52.

Pag. 40

  PRESIDENTE. Perfetto. Lo fa il responsabile d'Aula, che vedo che annuisce... Sta bene.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, per dichiarare a titolo personale il voto favorevole: mi auguro che nel cammino successivo ci sia, come è accaduto per l'articolo 1, una positiva opera di riduzione del danno, ma mi sembra importante dare il segnale. Io vi prego, lasciate da parte per un istante gli aspetti teorici e formali, il free speech, la libertà d'espressione su cui immaginate la mia sensibilità di liberale, ma vi prego solo di considerare invece gli aspetti pratici e sostanziali. Che cosa accadrà ? Migliaia, decine di migliaia di segnalazioni, che arriveranno sul tavolo del Garante, un collo di bottiglia, un imbuto: fatalmente situazioni simili saranno trattate in modo diverso, fatalmente ogni decisione del Garante innescherà un pazzesco dibattito in rete, perché sì, perché no. Quello che dovrebbe diventare un momento di chiarimento dei conflitti, diventerà un momento di ulteriore rilancio dei conflitti, del caos, non della certezza ma dell'incertezza del diritto; e i veri casi, veri veri veri, saranno sepolti sotto una montagna di polemiche su altri casi meno significativi. Vi prego, riflettete, riflettiamo: oltre il manifesto ed il titolo, ragioniamo sugli effetti concreti di quello che accadrà quando sarà finita l'edizione del telegiornale in cui si dirà che il Parlamento ha approvato, eccetera eccetera; pensiamo ai mesi e agli anni successivi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, io devo leggere questo articolo 2, perché tutti, anche le persone più distratte o meno impegnate sul provvedimento, devono prendere contezza, perché il problema qui è proprio la consapevolezza. Esattamente come nel bullismo, c’è una strana simmetria, una strana specularità. Nel bullismo una definizione che non si è voluta mettere è che il prepotente, il bullo, che può fare degli atti anche contra legem, è inconsapevole di commettere dei reati: questa è la definizione anche di bullismo, ed è per quello che si applica all'età evolutiva. Estenderla ai maggiorenni crea un minestrone, un frullato misto frutta di maggiorenni e minorenni che, ovviamente, devono prevedere delle situazioni e delle fattispecie di presa in carico, di gestione e di discussione completamente diverse.
  Vediamo l'articolo 2: «Istanza a tutela delle persone offese». Per chiarezza, prima, specifichiamo: «Tutela della dignità del minore». Già abbiamo abbassato il livello. Chiunque, anche minore ultraquattordicenne – no, adesso è stato levato, va bene –, nonché ciascun genitore o soggetto esercente la responsabilità di un minore – la prendiamo larga, rimaniamo sui minori e, poi, c’è la rincorsa e si va sui maggiorenni – che abbia subito un atto di cyberbullismo può inoltrare un'istanza al gestore del sito Internet, dei social media, del servizio di messaggistica istantanea o di qualsiasi rete di comunicazione e trasmissione elettronica e anche al Garante per la protezione dei dati personali. E qui immaginiamo una squadra di Batman all'interno degli uffici del Garante della privacy che saranno appunto, vestiti con il costume apposito e saranno pronti a ricevere queste migliaia e migliaia di segnalazioni quotidiane, di cui alcune non avranno proprio oggetto di essere prese in carico, altre andranno a confliggere con il diritto di critica, con il diritto di satira, con il diritto di cronaca di semplici cittadini.
  E là dove c’è questo conflitto, immaginate queste persone, questi Batman superesperti che hanno già letto le sentenze della Corte di Cassazione in merito alla libertà e ai limiti dell'espressione di giudizio, che stabiliscono che anche la critica, quando è aspra, non può essere oscurata, non può essere assolutamente oscurata. Vediamo se questi pubblici ufficiali, che non sono pubblici ufficiali del Garante Pag. 41della privacy, avranno consapevolezza dei loro limiti nel momento in cui dovranno oscurare, che ne so, una persona con la legge n. 104, dovranno oscurare delle offese o delle derisioni. Immaginiamo che il padre di Renzi abbia la legge n. 104, vada tutte le settimane nel suo comune per affari propri – e per affari intendo anche per affari – e, a un certo punto, delle persone iniziano a fare dei collegamenti o tirano fuori delle informazioni di cui bisogna parlare nelle sedi apposite.
  In questo momento, la Repubblica italiana, le leggi italiane stabiliscono che non è censurabile una manifestazione del libero pensiero, se non c’è reato, che viene stabilito ex post: non può essere stabilito ex ante tra ottantenni che discutono in rete e che fanno una polemica aspra. Eppure, qui legiferiamo come se fossimo all'anno zero, senza sapere che ci sono sentenze della Corte di Cassazione che dovranno essere conosciute, senza sapere che c’è tutta una giurisprudenza europea, una giurisprudenza italiana sul diritto all'informazione, il diritto passivo e il diritto attivo. Eppure, si butta in mezzo questo articolo 2, questo comma 1, in cui sostanzialmente, come ho detto prima, da parte della maggioranza si dissimula che l'oggetto è quella singola mela. Non è la singola mela, ci sono altre otto angurie su cui state legiferando e state continuando a dire che l'oggetto è la singola mela mentre, invece, ci sono otto angurie che saranno oggetto di questo articolo 2...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ...e che potranno, tra l'altro, litigare fra di loro, insultarsi fra di loro e ci dovranno essere degli arbitri non meglio specificati che dovranno capire e comprendere proprio quella discussione negli Stati Uniti su...

  PRESIDENTE. Onorevole Baroni, contenga la frutta, perché il tempo è scaduto da 15 secondi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MASSIMO ENRICO BARONI. Guardi, io la conterrei volentieri, ma dovrebbe essere il PD a contenere la frutta...

  PRESIDENTE. Va bene...

  MASSIMO ENRICO BARONI. ...perché non si mescolano le angurie con le mele, se le mele sono per i minorenni (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Va bene. La ringrazio, onorevole Baroni. Colleghi, basta ! Colleghi, per favore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, liberiamo l'emiciclo ? Mettiamo l'onorevole Ferraresi nelle condizioni di poter intervenire ? Onorevole Palese ! Colleghi, per favore ! Che c’è qui una riunione di gruppo in corso ? Prego.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. È ovvio che una volta votato l'emendamento 2.100 delle Commissioni la discussione su questo articolo 2 sarà prevalentemente chiusa. Noi avevamo fatto dei subemendamenti a questo emendamento delle Commissioni affari sociali e giustizia non, ovviamente, per toccare l'ambito delle coperture, su cui si è espressa la Commissione bilancio, ma per toccare il merito. Il merito che volevamo introdurre non aveva bisogno di alcuna copertura finanziaria. Voglio che rimanga agli atti che era questa la nostra espressione per cercare di limitare il danno, ovvero che l'istanza a tutela delle persone offese al Garante della privacy non si poteva attivare in ogni caso per un oscuramento, una rimozione o un blocco dei contenuti specifici quando siano questi contenuti espressione del diritto di cronaca, di satira o di critica politica, anche aspra. Questo è quello che volevamo dire.
  Successivamente, ovviamente, interverremo sull'emendamento 2.100 delle Commissioni per rafforzare quella che, prima Pag. 42di tutto, è una norma che non è sostenibile sul piano delle risorse del Garante e, poi, anche, appunto, per altri motivi di merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Intervengo ai sensi dell'articolo 8 e seguenti: il buon andamento dell'Aula. Il mio collega Baroni ha espresso un'opinione usando una similitudine che chiunque di voi potrebbe utilizzare. Invito la Presidenza, la prossima volta, magari, a non sottolineare un'espressione perché non è il luogo esatto: magari fuori, nei corridoi, potrebbe farlo, ma in Aula ce la potremmo risparmiare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). La invito a non sottolinearlo successivamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.

  EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Molto brevemente, ricordo soltanto quanto oggi andrebbe rivista l'attività del Garante, che si è risolta ormai in un'attività puramente burocratica e difficilmente di tutela; e quanto questo articolo, nella parte che riguarda il Garante, diventerebbe esattamente questo: un aggravio rispetto al Garante, ma sul piano puramente burocratico. Quindi, noi deleghiamo al Garante un compito che si risolverebbe esclusivamente in una serie di pratiche inevase e in una burocratizzazione di una questione così delicata come la tutela delle persone in un ambito, appunto, di danno alle persone, di violenza alle persone che il Garante non riuscirebbe assolutamente a tutelare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Presidente, in conseguenza del ragionamento che abbiamo già provato a fare prima, si è individuata una fattispecie molto larga e la si è estesa potenzialmente a tutti i cittadini italiani. Tra l'altro, è evidente che noi diciamo non «chiunque». Qui c’è scritto «chiunque abbia subito cyberbullismo». Sarebbe più corretto dire di base «chiunque ritenga di aver subito», perché non esiste nemmeno un terzo giudicante in mezzo. Quindi, chiunque ritenga soggettivamente di aver subito un atto fa una richiesta. Mi risulta avvenga già adesso: quotidianamente, chiunque può fare richiesta ai social network o ai siti, eccetera, di rimuovere contenuti. Ognuno ha le sue policy e valuta, secondo la propria policy, se rimuovere o meno.
  Fino a qui tutto corretto e proprio perché è così non vedo quale fosse la necessità di normare, cioè di scrivere all'interno di una legge quello che quotidianamente avviene nei rapporti, in questo caso, fra privati.
  Poi, interviene il Garante e lì c’è un problema, perché io non so se la Commissione si sia interrogata – io lo farei, lo faccio anche qui davanti a voi – su quanti siano quotidianamente i casi che, potenzialmente, possono essere ricondotti in questa fattispecie. Temo siano migliaia. Temo perché, per quel poco che conosco anche solo dei social network che frequento, capita molto spesso a me stesso di segnalare pagine, contenuti o altro che io, personalmente, qualche volta con ragione, rispetto alla policy di Facebook, vedo che oscurano, cancellano, rimuovono, bloccano; qualche volta no. Ora, io devo immaginare ogni volta che io non ritenga di essere soddisfatto rispetto alla scelta, in questo caso, di un'azienda privata, che sempre privata è e che sempre è residente in uno Stato estero... Perché, poi, noi parliamo in termini generali, ma quasi sempre ci rifermiamo nella prassi a uno, due, tre social, di questo parliamo, perché è lì che circolano le informazioni che poi spaventano o meno tutti noi; se non addirittura in chat come WhatsApp, private, in cui non c’è neanche una diffusione Pag. 43teorica fuori dalla cerchia di chi partecipa alla singola. Quindi, ogni volta che io non sono soddisfatto si deve immaginare che ricorra al Garante ? Non so la Commissione bilancio cosa abbia pensato di questo approccio, perché, se dobbiamo essere conseguenti rispetto alla norma che stiamo facendo, dovremmo, probabilmente, moltiplicare per cento gli addetti al Garante, perché il Garante non ha il logaritmo, a differenza di Facebook.
  Quindi, ha qualche difficoltà ad avere dei meccanismi automatici di valutazione che scremino almeno alla radice quelli che sono i reclami fatti. Se ogni giorno al Garante arrivassero migliaia di richieste di oscuramento, cancellazione, blocco, eccetera eccetera, il Garante che fa ? Soddisfa i primi che arrivano, in ordine di arrivo, e sugli altri alza le braccia e si arrende, creando quindi, di fatto, una discriminazione anche nel trattamento tra un cittadino e l'altro ? Questo è il rischio che vedo ed è il motivo per cui voteremo a favore della soppressione, abbiamo altri emendamenti: perché riteniamo, come ho detto, che, se una legge si prende sul serio e vuole produrre dei risultati, perché li ritiene importanti, lo fa fino in fondo, con risorse, mezzi e quant'altro, e potremmo anche essere d'accordo.
  Altrimenti, si lascia il mondo com’è, se non si vogliono investire risorse – questa legge, evidentemente, non lo fa nello specifico atto – e il mondo così com’è adesso funziona molto male sotto alcuni aspetti, però il fatto che un video diventi virale, per essere chiari, ora che si è arrivati al Garante e tutto il resto, il video, purtroppo, si è già viralizzato e gli effetti che doveva produrre li ha già fatti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beni. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI. Presidente, solo per chiarire brevissimamente: noi, con queste norme contenute nell'articolo 2, vogliamo semplicemente offrire una possibilità a chi è vittima di questi episodi di tutelarsi e di proteggersi, e la prima forma di tutela e di protezione che serve – chi è vittima di questi episodi lo sa benissimo – è la rimozione dell'oggetto dell'atto di persecuzione, la cancellazione dai siti, dal web, eccetera. Questo è quanto, mi sembra una cosa molto semplice. Allora, le domande, le obiezioni che i colleghi hanno fatto: succede il diluvio ? Arriveranno milioni di segnalazioni e sarà una cosa impossibile da gestire ? No, perché già adesso questo viene fatto in grandissima parte, viene fatto dai maggiori fornitori di servizi nel settore.
  Noi soltanto lo regolamentiamo, diciamo che va comunque fatto, che devono farlo tutti e dotarsi tutti di procedure che non è detto debbano essere uguali per tutti, ma devono averla una procedura per poter rispondere a questa istanza. Poi, il Garante sarà sommerso ? No, perché il Garante proporremo, come vedremo più avanti nell'emendamento della Commissione, che intervenga solo in seconda battuta, perché in gran parte il problema oggi è risolto dai fornitori di servizi direttamente, e in seconda battuta avrà un compito che già in parte svolge, perché già in parte è compito del Garante occuparsi di questo.
  Lo ha confermato lo stesso Garante nell'audizione che abbiamo fatto. Infine, ultima questione: tutto questo sarà un diritto aperto a tutti di invocare la censura rispetto alle proprie libere espressioni ? No, perché i contenuti di cui si chiede l'oscuramento o la rimozione devono rientrare coerentemente dentro quelle condotte citate al comma 2 dell'articolo 1 e devono stare nelle finalità volute, volontarie di quell'intento persecutorio. E questo non c'entra niente, se mi consentite, né con il diritto di cronaca né con il diritto di critica, anche aspra se volete, né con la satira. Per favore, cerchiamo di non far finta di non capire di cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

Pag. 44

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, io ripartirei dalla stessa domanda che si è fatto il relatore: il Garante sarà sommerso ? La risposta, in realtà, è «sì», perché il Garante ha l'obbligo di vigilare, perché è questo che viene stabilito con la legge. E, tra l'altro, per sottolineare quanto detto, cioè il fatto che il Garante, per poter fare questo tipo di lavoro, avrà bisogno di personale, avrà bisogno di strumenti, avrà bisogno di risorse, voglio leggere proprio il parere che dà la Commissione bilancio stamattina in merito, quando dice: l'articolo 2, che prevede, tra l'altro, che il Garante per la protezione dei dati personali intervenga direttamente qualora il responsabile non abbia provveduto all'oscuramento, alla rimozione e al blocco dei contenuti specifici, eccetera eccetera, appare suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri non quantificati e privi della necessaria copertura finanziaria, giacché, rispetto al testo trasmesso dal Senato, configura un vero e proprio obbligo di vigilanza a carico del Garante medesimo. Parole della Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.52, ritirato dall'onorevole Quintarelli e fatto proprio dal MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.53 Quintarelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente. Pensavo di intervenire sul successivo emendamento 2.100, però penso che sia più opportuno farlo ora.

  PRESIDENTE. Anche perché il successivo è l'emendamento 2.56 Ferraresi.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. No, intendevo un successivo emendamento che ci sarà più avanti. Devo dire che condivido le motivazioni e le spinte a fare questa cosa, lo spirito originario di fare educazione e via dicendo. Tuttavia, di questa norma mi preoccupano gli effetti collaterali, perché, se pure è vero quello che diceva poc'anzi il relatore, che si intende puntare in una direzione, però, dal mio punto di vista, non possiamo chiuderci gli occhi rispetto al fatto che questa norma produrrà degli effetti collaterali. A chi mi chiedeva un parere su questa norma, dicevo che questo è un equilibrio su chi andiamo ad intervenire, per che cosa e come andiamo a intervenire. Se si rompe l'equilibrio, viene fuori un pasticcio.
  Quindi, cambiare singole cose è molto complicato. Per quanto riguarda la rimozione dei contenuti, è bene che sappiamo che mensilmente già oggi avvengono migliaia di rimozioni dei contenuti fatte dai titolari dei copyright, con sorveglianza da parte dell'Autorità delle comunicazioni; quindi, non la fattispecie, che richiamava poco fa il collega Paglia, del fatto che io segnalo un contenuto. Quindi, una procedura che poi coinvolge un'autorità, e questo avviene grazie a dei meccanismi offerti dai grandi fornitori in tempo reale, quasi reale, al massimo, nella peggiore delle ipotesi, in 48 ore.
  Quindi, questi meccanismi di rimozione dei contenuti esistono e funzionano, ci torno dopo; per i grandi fornitori questo non è un problema e non rileva. L'effetto collaterale che io temo è sui piccoli, è sui blog, soprattutto alla luce della definizione che è stata data di gestore del sito, dove abbiamo detto che il gestore del sito – è l'articolo precedente – non è il fornitore, di cui alla direttiva e-commerce, esenzione, il mere conduit, caching e hosting. Quindi, chi è il gestore ? Qui si apre un problema, Pag. 45perché non è il titolare del trattamento. Chiunque di noi è un gestore; il fatto, poi, di rivolgersi al Garante fa ritenere legittimo ritenere che chiunque di noi gestore viene assimilato a un titolare del trattamento.
  Il titolare del trattamento, per un trattamento indebito, può essere sanzionato fino a 180 mila euro, quindi questa cosa riguarda tutti noi che abbiamo un blog, anche quelli che hanno fatto un blog per le elezioni, tre anni fa, e poi lo hanno abbandonato, anzi soprattutto a loro, laddove poi qualcuno arrivi a postare dei commenti – ne bastano due – usando degli epiteti di cui all'articolo precedente relativo a forma fisica, eccetera.
  Viene stabilito un tempo di intervento di 24 ore, quindi immaginatevi che questo accada sul vostro blog: io posto sul blog di un collega dei commenti ripetuti che fanno riferimento a questa cosa, nel giro di 24 ore, in un blog che voi magari non vedete più da tre anni, siete tenuti ad intervenire. Dopodiché, io vado dal Garante della privacy, il quale potrebbe arrivare a comminarmi una sanzione di 180 mila euro.
  Ora, io voglio sottolineare lo spirito costruttivo che c’è stato nei lavori in Commissione negli ultimi giorni da parte dei presidenti e da parte del relatore. È stato uno spirito molto costruttivo; purtroppo sulla strada vi è stato il parere della Commissione bilancio sull'emendamento 2.100, che ha precluso ogni miglioramento successivo, anzi, fatemi dire, ogni emendamento precedente già discusso con i relatori, per i quali c'era una larga condivisione, e abbiamo avuto l'impossibilità di migliorare il testo.
  Concludo. Io temo che uno degli effetti collaterali è che di questa norma si parlerà in giro per il mondo in termini non lusinghieri e che gli effetti saranno confrontabili a quello che è già successo nelle legislature passate. L'obiettivo è corretto, le modalità con cui stiamo applicandolo, per effetto di quel vincolo dato dalla Commissione bilancio, per il fatto che non abbiamo provveduto a uno stanziamento adeguato, eccetera, o ad immaginare altre modalità, magari riferendosi a quelle già in atto, come dicevo prima, in materia di copyright, ecco, io penso che il lavoro sarà decisamente subottimale.
  Per questo, voterò favorevolmente a questo mio emendamento, e così farà il gruppo di Scelta Civica, che naturalmente prevede il fatto che sia dotato di maggiori risorse il Garante della privacy, e poi annuncio che non parteciperò alle votazioni sugli emendamenti successivi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, siamo, credo, in dirittura d'arrivo, non so se questo è l'ultimo voto della giornata...

  PRESIDENTE. Incredibilmente sì !

  ANTONIO PALMIERI. E allora vorrei lasciare agli atti un sostegno a quanto detto dal collega Quintarelli, peraltro invitandolo a partecipare comunque al resto dei lavori, perché il suo contributo sarà prezioso alla ripresa, perché noi non dobbiamo perdere la speranza che la ragionevolezza e le ragioni che noi sapremo portare possano, come è già successo, indurre relatori, maggioranza e Governo a cambiare opinione, ma, ciò premesso, per sottoscrivere quanto lui ha detto e anche per sottoscrivere il suo emendamento, proprio perché, e quello che lui ha ricordato, abbiamo già detto, a proposito delle parti finali del precedente articolo: qui andiamo a mettere in campo una serie di provvedimenti e di doveri da svolgere in capo a singoli, che rischiano inconsapevolmente di essere coinvolti in situazioni delle quali sono completamente all'oscuro. E quindi non ho fiducia che su questo emendamento si possa fare centro, ho fiducia però sul fatto che i giorni che passeranno da oggi a martedì possano indurre i relatori a ripensare l'articolazione del loro emendamento 2.100, e a poterne proporre una formulazione, come chiesto da emendamenti successivi, che, quanto meno, chirurgicamente, in un'ottica – e termino – Pag. 46di riduzione del danno, escluda i gestori dei singoli blog o dei singoli siti Internet.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.
  Colleghi, però non è così che funziona.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Solo per chiedere di aggiungere la mia firma a questo emendamento e per condividere le preoccupazioni espresse dai due colleghi che mi hanno preceduto. Il fine è giusto, ma rischiamo di vanificarlo non avendo sufficiente attenzione al dettaglio della norma che facciamo. Segnalo il prossimo emendamento 2.100, che potrebbe invece essere un'occasione per riprendere questa discussione e forse ottenere un importante miglioramento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero.

  MATTEO MANTERO. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.

  IVAN CATALANO. Grazie, Presidente. Condividendo l'intervento del collega Quintarelli, vorrei anch'io apporre la mia firma all'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Anche noi, avendo cambiato il parere, chiediamo di aggiungere la firma del MoVimento 5 Stelle a supporto di questo emendamento.

  PRESIDENTE. A questo punto, su questo, a fronte di una notizia pervenuta alla Presidenza, domando al relatore Ferraresi se intende cambiare il parere.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sì, cambio il parere da remissione all'Aula a parere favorevole.

  PRESIDENTE. Perfetto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Innanzitutto la ringrazio per avermi fatto la chiosa sulla metafora di prima, ma il motivo, la narrazione è importante, l'immagine che sto cercando di creare è importante (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Basta, colleghi per favore !

  MASSIMO ENRICO BARONI. Quindi, questo emendamento che noi abbiamo controfirmato riporta la possibilità di oscurare per quei 6 milioni di infraventunenni che normalmente navigano su Internet, contro – ripetiamo – gli altri 54 milioni, per cui la metafora è ancora valida. Con questo emendamento noi andiamo a normare e a regolamentare gli atti, gli atti bullistici di minorenni, ciascun minore. Con l'allargamento che aveva fatto il PD, invece, c'era la solita frasetta «ciascuno, anche minore», quindi questa cosa non andava assolutamente bene. Noi siamo favorevoli come lo eravamo al Senato, siamo favorevoli, come in discussione, per quanto riguarda la gestione delle comunicazioni tra minorenni, che deve essere anche gestita da autorità, qualora i genitori siano assenti per le più svariate motivazioni.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Baroni, ovviamente la chiosa non era riferita a riferimenti ortofrutticoli, che hanno una lunga tradizione in quest'Aula, ma allo sforamento dei tempi che, purtroppo anch'esso, ha una lunga tradizione, ma deve essere un po’ contenuto dalla Presidenza.Pag. 47
  Aveva chiesto di intervenire il Governo, ma prima aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Grazie, Presidente. Solo per dire che appongo la mia firma all'emendamento Quintarelli.

  PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Librandi sottoscrive l'emendamento.
  Sottosegretario Ferri, se intende intervenire, lo faccia ora o mai più.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Scusi, non volevo intralciare i lavori, la ringrazio di avermi dato la parola. Su questo emendamento, visto che c’è stata un po’ di discussione, se i lavori terminano comunque tra poco, chiedevo se era possibile rinviare la votazione su questo emendamento, così abbiamo modo di rifletterci ancora ulteriormente (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia), tanto non penso si intralci...

  PRESIDENTE. Allora, siccome è intervenuto il Governo, teoricamente riapre la discussione, io a questo punto consulterei il relatore per chiedere un parere del relatore di maggioranza e anche del relatore di minoranza, se intendano accantonare l'emendamento e, a questo punto, sospendiamo qui i lavori.

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione. Ma, Presidente, francamente non vedrei l'utilità, però ci sono ancora altri interventi, poi c’è comunque l'emendamento della Commissione...

  PRESIDENTE. Colleghi... mi perdoni un secondo... per favore, colleghi, c’è una proposta di accantonamento da parte...

  PAOLO BENI, Relatore per la maggioranza per la XII Commissione.. ..se i gruppi si sono dati l'intesa di sospendere i lavori, forse accantonarlo è meglio, perché non riusciamo a concludere l'esame, ma unicamente per questo...

  PRESIDENTE. Perfetto, allora accantoniamo l'emendamento 2.53 Quintarelli e sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di martedì 20 settembre.
  Prima, però, avverto che il gruppo SEL ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per questa fase, cioè per il seguito, e la Presidenza concede, essendone stata fatta richiesta, un terzo dei tempi aggiuntivi.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 14,04).

  PRESIDENTE. Avverto che su richiesta della presentatrice e con l'accordo unanime dei gruppi, nella seduta di lunedì 19 settembre non avrà luogo la discussione sulle linee generali della mozione relativa al riconoscimento del genocidio del popolo yazida. Nelle sedute delle giornate successive, in luogo del solo seguito della discussione, sarà quindi iscritto in calendario, nella medesima collocazione, l'esame di tale atto di indirizzo nel suo complesso.

Interventi di fine seduta (ore 14,05).

  MASSIMO PARISI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
  Colleghi, per favore... chiedo ai colleghi se riescono a liberare l'emiciclo e a quelli che rimangono in Aula se riescono a stare in silenzio, se no potete tranquillamente uscire, le votazioni non ci sono più. Per favore, colleghi...
  Onorevole Parisi, prego.

  MASSIMO PARISI. Signor Presidente, ho chiesto la parola per un intervento di fine seduta, perché oggi ricorre il decennale della scomparsa di Oriana Fallaci, una grande donna, una grandissima fiorentina, e ritenevo giusto ricordarlo in quest'Aula. Sulla sua lapide, sulla lapide al Pag. 48cimitero degli Allori, che è un cimitero alle porte di Firenze, c’è scritta una sola parola, oltre il nome, il cognome, la data di nascita e di morte che, purtroppo, è, appunto, il 15 settembre del 2006; c’è scritto: scrittore. Oriana Fallaci, scrittore. Ecco, Oriana Fallaci ha detto lei stessa e l'ha scolpito nella pietra della sua lapide come voleva essere ricordata; eppure, è stata molte cose, moltissime cose e lo sappiamo. Fu staffetta partigiana durante la Resistenza, è stata una incredibile giornalista, l'unica giornalista italiana inviata in Vietnam, al fronte, è stata l'unica ad intervistare personaggi che hanno segnato la storia del Novecento, da Khomeini a Kissinger e a tanti altri; è stata l'autrice di un libro straordinario a cui sono particolarmente affezionato e sono convinto che molti colleghi lo saranno come me, un libro che da solo ha venduto oltre 4 milioni di copie, si intitolava «Lettera a un bambino mai nato». Ebbene, oggi, Firenze, la sua città, che è anche la mia città, colmerà con colpevole ritardo un vuoto; alla Fallaci, oggi, verrà intitolata una piazza, una fermata del tram; è una buona cosa e per il mio modo di fare politica ogni tanto bisogna anche guardare il bicchiere mezzo pieno e non solo mezzo vuoto. Seppure in ritardo questa è una buona cosa, perché Firenze, finora, non aveva fatto un gesto del genere e si colma, così, un ritardo notevole. È un primo passo, poco; un altro passo avrei voluto che fosse una commemorazione ufficiale in quest'Aula per il decennale, ne ho fatto richiesta e mi è stato giustamente e cortesemente fatto presente che non ci sono precedenti; però con questo intervento a fine seduta, a cui forse seguiranno interventi di altri colleghi, mi è sembrato giusto ricordarlo lo stesso in quest'Aula e ricordare anche che la stessa vita di Oriana Fallaci, come straordinaria protagonista del Novecento della letteratura italiana, del giornalismo italiano, della storia di questo Paese, è una vita senza precedenti. Per questo forse valeva la pena fare uno sforzo ulteriore; nel mio piccolo, nel ruolo di deputato di quella stessa città che ha dato i natali a Oriana Fallaci, ho ritenuto di dover intervenire in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  ELENA CENTEMERO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Anche io intervengo, oggi, in quest'Aula, per ricordare Oriana Fallaci. Oriana Fallaci moriva il 15 settembre del 2006, 10 anni fa; mi piace ricordare, oggi, qui, una donna libera, una donna intelligente, una donna coraggiosa, una donna scomoda perché al di fuori delle ideologie. Le parole contano, contano sempre, e la realtà è ostinata e si afferma sempre, al di là delle ideologie, e guarda un po’ proprio quella realtà, che Oriana descriveva, che continua oggi ad affermarsi e a darle ragione, anche a dieci anni di distanza. Mi piace ricordarla, qui, oggi, come donna e come giornalista, citando alcune delle sue opere più belle che ho letto. Cito per prima «Lettera ad un bambino mai nato» e poi «Un uomo», due testi in cui si ergono due esperienze dolorose per una donna, l'aborto e l'amore. Ricordo anche «Intervista con il potere»; leggerò poche righe di questo testo, di questo libro, che descrivono il posto delle donne nella società e nella storia, ma soprattutto il modo in cui le donne guardano al potere.
  Oriana scriveva: «Perché costringere le donne a nascondersi come fagotti sotto un indumento (il chador) scomodo e assurdo, con cui non si può lavorare né muoversi ? Eppure, anche qui, le donne hanno dimostrato di essere uguali agli uomini. Come gli uomini si sono battute, sono state imprigionate, torturate, come gli uomini hanno fatto la rivoluzione»; era il settembre 1979 e Oriana Fallaci stava intervistando, per il Corriere della Sera,, l'Ayatollah Khomeini. Ecco, voglio ricordarla così; questa era Oriana Fallaci, la donna più libera, geniale e insolente del giornalismo italiano, la donna numero uno al mondo Pag. 49tra le giornaliste, una donna e una giornalista che meritava il ricordo e la commemorazione di quest'Aula nel decimo anno dall'anniversario della sua morte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  DAVID ERMINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Signor Presidente, anch'io intervengo per ricordare Oriana Fallaci a dieci anni dalla morte. Oriana Fallaci era una fiorentina; quando le chiedevano: da quale Paese viene, lei diceva: Firenze; poi diceva: Italia. Si sentiva fiorentina e andava orgogliosa anche di parlare fiorentino.
  Oggi, la sua città la ricorda, la ricorda con una manifestazione pubblica che si sta svolgendo nella sua città e la vogliamo ricordare, anche qua, in Parlamento, ma la vogliamo ricordare per la sua vita, per quello che era, per la libertà che aveva. Molti, soprattutto i giovani, se la ricordano per quello che ha scritto dopo l'11 settembre del 2001, ma Oriana Fallaci è stata molto di più.
  Oriana Fallaci, forse la più nota giornalista italiana al mondo, come veniva ricordato anche dai colleghi, è colei che ha intervistato i grandi personaggi del mondo, è quella che per la prima volta ha fatto, da giornalista donna, quello che era sempre riservato agli uomini, ce la ricordiamo in «Niente e così sia», il bellissimo reportage che lei ha scritto, quel libro molto bello che abbiamo letto tanti anni fa; poi, «Lettera a un bambino mai nato» e tutte le sue altre opere; era una donna libera. Una donna che nasce in una famiglia di sinistra, suo padre ha fatto la Resistenza, lei era una staffetta, da giovane ha partecipato alla Resistenza, suo padre era iscritto al Partito Socialista, poi, successivamente, nel secondo dopoguerra. È una donna che, però, si è sentita sempre libera di dire quello che voleva; ha tenuto delle posizioni qualche volta molto dure, però sempre dettate da una grandissima buona fede e da un grande convincimento personale. Oggi, Firenze la ricorda, la ricorda il Parlamento e la ricordiamo tutti noi (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio e ringrazio, quindi, i colleghi Parisi, Centemero ed Ermini. La Presidenza si unisce al ricordo.

  DALILA NESCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Il mio è un sollecito per una risposta all'interrogazione n. 4-13525, dello scorso 21 giugno, che riassume una vicenda, un contesto generale di dubbia gestione pubblica in materia di insegnamento musicale nella regione Calabria, con approfondimenti in corso da parte della procura di Vibo Valentia.
  Sarebbe necessario un solerte e deciso intervento del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca; per come dimostrato, appunto, nella premessa dell'atto in questione, un intervento sarebbe più che mai opportuno. In Calabria, infatti, troppo spesso le istituzioni sembrano un corpo a sé, che ha il volto dell'antistato e non di rado le regole vengono stravolte negli uffici pubblici, calpestate, interpretate a piacere o modificate in relazione a vantaggi privati da conservare, rendite da mantenere e favori da rendere. Mi auguro, quindi, che il Ministero voglia rispondere ai quesiti posti nella mia interrogazione e disporre, nello specifico, un'accurata ispezione al fine di accertare i fatti, prima che arrivino le conclusioni della procura, e tutelare ovviamente l'amministrazione pubblica e gli interessi superiori della collettività.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Nesci, la Presidenza si farà parte diligente nel sollecito dell'interrogazione da lei richiamata.

  CAMILLA SGAMBATO. Chiedo di parlare.

Pag. 50

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CAMILLA SGAMBATO. Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per segnalare un fatto gravissimo che coinvolge centinaia di studenti disabili, a Napoli. Il comune di Napoli, infatti, non ha stanziato i fondi per indire le gare e assegnare il servizio di assistenza e sostegno agli operatori occupati presso le cooperative. Parliamo di 1.200.000 euro che non sono stati previsti nel bilancio di previsione approvato ad agosto.
  Si stanno così violando i livelli essenziali del diritto allo studio degli alunni con disabilità e questo è un fatto gravissimo proprio ora che il Governo e il Parlamento, con grande sensibilità, sono intervenuti stanziando 100 milioni di euro per il sostegno agli studenti disabili.
  Sarebbe importante che anche l'amministrazione comunale di Napoli dimostrasse la stessa attenzione nei confronti dei disabili, dei seicento studenti delle materne e delle superiori e dei lavoratori che aspettano di essere stabilizzati.
  Il gruppo del Partito Democratico al comune di Napoli ha presentato un'interrogazione urgente e sta lavorando perché si giunga in tempi rapidi alla soluzione del problema. Il sindaco De Magistris faccia meno chiacchiere si metta al servizio dei cittadini soprattutto di quelli più fragili, predisponga gli atti necessari per assicurare la copertura finanziaria per questo servizio essenziale, non può negare il diritto alla scuola agli studenti disabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MATTIA FANTINATI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTIA FANTINATI. Il 9 maggio scorso il Premier scriveva «abbiamo lanciato ieri un appello a tutti gli italiani. Segnalateci i luoghi dell'identità e della bellezza che hanno bisogno di un aiuto economico e finanziario per ripartire. L’e-mail è semplice: bellezzagoverno.it. Ci sono, pronti, 150 milioni di euro che vanno assegnati entro il 10 agosto. Le segnalazioni dovranno arrivare entro il 31 maggio (...) Segnalate i luoghi che a vostro giudizio aiutano il nostro territorio a essere comunità. Perché su questo tema ci giochiamo il futuro dell'Europa, vedrete...». Poi il Premier continuava dicendo che si istituirà una Commissione ad hoc per valutare i progetti.
  A parte che la domanda sorge spontanea: ma i tecnici del Mibact, Ministro compreso, non hanno una strategia per valutare la priorità degli interventi sul territorio ? Hanno bisogno di un televoto come in Miss Italia ?
  Ancora una volta, ma vi assicuro che saranno sempre di meno, gli italiani ci hanno creduto. Da ogni angolo dell'Italia sono arrivate richieste da parte di cittadini, associazioni e comuni, si parla di 140 mila e-mail e 8000 luoghi. Il Governo a distanza di quattro mesi, che ha fatto ? Commissione nominata per aggiudicare ? Assolutamente niente. Decreto per assegnare i soldi ? Manco l'ombra. Risultato ? Nessuna graduatoria e nessun progetto scelto, nulla, soltanto una pagina web e questa cartina con i segnalibri colorati, regione per regione, che chiaramente non si possono né cliccare, né ingrandire e né capire. Insomma un maxi spot alla Renzi.
  Questo Governo vuole una promozione turistica in capo al sistema nazionale, che ritorni in capo al sistema nazionale, ma se lo gestisce in un modo così squallido, siamo sicuri che sia meglio così ?

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 16 settembre 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 14,15.

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SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nelle votazioni nn. 1, 2 e 3 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 1, 2 e 4 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nella votazione n. 9 la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita a ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni dalla n. 10 alla n. 24 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 11 il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 13 i deputati Monchiero, Romanini e Iacono hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 14 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 15 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 18 il deputato Biasotti ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nella votazione n. 19 il deputato Alberto Giorgetti ha segnalato che non è riuscito a votare e la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 25 il deputato Donati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 25 la deputata Grillo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.

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VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 3139-A e abb. - em. 1.70 377 294 83 148 13 281 94 Resp.
2 Nom. em. 1.68 382 366 16 184 82 284 94 Resp.
3 Nom. em. 1.69 384 377 7 189 85 292 93 Resp.
4 Nom. em. 1.73 409 402 7 202 33 369 90 Resp.
5 Nom. em. 1.71 403 385 18 193 127 258 90 Resp.
6 Nom. em. 1.74 398 384 14 193 130 254 90 Resp.
7 Nom. em. 1.72 402 369 33 185 39 330 90 Resp.
8 Nom. em. 1.75 402 298 104 150 43 255 89 Resp.
9 Nom. em. 1.200 406 278 128 140 272 6 89 Appr.
10 Nom. em. 1.77 401 391 10 196 98 293 88 Resp.
11 Nom. em. 1.79 416 398 18 200 107 291 87 Resp.
12 Nom. em. 1.81 415 390 25 196 125 265 87 Resp.
13 Nom. em. 1.82 398 303 95 152 302 1 87 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.52 411 390 21 196 389 1 86 Appr.
15 Nom. em. 1.61, 1.90 404 392 12 197 392 86 Appr.
16 Nom. em. 1.100 410 403 7 202 116 287 86 Resp.
17 Nom. em. 1.93 409 392 17 197 388 4 86 Appr.
18 Nom. em. 1.53, 1.59, 1.62, 1.92 405 405 203 404 1 86 Appr.
19 Nom. em. 1.63 397 388 9 195 150 238 86 Resp.
20 Nom. em. 1.98 405 399 6 200 150 249 86 Resp.
21 Nom. em. 1.54 402 401 1 201 400 1 86 Appr.
22 Nom. em. 1.60 353 346 7 174 75 271 88 Resp.
23 Nom. em. 1.83 rif. 373 347 26 174 322 25 88 Appr.
24 Nom. em. 1.80 376 365 11 183 116 249 88 Resp.
25 Nom. articolo 1 371 253 118 127 240 13 88 Appr.
26 Nom. em. 2.52 342 323 19 162 111 212 88 Resp.