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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 645 di giovedì 30 giugno 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  CLAUDIA MANNINO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Catania, De Menech, Dellai, Di Gioia, Fauttilli, Ferrara, Fico, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Losacco, Antonio Martino, Mazziotti Di Celso, Monaco, Nicoletti, Picchi, Pisicchio, Ravetto, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Schullian, Scotto, Speranza, Tofalo, Valeria Valente, Venittelli e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centoventitré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40 è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2228 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015-2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 3821).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3821: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015-2016.
  Ricordo che nella seduta del 29 giugno è stato da ultimo approvato l'articolo 17.

Pag. 2

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Nel frattempo, prego i colleghi di liberare l'emiciclo di cominciare a prendere posto perché di qui a periodo imprecisato di interventi si inizierà a votare. Chiedo scusa, se possiamo liberare l'emiciclo, grazie.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, i pareri sugli emendamenti...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, se potete liberare l'emiciclo e mettere il relatore nelle condizioni di esprimere i pareri in un clima decente, grazie.
  Prego, relatore.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente, i pareri sugli emendamenti all'articolo 18 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Lo sospettavamo ! Il relatore di minoranza ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. I pareri sugli emendamenti all'articolo 18 sono tutti favorevoli.

  PRESIDENTE. Tutti favorevoli. Il Governo ?

  PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 18.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scuvera. Ne ha facoltà.

  CHIARA SCUVERA. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, 18.4, i colleghi del MoVimento 5 Stelle, così come avviene in successivi emendamenti, propongono l'innalzamento della sanzione che viene introdotta con l'articolo 18. Quindi direi che, come dire, si tende anche a un'azione comune, nel senso dell'implementazione della sicurezza ferroviaria. La premessa è che qui, con questo intervento, ci muoviamo per dare un quadro sulla sicurezza ferroviaria europea e, quindi, per il rafforzamento, l'integrazione e, direi, proprio il completamento dello spazio ferroviario europeo unico. Si introducono, quindi, già con l'articolo 18, le sanzioni e si dà un rilievo particolare all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.
  Come ha sottolineato la Commissione lavoro, pur se questa norma è importante – perché è una norma importante per i consumatori, per gli utenti e anche per i lavoratori, per l'impatto che chiaramente potrà avere anche sulla sicurezza sul lavoro, data la deterrenza –, è chiaro che, però, l'Unione europea, anche nella costruzione e nel rafforzamento dello Spazio ferroviario unico europeo, dovrà fare uno sforzo più importante, lo ha rilevato anche la Commissione lavoro, sui lavori usuranti. I macchinisti, per esempio: nel nostro Paese assistiamo anche all'interruzione del servizio per i turni particolarmente stressanti cui vengono sottoposti questi lavoratori. Comunque c’è bisogno di un'innovazione forte anche da questo punto di vista e sono da annoverare tra queste categorie.
  Quindi, sicuramente noi voteremo contro l'emendamento 18.4, così come sui successivi emendamenti che vanno nel senso dell'aumento della sanzione, perché riteniamo già positiva l'introduzione della sanzione, riteniamo positivo questo ruolo che viene assegnato all'Agenzia nazionale, riteniamo positivo questo procedere verso lo Spazio unico ferroviario europeo. Riteniamo, però, che lo Spazio ferroviario unico europeo non si possa costruire soltanto con le sanzioni, ma c’è bisogno di un quadro comune sul lavoro, c’è bisogno Pag. 3anche di incentivi per la sicurezza, c’è bisogno, insomma, di non agire soltanto sulla deterrenza...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Scuvera. Colleghi, per favore, se liberiamo l'emiciclo ! Per favore ! E se abbassiamo il tono della voce. Prego.

  CHIARA SCUVERA. C’è bisogno di agire anche sulla prevenzione e sulla deterrenza. Tra l'altro, l'articolo 18 non è l'unico di una serie di norme positive che ci sono in questa legge europea: sulla libera circolazione delle merci, abbiamo, poi, una norma importante anche sugli autotrasportatori, così come noi riteniamo molto positiva per la libera circolazione delle persone quell'agevolazione che si fa sulle tasse automobilistiche per gli studenti europei. Abbiamo visto che, anche lì, c’è qualche emendamento, invece, noi riteniamo che si debba investire sull'Europa dei giovani.
  Però, volevo dire anche questo, Presidente. Nel votare contro questi emendamenti, noi diciamo, comunque, che maggioranza e opposizione vanno nella stessa direzione: nella direzione di mettere al centro la sicurezza. Poi, c’è un distinguo, sostanzialmente, sull'entità della sanzione, ma c’è una piena condivisione circa la centralità del tema della sicurezza ferroviaria e sulla necessità di procedere ad una piena integrazione dello Spazio unico europeo anche in materia ferroviaria. Questo, naturalmente, ha dei risvolti economici importanti non solo per la libera circolazione delle persone, ma anche per la libera circolazione delle merci. Sicurezza ferroviaria significa anche più treni, più trasporto su rotaie, più ambiente e, quindi, anche sviluppo sostenibile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 18.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e quello del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricordo ai colleghi che i venti minuti si danno proprio per abilitare le tessere di voto. È la prima votazione della mattinata, fino a mezzogiorno siamo in tempo. Con calma. Ci siamo ? Dallai, Donati non riesce. Massa. Ci sono dei colleghi che non riescono a votare. Fanucci, Boccuzzi. Boccuzzi voti con le dita.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  204   
   Votanti  203   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  102   
    Hanno votato
 1    
    Hanno votato
no  202).    

  Sono in missione 115 deputati.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 18.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e quello del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Sandra Savino, Lauricella, Crippa. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  300   
   Votanti  279   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  140   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  201).    

  Sono in missione 115 deputati.

  (La deputata Covello ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 4

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 18.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossi, Malisani, Giancarlo Giorgetti. Ci siamo ? Giorgetti, Pellegrino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  308   
   Votanti  285   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato
  81    
    Hanno votato
no  204).    

  Sono in missione 115 deputati.

  (Le deputate Covello e Coccia hanno segnalato di non essere riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 18.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e quello del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Biasotti, Crimi, D'Attorre.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  312   
   Votanti  291   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato
  83    
    Hanno votato
no  208).    

  Sono in missione 115 deputati.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 18.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e quello del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Sandra Savino, Carra, Burtone, Lainati, Grande. Grande non è riferito a Lainati ! È riuscito l'onorevole Lainati ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  320   
   Votanti  297   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  212).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Lorenzis 18.1.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, solo per una precisazione: per sapere qual era il numero legale nella prima votazione.

  PRESIDENTE. Adesso glielo guardiamo, comunque ci sono le schermate. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 18.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e quello del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Pini, ci sono i tabulati, quindi, potete facilmente verificarlo da lì. Diciamo che la Presidenza in questo momento sta seguendo altre cose, però, se vuole, a fine seduta, facciamo un conto Pag. 5insieme. Pannarale. Colleghi, imparate a leggere i tabulati, non è che è difficile (Commenti del deputato Bianconi) !
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  330   
   Votanti  304   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  217).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Montroni, Marco Di Stefano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  330   
   Votanti  275   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  138   
    Hanno votato
 215    
    Hanno votato
no   60).    

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 19 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Presiedente, sugli emendamenti Gianluca Pini 19.5 e 19.6, Pesco 19.1 e Gianluca Pini 19.2 i pareri sono tutti favorevoli.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 19.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Capezzone, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  333   
   Votanti  267   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  134   
    Hanno votato
  28    
    Hanno votato
no  239).    

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 19.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 6

  Folino, Massa, Coppola.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  333   
   Votanti  330   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
  86    
    Hanno votato
no  244).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 19.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento 19.1, a firma dei colleghi Pesco e Battelli, e per sottolineare come effettivamente questo emendamento abbia una ratio volta ad evitare delle truffe. Infatti, se è pur vero che questa norma, introdotta dall'articolo 19 e relativa alla tassazione dei veicoli di studenti europei che si trovano in Italia, è volta ad agevolare appunto chi è in Italia effettivamente per motivi di studio – mi auguro prevalentemente universitari, visto che bisogna avere la maggiore età per poter guidare –, è altrettanto vero che potrebbero ingenerarsi, qualora ci siano intestazioni fittizie da parte di studenti ma l'utilizzo da parte di soggetti terzi residenti in Italia, di fatto delle truffe, per evitare il pagamento di quelle che sono le tasse di circolazione.
  Introdurre questa specifica è assolutamente un atto di buonsenso, quindi, oltre che sottoscrivere l'emendamento al quale ho già dato parere favorevole, convintamente noi voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 19.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Ravetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  337   
   Votanti  318   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  229).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto di astensione. Il deputato Rampelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 19.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, preso atto che anche alla presenza di un esponente del Governo che per sua storia personale e politica si è sempre battuto contro l'abuso di quelle che sono agevolazioni non è stato battuto ciglio rispetto, ripeto, ad un emendamento che poteva limitare truffe, che a questo punto si potranno compiere senza essere perseguite, quest'altro emendamento, invece, a mia prima firma oltre che di altri colleghi del gruppo della Lega Nord, mira a specificare che deve esserci la garanzia, attraverso la comunicazione, anche solo via posta elettronica certificata, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che il mezzo con targa straniera che circola in Italia, registrato in uno Stato membro o comunque in uno Stato straniero, abbia effettivamente la copertura assicurativa, perché di storie di mezzi stranieri che circolano in Italia senza alcun tipo di copertura assicurativa che magari causano incidenti, anche mortali, e che le vittime o i parenti delle vittime non riescono mai ad ottenere alcun tipo di risarcimento purtroppo sono Pag. 7piene le cronache. Quindi, non si capisce il perché vi sia un parere negativo. Abbiamo capito sin dall'inizio che il Governo e la maggioranza hanno abdicato al buonsenso nel voler approvare a tutti i costi questo testo pur di fare, come si diceva, i primi della classe, però c’è un limite alla decenza e anche all'applicazione del buonsenso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 19.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Donati, Pannarale.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  348   
   Votanti  340   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  246).    

  (Il deputato Catanoso ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione. Il deputato Rampelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Agostini, Ascani, Mazziotti Di Celso, Catanoso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  354   
   Votanti  249   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  125   
    Hanno votato
 248    
    Hanno votato
no    1).    

  (Il deputato Rampelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, i pareri sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli emendamenti Gianluca Pini 20.1, 20.3 e 20.2 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 20.1. con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Brevemente, per le medesime ragioni, ma qui addirittura stiamo parlando di imprese di autotrasporti e non di studenti che si Pag. 8recano in maniera privata sul territorio italiano per esercitare il loro sacrosanto diritto allo studio in un Paese membro o comunque in uno Stato straniero. Qui stiamo parlando di un articolo che dà esecuzione a delle agevolazioni a delle imprese di trasporto albanesi sulla base di accordi internazionali che nessuno va assolutamente a contestare. Però, anche qui sono pieni gli archivi del Ministero dell'interno, della polizia stradale e dei carabinieri di sanzioni elevate a imprese di autotrasporto straniere, anche di Paesi membri – qui stiamo parlando in questo momento di un Paese terzo, anche se chiederà prima o poi l'adesione all'Unione europea –, di mezzi che operano trasporti in condizioni tariffarie che sono abbondantemente sotto al minimo sindacale italiano, senza nessun tipo di assicurazione, che sono fermati costantemente e sono state rilevate più infrazioni di questo tipo qui. Allora, se si deve dare un'agevolazione a delle imprese di trasporto albanesi, almeno che ci garantiscano che i mezzi che circolano all'interno del nostro Paese abbiano copertura assicurativa. Se neanche di questo è stato tenuto conto da parte dello Stato, pur anche qui per essere terzomondisti all'eccesso, insomma, stiamo veramente scivolando nell'assurdo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 20.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza... Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente. Come diceva il collega Pini, qui noi con questo emendamento introduciamo semplicemente una garanzia per la sicurezza sulle nostre strade. Ci fa specie che questo Governo non accolga questo emendamento che è un emendamento di buonsenso. E il Governo dimostra in questa occasione una certa schizofrenia perché, se da un lato viene modificato il Codice della strada e viene introdotto l'omicidio stradale, dall'altro lato non si capisce per quale motivo, per garantire anche la sicurezza sulle nostre strade, non si possa accogliere un emendamento di buonsenso com’è quello proposto dal collega Pini e dal gruppo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 20.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino, Nicchi, Di Stefano, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  360   
   Votanti  357   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  235).    

  (Il deputato Rampelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 20.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Intervengo sia sul 20.3 che sul 20.2 anche per economia dei lavori e anche perché sono due emendamenti abbastanza simili. Visto che il rispetto delle garanzie sul fatto che i veicoli che circolano provenienti dall'Albania debbano essere assicurati non è stato accettato, almeno che venga accettato che ci siano le stesse garanzie del rispetto degli orari di lavoro, che i cronotachigrafi Pag. 9non devono essere manomessi, che ci sia un rispetto delle velocità e che sia possibile controllare che effettivamente i trasporti effettuati da queste aziende di autotrasporto albanesi che vengono a fare concorrenza in Italia, perché abbiamo deciso con un accordo che deve essere stabilizzata l'area balcanica – va bene tutto –, abbiano le stesse condizioni delle imprese di autotrasporto italiane. Infatti, se neanche questo è un obbligo che viene imposto, allora diventa assolutamente un far west pericoloso per chi gira sulla strada, ma pericoloso anche per chi effettivamente svolge questo tipo di trasporti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 20.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, La Marca, Greco, Dell'Aringa, Minnucci, Rampelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  369   
   Votanti  282   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  142   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  237).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 20.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Baroni, Donati, Brugnerotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  350   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  239).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Intervengo per annunciare da parte del gruppo della Lega Nord il voto contrario a questo articolo, perché si introduce, purtroppo, un principio pericolosissimo: tutte le norme imposte alle aziende italiane, non solo in questo caso specifico dell'autotrasporto, ma in generale, non valgono per tutte le imprese straniere che vengono ad operare. Quindi, non solo, ripeto, si mette a rischio, visto che si parla di circolazione stradale, l'incolumità delle altre persone che sono sulla strada, ma si mettono seriamente a rischio anche la garanzia e la tutela minima per i lavoratori, visto che non si è voluto introdurre il principio di criteri di uguaglianza nel trattamento dell'orario di lavoro, nel trattamento assicurativo e nel trattamento delle pause e del rispetto di quelli che sono gli obblighi imposti agli autotrasportatori italiani. Bel modo di difendere l'economia italiana, complimenti !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  268   Pag. 10
   Astenuti  103   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato
 246    
    Hanno votato
no   22).    

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Greco, Galperti, Iacono, Occhiuto, Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  360   
   Votanti  265   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  133   
    Hanno votato
 240    
    Hanno votato
no   25).    

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  278   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  140   
    Hanno votato
 239    
    Hanno votato
no   39).    

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 23.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Gianluca Pini 23.1, 23.4, 23.2, 23.6 e 23.5.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 23.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Per qualche settimana chi si occupa di agricoltura e di imprese agricole si è chiesto come mai, improvvisamente, una nota associazione di categoria del settore abbia, per prima, dato un «sì» incondizionato alla riforma costituzionale voluta da questo Governo. Non ce lo si spiegava onestamente, visto come, in maniera massacrante, questo Governo ha trattato tutto il comparto agricoltura e vista anche l'assoluta inadeguatezza Pag. 11del Ministro Martina a gestire tutta una serie di dossier che sono sul suo tavolo.
  Poi, è arrivato l'articolo 23 e allora abbiamo capito. Cosa riguarda l'articolo 23, che noi chiediamo di sopprimere ? Riguarda, di fatto, la sanatoria – perché di questo si tratta – della procedura di cooperazione in materia di aiuti di Stato riguardante la concessione di aiuti ai consorzi agrari in Italia, i quali, per il 99 per cento, sono in mano o sono stati in mano a questa associazione di categoria.
  Quindi, noi semplicemente chiediamo di sopprimere quella che, a tutti gli effetti, con un francesismo, è sempre definibile in quest'Aula – ci sono già dei precedenti – una clamorosa marchetta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 23.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Di Lello, Ravetto, Guerini, Capone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  296   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  238).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 23.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. L'emendamento 23.4 chiede semplicemente una cosa. Visto che non si è voluta sopprimere questa marchetta fatta a chi ha gestito finora i consorzi agrari e ha percepito degli aiuti in cooperazione che non dovevano essere percepiti, almeno chiediamo di applicare un'aliquota diversa rispetto a quella prevista, di limitare sostanzialmente i danni. Così come l'emendamento successivo chiederà di non estendere a qualsiasi annualità questo tipo di agevolazione, ma almeno di limitarla agli anni di imposta successivi al 31 dicembre 2014. Quindi intervengo sia in riferimento a questo emendamento che in riferimento a quello successivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 23.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cominardi, Stella Bianchi, Greco, Costantino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  293   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato
  59    
    Hanno votato
no  234).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 23.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Ravetto, Lattuca.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 12
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  356   
   Votanti  287   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  231).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 23.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Tartaglione, Donati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  290   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  234).    

  (Il deputato Molea ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 23.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marotta, Pini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  292   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato
  55    
    Hanno votato
no  237).    

  (Il deputato Rampelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 23.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Intervengo per esprimere la nostra contrarietà a questo articolo, sia per le motivazioni già addotte in fase di votazione dei vari emendamenti, che sono stati bocciati, sia per segnalare, in modo che rimanga nota del fatto, che questa è una norma assolutamente incostituzionale, avendo un valore retroattivo e generando anche un impatto negativo sul bilancio, che non è stato assolutamente coperto in modo adeguato per quello che ci riguarda.
  Quindi, anche in questo caso vorremmo capire come è stato possibile questo artificio. Però, nelle more di qualche spiegazione che, mi auguro, arriverà prima o poi dal Governo, il nostro voto è convintamente contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  359   
   Votanti  289   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato
 228    
    Hanno votato
no   61).    

  (Il deputato Rampelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 13

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 24.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti De Lorenzis 24.3 e Gianluca Pini 24.4 e 24.5. Esprimo parere contrario sull'emendamento Luigi Gallo 24.2.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 24.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Iacono...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  352   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  234).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 24.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  La Marca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  297   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  252).    

  (Il deputato Senaldi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 24.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Guidesi, Santanchè, Carloni, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  354   
   Votanti  286   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  228).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 24.2.Pag. 14
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Presidente, intervengo su questo tema perché evidentemente la pressione che ha fatto il MoVimento 5 Stelle in questi tre anni è servita in questo settore – parliamo dei lavoratori marittimi – perché si è mosso qualcosa nell'altro lato del Parlamento, al Senato, ampliando gli sgravi fiscali per gli armatori in corrispondenza di una disponibilità di questi ad assumere personale comunitario e italiano, perché sappiamo che dal 1999, quando è stato inserito il doppio registro per le navi, c’è stata una corsa ad assumere personale extracomunitario e questo a vantaggio di un comparto e di un asset del nostro Paese che è e rimane importantissimo. Se si fosse chiamato FIAT, sarebbero arrivati vagoni di soldi, ma è un comparto distribuito su tutto il territorio, con tutto l'indotto, e quindi è stato sotto scacco per tanti anni.
   Noi, dopo questo passaggio, per cui si è ampliata la tonnage tax anche ad altre navi, pensiamo che bisogna introdurre il principio della trasparenza, perché oggi il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture è su questo tema un po’ un porto delle nebbie e lo dice anche il fatto che, in sostanza, non c’è un vero e proprio componente del Governo che ha una delega su questo tema e viene tutto lasciato in mano ai burocrati del Ministero.
  Per troppo tempo, l'Italia e i lavoratori sono stati sotto ricatto delle certificazioni; c’è stata una corsa alle certificazioni che porta questi lavoratori a dover fare corsi continui, a pagare somme continue e a trovarsi continuamente in una corsa ad ostacoli per poter semplicemente lavorare in questo settore, per poi magari fare il business di qualche imprenditore della formazione.
   Oggi, nello stesso Ministero, stanno trasformando in carta straccia i certificati validi cinque anni che i tribunali stanno riconoscendo, ma il Ministero non li riconosce e quindi chiede nuovamente ai lavoratori di adeguarsi e rifare certificati costosi, che, se non fatti, determinano un blocco dei lavoratori e delle assunzioni.
   Quindi, noi chiediamo una cosa molto semplice, cioè di avere una relazione del Ministero su questo contributo che gli armatori ricevono, una relazione che doveva partire dal 1999, quando la legge prevedeva un osservatorio sui lavoratori marittimi; e invece non è mai stato istituito quell'osservatorio ed oggi non sappiamo se quegli sgravi producono un effetto reale.
  Il Parlamento e il Governo ne devono venire a conoscenza e devono avere dati puntuali sul funzionamento di questi sgravi e sull'effettiva ricaduta sui lavoratori del nostro Paese. Noi non dobbiamo svendere all'Europa e ad asset internazionali un settore che è importantissimo e che produce ricchezza sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 24.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Parisi, Abrignani, Nesci. Avverto che il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concede come sempre il terzo del tempo.
  Onorevoli Lauricella, Bonafede, Carloni, Carbone, Fassino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  361   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  251).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.Pag. 15
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garnero Santanchè, Rondini, Pili, Massa, Mazziotti Di Celso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  358   
   Votanti  350   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
 297    
    Hanno votato
no   53).    

  (La deputata Nardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Sugli emendamenti all'articolo 25 i pareri sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 25.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mantero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  296   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
  39    
    Hanno votato
no  257).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 25.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Tinagli, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  356   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  255).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fucci, Montroni, D'Ambrosio, Gribaudo, Manfredi... Mannino.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 16
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  263   
   Astenuti  109   
   Maggioranza  132   
    Hanno votato
 261    
    Hanno votato
no  2).    

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Battelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  285   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato
 247    
    Hanno votato
no   38).    

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, De Rosa, Miotto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  247   
   Astenuti  124   
   Maggioranza  124   
    Hanno votato
 242    
    Hanno votato
no    5).    

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Librandi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  268   
   Astenuti  108   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato
 246    
    Hanno votato
no   22).    

(Esame dell'articolo 29 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. I pareri sono tutti contrari, Presidente.

Pag. 17

  PRESIDENTE. Lo sospettavamo ! Il relatore di minoranza ? Essendo suo il primo... e anche il secondo...

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Sì, parere favorevole su entrambi.

  PRESIDENTE. Il Governo, immagino conforme al relatore per la maggioranza ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 29.2.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 29.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  350   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
  27    
    Hanno votato
no  323).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 29.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Nicchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  352   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  27    
    Hanno votato
no  325).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 29.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto sull'articolo 29. Vorrei giustificare, con il mio intervento, la ragione per la quale noi ci asterremo su questo articolo e le ragioni per le quali abbiamo votato contrariamente agli emendamenti della Lega. Questo articolo, il 29, tenta di sanare la procedura EU Pilot inerente l'attività di raccolta dei tartufi.
  La Commissione europea ha fatto sostanzialmente tre rilievi in questa procedura di infrazione: il primo concernente la violazione dell'articolo 2, paragrafo 1, lettera a), della direttiva 2006/112/CE, che stabilisce che sono soggette all'IVA le cessioni di beni effettuate a titolo oneroso nel territorio di uno Stato membro da un soggetto passivo che agisce in quanto tale; invece, con il regime dell'autofattura, il raccoglitore occasionale o cedente non è più soggetto passivo.
  Un altro rilievo riguarda il diritto di detrazione dell'IVA: infatti, sempre con il regime dell'autofattura, prevista appunto nell'attività di raccolta dei tartufi, al ricevente, questa volta, all'acquirente, viene negato questo diritto.
  Un altro rilievo, invece, è stato fatto in merito alla mancanza di un quadro merceologico e fiscale nella nostra legislazione sul tartufo definito prodotto agricolo in quanto tale: ovvero abbiamo noi una legge, che è la legge del 1985, che definisce il tartufo quale prodotto agricolo, ma il decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, invece, lo esclude dall'elenco dei prodotti agricoli.Pag. 18
  Quindi, sono stati questi, sostanzialmente, i tre i rilievi effettuati dalla Commissione europea. Il Governo si muove per sanare questa situazione con l'articolo 29, eliminando la procedura di autofattura, quindi andando ad abrogare il primo e il secondo periodo della legge del 30 dicembre 2004, che noi condividiamo assolutamente; però lascia in essere questo passaggio che vi voglio leggere: «la cessione di tartufo non obbliga il cedente raccoglitore occasionale, non munito di partita IVA, ad alcun obbligo contabile». A nostro avviso, quindi, il fatto che sia stata mantenuta questa condizione, questo passaggio, in qualche modo continuerà ad esporre – temiamo questo – l'Italia alla procedura di infrazione.
  A nostro avviso – e lo proporremo nell'ambito della proposta di legge che è in discussione da tre anni sulla coltivazione, sulla raccolta dei tartufi, come emendamento – sarebbe stato opportuno stabilire un importo, un fatturato annuo, oltre il quale non si può più essere raccoglitori occasionali, bensì si diventa raccoglitori professionisti, quindi con tutti gli annessi oneri fiscali, perché bisogna essere molto onesti e riconoscere il fatto che, nell'attività di raccolta dei tartufi, purtroppo, si annida molto spesso l'elusione o anche l'evasione fiscale. Quindi, mantenendo questo passaggio della legge del 30 dicembre 2004, n. 311, a nostro avviso non si fa un contrasto da questo punto di vista nei confronti dell'elusione e dell'evasione fiscale e, soprattutto, non si va a sanare, come dicevo prima, la procedura di infrazione.
  Quindi, per tutte queste ragioni – anche se ovviamente la nostra intenzione è quella di non deprimere, e quindi va cercato un confine congruo di fatturato per non deprimere una buona pratica contadina della raccolta dei tartufi – noi non condividiamo appieno le misure del Governo per risolvere questa EU Pilot e, quindi, ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Elvira Savino. Ne ha facoltà.

  ELVIRA SAVINO. Per annunciare il voto contrario del mio gruppo su questo articolo, perché, come al solito, la maggioranza ha l'abitudine di saccheggiare le proposte di legge di iniziativa parlamentare, cosa che è successa anche con questo articolo in materia di raccolta dei tartufi, perché la Commissione agricoltura è al lavoro da diverso tempo su questa proposta di legge ed è anche a buon punto. E siccome la procedura alla quale rispondiamo con questo articolo è molto recente, è un EU Pilot molto recente, non si capisce per quale motivo si debba procedere con questa fretta. Pertanto, voteremo contro questo articolo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  290   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato
 232    
    Hanno votato
no   58).    

(Esame dell'articolo 30 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catanoso, Lavagno, Palmieri, Carrozza, Di Lello, La Marca, Duranti, Dallai.Pag. 19
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  235   
   Astenuti  128   
   Maggioranza  118   
    Hanno votato
 234    
    Hanno votato
no    1).    

  (I deputati Zan e Santerini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 31 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, anche qui, i pareri sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli emendamenti Borghesi 31.5, 31.9, 31.7 e 31.8 il parere è favorevole, mentre sugli emendamenti Massimiliano Bernini 31.1, Gagnarli 31.3, Massimiliano Bernini 31.2 e Gagnarli 31.4 il parere è contrario. Sull'articolo aggiuntivo Kronbichler 31.01 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 31.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Con questo intervento riassumo un po’ quelli che sono gli emendamenti presentati a questo articolo. Considerato che, all'articolo 31 non esistono obblighi nei confronti dell'Europa, al di là di quello che ci dice il Governo per intervenire sulla normativa nazionale, vediamo questo articolo come un puro atto vessatorio e penalizzante nei confronti dei cacciatori italiani. Infatti, senza che l'Europa ce lo chieda, annotare la selvaggina migratoria non appena abbattuta, invece che a fine giornata come avviene oggi in Italia, per chi pratica l'attività venatoria è un'ulteriore penalizzazione. Di fatto, è anche una norma che va contro il buonsenso: di fatto, verranno solo create delle difficoltà ai cacciatori e la burocrazia andrà aumentata ulteriormente anche in questo campo.
  Quindi, noi vediamo come assolutamente vessatoria questa normativa, che va nell'unica direzione di scoraggiare l'attività venatoria. Alla luce di questo abbiamo presentato questi emendamenti e ribadiamo il fatto che non è assolutamente l'Europa che ci chiede di andare in questa direzione, ma è una precisa volontà del Governo, che va a penalizzare la caccia sempre in favore degli ambientalisti da salotto che tanto vi piacciono.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 31.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mannino, Palese. Ha squagliato la postazione, onorevole Palese. Molteni, Caso.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 20
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  358   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  29    
    Hanno votato
no  329).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 31.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Ravetto, Montroni, Librandi, Costantino, Latronico. Matarrelli ancora non riesce: per il futuro tenti con le dita.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  368   
   Votanti  352   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  26    
    Hanno votato
no  326).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 31.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Bolognesi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  361   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  336).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 31.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Spadoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  355   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  330).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Massimiliano Bernini 31.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. La legge n. 157 del 1992 stabilisce che ai fini dell'esercizio dell'attività venatoria è necessario il possesso di un apposito tesserino rilasciato dalla regione di residenza, ove sono indicate le specifiche norme inerenti il calendario regionale, nonché le forme di cui al comma 5 e gli ambiti territoriali di caccia ove è consentita l'attività venatoria.
  Con il nostro emendamento, un emendamento che ci è stato proposto, suggerito, dalle principali associazioni ambientaliste e animaliste italiane, noi chiediamo che venga inserito anche l'orario, visto che Pag. 21l'orario venatorio è, appunto, un elemento imprescindibile di liceità o meno dell'attività venatoria, di questa pratica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 31.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  364   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  269).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 31.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Monchiero, Nicchi, Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  375   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  267).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 31.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  367   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  266).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gagnarli 31.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gagnarli Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Presidente, mi dispiace contraddire il collega della Lega, ma effettivamente l'Europa ci ha ripreso più volte sul tema della caccia e dei calendari venatori, seppure l'iniziativa del Governo sia piuttosto debole rispetto a quello che ci ha chiesto l'Europa nella procedura EU Pilot.
  Con questo emendamento chiediamo di rendere vincolante il parere dell'ISPRA per i calendari regionali venatori. Dovremmo aver capito che la caccia deve rispettare almeno delle regole ecologiche, quindi deve essere assolutamente vietata nei periodi di riproduzione e di migrazione prenuziale, così come previsto dalla «direttiva uccelli». Noi ancora stentiamo a capirlo. L'ISPRA ha redatto delle guide proprio per far sì che i calendari venatori regionali rispettino queste regole. Ci sono delle regioni che ancora insistono, tutti gli anni, a prolungare il periodo di caccia in Pag. 22un periodo che non sarebbe consentito, e vengono riprese, sono state riprese anche recentemente dal Governo.
  Quindi, in realtà, per ovviare a queste situazioni ripetitive, che ci mettono sempre nella condizione di dover rischiare di prendere multe per poter cacciare venti giorni in più una specie che in quel periodo è in fase di migrazione prenuziale, quindi di nidificazione, penso che non si chieda molto: si chiede di rispettare una regola ecologica, una regola di rispetto per gli animali che in quel momento stanno migrando verso la nidificazione.
  Rendere vincolante il parere dell'ISPRA almeno ci salverebbe dal dire che le regioni fanno quello che gli pare per poi andarle a rimproverare. Era questo il senso dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, noi invece voteremo contro questo emendamento, perché le motivazioni della collega Gagnarli sono basate su una scarsa informazione di come vengono effettivamente redatti i calendari venatori da parte delle regioni. L'ISPRA dà già un parere, che non è vincolante, è vero, ma non lo prevede nessun tipo di norma, tanto meno ce lo impone l'Europa che il parere dell'ISPRA sia vincolante; sono vincolanti chiaramente i periodi di riproduzione, che vengono sistematicamente rispettati. Poi, è nelle facoltà delle regioni, è nella loro autonomia, visto che esistono e devono avere anche un'autonomia, proprio perché insistono su territori che sono diversificati rispetto all'interesse del Paese, poterli adattare proprio a quelle che sono le condizioni climatiche, stagionali e tutto il resto.
  Quindi, imporre che l'ISPRA, che sta a Roma, che magari non conosce esattamente la specificità di determinati territori e di determinati ambiti di caccia, vada con l'accetta, come si suol dire, a mettere dei paletti strettissimi in realtà che hanno differenze enormi fra di loro, soprattutto fra il nord e il sud del Paese, non solo per la migratoria ma anche per altre specie, è una follia. Quello sì che andrebbe a determinare danni alla fauna selvatica, perché, ripeto, ogni territorio deve essere trattato per le sue specificità. Questo non lo possono fare solo ed esclusivamente le regioni in collaborazione con l'ISPRA, non subendo dei diktat che spesso e volentieri arrivano solo per pareri che arrivano da animalisti da salotto che magari non sanno riconoscere neanche un fagiano da un elefante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giammanco. Ne ha facoltà.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Presidente, intervengo per dire che non ritengo una follia quest'emendamento. Non mi ritengo un'animalista da salotto, anzi ritengo che questo emendamento sia di buonsenso, quindi chiedo di apporre la mia firma a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 31.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza, della I Commissione (Affari costituzionali) e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Camani, Malpezzi, Peluffo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  372   
   Votanti  356   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  254).    

  (Il deputato Oliverio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 23

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Attorre, Alberto Giorgetti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  376   
   Votanti  355   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 329    
    Hanno votato
no   26).    

  (La deputata Santerini ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Kronbichler 31.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Presidente, con questo emendamento ci rifacciamo alla direttiva CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali, la fauna e la flora, che ha poi portato alla realizzazione della Rete Natura 2000. La sottrazione che si fa in questo provvedimento dello svolgimento della necessaria, preventiva e vincolante procedura di valutazione di incidenza ambientale riguardo a tutti gli interventi ricadenti in queste aree è in palese contrasto con la disciplina comunitaria. Pertanto, l'emendamento è rivolto a ripristinare l'obbligo della valutazione d'incidenza ambientale anche per i singoli interventi previsti all'interno delle aree protette della Rete Natura 2000.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Kronbichler 31.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  371   
   Votanti  369   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  264).    

(Esame dell'articolo 32 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, i pareri sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Gianluca Pini 32.1 e 32.2 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 24Gianluca Pini 32.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  305   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  255).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 32.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo, Realacci, Sbrollini, Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  298   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato
  37    
    Hanno votato
no  261).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso, Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  265   
   Astenuti  109   
   Maggioranza  133   
    Hanno votato
 259    
    Hanno votato
no    6).    

(Esame dell'articolo 33 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore per la maggioranza. Presidente, i pareri sono contrari.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Niente, nessuna soddisfazione da parte del relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Non ci offre sorprese.

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. No, ma guardi è una cosa disarmante. Parere favorevole sugli emendamenti Gianluca Pini 33.1, 33.3 e 33.2 e parere contrario sull'articolo aggiuntivo Crippa 33.01.

  PRESIDENTE. Anche lei in quanto a sorprese non è da meno. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Contrario.

  PRESIDENTE. Immagino che sia conforme al relatore per la maggioranza. Ok.
  Passiamo ai voti.Pag. 25
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 33.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  372   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  234).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 33.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. L'emendamento lo abbiamo depositato perché siamo alle solite: quando si parla di agevolazioni nel settore energia, si parla di zone svantaggiate, zone isolate e tutto il resto, però non si specifica mai le zone montane, anzi, è una questione annosa perché più volte quando eravamo in maggioranza eravamo riusciti a risolvere soprattutto il problema di alcune accise, dell'IVA agevolata e di quant'altro, ma poi dopo i Governi che ci hanno succeduto hanno sistematicamente cancellato tutte queste agevolazioni facendo finta che l'Italia sia un Paese che non ha sostanzialmente montagna o non ha cittadini all'interno delle montagne da tutelare. Quindi, ci riproviamo, chiedendo che sia specificato che ci devono essere agevolazioni anche per le zone montane così come era qualche anno fa quando il Governo aveva un colore diverso e aveva forse anche un pochettino più di rispetto per queste zone.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 33.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Benamati, Pili...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  379   
   Votanti  374   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  238).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 33.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Arlotti, D'Attorre, Carrozza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  374   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  240).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Su questo articolo abbiamo provato a comprendere quale fosse la ratio e quale fosse la reale preoccupazione di una procedura Pag. 26di infrazione legata alla questione degli interconnector. Abbiamo provato a spiegare al Governo, alla Viceministra Bellanova, che probabilmente nel recepimento di questa indicazione dovevano essere inserite delle modifiche su tutti gli atti che fino ad oggi sono stati emanati riguardanti gli interconnector. Ricordo a tutti che gli interconnector costano sulla bolletta dei cittadini italiani la bellezza di 3 miliardi di euro spalmati circa in 500 milioni per sei anni, ma nell'ultima legge di stabilità avete allungato il periodo, giusto perché non ci si deve far mancare nulla. Nel momento in cui oggi voi andate a dire che le modalità di gestione degli interconnector possono essere gestite anche in maniera esclusiva dai soggetti proponenti, andate di fatto a cambiare quel sistema di regolamentazione che era previsto dalla vecchia norma e che obbligava in qualche modo a cedere la concessione di utilizzo per vent'anni a un soggetto in questo caso privato, e poi quella stessa concessione sarebbe tornata nelle mani della collettività. Se non andate a modificare tutte quelle normative che sono collegate alla gestione degli interconnector, per cui voi avete investito addirittura Terna della gestione e della promozione di quegli interconnector, andate contro l'Unione europea che vi ha detto: guardate che Terna non può essere il gestore; se il proponente è un privato, può essere anche lo stesso privato a gestire quell'opera di interconnessione. Mi spiegate come fate da un punto di vista normativo a mantenere in piedi i decreti che sancivano il fatto che Terna si facesse parte promotrice dell'operazione di interconnessione verso tutti i Paesi individuati all'interno di quel decreto ? E di questi interconnector ahimè non ce n’è nessuno in fase conclusiva, forse uno, ma gli altri sono ancora tutti in fase di valutazione di impatto ambientale. Siamo davanti a un problema, perché noi abbiamo già erogato come Stato un contributo sostanzioso, che sono i famosi 3 miliardi che citavo poc'anzi, e rischiamo alla fine di vedere tutto questo vanificato anche da un intervento normativo di natura europea. Abbiamo provato a spiegarlo al Viceministro che, però, su questo fronte ci ha dato delle risposte molto evasive e non ha in alcun modo contemplato l'idea almeno di mettere mano alla normativa. Oggi voi dite, all'interno di questo articolo, che chi oggi promuove un'interconnessione può essere il gestore. Ecco, peccato che nella normativa che istituisce gli interconnector dite che li gestisce Terna e non andate a modificare quella normativa. Mi spiegate come oggi la questione degli interconnector sia ben chiara e delineata ? Io temo che ci saranno una valanga di ricorsi e temo che ci sarà soprattutto un problema di contenzioso alla base di nuovo aperto con l'Unione europea. Noi ci asterremo su questo punto perché almeno la seconda parte di questo articolo recita qualcosa che teoricamente dovrebbe riguardare i consumatori. Sulla prima parte, io vedo sempre un atteggiamento governativo un po’ troppo prono nel tentativo di fare qualsiasi piacere alle grandi imprese dell'energia e quantomeno nemmeno chiarificatore di quelli che sono gli asset normativi che regolamentano il settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  248   
   Astenuti  127   
   Maggioranza  125   
    Hanno votato
 247    
    Hanno votato
no    1).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Crippa 33.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

Pag. 27

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Questo articolo riguarda sempre la questione energetica e riguarda la procedura di infrazione che l'Unione europea ha aperto nei riguardi dell'Italia per le concessioni idroelettriche, che nell'intero nostro Paese non sono più soggette a una gara pubblica, ma prorogate di anno in anno. Pertanto, la Commissione europea ha detto: «Scusate, teoricamente voi doveste fare delle gare, all'interno di un panorama europeo in cui aprire a diversi soggetti la possibilità di utilizzare le concessioni idroelettriche a scopo energetico». Abbiamo provato a presentare lo stesso emendamento nel provvedimento sulla concorrenza. C'era stato detto che il Governo ci stava lavorando, che era un tema che, per il momento, non si sentivano di affrontare dentro il provvedimento sulla concorrenza. Questo è accaduto circa un anno fa, perché avevate fretta di approvare il provvedimento sulla concorrenza, ma ricordo a tutti che non è ancora stato approvato in prima lettura in Aula al Senato.
  Dall'altro lato, ci viene detto, ancora volta, all'interno di una memoria scritta dall'Antitrust, che quello è uno dei problemi che riguarda il sistema di regolamentazione delle concessioni idroelettriche. Quindi, c'era anche un rilievo da parte dell'Antitrust sul fatto che questo tipo di proroga di anno in anno sta bypassando la normativa sulle gare d'appalto per le pubbliche concessioni. In questo modo noi continueremo a pagare multe, continueremo a lasciare le concessioni nelle mani dei soggetti che fino ad oggi hanno gestito i servizi di produzione energetica idroelettrica; gli ex monopolisti hanno in questo panorama una quota molto consistente di queste proroghe di concessioni. Capisco che, rispetto a un Governo che fa fatica a redigere una pianificazione energetica, perché deve fare una conferenza stampa per riuscire a dire, insieme a Descalzi oppure insieme a ENEL, quali siano gli interessi energetici delle due aziende, è difficile poi dire che il Governo italiano sta facendo questo. Ricordo che entrambe le aziende sono delle Spa e, teoricamente, dovrebbero fare azioni diverse da quelle che dovrebbe fare un Governo serio, improntate verso una pianificazione energetica.
  Assistere, ancora una volta, al non recepimento di una direttiva e, quindi, a un favore nei riguardi dei soggetti che ottengono queste proroghe di concessioni, ci fa capire che la pianificazione energetica del nostro Paese è nelle mani degli stessi soggetti ex monopolisti, con il beneplacito del Governo: che tanto, tanto ci fa anche una bella conferenza stampa illustrando il fatto che, alla fine, le questioni energetiche del nostro Paese vengono gestite da società per azioni, che, teoricamente, dovrebbero essere gestite all'interno dei singoli consigli di amministrazione. Non ci si può fare forti delle azioni che mettono in campo queste società, quando il Governo italiano, di fatto, ha una totale mancanza di visione sul tema. Ritroviamo ciò, ancora oggi, in un'assenza totale di un dibattito sul tema delle concessioni idroelettriche e in un'assenza, ancora una volta, della volontà di porre fine a un'infrazione che ci costa come Paese. Ancora una volta, noi ci troviamo davanti a una situazione in cui il Partito Democratico quando deve dare una bella spalla a ENEL o a ENI si trova sempre d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Devo dire, Presidente, che su questa questione il mio personale parere sarebbe favorevole rispetto agli obiettivi che si pone l'articolo aggiuntivo Crippa. Naturalmente si tratta di un articolo aggiuntivo, si tratta di una questione molto seria, che, secondo me, andrebbe portata avanti per l'apertura di un mercato, oltre che per rispondere ai rilievi dell'Unione europea. Però, non è questo il luogo e lo spazio per inserire una norma di questo tipo, anche perché – ripeto – portiamo avanti il nostro obiettivo di un'approvazione conforme.Pag. 28
  Io credo che, se l'onorevole Crippa volesse proporre un ordine del giorno, il Governo lo potrebbe valutare positivamente.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, se lei intende intervenire su questa proposta, avendo già parlato, può dirci «sì» o «no».

  DAVIDE CRIPPA. No, Presidente. Motivo il perché non accetto la proposta di presentare un ordine del giorno. Ribadisco quanto abbiamo già detto, ossia che questo tipo di risposta ci è stata data relativamente al provvedimento sulla concorrenza un anno fa. Capisco che è sempre bello riproporla, ma noi ci siamo stancati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Crippa 33.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Comunico che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito anche i tempi aggiuntivi. Come da prassi, gli interventi successivi saranno di un minuto.
  Occhiuto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  336   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  245).    

(Esame dell'articolo 34 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Oliverio, Cani, Malpezzi, Grillo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  270   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  136   
    Hanno votato
 235    
    Hanno votato
no   35).    

(Esame dell'articolo 35 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Intervengo solo per lasciare agli atti il voto convintamente contrario sull'articolo 35, perché è l'ennesimo tentativo, da parte del Dipartimento – visto che non c’è un Ministero, non c’è un Ministro delle politiche comunitarie; c’è un Dipartimento che, seppur dipende direttamente da Palazzo Chigi, comunque non ha lo stesso standing, soprattutto quando ci si trova in consessi internazionali, di quello di altri Paesi membri –, di complicare le cose, non tanto per le amministrazioni centrali, nel momento in cui vanno a concedere aiuti di Stato, ma per quelle territoriali.
  Mi spiego. La prima parte ci può anche stare, perché finalmente, dopo aver dimenticato nel 2012... Lo stesso collega Gozi oggi continua ad essere assente, sicuramente per impegni, però almeno, visto che non c’è un Ministro, almeno che ci sia Pag. 29la presenza del sottosegretario deputato a questo incarico, senza nulla togliere all'amico Morando, che ha anche un peso diverso all'interno dell'Esecutivo.
  Però, detto ciò, proprio per non complicare la vita alle amministrazioni, soprattutto a quelle territoriali, va bene dare delle procedure standard che vengono previste e definite dal Dipartimento delle politiche comunitarie. Questo capita quando è una sola amministrazione a dover concedere aiuti di Stato. Ma, quando ce n’è più di una o c’è più di un'amministrazione centrale che concorre con una amministrazione territoriale, io penso che il fatto che debba, tutte le volte, essere nominato un commissario ad acta sia una roba che neanche nella pianificazione sovietica si aveva un controllo di questo tipo.
  Se c’è una procedura da seguire, tutte le amministrazioni la seguono senza dover moltiplicare le poltrone, perché tanto sono commissari che – io ci scommetto quello che volete – non sono a costo zero.
  Quindi, noi convintamente votiamo contro questo meccanismo che va a burocratizzare e a incasinare, ancora di più, la possibilità di concedere aiuti di Stato, che spesso e volentieri vengono concessi per salvaguardare grandi aziende che sono in crisi e – ripeto – andando ancor di più ad incidere sul bilancio dello Stato. È una follia !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  274   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  138   
    Hanno votato
 238    
    Hanno votato
no   36).    

(Esame dell'articolo 36 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A – A.C. 3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Prestigiacomo, Alli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  359   
   Votanti  281   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato
 277    
    Hanno votato
no    4).    

(Esame dell'articolo 37 – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 (Vedi l'allegato A – A.C.3821), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Ravetto, Lorenzo Guerini, Marco Di Maio, Grassi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  293   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato
 291    
    Hanno votato
no    2).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.Pag. 30
  Dichiaro aperta la votazione...
  Chiedo scusa. Abbiamo già votato questo articolo. Revoco l'indizione della votazione.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3821).
  Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati ? Sull'ordine del giorno Mongiello n. 9/3821/1 ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, siccome, come al solito, gli ordini del giorno, mi sono arrivati pochi secondi fa, se chiamo io il numero dell'ordine del giorno, forse vado con maggiore ordine. Ordine del giorno Mongiello n. 9/3821/1: parere favorevole; ordine del giorno Carrescia n. 9/3821/2: parere favorevole; ordine del giorno Zampa n. 9/3821/3: parere favorevole; ordine del giorno Garofalo n. 9/3821/4: parere favorevole, a condizione che nella parte impegnativa – questa è una questione che è stata molto dibattuta durante la discussione di questo disegno di legge – alla seconda riga, invece che «a prevedere», sia scritto «a valutare la possibilità di un periodo transitorio (...)» e così via e, nella seconda parte impegnativa, alla seconda riga, anche in questo caso, dopo le parole: «delle norme delegate,» «a valutare la possibilità di riferire l'obbligo di imbarcare». A queste condizioni, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Quindi si tratta di un parere favorevole con riformulazione.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Esatto. Ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/3821/5: parere contrario; ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3821/6: parere favorevole; ordine del giorno Oliverio n. 9/3821/7: parere favorevole, con riformulazione. Tutta la parte impegnativa – mi rivolgo al proponente – viene così riscritta per avere un parere favorevole: «a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare tempestivamente le opportune iniziative volte a modulare gli effetti applicativi della nuova disciplina dettata dall'articolo 23, a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015».
  Ordine del giorno Marzano n. 9/3821/8: parere favorevole; ordine del giorno Brignone n. 9/3821/9: parere favorevole; ordine del giorno Baldassarre n. 9/3821/10: parere favorevole e ordine del giorno Matarrelli n. 9/3821/11: parere favorevole.
  Ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3821/12: parere contrario; ordine del giorno Guidesi n. 9/3821/13: parere contrario; ordine del giorno Bossi n. 9/3821/14: parere contrario. Ordine del giorno Castiello n. 9/3821/15: parere favorevole se i proponenti accettano la proposta di riformulazione seguente: «a valutare la possibilità di adottare», sostituendo così l'impegno «ad adottare». Ordini del giorno Grimoldi n. 9/3821/16, Gianluca Pini n. 9/3821/17, Molteni n. 9/3821/18 e Rondini n. 9/3821/19: parere contrario. Ordine del giorno Simonetti n. 9/3821/20: parere favorevole; ordine del giorno Invernizzi n. 9/3821/21: parere favorevole.
  Con riguardo all'ordine del giorno Attaguile n. 9/3821/22, poiché si tratta di questione assai seria, vorrei rivolgermi ai presentatori perché considerino la possibilità di accettare una riformulazione. A questa condizione, il parere sarebbe favorevole. Nella parte impegnativa, invece che: «ad adottare gli opportuni provvedimenti», come da testo, si impegna il Governo: «a favorire l'adozione, a livello comunitario, di provvedimenti, anche di natura legislativa, volti a (...)», perché è evidente che questo tipo di interventi proposti dall'ordine del giorno, intanto, possono essere in sé utili e possono essere adottati legislativamente, in quanto quella legislazione sia di tipo comunitario.
  Ordine del giorno Busin n. 9/3821/23: parere contrario; ordine del giorno Borghesi n. 9/3821/24: parere favorevole; ordine Pag. 31del giorno Caparini n. 9/3821/25: parere contrario; ordine del giorno Allasia n. 9/3821/26: parere contrario.
  Con riguardo all'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/3821/27, se i proponenti sono d'accordo, io accetterei la parte impegnativa perché, avendolo ricevuto da pochissimo tempo, non sono certo che siano perfettamente corrispondenti gli elementi contenuti in premessa e quindi per la parte impegnativa l'ordine del giorno è accolto, altrimenti il parere sarebbe contrario.
  Ordine del giorno Gagnarli n. 9/3821/28: parere favorevole, con questa riformulazione del dispositivo: «a valutare le modalità per garantire la tracciabilità dei tartufi». A queste condizioni, il parere è favorevole.
  Ordine del giorno Pili n. 9/3821/29: parere contrario; ordine del giorno Nicchi n. 9/3821/30: parere favorevole; ordine del giorno Scotto n. 9/3821/31: inviterei i proponenti a considerare il parere favorevole formulato dal Governo sull'ordine del giorno Garofalo n. 9/3821/4, che affronta questa stessa questione in modo parzialmente diverso. Su quell'ordine del giorno il Governo ha già detto di essere favorevole con riformulazione; su questo, se rimane fermo, viene confermato il parere contrario.

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, non ho capito.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Molto semplicemente: si tratta dello stesso argomento affrontato dall'ordine del giorno Garofalo n. 9/3821/4; su quello ho già dato il parere, che è favorevole con riformulazione; nell'ipotesi che i proponenti vogliano ritirare questo ordine del giorno, considerando questa possibilità offerta in termini di soluzione dall'ordine del giorno Garofalo n. 9/3821/4, ne prenderò atto. Se lo mantengono, malgrado questa mia perorazione, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Quindi, lei ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Esatto, solo che dovevo motivare le ragioni per cui invitavo a ritiro. Semplicemente questo.
  Ordine del giorno Kronbichler n. 9/3821/32: parere contrario; ordini del giorno Taricco n. 9/3821/33 e Carfagna n. 9/3821/34: parere favorevole.

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa, noi abbiamo una versione dell'ordine del giorno Garofalo n. 9/3821/4 differente da quella che ha avuto lei, quindi in questo senso la inviterei a verificare, a questo punto, se il parere si conferma, oppure se, in questo caso, dovesse essere...

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Sì, sì, in realtà questa riformulazione, che nessuno si era occupato di fornirmi, è corrispondente alla sollecitazione che è venuta dal Governo e, quindi, a questo punto il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole, perfetto. A questo punto, espressi i pareri, procediamo con l'esame degli ordini del giorno e con le relative votazioni di quelli che verranno posti in votazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mongiello n. 9/3821/1, Carrescia n. 9/3821/2, Zampa n. 9/3821/3 e Garofalo n. 9/3821/4, nella sua ultima versione, accettati dal Governo.
  L'ordine del giorno Guerini n. 9/3821/5 ha il parere contrario... Io non posso aspettare la trattativa, quindi ci dovete dire se insistete per porlo in votazione, se lo ritirate, o se il Governo stesso... Viene ritirato ? Va bene, prendo, quindi, atto che l'onorevole Guerini ritira il proprio ordine del giorno n. 9/3821/5.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordini del giorno Fontana n. 9/3821/6, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'ordino del giorno Oliverio n. 9/3821/7.Pag. 32
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Marzano n. 9/3821/8, Brignone n. 9/3821/9, Baldassarre n. 9/3821/10 e Matarrelli n. 9/3821/11, accettati dal Governo.
  Sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3821/12 c’è il parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno ci consente di riportare all'attenzione di quest'Aula un fatto che, per noi del MoVimento 5 Stelle, è sconcertante: sta avvenendo un fatto gravissimo, si sta militarizzando in questo Paese una forza di polizia a ordinamento civile. La riforma della pubblica amministrazione del Ministro Madia e il conseguente decreto attuativo stanno praticamente cambiando l'ordinamento civile delle donne e degli uomini del Corpo forestale dello Stato in ordinamento militare. E questo fatto non ha precedenti in questo Paese, non ha precedenti nelle democrazie compiute dell'Occidente. Per noi, ripeto, è un fatto assolutamente grave.
  Ma perché siamo così preoccupati e riteniamo questi avvenimenti veramente un colpo all'assetto democratico, soprattutto delle forze di polizia di questo Paese ? Perché questa militarizzazione lede i diritti sindacali delle donne e degli uomini del Corpo forestale dello Stato e, quindi, poi, metterà anche a rischio quelli che sono gli eventuali scatti di carriera, espone i lavoratori ad un ricatto occupazionale, perché dovranno scegliere se essere militarizzati, oppure intraprendere la strada della mobilità.
  Poi non ci sono garanzie, in questo decreto attuativo, che le funzioni strategiche per il nostro Paese in materia di tutela ambientale ed agroalimentare vengano mantenute a seguito dell'assorbimento del CFS nei Carabinieri.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MASSIMILIANO BERNINI. Concludo, Presidente. Noi con questo ordine del giorno chiedevamo una cosa molto semplice: vista la complessità di questa transizione e di questo accorpamento, prendiamoci più tempo, proroghiamo questo decreto attuativo di almeno dodici mesi, per poter appunto ragionare e sciogliere tutti questi nodi, per noi fondamentali dal punto vista dell'assetto democratico, in maniera più approfondita.
  Quindi, spero e credo che il voto delle persone coscienziose di quest'Aula sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3821/12, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricordo che i colleghi del MoVimento 5 Stelle, al pari di coloro che hanno terminato i tempi anche aggiuntivi, hanno un minuto ad intervento. Luigi Gallo, Ferraresi, Guidesi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  344   
   Votanti  339   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  222).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3821/13, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gallinella, Ferraresi, Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 33
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  347   
   Votanti  345   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  223).    

  (La deputata Grillo ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bossi n. 9/3821/14, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saltamartini, Montroni, Ferraresi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  346   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
 126    
    Hanno votato
no  220).    

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo per l'ordine del giorno Castiello n. 9/3821/15.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/3821/16, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Grillo, Ferraresi, Martella, D'Uva.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  354   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  229).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/3821/17, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pizzolante.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  354   
   Votanti  296   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  228).    

  (Il deputato Preziosi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/3821/18, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Farina, Cristian Iannuzzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  359   
   Votanti  337   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  290).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/3821/19, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 34
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  346   
   Votanti  343   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  240).    

  Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Simonetti n. 9/3821/20 e Invernizzi n. 9/3821/21 non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Attaguile n. 9/3821/22 accettano la riformulazione proposta dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/3821/23, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Duranti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  355   
   Votanti  354   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  229).    

  (Il deputato Gianluca Pini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghese n. 9/3821/24, accettato dal Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/3821/25, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  360   
   Votanti  359   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  237).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3821/26, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marcon...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  357   
   Votanti  355   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 126    
    Hanno votato
no  229).    

  La riformulazione formulata sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/3821/27 viene accettata ? Sta bene.
  La riformulazione formulata sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/3821/28 viene accettata ? Onorevole Gagnarli ? Sì.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/3821/29, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fucci, Catanoso, Pastorelli, Luigi Gallo, Palmizio, Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 35
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  368   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 130    
    Hanno votato
no  238).    

  (Il deputato Cani ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Il parere sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/3821/30 è favorevole.
  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/3821/31.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Presidente, qui non capisco: il Governo o è distratto o il comportamento è assolutamente contraddittorio. Io ho concordato, proprio durante la votazione sugli emendamenti, una riformulazione al testo, e adesso il sottosegretario mi dice di no ? Perché (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ?

  PRESIDENTE. Va bene, non ci sono richieste. Da quello che mi pare di capire, c’è stata una riformulazione con gli uffici per renderlo ammissibile; però poi con il Governo non so, è una questione che sa meglio di me lei, quali siano state le intese.
  A questo punto c’è l'invito al ritiro o parere contrario; mi pare di capire, l'invito al ritiro non viene accolto, lo poniamo in votazione con il parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scotto n. 9/3821/31, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Cominardi, Nesci, Cani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  362   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 127    
    Hanno votato
no  235).    

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Kronbichler n. 9/3821/32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Prendo atto di questo voto contrario: si discute tanto dei lavori usuranti e del bisogno... Noi parlamentari ad ogni viaggio in treno li sentiamo lamentarsi, giustamente penso, su questo, e il Governo non concede neanche un ordine del giorno a questa categoria, che invece si concede a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Kronbichler n. 9/3821/32, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Pannarale, Pastorelli, Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  362   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  233).    

  (La deputata Albanella ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto di astensione).

  Il parere sugli ordini del giorno Taricco n. 9/3821/33 e Carfagna n. 9/3821/34 è favorevole.Pag. 36
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, tra le diverse misure di adeguamento del nostro ordinamento a quello europeo, il presente disegno di legge prevede una misura che ritengo estremamente importante per l'agricoltura italiana: quella relativa al comparto olivicolo, settore gravemente danneggiato da numerosi fenomeni di alterazione e contraffazione. Nel provvedimento sono contenute disposizioni che prevedono come le diverse provenienze di oli di oliva miscelati e commercializzati in un unico prodotto debbono essere chiaramente visibili e riconoscibili sulle etichette.
  Per contrastare in modo efficace le moderne tecniche di alterazione degli oli di oliva, infatti, è necessario prima di tutto togliere quote di mercato a chi pratica queste tecniche: ciò è possibile solo attraverso una filiera produttiva del tutto trasparente e un consumo informato dei prodotti. La misura è essenziale, perché da un lato aiuta certamente il consumatore nella scelta del prodotto, mentre dall'altro favorisce il rilancio di quelle produzioni olivicole di straordinaria eccellenza, in quanto realizzate applicando rigidi disciplinari qualitativi.
  Noi socialisti abbiamo da sempre a cuore le sorti del settore olivicolo, ritenendolo centrale per il rilancio dell'agricoltura nel nostro Paese, e ritengo che questa disposizione rappresenti un doveroso aggiornamento delle sue regole. Essendo dunque convinto della bontà del provvedimento, esprimo il voto favorevole della componente socialista al disegno di legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, onorevoli colleghi, siamo giunti all'approvazione finale di un provvedimento estremamente importante, le cui disposizioni, di natura eterogenea tra loro, si rendono necessarie per adeguare l'ordinamento giuridico italiano a quello europeo. Assumere una posizione critica di opposizione rispetto alla legge europea è operazione ardua, perché non si riesce a riscontrare un particolare appiglio o un'opposizione di tipo politico rispetto alla norma che deve essere recepita, o rispetto ad un'Europa della quale comunque noi siamo parte.
  Il disegno di legge che oggi ci apprestiamo a votare rappresenta un ulteriore passo in avanti verso il calo costante del numero delle procedure di infrazione a carico dell'Italia, con i conseguenti benefici derivanti da un adeguamento più tempestivo alla normativa europea. La disposizione di oggi si indirizza verso la strada da noi auspicata, ovvero quella della definizione di uno strumento normativo che potrà facilitare gli investimenti di lungo periodo, e che si auspica potrà dare impulso ad una nuova politica di investimenti europea. È fondamentale, e noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie lo abbiamo ricordato più volte in questa assise, che il recepimento dei regolamenti dell'Unione europea vengano visti come un'opportunità di sviluppo per il nostro Paese, senza strumentalizzazioni ideologiche o di parte. Riteniamo quindi necessario il completamento di una riforma organica delle norme che regolano la partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione, anche attraverso il conferimento al Governo della delega legislativa per dare attuazione alle direttive e alle decisioni-quadro, nonché agli obblighi direttamente riconducibili al recepimento di atti legislativi europei.
  Voteremo tale legge, perché essere europei fa parte della nostra politica estera ed interna; essere europei è un fatto Pag. 37sostanziale rispetto al nostro essere italiani. Non possiamo però non invitare il Governo, a latere di questo provvedimento, ad un maggiore impegno affinché, nel concerto tra il sottosegretario con delega alle politiche europee ed il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, si facciano valere le esigenze del nostro sistema produttivo. L'aspetto economico deve essere però interpretato come la base su cui costruire qualcosa di più profondo: le armonizzazioni normative che incidono in settori estremamente rilevanti della vita quotidiana dei cittadini non possono in poche parole essere fini a se stesse. Dovrà svilupparsi qualcosa di più profondo, dall'Unione economica e monetaria si dovrà passare gradualmente ad un'Unione di carattere politico: soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, gli Stati Uniti d'Europa rappresentano l'obiettivo a cui tendere. Il raggiungimento di questo obiettivo, da perseguire attraverso piccoli step, passa di sicuro attraverso l'armonizzazione delle normative, che garantiranno nel lungo periodo un'interconnessione del tessuto economico e sociale a livello europeo talmente sviluppata da ritenere il passaggio all'unione politica un passaggio obbligato.
  È per questi motivi che annuncio, a nome di ALA, il voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, confesso che faccio molta fatica a continuare a credere al grande sogno europeo, un sogno che doveva far star meglio i cittadini e invece, ahimè, questa Europa, per come continua ad essere gestita in questi ultimi periodi, soprattutto negli ultimi cinque anni, è un'Europa che non mi sembra affronti le priorità vere dei cittadini. Anche qui, oggi, in Parlamento, signor Presidente, non si discute e non si affronta in maniera decisa ciò che è urgente, utile e necessario, invece si discute e si approva ciò che non è urgente, che non è una priorità. Addirittura è un provvedimento che, sotto certi aspetti, sembra dannoso ed inutile. Parliamo – l'ho già accennato in sede di discussione generale – del rosmarino, del risotto, del basilico, della salvia, dei tartufi; potremmo parlare dei 151 chilometri di leggi della Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea che sono stati pubblicati solo nell'anno 2015.
  Davanti a una situazione del genere, penso sarebbe stato più opportuno avere la priorità di discutere nel merito, su quello cioè che ha detto il Presidente della BCE, Draghi, l'altro giorno, che ha affermato che l'uscita della Gran Bretagna avrà un impatto negativo sul prodotto interno lordo dell'eurozona pari allo 0,3-0,5 in meno nei prossimi tre anni, come media ! In Italia, speriamo che il Padreterno ce la mandi buona. Inoltre, con forte preoccupazione, Draghi ha anche ribadito la necessità di affrontare i problemi delle banche e messo in guardia dalla corsa alla svalutazione su scala globale.
  Si doveva discutere di queste cose, cioè della crescita, della disoccupazione giovanile – perché ci sono plotoni di giovani, da quarant'anni in giù, che non hanno nessun tipo di prospettiva, nessuna garanzia di alcunché –, della situazione dell'immigrazione, di come attrezzarsi per fronteggiare il terrorismo, di discutere delle banche, delle sofferenze, del bail-in e di che cosa fare in merito, perché si parla già di un altro provvedimento urgente, di un altro eventuale decreto che dovrebbe vedere la costituzione di un Fondo «Atlante due», «Atlante tre», «Atlante quattro», quando nel frattempo, nel 2012, tutti gli altri Paesi, Germania in testa, la Francia e quant'altro, si sono messi a posto le loro situazioni, le loro vicende, con risorse pubbliche, mettendosi al riparo. Non si è voluto dare ascolto alla nostra proposta, che continuiamo a fare: differire il bail-in ! Questo dovrebbe chiedere il Presidente del Consiglio all'interno del Consiglio europeo !

Pag. 38

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROCCO PALESE. Mi avvio alla conclusione, caro Presidente, toccando anche un altro problema, che riguarda, in una situazione così complicata, anche problemi di natura economico-finanziaria. Infatti, il bilancio dell'Europa è costituito dalla compartecipazione in quota parte degli Stati, che versano diversi miliardi di euro e ne viene fuori il bilancio generale dell'Europa. Non dobbiamo certo dimenticare che l'Italia riceve, come Paese, molto meno di quello che versa. Detto questo, l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa, da questo contesto, pone anche un problema di riduzione globale: non vorrei che in questa riduzione globale fossero intaccate le risorse dei fondi strutturali, che sono assegnate al nostro Paese per il periodo 2014-2020. Di questo noi vorremmo parlare, altro che del rosmarino, del basilico e quant'altro ! Questa Europa non ci interessa, e questa Europa mina veramente alle fondamenta il sogno dei soci fondatori. Il Governo, signor Presidente, il Presidente del Consiglio ma anche il Presidente della Repubblica si svegliassero, e si svegliassero perbene, perché in questa maniera non si può complicare e far crollare tutto, perché c’è sempre un atteggiamento fin troppo accondiscendente nei confronti della Germania, della Merkel e quant'altro.

  PRESIDENTE. Grazie.

  ROCCO PALESE. Anche in questo senso, le cinque cose che ha suggerito il Presidente della Banca centrale europea potrebbero essere una traccia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, sottosegretario, sulla scorta di quanto appena accennato dal collega Palese, immagino che il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, debba svegliarsi e debba prendere una sveglia piuttosto sostanziosa, nel senso che in seno a questo provvedimento abbiam parlato di rosmarino, di salvia, di tartufi, abbiam parlato giustamente di olio e di agroalimentare, perché ? Perché questo provvedimento, la legge europea, è predisposto dalla vigente normativa nazionale per adeguare periodicamente l'ordinamento nazionale, ovvero il nostro ordinamento – anche se di nazione abbiamo ben poco ultimamente – rispetto all'ordinamento dell'Unione europea, cioè andiamo ad equiparare quello che dice l'Unione europea a quello che in teoria dovremmo dire noi.
  Quindi, va bene, sotto un certo punto di vista, come prima accennato, i prodotti agroalimentari; può esserci un percorso, una genesi, in questo senso, per non incorrere nelle cosiddette infrazioni, che poi vanno a trasformarsi plasticamente in multe per l'Italia, se non andiamo assieme a questo protocollo europeo, multe che, tra l'altro, pagano i cittadini italiani attraverso le loro tasse, perché, attenzione, non è che i soldi cadono dal cielo. Tuttavia, Presidente, faccio una riflessione, e dopo, sottosegretario, entrerò anche nello specifico di alcuni argomenti secondo noi molto importanti a cui voi ieri non avete avuto neanche il coraggio di rispondere, poiché il suo collega, sottosegretario Della Vedova, era probabilmente sovraeccitato dal fatto che il prossimo mese arriverà in Aula la proposta di legge sulla liberalizzazione delle droghe leggere. Pensava probabilmente più a quello che non effettivamente ai problemi reali del Paese.
  Dunque, in questo momento andiamo ad equiparare, di fatto, attraverso questa legge, una normativa nazionale alla normativa dell'Unione europea, ma non ci siamo e non vi siete accorti che nelle ultime ore, nelle ultime settimane, il mondo europeo è cambiato, perché oggi corriamo il rischio di andare a definire un protocollo che sotto alcuni aspetti può anche essere plausibile – non dico il contrario – ma possiamo anche recepire un protocollo che fra qualche giorno, fra qualche settimana, grazie al voto inglese di Pag. 39pochi giorni fa, può essere rimesso in discussione, con ulteriori procedure di infrazione. Attenzione, questo è uno smottamento che, in modo previsionale, può essere soltanto all'inizio, se è vero che altre nazioni andranno a consultarsi rispetto alla permanenza o alla non permanenza, con il cappio al collo, in questa Europa e in quello che attualmente rappresenta il modello europeo.
  Sottosegretario, vado a giustificare il nostro voto assolutamente contrario a questo provvedimento, poiché ieri in Aula ci siamo spesi rispetto ad un determinato argomento, che è la questione degli indennizzi per le vittime di reati intenzionali violenti. Cercherò di essere rapido. L'Italia ha recepito solo in parte la normativa n. 80 del 2004 della Comunità europea, che dava la possibilità alle vittime di reati intenzionali violenti di chiedere un indennizzo. Ebbene, giustamente, il riconoscimento di questo indennizzo è rimasto prerogativa esclusiva di vittime di determinati reati (terrorismo, usura, racket, criminalità organizzata), ma la procedura di infrazione con la quale l'Europa ci ha multato, per così dire, è figlia di una cattiva applicazione nel nostro Paese rispetto alla stessa.
  Mi spiego. Vittime di reati intenzionali e violenti possono essere, sottosegretario, anche donne e bambini. Bene, voi qui avete creato un mostro giuridico, avete fatto del vostro meglio, dicendo che, sì, la normativa europea, rispetto agli indennizzi delle vittime, di fatto la parte più debole della popolazione ... Perché qui in Parlamento ci sono politici (e pure in televisione) che si fanno belli soltanto rispetto ad alcuni temi e, parlando di violenza sulle donne, non applicando normativamente quello che soltanto televisivamente sono le loro intenzioni e, quindi, soltanto un aspetto mediatico, anche della Presidente Boldrini, che, giustamente, attenzione, va ad apporre un drappo rosso qui a Montecitorio, ma non alza la voce rispetto a questo passaggio. Perché ? Perché il Partito Democratico in questo caso non è andato di fatto a replicare a questo passaggio e non è andato ad applicare un contraddittorio parlamentare di un certo tipo, perché i sottosegretari sono rimasti silenti. Non avete risposto, se non per essere d'accordo con il relatore per la maggioranza. Non avete risposto alle opposizioni: questa è la vostra considerazione delle opposizioni e, quindi, non è passata nessuna proposta emendativa.
  Arrivo al cuore del problema: avete fatto un passaggio nel quale recitate che alle vittime di violenza, in questo caso, è previsto un indennizzo a patto che – e qui scappa da ridere – abbiano un reddito imponibile annuo non superiore a 11.528 euro. Sottosegretario, 11.528 euro: basta prendere una calcolatrice sul telefono, che ormai tutti abbiamo, e sono circa, per dodici o tredici mensilità, 886 euro al mese. Quindi, voi dite che una donna vittima di violenza, che ha un reddito di 11.530 euro all'anno, non è soggetta all'indennizzo. Quindi, è una manovra, è una misura ad escludere più che ad includere.
  Se l'Italia vuole essere, cosa che non è, uno Stato di diritto non possiamo andare a far beneficiare gli uni piuttosto che gli altri rispetto a questo provvedimento. Alle vittime di reato non possiamo andare a controllare il 730. Sono vittime di reato ! Anche su questo siete stati silenti e non avete accettato nessun tipo di proposta emendativa che ieri noi, con forza, abbiamo evidentemente avanzato.
  Quindi, per tutti questi motivi o per parte di questi motivi, noi non ci sentiamo di poter dare né un voto in termini di astensione né tantomeno un voto in termini favorevoli rispetto a tutto questo. Questa cosa dell'indennizzo grida vendetta. Voi state squalificando le persone, state squalificando le vittime di reato e state dicendo che, sulla base di un mero criterio monetario, date dei soldi a qualcuno o non date dei soldi agli altri. Ma qui non si parla del 730 di una persona; qui si parla del concetto che dovrebbe essere il faro che ci guida, del concetto che una persona, spesso una donna, è vittima di reato e quindi va indennizzata e lo Stato deve accompagnare questo percorso, non escluderla sulla base del reddito. Avete Pag. 40messo un paletto che probabilmente in questo caso la Comunità europea andrà a sanzionare e, quindi, non vi accorgete neanche di questo passaggio.
  Vado veramente a chiudere, Presidente. È tutto sbagliato o tutto da rifare, in primis perché andiamo evidentemente, come prima detto, a votare una legge europea che può essere che, tra qualche ora, tra qualche giorno, debba essere rivotata e rivalutata. Quindi, è un mero esercizio di stile soltanto, così per far parlare qualcuno, per fare qualche titolo di giornale, ma nulla di sostanzioso.
  Ecco, Presidente, io veramente chiudo il mio intervento dicendo che voteremo in modo convintamente contrario a tutto questo, perché anche in questo senso, anche in queste ore, il Partito Democratico e i partiti che sostengono il Partito Democratico e la maggioranza in questo caso non ci hanno dato ascolto. Non è stato dato un ascolto importante alle opposizioni. Avete fatto l'ennesima prova che ieri ho definito di «bullismo istituzionale» in nome di una fretta che ancora non vi è sfuggita, ma non avete capito e non capirete ancora probabilmente che state sbagliando tutto.
  Qualche feedback l'avete ottenuto qualche settimana fa alle urne. E, quindi, Presidente, a nome del mio gruppo, io esprimo una dichiarazione di voto assolutamente contraria al provvedimento in oggetto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Grazie. Signor Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghe e colleghi, com’è noto la legge europea è uno dei due strumenti predisposti al fine di adeguare periodicamente l'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea.
  Oggi votiamo una legge che si prefigge l'obiettivo di contribuire a ridurre il numero dei contenziosi pendenti. Occorre sottolineare il dato positivo relativo al fatto che le procedure di infrazione a carico dell'Italia sono in diminuzione. È un dato da valutare con favore, dal momento che l'adeguamento del diritto interno al diritto europeo è un fattore che contribuisce all'integrazione dei due diritti, condizione imprescindibile per rinnovare l'Europa e, vorrei dire, per fare dell'Europa un solo Paese e dei suoi cittadini tutti un solo popolo.
  Certamente, il processo di integrazione non è semplicemente un processo di adeguamento normativo, ma non deve essere dimenticato il fatto che le decisioni europee incidono nella vita politica, sociale ed economica dei singoli Stati e dei singoli cittadini e che un'integrazione effettiva, che contribuisca davvero a dare un nuovo significato all'Unione europea, sicuramente deve essere anche sociale, mettendo, dunque, al centro la gente, con le sue fatiche, speranze e sogni e recuperando quei valori fondamentali storicamente e culturalmente derivati dalle radici cristiane, valori fondanti dell'Unione europea, che sono soprattutto la pace e la solidarietà.
  L'Unione europea sta attraversando un momento difficilissimo, che è stato paradigmaticamente evidenziato dalla cosiddetta Brexit. È chiaro che il voto della Gran Bretagna sancisce una crisi in atto, una crisi dovuta alla stessa struttura dell'Unione europea e sicuramente non ad un singolo Stato. L'Unione non riesce, infatti, a mostrarsi democratica, efficiente, vicina ai cittadini. Affronta i problemi in modo burocratico e, al tempo stesso, confuso: migrazioni, crescita, politiche per i giovani, sicurezza sono tutte parole altisonanti che l'Unione europea non riesce a rendere carne. Si parla di cifre e si finisce per dimenticare le persone: non deve accadere più.
  Entrando nel merito, gli argomenti trattati dalla legge in discussione sono molteplici ed eterogenei, come già detto dai colleghi che mi hanno preceduto: salute, tutela dall'ambiente, energia, occupazione, giustizia, sicurezza, alimentazione, libera circolazione delle merci, libera prestazione dei servizi, libertà di stabilimento, trasporti, fiscalità, dogane, aiuti di Stato. Pag. 41Si tratta certamente di un testo complesso, ancora una volta, e che dimostra con evidenza come lo stesso recepimento delle norme europee mostri una delle incapacità tipiche dalla stessa Unione europea di oggi, quella cioè di comunicare con chiarezza cosa stia facendo e perché.
  Due temi ci sembrano particolarmente importanti da sottolineare, quello della tassazione dei giochi e quello relativo all'energia. In materia di tassazione delle vincite da gioco, la legge in via di approvazione dispone che tali vincite, corrisposte dalle case da gioco autorizzate in Italia o negli altri Stati membri dell'Unione europea, non concorrono a formare il reddito per l'intero ammontare percepito nel periodo d'imposta. Si considerano, dunque, ancora una volta le cifre; si considera solo l'aspetto fiscale, ma in Italia sarebbe opportuno riordinare tutte le norme in vigore in materia di giochi pubblici, che sempre più sono fonti di problematiche sociali enormi. Basti pensare alle mafie e agli incassi legati al gioco illegale, all'aumento dei casi di dipendenza patologica, al fenomeno del gioco online illegale e all'inefficacia dei mezzi che lo contrastano, inefficacia dovuta anche alla mancanza di una legislazione appunto unitaria a livello internazionale.
  In materia di corretta attuazione del terzo pacchetto energia, invece, sottolineo semplicemente come la legislazione europea affidi ai singoli Stati importanti responsabilità in tema di tutela dei consumatori e promozione di prezzi equi. È apprezzabile la modifica all'articolo 22 del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, laddove si insiste con maggiore efficacia sul concetto di clienti vulnerabili, per cui si arriva a parlare, direi anche finalmente, di utenti protetti.
  Sono tuttavia da considerare non solo le tutele relative alla fornitura, ma anche alla stessa possibilità di accedervi economicamente. Basti pensare alla difficile situazione delle famiglie numerose, delle famiglie più povere – spesso le famiglie numerose sono esattamente le famiglie più povere – che appaiono penalizzate da questo sistema iniquo di calcolo di consumi, che non smetterò mai di denunciare; iniquità, rispetto alla quale, con pronuncia del 1995 rimasta disattesa, a proposito di diritti disattesi in questo Paese, la Corte costituzionale aveva invitato ad adottare già allora misure di tutela attraverso una revisione della fiscalità, che è particolarmente iniqua e dannosa nei confronti delle famiglie numerose di questo Paese, che, appunto, diventano sempre più povere.
  In generale, è necessario riavvicinarsi a quelle persone che ogni giorno devono affrontare l'incognita sul futuro. A queste, troppo spesso, l'Italia e l'Unione europea hanno risposto con la burocrazia. Per rinsaldare il rapporto società e politica, cittadini e Unione europea, bisogna, dunque, dare risposta alle diseguaglianze crescenti, consolidare il progetto iniziale di Unione europea «casa comune» e rinnovarlo in modo adeguato al tempo storico che stiamo vivendo.
  In ogni caso, per gli aspetti positivi, alcuni molto positivi, come il nuovo Fondo per le vittime dei reati intenzionali violenti o le disposizioni in materia di qualità e trasparenza per la filiera dell'olio di oliva o il patrocinato dello Stato nelle cause transfrontaliere riguardo alla sottrazione internazionale di bambini, di minori, ecco per questi aspetti positivi il voto del gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. C’è un articolo oggi su un quotidiano online con un'intervista molto interessante a un pensatore, un politologo e anche economista molto noto, Luca Ricolfi, che può essere tacciato di tutto, tranne che essere filoleghista, anzi direi che è una persona molto vicina al mondo della sinistra, ma che è anche molto vicina, evidentemente, alle pulsioni, alle necessità, ai sentiment della gente comune.
  L'intervista si apre con un titolo molto esplicativo di come un uomo di sinistra Pag. 42vede la situazione di questo Paese oggi. Il titolo è: «La sinistra di oggi disprezza il popolo». Uno si può chiedere: da dove nasce questa sua valutazione così netta, così tranchant rispetto a una parte politica, che si è sempre intestata, invece, la titolarità, la primazia della difesa della gente, soprattutto delle fasce più deboli ? Evidentemente, deve aver letto, fra le altre cose – fra le varie valutazioni della incapacità di questo Governo, in primis del suo Presidente del Consiglio, di dare una qualsiasi risposta pratica alle problematiche della gente comune –, anche questa legge europea.
  Questa legge europea fa di tutto tranne che dare risposte alle cose più spicciole, alle cose più banali, ma anche ad alcune situazioni che non solo l'Europa, ma anche il buonsenso, prevede. Ogni tanto, diciamo in un 5 per cento dei casi, l'Europa si muove su questioni di buonsenso; il 95 per cento delle volte no e l'abbiamo visto su tanti temi. Il 5 per cento le volte lo fa. Ma questi sono compitini che il sottosegretario Gozi – l'assente sottosegretario Gozi – cerca di portare avanti, per presentarsi poi a Bruxelles a dire: «Vedete come siamo bravi: noi siamo quelli che hanno ridotto più di altri le procedure di infrazione». Quindi, è fare i compitini a casa: andare a Bruxelles, farsi dare la lista dei casi EU Pilot, delle procedure di infrazione, delle lettere di chiarimenti che vengono richiesti, poi viene qua e fa i compiti a casa.
  Ma nel cercare di fare i primi della classe, il problema è che i compiti a casa li fa male. Infatti, a volerne fare troppi, tutto in una volta, e a volerli affrontare senza l'adeguato buonsenso, senza l'adeguata preparazione, senza essersi confrontati con la realtà delle cose, poi i compiti, anziché avere una sufficienza, si beccano un sonoro 4, se non addirittura 3.
  Ed è il caso specifico della questione dell'etichettatura dell'olio di oliva; è il caso, ancor più drammatico, quello che abbiamo affrontato ieri, del risarcimento del danno alle vittime dei reati violenti, per poi continuare anche con le questioni più banali, in sé e per sé, meno impattanti nella vita quotidiana. Ma anche in questo caso si tratta di questioni che danno il senso di come ci sia una distanza siderale tra i membri di questo Governo e dei loro tecnici e la vita quotidiana.
  Parlo del caso, citato prima, delle nuove procedure di comunicazione di eventuali aiuti di Stato erogati da amministrazioni centrali o periferiche.
  Anche in questo caso, l'articolo 35 di questo testo parte in pompa magna per dire che bisogna seguire un rigoroso schema di comunicazioni, che tutto deve essere comunicato, giustamente, al Dipartimento delle politiche europee, presso la Presidenza del Consiglio, salvo poi incasinare in maniera indicibile tutto, quando, anziché esserci una sola amministrazione che deve erogare aiuti di Stato, diventano due. Allora, a quel punto, come si diceva prima, ecco che spunta il commissario ad acta, ecco che spuntano delle spese, ecco che spuntano delle grandi complicazioni, che portano solo ed esclusivamente a un risultato: a fare sì che i tempi si dilatino, che le risposte non arrivino e che gli aiuti, che servono nel 99,9 per cento dei casi – a meno che non si tratti di immigrazione, a quel punto servono solo ed esclusivamente a ingrassare certe cooperative o il mondo della Caritas, ma quello è un altro discorso –, si perdano e che i risultati, in salvaguardia, magari, di migliaia di posti di lavoro, non arrivino in fondo.
  Noi chiaramente non voteremo mai e poi mai una legge assolutamente imbarazzante. È una legge che, però, poteva essere modificata ed essere resa un pochettino più efficace. Infatti, il problema è questo: quando si va a valutare nel complesso un provvedimento, bisogna valutarlo per quanto effettivamente questo provvedimento possa o meno dare delle risposte alle legittime aspettative da parte dei cittadini, delle imprese e, in generale, da parte della gente. Ecco, questa legge di risposte non ne dà.
  E il caso eclatante di tutte le limitazioni all'accesso per i risarcimenti alle vittime di reati violenti è la prova provata di come non esista assolutamente una minima capacità di rendersi conto di quello che Pag. 43succede fuori dai palazzi da parte di questo Governo. Infatti, mettere un limite di 11 mila euro e spicci di reddito annuo per poter accedere a un risarcimento del danno per chi ha subito, da parte di un qualsiasi soggetto, un reato violento, vuol dire escludere qualsiasi tipo di persona assolutamente normale. Una famiglia con un padre e una madre che lavorano e un figlio, come minimo, ha un reddito tre volte tanto, se ci pagano le tasse come succede al nord, da altre parti non lo so, viste anche le statistiche che arrivano dal Ministero dell'economia e delle finanze. Però, vuol dire che una qualsiasi famiglia normale non potrà mai accedere a questo fondo ed è una vergogna.
  Giustamente il collega Rizzetto prima citava una cosa, visto che ieri qualcuno si è intestato la primazia di avere introdotto questa direttiva, che esiste dal 2004, all'interno dell'ordinamento italiano. Anche in questo caso, rileva come la si introduce. Infatti, introdurla in maniera così inefficace non serve assolutamente a niente; anzi, serve a fare arrabbiare ancora di più la gente, perché è l'ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini che subiscono reati violenti, e spesso e volentieri si tratta di reati che, sappiamo benissimo, nascono da un'immigrazione incontrollata.
  Allora, per questo e per altri trentasei motivi – non dico trentasette perché l'articolo 37 reca la clausola di invarianza finanziaria, che è l'unica cosa che ci trova minimamente d'accordo, cioè che non ci debbano essere delle spese per adeguarsi ai casi EU Pilot o per risolvere procedure di infrazione –, per tutti quei motivi, noi convintamente votiamo contro.
  Votiamo contro e non solo contro il provvedimento, nel senso del termine spicciolo di questo caso specifico, ma votiamo contro un atteggiamento rinunciatario da parte del Governo nei confronti della Commissione europea rispetto ad andare a negoziare, ogni qual volta ci sono procedure di infrazioni o casi EU Pilot, gli interessi di questa nazione. Nessuno lo fa; evidentemente a Renzi, pur di star lì attaccato alla poltrona, sta benissimo prendere ordini e basta.
  Questo non è il modo di far politica che ci interessa e questo, soprattutto, non è il modo di tutelare gli interessi di questo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Buongiorno, Viceministro Morando. Colleghi, grazie alla legge europea 2015-2016, che stiamo per votare, si pone rimedio a numerose situazioni di infrazione che il nostro Paese ha con l'Unione europea. Questa legge, infatti, ci consente di introdurre norme modificative o abrogative di disposizioni vigenti che sono in contrasto con gli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Il nostro Paese, soprattutto su alcune tematiche, per esempio, quelle molto importanti di natura ambientale, è stato purtroppo caratterizzato da grande disomogeneità nell'attuazione puntuale della normativa europea. Il Governo ha impresso un cambio di marcia apprezzabile, visto che, da dichiarazioni del sottosegretario Gozi, del 19 febbraio 2016, l'Italia si trova ora tra i Paesi che in termini relativi hanno registrato il miglioramento più significativo in questo ambito.
   Non possiamo comunque cantare vittoria dal momento che a nostro carico ci sono ancora ben ottanta procedure aperte, di cui sessantadue per violazione del diritto dell'Unione e diciotto per mancato recepimento di direttive.
   È importante che ricordiamo tutti insieme che l'efficacia della partecipazione di un Paese all'Unione europea dipende, non soltanto dalla sua popolazione, dal prodotto interno lordo o dal fatto di essere un Paese fondatore, ma anche e soprattutto dalla sua credibilità, credibilità che si costruisce attraverso il pieno e tempestivo adempimento degli obblighi europei; questo è un punto molto importante.
  Purtroppo, il nostro Paese, complice anche il comportamento dell'opposizione, Pag. 44si è a lungo illuso che il suo status di Paese fondatore e il sostegno a tratti acritico dell'avanzamento della costruzione europea fossero sufficienti a garantirgli un peso politico di primo piano nei processi decisionali europei. Questo approccio ha da tempo rivelato i propri limiti, sia rispetto alla formazione della normativa europea, elaborata spesso senza il nostro contributo e, quindi, non di rado contraria agli interessi nazionali, sia nella sua attuazione.
  Questo approccio ha da tempo rivelato i propri limiti, naturalmente però apprezziamo che il Governo stia lavorando per invertire questa situazione.
  Anche la perdurante tendenza a presentare emendamenti non connessi all'adempimento di atti dell'Unione europea è indice della tendenza a considerare la legge europea quale veicolo per una rapida approvazione di qualsiasi norma di rilevanza interna tenuamente o strumentalmente connessa alla disciplina europea e questo non va bene.
   Sul piano delle procedure parlamentari è, quindi, evidente la necessità di ripensare l'assetto vigente della Camera, proponendo soluzioni più ambiziose del progetto di riforma del Regolamento attualmente elaborato.
  Scelta Civica ritiene infatti indispensabile l'attribuzione di competenza referente piena alla XIV Commissione, la Commissione delle politiche dell'Unione europea, sulla base di quanto avviene al Senato, quindi sul modello del Regolamento del Senato, ciò allo scopo di evitare che le Commissioni di settore, più sensibili alle esigenze delle categorie di riferimento, possano ritardare o addirittura bloccare l'esame del provvedimento o incidere sui relativi contenuti senza tener conto della logica complessiva ad esso sottesa.
   Rispetto al provvedimento che stiamo per approvare, tra le molte, sono importanti le norme a favore delle vittime di reati intenzionali violenti, così come pure è rilevante il dispositivo inserito al Senato che fissa al 10 per cento l'aliquota IVA per il commercio dei tartufi.
  Auspichiamo un più ampio riordino del settore, già oggetto di due proposte di legge all'esame in sede referente in Commissione agricoltura alla Camera, che si propongono di adeguare la materia a una nuova normativa fiscale in grado di fare emergere il sommerso del settore e di consentire la piena tracciabilità del prodotto nell'interesse del consumatore.
   Valutiamo con interesse le disposizioni in materia di occupazione, dal momento che si interviene sul tema dei diritti del lavoratore a seguito di subentro di un nuovo appaltatore, riformulando il decreto legislativo n. 276 del 2003. Citiamo anche le norme inerenti la tutela dell'ambiente e quelle in materia di energia, al fine di adattare la normativa nazionale vigente al terzo «pacchetto energia».
   Per esigenze di rapidità, in sede di esame presso le Commissioni parlamentari della Camera, il testo non è stato ulteriormente modificato rispetto a quello approvato dal Senato. Anche Scelta Civica è convinta della necessità di procedere velocemente, dal momento che questo provvedimento riduce il costoso contenzioso con l'Unione europea, e perciò dichiara il proprio voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa volta la legge europea arriva in tempi più o meno accettabili; sempre in ritardo, ma comunque meno rispetto ai ritardi a cui eravamo abituati, e arriva anche con una struttura che ripete quella dell'anno passato che cerca di rendere più intellegibile, quindi più suscettibile di un giudizio politico, la lettura del testo. Io avrei preferito un testo ancora più semplificato, che andasse lungo lo schema delle quattro grandi libertà, la libertà di movimento delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali, che è il fondamento dell'Unione europea come l'abbiamo adesso; tuttavia anche così la divisione in nove capitoli, orientati ognuno Pag. 45su una delle principali politiche europee, consente una valutazione non meramente tecnica, ma anche generale e politica.
   Se consideriamo un attimo non la legge europea, ma le obiezioni che ho sentito nel dibattito che si è svolto in quest'Aula, vedo che ci sono due questioni di cui una è più tecnica. Mi sembra che non abbiamo ancora tutti assimilato lo spirito di questa legge: lo spirito della legge è quello di rimediare al deficit di recepimento di normativa europea. Molti di noi la vedono invece come un'utile occasione per inserire norme a volte condivisibili – molti emendamenti io li avrei votati in un altro contesto – ma che non hanno qui il loro luogo specifico. Consentitemi di citare un grande filosofo, Giorgio Guglielmo Federico Hegel, che ha scritto: «Die wahrheit ist das ganze», «la verità è il tutto»: una cosa vera, messa nel punto sbagliato, diventa sbagliata. Non si possono avere degli inserimenti normativi fuori contesto, fatti senza considerare la totalità dell'ordinamento giuridico nel quale quella particolare norma si va ad inserire. Su molti emendamenti noi abbiamo votato contro non perché contrari al contenuto dell'emendamento, quanto perché non era questo il luogo proprio in cui inserirli senza la possibilità di contestualizzarli e di inserirli dentro riforme complessive di settore che a volte sarebbe utile e opportuno fare.
   Molti altri emendamenti invece pongono una questione politica. La questione politica è che c’è un'area che tira di protezionismo, di difesa di interessi corporativi locali, la quale, per certi aspetti, è comprensibile: se tu difendi gli interessi di un piccolo gruppo ristretto che è danneggiato da questo o quel provvedimento europeo, tu guadagni una base elettorale, questi lo sanno, poi dopo magari ti votano e quindi è una tentazione naturale per chi fa il nostro mestiere fare emendamenti di questo tipo. Ma c’è un'altra cosa dietro: io vedo a volte una debolezza della percezione dell'interesse complessivo nazionale e, dietro questa, una visione che io non condivido di cosa è l'Italia, perché vedete l'Italia non è un grande Paese agricolo, uno Stato commerciale chiuso che vive di quello che produce all'interno dei suoi confini, come appunto lo Stato commerciale chiuso a cui dedicava il Fichte padre, non Fichte figlio, un libro una volta famoso. Non è così l'Italia ! Contrariamente a quello che pensano molti, l'Italia è una grande nazione commerciale. Noi viviamo importando materie prime, trasformandole col nostro lavoro e riesportandole in altri Paesi. Qual è il primo e fondamentale interesse dell'Italia ? Che il mercato sia libero. Il mercato comune europeo è il primo e fondamentale interesse dell'Italia; poi naturalmente ci sono tanti interessi particolari, meritevoli anch'essi di tutela, ma compatibilmente con questo interesse fondamentale. Sembra che qualcuno creda che noi chiudiamo i nostri confini per tutelare le nostre produzioni e gli altri lasciano aperti i loro confini per fare entrare le produzioni nostre. Ma questo non esiste, questo è di una ingenuità impensabile. Noi dobbiamo stare alle regole del mercato comune perché il primo interesse dell'Italia è il mercato comune e dobbiamo ampliare il mercato comune, dobbiamo approfondire il mercato comune. Certo, dobbiamo anche difendere giustamente, in tutti i modi leciti, le nostre produzioni all'interno del mercato comune, ma, a volte, sento dire: ma gli altri non fanno, ma gli altri ? E, allora, dobbiamo, nei luoghi opportuni, battere i pugni sul tavolo, non per chiedere privilegi o esenzioni, ma che la regola venga applicata in modo corretto a tutti. Siamo d'accordo sul fatto che l'Italia è una grande nazione commerciale ? Siamo d'accordo sul fatto che l'Italia deve cavalcare la globalizzazione o non siamo d'accordo su questo, colleghi ? Perché questa è la questione da cui discendono, poi, tante altre cose, sino al dettaglio del singolo emendamento o del singolo provvedimento. Perché questa è una legge, la quale mette un tassello nella costruzione del mercato comune: il mercato comune delle persone – le persone non sono oggetto di mercato, naturalmente – la libertà di circolazione delle persone, il mercato comune delle merci, il mercato comune dei Pag. 46servizi, il mercato comune dei capitali. Questo è il tema, lo vogliamo o non lo vogliamo ? Perché, se lo vogliamo, dobbiamo stare dentro la regola. Certo, so anch'io che a volte altri non stanno dentro la regola, ma un grande Paese non cerca sotterfugi per non stare nella regola. Un grande Paese la regola la fa !
  Allora, vogliamo domandarci dove eravamo noi quando alcune regole sono state fatte, invece di lamentarci con quell'atteggiamento terribile, che è tipico di una parte dell'anima meridionale, io da meridionale posso dirlo, se lo dicesse un settentrionale mi arrabbierei, ma io lo posso dire: il complesso dei vinti, di quelli che sono sempre la vittima della cospirazione dell'altro. Ma guardiamo alle nostre responsabilità ! C’è stata una regolamentazione del sistema bancario dannosa per l'Italia ? C’è stata ! Ma c’è stata perché si è fatta una regola comune che diceva: entro la data tale, potete fare quello che volete per rafforzare il vostro sistema bancario, dopo quella data non si fa più nulla, e noi quella data l'abbiamo lasciata passare. Noi l'abbiamo lasciata passare ! Non è che gli altri hanno fatto e hanno impedito a noi di fare, c'era una regola, noi abbiamo votato quella regola, noi abbiamo accettato quella regola, e poi, per ragioni che è inutile specificare adesso, abbiamo fatto passare il termine entro il quale potevamo agire e non abbiamo agito.
  Vogliamo fare un esame di coscienza nostro, invece di usare questo troppo facile bersaglio: «l'Europa non ci ha permesso» ? Il nostro interesse primo è che l'Europa funzioni. Io condivido molte critiche contro l'Europa, ma di un altro tipo: questo mercato comune funziona ancora male; in alcuni settori, per esempio nei servizi, ci sono ampi spazi che vanno recuperati, non c’è mercato comune se non c’è una struttura di infrastrutture efficace che copra tutto il territorio dell'Unione, quindi il tema fondamentale del Piano Junker dell'infrastrutturazione materiale e immateriale dell'Europa è la questione più vera e più fondamentale, che è quella messa in evidenza dal Brexit.
  Premetto una cosa: rispettiamo la decisione sovrana del popolo britannico e, se altri Paesi volessero uscire, farebbero bene ad uscire, perché, in una grande impresa come la costruzione europea, non si sta con metà del cuore, ci si sta perché ci si crede, se non ci si crede è bene che si esca, e io mi auguro che da questa vicenda esca un'Europa magari più piccola, ma più compatta, più decisa. Perché, anche quelli che vogliono un ripiegamento protezionistico, anche quelli che vogliono in qualche modo tornare indietro, non si illudano: un ripiegamento europeo protezionistico su una base europea è ancora forse pensabile; su di una base dei vecchi Stati nazionali non è più pensabile, perché non esistono più le economie nazionali, siamo troppo intrecciati gli uni con gli altri, non c’è cosa che si produca in Veneto che non abbia mille componenti fatte in Tirolo, in Slovenia, in Croazia, in Baviera, come non c’è cosa fatta in Baviera che non abbia componenti italiane.
  E allora, non è pensabile il ritorno indietro, e tuttavia una grande e nobile nazione ha sognato il ritorno indietro, la maggioranza del popolo britannico ha votato per tornare alla vecchia Inghilterra, che non c’è, e lo si vede con la secessione della Scozia che si annuncia, con Londra che freme, ecco. Ma perché l'ha fatto ? Qui tocchiamo il vero problema dell'Europa: questa Europa non ha un'anima, preferiscono la loro vecchia piccola patria decrepita, che non regge, perché almeno è una patria. È piccola, è inadeguata, ma è una patria.
  L'Europa non è riuscita ad essere una patria. E io credo che noi dovremmo in questo momento appuntare la nostra riflessione prima di tutto su questo: ci vuole una ripartenza prima di tutto culturale. Mi diceva, anni fa, Lord Ralf Dahrendorf, a Vienna, in un convegno: non c’è un demos europeo, ed io rispondevo: ma il demos non è un fatto della carne, del sangue e della terra, come pensavano i nazisti, è un fatto culturale ! Il demos europeo, che non c’è, si può costruire. Come ? Con una politica culturale. Conduciamo una politica culturale per spiegare Pag. 47agli europei come funziona l'Europa, per spiegare la storia comune, gli interessi comuni, per cercare di costruire la capacità di leggere l'uno l'anima dell'altro, per fare emergere, non negando, le identità nazionali, ma facendole crescere in modo che esse, espandendosi, diventino una comune identità culturale europea. Questa la risposta al Brexit che noi ci auguriamo e, vedendo in questa legge un piccolo tassello in quella direzione, noi voteremo convintamente questa legge europea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Signor rappresentante del Governo, cari colleghi, care colleghe, a rischio di ripetermi, ci manca o manchiamo di senso, dell'essenziale prontezza di riflessi, se no avremmo dedicato discussione e voto su questa legge europea – così si chiama – alla riflessione su quanto, in questi giorni, sta succedendo alla nostra Europa e sul perché siamo arrivati a questo punto.
  Parto da TTIP e CETA: sono degli arcitestimoni della sudditanza dei vertici politici dell'Unione europea nei confronti delle lobby transatlantiche. Su ciò che condiziona il nostro futuro, si tratta e si traffica di nascosto. Della trasparenza concessa dagli Eurocrati abbiamo avuto prova visitando la cosiddetta sala di lettura dei documenti TTIP al Mise: ci siamo andati per primi il mio collega Giulio Marcon e io, alla fine di maggio. E cosa abbiamo trovato ? La caricatura di trasparenza, un'ora di ordinaria presa in giro. Consiglio a chiunque dei colleghi e delle colleghe parlamentari: andateci e fatevi in prima persona un'impressione di come la nostra Unione europea, a sessant'anni dal Trattato di Roma, si permette di trattarci.
  Il Ministro Carlo Calenda, riferendo due settimane fa qui alla Camera, si era permesso di ironizzare sullo scarso interesse dei parlamentari a fronte del magnanimo venire incontro del Ministero: le prime tre settimane solo diciotto parlamentari avrebbero chiesto di consultare gli atti TTPI in sala lettura, allestita al Ministero, a dimostrazione – disse – che la domanda era rimasta largamente al di sotto dell'offerta, sua! La verità, secondo me, sta all'opposto: la grande massa dei parlamentari si fida del giudizio di noi pochi che ci siamo andati e si risparmia la presa in giro personale. Ecco la realtà deprimente degli obblighi derivanti dall'apparenza dell'Italia all'Unione europea, titolo della nostra legge: informazioni, bluff sulle cose essenziali, e il TTIP è solo la più nota e più attuale fra di esse. È legge europea, ogni anno in pompa magna, per delle nullità.
  Adesso tralascio diciamo così di elencare le varie etichettature e burocratizzazioni che vi sono nel corso, tra ieri e oggi, di queste strapazzate. La cosiddetta legge europea è l'ammissione del difetto cardinale della grande paziente di nome Europa. Non essendo capace o disposta a farsi carico delle questioni essenziali e importanti, ripiega su un attivismo in robe che meglio lascerebbe agli amministratori locali. Comuni, regioni e anche Stati membri si sentono scippati delle competenze intrinsecamente proprie.
  Approvando questo disegno di legge europea, questo Parlamento si rende partecipe di quel processo tumorale che sta per asfissiare l'Europa comune; la Brexit di questi giorni è la conseguenza radicale che il Paese meno succube ha ritenuto di doverne trarre. Di troppe disposizioni, troppe etichettature regolamentate, troppi rosmarini tassati i cittadini si sono stufati ! E prima che l'Europa da Unione si converta in carcere, gli Stati, i Paesi fuggono.
  Questo testo, già modificato al Senato, raffigura il riflesso della struttura della legislazione europea in toto. Nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea 2015 per la parte normativa vi sono 30.952 pagine; e la riflessione che ne segue è semplice: dietro tutta questa sovrapproduzione legislativa, che sostanza si evince ? Non solo queste norme-nano perdono qualsiasi importanza, ma sono esse stesse una delle cause della débâcle europea.
  Diamo per ben intenzionato in questo provvedimento l'obiettivo di risolvere un Pag. 48ampio numero di contenziosi pendenti: le procedure di infrazione a carico del nostro Paese sono di fatto in diminuzione da due anni; di fatto il loro numero scende da ben oltre 100 a 80, di cui 62 riguardano la violazione del diritto dell'Unione, 18 il mancato recepimento di direttive.
  «Ce lo chiede l'Europa», ci sentiamo continuamente dire da parte del Governo. Ancora un anno fa il Ministro Padoan disse: «Il sistema bancario è solido e priva di rischio»; poi dev'essere stato lo shock della Brexit a convertire Saulus Padoan in Paulus, perché all'inizio di questa settimana, appunto all'indomani del voto inglese, lo sentivamo sui giornali con «l'Europa non deve occuparsi solo delle banche». Sì, è vero, adempiere agli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea oggi vuol dire trarre le debite conclusioni dalla Brexit.
  Non ci ha convinto affatto, anzi, ci ha preoccupato l'atteggiamento espresso dal Premier Renzi l'altro giorno, cioè lunedì, nel suo messaggio al Parlamento: fu l'espressione di una malcelata gioia maligna. Peggio per gli inglesi, meglio per noi, mors tua vita mea: questo mi sembrava lo spirito del suo discorso. Per dirla con un'immagine calcistica, visti i tempi che corrono, il Renzi della Brexit mi ricorda il giocatore di riserva che tutti conosciamo: in campo si fa male un titolare, e il panchinaro vede arrivato il suo momento di gloria; si alza, si agita, scalpita, attende il cenno dell'allenatore di scendere in campo; la peggior cosa che al momento gli possa succedere – glielo si vede in faccia – sarebbe che l'infortunato collega, il compagno infortunato si alzasse e potesse continuare a giocare. È stata l'immagine del «Brexit Renzi» questo lunedì alla Camera ! «Il referendum va rispettato, – ripeteva propriamente – si prende atto e si volge pagina», proprio come se la sua maggior preoccupazione fosse che gli inglesi (e intanto l'hanno già quasi fatto) potessero ancora ripensarci. Non si è «sdegnato» nemmeno di parlare di occasione del momento ! Renzi si sentiva arrivato, promosso: l'invito a Berlino dalla Merkel, da Hollande, di poter far parte della troika gli ha procurato apparentemente le vertigini.
  Nessuna autocritica, nessun allarme di fronte al manifestarsi delle volontà elettorali, nessuna ammissione di responsabilità di tutti: no, rimozione assoluta di qualsiasi corresponsabilità ! Ciò che si sente dal Consiglio europeo in corso, o appena finito in questo momento a Bruxelles, conferma questa assenza di presa d'atto delle avvisaglie: le parole d'ordine restano «austerità», «ulteriore smantellamento dello stato sociale e dei diritti», «avanti con TTIP, CETA, TISA», «piena libertà alle grandi corporazioni».
  Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, noi non ci stiamo a questo provvedimento: nel momento in cui la casa dell'Unione europea brucia – sì, la casa, per riprendere la metafora del Premier Renzi –, noi di Sinistra Italiana – SEL riteniamo sia una mancanza di senso dell'essenziale, quindi controproducente, approvare siffatte disposizioni per l'adeguamento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea (questo è sempre il titolo solenne). Sono altri oggi gli obblighi derivanti dalla nostra appartenenza all'Europa ! Le norme che ci chiedete di approvare con questo provvedimento purtroppo sono non un contributo alla risoluzione della crisi, né dell'Unione europea né della nostra nazione stessa: piuttosto sono una ragione in più della crisi esistenziale dell'Europa. Annuncio perciò il voto contrario, dimostrativamente contrario, di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Elvira Savino. Ne ha facoltà.

  ELVIRA SAVINO. Signor Presidente, colleghi, annuncio subito che il gruppo di Forza Italia voterà contro questa legge europea, semplicemente perché questa legge rappresenta esattamente l'Europa che noi non vogliamo: perché questa legge Pag. 49è la dimostrazione plastica dell'incapacità dell'Europa di reagire alla deriva tecnocratica che ha pervaso l'Unione, in particolare negli ultimi anni; anni che dovevano segnare una svolta, ma che invece hanno visto l'Europa avvitarsi sempre di più su se stessa e sulla propria burocrazia, su controlli sempre più stringenti, su cessioni progressive di sovranità, e che non hanno avuto alcun contraltare sul fronte della politica, della responsabilità e della legittimazione democratica. Nonostante il bail-in, l'aumento dell'IVA ed altri inutili regole che la Commissione europea ci ha imposto, il Governo italiano ha continuato a mostrare un'assoluta superficialità ed una ottusa applicazione di regolamenti e direttive comunitarie dalle quali sono scaturite spesso misure vessatorie per i cittadini.
  Ebbene, il provvedimento al nostro esame è ancora una volta figlio di questo atteggiamento. Una superficialità, dicevo, che si evince anche dal metodo utilizzato nel sottoporre le disposizioni in esame a questo ramo del Parlamento: l'iter del provvedimento in XIV Commissione si è infatti esaurito con una maggioranza asserragliata, che è riuscita a dare parere contrario su tutti, nessuno escluso, gli emendamenti presentati. Stessa cosa è avvenuta in Aula; e stiamo parlando di modifiche assolutamente valide, molte delle quali di assoluto buonsenso, come il nostro emendamento riguardante l'olio d'oliva, uno dei fiori all'occhiello della nostra produzione agricola nazionale. La Commissione europea ha affermato il principio secondo il quale non vi è alcuna correlazione diretta tra la qualità dell'olio e la durata della sua conservazione, al contrario di quanto invece hanno sostenuto studi condotti da università ed enti di ricerca. E noi, che cosa facciamo ? Seguiamo supinamente la Commissione ! Ed invece sarebbe più giusto far sentire la nostra voce, ed esaltare le nostre specificità: più volte abbiamo infatti sollecitato questo Governo a rafforzare la posizione negoziale dell'Italia, in particolare attraverso iniziative tese ad aggregare gli interessi dell'area euro-mediterranea dell'Unione, che ad oggi risultano assolutamente soccombenti rispetto alle politiche europee a trazione dei Paesi del Nord Europa.
  Sul metodo, quindi, il Governo non si è smentito neppure in occasione dell'esame di questo provvedimento: è evidente l'arroganza della maggioranza, che sistematicamente delegittima le Camere, le usa per vistare i provvedimenti, che purtroppo sono spesso scritti male e in fretta, con un approccio istituzionale chiuso al confronto e alla qualità degli atti legislativi. Sempre più spesso, e questo è l'ennesimo caso, giungono al nostro esame provvedimenti blindati, stabilendo una vera e propria prassi di questa legislatura, che ormai si fonda su una sorta di monocameralismo alternato: i provvedimenti vengono infatti esaminati da un solo ramo del Parlamento e poi ratificati dall'altro, dando vita ad una vera e propria distorsione del processo legislativo, dei poteri delle Camere e delle prerogative dei parlamentari, come disciplinati dalla nostra Carta costituzionale. Ciò è intollerabile in atti come quello al nostro esame, atti nei quali si deve essere tanto più attenti perché si tratta di adeguare la normativa italiana a quella europea, senza però minare il nostro Stato di diritto e le basi su cui è costruito; nei quali si tratta di salvaguardare il nostro tessuto economico e le sue peculiarità, un tessuto economico fatto di piccole e medie imprese.
  Vorrei citare solo alcuni passaggi di questo provvedimento che non rispondono neppure ai criteri ai quali la legge comunitaria dovrebbe adeguarsi; l'articolo 5, ad esempio, che interviene sul decreto legislativo sugli appalti pubblici, appena approvato; oppure l'articolo 18, che introduce sanzioni per i casi di inosservanza delle norme e delle raccomandazioni dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e, en passant, incide sull'ambito di applicazione del decreto legislativo istitutivo dell'Agenzia stessa; per non parlare dell'obbrobrio dell'articolo 24, che reca una delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di incentivi in favore delle imprese marittime, norma che dovrebbe essere trasferita nel Pag. 50disegno di legge di delegazione europea e non certo contenuto nella legge comunitaria al nostro esame.
  Ma ormai si legifera ad oltranza, in modo pasticciato, e non valgono i richiami del Comitato per la legislazione e le condizioni delle Commissioni; la maggioranza va avanti con il rullo compressore senza fare troppe distinzioni, travolgendo così persino il nostro ordinamento giuridico. Lo dico perché in questo provvedimento ci sono almeno tre articoli, il 26, il 23 e il 28, che hanno anche efficacia retroattiva. Su questi articoli abbiamo votato contro proprio per questo motivo, ma sappiamo che l'attuale maggioranza non fa caso a questi dettagli e che questo Governo, appena può, arriva anche a saccheggiare le proposte di legge di iniziativa parlamentare, cosa che è successa con l'articolo 29, in materia di raccolta di tartufi.
  Su questo tema, come avevo detto prima, la Commissione agricoltura è al lavoro, ed è anche a buon punto. Considerando che l'articolo in questione intende rispondere a un caso EU Pilot molto recente, non si vede assolutamente la necessità di procedere con tale urgenza, quando il Parlamento se ne stava già occupando autonomamente. Infine, due parole sulla brutta abitudine di modificare, in sede di approvazione della legge comunitaria, la legge n. 234 del 2012, che regola la partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, e di farlo demandando a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Per non parlare poi delle norme su rosmarino e risotti: per amor di patria non mi dilungo ulteriormente sulle disposizioni puntuali del testo.
  Ho già motivato in apertura del mio intervento il filo conduttore della nostra contrarietà a questa legge europea, cioè la sua assoluta distanza dai bisogni reali delle persone in questo momento così drammatico. Con altrettanta onestà intellettuale, però, ricordo a quest'Aula che Forza Italia, lo scorso lunedì, in seguito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio, Renzi, sul Consiglio europeo dei giorni scorsi, dopo l'evento Brexit, in un momento decisivo per il destino dell'Unione, ha votato a favore degli impegni contenuti nella risoluzione di maggioranza: un'apertura di credito che abbiamo ritenuto opportuna nei confronti del Governo e del Paese, nello spirito costruttivo emerso dal dibattito, perché noi, a differenza della maggioranza, non abbiamo mai tifato per il tanto peggio tanto meglio.
  L'abbiamo fatto, cioè abbiamo votato a favore della risoluzione di maggioranza, con l'auspicio che l'Italia imbocchi – per usare le parole del Presidente del Consiglio – la strada del coraggio e non faccia più finta di niente. Ebbene, noi non vogliamo più far finta di niente: vogliamo che l'Europa cambi rotta, cambi mentalità, che rivoluzioni il proprio modo di porsi nei confronti dei cittadini. Vogliamo un'Europa che non si limiti ad accusare i popoli che intendono uscirne ma che faccia un po’ di autocritica, riconoscendo il fallimento di alcune politiche, mettendo in campo una reale svolta politica ed economica. Vogliamo un'Europa che non ci parli appunto della raccolta dei tartufi ma che parta da politiche solide per il rilancio della crescita e dell'occupazione, in particolare attraverso un grande piano di investimenti. Un'Europa in grado di essere competitiva anche rispetto alle altre economie mondiali. E vogliamo un'Italia e un Governo in grado di indicare all'Europa una via diversa, di rilanciare su basi nuove e concrete la sua azione, a garanzia di quella pace e di quella solidità democratica ed economica che è alla base del sogno europeo dei padri fondatori.
  Sono queste le motivazioni per le quali abbiamo offerto la nostra apertura a seguito delle comunicazioni del Presidente del Consiglio, e sono esattamente queste le stesse motivazioni per cui convintamente voteremo «no» su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

Pag. 51

  COSIMO PETRAROLI. Presidente, la legge europea ci consente, in base alla legge n. 234 del 2012, di risolvere quelli che sono i contenziosi tra l'Italia e l'Unione europea. C’è da precisare, però, che i contenziosi generalmente sono dovuti sempre e comunque ad una costante mancanza di incisività in Europa da parte di tutti i Governi e di tutte le forze politiche che di fatto si sono susseguite in questi anni, come a dire: contiamo meno di zero.
  Proprio su questo argomento abbiamo presentato varie interrogazioni, perché gli atti riguardanti le infrazioni di fatto sono secretati ai Parlamenti e possono essere consultati ma non possono essere esternalizzati, quindi non possono neanche essere consultati dai nostri uffici legislativi, che sono i funzionari con i quali ci interfacciamo quotidianamente, e neanche con i comitati. Bene, con questa legge sono state messe insieme una serie di norme che c'entrano poco o nulla l'una con l'altra, e soprattutto ne recepisce altre senza averne di fatto il dovere. Ricordiamo che i contenziosi con l'Europa si dividono in varie fasi: prima abbiamo una fase di richiamo informale, poi una procedura di pre-infrazione, la cosiddetta EU Pilot e infine una prima e una seconda fase di infrazione. Ciò significa che alcuni degli atti recepiti in questo provvedimento potevano tranquillamente non essere recepiti ora, mi riferisco in particolare all'articolo 1. Infatti, c’è una fase molto ma molto più lunga, prima di entrare fisicamente e realmente in infrazione.
  Ricordiamo che l'Italia ha quattro condanne: due che riguardano gli aiuti di Stato e due che riguardano la gestione dei rifiuti. Quindi, la domanda che noi ci poniamo è: perché andare in infrazione su questioni che danneggiano la salute, la vita dei cittadini, fregandosene completamente di loro, come i rifiuti in Campania o l'Ilva di Taranto e poi magari non cercare di contrattare su questioni che danneggiano il made in Italy ? Questo è il discorso centrale della legge europea. Poi, vorrei aggiungere un altro elemento di metodo, perché molti degli articoli sono stati aggiunti...
  Presidente, non mi riesco a sentirmi.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  COSIMO PETRAROLI. Vorrei aggiungere un altro elemento di metodo, perché molti degli articoli sono stati aggiunti al Senato senza passare di fatto dalle Commissioni competenti, mentre qui alla Camera non ci avete permesso di fare assolutamente nulla. Quindi, senza ironia, consigliamo al sottosegretario Morando di andare in Europa con un commercialista, far mettere un timbro sulle proposte della Commissione e non far perdere tempo e soldi a un Parlamento per delle cose che comunque ci vengono sempre negate. Perché ci vengono sempre negate ? Perché evidentemente nel Governo non ci sono uomini veri che si fanno rispettare ma solo un gregge di pecore, un gregge di conigli che fanno soltanto gli interessi della Merkel, delle multinazionali e delle lobby (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Prendiamo, ad esempio, la «legge Mongiello», la legge «salva olio», resa di fatto inefficace dal recepimento dell'articolo 1. Ricordiamo che si tratta di una pre-infrazione, non di un'infrazione vera e propria, quindi il Governo aveva tutto il tempo di correggere il tiro, farsi sentire, difendere la propria nazione, difendere i propri agricoltori, invece voi non siete neanche in grado di andare a contrattare per un'etichetta. Per quale motivo il consumatore non deve scegliere l'olio d'oliva in base alla sua origine ? Sarebbe una competizione positiva, perché ogni Paese sarebbe di fatto spinto a produrre olio di qualità, e magari, perché no, potremmo anche comprare l'olio dalla Tunisia. Invece no: oltre a eliminare l'indicazione geografica, si abolisce addirittura l'obbligo di inserire la data di scadenza nelle etichette. Si abolisce ! Significa che magari tra un po’ di anni potremmo trovare in commercio l'olio invecchiato, l'olio double face, adatto sia per friggere le patatine sia Pag. 52magari per abboccare l'olio motore della macchina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ditemi voi se è una cosa normale, e voi zitti e muti, perché ovviamente ce lo chiede l'Europa.
  Quindi, per riassumere: distruggete la produzione d'olio d'oliva di qualità italiano; consentite l'importazione di olio dalla Tunisia oltre le quote stabilite; non siete in grado di risolvere l'emergenza xylella, quindi la questione è: o siete stupidi o siete conniventi. No, in entrambi i casi siete di fatto inadeguati per gestire anche una riunione di condominio in Italia.
  Poi c'era l'articolo 3, che, per miracolo, è stato tolto sempre al Senato. E, pensate un po’, il Governo ha tentato di cancellare una legge che impedisce di indicare l'origine del prodotto solo in base allo stabilimento in cui è avvenuta l'ultima trasformazione. Questo significa che, secondo il Governo, se una mozzarella viene prodotta con latte in polvere cinese importato in Tunisia, ricostituito in Argentina e arrivato per la prima volta in Italia per l'ultima fase di trasformazione, diventa per miracolo made in Italy. Non si sa per quale miracolo, grazie a Dio, l'articolo è stato eliminato al Senato. Forse perché sperate che questa ennesima porcata venga reintrodotta con il TTIP che voi appoggiate con tanto fervore.
  Per non parlare poi del fondo per risarcire le vittime dei reati violenti, quelle vittime che di fatto non sono riuscite ad avere il giusto risarcimento da chi ha commesso gravi reati come l'omicidio, come la violenza sessuale e altri atti. Un fondo totalmente vuoto che risarcisce solo le spese mediche e non in toto tutte le vittime e i familiari. Un fondo che prevede poi assurde condizioni per l'accesso; tra tutte, quella che prevede che il beneficiario debba avere un reddito minore di 11.528 euro. Una vergogna, ovviamente tutta italiana, una presa in giro per le vittime soltanto per tentare di bypassare questa procedura di infrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E poi non poteva mancare il solito favore agli amici dal gioco d'azzardo. Sì, perché la Commissione europea ci ha richiamato in quanto le vincite conseguite all'estero sono soggette alle aliquote progressive IRPEF, mentre, per quelle conseguite in Italia, l'imposta è considerata assolta attraverso un prelievo del 10 per cento e non nei confronti dei vincitori. Quindi, la famosa storia della doppia tassazione non esiste. Il Parlamento, quindi, aveva due possibilità per risolvere il contenzioso: o includere nell'IRPEF anche le vincite avvenute nel territorio italiano, che poi di fatto sarebbe stata la scelta più giusta perché avrebbe permesso una sorta di tracciabilità, oppure togliere dall'IRPEF, sia le vincite italiane, sia quelle estere. Indovinate cosa ha fatto il PD ? Ovviamente la seconda opzione: non si sa mai voi faceste qualcosa per i cittadini e qualcosa di utile per lo Stato italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo è gravissimo perché nella relazione della Commissione antimafia si legge chiaramente che, dietro le attività apparentemente legali come il gioco lecito, si nascondono sempre più fenomeni corruttivi. E sapete perché ? Perché la mafia non dà più mazzette in contanti, piuttosto apre delle case da gioco online e poi paga i suoi addetti tramite delle vincite fittizie che non riportano nelle dichiarazioni dei redditi. Quindi, l'articolo 7 di questa legge è un favore, non solo agli amici del gioco d'azzardo, ma è un favore che fate alla mafia, è un favore che fate alla camorra, alla ’ndrangheta ed un insulto a tutti coloro che quotidianamente si adoperano e combattono la ludopatia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Per concludere, sono passati 23 anni dal 1992, quando l'Italia è entrata nell'Unione europea, e oggi assistiamo a una totale desertificazione del nostro tessuto produttivo. In Puglia ci sono interi uliveti completamente abbandonati, abbiamo perso una generazione di agricoltori in nome di una industrializzazione che di fatto non è mai avvenuta. In pochi anni abbiamo perso l'industria tessile, il calzaturiero e avete volutamente smantellato la Pag. 53nostra industria automobilistica, la FIAT, la Lancia, l'Alfa Romeo, auto che, negli anni Ottanta e Novanta, erano le uniche che in Europa potevano competere con l'industria automobilistica tedesca. Per questo lo avete fatto, perché qualcuno magari da Berlino ve lo ha chiesto. Complimenti ! A distanza di 25 anni i consigli Ecofin certificano sempre squilibri finanziari per la metà degli Stati membri. Presidente, la verità è che ad oggi l'Europa è un'area geografica totalmente fallimentare, totalmente fallimentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, sottosegretario, ditelo ai vostri amici di Berlino: il MoVimento 5 Stelle non è Tsipras; il MoVimento 5 Stelle non è Podemos, non è il Front National, partiti che si sono dichiarati antisistema e che puntualmente sono stati inglobati dallo stesso sistema che loro combattevano e di fatto depotenziati per un piatto di lenticchie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il MoVimento 5 Stelle è un'altra cosa. Nel MoVimento 5 Stelle ci sono uomini liberi e così come ci siamo presi Roma senza scendere a compromessi, ci prenderemo anche l'Italia e a quel punto o si cambia realmente, con una fiscalità condivisa, con una condivisione del debito, con una sovranità monetaria, oppure le conseguenze saranno ovvie e la Gran Bretagna insegna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

  GIAMPIERO GIULIETTI. Grazie Presidente. Oggi siamo chiamati ad esprimerci in merito alla legge europea 2015-2016 contestualmente alle disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Un provvedimento complesso, che ha visto un ampio e approfondito dibattito al Senato e che ha condotto all'approvazione di rilevanti modifiche, accogliendo istanze provenienti da tutti i gruppi parlamentari, sia del Senato, che della Camera. E a tal proposito vorrei mettere in evidenza la sensibilità del Governo e l'attenzione dimostrata verso il dibattito parlamentare; un Parlamento questo, una maggioranza questa che nel corso dell'attuale legislatura hanno approvato tre leggi europee, tre leggi di delegazione europea nell'attività importantissima di recepimento nell'ordinamento italiano delle normative europee anche al fine della riduzione del contenzioso. Nell'attuale legislatura il percorso di recepimento della normativa dell'Unione europea è stato oggetto di una proficua accelerazione. Basti pensare che i disegni di legge comunitaria 2011 e 2012 non furono mai portati a termine. Il Governo italiano ha già raggiunto risultati importanti nell'adeguamento del diritto interno a quello europeo, anche con la riduzione del contenzioso con la Commissione europea. Le procedure di infrazione si sono ridotte da 119 a 86, di cui 16 sull'ambiente, 9 sulla libera circolazione delle merci, 8 in materia di fiscalità, dogane e affari interni, 7 in materia di affari economici e finanziari e così via. E con l'approvazione di questa legge si chiudono altre 4 procedure di infrazione, facendo quindi scendere il numero complessivo a 82 e si risolvono altre 10 procedure di preinfrazione. Durante il dibattito in Parlamento il disegno di legge europea 2015-2016 è stato modificato significativamente. Gli articoli sono passati da 22 a 37. In materia di giustizia è stata introdotta un'apposita sezione recante disposizioni sull'indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti e l'estensione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di stampo mafioso e delle richieste estorsive. Si è intervenuto anche in tema di diritti delle persone, come ad esempio il permesso di soggiorno individuale per minori stranieri, che rappresenta un segnale di avanzamento per le politiche dell'infanzia e per le politiche dell'integrazione europea, provando a costruire un vero legame di fiducia con i cittadini di domani. Si è proceduto allo stralcio dell'articolo 3 sulle disposizioni relative all'indicazione Pag. 54del Paese d'origine sull'etichettatura dei prodotti alimentari, confluendo in un autonomo disegno di legge affinché il made in Italy venga percepito chiaramente come una risorsa per tutta l'Europa e non un ostacolo alla libera concorrenza. Come Paese stiamo insistendo per una tracciabilità e trasparenza generalizzate e diffuse dei prodotti e della filiera. Il made in Italy è una ricchezza per tutto il continente. Il Governo e il Parlamento hanno già stanziato, con la legge di stabilità 2016, 351 milioni di euro per promuovere il made in Italy e l'internazionalizzazione delle nostre imprese. E sul versante imprese, giudico positiva la nuova norma SOA, Società organismi di attestazione, dove all'articolo 5 si elimina l'obbligo per le SOA che accertano i requisiti degli appaltatori di lavori pubblici di avere sede legale in Italia mantenendo per esse solo l'obbligo di avere una sede nel territorio della Repubblica. La norma supera una procedura di infrazione, ma facilita anche, oltre alla concorrenza, la trasparenza e l'integrazione economica e lavorativa. Magari sarebbe auspicabile che la normativa europea tenesse sempre in maggior considerazione le vocazioni produttive dei Paesi, come green economy, industria 4.0, agricoltura di qualità, affrontando sfide in modo multidisciplinare e aperto, così come avviene per l'attuazione del pacchetto Energia, dove la legge europea consente all'Italia di poter dare il proprio contributo per una gestione virtuosa degli aiuti di Stato potendo utilizzare procedure più snelle e razionali, utili a governare le nuove sfide dell'innovazione tecnologica. Segnali significativi contenuti nella legge affinché l'Europa si appresti ad essere uno spazio di scambio e di libera circolazione si evidenziano con le agevolazioni sulla tassazione auto per gli studenti europei che sono un'ulteriore opportunità per vivere lo spazio comune. Infatti, ha ragione il Presidente Renzi quando afferma che noi pensiamo che l'Europa sia il luogo da lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti e deve essere un luogo accogliente, dove si guarda ad una crescita solidale, dove l'accoglienza è un valore di tutti. Proprio in relazione al momento storico e politico che attraversa l'Europa, approvare questa legge europea vuol dire riaffermare con forza la politica che intende portare avanti l'Italia: una politica di integrazione, di rappresentanza di milioni di cittadine e cittadini, una politica che lavori per investire e creare condizioni di innovazione e di uguaglianza in tutta Europa. Relativamente al Consiglio europeo di questi giorni, aver ottenuto la possibilità di utilizzare 1,4 miliardi di euro di fondi per la coesione, per le PMI, per i giovani e per il lavoro è il frutto di un impegno costante del Governo.
  All'Europa serve una riflessione politica certamente in termini nuovi, in termini nuovi sul fiscal compact, sul bail-in, perché l'austerità ha aggravato la crisi, rischiando di compromettere la ripresa. L'azione dell'Italia sta portando avanti risultati in Europa, se è vero, come è vero, che il nuovo vocabolario europeo mette al centro le parole «crescita» e «giovani». Fuori dall'Unione europea c’è solo un futuro di incertezza e instabilità. Ma l'Europa non può inseguire solo le procedure o gli euroburocrati. Approvare la legge europea significa fare un altro passo verso un'Europa solidale, che guarda al futuro e che investe nelle nuove generazioni. Una celebre considerazione di un politico tedesco ricorda come i dieci comandamenti contano 279 parole, la Dichiarazione d'indipendenza americana 300, le disposizioni della Comunità europea sull'importazione di caramelle 25.911. Proviamo a semplificare la vita ai cittadini, a semplificare il linguaggio, a far comprendere come l'Europa siamo tutti noi, siamo noi e tutti noi: un'Europa più democratica e meno tecnocratica.
  Al Consiglio europeo post Brexit, il nostro Presidente del Consiglio ha esordito ricordando Jo Cox, con un pensiero alla sua famiglia e ai suoi bambini. Jo Cox, parlamentare laburista, era una donna, una politica convintamente europeista: una vita spesa per i diritti umani. Ecco, l'Europa deve riscoprire la sua umanità. Pag. 55Mi vengono in mente l'immagine del relitto in fondo al mare, con i corpi di tanti nostri fratelli e sorelle, e penso agli uomini della Marina Militare, impegnati nel recupero del relitto e dei corpi per dare loro degna sepoltura. Questa è la civiltà italiana e questa è l'Europa che vorremmo. L'Europa deve ritrovare la sua anima e tornare ad occuparsi dei temi cari ai cittadini. L'Italia spinge in questa direzione e, con questa legge, il Parlamento aggiunge un'altra tappa al suo percorso. Per questi motivi dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3821)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n.  3821, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Artini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   S. 2228 – «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015-2016 » (Approvato dal Senato) (3821):

   Presenti e votanti  311   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato  208    
    Hanno votato no  103.

  Sono in missione 103.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Borghese ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi il seguito dell'esame del provvedimento in materia di riforma del sistema dei confidi è rinviato alla prossima settimana.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 13,40).

  VEGA COLONNESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prego i colleghi intorno all'onorevole Colonnese, e anche gli altri, se riescono, di uscire in silenzio.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Con comunicazione scritta, viene stabilita la sospensione da ieri, 29 giugno 2016, dei ricoveri presso la TIN e la neonatologia del presidio ospedaliero dell'Annunziata. Attraverso una nostra ispezione, svolta dai nostri consiglieri regionali, abbiamo verificato che ci sono dei reparti nuovi. In più, questa sospensione dei ricoveri porterà anche un affaticamento del Santobono, unico presidio pediatrico del sud Italia.
  Noi chiediamo non solo una risposta alla nostra interrogazione 5-09022, che riguarda proprio l'Annunziata, ma chiediamo, attraverso lei, un gesto di responsabilità da parte del Governo nei confronti dell'assoluta inefficacia, soprattutto della pochezza, del commissario della regione Campania e anche del governatore De Luca, che, con la sua ingerenza, sta veramente devastando la sanità campana, tramite la chiusura di presidi che sono indispensabili anche per il tessuto sociale della regione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 56

  CLAUDIA MANNINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di abbassare la voce. Nessuno è obbligato a rimanere in Aula una volta che la seduta è terminata. Quindi, chi vuole rimanere in Aula fa la cortesia di rimanerci in silenzio o senza urlare. Per favore !

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Intervengo a fine seduta per sollecitare il Ministro dell'ambiente Galletti ad agire rispetto agli impegni presi durante la conferenza di servizi riguardo la sentenza delle discariche abusive, che noi continuiamo a pagare all'Unione.
  Nello specifico, il Ministro Galletti aveva preso l'impegno di costituire un tavolo tecnico per analizzare le situazioni dei vari territori, ne cito due a titolo esplicativo. Il comune di Mira, ad esempio, ha il progetto esecutivo e i fondi a disposizione, mentre il comune di Augusta continua a pagare le sanzioni per le discariche abusive, nonostante le due discariche non rientrino nelle competenze del comune, ma sono dei SIN.
  Il Ministero dell'ambiente, insieme al Ministero dell'economia e delle finanze, deve stabilire in brevissimo tempo come distribuire i 30 milioni di euro previsti dal mio emendamento con la legge di stabilità e, soprattutto, chiarire quali comuni hanno effettivamente la competenza, poiché, nel caso specifico, il comune di Augusta non è responsabile delle due discariche abusive, però, nonostante ciò, è stato richiesto il principio di rivalsa. Il principio di rivalsa, sempre in base alla legge di stabilità, con comunicazione dell'ANCI risulterebbe essere sospeso, ma i comuni non hanno dato nessuna comunicazione ufficiale di tale interruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Con questo intervento devo chiedere a lei, cortesemente, di sollecitare il più possibile l'interpellanza 2-01284, per un semplice motivo, Presidente: dopo l'approvazione del decreto sul patto marciano e sul pegno non possessorio, iniziano già ad arrivare le prime segnalazioni. Già ce n’è arrivata una dalle Marche: un cliente che aveva un debito di 100 mila euro, diventato di 70 mila euro, non riesce a mettersi d'accordo con la banca, perché la banca non vuole saldare e stralciare l'importo così com’è vendendo l'immobile; chiede già in garanzia determinati beni. Addirittura, si parla delle quote di alcune società che avrebbe questo signore in mano, la proprietà di quattro immobili. Gli si chiede di procedere in questo modo oppure saranno problemi per la persona, oppure ci saranno aggressioni e non verrà sicuramente aiutato.
  Quindi le chiedo, Presidente, almeno che si risponda a questa interpellanza che parla proprio dei rapporti tra banca e cliente, che stanno cambiando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. Il 15 luglio 2015 presento un'interrogazione per sapere quali sono quei prodotti DOP e IGT che saranno tutelati nell'accordo del TTIP, perché noi ci teniamo al made in Italy. Il Ministro mi risponde oggi dicendomi che non so cercare in rete, perché non sono riuscito a leggere un link, datato marzo 2016. Quindi, io, secondo il Ministro Martina, dovevo sapere, nel luglio 2015, l'esistenza di un link che la Commissione ha pubblicato nel 2016.
  Al di là della poca tecnica nello scrivere un'interrogazione, dal punto di vista della Pag. 57cortesia istituzionale, io non chiedo le dimissioni del Ministro Martina perché le abbiamo già chieste per cose più importanti, ma almeno le scuse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Gallinella. Ovviamente la Presidenza non può entrare nel merito delle risposte, ma resta agli atti il suo dissenso e quanto lei ha rappresentato all'Assemblea.
   In relazione invece alle richieste di sollecito svolte dai colleghi, la Presidenza si farà parte diligente nel sollecitare al Governo le risposte agli atti di sindacato ispettivo che sono state trattate dai colleghi che sono intervenuti.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 1o luglio 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 13,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3821 - em. 18.4 204 203 1 102 1 202 115 Resp.
2 Nom. em. 18.5 300 279 21 140 78 201 115 Resp.
3 Nom. em. 18.2 308 285 23 143 81 204 115 Resp.
4 Nom. em. 18.3 312 291 21 146 83 208 115 Resp.
5 Nom. em. 18.6 320 297 23 149 85 212 115 Resp.
6 Nom. em. 18.6 330 304 26 153 87 217 114 Resp.
7 Nom. articolo 18 330 275 55 138 215 60 114 Appr.
8 Nom. em. 19.5 333 267 66 134 28 239 112 Resp.
9 Nom. em. 19.6 333 330 3 166 86 244 112 Resp.
10 Nom. em. 19.1 337 318 19 160 89 229 112 Resp.
11 Nom. em. 19.2 348 340 8 171 94 246 112 Resp.
12 Nom. articolo 19 354 249 105 125 248 1 111 Appr.
13 Nom. em. 20.1 360 357 3 179 122 235 111 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 20.3 369 282 87 142 45 237 110 Resp.
15 Nom. em. 20.2 370 350 20 176 111 239 110 Resp.
16 Nom. articolo 20 371 268 103 135 246 22 110 Appr.
17 Nom. articolo 21 360 265 95 133 240 25 110 Appr.
18 Nom. articolo 22 365 278 87 140 239 39 110 Appr.
19 Nom. em. 23.1 365 296 69 149 58 238 110 Resp.
20 Nom. em. 23.4 363 293 70 147 59 234 110 Resp.
21 Nom. em. 23.2 356 287 69 144 56 231 110 Resp.
22 Nom. em. 23.6 363 290 73 146 56 234 110 Resp.
23 Nom. em. 23.5 364 292 72 147 55 237 110 Resp.
24 Nom. articolo 23 359 289 70 145 228 61 110 Appr.
25 Nom. em. 24.3 364 352 12 177 118 234 110 Resp.
26 Nom. em. 24.4 365 297 68 149 45 252 109 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 24.5 354 286 68 144 58 228 109 Resp.
28 Nom. em. 24.2 363 361 2 181 110 251 109 Resp.
29 Nom. articolo 24 358 350 8 176 297 53 109 Appr.
30 Nom. em. 25.1 365 296 69 149 39 257 109 Resp.
31 Nom. em. 25.2 364 356 8 179 101 255 109 Resp.
32 Nom. articolo 25 372 263 109 132 261 2 109 Appr.
33 Nom. articolo 26 374 285 89 143 247 38 109 Appr.
34 Nom. articolo 27 371 247 124 124 242 5 109 Appr.
35 Nom. articolo 28 376 268 108 135 246 22 109 Appr.
36 Nom. em. 29.2 374 350 24 176 27 323 109 Resp.
37 Nom. em. 29.1 373 352 21 177 27 325 109 Resp.
38 Nom. articolo 29 363 290 73 146 232 58 108 Appr.
39 Nom. articolo 30 363 235 128 118 234 1 108 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 31.5 366 358 8 180 29 329 107 Resp.
41 Nom. em. 31.9 368 352 16 177 26 326 107 Resp.
42 Nom. em. 31.7 373 361 12 181 25 336 107 Resp.
43 Nom. em. 31.8 371 355 16 178 25 330 107 Resp.
44 Nom. em. 31.1 378 364 14 183 95 269 107 Resp.
45 Nom. em. 31.3 378 375 3 188 108 267 107 Resp.
46 Nom. em. 31.2 376 367 9 184 101 266 107 Resp.
47 Nom. em. 31.4 372 356 16 179 102 254 107 Resp.
48 Nom. articolo 31 376 355 21 178 329 26 107 Appr.
49 Nom. articolo agg. 31.01 371 369 2 185 105 264 106 Resp.
50 Nom. em. 32.1 362 305 57 153 50 255 106 Resp.
51 Nom. em. 32.2 375 298 77 150 37 261 106 Resp.
52 Nom. articolo 32 374 265 109 133 259 6 106 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 33.1 378 372 6 187 138 234 106 Resp.
54 Nom. em. 33.3 379 374 5 188 136 238 105 Resp.
55 Nom. em. 33.2 378 374 4 188 134 240 105 Resp.
56 Nom. articolo 33 375 248 127 125 247 1 105 Appr.
57 Nom. articolo agg. 33.01 363 336 27 169 91 245 105 Resp.
58 Nom. articolo 34 365 270 95 136 235 35 105 Appr.
59 Nom. articolo 35 367 274 93 138 238 36 105 Appr.
60 Nom. articolo 36 359 281 78 141 277 4 105 Appr.
61 Nom. articolo 37 364 293 71 147 291 2 105 Appr.
62 Nom. odg 9/3821/ 344 339 5 170 117 222 103 Resp.
63 Nom. odg 9/3821/13 347 345 2 173 122 223 103 Resp.
64 Nom. odg 9/3821/14 346 346 174 126 220 103 Resp.
65 Nom. odg 9/3821/16 354 354 178 125 229 103 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 75)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. odg 9/3821/17 354 296 58 149 68 228 103 Resp.
67 Nom. odg 9/3821/18 359 337 22 169 47 290 103 Resp.
68 Nom. odg 9/3821/19 346 343 3 172 103 240 103 Resp.
69 Nom. odg 9/3821/23 355 354 1 178 125 229 103 Resp.
70 Nom. odg 9/3821/25 360 359 1 180 122 237 103 Resp.
71 Nom. odg 9/3821/26 357 355 2 178 126 229 103 Resp.
72 Nom. odg 9/3821/29 370 368 2 185 130 238 103 Resp.
73 Nom. odg 9/3821/31 367 362 5 182 127 235 104 Resp.
74 Nom. odg 9/3821/32 366 362 4 182 129 233 103 Resp.
75 Nom. Ddl 3821 - voto finale 311 311 156 208 103 103 Appr.