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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 633 di martedì 7 giugno 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 26 maggio 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Cancelleri, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Alia, D'Ambrosio, Dambruoso, De Micheli, Del Basso De Caro, Dell'Orco, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Merlo, Meta, Migliore, Orlando, Pes, Piccoli Nardelli, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Scalfarotto, Scanu, Schullian, Scotto, Sereni, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

  PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge:
  FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:
   l'introduzione di nuovi incentivi per la rottamazione degli autoveicoli e per l'acquisto di modelli ecologici (1100)alla X Commissione (Attività produttive);
   iniziative per impedire nuovi esperimenti nucleari da parte della Repubblica Popolare Democratica di Corea (1101) – alla III Commissione (Affari esteri);Pag. 2
   interventi per garantire la correttezza delle procedure di assegnazione delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica (1102) – alla VIII Commissione (Ambiente);
   misure urgenti per contrastare l'emergenza criminalità nella città di Napoli (1103) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia);
   iniziative umanitarie a favore degli abitanti della città di Aleppo, in Siria (1104) – alla III Commissione (Affari esteri);
   norme in difesa dell'olio di oliva italiano (1105) – alla XIII Commissione (Agricoltura);
   iniziative per rintracciare i profughi minorenni che risultano scomparsi in Germania (1106) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e III (Affari esteri);
   il rinvio dell'applicazione della nuova disciplina in materia di pagamento del canone di abbonamento alla RAI, fino all'adozione di norme che ne chiariscano il campo di applicazione (1107) – alla IX Commissione (Trasporti);
   iniziative per scongiurare i rischi di guerra civile in Burundi (1108) – alla III Commissione (Affari esteri);
  FRANCESCO FELICE PREVITE, da Castiglione di Sicilia (Catania), chiede interventi per garantire l'adeguatezza dei trattamenti socio-sanitari per i disabili psico-fisici in tutte le strutture ospedaliere (1109) – alla XII Commissione (Affari sociali);
  ANTONIO MINARDI, da Piane Crati (Cosenza), chiede:
   l'assorbimento dell'Arma dei carabinieri nella Polizia di Stato e il ripristino del servizio militare obbligatorio (1110) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IV (Difesa);
   la modifica delle norme in materia di errori materiali relativi agli adempimenti fiscali connessi alle denunce di successione (1111) – alla VI Commissione (Finanze);
  MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede una modifica della nuova disciplina in materia di pagamento del canone di abbonamento alla RAI (1112) – alla IX Commissione (Trasporti);
  MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede:
   di elevare le soglie di reddito per la concessione della «social card» (1113) – alla XII Commissione (Affari sociali);
   di vietare la diffusione dei dati parziali sull'affluenza alle urne e di concedere la possibilità agli elettori di votare nel comune di nascita invece che nel comune di residenza (1114) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
  GAETANO CORTESE, da Cusano Milanino, (Milano), chiede l'istituzione di un apposito Ministero cui presentare petizioni dei cittadini (1115) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
  STEFANO CASABIANCA, da Catania, chiede l'istituzione della Giornata nazionale dell'autista soccorritore addetto all'emergenza sanitaria (1116) – alla XII Commissione (Affari sociali);
  MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede l'introduzione del divieto di sospendere l'erogazione di energia elettrica e gas naturale ai cittadini morosi in condizioni di grave disagio economico (1117) – alla X Commissione (Attività produttive);
  MASSIMILIANO VALDANNINI, da Roma, chiede misure per garantire un'adeguata presenza, nelle strutture sanitarie pubbliche, di personale non obiettore di coscienza (1118) – alla XII Commissione (Affari sociali);
  GIUSEPPE LAURI, da Piazzolla di Nola (Napoli), chiede nuove norme per consentire l'esercizio del diritto di voto nel comune di studio o di lavoro (1119) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
  FRANCESCO ZANGARI, da Brescia, chiede iniziative per garantire che la programmazione degli accessi ai corsi universitari di tecnico sanitario di radiologia Pag. 3medica sia commisurata al reale fabbisogno delle strutture sanitarie pubbliche (1120) – alla XII Commissione (Affari sociali);
  RENATO LELLI, da San Pietro in Cariano (Verona), chiede:
   iniziative per superare i rischi di «politicizzazione» dei magistrati (1121) – alla II Commissione (Giustizia);
   il potenziamento degli organici delle Forze di polizia (1122) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IV (Difesa);
   nuove norme in materia di risarcimento in caso di ingiusta detenzione (1123) – alla II Commissione (Giustizia);
   nuove norme per ridurre i casi di prescrizione dei reati (1124) – alla II Commissione (Giustizia);
   un quorum di partecipazione più basso per la validità delle consultazioni referendarie (1125) – alla I Commissione (Affari costituzionali).

Annunzio della formazione di una componente politica nell'ambito del gruppo parlamentare Misto.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della richiesta pervenuta in data 24 maggio 2016, è stata autorizzata, ai sensi dell'articolo 14, comma 5, del Regolamento, la formazione della componente politica denominata «Movimento PPA-Moderati» nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, cui aderiscono i deputati Aniello Formisano, Marco Di Lello e Raffaele Di Gioia.
  Il deputato Aniello Formisano è stato designato quale rappresentante della nuova componente.

Svolgimento di interrogazioni (ore 10,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative volte al completamento e all'aggiornamento dei dati necessari per il piano nazionale amianto, nonché all'avvio delle relative bonifiche – n. 3-02124)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Terzoni ed altri n. 3-02124, concernente iniziative volte al completamento e all'aggiornamento dei dati necessari per il piano nazionale amianto, nonché all'avvio delle relative bonifiche (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  La Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Con riferimento all'interrogazione in oggetto, relativa appunto alla presenza di amianto sul territorio nazionale, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente Direzione generale e dalle diverse amministrazioni competenti, si rappresenta quanto segue.
  Il DM n. 101 del 2003, concernente «Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate alla presenza di amianto, ai sensi dell'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93», ha fissato regole per la realizzazione della mappatura suddetta. Tale decreto prevede che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano effettuino una mappatura dell'amianto sul proprio territorio, individuando, in una prima fase, i siti con amianto, e, in una seconda fase, i siti maggiormente a rischio.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è l'Amministrazione competente per la raccolta dati su mappatura di amianto. Si fa presente che, fino al 2010, nell'ambito di un'apposita convenzione con questo Ministero, la raccolta dati è stata curata dall'INAIL e faceva rilevare circa 24 mila siti con presenza di amianto. A partire dal 2014, invece, lo stato delle bonifiche dei siti Pag. 4interessati dalla presenza di amianto e i relativi dati sono stati raccolti, verificati e pubblicati sul sito web www.punto.bonifiche.minambiente.it, sul quale è stata, altresì, pubblicata una mappatura relativa allo stato di aggiornamento delle rilevazioni effettuate, che dà la possibilità a tutti i cittadini di valutare l'azione di monitoraggio che le regioni stanno effettuando.
  La mappatura dei siti d'amianto, aggiornata al novembre 2015, fa rilevare oltre 44 mila siti. Questi dati sono stati utilizzati per verificare la quantità totale di amianto friabile o compatto, e per stimare il relativo fabbisogno economico per gli interventi di bonifica. Attraverso questa mappatura, è stato possibile individuare la presenza di amianto in categoria di rischio elevata (1 e 2), negli istituti scolastici e negli edifici pubblici in generale.
  Nell'evidenziare che il DM n. 101 del 2003 prevede che le regioni trasmettano i dati sulla presenza di amianto entro il 30 giugno di ogni anno, si deve rappresentare, tuttavia, che allo stato attuale sono sedici le regioni che hanno risposto alla richiesta del Ministero dell'ambiente circa l'aggiornamento dei dati relativi alla mappatura amianto per il consuntivo 2014 e 2015. Permane, infatti, un problema di eterogeneità in ordine alla modalità di rilevamento, anche in presenza delle linee-guida INAIL, nonché in merito alla corretta acquisizione delle informazioni relative alla mappatura.
  Per quanto riguarda, inoltre, i programmi di finanziamento per gli interventi di bonifica, si rappresenta che la legge 23 marzo 2001, n. 93, aveva già previsto uno stanziamento pari a circa 8,9 milioni di euro per la realizzazione di una mappatura completa sul territorio nazionale, nonché per la realizzazione degli interventi di bonifica urgente. Il 50 per cento di detto importo è stato assegnato e già trasferito alle regioni per la realizzazione della mappatura in questione, mentre il restante 50 per cento è stato trasferito ai rispettivi soggetti beneficiari rappresentati da dieci comuni (Ferrandina, Broni, Canolo, Vita, Gibellina, Partanna, Montevago, Santa Margherita di Belice, Melfi e Messina) e dalla regione Toscana per gli interventi di bonifica di particolare urgenza. Relativamente a questi ultimi, il DM n. 101 del 2003 ha individuato e finanziato, nell'ambito del territorio nazionale e sulla scorta dei risultati forniti dalla predetta mappatura, undici aree che rappresentano le maggiori criticità. Al riguardo, si segnala che, ad oggi, il Ministero dell'ambiente è impegnato nell'attività di monitoraggio al fine di verificare lo stato di avanzamento degli interventi di bonifica di particolare urgenza. Tali interventi risultano tutti conclusi, ad eccezione dei comuni di Broni, Ferrandina, Messina e Montevago, che sono attualmente in corso di realizzazione.
  Occorre, inoltre, evidenziare con specifico interesse agli interventi di bonifica dei cosiddetti SIN (Siti di interesse nazionale) contaminati da amianto, che la legge di stabilità 2015 ha previsto per la prosecuzione delle bonifiche lo stanziamento di 45 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015-2016-2017, di cui 25 milioni annui a favore dei comuni di Casale Monferrato e Napoli. Al fine di dare seguito al sopracitato dispositivo normativo, il Ministero dell'ambiente ha chiesto a regioni o comuni ricadenti nei SIN contaminati di proporre interventi di bonifica da amianto da finanziare a valere sulle risorse in oggetto. Ad oggi, ad eccezione del comune di Casale Monferrato, si fa presente che nessuno dei soggetti beneficiari ha presentato la documentazione sopracitata per procedere all'erogazione delle risorse.
  Sempre con riferimento ai programmi di finanziamento per gli interventi di bonifica, si rappresenta che il cosiddetto collegato ambientale attribuisce, nel limite di spesa di 5,667 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017-2018-2019, alle imprese che effettuino nell'anno 2016 interventi di bonifica da amianto su beni e strutture produttive un credito di imposta nella misura del 50 per cento delle spese sostenute per i predetti interventi. Le disposizioni per l'attuazione della citata norma sono adottate con apposito decreto del Ministero dell'ambiente, di concerto Pag. 5con il Ministero dell'economia e delle finanze, il cui iter procedurale è in corso.
  Il cosiddetto collegato ambientale prevede, inoltre, l'istituzione, presso il Ministero dell'ambiente, del Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto, con una dotazione finanziaria di 5,536 milioni di euro per l'anno 2016 e 6,18 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018. Il funzionamento del Fondo sarà disciplinato con apposito decreto del Ministero, che individuerà anche i criteri di priorità per la selezione dei progetti da ammettere a finanziamento.
  Si fa presente, altresì, che lo scorso 5 maggio è stato esaminato ed adottato in Conferenza unificata l'accordo tra Governo, regioni e province autonome di Trento e Bolzano per l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un tavolo di coordinamento interistituzionale concernente la gestione delle problematiche relative all'amianto. Tale tavolo, tra i vari compiti, in particolare, sarà chiamato ad individuare le misure, gli interventi e i programmi del Piano nazionale amianto che comportano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, al fine di richiedere adeguate coperture finanziare, nonché l'eventuale aggiornamento del Piano amianto anche attraverso la revisione di piani di azione biennale per la realizzazione di misure ritenute prioritarie.
  Viene valutata, inoltre, positivamente la proposta di predisporre un'apposita area web sul sito ministeriale dove i cittadini possano raccogliere informazioni specifiche circa le modalità corrette di gestione dei beni contenenti amianto e, al contempo, segnalare eventuali illeciti riscontrati sul proprio territorio. A tale scopo, ferme restando le competenze delle altre amministrazioni, sarà cura del Ministero dell'ambiente, per il tramite delle competenti direzioni generali, valutare sotto il profilo tecnico la realizzazione della suddetta area web, ovvero l'implementazione di quelle già esistenti.
  Per quanto riguarda, infine, la presenza di siti contaminati da amianto sul territorio regionale marchigiano, si segnala che la regione Marche, nell'ambito del Piano regionale amianto, ha avviato dal 2002 il censimento amianto sia nelle imprese che negli edifici, pubblicando le relative informazioni sul proprio sito web ed ha altresì recepito l'accordo Stato-regioni del 2014 – Piano Nazionale Prevenzione 2014-2018 –, che prevede, tra l'altro, la stesura delle linee guida regionali sulla vigilanza nei cantieri di bonifica amianto e sulle segnalazioni. La suddetta regione, in data 3 aprile 2016, ha inviato al Ministero dell'ambiente l'ultimo aggiornamento relativo all'anno 2015.
  In particolare, in merito all'area del comune di Serra San Quirico, in località Sant'Elena, vicino al fiume Esino, in un'area di circa 2 mila metri quadri si evidenzia che il Comando Stazione forestale di Genga Frasassi ha comunicato il ritrovamento, all'esito di attività di polizia giudiziaria, di una discarica contenente un ingente quantitativo di rifiuti ammassati, pericolosi e non, tra cui diverse lastre di eternit in parte frantumate, per una quantità di 37.500 chilogrammi di amianto compatto. Attualmente, il sito risulta sottoposto ad un programma di manutenzione e controllo; la classe di rischio attribuita è la classe 2. Allo stato, si è giunti all'individuazione di un responsabile del reato e sono ancora in corso gli accertamenti volti ad individuare ulteriori soggetti responsabili. Ad ogni modo, per quanto di competenza, si assicura agli onorevoli interroganti che il Ministero continuerà a tenersi informato, nonché a svolgere una complessiva attività di monitoraggio e sollecito nei confronti di tutti gli altri soggetti istituzionali competenti in materia.

  PRESIDENTE. L'onorevole Terzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  PATRIZIA TERZONI. Sì, grazie, Presidente. Mi rendo conto che c’è la volontà di questo Governo di provare a risolvere il problema dell'amianto, però, purtroppo, ancora non è tanto. Infatti, si è parlato di Pag. 6aver stanziato 8 milioni di euro dal 2001 ad oggi e solo il 50 per cento di esso è stato già erogato, mentre l'altro 50 per cento è stato dato a dei soggetti beneficiari, che, però, non hanno presentato i progetti. Parliamo, però, solo di dieci comuni e alcuni siti della Toscana, mentre, in Italia, i comuni sono 8 mila e, purtroppo, l'amianto è presente in tutti gli 8 mila comuni.
  Anche questa mappatura va a rilento, perché, in un rapporto, ad esempio, del marzo 2015, si evince che non tutte le regioni hanno ancora approvato il Piano regionale dell'amianto, a distanza di ben ventitré anni dalla legge del 1992, in cui si abolisce l'uso dell'amianto. Quindi, c’è da fare molto, ma molto di più e anche i soldi stanziati – i 6 milioni e i 7 milioni – non sono molti, perché se, appunto, 8 milioni sono serviti solo per dieci comuni e alcuni siti della Toscana, quando, come ho già detto, i comuni sono 8 mila, credo che non bastino assolutissimamente.
  Anche perché vorrei ricordare che c’è un altro problema in Italia per quanto riguarda l'amianto: sedici regioni su venti non hanno affatto una discarica per poter smaltire l'amianto. Queste discariche costano circa 5 milioni di euro l'una: sembra tanto, però se pensiamo che il Governo spende 2 miliardi di euro all'anno – quindi, 2 miliardi di euro all'anno – solo unicamente per cure, previdenza, malati e bonifiche in emergenza significa che fare discariche apposta per l'amianto costa molto meno che risolvere, poi, i problemi a seguire.
  Onestamente, se non si risolve, se non si incentivano le regioni a produrre questi piani, se non si tampinano regioni e comuni a risolvere problemi – perché, comunque, ci sono anche dei fondi europei per poter accedere alla bonifica sia dei siti privati sia dei siti pubblici – sembra quasi che ci sia una sorta di accordo tra Governo, regioni e comuni per non portare avanti questo problema. Questo perché ? Perché l'ecomafia è, purtroppo, una realtà italiana che dà un tesoretto di miliardi di euro e sembra che questo non voler affrontare in maniera drastica questo problema sia come quasi aiutare l'ecomafia. Questo, onestamente, da un Governo io non lo accetto, come non lo accetta nessuno del MoVimento 5 Stelle. Anche perché l'ecomafia sta portando avanti una continua gestione dei rifiuti pericolosi o non pericolosi; abbiamo anche il Sistri che non sta funzionando e continuerà a non funzionare se si va avanti con continue deroghe al nuovo contratto di appalto.
  Quindi, io vorrei concludere con una richiesta, principalmente a questo Governo, di chiedere continuamente alle regioni di andare avanti: va bene questo Piano che si sta portando avanti, va bene questa Conferenza dei servizi per chiudere il discorso, ma è dal 1992 che stiamo aspettando. Quindi, bisogna accelerare e concludere più in fretta possibile: ricordo ancora che sedici regioni su venti non hanno una discarica per lo smaltimento dell'amianto.

(Iniziative di competenza in relazione a discariche abusive oggetto di un procedimento presso la Corte di giustizia dell'Unione europea – n. 3-02293)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Ventricelli n. 3-02293, concernente iniziative di competenza in relazione a discariche abusive oggetto di un procedimento presso la Corte di giustizia dell'Unione europea (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, in riferimento a quanto richiesto dagli onorevoli interroganti, concernenti discariche abusive – in particolare ad Altamura Sgarrone, in Puglia, e Reggio Calabria, località Maldariti, in Calabria –, sulla base delle informazioni acquisite dalla competente direzione regionale si rappresenta quanto segue. Innanzitutto si precisa che, a seguito della sentenza del 2 dicembre 2014, erano coinvolte Pag. 7nella procedura di infrazione n. 2003/2077, causa C-196/13, duecento discariche, localizzate in diciotto regioni italiane, di qui la condanna dell'Italia al pagamento della sanzione forfettaria di 40 milioni di euro e di una penalità semestrale di 39.800.000 euro fino alla completa regolarizzazione delle discariche abusive.
  Il Ministero dell'ambiente ha messo in atto una serie di iniziative volte a coadiuvare e supportare gli enti territorialmente competenti nelle attività di regolarizzazione delle discariche abusive. Alla data odierna restano ancora in procedura di infrazione 155 discariche, con un risparmio per la collettività in quanto a penalità semestrali, che prevedono il pagamento di 200 mila euro per ciascuna discarica contenente rifiuti non pericolosi e 400 mila euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi. Rispetto allo stato dei procedimenti in corso, per le 155 discariche ancora oggetto della procedura di infrazione segnalo che sono state notificate alle regioni e agli enti locali interessati 151 decreti di diffida e per quattro sono in atto approfondimenti istruttori. Per ogni singolo procedimento di diffida sono stati definiti termini congrui per l'espletamento delle attività e sono attualmente in corso le attività di monitoraggio delle stesse. Inoltre, sempre in considerazione dell'importanza che riveste la questione, il Governo, al fine di assicurare una tempestiva esecuzione della sentenza di condanna, ha previsto alcune novità con la legge di stabilità 2016. In particolare, al comma 813 (il cosiddetto diritto di rivalsa) è stato attivato un meccanismo di compensazione con i trasferimenti che lo Stato deve effettuare alle regioni responsabili delle violazioni alla base delle sanzioni; compensazioni per le quali non sarà più necessario acquisire l'intesa delle amministrazioni locali e regionali coinvolte.
  In particolare, per quanto riguarda le due discariche di cui si chiedono specifiche notizie, si chiarisce in via preliminare che entrambe sono ancora interessate dalla procedura di infrazione. Nella citata discarica localizzata in località Maldariti, nel comune di Reggio Calabria, peraltro anch'essa discarica abusiva e non ex discarica comunale, in passato sono stati depositati materiali, per lo più derivanti dalle demolizioni, in modo fraudolento ed illegale, e di essa la polizia giudiziaria ha disposto il sequestro. In merito a tale discarica, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha diffidato lo stesso comune, in data 30 dicembre 2015, ad attivare le procedure di cui ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  In ordine invece alla discarica di Altamura Sgarrone, in Puglia, sono in corso procedure per dimostrare che la discarica stessa – come peraltro confermato dall'avvocato generale Kokott, della Corte di giustizia – può costituire un errore di censimento, pertanto dovrebbe essere esclusa dal computo delle discariche per le quali l'Italia corrisponde sanzione amministrativa. Tuttavia, a scopo meramente cautelativo, in attesa del definitivo accertamento dell'insussistenza di tale discarica, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha formalmente diffidato anche il comune di Altamura Sgarrane ad attivare le citate procedure ex articolo 252 di messa in sicurezza-bonifica.
  In ogni caso, a seguito delle diffide sopra dette, i rispettivi comuni hanno dato avvio all'iter di caratterizzazione con l'esecuzione di indagini ambientali preliminari, i cui risultati chiariranno se questi siti costituiscono o meno un rischio per la salute umana e l'ambiente. Le risultanze di tali analisi dovrebbero essere disponibili in breve tempo. Sul punto, non appena acquisiti ulteriori elementi, verranno forniti i relativi aggiornamenti. Ovviamente il Ministero continuerà a vigilare e a tenersi informato su queste procedure.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ventricelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  LILIANA VENTRICELLI. Presidente, ringrazio la sottosegretaria Velo per la puntuale risposta alla mia interrogazione. Prendo atto di quanto è stato fatto finora e del lavoro svolto da questo Ministero. La Pag. 8riduzione a 155 siti di discariche abusive è un dato incoraggiante, che ci pone su una giusta strada, non soltanto perché evita l'ulteriore pagamento di una sanzione dovuta a procedure di infrazione, ma soprattutto perché consente finalmente la bonifica di importanti porzioni del nostro territorio. Occorre però sicuramente, come è già stato annunciato dal sottosegretario, continuare il monitoraggio sulle attività di bonifica e messa in sicurezza di questi luoghi e chiudere queste discariche abusive. Sui due siti di cui si chiedeva contezza nell'interrogazione – mi riferisco soprattutto a quello localizzato in contrada Sgarrone – c’è stato un iniziale rimpallo tra l'Italia e l'Unione europea circa la localizzazione del sito stesso, in un primo momento identificato in Basilicata e poi individuato in Puglia, precisamente nel comune di Altamura.
  Questa vicenda si porta avanti da diversi anni e abbiamo chiesto in tutto questo periodo che fosse avviata la caratterizzazione. Finalmente, con la diffida formale della Presidenza del Consiglio, l'amministrazione comunale ha avviato questo procedimento. Chiedo al Ministero, con l'impegno della sottosegretaria, di continuare a monitorare la vicenda che riguarda questa discarica abusiva, e di non chiudere in maniera superficiale quello che riguarda appunto la faccenda della località Sgarrone, perché da immagini aerofotogrammetiche in nostro possesso risulterebbe che negli anni vi siano stati diversi sversamenti di rifiuti pericolosi in quelle zone e che probabilmente l'area individuata è molto più estesa di quanto invece analizzato finora.
  Da parte nostra ci sarà il continuo sollecito al Ministero, alla regione a tutti gli enti preposti per fare in modo che quest'area, così come tante altre che sono state ferite nel corso degli anni nella regione Puglia, non vengano dimenticate e possano essere bonificate completamente. Ricordo su tutti un procedimento penale denominato «Murgia Catena», nel quale, agli inizi degli anni Duemila, si sono rinvenuti tantissimi sversamenti sul territorio tra Altamura e la città di Gravina, che ancora adesso gridano vendetta. Quindi, ringrazio il sottosegretario e continueremo a monitorare questa vicenda.

(Elementi ed iniziative in merito al piano di conservazione e gestione del lupo in Italia – nn. 3-02288, 3-02289, 3-02290, 3-02291, 3-02292 e 3-02294)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Gagnarli ed altri nn. 3-02288 e 3-02289, Benedetti e Gagnarli n. 3-02290, Dallai e Sani n. 3-02291, Sani e Faenzi n. 3-02292 e Turco ed altri n. 3-02294 concernenti elementi ed iniziative in merito al piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, la conservazione e la gestione del lupo costituiscono un argomento che ovviamente catalizza l'attenzione di portatori di interesse e della società civile, suscitando ampio dibattito in tutte le sedi; inoltre polarizza le posizioni su opposti schieramenti: da un lato le ragioni di che vede i danni provocati da questo predatore e dall'altro le ragioni di chi chiede la tutela della specie protetta. In questo contesto, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è attivato per aggiornare il Piano d'azione del lupo risalente al 2002, e ovviamente oramai superato. Questo anche grazie al fatto che, a seguito di anni di impegno e risorse investite da parte delle amministrazioni pubbliche e di privati (non esiste alcuna specie protetta in Italia per cui si siano investite risorse maggiori che sulla protezione del lupo), lo stato di conservazione del lupo è oggi notevolmente – per fortuna, direi – migliorato: si stimano tra i mille e i 2 mila animali, contro i poco più di cento all'inizio degli anni Settanta, trattandosi peraltro Pag. 9di una delle specie selvatiche meglio studiate e conosciute. La più recente valutazione della IUCN, l'Unione internazionale per la conservazione della natura, indica per il lupo in Italia un rischio di estinzione inferiore rispetto al passato, dal momento che la specie non è più inserita nella categoria «pericolo di estinzione», ma nella categoria inferiore di «specie vulnerabile».
  Nell'ambito dell'attuazione della Strategia nazionale per la biodiversità, il Comitato paritetico per la biodiversità, istituito con decreto ministeriale nel giugno 2011, al quale partecipano i Ministeri interessati, le regioni e le province autonome, è individuato quale organo atto ad istruire, approfondire e razionalizzare le iniziative, gli atti e i provvedimenti da sottoporre al vaglio della Conferenza Stato-regioni. Il citato Comitato ha predisposto il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, con lo scopo di guidare la conservazione e la gestione della specie attraverso il coordinamento delle azioni da intraprendere ai diversi livelli istituzionali, al fine di assicurarne la protezione e garantire al tempo stesso una convivenza sostenibile con le attività antropiche, tra cui appunto l'allevamento. Il principio fondamentale alla base del Piano d'azione è la necessità di un approccio integrato che affronti in modo organico le differenti tematiche della conservazione del lupo. La bozza del documento è stata redatta nell'ambito di un ampio confronto con portatori di interessi e tecnici (una settantina dei migliori esperti in materia hanno fornito dati e informazioni utili per la stesura del Piano), ed è stata sottoposta al vaglio del Comitato paritetico nella seduta del 17 febbraio scorso. Successivamente sono stati acquisiti commenti ed osservazioni da parte di dodici regioni e province autonome, nonché quelli di diversi portatori di interessi tra cui le associazioni di protezione ambientale, le associazioni agricole, i rappresentanti delle aree protette ed esperti.
  Nell'ambito delle misure volte a migliorare lo stato di conservazione del lupo, sono state oggetto di approfondimento le ipotesi di deroga al divieto di prelievo, secondo quanto previsto dalla «direttiva habitat» e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, ponendo tuttavia una serie di prescrizioni più stringenti rispetto alla normativa vigente. Dato l'interesse sollevato dal Piano, il giorno 8 aprile 2016 si è tenuto presso il Parco nazionale della Maiella un'ulteriore occasione di confronto in cui sono state presentate le buone pratiche per il futuro del lupo in Italia: tutte le osservazioni sono state analizzate, e per la maggior parte integrate nella versione rivista e aggiornata del Piano d'azione. All'esito di questi aggiornamenti, il Piano prevede ora 22 azioni, oltre a quelle sulle deroghe che non si configura come un'azione in senso stretto perché costituisce una possibilità già prevista dalla legge; la cui operatività è stata peraltro subordinata alla realizzazione delle azioni relative alla prevenzione e all'indennizzo dei danni, e alla condizione che la limitazione non comporti rischi per lo stato di conservazione della specie. Per ogni azione sono indicati esplicitamente tempi, priorità, responsabili, programma e indicatori di realizzazione. Le principali modifiche rispetto alla versione originale presentata al Comitato paritetico per la biodiversità riguardano le azioni di prevenzione e mitigazione dei danni al bestiame domestico, di controllo del randagismo e degli ibridi, di applicazione delle deroghe, di attività di antibracconaggio, di sensibilizzazione, divulgazione e informazione.
  Con riferimento alle informazioni circolate anche attraverso gli organi di stampa, si specifica che nella bozza del Piano non è prevista alcuna quota di abbattimenti di lupi autorizzati a priori, concetto peraltro contrario alla «direttiva habitat», alla normativa nazionale e totalmente estraneo al Piano; ed in nessun punto del Piano si fa riferimento all'abbattimento di cani né all'interno delle aree protette, né al di fuori.
  È fissata, invece, una precisa autolimitazione alla possibilità di deroga per il controllo del lupo, già consentita dalla normativa vigente. Per contro, il nuovo Pag. 10Piano d'azione stabilisce azioni mirate a migliorare le attività antibracconaggio, gestione delle problematiche legate all'ibridazione fra cani e lupi, di prevenzione dell'indennizzo di danno, di informazione e sensibilizzazione.
  Altri aspetti delicati trattati dal Piano sono il randagismo canino, causa di ingenti danni in termini di predazione di bestiame, da affrontare nell'ambito della legge n. 281 del 1991; così come l'ibridazione con i lupi, da risolvere nel quadro della medesima legge n. 281, e della legge n. 157 del 1992, oltre che attraverso varie esperienze sviluppate a livello locale, come ad esempio il Progetto Life Ibriwolf.
  In data 6 maggio 2016, il Piano è stato trasmesso ai membri del Comitato paritetico per la biodiversità per un'ulteriore verifica e per l'approvazione con procedura online; è in corso la trasmissione del medesimo Piano d'azione alla Conferenza Stato-regioni, ai fini della relativa approvazione mediante accordo, così come previsto dal decreto legislativo n. 281 del 1997.
  A riguardo, si precisa che il nuovo Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia potrà essere reso effettivo sulla base di tempi tecnici necessari alla relativa approvazione in Conferenza Stato-regioni citata in precedenza.
  Inoltre, il nuovo Piano stabilisce azioni mirate a migliorare la convivenza tra il lupo e le attività umane, in primis le attività zootecniche: in particolare, vi sono azioni per migliorare le misure di prevenzione e l'indennizzo dei danni, misure che rientrano nella competenza delle regioni e per le quali sono anche attivabili specifiche misure nell'ambito dei programmi di sviluppo rurale.
  Una volta attivate senza successo le misure di prevenzione e indennizzo, vi è la possibilità di ricorrere alla rimozione di singoli lupi, previa autorizzazione ministeriale da rilasciarsi sulla base di un parere di ISPRA.
  Inoltre, iniziative quali il Progetto Life WolfAlps lavorano sul territorio per sviluppare e diffondere esperienze e modalità di convivenza sostenibile con il lupo.
  Si ritiene, infine, che le misure di sensibilizzazione, divulgazione ed informazione previste dal nuovo Piano d'azione e le iniziative in corso di realizzazione e/o progettazione nei territori potranno contribuire ad una più efficace azione di prevenzione e di indennizzo dei danni, riducendo i conflitti e favorendo la convivenza pacifica tra il lupo e le popolazioni locali.
  L'insieme di interventi di informazione, sensibilizzazione, prevenzione e indennizzo, e in ultimo di controllo mirano a ridurre i conflitti nelle aree maggiormente esposte, e a scongiurare il ripetersi di episodi come quelli avvenuti in passato nel territorio di Lessinia (Verona), allorquando l'intervento del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare scongiurò peraltro l'esecuzione dell'ordinanza di abbattimento del sindaco di Verona, situazione che ha contribuito ad attivare l'aggiornamento del Piano d'azione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Terzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alle interrogazioni Gagnarli ed altri n. 3-02288 e n. 3-02289, di cui è cofirmataria.

  PATRIZIA TERZONI. Presidente, mi turba onestamente un po’ quello che ha detto la sottosegretaria Velo, quando si parla di rimozione dei lupi nel caso le prescrizioni non avranno successo.
  Io vorrei citare un progetto, un progetto Life finanziato dall'Unione europea, che si chiama Life MedWolf, da cui risulta, ad esempio, che nel territorio toscano una buona parte delle predazioni è messa in atto da cani mal gestiti, e che, tra le aziende zootecniche che hanno subito predazioni nel 2014, il 98 per cento non è sorvegliato dal pastore, l'85 per cento non ha recinti anti-predatore, il 57 per cento non ha cani da guardia, il 41 per cento ha solo due cani ogni 500 pecore.
  Ma soprattutto, sempre il progetto Life MedWolf, sulla base del registro ufficiale delle predazioni, indica in appena lo 0,3 per cento la percentuale del patrimonio Pag. 11zootecnico ovino colpito dalle predazioni nel 2014: già così, onestamente, non c’è da preoccuparsi della predazione dei lupi, e quindi questa frase, la rimozione dei lupi nel caso le prescrizioni non avranno successo, onestamente mi inquieta e anche molto, perché non vorrei che dietro ci fosse qualche lobby, magari di cacciatori (non tutti i cacciatori, perché alcuni sono per la protezione del lupo), che invece incentivi il fatto che queste misure di prevenzione non vadano a buon fine. E le misure di prevenzione, principalmente, quali sono ? Sono semplici, sono due, che esistono da anni ormai, e la principale è quella del cane pastore antilupo, un cane maremmano abruzzese, tipico proprio della regione Abruzzo, che è specifico per gestire il branco di pecore e tenere lontano i lupi predatori. Basta solo incentivare e far ritornare la cultura del pastore, che dovrebbe fare il pastore e non l'industriale, in questo caso, rimettere i pastori maremmani a gestire il proprio gregge.
  Inoltre, ci sono anche i recinti elettrificati, che sono un ottimo deterrente sempre per il lupo. E sono realtà che esistono: esistono nella regione Abruzzo e nel Parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, esistono nel Parco del Gran Sasso, esistono nel Parco nazionale Monti Sibillini. Quindi, sono realtà che esistono e che funzionano: serve solo farle conoscere e far ritornare il pastore ad essere pastore, perché, quando leggo che il 98 per cento dei pastori non controllano il proprio gregge, significa che c’è qualcosa di fondo che non va.
  Poi, vorrei ricordare una cosa, perché molti dicono che il lupo è stato reintrodotto: il lupo non è stato reintrodotto, ma il lupo è stato ucciso fino agli anni Settanta.
  Gli anni Settanta sono gli anni in cui poi è stata vietata la caccia al lupo e sono rimasti solo 100 esemplari nel 1970, proprio a causa di un bracconaggio incredibile verso questa specie bellissima. Fortunatamente, nel Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, che è il primo Parco nazionale, si sono insediati, perché lì non era possibile cacciare. Nel giro di 40-50 anni, il lupo è partito dal Parco nazionale dell'Abruzzo, Lazio e Molise e da lì è risalito lungo la catena appenninica fino ad arrivare alle Alpi, poi congiungendosi anche con i lupi provenienti dalla Slovenia e dalla Germania.
  Vorrei, quindi, ribadire questo concetto, che il lupo finalmente è ritornato a vivere le nostre montagne, ripopolandosi da solo nel giro di 40 anni, ed è assurdo, ora, che si menzioni una sua probabile rimozione solo e unicamente perché non si cerca di rimettere in atto quelle tecniche di prevenzione che venivano usate 70, 80 o 90 anni fa.
  Onestamente, questo Governo dovrebbe incentivare queste cose; esistono anche dei finanziamenti europei, esistono dei finanziamenti anche regionali e, magari, dei finanziamenti a livello governativo per poterli incentivare, e spero vivamente che venga tolta questa dicitura, la rimozione dei lupi, nel caso queste non andassero avanti, perché, come già detto nel Progetto Life MedWolf, solo lo 0,4 per cento di un intero patrimonio zootecnico è stato colpito dalle predazioni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Benedetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02290.

  SILVIA BENEDETTI. Grazie, Presidente. Allora, sono soddisfatta a sentir parlare di prevenzione e poi anche di misure che portano a una convivenza tra il lupo e le eventuali attività antropiche che insistono sullo stesso territorio di questo splendido animale. Non sono soddisfatta quando viene citata la questione delle deroghe.
  Lei, sottosegretario, dice che le deroghe non sono a priori, ma sono secondarie alle varie misure che sono previste da questo piano, 22 misure, se non erro. È chiaro che, sinceramente, se devo vedere cosa è stato fatto precedentemente come Governo, il piano quinquennale per la conservazione del lupo era del 2007, non era stato mai revisionato, è stato revisionato ora, ma non è neanche mai stato applicato.Pag. 12
  Allora, il problema è non parlare di deroghe, perché non si sa nemmeno se si applica quanto previsto precedentemente; quindi, prima bisogna applicare le misure previste, e poi, nel caso estremo non funzionassero, eventualmente prendere in considerazione la deroga.
  Quello che, invece, è stato fatto fino adesso è stato saltare a piè pari direttamente sulla deroga e prevedere gli abbattimenti degli animali, cosa che è stata fatta, dice lui in ordine provocatorio, dal sindaco Tosi, in piena linea con la demagogia tipica della Lega e affini, quando, in realtà, come regione, ad esempio nel Veneto, non sono mai state applicate tutte quelle misure che consentono di non arrivare a questa estrema ratio. Quindi, spero che il Ministero, visto che ha parlato con molto entusiasmo della revisione di questo Piano per la conservazione del lupo, faccia pressione sulle regioni a ciò che le stesse applichino tutte le misure possibili, e le applichino davvero, e che quindi la deroga diventi proprio l'ultima estrema ratio, che, comunque, viste già le possibilità precedenti, come i cani da pastore oppure i recinti elettrificati, le varie misure che possono essere afferibili al PSR, non dovrebbe assolutamente essere contemplata.

  PRESIDENTE. L'onorevole Dallai ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02291.

  LUIGI DALLAI. Grazie, Presidente. Trovo nelle parole del sottosegretario la consapevolezza dell'importanza dei piani messi in atto per la conservazione e la tutela di questa bellissima specie, e giustamente rimarcava il sottosegretario che molto si è speso e molto si è investito – perché investire, forse, è il termine più corretto – per la tutela e la salvaguardia di questa specie.
  Al contempo, noi sappiamo che, come è stato ricordato nelle parole del sottosegretario, il problema sta soprattutto nell'ibridizzazione del lupo con cani randagi. Infatti, il problema del randagismo deve essere affrontato in maniera singola.
  Credo che sia giusto pensare di attuare pienamente il Piano di azione e di conservazione, di attuarlo realisticamente e considerare di non mettere in atto a priori le possibili deroghe, ma eventualmente pensare ad applicarle laddove il Piano di azione e conservazione non dovesse mostrare risultati apprezzabili.
  Credo che nelle parole ci sia anche una consapevolezza che, insieme alla tutela e alla salvaguardia, si deve anche tutelare e salvaguardare le produzioni dei pastori e degli allevamenti, che costituiscono una fonte importante di reddito e anche di caratterizzazione dei prodotti locali, e mi fa piacere sentire parole quale «indennizzo», perché queste sono, probabilmente, un aspetto fondamentale per tenere insieme aspetti che rischiano, invece, una polarizzazione, la polarizzazione tra chi vuole esclusivamente pensare alla tutela di un habitat, anche laddove questo non sia propriamente l’habitat selvatico, e chi, giustamente, pensa alla tutela delle proprie attività, anche di remunerazione.
  Da questo punto di vista, credo che la costituzione del Comitato paritetico per la biodiversità vada nella direzione giusta. Mi auguro che il Ministero controlli adeguatamente e, anzi, solleciti le attività del Comitato stesso alla piena realizzazione del Piano di conservazione e considero che possa essere importante anche monitorare, attraverso interrogazioni e attività parlamentari periodiche, lo stato di attuazione e di conservazione della specie, nel pieno rispetto di quelle che sono anche le attività tipicamente antropiche dei nostri territori.

  PRESIDENTE. L'onorevole Sani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02292.

  LUCA SANI. Grazie, Presidente. Intanto, ritengo positivo che il sottosegretario abbia annunciato l'aggiornamento del Piano nazionale di conservazione del lupo, perché, da quando il Piano è stato adottato per la prima volta ad oggi, la situazione è profondamente cambiata.
  Lo stesso sottosegretario faceva riferimento a pochi capi fino a qualche anno fa Pag. 13fino ad una stima attuale di circa mille o 2 mila capi. Allora, intanto penso che un problema sia questo: sono mille o 2 mila ? E il fatto che oggi l'aggiornamento del Piano si ponga anche il problema di monitorare la presenza del lupo sul territorio nazionale è un passo in avanti molto importante, perché dovremo arrivare, senza parlare di deroghe circa l'abbattimento, a capire quanto la presenza del lupo sul territorio, e in particolare in alcuni territori, sia sostenibile e in equilibrio con il resto delle attività condotte.
  Sappiamo che, in alcune realtà, la presenza del lupo, che non è ancora ben censita, sta creando problemi di ordine sociale, di mantenimento delle attività, in particolar modo di quella zootecnica e, se non ben affrontata, la questione rischia di compromettere la conservazione del lupo che oggi è minacciata sostanzialmente da due aspetti.
  Il primo è quello del bracconaggio. Il bracconaggio nei confronti del lupo non lo si fa per passione verso la caccia, lo si fa a tutela delle attività zootecniche sul territorio, per lo meno i casi che sono stati riscontrati in varie realtà dimostrano proprio questo, che avvengono episodi di bracconaggio laddove c’è un'intensa attività zootecnica. L'altro è quello dell'ibridazione. Naturalmente qui occorre prendere provvedimenti affinché se è il lupo che deve stare nel bosco, tutto ciò che non è lupo, e che lo può contaminare, dal bosco in qualche modo va prelevato.
  Per cui io auspico che oltre a questo ci sia, intanto, una definizione di cosa è un ibrido, perché ad oggi la legge non affronta questo tema, e che ci sia anche l'occasione per rivedere la legge sul randagismo, la n. 281, che costa molto, perché costa molto soprattutto alle amministrazioni locali, ed è del tutto inefficace.
  Quanto all'impatto, io vengo da un territorio che è quello della provincia di Grosseto che nel solo 2015 ha fatto registrare la denuncia di 1.200 capi uccisi dalla presenza del lupo, di ibridi, di altri cani randagi o di altra specie e, lo voglio sottolineare, sono solo i casi denunciati, a cui vanno sommate le ipotetiche non denunce di aggressioni alle greggi.
  Questo sta compromettendo la presenza di un settore importante non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale della zootecnia sui territori cosiddetti marginali. Questo non è compatibile con quanto anche la stessa Unione europea si prefigge con i propri programmi di mantenimento delle popolazioni, soprattutto nelle aree rurali, anche come funzione di presidio ambientale.
  Per cui mi auspico appunto che il piano di cui ha parlato il sottosegretario venga definito rapidamente e che quelle dodici azioni che sono state indicate siano portate avanti.
  Contestualmente, auspico che si proceda anche a una migliore definizione dal punto di vista normativo dell'ibrido e che sia anche l'occasione per rimettere mano alla legge n. 281 sul randagismo che molte ombre ha dimostrato.
  Comunque, ringrazio il sottosegretario e mi dichiaro parzialmente soddisfatto, perché naturalmente dovremo vedere poi gli effetti del piano che è stato oggi annunciato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Turco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02294.

  TANCREDI TURCO. Da qualche anno il lupo è tornato ad abitare e a frequentare le Alpi, in particolare la zona dell'Alta Lessinia, e quindi per me che sono veronese è un fatto molto importante e lo valuto in maniera molto positiva. Era dagli anni Venti che non si riscontrava la presenza del lupo sulle Alpi e in Italia sembrava che fosse presente solo sugli Appennini.
  Valutando questo una cosa positiva, ritengo che la presenza del lupo sulle Alpi, sulla Lessinia, vada tutelata nel miglior modo possibile, anche se mi rendo conto che gli interessi in gioco sono due e sono contrapposti.
  Da una parte gli ambientalisti e gli animalisti, che sono molto lieti dal ritorno Pag. 14del lupo sulle Alpi, e dall'altra gli allevatori dei comuni dell'Alta Lessinia nel veronese che, negli ultimi anni, si sono visti depredare in alcuni allevamenti di alcuni capi di bestiame, senza tra l'altro dimenticare anche il problema della sicurezza dei cittadini che abitano in quelle zone.
  Con la mia interrogazione io ho rivolto tre domande specifiche al Ministro: se ritenga di poter rendere effettivo il piano di conservazione e gestione del lupo in Italia; se, ed attraverso quali strumenti, intenda facilitare i rimborsi a favore degli allevatori per i capi perduti a seguito della predazione da parte dei lupi; se, e per mezzo di quali progetti, intenda sviluppare azioni di prevenzione da parte dello Stato, con l'investimento di risorse e programmi di informazione che aiutino a garantire la convivenza pacifica tra questi animali e la specie umana.
  Sinceramente mi reputo parzialmente soddisfatto della risposta del sottosegretario perché, nello specifico, non a tutte le mie tre domande è stata data una puntuale risposta. Sarà quindi mio onere e mio dovere continuare a monitorare, con una certa attenzione, la salvaguardia del lupo e pungolare il più possibile il Governo e il Ministro dell'ambiente perché il lupo possa tornare a vivere senza più pericolo di estinzione anche sulle Alpi.

(Iniziative in ordine al riconoscimento del periodo di precariato ai fini della ricostruzione di carriera dei docenti immessi in ruolo – n. 3-02237)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Brugnerotto e D'Incà n. 3-02237, concernente iniziative in ordine al riconoscimento del periodo di precariato ai fini della ricostruzione di carriera dei docenti immessi in ruolo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  La Sottosegretaria di Stato, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Come detto, gli onorevoli interroganti chiedono notizie circa lo stato di attuazione dell'impegno rivolto al Governo con l'ordine del giorno n. 9/03444-A/230, approvato dalla Camera dei deputati nella seduta del 19 dicembre 2015, nell'ambito della discussione della legge di stabilità per il 2016 in materia di riconoscimento del servizio pre-ruolo prestato dal personale docente della scuola.
  Al riguardo si deve innanzitutto precisare che l'impegno descritto riguarda la possibilità di considerare tutto il periodo del pre-ruolo ai fini della ricostruzione di carriera e della progressione di anzianità del personale immesso in ruolo. Così come formulato esso potrà essere valutato in sede di revisione contrattuale, non essendo possibile limitare gli effetti di una diversa considerazione del servizio pre-ruolo solamente ai docenti neoimmessi in ruolo, in quanto la validità di tali periodi relativamente alla progressione stipendiale collegata all'anzianità di servizio impatta sull'intero corpo docente. Va inoltre considerato che interventi in materia di diversa determinazione di anzianità di servizio incidono sulle risorse complessivamente disponibili per la retribuzione del personale docente attualmente prevista a legislazione vigente, comprese quelle disponibili per il rinnovo contrattuale.
  Pertanto la questione sollevata dall'interrogante potrà essere ricondotta necessariamente all'interno della più ampia riflessione sulla definizione della nuova piattaforma relativa al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola, rinnovo che verrà affrontato non appena saranno ultimate le azioni propedeutiche dettate dalla recente definizione del nuovo modello di contrattazione per il pubblico impiego. In quella sede potranno essere approfonditi tutti gli aspetti da considerare, con particolare riferimento alla natura delle diverse tipologie di servizio non di ruolo svolto dagli interessati, ad esempio supplenze svolte su posti vacanti e disponibili o meno, oppure con o senza il possesso del titolo di abilitazione all'insegnamento, al fine di verificare l'ammissibilità di tali servizi.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Brugnerotto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  MARCO BRUGNEROTTO. Grazie Presidente. Signor sottosegretario, purtroppo la sua risposta non ci soddisfa, come era anche prevedibile, non è esaustiva, soprattutto non pone presupposti risolutivi rispetto al problema. Ad oggi sono passati oltre cinque mesi dall'approvazione del mio ordine del giorno, avvenuto nella seduta del 19 dicembre 2015, che la impegna a garantire il diritto alla ricostruzione di carriera per intero dei docenti immessi in ruolo, e son passati oltre sette mesi dalla mia interrogazione parlamentare, con la quale si evidenziava il contrasto tra l'articolo 485 del decreto legislativo n. 297 e la direttiva comunitaria del 1999, n. 70, che prescrive il principio di non discriminazione del lavoro precario rispetto a quello a tempo indeterminato.
  A causa di tale contrasto, il Ministero di cui lei è titolare, come ben saprà, è risultato più volte soccombente, avendo i giudici ritenuto come la normativa italiana sia lesiva delle norme comunitarie sulla parità di trattamento del personale. Sono sempre più numerose le sentenze dove il Ministero dell'istruzione si è visto condannare al pagamento delle spese processuali, a riconoscere gli aumenti retributivi collegati all'anzianità di servizio, e a pagare le differenze retributive maturate e maturande, e ad effettuare una nuova ricostruzione di carriera dei ricorrenti, avvalorando quindi il principio di non discriminazione che impone la valutazione immediata per intero del servizio pre ruolo nella ricostruzione di carriera del personale della scuola, sia del personale docente, che del personale ATA.
  Il piano di assunzioni previsto dalla riforma «La Buona Scuola» vedrà il passaggio di ruolo di numerosi insegnanti. Settembre è dietro l'angolo, ma ad oggi non risultano da parte del Governo attività concrete volte all'attuazione del rispetto degli impegni assunti. Eppure, negli ultimi periodi le occasioni per poter colmare questa incoerenza contenuta nel nostro ordinamento con la direttiva europea non sono mancate. Infatti, non più tardi di un mese fa, il 12 maggio scorso, ho presentato un emendamento al decreto-legge «Scuole belle», il n. 3822, che è stato dichiarato inammissibile, e questo è tutto dire. Deduco, pertanto, che la effettiva volontà del Governo di non voler risolvere tale problematica, quanto meno in tempi utili e brevi, sia chiara.
  Vede, signor Ministro, si tratta di colmare una ennesima ingiustizia nei confronti di una categoria di lavoratori, che nel corso degli anni ha vissuto in una situazione di totale incertezza – precarizzazione della condizione lavorativa, contratti annuali ripetuti in alcuni casi anche per oltre vent'anni, abbiamo esempi concreti e glieli possiamo portare qui –, è una categoria che ha comunque contribuito al funzionamento dell'attività scolastica e alla quale l'approvazione dell'attuale «Buona scuola» non ha dato risposte risolutive: ad esempio, vedasi l'inserimento in ambiti territoriali con contratti di validità triennale che non contribuiscono a dare certezze e stabilità lavorative e di vita, soprattutto. Al danno si aggiunge la beffa, quando, con l'immissione in ruolo, siete andati a prevedere un meccanismo che potremmo definire mercanteggiante, laddove un anno di precariato non ha la stessa valenza di un anno svolto in ruolo – e questo proprio è l'assurdo –, nonostante le mansioni, la responsabilità e gli impegni degli insegnanti siano identici. Credo, quindi, che occorra procedere alla valorizzazione e al riconoscimento sociale del ruolo di educatori e formatori delle future generazioni di insegnanti, restituendo ad essi il valore che meritano.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare (ore 11,34).

  PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Misto, con Pag. 16lettera pervenuta in data 6 giugno 2016, ha reso noto che il deputato Aniello Formisano ha assunto la carica di vicepresidente del gruppo in rappresentanza della componente politica «Movimento PPA-Moderati».
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 13.

  La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 13.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 13,20.

  La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 13,25.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

In morte dell'onorevole Gianluca Buonanno.

  PRESIDENTE. Colleghi, ho una comunicazione per l'Assemblea (L'Assemblea si leva in piedi).
  Comunico che è deceduto l'onorevole Gianluca Buonanno, già membro della Camera dei deputati nella XVI e nella XVII legislatura ed europarlamentare in carica. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ore rinnovare anche a nome dell'Assemblea (Si leva in piedi – L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).
  Vi ringrazio. Allora, colleghi, adesso (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...

  PRESIDENTE. Scusate, non ho capito. Colleghi della Lega, c’è un problema ?

  NICOLA MOLTENI. Presidente, si poteva alzare subito !

  ROBERTO SIMONETTI. Brava ! Brava !

  PRESIDENTE. Cosa sta dicendo ? Gli annunci si danno, come sempre in quest'Aula. Il gruppo non ha chiesto di fare una commemorazione. Il gruppo non lo ha chiesto e la Presidenza l'ha voluta fare spontaneamente per rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) e lo ha fatto, come ha subito espresso cordoglio già nella giornata dell'incidente. Quindi, se il gruppo non mi chiede di fare una commemorazione, io la faccio spontaneamente perché lo ritengo doveroso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente, per avermi concesso la parola. Sarà stato il periodo, i tumulti elettorali, le modalità, rispetto alla richiesta formale perché l'evento tragico è successo proprio a cavallo delle elezioni. Però, conosciamo la sua grande sensibilità e il modo anche con cui sempre ha gestito le situazioni, compreso anche questo episodio. Pertanto, al di là della richiesta e della sua comunicazione all'Aula, forse la cosa migliore è consentire, come solitamente si fa, due minuti per ogni gruppo che intende ricordare un collega che abbiamo avuto qui a fianco in questa legislatura. Scusi, signora Presidente, se mi sono permesso di fare questa proposta.

Pag. 17

  PRESIDENTE. Deputato Palese, io non ho alcuna obiezione in merito alla sua proposta. Io mi sono appunto premurata di fare questa breve commemorazione perché non mi è stata fatta richiesta. Normalmente i gruppi richiedono alla Presidenza di fare la commemorazione. Io non ho nulla in contrario a dare la parola a ogni esponente di gruppo, due minuti, per ricordare l'onorevole Buonanno. Con piacere lo faccio.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, la ringrazio. Ovviamente, adesso saranno i colleghi a fare la commemorazione. Le chiedo solamente, veramente in modo assolutamente collaborativo, di non scendere in polemica su un fatto del genere. Mi sembra assolutamente fuori luogo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
  Io la ringrazio della disponibilità di fare la commemorazione. Penso che la perdita del collega Buonanno, rispetto anche a diverse ovviamente posizioni politiche, sia una perdita che colpisce tutta l'Aula e fa piangere tutta l'Aula. E per questo la ringrazio di dare la parola ai gruppi, ovviamente anche al mio, quando lo riterrà, per fare la commemorazione al collega scomparso.

  PRESIDENTE. D'accordo.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, la richiesta del collega Fedriga mi sembra molto sensata. Io penso che dopo l'annuncio debba esserci un momento definito con i gruppi e io chiedo che sia la Lega a indicarci qual è il momento più giusto, se vuole coinvolgere la famiglia o se ritiene di no. Insomma, noi siamo a disposizione, siamo interessati e lo chiediamo, come tutti i gruppi della Camera sono certo lo chiedano, perché, al di là delle differenze di pensiero, il collega Buonanno era una persona che in quest'Aula ha vissuto, ha vissuto con tanti di noi, ha avuto l'amicizia di tanti di noi e, quindi, pensiamo che sia giusto ricordarlo senza motivi di dissenso tra di noi, ma individuando un momento, in accordo con il gruppo della Lega, che possa rispondere anche alle esigenze di pubblicità per gli interessati.

  PRESIDENTE. Sì, infatti è così. Chiedo, quindi, al gruppo della Lega di farmi sapere quando vorranno fare questo momento, anche avvisando i familiari, ma io oggi ho fatto una cosa che normalmente facciamo in quest'Aula, ossia si dà ufficialmente la notizia. Poi, su richiesta del gruppo, si fa la commemorazione strutturata. Quindi, è una fase che è già consolidata in quest'Aula. Non appena il gruppo della Lega Nord mi farà sapere il momento idoneo dopo aver informato la famiglia noi faremo la commemorazione, come sempre. Quindi, non c’è da parte mia nessuna polemica e normalmente l'avviso, l'informazione si dà da seduti, come sempre avviene in quest'Aula. Dunque, nessuna mancanza di rispetto. Grazie.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Marco Meloni ed altri; Fontanelli ed altri; Formisano; Lorenzo Guerini ed altri; Palese; Roberta Agostini ed altri; Zampa; D'Alia; Roccella ed altri; Centemero; Carloni ed altri; Gigli ed altri; Parrini ed altri; Quaranta ed altri; Mazziotti Di Celso ed altri; Toninelli ed altri; D'Attorre ed altri; Mucci e Prodani; Vargiu ed altri; Cristian Iannuzzi; Misuraca; Pisicchio: Disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica (A.C. 2839-3004-3006-3147-3172-3438-3494-3610-3663-3693-3694-3708-3709-3724-3731-3732-3733-3735-3740-3788-3790-3811-A) (ore 13,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato Pag. 18delle proposte di legge nn. 2839-3004-3006-3147-3172-3438-3494-3610-3663-3693-3694-3708-3709-3724-3731-3732-3733-3735-3740-3788-3790-3811-A: Marco Meloni ed altri; Fontanelli ed altri; Formisano; Lorenzo Guerini ed altri; Palese; Roberta Agostini ed altri; Zampa; D'Alia; Roccella ed altri; Centemero; Carloni ed altri; Gigli ed altri; Parrini ed altri; Quaranta ed altri; Mazziotti Di Celso ed altri; Toninelli ed altri; D'Attorre ed altri; Mucci e Prodani; Vargiu ed altri; Cristian Iannuzzi; Misuraca; Pisicchio: Disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.
  Avverto, inoltre, che alla componente politica del gruppo Misto-Movimento PPA-Moderati, costituitasi dopo la pubblicazione del contingentamento, sarà attribuito per il seguito dell'esame un tempo pari a tre minuti.
  Ricordo che nella seduta del 26 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
  Avverto che fuori della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Nardi 2.68 e Morassut 5.53 e 6.134.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili durante l'esame in sede referente: Invernizzi 3.01, 3.02, 6.05 e 6.06 e Caparini 6.04.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento l'emendamento Simonetti 10.50, non previamente presentato in Commissione e che abroga integralmente la legge 6 maggio 2015 n. 52, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati. Ciò anche alla luce di quanto stabilito dalla presidenza della Commissione, che ha ritenuto ammissibili le modifiche alla disciplina elettorale limitatamente ai requisiti e alle modalità per la presentazione delle liste di candidati, anche con riferimento al rispetto del principio dell'equilibrio di genere.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate), che è in distribuzione. Tale ultimo parere reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principio o riassuntive ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine, il gruppo Lega Nord e Autonomie e gruppo Misto, per la componente politica di Alternativa Libera-Possibile, e i deputati Cristian Iannuzzi e Mucci sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, sull'emendamento Pag. 19Schullian 1.50 vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Sull'emendamento Civati 1.51...

  PRESIDENTE. No, questo non è segnalato, deputato.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Sull'emendamento Centemero 1.1 vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Schullian 1.50 il parere è favorevole. Sull'emendamento Centemero 1.1 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Deputato Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Schullian 1.50 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento Centemero 1.1 mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Schullian 1.50, sul quale vi è un invito al ritiro da parte della Commissione e il parere favorevole dei relatori di minoranza. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
  Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Schullian 1.50.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Lainati, Gigli, Boccuzzi, Burtone, Gebhard, Fauttilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  368   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no   266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 1.1, sul quale vi è un invito al ritiro.
  Chiedo alla presentatrice se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento.

  ELENA CENTEMERO. Signora Presidente, chiedo sia messo al voto questo emendamento, che riguarda l'articolo 1 e che ha a che fare con le finalità di questa proposta di legge: è una correzione di tipo linguistico ma anche sostanziale al tempo stesso, perché, laddove si dice che la presente legge ha proprio la finalità di rafforzare la partecipazione dei cittadini, si vuole aggiungere anche il genere femminile, cioè «delle cittadine», proprio per rappresentarlo all'interno delle finalità. È vero che il termine «cittadini» è comprensivo anche del femminile, ma mettere di fianco «cittadini e cittadine» dà all'interno della finalità di questa legge proprio l'idea di equilibrio e di parità di genere, rispetto alla quale ho presentato una proposta di legge e una serie di emendamenti proprio per renderla fisicamente e linguisticamente visibile.

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento Pag. 205 Stelle, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palladino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  358   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no   303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Gandolfi, Dell'Aringa, Bolognesi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  274   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  138   
    Hanno votato  272    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, se mi consente un'espressione riassuntiva, formulo su tutti un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza Toninelli ad esprimere il parere.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, emendamento Simonetti 2.53, parere favorevole. Emendamento Simonetti 2.54, mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. No, non è segnalato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Io li dico, poi sarà lei, Presidente, ad indicarmi i non segnalati: sul fascicolo purtroppo non sono indicati come non segnalati.

  PRESIDENTE. Solo quello, per adesso: l'emendamento Simonetti 2.54 non è segnalato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Emendamento Catalano 2.61, mi rimetto all'Aula. Emendamento Centemero 2.6, mi rimetto all'Aula. Emendamento Simonetti 2.55, parere favorevole. Emendamento Artini 2.63, mi rimetto all'Aula. Emendamento Centemero 2.7, parere contrario. Emendamento Civati 2.64, mi rimetto all'Aula. Emendamento Zaccagnini 2.37, parere contrario. Emendamento Civati 2.65, mi rimetto all'Aula. Identici emendamenti Mucci 2.21 e Quaranta 2.24, mi rimetto all'Aula. Emendamento Cristian Iannuzzi 2.66, mi rimetto all'Aula. Emendamento Mazziotti Di Celso 2.59, mi rimetto all'Aula.

Pag. 21

  PRESIDENTE. Questo è ritirato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Emendamento Bechis 2.58, mi rimetto all'Aula. Emendamento Vargiu 2.29, parere contrario. Emendamento Centemero 2.8, parere contrario. Identici emendamenti Centemero 2.11 e Invernizzi 2.23...

  PRESIDENTE. Non sono segnalati. O meglio, solo l'emendamento 2.11 è segnalato, e su quello mi deve dare il parere.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Su di esso il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Ugualmente, per gli identici emendamenti successivi, l'emendamento Mucci 2.25 non è segnalato, invece l'emendamento Quaranta 2.26 lo è.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Su quest'ultimo mi rimetto all'Aula.
  Emendamento Centemero 2.9, parere contrario. Emendamento Vargiu 2.30, parere contrario. Emendamento Centemero 2.5, parere contrario. Emendamento Marcon 2.50, parere contrario. Emendamento Marcon 2.51, parere contrario. Emendamento Centemero 2.4, parere contrario. Emendamento Centemero 2.1, parere contrario. Emendamento Centemero 2.2, parere contrario. Emendamento Centemero 2.3, parere contrario. Emendamento Nardi 2.67, parere contrario. Emendamento Nardi 2.68, mi rimetto all'Aula...

  PRESIDENTE. No, è ritirato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Emendamento D'Attorre 2.52, parere contrario. Identici emendamenti...

  PRESIDENTE. Rimane solo l'emendamento Prodani 2.69, perché l'emendamento Turco 2.70 non è segnalato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Emendamento Prodani 2.69, parere contrario. Emendamento Segoni 2.60...

  PRESIDENTE. Non è segnalato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Emendamento 2.56, infine, mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Nardi 2.67 è stato ritirato in questo momento. Quello su cui aveva espresso parere contrario, l'emendamento Nardi 2.67, è stato ritirato.
  Invito il relatore di minoranza Quaranta ad esprimere il parere.

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Signora Presidente, emendamento Simonetti 2.53, parere favorevole. Emendamento Catalano 2.61, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.6, parere favorevole. Emendamento Simonetti 2.55, mi rimetto all'Aula. Emendamento Artini 2.63, mi rimetto all'Aula. Emendamento Centemero 2.7, parere favorevole. Emendamento Civati 2.64, parere favorevole. Emendamento Zaccagnini 2.37, parere favorevole. Emendamento Civati 2.65, parere favorevole. Emendamento Quaranta 2.24, parere favorevole. Emendamento Cristian Iannuzzi 2.66, parere favorevole. Emendamento Bechis 2.58, parere favorevole. Emendamento Vargiu 2.29, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.8, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.11, parere contrario. Emendamento Quaranta 2.26, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.9, parere favorevole. Emendamento Vargiu 2.30, parere contrario. Emendamento Centemero 2.5, parere favorevole. Emendamento Marcon 2.50, parere favorevole. Emendamento Marcon 2.51, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.4, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.1, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.2, parere favorevole. Emendamento Centemero 2.3, parere favorevole. Emendamento D'Attorre 2.52, parere favorevole. Identici emendamenti Prodani 2.69 e Turco 2.70, parere favorevole.

  PRESIDENTE. L'emendamento Turco 2.70 non c’è più, comunque.

Pag. 22

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Emendamento Simonetti 2.56, da ultimo, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 2.53, su cui la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre i due relatori di minoranza sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  377   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no   258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catalano 2.61, su cui la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre il relatore 5 Stelle si rimette all'Aula e il relatore SI è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Zaccagnini, Occhiuto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  293   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato   39    
    Hanno votato no   254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.6, su cui Commissione e Governo ha espresso parere contrario, mentre il relatore 5 Stelle si rimette all'Aula e il relatore SI è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mariani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  299   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no   246.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 2.55, su cui Commissione e Governo hanno espresso parere contrario, mentre il relatore 5 Stelle è favorevole e il relatore SI si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 23

  Latronico, D'Ambrosio, Tidei, Baldassarre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  323   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no   255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Artini 2.63.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, con questo emendamento si chiede di specificare che la partecipazione nel partito può avvenire anche attraverso la possibilità di confrontarsi e di essere informati utilizzando la piattaforma digitale del partito. Quindi, io non mi sorprendo che un partito che non ha una cultura moderna, come il Partito Democratico, possa dare un parere negativo, ma che addirittura il MoVimento 5 Stelle, che è nato in rete ed è nato sulle basi o almeno propagandando la democrazia diretta e partecipativa, si astenga su questo emendamento, non lo comprendo proprio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Artini 2.63.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  280   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato   13    
    Hanno votato no   267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 2.7, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, di Commissione e Governo, parere contrario del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, signora Presidente. Anche in questo caso il principio che si vuole affermare è il principio dell'equilibrio di genere e della parità di genere, e mi riferisco anche all'emendamento 2.6, su cui prima non sono intervenuta. All'interno di questo articolo non si chiede solo che il rispetto del principio della parità di genere venga assicurato nella possibilità di associarsi liberamente dei partiti, ma anche nella organizzazione e nel funzionamento dei partiti. Specificamente, nell'emendamento 2.71 viene inserito, oltre al riferimento all'articolo 49, anche quello all'articolo 51 della Costituzione, che è quello nel quale proprio si afferma, è stato affermato, anche grazie alla riforma che fu fatta nel 2003, il principio di pari opportunità tra donne e uomini. Questi due emendamenti derivano da una risoluzione approvata all'unanimità dal Consiglio d'Europa, che mette in luce come ci debba essere il rispetto del principio di equilibrio e di parità tra donne e uomini anche all'interno dell'organizzazione della vita interna e degli organi di rappresentanza all'interno dei partiti. Mi meraviglio di questo parere perché, rispetto alla risoluzione approvata in Consiglio d'Europa, la Ministra Boschi l'ha assolutamente approvata.

Pag. 24

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Per fornire una doverosa spiegazione, e cercherò di farlo tutte le volte che i colleghi mostreranno meraviglia per i pareri espressi. Non l'ho fatto con il collega Artini prima perché non c’è bisogno di una legge che gli consenta di mandare delle mail e di fare piattaforme digitali per farlo; stiamo costruendo una legge, non stiamo facendo altro. Così sul tema che pone la collega Centemero e che, Presidente, lo voglio ricordare, ha conosciuto una riformulazione di tutto l'articolo 2 durante i lavori in Commissione, esplicitando il tema del principio della parità di genere come elemento fondante al primo comma di questo articolo e che ha riassorbito tutte le volte che legittimamente e giustamente si poneva il tema della parità.
  Non credo che sia aggiungendo cittadine a cittadini, non credo che sia esclusivamente richiamando articoli vigenti e in vigore, grazie al cielo, della nostra Costituzione, ma lo è riaffermando, in sede di principio, e siamo all'articolo 2 di questo provvedimento, un dato che deve trovare un'applicazione cogente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.7, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  349   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no   306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 2.64, sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e vi è il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Civati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE CIVATI. Signora Presidente, colleghi, volevo richiamare l'attenzione – poi, mi sembra che non ci sia tantissimo questa attenzione dell'Aula – rispetto a un emendamento molto preciso nel definire condizioni che riguardano le garanzie, la partecipazione e le sanzioni anche all'interno di un partito politico, quando, ovviamente, queste regole siano disattese. Presidente, veramente mi appello a lei per ristabilire un po’ di silenzio, perché non sento neanche le mie parole.

  PRESIDENTE. Ha ragione, deputato, ha ragione. Colleghi, è possibile un po’ più di attenzione ?

  GIUSEPPE CIVATI. È possibile, direi.

  PRESIDENTE. Sì, io direi che si può. Quindi, per favore, cerchiamo di...

  GIUSEPPE CIVATI. Dicevo che mi pare importante che l'Aula rifletta su questa proposta, è una proposta molto dettagliata rispetto alle procedure, alle garanzie, alla partecipazione e alla possibilità di avere una consultazione periodica e puntuale degli iscritti, dei partecipanti alla vita politica di questi partiti di cui stiamo definendo una norma più precisa, un forte riferimento costituzionale. Spero davvero Pag. 25che qualche esponente anche della maggioranza voglia prenderlo in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, signora Presidente. Credo che dovremmo iniziare ad interrogarci sul perché stiamo facendo questa legge, perché questa legge è stata annunciata molte settimane fa, molti mesi fa, addirittura con una presentazione di una proposta di legge del vicesegretario del Partito Democratico, come una legge che finalmente applicava l'articolo 49 della Costituzione dal punto di vista della democrazia interna ai partiti. Ora, perché stiamo facendo questa discussione ? Da un lato, perché, evidentemente, i partiti politici di oggi non sono quelli del 1948. Essi stessi erano allora il fondamento della democrazia nel nostro Paese e non c'era bisogno, allora, di regolamentare la vita interna di partiti che godevano di grande consenso nel Paese, prendevano molti voti perché molti elettori si recavano ai seggi, avevano milioni di iscritti.
  Oggi il tema della riforma dei partiti si pone perché nel 1981 un certo Enrico Berlinguer, in una fase in cui i padri nobili della sinistra vengono citati a sproposito su altri temi, nel 1981, invece, sulla questione del rapporto tra partiti e istituzioni, disse cose molto chiare, che drammaticamente ebbero un riscontro dieci anni dopo con Tangentopoli. Oggi io mi chiedo: c’è o non c’è il tema di recuperare la fiducia dei cittadini italiani nei partiti ? Ora, naturalmente, non si tratta di impedire l'autodeterminazione delle forze politiche dal punto di vista ideale dei valori, dei ceti sociali di riferimento.
  Si tratta, semplicemente, di stabilire delle regole minime, minime, di funzionamento all'interno degli stessi partiti che consentano ai cittadini di poterli utilizzare come strumento della democrazia, esattamente come previsto dall'articolo 49 della Costituzione. Ora, a me pare che, dopo dichiarazioni roboanti dal punto di vista della volontà finalmente di normare, siamo arrivati, alla fine, all'acqua fresca, e mi pare che, rispetto alle proposte iniziali, anche del Partito Democratico, oggi ci sia poco o niente. Questo emendamento dell'onorevole Civati ha il merito di fare delle proposte rispetto alle quali bisognerebbe confrontarsi, si potrebbe dire: questa sì, questa no; ma ignorarle, come se il tema non esistesse, mi pare frutto di una certa coda di paglia. Allora, siccome sento spesso i compagni, amici e onorevoli del Partito Democratico lamentare la mancanza di democrazia interna in altre forze politiche, non nella loro ovviamente, ma in altre forze politiche, questa è una grande occasione per discutere di questo tema e non capisco come mai, dopo anni di polemiche, il Partito Democratico voglia approvare una proposta così debole e così inutile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie Presidente. Vorrei innanzitutto chiedere di sottoscrivere l'emendamento che, lo vorrei sottolineare, va nella direzione appunto di regolamentare in maniera minima, ma comunque importante e sostanziale, la democrazia interna.
  Ci troviamo di fronte ad un provvedimento in cui il Pd e il MoVimento 5 Stelle hanno stretto un accordo, un do ut des, per non danneggiarsi vicendevolmente. Giustamente il collega Quaranta ha sottolineato come il PD si lamenta spesso della scarsità di democrazia all'interno di altri soggetti; è questa l'occasione giusta, non ce ne sarà un'altra. Il dibattito che c’è stato, è stato un dibattito approfondito in Commissione e, nonostante ci sono stati appunti critici da parte degli auditi riguardo alla possibilità di mettere regole fisse, è certo che questa legge sta producendo il vuoto, continuerà a produrre il vuoto e quindi è un vantaggio vicendevole per il Pag. 26PD e per il MoVimento 5 Stelle, cosa che è assolutamente vergognosa in questo momento.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. È a più riprese che si pone, non solo da parte dell'onorevole Quaranta che lo ha fatto puntualmente sia in Commissione, che in quest'Aula, la scarsa incisività di questo provvedimento, richiamando al fatto che la declinazione (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...

  PRESIDENTE. Colleghi, abbassate il tono della voce per favore, e sarebbe il caso di non dare le spalle alla Presidenza, grazie.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Il riferimento al metodo democratico non avrebbe quella cogenza e quelle declinazioni alle quali anche l'onorevole Zaccagnini faceva riferimento.

  PRESIDENTE. Colleghi, un secondo, che cosa succede ? Colleghi, chiederei a tutti di non voltare le spalle alla Presidenza grazie.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Dispiace un po’, Presidente, che i lavori di quest'Aula siano sottoposti ad un maggiore interesse da parte dell'opinione pubblica, che sta scrivendo cose molto belle e interessanti sui nostri lavori, che non da noi stessi in prima battuta, perché devo dire che questa discussione, con tutti i limiti, le fragilità che può avere, è una discussione che ha elementi di portata, non voglio dire storica, ma di grande rilevanza, per cui spero che nel proseguo possano essere colti.
  Ma facevo riferimento all'applicazione e al riferimento al metodo democratico. Le istituzioni non cominciano con la nostra presenza in quest'Aula il corso della loro storia e della loro vita. Le istituzioni hanno un prima e un dopo di noi. Se nell'anno 1999 Leopoldo Elia presenta un progetto di legge costituzionale per attuare l'articolo 49 e per dare una definizione di metodo democratico rivolta all'interno dei partiti, ci sarà una motivazione. Probabilmente con legge ordinaria si può regolamentare la vita dei partiti come stiamo facendo, fermandoci però all'interpretazione costituzionale che è stata data da tempo, con discussioni ripetute proprio da chi ci ha preceduto nei nostri lavori.
  L'emendamento del collega Civati fa una cosa sulla quale mi permetto solo due rilevazioni. La prima, può essere condivisibile, ma ricordo che questo tipo di provvedimento, il n. 149, continua a riguardare quei partiti che si iscrivono nel registro nazionale, così come possibile nelle settimane scorse, e quindi declina ulteriormente oneri che devono essere contenuti negli statuti, ma che riguardano quella tipologia di forze politiche.
  Il secondo aspetto, pur condivisibile: ci sono dei riferimenti che per me aprono l'interrogativo della libertà con cui appunto, scusate il bisticcio di parole, la libera associazione si organizza. Ma perché dobbiamo essere noi a dire che l'ordinamento indica la previsione del referendum generale tra gli iscritti fissando anche le quote necessarie per rendere valido e per chiedere il ricorso a quello strumento ? Strumento personalmente condivisibile, ma non è detto che l'esercizio della politica e della democrazia si faccia ricorrendo tutti agli stessi strumenti, tutti alle stesse modalità e tra l'altro fissando anche in legge le modalità con cui si ricorre all'utilizzo di questi. Guardate che la legge fissa principi e regole che danno garanzie ai cittadini, non modalità di funzionamento concreto che sostanzialmente limitano poi la possibilità anche di utilizzare altre forme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 27
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 2.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, D'Ambrosio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no   268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Argentin e Censore hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccagnini 2.37 sul quale la Commissione ha espresso un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, con parere contrario del relatore di minoranza del gruppo del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie Presidente. Concordo con il ragionamento del relatore Richetti riguardo al fatto che ogni soggetto politico debba declinare le sue forme di partecipazione al proprio interno e debba essere libero di farlo. Quindi il MoVimento 5 Stelle deve essere libero di trovare le proprie forme, come il Partito Democratico, come Sinistra Italiana-SEL, e così tutti gli altri partiti e movimenti. Ciò che però propongo con questo emendamento è l'introduzione di un principio regolatorio ovvero il fatto che gli organismi debbano essere eletti e questo presuppone che possano essere indipendenti. Questo principio sostanzialmente viene mutuato dalla separazione dei poteri all'interno dello Stato. Cos’è che garantisce la democrazia ? La separazione dei poteri, il fatto che questi possano agire in maniera autonoma e indipendente e non essere sottoposti a relazioni di tipo fiduciario o relazioni di interconnessione stretta, di legame stretto con gli altri organismi. Ciò non avviene oggi nei partiti. Quello che oggi avviene è l'applicazione di un principio prevalentemente fiduciario. È per questo che io credo che partendo dal contesto di oggi, del 2016, certamente non dimenticando cosa è stato fatto prima e che le istituzioni vengono prima di noi, va ricordato il fatto che il contesto è mutato e che quindi la trasformazione in atto ci pone di fronte alla responsabilità di adeguare la regolazione interna dei partiti. È una cosa abbastanza evidente e lo sarà sempre di più. Sempre di più cresce la disaffezione e la partecipazione e ciò si trasforma in una nuova forma di partecipazione e militanza. C’è una forte disintermediazione ed è un processo che non possiamo fermare con delle leggi o delle regole, ma che sicuramente possiamo accogliere, introducendo dei principi regolatori e partendo dal riconoscimento dei diritti politici dei cittadini. Partendo dal riconoscimento dei diritti politici dei cittadini, noi garantiamo ad ogni cittadino, che vuole partecipare alla vita del proprio soggetto politico, determinate garanzie, ma, per farlo, dobbiamo avere degli organismi che rispondano, in maniera coerente e proporzionata, alle sensibilità differenti, alle maggioranze e alle minoranze differenti all'interno di un soggetto politico, quindi un partito o movimento. La democrazia sostanzialmente è la tutela delle minoranze. La minoranza e la maggioranza sono complementari, non dovrebbero essere opposte, ovviamente i contesti sociali fanno sì che il conflitto sociale Pag. 28emerga e che anche la maggioranza si trovi in conflitto con la minoranza, ma questo porta a lacerazioni, ovviamente.
  Andando, però, appunto a riconoscere il diritto di esistenza delle minoranze, la loro rappresentatività e quindi un principio di proporzionalità all'interno del partito, noi riusciamo a garantire il processo democratico, non solo con le forme che lo Stato e le istituzioni hanno oggi, ma anche attraverso la regolazione minima della vita democratica all'interno dei soggetti. Ogni soggetto, con questo emendamento ha la possibilità di scegliersi il suo metodo, ma deve sceglierne uno. È questo il principio che non va a definire regole precise, ma che introduce un principio nuovo e innovativo nel contesto politico mutato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 2.37, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  I colleghi hanno votato ? Sta salendo Fossati. Ci siamo ? Tutti hanno votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  390   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no   356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 2.65, su cui c’è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su cui si rimette all'Aula il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e sui cui c’è il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Civati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE CIVATI. Sì, volevo intanto veramente appellarmi a quest'Aula per un po’ di concentrazione e silenzio, non so, credo che sia un tema di grande rilevanza politica e istituzionale. Ci sono pagine infinite sulla casta, sull'organizzazione della politica, che sarebbe piena di meschinità e di opacità. Stiamo cercando di discutere di uno strumento che potrebbe allontanare dai pensieri dei cittadini i dubbi, le preoccupazioni legittime e, forse, qualche volta, un po’ meno legittime rispetto a come lavoriamo e a come funzionano i soggetti politici, che poi, come dire, consentono ai cittadini di essere strumento di mediazione verso le istituzioni, insomma. Questa è l'idea costituzionale che sta sottesa, ma evidentemente non interessa soprattutto qua sotto, prendiamone atto. Volevo rassicurare...

  PRESIDENTE. Chiederei ai deputati del MoVimento 5 Stelle...

  GIUSEPPE CIVATI. ... anche ai Vicepresidenti, non so...

  PRESIDENTE. ... di consentire l'intervento al deputato Civati, grazie. Prego, continui.

  GIUSEPPE CIVATI. Grazie. Non solo loro, eh ! C’è un certo brusio...

  PRESIDENTE. Sì, adesso continui, deputato.

  GIUSEPPE CIVATI. Volevo segnalare al relatore di maggioranza che questo emendamento forse gli piace di più, nel senso che è meno dettagliato del precedente, che sta sulle generali e, però, afferma dei Pag. 29principi che secondo noi non sono banali e sono essenziali alla discussione che stiamo facendo. È una sorta di mediazione tra quello che diceva giustamente l'onorevole Quaranta e la sua risposta alla sua replica. Definire dei principi che secondo me trovano grande ascolto presso tutte le forze politiche rappresentate in quest'Aula e che possono definire un protagonismo delle persone iscritte ai partiti e nello stesso tempo la garanzia che le informazioni, le regole e le decisioni siano messe a disposizione davvero di tutti coloro che decidono di iscriversi ad un soggetto politico.
  È un emendamento essenziale rispetto al precedente, però altrettanto preciso che spero davvero abbia attenzione e magari trovi consenso in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Io in questo intervento chiedo, tramite lei, ai relatori di pronunciarsi riguardo all'introduzione di un principio e non di regole strette di separazione dei poteri all'interno del partito o del soggetto politico o del movimento, se intendono esprimersi riguardo a questo, riguardo al mutuare il principio della separazione dei poteri nello Stato all'interno del soggetto politico, cosa ne pensano.
  E l'altra domanda, che sempre tramite lei rivolgo invece ai deputati del MoVimento 5 Stelle, a Toninelli in particolare, ma anche agli altri portavoce della Commissione affari costituzionali, è se il loro silenzio assordante oggi verrà spezzato da qualche loro dichiarazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Sì, Presidente, intervengo per far notare all'onorevole Civati che, siccome il più contiene il meno, tutta la prima parte dell'emendamento di cui stiamo discutendo è esattamente uguale a quello che ha discusso prima l'onorevole Richetti a nome della maggioranza, come relatore ma anche come esponente del Partito Democratico. E quindi a me tocca ripetere con parole diverse, due semplicissimi argomenti: onorevole Civati, noi abbiamo voluto fuggire il rischio, tipico delle formazioni politiche di recente costituzione, di immaginarsi come il prototipo di tutta la possibile politica che si esprime, invece, in forme più libere, il rischio, dicevo, di trasferire il proprio modello di organizzazione interna in una legge. La legge, invece, deve in maniera particolarmente attenta, adeguarsi al principio di sussidiarietà, cioè disciplinare il meno possibile, ma le cose importanti, lasciando alla libera estrinsecazione del gioco democratico anche dentro i partiti le regole che si ritiene possano avere un esito differente. Fissare, in altre parole, alcuni principi e lasciare poi agli statuti e ai regolamenti delle diverse forze politiche la possibilità che questi principi possano essere articolati in maniera differente.
  Se si va a vedere come è scritta la legge – e lo voglio dire anche all'onorevole Zaccagnini –, si vedrà chiaramente che quello che volevate affermato nella legge, e che originariamente era anche una posizione del Partito Democratico – chi non ha uno statuto scritto bene con i principi democratici scolpiti nel marmo della attuazione dell'articolo 49 della Costituzione non si può presentare alle elezioni –, noi lo diciamo in una maniera diversa. Non parliamo più di statuti, ma parliamo di dichiarazioni di trasparenza, cioè imponiamo il meno possibile ai partiti, ma raggiungendo l'obiettivo di vedere affermati i principi di esercizio democratico nella loro vita interna. Lo facciamo con una sintesi politica, che non è un compromesso al ribasso ma è il tentativo, che abbiamo fatto in tantissime riunioni della Commissione, di arrivare a un testo, se non condiviso, il più largamente possibile condiviso tra le forze politiche presenti in Parlamento.Pag. 30
  È per questo motivo che riteniamo più persuasivo il testo che è venuto dalla Commissione, succinto, sintetico, ma chiaro nell'affermazione dei principi che derivano dall'articolo 49, e meno suggestivo, meno da sostenere, un testo come quello che propone l'onorevole Civati e i suoi colleghi, che, invece, porta dentro la legge elementi che possono essere chiaramente espressione di attività statutaria o regolatoria dei singoli partiti politici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie Presidente. Io credo che si sia andati oltre il significato dell'emendamento del collega Civati perché il collega Civati precisa alcuni punti, ma non dice tanto di più rispetto a quello che già c’è. In altre parole, lui esplicita che deve esserci una partecipazione probabilmente più concreta – riesce a farlo più concretamente rispetto a quello che è scritto –, con modalità indicate nello statuto. Partecipazione che deve determinare poi una linea politica che deve essere ovviamente prodotta dalla collegialità. E in modo molto intelligente parla di chi esercita il proprio voto anche in forma telematica, prevedendo che questo sia uguale, libero e delegabile in forme che assicurino al delegante il pieno rispetto della propria volontà. Quindi, un voto che potrebbe essere anche se volete controllabile, nel senso che io potrei anche chiedere di verificare la fondatezza del voto stesso e conoscere, ad esempio, la determinazione di tutti gli organismi del partito, come anche gli organismi di garanzia, punto altrettanto importante. Inoltre, parla del divieto di distribuire agli iscritti utili e avanzi di gestione. Insomma, a parte piccole precisazioni che probabilmente non sono presenti in questo testo, diciamo che amplia il discorso di partecipazione che già esiste, andando a specificare, nel caso della partecipazione telematica, alcune garanzie. In altre parole, si parla di garanzie dell'iscritto che, esprimendo un voto, vorrebbe vedere il proprio voto effettivamente presente e riconoscibile per quanto è stato espresso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 2.65, con il parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Argentin, Carrozza, Lauricella, Occhiuto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  306   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no   271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mucci 2.21 e Quaranta 2.24, con invito al ritiro o parere contrario della Commissione e del Governo, parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie Presidente. Allora, il dibattito in seno a questo testo di legge riguarda un po’ in sintesi se l'articolo 49, che enuncia appunto le modalità di partecipazione alla determinazione della vita politica del Paese con metodo democratico, Pag. 31basti a se stesso oppure debba essere specificato con legge ordinaria per entrare nel vivo della questione e dare maggiori garanzie. Io credo che questo testo effettivamente introduca maggiore trasparenza sicuramente e anche introduca il concetto importante della partecipazione annunciandolo in modo specifico perché si parla di forme e modalità degli iscritti, diritti e doveri degli iscritti e relativi organi di garanzia. Ma quello che secondo me manca è la garanzia dell'effettività di tali diritti perché se parliamo, ad esempio, di organi di garanzia, ad oggi non c’è la tutela che questi siano effettivamente terzi; anzi, spesso rispecchiano la maggioranza stessa del partito. Quindi, non c’è effettività e non c’è garanzia di terzietà nei confronti dei cittadini che vogliono partecipare attivamente alla vita politica...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARA MUCCI. ... di un partito ed esprimere la propria volontà senza che poi vengano non tutelati i propri diritti di partecipazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, signora Presidente. La mia cultura democratica mi impone di difendere il vicesegretario del Partito Democratico il quale, onorevole Guerini, insieme ad altri illustri esponenti del Partito Democratico (Orfini, Migliore ed altri) ha presentato una proposta di legge che aveva l'ambizione di normare l'articolo 49 della Costituzione con legge ordinaria. Ora, non ho capito dalle parole del relatore Richetti se oggi ci sta dicendo che quella era tutta propaganda perché per normare attraverso legge bisogna modificare l'articolo 49 oppure se, invece, alcuni interventi anche significativi si possono fare. E comunque io vi chiedo, chiedo al Partito Democratico: c’è un problema nel normare la vita interna dei partiti oppure no ? Perché se c’è questo problema, si può anche ragionare su modifiche piccole dell'articolo 49 della Costituzione. Io non sono uno che alza mai i toni della voce, non mi piacciono le propagande sterili e credo di non averne mai fatte, ma in quest'Aula sento spesso richiamare i requisiti di non democraticità di altre forze politiche. Ma questo dibattito che io sento quotidianamente in quest'Aula, come mai non si esercita nell'unica occasione utile per mettere alcune norme appunto precise che possano segnare dei paletti ? Non vincolare in maniera clamorosa le forze politiche, ma mettere dei paletti sì. In altre parole, con quale credibilità in quest'Aula io dovrò risentire parole contro forze politiche che a giudizio di taluni non sono democratiche al loro interno se poi si fa una legge sui partiti e non si fa nulla ? L'articolo 49 non è stato toccato dal 1948. È stato il Partito Democratico che ha deciso di portare all'attenzione di quest'Aula la riforma o l'applicazione dell'articolo 49, non io.
  E, allora, io vorrei sapere se, uscendo dalla propaganda appunto, oggi intendiamo fare qualcosa, cioè se intendiamo mettere qualche norma minima. E io vorrei che ogni tanto si entrasse nel merito perché nel nostro emendamento non è che diciamo cose sconvolgenti, ma parliamo degli organi di garanzia delle forze politiche, della partecipazione democratica degli iscritti, della selezione democratica delle cariche interne che può essere fatta ognuno come crede, ma ci devono essere delle regole. Oppure ancora sull'accesso libero di tutti all'anagrafe degli iscritti. Allora, io credo che o questa è un'occasione che davvero vogliamo sfruttare, altrimenti io sinceramente pongo questa domanda alla fine: ma noi vogliamo tutelare la libertà dei cittadini di poter partecipare nelle forze politiche o pensiamo che la soluzione sia che ogni cittadino si può fare il suo partito ? È questo lo spirito della Costituzione italiana ? E, cioè, l'articolo 49 che prevede i partiti come lo strumento della democrazia, come lo dobbiamo intendere ? Può uno strumento della democrazia antidemocratico promuovere la democrazia ? Vogliamo entrare Pag. 32nel merito di queste questioni o è aria fritta quella che ci state proponendo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie. Per esprimere, per via diversa e dal mio punto di vista, parere favorevole a questa coppia di emendamenti della collega Mucci e del collega Quaranta e degli altri sottoscrittori. Io non sono, come si sa, un ammiratore della Costituzione del 1946-48 e diffido poi di chi vuole imporre una gabbia ancora più pubblicistica ai partiti. Però, da un'altra strada arrivo a dire sì a questo emendamento e agli emendamenti che vadano in questa direzione, ossia in una chiave di democrazia. Noi tutti sappiamo quanto nell'Occidente avanzato la democrazia sia in crisi, non siamo ingenui e conosciamo una torsione anche nei Paesi che più amiamo. Ma noi abbiamo una questione che dobbiamo guardare negli occhi, che è quella della crescente non contendibilità delle forze politiche. Che cosa fa uno che sta in una forza politica e che sta in una posizione di minoranza ? Come fa a contrapporsi al capo partito che ha lui l'accesso ai media, ha lui l'accesso alle risorse economiche, ha lui il controllo degli organi di partito esecutivi – e questo è giusto –, ma molto spesso anche di quelli di garanzia ? Chi si trova in una condizione di minoranza, come combatte la sua battaglia ? Allora, da questo punto di vista, tutti gli emendamenti che, in un modo o nell'altro, anche a partire da un punto di vista culturale che non è il mio – io sono più liberale –, consentano più fair play, più gioco dentro il partito e che animino il contraddittorio dentro il partito, che non trasformino il contraddittorio dentro il partito in un simulacro in cui c’è uno che comanda e gli altri che o dicono «sì» oppure dissentono con i piedi, cioè sono costretti ad andarsene, perché questo oggi accade, ecco, tutto ciò che va in una direzione diversa, che anima il confronto e la democrazia interna, va a mio avviso sostenuto e aiutato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, intanto mi consenta di rispondere – spero una volta per tutte – a quella che è stata una lettura reiterata, fino a diventare sport condiviso da molti colleghi, cioè l'idea che noi oggi ci rimangiamo una proposta che veniva fatta con una proposta di legge che aveva come primo firmatario il vicesegretario del mio partito. Quella proposta prevedeva, come elemento fondante, ricusazione per chi non dà garanzie di trasparenza e funzionamento al momento della presentazione delle liste; questa proposta contiene ricusazione se, non per un dato formale o di registro giuridico ma per un dato sostanziale, i requisiti minimi di trasparenza non sono contemplati. La si può raccontare, narrare, scherzarci anche sopra, esprimere solidarietà, ma c’è grande coerenza rispetto ad un lavoro che i deputati fanno, prima in Commissione poi in quest'Aula, di verifica, di fattibilità, di riscontro di costituzionalità rispetto agli obiettivi che si sono dati e che possono essere aggiunti con lo strumento legislativo.
  In questo emendamento, cosa si propone ? Ciò perché bisogna leggere la sostanza, oltre che la forma della proposta. Siamo all'articolo 2, dove si descrivono i requisiti degli iscritti ai partiti, si fa riferimento agli organi di garanzia e correttamente il collega Quaranta dice: se non sono fatte salve – lo voglio leggere in maniera in maniera puntuale – le condizioni che assicurano terzietà e imparzialità degli organi di garanzia. Presidente, noi non stiamo scherzando, stiamo facendo una legge che va in capo ad una commissione che ha l'onere di verificare che i requisiti degli statuti siano realmente Pag. 33soddisfatti, a tal punto che i partiti stanno studiando in questi mesi quella commissione che chiede integrazioni, chiede delucidazioni, chiede di fornire spiegazioni e che produce modifiche statutarie, tanto il lavoro serio. Mi dite come si fanno a riscontrare le condizioni che assicurano terzietà di un organo di garanzia ? È requisito di chi lo compone ? È il curriculum vitae del probiviro o del garante ? Qual è il punto vero ? Giustamente – e io davvero con loro sono solidale – molti partiti – e ci sono dei colleghi che ne hanno fatto parte – non rispettano oggi questi requisiti: ci sono colleghi di questa Camera espulsi da un partito senza motivazione, senza argomentazione, da un organismo che non esiste o addirittura via e-mail. Però, Presidente, c’è un problema, che non riguarda l'articolo 49 o la portata di questo provvedimento, ed è la qualità della vita democratica, la qualità delle forze politiche che attraversano la vita del Paese e che non si risolve tutto con la norma. In quest'Aula, proprio grazie a lei – e ne approfitto anche per ringraziarla – qualche settimana fa è stato presentato un bel libro, che è la bibliografia di Beniamino Andreatta, che tanto si è occupato di questi temi, che ho avuto il piacere di accompagnare questo lavoro con le letture di questa pubblicazione qui da lei presentata. C’è un punto nel quale Andreatta ci ricorda che i partiti politici sono difficilmente governabili e sanzionabili per le loro inadempienze, ma ogni cinque anni si presentano alle elezioni. Ecco, c’è un richiamo molto forte: si possono tentare di fare provvedimenti normativi che impediscono cacciate improprie, ma poi c’è la denuncia, l'azione politica e la coerenza con la quale ognuno di noi interpreta il proprio impegno che porta ad una denuncia sostanziale, non solo ad un cambio dello strumento normativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, mi rifaccio alle dichiarazioni dell'onorevole Sanna e dell'onorevole Richetti – proprio le ultime – e cerco appunto di capire: la terzietà che voi dite è difficile da garantire. Io credo che l'unico criterio possa essere l'eleggibilità di questo organismo. Nel momento in cui questo organismo è sottoposto alla competizione interna, ci sarà qualcuno che si candida e qualcuno che verrà eletto legittimamente all'interno del proprio partito per assolvere quella responsabilità e quella funzione. Mi rendo conto che è difficile accettarlo, ma non vedo altri criteri di terzietà possibili; se ce ne sono ovviamente sono assolutamente pronto e disponibile a una riflessione nel merito con tutti voi, partendo ovviamente dalla mia inadeguatezza riguardo a certi temi.
  Per quanto riguarda invece la libertà di declinare le proprie forme, l'onorevole Sanna diceva appunto che deve permanere questa libertà: sì, assolutamente, ma la legge che andiamo a fare non è una legge che vincola e che sarà sostanzialmente efficace, soprattutto perché non c’è una sanzione; la dichiarazione di trasparenza è troppo scarsa al momento, anche se è un piccolo passo in avanti; è scarsa come previsione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, intervengo per sottoscrivere i due emendamenti e anche per dare una risposta breve al relatore Richetti riguardo a quello che giustamente ha affermato sulla democrazia interna di alcuni partiti e movimenti: comunque, anche se è vero – sono d'accordo con lui – che non si può risolvere tutto con la norma, in realtà questo provvedimento, così come scritto in questo momento, non risolve nessuno dei problemi di democrazia interna dei partiti e dei movimenti. Quindi, a parte qualche questione di trasparenza, in realtà è acqua fresca per le questioni di democrazia interna ai partiti. Quindi, parliamo di come si possono risolvere questi problemi, però, approvata così, questa legge sembra uno Pag. 34spot, un modo per dire che stiamo facendo qualcosa (che forse è addirittura peggio che non fare niente), perché così si dà l'idea che si sta cambiando qualcosa quando in realtà qui non si cambia niente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mucci 2.21 e Quaranta 2.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Capelli, Turco, Battelli, Abrignani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  324   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no   277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Quintarelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Crippa ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cristian Iannuzzi 2.66, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, di Commissione e Governo, si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, con questo emendamento si andrebbe ad inserire una norma che prevede il limite dei due mandati per le cariche interne al partito e la durata di un mandato non superiore a cinque anni, oltre al divieto di cumulo delle cariche.
  Io non mi stupisco del fatto che il Partito Democratico o altri partiti possano dare un parere negativo a questo emendamento, visto che il Partito Democratico ha una regola interna al suo statuto di tre mandati, ma poi c’è la possibilità di dare delle deroghe; in realtà il problema dei mandati non pare interessare a questo partito.
  Però io vengo da una storia, vengo da un percorso con il MoVimento 5 Stelle, e sul limite dei mandati per le cariche politiche abbiamo fatto una campagna abbastanza lunga e impegnativa, la prima battaglia del MoVimento 5 Stelle col V-Day, il primo V-Day; e quindi sono un po’ stupito dal fatto che i colleghi della Commissione affari costituzionali del MoVimento 5 Stelle abbiano deciso di dare un parere di astensione su questo emendamento. Io ricordo quando sedevo tra i banchi del MoVimento 5 Stelle e quando il PD, i colleghi del PD votavano tutti in massa seguendo le indicazioni del partito, anche quando andava contro il proprio programma, ricordo che noi ci indignavamo, gridavamo insulti o comunque sottolineavamo questa incoerenza rispetto ai principi che erano portati poi qui in Parlamento.

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  CRISTIAN IANNUZZI. Sì, Presidente. Quindi chiederei ai colleghi del MoVimento 5 Stelle di votare a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Presidente, intervengo giusto per segnalare il mio accordo nei confronti delle parole del collega Iannuzzi, che con questo emendamento vuole dare garanzie in più rispetto all'emergere di sacche di potere che spesso emergono Pag. 35all'interno dei partiti più che all'esterno, quando ci sono cariche elettive. Con questo emendamento quindi si mette un limite al numero di mandati e alla durata dei mandati stessi: questo è un principio fondante, se volete, del movimento che è presente qui in Aula, ed a mio avviso è corretto proprio perché evita che ci sia il capo di turno che acquisisce un potere durante il corso degli anni proprio perché riveste una carica, spesso addirittura occulta, quindi al di là della trasparenza. Secondo me è una questione anche di metodo !
  E vorrei concludere col dire che, sì, ogni partito si presenta dopo cinque anni, o quello che è, alle elezioni; è anche vero che il livello di astensione che percorre adesso la nostra storia politica dovrebbe essere un sentore, una sentinella che ci dice che forse non è distaccato ciò che è un partito, ovvero le sue funzioni, da come si organizza il partito stesso. Per cui attenzione a questi, che non sono particolari, ma che fanno parte integrante della vita di un partito, che è il mezzo con il quale un cittadino può concorrere alla vita politica (e concludo) del Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cristian Iannuzzi 2.66.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  318   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  42    
    Hanno votato no 276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Quintarelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bechis 2.58, col parere contrario di Commissione e Governo, mentre il Movimento 5 Stelle si rimette all'Aula e Sinistra Italiana è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  325   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no   282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 2.29, con il parere contrario di Commissione, Governo e relatore del Movimento 5 Stelle, mentre il relatore di Sinistra Italiana è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Vecchio, Pagani, Sannicandro, Cassano, Vico, Ruocco, Dall'Osso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  378   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   44    
    Hanno votato no   334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.8, con il parere contrario di Commissione e Governo, nonché del relatore di minoranza del MoVimento Pag. 365 Stelle, e favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Coppola, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  381   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no   310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.11, con il parere contrario di Commissione e Governo, nonché dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Palazzotto, Mucci, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  388   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no   345.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cristian Iannuzzi ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 2.26, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula, con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Di Benedetto, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  313   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no   275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.9, con il parere contrario di Commissione e Governo nonché del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  373   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   37    
    Hanno votato no   336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 2.30, con parere contrario di Commissione e Governo, nonché dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 37

  Peluffo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  392   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato    4    
    Hanno votato no   388.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.5, con il parere contrario di Commissione, Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Malisani, D'Ambrosio, Iannuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  374   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no   320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 2.50, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, di Commissione e Governo, parere contrario del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Vorrei rifarmi al testo di questa legge, perché al primo articolo della legge si dice che la finalità di questa legge, fra le altre, è il rafforzamento dei requisiti di democraticità dei partiti politici, e poi, al secondo articolo, si parla di metodo democratico che deve improntare l'organizzazione e il funzionamento dei partiti e dei movimenti politici. Bene, credo che il principio della elettività delle cariche sia uno dei principi fondamentali negli statuti e nel modo di funzionare di un partito politico, e credo che questo principio debba essere declinato con una caratteristica, che è quella del voto segreto relativamente all'elezione degli organismi dirigenti delle forze politiche.
  Ricordo che già molte forze politiche prevedono questo meccanismo del voto segreto, dello scrutinio segreto. Sinistra Ecologia Libertà, all'articolo 19 del suo statuto, prevede l'elezione per scrutinio segreto degli organismi dirigenti. Il Partito Democratico, agli articoli 3, 9, 15 e 16 e in altri articoli del suo statuto prevede il ricorso allo scrutinio segreto per l'elezione degli organismi dirigenti. Questo perché ? Perché c’è un motivo fondamentale: il voto segreto garantisce libertà, autonomia e serenità d'animo nell'elezione degli organismi dirigenti. Senza il voto segreto siamo in Bulgaria, siamo in una situazione in cui il condizionamento dei capibastone o dei dirigenti o dei leader delle forze politiche possono influenzare pesantemente la scelta degli organismi dirigenti.
  Ecco perché il principio della elettività delle cariche nei partiti politici è sicuramente un principio fondante della democraticità degli statuti, ma l'esercizio attraverso il voto segreto è un ulteriore elemento di rafforzamento di questo principio di democrazia.
  Per cui, credo che sarebbe auspicabile prevedere il voto segreto, perché questo eviterebbe non solo il condizionamento degli iscritti, ma permetterebbe un esercizio e un funzionamento democratico nelle forze politiche tale da garantire i cittadini e le cittadine che si iscrivono alle forze politiche.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  ADRIANO ZACCAGNINI. Non solo sono pienamente d'accordo e ho sottoscritto questo emendamento, che è già praticato da alcune forze politiche, ma qui vorrei fare emergere la problematicità che nel MoVimento 5 Stelle non solo non c’è il voto segreto, ma non c’è proprio il voto. Oltre a questo, non c’è il riconoscimento del voto segreto, tant’è che in Parlamento, tante volte, a noi fuoriusciti o espulsi è stato chiesto dai rappresentanti del MoVimento 5 Stelle di chiedere il voto segreto su alcuni provvedimenti. Quindi, è veramente una contraddizione emblematica come il MoVimento 5 Stelle sia obbligato a non riconoscere il voto segreto, quando poi lo va a richiedere ad altri parlamentari, e il fatto, ovviamente, che non ci sia un processo democratico in corso o una previsione di un congresso all'interno del MoVimento 5 Stelle che almeno, quanto meno, vada a delineare le forme di democrazia interna di quel soggetto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 2.50.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  389   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   45    
    Hanno votato no   344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Allora, colleghi, a questo punto sapete che ci sono state delle intese, l'intesa è di sospendere, ma, prima di uscire dall'Aula, vorrei fare tanti auguri, a nome mio e dell'intera Assemblea, a due nostri colleghi, Laura Ravetto e Dario Ginefra, che si sono sposati sabato scorso. Tutti i nostri migliori auguri e vi auguriamo tutto il meglio (Applausi). La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Amici, Boccia, Bratti, Capelli, Catania, D'Ambrosio, Dambruoso, Damiano, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Locatelli, Losacco, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Merlo, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Sani e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centotre, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 2 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Marcon 2.50.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 2.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie Presidente. Questo emendamento è una continuazione dell'emendamento precedente, che prevedeva di considerare il voto segreto come Pag. 39una condizione fondamentale del principio di elettività delle cariche, che gli statuti dei partiti, con il rispetto del principio di democraticità, dovrebbero contenere. Questo altro emendamento è in continuità, ripeto, con l'emendamento bocciato nell'ultima votazione, perché prevede che un 10 per cento dei componenti delle cariche degli organismi dirigenti delle forze politiche sia individuato e già selezionato attraverso il metodo, la pratica del sorteggio tra le autocandidature, cioè si prevede sostanzialmente che, tra gli iscritti di un partito che vogliono far parte degli organismi dirigenti, un 10 per cento dei componenti degli organismi sia riservato, appunto, a iscritti che si autocandidano e che, quindi, vengono scelti attraverso un metro che è quello del sorteggio.
  Ora il metodo del sorteggio è un metodo su cui si è discusso e di cui anche i politologi, in tempi recenti, stanno riflettendo come antidoto e come strumento per rinnovare la democrazia e la democraticità degli organismi e della selezione soprattutto degli organismi. È un principio che viene appunto individuato e ricordato come strumento per limitare la deriva oligarchica, che purtroppo le democrazie moderne, ma anche la democrazia nelle forze politiche, stanno attraversando.
  Non si tratta di sostituire un metodo ad un altro, ma di integrare appunto il metodo della selezione, in questo caso degli organismi dirigenti e dei loro componenti, attraverso il metodo classico dell'elezione, come avviene finora, con la sperimentazione; infatti l'emendamento prevede semplicemente una quota del 10 per cento, attraverso la sperimentazione appunto del sorteggio come strumento e come metodo per selezionare appunto gli organismi dirigenti.
  Si tratta di un antidoto rispetto, non solo alle derive oligarchiche che purtroppo sono presenti nelle nostre democrazie ed in particolare sono presenti soprattutto in alcuni momenti della vita democratica del nostro Paese e – ahimè – anche nella scelta degli organismi dirigenti delle forze politiche, ma anche uno strumento per cercare di favorire la partecipazione, la partecipazione in questo caso nelle forze politiche.
  Siccome nella proposta di legge soprattutto nell'articolo 1 e poi nell'articolo 2, il principio della partecipazione degli iscritti alla vita interna delle forze politiche è uno dei principi sui quali si innestano alcune delle proposte specifiche poi contenute nell'articolato della legge, noi riteniamo, i firmatari di questo emendamento ritengono che questa sperimentazione, così pur limitata, potrebbe non solo spezzare, come dicevo prima, meccanismi vecchi di fedeltà rispetto alle scelte che vengono fatte negli organismi dirigenti, fedeltà rispetto ai capicorrente o comunque a leader rappresentanti di determinati gruppi dentro le forze politiche, ma favorirebbe anche l'aumento e la crescita della partecipazione.
  Vorrei ricordare che tra l'altro questo principio è un principio che anche recentemente è stato introdotto in una normativa, il codice appalti, che prevede per l'appunto la scelta dei membri delle commissioni di gara per gli appalti, attraverso il meccanismo del sorteggio, per evitare quella abitudine, purtroppo molto consueta nelle amministrazioni pubbliche, di formazione delle commissioni di gara su principi che sono non legati proprio alla trasparenza ed alla scelta dei migliori componenti, rispetto appunto all'oggetto di quelle commissioni.
  Ricordo anche che ci sono già sperimentazioni non solo fatte a livello internazionale, ma anche in Italia: mi tocca citare – ahimè – la Confindustria, che prevede, all'articolo 12 del suo statuto, la scelta per sorteggio dei membri della commissione che deve valutare i candidati alla presidenza di Confindustria. Quindi addirittura in un organismo come la Confindustria il sorteggio è previsto per statuto per la scelta dei componenti che devono appunto selezionare poi le candidature alla Presidenza.
  Quindi io ritengo e noi riteniamo, come firmatari di questo emendamento, che attraverso la sperimentazione e quindi la previsione, in questa proposta di legge, di una selezione del 10 per cento di organismi Pag. 40dirigenti attraverso il meccanismo del sorteggio tra gli iscritti che intendono far parte gli organismi dirigenti, si potrebbero raggiungere due obiettivi (e concludo): il primo è appunto il contrasto a quelle derive oligarchiche a cui facevo riferimento nella mia argomentazione precedente ed il secondo è l'allargamento della partecipazione, che è una condizione sine qua non per favorire una maggiore democrazia nelle forze politiche.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Alla ripresa dei nostri lavori, dobbiamo quindi discutere se sia giusto che una percentuale degli organi collegiali di un partito non sia determinata attraverso la democrazia nella forma che noi conosciamo, cioè quella che seleziona le persone tendenzialmente migliori mediante un giudizio di ciascuno di coloro che ha il diritto di selezionare, quindi tendenzialmente una platea vasta, a seconda dei diversi livelli di radicamento territoriale: in un circolo di partito per esempio tutti gli iscritti, in una dimensione più ampia sempre tutti gli iscritti o, come fa il Partito Democratico, addirittura tutti gli elettori che si registrano in una lista di elettori, sia per il proprio segretario nazionale sia per la propria assemblea nazionale sia per i propri segretari regionali sia per l'Assemblea regionale.
  Qui invece si dice: non scelgono più gli elettori con l'esercizio di una libera volontà – segnalo una piccola contraddizione, onorevole Marcon: quella libertà che lei prima voleva far esercitare con un meccanismo di voto segreto – bensì con il sorteggio: una quota di queste persone verrebbe eletta attraverso un meccanismo che eccepisce totalmente il meccanismo del mandato che deriva dalla platea, dalla base diremmo con un linguaggio politologico classico, dei partiti.
  È un pensiero bizzarro ? Mi sembra di sì, se riferito ai partiti. Sappiamo che nella democrazia ateniese c'erano due modalità di elezione delle cariche pubbliche ed una di queste era anche per sorteggio, ma le cariche per sorteggio non erano quelle più importanti.
  Ma qui non stiamo parlando di un'istituzione pubblica e non stiamo parlando nemmeno di una giuria o di un sistema per selezionare, con un meccanismo – diciamo così – di neutralità o di casualità, la verifica dei requisiti di un appalto pubblico, come è stato ricordato; qui stiamo parlando del sistema che la Costituzione prevede affinché i cittadini liberamente si associno per determinare la politica nazionale. Quindi, siccome stiamo parlando di tante parti della democrazia, dell'esercizio del pluralismo democratico, non ha senso – e questa è la motivazione per cui, onorevole Marcon, ci sembra che la sua proposta non sia da accogliere – immaginare che un pezzo degli organi dirigenti di questi partiti che possono liberamente determinarlo siano espressi attraverso un criterio di selezione casuale. Lasciamo che siano invece le intelligenze collettive, lasciamo che siano i giudizi sulle proposte, le capacità organizzative, la capacità di comunicazione e di persuasione, che si esprimono nelle forme più libere possibili a selezionare i gruppi dirigenti. Ecco, direi che la casualità è uno dei sistemi che poteva andare bene forse in un circolo ristretto di democrazia diretta, quella ateniese (ma solo per alcune cariche limitate), ma sappiamo che, dietro quel sistema, non c'era la libertà dei moderni, ma c'era una libertà che escludeva tante persone: gli schiavi e tutti quelli che non abitavano nella polis. Preferiamo un sistema diverso, forse più tradizionale, ma quello dove la libertà di scelta si esercita con l'intelligenza, la volontà e la determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 2.51, con pareri tutti contrari, eccetto il parere favorevole del relatore di minoranza Quaranta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 41

  Archi, Saltamartini, Vacca, Latronico, Micillo, Colaninno, Nicchi, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Sannicandro, Sibilia, Binetti, Tinagli, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  362   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no   328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 2.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Toninelli e il parere favorevole del relatore di minoranza Quaranta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie. Signor Presidente, per annunciare il mio voto contrario a questo emendamento e non nella parte relativa alle quote, su cui legittimamente si può ritenere che servano le quote per colmare uno squilibrio a favore delle donne, oppure altrettanto legittimamente, come io penso, no alle quote a favore delle donne perché abbiamo bisogno di un criterio di meritocrazia. Ma su questo entrambe le tesi sono naturalmente legittime. Quello che mi ha colpito e davvero mi ha molto stupito non positivamente è la parte finale dell'emendamento in cui si chiede che i partiti politici destinino un decimo dei soldi che ricevono – e non sono pochi come sappiamo – per organizzare corsi di formazione per le donne. Ora, voi immaginatevi la scena di Margaret Thatcher che deve partecipare a un corso di formazione per candidarsi. Sarebbe una scena abbastanza comica. Ma mi appello al centrodestra liberale: abbiamo per anni attaccato la formazione come festa dei formatori, con società farlocche regionali, anche nel settore del lavoro e vogliamo importare questo nella politica, con società farlocche che organizzeranno due ore, tre ore, quattro ore di corso per, tra virgolette, «formare delle candidate». Io credo che questo sia offensivo per le donne e anche offensivo per la politica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.4, con pareri tutti contrari, eccetto il parere favorevole del relatore di minoranza Quaranta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Tidei, Lauricella, Ruocco, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione. Minnucci, mi scusi, ma l'ho vista in ritardo.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  347   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   17    
    Hanno votato no   330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Toninelli e il parere favorevole del relatore di minoranza Quaranta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Piepoli, Leva, Bonomo, Giachetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  349   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  20    
    Hanno votato no   329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 42

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 2.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie signor Presidente. In questo emendamento viene riprodotta quella che è una percentuale, del 40 per cento, per quanto riguarda l'equilibrio di genere, cioè la rappresentanza all'interno delle istituzioni e della vita politica e nelle cariche appunto pubbliche elettive. Viene riprodotta quella che è una risoluzione assunta, sia dal Parlamento europeo, che dal Consiglio d'Europa. Diversamente da quello che ha detto in precedenza il collega Capezzone, questo avviene all'interno di organismi internazionali che tutelano i diritti umani in tutte le loro forme. Sono istituzioni internazionali che cercano di dar vita ad una pari rappresentanza di donne e uomini alla vita politica perché l'equilibrio di genere non è nient'altro che appunto questo, ossia una rappresentanza paritaria, proporzionata e definita nella quota del 40 per cento dall'Unione europea e dal Consiglio d'Europa; rappresentanza di donne e di uomini alla vita non solo politica, ma alla vita sociale e alla vita economica del proprio Paese. Le organizzazioni internazionali hanno proprio messo in luce come il sistema delle quote, che è adottato da moltissimi Paesi all'interno, non solo dell'Unione europea e del Consiglio d'Europa, ma di tutto il panorama internazionale, sia l'unico strumento effettivo non solo per permettere la partecipazione equilibrata di donne e uomini alla vita politica, che è la base – lo dice la Commissione di Venezia – di ogni democrazia. Laddove non c’è una piena rappresentanza di donne e uomini, la Commissione di Venezia evidenzia che non si può parlare di una piena attuazione del processo democratico e delle democrazie. Detta questa cosa, le quote sono uno strumento per dar vita alla piena rappresentanza di donne e uomini e uno strumento per fare emergere quei talenti di donne e uomini, quei meriti di donne e uomini, che, ahimè, spesso in quelle che sono le scelte dei partiti non riescono ad emergere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  390   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no   340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 2.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Toninelli e il parere favorevole del relatore di minoranza Quaranta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Greco, Vico, Franco Bordo, Vazio, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  375   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no   340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  L'emendamento Nardi 2.67 è stato ritirato.Pag. 43
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Attorre 2.52, con il parere contrario della Commissione, del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Vico, Borghi, Caso, Carloni, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  390   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no   356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prodani 2.69.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Per me questo risulta essere un punto assolutamente dirimente rispetto a questo testo unico. Il tema è che l'utilizzo del simbolo a mio avviso diventa un atto discriminatorio, spesso e volentieri, che prescinda da un abuso della proprietà del simbolo stesso. Io credo che – e su questo siamo tutti d'accordo – il nostro faro sia in questo contesto il codice civile (lo ribadisce anche il testo come modificato dagli emendamenti approvati in Commissione) però sono assolutamente contraria a mettere un inciso, come la seconda parte introdotta: «salva diversa disposizione dello Statuto e dell'Accordo associativo» perché questo rende vano tutto quello che è scritto nella parte inferiore, ovvero che il partito e il movimento ha l'esclusiva titolarità della denominazione del simbolo di cui fa uso.
   Io credo che, se in questo testo di legge vogliamo davvero parlare della garanzia e dell'effettività del diritto politico che ciascuno di noi deve avere all'interno di un partito o di un movimento, non si può prescindere dall'uso di un simbolo che deve essere di proprietà del partito o del movimento e non di esclusiva proprietà di una persona che può fare il bello e il cattivo tempo. C’è il codice civile che disciplina il caso di abuso...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARA MUCCI. Quindi siamo comunque tutelati da quel punto di vista, ma io sono assolutamente contraria ad aggiungere il fatto che deve essere disciplinato diversamente, che può essere disciplinato diversamente dallo statuto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prodani 2.69, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Taricco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  403   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   37    
    Hanno votato no   366.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 2.56.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Parliamo dell'emendamento 2.56 a mia firma. Praticamente nell'articolato si fa riferimento all'uso Pag. 44del simbolo, alla possibilità di modifica-concessione che è di competenza dell'assemblea degli associati o iscritti al comma 5, lettera b). Ci sono ovviamente dei partiti che hanno altre modalità di utilizzo del simbolo e ci sono praticamente degli organi statutari eletti dall'assemblea, che hanno già il compito statutario di decidere l'utilizzo del simbolo, quindi non è che per l'utilizzo del simbolo occorre riunire tutte le elezioni l'assemblea nazionale del partito per l'utilizzo del simbolo.
  Non è che per l'utilizzo del simbolo dobbiamo riunire in tutte le elezioni l'assemblea nazionale del partito per l'utilizzo del simbolo. Quindi, direi di modificare questa parte e di delegare l'organo chiaramente preposto a tale potere, che è chiaro che è un organo eletto dall'Assemblea, altrimenti davvero anche per voi penso che, se tutte le volte che deciderete se modificare o meno il simbolo, dovete riunire un'assemblea nazionale, diventi molto complicato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Questo emendamento va a precisare una cosa che già l'articolato prevede, perché, quando si dice nell'articolato che ogni modifica a ogni atto di disposizione di concessioni in uso della denominazione e del simbolo è di competenza dell'assemblea degli associati o iscritti, ovviamente si va a dire quello che diceva il collega Simonetti, ossia che se l'assemblea delega degli organi competenti eletti dall'assemblea a dare in concessione il simbolo o a fare delle piccole modifiche ciò è già scritto nella legge.
  È ovvio che, se passa l'emendamento Simonetti 2.56, si va a chiarire meglio questo concetto. Dunque, anche se già la legge lo prevede, di sicuro questo emendamento va a chiarire in modo più univoco e meno conforme o interpretabile la norma.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Credo che ci sia un malinteso, o un mal letto, nel senso che adesso la normativa dice: salvo diversa disposizione dello statuto (quindi se lo statuto non dice nulla), il simbolo si gestisce così. Se lei nell'emendamento dice: se lo statuto non dice nulla, si fa quello che dice lo statuto, entriamo un po’ in corto circuito.
  Io consiglierei il ritiro di questo emendamento, perché insiste su un punto il quale serve a regolamentare l'utilizzo del simbolo, laddove lo statuto non ci sia e non lo preveda. Il rimando allo statuto è ovviamente un corto circuito della normativa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 2.56, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Latronico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  331   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no   315.

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. Prendo la parola a nome del gruppo Pag. 45Democrazia Solidale – Centro Democratico per motivare il senso del nostro sistematico astenerci su questa disciplina e su questi due articoli. Mi pare giusto farlo perché altri si sono astenuti, ma noi sappiamo che le nostre ragioni sono profondamente forse incompatibili con le ragioni degli altri.
  Vorrei dire con molta franchezza – e mi scuso se è una deformazione professionale – che da un paio di anni c’è in Europa un dibattito tra i giuristi, e in particolare tra i costituzionalisti, sul ricorso alla volontà del legislatore come criterio ermeneutico nell'interpretazione delle regole e delle leggi e io mi sono interrogato su cosa significherà – cosa che noi abbiamo nell'articolo 12 delle preleggi, quando parliamo di intenzione del legislatore – lo scandaglio che sarà fatto dei lavori preparatori di questa legge da parte dell'interprete.
  Devo dire che ne sono un po’ sconcertato per un motivo molto semplice – e qui sono le ragioni della nostra astensione –, perché si sono riprodotti due piani che non comunicano. Da una parte – e mi pare che il dibattito qui lo abbia rivelato su questi due primi articoli – la voglia di mettere finalmente in discussione il senso di un arricchimento della democrazia politica in relazione al fondamentale strumento dei partiti; e dall'altra, invece, la consapevolezza che forse questo è un tema molto più grande di noi, che richiede ben altra forza e, quindi, in un certo qual modo abbiamo abbassato l'ambizione e io oserei dire che, quindi, abbiamo anche ridotto tutto questo ad una velleità.
  Noi sappiamo che c’è un tema di fondo che in Europa oggi stringe gli Stati e la politica ed è la crisi della democrazia rappresentativa. Di tutto questo non abbiamo avuto la possibilità di discutere, ma è questo il tema intorno al quale organizzare il futuro dell'esperienza democratica perché non sia una parabola che dal passato ci riporta al passato.
  Qui ci sono dei nodi che non sono stati sciolti e si dissimulano i nodi fingendo che nella continuità vengano inevitabilmente sciolti, ma non è così e, d'altro canto, sappiamo bene che questi nodi, che sono in fondo il dato della militanza, il dato del reggere la democrazia e rianimarla attraverso lo strumento della partecipazione politica e dei partiti, non possono essere elusi. Oserei dire che, in un certo qual modo, è un'occasione mancata e questo è un vero peccato perché ne pagheremo tutti le conseguenze, a prescindere da quello che può essere il calcolo momentaneo.
  In un certo qual modo i classici dicevano: desinit in piscem. Noi, molto più di modestamente, diciamo: credevamo che era l'amore, invece era un calesse (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non riesce a votare ? Nessuno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  298   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato  255    
    Hanno votato no   43.

  (La deputata Malpezzi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole mentre la deputata Mucci ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. La Commissione invita al ritiro degli articoli aggiuntivi Pag. 46Quaranta 2.02, Zaccagnini 2.03 e Marco Meloni 2.050, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza, collega Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere contrario sugli articoli aggiuntivi Quaranta 2.02, Zaccagnini 2.03 e Marco Meloni 2.050.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore di minoranza, collega Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Quaranta 2.02 e Zaccagnini 2.03 e parere contrario sull'articolo aggiuntivo Marco Meloni 2.050.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Quaranta 2.02.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente. Noi avevamo preso questa discussione sul serio e pensavamo che, quando il Partito Democratico aveva proposto una legge che doveva normare o attuare l'articolo 49, si volesse davvero affrontare il problema. E qual è il problema ? Che oggi, a differenza del 1948, non ci sono più gli stessi partiti ed è mutato profondamente il contesto in cui si muove la politica nel nostro Paese.
  Qual è l'esigenza che ha spinto e ci spinge a ragionare del tema dell'autoriforma della politica e dei partiti ? È il fatto che sempre meno persone partecipano attivamente alla vita democratica attraverso lo strumento del partito ed è la grande disillusione ormai che porta a un'astensione fortissima nella partecipazione alle elezioni da parte di molti cittadini italiani.
  Naturalmente, la crisi della politica non è una crisi solo legata alla regolamentazione delle forze politiche, ma è una crisi di contesto.
  È mutato il mondo intorno a noi e i livelli di sovranità non sono più quelli che erano un tempo, quando è stata concepita la Carta costituzionale. Pensiamo solo al ruolo dell'Europa, ai poteri che sono stati ceduti a quel livello istituzionale e che non sono democraticamente controllati dai cittadini o pensiamo anche al contesto sociale ed economico che è mutato e quei partiti concepiti nel 1948 erano legati a quel contesto.
  Oggi tutto è molto più frammentato ed è molto più difficile dare una rappresentanza ai cittadini italiani, così come lo stesso tipo di crisi la riscontriamo nel contesto europeo.
  E, tuttavia, detto tutto questo, cioè che ci sono anche ragioni storiche che andrebbero analizzate, un primo passo fondamentale era dare un segnale non solo di trasparenza, perché – badate bene – i nostri cittadini sanno già come sono i partiti italiani e non abbiamo bisogno di dimostrare ulteriormente quanto sono inadeguati al ruolo che dovrebbero svolgere. Qui si trattava di mettere alcune regole minime – minime ! – che consentissero la partecipazione e l'attuazione dei diritti politici dei cittadini italiani, anche perché la nostra Carta costituzionale non è che prevede la partecipazione dei cittadini intesa come voto una volta ogni cinque anni e finisce lì. La nostra Carta costituzionale prevede la partecipazione attiva e quotidiana dei cittadini, per applicare fino in fondo quelli che sono i principi della prima parte della Carta costituzionale.
  Allora, noi abbiamo provato a porre, molto semplicemente, tre questioni: democrazia interna, che vuol dire diritti minimi degli iscritti e selezione delle candidature. Qui diciamo che le forze politiche sono Pag. 47libere di scegliere le loro modalità, ma queste devono essere chiare, esplicite e controllabili.
  Il secondo tema è il tema delle incompatibilità. Ricordavo stamattina come un tale Enrico Berlinguer fin dal 1981 – intervista a la Repubblica – disse: «I partiti stanno occupando le istituzioni». Noi crediamo che chi ha cariche di partito non possa avere anche cariche di Governo, perché altrimenti questa occupazione è esplicita e neanche più celata.
  In terzo luogo, infine, c’è il tema del finanziamento della politica. Abbiamo fatto delle leggi in questi ultimi mesi e anni – e dal mio punto di vista sbagliate – contro il finanziamento pubblico della politica. Io ero contrario a quel tipo di finanziamento pubblico e non ad un finanziamento che in maniera virtuosa avesse dato servizi uguali per tutti, anziché elargizioni i cui controlli poi erano assolutamente farraginosi. E, tuttavia, anche in questo il limite al finanziamento privato forse andrebbe circoscritto meglio, perché, ad esempio, uno stesso finanziatore può finanziare anche 3, 4 o 5 partiti diversi. È una manifestazione di idealità – diciamo – il fatto finanziare destra, sinistra e centro ? Perché le persone giuridiche devono poter finanziare, anziché le persone fisiche, i partiti politici ? E ancora: non potremo mettere dei limiti, come quelli europei, rispetto al finanziamento privato ?
  Su tutte queste questioni noi avevamo preso questa discussione sul serio e con questo emendamento avevamo provato a riassumere i punti fondamentali. Vedo che in questa discussione non vi è nulla di tutto ciò e vedo che questa discussione avviene nella sostanziale solidarietà tra le principali forze politiche, che non si disturbano.
  Vorrei che gli amici e compagni del Partito Democratico notassero come su un tema che dovrebbe essere la riforma dei partiti non c’è un intervento del MoVimento 5 Stelle. Questo vi fa sospettare qualcosa oppure no, visto che, un giorno sì e un giorno no, criticate l'organizzazione interna del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ?
  Quindi, mi pare che sia un'occasione persa. Si faceva più bella figura a non affrontare questo tema e a non far credere ai cittadini italiani che la politica si sta autoriformando (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Deve essere chiaro a tutti, colleghi, che questo provvedimento non sostituisce la politica e non possiamo chiedere, anche se magari crediamo – e sono sempre in meno a crederci – in una «funzione promozionale» del diritto, che quello che scriviamo qui ci salvi dal fare, nella democrazia che sta fuori dalle Aule parlamentari, per intero il nostro dovere. È un dovere fatto di esempi, fatto di prassi, fatto di correttezza, di onestà, di trasparenza, di iniziativa politica, di spiegare le cose che facciamo ai cittadini. Non si risolve la crisi dei partiti con questa legge. Non siamo qui insomma – lo vorrei dire al collega Quaranta – a riproporre quello che un padre del pensiero a cui Tu ancora aderisci chiamava «cretinismo parlamentare». Non succede tutto qui, non si esaurisce qui la democrazia. Però, non è che succede tutto fuori da qui. Infatti, sono settant'anni che discutiamo se l'espressione «con metodo democratico», contenuta nell'articolo 49 della Costituzione, debba applicarsi solo quando ci cimentiamo nelle elezioni, per dare la rappresentanza istituzionale nella democrazia italiana, fuori dai partiti, o – invece – questa espressione debba essere applicata anche nella vita interna dei partiti. Io penso che leggendo insieme la legge che ha abolito il finanziamento diretto dei partiti e questa legge, perché si compenetrano l'una con l'altra, noi abbiamo fatto uno sforzo per passare da quella tesi che settant'anni fa disse che non si parla di democrazia interna ai partiti a un'altra Pag. 48tesi, più esigente, quella che dice che nel nostro Paese i cittadini hanno diritto ad avere partiti che adottino l'esercizio democratico quale regola della loro vita interna.
  Mi dispiace che il Centro Democratico si eserciti in quello che a sinistra veniva chiamato «benaltrismo». Abbiamo fatto un tentativo di elaborazione legislativa e questo tentativo non è che sia così cattivo, così riuscito male. L'articolo che abbiamo votato pochi minuti fa, per esempio, pone un tema che riguarda l'organizzazione dei partiti in modo anche abbastanza intenso rispetto alla vita dei partiti stessi: riguarda il finanziamento.
  Ho visto che la Lega aveva proposto di abolire una parte della norma. È passato sotto silenzio il vostro tentativo, ma non sotto la nostra disattenzione, cari amici della Lega. Volevate abolire, con un tratto di penna, il principio per cui i partiti dovevano spiegare quanti dei soldi che si prendono a Roma vanno nelle strutture periferiche dei partiti, cioè il federalismo del finanziamento interno. Proprio voi ! Ma lo avete detto a Salvini che, invece, volevate eliminare questa parte ? Bene, invece noi l'abbiamo mantenuta scritta. È un compromesso al ribasso ? No, è il tentativo, dopo tanto tempo, di dare attuazione alla nostra Costituzione. È un piccolo passo per noi, ma un grande passo per la democrazia di oggi e di quella che verrà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Perché un dibattito così poco vivace su un tema così scottante ? Forse perché si è riacquisito parte del senno perduto. Noi siamo stati artefici, con quella disgraziata legge sulla fine del finanziamento pubblico dei partiti, anche del tentativo di mettere le mani sui partiti stessi. Vi ricorderete che ce n'era una parte che amministrava e gestiva tutto questo, poi rimasta sospesa. Oggi siamo ritornati su quella parte e siamo andati con la mano leggera, collega Sanna, perché qui più ci si mette le mani e peggio è.
  Guardate, è un falso culturale sostenere che una legge, anche di rango costituzionale, completa l'articolo 49. L'articolo 49 è completo così com’è, non c’è da completare niente o, meglio, non ci sarebbe da completare niente. I costituenti avevano sviscerato tutto il discorso su come dovevano essere i partiti, che forma dovevano avere ed erano arrivati a dire «i partiti». Altrimenti, ognuno, nello specifico, invece di aumentare la democrazia, la diminuisce, invece di fare la libertà di associazione, la impedisce, invece di fare un'organizzazione libera, che liberamente cerca il consenso, ne fa una coatta, una sorta di PNF o di Partito comunista sovietico, con lo stesso statuto per tutti. Questo non va bene, non va assolutamente bene.
  Una cosa poteva essere fatta, una sola, ma non è stata fatta. Dire, cioè, che coloro che concorrono alla politica democratica del proprio Paese, i partiti, enti costituzionali, contano quanto una bocciofila o quanto il circolo del tennis non va bene. Almeno la personalità giuridica, con tutte le conseguenze e responsabilità di carattere finanziario, si poteva dare ai partiti. Si lasciava il finanziamento pubblico, naturalmente ragionevole, si vietava ogni finanziamento privato tranne il tesseramento e si dava la personalità giuridica. Allora, bastava quell'articolo 49, senza tanti balletti intorno, fatti soltanto per blandire l'opinione pubblica e per obbedire a ordini superiori, che vogliono la fine dei partiti e del sistema democratico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Oggi, in quest'Aula, si è sentito parlare, più di una volta, di inciucio – se n’è parlato anche sui giornali – tra il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle. Quelli che oggi affermano che in Pag. 49questo provvedimento ci possa essere un inciucio, probabilmente, dimenticano cos’è accaduto in occasione di questa proposta di legge. Io mi prendo due minuti semplicemente per spiegarlo.
  Questa proposta di legge nasce per attuare l'articolo 49 della Costituzione. Per il MoVimento 5 Stelle l'articolo 49 della Costituzione, che vede i cittadini come protagonisti della vita politica nazionale, cioè coloro che, associandosi liberamente, con metodo democratico, concorrono alla formazione della politica nazionale, è un articolo tecnicamente autoapplicativo, che inizia e finisce. Non ci deve essere nessun tipo di attuazione.
  La prima proposta su cui la Commissione, alcuni mesi fa, iniziò a lavorare è la proposta del Partito Democratico, a prima firma del vicesegretario Guerini e firmata dal presidente Orfini, che ribaltava completamente, violandolo, l'articolo 49. Io ricordo perfettamente le audizioni all'interno dalla Commissione, in cui uno dei più alti giuristi italiani viventi ha definito evidentemente e sicuramente incostituzionale questo provvedimento e quasi tutti gli altri esperti auditi l'hanno confermato. Che cos’è che voleva fare il Partito Democratico ? Voleva obbligare che tutti i cittadini, associandosi, dovessero rispettare uno statuto pieno zeppo di prescrizioni, tali da rendere questa associazione libera di cittadini una vera e propria azienda, cioè non avrebbe permesso più ai cittadini di fare politica, ma lo avrebbe permesso solo ai partiti strutturati come il Partito Democratico.
  Il MoVimento 5 Stelle si è opposto ed alcuni emendamenti sono stati anche strumentalizzati. Noi volevamo ristabilire il principio dell'articolo 49. Grazie anche agli esperti auditi, che hanno fatto cambiare idea a chi la stava proponendo, questa iniziativa è venuta meno. Si è provato ancora, però, dopo il testo unificato, a fare entrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta, ribaltando e sostituendo, in questo articolo 2, i cittadini con i partiti: non più i cittadini favoriscono i partiti, per partecipare, con metodo democratico, alla vita politica nazionale, ma i partiti favoriscono i cittadini. Si ribaltava, cioè, il senso dell'articolo 49.
  Ovviamente, siamo stati attaccati sulla stampa. Peccato che l'emendamento, alla fine, nei principi generali sia passato. Quindi, chi oggi parla di inciucio deve essere chiaro e intellettualmente onesto e dire che oggi questo provvedimento è importante per ciò che non porta in sé. Infatti, non porta più quella chiusura democratica alla partecipazione alla vita politica, perché stiamo parlando del cuore della democrazia e per il MoVimento 5 Stelle il cuore della democrazia va lasciato libero e non bisogna essere un'azienda per fare politica.
  Quindi, il profilo basso e la nostra accettazione di un provvedimento, che è acqua fresca, è perché, fortunatamente, in quest'Aula non sta arrivando un provvedimento che non permette più ai cittadini di essere protagonisti dalla vita politica e non li sostituisce con i partiti.
  C’è una cosa che, però, conta, Presidente, e poi concludo: sono i soldi. Noi comprendiamo perfettamente che oggi sappiamo chi sei in base a chi ti finanzia e questo provvedimento ha recepito una parte della proposta di legge del MoVimento 5 Stelle, quella della trasparenza nelle donazioni liberali ai partiti da parte di privati e di società. Non è stato fatto come volevamo noi, per i finanziamenti da 0 a 100 mila euro. Anzi, noi dicevamo da 0 a 18 mila euro. È stato fatto da 15 a 100 mila euro. Ma soprattutto non lo si sta facendo sulla cassaforte dei partiti – ne parleremo all'articolo 6 –, che sono le fondazioni politiche. Ci ricordiamo perfettamente, Presidente, che esattamente un mese fa si è svolto un question time rivolto al Presidente del Consiglio al quale abbiamo chiesto una cosa chiara e semplice: chi vi finanzia ?
  Quali sono i donatori delle vostre fondazioni ? La risposta è stata: scriviamo insieme una legge trasparente che disciplini la trasparenza nelle donazioni ai partiti. Ok, abbassiamo i toni, quando arriveremo agli emendamenti ne riparleremo.

Pag. 50

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo sentito una serie di interventi un po’ estremi in varie direzioni. L'ultimo dell'onorevole Toninelli sembra dire che l'articolo 49 vieta un intervento di attuazione, un intervento sui partiti. In realtà il dibattito sull'articolo 49 è stato diverso: è stato se dovesse essere prescritto il principio di come regolamentare i partiti nella Costituzione che è una questione po’ diversa. Gli stessi auditi ci hanno detto che interventi sui partiti sono possibili nel nostro sistema. Ci hanno detto tuttavia – arrivo a quello che diceva poco fa il collega Piepoli – che gli interventi che vanno a regolamentare in maniera eccessiva la libertà di associazione – torno anche su quanto diceva prima l'onorevole Quaranta – sarebbero invece probabilmente in contrasto coi principi costituzionali e così l'imposizione della personalità giuridica, tema che fu dibattuto e sul quale si concluse che non dovesse essere inserita. Per cui capisco la posizione dell'onorevole Bianconi ma, in realtà, quel tipo di intervento probabilmente richiederebbe un intervento sullo stesso articolo 49 per l'impostazione che fu data a quel momento ai lavori parlamentari. La realtà è che dire che non si fa nulla con questo provvedimento non è vero, perché i richiami contenuti in esso alla disciplina sulle associazioni, alla disciplina sul simbolo, il fatto che si chiarisca quali norme si applicano quando lo statuto non chiarisce determinati profili, porta chiarezza su temi che sono stati oggetto anche di contenziosi specifici. Dire che la situazione sul simbolo era chiara è chiaramente falso: ci sono stati contenziosi spaventosi su questo tema. Dire che sia chiaro chi decide all'interno di un partito se espellere un parlamentare o un iscritto del partito mi pare anche qui abbastanza particolare in un momento come questo e l'onorevole Toninelli ha detto che si tratta di «acqua fresca». Io non credo che siano acqua fresca disposizioni che chiariscono una volta per tutte come saranno regolati quei partiti, incluso il MoVimento 5 Stelle, nei quali si ha una grande difficoltà a capire chi decide cosa. Infatti il dato reale oggi è che ci sono alcune organizzazioni partitiche delle quali non si capisce il funzionamento. Domani, se non si capirà il funzionamento, se non ci saranno regole chiare, varrà il principio assembleare che vuol dire tutti gli iscritti, liberi di decidere un'altra cosa ma non liberi di fare iscrivere delle persone a un partito e di non dire loro chi decide determinate cose.
  Arrivando alla contestazione avanzata prima dall'onorevole Quaranta, vorrei ricordare che oggi quasi tutti i partiti, escluso credo il MoVimento Cinque Stelle, sono iscritti al registro dei partiti e rispettano e hanno depositato statuti che sono dettagliati esattamente come richiesto negli emendamenti che sono stati presentati. Hanno statuti che regolano la partecipazione, le minoranze, la parità di genere, le cariche, la ripartizione dei soldi con le articolazioni territoriali: a me non sembra che il tema della partecipazione dei cittadini e dell'allontanamento dalla politica di questi anni sia stato risolto dal decreto-legge n. 149 portato avanti dal Governo Letta semplicemente perché non basta scrivere regole sui partiti, non basta prevedere dei bei principi perché la realtà è che l'allontanamento dipende molto di più, se non esclusivamente, dal comportamento della politica che da come vengono regolati i partiti al loro interno. Lo dimostra il fatto che c'era una grandissima partecipazione democratica in passato con partiti che avevano una regolamentazione molto meno precisa in molti casi di quella che hanno oggi per effetto del decreto-legge n. 149. Pertanto credo che il provvedimento, in particolare le disposizioni dell'articolo 2 che chiariscono le regole applicabili combinate, dall'altra parte, con le regole di trasparenza porteranno a un risultato importante cioè far sì che i cittadini, quando aderiscono a un partito politico, sappiano sempre quali regole si Pag. 51applicano, nella libertà di stabilire queste regole nel rispetto dell'articolo 18 della Costituzione e della libertà di associazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, Toninelli dice che il MoVimento 5 Stelle vuole mantenere l'articolo 49, i cittadini si riuniscono con metodo democratico per concorrere: ma quale metodo, Toninelli ? Presidente, quali regole ? Le regole che applicate a seconda di chi dovete espellere o fare terra bruciata attorno ? Il MoVimento 5 Stelle non vuole essere un'azienda ? Ma voi siete un'azienda: innovativa di certo, che usa il web e non più la tv. È falso che siete onesti intellettualmente: riconoscete che avete un proprietario, riconoscete come avete applicato le espulsioni, che avete organismi calati dall'alto, nessun congresso in vista. Questa è onestà intellettuale: siete un'azienda libera di sostituire la comunicazione alla politica in una nuova fase della politica italiana. Siete complici della degenerazione dei partiti e dell'astensionismo, del finanziamento privato, dell'Italicum. Siete i maggiori complici di una trasformazione post-democratica per non cercare convergenze e mediazioni. Toninelli, voi parlate dopo perché ora avete vergogna a dire ciò che siete diventati: politicanti da Vanity Fair.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Quaranta del suo sforzo di redigere questa proposta emendativa. Devo dire che il dibattito su questo punto è stato abbastanza sfumato perché la decisione mi è sembrata andare in tutt'altra direzione: abbiamo visto come si è svolta fino adesso. Credo che sul tema della trasparenza, sul tema dei finanziamenti alla politica si sia fatto effettivamente un passo avanti ma penso che sull'organizzazione siano rimasti intenti sulla carta: intenti sì di trasparenza ma che non vanno a normare quello che dovrebbe essere il metodo democratico che, a mio avviso, è un punto assolutamente importante perché da questo dipende anche la qualità della linea politica che nasce da un partito ma soprattutto da questo dipende il diritto politico di ciascuno di noi. Panebianco nel 1982 diceva che il partito è un'organizzazione dotata di una sua vita autonoma al di là delle volontà soggettive dei componenti. Vorrei che oggi, nel 2016, non fosse così. Schlesinger nel 1994 – concludo – definiva il partito come creazione dei politici e della loro ambizione. Vorrei invece fare un passo avanti contrario a questa direzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Quaranta 2.02.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casati... Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  374   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no   339.

  (Il deputato Sberna ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Zaccagnini 2.03.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie. Dopo le pietose dichiarazioni del MoVimento 5 Stelle, rimane un dialogo quanto meno con i relatori e con la maggioranza riguardo Pag. 52alla problematicità della questione. Nel dibattito sono state respinte alcune proposte di innovazione che vanno nella direzione di responsabilizzare maggiormente i partiti attribuendo agli organismi più importanti la necessità di essere appunto eletti, quindi l'attribuzione di una indipendenza maggiore e di una terzietà ricercata attraverso la competizione interna al partito stesso per le cariche dei vari organismi che, come prevede la proposta emendativa da me presentata, non vengono più individuati attraverso una relazione fiduciaria con l'indicazione esclusiva da parte del segretario ma attraverso una competizione e un'elezione interna.
  È chiaro che io rimango abbastanza stupito del fatto che, se si sono volute decostruire le argomentazioni per cui non si doveva andare nello specifico a regolamentare, considerazioni con cui concordo, non si sia neanche voluto accennare, nella discussione, al principio della separazione dei poteri all'interno dei partiti. Ora è stato detto appunto che c’è stato un abbassamento dell'ambizione e la legge si è trasformata in altro, non affronta la crisi della democrazia rappresentativa e dell'astensionismo in modo efficace e soprattutto ha difficoltà; è questa la nota che rimane e che vorrei rimarcare: c’è una difficoltà, da parte dei relatori e di alcuni esponenti, ad affrontare il parallelo fra la separazione dei poteri nello Stato e quindi il meccanismo democratico delle istituzioni attuali e la possibile innovazione di introdurre questo principio di separazione dei poteri all'interno dei partiti.
  Credo che il fatto di non aver affrontato questo passaggio denota una volontà indiretta di legittimare l'attuale impianto esistente e di fare un minimo passo in avanti, che sia attraverso appunto la dichiarazione di trasparenza che promuove un meccanismo virtuoso, ma che è scarsamente efficace in particolare nei confronti del MoVimento 5 Stelle o di formazioni che potrebbero essere analoghe, che hanno delle non-regole.
  È tutto vero, tra l'altro, credo quello che ha detto il deputato Iannuzzi, cioè che questa proposta di legge va indirettamente a legittimare la problematicità del Movimento 5 Stelle. Dal punto di vista credo nostro è preoccupante, perché comunque ci sarà chi giustamente continuerà a denunciare l'antidemocraticità di alcune formazioni politiche; è vera questa antidemocraticità, ma è vero anche che oggi ci si rende complici di questa legittimandola, non andando ad incidere veramente. Questo sinceramente rammarica, è un peccato, perché si era partiti da una proposta, come quella di Guerini, che tendeva efficacemente a stroncare gli invertebrati democratici del MoVimento 5 Stelle.
  Ora è chiaro che la tutela delle minoranze, come ho già accennato in un precedente intervento, è quella che garantisce la democrazia, nel momento in cui la democrazia è la tutela della minoranza, perché ovviamente altrimenti si esprime con la dittatura della maggioranza.
  Il riconoscimento di questa è il riconoscimento della democrazia stessa, per questo il MoVimento 5 Stelle non riconosce le minoranze al proprio interno e si astiene sull'articolo 2, proprio perché non ha il coraggio di guardarsi in faccia. Oggi ci troviamo quindi di fronte ad un passaggio importante o che potrebbe essere importante per rivitalizzare la crisi della democrazia rappresentativa.

  PRESIDENTE. Deve concludere Zaccagnini.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Vado a concludere: rimane il peccato, appunto il rammarico che non si sia inciso veramente, ma comunque nell'emendamento che propongo si rimanda anche ad un'eventuale Commissione che possa approfondire questi temi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie signor Presidente. Poco fa il collega Piepoli ha tenuto un intervento io credo molto importante in quest'Aula ed anche coraggioso, Pag. 53che ha chiuso dottamente citando Orazio, desinit in piscem, e se ricordo bene quel verso iniziava con mulier formosa, cioè una bella donna poi finisce a forma di pesce, come a dire che una cosa bella ed importante, ahimè, non mantiene le attese. Qui io purtroppo non vedo neanche la mulier formosa, non ne faccio una colpa al Governo o all'attuale maggioranza, ma c’è un problema di mancanza di visione che riguarda la maggioranza, le opposizioni, che riguarda tutti questi anni.
  Proviamo a fare un piccolo passo indietro; il collega Bianconi poco fa ha fatto un ricordo a mio avviso pertinente: i costituenti, nel 1946-1948, ancora sotto lo choc del Partito Nazionale Fascista, scelgono una regolamentazione libera e leggera dei partiti. Il problema è che nel cinquantennio successivo, chiamiamolo il cinquantennio della partitocrazia, i partiti sono stati però una presenza troppo pervasiva: tu hai avuto istituzioni deboli, Governi debolissimi e invece partiti che erano forti, fortissimi, invadenti, invasivi nel corpo dello Stato, semmai le istituzioni ridotte a camera di ratifica di ciò che veniva deciso dai partiti.
  Adesso lo scenario è cambiato ancora, perché tu hai che le istituzioni sono ancora deboli, perché noi non abbiamo cambiato né forma di Stato né forma di Governo. I partiti sono culturalmente debolissimi, fragilissimi, squalificati nella società; al tempo stesso però i partiti sono ancora la chiave di accesso alle istituzioni attraverso il momento delle candidature e delle campagne elettorali.
  Allora colleghi, attenzione, perché voi dovete guardare all'insieme di quello che stiamo facendo: avete fatto una riforma costituzionale e poi una legge elettorale che mantiene le istituzioni fragili così come sono, ma – e concludo, signor Presidente – che dà al primo partito un potere forte, fortissimo, che è quello poi di arrivare a definire il Quirinale e la Corte Costituzionale, con troppi pochi contrappesi. Allora l'operazione da fare – ecco la mancanza di visione – sarebbe sui tre piani: numero 1, sul piano istituzionale discutere della forma di Stato e di Governo; avete detto no; numero 2, rispetto ai partiti qualificare le opposizioni interne e consentire una vita democratica vera; numero tre: riqualificare le istituzioni dando dignità all'eletto, attraverso leggi elettorali adeguate e pertinenti. Non avendolo fatto – non lo sta facendo questa maggioranza, non lo hanno fatto neanche le maggioranze del passato, sia chiaro – tu rischi di avere – e concludo davvero, signor Presidente – un vero disastro. Ecco perché desinit in piscem ma non c’è neanche la mulier formosa: avremo ancora le istituzioni fragili, un'architettura istituzionale insoddisfacente, avrai partiti che sono ancora squalificati culturalmente ma prepotenti sul piano delle regole interne, poi non lamentiamoci se la politica è squalificata e disprezzata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Avverto che la componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie Presidente. Io non vorrei che il tema della democrazia interna fosse associato esclusivamente al MoVimento 5 Stelle, perché non è un problema che riguarda solo il MoVimento 5 Stelle o almeno io, quando ho pensato a questa norma e a come emendarla, non ho pensato esclusivamente a loro. Sicuramente ho fatto tesoro della mia esperienza, ma non ho pensato esclusivamente a loro. Non vorrei che si svalutasse altresì l'importanza dei partiti, ma vorrei invece valorizzare l'importanza della collegialità e del valore politico di ciascuno di noi. Direi che in questo caso per me è importante difenderci dall'invadenza eccessiva della corrente di turno che ha la maggioranza e concludo dicendo che la garanzia minima per me era erano gli organi di garanzia, che fossero terzi all'interno dei partiti.

Pag. 54

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Se si fosse letto il dibattito in Assemblea costituente, almeno lo stenografico, sulla discussione sull'articolo 49 della Costituzione o anche sull'articolo 47 di quello che era il progetto di Costituzione, si sarebbe avuta la spiegazione del perché questo emendamento sia totalmente assurdo. Si vorrebbe opzionare a dei burocrati nominati dal Presidente del Consiglio dei ministri dei sistemi vincolanti di garanzia, che magari possono portare una forza politica o una lista civica o un partito a non poter concorrere alle elezioni, ovvero proprio quello che, in sede di Assemblea Costituente, quando venne proposto un emendamento sia da Costantino Mortati sia da Dolce, in cui si prevedevano delle specifiche molto più influenti sulla vita interna dei partiti, fece sì che si ribellasse praticamente l'intero arco costituzionale tranne la Democrazia Cristiana. Infatti si dovrebbe capire che, nell'ottica liberaldemocratica della nostra Costituzione, noi come cittadini abbiamo una duplice libertà. Molti vedono la nostra libertà – e questo emendamento ne è la consapevolezza – come un'unica libertà, la libertà nello Stato, la classica libertà. Ma forse si dovrebbe tornare indietro, leggendosi un po’ di filosofia politica, per capire che dopo secoli si è passati da una libertà, nello Stato in questo caso, a una libertà dallo Stato o dal potere in questo caso, che può essere anche un'entità non statale, visto che ormai siamo in una fase in cui le entità statali valgono molto di meno e le entità sovrastatali valgono purtroppo molto di più. Si tratta di una libertà individuale che deve essere nella sua massima espressione libera da influenze dello Stato. È tutto questo dibattito che non viene compreso quando viene presentato questo emendamento e anche quello successivo laddove si vorrebbe porre un obbligo ad esempio di primarie istituite per legge. Io davvero invito coloro che hanno presentato questi emendamenti a rileggersi il perché il progetto Mortati venne messo da parte all'epoca e qual era il rischio poi paventato dal Partito d'Azione e dal Partito Comunista durante l'Assemblea costituente, anzi durante quei lavori dell'Assemblea costituente e capire perché questo progetto, nonché il progetto originario del Partito Democratico, non stava in piedi ed era totalmente incostituzionale in base alla norma. La norma è stata fatta attraverso un compromesso in quel modo proprio perché non necessitava di una legge, come la chiamano, applicativa, in quanto bisognava dare la libertà a un gruppo di cittadini riuniti di fare quello che volevano. Infatti, è nella piena libertà delle persone autogestirsi come meglio vogliono. E, d'altro canto, in un'epoca in cui la Costituzione dice che i partiti concorrono con metodo democratico, noi con la legge costituzionale, con la legge istituiva del Senato, togliamo addirittura quel metodo democratico dai metodi di elezione degli stessi senatori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È questa la follia: da una parte qualcuno vorrebbe obbligare una forza politica, un partito a essere gestito secondo dei criteri prestabiliti per legge e dall'altra, attraverso la modifica costituzionale, quegli stessi partiti vanno a togliere quel metodo democratico di concorrenza alle elezioni che è previsto dalla stessa Costituzione, senza un'opportuna modifica.
  E, allora, prima di fare queste proposte, sarebbe meglio leggersi la nostra storia, la nostra storia costituzionale, il dibattito nell'Assemblea costituente, nelle varie sottocommissioni e magari anche un po’ di filosofia politica per capire dove dovremmo arrivare, qual è il punto verso cui vogliamo tendere, qual è l'idea di libertà e l'idea di cittadino a cui vogliamo tendere: se quella di un cittadino che deve fare qualunque cosa lo Stato chieda o se quella di un cittadino libero all'interno delle regole statuali, ma che non possono influire in tutta la sua vita e con pervasività (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 55

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Zaccagnini 2.03, con pareri tutti contrari, tranne quello del relatore di minoranza Quaranta che è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Del Grosso, Vacca, D'Uva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  376   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   28    
    Hanno votato no   348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Marco Meloni 2.050, con pareri tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Meloni. Ne ha facoltà.

  MARCO MELONI. Grazie Presidente. Io credo che una legge sui partiti che non interviene sulla modalità di selezione dei candidati alle cariche monocratiche e nelle posizioni bloccate delle liste, per esempio con riferimento ai capilista dell'Italicum, è inevitabilmente monca, priva di anima.
  Con questo emendamento chiediamo di riconsegnare ai cittadini il potere di scegliere i candidati a sindaco, a presidente della regione e i capilista dell'Italicum; un potere che ora permane in mano ai capi dei partiti o agli elettori delle primarie per i partiti che le fanno e penso che l'unico caso sia quello del Partito Democratico. Un potere che noi vogliamo riconsegnare ai cittadini. E le primarie disciplinate per legge sono la via migliore per ottenere questo risultato e sono la via migliore per colmare il divario tra rappresentanti e rappresentati. Con riferimento all'Italicum, sono la via migliore per consegnare all'Italia un Parlamento più forte perché più libero; più forte in quanto più libero e più rappresentativo. Che le primarie siano fondamentali sta scritto nel DNA del nostro partito, il Partito Democratico, che le ha introdotte per primo in Italia e in Europa. E che sia necessario il fatto che siano pubbliche e statali lo dice la cronaca, ce lo dice l'esperienza internazionale, ce lo dicono molti studiosi, ma ce lo dice soprattutto la cronaca. E la cronaca è questa: uno strumento di partecipazione, capace di ridare credibilità alla politica e alle istituzioni sta conducendo all'esito opposto. È inutile che citi esempi, li conosciamo tutti. Le primarie danno più libertà ai parlamentari, più diritti ai cittadini.
  Per questo io chiedo che sia votato questo articolo aggiuntivo, perché ci assumiamo tutti una responsabilità. Chiedo che quest'Aula voti liberamente e lo chiedo anzitutto ai tanti colleghi che hanno sottoscritto una proposta di legge che viene riprodotta in questo articolo aggiuntivo e che è la prima tra le proposte che vengono discusse congiuntamente in questo provvedimento. Se, come mi sento di pronosticare, il voto di questa Camera sarà contrario, ovviamente ne prenderemo atto, ma andremo avanti con questa battaglia che consideriamo decisiva per rafforzare la rappresentatività del Parlamento e più in generale la nostra democrazia. È una battaglia che va condotta ora, in questo momento, perché le prossime elezioni siano fatte in maniera tale da assicurare ai cittadini di scegliere liberamente e direttamente i propri rappresentanti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Non c’è dubbio, signor Presidente, che il tema proposto da altri colleghi, ma attualmente dall'onorevole Meloni, è un tema di grandissima attualità. Noi possiamo Pag. 56fare mille leggi per regolamentare la vita interna dei partiti, la democrazia e quant'altro, ma è l'unico strumento vero per dare la possibilità agli iscritti, agli aderenti al partito X, Y o quello che sia, di scegliere i candidati. Mi riferisco in particolare al candidato Premier, ma anche agli altri candidati, ossia ai candidati presidenti di regione e ai candidati sindaci. Anche nel contesto dei sistemi bloccati, tipo l'Italicum, e nel contesto dei collegi e quant'altro, la scelta va data democraticamente nelle mani degli aderenti al partito, degli iscritti al partito, attraverso una regolamentazione vera. Questo strumento, che è uno strumento serio, nei Paesi ad alta democrazia avanzata – mi riferisco all'Inghilterra e agli Stati Uniti d'America – viene utilizzato sotto varie forme, sotto forme diverse, da diversi anni e con un funzionamento collaudato che poi alla fine determina di fatto la scelta nel contesto di chi deve poi essere candidato alla competizione vera. Davanti a una situazione del genere io penso che l'iniziativa assunta da alcuni partiti o sporadicamente da chicchessia a livello locale non passa come primarie. Dobbiamo essere chiari tra di noi: quelle non sono primarie, ma è una grande consultazione di massa, meglio di niente, spesso e ben volentieri con degenerazioni perché non è regolamentata. Cerchiamo di mettere un punto serio invece e cerchiamo di regolamentarle e di farle per bene perché sarebbe, quello sì, un passo e un avanzamento verso la democrazia e verso i cittadini e verso quello che poi è lo scopo di tutti, non certo con questa attuazione dell'articolo 49 che è una formula parziale, è un pannicello caldo e non ci risolve niente. Noi invece dovremmo risolvere alla fonte questo problema e potremmo risolverlo attraverso una strutturazione legislativa e regolamentare. D'altro canto, attenzione, pure sulla situazione Europa, dappertutto sono bloccate, ma previe primarie, ma primarie regolamentate. Pure nella regione Toscana, fino a poco fa, per quello che riguarda la competizione regionale c'era la doppia elezione, ma con legge e con regolamento di attuazione, con doppio svolgimento di elezione all'interno. Ora, se deve essere fatto, deve essere fatto in maniera seria, altrimenti rimane monca ed è sostanzialmente solo una elencazione di principi e basta, niente più.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. La ringrazio, Presidente. Mi rivolgo al collega Meloni per esprimere il mio dissenso e il parere contrario del nostro gruppo sull'emendamento che lui presenta per tre motivi. Il primo è di metodo: noi non stiamo in questa legge affrontando questo tipo di tema, ma non per il merito, sul quale mi esprimerò, del metodo proposto, che ovviamente conosco bene, essendo in quest'Aula in virtù della scelta che gli elettori del Partito Democratico di Milano hanno fatto con il metodo delle primarie...

  PRESIDENTE. Concluda, collega Fiano, perché ha già parlato il collega Meloni.

  EMANUELE FIANO. Finisco rapidissimamente. Noi abbiamo scelto un altro metodo per questa legge, abbiamo scelto di imporre delle regole di trasparenza, cioè che i cittadini conoscano i metodi di selezione delle candidature; non abbiamo imposto, anche sulla base dei pareri ascoltati nelle audizioni, di imporre il metodo di scelta delle candidature.
   Per questo, dovendo concludere rapidissimamente, chiedo al collega Meloni e agli altri firmatari di ritirare l'emendamento che è stato proposto (avrei voluto dilungarmi sui motivi, ma non posso), altrimenti inviterò il nostro gruppo a dare parere contrario sull'emendamento che è stato presentato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marco Meloni 2.050, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore Quaranta.Pag. 57
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Di Vita, Di Lello, Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  369   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no   344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zan ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario sugli emendamenti Invernizzi 3.1, Misuraca 3.14 e 3.50, D'Ambrosio 3.3, D'Attorre 3.24, Vargiu 3.18, Centemero 3.4 e Toninelli 3.5. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ferrari 3.56.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli articoli aggiuntivi sono inammissibili.
  I pareri del collega Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza Esprimo parere contrario sull'emendamento Invernizzi 3.1, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Misuraca 3.14. Esprimo parere contrario sull'emendamento Misuraca 3.50, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti D'Ambrosio 3.3 e D'Attorre 3.24. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Vargiu 3.18. Il parere è contrario sull'emendamento Centemero 3.4, mentre è favorevole sugli emendamenti Toninelli 3.5 e Ferrari 3.56.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Invernizzi 3.1, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Misuraca 3.14 e 3.50. Esprimo parere contrario sull'emendamento D'Ambrosio 3.3, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento D'Attorre 3.24.
  Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Vargiu 3.18. Il parere è favorevole sugli emendamenti Centemero 3.4 e Toninelli 3.5. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Ferrari 3.56.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 3.1, con il parere contrario dei relatori e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Grassi, Greco, De Lorenzis, Matteo Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  376   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no   360.    

Pag. 58

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Misuraca 3.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Misuraca. Ne ha facoltà.

  DORE MISURACA. Presidente, ritorno su un argomento ampiamente dibattuto in Commissione, rispetto al quale le risposte non sono state assolutamente esaustive, tant’è che ho ripresentato l'emendamento all'articolo 3. Entro in argomento. L'argomento sarà anche spinoso e desueto, un poco vintage: è il tema della forma aggregata, delle coalizioni, chiamateli accordi elettorali, liste comuni. Io credo che questa legge non affronti il tema delle liste comuni e delle coalizioni, ma non può neanche escluderle. Vi invito alla lettura dell'articolo 3, comma 1, lettera a): «I partiti o gruppi politici organizzati che intendono presentare liste di candidati nei collegi plurinominali devono contestualmente depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno con il quale dichiarano di voler distinguere le liste medesime nei singoli collegi plurinominali, nonché il proprio Statuto». Allora sottopongo all'Aula questa domanda – la valutazione l'ho già sottoposta in Commissione ai commissari e al relatore –: possiamo vietare per legge la possibilità che alcuni partiti decidano di presentarsi in forma associata e presentare una lista e noi prevedere per legge che ciò non è possibile ? La domanda è: quale statuto dovrebbe presentare la lista comune dei partiti ? Quale dichiarazione di trasparenza dovrebbe presentare la lista dei partiti ? Io capisco pure che in quest'Aula non si debba parlare – ripeto – più di coalizioni e abbiamo assegnato il premio di maggioranza alla lista, però evitare a gruppi politici e a partiti di presentarsi in forma comune con una lista unica a una competizione elettorale mi sembra francamente un po’ troppo, anche perché poi dobbiamo anche rendere omogenee le norme. La stessa legge Letta, quando istituisce il registro dei partiti e prevede alcune dichiarazioni, prevede anche che, per beneficiare di alcune provvidenze fiscali, tra i partiti politici iscritti nel registro possono beneficiare dell'agevolazione volontaria quei partiti che abbiano depositato congiuntamente il contrassegno elettorale e partecipato in forma aggregata alla competizione elettorale. Il mio emendamento rende chiarezza, perché l'emendamento prevede che nel caso di partecipazione in forma aggregata alla competizione elettorale, mediante la presentazione di liste comuni di candidati, ciascuno dei relativi partiti e non potrebbe essere diversamente perché vorrei capire secondo l'articolo 3, comma 1, lettera a), del provvedimento in esame e, allora, se abbiamo due o tre partiti rispetto alla norma in esame qual è lo statuto che va depositato ? Quello dei tre partiti che si associano e presentano una lista o quale statuto ? Lo tiriamo a sorteggio ?
  Siccome l'argomento poi è anche sanzionato, io non vorrei, come dicevo, che per norma noi volessimo evitare la presentazione di liste comuni, perché dobbiamo anche stabilire la procedura e forse i lavori parlamentari possono fare anche chiarezza perché altrimenti il Ministero dell'interno rischia di ricusare la lista comune presentata. Adesso io non voglio e non vorrei che diventasse un argomento di dibattito e di confronto dottrinale; vorrei soltanto – è l'ho posto al relatore anche in Commissione – che si possa – e concludo Presidente – fare chiarezza perché, ripeto, abbiamo dato il premio alla lista ma non possiamo evitare che alcuni partiti si associno e presentino una lista comune. Vorrei che fosse chiarito questo aspetto.

  PRESIDENTE. Grazie, collega.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Grazie, Presidente. Con molto rispetto per il collega Misuraca, a me sembra che il problema non sussista. L’incipit della lettera a) dell'articolo 3 indica qual è il soggetto dell'azione da compiersi in quella lettera, cioè i partiti o i gruppi politici che intendono Pag. 59presentare liste di candidati ai collegi plurinominali. Costoro, cioè queste liste, quindi sia nella forma singola o – aggiungo io – sia in quella aggregata, per la legge elettorale che abbiamo approvato devono presentare un proprio statuto. Dove è previsto uno statuto ? Lo statuto, come indicato dalla legge vigente, è previsto per il partito o per il gruppo politico organizzato, quindi il soggetto qui indicato – e la lettera ne indica di più di soggetti proprio perché nella precitata legge elettorale vigente potrebbero essere coniugati in liste che li accomunano – titolare di uno statuto a legge vigente è il partito, perché le liste, a legge vigente, in Italia non hanno uno statuto.
  Quindi, il soggetto indicato nell’incipit della lettera che presenterà nei collegi obbligatoriamente lo statuto, per poter presentare i candidati a causa di esclusione, sarà e saranno, nel caso che siano di più, i partiti. Sono i partiti che hanno gli statuti e, quindi, ciascuno dei partiti che eventualmente dovesse partecipare ad una lista che presenterà candidature nei collegi plurinominali presenterà – ciascuno di loro – il proprio statuto. Noi stiamo parlando di un esercizio elettorale collettivo, ma questo è in capo a dei soggetti singoli i quali, per la legge vigente, hanno la titolarità di presentazione dello statuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misuraca 3.14.
  Dichiaro aperta la votazione.

  GREGORIO FONTANA. Presidente, avevo chiesto di parlare...

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Gregorio Fontana. Ne ha facoltà.

  GREGORIO FONTANA. Presidente, su questo punto quello che ha detto il collega Fiano è importante, in quanto il collega Fiano è un autorevole esponente del Partito Democratico. Però, io penso – e non so se l'onorevole Misuraca manterrà e metterà in votazione un ordine del giorno – e nel caso in cui non lo ritenesse sarà importante, però, chiarire questa interpretazione autentica della norma attraverso, appunto, anche un ordine del giorno, affinché risulti ben chiaro dagli atti parlamentari la volontà del legislatore.

  DORE MISURACA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DORE MISURACA. Presidente, annunzio il ritiro del mio emendamento, con la preghiera della valutazione di un ordine del giorno che faccia chiarezza su un problema che è, a mio avviso, ancora non risolto.

  PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto, dunque, che l'emendamento Misuraca 3.14 è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Misuraca 3.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione il collega Misuraca. Ne ha facoltà.

  DORE MISURACA. Presidente, annuncio il ritiro del mio emendamento 3.50.

  PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento Misuraca 3.50 è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 3.3.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 3.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza Toninelli e con il parere contrario del relatore di minoranza Quaranta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Ricciatti. Chi altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 60
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  397   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no   319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Attorre 3.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Naturalmente, come ha avuto modo di ripetere più volte nel corso di questa discussione il collega Quaranta, noi consideriamo questo provvedimento un'occasione mancata, un compromesso al ribasso, se volete un inciucio, per utilizzare un termine caro al linguaggio del nostro Presidente del Consiglio, tra il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,40)

  ALFREDO D'ATTORRE. Il Partito Democratico rinuncia sostanzialmente a qualsiasi ipotesi di vera regolamentazione della vita democratica interna dei partiti e in cambio ottiene il via libera a una sostanziale mancanza di trasparenza sui finanziamenti privati. Lo ha confermato anche l'intervento da ultimo del collega Toninelli, nel quale si riconosce che, rispetto all'intervento vero in materia di trasparenza che ci doveva essere sui finanziamenti privati e sulle fondazioni, questo provvedimento fa leggere correzioni al margine ma null'altro.
  Noi con questo emendamento solleviamo un tema che crediamo dovrebbe stare a cuore a tutti coloro che pensano che i partiti debbano ricostruire una loro funzione democratica in questo Paese ed è il tema dell'autonomia dei soggetti politici rispetto alle funzioni istituzionali. Solleviamo qui il tema dell'incompatibilità tra cariche di vertice di partito e cariche di Governo e lo facciamo, in particolare, per quelle forze politiche che chiedono di accedere a forme di finanziamento pubblico, anche nella forma in cui oggi sono previste dalla legge tramite il 2 per mille. Se il partito intende svolgere una funzione costituzionale, cioè quella di consentire l'organizzazione dei cittadini per incidere sulla vita politica del Paese, per svolgere questa funzione costituzionale ha diritto, a nostro giudizio, anche a ricevere, a determinate condizioni, il sostegno dello Stato e quello delle risorse pubbliche, ma deve garantire dei requisiti minimi di autonomia e di trasparenza perché questa funzione sia svolta.
  Dal nostro punto di vista – e lo dico non polemicamente, ma per favorire una riflessione comune anche con le forze di maggioranza e anche col Partito Democratico – ci chiediamo e mi chiedo: quale funzione può svolgere un partito le cui funzioni di vertice a livello nazionale e a livello locale coincidono con le funzioni di Governo ? Un partito il cui segretario regionale coincida, ad esempio, come è accaduto, con il presidente di regione o il cui segretario provinciale sia un assessore o un sindaco è un partito che favorisce l'organizzazione dei cittadini o non è, piuttosto, una mera proiezione degli organi istituzionali ? E perché questo partito mera proiezione di una funzione istituzionale, mera cassa di risonanza di una funzione di Governo, dovrebbe addirittura accedere al finanziamento pubblico ? Allora questa nostra proposta ha, se volete, anche un contenuto liberale. Io mi auguro che, a differenza di quanto è accaduto in Commissione, ci sia la possibilità di interloquire su questo punto con il relatore e con i colleghi del Partito Democratico. Si ritiene che debba essere prevista questa possibilità, cioè che ci possa essere coincidenza tra la funzione del Premier e quella del segretario, tra la funzione del governatore e quella del segretario regionale e così via ? Ritenete che questa possibilità debba essere aperta ? Almeno questo partito rinunci a qualsiasi forma di Pag. 61finanziamento pubblico. Non ha senso che i cittadini finanzino un partito che, per statuto, preveda la possibilità sostanzialmente di organizzarsi solo ed esclusivamente come megafono, come comitato elettorale, come seguito di una leadership istituzionale.
  A nostro giudizio, è una grande questione democratica. La solleviamo non per spirito di polemica, ma perché ci pare una delle questioni fondamentali che una legge come questa avrebbe dovuto affrontare. Ci auguriamo che ci possa essere una riflessione su questo punto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il relatore Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Grazie, Presidente. Non mi convince molto la tesi per cui quando non si accede alle idee degli altri necessariamente c’è dietro quello che il collega D'Attorre chiama inciucio, baratto, accordo sottobanco. È assolutamente legittimo che l'onorevole D'Attorre ritenga che possa essere considerata sbagliata la sovrapposizione tra segretario nazionale e Premier, segretario regionale e governatore. Dovrà spiegare agli amici come me, che gli vogliono bene perché è stato a lungo tempo in un partito che aveva scritto in chiaro questa regola, ma soprattutto dovremmo spiegare perché non lasciare questa scelta in capo all'organizzazione di una forza politica che – ne siamo la dimostrazione – ha utilizzato questo criterio, questa modalità di funzionamento e l'ha modificata quando ha ritenuto di non farlo. Pensare di vietare la possibilità di competere alle elezioni a chi, per scelta, propone questo dualismo e anche questa sovrapposizione mi pare davvero fuori da ogni ragionamento...

  ALFREDO D'ATTORRE. O escluderlo dal finanziamento pubblico...

  MATTEO RICHETTI. ... o escluderlo dal finanziamento pubblico. Però, siccome io ho dovuto, per altre vie, accedere al concetto di laicità, mettendo dietro le convinzioni che mi caratterizzano, forse abbiamo bisogno tutti di un approccio di laicità almeno su un tema come questo.
  È davvero irricevibile da parte di chi, come l'onorevole D'Attorre, ha accompagnato questo lavoro, insieme a me e a tanti altri colleghi in Commissione, perché sa come si è svolto, porre il tema dell'accordo sottobanco. Tra tutti i testi che sono stati unificati, tra tutte le proposte, oltre 22, che hanno dato vita a questo testo base non ce n'era una che contenesse il tema della trasparenza e che togliesse la possibilità, con una firma, di negare la pubblicizzazione dei finanziamenti ai partiti. Lo abbiamo fatto nella costruzione del testo base, che è altro, che è terzo rispetto alle proposte in campo. Ma almeno, mentre si denuncia l'accordo al ribasso, si riconosca anche che questo testo contiene elementi innovativi e coraggiosi che nessuno aveva messo in campo. Non c'entrano nulla con l'articolo 49 ? In parte convengo su alcuni aspetti di questa lettura, ma non c'era questo elemento, che anche al nostro interno ha provocato una discussione vera, cioè il fatto che il diritto alla trasparenza prevale su quello della privacy.
  Sinceramente, Presidente, questa idea che la montagna partorisce il topolino, che ovviamente accetto e rispetto, non tiene conto di un dato. Non ha senso scomodare il dibattito dei costituenti e pensare che oggi il tema del rilancio – lo diceva bene l'onorevole Quaranta – della credibilità così bassa dei partiti passa per una scelta legata alla loro forma giuridica, passa profondamente da una scelta di coraggio e di trasparenza.
  Infatti, se c’è una cosa che allontana, non è il fatto che siano associazioni riconosciute o soggetti giuridici; se c’è una cosa che allontana, è un dato di opacità, che proviamo a contrastare con questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

Pag. 62

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie. Io non condivido la lettera dell'emendamento presentato dal collega D'Attorre ed altri firmatari del suo gruppo, perché, da sostenitore del modello inglese, so che lì esiste il party government, un Governo che è formato dal capo del partito che ha vinto le elezioni. È naturale che se i laburisti vincono le elezioni, sia il segretario laburista eccetera eccetera. Ma, pur non condividendo la lettera di questo emendamento, vorrei dire che l'emendamento D'Attorre segnala un problema e mi permetto di invitare i rappresentanti della maggioranza a non rispondere in termini di cronaca familiare o di battibecco di famiglia o di condominio.
  Il modello inglese, che a me piace, è un modello di pesi e contrappesi, è un modello in cui il Governo è forte, ma è forte pure il Parlamento. In questo caso voi state creando una situazione in cui, mentre i partiti sono culturalmente deboli, squalificati, fragili, però il meccanismo che voi create, con il combinato disposto tra riforma istituzionale e Italicum, mette in capo al primo partito un potere immenso, che va da una immensa maggioranza parlamentare – su, su – fino al Quirinale e alla Corte costituzionale.
  Allora, il tema che pone il collega D'Attorre, a mio avviso, andrebbe meditato. Io non credo che il collega D'Attorre pretenda che la soluzione che propone venga adottata oggi; è evidente che si tratta di una provocazione. Ma è una provocazione che vuole provocare una riflessione seria – io credo, se interpreto correttamente – una riflessione sui checks and balances, sui pesi e contrappesi. Altrimenti – è successo al centrodestra in una stagione, rischia di succedere oggi al centrosinistra – si comincia guardando positivamente al Nord America e poi, invece, per errore si finisce al Sudamerica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Evidentemente, se oggi affrontiamo tutti quanti insieme il tema di una legge sui partiti, di dare piena applicazione all'articolo 49, è perché tutti e tutte, tutti i movimenti politici e i partiti che sono presenti in questo Parlamento ravvisano un problema, evidenziano la crisi, evidenziano la separazione, sempre più forte, tra la politica tradizionale, i cittadini, le istituzioni.
  Questo emendamento non è un emendamento strumentale. Chi conosce la storia dell'onorevole D'Attorre sa che da sempre ha avuto perplessità sulla coincidenza tra cariche esecutive e leadership di partito, segretario di partito. Perché noi poniamo questa questione ? Perché quando i partiti hanno esclusivamente una proiezione istituzionale e diventano il braccio degli esecutivi a tutti i livelli, molto spesso rischiano di smarrire la propria funzione culturale e sociale e diventare esclusivamente comitati elettorali.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ARTURO SCOTTO. Perché ci agganciamo al finanziamento pubblico ? Perché – ha ragione l'onorevole Capezzone – se parliamo del modello liberale, del modello inglese, in Gran Bretagna l'opposizione accede al finanziamento pubblico; il Governo non accede. Non è un caso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Il collega Richetti non ha risposto nel merito all'intervento del collega D'Attorre e alla proposta di questo emendamento. La sua è una risposta – mi consenta – un po’ dorotea, nel senso che scivola sul merito di questo emendamento per parlare di altro.
  Allora, il problema dell'incompatibilità tra cariche di partito e incarichi di Governo interviene su un punto che, purtroppo, Pag. 63costituisce la patologia della politica del nostro Paese. Qui non è che, come ricordava il collega Capezzone, ci si può rifare ad altri modelli e il modello inglese è sicuramente un modello rispettabile che apprezziamo per molti versi. Noi abbiamo una patologia del nostro Paese, che insomma Berlinguer nel 1981 ricordò con grande forza, dove l'occupazione della pubblica amministrazione e dello Stato da parte dei partiti è una malattia endemica. Su questo si può intervenire e si possono limitare gli effetti di questa patologia creando una separazione. Noi proponiamo semplicemente di introdurre un elemento di separazione tra gli incarichi – concludo – di partito e gli incarichi di Governo in questo modo introducendo un elemento di pulizia, di trasparenza che potrebbe servire a rigenerare la democrazia nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Attorre 3.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale... Greco... Patriarca... Tinagli... Del Grosso... Luciano Agostini... Tinagli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  377   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no   276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che il gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
  Avverto che la componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto ha esaurito anche gli ulteriori tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Come già fatto in precedenti analoghe circostanze, la Presidenza consentirà ai deputati di tale componente lo svolgimento di brevi interventi della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Vargiu 3.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre i due relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 3.18.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale... Pellegrino... Parisi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  287   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato    2    
    Hanno votato no   285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vargiu ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole e di avere erroneamente espresso voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 3.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Passiamo ai voti.Pag. 64
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 3.4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido... Pannarale... Amoddio... Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  388   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no   356.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Albanella ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 3.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il relatore Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. È un emendamento che abbiamo presentato anche in Commissione che non cambia per nulla il fondamento e il principio di questo articolo 3. Noi diciamo semplicemente che se la forza politica, l'associazione di cittadini che deposita la dichiarazione di trasparenza al Ministero dell'interno, qualora il Ministero chiedesse al depositante una rettifica, un'integrazione, un chiarimento invece di un tempo molto ristretto di quarantotto ore, sia concesso un tempo di cinque giorni. Quindi chiediamo una valutazione al Governo e anche al relatore su qual è il fondamento del ragionamento che ha portato a stabilire quarantotto ore, se tale fondamento c’è. Non mi sembra di ricordare che sia stato detto in Commissione e perché invece non si possano prevedere cinque giorni. Ripeto che non modifichiamo nulla, ma diamo un po’ più di tempo alla forza che vuole presentarsi alle elezioni politiche di integrare la propria dichiarazione di trasparenza rispetto alle richieste del Ministero dell'interno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il relatore Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Grazie, Presidente. La valutazione è molto tecnica e puntuale su questo emendamento: quarantotto ore è il tempo che oggi il Ministero dell'interno concede per fornire integrazioni anche su tutti gli altri punti previsti dalla legge elettorale (contrassegno, programma, denominazione) ovviamente all'interno di un timing che consente, dalla presentazione della lista all'inizio dello svolgimento della campagna elettorale, di rispettare il timing previsto rispetto alle altre elezioni. Spostare da due a cinque giorni ovviamente fa saltare complessivamente il tempo in giorni che intercorre. Pertanto, si è mantenuta una scelta di coerenza rispetto a quanto già previsto oggi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 3.5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni... Malpezzi... Marotta... Fabbri... Tancredi... Chimienti... Valenti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  395   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no   284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 65

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferrari 3.56, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore del MoVimento 5 Stelle, mentre il relatore di Sinistra Italiana si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rondini... Latronico... Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  349   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  311    
    Hanno votato no   38.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minnucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  285   
   Astenuti  123   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato  250    
    Hanno votato no   35.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Gli articoli aggiuntivi sono inammissibili, andiamo avanti.

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, anche qui, se mi consente un'espressione di sintesi: su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4 vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Relatore Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Presidente, sugli emendamenti Quaranta 4.5 e Vargiu 4.6 il parere è favorevole. Sull'emendamento Invernizzi 4.8 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Non è segnalato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Nuti 4.9 e Vargiu 4.10, parere favorevole; sull'emendamento Centemero 4.7, parere contrario.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Presidente, Sull'emendamento Quaranta 4.5, parere favorevole; sull'emendamento Vargiu 4.6 mi rimetto all'Assemblea; sugli emendamenti Nuti 4.9, Vargiu 4.10 e Centemero 4.7, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo, sottosegretaria Amici ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

Pag. 66

  PRESIDENTE. Sta bene. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 4.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  385   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no   276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 4.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza di Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Malisani, Pagani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  365   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no   270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 4.9, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, l'emendamento del MoVimento 5 Stelle dove si inserisce ? Nella sezione del sito Internet del Ministero dell'interno chiamata «elezioni trasparenti», in cui il Ministero pubblica, quindi rende evidenti, pubblici, all'esterno, una serie di cose: il contrassegno, lo statuto, la dichiarazione, il programma elettorale e così via. Siccome abbiamo preso in parola il significato di «elezioni trasparenti» e abbiamo depositato una proposta di legge che è stata abbinata a questo testo unificato, abbiamo presentato questo emendamento, che è un pezzo di quel provvedimento. Con questo emendamento chiediamo che tutti quelli che si candidano all'interno dei partiti – stiamo parando di elezioni ed elezioni politiche – depositino che cosa ? Il curriculum vitae di ciascun candidato e il certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale. Riteniamo che sia una norma assolutamente necessaria. Si è parlato di liste pulite, ci vuole conoscibilità da parte dei cittadini di chi va a candidarsi: che cos’è meglio di un curriculum vitae e di un certificato penale ?
  Purtroppo, si è aperto un dibattito in Commissione, spero che comunque anche in Aula ci sia una risposta, perché è interessante, soprattutto come giustificazione ai cittadini, spiegare loro perché il Partito Democratico e la maggioranza dicano «no» al fatto di inserire, a meri fini di trasparenza sul sito del Ministero dell'interno, oltre al programma elettorale, il curriculum vitae dei candidati e pure il certificato penale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, con questo emendamento a mia prima firma chiediamo appunto, oltre alla pubblicazione Pag. 67del curriculum, anche quella del relativo certificato penale, e non comprendiamo come i partiti, in questo caso quelli di maggioranza, abbiano dato parere contrario a una richiesta che riteniamo normale e di buon senso; ma è dir poco questo. Infatti, se vogliamo avvicinare i cittadini alla politica, un gesto di trasparenza di questo tipo dovrebbe essere ovvio e scontato, mentre in un Paese dove la classe politica forse è la più corrotta d'Europa, dove i reati ormai commessi dei politici non si contano più, è chiaro che si ha difficoltà a pubblicare il certificato penale, cosa che invece il MoVimento 5 Stelle fa, perché se non si ha il certificato penale pulito non ci si può neanche candidare con il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, credo che sia doverosa una precisazione. Qui il problema non è chi candida, chi non candida e chi mostra il certificato penale del casellario giudiziale, il problema è molto semplice: nel casellario giudiziale ci vanno le sentenze passate in giudicato, e abbiamo una legge, che è la «legge Severino», che dopo la condanna in primo grado nemmeno consente di insediarsi – in termini di elezione –, tanto che uno si candidi a fare il sindaco che si candidi a fare il presidente della regione. Ci sembrava che trasparenza vera non fosse solo l'elemento di pubblicazione di un certificato, che rischia di non mostrare gli elementi invece cogenti della persona che si sta candidando. Ci sono alcuni reati assolutamente non rilevanti o poco gravi ai fini dell'impegno politica, altre situazioni per le quali è sufficiente invece l'indagine, per un reato che ha sensibilità rispetto all'impegno politico. Per cui, mi pare che la finalità dell'emendamento non rispetti l'impianto complessivo della trasparenza che si vuole dare al momento dalla candidatura.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Presidente, le dichiarazioni del relatore Richetti non sono affatto convincenti. Questo articolo si chiama «elezioni trasparenti» e tutto l'impianto di legge parla di trasparenza, sia all'interno dei partiti che dei bilanci e degli statuti, sia durante la candidatura che dopo la candidatura. Affermare, come fa il relatore, che esiste già la «legge Severino», per cui per alcuni reati non sarebbe possibile candidarsi e neanche proporre la candidatura, non significa che vi è trasparenza. Evidentemente al Partito Democratico e al relatore che propone questo testo la trasparenza si fa a singhiozzi: in un momento, quando si vuole, c’è trasparenza, però sul curriculum e sul casellario giudiziario no, su questo la trasparenza non la facciamo.
  Se questa legge vuole servire e serve a ridare ai partiti una dignità e si vuole affermare che i partiti si riappropriano del primato della politica in questo Paese, e si vuole fare ciò attraverso la trasparenza, allora forse si doveva essere trasparenti fino in fondo, sia sui curriculum, quindi sulle persone che noi andiamo a candidare, sia sulla loro fedina penale, e, successivamente, come si farà nel provvedimento, sui bilanci, anche su chi i partiti realmente li finanzia. Questa è una trasparenza come pare soltanto a loro e che pare vogliano fare soltanto nei confronti degli altri partiti, perché la trasparenza vera che si vuole imprimere con i nostri emendamenti su questa proposta di legge il Partito Democratico non la vuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole rispetto a questa proposta emendativa a prima firma del collega Nuti e per ricordare Pag. 68comunque all'Aula e anche al relatore che è sì vero che nei confronti del casellario giudiziale chiaramente ci possono essere dei punti di caduta, anche ricordati dallo stesso relatore, ma immagino che questa possa essere già una buona base di partenza.
  Essendo una buona base di partenza, non capisco, ad esempio, come mai il Partito Democratico esprima – lo rinnovo – un candidato sindaco a Roma, che si chiama Roberto Giachetti, che dieci giorni prima della presentazione delle liste va a dichiarare e va a portare nella Commissione competente, se non ricordo male l'Antimafia, appunto con dieci giorni di anticipo, il casellario giudiziale di tutti i candidati al comune a Roma. Quindi, delle due l'una, nel senso che se vale giustamente anche quanto ha appena accennato il collega Richetti rispetto – e lo rinnovo – ad alcuni punti di caduta inerenti alla Severino per quanto riguarda il discorso da lui appena citato, è vero che vale per tutti e, quindi, in primis dovremmo ricordarlo anche in questo caso al candidato Giacchetti che, lo rinnovo, ha presentato dieci giorni prima della presentazione delle liste il casellario giudiziale, secondo questo schema, di coloro che andranno a concorrere per il comune di Roma. Immagino, e chiudo, rinnovando il voto favorevole, che questo potrebbe essere, collega, attraverso lei, Presidente, già un ottimo se non un discreto punto di partenza rispetto ad una politica che evidentemente anche in questo senso deve cambiare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Tre cose rapidissime in un minuto. La prima: ci è stato detto, per esempio dal MoVimento 5 Stelle, ma non solo, che questa legge non può occuparsi dei fini, delle modalità che ogni partito, inteso come associazione libera di cittadini, al di là delle prerogative di trasparenza sulle modalità, sceglie per il proprio interno. È stato qui riportato lo schema di Roberto Giachetti che decide di portare all'Antimafia il casellario giudiziale. Ricordo al collega che è appena intervenuto che l'Antimafia non controlla solo il casellario giudiziario, cioè le sentenze passate in giudicato, ma anche quelle che sono in itinere, tant’è vero che un famoso caso De Luca riguardava una sentenza di primo grado come ella ricorderà molto bene. L'onorevole Giachetti ha scelto di mostrare tutta la propria posizione sulla trasparenza della candidatura delle proprie liste presentando queste liste per un esame completo. Un'altra candidata a sindaco di Roma, la signora Raggi, non ha pensato di fare questa cosa perché questo è in capo – dovrebbero in questo essere concordi i colleghi deputati del MoVimento 5 Stelle – alle scelte del partito perché per l'aspetto pubblicistico della natura di controllo della possibilità di candidatura esiste una legge vigente che si chiama legge Severino.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 4.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  382   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no   273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 4.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 69
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Gandolfi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  379   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no   268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini e Vargiu hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 4.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Gadda, D'Ambrosio, Calabrò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  381   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no   321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Pastorino, Marotta, Zan, Fitzgerald Nissoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  335   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato  306    
    Hanno votato no   29.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Emendamento Sisto 5.3, invito al ritiro o parere contrario; emendamento Gasparini 5.51, favorevole con riformulazione, che leggerei immediatamente, Presidente: al comma 1, secondo periodo, dopo le parole «lo statuto» aggiungere le seguenti: «ove il partito sia iscritto nel registro dei partiti politici». È una correzione formale dell'emendamento Gasparini. Identici emendamenti Gasparini 5.54 e Simonetti 5.55...

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Morassut 5.53 è stato ritirato e che l'emendamento Simonetti 5.55 non è segnalato.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Allora, parere favorevole sull'emendamento Pag. 70Gasparini 5.54. Emendamenti Nuti 5.7 e Misuraca 5.50, invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Civati 5.57 non è segnalato.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Emendamento Centemero 5.5, identici emendamenti Centemero 5.6 e Invernizzi 5.9 e emendamento Misuraca 5.11, invito al ritiro o parere contrario. Non sono segnalati gli emendamenti Mucci 5.58 e 5.10. Emendamento Nuti 5.59, invito al ritiro o parere contrario; emendamento Civati 5.60, favorevole con riformulazione, che procederei sempre a leggere: sostituire il comma 3 con il seguente: «La Commissione di cui all'articolo 9, comma 3, della legge 6 luglio 2012, n. 96, verifica il rispetto degli obblighi di cui al comma 2 del presente articolo e, ove ravvisi un inadempimento totale o parziale, indica al partito, movimento e gruppo politico organizzato quali integrazioni siano necessarie. Il partito, movimento e gruppo politico organizzato deve conformarsi alle suddette indicazioni entro i successivi quindici giorni. Ove l'inadempimento permanga, la Commissione applica una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000». Ho terminato gli emendamenti sull'articolo 5.

  PRESIDENTE. Poi, però, abbiamo l'articolo aggiuntivo Gregorio Fontana 5.01...

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Sugli articoli aggiuntivi Gregorio Fontana 5.01 e Civati 5.051 formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Relatore Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 5.3. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Gasparini 5.51. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Gasparini 5.54. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Nuti 5.7 e contrario sull'emendamento Misuraca 5.50. Sull'emendamento Civati 5.57...

  PRESIDENTE. L'emendamento Civati 5.57 non è stato segnalato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Parere contrario sull'emendamento Centemero 5.5. Sugli identici emendamenti Centemero 5.6 e Invernizzi 5.9 mi rimetto all'Assemblea. Parere contrario sull'emendamento Misuraca 5.11, favorevole sull'emendamento Nuti 5.59. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Civati 5.60. Esprimo parere contrario sugli articoli aggiuntivi Gregorio Fontana 5.01 e Civati 5.051.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 5.3. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Gasparini 5.51. Mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Gasparini 5.54. Esprimo parere contrario sull'emendamento Nuti 5.7 e mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Misuraca 5.50.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Centemero 5.5. Sugli identici emendamenti Centemero 5.6 e Invernizzi 5.9 mi rimetto all'Assemblea. Parere favorevole sugli emendamenti Misuraca 5.11, Nuti 5.59 e Civati 5.60. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Gregorio Fontana 5.01, mentre esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Civati 5.051.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 71Sisto 5.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo, Nardi, Schirò, Burtone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  358   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no   331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Il deputato Gasparini accetta la riformulazione dell'emendamento a sua firma 5.51.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 5.51, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  370   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  347    
    Hanno votato no   23.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Dal Moro e Falcone hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole, il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 5.54, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e sul quale i relatori di minoranza si sono rimessi all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  387   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato  256    
    Hanno votato no   31.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Matteo Bragantini e Censore hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 5.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Occhiuto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  379   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no   292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 72

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misuraca 5.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle e sul quale il relatore di minoranza per Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Vico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  361   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato   14    
    Hanno votato no   347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 5.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza per Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  376   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no   343.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Centemero 5.6 e Invernizzi 5.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale i relatori di minoranza si sono rimessi all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  296   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no   276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  L'emendamento Misuraca 5.11 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 5.59.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Vede, noi non troviamo francamente molto plausibile la non approvazione di questo emendamento perché se prima, all'articolo 4, si faceva riferimento al Ministero dell'interno e quindi presumibilmente si poteva capire che siccome, sia il curriculum che il casellario giudiziario non sono elementi utili e indispensabili alla candidatura alla carica politica, però in questo articolo 5 si vanno ad identificare tutta una serie di specifiche e di obblighi che i partiti hanno di pubblicare all'interno del loro sito Internet le cariche, come si prendono le decisioni in Assemblea, come ci si iscrive, come si può essere cacciati dal partito. Insomma, tutta una serie di prerogative molto stringenti soprattutto, immaginiamo, per partiti giovani o piccoli che devono avere una struttura o un sito Internet importante anche per quanto riguarderà poi i bilanci e i finanziamenti. Pag. 73Tuttavia, non capiamo perché con tutte le cose che si chiedono ai partiti politici, ai movimenti e alle organizzazioni che vogliono partecipare alla vita politica in questo Paese, con tutto quello che si chiede non si può chiedere loro di pubblicare il curriculum vitae dei candidati e la loro fedina penale. Gli si chiede veramente di tutto e la cosa che forse più interessa ai cittadini o cointeressa sicuramente in maniera importante ai cittadini, cioè sapere qual è la storia dei candidati e se hanno avuto delle condanne penali passate in giudicato, questa cosa invece no, questa cosa non deve interessare. Interessa tutto il resto ma questo no !
  Francamente se si deve parlare di trasparenza, visto che il Partito Democratico se ne fa il promotore anche se poi evidentemente qualcosa non torna anche dal punto di vista elettorale, ci chiediamo quale sia la motivazione di non accettare questo emendamento che non va a incidere sul Ministero ma incide e impatta solo esclusivamente all'interno del sito Internet dei partiti stessi. Infatti, con questa provvedimento noi andiamo ad impattare pesantemente nei siti Internet e nell'organizzazione dei partiti, perché si chiedono loro una serie di prerogative e lo si fa per la trasparenza. Lo si fa per la trasparenza dei bilanci, ma anche quello che chiediamo noi è trasparenza, esattamente allo stesso modo, e forse anche di più, della trasparenza che chiedete voi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 5.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer. Chi sta salendo ? Sibilia, veloce; ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  391   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no   279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Civati 5.60.
  Prendo atto che il deputato Civati accetta la riformulazione del suo emendamento 5.60.
  Dunque, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 5.60, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tutti hanno votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  320   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Mucci, Di Lello e Quintarelli hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.Pag. 74
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Speranza, Matarrese. Arriva il tecnico. Matarrese ha votato ? Vediamo se si riesce a sbloccare la postazione di Speranza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  257   
   Astenuti  156   
   Maggioranza  129   
    Hanno votato  251    
    Hanno votato no   6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Quintarelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole, la deputata Grillo ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gregorio Fontana 5.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  369   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no   331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Quintarelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario, il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Civati 5.051, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ? Giammanco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  378   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   39    
    Hanno votato no   339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Piepoli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto di astensione).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2839-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2839-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione. Si tratta di un articolo con molti emendamenti e quindi andiamo con ordine. Prego.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Ci proviamo, Presidente, ce la mettiamo tutta. La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Dadone 6.110, D'Ambrosio 6.106, Cecconi 6.107, Nuti 6.108, Sisto 6.8, Dadone 6.1, Civati 6.116, Furnari 6.109, D'Attorre 6.10, Nuti 6.12, Pag. 75Parisi 6.73, 6.72, 6.71, 6.70, 6.69 e 6.68, Cozzolino 6.15 e Toninelli 6.111, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Nardi 6.142.
  La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Simonetti 6.18, degli identici emendamenti Invernizzi 6.23 e Centemero 6.28, degli emendamenti D'Attorre 6.100, Quaranta 6.26 e Simonetti 6.24, altrimenti il parere è contrario. Altresì sugli identici emendamenti Centemero 6.29 e Simonetti 6.20...

  PRESIDENTE. L'emendamento Simonetti 6.20 non è segnalato e quindi ci fermiamo all'emendamento Centemero 6.29.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Centemero 6.29, Simonetti 6.103, 6.104 e 6.102, Nardi 6.113, Nuti 6.31, Cozzolino 6.30, Invernizzi 6.32, Centemero 6.35, Cecconi 6.37, Dieni 6.114, Sisto 6.38 e 6.36, Cecconi 6.115, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ferrari 6.117.

  PRESIDENTE. Mi pare che questo emendamento sia stato ritirato.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Sì, ha ragione, Presidente. Si tratta dell'emendamento che abbiamo ritirato.
  La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Cozzolino 6.118, altrimenti il parere è contrario; 6.101 invito al ritiro o contrario; 6.119 invito al ritiro o contrario. Sugli emendamenti Gregorio Fontana 6.45, Cozzolino 6.42, Sisto 6.54, Cecconi 6.48 e Baldassarre 6.120, sugli identici emendamenti Quaranta 6.58 e Dadone 6.62 e sull'emendamento Cecconi 6.63 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento Fabbri 6.123 la Commissione esprime parere favorevole. Sull'emendamento Quaranta 6.61 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento Gasparini 6.124 la Commissione esprime parere favorevole. Sugli emendamenti Dadone 6.80 e Gregorio Fontana 6.182 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento Misuraca 6.127...

  PRESIDENTE. Questo emendamento è stato ritirato.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Sull'emendamento Gasparini 6.128 la Commissione esprime parere favorevole. Sugli emendamenti Dieni 6.76, Cecconi 6.75, Toninelli 6.129, 6.130, 6.143, 6.132 e 6.133 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'emendamento Morassut 6.134 è ritirato. Sugli emendamenti Simonetti 6.105, Nuti 6.135, Dadone 6.137, Cecconi 6.136, Toninelli 6.138 e 6.139, Cecconi 6.140, D'Ambrosio 6.141 e Civati 6.126 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli articoli aggiuntivi Quaranta 6.07, D'Attorre 6.0102, Quaranta 6.0101, D'Attorre 6.0100 e 6.03 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi successivi sono inammissibili. Passiamo all'articolo aggiuntivo Cozzolino 6.01.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Sull'articolo aggiuntivo Cozzolino 6.01 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Deputato Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dadone 6.110, D'Ambrosio 6.106, Cecconi 6.107 e Nuti 6.108. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 6.8. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Dadone 6.1. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Civati 6.116. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Furnari 6.109, D'Attorre 6.10 e Nuti 6.12. Pag. 76Esprimo parere contrario sugli emendamenti Parisi 6.73, 6.72, 6.71, 6.70, 6.69 e 6.68. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cozzolino 6.15 e Toninelli 6.111. Esprimo parere contrario sull'emendamento Nardi 6.142. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Simonetti 6.18. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Invernizzi 6.23 e Centemero 6.28. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti D'Attorre 6.100, Quaranta 6.26, Simonetti 6.24, Centemero 6.29, Simonetti 6.103, 6.104 e 6.102.

  PRESIDENTE. L'emendamento Nardi 6.113 è stato appena ritirato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Nuti 6.31 e Cozzolino 6.30. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Invernizzi 6.32.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Centemero 6.35. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cecconi 6.37 e Dieni 6.114. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Sisto 6.38 e 6.36. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cecconi 6.115. L'emendamento Ferrari 6.117 è ritirato. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cozzolino 6.118, Quaranta 6.101 e Nuti 6.119. Esprimo parere contrario sull'emendamento Gregorio Fontana 6.45. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cozzolino 6.42. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 6.54. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cecconi 6.48. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Baldassarre 6.120. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 6.58 e Dadone 6.62 e sull'emendamento Cecconi 6.63. Esprimo parere contrario sull'emendamento Fabbri 6.123. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Quaranta 6.61 e Gasparini 6.124. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Dadone 6.80. Esprimo parere contrario sull'emendamento Gregorio Fontana 6.182. Sull'emendamento Misuraca 6.127...

  PRESIDENTE. È ritirato.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Gasparini 6.128. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dieni 6.76, Cecconi 6.75, Toninelli 6.129, 6.130, 6.143, 6.132 e 6.133. L'emendamento Morassut 6.134 è ritirato. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Simonetti 6.105, Nuti 6.135, Dadone 6.137, Cecconi 6.136, Toninelli 6.138 e 6.139, Cecconi 6.140, D'Ambrosio 6.141 e Civati 6.126. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Quaranta 6.07, D'Attorre 6.0102, Quaranta 6.0101 e D'Attorre 6.0100. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo D'Attorre 6.03.

  PRESIDENTE. I successivi sono inammissibili. Passiamo all'articolo aggiuntivo Cozzolino 6.01.

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Cozzolino 6.01.

  PRESIDENTE. Relatore Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dadone 6.110, D'Ambrosio 6.106 e Cecconi 6.107. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Nuti 6.108 e Sisto 6.8. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Dadone 6.1, Civati 6.116, Furnari 6.109 e D'Attorre 6.10. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Nuti 6.12, Parisi 6.73, 6.72, 6.71, 6.70, 6.69 e 6.68. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cozzolino 6.15, Toninelli 6.111 e Nardi 6.142. Esprimo parere contrario sull'emendamento Simonetti 6.18 e sugli identici emendamenti Invernizzi 6.23 e Centemero 6.28. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti D'Attorre 6.100, Quaranta 6.26, Simonetti 6.24, Centemero 6.29, Simonetti 6.103, 6.104 e 6.102. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Nuti 6.31 e Cozzolino 6.30. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Invernizzi 6.32. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Centemero 6.35 e Cecconi 6.37. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Pag. 77Dieni 6.114. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Sisto 6.38 e 6.36 e Cecconi 6.115. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cozzolino 6.118 e Quaranta 6.101. Esprimo parere contrario sugli emendamenti Nuti 6.119 e Gregorio Fontana 6.45. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cozzolino 6.42. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 6.54. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cecconi 6.48 e Baldassarre 6.120. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Quaranta 6.58 e Dadone 6.62 e sull'emendamento Cecconi 6.63. Esprimo parere contrario sull'emendamento Fabbri 6.123, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Quaranta 6.61, Gasparini 6.124, Dadone 6.80, Gregorio Fontana 6.182. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Gasparini 6.128. Esprimo parere contrario sull'emendamento Dieni 6.76 mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cecconi 6.75, Toninelli 6.129, Toninelli 6.130, Toninelli 6.143, Toninelli 6.132, Toninelli 6.133, Simonetti 6.105, Nuti 6.135, Dadone 6.137, Cecconi 6.136, Toninelli 6.138, Toninelli 6.139, Cecconi 6.140, D'Ambrosio 6.141, Civati 6.126. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Quaranta 6.07, D'Attorre 6.0102, Quaranta 6.0101, D'Attorre 6.0100, D'Attorre 6.03 e Cozzolino 6.01.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 6.110, con un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà. Deputati, per favore abbassiamo il tono della voce. Grazie, molto gentili.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Questo è un articolo centrale in questo testo unificato che alcuni colleghi, soprattutto quelli di Sinistra Italiana, ritengono un provvedimento poco adatto o incompleto rispetto forse a quello che avevano intenzione di fare loro. Certamente esso inserisce molte novità, alcune dal nostro punto di vista anche importanti, in merito alla trasparenza dei partiti. Questo lungo articolo 6 sul quale – non sarà passato inosservato – sono stati focalizzati quasi tutti gli emendamenti dei gruppi – ce ne sono tanti – riguarda la trasparenza dei bilanci dei partiti politici. Noi crediamo che su questo tema il Partito Democratico abbia fatto veramente poco, puntando forse il dito verso qualche movimento per cercare di metterlo in difficoltà, cosa che francamente è poco credibile. Però, quando ci si è addentrati sulla trasparenza dei bilanci dei partiti e sulla necessità eventualmente di trovare una definizione di fondazioni politiche tali da renderle veramente trasparenti, il Partito Democratico ha completamente tirato i remi in barca e, nonostante le numerose proposte e definizioni perché questa era la promessa del relatore – se si trova una definizione giusta di fondazione politica allora possiamo parlare anche di fondazioni in questa proposta di legge –, be’ nel provvedimento in esame di fondazioni non si parla e, nonostante tutti gli emendamenti, noi crediamo che non se ne parlerà mai perché le casseforti dei partiti e del Partito Democratico sono le fondazioni ed è su quelle che si vorrebbe trasparenza ed è proprio su quelle che il Partito Democratico non vuole trasparenza, tant’è che ancora non sappiamo chi ha finanziato la Fondazione Open, ossia la fondazione sostenuta dai Ministri e dallo stesso Presidente del Consiglio del Partito Democratico. Si sa che ci ha messo i soldi Buzzi e quanti altri Buzzi abbiano messo soldi dentro questa fondazione non è dato sapere. Nonostante gli sia stato richiesto anche in un Premier time in quest'Aula, il Presidente del Consiglio ha ben pensato di nicchiare e di non dire chi ha finanziato il PD, chi ha finanziato la sua campagna Pag. 78elettorale. Con questo emendamento noi stiamo semplicemente dicendo che, nel ricevere i fondi, i partiti dovrebbero esimersi almeno dal ricevere fondi che siano anonimi cioè dal ricevere soldi da mettere a bilancio del gruppo politico con una dicitura «fondi anonimi» come se non si sapesse da chi sono venuti, perché in questo modo si possono mascherare tanti donatori.
  Inserire all'interno di questo testo unificato, di quest'articolo che non si possono ricevere fondi anonimi mi sembra che sia proprio il minimo sindacale. Meno di così credo che non si possa chiedere: che ci sia l'anonimato nel momento in cui si finanziano i partiti con soldi – che siano persone giuridiche, aziende o liberi cittadini – e che lo possono fare anonimamente mascherando di fatto un finanziamento, ecco noi crediamo che questa sia una cosa indecente che non debba avvenire. Dire semplicemente che ogni soldo che entra nelle casse di un partito debba essere debitamente iscritto e debba essere debitamente iscritto anche chi ha fatto quella donazione è proprio il minimo che si possa chiedere e anche su questo minimo che noi abbiamo voluto chiedere il Partito Democratico ha ben pensato di dare parere contrario al nostro emendamento.
  Faremo molti interventi su questo articolo perché sappiamo benissimo che i soldi sono quelli che muovono i partiti, che hanno mosso i partiti anche in maniera indegna in questi anni, in questi decenni ed è su quello che hanno maggior timore, che hanno maggior paura nel rendere trasparente. Soprattutto il timore è dato dalla trasparenza sui finanziamenti ai partiti dove i cittadini non devono mettere il naso cioè in tutte quelle forme di finanziamento che devono rimanere oscure e nascoste. Il relatore lo sa bene, il Partito Democratico lo sa bene che sulle fondazioni non ci deve essere trasparenza perché è lì che muovete i vostri affari ed è sulle fondazioni che muovete i vostri interessi politici, essendo voi dei teleguidati, mentre accusate noi di esserlo, quando se non si sa da dove vengono i soldi, se non si sa se l'ENI o altre aziende o altre banche finanziano il Partito Democratico, allora non si può dare un nome e cognome agli emendamenti che compaiono in legge di stabilità. Quando questo sarà trasparente e lo sarà prima o poi trasparente in questo Paese, allora tutto si scoprirà e si scopriranno tutti gli altarini, si saprà perché certi emendamenti, perché certe scelte vengono fatte nel pieno della notte da un partito che è stato lautamente finanziato e non lo vuole dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie. Sapete e conoscete la nostra politica, ossia siamo a favore soltanto delle piccole donazioni da parte dei cittadini ai quali vogliamo rispondere. I partiti sono invece soliti accettare grosse donazioni che rimangono nascoste. Non si conosce l'identità di colui che dona e questo è inaccettabile perché, in virtù della trasparenza, il cittadino informato può sapere chi dona e per quale ragione e, se il politico eventualmente vuole ricambiare un favore, lo si sa prima. Se vuole ricambiare il favore, ad esempio, a un gruppo di potere o a un gruppo economico e finanziario, in virtù del principio di trasparenza e di correttezza dell'azione politica e a tutela dei cittadini, vogliamo fare in modo che qualsiasi tipo di donazione da parte dei privati sia conoscibile, quindi che si conosca l'identità di colui che dona. Altrimenti, secondo questo emendamento, è impossibile effettuare donazioni a favore dei partiti. Lo chiediamo con forza con questo emendamento e quindi vi invitiamo a votare favorevolmente su esso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il relatore Ricchetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Grazie, Presidente. Insomma che abbiamo girato alla larga dalla trasparenza mi pare sinceramente Pag. 79comprensibile su un piano di polemica politica ma abbastanza distante dalla realtà. Non ho bisogno di ripetere com’è che le norme sulla trasparenza arrivano in questo testo, com’è che fino al momento dell'approvazione di questo provvedimento la dichiarazione di trasparenza non era prevista e com’è, Presidente, che ci inseriamo dentro a questo lavoro. Stamattina ho cercato di spiegare come le istituzioni non cominciano con il nostro arrivo qua e prendo a riferimento il parere che il Garante della privacy ha formulato. È il registro dei provvedimenti n. 107 del 6 marzo 2014. Ci piaccia o no, almeno decidere una volta per tutte che ciò che fanno e affermano le altre istituzioni della Repubblica ci riguarda potrebbe essere un punto, un terreno comune importante e il Garante in questo provvedimento scrive: salvo i casi espressamente previsti dalla legge, la comunicazione a terzi e la diffusione dei dati relativi a soggetti che erogano finanziamenti o contributi in favore di partiti, movimenti e altre formazioni a carattere politico, presuppongono il consenso degli interessati. A partire da questo, abbiamo fatto una norma che a un certo punto ha posto un tetto e ha detto: finché parliamo di finanziamenti significativi, ma limitati, cioè 5, 10, 15.
  Pensi, Presidente, che a un certo punto c’è stata anche una discussione di un criterio oggettivo, cioè: fino a quale importo un singolo cittadino, una persona fisica ha un beneficio fiscale nel dare soldi ai partiti ? Questa soglia è di 30 mila euro. Tutti ci siamo lanciati una sfida, non è solo un tema del PD; è caro al PD, ma è una sfida di tutti. Abbassiamo questa soglia, dimezziamo i 30 mila euro e diamoci un importo ragionevole sopra il quale il diritto alla privacy decade. Beh, lo dico anche al collega stimato, onorevole Quaranta, suo tramite: mi pare che il grande inciucio tra PD e MoVimento 5 Stelle stia già traballando e dall'espressione dei pareri va in atto un altro inciucio, cioè quello per cui pur di dare addosso al PD ci si metta assieme. Io credo davvero che ci sia un elemento di verità.
  E quando si propone un emendamento come quello a prima firma della collega Dadone, che stiamo affrontando in questa fase dei lavori, e si dice che non è possibile ricevere finanziamenti da persone che non acconsentono alla pubblicità, significa prendere un parere di un'Autorità garante dello Stato, dire che non ha nessuna valenza e chiudere, oltre al finanziamento pubblico, anche il finanziamento ai privati. Io accetto tutto con grande entusiasmo, tutte le volte che ci sollecitiamo reciprocamente circa il tema della trasparenza dei tetti alle risorse e del loro corretto utilizzo, ma senza uscire dal seminato dei provvedimenti che riguardano le nostre istituzioni, altrimenti questo Parlamento fa un altro esercizio, che non è quello della buona normativa e della buona legge, ma quello propedeutico ad altri ambiti.
  Ricordava l'onorevole Cecconi un atteggiamento che ho avuto, cioè individuiamo un criterio univoco sul tema delle fondazioni; ciò perché dire che una fondazione è di riferimento perché è guidata da un amico mio, dell'onorevole Quaranta o dell'onorevole Toninelli mi pare un criterio un po’ labile, perché è come se io dicessi che il blog di un soggetto privato che fa soldi vi riguarda solo perché è intestato a Beppe Grillo; criterio che non abbiamo mai utilizzato, perché la legge presume puntuali riferimenti univoci. La polemica attiene ad un altro mestiere, tant’è vero che non vedete un emendamento che dice «se Richetti ritiene di riferimento il blog di un signore, allora gli impedisce di ricevere finanziamenti», perché giuridicamente non sta in piedi. È la cosa sulla quale ho provato a ragionare e a discutere con tutti i colleghi, anche sul tema delle fondazioni, a tal punto che Cecconi sa che questo testo è stato modificato da un suo emendamento, recepito e riformulato, e quell'emendamento fa riferimento alle fondazioni in tutto o in parte partecipate dai partiti, perché, Presidente, è l'unico criterio oggettivo per cercare di andare a regolare quei soggetti che afferiscono alla politica pur non essendo partiti.

Pag. 80

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Presidente, il relatore Richetti sa anche che un testo già modificato si può sempre modificare in Aula, il passaggio serve a questo, ed è per questo che è data la possibilità a tutti i deputati di presentare altre proposte emendative. Qui, la previsione – lo spiego agli altri colleghi che magari non sono così informati su questo provvedimento ma avranno avuto modo di vedere l'emendamento – è un divieto di accettare contributi in forma anonima. Capisco che il limite di 15 mila euro a voi sembri poco; e non è una chiusura al finanziamento privato, come dice il relatore Richetti, perché 15 mila euro non sono bruscolini, ma una somma di denaro molto importante, che dubito un privato possa dare così liberamente ad un partito. Sono somme molto importanti, che danno determinati tipi di gruppi finanziari o fondazioni, per cui è giusto che non vengano dati in forma anonima, ma piuttosto che chi li dona dica chi è, perché in questo modo i cittadini possono sapere da chi sono finanziati i partiti politici e perché hanno delle politiche di un certo genere o propongono emendamenti di una certa linea piuttosto che di un'altra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, a me fa sorridere quando si parla del Garante della privacy senza dire che è un uomo che è stato in politica 33 anni e che era praticamente del Partito Democratico, prima di entrare, nel 2012, in questo ruolo di Garante della privacy perché si citano queste fonti come se fossero indipendenti dai partiti politici, quando invece sono spesso – ed in questo caso la storia e i fatti lo dimostrano – degli uomini precedentemente politici e piazzati dai partiti in queste Autorità. Quindi, gentilmente la si smetta di fare questi riferimenti a questo tipo di documenti dell'Autorità garante.
  La nostra è una proposta di trasparenza che non faccia differenza fra le cifre, perché quando vi sono 10 mila euro donati da un cittadino, l'opinione pubblica deve avere la possibilità di conoscere appunto chi eroga questi soldi, chi vuol fare questa donazione al soggetto politico, al partito, cosa che invece il Partito Democratico non vuole, alla faccia della trasparenza e della correttezza del rapporto fra cittadini e politica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 6.110, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Pilozzi, Manciulli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  373   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Ambrosio 6.106, sul quale vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, di Commissione e Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, stiamo trattando l'articolo 6, che è l'articolo che rappresenta un po’ il significato di tutto questo provvedimento, che poteva essere probabilmente fatto con un paio di emendamenti, magari messi da qualche Pag. 81altra parte, e non una vera e propria proposta, per la portata giuridica che porta con sé; ripeto: fortunatamente. Innanzitutto ricordiamo chiaramente a quest'Aula come con il decreto-legge n. 149 del 2013, del Governo Letta, il Partito Democratico e la maggioranza avevano cancellato, avevano quindi tolto, l'obbligo di trasparenza per chi faceva donazioni partiti: con un tetto massimo a 100 mila euro, chiunque donava un partito – e lo si poteva e lo si può fare a più partiti – non c'era l'obbligo del consenso. Quindi, se non prestava il consenso, i cittadini non venivano a sapere chi aveva dato soldi al partito.
  Il MoVimento 5 Stelle ha proposto nell'emendamento precedente e nella propria proposta di legge che cosa ? Il divieto per il partito di accettare donazioni da parte di chi, anche a partire da zero euro, non ritiene di prestare il consenso alla pubblicità del proprio nome. In questo articolo, il Partito Democratico che cosa fa ? Limita la soglia che parte dai 15 mila euro a 100 mila euro, introduce la trasparenza: un'accettazione parziale di una proposta del MoVimento 5 Stelle, che è ovviamente più organica, che riguarda evidentemente le fondazioni e che propone – lo vedremo poi – un tetto massimo non di 100 mila euro ma di 18 mila euro, uniformandosi al Parlamento europeo. Abbiamo però appreso dal relatore di maggioranza come oggi il Partito Democratico e la maggioranza che ha scritto questa proposta abbiano appaltato a un'Autorità indipendente, in questo caso della privacy, la stesura e la scrittura delle leggi. E mi pare, se non sbaglio, di aver sentito dal relatore per la maggioranza come, leggendo il parere del presidente dell'autorità indipendente per la privacy, abbia iniziato con «salvo diverse disposizioni di legge». Quindi, dal nostro punto di vista, è un modo per mascherare la responsabilità del Partito Democratico di non voler dichiarare chi è colui che dona al di sotto di una certa cifra. E 15 mila euro, diciamolo chiaramente, non è una cifra così bassa perché se il reddito medio in Italia si aggira a poco più di 20 mila euro, ci sembra che sia una cifra importante.
  Ma andiamo all'emendamento in sé. L'emendamento è un altro pezzo della proposta di legge del MoVimento 5 Stelle sulle candidature pulite e dice una cosa ci sembra di assoluto buonsenso, ossia dice chiaramente che i partiti non possono accettare denari da persone giuridiche o persone fisiche non iscritte nelle liste elettorali, provenienti dall'estero. Io a questo punto veramente chiedo che il relatore ci indichi la motivazione per la quale una società estera debba, voglia e possa dare 100 mila euro ad un partito; società che ha sede legale all'estero o persona fisica che non vota in Italia, non è iscritta nelle liste elettorali per votare in Italia, che ha doppia cittadinanza. Chiedo la motivazione per la quale dovrebbe essere normale che una società estera si compri parzialmente o per un argomento specifico un partito. Magari si sta parlando di aumentare le tasse sul tabacco e una multinazionale dà 100 mila euro al partito. Magari poi ne dà un milione, due milioni alla fondazione, tanto sappiamo che non c’è alcun tipo di regolamentazione sull'erogazione di soldi dati alle fondazioni, che poi ovviamente vanno al partito perché sono le casseforti dei partiti. Ma parliamo di partiti: quindi questa società estera del tabacco dà 100 mila euro al Partito Democratico. E perché dovrebbe darli ? Va bene, c’è la trasparenza. Per l'amor del cielo, in questo caso c’è la trasparenza, ma ci spiegate perché una società estera dovrebbe dare soldi ad un partito italiano ? Secondo noi non c’è alcuna ragione per permettere che una società estera finanzi i partiti italiani, anche se, ripeto, è stata introdotta per fortuna una sufficiente trasparenza che va da 15 mila a 100 mila euro.
  Io spero, Presidente, che ci sia una giustificazione, così magari possiamo anche prenderne atto, ma sono sicuro che una giustificazione plausibile ci possa essere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

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  FEDERICA DIENI. Grazie Presidente. Vorrei ricordare al collega Richetti che un conto è parlare di privacy e di dati sensibili in relazione, ovviamente, al voto degli elettori; altro, invece, relativamente alla contribuzione volontaria che appunto viene fatta a favore di un partito. Infatti, voi tanto invocate la privacy, i dati sensibili, eccetera, però voi disponete della dichiarazione di elettore che appunto richiedete per votare alle vostre primarie e, quindi, non si capisce perché non consentite e quindi non richiedete la possibilità, quindi il dovere del cittadino, di dichiarare i propri dati qualora appunto doni al vostro partito una cifra così ingente. Infatti, parliamo di 15 mila euro netti annui che è una cifra ingente, che un cittadino normale non può permettersi di donare a un partito. Quindi, qui chiediamo una parola sola: trasparenza; trasparenza politica perché i cittadini devono sapere chi finanza i partiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. La ringrazio Presidente. Vorrei chiedere una spiegazione, magari al collega Toninelli. L'emendamento presentato, il 6.106, chiede che non vengano accettati contributi, tra le varie categorie citate, da persone fisiche non iscritte alle liste elettorali; contribuzioni che si trovino all'estero o provengano dall'estero. Chiedevo una spiegazione su questo passaggio e traduco dall'inglese: se voi siete romani e avete visitato questa bella città o siete turisti che avete visitato e amate Roma, potete fare qualcosa ed essere parte di questo cambiamento. Anche una piccola donazione può aiutarci a raggiungere un grande obiettivo. Sto leggendo dal sito della signora Virginia Raggi, candidata sindaca di Roma (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il titolo della casella si chiama: donate dall'estero (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Mi domandavo di questo tipo di donazioni che la signora Virginia Raggi chiede all'estero a persone che non sono iscritte alle liste elettorali, cioè esattamente alla categoria di persone per la quale un emendamento del medesimo movimento dell'avvocato Raggi chiede che siano vietate. Mi domandavo se c’è una collimazione tra i due testi, cioè tra il testo dell'emendamento che ci dice che questo tipo di richiesta dovrebbe essere vietata per legge – se fosse approvato l'emendamento D'Ambrosio 6.106 – e il sito del movimento di cui fa parte l'avvocato Raggi (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che dice che le persone abitanti all'estero, rientranti esattamente nella categoria che qui si vuole vietare, possono donare soldi alla campagna elettorale dell'avvocato Raggi. Se magari per il suo tramite, Presidente, il collega Toninelli mi spiega l'ineffabile coincidenza di ciò che si vuole vietare e di ciò che si vuole accettare, le sarò grato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie Presidente. Ma glielo spiego benissimo al collega Fiano. L'appello che ha appena letto riguarda evidentemente delle persone fisiche, ossia dei romani che sono residenti all'estero o degli italiani che sono qui in giro per Roma e possono fare una donazione. Il nostro emendamento dice semplicemente che le persone giuridiche, ossia aziende o associazioni o qualsiasi altra forma, ma che non siano persona fisica, all'estero, non possono fare una donazione a un partito italiano e che una persona fisica, se non è iscritta alle liste elettorali, quindi se non è un cittadino italiano o un cittadino che prima era straniero, ma ha preso la cittadinanza e oggi vota sul suolo italiano, non può donare soldi al partito o al movimento. È una cosa completamente diversa. In altre parole, ricevere soldi da un fondo off-shore, da un'associazione o Pag. 83da un'azienda estera, piuttosto che ricevere soldi da una persona fisica che è italiana, ma è all'estero: si sta parlando esattamente di una cosa completamente diversa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 6.106, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan, Carrescia, Bonaccorsi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  373   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 6.107, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  368   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato sì  91    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 6.108, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza per Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pes, Covello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  372   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  297    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 6.8, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  377   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no  354    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 6.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 84
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  378   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  275    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato D'Ottavio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Civati 6.116, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza per Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e sul quale il relatore di minoranza per il MoVimento 5 Stelle si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  329   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  279    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Baroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Furnari 6.109, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio, Stumpo, Carocci, Marcon, Baroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  372   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  337    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Baroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Attorre 6.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, Latronico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  371   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  277    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 6.12, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore SI e con il parere favorevole del relatore Cinquestelle.Pag. 85
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Coppola.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  370   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  295    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 6.73, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Caso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  386   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no  359    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 6.72, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  377   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  352    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 6.71, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Giorgis, Tancredi, Pilozzi, D'Uva, Ragosta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  383   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no  356    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 6.70, con il parere contrario della Commissione, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Gadda... Allora ci siamo ? Tutti hanno votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  381   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no  354.    

Pag. 86

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 6.69, su cui i pareri sono tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, tutti hanno votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  375   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   26    
    Hanno votato no  349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 6.68, su cui i pareri sono tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno tutti votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  374   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 6.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Colleghi, ho già presentato in Commissione questo emendamento e ho ritenuto di ripresentarlo in Aula perché mi ha sorpreso, appunto, la sua bocciatura in Commissione. L'emendamento stabilisce che la dichiarazione congiunta, che viene effettuata da parte di chi eroga un fidanzamento o dalla parte che lo riceve, debba prevedere, al suo interno, una sezione riservata al rilascio del consenso da parte dell'erogante alla sua pubblicazione. La finalità è semplicemente quella di cercare, nei limiti del possibile, di agevolare almeno materialmente il rilascio del consenso alla pubblicazione da parte di chi effettua il finanziamento ai partiti. Si tratta semplicemente di agevolare chi vuole finanziare i partiti a dare il proprio consenso alla pubblicazione.
  Mi rivolgo soprattutto al relatore e al Governo: spiegatemi che c’è che non va in questa disposizione. Non è che prevediamo un obbligo; quello che proponiamo è semplicemente di saltare un passaggio: quando si procede alla dichiarazione congiunta contestualmente e con un unico documento si consente all'erogante, che firma la dichiarazione congiunta, di dare anche il consenso alla pubblicazione dei dati. Quindi, si tratta di una facilitazione dal punto di vista operativo. Dire «no» a questa deposizione fa venire il sospetto che ci sia la volontà di disincentivare il rilascio del consenso alla pubblicazione della relazione effettuata (quindi, alla faccia della trasparenza !). Noi cerchiamo semplicemente di agevolare la trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, sempre per evitare interpretazioni bizzarre, l'onorevole Cozzolino sta proponendo un emendamento che dice che in fondo al modulo con cui si fa la dichiarazione congiunta vi Pag. 87sia una casella da barrare o meno. La risposta che io ho dato in Commissione e che gli ripropongo qui, sapendo che non lo soddisferà come è accaduto in Commissione, è che questo modulo, questa dichiarazione, vale per tutti gli importi. Vorremmo evitare che tecnicamente si negasse il consenso laddove non lo si può fare, perché ricordiamo che in questo provvedimento si stabilisce che gli importi sopra i 15 mila euro non possono prevedere il diniego del consenso. Quindi, pur apprezzando l'intento, ci sembra che facendo un'unica modulistica le intenzioni non vengano raggiunte e ciò può prestare addirittura il fianco a dichiarazione congiunta raccolta, importo di 20 mila o 25 mila euro ed espressione o meno di un consenso, che non è richiesto perché non è consentito.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 6.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Marotta, Pilozzi. Tutti hanno votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  369   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  257.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 6.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Questo emendamento cerca di dare un minimo di luce in merito ai finanziamenti che i partiti ricevono da parte degli istituti di credito, dalle banche o da qualsiasi altro istituto di credito che dona – cioè non che dona, ma che stipula un mutuo con il partito stesso – perché noi crediamo che sia interessante, da parte del cittadino, sapere se un partito ha ricevuto un mutuo o un finanziamento anche cospicuo, magari con un tasso evidentemente agevolato. Se poi questo partito magari vince le elezioni e quando governa il Paese fa delle leggi a favore degli istituti bancari, queste banche, che hanno favorito dei mutui e dei finanziamenti al partito che ha vinto, ricevono un occhio di riguardo da parte della politica.
  Noi non diciamo che i mutui privati di ogni candidato e quindi di un candidato sindaco, piuttosto che di un singolo parlamentare o di un consigliere regionale, debbano essere messi sul sito Internet e pubblicati, perché chiaramente tutti noi – o la maggior parte di noi – abbiamo un mutuo per comprare una casa o un finanziamento per acquistare una macchina. Non è su questo che noi vorremmo trasparenza o accendere un faro, anche se non ci sarebbe, dal nostro punto di vista, nulla di male, ma non lo imponiamo per legge a tutti quanti. Invece, riteniamo che sia fermamente necessario quello che dicevo poc'anzi: cioè, non è molto trasparente e non ci sembra affatto corretto che un partito che riceve un finanziamento o un mutuo – e questo rimane nella correttezza, perché un partito può chiedere un finanziamento o accendere un mutuo – non sia tenuto a pubblicarlo, visto che si parla di trasparenza di bilanci, e dichiarare espressamente ai cittadini che tipo di mutuo è e che tasso d'interesse ha, perché i rapporti tra politica e banche sono troppo opachi e i numerosi provvedimenti sulle banche, che sono stati fin troppi in questa legislatura, ci dicono che i rapporti tra il Partito Democratico, Forza Italia e, insomma, tutti i partiti che sono all'interno del Parlamento e gli istituti bancari sono troppo opachi. Credo, dunque, che i Pag. 88cittadini abbiano tutto l'interesse di sapere quando loro vanno in banca che tipo di mutuo ricevono e che interesse ricevono e quando ci va un partito che tipo di interesse e che tipo di finanziamento riceve il partito stesso.
  Soprattutto, ad un cittadino che chiede un finanziamento per comprare una macchina magari gli viene detto di no perché non ha nessuna garanzia da mettere sul piatto, mentre un partito politico che magari ha le casse completamente in dissesto e milioni di euro di debiti riceve plasticamente e tranquillamente un finanziamento dalla banca, banca che magari poco dopo potrebbe ricevere un provvedimento ad hoc o un provvedimento che non pare essere a favore della banca che ha fatto il finanziamento ma che, se si va a guardare bene, poi è un favore proprio per quella banca o per quella finanziaria. Se si parla di trasparenza allora che si parli di trasparenza anche per i finanziamenti e per i mutui ricevuti dagli istituti di credito. Dunque, non si capisce la motivazione per cui queste cose debbano essere tenute segrete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI, Relatore per la maggioranza. Presidente, mi scuso per la continuità degli interventi, ma avanti di questo passo sentiremo dire che la realizzazione di quest'Aula è stato il più grande interesse per la lobby del legno, perché bisogna che mettiamo un limite alla lettura delle cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo articolato prevede l'obbligo di mettere in chiaro, in trasparenza, in evidenza e di pubblicare tutti i finanziatori di un partito. Poi c’è una disposizione che dice: se quel partito fa un mutuo che sono soldi da restituire perché il mutuo non è un finanziamento – e magari per molti italiani il mutuo fosse un finanziamento del quale non più render conto – questa clausola non vale. Ma perché, onorevole Cecconi, non vale ? Perché un muto va iscritto a bilancio, perché di un mutuo, con questa normativa, ma, devo dire, con quella precedente, c’è più che tracciabilità nel bilancio nel rendiconto che il partito deve presentare e, poiché non trattasi di finanziamento da utilizzare senza restituzione, ma trattasi di prestito, lo troviamo nella contabilità e nella gestione tra entrate e uscite di un partito, a tal punto che l'emendamento che lei produce esonera, come lei sa, i punti al successivo comma riguardanti le persone fisiche, i candidati, i consiglieri, i deputati e lascia solo le prime due lettere, ossia partiti e gruppi parlamentari, con questo tipo di onere. Ma i partiti e i gruppi parlamentari presentano un bilancio: i partiti alla Commissione; i gruppi parlamentari alla Camera. Quando depositano questo bilancio l'accensione di un mutuo e il pagamento delle continue rate – ahimè – ha altro che tracciabilità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUIGI DI MAIO (ore 19,45)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Presidente, dico al collega Richetti, innanzitutto sull'emendamento precedente, per quel che riguarda i moduli – dicevamo prima del consenso nel pubblicare o meno una certa donazione –, che basta fare due moduli diversi per quelli sopra una certa cifra e per quali sotto una certa cifra e si sarebbe comunque risolto il problema.
  Anche in questo caso, per questo emendamento, la soluzione del problema è molto semplice: visto che, comunque, questi finanziamenti, questi mutui vengono specificati all'interno di quelli che sono i bilanci, perché, a questo punto, non pubblicizzarli e pubblicarli sul sito, messo in piedi da ogni forza politica, da ogni movimento politico, così come noi chiediamo ? Pag. 89Semplicemente per un altro motivo: perché, comunque, è molto più facile per un cittadino consultare un sito Internet rispetto ad un bilancio di un partito, che molte volte è composto da macro voci prettamente incomprensibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 6.111.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cominardi, De Lorenzis.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  367   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nardi 6.142, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Quaranta e con il parare contrario del relatore di minoranza Toninelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Di Benedetto, Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  352   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  269    
    Hanno votato no  83.

  La Camera approva (Vedi votazioni).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 6.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Intervengo per capire la ratio del commento, della non volontà di accettare questo emendamento, che praticamente vuole inserire i sindaci fra le cariche istituzionali che devono essere soggette alla dichiarazione congiunta qualora ricevano delle somme di finanziamento. Capisco i gruppi parlamentari, i membri del Parlamento; posso capire i consigli regionali, metropolitani – quelli già provinciali un po’ meno perché non ci saranno più, stante la vostra riforma, e, comunque, non esistono più – e comunali.
  Il sindaco ha il potere che ha: soprattutto il sindaco metropolitano, il sindaco di capoluogo, il sindaco delle grandi città hanno un potere ovviamente maggiore rispetto al consigliere comunale, benché il consigliere comunale gli voti la fiducia e gli voti il bilancio per mandare avanti la legislatura. Si inserisce il consigliere comunale di un comune con una fattispecie globale di 80 abitanti e non si inserisce il sindaco metropolitano, per esempio. Nelle fattispecie qui inserite, nell'elencazione letterale, non sono previste delle limitazioni da un punto di vista di numero di abitanti. Quindi, il consigliere comunale di un comune di 80 abitanti deve presentare la dichiarazione congiunta e il sindaco metropolitano di Torino, se riceve finanziamenti, è libero di non indicare queste somme che riceve.
  Io non lo faccio per polemica, ma mi sembra che sarebbe corretto inserire anche la carica di sindaco, visto che inseriamo il consigliere regionale, metropolitano, provinciale, comunale; ci manca proprio solo il sindaco, è l'unica carica che manca rispetto a tutte le cariche istituzionali del testo unico degli enti locali. Poi parleremo dei membri del Governo, ma su questo emendamento parliamo dei sindaci.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 90
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 6.18. I pareri sono tutti contrari, eccetto quello del relatore di minoranza Toninelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  357   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Parentela ha segnalato che ha erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Invernizzi 6.23 e Centemero 6.28. I pareri sono tutti contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  353   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no    326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Attorre 6.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  362   
   Votanti  354   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no    251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Vi informo che c’è un'intesa tra i gruppi per finite i nostri lavori, oggi, per le 20.30.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 6.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  361   
   Votanti  352   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no    249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Simonetti 6.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Vorremmo inserire all'interno del letterato anche il finanziamento alle fondazioni, che deve essere soggetto alle dichiarazioni congiunte. Facciamo riferimento a quelle fondazioni che sono emanazione Pag. 91di partiti o alle quali partecipano cariche di presidenza dei partiti. Facciamo riferimento a questo emendamento perché troviamo incompleto quanto previsto dal comma 4 dell'articolo 5 del decreto-legge n. 149 che parla delle trasparenza delle fondazioni ma, al comma 4, fa riferimento a quanto previsto al comma 1 dell'articolo 5 del decreto n. 149. Quest'ultimo afferma che sostanzialmente le fondazioni devono assicurare la trasparenza e l'accesso all'informazione relativa al proprio assetto statutario, agli organi associativi, al funzionamento interno, ai bilanci compresi i rendiconti ma non parla assolutamente di fare le dichiarazioni congiunte rispetto ai finanziamenti che riceve perché, come è già stato dibattuto prima, all'interno del bilancio della fondazione può esserci il capitolo che indica in modo generico quali siano le entrate e quindi non si sa potrà mai sapere chi sono i finanziatori di quella fondazione. Mi pare un emendamento che va nella logica nella massima trasparenza e non capisco perché il relatore voglia nuovamente esprimere un parere contrario a questa apertura che toglierebbe molti dubbi, molte dietrologie rispetto a determinate fondazioni che pullulano molto più a sinistra rispetto che a destra a livello di emanazione di partiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente, intervengo per annunciare una cosa che penso sia la più ovvia del mondo cioè che il MoVimento 5 Stelle voterà a favore di tutti quegli emendamenti, da questo in poi, a favore delle fondazioni anche se non hanno quella definizione di fondazione che poi andremo a prendere successivamente. Sappiamo perfettamente – vorremmo veramente aprire un dibattito e speriamo di poterci permettere di mantenere un livello di toni normali in questo dibattito – che le fondazioni sono quelle associazioni ad oggi prive di regolamentazione, che non hanno alcun tipo di obbligo nel deposito dei bilanci e non hanno alcun tipo di obbligo nell'imporre la trasparenza nei confronti dei loro finanziatori. Sappiamo altrettanto, Presidente, come la definizione di fondazione inserita nel decreto-legge n. 149 sulla «finta» abolizione del finanziamento pubblico ai partiti di Letta prevedeva delle norme inserite sull'erogazione delle donazioni liberali ai partiti e alle fondazioni: peccato che è completamente aggirata. Le fondazioni stanno anche aumentando perché, avendo inserito dei tetti nelle erogazioni ai partiti, la fondazione diventa il luogo reale, vera cassaforte, dei finanziamenti ai partiti. Quindi in queste fondazioni ci sono uomini politici, in queste fondazioni ci sono direttivi nominati da organi politici o direttamente da politici o persone che rappresentano politici o partiti. Vorrei veramente capire e chiedo anche l'attenzione, tramite lei Presidente, del relatore di maggioranza, come mai e sulla base di quali considerazioni il Partito Democratico oggi non intenda aprire un dibattito sulle fondazioni. Lo ricorderemo più avanti, l'abbiamo ricordato anche poco fa. Il Presidente del Consiglio ha chiesto al MoVimento 5 Stelle di scrivere insieme al Partito Democratico una norma sulle fondazioni. Prima di arrivare alla proposta del MoVimento 5 Stelle, che affronteremo sicuramente domani e che è più avanti come emendamento, vorremmo capire quale sia la valutazione del Partito Democratico sulla materia fondazioni, se è d'accordo o meno sulla constatazione, che è un fatto, che oggi le fondazioni rappresentano la cassaforte dei partiti dove i big di partito si incrociano con le società private che nella maniera più occulta li finanziano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vorremmo capire se il Partito Democratico ha o meno intenzione di fare capire ai cittadini quale è la motivazione per cui prende le scelte politiche, qual è la motivazione per cui arriva un emendamento della Total di Tempa Rossa che diventa legge alle quattro di notte. Vorremmo capire se il Partito Democratico vuole o meno fare Pag. 92quello che parzialmente sta facendo sulle donazioni ai partiti: il Partito Democratico – lo domando, tramite lei, al relatore Richetti – vuole o meno intervenire sulle fondazioni perché, se non dovesse intervenire, pare chiarissimo come la cassaforte dei soldi che indirizzano le scelte verso le banche e le lobby del Partito Democratico siano le fondazioni che il Partito Democratico vuole continuare a difendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Rettifico che l'accordo tra i gruppi prevede la chiusura alle 20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. La ringrazio, Presidente. Era solo per ricordare all'Aula che nella riforma del Terzo settore che abbiamo approvato due settimane fa, all'articolo 3 che riguarda tutti gli enti che sono ricompresi nel Titolo secondo del Libro primo del Codice civile, quindi non solo gli enti di Terzo settore ma tutti gli enti del Titolo secondo, del Libro primo, quindi anche le fondazioni di qualsiasi genere, sono sottoposte a regole ed obblighi di trasparenza, indipendentemente dal fatto che siano politiche, culturali, liriche e sinfoniche od altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 6.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese... Iannuzzi Cristian... Carloni... Iannuzzi Cristian...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  346   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no    244.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.

Su un lutto del deputato Michele Mognato (ore 20).

  PRESIDENTE. Comunico che il collega Michele Mognato è stato colpito da un grave lutto, la perdita del padre. Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire l'espressione della più sentita partecipazione al suo dolore che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge.

  PRESIDENTE. Avverto che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sottoindicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del regolamento:
  alla IX Commissione (trasporti):
   TULLO ed altri:
    «Modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti (2721) (la Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Pag. 93

Sui lavori dell'Assemblea e annunzio di un'informativa urgente del Governo.

  PRESIDENTE. Avverto che secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi il seguito della discussione della relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana approvata dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni la contraffazione, già previsto all'ordine del giorno dei lavori di questa settimana, è rinviato alla prossima settimana, dopo gli altri argomenti già previsti.
  Avverto inoltre che nella seduta di mercoledì 15 giugno, alle ore 16,15, avrà luogo un'informativa urgente del Governo relativa al negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sull'Accordo di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, noto come TTIP.
  Avverto infine che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, l'esame della proposta di legge n. 1159 recante modifiche alla disciplina in materia di contributi universitari, già previsto nel vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 20 giugno, è rinviato ad altra data, che sarà stabilita in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori.

  TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANO ARLOTTI. Grazie, Presidente. Con questo in mio intervento vorrei sollecitare una risposta all'interrogazione a risposta scritta da me presentata il 25 novembre dello scorso anno tuttora in attesa di risposta da parte del Ministero della salute. La legge 9 gennaio 1989, n. 13 ha dettato disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati introducendo per i portatori di menomazioni o limitazioni funzionali permanenti la possibilità di richiedere un contributo per le spese sostenute per opere volte all'eliminazione delle barriere architettoniche e istituendo un Fondo per le l'eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Ma l'ultimo finanziamento di questo Fondo risale alla legge finanziaria n. 350 del 2003 che è stato dichiarato fra le altre cose illegittimo dalla Corte costituzionale perché non sono consentiti i finanziamenti a destinazione vincolata in materie e funzione la cui disciplina spetti alla legge regionale. Da anni quindi questa legge non è più destinataria di fondi statali, facendo così venir meno un importante strumento a favore delle persone diversamente abili. Ritengo quindi che sia necessario che il Governo faccia chiarezza in materia e assuma iniziative per reperire le risorse volte al finanziamento delle misure per il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche, aprendo anche un tavolo con enti locali, regioni e associazioni.

  FABIO PORTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABIO PORTA. Signor Presidente, onorevoli deputati, ieri ci è giunta dal Venezuela una nuova, drammatica notizia: un nostro concittadino, un servitore dello Stato, Mauro Monciatti, l'addetto contabile del nostro consolato a Caracas, è stato brutalmente assassinato sull'uscio della sua abitazione. Purtroppo non è la prima vittima italiana di questa ondata perdurante e crescente di violenza che ormai ha invaso il Paese sudamericano da alcuni mesi, buttandolo in una crisi economica, sociale, politica ed istituzionale devastante. Voglio trasmettere alla famiglia, alla moglie e alle due figlie, il mio sentimento di dolore, le condoglianze del mio gruppo, quello del Partito Democratico, e credo di tutto il Parlamento. Voglio chiedere ancora una volta e da questa tribuna, al Governo, di rispondere tempestivamente alla pressante richiesta che ci arriva da quel Paese, in particolare dai nostri connazionali. Servono medicine, serve una soluzione definitiva al problema del pagamento Pag. 94delle pensioni, in una parola: non giriamoci dall'altra parte, rispetto a un dramma che ci riguarda da vicino e che ha bisogno di risposte chiare ed urgenti da parte dell'Italia.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, credo sia giusto ricordare un protagonista dello sport morto nei giorni scorsi a 74 anni, Cassius Clay, Muhammad Ali, così come voleva essere chiamato. Un protagonista del pugilato, lo ricordiamo agile, veloce, ma anche potente sul ring. È stato campione mondiale ed olimpionico, lo vogliamo però anche ricordare per il suo impegno che ha profuso nel campo dei diritti civili e per la pace: preferì andare in carcere invece di impugnare le armi in Vietnam. Questo protagonista dello sport va anche ricordato per quello che ha fatto nel momento in cui è stato colpito da una malattia molto grave; lo voglio dire da medico. È stato tenace, ha avuto grande dignità, non si è piegato ad una malattia che colpisce i muscoli però fa mantenere, in chi è forte, dignità e consapevolezza dei propri mezzi. Ha rappresentato tanti ammalati anonimi, però ha voluto manifestare anche tanto coraggio, non si è mai nascosto.
  Lo ricordiamo con le braccia tremanti mentre dava fuoco alla fiamma olimpica, quelle stesse braccia che hanno fatto tremare il mondo. Non si è nascosto e ha indicato la strada che con dignità si può affrontare anche con una malattia così pesante. Credo che la Camera lo debba ricordare proprio per il suo impegno civile, ma anche per questa testimonianza di fronte ad una grave malattia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Presidenza si associa.

  MARCO BRUGNEROTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO BRUGNEROTTO. Presidente, sarò velocissimo; invito il Governo a rispondere sollecito ad alcune mie interrogazioni. Sono una dozzina, mi scusi se sarò prolisso, ma cercherò di fare un veloce. Gli atti sono i numeri 4-06977, 4-11959, 4-10970, 4-13032, 4-13028, 4-13027, 4-12810, 4-12636, 4-012473, 4-12353, 4-12335 e 4-12035.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 8 giugno 2016, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16,15)

  1. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   MARCO MELONI ed altri; FONTANELLI ed altri; FORMISANO; LORENZO GUERINI ed altri; PALESE; ROBERTA AGOSTINI ed altri; ZAMPA; D'ALIA; ROCCELLA ed altri; CENTEMERO; CARLONI ed altri; GIGLI ed altri; PARRINI ed altri; QUARANTA ed altri; MAZZIOTTI DI CELSO ed altri; TONINELLI ed altri; D'ATTORRE ed altri; MUCCI e PRODANI; VARGIU ed altri; CRISTIAN IANNUZZI; MISURACA; PISICCHIO: Disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica (C. 2839-3004-3006-3147-3172-3438-3494-3610-3663-3693-3694-3708-3709-3724-3731-3732-3733-3735-3740-3788-3790-3811-A).
  — Relatori: Richetti, per la maggioranza; Toninelli e Quaranta, di minoranza.

Pag. 95

  2. – Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2721.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   S. 54-B – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: AMATI ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale (Approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato) (C. 2874-B).
  — Relatori: Verini e Sarro.

  4. — Seguito della discussione delle mozioni Pisicchio e Palese n. 1-01192, Vacca ed altri n. 1-01268, Centemero e Occhiuto n. 1-01283, Borghesi ed altri n. 1-01289, Brignone ed altri n. 1-01293, Ghizzoni ed altri n. 1-01294 e Marzano ed altri n. 1-01295 concernenti iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale.

  (ore 15)

  5. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

  alla IX Commissione (Trasporti):
   TULLO ed altri: «Modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti» (2721).

  (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

  La seduta termina alle 20,10.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 2839 e abb. - A - em. 1.50 374 368 6 185 102 266 82 Resp.
2 Nom. em. 1.1 386 358 28 180 55 303 80 Resp.
3 Nom. articolo 1 389 274 115 138 272 2 80 Appr.
4 Nom. em. 2.53 383 377 6 189 119 258 79 Resp.
5 Nom. em. 2.61 381 293 88 147 39 254 80 Resp.
6 Nom. em. 2.6 391 299 92 150 53 246 80 Resp.
7 Nom. em. 2.55 399 323 76 162 68 255 80 Resp.
8 Nom. em. 2.63 394 280 114 141 13 267 80 Resp.
9 Nom. em. 2.7 397 349 48 175 43 306 79 Resp.
10 Nom. em. 2.64 403 301 102 151 33 268 78 Resp.
11 Nom. em. 2.37 406 390 16 196 34 356 79 Resp.
12 Nom. em. 2.65 409 306 103 154 35 271 77 Resp.
13 Nom. em. 2.21, 2.24 399 324 75 163 47 277 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.66 396 318 78 160 42 276 77 Resp.
15 Nom. em. 2.58 404 325 79 163 43 282 77 Resp.
16 Nom. em. 2.29 405 378 27 190 44 334 77 Resp.
17 Nom. em. 2.8 406 381 25 191 71 310 77 Resp.
18 Nom. em. 2.11 410 388 22 195 43 345 77 Resp.
19 Nom. em. 2.26 407 313 94 157 38 275 77 Resp.
20 Nom. em. 2.9 402 373 29 187 37 336 76 Resp.
21 Nom. em. 2.30 404 392 12 197 4 388 76 Resp.
22 Nom. em. 2.5 401 374 27 188 54 320 77 Resp.
23 Nom. em. 2.50 408 389 19 195 45 344 77 Resp.
24 Nom. em. 2.51 368 362 6 182 34 328 92 Resp.
25 Nom. em. 2.4 385 347 38 174 17 330 89 Resp.
26 Nom. em. 2.1 390 349 41 175 20 329 89 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.2 404 390 14 196 50 340 88 Resp.
28 Nom. em. 2.3 407 375 32 188 35 340 88 Resp.
29 Nom. em. 2.52 398 390 8 196 34 356 88 Resp.
30 Nom. em. 2.69 412 403 9 202 37 366 88 Resp.
31 Nom. em. 2.56 409 331 78 166 16 315 88 Resp.
32 Nom. articolo 2 419 298 121 150 255 43 87 Appr.
33 Nom. articolo agg. 2.02 392 374 18 188 35 339 86 Resp.
34 Nom. articolo agg. 2.03 397 376 21 189 28 348 85 Resp.
35 Nom. articolo agg. 2.050 387 369 18 185 25 344 86 Resp.
36 Nom. em. 3.1 387 376 11 189 16 360 86 Resp.
37 Nom. em. 3.3 407 397 10 199 78 319 86 Resp.
38 Nom. em. 3.24 395 377 18 189 101 276 85 Resp.
39 Nom. em. 3.18 404 287 117 144 2 285 85 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.4 403 388 15 195 32 356 85 Resp.
41 Nom. em. 3.5 409 395 14 198 111 284 86 Resp.
42 Nom. em. 3.56 409 349 60 175 311 38 86 Appr.
43 Nom. articolo 3 408 285 123 143 250 35 85 Appr.
44 Nom. em. 4.5 403 385 18 193 109 276 84 Resp.
45 Nom. em. 4.6 400 365 35 183 95 270 84 Resp.
46 Nom. em. 4.9 395 382 13 192 109 273 83 Resp.
47 Nom. em. 4.10 396 379 17 190 111 268 83 Resp.
48 Nom. em. 4.7 401 381 20 191 60 321 83 Resp.
49 Nom. articolo 4 402 335 67 168 306 29 83 Appr.
50 Nom. em. 5.3 385 358 27 180 27 331 83 Resp.
51 Nom. em. 5.51 rif. 386 370 16 186 347 23 83 Appr.
52 Nom. em. 5.54 388 287 101 144 256 31 83 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 5.7 398 379 19 190 87 292 83 Resp.
54 Nom. em. 5.50 402 361 41 181 14 347 83 Resp.
55 Nom. em. 5.5 403 376 27 189 33 343 83 Resp.
56 Nom. em. 5.6, 5.9 401 296 105 149 20 276 83 Resp.
57 Nom. em. 5.59 407 391 16 196 112 279 84 Resp.
58 Nom. em. 5.60 rif. 408 320 88 161 315 5 84 Appr.
59 Nom. articolo 5 413 257 156 129 251 6 83 Appr.
60 Nom. articolo agg. 5.01 407 369 38 185 38 331 83 Resp.
61 Nom. articolo agg. 5.051 409 378 31 190 39 339 83 Resp.
62 Nom. em. 6.110 386 373 13 187 105 268 83 Resp.
63 Nom. em. 6.106 386 373 13 187 92 281 83 Resp.
64 Nom. em. 6.107 384 368 16 185 91 277 83 Resp.
65 Nom. em. 6.108 384 372 12 187 75 297 83 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 6.8 392 377 15 189 23 354 83 Resp.
67 Nom. em. 6.1 390 378 12 190 103 275 83 Resp.
68 Nom. em. 6.116 397 329 68 165 50 279 83 Resp.
69 Nom. em. 6.109 398 372 26 187 35 337 83 Resp.
70 Nom. em. 6.10 394 371 23 186 94 277 83 Resp.
71 Nom. em. 6.12 393 370 23 186 75 295 83 Resp.
72 Nom. em. 6.73 397 386 11 194 27 359 83 Resp.
73 Nom. em. 6.72 387 377 10 189 25 352 83 Resp.
74 Nom. em. 6.71 394 383 11 192 27 356 83 Resp.
75 Nom. em. 6.70 392 381 11 191 27 354 83 Resp.
76 Nom. em. 6.69 386 375 11 188 26 349 82 Resp.
77 Nom. em. 6.68 385 374 11 188 25 349 82 Resp.
78 Nom. em. 6.15 380 369 11 185 112 257 82 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 85)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 6.111 377 367 10 184 103 264 81 Resp.
80 Nom. em. 6.142 380 352 28 177 269 83 81 Appr.
81 Nom. em. 6.18 367 357 10 179 91 266 81 Resp.
82 Nom. em. 6.23, 6.28 366 353 13 177 27 326 81 Resp.
83 Nom. em. 6.100 362 354 8 178 103 251 81 Resp.
84 Nom. em. 6.26 361 352 9 177 103 249 81 Resp.
85 Nom. em. 6.24 356 346 10 174 102 244 81 Resp.