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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 631 di mercoledì 25 maggio 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,05.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Boccia, Matteo Bragantini, Bueno, Centemero, Dambruoso, Dellai, Fico, Fontanelli, Locatelli, Marazziti, Nicoletti, Pes, Pisicchio, Rosato, Rossomando, Sanga, Schullian, Scotto, Sereni e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
  Colleghi, avremmo ora all'ordine del giorno il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3822: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca, ma purtroppo non è presente – e di questo mi rammarico con tutti i colleghi – il rappresentante del Governo e quindi sono costretto a sospendere la seduta in attesa che il Governo sia presente.

Sull'ordine dei lavori.

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, io penso che questo sia uno schiaffo alle persone che, comunque, sono arrivate qui questa mattina per cercare di fare una dichiarazione di voto. Ora, oltre all'inutilità, mi permetta, anche se ho riconosciuto la buona fede del sottosegretario, ieri, che, in evidente stato di imbarazzo, ha cercato di mantenere una linea su quello che di fatto è accaduto in seno a questo provvedimento, io, Presidente, denuncio in modo forte questa cosa. Stamattina ci troviamo in Aula alla Camera dei deputati e non c’è – non c’è ! – il Governo ad ascoltare le dichiarazioni di voto, ad ascoltare la discussione delle persone che sono venute qui per cercare di farlo. Ora, a questo punto, è arrivato, meno male, meglio tardi che mai, immagino che non si debba più sospendere la seduta, ma si possa continuare con i nostri lavori.

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  PRESIDENTE. Onorevole Toccafondi, ovviamente la seduta era convocata alle 9, sono le 9,11, davvero spero che non si ripeta un episodio così spiacevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2299 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (Approvato dal Senato) (A.C. 3822) (ore 9,12).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3822: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3822)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, il provvedimento oggi in esame e in votazione mette in evidenza all'attenzione del Governo, in tema di educazione, di ricerca e del sistema scolastico italiano, ed è evidente che li considera delle priorità nella sua azione di governo. E io dico: finalmente sono molto contenta che lo faccia questo Governo in questa legislatura, perché dopo anni l'Italia ha messo al centro della sua azione la cultura in senso lato e lo fa attuando disposizioni essenziali.
  È un testo, questo, che interviene con urgenza per delineare, definire e correggere alcuni punti rimasti in sospeso con la legge sulla «Buona scuola» e la completa con misure qualificanti. Complessivamente in questo provvedimento ci sono tantissime luci e anche qualche ombra. Metto in fila alcuni punti qualificanti, non in ordine di importanza.
  Primo fra tutti, il sistema della formazione superiore e della ricerca: questo provvedimento finanzia con 3 milioni la stabilizzazione della Scuola di dottorato internazionale Gran Sasso, una iniziativa importante per il mondo della ricerca, ma anche per il territorio abruzzese e per quello nazionale. Questa scuola potrà avviare la sua attività di ricerca con le stesse modalità e le stesse regole della SISSA di Trieste e la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa.
  Secondo punto, il completamento del programma «Scuole belle», cioè il suo prolungamento sino al 30 di novembre con l'ulteriore stanziamento di 64 milioni di euro. È un programma che assicura la funzionalità e la manutenzione ordinaria delle scuole, come la tinteggiatura e la sostituzione degli infissi, che sembrano piccole cose, ma chi sta nelle scuole sa quanto il decoro sia importante anche dal punto di vista educativo; assicura anche lo svolgimento dei servizi di pulizia e dei servizi ausiliari nelle scuole che li hanno appaltati a ditte esterne; non si prorogano i contratti, ma li si rifinanzia fino alla scadenza già prevista, dando la possibilità nel frattempo di indire nuove gare, senza violare le disposizioni dei contratti pubblici.
  Altri elementi positivi: la possibilità di prorogare l'assegnazione provvisoria oltre il termine previsto, senza che questo comporti un aumento delle supplenze, si cambia solo il luogo nel quale un o una supplente viene nominata; e ancora: il venir meno di disparità di trattamento per chi aveva superato il concorso per la scuola dell'infanzia; e ancora: il tempestivo pagamento, cioè entro 30 giorni dopo il mese delle supplenze, delle somme spettanti al personale della scuola per incarichi di supplenze brevi e saltuarie; e la rimozione del blocco per i corsi di specializzazione delle professioni non mediche.Pag. 3
  Più che opportuna, anzi direi profondamente giusta, la misura che destina anche ai diciottenni stranieri con regolare permesso di soggiorno la carta digitale di 500 euro per le attività culturali: un bel segnale di inclusione sociale, che testimonia la sensibilità dell'Esecutivo verso il tema dell'integrazione, che è bene che parta dalle giovani generazioni; è, come dire, un investimento a lungo termine su 25 mila ragazzi e ragazze con regolare permesso di soggiorno.
  E altrettanto giusta è l'esclusione dal calcolo dell'ISEE delle borse di studio che vengono assegnate, sì, sulla base del merito, ma anche del bisogno, e non si può togliere con le tasse quello che è stato dato proprio in virtù di questo bisogno. Quindi, positivo.
  Dicevo di molte luci e di alcune ombre all'inizio della dichiarazione, e cos’è che non ci piace di questo provvedimento ? Non ci piace la corresponsione di un contributo alle scuole private paritarie di 1000 euro per alunno o alunna con disabilità nel limite dei 12 milioni di euro annui. Noi Socialisti, da sempre a favore della scuola pubblica e contro le risorse alle private parificate, consideriamo negativamente questo finanziamento, in contraddizione con quanto afferma la Costituzione. Qualcuno, nella discussione sulle linee generali, ha invocato l'articolo 3 della Costituzione a giustificazione. Ecco, invece non ci riferiamo all'articolo 33, che dice che enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato. E so già che il collega Buttiglione, se mi ascolta, dirà che «istituire» è diverso da «mantenere» e «gestire», ma noi pensiamo, riteniamo che il messaggio dei costituenti e delle costituenti fosse, come posso dire, onnicomprensivo, e non soltanto previsto per la fase iniziale e l'avvio delle scuole. E a maggior ragione siamo contrari, dopo che il Governo ha respinto l'ordine del giorno presentato dalla collega Brignone, che chiedeva l'impegno del Governo per lo stanziamento di un pari contributo per alunni e alunne con disabilità delle scuole statali.
  Infine, una nota positiva, su cui si è giustamente soffermata la collega Binetti: mi riferisco al sistema integrato di educazione e di istruzione per la fascia di età da zero a sei anni. La collega Binetti parla di una sorta di rivoluzione, perché nel provvedimento si sposta l'attenzione dalla risposta al bisogno dei genitori, alla risposta al bisogno di bambini e bambine, e ha ragione, ma perché l'ottica era spostata sulle famiglie ? Per la verità l'ottica non era spostata sulle famiglie, era spostata sul tasso di occupazione femminile, perché il lancio da parte della Commissione europea della strategia di Lisbona ben sedici anni fa, era il 2000, prevedeva un aumento dell'occupazione femminile, ma dopo un paio d'anni la Commissione europea si accorse che questo tasso rimaneva assolutamente immobile e si preoccupò di cercarne le cause e le soluzioni, e lo trovò nella mancanza di servizi all'infanzia, cioè gli asili nido e le scuole materne, che impedivano – e difatti lo impedivano – l'accesso delle donne al mercato del lavoro, erano tra gli elementi, tra gli ostacoli, a questo accesso delle donne al mercato del lavoro. E, quindi, definì gli obiettivi di Barcellona, che si aggiungevano a quelli di Lisbona, dicendo che l'assistenza all'infanzia doveva essere fornita al 90 per cento dei bambini fra i tre anni e l'età dell'obbligo scolastico e al 33 per cento dei bambini al di sotto dei tre anni. E in questo senso la logica è stata un po’ distorta, o quanto meno parziale.
  Però ci sta sia l'interesse dei bambini e delle bambine, sia l'interesse delle donne ad essere nel mercato del lavoro, sia l'interesse dei Paesi che, con un aumento dell'occupazione femminile, vedrebbero anche aumentare il PIL.
  Quindi, bene per le famiglie, bene per l'economia del Paese, ma bene anche, e direi soprattutto, concordando con quanto ha detto la collega Binetti, per bambini e bambine: perché è bene che frequentino i nidi e le scuole dell'infanzia, realizzando quell'integrazione sociale della diversità e anche del multiculturalismo, sul quale, credo, concordiamo quasi tutti in quest'Aula.Pag. 4
  Sottolineando, in particolare, quest'ultimo punto del provvedimento, dichiaro il voto favorevole della componente socialista.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lainati. Ne ha facoltà.

  GIORGIO LAINATI. Grazie, signor Presidente. Onorevole rappresentante del Governo, una delle regole del giornalismo prevede che si debba attaccare il pezzo con la notizia. Qual è la notizia nel nostro caso ? 64 milioni di euro per garantire la prosecuzione del programma di risanamento e miglioramento delle scuole italiane, contributi fino a 12,2 milioni di euro per migliorare l'offerta scolastica destinata agli alunni con disabilità, 3 milioni all'anno di investimenti per la stabilizzazione di un importante istituto post laurea, come diceva la collega che mi ha preceduto.
  Queste appena elencate sono tre delle misure previste dal disegno di legge su cui siamo chiamati ad esprimerci, misure – vale la pena ricordarlo – finanziate in gran parte da economie di spesa e dall'utilizzo di fondi europei. Questa è la notizia, dunque ed è su questa, assieme ad altri contenuti del provvedimento, magari, di minore impatto simbolico, ma non certo meno importanti, che dovrebbe vertere la valutazione. Uso il condizionale, perché la contrapposizione politica conduce talvolta a criteri di giudizio di diversa natura, certamente legittimi, ma non sempre ispirati al merito delle questioni.
  È per questa ragione, signor Presidente, che, in una fase quale quella attuale, nella quale si parla tanto di riscrittura delle regole del gioco, vorrei tentare una sperimentazione ispirata alle modalità adottate nei concorsi pubblici: il criterio dell'anonimato. In estrema sintesi, onde evitare giudizi che prescindano dal valore, la valutazione sul testo è effettuata senza conoscerne l'autore. Se utilizzassimo questo criterio anche nella nostra Aula, sono certo che, molto spesso, l'esito sarebbe diverso dalle appartenenze ai gruppi, e il disegno di legge oggi in discussione non credo faccia eccezione: cioè come a dire che, purtroppo, i voti espressi in quest'Aula sono, talvolta, dettati da reali pregiudizi e non prevale l'attenzione verso i contenuti.
  Dunque, torniamo, signor Presidente, ai contenuti già elencati precedentemente. Il programma «scuole belle», che comprende gli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici, nei suoi neanche due anni di attività, grazie a stanziamenti di 450 milioni di euro, ha permesso il miglioramento di migliaia di scuole sparse nel territorio italiano e, al tempo stesso, sostenendo l'occupazione e tutelando oltre 10 mila posti di lavoro.
  Lo stanziamento destinato alle scuole paritarie che accoglieranno alunni disabili, vincolato al numero di studenti e con un tetto di spesa di 12,2 milioni di euro, risponde, a nostro avviso, al principio liberale della libertà di scelta, ma, soprattutto, cancella una discriminazione ai danni delle famiglie con figli disabili, le cui possibilità di individuare la scuola più adatta erano, a nostro avviso, limitate.
  Non riuscendo la scuola pubblica a rispondere positivamente a queste istanze, troviamo non giusto, ma sacrosanto, che si vadano a supportare gli istituti paritari nella misura in cui saranno in grado di accogliere gli alunni con disabilità.
  Infine, un caso specifico, che è stato ricordato anche dalla collega Locatelli, ma non per questo meno importante, è la stabilizzazione del Gran Sasso Science Institute, l'Istituto di ricerca e di alta formazione post laurea con sede a L'Aquila attivo nel campo della fisica, della matematica, dell'informatica e delle scienze sociali e che si avvale del sostegno di altri centri di formazione di eccellenza, quale l'IMT di Lucca, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste e la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa.
  L'Istituto, formato nel 2012 e attivo dall'anno successivo, con il 2016, ha raggiunto il termine del triennio di sperimentazione. Purtroppo, vi era il rischio di Pag. 5chiusura, nonostante le valutazioni positive dell'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca: rischio scongiurato, fortunatamente, dal provvedimento che stiamo per votare, che stabilizza questo importante Istituto di formazione dottorale, importante anche dal punto di vista simbolico, dato che insiste su un territorio – quello aquilano – devastato, come tutti noi ricordiamo, dal terremoto del 2009. Garantire un futuro a questa scuola di alta formazione significa anche offrire un contributo al ritorno alla normalità e una possibilità di rilancio per L'Aquila e l'Abruzzo. A fronte di ciò, sono, magari, pochi 3 milioni di euro annui che il Governo ha destinato al funzionamento dell'Istituto stesso, peraltro, comunque – vorrei ricordarlo – provenienti da fondi europei.
  Questi, dunque, signor Presidente, onorevoli colleghi, sono i contenuti del disegno di legge. Conseguentemente, per noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie, il giudizio è largamente positivo, perché valutiamo positivamente un intervento mirato a migliorare la qualità delle scuole italiane e, conseguentemente, il contesto in cui si formeranno le future generazioni. Per chi ha una formazione liberale e perciò non vede con il fumo negli occhi i finanziamenti alle scuole paritarie, ma, anzi, ne riconosce la funzione positiva, poiché in questo modo si accresce l'offerta scolastica per le famiglie e la tutela del principio di libertà di scelta educativa; per chi crede fermamente nell'innovazione del Paese, che non può che passare dalla valorizzazione delle eccellenze italiane in ogni settore, a partire dalla ricerca e dalla formazione; per chi ha a cuore il futuro dell'Italia e non lo subordina a visioni arcaiche o a pregiudiziali di natura ideologica o politica è naturale, signor Presidente, esprimere un giudizio positivo su questo disegno di legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Turco. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Arrivo subito al nocciolo della questione e spiegherò il motivo fondamentale per cui Alternativa Libera-Possibile voterà convintamente contro questo provvedimento.
  Il Governo ha a disposizione circa 550 milioni l'anno per pagare le società che fanno le pulizie nelle scuole, ma, anziché procedere alle assunzioni di bidelli, preferisce continuare a pagare le ditte appaltatrici, senza contare il fatto che alcune di queste imprese sono finite nelle maglie dell'inchiesta su «Mafia capitale» e che altre sono state multate dall'Antitrust perché si sono spartite illegalmente appalti per la pulizia degli istituti scolastici, che valgono più di un miliardo e mezzo di euro.
  A questo va aggiunta la considerazione che la legge vieta la proroga degli appalti, che questo Governo ha già prorogato lo scorso mese di luglio e che con il provvedimento di oggi si prorogano fino all'anno scolastico 2016-2017.
  Tutto ciò basterebbe per capire che questo provvedimento è sbagliato e illegale, ma, visto che il Governo Renzi ha evidenti problemi a comprenderlo, tutto quello che noi diciamo da quasi un anno è stato segnalato anche dall'Autorità nazionale anticorruzione al Parlamento appena due mesi fa, per chiedere di mettere la parola «fine» alla vergognosa prassi delle proroghe.
  Peccato che la risposta dell'Esecutivo è stata una nuova sfilza di proroghe, che oggi si chiede al Parlamento di ratificare: proroghe che, sia ben chiaro a tutti, sono illegali, e che oltre ad impedire l'assunzione diretta dei bidelli da parte delle scuole, tengono fuori da questo mercato le imprese oneste, che potrebbero sperare di aggiudicarsi gli appalti per la pulizia delle scuole.
  Per tutti questi motivi Alternativa Libera-Possibile voterà no, e annuncia di aver inviato una nuova segnalazione all'Autorità nazionale anticorruzione e alla procura della Repubblica di Roma perché quello che si vuole fare qui dentro è illegale e danneggia il Paese.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, ringrazio i sottosegretari, visto che evidentemente protestare un po’, anche veementemente, serve: adesso ne abbiamo due, quindi ringrazio per la vostra presenza.
  Presidente, partiamo da un dato probabilmente politico, nel senso che per l'ennesima volta questo Esecutivo, questo Governo si avvia e si è avviato al cosiddetto abuso della decretazione d'urgenza. Avete di fatto compresso il dibattito parlamentare: tutti ieri si attendevano la posizione della questione di fiducia su questo provvedimento, così non è stato. È stata fatta una grande finta, nel senso che non è passata nessuna proposta emendativa; molto probabilmente qualcuno tra la maggioranza dirà: però il dibattito c’è stato, si sono discussi gli emendamenti. Bene, si sono discussi gli emendamenti ma non è passata nessuna proposta emendativa, quindi abbiamo eseguito, per l'ennesima volta, un mero esercizio di stile all'interno di quest'Aula: potevate mettere la fiducia, facevamo prima tutti quanti, al posto che far la finta di avviare un ampio dibattito parlamentare.
  Diciamo, Presidente, che si potrebbe obiettare, tra l'altro, rispetto a quanto detto, che al Senato quanto meno c’è stato il tempo di inserire alcune modifiche a questa conversione in legge; il problema è che sono stati evidentemente degli interventi peggiorativi e non migliorativi: siamo passati da 4 a 15 articoli; diciamo che è un decreto omnibus che interpreta perfettamente quello che è il vostro concetto di eterogeneità del contenuto. Tra l'altro, eterogeneità del contenuto, decreti omnibus, concetto stigmatizzato sia dalla Corte costituzionale che dal nostro Comitato per la legislazione: per l'ennesima volta ci si mette tutto dentro questo provvedimento. Il Comitato per la legislazione tra l'altro si è permesso di rilevare che in questo provvedimento si sono inserite norme del tutto estranee a quello che è, quanto meno, il solco iniziale del provvedimento stesso. Basta vedere, Presidente, in termini di modus operandi rispetto all'Aula, la drammatica figura che il Governo ieri ha fatto quando su di un emendamento della collega Vezzali è stato formulato un invito al ritiro: Presidente, io non lo so se lei ieri era in Aula ad ascoltare il dibattito, è stato formulato un invito al ritiro alla collega Vezzali mentre l'ordine del giorno (o l'emendamento, adesso non ricordo) ricopiava esattamente un altro ordine del giorno di una collega del Partito Democratico. Quindi se non ci sono colleghi del Partito Democratico che propongono quell'emendamento, allora si invita al ritiro al posto di dare parere favorevole allo stesso emendamento, lo ripeto, della collega Vezzali. Una figuraccia !
  Diciamo che questo provvedimento comunque tampona un certo tipo di emergenza, che esiste evidentemente in molte, molte scuole, in molti istituti scolastici in Italia; ma lo fa, tampona, ignorando di fatto i rilievi mossi da due autorità piuttosto importanti, ovvero l'Anac e l'Antitrust. Per cui Anac e Antitrust vanno a fornirci una chiave di lettura, nel senso che i rischi connessi alla concentrazione in piccole imprese dei servizi di appalto, che si stanno continuando a realizzare, effettivamente c’è: non lo dice il Parlamento, lo dice Anac e lo dice Antitrust.
  Tra l'altro ascoltavo prima il dibattito, le dichiarazioni di voto, e ho sentito un collega che parlava di gare di appalto, per cui voteranno contro questo provvedimento, perché ci sono le gare d'appalto: non ci capisco più nulla, poiché lo stesso gruppo ieri ha presentato un emendamento che andava a riprorogare le stesse gare d'appalto.
  Presidente, il meccanismo delle cosiddette esternalizzazioni, se non è fallito ancora, sta dimostrando i suoi pesanti limiti: pesanti limiti perché ci deve essere una continuità di servizio, che con le esternalizzazioni non c’è, e non c’è sempre; ci dev'essere una necessità di continui e continui affidamenti, cosa che a noi non piace; ma alla fine non si vanno neppure a tutelare quello che è un principio cardine di questo sistema, che sono i lavoratori. Pag. 7Allora da una parte è sicuro, serve mettere in sicurezza – per ripetermi – gli studenti, che sono in questo caso la fascia debole, la fascia che recepisce peggio, e speravamo meglio questo tipo di passaggi, ma non si vanno a mettere in sicurezza i lavoratori !
  L'Anac tra l'altro lo scorso 2 marzo ha emesso una segnalazione con la quale mette in luce un aspetto critico, anzi svariati aspetti critici, che sono le continue proroghe; in questo senso siamo tra l'altro passibili di richiamo dall'Unione europea. Le perplessità maggiori su quanto detto le nutriamo però rispetto al fatto che l'altro problema nasce in quanto le risorse provengono da un fondo ordinario, un fondo di funzionamento ordinario delle scuole, quindi alla fine non ci sono nuove risorse: c’è un fondo ordinario. Tra l'altro – ripeto – togliamo quindi alle scuole qualche cosa, per dare alle stesse scuole, dall'altra parte, qualcos'altro: è un'altra volta il gioco delle tre carte !
  A proposito di fondi: come prima già confermato anche dal collega Lainati, questi fondi sono vecchie giacenze, e sono soldi che di fatto arrivano dall'Unione europea. Senza nulla togliere al fatto che noi vogliamo che le scuole siano scuole belle, siano scuole abitabili, siano scuole dove i genitori portino volentieri le persone per cercare di studiare; ebbene, al netto di tutto questo, che è un assunto rispetto al mio ragionamento, non ci sono tutte queste risorse che voi dite. Ieri una collega di SEL, di Sinistra Italiana, aveva proposto l'aumento di un fondo ad 1 miliardo: avete detto no. I colleghi hanno proposto l'8 per mille, e avete detto no. Allora, Presidente, l'Italia è un Paese strano: è un Paese strano in funzione del fatto che ci sono soldi per tutto quello che effettivamente serve ad un certo tipo di politica renziana, ci sono soldi per l'anticipo pensionistico, per l'Ape (1 miliardo); ci sono soldi per la flessibilità: andiamo in Europa a chiedere flessibilità per tutto, anche per l'immigrazione, giusto o sbagliato che sia non lo so; ma non ci sono soldi per andare a battere i pugni in Europa per dire: metteteci a posto le nostre scuole. Stanno – non tutte chiaramente, ma molte di queste scuole: frequentatele ! – cadendo a pezzi ! Allora, se siamo d'accordo, sottosegretario, con le scuole belle, dobbiamo anche armarci ad un certo punto di cazzuola e di malta ed andare a rattoppare i buchi di queste scuole, perché dopo citeremo alcuni dati ! Quindi ci sono soldi per tutto, ma quanto ad un aumento legittimo, chiesto da un partito di opposizione rispetto al fondo per l'amianto, per bonificare le scuole dall'amianto, allora non ci sono soldi !
  Ieri, intervenendo sull'argomento, ho detto che probabilmente la collega avrebbe accettato anche una riduzione del 50 per cento rispetto a quel fondo di 1 milione di euro che lei proponeva: mettiamoci 500 mila euro, mettiamocene 200 mila, diamo comunque un segnale; non è stato fatto. Come, rinnovo, rispetto all'8 per mille. Arriviamo ai dati, sottosegretario: l'ANCE, quindi non l'opposizione, non la maggioranza, ma l'ANCE. Vado a citarla: degli oltre 65 mila edifici scolastici in Italia, ci dice, pochi giorni fa, che il 40 per cento è esposto a rischio sismico, e quasi il 10 per cento a rischio idro-geologico. In metà degli edifici non sono presenti le certificazioni obbligatorie – in metà degli edifici, le certificazioni obbligatorie – in merito alla prevenzione degli incendi, alla agibilità e alle norme in materia igienico-sanitaria. Questo è lo stato dell'arte della vostra buona scuola. Tra l'altro, avete corso per fare questo tipo di provvedimento, perché ? Ma la buona scuola non doveva essere il provvedimento che doveva essere una panacea di tutti i mali nei confronti della scuola italiana ? Quindi, vado a concludere, Presidente. Abbiamo cercato di affrontare e di leggere approfonditamente questo percorso; per quanto mi riguarda termino il processo di critica, spero costruttiva, nei confronti dello stesso dicendo che questo provvedimento ha anche evidentemente – siamo sinceri – delle luci, ha anche dei plus, ha anche un qualcosa che ci soddisfa: il rifinanziamento degli interventi del programma, come prima detto, delle «scuole belle», ci piace; i contributi alle scuole paritarie, a Pag. 8differenza di altri gruppi, rispetto all'accoglimento di alunni con disabilità, ci piace, è un passo avanti assolutamente. Tuttavia, lo rinnovo, il provvedimento ha molte ombre, quindi né la «buona scuola»...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Rizzetto.

  WALTER RIZZETTO. Chiudo, Presidente, Né la «buona scuola», la legge n. 107, né questo provvedimento risolveranno il problema che la scuola italiana sta vivendo, anche strutturalmente, in questi giorni, quindi preannuncio, Presidente, il voto in termini di astensione del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Signor Presidente, chiedo innanzitutto che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti). Vorrei però fare qualche piccolo flash su questa tematica, che sta a cuore al gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico, non da ora, convinto che queste tematiche siano delle leve che alimentano lo sviluppo, la competitività e la crescita del Paese, legando più al tema della cultura e del sistema scolastico nazionale. Per quanto riguarda la ricerca, in particolare, voglio ricordare che il nostro gruppo ha approvato la settimana scorsa una mozione, alla quale il Governo ha dato parere favorevole ovviamente, con la quale l'Esecutivo si è impegnato su alcuni filoni, alcune attività da fare prossimamente: ad investire in particolare nella ricerca e nello sviluppo tecnologico, cercando di raggiungere gli obiettivi indicati nella strategia europea 2020; a valorizzare e rafforzare le competenze scientifiche presenti nel Paese; a presentare in Parlamento, per la prossima legge di stabilità, ad integrazione del Documento di economia e finanza 2016, un quadro chiaro di indirizzi e delle priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica, definendo anche un quadro di risorse finanziarie da attivare nei prossimi anni. Il tema evidentemente è delicato; se si vuole crescere bisogna trovare delle risorse, assicurando anche un coordinamento con le altre politiche nazionali e tenendo conto delle iniziative e dei contributi delle realtà di ricerca regionali, secondo quanto stabilito dagli articoli di legge già approvati in passato. Si è impegnato anche a rafforzare i patti di collaborazione tra alcuni sistemi di ricerca e innovazione, promossi dalle regioni e dalle province autonome, nel rispetto delle autonomie costituzionali degli enti regionali e provinciali, in relazione all'esercizio delle loro competenze. Infine, a rafforzare l'impegno nei settori umanistici della ricerca, anche favorendo la collaborazione con altri settori del sapere. Democrazia Solidale – Centro Democratico esprime un giudizio complessivamente positivo su questo provvedimento, pur non ignorando alcune debolezze, diciamo così, che esso presenta, sia nel metodo che nel merito. Ci rammarichiamo in particolare della mancata approvazione dell'emendamento a firma della collega Santerini, che, con riferimento al concorso recentemente bandito per 60 mila posti e che vede in alcune regioni un'eccedenza di candidati ed in altre una carenza rispetto ai posti in concorso, proponeva l'introduzione di una graduatoria nazionale provvisoria per i candidati, da stabilizzare nel corso del tempo, superando il tradizionale balletto di nomine di docenti che rinunciano per non allontanarsi evidentemente dalla loro regione di residenza e semplificava, crediamo, una procedura complessa. Ricordiamo anche che il nostro gruppo ha attualmente presentato un provvedimento che è in discussione in VII Commissione e che interviene proprio sul nuovo sistema per il reclutamento dei docenti nella scuola secondaria statale prevista dalla cosiddetta «buona scuola», precisando in particolare che dovrà essere definito come Pag. 9poter assumere tramite concorsi nazionali l'alto numero di docenti già abilitati che non saranno immessi in ruolo in virtù del concorso in atto e come meglio delineare quello che appare un iter formativo piuttosto lungo per coloro che vorranno in futuro prepararsi alla funzione di docenza.
  Tra le misure previste, segnaliamo il raddoppio del compenso dei commissari del concorso a cattedre; la certezza dei pagamenti delle supplenze brevi, entro trenta giorni; l'assunzione dei docenti della scuola d'infanzia; lo stanziamento dei fondi per proseguire con il programma «scuole belle»; i 12 milioni all'anno, già citati, per gli alunni disabili e per le scuole che ospitano alunni disabili che frequentano appunto le scuole paritarie; il bonus di 500 euro per i diciottenni, anche extracomunitari, residenti in Italia; è anche importante il già citato provvedimento dei 3 milioni all'anno da destinare in maniera permanente per la scuola di dottorato del Gran Sasso Science Institute. Sempre per quanto riguarda il corpo docente, vogliamo segnalare lo stanziamento degli 8 milioni di euro alle risorse già in cantiere per il cosiddetto «concorsone», finalizzato, come si accennava, al raddoppio del compenso rispetto agli attuali pochi euro ai commissari di esame, una disposizione questa che risponde anche a un'esigenza di motivare i docenti più competenti e di esperienza ad affrontare il ruolo di commissario di concorso. Le risorse stanziate arriveranno da un taglio al Fondo di funzionamento ma saranno restituite nel 2017 allo stesso Fondo, utilizzando i risparmi della cosiddetta «buona scuola». Tra le misure che accogliamo con particolare favore, sottolineiamo quello che avevo accennato prima, ossia lo stanziamento di 12 milioni di euro o poco più di 12 milioni di euro annui per le scuole paritarie, in proporzione al numero degli alunni disabili frequentanti. Tale previsione costituisce un piccolo ma, secondo noi, decisivo e importante passo per rendere realmente fruibile il diritto di scelta tra scuola pubblica e scuola paritaria, anche per quelle famiglie che vivono appunto la difficoltà e il dramma della disabilità. Sulla disabilità, il decreto interviene anche con una previsione relativa all'introduzione in via transitoria di una nuova modalità del calcolo dell'ISEE, che era da lungo attesa e che riteniamo sia del tutto equa e giusta. Dicevo prima anche del bonus dei 500 euro per i ragazzi, che pare, si stima essere 30 mila stranieri con cittadinanza italiana che arrivano da Paesi in difficoltà, Paesi di guerra, di povertà, di violenza e che potranno usufruire di questo bonus di 500 euro per entrare nel vivo della cultura italiana e poter partecipare al nostro sistema culturale: musei, teatro, mostre, libri, per fare in modo che davvero diventino parte di questa comunità in cui si sono trovati, spesso loro malgrado. Riteniamo anche positive le misure introdotte con riferimento al sistema della formazione superiore e della ricerca, finalizzate a rendere stabile, attraverso il reperimento delle necessarie risorse, la scuola del Gran Sasso. Riteniamo che questo sia uno dei punti importanti della promozione, anche internazionale, del nostro sistema di ricerca nazionale e da questo ne può scaturire sicuramente in futuro anche un sistema che viene trainato dalle buone prassi, dalle buone pratiche e dalla conoscenza di questi sistemi altamente formativi del nostro sistema territoriale nazionale. Tra le disposizioni che sono state introdotte dal Senato, segnaliamo quelle finalizzate a modificare la disciplina relativa all'ordinamento professionale dei periti industriali, con particolare riguardo all'innalzamento del titolo di studio richiesto per l'accesso alla professione e alla soppressione dei requisiti previsti per la partecipazione all'esame di Stato relativi al periodo di pratica e/o formazione professionale. Tali previsioni, inserite al fine di ottemperare a quanto richiesto a livello europeo circa l'innalzamento del livello dei titoli professionali, risulta nel contesto normativo vigente in materia decisamente penalizzante per i periti industriali, in quanto li costringerebbe, dopo il conseguimento del diploma, ad intraprendere studi universitari al fine di poter esercitare la professione e, considerando Pag. 10che l'85 per cento dei periti tecnici trovano lavoro già al quarto anno del loro percorso di studi, sarebbe auspicabile che il Governo intervenisse per migliorare questa previsione. Ho cercato di sintetizzare e ripeto, chiedo il permesso di consegnare il testo perché più organico (La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti) e dichiaro il voto favorevole del gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, noi non voteremo questo provvedimento per tutta una serie di motivazioni che adesso andremo a esplicitare. Innanzitutto, siamo partiti assolutamente male, in quanto il provvedimento è rimasto fermo in Senato per troppo tempo e questo di sicuro non per colpa dell'ostruzionismo dell'opposizione ma per una negligenza da parte della maggioranza e di questo Governo. Quindi, al Senato la discussione è stata strozzata; è stata messa la fiducia e poi il provvedimento è arrivato qui, alla Camera, in fretta e furia e, al di là dei tempi della discussione di ieri, non c’è stato, a nostro parere, un sufficiente tempo per potere approfondire quello che è un provvedimento che tratta temi molto delicati come quelli relativi alla scuola e, soprattutto, non c’è stata la benché minima possibilità, che non è stata data da parte della maggioranza, di poter modificare questo provvedimento almeno in alcuni punti essenziali e critici che andavano assolutamente, a nostro avviso, modificati. Quindi, non c’è stato un reale confronto, non c’è stato un confronto aperto e il decreto, così come arrivato dal Senato, deve essere approvato da questa Camera, perché altrimenti scade. Quindi, non c’è stata una vera e propria discussione.
  Invece, non abbiamo ravvisato alcuna necessità di urgenza per predisporre un simile provvedimento per temi così importanti e delicati, come quelli della scuola. Siamo assolutamente convinti che per ottenere risparmi ed efficienze all'interno del sistema scolastico servono delle soluzioni strutturali e quindi questo non può essere ottenuto tramite un decreto. Siamo più che mai convinti anche dell'inopportunità della proroga di questi appalti, che proprio in questi giorni sono stati oggetto di pesanti critiche da parte dell'Antitrust; si parla chiaramente – e lo si può chiaramente leggere dai quotidiani e dai mezzi di stampa – di scambi di informazioni, di incontri segreti, di documenti ufficiali e di mail che anticipano i risultati della gara. Si tratta di 110 pagine di accuse e di prove circostanziate di un'intesa segreta di tipo orizzontale per restringere la concorrenza e condizionare gli esiti della gara. Quindi, l'Antitrust è intervenuta, sottolineando che vi sarebbe stato un vero e proprio cartello che si è spartito una torta di oltre un miliardo e mezzo di euro, di soldi pubblici alle spalle dello Stato che con la gara Consip, invece, avrebbe dovuto risparmiare. Quindi, diciamo che questa scelta da parte della maggioranza è, dal nostro punto di vista, alquanto infelice.
  Poi, all'interno di questo provvedimento ci sono altre misure che riteniamo essere assolutamente anomale, come quella di istituire per decreto un'università. Soprattutto vorrei sottolineare il fatto della problematica dei periti industriali, perché con l'approvazione di questa normativa chi ha frequentato un istituto superiore non potrà più essere iscritto all'albo dell'ordine dei periti ma dovrà per forza essere laureato e, quindi, si aprono delle problematiche assolutamente gravi per chi già frequenta degli istituti superiori, essendo convinto che bastasse, appunto, un diploma per poter accedere all'albo dei periti, e si creano assolutamente delle tensioni e delle situazioni che vanno a penalizzare una categoria. Soprattutto, non ha alcuna logica, da parte nostra, aver fatto una cosa di questo genere e noi, insieme a tutte le opposizioni, abbiamo più volte sottolineato questa criticità, ma purtroppo non c’è stata alcuna risposta né alcuna volontà, da parte della maggioranza e di questo Governo, di mettere mano almeno Pag. 11a questo punto del decreto per una modifica che ritenevamo assolutamente condivisibile e doverosa.
  Quindi, noi andiamo ad approvare un provvedimento che dal nostro punto di vista non fa altro che sancire un continuo fallimento da parte della politica di questo Governo e della politica di Renzi. Vorrei ricordare che già le problematiche relative al mondo scolastico dovevano essere risolte tramite la «legge della buona scuola», cosa che assolutamente non è successa. Vorrei ricordare che le decine di migliaia di assunzioni promesse da Renzi non ci sono state.
  Ci sono ancora delle categorie di precari – e mi riferisco alla GAE – che sono stati trattati assolutamente con disparità rispetto ad altre categorie e, quindi, sono stati penalizzati. Gli insegnanti in generale non sono stati trattati con l'attenzione che meritano, visto il ruolo cruciale che ricoprono all'interno delle scuole e visto il ruolo cruciale che questi hanno per la Costituzione e per la formazione dei nostri giovani. Quindi, ci sono tantissimi problemi che sono rimasti irrisolti. Ci sono stati tantissimi begli annunci da parte del Presidente Renzi sulla «buona scuola» e adesso sulla «scuole belle» con questo provvedimento. Il problema è che agli annunci poi non seguono i fatti. Infatti, molte delle problematiche all'interno del mondo scolastico purtroppo sono rimaste attuali, non sono state risolte e, anzi, attraverso provvedimenti come questi ne sono state aggiunte delle altre, come appunto quella che ho citato prima relativa ai periti industriali. Non c’è stato neanche un minimo di volontà, da parte di questo Governo, di accogliere degli emendamenti che andavano nella direzione dello smaltimento dell'amianto all'interno dei nostri istituti scolastici, proprio perché, appunto, la discussione è stata strozzata e questo provvedimento, così come è arrivato all'ultimo minuto utile dal Senato, deve essere approvato, indipendentemente dal contenuto e dalla qualità del contenuto stesso.
  Quindi, noi non possiamo assolutamente essere favorevoli né a questo modo di operare né a questo modo di discutere, perché all'interno di provvedimenti come questi ci dovrebbe essere assolutamente una maggiore attenzione da parte del Governo e della maggioranza. Dunque, per tutte queste motivazioni il gruppo della Lega Nord voterà contro sulla conversione di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, questo decreto, in linea con il progetto «la buona scuola», sana alcune criticità che si erano presentate con l'applicazione della riforma, conferma l'attenzione del Governo su un settore che è fondamentale per la formazione e l'educazione dei nostri ragazzi e consente anche ai luoghi che li ospitano di divenire accoglienti. Un settore, quello dell'istruzione, che per anni ha subito tagli e che, invece, dobbiamo valorizzare se vogliamo preparare generazioni di persone consapevoli, che abbiano capacità critica e siano cittadini e non sudditi.
  Il ciclo della conoscenza è una risorsa per il nostro Paese, un'opportunità alla quale non possiamo rinunciare. Probabilmente gli sforzi fatti in questo senso non saranno esaustivi, ma costituiscono la presa di coscienza che la scuola ha bisogno di risorse, che gli edifici necessitano di manutenzione e che abbiamo il dovere di renderli sicuri, perché sono i luoghi nei quali i nostri figli trascorrono buona parte della loro giornata. Con i fondi stanziati per il funzionamento si dà una risposta all'esigenza di avere anche scuole belle, luoghi puliti e confortevoli, ma contestualmente si assicura un'opportunità di lavoro a molti.
  Il decreto prevede anche un finanziamento che favorisce l'inserimento di alunni con disabilità nelle scuole paritarie e l'estensione del bonus cultura ai diciottenni in possesso di regolare permesso di soggiorno. Due misure che daranno certamente Pag. 12un contributo al processo di integrazione, necessario se vogliamo realizzare una società inclusiva, senza barriere e rispettosa di ognuno, consapevoli del fatto che con la cultura si superano le differenze. Da mamma auspicherei che ci fosse contestualmente anche il potenziamento del sostegno nella scuola pubblica e da sportiva che nell'organico dell'autonomia si potesse riscontrare un significativo aumento di ore dedicate alle scienze motorie, per favorire la cultura dello sport con i suoi impatti positivi sulla salute e la sua socializzazione.
  Il fatto che con questo decreto il Governo recepisca le sentenze del Consiglio di Stato, che stabiliscono che i trattamenti assistenziali, previdenziali e le carte di debito non debbano concorrere alla determinazione del reddito se percepiti in ragione di disabilità, costituisce un passo in avanti verso la chiarezza e favorisce il corretto computo dell'ISEE per le tantissime famiglie che si fanno carico di un familiare in difficoltà.
  Il provvedimento che approviamo oggi probabilmente risponde solo parzialmente alle numerose aspettative e alle istanze ricevute, ma è un passo avanti verso la normalizzazione del sistema ed è un ulteriore sforzo del Governo in termini di risorse e di attenzione per la diffusione della cultura.
   L'approssimarsi della data di scadenza del decreto non ci ha permesso un approfondito esame del provvedimento, per questo mi permetto di suggerire una riflessione sul metodo di lavoro al fine di assicurare tempi congrui per l'esame dei testi e la possibilità di confrontarci su questioni di interesse generale. Scelta Civica comunque apprezza gli sforzi fin qui compiuti ed esprime voto favorevole sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che stiamo discutendo ha dato occasione ad un vivace confronto di posizioni parlamentari in cui si sono confrontate anche diverse culture dello Stato. Io vorrei all'inizio dire due cose; una raccogliendo alcuni rilievi preliminari dell'opposizione. Noi abbiamo un problema regolamentare; la Camera dei deputati ha un Regolamento e anche una tradizione consolidata di grande severità nella decisione sull'ammissibilità degli emendamenti. D'altro canto, noi abbiamo una prassi governativa la quale ha dilatato l'idea della «congruità di materia» nella formulazione dei provvedimenti, per comprensibili ragioni. L'opposizione ha detto: voi avete reso urgenti dei provvedimenti che non lo erano perché vi siete dimenticati di questo e di quello. Può darsi: in qualche caso è stato così, ma l'urgenza comunque c’è, anche se la causa dell'urgenza può essere una precedente insufficienza dell'azione dell'Esecutivo. E quando noi per tale ragione ampliamo anche il criterio di congruità, permettendo che cose non proprio esattamente omogenee dal punto di vista del contenuto entrino nello stesso disegno di legge possiamo certamente – nessuna obiezione ai nostri validissimi servizi parlamentari – dal punto di vista regolamentare, ma è politicamente inopportuno che applichiamo agli emendamenti proposti dai parlamentari un criterio molto più restrittivo. Su questo credo che dovremmo fare una riflessione in sede di giunta del Regolamento e forse domani anche in sede di revisione parlamentare, anche se probabilmente alla revisione del Regolamento parlamentare non arriveremo mai, o almeno non in questi termini, perché la riforma istituzionale ci imporrà di impostarla con modalità affatto diverse.
  Voglio dire questo perché mi sembra che, anche quando l'opposizione smargina e si presenta con modalità francamente che mirano più all'ostruzione che alla collaborazione volta a formulare dei buoni provvedimenti, sia giusto per una maggioranza tenerne conto anche dal punto di vista complessivo del funzionamento delle istituzioni democratiche.Pag. 13
   Si sono confrontate anche due diverse culture dello Stato e qui io devo dire, in particolare ai colleghi della Lega, che da loro mi sarei aspettato alcune cose diverse, perché la Lega che ricordo io è una Lega che ha l'idea che i soldi che si spendono sono soldi dei contribuenti e che bisogna lavorare dentro un sistema a risorse limitate. L'idea che ai problemi si risponda dilatando gli organici della pubblica amministrazione è un'idea che ha portato alla situazione difficile presente del bilancio dello Stato e del debito pubblico. Non possiamo accettarla. Noi sappiamo che il welfare, come lo concepiscono i nostri amici grillini è insostenibile in tutte le democrazie occidentali; il welfare può sopravvivere se troveremo il modo di dare più servizi, più servizi ma a costi minori, e il modo di dare più servizi a costi minori è quello di creare mercati, di portare dentro la pubblica amministrazione l'efficienza del mercato. E questo come si fa ? Facendo in modo che tutto quello che non è veramente e strettamente funzione pubblica venga messo a bando, in modo che chi pensa di poter produrre quei servizi (Commenti del deputato Simonetti)...
  Adesso arrivo: in modo che chi vuole produrre quei servizi possa fare la sua proposta e i servizi vengano fatti nelle condizioni più vicine alle attese degli utenti e con i costi minori per lo Stato. Questa è la chiave della riforma del welfare in tutti i Paesi che tentano di difenderlo, perché l'alternativa è l'abbattimento del welfare.
  Per questo, noi non siamo contrari, anzi siamo favorevoli alla data certa anche per la riforma del reclutamento docenti. Veniamo adesso ai contenuti particolari. Il reclutamento docenti: l'idea di avere un anno, che equivale un po’ a una scuola di specializzazione e due di tirocinio inizia a dare forma ad una professione docente. Questo fino ad ora ci è mancato, vale soprattutto per chi viene da facoltà che non lo hanno abituato a insegnare. Nessuna facoltà in realtà abitua ad insegnare; imparare ad insegnare è un elemento fondamentale e noi dobbiamo cercare di unificare i sistemi di accesso alla professione docente, oltre che strutturare tale professione.
  Torno un attimo sul tema degli appalti: assumere il personale per fare in gestione diretta ? No: è una via che, salvo rare eccezioni, non funziona. Nel fare gli appalti, però, abbiamo una normativa, anche in questo caso, la quale meriterebbe di essere ripensata, perché non è un modello di efficienza e di trasparenza e qualche maligno – e qui l'opposizione ha detto alcune cose che meritano di essere considerate, anche se non era questa la sede per tenerne conto in modo adeguato – potrebbe dire che c’è uno sforzo di aggirare la normativa europea, giocando con il sopra soglia, con il sotto soglia, con le aggregazioni, ma noi abbiamo bisogno anche in questo caso di trasparenza. Capisco che ci sono, non solo le questioni clientelari che sono state addebitate al Governo, ma problemi veri, perché ci sono le cooperative dei disoccupati che hanno avuto un accesso privilegiato e crea problemi sociali il negare un accesso privilegiato per far valere una trasparente regola di mercato. Ci vuole attenzione e sensibilità, ma nessuno può pensare per sempre di godere di facilitazioni che ostacolino la formazione di un mercato dei servizi a cui lo Stato attinge e che è un elemento fondamentale per un'adeguata riforma del nostro welfare.
  Bene anche quello che si è fatto sulla scuola dell'infanzia. Diceva giustamente la collega Binetti nel suo intervento qui in Aula: la scuola dell'infanzia è stata finora pensata un po’ in funzione delle mamme, le quali devono poter lasciare il bambino da qualcuno. In spagnolo c’è una parola che esprime bene questo concetto, ed è la parola «guarderia». L'asilo è la «guarderia». Non vogliamo solo una guarderia, ma dobbiamo cominciare a pensarlo in funzione del bambino, in funzione delle esigenze, dei problemi, dello sviluppo del bambino. Qui facciamo un passo da non enfatizzare, ma che comunque significativo di cui al Governo va dato atto.
  Si introducono in questo provvedimento le misure per creare al Gran Sasso Pag. 14una scuola di eccellenza: ne abbiamo bisogno. Il nostro sistema universitario mediamente dà risultati di buon livello. Cosa ci manca ? Ci manca l'eccellenza, ma nel mondo di oggi, altamente competitivo, non ci sono premi di consolazione per chi arriva secondo. Avere un'università, avere un sistema della ricerca che fa in modo che mediamente noi riusciamo sempre ad arrivare tra i primi, ma non primi, non è esattamente quello che corrisponde alle esigenze, perché chi arriva per primo poi fa i brevetti, poi guida lo sviluppo e chi arriva per secondo si accoda. Non c’è molto vantaggio ad essere sistematicamente secondi. La scuola del Gran Sasso è una scuola che, certo, non dal punto di vista dell'applicazione immediata o della produzione di brevetti, però certamente ci dà la possibilità di guadagnare una posizione di primato in un'area importante di ricerca scientifica. Bene ha fatto il Governo quindi a sostenerla nel modo che ha deciso.
  Vengo al tema delle scuole libere: 12 milioni di euro, 1000 euro per ogni alunno disabile che oggi è nelle scuole libere e devo dire che noi amiamo la Costituzione. La Costituzione, però, bisogna saperla leggere, anzi bisogna saper leggere l'italiano. La parola «istituire» in italiano significa fare in modo che qualcosa inizi ad esistere; nella biologia potremmo paragonarla alla parola «concepire». Dopo che il bambino è stato concepito, quando una scuola esiste e offre dei servizi, quei servizi devono essere integrati nel servizio scolastico nazionale ed è pubblica perché rende servizio pubblico. Se qualcuno non ama questa interpretazione, la contesti alla Corte costituzionale; per questo esiste la Corte costituzionale. Ma, per favore, ci risparmino, in quest'Aula, dei discorsi da tutori della Costituzione, come se la Costituzione fosse proprietà loro, di una parte politica e non di tutti gli italiani. La Costituzione la conosciamo anche noi, la sappiamo leggere anche noi – in questo caso, credo, meglio di alcuni di quelli che ci contestano – e, sulla base della Costituzione, noi affermiamo il diritto della scuola libera e affermiamo che questo è un principio fondamentale non solo per la scuola, ma deve essere un principio della riforma dello Stato sociale: la giusta collaborazione tra pubblico e privato.
  Per tutte queste ragioni, pur avendo segnalato qualche ombra, noi voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, Governo, il percorso che ha avuto questo decreto nelle due Aule del Parlamento racconta bene lo svuotamento, ormai sostanziale, delle prerogative parlamentari. Voglio raccontare questo percorso perché è paradigmatico di quella sprezzante ostentazione di potere discrezionale che è la cifra permanente di questo Governo. Si tratta di un decreto che conteneva inizialmente due materie: la proroga degli appalti dei servizi ausiliari di pulizia nelle scuole e la stabilizzazione universitaria del Gran Sasso Science Institute. Questo decreto viene bloccato per settimane nella Commissione referente al Senato, non per un'azione ostruzionistica delle opposizioni, ma per consentire al Governo una riscrittura pressoché integrale del testo, che possa rimediare – guarda caso, alla vigilia delle elezioni amministrative – a qualcuno dei tanti pasticci che avete operato con la legge n. 107. Nessuna possibilità per la Commissione al Senato di procedere ad un'analisi reale del provvedimento: terminata l'opera di riscrittura del Governo, il testo viene impacchettato e sottoposto alla fiducia; il Parlamento può solo convalidare. Rimasti pochissimi giorni per l'approvazione definitiva del decreto per scongiurare il termine della scadenza del 28 maggio, anche alla Camera viene riservata nient'altro che la mera ratifica di un atto immodificabile.
  Questo racconto, Presidente Giachetti, non ha il carattere dell'eccezionalità. È, invece, la storia ordinaria di come questo Esecutivo ha scelto di governare questo Pag. 15Paese. Ma gli Esecutivi cadono, gli Esecutivi passano, passano come le maggioranze. Quello che non passa, invece, è lo svuotamento progressivo delle funzioni parlamentari, l'erosione lenta e inesorabile di tutte le garanzie costituzionali. Questa è una ferita che non scompare, che lascia la sua traccia indelebile. Se foste meno ebbri di potere, vi accorgereste che questa ferita rischia di compromettere persino la vostra permanenza in queste Aule parlamentari. Ma questo, per noi, sarebbe financo un vantaggio; quello che, invece, è intollerabile è l'ipoteca permanente sull'uguaglianza delle persone, sulla rimozione di ogni ingiustizia e discriminazione.
  Persino quando utilizzate un decreto per riparare i danni ingenti che la vostra legge n. 107 sta già facendo sulla tenuta del sistema scolastico, riuscite ad aprire nuove discriminazioni. Ne sanno qualcosa i docenti della scuola dell'infanzia, quelli che avete prima escluso dal piano assunzionale e che oggi dividete e armate gli uni contro gli altri in una sorta di guerra tra poveri: da un lato, quelli delle graduatorie di merito del concorso 2012, circa 1.700 finalmente assunti, finalmente risarciti di un loro diritto, dall'altro, i 18 mila inseriti nelle GaE, ancora sospesi, ancora in attesa di scoprire se questo Governo intenda davvero investire in un piano di potenziamento serio delle scuole dell'infanzia.
  Vi avevamo allertato subito sui rischi altissimi che avrebbe comportato, per l'accoglienza stessa dei bambini e delle bambine, la scelta di rinviare e delegare ogni opzione sulla scuola dell'infanzia. Ve ne siete infischiati fino ad oggi, oggi che il concorso appena avviato procede in una confusione tale da rendere impossibili le assunzioni a settembre, come avevate previsto. Oggi assumete gli idonei del concorso, ma discriminate gli altri, all'interno di quella che è ormai una relazione malata che avete con i lavoratori e le lavoratrici. I lavoratori non sono questuanti, non devono elemosinare il posto come se fosse una vostra gentile concessione, lo scalpo per la conservazione del vostro potere. I lavoratori si rispettano, si ascoltano, si rappresentano, mi verrebbe da dire.
  Misure occasionali improvvisate, mai dentro una visione di insieme, mai attraverso uno sguardo lungo: assumete una piccola percentuale di docenti senza sbloccare il potenziamento dell'organico, senza chiarire in quale direzione intendete andare. Infatti, mentre rinviate aspettative e possibilità alla famosa delega 0-6 anni con toni sicuri e rassicuranti, seminate premesse che sembrano andare in direzione opposta.
  L'ho già detto, ma lo ripeto: in tema di accesso ai servizi educativi e alle scuole dell'infanzia sostituite il principio dei livelli essenziali, costituzionalmente tutelato, con quello dei fabbisogni standard. È una modifica tutt'altro che terminologica: si tratta di due principi non sovrapponibili, atteso che il fabbisogno standard è un indicatore economico che stabilisce l'erogazione del servizio con efficienza ed economicità, il livello essenziale ha a che fare, invece, con il minimo di garanzia di un diritto fondamentale. È un tema richiamato dalla nostra Costituzione, in particolare dopo la riforma del Titolo V, per garantire omogeneità, indivisibilità e fruizione egualitaria nell'accesso ai diritti. La nuova definizione dei fabbisogni standard significa rendere esigibili i diritti solo se sono compatibili con gli obiettivi finanziari.
  Stiamo passando, senza fare troppo rumore, dai servizi fondamentali per la collettività a quelli facoltativi per ognuno. Stiamo ponendo le basi, cioè, per una privatizzazione progressiva di quei servizi fondamentali: l'affidamento ai privati delle scuole comunali dell'infanzia. Invece, almeno a partire dai tre anni di età, andrebbe garantita una scuola davvero pubblica e obbligatoria. I primi anni di scolarizzazione sono importantissimi per rimuovere dispersione scolastica e abbandoni, per quel cammino di accesso alla consapevolezza critica e al senso di cittadinanza. Bisognerebbe puntare ad un piano quinquennale che preveda l'istituzione di 500 nuove sezioni all'anno di scuole dell'infanzia statali, introducendo gradualmente l'obbligo scolastico a partire dai tre anni. Invece, a Roma – anche Pag. 16questo l'ho già detto – rischiano di chiudere 1.600 sezioni di asili comunali; a Firenze e a Milano vengono già dati in appalto ai privati. Se questo è il nuovo modello a cui state pensando nella delega 0-6 anni, vi state preparando a smantellare un altro pezzo cruciale del sistema educativo scolastico pubblico del nostro Paese.
  Le priorità sono sempre altrove per questo Governo: altri 12 milioni di euro alle scuole private per il sostegno alla disabilità, sottratti dal Fondo per la valorizzazione della didattica per le scuole statali. Sono altri 12 milioni di euro, dopo i 225 milioni stanziati soltanto nell'ultima legge di stabilità e dopo le detrazioni fiscali per chi frequenta le private previste nella legge n. 107. In discussione non c’è il sostegno ineludibile alla disabilità; in discussione ci sono le scelte di un Governo – lo dico al sottosegretario Toccafondi, che più volte sui giornali ci ha ricordato come il sistema scolastico pubblico sia costituito da scuole statali e da scuole paritarie – che continua a sottrarre risorse alle scuole statali, che non opera alcuna distinzione costituzionale tra scuole paritarie private, che non hanno vincoli né limitazioni nelle assunzioni, ma che devono operare senza oneri per lo Stato, e scuole paritarie degli enti locali, costrette, invece, come quelle statali, ai vincoli del Patto di stabilità e al turnover del personale. Non sarebbe stato più equo sostenere queste ultime scuole paritarie ? Non sarebbe stato doveroso, per un Governo, porsi finalmente il problema di un accesso reale ed egualitario al diritto allo studio e misurarsi con una scuola statale che non riesce a garantire un numero adeguato di docenti di sostegno, che lascia da soli gli studenti disabili, perché l'orario del sostegno in una settimana non riesce neanche a raggiungere le diciotto ore ? Questi sono problemi materiali, reali, oltre il filo della vostra propaganda e avete il dovere di dare risposta a questi migliaia di alunni disabili nelle scuole statali e alle relative famiglie.
  Mancano anche altre risposte, perché anche con questo decreto rimangono inevase. Ora che avete concesso la mobilità ai docenti, come vi avevamo chiesto in sede di discussione della legge n. 107, ora che permettete un riavvicinamento a quegli stessi docenti che, in fase B del piano assunzionale, avete impacchettato e mandato a migliaia di chilometri, perché tanto le vite reali non contano nulla, ora che avete cambiato le regole del gioco, le cambiate anche per i 45 mila docenti che non erano nelle condizioni materiali di abbandonare i legami e le famiglie e che non hanno potuto aderire alla fase B ?
  Altra domanda: ieri avete bocciato i nostri emendamenti sulla bonifica degli edifici scolastici dall'amianto, sull'incremento del fondo per la bonifica, avete investito sul programma «scuole belle», che prevede soltanto lavori di decoro e piccola manutenzione ed è un programma indubbiamente efficace sul piano della propaganda, ve lo riconosco, ma dietro il decoro ci sono le lesioni strutturali per il 21 per cento degli edifici, c’è un terzo delle scuole che non ha certificati antincendio o di agibilità igienico-sanitaria; dietro la patina del decoro c’è la realtà opaca di migliaia di studenti e operatori, che ogni giorno respirano amianto. Pensate che questa possa essere una priorità di Governo ?
  Ultima domanda per ragioni di tempo: avete stabilito la proroga degli appalti dei servizi di pulizia e piccola manutenzione della scuola; bene, come intendiamo, però, ora, porre fine alle proroghe e dare una stabilità occupazionale a 21 mila lavoratori, che da anni devono affidare il proprio futuro a periodici tavoli organizzativi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) ?
  Ieri sera avete bocciato il nostro ordine del giorno, che andava nel senso della trasparenza, della qualità dei servizi, della dignità del lavoro e chiedeva la reinternalizzazione di questi servizi, un piano di assunzione straordinaria di questi precari e di quel personale ATA, che continuate a non contemplare.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

Pag. 17

  ANNALISA PANNARALE. Ho finito, Presidente. Voteremo contro. Smettetela di dirci che l'importante sia partire e cominciare a fare qualcosa. Il «purché si cominci» lo dice il principiante, lo dice il cultore, lo dice l'appassionato di hobby. Voi siete il Governo. Voi non soltanto avete la responsabilità di fare, voi avete il dovere di fare – e bene – per questo diseguale Paese. E se non siete capaci, se ne traggano le dirette conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,20).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto finale – A.C. 3822)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Annuncio subito in premessa il voto convintamente contrario a questo provvedimento da parte del gruppo di Forza Italia. È un provvedimento – nonostante il tentativo di un abile lavoro fatto in Commissione dalla relatrice Ascani e dalla presidente Piccoli Nardelli, però è un tentativo che non è andato a buon fine – nel quale gli aspetti negativi prevalgono largamente su quelli positivi.
  I positivi sono pochi e già, tra quelli, è stato ricordato il tentativo di sanare la disparità delle graduatorie di merito per gli insegnanti delle scuole dell'infanzia, che era una cosa che avevamo già segnalato quando abbiamo discusso della riforma della scuola, che noi non chiamiamo «Buona scuola», perché questo è il titolo dato dal Governo a questo provvedimento, ma, con riferimento alla riforma della scuola, in quella sede, avevamo con l'onorevole Centemero più volte segnalato il pericolo di questa discriminazione e siamo stati facili profeti: con questo provvedimento mettete rimedio parziale a questa prima ingiustizia.
  L'altro esperimento positivo sicuramente è l'aumento dei compensi per i commissari di concorso e, infine, un elemento nettamente positivo, sul quale ieri abbiamo discusso lungamente in quest'Aula, è quella carezza che viene data agli alunni con disabilità, ai loro genitori e alle loro famiglie, nelle scuole pubbliche paritarie, con questo stanziamento di 12 milioni di euro, 100 euro al mese, che vengono dati, appunto, per consentire alle scuole pubbliche paritarie di poter sovvenzionare parzialmente gli insegnanti di sostegno per gli alunni con disabilità che frequentano quelle scuole. È, appunto, una carezza, è un incoraggiamento, è un fatto che allarga la sussidiarietà, come abbiamo detto ieri, e questo è sicuramente la gemma che c’è in questo provvedimento.
  Ma non basta per consentirci di votare in modo diverso da un voto contrario. Ci sono tante cose che non vanno. Nuovamente abbiamo avuto a che fare con un testo blindato, ed è già stato ricordato, ma è dal tempo e dall'epoca dei Governi Monti che, di fatto, il bicameralismo in questo Paese non c’è più, perché normalmente una Camera – e molto spesso questo avviene al Senato – si trattiene un decreto-legge per 45 e, a volte, anche 50 giorni, relegando la seconda Camera – e spesso questo, appunto, tocca a noi, qui alla Camera – a un ruolo di meri esecutori, con un testo blindato, che poteva comunque essere modificato, come dirò più avanti, che voi avete scelto di non modificare nonostante ci fossero i tempi.
  In più, il decreto è stato riscritto al Senato in funzione delle imminenti elezioni amministrative e, quindi, è diventato un decreto che, partito con tre soli articoli, Pag. 18praticamente li ha quadruplicati, estendendo materie che poco avevano a che fare con la contingenza nel merito. Inoltre, non risolve le altre criticità della legge di riforma della scuola, che noi abbiamo segnalato; ad esempio non affronta in modo compiuto il Piano straordinario della mobilità per gli insegnanti; in più, si usa, a mo’ di foglia di fico, l'estensione del bonus per i diciottenni, estendendolo anche ai ragazzi che non hanno ancora nazionalità italiana, e lo si estende, appunto, come foglia di fico, per motivare un provvedimento, anche qui, di natura prettamente elettorale, con questa valenza, diciamo, così di inclusione.
  Sappiamo benissimo che è un metodo di Governo del Premier Renzi quello di mettere nelle tasche degli italiani un po’ di soldi in contanti. Lo abbiamo visto due anni fa, in occasione delle elezioni europee, con il provvedimento degli 80 euro; lo abbiamo visto nella riforma della scuola con i 500 euro dati agli insegnanti per l'aggiornamento in materia culturale; lo vediamo costantemente nelle promesse che, nei settimanali Matteo Risponde, il Premier fa, promettendo di settimana in settimana che svariate categorie di persone riceveranno sostanzialmente denaro in contante di lì a poco tempo. È un metodo di Governo, è una forma di comunicazione e di campagna elettorale, questo non ci scandalizza, ma a noi corre l'obbligo di rilevarlo.
  E poi, proseguendo con le negatività di questo provvedimento, c’è la riduzione dei crediti formativi per i ragazzi che frequentano gli istituti tecnici superiori e che poi vogliono accedere alle università. Voglio ricordare che gli istituti tecnici superiori sono stati una creazione del Governo Berlusconi e del Ministro Gelmini: un provvedimento, una iniziativa che era richiesta a gran voce dal mondo del lavoro, perché, con questo biennio post-maturità, si forma personale tecnico attraverso una straordinaria compartecipazione di mondo della scuola, di mondo delle associazioni, di imprese produttive del territorio locale: è un esperimento che non è più, ormai, un esperimento, ma è un dato di realtà acquisito e fondamentale, e non si capisce perché venire a mortificare questi ragazzi, tagliando pesantemente i crediti formativi che potevano spendere in ambito universitario qualora avessero avuto intenzione di proseguire il loro cammino formativo.
  Ci sono poi due grandi temi. Il primo – anche questo è già stato ricordato – riguarda la proroga della convenzione Consip, abbondantemente scaduta, per i contratti per la pulizia e il decoro nelle scuole: una torta – perché questo, purtroppo, bisogna dirlo – di un miliardo e 600 mila euro, che è stato oggetto di segnalazione alla procura di Roma da parte dell'Autorità anticorruzione, che è stato oggetto di un provvedimento dell’Antitrust proprio in questi giorni; ciò nonostante, voi avete scelto di proseguire con la linea di questa proroga, insensibili a questi rilievi e alla faccia, diciamo così, della trasparenza e di quell'appello costante alla legalità, che è una delle cifre della comunicazione di questo Governo.
  E poi c’è la questione dei periti tecnici: il fatto che abbiate, così, in modo insensato, pensato di obbligare coloro i quali si diplomano da perito a un percorso formativo universitario; la maggior parte di questi ragazzi, come abbiamo detto ieri, non svolgerà la libera professione, ma andrà a lavorare come lavoratore dipendente. Siete convinti che questo sia un errore, non avete comunque voluto modificare il provvedimento e c'erano tutti i tempi per poterlo fare.
  Questo Governo, questo Premier, ha dimostrato che, quando vuole, può. A Costituzione vigente, oggi, noi approviamo e adesso approveremo, entro le 11, 11 e un quarto di questa mattina, questo provvedimento alla Camera; il provvedimento scade il 28 maggio, c'era tutta la possibilità di fare un rapidissimo passaggio al Senato, sanando almeno quest'unico punto, che ha provocato un'alluvione di messaggi di posta elettronica e di appelli in questi giorni a tutti noi parlamentari di questa Camera, proprio perché cambia le regole del gioco e mette in discussione il futuro di chi è in questo momento nelle scuole e le scelte Pag. 19future di chi, alle scuole medie, si trova adesso a dover scegliere quale percorso di scuola superiore intraprendere.
  Per tutti questi motivi, Presidente Giachetti, io confermo il nostro voto nettamente contrario a questo provvedimento di natura chiaramente elettorale, così come avverrà con il provvedimento che poi affronteremo, cioè la riforma del Terzo settore che – anch'essa – viene accelerata inopinatamente proprio in ragione delle imminenti elezioni amministrative.
  Noi voteremo contro questo provvedimento: come abbiamo sempre fatto, però – come ho cercato di rappresentare e ha cercato di rappresentare la collega Centemero nel suo intervento in discussione sulle linee generali –, siccome è nostra consuetudine guardare le proposte e non il proponente, valorizziamo gli aspetti positivi – i pochi aspetti positivi – che ci sono, ma i troppi elementi negativi ci obbligano a questo convinto voto contro questo provvedimento. Grazie, buona giornata e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, questo provvedimento non ci piace: il MoVimento 5 Stelle avrebbe messo in campo altre misure urgenti per la scuola e la ricerca, al fine di arginare e riparare i disastri della vostra buona scuola e dare effettivo impulso ad un settore strategico per lo sviluppo del nostro Paese. Questo provvedimento era nato con due obiettivi: proseguire l'indecoroso programma «scuole belle» e stabilizzare la scuola sperimentale di dottorato dell'Istituto di scienza del Gran Sasso, che, però, prevede lo stanziamento di risorse vecchie, che già sono previste per la ricerca.
  Di fronte a questi quattro articoli originari, durante l'esame al Senato, il Governo ne ha inseriti ulteriori undici, che introducono le disposizioni più disparate: dai contributi alle scuole paritarie, all'ingrato compenso per i commissari del concorso docenti, alle modifiche sull'accesso alle professioni dei periti industriali. Ne è uscito fuori un provvedimento con disposizioni slegate dal testo originario, prive di qualunque coerenza ed organicità e lontane dalle ragioni di straordinaria necessità ed urgenza richieste dall'articolo 77 della nostra Costituzione. Con questo provvedimento si assegna un ulteriore e duro colpo alla credibilità del Parlamento e alla qualità delle leggi.
  Veniamo al primo obiettivo: prorogare il programma sul decoro degli edifici scolastici sino al 30 novembre 2016. Tradotto: questo programma, che foraggia le vostre cooperative e che sfrutta i lavoratori, avrebbe talmente funzionato che lo prolungate. Ma credete veramente che restituire la bellezza agli edifici scolastici corrisponda a dare una mano di pittura ? Credete veramente di garantire un servizio igienico e di manutenzione di qualità nelle scuole attraverso questa misura ? Credete veramente di aver prodotto un risparmio di spesa oppure di garantire un'occupazione degna alle migliaia di lavoratori coinvolti ?
  Passiamo ai conti. Per questa proroga si stanziano 64 milioni di euro, di cui 49 sono sottratti al già esiguo fondo per il funzionamento delle scuole. Altro che nuove risorse ! Questi 64 milioni si aggiungono, tra l'altro, ai 450 già spesi a partire dal luglio 2014. Quindi, parliamo di più di 500 milioni che potevano essere spesi per la messa in sicurezza e ammodernamento degli edifici e degli ambienti scolastici.
  Oltre al danno, comunque, arriva anche la beffa: nei territori nei quali non è stata attivata la convenzione quadro Consip o sia sospesa o scaduta scatta la deroga alle regolari procedure di gara.
  Quindi, sono le cooperative nominate dai partiti ad ottenere l'appalto e a svolgere i servizi. Questo Governo non solo non ascolta il Parlamento e il mondo della scuola, ma nemmeno l'Autorità anticorruzione e l'Autorità garante della concorrenza, le quali hanno espresso forte contrarietà sulle procedure di proroga per Pag. 20l'affido diretto degli appalti di pulizia nelle scuole, in quanto non garanti di libertà, di concorrenza e risparmio per le casse pubbliche.
  A quattro cooperative, di cui due rosse – il Consorzio servizi e la Manutencoop –, l'Antitrust ha perfino comminato una multa per aver fatto cartello, creando un'intesa restrittiva che le aveva portate a spartirsi un miliardo e 500 milioni di euro di soldi pubblici, dei cittadini italiani. Le esternalizzazioni hanno ampiamente fallito: hanno prodotto precarietà, aumento della spesa, peggioramento della qualità dei servizi e corruzione.
  Per il MoVimento 5 Stelle tutti gli edifici scolastici devono presentare strutture forti e sicure e ambienti accoglienti e per fare ciò abbiamo presentato una proposta di legge che stanzia risorse strutturali: 600 milioni all'anno, per tre anni, rinnovabili, sulla base di un'anagrafe delle condizioni degli edifici scolastici costantemente aggiornata.
  Per noi è, invece, urgente procedere all'internalizzazione dei servizi di pulizia e alla stabilizzazione dei 12 mila posti accantonati, assumendo in organico i precari con almeno tre anni di servizio sulle mansioni ATA. Vogliamo riportare la gestione di importanti servizi, come la custodia delle scuole, sorveglianza e assistenza degli alunni, pulizia e manutenzione in capo al personale interno, così da migliorare effettivamente la qualità dei servizi, ridurre i costi e dare certezze contrattuali e salariali ai lavoratori.
  Andiamo al secondo obiettivo che si propone questo provvedimento, quello relativo all'Istituto di scienza del Gran Sasso. Tale struttura verrà ad assumere carattere di stabilità come istituto universitario a ordinamento speciale, ma anche in questo caso emergono profili dubbi rispetto alla copertura finanziaria, poiché la spesa di 3 milioni di euro annui è sostanzialmente destinata ad assunzioni di personale docente, mentre per le spese per le borse di studio, attività di ricerca e ulteriori attività necessarie all'operatività, stimate in 6 milioni annui, non ci sono garanzie. Per giunta, questi soldi sono frutto di una diversa allocazione di risorse già stanziate previste dal FOE, il fondo per gli enti di ricerca: nessun nuovo euro in più è destinato a questo istituto scientifico internazionale. È chiaro che per voi la ricerca pubblica non è un'emergenza né, tantomeno, la vostra priorità.
  Per il MoVimento 5 Stelle occorre procedere ad un piano di assunzioni per ricercatori e professori, al fine di sbloccare il turnover e assicurare equità, prima della premialità, nella distribuzione delle risorse su tutto il territorio nazionale.
  Questo decreto arriva dopo «la buona scuola», che, a meno di un anno, ha già manifestato tutte le sue contraddizioni: gli organi collegiali, che finora hanno garantito democraticità e pluralità alla scuola, sono stati sostituiti dalla dittatura del dirigente scolastico. Gli insegnanti saranno costretti ad entrare nelle grazie del dirigente per ricevere la nomina in una determinata scuola e il bonus del merito e rinunciare, quindi, alla propria libertà di insegnamento e di giudizio. Le assunzioni effettuate – buona parte delle quali erano già previste – non sono un regalo di questo Governo al buon funzionamento delle scuole, ma un adempimento ad un obbligo imposto dall'Europa. Per non parlare degli insegnanti del sud, con più titoli e servizi, che sono stati assunti al nord, mentre insegnanti che non hanno mai prestato un giorno di servizio e hanno competenze diverse rispetto a quelle che servono alle scuole hanno ricevuto una proposta di assunzione sotto casa. Le scuole dell'infanzia, ignorate, potranno contare con questo decreto su nuove, ma poche e dovute assunzioni, che, per giunta, saranno sottratte al nuovo concorso; concorso che si sta rivelando un disastro, a partire dal compenso dei commissari che, con questo decreto passa da un misero 50 centesimi ad un altrettanto misero e ridicolo 1,74 euro per compito o colloquio svolto o compito corretto.
  La proposta del MoVimento 5 Stelle intende garantire le risorse che occorrono alla scuola per assicurare un'offerta formativa di qualità, trasparenza e giustizia nell'assunzione e nella nomina dei docenti Pag. 21attraverso un piano pluriennale di assunzione dei docenti precari abilitati. Tutti: quelli delle graduatorie ad esaurimento, quelli delle graduatorie di merito, quelli delle graduatorie di istituto. I danni causati dalle Ministre Moratti e Gelmini vanno arginati, non aumentati.
  In questo decreto siete stati capaci di modificare l'unica cosa decente della «buona scuola»: avete sostituito il compito del Governo di definire i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi educativi con il raggiungimento dei bisogni educativi standard. Per il Governo, dunque, sarebbe cosa identica garantire lo stesso livello minimo di servizi per l'infanzia su tutto il territorio italiano e il rispetto dei criteri di efficienza economica. Pura confusione. Vorrei sommessamente ricordare che il tema dei livelli essenziali è richiamato dalla nostra Costituzione e ha la finalità di garantire una fruizione egualitaria dei diritti sociali e di istruzione a tutti i cittadini nel territorio italiano.
  Come se non bastasse, questo decreto-legge stanzia contributi alle scuole paritarie: 12 milioni, che si aggiungono ai 500 milioni di euro di soldi pubblici annui, sottraendoli peraltro al Fondo per il miglioramento dell'istruzione delle scuole statali. Troviamo quest'operazione vergognosa, anche perché si utilizza la condizione di particolare necessità che vivono famiglie e studenti per drenare ulteriori finanziamenti alle scuole private. Questo, quando l'inclusione nella scuola pubblica non si riesce a garantire in modo efficace a causa della carenza di organico specializzato, di strumenti e ambienti spesso non idonei, della necessità di attuare modalità didattiche non tradizionali e di procedere alla formazione di tutto il personale scolastico: misure che hanno bisogno di risorse economiche per consentire a tutti l'accesso all'istruzione. Se c’è da una parte un Governo e una maggioranza sordi alle nostre proposte di miglioramento, fortunatamente nel Paese ci sono tante cittadine e tanti cittadini impegnati in questi giorni a raccogliere le firme per il referendum al fine di abrogare parti disastrose di quella che solo per voi è una buona scuola: scelta del dirigente degli insegnanti, scelta da parte del dirigente di chi premiare, finanziamenti privati alle singole scuole. L'obiettivo è quello di ricostruire una scuola statale, pubblica, democratica, in coerenza con i valori costituzionali, quelli che voi vorreste stravolgere.
  Concludo, signor Presidente, dicendo che il nostro giudizio su questo decreto-legge è profondamente negativo, nel merito e nel metodo. Ci opponiamo a questa fiducia mascherata ! Per il Presidente del Consiglio la democrazia è un orpello fastidioso. Ecco perché voteremo contro questo decreto-legge, e metteremo in campo tutte le nostre forze per contrastare la vostra scellerata riforma costituzionale nei prossimi giorni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Presidente, Governo, colleghi, in questi giorni, come spesso succede, ci siamo sentiti dire dagli esponenti del MoVimento 5 Stelle che noi non siamo in grado di ascoltare; e io vorrei utilizzare questi pochi minuti, magari neanche tutti, proprio per provare a dimostrare che non solo sappiamo ascoltare, ma – e qui magari qualcuno può anche stupirsi – abbiamo anche capito.
  Perché abbiamo capito che i 5 Stelle hanno raccolto il grido di dolore di molti, moltissimi amministratori locali (ci hanno parlato di file di fronte ai luoghi in cui loro li incontrano) rispetto ai problemi dell'edilizia scolastica. Ecco, oltre ad esprimere loro solidarietà per le file che hanno dovuto ricevere, vorremmo anche sapere le risposte che loro hanno dato, visto che per quanto riguarda l'edilizia scolastica il MoVimento 5 Stelle ha detto «no» a scuole sicure, che ha aperto 2.326 cantieri; ha detto «no» ai mutui BEI per il rinnovamento delle strutture scolastiche, 936 milioni per 6.251 interventi; ha detto «no», il Movimento 5 Stelle, allo sblocco del Patto di stabilità per 454 comuni per Pag. 22spese in edilizia scolastica; hanno detto «no» a «scuole belle»: sono 7.235 interventi per 150 milioni di euro; hanno detto «no» allo «sblocca scuole»: 48 milioni liberati dai vincoli di bilancio per 3.506 interventi in edilizia scolastica. Hanno detto «no» anche ai 40 milioni per il controllo dei soffitti e controsoffitti in tutte le scuole d'Italia: stiamo parlando di un totale di...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Malpezzi, scusi. Colleghi, per favore, possiamo abbassare un po’ il tono della voce tutti ?

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. ...di 7 mila indagini che stanno partendo. Hanno detto no ai 350 milioni per le scuole innovative: si tratta di 52 scuole in tutta Italia nuove, nate da progettazione particolare. Ma hanno detto «no», sempre i colleghi del 5 Stelle, al Fondo Kyoto per l'efficientamento energetico e sicurezza delle scuole, per un valore complessivo di 350 milioni. E ieri qualcuno ricordava, sempre dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, la necessità di una programmazione unitaria sull'edilizia scolastica: ebbene il Movimento 5 Stelle, nella buona scuola...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Malpezzi. Onorevole Brescia ! Deve abbassare... Perché sta urlando lei, se no non la richiamerei, ovviamente (Commenti del deputato Brescia). Sì, ho capito, ma lei però abbassi la voce. Grazie. Prego.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Il MoVimento 5 Stelle ieri chiedeva come mai non ci sia stata una programmazione rispetto all'edilizia scolastica: ebbene, loro hanno detto «no» anche a questa, perché era una norma contenuta nella «buona scuola», e la programmazione rispetto all'edilizia scolastica – glielo diciamo noi oggi qui – c’è già, è in corso, ed è gestita anche dalle regioni, così come deve essere.
  Bene, complessivamente il «no» per l'edilizia scolastica è stato di 4 miliardi di investimenti: questo è quanto, e quindi quanto avranno risposto ai loro amministratori. Comprendiamo l'imbarazzo, e poi la necessità magari di raccontare un'altra realtà, come quella che hanno raccontato qui ieri, anche modificando interventi, attraverso manipolazione di video; ma riconosciamo quello che può essere il loro imbarazzo, perché quando non si hanno risposte è necessario utilizzare le bugie. O raccontare un'altra storia, perché se devo pensare a quello che è stato il dibattito qui ieri, noi ci siamo ritrovati proiettati in una sorta di déjà vu: gli interventi erano quelli dell'anno scorso, erano quelli legati alla «buona scuola». Mentre loro sono fermi lì, sono fermi ancora gli interventi dell'anno scorso, riproposti anche adesso in dichiarazione di voto, noi vogliamo ricordare che siamo andati avanti: nel frattempo abbiamo assunto, 100 mila assunzioni; è partito il concorso per altri 63 mila posti; sono arrivati 100 milioni per l'alternanza scuola-lavoro; è arrivato il raddoppio del Fondo del funzionamento degli istituti; è partito il Piano nazionale scuola digitale; è partita la formazione insegnanti. Loro sono fermi lì, noi andiamo avanti !
  E andiamo avanti anche con questo decreto-legge, perché all'interno di esso finalmente regolamentiamo la puntualità nel pagamento delle supplenze; assumiamo (e questo è importante) senza fare torti a nessuno gli idonei delle graduatorie infanzia del 2012, e li assumiamo senza fare torti a nessuno perché non togliamo posti al concorso, perché ricordiamo che esiste anche un turnover. E contemporaneamente introduciamo il concetto di fabbisogni standard, che guardate, ci aiuterà a rendere ancora più fattibile la delega «0-6» che qui è stata citata tantissime volte; e in prospettiva, quindi (lo dico alla collega Pannarale), anche l'assunzione dei docenti infanzia che sono rimasti in GAE, perché sono rimasti in GAE per quel motivo: riuscire a far partire al più presto la delega sullo «0-6» ci aiuterà anche a sbloccare quella situazione.
  Non solo: ieri veniva citato un altro problema. Vorrei ricordare che, grazie ad una risoluzione depositata in Commissione istruzione a prima firma Maria Coscia, che è la nostra capogruppo in Commissione, e Pag. 23seconda firma Roberto Giachetti, lavoreremo ad una soluzione per la situazione dei docenti delle scuole comunali, partendo proprio dalla situazione drammatica di Roma che ci è ben nota. Ci sarà la proroga per le assegnazioni provvisorie, e tra gli ordini del giorno anche – e di questo siamo molto contenti – un parere favorevole l'assorbimento (chiamiamolo così) finalmente dell'organico di fatto all'interno dell'organico dell'autonomia, che darà compimento a quella che è la scuola dell'autonomia e porterà alla soluzione di molti problemi spesso evidenziati.
  Ci impegniamo anche – e qui lo dico al collega Palmieri, che è particolarmente sensibile a tale questione, e ne abbiamo già discusso anche in Commissione – proprio come Commissione e Partito Democratico a formulare un piano più complessivo per le cosiddette lauree tecniche, per mantenere e garantire la dignità dei nostri istituti tecnici e dei loro titoli; e per innalzare però anche le competenze dei professionisti, perché questo non solo ci viene chiesto dall'Europa, ma è cosa in cui noi crediamo: lo abbiamo anche ribadito in un altro ordine del giorno, per dimostrare che l'impegno c’è e sarà serio, a prima firma di Anna Ascani, che ha anche fatto una relazione precisa e dettagliata dello stato dell'arte.
  Aiutiamo le scuole paritarie, in questo decreto-legge, nell'accoglienza dei bambini disabili, senza togliere nulla – perché anche questa cosa va detta – ai bambini delle scuole statali. Ricordiamo che in questo concorso per la prima volta noi inseriamo la classe di concorso sul sostegno: non c'era mai stata; e in questo modo, affiancandoci ad una delle altre deleghe della legge n. 107 del 2015, la delega sulla disabilità, noi riusciremo ad attuare finalmente la vera inclusione, che non può essere calcolata solo sul numero delle ore in cui l'insegnante di sostegno è in classe: per essere vera inclusione ci dev'essere un'armonizzazione tra i docenti della classe e i docenti che seguono i bambini con disabilità. L'inclusione avviene quando tutti si lavora uniti, e finalmente c’è un piano che darà aria e voce a questa linea, che per noi è importante.
  Non solo, oltre ai no, oltre all'essere fermi ad una storia vecchia, si continuano a dire delle bugie. Io non voglio andarle a elencare tutte, perché sono tante, ne abbiamo sentite ieri per una giornata intera, però una falsità consentitemi di precisarla e di smentirla anzi, perché le parole sono importanti e sono pericolose quando vengono utilizzate per spaventare le persone che in questo modo pensano di poter rischiare il loro posto di lavoro. Ieri si è affermato che chi ha fatto tre anni di supplenze non potrà più lavorare per una norma contenuta nella legge n. 107, che è sostanzialmente una ripresa di una norma europea. Questo non solo è falso, ma è profondamente disonesto ed è disonesto ai danni dei cittadini, perché il divieto di stipulare contratti a tempo determinato decorre a partire dal 2016 e solo ed esclusivamente per quanto riguarda i posti vacanti e disponibili. Io capisco che i tecnicismi siano difficili per chi non mastica la materia, ma chi se ne sta occupando forse dovrebbe almeno avere o l'onestà intellettuale di dire «non sono preparato, non ne parlo» oppure studiare e non spaventare la gente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non lo si può fare per propaganda politica, non lo si può fare. I voti sulla pelle dei cittadini se li prendano loro, noi non ci stiamo. Quindi, mentre loro continuano a fare gli ambasciatori della paura, mentre qualcuno rimane fermo ai suoi no e alle sue bugie, noi diciamo sì e andiamo avanti Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ANNA ASCANI, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANNA ASCANI, Relatrice per la maggioranza. Signor Presidente, semplicemente per ringraziare gli uffici che in poco tempo hanno fatto un lavoro molto puntuale, ci hanno aiutati ad esaminare un Pag. 24decreto decisamente complesso e anche per ringraziare tutti i colleghi della Commissione e anche i colleghi dell'Aula che sono riusciti a sviluppare un dibattito di qualità a livello molto alto, perché è un dato di fatto che in tre anni questo Parlamento ha discusso di scuola più di quanto si sia fatto negli ultimi venti e questo, a prescindere dalle posizioni di parte, mi sembra un'ottima notizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3822)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3822, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Terzoni, Grassi, Toninelli, Lauricella, Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 2299 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca» (Approvato dal Senato) (3822):

   Presenti  398   
   Votanti  389   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  268    
    Hanno votato no  121.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Falcone, Bonomo e Barbanti hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2617-B) (ore 10,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2617-B: Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
  Ricordo che nella seduta del 23 maggio si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge modificati dal Senato.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B), che sono in distribuzione.
  Avverto che non sono pubblicati nel fascicolo, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti non riferiti a parti modificate dal Senato.
  Avverto inoltre che, sempre a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, non sarà posto in votazione l'articolo 12, in quanto l'unica modifica ivi prevista è di mero rinvio interno ad una lettera che è mutata a seguito delle modifiche introdotte dal Senato.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principio o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle Pag. 25votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo MoVimento 5 Stelle è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, noi riteniamo che permangano le stesse criticità che ci avevano portato a presentare, quando è arrivato in Aula alla Camera il provvedimento in prima lettura, una pregiudiziale di costituzionalità. Pertanto, con una serie di emendamenti cerchiamo di contenere gli effetti di quella che a noi comunque pare una delega in bianco al Governo per riformare il terzo settore e disciplinare il servizio civile, emendamenti che recepiscono le questioni che avevamo sottolineato nella nostra pregiudiziale che, lungi dall'essere uno strumento abusato, è forse l'unico al quale possiamo ricorrere per destare l'attenzione dei colleghi che sostengono questa maggioranza. Noi crediamo che il disegno di legge in esame sia comunque palesemente incostituzionale, in ragione in particolare della complessità della materia trattata dalla delega; i principi e i criteri direttivi alla base di tale provvedimento ci appaiono talmente ampi e generalisti da far presupporre l'impossibilità effettiva del Governo di rispettare la legge di delegazione, producendo nei fatti un eccesso di delega che, se venisse sottoposto al giudizio della Corte costituzionale, ne comporterebbe inevitabilmente una dichiarazione di illegittimità. Taluni principi e criteri direttivi sono formulati con espressioni che fanno riferimento a eventualità o opzioni alternative, selezionabili dal Governo delegato. Ancora, non è esplicita l'effettiva portata innovativa della delega conferita al Governo, cioè se oggetto della delega sia un riordino della normativa vigente o una sua riforma. La delega al Governo al completamento della riforma dell'istituto della destinazione del 5 per mille, poi, si intreccia in parte con un'altra recente disposizione di delega sulla quale il provvedimento finisce per incidere in modo non coordinato. Inoltre, a noi pare importante sottolineare come il tema del servizio civile, che non si sviluppa soltanto ed esclusivamente nel Terzo settore, appare completamente sganciato dal contesto del disegno di legge delega, rendendo il testo dell'articolato privo assolutamente di omogeneità e organicità. Il testo in esame viola inoltre, infine, per noi l'articolo 81 della Costituzione; infatti, pur nella consapevolezza della difficoltà di stimare gli effetti finanziari derivanti dalle previsioni contenute nel disegno di legge, trattandosi di principi e criteri di delega, è innegabile che nell'articolato sono presenti disposizioni con effetti onerosi ben più ampi rispetto alla copertura finanziaria. Infine, un'ultima questione che avevamo segnalato e sottolineato anche nella nostra pregiudiziale e che torna nel testo di alcuni nostri emendamenti è che la previsione di un registro unico del terzo settore, anche al fine di favorirne la piena conoscibilità in tutto il territorio nazionale, oltre ad apparire in contrasto con il rispetto delle prerogative delle regioni, ai sensi anche della disciplina costituzionale prevista dal Titolo V, ci appare anche inopportuna nel definire la natura giuridica dell'iscrizione e, cioè, se abbia effetti meramente conoscitivi o anche costitutivi e quale sia l'ambito soggettivo dagli enti obbligati alla registrazione.
  Queste brevi osservazioni le ritroviamo in alcuni dei nostri emendamenti, che – torno a dire e concludo – abbiamo presentato nel tentativo di contenere gli effetti di questo disegno di legge delega che non condividiamo assolutamente.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 26

  DONATA LENZI, Relatrice. Presidente, i pareri sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Colleghi, vi prego di rimanere ai vostri posti perché abbiamo un certo numero di votazioni da fare. Beni. Onorevole De Girolamo, mi dica... D'Ambrosio. Altri che non riescono a votare ? Ci siamo ? Onorevole Ferro, acceleriamo gentilmente. Altri ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  352   
   Votanti  337   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. I deputati Albanella, Bonomo e Barbanti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 1.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, l'emendamento in questione esclude dal terzo settore le fondazioni bancarie e le fondazioni politiche. La novità introdotta al Senato risponde parzialmente all'esigenza espressa proprio dal MoVimento 5 Stelle di escludere le fondazioni bancarie dal terzo settore. In realtà, la norma introdotta non sembra escluderle dal terzo settore, ma si limita ad affermare che alle stesse non si applicano le disposizioni contenute nella legge e nei relativi decreti attuativi, pur essendo le fondazioni bancarie enti che concorrono al perseguimento delle finalità della legge.
  Rispetto agli auspici tale novità potrebbe essere, sotto certi aspetti, anche più pericolosa, perché non escludendo le fondazioni bancarie dal terzo settore, come invece chiaramente indicato per le associazioni politiche, i sindacati, eccetera, senza che peraltro siano chiaramente indicate altre disposizioni eventualmente applicabili, c’è il rischio che, senza nulla modificare riguardo alla legislazione vigente ad essi applicabile, le fondazioni bancarie, pur rimanendo comunque nell'ambito del terzo settore, possano beneficiare di un limbo di deregulation che consente loro di non applicare, ad esempio, eventuali norme sulla trasparenza e sulle informazioni obbligatorie che con tale legge sarebbe eventualmente introdotte.
  Riguardo alle fondazioni bancarie, peraltro, c’è da rilevare quanto introdotto al Senato all'articolo 5, dove si prevede, con tale novità, la costituzione degli organismi regionali o sovraregionali tra loro coordinati sul piano nazionale, con la finalità di provvedere ad attività di programmazione, controllo, accreditamento e attribuzione di risorse finanziarie ai centri di servizio. Questi organismi sono costituiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e i costi sono a carico delle risorse di cui all'articolo 15 della legge n. 266 del 1991, ovvero delle fondazioni bancarie, con l'eccezione di eventuali emolumenti previsti per gli amministratori e i dirigenti, i cui oneri saranno posti a carico, in maniera aggiuntiva, delle fondazioni bancarie finanziatrici.
  In generale, appare critico che un'attività di controllo, anche riguardo alla gestione Pag. 27dei fondi del volontariato, sia finanziata proprio dalle fondazioni bancarie e altresì appare critico prevedere che gli emolumenti per gli amministratori e i dirigenti di tali organismi di controllo siano eventualmente finanziati dalle fondazioni bancarie direttamente – punto interrogativo – e al di fuori dei fondi regionali (un quindicesimo dei proventi delle fondazioni bancarie, come previsto dall'articolo 15 della legge quadro sul volontariato).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. In pratica con il primo comma di questo articolo si prevede che le fondazioni bancarie, sebbene perseguano le stesse finalità degli altri enti del terzo settore, rimangono però escluse dalle disposizioni che noi stiamo oggi qui esaminando e, di conseguenza, anche dai decreti attuativi che poi ne deriveranno. In parte questa potrebbe sembrare sicuramente una cosa positiva e probabilmente lo è; però, noi che cosa chiediamo, nello specifico, con questo emendamento ? Che le fondazioni bancarie vengano escluse dagli enti del terzo settore. Perché ? Perché, come diceva appunto la collega Grillo, qual è il nostro timore ? Che rimanendo tra gli enti del terzo settore esse possano comunque beneficiare di una sorta di deregulation, quindi di una serie di privilegi che consentirebbero loro di non applicare, per esempio, le norme sulla trasparenza o altre informazioni di tipo obbligatorio, ed è quello che noi, tramite questo emendamento, vogliamo assolutamente scongiurare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Anche se la norma sembra escludere dal terzo settore le fondazioni bancarie, in realtà si limita ad affermare che alle stesse non si applicano le disposizioni contenute nella legge e nei relativi decreti attuativi, pur essendo le fondazioni bancarie enti che concorrono al perseguimento delle finalità della legge. Rispetto agli auspici tale novità potrebbe essere sotto certi aspetti anche più pericolosa, perché non escludendo le fondazioni bancarie dal terzo settore, come invece chiaramente indicato per le associazioni politiche e i sindacati, senza che peraltro siano chiaramente indicate altre disposizioni eventualmente applicabili, c’è il rischio che, senza nulla modificare riguardo alla legislazione vigente ad esse applicabile, le fondazioni bancarie, richiamandosi comunque nell'ambito del terzo settore, possano beneficiare di un limbo di deregulation che consente loro di non applicare, ad esempio, eventuali norma sulla trasparenza e sulle informazioni obbligatorie che con tale legge saranno eventualmente introdotte. Quindi, in realtà, in maniera ipocrita si dice una cosa, ma nei fatti se ne fa un'altra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Casellato, Folino, Simoni. Non vedo altre mani alzate... Ha votato Simoni ? Sì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  372   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 28

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colonnese 1.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, preannunzio il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, con questo emendamento noi prevediamo quello che abbiamo già proposto con un emendamento precedente, cioè l'emendamento Baroni 1.3. Nel primo caso noi chiedevamo che venissero escluse dagli enti del terzo settore le fondazioni bancarie; in questo caso chiediamo che ad essere escluse dagli enti del terzo settore siano invece le fondazioni politiche ed il motivo è sempre lo stesso. Cioè, è vero che le fondazioni politiche vengono escluse dall'applicazione di queste disposizioni e, quindi, dai decreti attuativi, però in realtà il nostro timore è che queste potrebbero comunque godere di una serie di privilegi che consentirebbero loro, per esempio, di non applicare le norme sulla trasparenza su alcune informazioni obbligatorie che, per noi, invece sono estremamente importanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo, Matarrese, Di Lello, Galati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  373   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Barbanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 1.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Per ribadire i concetti che sono stati già espressi precedentemente. Non si capisce perché in Senato è stata rimarcata l'esclusione delle fondazioni bancarie dal novero degli enti del terzo settore, mentre non è stata fatta esplicita specificazione per quanto riguarda invece le fondazioni politiche.
  Ci avete risposto in Commissione che è così perché è implicito ed è già insito nella definizione. Allora, dovrebbe esserlo anche per le fondazioni bancarie. Quindi, delle due l'una: o è implicito, o è esplicito, o sono incluse o sono escluse. Con questo emendamento chiariamo qualsiasi dubbio al riguardo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 29
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  378   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Amoddio, Furnari, Casellato, Piccoli Nardelli, Pilozzi, D'Ambrosio, Vazio, Sani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  360   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Formisano, Luigi Gallo, Lorenzo Guerini, Sani, Di Vita...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  375   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  272    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Questo articolo 1 contiene, per quanto ci riguarda, un vulnus, contiene una formulazione, secondo noi, arretrata rispetto ad altre leggi che concernevano la disciplina dei rapporti tra le organizzazioni no profit e la pubblica amministrazione.
  Infatti, nell'articolo 1, dopo la modifica avvenuta al Senato, si parla della possibilità prevista dalla legge di emanare, anzi del dovere di emanare uno o più decreti legislativi in materia di riforma del terzo settore. Nella formulazione approvata alla Camera si parlava in materia di disciplina del terzo settore, quindi c'era stato un piccolo, come si suol dire, abbellimento linguistico, si è passati dalla «disciplina» del terzo settore alla «riforma» del terzo settore e d'altronde, già nel titolo del provvedimento, si parla di «riforma» del terzo settore.
  Per quanto ci riguarda, questa formulazione è una formulazione arretrata e sbagliata. Ricordo che nella legge quadro sul volontariato, la legge n. 266 del 1991, nel primo articolo, che concerneva le finalità e l'oggetto della legge, al secondo comma, si diceva: «La legge stabilisce i principi cui le regioni e le province autonome devono attenersi nel disciplinare i rapporti tra le istituzioni pubbliche e le organizzazioni di volontariato», ovvero il tema era la disciplina dei rapporti, non dei soggetti. A noi, insomma, visto che si è Pag. 30parlato spesso ieri di sussidiarietà, pare strano che il legislatore debba disciplinare o riformare un corpo intermedio; i corpi intermedi si autorganizzano, si danno le loro regole, che ovviamente devono essere regole non deroganti dall'ordinamento legislativo e dall'ordinamento dello Stato. Intervenire su una materia così importante come quella del ruolo, del soggetto e delle funzioni di corpi intermedi, quali il terzo settore è, dovrebbe portarci a maggiore cautela; l'oggetto – ripeto – non è il terzo settore, ma i rapporti che lo Stato e la pubblica amministrazione intrattengono con il terzo settore. È come se si facesse una legge che avesse per titolo: «la riforma della Chiesa», «la riforma del sindacato» o «la riforma dei movimenti sociali»; io credo che questa impostazione dovrebbe essere tenuta ferma. Io facevo parte negli anni Ottanta di una piccola task-force, di un gruppo di esponenti, rappresentanti di organizzazioni di volontariato, ero insieme a Luciano Tavazza, a Beppe Lumia, a Patrizio Petrucci e altri, che discussero per mesi, con Nicolò Lipari, con Maria Eletta Martini, con Teresa Migliasso e altri deputati di quella legislatura se la legge sul volontariato dovesse essere appunto una legge sul volontariato o una legge che avesse per oggetto la disciplina dei rapporti tra il volontariato e la pubblica amministrazione. Io penso che in base a una corretta interpretazione del principio di sussidiarietà – scavalco a sinistra l'onorevole Palmieri – noi dovremmo avere l'attenzione di porre nelle nostre leggi questa impostazione; cioè oggetto della legge non è la disciplina di un corpo intermedio, ma la disciplina dei rapporti tra quei corpi intermedi e lo Stato.
   Io penso che nell'articolo 1 questo principio venga meno e per questo noi ci asterremo sul primo articolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, anche noi ci asterremo su questo articolo perché, pur essendo stato scavalcato dal collega Marcon, mi ritrovo nel peggioramento del testo che è stato operato al Senato, perché questa è una legge delega, come abbiamo detto nel primo passaggio alla Camera, molto ampia e con deleghe assolutamente non circoscritte e affidate, ancora una volta, a questo Governo e in realtà al Premier, che è già intervenuto in questo passaggio al Senato, come vedremo poi all'articolo 10, con l'IRI del sociale.
   Allora siamo perplessi, come peraltro molti colleghi della maggioranza, e io invito a leggere, per una volta, gli interventi in discussione generale da parte dei colleghi della maggioranza perché lì troverete, tra le righe e a volte anche esplicitato, la contrarietà della maggioranza stessa nei confronti del lavoro fatto dalla stessa maggioranza e dal Governo al Senato. Per cui, noi ci asterremo su questo articolo, voteremo convintamente contro la maggior parte degli emendamenti di Sinistra Italiana e del MoVimento 5 Stelle perché traducono una visione che non ci appartiene, cioè quella di una sussidiarietà stretta e di uno statalismo di fatto che contraddice la realtà dei nostri giorni, ma abbiamo una forte contrarietà rispetto all'intero provvedimento che paleseremo nel corso del dibattito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, intervengo per spiegare il nostro voto di astensione anche a questo articolo. È uno dei pochi articoli in cui ci asterremo, per la maggior parte voteremo in modo contrario. Il problema è che noi riconosciamo lo spirito iniziale che ha portato a redigere questo testo. Ciò che chiaramente non condividiamo sono la modalità e il contenuto che poi alla fine sono usciti fuori.
   Io voglio solo ricordare ai colleghi della maggioranza che il lavoro che abbiamo fatto qui alla Camera è stato molto più onorevole del lavoro che è stato fatto in Senato. Sono state inserite delle finalità condivisibili, perché è vero che il mondo Pag. 31del terzo settore ha bisogno di razionalizzazione, semplificazione e omogeneizzazione di tutta la normativa esistente, ma questo non è assolutamente il modo di farlo, sicuramente non con una legge delega e non con una legge delega che lascia così ampi margini di manovra al Governo, senza poi mettere dei paletti lì dove andrebbero messi.
  Quindi, noi ci asterremo probabilmente solo su questo articolo, perché vogliamo sottolineare che siamo assolutamente concordi sul fatto che serva una legge per il terzo settore e per sostenere il mondo del no profit, ma sicuramente non è questo il modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Ciracì, Gandolfi, Matarrelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  268   
   Astenuti  120   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato  254    
    Hanno votato no  14.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Grazie, Presidente. I pareri sugli emendamenti all'articolo 2 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 2.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà. Scusi, suggerirei a tutti i suoi colleghi di abbassare un po’ il tono dalla voce.

  GIULIA DI VITA. Questo è uno di quei casi a cui accennavo anche precedentemente. Sempre alla Camera abbiamo fatto tutto un dibattito sull'inserimento di questa parola, «favorire». Il comma dice: «riconoscere e garantire il più ampio esercizio di diritto di associazione è il valore delle formazioni sociali liberamente costituite» eccetera eccetera. Io vorrei capire perché nasce la necessità di inserire la parola «favorire», che poi si ripete anche in altri commi, quando è chiaro che quello che lo Stato deve fare è riconoscere e garantire il diritto. Non si capisce perché «favorire», soprattutto in quale accezione avete inserito questa nuova parola. Ciò chiaramente è avvenuto in Senato. Avevamo trovato l'accordo ed eravamo tutti d'accordo in Commissione affari sociali qui alla Camera. Non si capisce perché al Senato prevale sempre questa modalità, questa voglia di inserire sempre termini che vanno nella direzione di favorire, sostenere, incentivare il mondo del no profit non si capisce a che titolo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 2.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 32
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Furnari, Binetti, Boccadutri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  384   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 2.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Turco, Grillo, D'Ambrosio, Casellato, Costantino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  387   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colonnese 2.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, noi andiamo a sostituire la lettera b) del comma 1. In pratica, al Senato hanno modificato la parte relativa all'iniziativa economica degli enti del terzo settore. Quindi, è stato eliminato il riferimento all'assenza del fine di lucro e lo scopo, cioè la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale e di interesse generale. Quello che è ma vogliamo fare con questo emendamento è proprio questo: ripristinare la disposizione che, comunque, alla Camera era stata approvata. Lo vogliamo fare con questo emendamento. Infatti, togliere questi riferimenti – quindi l'assenza di lucro e la produzione o lo scambio di beni e servizi di utilità sociale e di interesse generale – significa, comunque, alimentare l'impresa sociale, un'impresa che, così come è pensata, diventa un'impresa commerciale a tutti gli effetti e, quindi, con queste caratteristiche, non dovrebbe far parte, secondo noi, degli enti del terzo settore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. In realtà, qual è la questione ? Cosa cerchiamo di risolvere con questo emendamento ? Il problema è che il non profit è sicuramente una risorsa e qualcosa di utile, ma non deve sostituirsi a un servizio che deve essere garantito dallo Stato. Il no profit deve aiutare ed essere un di più rispetto a quello che lo Stato già deve offrire, magari anche perfezionando l'offerta dello Stato. È questo che noi diciamo sostanzialmente con questo emendamento, che non deve esserci una sostituzione a un servizio che deve essere, comunque, garantito dallo Stato, ma occorre incentivare e aiutare il no profit con una norma che sia abbastanza coerente.

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Intervengo solo per fare notare questo. Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza. Come l'hanno modificata i vostri colleghi al Senato, questa lettera diventa: «riconoscere e favorire l'iniziativa economica privata, il cui svolgimento, secondo le finalità, può concorrere a elevare i livelli di tutela dei diritti civili e sociali». Che vuol dire «può concorrere» ? Noi favoriamo l'iniziativa privata al fine di una potenziale possibilità che loro possano concorrere a elevare i livelli di tutela dei diritti civili e sociali ? Siccome questo è proprio l'obiettivo, non è che «possono concorrere», è la loro mission, è il loro obiettivo. Quindi, vorrei capire come giustificate voi stessi questa modifica. Il no profit nasce proprio per concorrere a elevare i livelli di tutela dei diritti civili e sociali. Quindi, non capisco perché al Senato, invece, è stata modificata questa parte. Ma vedo che non avete risposte.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 2.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Capua, Bolognesi, Greco... Bolognesi ancora non riesce a votare... Ha votato, onorevole Bolognesi ? Sì. Altri ? Piccione, Locatelli. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  381   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 2.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Fitzgerald Nissoli, Lauricella. Chi altro non riesce a votare ? Pilozzi. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  380   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 2.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Malisani. Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ? Turco, Marcon, Duranti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  385   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 2.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 34

  Chi non riesce a votare ? Dall'Osso. Altri ? Arlotti. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  387   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 2.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Sani, Pilozzi, Ginoble, Grassi, Polidori. Ci siamo ? No. Sorial. Onorevole De Lorenzis, la aspettiamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  396   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Noi ci asteniamo su questo articolo, ci asteniamo perché già nella formulazione individuata alla Camera c'era un elemento negativo in questo articolo, al comma 1, lettera b), in quanto nella lettera b) si riconosce e si favorisce l'iniziativa economica privata, non le organizzazioni di terzo settore che svolgono una attività economica, ma l'iniziativa economica privata.
  Nel testo che ci è giunto dal Senato, il riferimento «senza finalità lucrative» è stato tolto, è stato espunto. Il combinato disposto di questi due elementi, il cambiamento di una formulazione che già c'era la Camera, ci fa dire che uno dei segni di questa legge è sostanzialmente, come posso dire, il tentativo di favorire, di agevolare, di accentuare una dimensione privatistica e mercatistica di una parte delle attività che possono far riferimento al terzo settore e che magari sono svolte da imprese profit, che vengono rinominate imprese sociali.
  Ed è per questo motivo che noi ci asteniamo su questo secondo articolo, perché, pur contenendo negli altri commi principi condivisibili, nel comma 1, lettera b), contiene un elemento, anzi più di un elemento, secondo noi grave, che costituisce un vulnus di questa legge e della sua impostazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda. Ci siamo ? Hanno votato tutti ? Altri ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  350   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  260    
    Hanno votato no   90.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).Pag. 35
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Grazie, Presidente. I pareri agli emendamenti all'articolo 3 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Di Vita 3.1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Greco, Malisani. Altri ? Non vedo mani alzate... sì, Mazzoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  356   
   Astenuti   51   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no   264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colonnese 3.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Riguardo alla revisione delle norme del codice civile, è stata inserita la delega a definire le informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi. È stata, inoltre, introdotta la previsione che gli obblighi di trasparenza e informazione siano adempiuti anche attraverso la pubblicazione sui siti istituzionali. La novità appare condivisibile, sempreché nell'esercizio della delega non siano ridotte informazioni obbligatorie già eventualmente richieste dalla legge. Quindi, appare necessario che tale rischio, se pure eventuale, sia comunque circoscritto tramite apposito emendamento. Inoltre, sarebbe preferibile prevederne l'obbligatorietà, anziché la mera possibilità, ed aggiungere il riferimento alle norme sulla trasparenza, quantomeno in relazione a quegli enti, come ad esempio le fondazioni, le cui risulte prevalentemente dovrebbero essere pubbliche. L'emendamento è finalizzato a stabilire precisi criteri ai fini della delega di modifica del codice civile...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Colonnese.

  VEGA COLONNESE. Sì, concludo. ...in relazione alla definizione delle informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. La delega che noi stiamo esaminando riguarda anche la definizione delle informazioni obbligatorie che devono essere inserite negli statuti e negli atti costitutivi degli enti. Con questo emendamento noi vogliamo stabilire dei criteri ben precisi e ribadire alcuni concetti che secondo noi sono fondamentali, che, quindi, vado ad elencare: l'obbligo di trasparenza Pag. 36e di informazione, anche attraverso la pubblicazione sui siti istituzionali; l'assenza dello scopo del lucro, sia diretto che indiretto; le finalità solidaristiche; l'obbligo di pubblicità dei rendiconti o dei bilanci, degli emolumenti, dei compensi e dei corrispettivi a qualsiasi titolo; l'obbligo di reinvestire utili o avanzi di esercizio.
  Noi crediamo che questo sia il primo passo, anche per combattere fenomeni che, purtroppo, conosciamo molto bene come quello della corruzione o fenomeni, come quelli che purtroppo conosciamo altrettanto bene, come «Mafia capitale».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Che sistema del MoVimento 5 Stelle fosse severissimo nei confronti di coloro che sono sottoposti all'attenzione dell'autorità giudiziaria era noto, però che si arrivi a sostenere, come in questo emendamento che si chiede da parte loro di votare, che è causa di incompatibilità una qualsiasi condanna penale definitiva, che significa anche una condanna per contravvenzione o una condanna per un modesto delitto colposo, a me pare che, in questo momento, essi abbiano superato il limite. È vero che essi non hanno limiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, è divertente vedere sempre un collega dell'area della destra che interviene quando c’è scritto «penale». Comunque, quello che vogliamo dire è di inserire dei vincoli di pubblicità rispetto a doppi incarichi. Per esempio, in Sicilia, c’è stato il caso di un direttore sanitario di un presidio ospedaliero che, nel frattempo, era anche il presidente di una cooperativa che vinceva gli appalti per l'assistenza domiciliare integrata.
  Siccome il problema è rilevante, sottosegretario Bobba, siccome voi l'avete blindato questo testo, le chiedo una gentilezza: quando andrà a vendersi questa riforma in tutti i suoi incontri, riferisca anche che in Aula è stato completamente muto e non ha detto una parola su questo, così, magari, gli altri sapranno anche tutta l'attività che lei ha svolto in questo momento in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Grazie, Presidente, se si legge l'articolo 4 si vedrà che agli enti del terzo settore sono imposte regole rigidissime di trasparenza, di limitazione degli incarichi, di limitazione delle retribuzioni, ma l'articolo 3 non riguarda solo gli enti del terzo settore: riguarda l'amplissimo campo degli enti che rientrano nel libro I del Codice civile, che non fu limitato neanche in epoca fascista nel 1942. Imporre regole per cui non si può fare un'associazione, non si può aderire se sei stato condannato neanche per fare il gioco della canasta è un atteggiamento profondamente illiberale. Il caso che è stato citato prima rientra nell'articolo 4, quindi risulta vincolato. Questo attiene all'articolo 2 della Costituzione e all'articolo 18: la libertà di ciascuno di noi, compreso chi è stato condannato, chi riveste incarichi, eccetera, di aderire ad un'associazione in cui rispecchiare i propri valori, le proprie passioni, i propri hobby, i propri desideri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, intanto non è vero che all'articolo 4 sono stati inseriti questi criteri così stringenti, perché, come al solito, è un provvedimento di delega, quindi, avete inserito delle norme di principio: poi, sappiamo benissimo che il Governo farà quello che farà. Abbiamo visto anche da chi è guidato il Governo, ma ne parleremo, poi, per la Fondazione Pag. 37«Italia sociale»: io mi riferisco sempre all'amico di Renzi e di Bobba, Vincenzo Manes.
  Chiedo alla collega Lenzi: che significa, allora, definire le informazioni obbligatorie da inserire negli statuti, prevedere obblighi di trasparenza e informazione, eccetera ? Ci sta dicendo che le informazioni che noi abbiamo inserito sono troppo stringenti, però, allo stesso tempo, si dà la delega al Governo di inserire tutto quello che ho appena letto. Quindi, che cosa intendete ? Prevedere obblighi: quali obblighi ? Trasparenza e informazione su che cosa ? Come vedete, è tutta «fuffa», poi, alla fine, non ci sarà nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, brevemente per ricordare alla collega Grillo e alle colleghe e ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che molte di queste realtà si occupano, per l'appunto, di dare una seconda possibilità a persone che hanno sbagliato e che pensare di definire una persona in modo inequivocabile in base a una colpa, a un errore del suo passato è una cosa profondamente antiumana.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 3.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Sannicandro, Pilozzi. Ci sono altri che non riescono a votare ? Ancora Pilozzi. Hanno votato tutti ? Onorevole Fiano, l'aspettiamo.  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  385   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Chi non riesce a votare ? Pilozzi, Tinagli, Greco, Fossati, Berlinghieri. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  384   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 3.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, anche per rispondere ai colleghi della destra, siccome ci dite sempre che siamo troppo talebani, troppo «manettari», con obblighi di trasparenza e legalità, questo emendamento vi viene incontro, perché noi specifichiamo che gli obblighi devono essere commisurati alla dimensione economica e all'entità del bilancio e delle somme ricevute a titolo di finanziamento pubblico o a titolo di liberalità Pag. 38da privati. Tra l'altro, lasciamo ampio margine di manovra al Governo stesso: anche questa da parte nostra è un'enunciazione di principio. Quindi, non applichiamo norme rigide a qualsiasi tipo di ente, ma, soprattutto, a quelli di grandi dimensioni – faccio un nome a caso, la cooperativa «29 Giugno» –, perché, ovviamente, le grandi cooperative, di grandi dimensioni, che hanno un grande numero di lavoratori e, soprattutto, gestiscono norme ingenti per la pubblica amministrazione quelle sì, allora, che devono sottostare a norme più rigide. Mi sembra condivisibile, quindi, non capisco perché anche su questo non si possa nemmeno dibattere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Onorevole Fraccaro, Murer. Chi altro non riesce a votare ? Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  392   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.18, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  295   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.13, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Arlotti, Cristian Iannuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  367   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 3.12, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  380   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.15, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 39
  (Segue la votazione).

  Pannarale, Gregori, Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  370   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 3.16, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Camani, Bobba, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  399   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.14, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Gregori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  343   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  302   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato  284    
    Hanno votato no  18.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 4.2, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 40

  Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  370   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 4.1, con parere contrario di relatore e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Greco, Currò, Donati, Romano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  371   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 4.6, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  373   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 4.8, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Formisano, Palma, Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  370   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 4.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Dall'Osso, Di Vita...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  380   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 41

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  351   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 4.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rondini, Greco, Palma, Donati, Amoddio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  392   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 4.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, per sottolineare il senso di questo emendamento, che vuole la tutela dei contratti tipici, la peculiarità dei contratti delle ONG e delle organizzazioni che operano nella cooperazione allo sviluppo. Questa peculiarità è molto importante e l'emendamento la vuole affermare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 4.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  396   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 4.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Rotta, Casellato, Burtone, Micillo, Taricco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  381   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 42Mantero 4.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, D'Ambrosio, Kronbichler, Capua, D'Uva, Tancredi, Famiglietti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  382   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 4.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale, De Maria, Bonafede, Altieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  358   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   70    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 4.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  357   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 4.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Bobba, Turco, Palese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  328   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 4.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Mannino...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 43
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  356   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 4.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Lo Monte, Donati. Ci sono altri che non riescono a votare ? Onorevole Crippa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  390   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colonnese 4.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Preannunzio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi prevediamo che, nel momento in cui l'ente del terzo settore svolga esclusivamente e interamente, per un anno, dei lavori per conto della pubblica amministrazione, allora è giusto che questo ente sia soggetto alla normativa dell'anticorruzione, alla normativa che viene applicata alla pubblica amministrazione in materia di inconferibilità e di incompatibilità e, in generale, alla normativa sulla trasparenza. Perché questo ? Perché stiamo parlando di enti sicuramente privati, ma che, se svolgono in maniera continuativa questi compiti per conto della pubblica amministrazione, è come se fossero enti pubblici a tutti gli effetti.
  Naturalmente, noi prevediamo che questa normativa venga applicata solo agli enti più grandi, perché è importante che per quelli più grandi vengano applicate delle norme più rigide.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Proprio per questo lo scopo di questo emendamento è cercare di superare quella confusione che si genera fra servizio, che deve essere garantito appunto dallo Stato, e il servizio aggiuntivo che deve essere disciplinano attraverso il terzo settore. Perché ? Perché qui noi diciamo una cosa molto semplice: che chi lavora esclusivamente per la pubblica amministrazione deve sottostare alle regole che vigono per la pubblica amministrazione, quindi regole di trasparenza e anche di controllo più puntuale. È questa la cosa molto semplice che viene indicata da questo emendamento.
  Mi stupisce come questo emendamento sia stato giudicato in modo negativo, quando serve ad aiutare ancora di più una certa distinzione fra il terzo settore e i servizi che vengono garantiti dallo Stato. Quindi, cerchiamo di trovare una regola di trasparenza maggiore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

Pag. 44

  GIULIA GRILLO. Presidente, capiamo che il tema della inconferibilità degli incarichi è la bestia nera di questo Governo. Proprio fino all'altro giorno il commissario dell'autorità portuale di Catania non è stato riconfermato, proprio in seguito ad una mia segnalazione all'ANAC, visto che nel frattempo era anche componente di una ditta spedizioniera all'interno del porto. Quindi, capiamo che per il Partito Democratico è una bestia nera, è una bestia nera il concetto dell'inconferibilità.
  Però, noi riteniamo che, se un ente del terzo settore prende per un periodo di tempo, di almeno un anno, finanziamenti pubblici, è a tutti gli affetti una diramazione del pubblico e chiediamo che debba sottostare alle leggi che regolano il settore pubblico, anche se il concetto di pubblico ormai l'avete fatto diventare, anche quello, una specie di pezzo archeologico (sempre per riferirci all'archeologia).
  Quindi, chiedevamo che almeno questo potesse essere garantito, però ovviamente, siccome oggi qui è tutta una farsa, perché voi questa cosa la dovete chiudere e ve la dovete portare a casa per andarvene ai convegni...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIULIA GRILLO. ...ne prendiamo atto e vi facciamo i complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 4.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Carloni, Nuti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  366   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 4.37, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Pagani, Carrozza. L'onorevole Carrozza non riesce a votare. Hanno votato tutti ? Baldelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  371   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 4.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Malisani, Sorial, Gandolfi. Chi non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  366   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 45Lorefice 4.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Stella Bianchi, Fitzgerald Nissoli. Vi pregherei di accelerare il raggiungimento dei vostri posti. Tartaglione, Oliverio. Ci siamo ? Non vedo mani alzate.  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  404   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Realacci ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 4.32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Preannunzio il voto favorevole del gruppo MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, questo è un emendamento molto importante, che vorrebbe risolvere il problema dei piccoli enti del terzo settore. Faccio riferimento soprattutto alle piccole onlus, che costituiscono il 90 per cento del totale degli enti del terzo settore, che hanno difficoltà a fare sentire le proprie ragioni e a raccontare i propri bisogni e le proprie difficoltà nelle sedi istituzionali.
  La linea di questo provvedimento, invece, è quella di dare risalto alle grandi reti associative, alle reti di secondo livello. Questo significa che una piccola realtà, per potere fare sentire le proprie istanze, deve per forza aderire a una grande federazione, ad una grande associazione, altrimenti i governi, sia regionali che nazionali, neanche la calcolano e questo è un problema che abbiamo toccato con le nostre mani anche noi in Commissione affari sociali.
  I colleghi della maggioranza converranno sul problema che molte piccole associazioni ci hanno contestato il fatto che abbiamo ascoltato in audizione per diversi provvedimenti solamente le grandi federazioni e, quindi, non abbiamo potuto ascoltare i bisogni e i problemi di chi invece vive le piccole realtà quotidiane, che sono poi quelle fondamentali, perché sono quelle che lavorano nei quartieri e che sono più a contatto con i bisogni dei cittadini.
  Quindi, questo emendamento serve semplicemente per dare l'opportunità – sto concludendo – alle piccole associazioni di potere interloquire con le istituzioni tramite, per esempio, i mezzi telematici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, la lettera che noi stiamo emendando prevede appunto di riconoscere e valorizzare le reti associative di secondo livello, quindi in pratica viene previsto che le organizzazioni si associno tra di loro in modo tale da accrescere la loro rappresentatività nelle sedi istituzionali.
   Ora, noi non è che diciamo che questo non si debba fare o non sia importante farlo, però – come ha detto anche la collega Di Vita – ci sono comunque delle piccole realtà sul territorio che non hanno voglia di associarsi, che vogliono semplicemente fare il loro lavoro tranquillamente sul territorio, però è anche importante dar voce a queste piccole associazioni e a questi piccoli enti, è importante dare loro anche adeguata rappresentatività nelle sedi istituzionali.Pag. 46
   Dunque, noi chiediamo semplicemente questo: ok queste aggregazioni, ok però anche salvaguardare le piccole realtà. Quindi l'emendamento serve a questo, a favorire l'aggregazione, senza però mortificare le piccole realtà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, noi con questo emendamento offrivamo anche la possibilità di prevedere eventualmente degli spazi telematici di confronto, quindi non necessariamente luoghi fisici che possono aggravare di costi o rendere più burocratico il sistema. Io credo che uno dei motivi principali oggi della sfiducia dei cittadini nella politica sia anche contenuto nel fatto che molte delle associazioni che li rappresentano oggi sono diventate autoreferenziali e direttamente interessate ad avere qualcosa di personale nei vertici che le dirigono, quindi le piccole realtà assumono, alla luce di questo, un significato ancora più grande, che è proprio nella natura del volontariato, del no profit, e dovrebbe essere l'anima e la direzione di una norma.
  Quindi – ripeto – a parte il fatto che il testo è blindato, una norma come questa, di buonsenso, ci sembra assurdo che non venga giustificata, per lo meno in questa sede, dal sottosegretario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Presidente, nell'emendamento c’è anche una proposta, in realtà. Non è necessaria l'audizione di tutte le piccole onlus, ma si potrebbe attivare una consultazione telematica, quindi cercare di capire quali sono le varie proposte anche attraverso consultazione telematica. Questo è stato anche utilizzato per i centri antiviolenza: ovviamente non c’è stata una risposta adeguata da parte del Governo, però intanto c'era l'inizio di un'attivazione di un percorso. Questo percorso poteva essere un modo valido per restituire dignità a chi veramente lavora all'interno dei quartieri. Io vengo da Napoli e ci sono quartieri che vengono aiutati soltanto da piccole onlus, da piccole associazioni, quindi cercare di attivarsi e avere una risposta adeguata anche da queste organizzazioni, che veramente lavorano nei quartieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 4.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Secco, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  369   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Leva e Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  301   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato  286    
    Hanno votato no  15.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 47

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Grazie, Presidente. I pareri sugli emendamenti all'articolo 5 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali.
  Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 5.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Fitzgerald, Giorgio Piccolo ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  378   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 5.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Lodolini, Micillo, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  325   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pannarale ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 5.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco, Covello, Fabbri, Caso, Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  377   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 5.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

Pag. 48

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, semplicemente perché vorrei capire la ragione per cui in Commissione alla Camera, in prima lettura, ci avete detto che la creazione di nuovi organismi è quanto di più, diciamo, lontano dalle esigenze dei cittadini perché i cittadini non ne possono più di sentire sempre creare nuovi organismi e quindi ci avete giustificato in questo modo il «no» alla nostra proposta di istituire, anzi, di ripristinare l'Agenzia per il terzo settore che si potrebbe occupare anche di volontariato, o comunque potrebbe lavorare in coordinamento con i centri di servizio.
   Alla fine però in Senato c’è una proliferazione incomprensibile di questi nuovi enti – e avevate detto che gli italiani erano stanchi di sentire parlare sempre di questi nuovi enti –, per esempio, all'articolo 5, pensate a enti tra l'altro non ben specificati, regionali o sovraregionali, non si capisce neanche bene quali saranno i loro compiti (un po’ di consultazione, un po’ di programmazione, un po’ di raccordo) e, quindi, poi vedremo con i decreti che farà il Governo, che cosa avete cercato di stabilire, perché evidentemente non lo sapete nemmeno voi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 5.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Saltamartini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  360   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 5.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Magorno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  387   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 5.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Lorenzis.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  363   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 5.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 49
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  380   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 5.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  371   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 5.13, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  373   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 5.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Rizzo, Monchiero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  369   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 5.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. In Senato sono state apportate modifiche che prevedono il superamento del sistema degli osservatori nazionali per il volontariato e per l'associazionismo di promozione sociale. Il testo licenziato dalla Camera ne prevedeva, invece, la revisione e la razionalizzazione. Il superamento degli osservatori nazionali è stato previsto con l'istituzione del Consiglio nazionale del terzo settore, un organismo di consultazione a livello nazionale degli enti del terzo settore, la cui composizione dovrà, fra l'altro, valorizzare le reti associative di secondo livello e al quale non sono indirizzate risorse umane e finanziarie dedicate.
  Il MoVimento 5 Stelle riteneva necessaria una riorganizzazione degli osservatori nazionali del volontariato, alla luce del fatto che le regioni hanno applicato in maniera disomogenea la legge n. 383 del 2000 sull'associazionismo di promozione sociale, che, agli articoli 7 e 8, prevede Pag. 50l'istituzione di registri e osservatori regionali sull'associazionismo. Tale mancata ed efficace attuazione ha, infatti, determinato l'esistenza di profonde differenze fra le leggi regionali sull'associazionismo. Alcune non prevedono una definizione precisa di utilità sociale, altre escludono le cooperative sociali dai registri, altre le organizzazioni di volontariato.
  Il MoVimento 5 Stelle, dunque, nel ritenere necessaria una riorganizzazione degli osservatori nazionali del volontariato, ha piuttosto ritenuto necessario che, con tale delega, si prevedesse l'istituzione di un'agenzia indipendente del terzo settore, mentre questo Consiglio nazionale del terzo settore, come concepito dal Governo e dalla maggioranza, reca non poche perplessità riguardo all'estrema vaghezza con cui è stato concepito, sia riguardo alle funzioni sia riguardo alle risorse economiche, con ciò tentando di nascondere il vero obiettivo di questa riforma, ovvero destituire ruolo dello Stato e demandare al privato la gestione dei bisogni sociali dei cittadini.
  Questo Consiglio nazionale appare un po’ una foglia di fico, dai contorni, peraltro, indefiniti. Tuttavia, con questo emendamento, abbiamo voluto valorizzare di nuovo quello che dicevamo prima, cioè gli enti di piccole dimensioni, assicurandone un'adeguata rappresentanza all'interno del Consiglio nazionale del terzo settore; questo affinché non siano solo i pesci grandi a decidere sempre come mangiare i pesci piccoli, ma anche i pesci piccoli a decidere se e come essere mangiati da quelli grandi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, semplicemente io vorrei una risposta o dalla relatrice o dalla maggioranza o, magari, dal Governo, perché immagino che qui dentro molti di noi abbiano fatto del volontariato o abbiano lavorato tramite associazioni. La mia esperienza mi porta a dire questo; è proprio grazie alla mia esperienza personale che nasce questo emendamento. L'associazione presso cui facevo volontariato a Palermo aveva delle immense difficoltà anche per andare a parlare con la provincia, anche per andare a parlare col comune; figuriamoci se avesse voluto dire la sua magari su progetti nazionali o regionali. Secondo il nostro modo di vedere, una piccola associazione, di quelle che veramente si ammazzano dalla mattina alla sera per risolvere i problemi dei cittadini, in che modo può far sentire la propria ? In che modo possono dire al Governo: «No, questa norma non ci piace. No, in questo modo non ci aiutate. Avremmo bisogno, piuttosto, di questo e quest'altro» ? In che modo possono farlo ? Poi ci venite a dire che questa è una riforma per il terzo settore: io non credo proprio, perché i loro bisogni non li abbiamo minimamente ascoltati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 5.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  De Maria, Realacci, Biasotti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  359   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 5.15, con il parere contrario del relatore e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 51

  Bolognesi... ha votato. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  343   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ?  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  289   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato  276    
    Hanno votato no  13.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Grazie, Presidente. I pareri agli emendamenti all'articolo 6 sono contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Grillo 6.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Annunciamo il ritiro dell'emendamento Grillo 6.2.

  PRESIDENTE. Perfetto.
  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Di Vita 6.3 e Gregori 6.17.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. L'articolo 6 è il cuore critico di questo provvedimento, delega al Governo l'adozione dei decreti legislativi per il riordino della disciplina sull'impresa sociale ed è uno dei punti molto discussi, che ha suscitato numerose contrarietà e anche preoccupazioni. Il nostro emendamento vuole rendere più stringente il testo in esame su questo punto, perché vuole prevedere che l'impresa sociale debba raggiungere le proprie finalità, utilizzando i propri utili non, come qui si scrive, in modo prioritario, cioè prioritariamente, ma solamente per le finalità sociali, perché, io mi chiedo, quale altro utilizzo può essere fatto degli utili rispetto alle finalità sociali. Questa ambiguità, questa possibilità di divaricazione noi la consideriamo ambigua, pericolosa e, quindi, per questo, abbiamo voluto questo emendamento stringente su questo punto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, questo è uno degli articoli più critici di tutta la legge delega, ne abbiamo discusso a fondo, sia in Commissione, qui alla Camera, che Pag. 52al Senato, e il punto è questo: l'impresa sociale, così come da normativa attuale, rientra perfettamente negli enti no profit, quindi negli enti del terzo settore. È un ente non a scopo di lucro; viene previsto che la destinazione degli utili sia diretta all'oggetto sociale, alle finalità sociali che segue l'ente no profit.
  Adesso non si capisce perché, mentre alla Camera avevate provato a inserire la possibilità di destinare gli utili per fini diversi dall'oggetto sociale, ma in maniera ambigua e vaga, invece al Senato l'avete proprio specificato, quindi proprio l'avete fatto alla luce del sole, quasi senza problemi, specificando che, praticamente, la destinazione degli utili deve essere solo prevalente – quindi non esclusivamente o totalmente o interamente, deve essere prevalente, quindi vuol dire che con l'altra parte degli utili, poi, alla fine, l'impresa può fare quello che vuole –, è da assoggettare a condizioni e comunque nei limiti massimi previsti per le cooperative a mutualità prevalente. E ci mancherebbe !
  Voi vi difendete dicendo che, comunque, la distribuzione degli utili deve essere sottoposta a questo tipo di limiti, che sono già quelli esistenti per le cooperative a mutualità prevalente, che effettivamente sono dei limiti che, scusatemi, ma dovrebbero essere il minimo sindacale, mi sembra ovvio, ci mancherebbe se l'impresa sociale adesso potesse distribuire gli utili un po’ come le pare. Verrebbe meno proprio il concetto in sé di no profit e il concetto di imprese sociali.
  E ne approfitto anche per fare una doverosa distinzione, e qui rispondo al collega Palmieri e ad alcune confusioni che ho sentito in discussione generale: le imprese sociali non sono le benefit company. Le benefit company, su modello americano, sono delle imprese private, che, però, alla ricerca di profitto abbinano anche una valutazione di impatto sociale e ambientale. Quindi è una scelta imprenditoriale che fanno, appunto, gli imprenditori di imprese private, che, quindi, col no profit non c'entrano niente. Le imprese sociali non sono benefit company, l'impresa sociale non ha come obiettivo la ricerca del profitto, non distribuisce utili. Abbiamo visto tantissime e bellissime esperienze di imprese sociali, che, sia al nord che al sud, danno moltissimi posti di lavoro a quelle categorie di lavoratori definiti svantaggiati, e io ovviamente mi riferisco, per esempio, ai lavoratori disabili, perché è la materia di cui mi occupo maggiormente. Pensate ora se un'impresa sociale dovesse anche pensare di distribuire i suoi utili per finalità diverse da quelle dell'oggetto sociale: verrebbe a mancare proprio il principio base che anima sia gli imprenditori sociali, sia gli operatori, sia i lavoratori, e quindi verrebbe meno proprio il motivo per cui si mettono insieme e fanno un nuovo tipo di imprenditoria.
  Quindi, tutti gli emendamenti che noi abbiamo presentato a questo articolo vanno nella direzione di salvaguardare l'impresa sociale. Invece nel testo che voi avete scritto si crea questa continua commistione fra profit e no profit, pubblico e privato. Il collega Palmieri mi viene a dire che noi siamo statalisti, quindi difendere l'assenza di scopo di lucro e i principi di solidarietà e di senso di comunità, privi di qualsiasi interesse personale, è statalismo ? Io non credo proprio ! I servizi essenziali pubblici vengono garantiti dallo Stato, i cittadini si mettono insieme per aiutarsi, gli uni con gli altri, in funzione del settore di attività in cui operano, quindi a me sembra una cosa fondamentale difendere questo concetto di base, perché se noi miniamo alla base il concetto di impresa sociale, resteranno solamente le Onlus e le associazioni, che, come ho detto prima, non hanno neanche la possibilità di dire la loro. Quindi, ditemi voi se questo è un concetto sbagliato, se siamo noi che siamo contro lo sviluppo, contro il business, contro l'imprenditoria.
  E concludo dicendo che viene previsto addirittura l'utilizzo di un fondo, che è il Fondo di sviluppo per la crescita sostenibile, dedicato alle piccole e medie imprese. E la stessa Antitrust ci ha detto che si creano dei profili di concorrenza sleale fra imprese sociali e piccole e medie imprese, quindi avremmo pure delle imprese sociali Pag. 53che hanno dei vantaggi in più, quelli previsti per gli enti no profit, che andranno a competere con le piccole e medie imprese. Quindi, praticamente, stiamo affossando il nostro stesso tessuto industriale, perché le piccole e medie imprese che non sono imprese sociali non potranno mai competere, perché non possono accedere agli incentivi fiscali e a tutte le agevolazioni che vengono previste per gli enti del terzo settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Sì, Presidente, intervengo intanto per chiedere di sottoscrivere questo emendamento e per rimarcare quanto ha già detto la collega Di Vita, che ha esposto brillantemente e che voglio ripetere, perché sia chiaro che qui c’è una visione molto diversa sul Terzo settore tra la maggioranza e il principale gruppo di opposizione.

  PRESIDENTE. Per favore, liberare il banco del Governo, grazie.

  FRANCESCO D'UVA. Il Terzo settore deve essere senza fine di lucro. È sbagliato pensare che, se le finalità sono sociali, allora rientra nel Terzo settore. Questo noi lo rifiutiamo, non basta che sia questo, la cosa più importante è che non ci sia scopo di lucro. Per questo noi chiediamo, in questo emendamento, di eliminare una parola – «prioritariamente» –, perché secondo noi non deve essere prioritario il fine dell'impresa sociale, quella è la cosa più importante, è unica anzi ! Ed è per questo che c’è questo emendamento, ma ci sono tutti quelli successivi, che, speriamo, ipoteticamente, se viene accettato questo, gli altri decadano. Sarebbe bellissimo che questo qui venisse votato e si facesse in modo che il terzo settore sia soltanto senza fini di lucro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Ancora una volta abbiamo la prova che si confondono le idee. In realtà, non vogliamo assolutamente risolvere le questioni, ma confonderle. Infatti, l'emendamento metterebbe un po’ di chiarezza, riuscirebbe a farci capire qual è la distinzione, come ha esposto brillantemente la collega Di Vita, tra le organizzazioni no profit e chi vuole costruire una piccola e media impresa. Ho anche dei dubbi che la relatrice e il Governo abbiano letto gli emendamenti, perché non riesco a capire come si possa dare il diniego a tutti gli emendamenti proposti, ma in questo caso si cerca di specificare e si dice di sopprimere la parola «prioritariamente», quindi prevalentemente. Questa cosa aiuterebbe a mettere chiarezza e aiuterebbe effettivamente il tessuto sociale dell'Italia, perché confondere le idee fra no profit e piccole e medie imprese è veramente un danno nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Siccome il diavolo spesso si nasconde nei dettagli e questa parolina è un dettaglio non irrilevante, il MoVimento 5 Stelle, come anche la collega Nicchi con il suo gruppo politico, hanno chiesto di levare questa parola, perché sopprimere il termine «prioritariamente» nell'ambito della definizione di impresa sociale significa levare un termine che ha una natura temporale non identificata, che non identifica neanche la quantità degli utili.
  Allora, come dicono i miei colleghi, se l'impresa sociale svolge attività di impresa, allora non dovrebbe fare parte del Terzo settore, ma delle società commerciali. L'errore sta nella supposta equazione finalità sociali uguale Terzo settore. Con le finalità sociali si possono fare dei business molto lucrosi e non si vede il motivo per cui l'erario dovrebbe agevolare o finanziare un privato. Allora, la corretta equazione, invece, è Terzo settore uguale senza fini di Pag. 54lucro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. L'articolo 6, secondo me, è il cardine del problema di questa riforma del Terzo settore. In teoria, con una riforma del Terzo settore ci si sarebbe aspettato di andare a schiarire quell'ambito grigio tra profit e no profit, tra pubblico, privato e no profit. In realtà, con questo articolo, andando ad ampliare la platea di attività che può fare un'impresa sociale, senza neanche definire i criteri, perché lasciamo tutto in delega al Governo, aumentando i soggetti che possono essere considerati soggetti da aiutare e andando a permettere all'impresa sociale di dividere gli utili, si va completamente a snaturare il ruolo sociale dell'impresa. Di fatto, quello che doveva essere un ente no profit a tutti gli effetti sta diventando un ente profit.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MATTEO MANTERO. Come ci dice anche l'Antitrust, stiamo andando a creare una concorrenza sleale sulla piccola e media impresa, che non può avere le agevolazioni fiscali che hanno già le imprese sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, come hanno già ribadito i colleghi, questo articolo è sicuramente uno dei più critici della delega sul Terzo settore. Ora, questo provvedimento non fa altro che trasformare l'impresa sociale in un'impresa a tutti gli effetti. Quindi, un'impresa che produce utili; però, allo stesso tempo, cosa succede ? Che produce utili, ma beneficia di quei trattamenti agevolati sul piano normativo che sono propri del Terzo settore. Ora, noi dell'impresa sociale, naturalmente, abbiamo un'idea che è completamente diversa: l'impresa sociale non deve destinare solo prioritariamente, ma prevalentemente gli utili agli scopi socialmente utili.
  Quello che si sta facendo in questo modo è quello di fare una cattiva concorrenza alle imprese commerciali a tutti gli effetti e, naturalmente, dobbiamo ricordare che le piccole e medie imprese sono il cuore economico del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Tramite lei, ringrazio davvero la collega Di Vita per l'attenzione che ha avuto nei miei confronti. Volevo tranquillizzarla che mi è chiaro che cos’è la benefit corporation. Volevo, però, approfittare dell'occasione per rinnovare il consiglio di lettura che ho dato in quella sede, in modo particolare ai colleghi del Partito Democratico, di Sinistra Italiana e del MoVimento 5 Stelle, cioè di leggere il libro di Zandonai che è appena uscito, che si chiama «Imprese ibride».
  Il punto di fondo è proprio questo, cioè che stiamo vivendo un'epoca nella quale i vecchi steccati pubblico-privato, statale-privato, il profitto, il concetto stesso di profitto si vengono ad allargare. Non siamo più nell'Ottocento, non siamo più nel Novecento: viviamo in un'epoca nella quale le risorse di tutti gli Stati per interventi di welfare sono sempre più carenti; viviamo in un'epoca nella quale le possibilità della tecnica consentono alle persone di organizzarsi meglio da soli; viviamo un'epoca nella quale, finalmente, possiamo allargare il concetto di sussidiarietà.
  Allora, sotto questo aspetto, in merito a questo timido – perché è timido – approccio verso l'impresa sociale che viene fatto in questa norma, devo dire che sono preoccupato per le modifiche, in realtà, Pag. 55apportate dal Senato, perché, siccome ampliano la delega al Governo per definire cos’è l'impresa sociale, questo è l'aspetto che mi preoccupa realmente.
  E, quindi, e mi avvio a concludere Presidente, l'invito è veramente quello di allargare la nostra concezione e capire che nel terzo millennio c’è la possibilità di mobilitarsi tutti insieme per un bene comune. Certamente, va impedito che ci siano forme di concorrenza sleale, la trasparenza deve essere assoluta, la norma è comunque timida e non scioglie il vecchio legame delle cooperative di antica provenienza rossa con la casa madre. Insomma, sono una serie di nodi che questa legge delega non scioglie, ma dentro questo, però, c’è comunque questo timido tentativo di andare in una direzione che non è una direzione di modernità, ma di contemporaneità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Sì, anche noi siamo affinché una società vada nella direzione di un bene comune, ma questo bene comune di certo non sono gli utili, e non tutto può rientrare all'interno di una visione capitalistica, così come non dovrebbe rientrarci il settore sociale. E siamo un po’ stufi anche di vedervi legiferare attraverso degli avverbi; in questo caso, questo «prioritariamente». Lo abbiamo visto, ad esempio, nel caso del 416-ter, che poi abbiamo visto non funzionare; ci chiediamo se, in quel caso, non fosse quello l'obiettivo. E, in questo caso, allora, qual è l'obiettivo di consentire all'impresa sociale di avere degli utili da non riutilizzare all'interno degli scopi sociali, ma in altro modo ? Anche perché «prioritariamente» può significare...

  PRESIDENTE. Concluda.

  VINCENZO CASO. ...anche il 50,1 per cento investito nel sociale e il 49,9 chissà dove (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Il titolo di questo articolo è «Impresa sociale». Sociale dovrebbe essere l'aggettivo, dovrebbe essere il valore aggiunto di questa definizione; purtroppo, il sociale diventa una sorta di gadget, di appellativo che non ha più alcun senso nella formulazione di questo articolo. Cosa si fa con questo articolo ? Sostanzialmente, si individuano nuovi soggetti o si definiscono nuovi soggetti che, secondo la legge, dovrebbero svolgere attività di carattere sociale, ma, in realtà, si tratta di soggetti di natura privatistica e che prioritariamente destinano i propri utili al conseguimento dell'oggetto sociale. Questo «prioritariamente» va tolto, perché solo in questo modo si dà un senso all'articolo di questa legge e si dà un senso all'espressione «impresa sociale».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

  MATTEO DALL'OSSO. Grazie, Presidente. Allora, se ho capito bene, da una parte ci sono le imprese sociali, dall'altra ci sono le piccole e medie imprese, in mezzo c’è un avverbio, prioritariamente. Ora, mi ricordo le parole dette qui, in Aula, dall'ex Presidente del Consiglio Enrico Letta, «nessuno deve rimanere indietro», che egli usò per prendere in giro noi, visto che era un nostro cavallo di battaglia. Ma, ovviamente, io sposo quelle parole e, proprio perché le sposo, sappiate che, con queste due distinzioni, questo avverbio «trioritariamente» fa sì che quelle parole siano negate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Presidente, qui ci troviamo di Pag. 56fronte alle solite paroline magiche inserite nelle leggi che ne cambiano completamente il senso: in questo caso è un «prioritariamente». A me viene in mente qualche anno fa (magari qualcuno di voi era qui), quando fu deliberato il CIP6 (magari cambiamo argomento), e fu inserito «ed assimilate»: con quella cosa avete spostato i soldi dalle energie rinnovabili agli inceneritori e a chi bruciava gli scarti in raffineria.
  In questo caso noi vogliamo che sia effettivamente l'impresa sociale, non l'impresa che fa profitto e che ha la possibilità di usufruire anche dei contributi pubblici, facendo concorrenza sleale a chi invece non ha questi contributi. Votate favorevolmente a questo emendamento, facendo chiarezza quantomeno in questo settore, anche se poi sicuramente lo reinserirete in qualche altro provvedimento per correggerlo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, sembra che dagli errori questo Parlamento non debba mai imparare: prioritariamente rispetto a cosa ? Sottosegretario, in base al fatturato ? In base al numero dei lavori ? In base al numero delle persone impiegate ? Ci sono diverse modalità ! Innanzitutto tengo a precisare che, grazie al MoVimento 5 Stelle, almeno siamo riusciti ad ottenere un parere da parte dell'Antitrust, perché nessuno, neanche in Commissione attività produttive, ha voluto chiederlo, e la componente MoVimento 5 Stelle lo chiese direttamente all'Antitrust, che lo ha poi trasmesso alle Camere. In quel parere viene scritto: attenzione, che queste modalità creano squilibri concorrenziali tra le imprese che oggi aprono e svolgono attività su una Srl, e quelle imprese che voi chiamate sociali o di terzo settore che fanno le medesime attività; questo tipo di discrepanza pone l'attenzione dell'Antitrust su una differenza di concorrenzialità, e anche di ipotetico aiuto di Stato. Era scritto nel parere dell'Antitrust: se anche l'Antitrust non va bene, non sappiamo più a cosa appellarci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Vita 6.3 e Gregori 6.17, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella, Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  380   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario, mentre la deputata Liuzzi ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 6.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Presidente, dichiaro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, con questa riforma del terzo settore lo Stato – lo avete dichiarato voi chiaramente in quest'Aula – sta demandando ad associazioni private quello che sarebbe il suo Pag. 57compito, di sostegno delle persone più deboli. Lo hanno dichiarato membri della maggioranza in quest'Aula: lo Stato non ce la fa, quindi sono le associazioni che devono farsi carico di quello dovrebbe fare lo Stato e che noi stiamo pagando con le tasse. Questa non è la nostra visione: se il pubblico va male, bisognerebbe rimediare, sistemare il pubblico, non demandare al privato. Ma voi fate di più: oltre a questo, fate in modo che il privato possa fare utile anche sul sociale; in buona sostanza state trasformando l'assistenza alle persone più deboli in un business, state mercificando il dolore delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 6.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nuti, Paola Bragantini, Locatelli, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  368   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  364   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 6.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, dichiaro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Presidente, questo emendamento è molto importante, e direi che potrebbe in qualche modo sistemare il pasticcio che state facendo. Qui si dice che è necessario sottoporre l'azione dell'impresa sociale alla valutazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, proprio per valutare il raggiungimento degli impatti sociali realizzati dall'impresa. Infatti con questo articolo, andando ad ampliare i campi in cui l'impresa sociale può agire, e andando a permettere all'impresa sociale di fare utile, rischiamo di trasformare, quelle che erano associazioni e imprese che agivano nell'interesse della comunità per tutelare i cittadini più deboli, in vere e proprie imprese: valutare che queste imprese abbiano un impatto sociale positivo, è un modo per riportare nel no profit, per ridare un ruolo sociale a queste imprese.

Pag. 58

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, se quindi voi ritenete che sia quello che abbiamo detto noi, che addirittura il parere dell'Antitrust non abbiano alcun fondamento, non capisco allora perché dare parere negativo ad un emendamento del genere: semplicemente noi prevediamo che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato possa andare a verificare le attività svolte dalle imprese sociali. Così togliamo qualsiasi dubbio al riguardo: le imprese sociali verranno valutate e monitorate, e ci potrete sbugiardare, potrete dire che il MoVimento 5 Stelle e l'Antitrust avevano torto e che voi avete agito nel bene. Chiaramente non lo approverete mai, perché forse non è proprio così: quindi tacitamente ci state dando ragione. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Signor Presidente, non si capisce come mai ci sia questo interesse nel cercare di non essere trasparenti: non si capisce perché ad una richiesta che comunque è di buonsenso, fatta con un emendamento, ci sia una risposta di «no» netto, come se non ci fosse la volontà di rendere trasparente, e soprattutto comprensibile il motivo di una riforma di questo genere. Anche perché noi sappiamo che già c’è una confusione fra impresa sociale e impresa che crea il profitto: il fatto di chiedere un ulteriore accertamento fa sì che anche l'impresa sociale in sé possa riacquisire quella dignità che merita di avere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Presidente, l’Authority per la concorrenza e per il mercato sicuramente svolge la sua attività di controllo anche nei confronti delle imprese sociali. Non c’è nessuno sbarramento in questo senso: per quello che attiene alla concorrenza anche questo settore sarà sottoposto alle valutazioni del Garante. Ma per quello che riguarda l'impatto sociale, io mi chiedo con che strumenti possa misurare un'Autorità della concorrenza l'impatto, che so, sul territorio di Scampia, della presenza di dopo scuola o l'impatto per esempio di un'attività di rieducazione e reinserimento al lavoro di ex carcerati. Sono valutazioni complesse, che non attengono solo a una misurazione economica della serie «quanti soldi ha risparmiato lo Stato», ma valutazioni che intendono anche che cosa si è avuto come crescita di coesione sociale su quel territorio. Per questo la legge lo pone in carico alle direttive del Ministero all'articolo 7.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, volevo far presente alla collega che ha parlato poc'anzi che l'Antitrust ha detto chiaramente che si può creare una disparità di concorrenza tra le imprese sociali e del terzo settore e le imprese che già oggi fanno quel tipo di attività e non sono classificate come imprese sociali. Quindi non la concorrenza all'interno delle stesse imprese sociali, ma la concorrenza fra chi oggi è una Srl (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che fa le stesse attività che voi state attribuendo a un ruolo prioritario delle imprese sociali. È questo che scriveva l'Autorità, se neanche tre righe siamo in grado di leggere, abbiate pazienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, esattamente riprendo quello che ha detto ora il mio collega Crippa. Con questo Pag. 59emendamento noi chiediamo che sia l'Autorità, che si occupa proprio di concorrenza sul mercato, a capire se le imprese sociali operano come previsto dalla legge con quel maledetto «prioritariamente» che voi avete voluto lasciare o se, approfittando di una parola ambigua come quella che voi avete lasciato, in realtà fanno concorrenza sleale ad altre imprese non del Terzo settore, ma ad altre imprese appunto normali. Quindi se mettessimo questo emendamento, avremmo perlomeno una linea guida certa dall'Autorità che si occupa di concorrenza perché il Ministero del lavoro non si occupa di concorrenza; quindi la precisazione della Lenzi purtroppo non è adeguata a questo emendamento che noi abbiamo presentato. In questa maniera eviteremmo una concorrenza sleale di imprese sociali che utilizzassero impropriamente la parola «prioritariamente» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signor Presidente, mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, oramai avreste dovuto conoscere il Partito Democratico: quando arriva una sentenza dell'Antitrust è chiaro che il Partito Democratico si muove in direzione opposta, perché se interviene l'Antitrust significa che bisognerebbe intervenire con la libera concorrenza, siccome invece il Partito Democratico vuole favorire i suoi amici e le proprie compagnie, deve andare contro la sentenza dell'Antitrust (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo, Ricciatti, Mantero, Monchiero, Grillo, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  326   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 6.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  361   
   Votanti  335   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  237.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 6.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Signor Presidente, con questo emendamento – lo spiego, così magari lo sentono, per chi vuole sentire – al comma 1, lettera b), aggiungiamo in fine le seguenti parole «e individuazione dei limiti per lo svolgimento di attività commerciali diverse da quelle di utilità sociale». Quindi, per chi non lo sapesse, queste imprese sociali potranno svolgere anche attività commerciali, che ne so, vendere gadget, organizzare eventi con vendita di cibo e quant'altro, quindi praticamente Pag. 60fare commercio. Invece, tutte le aziende che fanno commercio e pagano le tasse e hanno quel famoso cuneo fiscale sulla schiena, quello che tutti dicono che si deve ridurre, se ne possono andare a quel paese, mentre se fai l'impresa sociale, puoi fare tutte le attività commerciali che vuoi.
  Allora, almeno individuiamo i limiti per svolgere queste attività commerciali, perché è veramente plateale la differenza che si verrebbe a concretizzare tra il vantaggio dell'impresa sociale rispetto a una normale impresa commerciale; non converrebbe più a nessuno perché sarebbero tutti cretini quelli che fanno a questo punto solo impresa commerciale.
  Quindi, questo emendamento è un emendamento di buonsenso, che va nella direzione di quanto detto dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Io lo ripeto, visto che sembrate totalmente sordi e indifferenti a un concetto che teoricamente dovrebbe stare nelle corde della politica di questo Governo, che tanto si è proclamato concorrenziale, Governo di investimenti, di questo e di quello, però poi non perde occasione per essere veramente scorretto con chi questo Paese l'ha fatto andare avanti in questi anni.
  Quindi è un emendamento semplice e comprensibile, che sono sicura che, se non fosse stato blindato per il capriccio del Premier, che per forza voleva portarsi a casa questa riforma del terzo settore prima delle amministrative... non si sa per quale motivo, a chi l'ha promesso, dove è scritto, qual è il vero problema che insomma aveva questo Presidente del Consiglio di volersi per forza portare a casa un testo blindato, che è passato blindato, tant’è che – ve ne sarete accorti – non c’è neanche un emendamento della maggioranza, nonostante la maggioranza al Senato avesse presentato diversi emendamenti all'articolo 6, ma anche e soprattutto all'articolo 10, quello che ha istituito la Fondazione sociale, che era assente nel testo della Camera. Quindi, la stessa maggioranza è stata violentata nell'esercizio della sua democrazia parlamentare di presentare emendamenti a questo testo per un capriccio, perché ditemi dove è scritto che questo testo dovesse essere blindato.
  Questo non è un decreto-legge, non c'era una scadenza ed era giusto che si facesse una riflessione seria e un approfondimento serio su un tema così importante per l'Italia, che ancora oggi è una Repubblica parlamentare, nonostante il tentativo di fare passare come ben sapete questa bellissima «deforma» costituzionale che, abbinata all'Italicum, invece la trasformerà di fatto in una Repubblica presidenziale.
  È ancora una Repubblica parlamentare, questo Parlamento aveva il diritto di discutere nel merito e, invece, assistiamo a uno spettacolo indecente di 300 e passa deputati della maggioranza che non hanno potuto neanche presentare un emendamento, hanno avuto il diktat dal loro partito e una cosa di buonsenso come questa che chiunque avrebbe potuto dire che è una legge delega, è un principio, va bene, invece voi cosa fate ? Tagliate la discussione, arrivederci e grazie, ce ne dobbiamo andare a casa, non ci interessa, c'interessa solo andare poi invitati ai convegni sponsorizzati dalle stesse aziende che poi magari miracolosamente si prenderanno pure i fondi pubblici che verranno destinati per questi servizi. Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Signor Presidente, io ho una domanda: se si ampliano le finalità delle imprese sociali, se gli si dà la possibilità di fare utile e, quindi, si trasformano in pratica da no profit a profit, se non gli si mette – come abbiamo chiesto con l'emendamento precedente – un controllo per vedere che ci sia un effettivo impatto sociale positivo dall'azione di quell'impresa e se non si dà neanche un limite allo svolgimento delle attività commerciali che vuol fare l'impresa sociale, mi spiegate che differenza c’è tra l'impresa sociale e una Srl e perché Pag. 61l'impresa sociale deve continuare ad avere degli sgravi fiscali che la Srl non ha ? Spero che il sottosegretario voglia spiegarmelo. Grazie.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Di Vita; avevo saltato il suo nome. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, volevo ricollegarmi a quanto detto dalla collega Grillo, cioè al fatto che purtroppo ai colleghi del Partito Democratico è stato impedito di presentare emendamenti. Non so, Presidente, se ne sta accorgendo anche lei, ma io vedo prenotarsi alcuni colleghi del PD, che magari finalmente ci vogliono dare delle risposte, e i loro stessi delegati gli fanno cenno di tagliare, tagliare e non rispondere. Mi chiedo se questa sia democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Mi spiace molto per voi e vi do la mia solidarietà, visto che non siete liberi di esprimervi in quest'Aula.
  Entrando invece nel merito, io per rispondere alla collega Lenzi dico che ci avete bocciato l'emendamento che spiegava esattamente come si valuta l'impatto sociale. Vi abbiamo proprio elencato i modi presi anche dalla Comunità europea, che ha stilato tutta una serie di proposte sui vari indicatori che si possono utilizzare per misurare l'impatto sociale, ma ce l'avete bocciato. Ma siccome in Italia, per fortuna, abbiamo delle grandi menti, che stanno anche inventando in via sperimentale dei nuovi indicatori, abbiamo detto di utilizzare in via sperimentale anche questo, ma ce lo avete bocciato giusto per...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Vita.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Voglio ricordare a quest'Aula e anche ai colleghi che sono intervenuti fino ad ora che in Commissione sono stati presentati tutti gli emendamenti e non è stata fatta alcuna restrizione nel dibattito e questi temi li abbiamo già tutti affrontati.
  In particolare, voglio ricordare anche il fatto che le norme legate alla sentenza dell'Antitrust sono già applicate e applicabili e, quindi, non c’è nessuna necessità d'intervenire su questo argomento.
  In particolare, poi, l'emendamento Di Vita 6.7, di cui stiamo parlando, in realtà non va nella direzione di ridurre la possibile concorrenza sleale – tra virgolette – tra impresa sociale, fortemente impegnata nel sociale per attività inclusive di categorie svantaggiate, e la normale impresa, perché questo emendamento addirittura amplia i benefici delle realtà del terzo settore anche ad altri soggetti.
  Quindi, probabilmente le motivazioni degli interventi sono quelle legate a ragioni politiche e alla presa di distanza da alcuni aspetti di questo provvedimento, ma stiamo discutendo esattamente del contrario e, cioè, che in questo emendamento l'onorevole Grillo ha sottolineato delle cose che non hanno consistenza, perché l'emendamento del MoVimento 5 Stelle addirittura amplierebbe ad altri soggetti la cosiddetta «concorrenza sleale» (quindi se fosse vero).
  Il vero problema non è se le realtà associative del volontariato e l'impresa sociale del terzo settore possano o non possano fare delle attività anche di natura commerciale, ma il problema è che tutte le risorse che provengono da quello devono essere utilizzate per le finalità proprie del terzo settore e, quindi, l'inclusione sociale, l'aiuto di categorie svantaggiate, l'aumento della coesione sociale, che sono cosa diversa dal semplice profit.
  In realtà, quindi, il problema non è che non si possa fare questa attività, ma su tutto quello che viene, ad esempio, da una vendita di beneficenza, da un'attività di chi cucina le torte, come le Giovani Marmotte e Nonna Papera, per poter finanziare il camping dei ragazzi esclusi che non potrebbero andare in vacanza, il problema è Pag. 62l'utilizzo e non bloccare all'origine per mantenere in un limbo non necessario proprio le attività del terzo settore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Dunque, c’è un indirizzo preciso che proviene dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ci sono qui degli emendamenti, che stiamo esaminando, presentati dalla Commissione, che ha seguito con costanza questo provvedimento, e ciononostante la maggioranza e il Governo si ostinano sempre ad attendere invece le sentenze. Mi chiedo perché, invece, non bisogna emanare o non bisogna approvare dei provvedimenti che stabiliscono delle regole chiare e che tutelano tutte le imprese, comprese quelle sociali, garantendo uguaglianza di opportunità e regole certe, con un occhio di riguardo naturalmente alle imprese no profit e, in particolare, a quelle più piccole, che magari non possono contare su un appoggio politico.
  Quindi, quello che si sta chiedendo è di notevole buonsenso e, a questo punto, ci chiediamo perché la maggioranza non cerca di andare incontro a questa istanza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Presidente, come membro della Commissione affari sociali devo necessariamente rispondere ad alcuni punti, nel senso che la relatrice aveva posto delle criticità sul provvedimento. Quindi, è questo che risulta strano: come mai proporre delle criticità e poi non presentare emendamenti ? Perché proporre delle criticità, che magari si sono risolte, e non rispondere ai nostri solleciti, cosa che adesso nel dibattito in Aula deve essere consentita ? Allora questo risulta strano. Risulta strano – e questo l'abbiamo segnalato – che ci siano dei solleciti ben chiari ed emendamenti scritti in maniera chiarissima ma non ci siano delle risposte. La relazione poneva delle criticità che noi abbiamo cercato di risolvere.
  Poi, faccio presente soltanto un punto sull'emendamento: voglio sottolineare che l'emendamento reintroduceva la necessità di prevedere l'individuazione dei limiti per lo svolgimento di attività commerciali diverse da quelle di utilità sociale. Quindi, credo che sia «abbastanza chiarissimo».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, l'onorevole Grillo non ha bisogno che io intervenga in sua difesa e si difende perfettamente da sola. Però, vorrei solo far notare alla maggioranza che questo emendamento, così come l'emendamento precedente – e su questo apro una parentesi: mi scuso perché ho sbagliato ad indicare il voto che doveva essere un voto favorevole –, ripristina il testo che avevamo votato alla Camera nel primo passaggio. Per cui, non c’è niente di nuovo sotto il sole. L'emendamento precedente lo ripristinava integralmente, mentre l'emendamento di cui stiamo parlando adesso lo ripristina per l'ultima parte.
  La questione di fondo, però, che sta alla base di tutta questa fretta – e su questo sì io rispondo in vostra vece alla collega Grillo – è che di certo le elezioni amministrative sono un punto importante e sono un problema per il Presidente del Consiglio. Da qui deriva la fretta per un provvedimento che è partito due anni fa e rispetto al quale il Presidente del Consiglio si era più volte impegnato e autorevoli Ministri del Governo avevano più volte annunciato l'imminente approvazione definitiva.
  Così non è stato, perché tutto si riconduce al tema di fondo di questa legislatura che è la tenuta del Partito Democratico. In questo caso specifico, vi è un doppio problema di tenuta: una tenuta di natura politica e di coesione interna; una tenuta di natura culturale, perché dentro al Partito Democratico ci sono delle persone che legittimamente la pensano come voi e, quindi, sono su posizioni più arretrate, dal Pag. 63mio punto di vista, rispetto a quelle di altri dello stesso Partito Democratico.
  Quindi, in questo contesto si colloca il lavoro che stiamo facendo adesso, si colloca la blindatura del testo e si colloca il fatto che appunto, come ho detto in precedenza, nella discussione sulle linee generali alcuni colleghi della maggioranza e del Partito Democratico sono purtroppo sinceramente mortificati da quello che sta succedendo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Presidente, mi dispiace ma credo che qualche chiarimento vada dato. Per quanto riguarda l'attribuzione all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la nostra opposizione riguarda il riferimento alla valutazione d'impatto sociale che in questo testo di legge, su proposta della Camera, all'articolo 7 è prevista in capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per le ragioni che ho già esposto. Quindi, prendere questo emendamento sarebbe mettere in discussione il nostro lavoro nella prima lettura.
  Per quanto riguarda l'ampliamento dei settori di attività, il vincolo che qui è proposto – ampliamento che è già previsto – individua limiti per lo svolgimento di attività commerciali ed è stato inserito dal Senato all'articolo 4, in maniera più generica e riferito, però, ad attività svolte in forma prevalente, dicendo che l'attività d'impresa deve essere rivolta a finalità istituzionali. Quindi, in realtà sono due emendamenti su cui non siamo d'accordo nel merito e non per ragioni di tempo o per rifiuto di discussione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 6.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brignone, Iori, Fregolent, D'Arienzo, Malpezzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  359   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  122    
    Hanno votato no  237    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 6.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Continua la discussione su questo tribolato articolo, l'articolo 6, che è davvero il punto più critico dell'impianto che stiamo votando.
  Tra i principi e i criteri direttivi alla lettera b), che noi stiamo esaminando, si prevede che vengano individuati settori in cui può essere svolta l'attività dell'impresa sociale. Ecco, il nostro emendamento, anche per interloquire con il presidente Marazziti, va proprio anche nel senso che lui aveva in qualche modo tentato di proporre, cioè l'emendamento serve a specificare che le attività svolte dall'impresa sociale devono essere comunque funzionali al raggiungimento dei fini istituzionali e sono attività complesse, non sono solo Nonna Papera che fa i dolci. Quelle attività devono essere funzionali al raggiungimento dei fini istituzionali e comunque garantire la salvaguardia della non lucratività dell'impresa sociale stessa. Questo per garantire la socialità dell'impresa, che è il cuore appunto e che a noi preoccupa, che invece è stravolta da questo impianto e che rappresenta un punto molto critico per noi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.

Pag. 64

  EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Mi sembra che con questo emendamento semplicemente si ribadiscano i fini istituzionali appunto dell'impresa sociale, che deve essere senza scopo di lucro. Quindi, mi sembra, fra l'altro, che in una legge delega, in un punto così controverso, ribadire questo aspetto non sia assolutamente ultroneo, ma sia importante anche perché i modelli innovativi, di cui ha parlato l'amico, onorevole Palmieri, in precedenza, non si trasformino in vecchi modelli di cui abbiamo avuto esperienza, modelli niente affatto virtuosi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  363   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  253    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 6.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, continuano i nostri emendamenti sempre sulla linea presentata, quella di garantire la non lucratività delle imprese sociali, come uno dei fondamenti dell'impianto di questa fattispecie. Infatti, tra i principi e i criteri direttivi, alla lettera d), si introduce la possibilità di prevedere la remunerazione del capitale sociale e il divieto di distribuzione degli utili, pur nel rispetto delle condizioni e dei limiti che sono stati prefissati, solamente per quegli enti per i quali questa possibilità è esclusa dalla legge.
  Ecco, secondo noi, questo divieto di distribuzione degli utili dovrebbe valere per tutte le imprese sociali, proprio a ribadire la centralità della socialità dell'impresa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  366   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  258    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 6.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. L'emendamento prevede che la destinazione degli utili delle imprese sociali sia esclusivamente e non prevalentemente assicurata al conseguimento dell'oggetto sociale. L'emendamento si inserisce nella disposizione relativa alle forme di remunerazione del capitale sociale rispetto alle forme di remunerazione del capitale sociale. Nel corso dell'esame al Senato è venuto meno il riferimento alla ripartizione degli utili, ma è stato confermato il mandato al Governo di prevedere forme di distribuzione dei dividendi che assicurino la prevalente destinazione degli utili al conseguimento dell'oggetto sociale, da assoggettare Pag. 65a condizioni e comunque nei limiti massimi previsti per le cooperative a mutualità prevalente.
   È stata, inoltre, aggiunta la previsione del divieto di ripartire eventuali avanzi di gestione per gli enti per i quali tale possibilità è esclusa per legge, anche qualora assumano la qualificazione di impresa sociale. Si tratta di una disposizione estremamente critica. L'errore sta nella supposta equazione: finalità sociale uguale terzo settore. Con le finalità sociali si possono fare dei business molto lucrosi e non si vede il motivo per cui l'erario dovrebbe agevolare o finanziare un privato che, a scopo di lucro, fa attività di qualsiasi genere, fossero anche di matrice sociale. La corretta equazione è invece: terzo settore senza fini di lucro. Inoltre, va detto che l'impresa sociale deve destinare, non solo prioritariamente, ma anche prevalentemente, gli utili al perseguimento dei fini istituzionali socialmente utili e che deve vigere per essa il divieto di distribuzione anche indiretta degli utili, ossia tramite artifici.
   La disposizione, altresì, favorisce il coinvolgimento dei dipendenti, ma ciò non andrebbe solo favorito, ma andrebbe implementato. In linea di massima sarebbe stato preferibile definire l'impresa sociale come ente senza scopo di lucro, pur riconoscendogli una struttura di tipo imprenditoriale per favorirne l'efficienza.
   Infine, se si considera che per le misure agevolative previste si tiene conto delle risorse, già destinate alle imprese sociali, del Fondo rotativo, previsto con la legge finanziaria del 2005, istituito per le piccole e medie imprese, si corre il rischio evidente di alterare la concorrenza a danno delle piccole e medie imprese che svolgono attività commerciale. A tal proposito, sarebbe opportuno prevedere che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato avesse tra i suoi compiti anche quello di verificare il raggiungimento degli impatti sociali delle imprese sociali, verificando altresì l'investimento degli utili per gli obiettivi sociali.
   L'impresa sociale si prefigura come anello di congiunzione tra profit e no profit. Sappiamo che da tempo alcune lobby stanno spingendo perché i prezzi di welfare vengano messi a frutto sul versante del profitto. Tale spinta va di pari passo, ormai in larga parte del continente europeo, con politiche di destrutturazione dei sistemi di tutela a cura delle persone. Il tentativo di mettere all'angolo il welfare universale è continuo. Uno Stato sociale a tutele socialmente differenti, con servizi da acquistare, per chi se li può permettere, e servizi minimi per i più poveri può essere il terreno ideale sul quale far sviluppare il sociale profit.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Grazie, Presidente. Poco fa è intervenuto l'onorevole Marazziti, dopo aver letto in maniera un pochettino superficiale il nostro emendamento, dicendo che l'utile dell'attività commerciale fatto dall'impresa sociale viene utilizzato completamente per fini sociali.
   Volevo avvertire l'onorevole Marazziti che si è sbagliato e forse ha letto superficialmente anche la legge delega. Non è così; stiamo consentendo all'impresa sociale di dividersi gli utili. Ma sono sicuro che potrà rimediare alle sue sviste, l'onorevole Marazziti, votando favorevolmente questo emendamento, grazie al quale tutti gli utili saranno esclusivamente destinati al conseguimento dell'oggetto sociale dell'impresa sociale. Quindi, può rimediare alla svista che ha fatto votando favorevolmente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 6.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 66
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  368   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 6.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Intervengo solo perché ho visto che prima l'onorevole Marazziti si è dimenticato di votare. Allora, può rimediare votando questo emendamento, perché, in questo caso, scendiamo un pochettino di livello. In questo caso, non chiediamo che gli utili siano destinati esclusivamente al conseguimento dell'oggetto sociale dell'impresa, ma che almeno il 95 per cento degli utili dell'impresa commerciale sia destinato al conseguimento dell'oggetto sociale dell'impresa. Quindi, l'onorevole Marazziti, che si è dimenticato prima, può ora rimediare votando questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 6.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Carra, Malpezzi, Senaldi, Fraccaro, Magorno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  369   
   Votanti  366   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 6.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento continuiamo la nostra proposta costruttiva di sopprimere la possibilità di prevedere, per qualunque tipo di ente o di impresa sociale, la distribuzione degli utili. Per rimotivare questa scelta di fondo usiamo le parole del sindacato, quello che hanno scritto dal sindacato in consultazione, quando hanno ricordato che l'impresa sociale deve caratterizzarsi per l'assenza del carattere lucrativo. La non ripartizione degli utili è la più importante discriminazione tra profit e no profit. Le agevolazioni fiscali e tributarie di cui gode il no profit sono finalizzate a sostenere un'attività il cui unico fine è quello di incrementare i beni e i servizi di interesse sociale, anche attraverso il reinvestimento degli utili. Ribadiamo queste parole per dire che va espunta qualsiasi possibilità, per le imprese sociali, della distribuzione degli utili, proprio per garantire la qualità specifica di questa tipologia di impresa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Rondini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  360   
   Votanti  357   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  253    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 67

  (Le deputate Pellegrino e Nicchi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lattuca, D'Ambrosio, Coppola, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  363   
   Votanti  361   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 6.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. La lettera e) di quest'articolo stabilisce l'obbligo, per l'impresa sociale, di redigere il bilancio. Che cosa chiediamo noi con questo emendamento ? Chiediamo che tutti i corrispettivi a amministrazioni pubbliche, impresse, cooperative sociali, nonché nei confronti dei lavoratori, negli acquisti e produzioni di scambio di beni e servizi, nonché nei confronti dei fornitori avvengono in maniera tracciabile, quindi tramite bonifici bancari e postali. Capiamo che a voi non avete voluto prendere in considerazione quello che vi abbiamo chiesto di fare, cioè di distinguere bene, di mettere dei limiti tra impresa sociale e impresa commerciale, però almeno credo che ad un emendamento del genere, che chiede la tracciabilità dei flussi economici, sarebbe importante esprimere un parere positivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 6.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede, Gigli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  339   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 6.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  354   
   Votanti  335   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sibilia, Di Stefano Marco.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 68
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  349   
   Votanti  333   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 6.16.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, in Italia l'84 per cento...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Di Vita. Onorevole Palmieri, l'articolo dobbiamo ancora votarlo.
  Prego, onorevole Di Vita.

  GIULIA DI VITA. Stavo dicendo che in Italia l'84 per cento delle persone con disabilità non riesce ad accedere ad alcun tipo di professione e non riesce a svolgere nessun lavoro. Siamo sotto procedura di infrazione, abbiamo già ricevuto una condanna alla Corte di giustizia europea, perché siamo fra i peggiori Paesi all'Unione europea sull'inserimento lavorativo delle persone disabili, e se quelle poche persone disabili, oggi, in Italia, lavorano è grazie soprattutto alle imprese sociali. Allora io mi chiedo, proprio a livello umano, com’è stato possibile da parte vostra avere dato un parere contrario a questo emendamento, che semplicemente specifica che, tra le varie categorie di lavoratori svantaggiati, si debba dare priorità ai lavoratori disabili, così come dice la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, che l'Italia ha ratificato, e così come dice il vostro Piano per le persone con disabilità, che il Governo – il vostro Governo ! – ha adottato nel 2013. Questo Piano prevede una linea di intervento specifica proprio per l'inserimento lavorativo delle persone disabili.
  Siccome ogni volta devo sentire, qua in Aula, attacchi dei cosiddetti paladini difensori della disabilità, allora ora mi dovete venire a spiegare come avete fatto a dare un parere contrario e adesso come schiaccerete il bottoncino rosso su questo sacrosanto emendamento, che semplicemente aiuta a coloro che sono già nelle condizioni di farlo, perché le imprese sociali hanno dimostrato che le persone con disabilità, anche intellettiva, possono svolgere benissimo qualsiasi tipo di attività, ovviamente commisurata alle proprie capacità e ai propri talenti. In questo modo non farete altro che sbugiardare voi stessi sul Piano biennale sulla disabilità, da tre anni approvato e non avete mai stanziato un centesimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Ve l'abbiamo proposto in tutti i modi, in tutte le leggi di stabilità e ve ne siete sempre altamente fregati. Adesso qui si tratta semplicemente di ribadire un concetto che andate sempre sbandierando e poi vi permettete, qui in Aula, di venirci a dire che l'Amministrazione 5 Stelle chissà cosa fa contro le categorie più svantaggiate: complimenti per l'ipocrisia ! Questo è l'ennesimo fatto che vi contraddistingue (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. L'intervento della mia collega Giulia Di Vita è stato perfetto, perché proprio mette davanti a una responsabilità. Noi quando siamo qui dentro siamo davanti alla possibilità di votare e fare qualcosa di utile. Questo emendamento è qualcosa di utile che può essere fatto. Quindi, il dubbio mi continua a restare: non sono stati neanche letti questi emendamenti, perché non è possibile un voto negativo a questo emendamento, e se sono stati letti e il volto continua ad essere negativo, qui c’è un problema e il problema non riguarda sicuramente il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 69

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.

  EDOARDO PATRIARCA. Sì, Presidente, vorrei soltanto dire che questa questione, che è stata proposta dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, è stata ripresa ed è stata aggiunta e perfezionata nel testo che ci è stato consegnato al Senato, al comma 1, lettera g), laddove si dice con estrema chiarezza, usando il linguaggio di una delega, usando il linguaggio anche delle direttive europee: «prevedendo una graduazione dei benefìci finalizzata a favorire le categorie maggiormente svantaggiate». Stiamo parlando proprio di questo, il testo lo conferma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantero. Ne ha facoltà.

  MATTEO MANTERO. Purtroppo, o per fortuna, la platea dei lavoratori svantaggiati è stata ampliata in maniera notevole e, quindi, si rischia di creare una vera e propria concorrenza tra persone in difficoltà. Se viene considerato ’lavoratore svantaggiato’ una persona che è disoccupata da un periodo prolungato, ovviamente questa persona rischia di venir favorita nell'assunzione rispetto a una persona disabile, perché si può pensare che questa persona renda di più sul lavoro. Quindi si crea una lotta tra deboli. Quello che vogliamo fare noi è dare la priorità, nella scelta tra i lavoratori svantaggiati, a quelli che sono disabili e, quindi, hanno una maggiore necessità di essere reinclusi nel tessuto sociale e nel tessuto lavorativo dalla comunità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 6.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che non riesce a votare ? Luciano Agostini. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  337   
   Votanti  333   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  214.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 6.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ? Magorno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  324   
   Votanti  301   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  203.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Semplicemente per indicare che noi daremo un sofferto voto di astensione, sofferto perché avremmo voluto fare di più, purtroppo il testo che ci ritorna dal Senato, a nostro avviso, è un testo peggiorato, come ho già detto prima. La lettera b), a nostro avviso, segna un passo indietro rispetto al lavoro che avevamo fatto alla Camera, perché dà totalmente in mano al Governo la possibilità di definire gli ambiti dell'impresa sociale e cancella di fatto la normativa Pag. 70sull'impresa sociale che il Governo Berlusconi mise in campo undici anni fa e che è stato l'embrione, il calcio d'inizio, l'avvio per un ragionamento in questa direzione. Quindi, per questo motivo confermo il nostro voto di astensione su questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Per dare il nostro convinto voto negativo a questo articolo, perché qui è il cuore di una riforma mancata, anzi di un disegno che rimane in un'ambiguità e su questo punto non è ambiguo, fa una scelta. Per noi il terzo settore è un settore cruciale, noi rivendichiamo anche la parola ’favorire’, cioè a noi piace dare l'idea di ’favorire’ il terzo settore, perché pensiamo che sia un soggetto che può contribuire a garantire i diritti sociali. Il ruolo del volontariato e la partecipazione attiva e responsabile dei cittadini in innumerevoli forme è una componente essenziale della democrazia, però il taglio che si è perseguito, la piega che si è voluta dare a questa che si dice riforma, in modo improprio come ha ricordato precedentemente il collega Marcon, è un taglio che va nella direzione opposta a quella che noi, invece, vogliamo affermare, cioè che il terzo settore può contribuire a rilanciare un Welfare universalista e più equo. Invece non è così, in questo articolo 6 siamo di fronte al grimaldello di una privatizzazione del sistema del Welfare.
  Noi abbiamo espresso una profonda diversità di impostazione, a partire dalla discussione che abbiamo fatto alla Camera. Vediamo che c’è stato anche un cambiamento al Senato, ma tuttavia ancora rimane aperta una deriva commerciale, impressa al terzo settore, in particolare utilizzando la disciplina sull'impresa sociale che rappresenta davvero la novità più insidiosa.
  Quindi oggi, con il nostro voto contrario all'articolo 6, diciamo «no» al rischio di introdurre logiche di mercato all'interno dei servizi del Welfare, che sono già pienamente colpiti dai tagli, che mettono in discussione la protezione sociale e introducono attraverso questa nuova disciplina un ulteriore passo di privatizzazione e commercializzazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Sì, Presidente, anche il MoVimento 5 Stelle, anche noi, con fatica, riprendendo il collega Palmieri, votiamo «no», ma la fatica deriva dall'impegno che abbiamo messo come forza politica, ci autoincensiamo, con la grande onestà intellettuale con cui abbiamo affrontato questo provvedimento fin dall'inizio e con la seria e sincera voglia di collaborare nell'interesse comune della società tutta anche con le forze di maggioranza. Il nostro lavoro, in parte, in prima lettura, è stato minimamente valorizzato; purtroppo, questa seconda lettura alla Camera è stata una violenza becera e veramente di bassissimo livello, che ha imposto il passaggio blindato del testo, senza poterlo discutere, per giunta con degli infidi peggioramenti introdotti al Senato, subitaneamente, anche lì, con modalità veramente ai limiti della decenza democratica. Decenza democratica: questa la ripeterò, perché mi piace.
  Quindi, voteremo contro perché nessuno dei miglioramenti che noi vi abbiamo proposto è stato minimamente affrontato; poi, nel merito, perché sul «prioritariamente» non abbiamo avuto una risposta nel merito. Sull'uso dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, per valutare l'impatto sociale, non abbiamo avuto una risposta nel merito. Ci è stato semplicemente detto che sarebbe stato il Ministero del lavoro ad occuparsene, quando già il Ministero del lavoro dovrà fare tantissime altre cose, per giunta in condizione di parità di risorse, e quando valutare una concorrenza eventualmente Pag. 71sleale non è un compito del Ministero del lavoro.
  Voteremo contro perché, quando vi abbiamo chiesto di individuare i limiti per lo svolgimento di attività commerciali, ci è stato risposto che all'articolo 4 era prevista – certo, questa già è una delega, quindi in maniera ancora superficiale – la presenza di questi limiti delle attività commerciali delle imprese. E voteremo contro perché avete bocciato tutti gli emendamenti in cui limitavamo gli utili che potevano essere distribuiti con finalità di lucro, e anche qua non abbiamo avuto risposte nel merito. Quindi, noi, il MoVimento 5 Stelle, come al solito, ha la coscienza in pace, abbiamo lavorato nell'interesse dei cittadini.
  Certamente, questo non ci basta, per cui lavoreremo in altri modi e in altre sedi, però, purtroppo, come su tutte le altre cose, avevamo sempre ragione. Aspetteremo anche in questo caso, come si dice, il morto che passa nel fiume. Noi avremo la pazienza di aspettare e di vedere che anche lì, purtroppo, avremo ragione, e dico purtroppo perché qui gli unici perdenti, alla fine, non siamo né voi né noi, ma sono sempre e solo i cittadini, ignari di tutto quello che succede qui dentro, visto che il mainstream non si occupa mai degli argomenti, anche perché è un po’ difficile, poverini, spesso, per i giornalisti che fanno un articolo in tre secondi, magari leggendo un'agenzia di stampa, andarsi a studiare dieci articoli di una delega. Forse alcuni non sanno neanche cos’è una delega.
  Quindi, gli unici, purtroppo, che perdono veramente in tutto questo giochino che si sta tenendo qua dentro, per noi, sono i cittadini, ma convintamente continueremo a difendere i loro interessi, anche di fronte alla vostra ottusa e cieca deriva antidemocratica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  330   
   Votanti  306   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato  220    
    Hanno votato no  86.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

(Chiarimenti in merito all'introduzione delle cosiddette soprintendenze uniche – n. 3-02274)

  PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Coscia ed altri n. 3-02274, concernente chiarimenti in merito all'introduzione delle cosiddette soprintendenze uniche (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria. Ha un minuto.

Pag. 72

  IRENE MANZI. Signor Presidente, onorevole Ministro, è in atto proprio in questi mesi una complessiva riforma della struttura del Ministero dei beni e delle attività culturali, anche attraverso, tra gli altri, l'accorpamento in un'unica nuova struttura della soprintendenza archeologica con quella delle belle arti e del paesaggio e la creazione di un'unica direzione archeologia generale, archeologia belle arti e paesaggio. Si tratta di una riforma che sta destando sicuramente grande interesse e anche un notevole dibattito nell'opinione pubblica e proprio per questo cogliamo questa occasione per chiederle di chiarire, in questa sede, le motivazioni alla base dei provvedimenti di riorganizzazione in atto, anche alla luce dei più generali interessi di tutela, valorizzazione e fruizione del nostro patrimonio culturale.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, la riforma del Ministero, che era necessaria e invocata da molto tempo, ha cercato di incidere profondamente sull'aspetto della valorizzazione, con la riforma del sistema museale e la separazione delle funzioni museali dalle soprintendenze, e contemporaneamente ha cercato di incidere per dare una maggiore efficacia al sistema della tutela del nostro patrimonio culturale e architettonico, di cui dobbiamo essere molto orgogliosi perché è un sistema che ha radici antiche nella legislazione preunitaria e poi nella legislazione del 1939 ed è un punto di riferimento nel mondo.
  Detto questo, necessitava assolutamente di una modernizzazione e questo secondo passo, che porta alla soprintendenza unica, è la conseguenza del primo passo fatto nella riforma del 2014, che ha unito le soprintendenze beni artistici e beni architettonici.
  Oggi uniamo in un'unica soprintendenza anche le competenze archeologiche.
  Quando io sento dire che c’è un depotenziamento delle funzioni di tutela, veramente io mi offendo, nel senso che si può condividere o non condividere questa strada, criticarla, pensare ad altri, ma questo è fatto per rafforzare le funzioni di tutela, particolarmente nel settore archeologico. Oggi le soprintendenze archeologia, che erano soprintendenze regionali e, quindi, avevano da occuparsi di un'unica regione, compresa la Lombardia con i suoi milioni di abitanti, con la riforma nascono come soprintendenze uniche ma che hanno un territorio molto più piccolo, in quanto il territorio italiano viene diviso in trentanove soprintendenze più le due soprintendenze speciali di Roma e Pompei. All'interno di ogni soprintendenza ci sarà un responsabile archeologia, un responsabile beni artistici, un responsabile paesaggio e un responsabile beni architettonici e, quindi, ci saranno delle competenze specifiche ma che dovranno lavorare in una logica di squadra.
  In particolare, nei confronti dei cittadini e delle imprese questo semplificherà molto, perché finirà per sempre la stagione in cui per fare un intervento c'era una soprintendenza che si occupava del muro, una soprintendenza del quadro attaccato al muro, una terza soprintendenza che si occupava di ciò che c'era sotto il muro. Oggi si farà un'unica domanda a un'unica soprintendenza e il cittadino riceverà un'unica risposta. Questo non mortifica in nessun modo le competenze, ma anzi le valorizza perché all'interno delle soprintendenze uniche ci saranno dei percorsi anche di carriera che tenderanno a specializzare nei diversi settori di cui le soprintendenze uniche si occuperanno.

  PRESIDENTE. Il deputato Rampi, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, noi ringraziamo il Ministro per questo chiarimento che crediamo sia utile, perché innanzitutto dobbiamo rendere atto all'impegno oggettivo del Governo, significativo sui settori della cultura e anche sul settore della tutela, che noi non consideriamo assolutamente slegato dalla valorizzazione; Pag. 73anzi, pensiamo che la valorizzazione sia un elemento chiave della tutela, perché solo l'amore per un bene ne garantisce la tutela, non tanto i vincoli quanto la conoscenza e la consapevolezza del valore di quel bene.
  Quindi tutta l'attività che si sta facendo sulla valorizzazione è un elemento chiave della tutela e tuttavia, proprio perché le nostre sovrintendenze sono oggetto di attenzione internazionale per la loro indipendenza, l'idea di avere non meno ma più sovrintendenze, che siano più puntuali, più capaci di intervenire sul territorio, con maggiore efficienza, significa di fatto rafforzare, perché nulla si tocca di quella indipendenza della sovrintendenza, che è il vero tema e il vero oggetto per cui ci copiano in diversi Paesi del mondo e mentre si rende un servizio più efficace e più efficiente che sicuramente ci deve essere, perché non è il fatto che ci sia una qualche cosa di sospeso, che rimane privo di risposta, che può dare efficacia a questo intervento. Per cui siamo soddisfatti di questa risposta, siamo soddisfatti del chiarimento e crediamo che questo sia utile per il Paese.

(Iniziative in merito alla gestione del patrimonio turistico italiano, con particolare riferimento all'affidamento dei servizi aggiuntivi – n. 3-02275)

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02275, concernente iniziative in merito alla gestione del patrimonio turistico italiano, con particolare riferimento all'affidamento dei servizi aggiuntivi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, Ministro, a distanza di qualche mese, torno sulla vicenda della gestione inopportuna, a mio giudizio, dell'Anfiteatro Flavio, cioè del Colosseo, il principale monumento di Roma e il principale monumento italiano, dal momento che conta circa 6 milioni di visitatori ogni anno. Abbiamo una circostanza davvero anomala, che è quella di una sorta di gestione privatistica del Colosseo da parte dell'associazione temporanea di imprese fatta dalla cooperativa rossa CoopCulture e da Mondadori musei. Io mi domando, visti anche gli episodi che ho denunciato nell'interrogazione scritta, che iniziative assumerà lei per garantire una gestione del patrimonio culturale italiano e del Colosseo nella fattispecie, che sia nel rispetto delle regole, nel rispetto dei diritti da parte delle guide turistiche abilitate di accedere con i propri gruppi organizzati ai monumenti italiani e nella fattispecie al Colosseo e condividendo, ove possibile, penso che sarebbe davvero necessario, con i comuni, le amministrazioni comunali almeno una parte degli incassi.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, l'onorevole Rampelli ritorna su un tema che è già stato oggetto di un question time nel mese di settembre e quindi mi sembra doveroso riferire quello che nel frattempo è avvenuto, perché chiede di conoscere appunto quali sono le iniziative che il Ministero ha assunto o intende assumere per migliorare la gestione dei servizi aggiuntivi nel sistema museale. Io ho detto in quell'occasione e lo ripeto oggi che il quadro che abbiamo trovato è un quadro sbagliato – abbiamo lavorato per correggerlo – fatto di servizi aggiuntivi in proroga, di servizi aggiuntivi con gare fatte molto tempo fa, con una percentuale – non sto parlando del Colosseo, sto parlando in generale del sistema – a mio avviso troppo ridotta di entrate per lo Stato rispetto alle entrate dei servizi aggiuntivi. Dal primo momento abbiamo deciso di mettere regolarità in questo sistema, andando a superare tutto il regime delle concessioni e affidando il sistema delle gare, in linea peraltro con quanto previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici, affidando alla Consip, che Pag. 74è una società del Ministero dell'economia che svolge l'attività appunto di consulenza, assistenza e supporto nell'ambito degli acquisti di beni, la gestione di tutte le gare dei servizi aggiuntivi dei musei. Questo le avevo risposto il 23 settembre, due mesi dopo, il 23 dicembre, il Ministero ha stipulato con la Consip il disciplinare per lo svolgimento delle attività di supporto in tema di acquisizione di beni e servizi e affidamento di concessioni. Sulla base di questo disciplinare sono in corso in queste settimane e in questi mesi i contatti tra i musei, soprattutto i musei che sono nati con una nuova autonomia, che devono presentare e stanno presentando progetti scientifici alla Consip, perché la Consip evidentemente gestisce la gara ma la gestisce sulla base del progetto scientifico dei servizi aggiuntivi che fa il museo. Nelle indicazioni di priorità che noi abbiamo dato, per una serie di ragioni, non ultima che è il luogo che fa più visitatori in Italia e quindi quello che richiede più efficienza e trasparenza, abbiamo dato indicazioni alla Consip di cominciare le gare dal Colosseo e questo credo che potrà avvenire fra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno del 2016. Lei mi ha anche chiesto conto di quello che avevo detto, cioè l'idea di trovare un'alternativa pubblica alla gestione privata dei servizi. L'abbiamo fatto, la società Ales, che ha una nuova governance, ha avuto come nuova parte della propria ragione sociale la gestione di servizi aggiuntivi nei musei in alternativa ai servizi gestiti dai privati. È una possibilità che renderà comunque più efficace il mercato. Naturalmente va costruita una struttura, ma già si cominciano ad avere i primi rapporti, perché al Vittoriano, dove è andato via il concessionario privato, i servizi saranno gestiti da Ales.
  Per quello che riguarda i comuni, noi stiamo cercando di trovare tutte le forme di collaborazione; io sono convinto che, quando un turista arriva in una città, gli interessa molto poco se il Museo è del comune, dello Stato o della regione; vuole un servizio efficiente e bigliettazione integrata. Su questo abbiamo costituito un tavolo con l'ANCI e stiamo lavorando per avere la più totale collaborazione possibile.

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di replicare.

  FABIO RAMPELLI. Ministro, sono insoddisfatto di questa sua risposta, intanto perché sono passati dei mesi e non è successo granché. Il quadro di riferimento denunciato sul Colosseo, se è possibile, è peggiorato, il livello di arroganza da parte dei gestori del Colosseo è altissimo. Mi riferisco al Colosseo ma potremmo estendere ad altri siti, perché la musica non cambia, che stanno nelle stesse identiche condizioni, ma per ora mi concentro su Colosseo perché mi interessa sapere. Vorrei che lei fosse più preciso e magari che mandasse anche degli ispettori per capire che cosa accade lì, perché, come sa, nella bigliettazione c’è una percentuale che incassa lo Stato pari all'86 per cento e una percentuale che incassano invece la Coop rossa e Mondadori – guarda caso che gemellaggio – pari al 14 per cento. Però queste visite vengono – mi risulta – scoraggiate e ci sono invece le visite speciali che prendono il sopravvento, perché nelle visite speciali allo Stato spetta soltanto il 30 per cento e all'associazione temporanea di impresa spetta il 70 per cento, fino agli episodi che ho denunciato, non sto qui a tediarla perché sono riscontrabili anche dai miei scritti.
  L'ultimo episodio, che comunque voglio denunciare e sottolineare, su cui la sua risposta è del tutto insufficiente è quella clamorosa del Colosseo, che è il monumento di Roma e che non stacca alcuna cedola verso l'Amministrazione comunale, che però deve garantire la vigilanza con la polizia municipale, la pulizia del sito archeologico e delle strade vicine, la manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità, tutto quello che comporta. Quindi, paradossalmente, dal monumento della capitale d'Italia, Roma ha un danno, uno svantaggio oggettivo, che è assurdo quant’è vero, a maggior ragione se parliamo – e sta lì Pag. 75sulla cornice che fa da fondo – dei poteri speciali che dovrebbero essere conferiti a Roma, con l'annesso dei decreti attuativi che dovrebbero prevedere una possibilità da parte della capitale d'Italia di gestire anche dei beni che inopinatamente, e in taluni casi incomprensibilmente, vengono gestiti invece dallo Stato.

(Iniziative in ordine alla destinazione dei proventi derivanti dalle multe comminate per violazioni del codice della strada – n. 3-02276)

  PRESIDENTE. Il deputato Baldelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02276, concernente iniziative in ordine alla destinazione dei proventi derivanti dalle multe comminate per violazioni del codice della strada (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente. Signor Ministro, parliamo di multe. Il codice della strada, che è quello che stabilisce i limiti di velocità, violando i quali ciascun cittadino viene multato, che stabilisce le regole del traffico, i semafori, i divieti di sosta e tutto il resto, stabilisce anche che i comuni debbano destinare la loro intera quota di competenza delle multe provenienti dagli autovelox per la sicurezza e la manutenzione delle strade. Stabilisce anche che il 50 per cento di tutte le multe comminate dalla Polizia municipale debba essere destinato alla sicurezza stradale e alla manutenzione del suolo.
  In Italia abbiamo questo curioso fenomeno per cui molti comuni, non tutti destinano ad altre finalità questi soldi e quindi accade che le nostre strade siano piene di buche e allo stesso tempo i cittadini vengano massacrati di multe.
  Abbiamo già fatto una mozione, come Forza Italia e centrodestra, su questo tema specifico qualche mese fa, attendiamo risposte concrete dal Governo.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole Baldelli: la questione che solleva è molto importante e credo che sia giusto e opportuno lavorare insieme perché vengano rispettate le ripartizioni dei proventi delle sanzioni amministrative destinate al miglioramento delle strade.
   Su due fattori cerchiamo di agire concretamente. Il primo: insieme all'UPI, all'ANCI stiamo, sulla base delle loro osservazioni, predisponendo lo schema di decreto, insieme al Ministero dell'interno per appunto favorire e rendere più stringente la rendicontazione dell'ammontare complessivo degli stessi proventi.
  Quindi, prima di tutto, le sanzioni amministrative devono essere appunto destinate alla loro effettiva fruizione.
   La seconda cosa che va rimarcata, in questa collaborazione che abbiamo con l'ANCI e con l'UPI, è appunto che non possono essere assolutamente un mezzo per fare cassa e per far quadrare i bilanci. Quindi, questo primo decreto, con il Ministero dell'interno agisce su questo.
   La seconda cosa è che proseguono i lavori del Senato, anche se a rilento purtroppo, del codice della strada. Tra i principi e i criteri direttivi è prevista appunto la revisione delle modalità di utilizzo dei proventi e delle sanzioni amministrative e, in particolare, proprio l'obbligo di rendicontazione, nonché la disciplina dei criteri di rendicontazione e dei meccanismi sanzionatori degli enti inadempienti. Quindi, senz'altro, il Ministero sta agendo su entrambe le questioni che lei ha sollevato e che voi avete sollevato e che sono parte dell'applicazione concreta della mozione che lei ha segnalato e che è stata approvata dal Parlamento.

  PRESIDENTE. Il collega Simone Baldelli ha facoltà di replicare.

  SIMONE BALDELLI. Fa piacere sapere che il Governo è d'accordo con Forza Pag. 76Italia, con il centrodestra, con tutta l'Assemblea che ha votato la mozione che va in questa direzione; fa anche piacere sapere che i nostri dati sono veri. Milano: 249 euro all'anno per il 2015 per ciascun patentato; Bologna: 141 euro di multa per ciascun patentato; Firenze: 113 euro per ciascun patentato; in città come Milano e Napoli viene fatta una multa ogni 9, 10 secondi; a Roma, Torino, Genova e Firenze ogni 12 secondi. Questo è il dato che abbiamo di fronte.
  Allora, nell'attesa che si dia attuazione alla norma, che arrivino i decreti attuativi, sì, alla collaborazione con l'ANCI e l'UPI, ma aspettiamo da anni che questi signori ci diano una mano e sono fermi in Conferenza Stato-Autonomie locali non a caso, perché probabilmente c’è qualcuno che ha interesse a non farla questa norma. Allora, il Governo – così come è stato tanto sollecito a fare per decreto tante cose – faccia un decreto su questo. Siamo certi che tanti cittadini applaudiranno. Fate un decreto su questo. Noi siamo disponibili e lo votiamo. Noi però andiamo oltre la norma.
  In queste elezioni amministrative si distingue tra chi ha amministrato facendo dei cittadini un bancomat e chi si impegna, come Forza Italia sta facendo già in tanti comuni, per chiedere ai propri candidati sindaci un utilizzo corretto delle multe, dei proventi delle multe, dei proventi dell'autovelox affinché i cittadini non vengano sfruttati come un bancomat.
  Le multe servono a scopo preventivo, servono per migliorare il traffico, la viabilità e, alla stessa stregua, questo è l'utilizzo della polizia municipale. Se tutto questo viene utilizzato contro il cittadino, per far cassa, il cittadino vedrà il comune, lo Stato e la pubblica amministrazione come un nemico e come un avversario. Ne va della credibilità anche delle nostre istituzioni. Forza Italia su questo non molla perché crede che sia una battaglia giusta al servizio dei cittadini: chi ha delle responsabilità, se le prenda.

(Iniziative per la realizzazione dell'infrastruttura destinata al trasporto merci denominata Pipenet – n. 3-02277)

  PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02277, concernente iniziative per la realizzazione dell'infrastruttura destinata al trasporto merci denominata Pipenet (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, la nostra interrogazione parte dal fatto che in Italia ben il 94 per cento del trasporto merci avviene su gomma. Questo provoca congestione del traffico, danni all'ambiente e danni alla nostra salute. Oggi abbiamo la possibilità di una soluzione alternativa perché il Ciriaf, che è il Centro interuniversitario per la ricerca sull'ambiente e sull'inquinamento studia da molto tempo una rete innovativa, chiamata Pipenet, che consente di trasportare merci a una velocità elevatissima (arriva fino a 1.500 chilometri orari) con un limitato dispendio di energia.
   Questa rete funziona attraverso tubi, senza attrito, quindi sotto vuoto, all'interno del quale viaggia la merce, per il cui funzionamento viene utilizzato un motore elettrico lineare in grado di produrre un'onda magnetica che solleva e trasporta il carico.
   Noi le chiediamo quali iniziative intenda il Governo prendere per velocizzare la realizzazione di questa rete, anche alla luce del fatto che in California e in Europa si stanno avviando progetti simili.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole. Siamo sicuramente sensibili alla tematica del trasferimento del trasporto da gomma a ferro con modalità di tipo sostenibile; tant’è vero che, anche nel Documento di economia e Pag. 77finanza, ci siamo posti l'obiettivo di anticipare il trasferimento del 30 per cento delle merci dalla gomma al ferro, invece che al 2030, come ci chiede l'Europa, al 2021. Quindi, stiamo lavorando per questo con investimenti nell'ultimo miglio dei porti, trasferendo la gran parte delle merci su ferrovia, facendo accordi internazionali, come quello con la Svizzera, e cercando di mettere in campo incentivi.
  Come lei sa, il Parlamento ha approvato la proposta del Governo di mettere incentivi sull'eco-bonus, sul ferro-bonus e sul mare-bonus per il trasferimento di merci. Quindi, la problematica che lei solleva è sicuramente molto, molto importante e i costi indiretti della congestione nelle nostre città e nelle nostre strade sono costi elevatissimi, stimati in oltre 600 milioni di euro.
  Quindi, dobbiamo trovare modalità di trasporto più adeguate. Il piano strategico della portualità e della logistica, appunto, cerca esattamente di dire che questa è una strada non più ridiscutibile. Dobbiamo assolutamente avvantaggiare le modalità più sostenibili.
  Quanto allo specifico progetto di trasporti che lei ha sottolineato, il Pipenet, sappiamo che alcuni anni fa c’è stato un accordo con il Ministero dell'ambiente, per una collaborazione con il centro di ricerca. La ricerca è ancora una ricerca non applicata, non applicabile. Comunque, seguiremo con grande interesse, ovviamente, tutti gli sviluppi.
  Come già ha testimoniato la Comunità europea, queste nuove e innovative modalità di trasporto sono certamente da seguire e da promuovere con grande interesse, nel momento in cui diventeranno applicabili e risponderanno ai criteri di sicurezza, che ovviamente si richiedono a tutte le infrastrutture di trasporto autorizzate dal Ministero.

  PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di replicare.

  ADRIANA GALGANO. Io apprezzo il fatto che il Ministero abbia l'obiettivo di ridurre la congestione del traffico e di spostare il traffico merci, il traffico in generale da gomma a ferro. Però, Ministro, le posso dire che la risposta mi è sembrata un po’ datata rispetto a quello che sta succedendo nel mondo. Infatti, è un obiettivo importante quello che voi state per realizzare e che volete realizzare, però rischia di essere terribilmente vecchio, alla luce della rivoluzione tecnologica in atto.
  Allora, il motivo per cui noi l'abbiamo interpellata è che noi chiediamo al Ministero dei trasporti – dal momento che la fase di studio è finita e che negli Stati Uniti stanno portando avanti la stessa cosa, con il rischio che utilizzino la nostra tecnologia, sviluppata nell'università italiana – di coordinare, insieme al Ministro della ricerca e al Ministro dell'ambiente, la fase di sperimentazione. Infatti, non possiamo arrivare sempre prima nella ricerca e poi, invece, ultimi quando si tratta di mettere in pratica.
  Quindi, noi le chiediamo di inserire nel piano della logistica il momento della sperimentazione, perché è arrivato il momento. Segnalo che il Ciriaf ha mandato una lettera per diffidare o collaborare alla società che di questo si sta occupando negli Stati Uniti. Quindi, noi le chiediamo, in relazione anche agli obiettivi di riduzione di CO2, firmati a Parigi, di farsi portavoce di questa necessità di sperimentazione. Io le chiedo, magari, di pensare anche all'Umbria: visto lo stato tragico delle nostre infrastrutture, questo potrebbe essere un modo di risolvere tutto quanto.

(Iniziative per il raddoppio della strada statale n. 275 Maglie-Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce – n. 3-02278)

  PRESIDENTE. Il deputato Palese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02278, concernente iniziative per il raddoppio della strada statale n. 275 Maglie-Santa Maria di Leuca, in provincia di Lecce (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Ha un minuto.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Signor Ministro, nel 2004, come è noto, la Pag. 78regione Puglia approvò il progetto per il raddoppio della statale n. 275 Maglie-Santa Maria di Leuca, finanziato con 152 milioni di euro.
  Nel 2009, a seguito di un'intesa con il territorio, con i consigli comunali, i sindaci e anche con uno degli organi istituzionali preposti della regione, si è convenuto di mitigare l'impatto ambientale, azzerandolo, comportando, insieme alle 145 prescrizioni sul progetto iniziale, un complessivo ammontare dell'intero finanziamento, con l'approvazione nel 2009, di 288 milioni di euro.
  Nel marzo 2009 viene approvata la delibera CIPE che stanzia i fondi aggiuntivi e, poi, a marzo 2011, il CIPE approva in via definitiva anche il progetto, confermando lo stanziamento anche con un'ulteriore delibera a gennaio 2012.
  Ad oggi, non sono iniziati i lavori, a seguito di una serie di contenziosi che si sono succeduti, l'uno dietro l'altro, e quell'opera, dopo dodici anni, non ha avuto alcun inizio.
  Appare inammissibile che un'opera pubblica ritenuta strategica ancora non abbia avuto l'avvio dei lavori e si chiede se il Ministro interrogato non ritenga di dover attivare gli strumenti idonei per accertare le cause di questi ritardi, adoperandosi con ogni iniziativa di competenza, in particolare presso l'ANAS, affinché si proceda all'affidamento dei lavori e siano svolti, anche in collaborazione con l'ANAC, i controlli necessari sulle procedure, in tal modo garantendo sia legalità e trasparenza dell'iter sia che l'opera venga realizzata...

  PRESIDENTE. Concluda, Palese.

  ROCCO PALESE. ...immediatamente e che i cittadini e le imprese del basso Salento possano finalmente avere una strada sicura e veloce.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole. Lei ha ragione: dobbiamo attivarci in maniera sempre maggiore perché questo caso, come tanti altri casi, venga risolto.
  Come lei sa, purtroppo, questo non è un caso isolato; è la dimostrazione di come un'opera pubblica possa, tra burocrazia, ricorsi, progettazioni fatte male, bandi di gara non adeguati, incagliarsi e rimanere bloccata per più di vent'anni. Per questo il nuovo codice dei contratti pubblici, per questo la collaborazione con ANAC, per questo il fatto che le nuove regole per i lavori pubblici attengano soprattutto alla trasparenza, alla correttezza, al progetto esecutivo.
  Il Governo è impegnato in questa questione della strada n. 275, perché abbiamo immediatamente attivato ANAS. Come lei sa, la sentenza del Consiglio di Stato è di poche settimane fa, è di due settimane fa. Abbiamo chiesto ad ANAS di fare tutti gli approfondimenti, anche perché ci sono procedimenti pendenti innanzi alla Corte dei conti di Roma, alla Corte dei conti di Bari, alla procura della Repubblica di Roma, alla procura della Repubblica di Lecce. La situazione è molto complessa per questo affidamento, che poi è stato disdetto e poi è stato, però, valutato non adeguato. Quindi, è indispensabile che ANAS, in collaborazione – come lei ha sottolineato – con ANAC, proceda a un'attenta valutazione.
  Stiamo attendendo ancora le risposte da ANAS, poiché la sentenza definitiva è arrivata da pochi giorni, ma le posso garantire che, in questo caso, come in altri casi, cercheremo, come abbiamo fatto per Expo, come abbiamo fatto per il Mose, proprio in collaborazione con l'ANAC, di sbloccare l'opera, di valutarne di nuovo le dimensioni, la qualità eccetera. Una project review va fatta comunque in ogni caso per poterla cantierare al più presto.

  PRESIDENTE. Il deputato Palese ha facoltà di replicare.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Io mi ritengo parzialmente soddisfatto dalla risposta che è stata data qui Pag. 79dal Ministro, per un motivo molto semplice: perché quanto annunciato poco fa dal Ministro, cioè che è intenzione del Governo seguirla ed eventualmente procedere così come è stato fatto per il Mose e per Expo 2015, penso che possa essere già fatto. La soluzione che noi adesso abbiamo a portata di mano è unica. Dopo 12 anni, con 288 milioni di euro che sono fermi, con la strada della morte, perché ci sono tante vittime e incidenti che continuamente accadono su quella strada – non c’è solo un problema di collegamento, c’è un problema principale di sicurezza –, è fin troppo evidente che occorre ormai una presa di posizione da parte del Governo. Infatti, gli incolpevoli cittadini non hanno nessun'altra arma per poter avere questa opera pubblica, finanziata con soldi pubblici, per un motivo molto semplice. I ritardi ci sono stati; sulle eventuali illegittimità relativamente ai richiami che il Ministro ha fatto, la Corte dei conti e la magistratura faranno il proprio corso.
  Spero che sia fatta piena luce e che, se ci sono responsabilità, vengano colpite.
  Ma, nel frattempo, i cittadini rimangono senza questa opera, il territorio rimane senza questa opera e io penso che la cosa necessaria è che il Governo, una volta accertato, così come ha annunciato il Ministro poco fa, con ANAS, quanto il Consiglio di Stato ha stabilito ed eventualmente anche le situazioni di collaborazione con l'ANAC, proceda con grande immediatezza ad attivare le stesse medesime procedure che sono state attivate sia per Expo 2015 sia per il problema del Mose, perché è l'unica maniera per iniziare i lavori e per poter rispettare le volontà di un territorio sin dal 2004.

(Chiarimenti in merito all'ipotesi di fusione di Ferrovie dello Stato ed ANAS, anche con riferimento ai possibili effetti sui servizi resi – n. 3-02279)

  PRESIDENTE. Il deputato Garofalo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bosco n. 3-02279, concernente chiarimenti in merito all'ipotesi di fusione di Ferrovie dello Stato ed ANAS, anche con riferimento ai possibili effetti sui servizi resi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, nelle ultime settimane, diverse sono state le occasioni in cui lei e anche il collega Padoan avete rilasciato interviste in merito a questa possibile azione di fusione o, diciamo, di collaborazione stretta, societaria, tra Ferrovie dello Stato e ANAS. Lei, anzi, in occasione dell'assemblea nazionale di Confetra, ha giustificato questo intervento, più che giustificato ha anche voluto dire che questo sarebbe il modo con il quale l'Italia potrebbe costruire un grande polo delle infrastrutture, e non solo costruire un grande polo delle infrastrutture, ma anche superare quella che è una delle grandi criticità, al momento, del Paese, quella di avere una mancanza di progetti.
  Allora, in questa direzione, vorremmo un po’ conoscere meglio qual’è il lavoro che si sta portando avanti e conoscere anche i benefici di questa unione, sulla quale siamo interessati a che si possa sviluppare.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, grazie onorevole Garofalo. Come lei ha correttamente riportato, stiamo studiando, abbiamo dato mandato di studiare tutte le caratteristiche e i potenziali vantaggi economici, potenziali vantaggi di promozione dello sviluppo delle infrastrutture italiane.
  Appunto, alle due aziende, ad ANAS e Ferrovie dello Stato, abbiamo dato mandato congiuntamente, insieme al Ministro dell'economia e delle finanze, ed entro la fine dell'estate avremo le risultanze di questa analisi su benefici, vantaggi o problemi che potrebbero insorgere dalla creazione di un'unica azienda di infrastrutture Pag. 80italiane. Un'azienda che, per inciso, andrebbe ad armonizzarsi con la filosofia che ho sempre espresso durante il mio mandato, e cioè che noi dobbiamo occuparci dei problemi di mobilità delle persone, e non semplicemente di ferro, di gomma, di mare, ma dobbiamo occuparci del cittadino e delle sue esigenze di mobilità.
  Le potenziali sinergie sono evidenti: quando si programmano ferrovie, si programmano anche strade complementari, e quindi ci sono evidenti sinergie potenziali, non solo all'interno del nostro Paese, ma anche come proposta per lo sviluppo esterno del nostro Paese, come, per esempio, nelle collaborazioni che abbiamo con altri grandi Paesi, come l'Iran, che chiedono ingegneri, capacità ingegneristica su strade e ferrovie dell'esperienza italiana. Abbiamo appena cominciato, il Parlamento verrà informato puntualmente di tutte le risultanze che verranno sottoposte all'attenzione del Governo.
  I tempi e le modalità di fusione sono da valutare attentamente e, ovviamente, da sottoporre alle Commissioni parlamentari competenti.
  Ci siamo dati, ripeto, questi due mesi di tempo per valutare appieno e poter sottoporre all'attenzione del Parlamento tutti gli indicatori, e poter, poi, prendere una decisione trasparente e congiunta, Governo e Parlamento.

  PRESIDENTE. Il deputato Garofalo, ha facoltà di replicare.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie, signor Ministro. Tra l'altro, sono contento che oggi, almeno a me pare, sia la prima volta che parliamo in Parlamento di questa importantissima occasione, tale la giudichiamo noi.
  Lei, giustamente, ha parlato di uno studio all'esame del Governo e delle due società interessate, parlando proprio di potenzialità, possibili vantaggi ed eventuali difficoltà. Credo che sia interessantissimo affrontare la questione, soprattutto per l'aspetto che riguarda l'integrazione delle varie modalità.
  Di fatto, dobbiamo evitare che ANAS, che ha probabilmente uno scopo prevalente di guardare alla strada come elemento e strumento di mobilità, possa andare in concorrenza con Ferrovie. Quindi, mettere insieme due aziende che hanno modalità diverse e, invece, integrarle credo che sia il lavoro più interessante.
  Una politica, di fatto, che deve intervenire in questa direzione è una politica giusta ed è una politica che va, appunto, demandata non alle aziende, ma al Governo, alle forze che lo sostengono, all'intero Parlamento. Ecco, questo è l'auspicio che noi le consegniamo, signor Ministro: poter aprire un dibattito, dopo che sarà completata una fase pre-istruttoria.
  Questo lavoro, ovviamente, sarà sottoposto alle forze politiche, per avere non solo un insieme di aziende che costituiranno un'ossatura importante, che potrebbero costruire un'ossatura importante per il Paese, ma anche una grande occasione di sviluppo e di rilancio all'estero, anche di rilancio dell'intero comparto, perché non vorremmo immaginare che siano aziende che fanno tutto in house, bensì aziende che portano avanti la tecnologia italiana, le maestranze italiane e possano consentire, quindi, benefici per l'intero Paese, così come penso che lei abbia voluto dire nella risposta alla mia interrogazione.

(Elementi ed iniziative in relazione alle politiche del lavoro condotte dal Governo, con particolare riferimento alle nuove assunzioni e agli incentivi per la decontribuzione – n. 3-02280)

  PRESIDENTE. La deputata Ciprini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02280, concernente elementi ed iniziative in relazione alle politiche del lavoro condotte dal Governo, con particolare riferimento alle nuove assunzioni e agli incentivi per la decontribuzione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  TIZIANA CIPRINI. Renzi ha affermato che il Jobs Act è la cosa più di sinistra Pag. 81fatta negli ultimi trent'anni. Lo correggo: è la cosa più sinistra, nel senso di nefasta, fatta negli ultimi trent'anni. Nel 2015, lei, Ministro, commentando l'arrivo del «contratto a fregature crescenti», unito agli sgravi contributivi, annunciava un milione di posti di lavoro. È un «numerone», disse, e, a un anno di distanza, eccoli i «numerini» reali: nel primo trimestre di quest'anno, secondo l'INPS, il saldo tra attivazioni e cessazioni per i contratti pseudostabili è il 77 per cento in meno rispetto all'anno scorso.
  Una volta finita la corsa dopata agli sgravi da parte delle aziende, è emersa la bolla occupazionale speculativa: 11 miliardi sprecati, invece che investirli in politiche attive. Ad aumentare sono solo i contratti precari, più 22 per cento i contratti a tempo determinato, più 45 per cento i voucher. Alla faccia di Renzi, che annunciava la fine della precarietà in Italia !
  Il 16 marzo di quest'anno, Renzi scrive che la riforma del Jobs Act produce più posti di lavoro e più solidi. Chi parla di questa riforma come di un fallimento dovrebbe fare i conti con la realtà.
  Ebbene, Ministro, facciamoli ’sti conti con la realtà. Qual è il rapporto tra spesa in sgravi contributivi e creazioni di veri posti di lavoro ? E che tipo di lavoro ? Qual è la qualità del lavoro che avete creato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, grazie onorevole. Mi corre l'obbligo, per quanto riguarda alcune citazioni e affermazioni contenute nell'interrogazione, fare alcune precisazioni.
  Prima di tutto, tengo a precisare, da un lato, che il decreto legislativo n. 23 del 2015 non ha abrogato l'articolo 18, che, invece, continua a trovare applicazione nei rapporti di lavoro a tempo indeterminato già in essere il 7 marzo, ma ha introdotto solo per i nuovi assunti una nuova forma di tutela contro il licenziamento ingiustificato. Dall'altro lato, evidenzio che, dai dati sui rapporti di lavoro attivati nel 2016, pubblicati dall'INPS, sono esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli.
  Il calo di assunzioni a tempo indeterminato nel primo trimestre del 2016 rispetto al medesimo periodo del 2015 è evidentemente legato all'anticipo di assunzioni e trasformazioni avvenuto a dicembre 2015, a fronte della prevista diminuzione della decontribuzione per il 2016. Ne è prova il fatto che il numero dei contratti attivati o trasformati a dicembre 2015 è stato pari a circa 485 mila, valore superiore di quasi tre volte la media mensile delle assunzioni a tempo indeterminato avvenute nei primi undici mesi del 2015, pari a poco meno di 200 mila. Va aggiunto che il valore di dicembre 2015 è quasi cinque volte quello che era stato registrato a dicembre 2014.
  Giova sottolineare che questo fatto ha consentito, in buona sostanza, a molte decine di migliaia di persone di accedere in anticipo ad un rapporto di lavoro stabile.
  Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato, come risulta dalla lettura dei dati diffusi dall'INPS, la differenza tra le assunzioni, 814 mila, e le cessazioni, 542 mila, nel primo trimestre 2016 è pari a 272 mila. Va rilevato che, di queste 542 mila cessazioni, 80 mila sono per trasformazioni in contratto a tempo indeterminato.
  Con riguardo alle valutazioni dell'interrogante relative al programma Garanzia giovani, dico che non le condivido affatto. Pur con delle criticità, differenziate in relazione alle diverse realtà regionali, il programma ha registrato più di un milione di adesioni da parte dei giovani, quasi 700 mila prese in carico da parte dei centri per l'impiego e circa 333 mila proposte tra quelle previste dal programma.
  Credo che questi non siano numeri trascurabili e, se posso dire, oggi abbiamo firmato con l'azienda FlixBus un nuovo accordo per l'occupazione di altri 220 Pag. 82giovani. Quindi, credo che questo sia, nel merito, una sconfessione di un certo giudizio.
  Con specifico riferimento ai quesiti formulati dagli interroganti, evidenzio che la spesa degli incentivi per la decontribuzione per le nuove assunzioni relative al 2015 ammonta a 5,2 miliardi di euro e non a 6. Quindi, molto vicina a quella che era la previsione della legge di stabilità.
  Per quanto riguarda la spesa relativa al 2016, i dati ad oggi non sono disponibili. Mi riservo, naturalmente, di fornirli appena li sapremo, ma possiamo ricordare che le previsioni di spesa per il 2016 ammontano a 4 miliardi e 972.000 euro.
  Per quanto riguarda i contratti stabili attivati nel primo trimestre 2016, il loro numero ammonta a 428.584 comprese le trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.

  PRESIDENTE. Il deputato Di Battista, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare. Prego, ha due minuti.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Ministro, innanzitutto dovete dire con chiarezza che i contratti a tutele crescenti non sono di fatto contratti a tempo indeterminato perché il datore di lavoro può licenziare, perciò questa è la prima menzogna.
  Il dramma suo, Ministro del lavoro, e del Presidente Renzi è che siete costretti quotidianamente ad aumentare la grandezza delle vostre menzogne future per oscurare i fallimenti economici passati. Il problema è che i soldi poi li avete pure investiti, ce li avete pure messi: sempre soldi nostri, perché non è che gli incentivi vengono da chissà cosa e certamente non dai tagli dei costi della politica.
  Avete stanziato un milione e mezzo di euro sulla «Garanzia giovani». Lei poc'anzi ha parlato di grande successo, di un milione di adesioni: perché non ha parlato di un milione di posti di lavoro ? Un conto sono le adesioni, cioè i giovani che si iscrivono ad un programma sperando di trovare un posto di lavoro, un conto sono i pochissimi posti di tirocinio mal pagati che sono stati creati proprio dal programma «Garanzia giovani».
  Sul Jobs Act voi dovreste ammettere il fallimento perché, una volta finito il doping degli sgravi fiscali – sempre soldi nostri – sono crollate le assunzioni, i contratti a tempo indeterminato (tra virgolette), del 77 per cento.
  Inoltre oggi lei, Ministro, non ha menzionato l'ennesimo crollo – tra l'altro il peggiore dal 2013 ad oggi – del prodotto industriale, del fatturato industriale: secondo l'ISTAT 3,6 per cento in meno.
   Noi abbiamo un'altra ricetta: abbiamo il reddito di cittadinanza. Voi, invece, avete con i soldi nostri drogato un mercato di fatto neanche creando posti di lavoro e neanche creando la domanda. Infatti gli 80 euro che avete dato, sono costati 10 miliardi e non hanno rilanciato i consumi perché l'Italia è in deflazione, Ministro. Ci sono giovani, 50.000 giovani, che scappano dal sud. Oggi un lavoratore di cinquant'anni che perde il lavoro che scelta ha davanti ? Scegliere tra una marca e un'altra di uno psicofarmaco, questo gli è rimasto al cinquantenne o al sessantenne per trovare lavoro.
  Avete speso 23 miliardi di euro e l'Italia è in deflazione, l'Italia è ferma e i tassi di disoccupazione al sud sono drammatici...

  PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Concludo, Presidente. Sono drammatici. Voi avete fatto un unico contratto a tempo indeterminato, tra l'altro a tutele crescenti, a Verdini, corrotto per corruzione, a tutele crescenti: più voti vi porta in Senato degli alfaniani, dei verdiniani...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ...dei voltagabbana e più gli garantite le tutele crescenti ovvero che non mettete mano veramente alla legge anticorruzione e gli garantirete la prescrizione: vergognatevi, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

Pag. 83

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza e si rivolga con rispetto al Governo, per favore.

(Intendimenti in merito alla proposta di divieto dell'utilizzo di prestazioni di lavoro accessorio da parte delle pubbliche amministrazioni, degli enti e delle società inserite nel conto economico consolidato di cui alla legge n. 196 del 2009 – n. 3-02281)

  PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare l'interrogazione Airaudo ed altri n. 3-02281, concernente intendimenti in merito alla proposta di divieto dell'utilizzo di prestazioni di lavoro accessorio da parte delle pubbliche amministrazioni, degli enti e delle società inserite nel conto economico consolidato di cui alla legge n. 196 del 2009 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come sa nel 2015 sono stati venduti 115 milioni di voucher, oltre un milione e mezzo di lavoratori, che hanno svolto la loro attività nei settori più disparati, necessariamente non stagionali. Il numero di lavoratori coinvolti è addirittura più che raddoppiato rispetto a tre anni fa e, dato ancora più grave, è triplicato in soli due anni il numero di incidenti sul lavoro che hanno visto coinvolte persone retribuite attraverso i voucher.
  È evidente che i voucher, nati come strumento per retribuire lavori occasionali, si stanno estendendo in modo spropositato e sono diventati uno strumento di destrutturazione del lavoro e, invece che, di contrasto, di copertura del sommerso. Dunque, noi vogliamo provare insieme ai nostri colleghi, in particolare i candidati sindaco in importanti città, ad introdurre «comuni voucher free» e le chiediamo qual è la sua valutazione in merito alla proposta di divieto dell'utilizzo di prestazioni di lavoro accessorio da parte delle pubbliche amministrazioni, degli enti e delle società a controllo pubblico.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie onorevole Fassina, grazie Presidente, è chiaro che la vicenda dei voucher ha cambiato significativamente la sua situazione a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 92 del 2012 e quella del 2013 – per cui il lavoro accessorio può essere svolto in ogni campo di attività e da qualsiasi soggetto, seppure nei limiti economici previsti per il lavoratore e per il committente.
  A questo intervento, principalmente volto a favorire l'emersione del lavoro irregolare, è seguito un forte aumento dell'utilizzazione del lavoro accessorio. Le uniche due modifiche che il Jobs Act ha introdotto a questa disciplina sono state l'introduzione del divieto del ricorso al lavoro accessorio nell'ambito degli appalti e l'innalzamento da 5000 a 7000 euro del compenso massimo annuale che ciascun lavoratore può ricavare dal lavoro accessorio, fermo il limite dei 2000 euro di prestazioni di lavoro accessorio acquisibili da ciascun lavoratore, dagli imprenditori e dai liberi professionisti. Il Jobs Act non ha ancora introdotto alcuna modifica per quanto riguarda le possibilità di uso dei voucher da parte delle pubbliche amministrazioni. Sull'utilizzo in generale dei voucher abbiamo effettuato come Ministero insieme all'INPS un lavoro puntuale di monitoraggio che è stato pubblicato sul sito del Ministero. La valutazione complessiva del monitoraggio sino ad ora condotto induce a ritenere che i voucher abbiano svolto una funzione di emersione dal lavoro nero ma rappresentino anche elementi di problematicità sui quali è necessario intervenire. Da questo punto di vista e, in particolare, per cercare di comprendere se si siano prodotti spostamenti da contratti stabili o da contratti, diciamo così, più strutturati a voucher, abbiamo potuto verificare, controllando se negli ultimi tre mesi c'era stato un contratto di lavoro stabile tra un lavoratore che poi è stato sostituito da un voucher, che l'elemento Pag. 84più significativo che abbiamo rilevato, un dato che ha un suo significato, riguarda il settore del turismo, del commercio, dei servizi e che vale circa il 10 per cento in questo caso con una motivazione circa la possibilità che effettivamente ci possa essere stato un trasferimento.
  Per quanto riguarda la nostra volontà, è chiara ed è quella di lavorare da subito alla tracciabilità dei voucher. Per quel che riguarda la proposta di divieto dell'utilizzo di prestazioni di lavoro accessorio, pensiamo di mettere mano a tutte queste tematiche del lavoro flessibile all'interno della delega al Governo in materia di organizzazione delle amministrazioni pubbliche cercando di ridurle al minimo e di dare, invece, una condizione di stabilità al lavoro pubblico nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Il deputato Fassina, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Non siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta. Non abbiamo richiesto una ricognizione delle responsabilità: abbiamo chiesto la sua valutazione su una proposta specifica che è quella di introdurre un divieto nelle pubbliche amministrazioni, negli enti e nelle società a controllo pubblico nell'utilizzo dei voucher. A nostro avviso è necessario segnare una inversione di tendenza rispetto alla crescente precarizzazione del lavoro dovuta anche agli interventi normativi del Governo e in merito al celebrato effetto del cosiddetto contratto a tutele crescenti, credo che i numeri dovrebbero indurre a una maggiore cautela. Si verifica quanto avevamo largamente previsto: l'intervento sull'articolo 18, cioè sull'impossibilità di reintegro al lavoro di un lavoratore ingiustamente licenziato, non ha nulla a che vedere con la quantità del lavoro ma interviene a peggiorare la condizione contrattuale del lavoratore, a ridurre le retribuzioni e a praticare quella svalutazione del lavoro che il Governo persegue sistematicamente. Invece vi chiediamo di tornare sulla proposta e vi chiediamo, anche al fine di invertire la tendenza, oltre a sostenere l'iniziativa di comuni voucher free, a stabilire una deroga al Patto di stabilità interno per la stabilizzazione nei comuni del personale che lavora nei nidi e nelle scuole d'infanzia. Non vi sarebbero oneri aggiuntivi di finanza pubblica ma la possibilità di dare continuità educativa, continuità di servizio, qualità di servizio a uomini e donne che hanno più di 36 mesi di occupazione e che a settembre in una decina di migliaia in tutta Italia, oltre 2000 solo a Roma, si troverebbero senza lavoro con un peggioramento della qualità del servizio scolastico in una fase cruciale di vita dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative volte a garantire che i contributi versati all'Inps per la corresponsione dell'assegno al nucleo familiare siano interamente utilizzati a tale scopo – n. 3-02282)

  PRESIDENTE. Il deputato Gian Luigi Gigli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sberna e Gigli n. 3-02282, concernente iniziative volte a garantire che i contributi versati all'Inps per la corresponsione dell'assegno al nucleo familiare siano interamente utilizzati a tale scopo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, fare figli in questo nostro Paese è ormai un privilegio e quando si tratta di trovare soldi per le famiglie non sono mai disponibili. È triste, però, scoprire che non solo non sono disponibili, ma ogni anno un miliardo di euro viene scippato sostanzialmente dalle famiglie per essere destinato ad altri scopi. È quanto scopriamo, stando ai dati dell'INPS, ai bilanci dell'INPS, quando ci viene detto che i contributi versati dai lavoratori dipendenti e destinati alle spese per l'erogazione dell'assegno al nucleo familiare Pag. 85sono in parte significativa destinati ad altro. Si tratta, per il 2014, di un miliardo di euro, su un totale che è stato versato dai lavoratori di 6 miliardi e 400 milioni. Ma la stessa cifra, grosso modo, è anche in tutti gli anni precedenti.
  Le chiediamo, signor Ministro, cosa possiamo fare per correggere questa autentica sottrazione di risorse alle famiglie, che le hanno versate attraverso il loro lavoro.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente, grazie, onorevole. Innanzi tutto concordo con gli onorevoli interroganti sull'importanza dell'assegno al nucleo familiare, che contribuisce e costituisce un sostegno per le famiglie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati al fine di eliminare, o quanto meno ridurre, la situazione di bisogno determinata dal carico di famiglia. Mi preme fornire rassicurazioni sulla centralità che rivestono nell'agenda di governo le politiche a sostegno per la famiglia. Ricordo, infatti, che con il Jobs Act e la legge di stabilità del 2016 abbiamo migliorato, sia per le lavoratrici autonome sia per le dipendenti, la possibilità di avere permessi per le cure parentali, per conciliare meglio la maternità attraverso il bonus bebè e i voucher per le babysitter. In particolare con la legge di stabilità per il 2016 è stata istituita la carta della famiglia per le famiglie con almeno tre figli a carico ed è stata estesa, in via sperimentale per il 2016, alle madri lavoratrici autonome e imprenditrici la possibilità, già prevista per la madre lavoratrice dipendente, di chiedere in sostituzione del congedo parentale un contributo economico da impiegare per il servizio di babysitting o per i servizi per l'infanzia.
  Ciò premesso, noi sappiamo quali sono le caratteristiche e quali sono i termini in forza dei quali si definiscono le modalità e le caratteristiche per avere titolo a questo tipo di intervento e per la verifica fatta dobbiamo dire che l'INPS ci ha effettivamente confermato i dati riferiti dagli interroganti per gli anni 2013 e 2014, che evidenziano un saldo positivo tra i contributi incassati e gli assegni erogati. A fronte di questo dato e tenuto anche conto delle questioni poste dagli onorevoli interroganti, io credo che meriti di essere attentamente valutata l'opportunità di modificare le condizioni e il meccanismo di erogazione dell'assegno al nucleo familiare, auspicabilmente nel contesto di un complesso e più ampio disegno di rivisitazione dell'intervento pubblico in materia di sostegno alla famiglia e naturalmente nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

  PRESIDENTE. Il deputato Sberna ha facoltà di replicare.

  MARIO SBERNA. Grazie, signor Presidente. No, non ci siamo, signor Ministro, perché qui stiamo parlando di soldi che sono stati raccolti dalle buste paga dei lavoratori e che sono destinati a chi ha messo al mondo dei figli e, quindi, non dobbiamo aspettare altre leggi di stabilità o altre modalità. Questi sono soldi che vanno alle famiglie, perché raccolti per le famiglie !
  Oltre tutto, già in sé l'istituto degli assegni familiari dovrebbe servire se il nucleo familiare ha un'evidente iniquità come, per esempio, la sospensione a 18 anni, quando, se va bene, un figlio è in quarta superiore (ripeto: se va bene). Nello stesso identico modo non vengono dati gli assegni familiari ai lavoratori autonomi, nonostante fin dal 1995 la Corte costituzionale – quando si parla di diritti e di urgenza di diritti – diceva all'Italia che le famiglie più penalizzate, da un punto di vista tributario e fiscale, sono le famiglie monoreddito e numerose. Che cosa abbiamo fatto per questa famiglie ? Per esempio, potremmo fare la carta famiglia, ma lei sa che la carta famiglia è ferma; doveva avere un regolamento entro il 31 marzo 2016 ma questo regolamento non è ancora uscito (so come sono i tempi della politica). Lei ricorda anche che mi sono Pag. 86anche permesso di presentare un regolamento visto che nell'esperienza che ho dell'associazionismo familiare, di dove funzionano le carta famiglia, il regolamento già c'era. Però, non è ancora uscito e siamo al 25 maggio e intanto le famiglie aspettano ancora così.
  Allo stesso modo è uscito un ISEE che tiene conto delle scale di equivalenza immodificate. Mentre in Francia vengono addirittura triplicate dal terzo figlio in poi, noi siamo così bravi che addirittura lo riduciamo.
  Insomma, sono tutte modalità con le quali le famiglie con figli restano penalizzate. E, allora, non c’è da stupirsi se in questo 2015 appena passato, signor Presidente, abbiamo perso qualcosa come 15 mila figli. Abbiamo raggiunto il minimo storico e nemmeno durante la guerra nascevano così pochi figli d'Italia. Questo perché le provvidenze, che lei ha giustamente elencato, sono davvero ancora molto poche, ma soprattutto ci sono delle iniquità che dobbiamo risolvere oggi. Non possiamo aspettare, perché questi soldi li abbiamo dedotti dal bilancio stesso dell'INPS – e concludo, signor Presidente – e questi soldi l'INPS li ha incassati e, quindi, non c’è più bisogno di aspettare ulteriori delibere. Li ha incassati ? Che li dia a chi di dovere (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico) !

(Iniziative di competenza per contrastare in via preventiva la riscossione indebita di prestazioni a carico dell'Inps – n. 3-02283)

  PRESIDENTE. Il deputato Invernizzi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02283, concernente iniziative di competenza per contrastare in via preventiva la riscossione indebita di prestazioni a carico dell'Inps (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signor Presidente, e buongiorno, signor Ministro. Il 23 maggio 2016, pochi giorni fa, un'operazione della Guardia di finanza ha portato alla scoperta di una maxi truffa ai danni dello Stato e dell'INPS per quasi 17 milioni di euro. I 517 denunciati risultano percettori dall'assegno sociale in maniera indebita, in quanto fittiziamente residenti in Italia. Poco meno di un mese fa altre due distinte operazioni della guardia di finanza, nel Lazio e in Calabria, hanno smascherato altre truffe, per un importo totale di 3 milioni e 300 mila euro sull'erogazione dell'indennità di disoccupazione e in questo caso i denunciati sono stati 123 a Roma, di cui due impiegati INPS, e 259 a Reggio Calabria (ma gli esempi potrebbero continuare).
  Chiediamo, pertanto, visto che la situazione ormai la conosciamo e la conoscete anche voi, se e quali provvedimenti il Governo e il suo Ministero intendano porre in essere per contrastare queste truffe ai danni non soltanto dall'erario ma, soprattutto, ai danni di coloro che sono i reali aventi diritto a prestazioni socio-assistenziali.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente, grazie onorevole. Preliminarmente debbo far notare che le operazioni che hanno svolto le Fiamme gialle, cui ci si è riferiti, in materia previdenziale ed assistenziale scaturiscono, nella maggior parte dei casi, da un consolidato rapporto di collaborazione tra l'INPS e la Guardia di finanza, che è stato formalizzato con un protocollo d'intesa sottoscritto nel giugno 2014. A decorrere dall'operatività di quel protocollo sono stati effettuati oltre 40 interventi di verifica in collaborazione con la Guardia di finanza relativi a indennità di accompagnamento, indennità di disoccupazione, provvidenze di invalidità, pensioni, contributi d'ingresso alla mobilità, oltre, naturalmente, agli assegni sociali.
  Per quanto riguarda l'operazione citate dagli interroganti, credo di poter precisare quanto segue: che l'operazione «Italians out» riguarda cittadini italiani percettore Pag. 87di assegni sociali che trasferiscono la propria residenza all'estero o cittadini stranieri percettori di assegni sociali che continuano a risultare residenti in Italia, pur essendo tornati al Paese d'origine. Sulla base di analisi di rischio, eseguite congiuntamente e grazie alle informazioni rese note dall'Istituto, la Guardia di finanza ha portato a termine la prima fase dell'operazione investigativa, che ha coinvolto cittadini italiani che hanno trasferito all'estero la residenza. Sono tuttora in corso ulteriori analisi congiunte e si prevedono ulteriori sviluppi. Preciso che, in caso di accertamento di indebita percezione dell'assegno sociale, l'Istituto provvede all'immediata sospensione della prestazione e al recupero di quanto indebitamente erogato; dopo un anno dalla sospensione la prestazione viene definitivamente revocata.
  Da ultimo vorrei dire che l'INPS ha messo a punto nuovi presidi di contrasto e di prevenzione di fenomeni elusivi della contribuzione attraverso l'utilizzo di banche dati interne ed esterne all'Istituto. Questi nuovi strumenti mirano ad intervenire prima che il comportamento elusivo od evasivo, se non fraudolento, si sia consolidato e abbia prodotto danni alle entrate dell'Istituto. Tutto quanto sin qui detto mi consente di ribadire la grande attenzione posta dal Governo ai controlli volti a contrastare la riscossione indebita di prestazioni erogate dall'INPS, anche attraverso un maggior ricorso all'incrocio dei dati disponibili. Al riguardo, faccio presente, infine, che la piena operatività dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro potrà essere un ulteriore elemento che garantisce la razionalizzazione, la semplificazione e la maggiore efficacia dell'attività di vigilanza, anche rispetto allo specifico ambito della discussione di oggi.

  PRESIDENTE. Il deputato Invernizzi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, sì, sappiamo anche noi, signor Ministro, che i controlli la Guardia di finanza li fa e, ovviamente, facciamo anche noi i complimenti per queste operazioni; la nostra interrogazione era mirata a sapere cosa si può fare, cosa si deve fare per evitare che queste truffe avvengano, anche perché non so proprio come sarà possibile andare a prendere i soldi da quei cittadini extracomunitari citati anche da lei che, ormai, sono ben lontani dall'Italia; non so, sinceramente, quei soldi lì diamoli, ormai, per bruciati. Comunque, quello che ci preme sottolineare è che possiamo fare, finalmente, chiarezza su due bugie dette. La prima è che la legge Fornero era necessaria, assolutamente necessaria, non c'era altro modo per mettere i conti dell'INPS in salvo; e la seconda bugia, quella che forse ci fa arrabbiare ancora di più, è che non è vero che è necessario importare, come dite voi, cittadini extracomunitari, perché un domani, altrimenti, il sistema pensionistico salta. Tra le immense riforme che il Presidente continua ad elogiare e che nutrono il suo ego ipertrofico, noi ci permettiamo di ricordarvi che ci sarebbe magari anche una piccolissima riforma, cioè quella di evitare che centinaia, migliaia di persone che non hanno mai lavorato, magari, o che non hanno diritto a nessun tipo di assistenza continuino a lucrare alle spalle e sulle spalle di coloro che, invece, hanno lavorato tutta la vita e che poi si vedono, dallo stesso Stato verso il quale hanno sempre versato i contributi, rimandata la data della pensione a tempo indeterminato. In mezzo alla grandissima riforma dalla Costituzione che mai smetterete di elogiare, in mezzo alle riforme sul mercato del lavoro che oggi vediamo tutti che effetti fanno, c’è questa piccola riforma che sosteniamo e sottoponiamo all'attenzione del vostro Governo, l'attenzione ai cittadini italiani onesti.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,15, con la commemorazione dell'onorevole Marco Pannella.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,15.

Pag. 88

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bobba, Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Catania, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Ferrara, Fraccaro, Gelli, Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Guerini, Guerra, Locatelli, Marazziti, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Realacci, Sanga, Sani, Scotto, Speranza, Tabacci, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centonove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

In ricordo dell'onorevole Marco Pannella (ore 16,17).

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Cari colleghi e care colleghe, vi chiedo attenzione; come sapete, lo scorso 19 maggio è venuto a mancare Marco Pannella.
  Nato a Teramo nel 1930, si laureò in giurisprudenza, divenendo poi giornalista professionista. Fu tra i fondatori del Partito Radicale, di cui divenne anche segretario e presidente, e tra i promotori del Partito Radicale Transnazionale.
  Eletto alla Camera dei deputati dalla VII alla XI Legislatura, al Parlamento europeo dalla I alla VI Legislatura, più volte consigliere comunale e regionale, Pannella è stato, soprattutto, un instancabile combattente per i diritti civili e per la giustizia. Il divorzio, l'aborto, l'ecologia, l'obiezione di coscienza, l'antiproibizionismo, il testamento biologico e il fine vita, e, ancora, i diritti dei detenuti, la lotta contro la pena di morte e la lotta contro la fame nel mondo, la tutela delle minoranze e l'integrazione dell'Europa in senso federale. Sono queste alcune delle battaglie che hanno caratterizzato la biografia politica e l'impegno civile di Marco Pannella. Sui contenuti di queste battaglie, cari colleghi e care colleghe, si potevano e si possono certamente avere opinioni diverse, ma resta innegabile il merito di Marco Pannella di averne fatto oggetto di discussione pubblica, oggetto di confronto parlamentare, di crescita civile, accendendo i riflettori su queste questioni talvolta scomode, ma che la politica e le istituzioni non avrebbero più potuto ignorare.
  Fu, in questa chiave, un convinto sostenitore degli strumenti di democrazia diretta, promuovendo in più occasioni il ricorso a referendum abrogativi e a forme di lotta politica, anche eclatanti, ma sempre rigorosamente non violente.
  È soprattutto per tali ragioni che dobbiamo essergli grati. Per aver dato una lezione di politica coerente e appassionata, lontana dalle logiche delle convenienze e del potere fine a se stesso, sempre in prima linea nel dare voce agli ultimi ed agli esclusi della società, capace di accettare il rischio dell'impopolarità pur di portare avanti difficili sfide di libertà e di democrazia. Dobbiamo essergli grati; dobbiamo essergli grati, dunque, per aver contribuito all'evoluzione della nostra società nella quale, anche grazie a lui, si sono affermati i principi di convivenza civile, di rispetto reciproco e l'aspirazione ad un ideale di Europa come terra aperta ai nuovi diritti e alle nuove libertà.
  Desidero esprimere ai familiari i sentimenti della vicinanza e del cordoglio mio e di tutta la Camera dei deputati.
  Invito, dunque, l'Aula ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi). Vi ringrazio.
  Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, signora Presidente. Ringrazio anche il mio gruppo, che mi ha dato la possibilità di Pag. 89ricordare Marco. Però, siccome per me Pannella è stato un padre, un fratello e un amico, so perfettamente che se mi abbandonassi ai ricordi ricadrei inevitabilmente in parole anche autobiografiche, mentre penso che la cosa più bella che si possa fare in questo momento è ricordare Pannella per quello che diceva. Approfitto di questi pochi minuti, perché vorrei consegnare all'Aula poche righe di quello che per me è il più grande scritto che abbia mai prodotto – ma ovviamente è un'opinione personale –, la prefazione a un libro di Andrea Valcarenghi, del 1973, che si chiamava Underground: a pugno chiuso !. Sarebbe da leggerla tutta, ma non ci sarebbe il tempo, mi prendo lo spazio per leggere queste poche righe. Scriveva Pannella: «Amo speranze antiche come la donna e l'uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se rivoluzionario. Credo alla parola, che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, a lavoro, quando si vuole essere onesti ed essere davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri ed alle ideologie. Credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello spirituale: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza, come a fatti non necessariamente d'evasione o individualistici, e tanto più privati mi appaiono tanto più pubblici e politici, quali sono, mi ingegno che siano riconosciuti. Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d'occuparlo. Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremmo fare anche con il nemico per pensare ad eliminarlo». Ciao, Marco (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Silvia Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Presidente, non credo nelle ideologie, non credevo nelle ideologie codificate ed affidate ai volumi rilegati e alle biblioteche e agli archivi. Non credo nelle ideologiche chiuse, da scartare e usare come un pacco che si ritira nell'ufficio postale. L'ideologia te la fai tu, con quello che ti capita, anche a caso. Io posso essermela fatta anche sul catechismo che mi facevano imparare a scuola e che per forza di cose poneva dei problemi, per forza di cose io ero portato a contestare.
  Presidente, questo era Marco Pannella: una persona, un cittadino italiano, la cui assenza verrà avvertita ovunque, ma soprattutto nei luoghi meno frequentati dal potere; i luoghi difficili, i luoghi dimenticati, i luoghi in cui appunto l'unica ideologia possibile è quella che ti crei per sopravvivere, per andare avanti nonostante tutto, nonostante la dottrina e le imposizioni dall'alto di un verbo incontestabile e a cui si deve solo cieca obbedienza.
  C’è stata, alla morte di Marco Pannella, una grande commozione popolare. Certo, ci sono stati i saluti, a volte ipocriti, delle istituzioni, ma soprattutto c’è stata una grande, grandissima e spontanea partecipazione emotiva della gente comune. Un paradosso, di questi tempi; un paradosso, per la politica, su cui occorrerebbe riflettere.
  La grande eredità che lascia all'Italia Marco Pannella è una valigia piena di libertà: libertà di divorziare, libertà di abortire fuori dalla clandestinità, qualcosa che oggi diamo per scontato ma che fa parte del bagaglio del nostro essere cittadini liberi in uno Stato laico, come recita la nostra Costituzione.
  Avvertiranno la sua mancanza i detenuti nelle carceri, i malati terminali che aspettano una legge sul fine vita, i cittadini che vorrebbero essere liberi di amare senza vedersi riconosciute elemosine e soluzioni di compromesso, i dimenticati dai palazzi, insomma.
  Ma se è vero che ne avvertiranno il vuoto lasciato dalla sua assenza fisica, è altrettanto vero che le sue parole, le sue battaglie lasciano un solco che con coraggio e libertà può ancora essere seguito e percorso. Ci vuole coraggio, ci vuole soprattutto Pag. 90libertà dalla schiavitù degli interessi economici e di potere, ma quel solco può ancora essere percorso (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Presidente, c’è una vignetta di Altan che dice tutto su Pannella e su quel che ha portato alla nostra Italia. In questa vignetta, apparsa sulla prima pagina di la Repubblica, si vede San Pietro che va a rapporto del Padreterno morbidamente assiso in poltrona e gli dice: è arrivato Pannella; e Dio risponde: addio tran-tran.
  Ha avuto questo dono, Pannella: non ci ha lasciato mai tranquilli, ci ha costretti ad avere una coscienza. Pannella è stato uno che non dorme e non ha fatto dormire; non ha fatto dormire la coscienza di nessuno.
  Tra tutte le battaglie che ha fatto Pannella, una che non ricorda nessuno è stata quella per Israele, non solo per difenderlo per i tentativi di annientamento, ma inteso come forza positiva e propositiva di autentica democrazia e moralità: ha proposto che Israele entrasse a far parte dell'Unione europea, garanzia per una stabilizzazione democratica del Medio Oriente. Io stesso ho raccolto le firme al Parlamento europeo per questo obiettivo.
  Pannella ci obbliga a star svegli anche sulle sorti non solo della democrazia nel mondo e dell'Europa, ma proprio a casa nostra. Senza democrazia – e non una democrazia qualsiasi, ma senza la democrazia occidentale che viene dalla tradizione anglosassone – si è a rischio di dittatura. Per questo si è battuto per un presidenzialismo chiaro e democratico, dotato di contropoteri efficaci, con il diritto contemplato e ampio al referendum popolare come correttivo e valvola di sicurezza dinanzi alle deviazioni e agli inciuci della democrazia rappresentativa e delle sue derive autoritarie.
  E ancora, la battaglia per la giustizia giusta, contro la custodia cautelare usata come forma di tortura. Credo che un modo per onorare Pannella sia quello di seguirlo in quello che negli ultimi anni è stato il suo chiodo fisso: la condizione delle carceri e la necessità di un'amnistia ed un indulto.
  Ultima cosa personale: non sono andato a visitare Pannella quando alla fine, anche chi non era amico personale, ha voluto forse onorarlo o forse cercare la photo opportunity; ho rispettato la distanza che c'era tra noi, anche se ricordo la strada fatta insieme.
  Ma so una cosa: avrebbe difeso a qualunque costo la libertà, ma non una libertà generica, la mia libertà ! Ho sempre pensato che, se qualcosa fosse accaduto per negare le libertà mie e dei miei cari, Marco Pannella si sarebbe mosso, non in generale, ma per me; così io credo abbiano pensato migliaia e migliaia di italiani che già lo rimpiangono (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Umberto Eco ha scritto che Pannella ha insegnato agli italiani come si fa ad essere liberi. È impressionante il bilancio dell'azione politica di Marco Pannella e della galassia radicale: 67 milioni di italiani hanno firmato i 122 referendum promossi dai radicali, di cui 35 vinti, su temi di grandissima rilevanza come il divorzio, l'aborto, ma anche l'energia nucleare, la responsabilità civile dei magistrati, l'abolizione della caccia, tanto per citarne solo alcuni.
   Pannella è stato un politico di professione che ha onorato la politica. Europeista, difensore delle istituzioni, ma anche profeta della lotta alla partitocrazia, eretico e radicalmente onesto, con le sue indennità ha finanziato l'attività politica ed è arrivato a vendere le sue case, le sue proprietà a Teramo, per sostenere l'attività radicale.
  Eugenio Montale ha scritto: dove il potere nega in forme palesi, ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati, come Marco Pannella, che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa Pag. 91assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi.
  Naturalmente l'azione non violenta di Marco Pannella ha suscitato consensi e dissensi. Molti di noi si sono ritrovati nelle sue battaglie, a partire da quelle più generose contro la fame nel mondo e per i diritti delle donne, per l'obiezione di coscienza in senso antimilitarista, per la liberalizzazione delle droghe leggere, per la giustizia giusta e contro la natura criminogena della condizione delle carceri, per il fine vita e il testamento biologico.
  Molte sue scelte hanno spiazzato, pensiamo alle candidature a deputati di Ilona Staller, di Toni Negri, e quella bellissima di Enzo Tortora, oppure ai suoi 100 digiuni, a quando beveva la sua urina per sensibilizzare l'opinione pubblica su grandi temi sociali.
  Dalla sua parte ha avuto grandi personalità, come Sciascia, Pasolini, Vittorini, Terracini, ma anche tantissimi comuni cittadini, a partire dai più sfortunati: i malati terminali, i carcerati.
  Per questo l'Italia ha pianto la sua scomparsa. Particolarmente, signora Presidente, in Abruzzo, dove Marco Pannella è nato e cresciuto. Albert Camus disse di Ignazio Silone, un altro grande abruzzese: egli, Silone, è radicalmente legato alla sua terra eppure è talmente europeo; e così anche Pannella. Era un grande leader internazionale pronto a correre in ogni angolo del mondo, ma era anche radicalmente legato alla sua terra, all'Abruzzo dei cafoni, al suo paesaggio magico, ai suoi paesini abbarbicati sul Gran Sasso teramano.
  Noi di sinistra veniamo da un'altra storia, come ha ben scritto Luciana Castellina, su il manifesto di qualche giorno fa ricordando Pannella, ma siamo stati, ha detto Luciana Castellina, in modo diverso, insieme dalla stessa parte. Anche quando più forte è stata la polemica gli abbiamo sempre voluto bene. La parola in Marco Pannella non era diversa dall'essere e la storia che ha raccontato la sua vita altro non è che il dono che ha voluto lasciarci della speranza di un mondo libero e giusto (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Caro Marco, mi auguro che abbiano ragione i nostri amici cristiani per cui la tua anima abbia, in questi giorni, aleggiato lieve su di noi e che tu abbia potuto seguire quello che è avvenuto in Italia in seguito alla tua morte. Immagino anche le tue possibili ironie su questa esplosione di consensi, ma anche, al fondo, la tua soddisfazione. L'applauso mediatico verificatosi per la tua morte è stata la tua paradossale e beffarda rivincita nei confronti di chi ti ha sottovalutato o deriso, come ha detto Emma Bonino, o di chi ti ha silenziato sui media. Ma a fronte di tanti consensi, non parlerei come ha fatto Emma di ipocrisia, ma invece parlerei di rimorso. Di un rimorso collettivo e anche della tardiva consapevolezza e della conseguente angoscia per quello che abbiamo perduto, per la morte di questo imprevedibile, trasgressivo, fantasioso, combattente per i diritti civili, di questo difensore dei carcerati e anche dello straordinario rompiscatole che tu sei stato. Abbiamo perduto la fantasia, ma non la fantasia al potere, ma la fantasia nella battaglia politica e culturale e da ora saremo più piatti, più burocratici, più grigi, né ci riscatteranno le quotidiane scenate nei talk show.
  
Al netto di tante discussioni che abbiamo avuto e di qualche litigata, sarò sempre grato a te e a Loris Fortuna per avermi consentito di essere allora in prima linea, come responsabile stampa e propaganda del PSI, nella battaglia condotta a difesa del divorzio; la battaglia politica più bella e anche divertente della mia vita.
  Concludo dicendo, però, che il messaggio di Pannella va preso di petto nel presente e nel futuro e mi sento di raccogliere personalmente quello sull'amnistia, concordando sulla proposta avanzata in merito in un'intervista su Il Dubbio dall'onorevole Marazziti. Ma c’è un'altra Pag. 92questione più di fondo, ed è la ricostruzione dello Stato di diritto finito in Italia nel 1992 e nel 1993, in seguito all'uso politico della giustizia e mai più recuperato, per cui anche oggi domina la cosiddetta sentenza anticipata che viene scagliata con una sventagliata di intercettazioni telefoniche, accompagnate da un avviso di garanzia e dai titoli di alcuni quotidiani; poi, se dopo nove anni, interviene un'assoluzione nessuno se ne accorge e una vita è distrutta per la soddisfazione del Travaglio di turno, e questa battaglia tu l'hai fatta innanzitutto in nome di Tortora. Questo è il lascito politico che Pannella ci impone di affrontare e di sciogliere. Addio, caro Marco, con te se ne va anche un pezzo della nostra vita (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie Presidente. Nel 1951 Mario Ferrara scriveva su il Mondo: i liberali, e non solo quelli d'Italia, non hanno bisogno di un grande economista, perché ce l'hanno, non di abili avvocati o di grandi oratori, perché anche di questi ne hanno, e forse troppi, non hanno bisogno di scrittori, di giornalisti, e di intellettuali, perché più o meno lo sono tutti, non hanno bisogno di una massa, perché le masse si compongono di scontenti e oggi tutto il mondo è un mondo di scontenti; i liberali hanno bisogno di un matto.
   Ecco, io credo che il matto, i liberali, i liberali della gioventù liberale, del Partito liberale, nel 1951 lo avessero, si chiamava Marco Pannella e aveva allora 21 anni. Ed è il motivo, la riconoscenza nei suoi confronti, per cui nel 1987 ho preso lo doppia tessera liberale e radicale, per evitare la morte del Partito Radicale.
  Quindi, io credo che oggi, Marco Pannella, manchi a tutti i liberali italiani, che, come sempre, hanno condiviso solo una parte delle battaglie di merito di Marco Pannella, ma sicuramente hanno condiviso il metodo. Il matto di Pannunzio c’è stato, ma non è bastato a fare di questo Paese un vero Paese liberale. Senza enfasi, credo che questa sia l'eredità di Pannella e il compito che ancora resta ai liberali di questo Parlamento e di questo Paese (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Vargiu.
  Ha chiesto di parlare il deputato Marco Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie. Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere: questa frase, attribuita a Voltaire, ben si adatta allo stato d'animo che proviamo oggi, noi della Lega, in occasione del ricordo di Marco Pannella. Molte battaglie da lui condotte, all'interno e all'esterno delle Aule parlamentari, non le abbiamo condivise, né sostenute. Abbiamo dissentito pesantemente da lui tutte le volte che, a nostro avviso, trattava alcuni temi, soprattutto quelli etici, come l'aborto, in maniera, secondo noi, troppo disinvolta. Al contempo, non possiamo non ricordare i temi politici che ci hanno visto vicini e con successo nelle battaglie referendarie del 1995, dal referendum a favore della privatizzazione della RAI a quello per l'abrogazione della norma che impone la contribuzione sindacale automatica ai lavoratori, a quello per abrogare la norma sul soggiorno cautelare per gli imputati di reati di mafia.
  Riteniamo giusto ricordarlo come un combattente: questo è senz'altro il suo tratto caratteristico. Impegnato su tanti fronti, per la lotta contro la povertà e la fame nel mondo, e contro l'affollamento carcerario, anche se in merito proponevamo soluzioni radicalmente diverse di quest'ultimo problema. Lui mosso da un pericoloso lassismo, che portava, addirittura, a propugnare la liberalizzazione e depenalizzazione dell'uso delle droghe, noi, al contrario, mossi dalla convinzione che la certezza della pena sia un valore dal quale non può prescindere uno Stato che amministra la giustizia. Riconosciamo in lui un uomo che ci ha messo sempre la faccia e il coraggio, a costo di rimetterci la vita con scioperi della fame e della sete, Pag. 93senza ipocrisie o convenienze del caso, al contrario di chi lo ha esaltato in morte, malgrado lo avesse detestato in vita.
  A questo gioco abbiamo preferito sottrarci; infatti, la Lega non si è accodata a questo rituale. Abbiamo preferito evitare sfilate ed esibizioni a favore di telecamera, ma riteniamo doveroso ricordare l'uomo per il suo lungo e inossidabile impegno politico, e per avere inciso, con il suo operato, in cinquant'anni di storia del nostro Paese (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signora Presidente, esprimo partecipazione al dolore dei cittadini, degli amici e dei militanti radicali per la morte di Marco Pannella. La sua scomparsa priva anche me di un amico, che ho conosciuto e stimato negli ultimi decenni. Ho rispettato le sue battaglie, anche quando non le ho condivise. Scambiare opinioni con lui, in privato o in pubblico, non era mai un esercizio banale. Il filo della sua esperienza politica è segnato da una inesauribile vitalità, testimoniata con una sottile e solida coerenza. Ricordo due passaggi emblematici: la nascita di Radio Radicale, che diventa via via un grande archivio sonoro di attività politiche e istituzionali, nonché una severa scuola di giornalismo, un vero servizio pubblico per crescere nei cittadini la consapevolezza di dover conoscere per deliberare, e, poi, Nessuno tocchi Caino nel 1993 e la campagna per la moratoria universale della pena di morte, alla quale ho aderito fin dalla fondazione.
  Con Pannella se ne va un altro tassello di storia del Novecento, la storia vera di uno dei protagonisti politici di un Paese che dalla miseria della guerra era cresciuto, anche attraverso le sue battaglie politiche, sociali e civili, fino a diventare in pochi decenni la quinta potenza mondiale. Anche per questo, se non vogliamo perdere la nostra memoria, non potremo dimenticare Marco Pannella (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Lo storico Massimo Teodori scrisse che Marco Pannella e Giorgio Almirante furono – in questo caso, purtroppo, uso il passato – seduttori di alto rango. Ebbene, Marco Pannella fu un seduttore di alto rango, fu anticonformista, fu spregiudicato, ma nella giusta accezione del termine. Fu un cosiddetto politico da marciapiede, e questo, soprattutto in seno alla politica che noi viviamo oggi, è un assoluto valore. Fu spiazzante e fu uno sprezzante istrione, prolisso, ma cristianamente eretico e, allo stesso tempo, emozionato, quando leggiamo che tenne in mano la croce di monsignor Romero.
  Ecco, questi sono, Presidente, soltanto alcuni tratti della vita di Marco Pannella, che, ricordiamolo, dalla minoranza politica ha comunque cambiato molti volti di questa Italia. Spesso siamo stati e saremo in disaccordo totale con quanto Marco Pannella ha proposto, con le sue idee, come probabilmente a lui piaceva in termini di contraddittorio, ma siamo assolutamente, assolutamente ammirati da come lui conduceva le sue battaglie. E forse, Presidente, ora in molti rivaluteranno Marco Pannella, e io penso che non sarà mai troppo tardi per rivalutare Marco Pannella, anche da parte dei suoi principali detrattori.
  E quindi, a nome del nostro gruppo, Presidente, a nome di Giorgia Meloni, a nome del capogruppo Fabio Rampelli, possiamo soltanto abbracciare i suoi cari, i militanti e gli amici, che, tra l'altro, vedo qui, oggi, in tribuna. Presidente, io vorrei ricordare Marco Pannella, però, alla fine, non con una lacrima, ma con un sorriso, perché, se è vero che, come lui spesso diceva, la vera politica non è l'arte del possibile, ma quella di rendere possibile l'impossibile, allora io penso che lui ci lasci effettivamente, d'accordo o meno, un solco entro il quale dirigere evidentemente anche le idee, e lo rinnovo, anche se spesso in disaccordo. E, quindi, lo salutiamo con un «a subito», caro Marco, perché, tra tutti i crimini, il più grande è quello di stare con le mani in mano (Applausi).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Daniele Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signora Presidente, depongo anch'io i sassolini della memoria e della gratitudine per gli anni che ho avuto l'onore di trascorre accanto a Marco Pannella, dal 1998 al 2006. Due osservazioni: la prima, per conoscere e capire un artista, come Picasso, magari, occorre studiare i suoi periodi, quello blu, quello rosa, quello africano, il cubismo e così via. Ecco, anche Marco, pur nella continuità assoluta di alcune linee guida, in primo luogo le regole, la democrazia, lo Stato di diritto, ha avuto tanti periodi, tante stagioni. Sarei intellettualmente disonesto a farne prevalere uno solo, quello in cui mi riconosco di più.
  Ma, allo stesso modo, non credo aiuti la comprensione storica e politica, come a volte è avvenuto in questi giorni, espungere e, per così dire, rimuovere una stagione. Mi riferisco al lungo arco che va dal 1992 al 2005, quando Pannella, accanto alle grandi e tradizionali battaglie per i diritti civili, tentò un'operazione mai provata prima in Italia con quella completezza di visione. E non si tratta solo di economia, è stato molto di più: un tentativo di rivoluzione liberale a tutto tondo su istituzioni modello anglosassone, economia e giustizia, con un appello diretto al ceto produttivo e a tutti gli outsider rispetto all'Italia dei garantiti, e anche con un attacco politico allo status quo, al vecchio sindacato, alle ossificazioni corporative, alla foresta pietrificata della società italiana, mi sia consentito, in primo luogo, alla sinistra più vecchia.
  Da quella stagione potevano scaturire due esiti alternativi, ed entrambi sarebbero stati un successo per l'Italia: la nascita o di una sinistra liberale davvero nuova o di una destra liberale e riformatrice di matrice thatcheriana. Non è successa né l'una né l'altra cosa purtroppo e occorrerà riflettere sul perché: assenza di libera circolazione delle idee, inadeguatezza degli interlocutori politici, errori di Marco e di chi, come me ed altri, gli è stato vicino in una parte di quella stagione. Ma lui ci aveva provato e aveva visto giusto.
  La seconda osservazione, più personale se è consentito, è la seguente: Marco non era un santone come grossolanamente dicevano alcuni dei suoi avversari. Non era certo un santo ma soprattutto, consentitemi, non era un santino come alcuni lo hanno ricordato in questa settimana. Da qualche parte ho colto un desiderio di normalizzarlo, di omologarlo scegliendo sempre le parti più politicamente corrette, secondo i canoni di alcuni, della sua complessa biografia politica. Errore grave, secondo me. Marco prese molto sul serio il monito di Pasolini contro il conformismo e l'incoraggiamento del poeta ai radicali ad essere sempre irriconoscibili nel senso migliore del termine. Non dimentichiamolo mai (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tancredi Turco. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. I politici di ogni schieramento che per decenni hanno osteggiato le battaglie di Marco Pannella, dopo la sua morte, si sono scoperti quasi tutti pannelliani. Giornali e televisioni sono stati invasi da un profluvio di apprezzamenti su di lui. Ha avuto quasi più visibilità mediatica da morto che da vivo e ora siamo tutti qui a fare a gara per dimostrare quanto gli siamo grati per come è riuscito con le sue battaglie a far progredire i diritti civili in Italia. Peccato che Marco Pannella sia morto e questa vuota commemorazione parlamentare non abbia senso se oggi qui, tutti insieme, non decidiamo di portare avanti l'approvazione di almeno una delle battaglie che lui ha combattuto per tutta la vita senza riuscire a vincerla. Per questo mi rivolgo a tutti voi, colleghi deputati, chiedendovi di fare di tutto per portare avanti una legge sulla legalizzazione delle droghe leggere da intestare a lui. Benché siamo entrati in Parlamento da poco, anche noi di Alternativa Libera-Possibile abbiamo avuto modo di confrontarci personalmente con lui. Un pomeriggio siamo andati a trovarlo Pag. 95a casa, abbiamo passato diverso tempo a parlare. Quindi non possiamo dire di conoscerlo ma credo che intestare idealmente a suo nome una legge importante che il nostro Paese aspetta da anni sarebbe il modo migliore per rendergli omaggio. Grazie, Marco (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Oggi commemoriamo un uomo vivo. Per la prima volta forse il Parlamento è chiamato a commemorare una persona che vive ancora in ognuno di noi ed è presente con la sua straripante fisicità nella politica italiana e presente in coloro che lo hanno conosciuto così come in coloro che lo hanno amato, che lo hanno sostenuto così come in coloro che lo hanno avversato perché i suoi spunti, le sue provocazioni sono state una cifra importante per la crescita del dibattito democratico nel nostro Paese. E c’è una ragione se oggi tutta la politica italiana gli tributa commossa questo omaggio. Marco Pannella è riuscito a dare parte di sé ad ognuno di noi ed ognuno è riuscito a vedere nelle sue battaglie la propria battaglia quando magari tutte le altre battaglie che conduceva non si condividevano. Questa sua poliedricità è la misura con la quale ha dimostrato che la politica può essere comprensiva di ogni parte pur essendo parziale.
  Questa è la misura di un uomo che ha saputo dimostrare come la politica, quella alta, fatta con passione, vale la pena di viverla. Marco Pannella ha dedicato tutta la sua vita alla politica e la politica stessa è stata la sua vita. Questo è il più grande insegnamento: voler cambiare le cose, voler migliorare le cose attraverso la politica, attraverso lo strumento della persuasione, attraverso la condivisione, non violento, mai arrogante. Per me è questa la più grossa testimonianza e il più grosso insegnamento. Tuttavia, poiché questa commemorazione rischia di diventare la solita commemorazione, aderisco agli appelli che ho sentito anche in quest'Aula e che al Senato si stanno trasformando in una iniziativa legislativa: la battaglia, il testamento concreto sul diritto di ogni uomo a preservare la sua dignità anche quando si tratta di essere trattenuto nelle carceri patrie, noi possiamo renderlo concreto attraverso una legge di amnistia e di indulto (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, concezione laica dello Stato, affermazione dei diritti degli individui, referendum per piena cittadinanza della politica intesa come comunità collettiva, tutela dei soggetti più deboli che altrimenti non avrebbero avuto rappresentanza. Sono i punti ideali e reali dell'azione politica di Marco Pannella, del suo pensiero e della sua proposta garantista e liberale. Non vi è stata scelta che Marco Pannella non abbia reso pubblica e non vi è stata battaglia politica che non abbia imposto temi che altrimenti sarebbero stati ignorati da un sistema politico che egli ha sempre ritenuto più arretrato degli orientamenti presenti nella società. Non vi sono stati diritti civili che Marco Pannella non abbia sostenuto perché ha ritenuto la loro formazione una scelta consapevole di libertà in opposizione al conformismo che egli ha sempre individuato nella ragion di Stato, nella morale autorità di uno Stato etico. Per questa ragione Marco Pannella ha ritenuto come scelte naturali, come testimonianza costante quelli che erano temi di rottura, di cambiamento non soltanto politico ma culturale con una visione generale che ha anticipato e imposto l'evoluzione della politica e della società. È stato così che Marco Pannella ha sottratto al silenzio civile e politico i diritti e la cittadinanza dei più deboli, dei più esposti alla discriminazione imposta dalla esistenza dei partiti: dai diritti civili al carcere, attraverso una contaminazione di argomenti e di idee che ha interessato la politica e la società in modo radicale. La sua personalità talvolta può essere stata Pag. 96un limite della sua comunicazione ma, al tempo stesso, è stata coerente nel ricercare sempre e comunque posizioni in primo piano, mai defilate e mai reticenti. In questa dimensione va intesa la sua visione dell'impegno politico come scelta cui egli ha destinato il suo pensiero e il suo corpo. Marco Pannella non ha mai accettato, a mio giudizio, le categorie entro le quali le convenzioni di una politica debole lo avrebbero circoscritto. Ad esempio e più di altri ha saputo trasformare quel che per altri è la sua eresia in una battaglia a nome di tutti, di chi lo ha sostenuto e condiviso e di chi a lui si è contrapposto. Egli non ha escluso nessuno, non ha mai accettato che la morale degli altri potesse discriminare qualcuno. Egli in realtà non ha mai aderito a una visione antipolitica e, semmai, ha avvicinato la politica ai diritti e in questa visione condivido chi gli ha attribuito una concezione profonda da istituzioni in cui i diritti civili avessero un ruolo centrale e decisivo. Si può sostenere dunque che senza Marco Pannella e il suo Partito Radicale, la sua Radio Radicale come strumento di servizio pubblico e voce per la comunicazione di tutti, il nostro Paese sarebbe stato più arretrato ? Io credo si possa e si debba sostenere senza alcuna retorica e, come lui è stato, senza alcun pregiudizio (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, con la scomparsa di Marco Pannella abbiamo perso un punto di riferimento fondamentale, una fonte di ispirazione, un compagno con il quale abbiamo condiviso tante battaglie e intrapreso un percorso comune con la Rosa nel Pugno, progetto politico ancora attuale. Se oggi l'Italia è un Paese più libero, più laico e più civile lo dobbiamo a questo pioniere della politica, che ha sempre anteposto l'interesse collettivo a quello personale anche mettendo a rischio la propria salute. Le sue idee e le sue lotte di civiltà, spesso e volentieri osteggiate, oggi fanno parte della cultura civica del nostro Paese. Alcune sue battaglie combattute insieme ai socialisti, come quella per il divorzio e per l'aborto, hanno migliorato la qualità della nostra convivenza democratica. Di questo dobbiamo ringraziare Marco, un precursore non solo sul piano delle tante iniziative messe in campo ma sul modo di intendere la politica come servizio a favore dei più deboli e come approccio alle problematiche reali. Marco ci ha lasciato un'eredità indelebile, che dovrà essere presa ad esempio. Il nostro impegno come socialisti sarà quello di portare avanti le sue idee, continuando a far sentire forte la voce laica di un vero combattente per la libertà (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Eugenia Roccella. Ne ha facoltà.

  EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. È difficile per tutti concentrare un ricordo di Marco Pannella in due minuti e lo è tanto più per me, perché ha fatto parte della storia della mia famiglia – non solo della mia storia personale – e io ho fatto parte della storia della sua famiglia e non posso non ricordarlo anche su questo fronte. Io non posso non ricordare, per esempio, il suo fascino personale; non ricordarlo quando negli anni dell'isolamento, negli anni in cui aveva pochi seguaci e pochissimi soldi, veniva a mangiare da noi perché, appunto, non aveva neanche i soldi per mangiare e mia madre gli cucinava le bistecche. È una specie di contrappasso per tutti i digiuni successivi.
  Lui per andare in televisione la prima volta, oggi che tutti lo acclamano e oggi che le televisioni hanno mandato per giorni la sua immagine e le sue immagini, dovette fare un durissimo digiuno e la «traversata nel deserto» di quegli anni portò poi alle grandi battaglie che oggi tutti celebrano. Ma quelle grandi battaglie non erano soltanto battaglie singole. Infatti, ognuno di noi oggi potrebbe scegliere una di quelle battaglie: da quella per Israele, che ha giustamente ricordato l'onorevole Brunetta, alla battaglia contro l'antifascismo degli anni Settanta, per esempio, e Giachetti ha letto un brano di Pag. 97Underground a pugno chiuso ! in cui c'era, appunto, un pezzo molto bello che Pasolini valorizzò moltissimo proprio contro quel genere di antifascismo dell'odio che andava all'epoca. Dunque, ognuno potrebbe scegliere una battaglia, ma in realtà tutto questo faceva parte di un progetto politico, soprattutto negli anni Settanta, che lui definiva liberale, laico, libertario e liberista, ma che era anche un progetto molto preciso, per esempio all'epoca contro il compromesso storico. Le battaglie referendarie, che facemmo all'epoca, erano bombe contro il compromesso storico per l'alternanza, per l'alternativa e anche la sua posizione per un sistema elettorale uninominale e comunque bipolare.
  In tutto questo quello che vorrei sottolineare è anche che lui ha lasciato a tutti noi e a chi ha condiviso, per lungo tempo o anche per brevissimo tempo, la sua storia e la sua avventura personale, che coincideva con la sua battaglia politica, un'enorme lezione di metodo: prima di tutto la lezione che la politica non è legata alle convenienze, ma è legata alle convinzioni, profondamente legata alle convinzioni, e questa è la bella politica che lui faceva e che ha insegnato a tutti noi; poi, ci sono mille e mille insegnamenti appunto sul metodo: cioè, per esempio, la forza dell'iniziativa politica rispetto anche al numero, rispetto agli insediamenti sociali, rispetto alla capacità di incidere all'interno delle istituzioni e, prima di tutto, la forza dell'iniziativa politica e la capacità di rilanciarla sempre.
  L'ultima cosa che vorrei dire è che per chiunque di noi sia passato da quella storia, anche per cinque minuti e poi abbia preso un'altra strada (e sono tanti), nessuno di questi – nessuno ! – è mai stato sfiorato da un sospetto di corruzione e di interesse privato, nessuno mai !
  Questo io penso che sia stato perché siamo passati da lì, perché lui ci ha insegnato prima di tutto questo e non come rispetto della legalità ma proprio rispetto di noi stessi e delle nostre convinzioni (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, credo si debba ricordare Marco Pannella per ciò che ancora oggi può rappresentare: l'incarnazione di una passione politica a tutto tondo purtroppo ai nostri giorni caduta in desuetudine, una passione che rappresentò anche un insegnamento basilare nella dinamica delle democrazie. Infatti, ci insegnò come si possa riuscire a conquistare il consenso della maggioranza dei cittadini con una minoranza fortemente motivata nelle sue ragioni. Pannella lo fece offrendo un contenuto concreto al principio della democrazia diretta contenuto nell'istituto referendario.
  Naturalmente, esistono molte diverse sfaccettature del «pannellismo» che sono state ricordate dai colleghi: c’è il Pannella erede della cultura azionista, che diede alimento all'esperienza dei Radicali Italiani; c’è il paladino della giustizia; c’è il Pannella che ha offerto lo sguardo lungo della visione transnazionale; c’è il gandhiano, l'uomo che ha portato in Italia la pratica della non violenza; ma c’è anche l'uomo che introdusse in politica la consapevolezza del ruolo fondamentale dei media, usando anche performance spiazzanti e usando il suo corpo addirittura. Con lui la dialettica politica italiana entrò nell'era moderna e oggi in fondo viaggia nel tracciato da lui concepito.
  A quest'uomo politico e, come è stato ricordato – e ho visto un titolo di giornale che a lui sarebbe piaciuto –, a questo «radicale libero», che ha formato un paio di generazioni di politici – e oggi ne abbiamo ascoltati alcuni –, va oggi il nostro omaggio sincero, senza retorica e il nostro grazie (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Della Vedova. Ne ha facoltà.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Pag. 98Ho avuto l'onore di passare anni straordinari al suo fianco e oggi ho il compito e il privilegio personale di prendere la parola, a nome del Governo, per ricordare Marco Pannella. Pannella esordì come parlamentare nel 1976 in quest'Aula, sedendo all'estrema sinistra dell'emiciclo in nome della destra storica, disegnando così un suo spazio politico singolare e non omologabile. Marco è sempre stato un uomo di parte e di partito, il suo partito, il Partito Radicale; eppure in questi giorni abbiamo assistito a un tributo popolare praticamente unanime, perché in lui in questi decenni gli italiani hanno visto un modo di fare politica appassionato ed intenso, proteso alla realizzazione di obiettivi di diritto e di diritti, mosso da idee e convinzioni prima che da convenienze. Un politico che rileva la propria radicale onestà come condizione doverosa e normale per chiunque si occupi di cosa pubblica.
  A partire dall'uso dei regolamenti parlamentari, Pannella ha sempre agito con le regole e non contro le regole. Le sue più dure iniziative non violente – digiuni della fame e della sete per l'accesso all'informazione da parte dei cittadini sui referendum, per il plenum della Consulta, per le condizioni di vita nelle carceri – sono sempre state battaglie non contro le leggi ma per il rispetto delle leggi. Anche la disobbedienza civile, la violazione deliberata e comunicata della legge più volte praticata da Pannella e da tanti dirigenti radicali, compreso chi parla, non è mai stata una richiesta d'impunità ma, al contrario, un modo per denunciare agli occhi della pubblica opinione, attraverso il proprio arresto e la propria condanna, lo scandalo di una legge ritenuta sbagliata, costituzionalmente ingiusta o dannosa.
  In alcune cose ha vinto, in altre no o non ancora. Da liberale autentico mai contro la politica e le istituzioni in quanto tali, ma sempre in nome delle istituzioni e della politica nella loro accezione più alta e lungimirante. Per Pannella si può davvero dire, con Hannah Arendt, che il senso della politica sia stato la libertà, intesa come libertà di inventare nuovi spazi ed esplorare nuove frontiere e come diritto di ogni uomo e di ogni donna a scoprire e realizzare se stessi, nel dialogo con gli altri, e di essere rispettati per quello che essi sono e vogliono essere nella loro diversità. Tantissimi italiani e, forse, soprattutto, italiane sentono di dovere a Pannella se la loro è stata una vita più libera, così milioni di persone omosessuali, milioni di persone perseguitate in tutto il mondo, dai dissidenti sovietici ai monaci tibetani che hanno trovato accanto Pannella e solo Pannella nella difesa dei loro diritti. Le sue battaglie: divorzio, aborto, nuovo diritto di famiglia, fame nel mondo, giustizia giusta e responsabilità civile dei giudici, finanziamento pubblico, legalizzazione della cannabis quarant'anni prima che diventasse misura di Governo nel Nord America e non solo; ma anche in quest'Aula e già in tutta Italia, grazie alla straordinaria Radio Radicale, moniti inascoltati negli anni Ottanta sulla follia del debito pubblico dilagante, sulle baby pensioni e, poi, sulle liberalizzazioni del mercato del lavoro e dei mercati protetti, sulle privatizzazioni come strumento di efficienza economica e di moralizzazione civile dell'Italia partitocratica e, ancora, la moratoria sulla pena di morte, il tribunale penale internazionale contro i crimini di guerra e genocidio, il diritto di conoscenza come diritto politico per eccellenza, il fine vita, le condizioni delle carceri come misura di civiltà e di legalità di un Paese, e potrei continuare. Questo era Pannella.
  Pannella, vale la pena di ricordarlo, oggi, in un'Europa scossa e attraversata da vecchi fantasmi, è stato un convinto federalista europeo – gli Stati Uniti d'Europa fino a Israele democratica –, fedele alla lezione di Ernesto Rossi e Altiero Spinelli e persuaso che l'unica vera forma di patriottismo fosse quella antinazionalista. Quando negli anni Ottanta ammoniva sulla necessità di fare entrare subito la Jugoslavia nell'Unione europea, per sventare il rischio di una guerra dagli esiti inimmaginabili, nessuno lo prese sul serio, eppure lui aveva già visto, con anni di anticipo, gli orrori di Sarajevo e Srebrenica e il fatto che, a contenere anche le secolari ostilità Pag. 99dell'area balcanica, potesse essere solo l'integrazione di questi popoli nell'Unione europea, integrazione ora ampiamente in corso, ma dopo tanto, troppo, sangue.
  Per tutte queste iniziative, e concludo, signora Presidente, alcuni hanno amato e sostenuto Pannella, come è normale, tanti lo hanno combattuto, altri lo hanno ostracizzato; e non perché fosse senza contraddizioni, ma anche per come le ha vissute, alla fine, l'Italia tutta gli ha riconosciuto l'onore dovuto a un padre della patria, a un leone della libertà, come l'ha definito il Primo Ministro Renzi.
  Consentitemi di chiudere con alcune tra le sue parole che trovo più evocative della buona politica, sia per i tempi presenti che per i tempi futuri: spesso bisogna avere il coraggio di essere impopolari per non essere antipopolari. Questo è il lascito più prezioso e impegnativo che Pannella consegna alla politica e alle istituzioni che ha amato e servito con onore. Grazie Marco, grazie Presidente (Applausi).

  PRESIDENTE. Si conclude, così, la commemorazione di Marco Pannella.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2617-B (ore 17,15).

  PRESIDENTE. Cari colleghi e care colleghe, riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato n. 2617-B: Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato, da ultimo, approvato l'articolo 6.

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice, deputata Lenzi, ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda gli emendamenti all'articolo 7 il parere è contrario a tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 7.3, con il parere contrario sia della Commissione che del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Approfitto anche della sua presenza qui, visto che il tema che abbiamo proposto con questo emendamento è il coinvolgimento del dipartimento per le pari opportunità. Praticamente, quello che ho già detto in Commissione, ma che non ha sortito alcun effetto, purtroppo, è il fatto, appunto, di coinvolgere il dipartimento per le pari opportunità o il Ministero, quello che magari, un giorno, speriamo tutti che sia, perché...

  PRESIDENTE. Mi scusi, deputata. Colleghi, per favore, se dovete parlare, abbassate il tono della voce, perché si fa fatica a seguire il dibattito. Vi prego, per favore, colleghi, è possibile abbassare il tono della voce ? Prego, deputata.

Pag. 100

  GIULIA DI VITA. Lo spirito è proprio quello di dare dignità a questo dipartimento per le pari opportunità, perché, visto che molti enti del Terzo settore lavorano molto nell'ambito sociale, il dipartimento per le pari opportunità potrebbe dare un notevole contributo, sia per quanto riguarda problemi legati alla disabilità, alle donne, all'inserimento degli stranieri nel tessuto sociale o nel tessuto lavorativo del nostro Paese. Quindi, non vediamo il motivo per cui non possiamo approfittare di un dipartimento che comunque già lavora, che comunque ha già queste funzioni e che potrebbe dare il suo notevole contributo a questa materia. Mi sembra una norma di buonsenso; a livello personale anche alcuni deputati della maggioranza mi hanno dato ragione, però, poi, alla prova dei fatti, questo dipartimento delle pari opportunità è come se fosse sempre depotenziato, è come se non potesse mai esprimere o, finalmente, dare il suo contributo nelle materie che sono esattamente di sua competenza. Tutto qua.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 7.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zaccagnini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  318   
   Votanti  289   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  216.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Pesco e Pannarale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 7.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Rampi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  318   
   Votanti  300   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  151   
     Hanno votato   75    
    Hanno votato no  225.

  (Le deputate Albanella e D'Incecco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 7.11, i pareri sono contrari, anche quello della V Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo affidare le funzioni di vigilanza, di monitoraggio e controllo sul terzo settore all'Agenzia indipendente per il terzo settore, ciò nell'idea che il terzo settore, per l'ampiezza che lo caratterizza, necessita di una sorta di Authority che ne garantisca il corretto esplicarsi e funzionamento. All'Agenzia sono attribuiti rilevanti funzioni sia di controllo e di monitoraggio sia di indirizzo e promozione culturale. A questa Agenzia è attribuito anche il compito di tenere il registro unico del Terzo settore e l'accreditamento degli enti, nonché la verifica circa la permanenza dei requisiti che hanno determinato l'accreditamento. Pag. 101L'organismo direttivo, i cui componenti hanno un limite di mandato e una durata della carica di circa cinque anni, deve dare adeguata rappresentanza di tutti i protagonisti del Terzo settore. La nomina dei componenti non è governativa, in ossequio proprio al principio di indipendenza e terzietà che dovrebbe garantire un'Autorità indipendente.
  Come concepita, quest'Agenzia svolge, anche in collaborazione con l'Anca e la Guardia di finanza, anche un'importante funzione di prevenzione della corruzione nel settore che purtroppo è stato terreno di conquista e di appetiti, non esattamente civici e solidaristici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, questo sarebbe l'articolo, non so se l'avete letto; invito anche coloro che non si sono occupati della riforma a dargli un'occhiata. È un articolo che dovrebbe essere fondamentale, perché riguarda le azioni di monitoraggio e controllo dell'attività degli enti del Terzo settore. Siccome siamo stati abituati a scandali tutti i tipi – cito sempre Mafia capitale, perché è quello più conosciuto e più scandaloso –, mi chiedo come sia possibile non avere pensato, in una vera e propria riforma, ad un'attività di controllo che possa essere più specifica e più adeguata: il controllo resta demandato al Ministero del lavoro, non viene specificato qual è l'aumento delle risorse economiche e di personale per creare, magari all'interno al Ministero stesso, una task force che si occupi solamente di questo. Quindi, praticamente le cose resteranno così come sono, il che significa che una nuova Mafia capitale potrà succedere anche all'indomani di questa riforma. Quindi vorrei capire l'utilità di questa riforma, se neanche serve per arginare e prevenire la corruzione, che abbiamo visto coinvolgervi praticamente tutti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 7.11, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliaro, Ravetto, Benamati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  340   
   Votanti  322   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  229.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Sì, Presidente, giusto per continuare l'intervento precedente. Purtroppo noi voteremo contro questo articolo, praticamente per le stesse motivazioni che ho detto poco fa. Ci dispiace che l'articolo dedicato appunto alla vigilanza, al monitoraggio e al controllo sia così striminzito: questo Parlamento sta accettando supinamente il fatto che in futuro ci saranno nuovi casi di corruzione, che magari coinvolgeranno partiti di destra e partiti di sinistra. Vedendo il vostro totale disinteresse, mi sembra che appunto non vi importi assolutamente nulla, vi va bene assolutamente così, poi però vi vedremo in televisione a dire che assolutamente episodi come Mafia capitale si devono sicuramente contrastare, che riformate il partito, lo ripulite, fate questo e quello, ma non nel momento dei fatti, quando qualcosa la potete fare, perché abbiamo proposto di tutto, come l'intervento dell'Anac e il ripristino dell'Agenzia per il Terzo settore, già descritta dalla collega Lorefice e che era un'agenzia che già lavorava. È stata abolita dal Governo Pag. 102Monti, ma quest'Agenzia per il Terzo settore già lavorava con la Guardia di finanza e l'Agenzia delle entrate, e svolgeva un buon lavoro. Nessuno della maggioranza, neanche in Commissione, è riuscito a dirmi nel merito perché quest'Agenzia non avete voluto ripristinarla. Immagino che se non avete voluto ripristinarla è perché in passato abbia lavorato male, ma non mi sembra proprio.
  Ovviamente continuate a non darmi risposte, quindi l'unica cosa che posso fare è lasciare agli atti che almeno qualcuno in quest'Aula si è alzato per dire che con questa riforma nessuna particolare attività di contrasto della corruzione viene fatta nel mondo del Terzo settore, quindi in futuro potranno tranquillamente ripetersi altri fenomeni legati sempre alle cooperative, ai partiti, alla commistione fra politica, partiti e affari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  355   
   Votanti  353   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  259    
    Hanno votato no  94.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice Lenzi ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Presidente, i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 8 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Bobba ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  352   
   Votanti  338   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 8.19, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, D'Ambrosio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  357   
   Votanti  298   
   Astenuti   59   Pag. 103
   Maggioranza  150   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Dadone ha segnalato che avrebbe voluto astenersi dal voto).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 8.16, sul quale i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo brevemente per motivare il nostro voto contrario e chiarire che crediamo che sia più utile e formativo che i ragazzi e i giovani stranieri possano fare 8-12 mesi in una realtà del Terzo settore che li sappia accompagnare nell'apprezzare la cultura e la tradizione del nostro Paese, piuttosto che ricevere i 500 euro del bonus che questa mattina hanno votato nel decreto-legge che riguarda la scuola. Quindi, questo lo dico rivolgendomi in particolare ovviamente agli amici e colleghi della Lega, perché facciano una riflessione su questo punto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, noi invece, avendolo presentato, non possiamo che votare a favore.
  Riteniamo che, al contrario, l'apertura del Servizio civile agli stranieri, anche se regolarmente soggiornanti sul nostro territorio, sia un errore. Sia un errore perché dovrebbe essere – noi riteniamo – riservata questa esperienza a coloro i quali sono cittadini italiani. Lo straniero che risiede sul nostro territorio da diversi anni, ha la possibilità di avviare l'iter per diventare cittadino italiano e dopo magari può, eventualmente, accedere anche al servizio civile. Riteniamo che questa sia l'ennesima dimostrazione di come ad ogni costo si cerchi di coinvolgere anche coloro che non hanno dimostrato minimamente di volersi integrare, perché il primo passo dovrebbe essere la richiesta della cittadinanza; non si capisce per quale motivo dovrebbe essere aperta agli stranieri che regolarmente soggiornano sul nostro territorio. Fra parentesi, si parla del servizio civile che per la nostra comunità ha comunque un costo nella sua realizzazione, al di là poi dei benefici e delle ricadute positive che il servizio civile può avere per la nostra comunità.
  Quindi, riteniamo che sia un inutile cedimento rispetto a un'iniziativa che invece dovrebbe, secondo noi, assolutamente essere riservata a coloro i quali si sentono e si vogliono sentire parte dalla nostra comunità.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Vorrei solo ricordare all'onorevole Rondini che la norma è applicativa di una sentenza recente della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale appunto la norma precedente che escludeva sia i cittadini comunitari, che quelli non comunitari residenti. Quindi, non è un puro e semplice indirizzo del Governo, è una sentenza della Corte costituzionale che adesso trova piena attuazione in questa legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Io mi ricollego alle parole dell'onorevole Palmieri, ma anche a quelle del sottosegretario Bobba. Penso che sia una norma di civiltà che guarda al futuro e che promuove nelle giuste forme un principio, quello della cittadinanza, delle pari opportunità, dell'eguaglianza tra giovani che possono svolgere il servizio civile nel nostro Pag. 104Paese. Credo che questo sia un grande avanzamento. L'unico rammarico è che questa norma che avevamo noi proposto come Sinistra Italiana nella prima lettura alla Camera fu bocciata dalla maggioranza. L'onorevole sottosegretario Bobba ricorda la sentenza della Corte costituzionale, ma sarebbe stato sicuramente un buon segnale che la Camera avrebbe potuto dare quello di approvare quella norma già in prima lettura e dando, quindi, il segnale che si andava nella direzione giusta. La Corte Costituzionale fortunatamente ha confermato l'impostazione e anche l'opinione che avevamo, presentando quell'emendamento in prima lettura. Siamo contenti che il Parlamento, che la maggioranza, sia tornata sui suoi passi, abbia dato al Senato parere favorevole all'introduzione di questa norma e che oggi venga votata qui alla Camera.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Massa ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  362   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato    9    
    Hanno votato no  353    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 8.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  363   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  272    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cristian Iannuzzi e Andrea Maestri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  327   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  249    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 8.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  360   
   Votanti  322   
   Astenuti   28   Pag. 105
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  235    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 8.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Formisano, Iannuzzi, D'Arienzo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  330   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  248    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Di Stefano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  369   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  334    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 8.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  334   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   22    
    Hanno votato no  312    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 8.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  361   
   Votanti  345   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no  329    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Era per correggere il voto del gruppo MoVimento 5 Stelle sull'emendamento Colonnese 8.6 che è favorevole; non avevo sentito l'annunciazione del numero dell'emendamento. Quindi, il voto non era contrario, ma favorevole.

  PRESIDENTE. Va bene, d'accordo.
  Passiamo ai voti.Pag. 106
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 8.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi, De Lorenzis, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  338   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi dal voto).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 8.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Rampi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  362   
   Votanti  356   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 8.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale, Gregori, Turco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  330   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Preannunzio il voto favorevole di Sinistra Italiana a questo articolo, un articolo che già in prima lettura aveva degli elementi, dei connotati che noi abbiamo giudicato positivamente, delle misure che abbiamo sostenuto. Nel corso del dibattito al Senato ci sono stati ulteriori miglioramenti e ne evidenzio tre: il primo, il riferimento del servizio civile al principio della difesa non armata, principio che era stato incluso, in realtà, in prima lettura, ma era stato tolto, espunto all'ultimo momento in modo inspiegabile. Quindi, è importante che la maggioranza sia tornata sui suoi passi e abbia inserito il principio della difesa non armata, principio che le organizzazioni pacifiste del servizio civile hanno più volte chiesto.
  Ricordo che c’è alla Camera una proposta di legge, presentata sulla difesa non armata, sulla quale sono state raccolte 50 mila firme, per chiedere, appunto, l'istituzione di un Dipartimento per la difesa civile non armata. Il secondo punto lo abbiamo ricordato prima: l'inserimento del principio della possibilità per gli stranieri regolarmente soggiornanti di svolgere il servizio civile. Anche questo è un avanzamento molto importante. Terzo avanzamento, anche se solo parziale e limitato, è la previsione di un ruolo della consulta nazionale per gli enti di servizio civile, che Pag. 107potrà avere sicuramente, nel ruolo di consultazione e di interlocuzione con le istituzioni, un ruolo importante nel confronto e nelle proposte che potranno essere formulate nel monitoraggio sulle attività di servizio civile.
  Rimangono due punti, e lo vorrei ricordare al sottosegretario Bobba, che non ci sono in questo articolo. Il primo riguarda la stabilizzazione di corpi civili di pace, che noi abbiamo chiesto in più di un'occasione, anche in prima lettura, e che dovrebbe essere, dopo la sperimentazione, uno dei passaggi importanti anche nella costruzione di un servizio civile all'estero con quelle caratteristiche. Il secondo punto, che non c’è nella legge, però è un problema che vorrei sottoporre al Governo sin da adesso, è la questione delle risorse. Il sottosegretario Bobba sa i salti mortali che sono stati fatti per trovare poco più di 212 milioni di euro per garantire un numero di giovani al servizio civile, tra l'altro inferiore a quello che è partito l'anno scorso.
  Ricordo che per il servizio civile universale nel 2017 serviranno più di 500 milioni di euro, per garantire a 100 mila giovani, ragazzi e ragazze, di svolgere il servizio civile. Abbiamo serie preoccupazioni e abbiamo seri dubbi che possano essere trovate, sostanzialmente, risorse per 300 milioni in più.
  Speriamo che, in tempo rispetto alla prossima legge di bilancio, si assicurino queste risorse, per fare in modo che nel 2017, in base alle promesse che ha fatto il Premier Renzi e in base alle promesse che molti esponenti della maggioranza hanno fatto, possa essere possibile per i 100 mila giovani del servizio civile universale svolgere il servizio civile. Quindi, chiediamo al Governo di attivarsi in tempo per trovare questi 300 milioni che servono in più per dare la possibilità a tutti questi giovani di fare il servizio civile universale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  364   
   Votanti  280   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato  269    
    Hanno votato no  11.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 9.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Parere conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Di Vita 9.2.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 9.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 108
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  363   
   Votanti  345   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  240.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 9.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Tripiedi, D'Ambrosio, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  361   
   Votanti  338   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 9.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Baradello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  357   
   Votanti  334   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cassano e Falcone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gregori 9.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  290   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  239.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Di Vita 9.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. L'emendamento è finalizzato a rafforzare i controlli sulle misure agevolative previste per le imprese sociali e relativi alla possibilità di accedere alle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca (FRI) istituito con la finanziaria 2005 pari a 200 milioni di euro.

  PRESIDENTE. Chiaramente siamo all'emendamento Di Vita 9.5, colleghi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 9.5.Pag. 109
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  341   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  344   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  266    
    Hanno votato no  78.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATA LENZI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 10.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Di Vita 10.1, Rondini 10.24 e Nicchi 10.37.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, chiediamo di sopprimere questo articolo, sopprimere un articolo che il Governo ha introdotto al Senato un po’ alla chetichella, che istituisce la Fondazione Italia Sociale, una fondazione definita un po’ pomposamente come una sorta di IRI del Terzo settore e, se fosse l'IRI del Terzo settore, allora ci sarebbe stata necessità di una discussione più approfondita rispetto a quella che si è svolta un po’ all'ultimo tuffo al Senato che ha creato una certa preoccupazione. È una scelta sconcertante che poteva essere fatta anche in un modo più aperto, con una discussione più approfondita e più vasta. Non era necessaria assolutamente alcuna urgenza con cui imporre questo disegno e il metodo è sostanza. La Fondazione nel progetto del Governo finanzierà le proprie attività con donazioni, si dice, con campagne di raccolta di fondi pubblici e privati. E la scelta è per questo controversa e allora per spiegare le nostre perplessità mi rifaccio alle riflessioni che ha fatto il portavoce del forum nazionale del Terzo settore che consiglierebbero di essere ascoltate, consiglierebbero un approfondimento e anche uno stralcio e il fatto che pervicacemente si rifiuti questo stralcio è un ulteriore motivo più profondo di contrarietà. Veniamo al merito. L'istituzione di una fondazione pubblica, che dovrebbe avere la funzione di distribuire fondi a società private, introduce una sorta – tutta da definire, imprecisata perché verrà demandata – una sorta di mediazione del tutto nuova, di Stato, tra le organizzazioni del Terzo settore, da una parte, e i soggetti finanziatori.
  Si configura in questo modo – su questo vorrei riflettere – una sorta di Pag. 110interventismo statalista, dall'alto, accentratore, un dirigismo su un terreno, la raccolta di fondi, di sostegni, che è eminentemente un'iniziativa privata. Spieghiamoci: noi siamo favorevoli a sollecitare l'impegno civico dei cittadini, a facilitarlo, a favorirlo ma non si capisce perché lo Stato debba sovrapporsi, debba fare da mediazione e quindi da filtro. L'intento dell'articolo covava da tempo, si sapeva, era nell'aria, aleggiava. Poi ha trovato uno spazio all'ultimo minuto ed è diventato un pezzo fondamentale di un testo blindato, perché noi qui abbiamo avuto un testo blindato anche per questa ultima scelta. La Fondazione infatti è la realizzazione di quanto il 10 novembre 2014, un anno e mezzo fa, aveva anticipato Vincenzo Manes, il consigliere per il sociale di Matteo Renzi in un'intervista a vita.it che potete andare a riprendere. In quell'intervista lui aveva proposto la nascita di una Fondazione Italia per l'economia sociale da attuarsi, diceva allora, attraverso la presentazione di un emendamento del Governo al disegno sul Terzo settore arrivato all'ultimo minuto. Lì si dichiarava che il sociale è tutto il contrario di un posto da sfigati, che lavorare nel social business oggi è molto d’appeal. Ma per noi le attività del Terzo settore non sono business: lo abbiamo ribadito anche nella nostra contrarietà all'articolo 6, non devono dare profitti. Questo articolo 10 esplicita bene la direzione verso cui si intende piegare il Terzo settore, elemento sostitutivo del welfare, scelta, tendenza che noi critichiamo e su cui manteniamo la nostra ferma contrarietà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento Rondini 10.24 e quindi per anticipare il voto convintamente contrario su tutto questo articolo e, di conseguenza, il voto favorevole su tutti gli emendamenti che mirano a modificarlo perché realmente – come ha detto dal suo punto di vista l'onorevole Nicchi affermando alcune cose condivisibili ma molte altre no, tuttavia ha detto cose giuste – veramente non si vede nel 2016 l'esigenza di avere un'iride sociale, cioè non si vede l'esigenza di vedere uno Stato che entra protagonista nel settore per eccellenza della sussidiarietà e si propone dentro una delega ampia e indistinta, come è tipico di questa intera proposta di riforma, di fare dello Stato il catalizzatore – se ben capiamo – di finanziamenti privati e pubblici. Che bisogno c’è di questo ? Non ce n’è alcun bisogno: c’è bisogno di continuare invece quella strada virtuosa che qua e là si intravede in questo disegno di legge delega e che mira a sollecitare capitali buoni che vanno nella direzione di allargare la sussidiarietà e di allargare il concetto di profitto che sta dentro lo spirito dei tempi. Per questo motivo ribadisco il nostro voto totalmente contrario a questo articolo e favorevole a questo e ai successivi emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, io racconto una storia. Vincenzo Manes, un amico decennale di Renzi, un capitalista, un finanziere assunto da Renzi come consulente pro bono per il Governo, che già nel 2014 esce anche a mezzo stampa – quindi io non sto facendo illazioni né sospetti di alcun tipo – racconta la sua idea innovativa di sociale. Ripeto che lui è un finanziere, quindi si occupa di finanza e non di sociale. Questa sua idea viene ribattezzata l'IRI del sociale. Praticamente lo traduciamo come il solito carrozzone pubblico che diventa mangiatoia. Parla di un organismo che, guarda caso, poi diventa una fondazione che ha l'obiettivo di perseguire delle fantomatiche finalità pubbliche ma deve essere comunque un ente privato. Allora questa proposta di riforma del Terzo settore alla Camera non è mai uscita fuori, infatti come ho detto c’è stata Pag. 111veramente una grande differenza tra il modo di lavorare alla Camera e il modo di lavorare in Senato. Dunque, in serate in cui probabilmente i senatori del Partito Democratico hanno una dialettica interna più spiccata, spunta all'improvviso in Commissione un articolo intero del tutto nuovo, l'articolo 10, e comincia una bagarre tutta interna alla maggioranza; tuttavia, sembra che la maggioranza ripristini il senno e viene bocciato. Dopodiché si passa in Aula e rispunta magicamente questo articolo 10, che istituisce la Fondazione Italia Sociale. Ben dieci senatori del PD – e io faccio i complimenti per il coraggio – si rifiutano di approvarlo e alla fine viene approvato, guardate un po’, con i voti dei verdiniani, gli stessi di cui dite di non avere assolutamente bisogno perché la maggioranza è compatta e quindi figuriamoci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ma di che cosa stiamo parlando ? La Fondazione Italia Sociale è una fondazione di diritto privato con finalità pubblica e io la potrei anche finire qui, perché la pazzia e il paradosso già si spiegano da soli. Non solo: viene finanziata con un milione di euro pubblici. Non viene specificato nel testo a cosa serve, ma se voi lo chiedete ai rappresentanti del Governo nemmeno loro lo sanno, perché chi sa a cosa serve la Fondazione è Vincenzo Manes e io vi invito, anche adesso, ad andare su YouTube dove trovate un bellissimo approfondimento di 58 minuti in cui Vincenzo Manes dice di avere scritto questa proposta e Gigi, cioè Luigi Bobba, il sottosegretario, gliel'ha accettata e grazie a Matteo, cioè Renzi, il Presidente del Consiglio – lui li appella così pubblicamente e per lui non è assolutamente un problema chiamarli come se fossero compagni di scuola – e grazie a Verdini viene approvata. Quindi, il suo obiettivo è quello di creare una fondazione privata – qui dentro non lo trovate scritto; è scritto in maniera vaga, proprio perché poi magari sarà Manes a spiegare al Governo come scrivere i decreti delegati – ma secondo l'idea di Manes il consiglio di amministrazione – anzi il consiglio di fondazione, come lui lo chiama – sarà costituito in prevalenza da soggetti assolutamente privati. Quindi, abbiamo una fondazione privata gestita da privati.
  Ma come opererà ? Anche qui non lo trovate scritto; trovate scritto solamente, per linee vaghe, che ha l'obiettivo di integrare il welfare, il microcredito, di utilizzare strumenti di finanza sociale e di ampliare l'innovazione sociale per le imprese del terzo settore. In realtà, se ascoltate il promotore di questa proposta sapete come funzionerà ? Il consiglio di fondazione della Fondazione Italia Sociale avrà a disposizione ingenti patrimoni, perché il milione di euro pubblico gli serve solamente per partire ma lui poi, grazie a delle ingenti donazioni da parte delle multinazionali e lui parla dell'ordine di 50 progetti da 20-50 milioni di euro, deciderà quali imprese sociali ma anche non sociali aiutare – quindi Srl, SpA e imprese private, insomma qualsiasi tipo di impresa – tramite i fondi della fondazione e portare avanti determinati progetti.
  Ha specificato, poi, che l'impresa sociale che vuole accedere a questi finanziamenti dovrà sottostare a quanto deciso dalla fondazione privata e io, siccome sono malpensante, credo che la Fondazione Italia Sociale sarà presieduta da Vincenzo Manes, sebbene Luigi Bobba in Commissione si sia messo a ridere, facendomi capire che sono sempre io quella che pensa male (poi vedremo). Quindi, sarà la Fondazione a decidere chi parteciperà a questi progetti e chi potrà avere il finanziamento. Non ci saranno bandi, non ci saranno graduatorie, non ci sarà controllo, non verrà rendicontato nulla, ma verrà fatta solo una relazione alle Camere sull'operato della Fondazione Italia Sociale, senza peraltro specificare. Ma resoconto di cosa ? Il resoconto di come sono stati spesi i soldi ? Il resoconto di quali imprese sono state aiutate ? Il resoconto di quale impatto sociale è stato sviluppato nella società ? Non si sa ! Quindi, noi stiamo regalando ...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata !

Pag. 112

  GIULIA DI VITA. ...una fondazione istituita per legge – e concludo – all'amico di Renzi. Quindi, i parlamentari stanno istituendo per legge la fondazione di Vincenzo Manes che, grazie a un milione di euro pubblici, inizierà la sua attività, dopodiché lo Stato non ne saprà più niente. Ditemi voi se questo non è un regalo agli amici degli amici, tanto per cambiare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, oltre ad avere dell'incredibile che noi per sapere che cosa fa questa fondazione siamo costretti a guardare un video su YouTube, perché sembra che qui il Governo sia affetto da un mutismo patologico, io voglio richiamare un concetto che ho letto in un'intervista di Roberto Scarpinato di qualche giorno fa su Il Fatto Quotidiano. Io credo che questo Governo risponda perfettamente a un'ideologia, chiamiamola così, che corrisponde all'idea di socializzare le perdite e di privatizzare i profitti. Non è complicato: è semplice, è semplice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Laddove si perde, chiunque sia e comprese anche le banche, deve essere socializzata la perdita; laddove, invece, c’è da guadagnare c’è sempre qualche furbo che esce dal cappello di questo Governo o di un altro Governo, perché ormai avete dimostrato una continuità impressionante con tutti gli altri partiti e vi inventate questa grandissima porcheria dell'articolo 10, e il minimo della decenza imponeva che i membri del Partito Democratico...

  PRESIDENTE. Concluda !

  GIULIA GRILLO. ...che non erano d'accordo presentassero degli emendamenti per cambiare questo articolo che loro stessi avevano contestato al Senato e nella maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. In realtà è l'iter che è agghiacciante di questa storia. Cioè, non solo si inserisce un nuovo articolo, ma non vengono presentati emendamenti e questa cosa viene accettata in maniera silente da tutti. Ora il dubbio potrebbe essere che magari non si conosceva questa cosa, ma adesso che la conoscete, che la stiamo denunciando e che la stiamo dicendo, sarebbe veramente ideale che qualcuno di voi si alzasse e dicesse: «No, io non sono d'accordo !» e sarebbe un gesto di coraggio che verrebbe apprezzato, anche perché regalare dei soldi così e fare veramente una schifezza per legge è una cosa che va proprio oltre quello che uno può pensare che si possa fare qui dentro. Noi siamo qui dentro a discutere sul niente, perché la maggioranza ha deciso di non fare emendamenti; si aggiunge un articolo e ancora una volta non si parla, non si dice nulla.
  La mia collega Di Vita ha fatto dei chiari riferimenti. Sarebbe anche un gesto di dignità, da parte del sottosegretario o della relatrice, di alzarsi e dare spiegazioni e dirci che cosa è successo effettivamente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà. Colleghi, attenetevi ai tempi, per favore. Prego.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Io noto, con questo articolo, che c’è la continua volontà, da parte del Partito Democratico e di tutta la maggioranza, di voler utilizzare i soldi pubblici per interessi privati. La Presidenza della Camera magari vuole anch'essa una fondazione ? Non so... qualche altro parlamentare vuole una fondazione ? Perché qui ormai si fanno delle leggi per creare delle fondazioni, utilizzando dei soldi pubblici a scopo privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è l'obiettivo della creazione di questa Fondazione Pag. 113Italia Sociale e già in queste tre parole ve ne sono due che sono fatte da voi che destano particolari problemi, visto quella che è l'esperienza passata: sono «fondazione» e «sociale», mentre l'Italia già l'avete rovinata e quindi non mi esprimo.
  Io penso che un minimo di dignità preveda un intervento da parte di qualcuno della maggioranza e di qualcuno che pensa di avere un minimo di schiena diritta in tal senso, perché non si può restare silenti e non dire nulla davanti a questa indecenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, io non so se lei ha ascoltato, Presidente Boldrini, la denuncia della mia collega Di Vita, perché sono parole veramente importanti. Qui si parla di un emendamento che è arrivato all'improvviso e ha cambiato e modificato il provvedimento. Ci sono state anche delle cose strane – diciamo – avvenute nella maggioranza. Io direi che qui ci deve essere un intervento suo ma soprattutto un intervento dei colleghi parlamentari, perché qui è la solita storia di quelle strane fondazioni, di questo nuovo modello di fondazioni che nemmeno esiste nel codice civile, che infangano tutto il mondo del non profit, perché sono quelle fondazioni fatte apposta per celare magari dietro attività di lucro e magari per deviare la normativa sugli appalti e sui contratti.
  Allora qui non stiamo scherzando e lo capiamo bene da quando abbiamo a che fare con voi, visto che ormai per legge siete capaci di dire tutto e il contrario di tutto. Adesso il rappresentante del Governo silente qui presente è pregato di dare spiegazioni a quest'Aula tutta e non solo alla Commissione, che ha lavorato in maniera puntuale su questo provvedimento. È il momento di avere delle spiegazioni...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DALILA NESCI. ... e di averle nel merito, perché – e concludo, Presidente – il nostro ruolo qui dentro ha un significato e ce l'ha soprattutto se lo dà lei, Presidente, che è il garante di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, quindi, si faccia garante di tutti quanti qui dentro e chieda, in primis lei stessa, spiegazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie, Presidente. Io mi associo ai miei colleghi; chiediamo alla maggioranza perché votare no a questo emendamento e soprattutto perché sostenere questo articolo ? Citerò anche un illustre costituzionalista: i politici del «no» temono per la poltrona, Matteo Renzi. Illustre costituzionalista, ovviamente, si fa per ridere, però questa affermazione si cala proprio perfettamente all'interno di questo contesto. Diteci, spiegateci perché votate no a questo emendamento, perché se votate no, secondo noi è per mantenere la poltrona, perché il vostro capetto vi ha detto che dovete votare «no» a una schifezza, all'istituzione di una nuova IRI del sociale, la nuova IRI del sociale, è veramente una bestemmia, quasi. Spiegateci perché votate «no» a questo emendamento e spiegateci perché votate «sì» a questo articolo 10 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. Nel merito hanno detto benissimo le mie colleghe Di Vita e Grillo, qui si sta creando una fondazione per gli amici di Renzi, fondazione con scopo privato e con soldi pubblici, ed è una vergogna. È una vergogna che qui dentro, in quest'Aula, nessun deputato del PD sappia dire «no» e sappia votare contro questa grandissima Pag. 114vergogna; è una grandissima vergogna e ne risponderete ai cittadini; ne risponderete con il passare degli anni. Questa è una vergogna perché 10 vostri senatori del PD hanno votato contro e voi siete senza dignità, senza dignità, e non sapete ribellarvi al vostro capo, al vostro «ducetto» che dice che cosa dovete fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Però, non può esprimersi così (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), deputata Dieni; lei capisce che bisogna intervenire senza offendere gli altri colleghi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO CASO. Presidente, questo articolo 10 è veramente un'entrata a gamba tesa nel Terzo settore, perché creare una fondazione in modo da poter accentrare qualcosa è proprio il contrario di quello che dovrebbe essere all'interno del Terzo settore che, invece, dovrebbe essere proprio sviluppato sui territori. Poi fateci capire qual è questa innovazione renziana, dal momento in cui creiamo un carrozzone con soldi pubblici per qualche amichetto; ma dov’è questa innovazione ? Mi sa tanto, invece, di vecchia Repubblica questo modo di operare, visto che all'interno dell'articolo 10 si parla anche di microcredito, perché questo soggetto si occuperà anche dello sviluppo del microcredito; magari, invece di dare soldi ai vostri amici, chiediamo al Governo di fare quello che deve fare, cioè, per quanto riguarda il microcredito sociale, magari, iniziare a fare i decreti attuativi che mancano da anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Beni. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI. Grazie, Presidente. Qui sul merito dell'articolo 10 me la cavo con tre parole, c’è molto poco da dire, qui si tratta semplicemente di prevedere la creazione di uno strumento, grazie al finanziamento pubblico di partenza di un milione di euro, che è destinato a fare da volano ad uno strumento che serve ad attrarre nuove risorse private da investire in progetti innovativi al servizio dello sviluppo del Terzo settore. Detta così, non mi pare sia una cosa disdicevole, sempre che non ci siano interessi privati in gioco, sempre che sia uno strumento al servizio dello sviluppo di un Terzo settore a vocazione pubblica.
  Non c’è scritto altro in questa pagina; se qualcuno pensa che gli scopi siano altri – ho sentito fare affermazioni pesanti, appropriazione di soldi pubblici, eccetera, – deve andare dritto a denunciarlo alle autorità competenti, non può essere l'illazione argomento della discussione. A questo proposito vorrei fare due considerazioni, visto che ho due o tre minuti, sull'intera discussione che abbiamo fatto su questi articoli. C’è un clima di sospetto, di pregiudizio che attraversa tutta la discussione rispetto a questo provvedimento, per cui dovrei pensare: ma sappiamo di cosa stiamo parlando ? Cioè, qui si dipinge il Terzo settore come una banda di affaristi, nella migliore delle ipotesi, addirittura come una banda di imbroglioni. Ecco, allora mettiamoci d'accordo su un punto; abbiamo detto in discussione sulle linee generali che il Terzo settore è una grande risorsa, serbatoio di partecipazione civile e di coesione sociale, di cultura della responsabilità e così via. Domanda: ci sono delle mele marce nel Terzo settore ? Risposta: sì; siamo stati i primi a denunciarlo, ci sono degli abusivi che dietro le tante virtù di questo mondo si nascondono per fare i loro interessi, talvolta anche in modo illecito, e l'abbiamo denunciato, ma guardate, questa legge la si fa proprio per estirpare la mala pianta dove si è insinuata, la si fa proprio per stabilire nuove regole, nuovi vincoli di accreditamento, di controllo, di verifica sugli enti, proprio per seguire questo problema. Ma non è di questo che si sta parlando quando diciamo Terzo settore; Terzo settore non sono tre cooperative inquinate, Terzo settore sono Pag. 115decine di migliaia di enti, 300.000 associazioni che sono una risorsa fondamentale di questo Paese, nel deserto sociale delle nostre periferie, oppure delle piccole frazioni di provincia. Lo sapete quante migliaia di luoghi, migliaia, non avrebbero uno spazio pubblico se non ci fosse un gruppo di volontari di un'associazione che, ogni giorno, accende la luce di un centro sociale, di un luogo di incontro, di prossimità, di costruzione di relazioni fra le persone e di legami sociali? Questo è il grande patrimonio dell'associazionismo che vive nel nostro Paese, con radici antiche e che ha avuto un ruolo determinante nel costruire, nel consolidare la democrazia di questo Paese e che, tuttora, rappresenta un argine alla solitudine delle persone, una palestra di esercizio della responsabilità, della cittadinanza, della legalità, un argine all'egoismo sociale.
  Allora, per concludere, disconoscere tutto questo, prendendo a pretesto e strumentalizzando singoli episodi e così via, non soltanto è sbagliato, è sbagliato fare di tutta l'erba un fascio, ma è un grave errore che si può spiegare soltanto in due modi: uno è l'ignoranza del tema, cioè, forse, qualcuno non conosce questo mondo ed è grave perché vuol dire non conoscere il Paese, i suoi territori, le sue risorse straordinarie sul piano umano; il secondo e più preoccupante è che qui si voglia fare una cinica speculazione politica, partendo da alcuni episodi disdicevoli di cronaca e sarebbe grave, perché questa strumentalizzazione la si fa sulla pelle di quelle migliaia e migliaia di volontari. Guardate colleghi del MoVimento 5 Stelle, così fate del male, ma fate del male non a noi, non al PD e neanche alle organizzazioni del Terzo settore, lo fate a quei milioni di persone che nel nostro Paese, senza chiedere niente in cambio, si rimboccano le maniche e offrono il loro tempo, la loro passione, le loro competenze al servizio del bene comune delle nostre comunità. Noi questa legge la facciamo per loro, per questi volontari e questo è bene che si sappia, non per difendere l'interesse di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Della Valle. Ne ha facoltà.

  IVAN DELLA VALLE. Grazie, Presidente. Bisogna evitare di fare interventi che offendano i nostri colleghi, ma bisognerebbe anche evitare di fare leggi che offendono i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e questa, veramente, offende l'intelligenza di chiunque ! Questo articolo è vergognoso, non bastavano le cooperative sociali che vi pagano le campagne elettorali, non bastavano i Buzzi, non bastavano le vostre cene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non bastava tutto questo, ci andava la fondazione privata dell'amico di Renzi finanziata con un milione di euro di soldi pubblici. E ci dite di non fare interventi che vi offendono ! Questo articolo è vergognoso ! Abbiamo già visto come funziona, all'interno della legge finanziaria, quando arrivano gli emendamenti per l'associazione la cui titolare è la moglie di qualche collega, quando vogliamo finanziare gli amici degli amici, quando arrivano le telefonate per i petrolieri, e adesso un altro emendamento fatto ad hoc per l'amico di Renzi. Beh, vergogna è dir poco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signora Presidente, vorrei dire che questo articolo è frutto non di un dibattito parlamentare ma di un'imposizione extra-parlamentare: è piombato all'improvviso ed è un articolo che si fa non in nome del Terzo settore ma contro il Terzo settore. D'altro canto, le parole critiche del portavoce del forum del Terzo settore, Pietro Barbieri, sono chiare: parla di tendenza accentratrice e dirigista. Questo articolo non ha niente a che fare con Pag. 116la sussidiarietà. Mi si deve spiegare cosa c'entra il fundraising di Stato con la sussidiarietà; mi si deve spiegare che cosa c'entra un ruolo così sovrabbondante, così soverchiante di una fondazione come quella che stiamo per istituire con la libera ed autonoma iniziativa dei cittadini.
  Credo che dobbiamo dire una cosa chiara: essere contro questo articolo, essere contro questa fondazione significa essere a favore dell'iniziativa dei cittadini e del Terzo settore, che con le loro iniziative e con le loro attività raccolgono quelle risorse che servono per portare avanti i loro progetti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, il collega ancora rimane stupito dal fatto che noi abbiamo dei sospetti in merito al loro comportamento ? Scusate, le intercettazioni della Guidi ? La Guidi di che partito è: del MoVimento 5 Stelle o del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Soprattutto, la Cancellieri, di che partito faceva parte: del Partito Democratico o del MoVimento 5 Stelle ? Lupi, di che partito faceva parte: del Nuovo Centrodestra o del MoVimento 5 Stelle ? Carrai, mentre Renzi era sindaco di Firenze, non era presidente dell'Aeroporto di Firenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Carrai, mentre Renzi è Premier, non deve diventare il capo della cybersecurity ? Presidente, ma di cosa stiamo parlando ? Ve l'abbiamo già detto: siamo nati ieri, però di mattina presto, non siamo stupidi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Presidente, che i deputati del Partito Democratico non vogliano questo articolo, è chiaro; non lo volevano i senatori e non lo vogliono neanche i deputati, soprattutto quelli della Commissione affari sociali, che questo articolo l'hanno sempre rigettato. Allora è inutile che ci vengano qui a raccontare che è una cosa giusta, cercando di imbonirci o di giustificare una cosa che non è giustificabile. I privati, se vogliono finanziare il sociale, già lo possono fare, anche senza creare una fondazione pubblica. Se si crea una fondazione, significa che qualcuno ci deve mettere le mani sopra, e voi questo lo sapete. È chiaro che qualcuno ci metterà le mani sopra, ed è questa la cosa che vi fa arrabbiare. Se avete un minimo di spina dorsale e di dignità, questa cosa la dovete rimandare al mittente. Il Governo, che è presente in quest'Aula e che non ha proferito parola, dico che sarebbe bene che su una cosa così importante qualcosa la dicesse e giustificasse la motivazione di questa fondazione, altrimenti non è giustificato che un sottosegretario sia qui, ascolti tutta la discussione e non dica nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, voglio rispondere anche in parte a ciò che ci ha detto il collega Beni: noi ci uniamo alla denuncia fatta dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, non a caso abbiamo presentato anche noi un emendamento con il quale chiediamo di sopprimere questo articolo. Da parte nostra, non c’è nessuna strumentalizzazione cinica o nessuna illazione, ma sa, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Il signor Manes – e questo è innegabile – è un consulente di Renzi che ha un progetto del sociale e trova il suo spazio, guarda caso, grazie a questo articolo introdotto al Senato.
  Così è creata una fondazione su misura per questo mentore, un carrozzone che è un omaggio a questo personaggio e alla sua stravagante trovata: la Fondazione Italia sociale, di diritto privato con finalità Pag. 117pubblica, finanziata con 1 milione di euro. Ci domandiamo quale fine, quale funzione avrà questa fondazione, non è spiegato in maniera chiara e trasparente all'interno di questo articolo.
  I decreti attuativi – ne siamo convinti – verranno compilati sotto dettatura del geniale ispiratore – totalmente disinteressato, naturalmente – di questa fondazione. Pare che a guidarla, poi, o comunque a gestirla, finirà proprio lui, così dicono. Staremo a vedere se l'ispiratore di questa fondazione poi non verrà magari coinvolto nel gestire questa fondazione. Così, con i soldi pubblici viene creato uno strumento che deciderà – lo hanno fatto già notare anche i colleghi che mi hanno preceduto – quali progetti verranno finanziati e quali no, magari per agevolare sempre quei progetti portati avanti da quel mondo a voi molto vicino, distante però da quel mondo fatto dai volontari veri, che non si ritrovano assolutamente nella vostra legge delega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Presidente, è impossibile che un deputato si alzi in quest'Aula e dica che noi siamo malpensanti, perché la realtà la viviamo nelle Commissioni, come la Commissione bilancio, dove tutti gli anni il Partito Democratico ci fa vedere con i nostri occhi quanta sfacciataggine ha e quante «marchette», una dopo l'altra, ci confeziona con nomi e cognomi. Questo è lo stesso caso: create un sistema privatistico che ha un nome e un cognome e che oggettivamente viene dal vostro ambiente e dalle vostre conoscenze e gli chiedete di gestire dei servizi che sono pubblici al cittadino.
  Noi un po’ le ossa, grazie al vostro cattivo modo di governare e di considerare la cosa pubblica, ormai ce le siamo fatte, per cui credo che davanti all'evidenza di un emendamento e un articolato come questo non si possa dire che siamo noi i visionari, piuttosto che voi continuate in maniera sfacciata a proporre delle cose improponibili che la gente non vorrebbe più vedere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, sicuramente siamo molto contenti del fatto che finalmente stia nascendo un dibattito in quest'Aula, dato che fino ad ora noi abbiamo parlato e gli altri hanno fatto finta semplicemente di ascoltarci ma in realtà se ne sono fregati completamente. C’è da dire che in Commissione abbiamo anche avuto modo di parlare informalmente, come immagino accada in tutte le Commissioni, anche con esponenti del partito di maggioranza, e non mi sembra che tutti fossero d'accordo sull'istituzione di una fondazione come quella della quale stiamo discutendo adesso, solo che purtroppo ci troviamo in quest'Aula di fronte ad esponenti di un gruppo di maggioranza che magari da soli dicono determinate cose e poi, quando bisogna votare e quindi dimostrare di prendere una posizione ben precisa, non lo fanno, ma si sottomettono alle decisioni di una sola persona.
  Noi stiamo chiedendo semplicemente chiarezza: state istituendo una fondazione, dite in generale che si tratta di una fondazione con scopi filantropici. Non è che siamo prevenuti a prescindere, vorremmo solamente delle spiegazioni che fino ad ora non ci sono state date. E lo chiediamo al sottosegretario qui presente, dato che sta lì a giocare con il suo telefonino. Sottosegretario, per favore, ci spieghi a che cosa serve questa fondazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, io intervengo in dissenso dal mio gruppo, perché Pag. 118praticamente il Partito Democratico sta dicendo che vuole dare 1 milione di euro ad una fondazione privata che è stata autorizzata da un amico di Renzi. Quindi, sostanzialmente: lo hanno fatto salvando la banca dove lavorava il papà del Ministro Boschi, hanno fatto un favore ai petrolieri della Total, volevano dare dei soldi alla fondazione della moglie di Causi, un deputato del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), una volta legalizzata l'illegalità, di che cosa ci vogliamo scandalizzare ? Quindi, penso che si debba votare contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, in un minuto cosa possiamo dire ? Possiamo dire che la Commissione affari sociali aveva fatto un grande lavoro di attenzionamento con tutti i partiti che avevano fatto un dibattito importante, non sempre d'accordo; poi la questione va al Senato. Io mi ricordo i nostri primi interventi nel 2013, Presidente, quelli che lei soffriva molto, che il PD soffriva molto, in cui noi dicevamo, e il deputato Speranza ci rimproverava: però non potete continuare a dirci che siamo amici e collusi coi piduisti e con i lobbisti. Allora, ancora una volta, non c’è traccia nel dibattito dell'opportunità di fondare questa Fondazione mista pubblico-privata, fondata dal pubblico, con un milione di euro che servirà sola a pagare i consiglieri di amministrazione e il Presidente, perché di fatto se ci metti 8 consiglieri, più il presidente, con questo milione di euro vai a pagare solo questi stipendi; si farà crowdfunding per mettere sotto controllo poi la filiera dei soldi raccolti.
  Di fatto, è un pastone misto pubblico-privato, ma quello che noi ci domandiamo è: chi ve lo ha dato questo emendamento ? Chi ve lo ha fatto, visto che non risulta nelle vostre discussioni, nel dibattito del PD ? Chi sono i lobbisti e i mandatari di questa Fondazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente. Il terzo settore in Italia è fatto di migliaia di enti, associazioni, con una forte base territoriale, che lavorano su due cose: il volontariato di chi vuole prestare il suo tempo e le donazioni che arrivano. Ora a me sembra stravagante, per non dire completamente sbagliato, che venga istituito un ente centralizzato con lo scopo di raccogliere fondi. Questo Parlamento spesso ragiona come se i fondi fossero infiniti, ma i fondi non sono infiniti. Se si trasmette il messaggio, per esempio, alle fondazioni bancarie di questo Paese che, anziché finanziare i progetti territoriali, sia ben visto dal Governo il fatto che i loro finanziamenti vadano ad una Fondazione centrale, la quale Fondazione poi si preoccuperà, secondo criteri evidentemente politici e centralizzati, di decidere a chi dare o a chi non dare i finanziamenti, in questo modo si va a ledere la radice stessa del funzionamento del terzo settore nel nostro Paese; questo è il punto, non un altro. Il punto non è che ci sia l'amico degli amici a dirigere questa Fondazione, andrebbe male anche se ci fosse la persona più onesta e più trasparente e più lontana dalla politica del mondo. È proprio strutturalmente sbagliato l'intervento e mi stupisce che nella maggioranza, che conosce bene il terzo settore, non ce ne si renda conto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Durante il dibattito generale ho già spiegato in modo – credo – puntuale gli scopi, le modalità con cui viene costituita questa Fondazione e gli obiettivi che dovrà perseguire, Pag. 119quindi il deputato Villarosa, forse, se fosse stato presente alla discussione sulle linee generali, avrebbe potuto ascoltare. La prima obiezione che è stata fatta: è stato presentato all'improvviso. Come per altre norme che sono state presentate nella parte finale della discussione della Commissione affari costituzionali del Senato, che ha discusso a lungo, il Governo proprio per recepire molte delle istanze che la Commissione aveva sottoposto, aveva deciso di ritirare l'emendamento e l'ha ripresentato in Aula con ampie riformulazioni, proprio sulla base del dibattito che in Commissione, e non solo in Commissione, si era determinato.
  Secondo punto, l'IRI del sociale. Inviterei i colleghi a non affidarsi ai titoli di giornale, che non sono norme di legge, ma a leggere quello che c’è scritto al comma 1 dell'articolo 10, ovvero che la Fondazione è uno strumento per sostenere interventi ad alto impatto sociale e occupazionale realizzati con gli enti di terzo settore e con particolare privilegio e finalità per i soggetti e i territori più disagiati. Se è una cosa clientelare, degli amici degli amici, lascio ai colleghi parlamentari di poterlo giudicare.
   Terzo punto, nella governance è escluso il mondo del terzo settore ? No, perché l'unico punto che si esplicita già nel testo della legge è che nel consiglio direttivo ci deve essere un rappresentante del consiglio nazionale del terzo settore che viene istituito proprio da questa stessa legge. Sarà un «aumm aumm» ? Si parla di un decreto del Presidente della Repubblica, un decreto del Presidente della Repubblica, scusate, tiratene voi le conseguenze. Lo statuto di questa Fondazione non sarà fatto dagli amici degli amici, Manes o non Manes, ma sarà fatto con un atto normativamente autorevole e impegnativo che è il decreto del Presidente della Repubblica.
  È un caso singolare ? C’è una Fondazione che già esiste nel nostro Paese, l'IIT di Genova, che è una fondazione di diritto pubblico con la scelta di un modello di organizzazione di diritto privato. Quindi, non abbiamo inventato nulla da questo punto di vista, ci si può tranquillamente ispirare anche nella scrittura dello statuto che sarà fatta da chi ha il compito e il dovere di farla. Questa norma non l'ha scritta Manes, è stata scritta al Ministero del lavoro, ce ne assumiamo tutta la responsabilità, con assoluta trasparenza, chiarezza e senza alcun dubbio. Come opererà la Fondazione ? Si dice: con criteri di efficacia, efficienza, trasparenza ed economicità. Mi pare che siano aggettivi piuttosto impegnativi e più che sufficienti.
  Infine, ogni anno, la Fondazione dovrà fare una relazione puntuale alle Camere sull'attività svolta, cioè se sarà stata capace di raccogliere finanziamenti eminentemente e prevalentemente privati e di destinarli a quegli scopi contenuti nel comma 1 dell'articolo 10. Quindi, non è niente né di sostitutivo, né di contrapposto con il largo complesso degli interventi nel terzo settore. È un modo di organizzare un campo poco organizzato in Italia, quello della filantropia, che si aggiunge ai tanti, diversi, altri strumenti che già ci sono e che la legge vuole ordinare in un disegno che sia il più possibile unitario e capace di raggiungere quegli obiettivi che l'onorevole Beni ha prima bene indicato e che sono peraltro già scritti all'articolo 118, comma 4, della Costituzione. Qualcuno, non mi ricordo quale collega dei Cinque Stelle, ha detto: ce l'avete sempre con questo verbo favorire. Ricordo che in quel comma 4 si dice esattamente che le istituzioni della Repubblica hanno il dovere programmatico di favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini nello svolgimento di attività di interesse generale e la Fondazione sarà uno degli strumenti per conseguire questo scopo costituzionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie Presidente, direi che anche il timido apprezzamento del Partito Democratico dimostra come questa risposta non è stata una risposta. A me dispiace, sottosegretario, ma mi rendo conto che se vogliamo delle risposte, noi Pag. 120dobbiamo chiedere direttamente a Vincenzo Manes, perché lei ha detto tutta una serie di cose scorrette. Tanto per cominciare, non è vero che questa Fondazione lavorerà con il terzo settore, perché poi ha specificato che nell'organo di governo della Fondazione sarà nominato un componente designato dal consiglio nazionale del terzo settore. Il resto, se vuole, se lo fa spiegare da Manes, io l'ho saputo come vi ho detto prima tramite Internet, sarà di dieci componenti, per la maggior parte sarà composta da tutti soggetti privati, di cui almeno due, se non tre, saranno i finanziatori principali. Quindi è inutile che ci mettiamo qui a prenderci in giro. Tutto il mondo del terzo settore in coro ci ha chiesto il ripristino dell'Agenzia del terzo settore. Lei ha detto che è normale che spunti così un emendamento presentato dal Governo come è successo tante altre volte, qual è il problema ? Il problema è proprio questo, che le leggi le dovremmo fare noi parlamentari. Io invito anche i colleghi della maggioranza: le leggi le dovete fare voi o per voi va bene che arrivi il Governo, si fa scrivere un'idea dall'amico di Renzi che diventa casualmente consulente, e voi lo approvate ?
   Ne approfitto, e concludo il mio intervento, per esprimere la mia profonda delusione nell'ascoltare le parole del collega Paolo Beni. Io in Commissione, a questo punto me ne pento, lo ho addirittura difeso perché è stato l'unico che, almeno in quella sede, ha detto che questa Fondazione non era assolutamente necessaria, ma dovevamo istituire l'Agenzia per il terzo settore e ora viene qui in Aula a difendere questa grandissima «porcheria». È veramente una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), un'ipocrisia. Veramente guardandoci negli occhi, mi si era detta una cosa, e poi qui in Aula ? Io lo capisco il collega Beni, probabilmente gli è stato ordinato di fare così, probabilmente gli è stato detto di accettare la Fondazione, però eravamo concordi nel dire che non era questo ciò che volevamo. Non era questo quello di cui il mondo del terzo settore ha bisogno e anche nella risposta del sottosegretario mi pare molto chiaro. Il sottosegretario stesso non sa che cosa farà questa Fondazione. Ha fatto un paragone con l'istituto di Genova che non c'entra assolutamente nulla, perché questa non è neanche una proposta che è nata dal mondo del Terzo settore, non risponde ad alcuna esigenza del mondo del Terzo settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quando Manes ha fatto la sua relazione, davanti a una platea di attori del Terzo settore, uno di loro, e io mi faccio portavoce di questa persona, di cui purtroppo non conosco il nome, ha detto: lei, Vincenzo Manes, si può permettere di farsi legittimare una proposta del genere perché è amico del Presidente del Consiglio, perché è amico del sottosegretario, perché lei sta dentro la stanza dei bottoni. Se avessi fatto io una proposta del genere, nemmeno mi avrebbero preso in considerazione, nemmeno mi avrebbero accettato a corte e mi avrebbero buttato fuori dopo tre secondi.
  E anche lì Vincenzo Manes stesso non ha saputo rispondere, ha risposto un po’ come ha fatto adesso il sottosegretario Bobba – quindi, evidentemente, l'amicizia si basa anche su questo essere d'accordo su queste risposte-non risposte – dicendo che lui è semplicemente un filantropo e non aspettava altro che qualcuno gli desse una mano a coronare i suoi sogni. E finalmente è arrivato Renzi, la provvidenza, che corona i sogni di Vincenzo Manes. Quindi, a questo punto, richiederei al sottosegretario, visto che a questo non ha risposto: Vincenzo Manes sarà nominato presidente di questa Fondazione, sì o no ? Perché, nel momento in cui verrà nominato presidente della Fondazione Italia Sociale, noi avremo ragione e io pretenderò delle scuse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie, Presidente. Guardate, io non riesco a capire veramente come non possiate capire il Pag. 121pericolo in cui ci state infilando. Voi state facendo passare un messaggio molto pericoloso: state dicendo agli istituti di credito, cioè a quelli che oggi hanno i soldi e finanziano, nel bene e nel male, l'economia a tutti i livelli, che questi soldi non dovranno più arrivare direttamente alle associazioni, agli enti del Terzo settore, alle imprese più o meno sociali, ma dovranno passare attraverso questo istituto, questa Fondazione. Cioè, state dando in mano a un manipolo di pochi uomini il potere di decidere della destinazione di decine, di centinaia di milioni di euro di investimenti.
  Questa è una cosa molto, ma molto pericolosa. Voi dite che noi temiamo, abbiamo paura: no, non abbiamo paura, abbiamo la certezza che avverrà così. Voi non lo volete capire, ma in realtà sapete benissimo dov’è il vostro tornaconto. Il vostro tornaconto è nei voti: voi sapete che, grazie a questo istituto, questa Fondazione, voi avrete un sacco di voti, che vi arriveranno grazie a questa Fondazione che gestirà centinaia di milioni di euro, e quindi tanti, ma tanti voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Voglio rispondere al sottosegretario Bobba con un'intervista rilasciata dal dottor Vincenzo Manes il 10 novembre 2015, nella quale egli stesso dichiarava che la denominazione «IRI del sociale» era una sua idea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma la cosa sconvolgente, la cosa sconvolgente di quella intervista, sono queste parole. Alla domanda su chi deciderà dove e come impiegare i fondi, il dottor Manes rispondeva: io vedo un CdA con un presidente di nomina pubblica e un consiglio composto inizialmente da dieci membri, quattro pubblici e sei privati, tre in rappresentanza delle fondazioni e tre in rappresentanza dei singoli donatori.
  E sentite un po’ come conclude: poi, naturalmente... Presidente.

  PRESIDENTE. Sì, per favore, i banchi del Governo, se si possono liberare. Sottosegretario Bobba, deputato Ottobre, per favore.

  FRANCESCO CARIELLO. Sottosegretario Bobba, vorrei la sua attenzione, perché...

  PRESIDENTE. Prego, continui.

  FRANCESCO CARIELLO. Vincenzo Manes rispondeva su chi deciderà dove e come impiegare i fondi. Alla fine, concludeva così: poi, naturalmente, chi ci metterà le risorse avrà voce in capitolo. Signori, se non è sconvolgente questo, significa che il sociale in Italia sarà nelle mani di chi metterà i soldi in questa Fondazione. Lo ha detto il consigliere del Premier Vincenzo Manes (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Dato che stiamo parlando di Terzo settore, è chiaro che il Governo Renzi ha scopi filantropici, soprattutto per i suoi amici. Lo ha fatto con l'amico di Renzi con questa Fondazione Italia Sociale, lo ha fatto con il fidanzato dell'ex Ministro Guidi, che aveva un appaltino nella concessione Tempa Rossa in Basilicata di due milioni e mezzo di euro, continua a farlo anche con i familiari di ministri che hanno una banca. Quindi, questo Governo, in realtà, ha già uno scopo filantropico, però ce l'ha per gli amici, per i suoi amici, sostanzialmente, o per gli amici degli amici. Io trovo sconvolgente, anche alla luce di quanto è stato detto dai miei colleghi, che i deputati del Partito Democratico possano votare contro l'emendamento che abbiamo presentato.
  Mi sentirei veramente in fortissimo imbarazzo dopo gli interventi che sono stati fatti. E vuoi caso che tra qualche mese, tra qualche anno, non sia mai, esca un'intercettazione che dice anche che questo Pag. 122emendamento è stato messo o presentato da personaggi vicini per ragioni di tipo affaristico o propagandistico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Io sono rimasto abbastanza sorpreso dall'intervento del sottosegretario Bobba del Governo, perché fra le prime frasi che ha detto vi è stata quella per cui ci sono state altre norme simili che sono state fatte. E quindi che significa ? Che quindi, siccome sono state fatte delle altre norme dove cercavano di arraffare il più possibile, questa è una delle tante e non si capisce perché dobbiamo essere contrari ? Ma io ricordo che una delle prime è stata la Fondazione Sud del Mondo: abbiamo scoperto, durante la legge di stabilità, in Commissione bilancio, guardando su Internet, che il presidente era il parlamentare che richiedeva, tramite un emendamento, un riconoscimento per questa Fondazione, per poi, ovviamente, successivamente ottenere dei fondi pubblici.
  Poi abbiamo la Fondazione della moglie di Causi, abbiamo il famoso scandalo Trivellopoli, dove si facevano degli emendamenti, tutto a norma di legge, per carità, per favorire il fidanzato del Ministro Guidi e così via. Ormai non si contano più questo tipo di atteggiamenti. Però, lei non può giustificare l'ennesima porcheria in questo modo. Io, poi, mi sorprendo del fatto di vedere persone di 50-60 anni, Presidente, che vengono costantemente, ogni giorno, sbeffeggiate nel merito di ogni provvedimento da ragazzi di trent'anni. Ma un minimo di dignità e di vergogna non ce l'avete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Persone di 60 anni che costantemente vengono svergognate da ragazzi di trent'anni che vanno a leggere e smentiscono tutto quello che dite ? È allucinante !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. Il rapporto morboso che hanno i vostri partiti con le fondazioni è quello che ha reso uno strumento giuridico utilizzabile per dei fini anche benefici o sociali, ossia quello delle fondazioni, un semplice raccoglitore di fondi e di risorse da utilizzare con finanziamenti lobbistici per interessi privati. L'esempio dell'utilizzo malvagio e malsano delle fondazioni politiche in politica è numeroso, ma uno su tutti penso che possa rendere l'idea. Un certo Massimo D'Alema ha deciso di fondare una fondazione con un capitale iniziale di 517 mila euro, con un certo Alfio Marchini, con un certo Giuliano Amato, con un certo Pier Carlo Padoan, Tronchetti Provera, e oggi quella Fondazione ha un fatturato di 1,2 milioni di euro, con finanziamenti e inserzionisti tra cui Enel, ENI, RAI, Aeroporti di Roma, Poste, Finmeccanica, American Tobacco e così via. Allora, lei immagini, Presidente, se oggi una fondazione istituita da questo Governo, che riceve un milione di euro di soldi pubblici, che deve operare nel sociale, un giorno si ritrovasse finanziata da società come La Roche, Bayer, Novartis, case farmaceutiche con interessi di profitto...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL...che devono e finanziano una fondazione che, dall'altra parte, dovrebbe pure muovere dei progetti nel Terzo Settore sanitari e sociali. Questa è l'ipocrisia più totale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casati. Ne ha facoltà.

  EZIO PRIMO CASATI. Grazie, signora Presidente. Sentendo gli interventi che si stanno susseguendo, mi sorge un dubbio che forse arriva da un'esperienza di lavoro sul territorio, che è quello che non si conosce la vera forza del Terzo settore, la vera forza della realtà in Italia del Terzo Pag. 123settore, che non è legata alla nascita di una nuova fondazione, che io vedo come uno strumento nuovo ed aggiuntivo, ma che è capacità autonoma di coinvolgere persone, territori e imprese che già sostengono il mondo del terzo settore e continueranno a farlo. Questo è uno strumento aggiuntivo: vedo negli interventi svolti soltanto una grande acrimonia verso la politica, qualsiasi decisione essa prenda. Mi pare che sia gli interventi del collega Beni che l'intervento del sottosegretario Bobba abbiano chiarito ampiamente che questo è uno strumento posto lì, dopo una riflessione, forse anticipato, forse nei desiderata del Governo, che viene posto però come strumento aggiuntivo, come strumento di incremento rispetto alla voglia di dare sostegno al mondo del Terzo settore che è un mondo che coincide con i territori, con le persone che ci danno il cuore, che ci danno l'anima, che ci danno il loro tempo ed è soprattutto questo il valore aggiunto. Infatti non c’è fondo che resista o che possa sostituire la presenza quotidiana di persone che rispondono alle molteplici esigenze, dalla banca del tempo al sostegno alle persone che hanno più bisogno. Quindi quello che chiedo è provare a calarsi nella realtà del Terzo settore e capire che questo Terzo settore non sarà vincolato dalla nascita, dalla continuità di questa Fondazione ma sarà trainante rispetto a tutto ciò che i servizi pubblici sociali che, come sempre saranno a fianco, già forniscono. Potremmo chiudere in questo Paese probabilmente i servizi pubblici per due giorni ma non potremmo né tacitare né chiudere i servizi del Terzo settore che resistono anche nonostante i vostri interventi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Patriarca. Ne ha facoltà.

  EDOARDO PATRIARCA. Presidente, il sottosegretario Bobba mi sembra che abbia chiarito con estrema puntualità perché facciamo questa Fondazione. Lo aveva già dichiarato in Commissione affari sociali. Il collega Paolo Beni lo aveva dichiarato e messo agli atti in Commissione affari sociali. Quindi questo gioco, in cui sono professionisti i colleghi del Cinque Stelle, di immaginare che i parlamentari del Partito Democratico parlino sotto comando è un gioco che funziona per un po’, per un secondo, dopodiché, ancora una volta, raccomanderei ai colleghi Cinque Stelle di leggere i testi. Abbiamo assistito da questa mattina a un dibattito lunare che non fa riferimento ai testi. La lingua è chiara, i testi vanno letti. Dunque quando si parla della Fondazione che andremo ad istituire va letto il testo che stiamo approvando, altrimenti davvero possiamo parlare di pinguini, di marmotte, delle foreste del Brasile, possiamo parlare dei nostri cagnolini. Possiamo parlare di tutto con grandissima creatività ma che non c'entra nulla con il testo che qui stiamo approvando. Per cortesia, proviamo a stare sulla grammatica e sul lessico dell'italiano.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capone. Ne ha facoltà.

  SALVATORE CAPONE. Grazie, Presidente. Penso che l'argomento chiaramente si inserisce dentro un lavoro che si è fatto in due anni e che ha visto coinvolti questa Camera e il Senato e d'altra parte di fronte alle azioni innovative che si pongono all'attenzione di un Parlamento e del Paese è chiaro che la forza politica del MoVimento 5 Stelle rimane un po’ sbalordita, si sentono in imbarazzo di fronte alle azioni e agli strumenti innovativi. D'altra parte parliamo di un Terzo settore dove milioni e milioni di persone ogni giorno e quotidianamente, ora dopo ora, si impegnano a favore della crescita delle persone ponendo al centro le persone nei loro progetti, hanno un rapporto e stringono alleanze con le istituzioni locali. È giusto che un Parlamento, un Governo possa porre anche al centro azioni innovative e importanti come la Fondazione. Questa è anche una grande scommessa tra le tante che noi abbiamo a disposizione e Pag. 124penso che il Paese ancora una volta, con questa norma, abbia la possibilità di lanciare questa sfida.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Volevo rispondere a un po’ di deputati del Partito Democratico che dicono che noi non abbiamo letto il testo. Inoltre vorrei rispondere anche al sottosegretario che fa riferimento a un'altra fondazione che però ha tutt'altra natura e tutt'altra finalità: quella dell'IIT che riguarda la ricerca scientifica. Dicevo che rispondo ai colleghi del Partito Democratico perché omettono di dire che noi il testo l'abbiamo letto e nel testo si prevede che ci sia una fondazione che riceverà un milione di euro.
  Tale Fondazione avrà un amministratore di fondazione, di nomina politica, quindi evidentemente del Presidente del Consiglio, e poi annovererà dieci componenti di cui sei verranno scelti dai privati. Quindi, con sette componenti praticamente vicini al Governo, è ovvio che questo milione di euro verrà gestito in maniera discrezionale. Quindi è molto facile, a differenza di quello che lascia sconcertati i miei colleghi, capire perché al Senato dieci colleghi del Partito Democratico si sono ribellati...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DIEGO DE LORENZIS. ... perché evidentemente non hanno più una poltrona da dover difendere viste le riforme costituzionali, mentre voi qui alla Camera siete ancora in catene presi dal Presidente del Consiglio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato... chiedo scusa la deputata Giuditta Pini. Ne ha facoltà.

  GIUDITTA PINI. Grazie, Presidente, non si preoccupi. Semplicemente due cose: innanzitutto la famosa favola del bue che dà del cornuto all'asino nel senso che come si può accusare noi di prendere ordini ? Insomma non mi risulta di aver mai firmato alcun contratto con uno staff anonimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Però forse sono stata io che sono stata poco attenta. Ma sono sicura che il vostro vicepresidente Enrico Grillo, che è anche il nipote del vostro capo, sicuramente risolverà la questione. Detto ciò, visto che si è scoperto un nuovo e fondato rispetto per il Parlamento e non più per la democrazia diretta che evidentemente si è visto che è difficile da applicare, fortunatamente al comma 8 di questo articolo si specifica che la Fondazione deve trasmettere alle Camere entro il 31 dicembre di ogni anno una relazione sulle attività svolte per il perseguimento (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).... Capisco che, tenuto conto della teoria che ormai tutto il potere è al Soviet, sia complicato capire che ci possa essere un ente che racchiude anche gli interessi del terzo settore che, ricordiamolo, sono le associazioni che molto spesso tengono in piedi e in vita i nostri comuni e a cui noi quanto meno – capisco che sia difficile avere rispetto quando non si riesce a provare rispetto neanche per la propria carica – ma dovremmo avere rispetto per queste persone...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIUDITTA PINI.... che quotidianamente tengono in vita e tengono in piedi spesso e volentieri tutta il welfare di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti anche i tempi per gli interventi a titolo personale. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi la Presidenza concederà per ulteriori interventi a titolo personale un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.Pag. 125
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Valiante... il deputato Valiante. Ne ha facoltà. Siamo tanti, colleghi, scusate.

  SIMONE VALIANTE. Capita, non si preoccupi. Grazie, Presidente. Solo per rappresentare, attraverso di lei Presidente, questo ennesimo esercizio di demagogia dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Com’è noto non sono un abitudinario nel prendere la parola in quest'Aula, però di fronte ad una riforma così importante che in questo momento stanno attendendo milioni di italiani, signora Presidente, ascoltare argomentazioni così inutili e così demagogiche è veramente allucinante da un certo punto di vista. Vorrei ricordare a tutti che questa tanto vituperata Fondazione, i richiami continui che voi state ponendo su questi argomenti sono in realtà argomenti molto deboli perché lo spirito di questa riforma, così come la interpretiamo, come lo immaginiamo, è dare partecipazione a questo mondo così diversificato del volontariato, del non profit che in questi anni ha sorretto il nostro Paese anche in momenti di grande difficoltà e averlo reso compartecipe fino in fondo del processo di questa riforma. Credo che sia una scelta di avanzamento notevole del nostro Paese, non una scelta che ci pone, come dite voi, in una condizione...

  PRESIDENTE. Concluda.

  SIMONE VALIANTE. ...di difficoltà o di debolezza. Quindi io credo che, se la smettete di guardare con demagogia la proposta ed entrate nel merito e nel cuore dalla riforma, capirete che questa riforma che, mentre voi fate demagogia, è attesa da milioni di italiani...

  PRESIDENTE. Grazie, grazie, deve chiudere. Grazie.

  SIMONE VALIANTE. ...sarà una riforma che potrà costituire una svolta nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Vi prego di attenervi ai tempi, per favore. Sono dichiarazioni di voto a titolo personale e, quindi, rispettiamo tutti i tempi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Le risposte del sottosegretario Bobba lasciano ovviamente aperti alcuni interrogativi. Quella di averla definita l'IRI del Terzo settore già è stato detto; è stata una definizione che in un'intervista a Vita.it lo stesso ormai loro consigliere aveva usato: non è un'invenzione giornalistica, ma una testimonianza all'interno di un'intervista. E visto che in qualche modo questa fondazione dovrebbe occuparsi a livello nazionale con 1 milione di fondi pubblici di gestire una parte che invece costituzionalmente spetterebbe allo Stato in primis come dovere, è allucinante immaginare che ci sia un accentramento decisionale che poi possa essere in mano di privati ! Questo tipo di atteggiamento è contro ogni logica territoriale e di sviluppo territoriale ! Chi si occupa di Terzo settore lo fa con un impegno personale, una dedizione locale: questa maniera di accentrare il tutto non è traino a ricaduta su tutti gli altri settori,...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  DAVIDE CRIPPA. ...ma rimane veramente un tentativo di lucrare su queste attività (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Presidente, qui, in questo Parlamento ci sono delle menti raffinatissime tra i parlamentari del PD: noi abbiamo sentito che se in un articolo di Pag. 126una legge ci sono le parole «Terzo settore» allora va tutto bene, quindi c’è il volontariato, c’è il benessere. È come dire: se c’è la parola «cultura», allora tutto andrà bene ! Invece abbiamo visto che quando finanziate le fondazioni della cultura, metà dei soldi vanno ai vostri amici: vanno a Barca, vanno a Craxi, vanno a tutti i politici che avete nelle fondazioni; e alle vere associazioni culturali, ai veri soggetti che hanno bisogno delle risorse per andare avanti non va alcuna risorsa finanziaria. Quindi smettetela voi di dire falsità, non prendete delle parole e tramutate un concetto in un intero articolo di legge, che ha due pagine di articolato; quindi ridurlo alle parole «Terzo settore» è veramente ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Currò. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Colleghi ! Prego.

  TOMMASO CURRÒ. Signora Presidente, dalla modalità con cui i miei ex colleghi di partito manifestano il desiderio di ascoltare la mia voce, già si rappresenta, per così dire, il senso di quello che sto per dire.
  Siamo di fronte ad un'ennesima riprova del fatto che, mentre una parte del Parlamento e del Paese, una parte dei partiti di questo Paese, fanno delle riforme per migliorare il nostro Paese, esiste una parte dell'opposizione predominante che invece di fare un gioco di opposizione costruttiva preferisce giocare in quest'Aula al refrain ormai consolidato dell'ostruzionismo: un gioco che non porta a niente, un gioco che forse porta qualche voto in più ma che non aiuta le persone su cui oggi noi siamo chiamati a legiferare. Di conseguenza io suggerisco ai miei ex colleghi di riprendere la strada originaria, che era quella di contribuire a cambiare il Paese: il Paese, se non lo cambi con le rivoluzioni, lo cambi con le riforme.

  PRESIDENTE. Concluda. Concluda.

  TOMMASO CURRÒ. Ed è il metodo democratico con cui si cambia il Paese. Grazie ! È questo il modo di fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Francesco Sanna. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore !

  FRANCESCO SANNA. Presidente, il mondo del Terzo settore è quello che, a differenza di quanto ci raccontano i colleghi, anche nella definizione che trovate nella legge che stiamo discutendo e che vorremmo discutere nel merito vero, non nelle invenzioni o nelle elucubrazioni vostre, ha dimostrato nei suoi atteggiamenti esterni molte, molte più propensioni alla trasparenza di quanto ne dimostriate voi nella vostra vita interna: nel senso che questi signori sono abituati a lavorare con bilanci che rendono pubblici, quando prendono il 5 per mille fanno sapere dove li mettono i soldi, altrimenti non glieli si dà più.
  Vorrei far riferimento invece ad alcune situazioni nelle quali voi vi trovate,...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  FRANCESCO SANNA. ...e che invece sono gestite con la solita modalità: chi non è d'accordo va via, viene espulso, viene cacciato (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Potrei citarvi il caso di Porto Torres, vorrei citarvi il caso di Assemini.

  PRESIDENTE. Concluda. Concluda.

  FRANCESCO SANNA. E concludiamo, Presidente, perché forse ci sono i vigili urbani fuori che stanno mettendo delle multe, e quindi non vorrei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

Pag. 127

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Massa. Ne ha facoltà.
  Colleghi, senza ridere però in questo modo plateale: cerchiamo di andare avanti con un minimo di decoro.

  FEDERICO MASSA. Presidente, credo che l'equivoco nel quale evidentemente incorrono i colleghi parlamentari dei 5 Stelle nasce dal modo con cui essi organizzano se medesimi: per cui loro di fronte ad una qualsiasi struttura organizzata pensano che alla fine c’è un vertice oscuro, che manda messaggi via e-mail o sui computer per dire che cosa bisogna fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io credo che, senza bisogno di essere menti raffinatissime per le quali il problema dovrebbe essere più serio, la fondazione non è uno strumento del demonio.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Concluda, deputato.

  FEDERICO MASSA. La fondazione è uno strumento attraverso il quale si organizza quel capitale anche privato, che attraverso le regole che noi fissiamo e il rendiconto al Parlamento opera per modernizzare il Terzo settore. Questo stiamo facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
  Colleghi, se vogliamo ascoltarla, dovrebbe però poter parlare. Abbiate pazienza, se no... Allora !

  TITTI DI SALVO. Presidente, sono molto... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 stelle). Grazie, Presidente, grazie, Presidente. Accolgo positivamente questo coro da parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle; io intervengo per una ragione: perché ho ascoltato una discussione surreale, un po’ a tema libero, perché rispetto agli argomenti che sono stati proposti già in discussione generale sul Terzo settore e su questo punto, già il sottosegretario Bobba aveva risposto. Poi i colleghi della Commissione, del Comitato dei nove, Paolo Beni, Casati, gli altri colleghi hanno risposto nel merito. Poi ho sentito una cosa molto surreale, un intervento di un collega del MoVimento 5 Stelle, Presidente, che ha parlato di un rapporto tra le generazioni, di ragazzi di 30 anni e di quelli di 60, che dovrebbero vergognarsi, che quelli di 30... Ma di che state parlando ? Di che state parlando (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Avete il minimo senso dell'argomento di cui state parlando ? La buttate in caciara ? Ciò che vi dà fastidio è che ci sia un'altra importante riforma, l'ennesima riforma che nonostante voi questo Governo e questo Parlamento stanno realizzando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Piazzoni. Ne ha facoltà.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Presidente, in realtà avevo pensato di non intervenire, perché è un po’ difficile parlare in una situazione che onestamente non ricordo dai tempi delle scuole medie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); ma credo che queste cose si possano affrontare, spero che ci arriveremo presto con la legge contro il bullismo, così almeno forse potremo avere modo di intervenire sul merito in quest'Aula senza queste situazioni deprecabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il problema è che ci sono delle persone, con cui ho avuto modo per mia fortuna di lavorare da tantissimi anni, associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni, che attendono da tantissimi anni questa legge; e pensate un po’, stanno ascoltando, sono collegate e stanno cercando di seguire il dibattito. Giustamente è facile comunicare, adesso via chat mi scrivono: ma come è possibile ? Come è possibile che si possa fare un dibattito del genere ? Ed è difficile spiegare il fatto Pag. 128che purtroppo non sempre è facile relazionarsi con la follia di chi pensa veramente di poter insultare continuamente...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. ...tutti coloro che lavorano seriamente.
  In ultimo, Presidente, solo una cosa, una preghiera, nel caso della replica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)....

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputata, deve concludere, mi dispiace, siamo fuori tempo...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ermini. Ne ha facoltà. Vi prego di attenervi ai tempi.

  DAVID ERMINI. Signora Presidente, io credo che i parlamentari oggi hanno dimostrato che non ci si divide più in parlamentari di destra, di sinistra, di centro, ma ci si definisce e ci si differenzia fra parlamentari utili e parlamentari inutili. Perché le riforme si fanno, si possono discutere sul merito, si discutono, si può essere a favore o si può essere contro, ma oggi abbiamo assistito ad uno spettacolo vorrei dire umiliante, non per le fondazioni, per i parlamentari, umiliante per le persone, per i tantissimi volontari che in tutt'Italia lavorano quotidianamente. Oggi, abbiamo assistito anche al concorso delle offese e delle calunnie, perché, sì, quando il «grande fratello» ci guarda, noi abbiamo paura di non essere ricandidati, allora più offese facciamo, più punti prendiamo, e questi punti poi vengono convertiti in clic che servono per la prossima elezione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora io credo che ognuno dovrebbe guardare la propria coscienza, non farsi guardare dall'alto perché serve veramente a poco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Io anche devo dire che sto sentendo delle cose un po’ surreali; c’è chi ci accusa di andare contro le fondazioni, c’è chi ci accusa di chiedere clic e via dicendo, ma in realtà noi abbiamo sempre detto che non siamo contro la fondazione in quanto ente, in quanto istituto e non siamo contro il partito, che è previsto anche dalla Costituzione, come ente e istituto, noi siamo contro le persone che sono dentro questi enti che utilizzano a loro uso e consumo degli strumenti previsti dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, non ci possono accusare di queste cose e poi, addirittura, dirci che espelliamo quando sembra che loro non facciano nulla; io posso leggere, ad esempio: a Treviso, il PD espelle la Caldato, consigliere più votato in città, che aveva chiesto un taglio degli emolumenti. Noi, magari, possiamo cacciare qualcuno che non vuole restituire i soldi e ve lo prendete voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), voi cacciate, invece, chi chiede il taglio dei costi della politica, è questa la differenza ! E poi andate in giro a raccontarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Riprendendo le parole della collega Di Salvo, qui è surreale che nessuno di loro sappia, per esempio, che questa fondazione non sarà soggetta al controllo della Corte dei conti; lo sapevate ? Sicuramente, no. Che nessuno di loro sappia se questa fondazione sarà soggetta alla normativa sulla trasparenza e sull'anticorruzione. Lo sapevate ? Ovviamente, no; e lo sapete perché ? Perché quando hanno scritto la legge, hanno scritto poco, però bene per i propri scopi, hanno scritto: «La Fondazione nel rispetto del principio di prevalenza dell'impiego di risorse provenienti da soggetti privati (...)»; questa frasetta, del principio di prevalenza dell'impiego di Pag. 129risorse provenienti da soggetti privati, esclude la fondazione sociale da tutte quelle che sono le norme di regolazione delle pubbliche amministrazioni in tema di trasparenza, bilanci e controllo sui bilanci. Quindi, la vergogna è che voi parlate e non sapete neanche di che cosa parlate e vi commentate da soli nella vostra mediocrità (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fanucci. Ne ha facoltà.

  EDOARDO FANUCCI. Grazie, Presidente. Sono particolarmente felice e cambio l'intervento nel replicare alle ultime due sollecitazioni del MoVimento 5 Stelle, tramite lei, ovviamente. La prima, sembra che se il MoVimento 5 Stelle è contrario ai partiti o alle fondazioni, in questo Paese se ne debba fare a meno, si debba eliminare lo strumento, perché per loro non è lo strumento corretto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi riteniamo che essendo uno strumento, dipenderà dal fine, da come verrà utilizzato per cercare di migliorare le cose rispetto a come le abbiamo trovate. Questo è il nostro principale fine e con riferimento a questa legge, a questa riforma, noi cerchiamo di apportare innovazione, cerchiamo di portare merito, rispetto a un veicolo che potrà attrarre risorse da privati che naturalmente interverranno laddove troveranno questo merito, non intenderanno regalare risorse, ma investirle per migliorare il Terzo settore, il volontariato che ci consente di vivere questi anni di crisi diversamente rispetto a come ci siamo entrati.

  PRESIDENTE. Concluda.

  EDOARDO FANUCCI. Quindi è anche un'offesa a questo grande mondo che aspetta con grande forza e che ha grandi aspettative nei confronti di questa riforma e ci ascolta, ci guarda e sono convinto che porterà un grande risultato per tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Vorrei far notare anche come, a difendere una norma del Partito Democratico, sia intervenuto uno che è entrato in questo Parlamento con il Partito Democratico, stranamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Comunque mi dispiace anche un po’ la risposta del sottosegretario, perché chiaramente ci fa un elenco di buone intenzioni e si sa che la via dell'inferno è quella lastricata di buone intenzioni; del resto, questo, poi, chiaramente dà vita all'apertura delle gabbie e si sentono le cose più strampalate possibili. Comunque, volevo segnalare che il signor Vincenzo Manes, l'ideatore, il teorizzatore di questo strumento di fondazione privata con i soldi pubblici alla quale voi date un milione di euro, ha finanziato con 62.000 euro la Fondazione Open di Renzi, se fate il conto: un milione di euro meno 62.000 euro, beh devo dire che ha fatto un bell'investimento con il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. In realtà, io vorrei riportare un attimo il discorso sull'emendamento. Ci stiamo provando, gli ultimi interventi dei miei colleghi hanno cercato di riportare sul binario corretto questa discussione e voglio partire dalla risposta che ha dato il sottosegretario, da una delle risposte. Secondo me, ci dobbiamo porre, anche, la questione di come è stato fatto questo iter, cioè è entrato un emendamento su un provvedimento e, al Senato, dieci senatori del PD hanno votato contro, quindi, chiamateli, fatevi spiegare che cosa Pag. 130significa e che cosa viene chiesto con questo articolo e che cosa viene donato e regalato con questo articolo. In più, c’è anche un'altra questione, si aggiunge un articolo a un provvedimento che è in terza lettura e non ci sono emendamenti da parte della maggioranza che riescono a migliorare questa condizione. Ora il concetto è questo: qui c’è una situazione poco chiara e invito, nuovamente, come ha fatto anche la mia collega Nesci, la Presidenza a prendere dei provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rampi. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Io è tutto il pomeriggio che provo ad ascoltare con cura gli interventi su questo provvedimento che è importante; peraltro, ha come relatori persone che a questo tema hanno dedicato, prima dell'attività politica, gran parte della loro vita. Io credo che la confusione con cui siamo arrivati a discuterne e che porta poi ad interventi che sono solo di retropensiero, di attacco politico, di vergogna come argomento principale, derivi da una mancanza di una posizione politica, perché se uno ascolta, sente in certi momenti una posizione statalista, per cui tutto deve essere gestito direttamente dallo Stato, e in certi momenti una posizione ultraliberista, per cui il mondo del Terzo settore viene guardato come se fosse un mondo delle aziende da sottoporre al criterio di concorrenza come unico faro. Allora, se una forza politica ha come elemento di essere insieme un pensiero a volte statalista e a volte liberista e l'unico punto comune è quello di non avere mai una posizione moderata e ragionevole, è chiaro che non può esprimere, neanche su un settore chiave come quello del Terzo settore, una lettura politica interessante per il Paese e questo è un peccato per il Paese e per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Presidente, sarò veramente breve per dire che stiamo parlando di un argomento molto importante, lo stiamo banalizzando e temo che sia una roba veramente vergognosa. Noi stiamo parlando di un settore che va a coprire i bisogni di centinaia di persone che da sole non ce la farebbero; credo che sia vergognoso pensare che questo debba andare avanti senza una fondazione regolamentata. Io ho bisogno di regole per essere assistita, così come migliaia di altre persone e se noi non pensiamo che c’è un privato sociale che si affianca a un pubblico, io credo che ci troviamo di fronte a tutto e a nulla, mentre, invece, qui stiamo offrendo una opzione, una potenzialità che, altrimenti, non verrebbe fuori, cioè noi con questa fondazione diamo forza al Terzo settore, checché se ne dica, e non alle cooperative che molti definiscono rosse o non rosse. Noi stiamo dando spazio veramente a tutti. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, io ho sentito tanti interventi ipocriti da parte del PD, che evidentemente parlano di un argomento che non conoscono assolutamente, tant’è, Presidente, che mi sono chiesto come mai non abbia parlato ancora Andrea Romano, perché questo è il suo punto principale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Però, Presidente, sinceramente, l'unica volta che ho sentito di esponenti del PD particolarmente impegnati nel Terzo settore era per il caso di Mafia capitale, da allora non ho mai sentito di esponenti del PD particolarmente impegnati nel Terzo settore. Allora, siccome dobbiamo fare cadere questo castello di ipocrisia: qualcuno ha detto che dobbiamo parlare di marmotte, no, non dobbiamo parlare di marmotte, dobbiamo parlare di «marchette», perché questa è una «marchetta» per legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); è la nuova dimensione della «marchetta», cioè quella in cui i politici, siccome si sono Pag. 131stancati di dover approfittare di leggi di stabilità eccetera per fare entrare le «marchette» dall'esterno, le fanno per legge, le istituzionalizzano, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.

  NAZZARENO PILOZZI. Presidente, intanto spero di poter parlare in quest'Aula, anche avendo cambiato gruppo parlamentare, perché c’è chi difende la Costituzione e poi si dimentica dell'articolo 67, e anche perché, grazie a Dio, quando mi sono candidato non mi hanno fatto firmare un contratto capestro che magari mi imponeva le scelte politiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sono una persona libera e ringrazio sia chi mi ha candidato sia oggi il gruppo di cui faccio parte. Volevo solo dire una cosa alla deputata Grillo: ho fatto il sindaco di un piccolo comune, quindi magari non ho la grande esperienza che avete, ma dico che lì dove ci sono finanziamenti pubblici, dove ci sono soldi pubblici, c’è il controllo della Corte dei conti.

  GIULIA DI VITA. Qui no ! Qui no !

  NAZZARENO PILOZZI. Chiaramente, è ovvio che se i soldi che vengono dati ad una fondazione sono soldi pubblici, la Corte dei conti può controllare, è chiaro.

  PRESIDENTE. Concluda.

  NAZZARENO PILOZZI. Concludo, Presidente. Dico che, per quanto ci riguarda, riteniamo che questa fondazione sia necessaria.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Colleghi, avverto che sono esauriti anche gli ulteriori tempi concessi dalla Presidenza per gli interventi a titolo per personale. Pertanto, per i gruppi che dispongono di tempi residui, saranno consentiti unicamente interventi per dichiarazione di voto a nome del gruppo; per i gruppi che abbiano invece esauriti i tempi a disposizione, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza, così come per quelli che li esauriscano nel prosieguo dell'esame, sarà consentito un breve intervento della durata di trenta secondi per esporre la posizione del gruppo.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, mi scusi, io ho alzato la mano due volte, per iscrivermi a parlare: una volta mentre parlava il sottosegretario Bobba, poi c’è stata la dichiarazione di voto di tutti; e secondariamente, essendomi accorto che probabilmente non è stata presa la mia richiesta di iscrizione, ma la seconda volta ho visto che c’è stato un movimento tra i suoi collaboratori.

  PRESIDENTE. Deputato, c’è stata una segnalazione del deputato Cozzolino che alcuni iscritti a parlare si erano cancellati, motivo per cui ho preso atto della comunicazione del deputato Cozzolino.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Non lo sapevo, mi dispiace. Comunque, la prima richiesta di iscrizione...

  PRESIDENTE. Ma poi abbiamo terminato i tempi, deputato, quindi le ho appena comunicato il motivo per cui non posso più darle la parola.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Vita 10.1, Rondini 10.24 e Nicchi 10.37.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Vezzali, Cimbro, D'Agostino.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 132
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  318   
   Votanti  317   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  213.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 10.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vargiu.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  320   
   Votanti  316   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  218.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 10.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  324   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  223.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 10.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Cardinale, Di Maio, Farina, Valiante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  229   
   Maggioranza  115   
    Hanno votato  2    
    Hanno votato no  227.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, intervengo solo per sapere per quanti deputati è stato raggiunto il numero legale, così ci regoliamo per la prossima volta.

  PRESIDENTE. Tredici deputati.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, una ratio semplicissima: se il numero legale non c’è non possiamo andare avanti (Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ma c’è il numero legale ! Se il numero legale non c’è, ovviamente non si può andare avanti, ma siccome c’è, andiamo avanti.
  Siamo all'emendamento Lorefice 10.5.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 133Lorefice 10.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Berlinghieri, Donati, Nicchi, Parentela, Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  338   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  235    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Mongiello e Marazziti hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rondini 10.26 e Gregori 10.41, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Rotta, Giampaolo Galli, Ottobre, Caso, Montroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  338   
   Votanti  337   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  237    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rondini 10.27 e Nicchi 10.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  327   
   Votanti  325   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato  94    
    Hanno votato no  231    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baradello, Magorno
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  338   
   Votanti  336   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  98    
    Hanno votato no  238    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.39, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sibilia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  339   
   Votanti  320   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  22    
    Hanno votato no  298    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 134

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Grillo 10.6 e Rondini 10.34, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  337   
   Votanti  336   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  235    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 10.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  334   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato  98    
    Hanno votato no  236    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo...
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  341   
   Votanti  340   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  81    
    Hanno votato no  259    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 10.10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, finalmente riesco a parlare. Allora c’è una questione piuttosto importante che è stata sollevata e c’è da ringraziare comunque il sottosegretario Bobba che ha permesso la risposta e ha provato a rispondere anche in maniera, a suo dire, competente in merito a questo articolo 10. Il grande problema anche qualora noi dovessimo riscontrare che effettivamente il mandato sociale sia corretto, che la vostra presa in carico della situazione sia corretta, è che c’è un piccolo punto, un piccolo neo, che si chiama conflitto di interessi. Nel momento in cui avete emanato un Foia che allarga completamente le maglie della trasparenza e dell'incompatibilità e dell'inconferibilità degli incarichi, che scoraggia e penalizza l'accesso civico, vi mettete in bocca la parola trasparenza; nel momento in cui i vostri conflitti di interessi hanno permesso a una ex Ministro del suo Governo di dire è stato fatto tutto a mia insaputa, avevo un lobbista in casa che addirittura mi trattava come una sguattera del Guatemala. Ecco forse le nostre preoccupazioni non sono così lontane, visto che avete fatto anche dimettere un altro Ministro di NCD-UDC che aveva uno scandalo tutto intorno a sé come la Vodafone, con quattro consiglieri che praticamente li hanno presi e li hanno mandati in una situazione relativamente leggera circa problemi di tipo penale. Soprattutto poi c’è da dire che l'obbligo di pubblicazione che riguarda questa trasparenza, sottosegretario, sembra costantemente una dichiarazione di intenti. Voi Pag. 135con il Foia avete praticamente opacizzato la possibilità e l'obbligo da parte delle amministrazioni pubbliche di dovere pubblicare tutta una serie di stipendi interessi, prebende rimborsi spese, doppie, triple cariche, l'ambito soggettivo a cui il terzo settore doveva essere applicato perché la legge sulla trasparenza lo prevedeva. Voi sostanzialmente, a fronte di una legge in vigore da soli tre anni, la prima legge sulla trasparenza in Italia, perché l'altra era la legge sull'accesso civico la n.241 del 1990, la avete completamente disattesa in tutte le municipalizzate che sono il bancomat dei partiti con cui fate la partita di giro, in cui i soldi del terzo settore poi, dopo, ritornano nella disponibilità del politico tramite il finanziamento delle campagne elettorali. Ci volete fare a noi la morale perché vi mettiamo in discussione le vostre dichiarazioni di intenti ?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 19,40)

  MASSIMO ENRICO BARONI. Qui c’è qualcosa che non va, c’è un problema proprio di faccia da Picasso nel momento in cui vi guardate allo specchio, perché l'immagine di Renzi è completamente distorta e voi vi guardate insieme a Renzi e non riuscite a vedere che siete continuamente a dichiarare riforme, mentre questo Stato, questo Governo, è da vent'anni che ha bisogno di applicarle le leggi che ci sono, di applicarle non di modificarle, perché non le fate applicare. Ha capito sottosegretario Bobba anche se sta facendo...

  PRESIDENTE. Collega Baroni, si rivolga alla Presidenza, per favore.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Allora, parliamo di una nuova fondazione, di un nuovo carrozzone ancora una volta e voi attaccate noi che vi diciamo che è inopportuno crearla (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Colleghi per favore.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ...in cui il vostro presidente in pectore Manes ha già dichiarato che ci saranno quattro consiglieri di amministrazione privati e sei di tipo pubblico, scusate, il contrario, sei di tipo privato (vi avevo sopravvalutato) e quattro di tipo pubblico, e i maggiori finanziatori, ovviamente, hanno già assicurate quelle poltrone di controllo, che, però, sono pagate con quel milione di euro dovuto da questo articolo. Allora, questa partita di giro incredibile, in cui poi alla fine voi dite «io non lo sapevo, avevo il lobbista in casa», il Ministero delle politiche sociali si faceva fare le pulizie all'interno del Governo da parte di una società legata a Mafia capitale, però non vi si può mai dire nulla nel momento in cui anche sbagliate il modo in cui pensate gli emendamenti, li inserite nelle leggi. Però, avete queste referenze pazzesche, in cui praticamente siamo noi che pensiamo male. Mentre il Governo affonda, voi centralizzate, create queste corti d'avorio in cui bisognerà venire a mendicare un appalto, perché questo è il problema, perché questa è la funzione di questa torre d'avorio: centralizzare gli appalti nel Terzo settore. Lo abbiamo capito tutti, tranne voi che fate finta, fate finta, che questa cosa non succeda e non avvenga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
  Onorevole Della Valle, vuole intervenire ? A che titolo ? Non può parlare a titolo personale.
  Sono esauriti i tempi per gli interventi a titolo personale, sono appena esauriti i tempi previsti dal contingentamento, quindi adesso noi dobbiamo votare e poi, dopo, qualora qualcuno del suo gruppo volesse intervenire, può intervenire per dichiarazione di voto sull'emendamento, come gruppo, con i tempi del gruppo.Pag. 136
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 10.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Venittelli, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  320   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  74    
    Hanno votato no  246    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 10.43, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  338   
   Votanti  329   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  86    
    Hanno votato no  243    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 10.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Manfredi, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  335   
   Votanti  322   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato  67    
    Hanno votato no 255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 10.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  334   
   Votanti  325   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato  83    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 10.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  335   
   Votanti  327   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  86    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 137emendamenti Rondini 10.28 e Gregori 10.44, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  333   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  92    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 10.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, De Lorenzis, Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  338   
   Votanti  330   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  88    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 10.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Malisani, Binetti, Carrozza, Zoggia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  339   
   Votanti  337   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 10.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, molto velocemente, perché abbiamo poco tempo: questo emendamento semplicemente prova a ripristinare quello che già c'era. Quando diciamo che siamo dei conservatori relativamente a quello che già di buono c'era, l'inconferibilità e l'incompatibilità di incarichi. Non troviamo nel Terzo settore 14 poltrone per ogni consigliere di amministrazione che sta lì. È semplice, cerchiamo di votarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 10.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  337   
   Votanti  331   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  88    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 138

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Giuliani, Rotta, Piazzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  317   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  76    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 10.45, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Ermini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  329   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  87    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 10.46, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Poiché ormai siamo assolutamente incompetenti e aggressivi e disturbiamo il manovratore, ve lo sussurriamo: «assenza di conflitti di interesse». Votatelo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 10.46, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano... non tolga la tessera per carità.... Nicchi... non la guardo mai: non mi può accusare di questa cosa qua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  339   
   Votanti  333   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  91    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 10.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione... Sorial... Vignaroli... Turco... Grassi... Coppola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  339   
   Votanti  332   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  91    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 139Gregori 10.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi... Covello... Tartaglione... Murer... Borghi... Murer ...  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  333   
   Votanti  332   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  94    
    Hanno votato no  238.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 10.15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Visto che ci dite che siamo quelli della cultura del sospetto, che vediamo imbrogli ovunque, chissà quanti affari ci sono di qua e di là, questo emendamento semplicemente dice che, tenuto conto che questa Fondazione è bella e buona e non farà altro che portare vantaggio al mondo al Terzo settore, semplicemente sottoponiamo la gestione della Fondazione – è molto simile al precedente emendamento – alla vigilanza dei soggetti che voi avete previsto per le attività di controllo e monitoraggio, come recita proprio l'articolo 7, comma 1. Sapete che si tratta di un articolo che noi non condividiamo però quel minimo di controllo che avete previsto perché non porlo a disposizione anche per la gestione di questa Fondazione ? Diciamo che rientra nello spirito – lo spirito reale sappiamo qual è – del testo: considerato che è una Fondazione di diritto privato con finalità pubbliche e che viene finanziata con un milione di euro pubblici, perché non sottoporla al controllo pubblico del Ministero del lavoro ? È assolutamente lineare, logico e non fa una piega. Se continuerete a votare in maniera contraria, vi chiederei cortesemente di spiegarmi perché non ritenete tale proposta di buonsenso, illogica o non coerente con il testo da voi scritto, pardon scritto da Vincenzo Manes.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 10.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  338   
   Votanti  336   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  95    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Silvia Giordano 10.17, Rondini 10.30 e Nicchi 10.47, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa... Amoddio... Brandolin... Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  340   
   Votanti  338   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 140emendamenti Di Vita 10.18, Rondini 10.31 e Gregori 10.48, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni... Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  333   
   Votanti  332   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  240.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 10.36.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Su questo siamo conflittuali, lo ammettiamo: infatti voteremo contro questo emendamento perché prevediamo che la Fondazione non debba ricevere soldi pubblici però l'emendamento è estremamente interessante, dobbiamo ammetterlo. Semplicemente risolve il problema mettendo in condizione Vincenzo Manes di non riuscire a rientrare nemmeno dell'investimento perché da un milione di euro che era previsto come finanziamento pubblico, nell'emendamento ne vengono previsti 20.000 e quindi fondamentalmente Manes non rientrerebbe di questo investimento... solidaristico, per carità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Intervengo per esprimere il nostro voto favorevole su questo ottimo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.36, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  338   
   Votanti  336   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  336   
   Votanti  334   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 10.49, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa... Fitzgerald...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 141
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  327   
   Votanti  323   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato   36    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Dallai ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Rampi ha segnalato di non essere riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 10.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, volevo fare un attimo di chiarezza sul discorso della Fondazione riprendendo il senso di questo emendamento. Infatti ho apprezzato poco fa il gesto il collega Pilozzi che ha voluto approfondire, allora spiegherò meglio di cosa stiamo parlando. Questa Fondazione sembra configurarsi come una fondazione di partecipazione: una forma giuridica atipica che è nata nella prassi ma non è specificamente prevista dal codice civile. La fondazione di partecipazione coniuga sia l'elemento patrimoniale tipico delle fondazioni sia l'elemento personale tipico delle associazioni. Gode di un sistema fiscale agevolato ed è diffusa soprattutto negli enti locali ritenuta come soluzione ottimale per dare vita al cosiddetto partenariato pubblico-privato. Non di rado è stata oggetto di rilievi della magistratura contabile e amministrativa, in relazione ad un abuso atto a mal celare, dietro il cosiddetto no profit, l'esercizio prevalente di attività economica svolte a fini di lucro, e che, in ambito pubblico, è diretto anche a deviare rispetto al sistema concorrenziale dei contratti e degli appalti pubblici. Una consistente giurisprudenza ha rilevato che spesso tali fondazioni, al di là del nomen iuris, si configurano come enti pubblici o come organismi di diritto pubblico, e in tal senso la prevalenza delle risorse pubbliche nel meccanismo di nomina degli amministratori, il controllo operato dall'amministrazione pubblica e le norme statutarie assumono un elemento dirimente; e qui è il punto, collega Pilozzi: dovete tenere conto che con l'esercizio della cosiddetta delega Madia relativa alle società partecipate si sta incidendo proprio su tali dirimenti, e nelle redigende norme sulla trasparenza anche in relazione alle fondazioni si prevede di applicare differentemente le norme sulla trasparenza a seconda della prevalenza o meno delle risorse pubbliche, o a seconda della composizione maggioritaria degli organi di amministrazione. Quindi, se questi due elementi, cioè risorse o organi di amministrazione, hanno una prevalenza privata secondo la delega Madia, non devono sottostare al codice dei contratti pubblici, eccetera; al contrario avviene invece se c’è una prevalenza pubblica. Sapientemente nell'articolo 10, proprio l'articolo 10, si dice che i finanziamenti privati devono essere prevalenti; allora uno che ha un minimo di intuito capisce che mettere quella parola «prevalenti» significa proprio utilizzare quella variazione della dirimente introdotta con la delega Madia, che sottrae la fondazione al controllo o comunque alla normativa che regola gli enti a controllo pubblico. Spero quindi di avere chiarito cosa intendevo dire poco fa, quando questa Fondazione sociale, avendo una prevalenza di finanziamento privato, non sarà soggetta alla normativa di controllo pubblico, alla normativa pubblica sugli appalti, eccetera eccetera, per gli enti pubblici.
  Perché abbiamo proposto questo emendamento ? Perché ad un certo punto abbiamo detto: bene, voi volete fare la fondazione privata che abbia finalità pubbliche ? Per noi è un obbrobrio, pazienza; però, sapete cosa vi diciamo ? Visto che dev'essere prevalentemente finanziata da fondi privati, vi chiediamo di non dargli più un euro pubblico, perché sinceramente assistere al giochetto di qualcuno che sta lì con la calcolatrice a controllare che il finanziamento pubblico non sorpassi Pag. 142quello privato, che la trasformerebbe in ente pubblico, significherebbe sprecare inutilmente altre risorse. Quindi vi chiediamo di votare questi emendamenti, in cui evitiamo di dare di nuovo soldi pubblici ad una fondazione che in realtà sarà amministrata come un ente privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 10.19, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  333   
   Votanti  331   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Ferraresi ha segnalato di aver erroneamente votato contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 10.32, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  306   
   Votanti  304   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato   66    
    Hanno votato no  238.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 10.20, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Bolognese, Brignone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  327   
   Votanti  325   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  238.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Signor Presidente, sul precedente emendamento Rondini 10.32 il voto del MoVimento 5 Stelle era contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene, ne prendiamo atto.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 10.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, il modo migliore per chiarire ogni dubbio relativo alle vostre intenzioni, che non sia l'ennesima torre d'avorio per fare gli affari fuori dal controllo pubblico attraverso una complessa partita di giro che prevede il mancato controllo delle erogazioni in termini minoritari... Perché il Foia ovviamente va a ribadire questo aspetto, cioè ridurre l'ambito soggettivo di applicazione e sopprimere tutti gli obblighi di pubblicazione. Nel momento in cui voi dichiarate la parola «trasparenza» all'interno delle dichiarazioni di intenti della Pag. 143Fondazione, significa di fatto levare con una mano e mettere con quell'altra, quindi un grande inganno. In questo caso noi ripristiniamo un pochino la vostra coerenza, perché stabiliamo che la Fondazione... Secondo quanto ha già detto la mia collega Grillo, se voi ci mettete 1 milione, avete già un accordo sottobanco con i tre più importanti portatori di interessi, che ce ne metteranno almeno due o tre, il che significherà che la vostra Fondazione sarà fondata dal pubblico ma in maniera minoritaria, e quindi sfuggirà a tutta una serie di controlli. Con questo emendamento vi mettete in pace con la coscienza, perché stabilite che la procura della Corte dei conti e la «legge Severino» esercitino controllo su questa Fondazione, senza invece che si applichi quanto avete stabilito voi con l'ultimo Foia all'amatriciana, in cui fondamentalmente dichiarate di avere istituito l'istituto della trasparenza, di fatto avete indebolito e opacizzato ciò che da tre anni era previsto per legge; ma siccome era disatteso, perché sarebbero saltate la maggior parte delle poltrone dei vostri amici e anche molte delle vostre, come abbiamo visto al Senato per quanto riguarda gli ordini professionali, ovviamente continuate in questa pantomima in cui fate delle riforme per non dover fare un lavoro molto più duro, che è quello di far applicare le leggi che già esistono, e soprattutto anche l'Esecutivo dovrebbe fare questo. Quindi le idee sono veramente terrificanti ed estremamente confuse ! Chiediamo alle parti in buona fede di votare questo emendamento, per ripristinare un minimo di legalità in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 10.21, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Meloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  341   
   Votanti  338   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  244.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 10.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, è bizzarro il fatto che in quest'articolo non venga trattato completamente l'argomento di una cattiva gestione di questa Fondazione. Quindi, se la Fondazione è privata e viene gestita male e fallisce – è successo – può dispiacere e tutto quanto; ma se è una fondazione privata con finalità pubbliche, finanziata con 1 milione di euro pubblici e deve anche relazionare la propria attività alle Camere, come mai il Governo non ha pensato alle conseguenze di una cattiva gestione di questa Fondazione ? E quindi, noi abbiamo presentato un emendamento, Lorefice 10.22, che disciplina lo scioglimento della Fondazione, prevedendo che il patrimonio sia trasferito al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per le finalità della medesima legge. Lo scioglimento è disposto qualora dalla relazione annuale da rendere alle Camere o da altre informazioni o atti emergano gravi insufficienze o irregolarità nella gestione, anche di carattere penale (non vorrei qui risvegliare Forza Italia, scusate per il penale), o qualora il bilancio della Fondazione risulti in disavanzo per due anni consecutivi. Si prevede che, in caso di scioglimento, rimanga la responsabilità, anche patrimoniale, degli amministratori; in questo modo, quando Vincenzo Manes sarà il presidente di questa fondazione, qualora le cose dovessero andare male, visto che, comunque, parte dei finanziamenti saranno pubblici, almeno la responsabilità Pag. 144patrimoniale resterà nelle mani degli amministratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 10.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  335   
   Votanti  333   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. Siamo arrivati alla fine di questo tribolato articolo e siccome ho sentito parecchi interventi scomposti, comprensibilmente scomposti, da parte delle colleghe e dei colleghi del Partito Democratico, credo sia opportuno specificare tre cose. La prima: in questo articolo non si parla, non parliamo, non parlate della riforma del Terzo settore; chi è contro questo articolo è contro l'istituzione della Fondazione Italia Sociale. Il secondo punto è questo: essere contro la Fondazione Italia Sociale non significa nemmeno essere contro le fondazioni che già sono attive nell'ambito del Terzo settore. La questione centrale alla quale né il sottosegretario Bobba, né nessuno degli interventi da parte del Partito Democratico sono stati in grado di dare risposta è: che motivo c'era di creare un nuovo soggetto, di fatto, pubblico, che indossa la maglietta del Presidente del Consiglio e che andrà, inevitabilmente, a drenare fondi dalle altre realtà che già finanziano o che intendono finanziare il Terzo settore, proprio perché è evidentemente emanazione del Governo ? E su questo punto voi non avete saputo darci alcun tipo di risposta, al punto tale che vi invito a leggere l'ordine del giorno n. 9/2617-B/4 a firma del presidente Marazziti, che mette nero su bianco alcune delle preoccupazioni che io e i colleghi di Sinistra Italiana e i colleghi del MoVimento 5 Stelle abbiamo cercato di rappresentare nel dibattito su questo articolo. Per questo motivo, ribadisco il voto fermamente contrario di Forza Italia all'istituzione dell'IRI del sociale che è stata così chiamata dal suddetto Manes, non dai giornalisti; e per questi motivi – non avendo voi saputo darci una risposta esauriente sul perché, la domanda è: perché ? – di tutto questo non c'era e non c’è assolutamente bisogno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Siccome il gruppo di Sinistra Italiana considera il Terzo settore una risorsa di partecipazione democratica importante, proprio in nome di questo valore noi votiamo contro quest'articolo. Votiamo contro questo articolo perché pensiamo che sia per il Terzo settore, per tutto l'associazionismo, il volontariato, tutta quella rete democratica, dannoso e rischioso.
  È dannoso perché la fondazione nei suoi compiti potrà avere quello che si dice effetto dumping cioè un effetto che drenerà tutte le risorse a disposizione delle associazioni, in un momento di particolare crisi e di particolare difficoltà, venendo meno l'obiettivo di tutelare le piccole e medie associazioni da quella concorrenza sleale che, invece, sarebbe una missione importante da affermare. Quindi, questa è la prima ragione per cui noi siamo, nel merito, contrari a questo articolo 10. Secondo: lo consideriamo un rischio; è un Pag. 145rischio perché non si capisce perché si debbano destinare risorse pubbliche a una fondazione che, invece, dice di essere in grado di poter raccogliere risorse e finanziamenti privati proprio per potenziare interventi e metterli a disposizione delle associazioni e dei cittadini. Ma per quale motivo una fondazione viene istituita per valorizzare e mobilitare ciò che già c’è, così si dice, perché questa fondazione ha bisogno di un proprio finanziamento pubblico, ma la cosa che più ci preoccupa – e lo voglio sottolineare – è il pasticcio che c’è insito in questo articolo in cui, da una parte, si scrive che questa fondazione svolge una funzione sussidiaria e non sostitutiva dell'intervento pubblico, ma al comma 3, il punto b) dice che essa può adottare strumenti e modalità di investimento anche in riferimento alla diffusione dei modelli di welfare integrativi rispetto a quelli già assicurati dall'intervento pubblico. Questo è il rischio che noi vediamo e su cui esprimiamo la nostra contrarietà, la ribadiamo. Noi non vogliamo aprire autostrade a ciò che, di fatto, le politiche socio-sanitarie del Governo perseguono, cioè quelle per cui l'intervento pubblico si ritrae sempre di più, ma motivandole con i problemi di vincoli di bilancio e delle politiche che strangolano gli investimenti pubblici e siccome non si riescono ad assicurare alcuni servizi lasciamo la possibilità ad alcune istituzioni private di farlo, non solo con i fondi privati, ma anche e soprattutto attraverso la raccolta di fondi pubblici. Noi questo rischio lo vediamo appieno e, quindi, siamo contrari; noi siamo contro il ritiro dell'intervento pubblico, siamo per riaffermare una nostra posizione positiva che prende le distanze da un'idea di sostituzione del welfare pubblico attraverso iniziative privatistiche e siamo per superare questa ambiguità che ritroviamo a piene mani in tutta l'impostazione del provvedimento, Infatti, da una parte, tutti sono intervenuti, si dice di voler confermare il ruolo peculiare del settore no profit, il Terzo settore, cioè quel terzo settore tra Stato e privato, da una parte si dice questo e, dall'altra, si fa un'operazione di ritiro, di disimpegno pubblico. Ma allora io lo voglio dire alla maggioranza, voglio ricordare che se si vuole valorizzare il Terzo settore una cosa è certa, il Terzo settore per il suo sviluppo ha bisogno di un pubblico, di più investimento pubblico, di qualità, più autorevole e democratico. Per questo votiamo in modo convinto contro l'articolo 10.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. È inutile ribadire che il dibattito sull'articolo 10 ha sollevato una serie di questioni a cui i colleghi di maggioranza non hanno dato risposta, a cui tutto il dibattito pubblico e le rassegne stampa non hanno portato, presidente Marazziti e collega...

  PRESIDENTE. Se permette, richiamo io, infatti, stavo suonando la campanella...
  Collega Marazziti, per favore. Prego.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Stavamo dicendo che la rassegna stampa vi vede non pervenuti come Governo e come persone che avrebbero dovuto dibattere in difesa delle intenzioni e a garanzia di trasparenza, su quali erano stati gli strumenti, quali sono stati gli strumenti. Vediamo e possiamo sottolineare come anche il sottosegretario Bobba abbia detto che sarà il Presidente della Repubblica a firmare il decreto del Presidente della Repubblica, ma su proposta di chi ? C’è anche un proponente: qui non è previsto un proponente, perché sembra che farà tutto il Presidente della Repubblica, ma sappiamo bene che questa cosa non è possibile. Stiamo parlando di una fondazione, di una situazione assolutamente atipica.
  Abbiamo visto come non è prevista, nonostante le vostre belle parole, una filiera di controllo, non sono previsti gli obblighi di pubblicazione. Abbiamo visto come contemporaneamente siete intervenuti emanando un «decreto delegato Madia», ovvero un Foia all'amatriciana, che Pag. 146ha completamente allargato le maglie della trasparenza e degli obblighi di pubblicazione, perché ci sono decine e decine di soppressioni degli obblighi di pubblicazione, ovviamente anche nell'ambito del Terzo settore, anzi a maggior ragione, in quanto non era ben chiarito dalla legge n. 33, o meglio, era ben chiarito, perché la consigliera Parisi, dell'ente nazionale anticorruzione, aveva ben spiegato, in sede di audizioni, che per quanto riguarda l'ambito di applicazione soggettiva dell'ente del Terzo settore andava esteso, nel momento in cui si andava a leggere correttamente la legge. Però, tale questione è rimasta completamente inevasa, visto che – senza andare nel Terzo settore, basta andare nelle municipalizzate – solo a Roma, nella sezione trasparenza, non troviamo nulla, però, se si clicca bene, si apre un'altra finestra e c’è scritto: «mangiatoia del PD» (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Baroni, si rivolga alla Presidenza, per favore.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Va beh, si vede che già non si ricordano più Mafia capitale che cosa ha portato e quanti presidenti e assessori del consiglio comunale sono stati arrestati, imputati e rinviati a giudizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma detto questo, visto che parliamo di Terzo settore, noi abbiamo di nuovo spinto per una prevenzione importante, per una prevenzione reale della corruzione per la vostra fondazione, ma voi non la volete. Quindi, votatevelo voi, con la benedizione di Manes, perché noi siamo ovviamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  319   
   Votanti  318   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  226    
    Hanno votato no   92.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Grillo 11.2.

  DONATA LENZI, Relatrice. Presidente, il parere sull'emendamento riferito all'articolo 11 è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 11.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  326   
   Votanti  324   
   Astenuti    2   Pag. 147
   Maggioranza  163   
    Hanno votato  89    
    Hanno votato no  235.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Cassano e Nardi hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  325   
   Votanti  308   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato  236    
    Hanno votato no  72.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2617-B).
  Il rappresentante del Governo ha facoltà di esprimere i pareri sugli ordini del giorno presentati.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2617-B/1 il parere è contrario, perché... (Commenti).

  PRESIDENTE. Colleghi ! No, colleghi, questa cosa non è accettabile, per favore. Facciamo parlare il rappresentante del Governo. Prego.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Presidente, sembrerebbe non legittimo il fatto di stabilire per questi la tracciabilità delle operazioni rispetto ad altri soggetti di natura privata. Al massimo può essere accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Quindi è accolto come raccomandazione.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. L'ordine del giorno Carrescia n. 9/2617-B/2 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Agostini Roberta n. 9/2617-B/3 proporrei una riformulazione: inserire le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».

  PRESIDENTE. Quindi vi è un parere favorevole con riformulazione.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì. Sull'ordine del giorno Marazziti n. 9/2617-B/4 proporrei la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità, in fase di predisposizione dello statuto e negli indirizzi, di prevedere che una quota congrua delle risorse raccolte dalla Fondazione Italia Sociale, non in modo prevalente, da fondazioni di erogazione, venga destinata a progetti (...)», eccetera. Poi, nel secondo impegno: non si tratta di «decreti attuativi», ma «in sede di statuto», perché, essendo un articolo immediatamente applicativo, non ci sono decreti attuativi.
  Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2617-B/5 proporrei la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di eventuali modifiche dei criteri per l'assegnazione alle cooperative sociali della gestione dell'accoglienza degli extracomunitari».
  Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2617-B/6 il parere è favorevole; tra l'altro, lo stiamo già facendo con un progetto del Ministero del lavoro e del Ministero dell'educazione. Dell'ordine del giorno Attaguile n. 9/2617-B/7 non riesco a capire il contenuto, mi sembra estraneo all'oggetto di questo provvedimento, quindi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2617-B/8, direi che è una materia che non si può normare per legge, Pag. 148quindi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Caparini n. 9/2617-B/9 proporrei una riformulazione nel senso di terminare il periodo a: «premialità dei buoni comportamenti sociali».

  PRESIDENTE. Quindi parere favorevole con riformulazione.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sugli ordini del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2617-B/10 e Grimoldi n. 9/2617-B/11 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2617-B/12 il parere è contrario, perché non mi sembra materia attinente all'oggetto del provvedimento. L'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2617-B/13 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Marzano n. 9/2617-B/14 proporrei la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di (...)»; ciò anche per altri due ordini del giorno simili, in quanto i settori qui indicati sono condivisi, ma, avendo noi fatto una norma più di carattere generale, lo accolgo con questa riformulazione. Sugli ordini del giorno Paolo Rossi n. 9/2617-B/15 e Romanini n. 9/2617-B/16 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Prina n. 9/2617-B/17 propongo la seguente riformulazione: inserire le parole «a valutare l'opportunità di (...)». Sull'ordine del giorno Maestri n. 9/2617-B/18 il parere è favorevole, però toglierei la parola «forfettari».

  PRESIDENTE. Quindi parere favorevole con riformulazione.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2617-B/19 il parere è contrario, perché si tratta di un fondo di carattere nazionale, non si vede perché debbano essere chiamate in causa le regioni.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zanin n. 9/2617-B/20, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Toninelli n. 9/2617-B/21, Grillo n. 9/2617-B/22, Mantero n. 9/2617-B/23, Di Vita n. 9/2617-B/24, Silvia Giordano n. 9/2617-B/25, Lorefice n. 9/2617-B/26 e Colonnese n. 9/2617-B/27.
  Il Governo accoglierebbe l'ordine del giorno Cecconi n. 9/2617-B/28 se riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di (...)» arrivando fino alle parole alla quarta riga: «prevenzione della corruzione», espungendo il resto. Il Governo accoglierebbe l'ordine del giorno Baroni n. 9/2617-B/29 se riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di (...)» e mi fermerei alle parole «di patrimoni e risorse» alla seconda riga.
  Il Governo accoglierebbe l'ordine del giorno Marcon n. 9/2617-B/30 con una riformulazione presente in un altro ordine del giorno del tutto simile, se non quasi identico, che magari leggo successivamente.

  PRESIDENTE. Quindi, lo accantoniamo un attimo e andiamo avanti.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglierebbe l'ordine del giorno Nicchi n. 9/2617-B/31 se riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di (...)», espungendo l'ultima riga anche perché nel codice degli appalti è già stato fatto. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gregori n. 9/2617-B/32.
  Il Governo accoglierebbe l'ordine del giorno Ricciatti n. 9/2617-B/33 se viene riformulata la prima parte, espungendo le parole «garantire misure di vantaggio» e sostituendole con le seguenti «a considerare con attenzione». Il Governo accoglierebbe l'ordine del giorno Paglia n. 9/2617-B/34 se riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di (...)»; come quello che abbiamo già visto prima inserisce due nuovi settori.
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2617-B/35, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Taricco n. 9/2617-B/36.
  Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gebhard n. 9/2617-B/37, Pag. 149perché già il testo della legge richiama le regioni e le province autonome.
  Il Governo accogliere l'ordine del giorno Capone n. 9/2617-B/38 se riformulato nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di garantire continuità e stabilità, nonché innovazione e riforma dell'azione dei CSV anche con una programmazione certa delle risorse».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Beni n. 9/2617-B/39. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Piazzoni n. 9/2617-B/40, se riformulato, fermandosi alle parole «legge 266/91». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Coccia n. 9/2617-B/41, anche perché c’è un provvedimento in corso di discussione qui alla Camera. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Becattini 9/2617-B/42. L'ordine del giorno Miotto 9/2617-B/43 pone un problema condivisibile, riformulerei il dispositivo in questo modo: «impegna il Governo che, nella predisposizione dello Statuto, siano previste adeguate modalità di vigilanza e controllo sull'operato della Fondazione nonché nel reclutamento del personale». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Binetti n.  9/2617-B/44.

  PRESIDENTE. Rimane solo l'ordine del giorno Marcon n. 9/2617-B/30, che era accantonato.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Lo riformulerei nello stesso senso dell'ordine del giorno Capone n. 9/2617-B/38, con la stessa riformulazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2617-B/1 accolto come raccomandazione va bene ? Sì. Ordine del giorno Carrescia n. 9/2617-B/2 accolto come raccomandazione va bene ? Sì. Ordine del giorno Roberta Agostini n. 9/2617-B/3, favorevole con riformulazione ? Accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno Marazziti n. 9/2617-B/4 vi è un parere favorevole con riformulazione ?

  MARIO MARAZZITI. Accetto la riformulazione, sottolineando che c’è una necessità di evitare che la Fondazione Italia Sociale possa raccogliere risorse concorrenti a quelle a cui già attingono i soggetti del terzo settore.
  Sicuramente accolgo questa riformulazione, ma siccome parliamo di decreti attuativi penso che il Governo debba mettere mano in maniera precisa a questo problema.

  PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2617-B/5 vi è un parere favorevole con riformulazione, si accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2617-B/6 vi è un parere favorevole, andiamo avanti. Sì. Sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/2617-B/7 vi è un parere contrario si chiede metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/2617-B/7, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Stella Bianchi, Montroni, Mazzoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  312   
   Votanti  243   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  122   
    Hanno votato  12    
    Hanno votato no  231    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Oliaro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2617-B/8 vi è un parere contrario; si chiede metterlo in votazione ? Sì.Pag. 150
  L'onorevole Rondini, chiedeva di intervenire per dichiarazione di voto immagino. Ne ha facoltà

  MARCO RONDINI. Sì grazie, Presidente. Semplicemente per richiamare l'attenzione dei colleghi su questo ordine del giorno, in particolare di quelli che si rifanno alla nostra tradizione e cultura cattolica. Di fatto, sebbene il parere del Governo – non ne dubitavamo – sia contrario, anche i colleghi che ha questa cultura si rifanno, a quella cattolica, non possono che condividere la ratio del nostro ordine del giorno che tende ad impedire e a ottenere un impegno del Governo affinché si attivi perché non possano godere di finanziamenti pubblici tutte quelle cooperative che diffondono un pensiero ideologico che nei fatti vilipendono il sentimento religioso comune e i valori della tradizione culturale di riferimento della nostra storia e del nostro popolo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2617-B/8, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nuti, Fraccaro, Palma, Oliverio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  320   
   Votanti  318   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  13    
    Hanno votato no  305    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Parentela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2617-B/9 vi è un parere favorevole con riformulazione, si accetta la riformulazione ? Sì. Sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2617-B/10 vi è un parere favorevole andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2617-B/11 vi è un parere favorevole andiamo avanti ? Sì. Sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2617-B/12 vi è un parere contrario si chiede metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2617-B/12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Caso, Altieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  324   
   Votanti  305   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato  67    
    Hanno votato no  238    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2617-B/13, accolto come raccomandazione ? Va bene. Sull'ordine del giorno Marzano n. 9/2617-B/14 il Governo voleva intervenire per cambiare il parere. Prego.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. C'era già «a valutare l'opportunità di», non mi ero accorto; quindi va bene così.

  PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole, bene. Va bene alla collega Marzano ? Sì. Andiamo avanti: ordine del giorno Paolo Rossi n. 9/2617-B/15, parere favorevole ? Sì. Ordine del giorno Romanini n. 9/2617-B/16, parere favorevole ? Sì. Ordine del giorno Prina n. 9/2617-B/17, favorevole con riformulazione ? Si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno Maestri Patrizia n. 9/2617-B/18, si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2617-B/19, parere contrario. Si chiede di metterlo in votazione ? Sì.Pag. 151
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/2617-B/19, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  320   
   Votanti  319   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  83    
    Hanno votato no  236    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ordine del giorno Zanin n. 9/2617-B/20, accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2617-B/21, parere contrario. Si chiede di metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2617-B/21, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, immagino che chieda la votazione per tutti gli ordini del giorno su cui vi è parere contrario ? Va bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  313   
   Votanti  310   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato  77    
    Hanno votato no  233    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grillo n. 9/2617-B/22, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Capelli, Sibilia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  322   
   Votanti  321   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  82    
    Hanno votato no  239    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantero n. 9/2617-B/23, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Massa, Donati, Ricciatti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  323   
   Votanti  321   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  78    
    Hanno votato no  243    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vita n. 9/2617-B/24, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 152
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  316   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  65    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/2617-B/25, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Coppola, Giuliani, Agostinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  318   
   Votanti  314   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato  59    
    Hanno votato no  255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lorefice n. 9/2617-B/26, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  320   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  83    
    Hanno votato no  237.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colonnese n. 9/2617-B/27, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Marco Di Maio, Marantelli, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  321   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  86    
    Hanno votato no  235.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ordine del giorno Cecconi n. 9/2617-B/28, si accetta la riformulazione ? No.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2617-B/28, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  320   
   Votanti  313   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato  62    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ordine del giorno Baroni n. 9/2617-B/29, si accetta la riformulazione ? No.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baroni n. 9/2617-B/29, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Benamati, Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 153
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  313   
   Votanti  298   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato  66    
    Hanno votato no  232.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ordine del giorno Marcon n. 9/2617-B/30, parere favorevole con riformulazione: si accetta. Ordine del giorno Nicchi n. 9/2617-B/31, favorevole con riformulazione: si accetta. Ordine del giorno Gregori n. 9/2617-B/32, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno Ricciatti n. 9/2617-B/33, favorevole con riformulazione: si accetta. Ordine del giorno Paglia n. 9/2617-B/34, favorevole con riformulazione: si accetta.
  Ordine del giorno Palazzotto n. 9/2617-B/35, parere contrario: si chiede di metterlo in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palazzotto n. 9/2617-B/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Capelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  322   
   Votanti  321   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  82    
    Hanno votato no  239.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ordine del giorno Taricco n. 9/2617-B/36, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Gebhard n. 9/2617-B/37, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno Capone n. 9/2617-B/38, favorevole con riformulazione.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Vorrei correggere un attimo il parere, mantenendo la dizione: «a valutare l'opportunità di» e accogliendo il testo così come è stato presentato da Capone e altri.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole. Sembra di sì. Quindi, va bene, collega. Ordine del giorno Beni n. 9/2617-B/39, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Piazzoni n. 9/2617-B/40, accolto come raccomandazione, se riformulato: va bene. Ordine del giorno Coccia n. 9/2617-B/41, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno Becattini n. 9/2617-B/42, parere favorevole: va bene. Ordine del giorno Miotto n. 9/2617-B/43, parere favorevole con riformulazione. Il Governo vuole intervenire ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì, mantengo il primo impegno, lasciando invece fuori il secondo impegno.

  PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'ordine del giorno Miotto n. 9/2617-B/43 ?

  LUIGI BOBBA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì.

  PRESIDENTE. Quindi, c’è una riformulazione che lei cambia, insomma. Sopprime il secondo capoverso dell'impegno. Va bene. Si accetta ? Sì. Ordine del giorno Binetti n. 9/2617-B/44, parere favorevole: va bene.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Pag. 154

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanni Mottola. Ne ha facoltà. Vuole parlare Lainati ? Prego.

  GIORGIO LAINATI. Grazie, signor Presidente. Solo per annunciare, a nome della nostra componente, il voto favorevole e la richiesta di consegnare l'intervento (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio ed è ovviamente autorizzato. Colleghi, per favore !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Dellai. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Se tutti lo consegnarono, lo consegno anche io.

  PRESIDENTE. È autorizzato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marco Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, consegno anch'io il testo (Applausi).

  PRESIDENTE. Autorizzato. Se possiamo fare un applauso finale, evitiamo di farne uno ogni volta che dicono di consegnare.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Seguo il buon esempio del collega Rondini, anche perché abbiamo la Conferenza dei presidenti di gruppo, quindi chiedo di poter consegnare il testo (Applausi).

  PRESIDENTE. È autorizzato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Consegno (Applausi).

  PRESIDENTE. È autorizzata.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Presidente, io intervengo, anche perché so che...

  PRESIDENTE. È sua facoltà e suo diritto.

  GIULIO MARCON. ...i colleghi degli altri gruppi dopo di me interverranno. Quindi, penso sia giusto lasciare all'Aula la nostra dichiarazione di voto. Parlando del testo di questo disegno di legge delega che abbiamo discusso in queste ore in terza lettura abbiamo verificato come ci sono stati diversi cambiamenti. Alcuni sono sicuramente dei miglioramenti ma c’è anche un pesante peggioramento che dà un ulteriore segno negativo...

  PRESIDENTE. Per favore, il tono della voce. Colleghi, chi non è interessato può uscire.

  GIULIO MARCON. I miglioramenti che vogliamo evidenziare riguardano la valorizzazione del ruolo del volontariato e dei volontari che la prima lettura qui alla Camera aveva clamorosamente dimenticato. Ricordo che c’è stata una vigorosa protesta delle organizzazioni di volontariato e anche una chiara denuncia del nostro gruppo parlamentare. Tutto questo ha coinvolto i senatori, ha convinto i senatori ovviamente a cambiare la versione iniziale del testo o, meglio, ad integrarlo visto che c'era questa forte sottovalutazione. Un altro miglioramento riguarda la parte sul servizio civile, l'abbiamo ricordato prima. Torna il riferimento alla difesa non armata, torna anzi si introduce per la prima volta la possibilità per gli stranieri con il permesso di soggiorno di svolgere il servizio civile. Anche su questo le associazioni pacifiste avevano protestato e avevano chiesto questi miglioramenti e c’è un riferimento più chiaro ed esplicito al ruolo della consulta nazionale degli enti di servizio civile. Altri limitati miglioramenti riguardano i riferimenti ai diritti e al trattamento dei lavoratori Pag. 155e alcuni punti dell'articolo sulle imprese sociali ma questo articolo prevede anche alcuni peggioramenti. Inoltre ci sono questi peggioramenti. Ce n’è uno grosso come una casa di cui abbiamo parlato molto prima ed è l'articolo 10 che prevede la costituzione della Fondazione Italia Sociale. Abbiamo detto prima una totale forzatura rispetto alla prima lettura che, a parte l'evidente sudditanza ai desideri di un finanziere amico del Premier, illumina bene la filosofia del provvedimento. Così allo schiacciamento del Terzo settore su una assai tradizionale logica di impresa presente già nell'articolo 6 del testo fa il paio l'introduzione, con l'articolo 10, di una sorta di privatizzazione della solidarietà controllata dallo Stato, una specie di mostro giuridico, come è stato detto prima. Si intuisce per legge una fondazione di diritto privato che tuttavia ha ovviamente solide radici pubblicistiche e che deve raccogliere soldi dei privati. Invece di lasciare in pace ed aiutare le organizzazioni del Terzo settore a raccogliere i soldi per le loro cause sociali ed umanitarie, con la Fondazione Italia Sociale si introduce la concorrenza sleale a danno del Terzo settore in nome della fundraising di Stato e, sotto una scolorita vernice di sussidiarietà, questa Fondazione ha un impianto statalista il cui unico scopo, come ricordavo prima, è la privatizzazione della solidarietà sotto il controllo dello Stato. La collega Marisa Nicchi ha ricordato prima le parole del portavoce del forum del Terzo settore, Pietro Barbieri, quando diceva: una tendenza al dirigismo un'impostazione fortemente accentratrice quella della Fondazione. Vorrei ricordare anche le parole, della senatrice del Partito Democratico Cecilia Guerra quando ha paventato il rischio che «questa Fondazione possa diventare un nuovo centro di potere e di interessi». Siamo d'accordo. Manes ha paragonato – è stato detto più volte prima – la Fondazione all'IRI, un IRI del sociale. Per favore lasciamo in pace la storia e le cose serie non scambiamole con degli autobus legislativi che spesso sono utilizzati solo per conquistarsi un posto al sole, magari quello di presidente della Fondazione. In un'intervista al settimanale Vita di sei mesi fa, come è stato ricordato, Manes ha detto che lavorare nel social business è molto di appeal e la sua idea forte è One for Italy per raccogliere grant ma anche il crowfunding con il giving day per il quale ha in mente il pay off naturalmente per favorire il mercato dell’impact investing. Ok, Mister Manes, continui a frequentare la city ma lasci in pace il Terzo settore del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà). Questo articolo del disegno di legge è stato salutato con entusiasmo da alcune fondazioni come la Fondazione Umana che hanno in mente una sola cosa: togliere il più possibile funzioni, risorse e capacità di indirizzo ai poteri pubblici, privatizzare il welfare, ridurre i diritti a bisogni, i cittadini a clienti, i servizi sociali in mercati sociali. Qui non c'entra nulla la sussidiarietà. Noi siamo a favore della sussidiarietà: i cittadini le loro organizzazioni devono essere sostenute e valorizzate nella realizzazione del bene comune e dell'interesse generale.
  Sono d'accordo: l'interesse pubblico non va confuso con la gestione statale. Ma la sussidiarietà è uno strumento per raggiungere il bene comune e l'interesse generale non è il cavallo di Troia per far fare profitti alle imprese e ricordo che l'articolo 118 della Costituzione dice: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». Questa è la nostra bussola, ma che c'entra il social business dei finanzieri renziani ? Vorrei ricordare che l'enciclica Rerum Novarum fonda il principio di sussidiarietà, rivendica il primato delle persone e dei corpi sociali nella realizzazione del bene comune, ma quell'enciclica bisogna leggerla tutta. Leone XIII nel 1891 ricorda, al punto 27, che è: «...dovere dello Stato prendersi la dovuta cura del benessere degli operai...», potremmo dire della povera gente, degli indigenti e, al punto 26, l'enciclica dice: «provvedere al bene comune Pag. 156è ufficio e competenza dello Stato». Si parte cioè dal bene comune ed entro quella che può essere una sussidiarietà circolare società civile e Stato concorrono senza antagonismi ma con cooperazione per la sua realizzazione. Ora questo disegno di legge – l'ho ricordato oggi – di sussidiarietà ha poco, a partire dal titolo: riforma del Terzo settore come se si potessero riformare e disciplinare i corpi intermedi. Qui non si tratta di riformare il Terzo settore, ma i rapporti tra Terzo settore e pubblica amministrazione. Vorrei dire che la parte sull'impresa sociale di questo disegno di legge, come ha ricordato più volte anche la collega Nicchi, la parte sull'impresa sociale di questo provvedimento, non ha niente a che fare con la sussidiarietà, ma solo con la riduzione del welfare pubblico e del Terzo settore ad una logica di paramercato. Quasi vent'anni fa il rapporto della John Hopkins University di Baltimora, una ricerca comparata sul settore non profit, che per molti di noi era una sorta di Bibbia del Terzo settore, concludeva il suo studio mettendo in guardia il settore non profit da due rischi che già allora, vent'anni fa, si intravedevano: quello del parastato e quello del paramercato o del business. Sono i rischi che questo disegno di legge invece di arginare rischia di favorire. A noi un Terzo settore parastatale o business, anche se social, non piace. Per fortuna gran parte del Terzo settore non è così ma l'impostazione di questo provvedimento che soggiace agli articoli 6 e 10 risponde a una filosofia sbagliata, toglie autonomia al Terzo settore, rischia di snaturarlo, di renderlo subalterno, di trasformarlo in uno strumento della privatizzazione del welfare. Vedete, noi stiamo dalla parte del Terzo settore che vuole rimanere autonomo, continuare a esercitare una funzione critica, ad esprimere un ruolo di denuncia. Noi stiamo dalla parte di chi nel Terzo settore rifiuta la cooptazione subalterna e vuole continuare a giocare un ruolo critico, attivo e consapevole. Noi stiamo dalla parte del Terzo settore che vuole cambiare le cose. Più di venticinque anni fa uno dei miei maestri, il fondatore del MoVI, il Movimento di volontariato italiano della Fondazione italiana per il volontariato, Luciano Tavazza, che tra l'altro nel 1974 insieme a don Di Liegro e a Giuseppe De Rita preparò il convegno sui mali di Roma, disse: «Il volontariato rifiuta di fare ciò che la Costituzione affida allo Stato ovvero la sostituzione del servizio pubblico, che fa magari ricca l'associazione e lascia frustrati i volontari, mentre suo compito non è la supplenza, ciò che non funziona, offrire alibi ad amministratori incapaci. È veramente solidale se assume dimensione politica cioè forza di pressione realizzata con mezzi non violenti ma non per questo meno efficaci per il cambiamento, un soggetto non meramente caritativo, autonomo e non collaterale, liberatorio e non solo riparatorio».
   Vedete, tanta acqua è passata sotto i ponti, ma a noi quelle parole continuano a piacere. Ci continuano a piacere le parole di don Luigi Ciotti quando ricorda che il Terzo settore deve avere un ruolo di denuncia e di ricerca della giustizia, ci continuano a piacere le parole di Papa Francesco quando, di fronte agli aderenti a Comunione e Liberazione nel marzo del 2015, arriva a dire: non diventate meri impresari di una ONG. Il Terzo settore senza impronta etica, senza la denuncia sociale, senza un ruolo di liberazione, senza autonomia non è più Terzo settore: diventa bricolage imprenditoriale del sociale, diventa gamba residuale di un welfare in crisi, diventa gadget mediatico e strumento di marketing per il profit.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIULIO MARCON. Concludo. Noi continueremo a stare dalla parte del Terzo settore, che nella concreta pratica del servizio e della condivisione vuole cambiare le cose, e che continua a dire «così non va, non ci sto», che continua a dire che la povertà non può essere tollerata,...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  GIULIO MARCON. ...che la solidarietà viene prima del mercato, che la denuncia Pag. 157delle ingiustizie viene prima del contributo pubblico, che la partecipazione sociale viene prima del business. Ed è per questo che, pur apprezzando le parti della legge sul volontariato ed il servizio civile, voteremo contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, annuncio subito in partenza il voto contrario di Forza Italia a questo provvedimento. Nel primo passaggio ci eravamo astenuti: era un'astensione che voleva dimostrare la nostra attenzione rispetto al mondo del Terzo settore, un'attenzione che viene da lontano, come poi dirò nella parte finale del mio intervento; però essendo stato il provvedimento notevolmente peggiorato al Senato, siamo costretti a questa scelta.
  I punti peggiorativi sono quattro, almeno quattro. Uno è già stato evocato più volte, è questo su cui ci siamo accaniti in queste ultime ore: è la Fondazione Italia Sociale, che è uno strumento del quale non si vede il perché. Come ho detto prima, nessuno degli intervenuti del Partito Democratico, e nemmeno l'intervento del Governo, ha saputo spiegare le motivazioni per le quali il Presidente del Consiglio mette in campo sostanzialmente una sua emanazione, che andrà – come ricordava l'ordine del giorno Marazziti, che è stato a sua volta mutilato dal Governo – di fatto a drenare fondi che già sono convogliati in direzione delle realtà del Terzo settore. Così come sull'impresa sociale: la norma è stata peggiorata, è stata ampliata la delega, ed è stato cassato e tagliato definitivamente quel riferimento al provvedimento originario dell'impresa sociale che il Governo Berlusconi aveva messo in atto nel 2005 con una legge delega, che come ho già detto più volte, era talmente circostanziata e dava così tanti paletti al Governo, che di fatto la delega era niente poco di meno che la fotocopia della stessa legge delega.
  Secondo tema: l'eccesso di delega, che è sempre stato da un lato una delle modalità di azione di questo Governo, per cui il Governo si fa leggi delega, si fa dare dalla propria maggioranza leggi delega amplissime, indistinte, per poter fare sostanzialmente quello che vuole; e nel caso di questa legge di riforma del Terzo settore, al Senato le deleghe sono state ulteriormente ampliate. A questo proposito faccio una citazione di Guerini, che non è il vicesegretario del Partito Democratico, e nemmeno il valente collega della Commissione giustizia sempre del Partito Democratico, ma è in realtà Giuseppe Guerini, che è il Presidente di Federsolidarietà. Pochi giorni fa Giuseppe Guerini ha dichiarato: sarà una riforma epocale se i decreti legislativi porteranno a compimento il riconoscimento culturale e giuridico della dimensione economica ed imprenditoriale del Terzo settore. Se i decreti legislativi: il punto è questo, se i decreti legislativi. Presidente Guerini, la realtà vera è che noi qui approviamo un provvedimento di cui conosciamo le etichette, approviamo un tema di cui conosciamo il titolo, ma del quale lo svolgimento è ignoto a lei come a noi del Parlamento.
  Il terzo punto, la carenza di finanziamento di questa norma, che è stata confermata al Senato a fronte dei compiti ancor più gravosi di sorveglianza, vigilanza, monitoraggio e controllo affidati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e a fronte del fatto che il servizio civile universale è di fatto non finanziato.
  Il quarto punto negativo, forse il peggiore dal mio punto di vista: perché questa accelerazione ? È evidente il perché: il Parlamento chiude questa sera, causa l'imminente termine della prima fase della campagna elettorale per le elezioni amministrative, e il Governo vuole andare nella chiusura della campagna elettorale esibendo l'ennesimo scalpo, cioè annunciando una riforma che non è una riforma, perché mancano i decreti attuativi; e noi speriamo che questi decreti attuativi, siccome siamo sinceramente tifosi del Terzo settore, non facciamo la fine dei decreti attuativi della riforma della pubblica Pag. 158amministrazione, che dovevano essere completati entro la fine del 2015, siamo a metà del 2016, e sono ben lontani dall'essere portati a compimento.
  Allora, dentro questa preoccupazione elettorale il Governo ha blindato il provvedimento qua alla Camera nella terza lettura, nonostante le grandi variazioni apportate al Senato; e appunto accelera, perché spera di ricavarne un beneficio elettorale.
  Vede, Presidente (e mi avvio alla conclusione), in sostanza questa norma, questa delega in bianco ha due rischi: il rischio di avere in realtà più Stato e meno sussidiarietà, da un lato, e la certezza di avere sicuramente più Governo, più Governo Renzi nel terzo settore.
  Viceversa, rispetto a quanto era stata l'impronta delle iniziative del nostro Governo nei confronti del terzo settore, uno dei modi per garantire trasparenza, per lottare contro la corruzione è quello di ridurre il perimetro dello Stato, ridurre la dipendenza dal finanziamento dello Stato e dal finanziamento pubblico in generale degli enti del terzo settore; e solo in questo modo, solo restringendo il perimetro dello Stato, si allarga effettivamente la sussidiarietà e si pone limite alla corruzione. Noi l'abbiamo fatto con i nostri provvedimenti che andavano in questa direzione: ho già parlato della legge per l'impresa sociale; devo ricordare ovviamente il 5 per mille, grande norma di democrazia fiscale che noi abbiamo introdotto sempre oramai dieci anni fa, che questa legge stabilizza, e di questo le va reso merito, ma che ha appunto il merito di ridurre il perimetro dello Stato e di ampliare la scelta dei singoli cittadini. Ricordo sempre la «più dai, meno versi», sempre del 2005, che defiscalizzava le donazioni e i sostentamenti dati alle realtà del terzo settore da parte dei privati e delle imprese, le defiscalizzava in modo sostanzioso: anche in questo caso, restringeva il perimetro dello Stato, allargava in modo sussidiario la democrazia fiscale. E da ultimo il provvedimento sulle start up a vocazione sociale, che abbiamo approvato nel 2012.
  Presidente, io appunto mi avvio alla conclusione, e anzi, per la verità, concludo, ringraziandola per la pazienza e confermando il voto convintamente contrario di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Presidente, oggi abbiamo dinanzi a noi un disegno di legge delega al Governo sul terzo settore, scritto e modificato dal Governo stesso. Siamo chiamati a rinunciare totalmente alla nostra funzione principale, a favore di un Esecutivo che più volte ha dimostrato la sua incapacità nell'uso delle deleghe: una spoliazione di potere che naturalmente non scandalizza la maggioranza, che certamente approverà il disegno di legge senza battere ciglio. A questo punto, mi chiedo come mai non sia stato scelto lo strumento del decreto-legge, magari da blindare con una bella questione di fiducia.
  Lo dico perché, purtroppo, non possiamo dimenticare tutte le deleghe che abbiamo avuto fino ad oggi, e le difficoltà molto forti che abbiamo riscontrato rispetto all'attuazione dei principi e degli obiettivi indicati nella delega all'interno dei decreti delegati. Questo è un vizio di fondo che rimane anche in questo provvedimento in esame: in molti casi le indicazioni e gli obiettivi, alcuni dei quali magari anche condivisibili, sono tuttavia di natura estremamente generica, costituendo in certi casi una vera e propria delega in bianco, e quindi le nostre preoccupazioni rimangono assolutamente intatte. Mi chiedo quali e quanti volti si celino realmente dietro questa delega, e a quante mani, o Manes, sia stata scritta in particolare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Non è un mistero che molti tra esponenti del Governo e colleghi di questa Assemblea abbiano legami ed interessi con questo mondo ricco e diversificato. Ci Pag. 159sono, però, altri soggetti dietro le quinte: in particolare proprio quel Vincenzo Manes, superconsulente di Matteo Renzi nonché finanziatore con 62 mila euro della sua Fondazione Open. Si tratta della stessa persona che parla (e cito testualmente, quindi, sottosegretario, non sono ricostruzioni giornalistiche) di «una nuova IRI del sociale, ossia un grande fondo in cui confluiranno denaro pubblico, soldi privati e contributi di enti e fondazioni». Posso avere l'attenzione del sottosegretario, almeno fino alla fine ?

  PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore. I banchi del Governo ! Grazie.

  GIULIA DI VITA. Grazie, molto gentile. Fondazioni che non si sa mai dove sono, cosa sono e chi sono. Guarda caso, durante l'iter di esame del provvedimento, il Governo ha presentato un emendamento – sempre il Governo, e poi si dice che le leggi le fa il Parlamento, – che va esattamente in questa direzione, apprestandosi di fatto ad appaltare la fondazione delle fondazioni nel terzo settore, mi riferisco a quella che hanno voluto chiamare Fondazione Italia Sociale, al recinto dorato della Leopolda. La motivazione di tale interesse ce la offrono i numeri del terzo settore; parliamo di un giro d'affari pari a 64 miliardi di euro, in costante aumento negli ultimi anni, e di un contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari, 681.000 dipendenti, 270.000 lavoratori esterni e 5.000 lavoratori temporanei. Nel tessuto produttivo italiano il no profit occupa, pertanto, una posizione significativa, con il 6,4 per cento delle unità economiche attive. Si capisce bene, quindi, il ruolo sostitutivo che il terzo settore ha rispetto all'erogazione di servizi di welfare, laddove lo Stato, le regioni e i comuni continuano a latitare e a diminuire i propri servizi sociali, a causa dei vostri continui tagli lineari, operati dalle più recenti leggi di finanza pubblica.
  Detto questo, entriamo nel merito del provvedimento. Esso tratta di terzo settore, un mondo vario, situato in posizione intermedia tra pubblico e privato, di cui rappresenta il naturale collante, totalmente differente dal «mondo di mezzo» passato all'orrore delle cronache.
  Proprio in virtù di questa multiformità si presentava, non solo necessario, ma fondamentale, un intervento regolatorio che semplificasse il panorama del no profit, che facesse chiarezza sul tema, soprattutto, alla luce degli sviluppi penali che sempre più investono il mondo del no profit, e definisse limiti e confini specifici all'opera dei soggetti che costituiscono tale comparto.
  L'istituzione di un testo unico, contenente tutte le norme del terzo settore, previsto da questa legge delega, è la giusta risposta a questa necessità, ma purtroppo è anche l'unica nota positiva della delega che, poi, per il resto, è il solito pasticcio a cui ci ha abituati il Governo.
  Di questa riforma vengono rilevati solo alcuni aspetti positivi, come il nuovo codice del terzo settore, il registro unico degli enti del terzo settore, numerosi miglioramenti, per quanto riguarda i regimi sanzionatori, proposti chiaramente dal MoVimento 5 Stelle, ma queste due cose buone che è riuscita a mettere in fila, servono solo ad andare in televisione a prendere in giro gli italiani, dicendo che sicuramente si poteva fare meglio, che questa era la migliore legge possibile, ma che qualcosina avete pur fatto, come se ci fosse un'entità astratta che vi trattiene dal fare bene una cosa giusta dall'inizio alla fine; no, non c’è un'entità astratta, ma un obiettivo concreto: veicolare interessi clientelari e di controllo del consenso attraverso mezzi normativi improntati esteriormente a finalità filantropiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questo disegno di legge avrebbe dovuto favorire le buone pratiche e contrastare gli illeciti, invece, rappresenta, solo, un intervento utile al Governo per far cassa e aumentare le proprie competenze e il proprio potere su questo settore, aumentando la confusione con la creazione di un modello di impresa sociale ibrido che di sociale rischia di avere ben poco; mi riferisco, in particolare, a quanto contenuto Pag. 160nell'articolo 6 che prevede che l'impresa sociale destini i propri utili prioritariamente al raggiungimento di obiettivi sociali.
  Con la scelta operata dal Governo e, quindi, non dal Parlamento, si crea una dicotomia per cui, imprese che avendo nel proprio oggetto sociale la creazione di un impatto materiale positivo sulla società, erano vincolate a perseguire tale scopo potrebbero, d'ora innanzi, esercitare legalmente un'attività di impresa capitalistica, pur continuando ad usufruire di finanziamenti pubblici e agevolazioni fiscali consistenti.
  Si rischia, quindi, di avallare con legge dello Stato una concorrenza sleale tra le diverse tipologie di impresa del nostro Paese.
  La spina dorsale del terzo settore è etica, non finanziaria, è improntata a pluralità, sussidiarietà, vicinanza ai territori, non basata sulla spinta aggregativa in holding finanziate da privati che apre poi a speculazioni lucrative sulla gestione dei diritti civili e sociali. Invece, lo avete fatto, includendo il fine di lucro, la remunerazione del capitale di investimento, aprendo il terzo settore alla finanza, senza limiti al conflitto di interessi, alla presenza negli organi di controllo delle cooperative e di queste organizzazioni di privati ed enti pubblici.
  Ci sono, dunque, grandi problemi di contenuto.
  Ad aggravare il quadro è l'articolo 7 che attribuisce le funzioni di controllo e monitoraggio del settore al Ministero del lavoro, mediante la promozione di forme di autocontrollo degli enti del terzo settore. Una scelta consapevole del Governo per aggirare ogni forma di controllo effettivo; prova ne è il reiterato rifiuto di modificare tale sistema, istituendo nuovamente l'Agenzia indipendente per il terzo settore.
  Questa agenzia che noi proponevamo, avrebbe dovuto essere un organismo indipendente, costituito con lo scopo di coordinare le diverse realtà del Terzo settore, fare da raccordo con gli enti locali, vigilare sui flussi finanziari, ma nello stesso tempo doveva essere sottratta alla cannibalizzazione della politica. Il Governo istituisce per legge una fondazione che ha le caratteristiche di un ente privato che tuttavia riceverà finanziamenti pubblici, e già questo mi sorprende, come ha sorpreso miracolosamente la minoranza del PD, che, infatti, in Senato, ha votato contro, su questa specifica disposizione, rispetto al resto del partito, che, come al solito, però, è riuscito a spuntarla raccattando il non più casuale appoggio dei verdiniani. Stiamo parlando di uno strumento elettorale, uno strumento per muovere capitali; da questo testo non capisco che cosa impedirà a questa Fondazione di finanziare, ad esempio, i progetti della fondazione di Matteo Renzi, non vedo in che modo la discrezionalità possa essere frenata. Servivano, certo, strumenti, ma altrettanto pressante era garantire che essi fossero indipendenti dal controllo politico. Questa delega in mano al Governo rischia di peggiorare l'economia sociale del Paese, tante piccole realtà verranno stritolate a causa della posizione dominante garantita a pochi soggetti vicini al Governo, inoltre questi stessi saranno limitati nella loro indipendenza, attraverso la discrezionalità nel dirigere gli investimenti e i finanziamenti. Del resto, non si escludono esplicitamente dal Terzo settore, come chiedeva il MoVimento 5 Stelle, le fondazioni politiche, cioè quella terra di mezzo in cui i soldi delle aziende private si incontrano con la politica. Non ho bisogno di spiegarvi di che cosa si tratti, lo sapete molto meglio di me; impossibile, quindi, non citare la Fondazione Open, che riunisce gli intimi del Presidente del Consiglio, come il sottosegretario Luca Lotti, il braccio destro Marco Carrai e, ovviamente, il Ministro Maria Elena Boschi. Sarà forse un caso, ma il patrimonio della Fondazione Open è lievitato in poco tempo, passando dai 20.000 euro iniziali agli oltre 2,8 milioni di euro. Noi non crediamo in questa visione di società che hanno Matteo Renzi e i suoi amici, crediamo in una comunità improntata sulla partecipazione, sulla meritocrazia, sulla trasparenza e sulla libertà. Avevamo ben chiaro cosa si doveva premiare Pag. 161e cosa si doveva scongiurare, avevamo l'occasione di dire al Paese che degenerazioni come quelle viste con «mafia capitale» non sarebbero più capitate, perché questi strumenti normativi lo avrebbero impedito, avrebbero impedito di dubitare di un Terzo settore virtuoso per colpa di poche mele marce. Ancora una volta questo Governo ha perso un'occasione per fare la cosa giusta e ha dato conferma di come l'utilizzo del potere sia esclusivamente indirizzato al perseguimento dei propri scopi e non a favorire la reale ripresa del nostro Paese. Avete, però, ancora la possibilità di sbugiardarci, sfornando decreti delegati che siano improntati a norme di buonsenso. Qualcosa mi dice che non lo farete. Per fortuna toccherà al MoVimento 5 Stelle, molto presto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Patriarca. Ne ha facoltà.

  EDOARDO PATRIARCA. Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Bobba, l'approvazione definitiva della legge delega del Terzo settore rappresenta per noi tutti un passaggio tra i più significativi di questa legislatura. Possiamo dire che questa riforma autorevolmente si aggiunge a tutte le altre che il Parlamento ha approvato. Due anni fa, Matteo Renzi annunciava l'impegno del Governo ad emanare in tempi brevi una proposta di legge che valorizzasse e finalmente riconoscesse il valore strategico che assume il Terzo settore nella vita del Paese, nel sociale, nello sport, nella cultura, nell'ambiente e non da ultimo anche in quello economico. Sono più di 5 milioni i volontari impegnati, 12.000 le imprese sociali e cooperative, 7000 le fondazioni, quasi un milione gli occupati, più del 4 per cento il contributo alla produzione di ricchezza del Paese. Da allora sono passati due anni durante i quali la Camera prima e poi il Senato hanno perfezionato e migliorato il testo che il Governo aveva proposto. Due anni di ascolto sui territori, di audizioni in Commissione. Il testo che oggi andiamo ad approvare ha il valore, a nostro parere, di una vera e propria riforma costituzionale; intende promuovere una rinnovata stagione di impegno e responsabilità, liberare le tante energie tuttora presenti nei nostri territori, nelle nostre comunità, riconoscendo appieno il principio di sussidiarietà secondo l'articolo 118 della nostra Carta, laddove si dichiara che Stato, regioni, città, province e comuni favoriscono – «favoriscono» avverbio un po’ antipatico al MoVimento 5 Stelle – l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale. Sia ben chiaro, non stiamo proponendo una privatizzazione silenziosa delle funzioni che spettano allo Stato e alle amministrazioni locali. Al contrario, proponiamo un vero processo di pubblicizzazione, l'allargamento dello spazio pubblico ai tanti soggetti che sul territorio agiscono per la solidarietà, per il bene comune, svolgendo opere di utilità sociale di cittadinanza attiva.
  Un disegno articolato, un progetto per il Paese, che ha visto, tra l'altro, l'approvazione di altre leggi che vanno nella medesima direzione. Penso alla legge sulla cooperazione internazionale, quella contro lo spreco alimentare, al commercio equo e solidale, all'agricoltura sociale, per citarne solo alcune. La legge offre una cornice giuridica e normativa chiara ad un movimento che vede partecipi milioni di cittadini, centinaia e centinaia di organizzazioni, una vera dorsale strategica del nostro Paese, come la definì il Presidente Ciampi. È una legge che si rivolge ai sindaci, affinché sui territori si riapra una stagione di collaborazione e di co-progettazione, per costruire un welfare partecipato e comunitario. Non la privatizzazione, dunque, ma piuttosto la ripresa coraggiosa di una dimensione pubblica, ampia e partecipata, dove i servizi svolti dalle pubbliche amministrazioni andranno ancor più valorizzati all'interno di una rete pubblica che vede altri soggetti attivamente presenti.Pag. 162
  Intendiamo qui riprendere lo spirito della legge n. 328, il cui articolo 5, nel 2000, già chiamava alla responsabilità l'intero Terzo settore. È una legge che riconosce il valore fondamentale, direi costitutivo, per l'intero Terzo settore, delle associazioni di volontariato e di promozione sociale; gratuità, partecipazione, impegno civile, legalità, realtà che non rinunciano a proporre, laddove possibile, la promozione di nuove imprese sociali, soprattutto aperte ai giovani. È notorio a tutti come l'area dei cosiddetti beni comuni sia un settore ad altissimo potenziale di sviluppo e di occupazione. Parliamo di welfare, sanità, turismo sociale, sport, cultura, tutela del patrimonio artistico. Un settore strategico per il Paese, che vedrà protagoniste nuove imprese sociali non contrapposte, semmai giustapposte, ad altre forme di impresa, che in tal modo arricchiranno il tessuto produttivo del Paese rendendolo più efficiente e più socialmente responsabile.
  Le Società Benefit, che nulla hanno a che vedere con il Terzo settore, si muovono nella medesima prospettiva. È una legge che propone una nuova cornice fiscale, finalmente chiara per il mondo del Terzo settore, di sostegno alle sue attività e che al contempo chiede alle organizzazioni trasparenza, democrazia interna, buona gestione delle proprie risorse. Propone una rinnovata fiducia, una nuova alleanza con le istituzioni, che non rinunciano, come spesso hanno detto e dichiarato gli esponenti del MoVimento 5 Stelle in questa giornata, al controllo e alla vigilanza. Chi tradisce la fede pubblica in nome della solidarietà sfruttando i poveri, utilizzando le fragilità per scopi personali, verrà perseguito con chiarezza e rigore. Su questo punto non faremo sconti.
  Solidarietà sta con legalità, solidarietà sta con trasparenza, solidarietà sta con uso corretto delle risorse, sta con capacità di farsi misurare dai cittadini e verificare l'impatto delle proprie iniziative sui territori. Al Ministero del lavoro è affidato questo compito, e siamo certi che verrà svolto nel migliore dei modi. Ne va della credibilità dell'intero Terzo settore, che riscuote, ancora oggi, stima e fiducia da parte dei cittadini. Abbiamo voluto contrastare qui alla Camera la cifra del sospetto – mi si permetta questo termine – che ha indirizzato i tanti emendamenti del voto del MoVimento 5 Stelle. Un mondo che per loro appare così contaminato dalla corruzione e dunque da mettere sotto tutela dell'Anac, di tutte le Authority possibili e immaginabili e magari della Commissione antimafia. Noi siamo contro l'illegalità, contro le ruberie ignobili a spese dei poveri, ma continuiamo a credere fermamente che il mondo del Terzo settore sia un mondo composto per la maggioranza da persone oneste.
  Le norme che andiamo ad approvare partono da questo assunto, sono a misura di persone oneste, misure promozionali, di sostegno, che ribadiscono il controllo e la vigilanza e chiedono doveri imprescindibili, perché tutti coloro che vogliono svolgere servizio pubblico si devono attenere a doveri di trasparenza e rendicontazione. È un testo che parla ai giovani, infine, e propone l'esperienza del Servizio civile. Lo propone a tutti coloro che lo richiederanno: pensiamo a più di 100 mila giovani, una vera e propria leva civica. Esperienze concrete, formazione acquisizione di abilità e competenze utili anche nel mercato del lavoro, impegno civile, la scoperta per i nostri giovani che la dimensione comunitaria è una dimissione costitutiva della propria crescita personale.
  Non è esattamente quello che dichiara Salvini, che solo ieri proponeva un Servizio civile di quattro mesi dedicato ad istruire i giovani all'uso delle armi. Non è questa la proposta che qui andremo a votare.
  Concludo, Presidente. Il PD, forse l'unica forza politica in questo Parlamento, in questi due anni si è impegnato con tenacia e impegno nelle Commissioni parlamentari; ha promosso, per parte sua, una campagna di ascolto, di ascolto vero, con migliaia e migliaia di volontari, incontri sui territori. Noi le persone, i volontari, i cooperatori, li incontriamo per davvero, in carne ed ossa, non ci siamo limitati ai tweet, alle e-mail e alle comunicazioni via rete. Concludo affermando convintamente Pag. 163– devo dirvi anche con orgoglio, credo di poterlo dire a nome di tutto il PD –, che approveremo questo testo; un testo importante, atteso da decenni da tutto il mondo del Terzo settore. Per noi oggi è un giorno di festa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2617-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2617-B, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Sberna, Magorno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (2617-B):

   Presenti e votanti  317   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  239    
    Hanno votato no  78.

  La Camera approva (Vedi votazioni – Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Sull'ordine dei lavori, per fatto personale e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 21,30).

  PRESIDENTE. Avverto che in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicato lo schema recante la ripartizione dei tempi per la discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge n. 2839-A, recante disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica.

  VANNA IORI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VANNA IORI. Presidente, oggi è il Missing children day, la Giornata internazionale dei bambini adolescenti scomparsi nel mondo, che si stima siano circa 8 milioni ogni anno. Questa mattina Papa Francesco e il Presidente Mattarella sono intervenuti denunciando questo orrore. In Italia, nel 2015 sono stati circa 5.400 i bambini scomparsi, e rappresentano un fenomeno in crescita, che comprende fughe da casa o da istituto, sottrazione nazionale o internazionale, rapimenti, ma soprattutto minori migranti, i minori stranieri non accompagnati, che sono ben il 76 per cento nei primi tre mesi del 2016.
  Dietro queste cifre ci sono storie d'infanzia e adolescenza invisibili, che restano per sempre sconosciute, percorsi che scivolano via attraverso lunghi itinerari di fuga per finire nei gorghi della malavita organizzata, dell'accattonaggio, persino del commercio di organi. Storie che non fanno nemmeno notizia, perché se ne perdono i numeri. Il tempo dei minori migranti è fatto di viaggi che talvolta durano gli anni della crescita. Anni ! Anni che si intrecciano con la perdita degli affetti familiari. È dunque importante e urgente mettere in campo strategie di collaborazione, a livello nazionale e internazionale, coinvolgendo i Governi, le forze dell'ordine, i servizi sociali, le associazioni di volontariato e sensibilizzando l'opinione pubblica.
  Occorrono innanzitutto misure specifiche e forti, per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati, ma soprattutto si dovrebbe intervenire immediatamente, perché un tempestivo avvio delle ricerche, già dai primi momenti dopo la scomparsa, produce più facilmente un esito positivo. Infine, è importante offrire Pag. 164anche sostegno emotivo e giuridico ai genitori e ai familiari dei bambini scomparsi che spesso rimangono abbandonati con il loro dolore e il loro senso di colpa. Dunque, prevenire le scomparse significa preservare il futuro e il senso dell'infanzia e della vita stessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MONICA GREGORI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MONICA GREGORI. Grazie, signor Presidente. Intervengo perché domani, presso il comune di Subiaco, in provincia di Roma, ci sarà un'iniziativa per la valorizzazione della Rocca Abbaziale dove prenderanno parte il sindaco, Francesco Pelliccia, il presidente del consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori, e il Ministro Dario Franceschini. Tutto questo sarebbe normale se il comune di Subiaco non andasse al voto il prossimo 5 giugno e potrebbe essere normale anche se il comune andasse al voto, ma il sindaco Pelliccia non fosse ricandidato. Invece, non è normale perché ci sono tutti e due questi elementi che violano palesemente la circolare del Ministero dell'interno n.23 che vieta espressamente iniziative propagandistiche delle amministrazioni pubbliche durante la campagna elettorale, a meno che non siano iniziative necessarie per lo svolgimento della propria funzione. Ovviamente ho investito il prefetto di Roma di questa questione, però il comune di Subiaco risponde che il sindaco accoglierà semplicemente il Ministro. Allora qui la competenza oramai non è più della prefettura. Quindi, io chiedo alla Presidenza della Camera di rimandare ovviamente l'evento, perché sicuramente è importante che il Ministro vada a valorizzare un territorio nel quale io sono nata e cresciuta, ma il Ministro stesso dovrebbe conoscere le regole che vengono scritte ed approvate dal Governo di cui fa parte.
  In più, il sindaco Pelliccia dice espressamente che questa è una politica ostruzionistica. Voglio anche dire che nessuno fa ostruzionismo sui territori, e ribadisco l'importanza di questa visita, ma ci deve essere da una parte quel rispetto delle regole, che oggi non c’è, tanto paventato dal sindaco Francesco Pelliccia, che dovrebbe vedere alcune lettere dell'attività anticorruzione che gli sono state inviate, e dall'altra, un equilibrio democratico che non vada a condizionare in alcun modo il voto dell'elettore.

  DELIA MURER. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DELIA MURER. Grazie Presidente. Care colleghe e cari colleghi, ciò che sta accadendo nel settore dei call center desta particolare preoccupazione. A fronte di un'occupazione complessiva di 80 mila persone, le forze sociali ci riferiscono di un rischio di 5-8 mila esuberi da oggi a dicembre 2016. Anche l'assenza di un tavolo permanente di monitoraggio del settore coordinato dal MISE e dal Ministero del lavoro, con la partecipazione delle parti sociali, è un problema in questa situazione. Queste criticità hanno trovato riscontro nell'indagine conoscitiva che la Commissione lavoro ha realizzato lo scorso anno. Essa conteneva tra le righe già l'allarme di quello che sta oggi accadendo. Non vi è dubbio che le recenti scelte del Governo, come il nuovo codice degli appalti con l'approvazione della clausola sociale, vadano in una giusta direzione. Ora però serve un'azione incisiva che noi stiamo sollecitando con questi interventi.
  L'articolo 24-bis della legge n. 83 del 2012 deve esserne fatto rispettare integralmente a cominciare dall'obbligo per l'operatore di comunicare in apertura di discorso da quale Stato parta la conversazione, compresa l'Italia, dall'obbligo del rispetto della clausola di salvaguardia occupazionale per le aziende che vincono gli appalti pubblici. È proprio a partire dalle gare di appalto di ENEL e Poste italiane che si stanno generando la maggior parte degli esuberi a cui mi riferivo. I call centerPag. 165poi non hanno gli ammortizzatori sociali ed anche questo è un problema che noi poniamo.
  Occorre lavorare per un unico contratto del settore, unificando così i lavoratori e le aziende al fine di superare le difficoltà nelle relazioni sindacali, per un migliore livello di contrattazione e per il miglioramento delle strategie di programmazione e di sviluppo industriale. Sono questi interventi che stiamo facendo ogni giorno a fine seduta un momento di stimolo per essere da un lato vicino ai lavoratori e per chiedere al Governo che intervenga con incisività e dia seguito agli impegni assunti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

  SAMUELE SEGONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie Presidente. Quasi tutte le città d'Italia hanno il problema delle buche per la strada, stamani a Firenze siamo andati oltre, si è aperta una voragine di circa 200 metri causata da perdite nella rete idrica con l'acqua uscita dall'acquedotto che si è letteralmente portata via un pezzo della città, un pezzo di Firenze. Oltre ai danni materiali, abbiamo una vera e propria ferita aperta nel cuore della città e dei cittadini. In giornata sono state varie dichiarazioni di tecnici, di politici e abbiamo sentito anche chi invocava e chiedeva investimenti, fondi, finanziamenti per efficientare la rete idrica. Bene, noi diciamo a gran voce che lo Stato, le amministrazioni, gli enti locali, i cittadini, non devono tirare fuori neanche un soldo. I gestori della delle reti idriche di soldi ne hanno abbastanza e se li investissero adeguatamente avrebbero modo di prevenire disastri come questo. Publiacqua spa, che è il gestore per la città di Firenze, ha recentemente chiuso il bilancio annuale con un utile di quasi 30 milioni ed ha diviso tra i soci più di diciotto milioni di dividendi. Sono soldi dei cittadini, sono soldi dalle bollette dei cittadini, che finiscono nelle tasche degli azionisti, multiutility, come ACEA, multinazionali, come Suez, banche, come il Monte dei Paschi di Siena e le immancabili coop rosse. Alternativa Libera ha già presentato interrogazioni in Parlamento e al comune di Firenze. Chiediamo a gran voce che chi ha fatto il danno paghi, rinunciando a dividendi milionari e non si rivalga in nessun modo sulle bollette e sulle tasche dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Causi, per fatto personale. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Grazie, Presidente. Era già accaduto il 19 dicembre in quest'Aula, poi di nuovo è accaduto oggi, che alcuni colleghi deputati si sono rivolti a me in modo personalmente offensivo, ledendo la mia onorabilità, nell'ipotizzare, nel pensare, che nella mia attività in qualche modo io posso aver favorito, possa favorire, le attività di mia moglie che si chiama Monique Veaute. Allora, a questo punto, visto che è la seconda volta che succede, Presidente, io mi trovo costretto ad appellarmi all'articolo 58 del Regolamento di questa Camera e chiedere alla Presidenza la formazione di un Giurì d'onore, di una Commissione d'indagine, perché le cose che abbiamo sentito, che ho sentito oggi in Aula, e che avevo già sentito il 19 dicembre, ledono la mia onorabilità e sono naturalmente molto offensive per mia moglie che è una professionista affermata, lavora in Francia, in Germania, nell'Unione europea e in Italia. Quindi, anche soltanto in quest'Aula, pubblicamente, mettere il sospetto che lei lavori grazie a me, insomma è molto offensivo ed è anche ingiusto nei confronti di un'organizzazione culturale in cui lavorano molte persone, che dà da lavorare a molti artisti, produce e distribuisce molte attività di spettacolo e di arte, tra l'altro un'istituzione culturale indipendente, assolutamente scollegata dai partiti politici. Dunque nell'appellarmi articolo 58 e nel Pag. 166riservarmi, guardando bene domani il resoconto della discussione di oggi, di chiamare davanti a questa Commissione sicuramente il deputato Sibilia, forse credo per quello che ha detto anche il deputato Nuti, mi auguro che dagli atti di questa Commissione possa emergere la verità e cioè che la Fondazione Romaeuropa è una fondazione culturale indipendente, non ha nulla a che vedere con i partiti politici, anzi si chiama Romaeuropa perché nel suo consiglio di amministrazione siedono le principali ambasciate dei Paesi europei, Francia, Germania e altri ancora. Dunque, grazie agli atti di questa Commissione mi auguro che possa essere restituita la verità su questo fatto e l'onorabilità al mio nome (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Presidenza prende atto e ovviamente trasferirò alla Presidente la sua richiesta.

  GIANLUCA RIZZO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, Presidente. Caltagirone, in provincia di Catania, nota come la città della ceramica, è un ente locale fallito, con 38 milioni di euro di buco, è inaffidabile, da cinque anni senza bilancio e otto milioni e mezzo di euro da riequilibrare, 350 dipendenti comunali senza stipendio dal 2015, decine di famiglie sotto la soglia di povertà, senza sussidi comunali, 38 tonnellate di rifiuti da smaltire al giorno che si accumulano per le strade. Presidente, è una situazione insostenibile, tra l'altro unico caso in Italia per giunta certificato dal Ministero dell'interno. Tutti vogliono andare a governare, ma la situazione può essere risolta solo con interventi normativi dello Stato, che dovrà, uno, individuare tutti gli strumenti e i mezzi finanziari per far uscire dall'oblio la «regina degli Iblei», così come è chiamata Caltagirone; due, evitare che in futuro – termino – altri comuni possano trovarsi nella stessa condizione di Caltagirone. Ecco perché faccio un sollecito per l'interrogazione n. 5-08541. Presidente, Caltagirone è a rischio disordini sociali ed è bene che il Governo se ne renda conto immediatamente.

Richieste di referendum popolare ai sensi dell'articolo 138, secondo comma, della Costituzione (ore 21,44).

  PRESIDENTE. Comunico all'Assemblea che, con tre distinte lettere, la deputata Adriana Galgano, in data odierna, ha chiesto di promuovere, ai sensi dell'articolo 6 della legge 25 maggio 1970, n. 352, le seguenti richieste di referendum:
   1) «Approvate voi il testo, diviso per parti separate e omogenee, della legge costituzionale concernente  “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione” , approvata dal Senato della Repubblica, in seconda deliberazione nella seduta del 20 gennaio 2016 e dalla Camera dei deputati, in seconda deliberazione nella seduta del 12 aprile 2016, il cui testo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – serie generale n. 88 del 15 aprile 2016 ?»;
   2) «Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente  “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione” , approvata dal Senato della Repubblica, in seconda deliberazione nella seduta del 20 gennaio 2016 e dalla Camera dei deputati, in seconda deliberazione nella seduta del 12 aprile 2016, il cui testo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – serie generale n. 88 del 15 aprile 2016, nella parte in cui, all'articolo 15, modifica l'articolo 75 della Costituzione relativo al referendum abrogativo ?»;Pag. 167
    3) «Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente  “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione” , approvata dal Senato della Repubblica in seconda deliberazione nella seduta del 20 gennaio 2016 e dalla Camera dei deputati in seconda deliberazione nella seduta del 12 aprile 2016, il cui testo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – serie generale n. 88 del 15 aprile 2016, nella parte in cui, all'articolo 2, 4, 5, 7, 21 comma 1, lettera a) 22, 23, 24, 38 comma 1, 38 comma 3, 38 comma 7 lettera a), 38 comma 11, 39 commi da 1 a 6, modifica l'articolo 57 della Costituzione, relativo alla composizione e all'elezione del Senato, e le disposizioni connesse ?».

  In tutte e tre le lettere sono indicati, ai sensi dell'articolo 6, secondo comma, della citata legge n. 352 del 1970, come delegati a cura dei quali le richieste di referendum saranno depositate presso la cancelleria della Corte di cassazione, i deputati Mara Mucci, Aris Prodani e Adriana Galgano.
  Ai fini degli adempimenti previsti dall'articolo 6, primo comma, della legge n. 352 del 1970, i deputati che intendano sottoscrivere le suddette richieste di referendum potranno recarsi presso l'Aula delle Giunte (Servizio Prerogative e immunità, II piano, Palazzo dei Gruppi), a partire da giovedì 26 maggio e dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 19.
  Una volta raggiunto il quorum costituzionale di un quinto dei componenti della Camera, i fogli recanti le firme saranno consegnati ai deputati delegati, su richiesta degli stessi, ai fini dei successivi adempimenti previsti dalla citata legge n. 352 del 1970.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 26 maggio 2016, alle 10,30:

  Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:
   MARCO MELONI ed altri; FONTANELLI ed altri; FORMISANO; LORENZO GUERINI ed altri; PALESE; ROBERTA AGOSTINI ed altri; ZAMPA; D'ALIA; ROCCELLA ed altri; CENTEMERO; CARLONI ed altri; GIGLI ed altri; PARRINI ed altri; QUARANTA ed altri; MAZZIOTTI DI CELSO ed altri; TONINELLI ed altri; D'ATTORRE ed altri; MUCCI e PRODANI; VARGIU ed altri; CRISTIAN IANNUZZI; MISURACA; PISICCHIO: Disposizioni in materia di partiti politici. Norme per favorire la trasparenza e la partecipazione democratica. (C. 2839-3004-3006-3147-3172-3438-3494-3610-3663-3693-3694-3708-3709-3724-3731-3732-3733-3735-3740-3788-3790-3811-A).
  — Relatori: Richetti, per la maggioranza; Toninelli e Quaranta, di minoranza.

  La seduta termina alle 21,45.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MAURIZIO BARADELLO SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE (A.C. 3822).

  MAURIZIO BARADELLO. Il decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42 alla nostra attenzione, già approvato dal Senato dove è stato oggetto di un lungo ed approfondito esame, reca disposizioni in materia di istruzione, di formazione superiore e di ricerca finalizzate a migliorare il sistema italiano del sapere, valorizzandone le eccellenze.
  A questi temi il gruppo di Democrazia solidale – Centro democratico ha sempre guardato con una particolare attenzione, convinto non da ora che sono queste le leve che alimentano lo sviluppo e la competitività dell'Italia.
  Per quanto riguarda la ricerca, in particolare, ricordiamo che Democrazia solidale-centro democratico ha visto approvata Pag. 168la scorsa settimana una propria mozione alla quale il Governo ha dato parere favorevole e con la quale l'Esecutivo si è impegnato, tra l'altro ad investire nella ricerca e nello sviluppo tecnologico cercando di raggiungere gli obiettivi indicati dalla Strategia Europa 2020;a valorizzare; a valorizzare e rafforzare le competenze scientifiche presenti nel Paese; a presentare in Parlamento, in vista della prossima manovra finanziaria e ad integrazione del documento di economia e finanza 2016, un quadro chiaro degli indirizzi e delle priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica, definendo il quadro delle risorse finanziarie da attivare nei prossimi anni, assicurando il coordinamento con le altre politiche nazionali e tenendo conto delle iniziative, dei contributi e delle realtà di ricerca regionali, secondo quanto stabilito dall'articolo 1 del d.lgs n.204/1998; a rafforzare i patti di collaborazione con i sistemi di ricerca e innovazione promossi dalle Regioni e dalle Province Autonome, nel rispetto dell'autonomia costituzionale degli enti regionale provinciali in relazione all'esercizio delle loro competenze; infine a rafforzare l'impegno nei settori umanistici della ricerca anche favorendo la collaborazione con gli altri settori del sapere.
  Democrazia solidale-Centro democratico esprime dunque un giudizio complessivamente positivo sul provvedimento, pur non ignorando alcune debolezze che esso presenta sia nel metodo che nel merito.
  Ci rammarichiamo, altresì, della mancata approvazione dell'emendamento a firma Santerini, che con riferimento al concorso recentemente bandito per sessantamila posti e che vede in alcune regioni un'eccedenza di candidati ed in altre una carenza rispetto ai posti in concorso, proponeva l'introduzione di una graduatoria nazionale provvisoria per i candidati (che hanno superato il concorso ma non sono stati assunti) da stabilizzare nel corso del tempo, superando il tradizionale balletto di nomine di docenti che rinunciano per non allontanarsi dalla loro regione e semplificando una procedura così complessa.
  Nel corso dell'esame al Senato il provvedimento, originariamente composto da quattro articoli, si è arricchito di ulteriori undici articoli. A ciò si aggiungono due ulteriori previsioni inserite nel disegno di legge di conversione. L'articolo 1, comma 2, lettera a), del disegno di legge di conversione, interviene sulla delega in materia di riordino del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, contenuta nella legge n. 107 del 2015, riferendo la determinazione degli standard nazionali per la valutazione – oltre che al conseguimento del diploma di specializzazione – al periodo di tirocinio (e non di apprendistato). Sul tema ricordiamo che il gruppo Democrazia solidale-Centro democratico ha presentato una risoluzione (n. 7-00970) a firma Santerini, attualmente in corso di discussione presso la VII «Commissione Cultura che interviene proprio sul nuovo sistema per il reclutamento dei docenti nella scuola secondaria statale previsto dalla legge 13 luglio 2015, n. 107, c.d. «Buona Scuola», precisando, in particolare, che dovrà essere definito come poter assumere tramite concorsi nazionali l'alto numero di docenti già abilitati che non saranno immessi in ruolo in virtù del concorso in atto e come meglio delineare quello che appare un lungo iter formativo per coloro che vorranno in futuro prepararsi alla funzione di docenza. Nella risoluzione citata viene ritenuto essenziale chiarire se e in quale punto del predetto percorso formativo venga previsto il conseguimento di una abilitazione e prevedere nei concorsi un test psico-attitudinale che consenta di preselezionare, anche dal punto di vista della personalità dei docenti, il personale immesso nella scuola, mentre si sottolinea, inoltre, la necessità di destinare risorse alle scuole e alle università per retribuire la supervisione e il tutoring dei docenti in formazione.
  L'articolo 1, comma 2, lettera b), interviene sulla delega in materia di istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni, di cui alla citata legge n.107. In particolare, esso dispone la definizione dei fabbisogni Pag. 169standard (e non più dei livelli essenziali) delle prestazioni della scuola dell'infanzia e dei servizi educativi per l'infanzia, previsti dal Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali (che contiene le prestazioni socio-assistenziali e ad integrazione socio-sanitaria dei comuni, diffuse sul territorio nazionale). La modifica, introdotta al Senato, corregge – secondo quanto sottolineato dal relatore – un principio e criterio direttivo della delega sullo 0-6 anni prevista dalla legge n. 107 del 2015, sostituendo l'espressione ’livelli essenziali’ con ’fabbisogni standard’, in quanto i livelli essenziali presupporrebbero l'universalità del diritto mentre sul segmento 0-3 anni l'obiettivo europeo è di assicurare il 33 per cento di copertura del servizio. Nonostante questa precisazione, tuttavia, permangono dei dubbi riguardo alla modifica in commento, in quanto sembrerebbe che nell'erogazione di tali servizi si garantisca solo l'aspetto economico dal momento che il fabbisogno standard costituisce un indicatore del bisogno finanziario ottimale per erogare una quantità di prestazioni adeguata a garantire i livelli essenziali delle stesse.
  Tra le misure previste sono da segnalare: il raddoppio del compenso per i commissari del concorso a cattedre, la certezza nei pagamenti delle supplenze brevi, entro 30 giorni, l'assunzione di docenti della scuola dell'infanzia, lo stanziamento di fondi per proseguire con il programma «scuole belle», 12 milioni all'anno per gli alunni disabili che frequentano le paritarie e un bonus di 500 euro per i diciottenni, anche extracomunitari residenti in Italia. Inoltre, 3 milioni all'anno da destinare in maniera permanente, per la scuola di dottorato del Gran Sasso Science Institute.
  Si tratta di un testo che, come sottolineato dallo stesso Governo, ha recepito e formalizzato richieste che giungono direttamente dal mondo della scuola ed adottato secondo un metodo di concertazione con tutti i soggetti interessati.
  Esso reca, dunque, soluzioni a problemi annosi quale per esempio quello dei pagamenti delle supplenze, rispetto ai quali stabilisce chiare norme di responsabilità per i ritardi, in capo agli uffici amministrativi sia del MIUR sia del MEF. Al riguardo il Governo ha dichiarato infondati i timori espressi dai dirigenti scolastici, i quali ovviamente risponderanno di eventuali loro inadempienze e non di quelle imputabili ad altri soggetti.
  Sempre per quanto riguarda il corpo docente si segnala lo stanziamento di ulteriori 8 milioni di euro alle risorse già in cantiere per il concorsone, finalizzato – come si accennava – al raddoppio dei compensi rispetto a quelli attuali dei commissari. Una disposizione questa che risponde anche all'esigenza di motivare i docenti più competenti e di esperienza ad affrontare il ruolo di commissario di concorso. Le risorse stanziate arriveranno da un taglio al fondo di funzionamento, ma saranno restituiti, nel 2017, allo stesso fondo utilizzando i risparmi della Buona Scuola.
  Il provvedimento contiene, altresì, disposizioni che intervengono, correggendole, su alcune criticità relative alla legge 13 luglio 2015, n.107, la cosiddetta «buona scuola», che stanno emergendo con la sua applicazione.
  Al riguardo il decreto-legge in esame estende all'anno scolastico 2016/2017 e ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2015-2016(quindi anche attraverso il piano straordinario) la possibilità di richiedere l'assegnazione provvisoria interprovinciale, anche nell'ambito dell'organico di fatto, in deroga a quanto previsto dalla «buona scuola» che imponeva l'impossibilità di chiedere l'assegnazione provvisoria per i primi tre anni.
  In tale cornice va, altresì, collocata la proroga dal 31 agosto al 15 settembre 2016 del termine per le immissioni in ruolo del personale docente della scuola statale.
  Il provvedimento prevede, inoltre, l'assunzione entro il prossimo settembre di oltre 1.700 docenti della scuola dell'infanzia inseriti nelle graduatorie di merito del 2012. Si tratta degli idonei (in maggioranza donne) del concorsone Profumo. Pag. 170Stabilendo l'interregionalità delle assunzioni, anche per le iscritte nelle tre regioni che non hanno disponibilità di posti all'infanzia e alle elementari (Lazio, Campania e Sicilia) la norma in commento apre la possibilità di assunzione su scala nazionale.
  Tra le misure che accogliamo con particolare favore sottolineiamo quella, già citata, che prevede la corresponsione dal 2017 di un contributo di 12, 2 milioni di euro annui per le scuole paritarie in proporzione al numero degli alunni disabili frequentanti: tale previsione costituisce un piccolo ma decisivo passo per rendere realmente fruibile il diritto di scelta tra scuola pubblica e scuola paritaria, anche per quelle famiglie che vivono il dramma della disabilità.
  Sulla disabilità il decreto interviene anche con la previsione relativa all'introduzione in via transitoria di una nuova modalità di calcolo dell'ISEE relativo ai nuclei familiari con componenti diversamente abili, anche ai fini del riconoscimento di prestazioni scolastiche agevolate, in attesa dell'adozione delle modifiche al regolamento vigente volte a recepire le recenti sentenze del Consiglio di Stato. Per tali soggetti, il calcolo è effettuato escludendo dal reddito disponibile, ai fini ISEE, tutti i trattamenti della pubblica amministrazione già esenti dalla tassazione ai fini IRPEF, percepiti in ragione della condizione di disabilità e prevedendo un unico parametro di maggiorazione della scala di equivalenza con riferimento alle spese e alle franchigie per i soggetti disabili o non autosufficienti, indipendentemente dalla loro età anagrafica.
  Siamo assolutamente favorevoli, altresì, all'estensione – a tutti i residenti in Italia che compiono 18 anni nel 2016 – dunque anche ai cittadini extracomunitari in possesso, ove previsto, del permesso, di soggiorno in corso di validità – dell'assegnazione della card per acquisti culturali dell'importo di 500 euro. Quasi trentamila ragazzi stranieri, la maggior parte dei quali hanno alle spalle una storia di povertà di guerra e di violenze nei propri Paesi d'origine, potranno, al pari dei loro coetanei italiani, utilizzare la card per ingressi a teatro, cinema, musei, mostre e (altri) eventi culturali, spettacoli dal vivo, nonché per l'acquisto di libri e per l'accesso a monumenti, gallerie e aree archeologiche e parchi naturali, in modo da approcciarsi in maniera più concreta alla cultura del nostro Paese e non solo.
  Bene anche la disposizione che reca l'autorizzazione di spesa di 64 milioni di euro al fine di assicurare la prosecuzione dal 1o aprile 2016 al 30 novembre 2016 degli interventi di mantenimento del decoro e della funzionalità degli immobili adibiti a sede di istituzioni scolastiche ed educative statali (c.d. programma «scuole belle») Queste risorse si aggiungono, dunque, ai 450 milioni utilizzati a decorrere dall'1 luglio 2014 e fino al 30 marzo 2016. L'onere è coperto, in base a quanto disposto dall'articolo 3 del decreto-legge in esame, in parte (15 milioni) mediante parziale utilizzo delle economie per l'acquisto di servizi esternalizzati, in parte (49 milioni) mediante riduzione del Fondo per il funzionamento delle scuole.
  Viene previsto, altresì, che per lo svolgimento di attività di pulizia nelle scuole, la possibilità di far ricorso alle convenzioni Consip, anche nei territori in cui queste non siano attive, siano scadute o sospese. Al riguardo il Governo ha tenuto a precisare che non si tratta di proroghe di appalti in violazione delle disposizioni sui contratti pubblici. L'appalto CONSIP, ancora vigente, infatti, è valido fino alla fine di quest'anno, sicché il decreto-legge è solo volto ad individuare nuove risorse per un contesto amministrativo assolutamente legittimo. L'unico aspetto di anomalia è dovuto ad un contenzioso giudiziario in atto in Campania, essendo peraltro venuto a soluzione quello della Sicilia. Quanto poi alla sollecitazione di reinternalizzare i servizi, sempre il Governo mette in guardia chi propugna le assunzioni, giacché queste dovrebbero avvenire per concorso e lasciare fuori cospicui contingenti di lavoratori, Pag. 171che invece troverebbero più facilmente occupazione nel contesto dell'affidamento degli appalti.
  Positive anche le misure introdotte con riferimento al sistema della formazione superiore e della ricerca, finalizzate: a rendere stabile, attraverso il reperimento delle necessarie risorse la scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute, all'attivazione – nelle more della definizione di una disciplina organica – delle scuole di specializzazione non mediche (per veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi) e alla diminuzione, ai fini di consentire alle università maggiori margini di valutazione, del limite minimo dei crediti formativi universitari (CFU) da riconoscere, il termine dei percorsi realizzati dagli ITS, agli studenti che intendono iscriversi ad un corso universitario.
  Tra le disposizioni introdotte al Senato si segnala quella finalizzata a modificare la disciplina relativa all'ordinamento professionale dei periti industriali, con particolare riguardo all'innalzamento del titolo di studio richiesto per l'accesso alla professione (contemperato da una necessaria disciplina transitoria) e alla soppressione dei requisiti previsti per la partecipazione all'esame di Stato relativi al periodo di pratica e/o formazione professionale. Tali previsioni, inserita al fine di ottemperare a quanto richiesto a livello europeo circa l'innalzamento del livello dei titoli professionali, risulta nel contesto normativo vigente in materia, decisamente penalizzante per i periti industriali, in quanto li costringerebbe – dopo il conseguimento del diploma – ad intraprendere studi universitari al fine di poter esercitare la professione. Considerando che circa 1'85% dei periti tecnici trovano lavoro già al quarto anno del loro percorso di studi, sarebbe auspicabile che il Governo intervenisse per migliorare questa previsione.
  Per quanto detto e sulla base delle riflessioni esposte, il gruppo di Democrazia solidale-Centro democratico voterà la fiducia chiesta dal Governo su questo provvedimento e darà il proprio voto favorevole al provvedimento stesso.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI GIORGIO LAINATI, MARCO RONDINI, GIOVANNI MONCHIERO E PAOLA BINETTI SUL DISEGNO DI LEGGE (A.C. 2617-B)

  GIORGIO LAINATI. Gentile presidente, onorevoli colleghi, negli ultimi vent'anni, in Italia così come in Europa, abbiamo assistito ad un risveglio della società civile organizzata e allo sviluppo del Terzo Settore, a seguito di importanti processi di trasformazione sociale, politica e culturale.
  La crisi del welfare state, inoltre, ha costretto gli Stati e le società dei Paesi cosiddetti avanzati a rivedere priorità e modalità di erogazione dei servizi sociali Il settore delle imprese ha subito e continua a subire trasformazioni così come la pubblica amministrazione.
  In questo quadro in continua evoluzione, il ruolo del terzo settore risulta essere sempre più importante all'interno del nastro sistema socio-economico.
  Il provvedimento al vaglio di quest'aula mira proprio a valorizzare quelle realtà del Terzo Settore che seppur diversificate tra loro hanno in comune alcune caratteristiche fondamentali, tra le quali l'assenza di scopo di lucro, che si traduce nell'obbligo di reinvestire gli utili nelle attività istituzionali, e la natura giuridica privata.
  Questo per dire che al di là del settore in cui operano, che può variare dall'assistenza sociale alla sanità, dalla cultura allo sport ed cooperazione internazionale, il fenomeno, anche in base agli ultimi dati forniti dall'Istat che fotografa un quadro in continua crescita ed evoluzione, ha determinato nel tempo una sempre maggiore professionalizzazione del capitale umano impiegato e una progressiva tendenza a garantirne la stabilizzazione a livello contrattuale, seppur la vera ricchezza del settore non profit è costituita dalla forza lavoro volontaria (personale non retribuito). Pag. 172
  In questi anni di rapido sviluppo, il terzo settore è stato disciplinato attraverso normative settoriali, che hanno senz'altro avuto il merito di inquadrare e sostenere fenomeni di grande valore – pensiamo al volontariato, alla cooperazione sociale, all'associazionismo di promozione sociale – ma lo hanno fatto in modo disorganico, ciascuna norma interessandosi solo di un particolare tipo di organizzazione, talvolta originando inquadramenti giuridici e trattamenti fiscali tra loro non sovrapponibili e di dubbia coerenza.
  Ed è proprio per questi motivi che già da tempo si sentiva l'esigenza di riorganizzare il settore attraverso una revisione organica del sistema per renderlo più efficiente e trasparente, e mi riferisco in particolar modo all'articolo 4 del disegno di legge che riordina e revisiona la disciplina del Terzo settore anche attraverso una maggiore trasparenza della gestione amministrativa e dei rendiconti, non dimenticando la diversa natura delle poste contabili, in relazione al perseguimento dell'oggetto sociale.
  Disciplinare gli obblighi di controllo interno, di rendicontazione, di trasparenza e d'informazione nei confronti degli associati, dei lavoratori e dei terzi, differenziati anche in ragione della dimensione economica dell'attività svolta e dell'impiego di risorse pubbliche era un atto dovuto per rendere più snello anche il sistema di controllo relativo all'effettivo svolgimento del servizio prestato.
  Non solo, la delega al Governo, poi, prevede la possibilità di approfondire gli aspetti fiscali, oggi caratterizzati da troppe norme, spesso specifiche per ciascuna forma giuridica, rispetto alla quale sarà necessario cercare soluzioni di grande semplificazione.
  L'auspicio di Alleanza liberal popolare autonomie è che i rimandi ai decreti attuativi presenti nel disegno di legge possano essere vagliati quanto prima per dare definitivamente avvio ad una nuova stagione in cui i cittadini abbiano l'opportunità per auto-organizzarsi, partecipando attivamente alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali abbandonati, con azioni di sviluppo locale e di promozione turistica del territorio.
  Il disegno di legge fornisce anche una risposta concreta nel settore del welfare per affrontare le nuove povertà con percorsi integrati di inclusione sociale e lavorativa senza dimenticare i percorsi mirati di inserimento lavorativo per le persone disabili.
  Noi di Alleanza liberal popolare autonomie abbiamo seguito attentamente tutto l’iter del disegno di legge e possiamo affermare senza ombra di dubbio che gli emendamenti licenziati dal Senato, al quale voto noi abbiamo partecipato attivamente, abbiano notevolmente migliorato l'impianto originario del testo.
  Una legge quadro più chiara quindi, più semplice, facilmente applicabile e con una visione nitida, capace di promuovere e favorire la cittadinanza attiva, la coesione sociale ed il benessere dei cittadini e delle comunità.
  Alleanza liberal popolare autonomie esprime voto favorevole.

  MARCO RONDINI. Il disegno di legge del quale concludiamo l'esame presenta diversi profili di incostituzionalità. L'esercizio della funzione legislativa non può difatti essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.
  In ragione della complessità della materia trattata dalla delega, i principi e i criteri direttivi alla base di tale provvedimento ci sono apparsi e ci appaiono ancora talmente ampi e generalistici da far presupporre l'impossibilità effettiva di rispettare la legge di delegazione, producendo nei fatti un eccesso di delega che, se sottoposta al giudizio della Corte costituzionale, ne comporterebbe inevitabilmente una dichiarazione di illegittimità.
  Il presente disegno di legge prevede soluzioni inadeguate, secondo noi, come quella di accentrare le competenze a livello statale istituendo un registro unico e affidando all'Agenzia delle entrate e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali Pag. 173il controllo sull'andamento delle attività, senza del resto istituire nessun organo specifico di vigilanza.
  Contiene, inoltre, interventi disomogenei rispetto al contesto della riforma, come prevedere la trasformazione del servizio civile in servizio civile universale senza che sia dichiarato cosa in realtà si intenda con questo aggettivo. Una mera enunciazione di un significante senza che ad esso sia associato un significato univoco.
  Le disposizioni nell'ambito del servizio civile appaiono sganciate dal contesto del disegno di legge delega e non organiche. A conferma di ciò, ove sono indicati i criteri e i principi direttivi generali, non si fa alcun riferimento al tema della revisione del servizio civile, né vengono citati gli articoli 52 e 11 della Costituzione che rappresentano la struttura portante dell'istituto.
  La partecipazione degli extracomunitari a questa attività, viola palesemente il rispetto della sovranità nazionale e il concetto stesso di identità che debbono, invece, caratterizzare un istituto come quello del servizio civile, nato dalla volontà di istituire un sistema alternativo alla leva obbligatoria.
  La previsione, poi, di un registro unico del terzo settore, al fine di favorirne la piena conoscibilità in tutto il territorio nazionale, oltre ad apparire in contrasto con il rispetto delle prerogative delle regioni, ai sensi anche della disciplina costituzionale prevista dal Titolo V, non definisce la natura giuridica dell'iscrizione e quale sia l'ambito soggettivo degli enti obbligati alla registrazione.
  Ci saremmo aspettati una riforma in grado, da un lato, di restituire al terzo settore la dignità della sua missione volta, nel rispetto del principio della sussidiarietà orizzontale, ad assorbire il gap di intervento statale sulle questioni di impatto sociale e, dall'altro lato, di garantire formule di controllo e vigilanza sulle degenerazioni che nel tempo hanno investito il mondo del no profit.
  Per quanto riguarda il servizio civile siamo ancora più perplessi forse, infatti non tutti sanno che, da almeno sette anni, oltre il 90 per cento degli enti di servizio civile sono monitorati, gestiti, controllati non dallo Stato centrale, bensì dalle regioni. Stiamo parlando della totalità degli enti locali – perché il servizio civile, checché ne dicano molti cosiddetti esperti, è svolto, almeno nel 50 per cento dei casi, presso gli enti locali – e della miriade di organizzazioni no profit a dimensione regionale e subregionale.
  Ci sembra assurdo che lo Stato si illuda di riuscire, da qualche scrivania di qualche dipartimento della Presidenza del Consiglio, a controllare migliaia di realtà locali, di conoscere in quale realtà c’è bisogno reale di attivare posizioni di servizio civile ed in quali.
  Il controllo sul territorio lo si fa stando sul territorio, operando su di esso, e in questo le regioni rappresentano lo strumento migliore e quello più adatto. Altrimenti, che cosa accadrà ?
  Quello che è già accaduto in passato, ovverosia uno spreco di risorse pubbliche. Nel recente passato, sono state decine le interrogazioni parlamentari che hanno denunciato abusi, sprechi ed omissioni nel piccolo mondo del servizio civile, quasi sempre ad opera di realtà che, teoricamente, dovevano essere controllate da una qualche scrivania dei palazzi romani.
  Mantenere l'attuale quadro di delega alle regioni fa bene allo Stato, ai territori e alle nostre comunità, ma soprattutto fa bene ai nostri ragazzi.
  Alla luce di queste considerazioni non possiamo che dichiarare un voto contrario della Lega Nord a questa legge.

  GIOVANNI MONCHIERO. Signora Presidente, Onorevoli Colleghi ! Stiamo per votare un testo che arriva in quest'aula per la seconda volta, e che ha subito ampie modifiche rispetto alla sua formulazione originaria. Il testo è stato approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati il 9 aprile 2015, dopo l'esame, in sede referente, presso la XII Commissione affari sociali. Trasmesso al Senato (A.S. 1870) è stato esaminato in sede referente alla Commissione Affari costituzionali, ed Pag. 174approvato, con modifiche, dall'Assemblea del Senato il 30 marzo scorso.
  Il fatto che Governo e maggioranza abbiano deciso di non modificare il testo del Senato si deve alla riconosciuta necessità di evitare un palleggio di modifiche fra le due assemblee che avrebbe ulteriormente ritardato l'entrata in vigore di una normativa urgente e necessaria. Alcune delle argomentazioni ascoltate nella discussione odierna costituiscono uno spot formidabile a favore dell'abrogazione del bicameralismo perfetto.
  Il terzo settore è diventato sempre più centrale nell'economia e nella società italiana e, in anni di crisi, rappresenta un comparto che è comunque riuscito a crescere.
  Oggi al no profit vengono assegnati compiti essenziali in materia di assistenza, sanità, e cultura. Nel contesto di uno Stato molto presente ma di rado efficiente, costretto dalla crisi economica a contenere la spesa pubblica, il Terzo settore ha assunto un ruolo complementare, talvolta suppletivo, nel garantire il pieno accesso ai servizi di Welfare.
  La crescita costante del no profit non è stata però accompagnata da altrettanta chiarezza nelle definizioni teoriche e negli assetti normativi. Le cronache ci riferiscono, purtroppo, episodi sconcertanti che, se non devono indurci a fare di ogni erba un fascio, nondimeno ci impongono di affinare la nostra capacità di discernimento e di normazione. Questo disegno di legge si propone proprio di colmare questa lacuna e il testo licenziato dal Senato amplia e migliora sensibilmente quello originario.
  È stato inserito, l'articolo 10 che ha suscitato un aspro dibattito. Ebbene, tale norma prevede l'istituzione della Fondazione Italia Sociale, che, mediante l'apporto di risorse finanziarie e competenze gestionali, avrà il compito di raccogliere finanziamenti e organizzare le iniziative e gli strumenti innovativi di finanza sociale.
  La norma prevede che la Fondazione si ispiri a principi di efficacia e trasparenza, e che trasmetta alle Camere una relazione annuale sulle attività svolte.
  Fra le novità introdotte dal Senato, il rafforzamento del servizio Civile Universale, la razionalizzazione dei settori di interesse generale, l'introduzione di norme in materia di contabilizzazione che consentano di separare nettamente le poste contabili in relazione al perseguimento dei fini sociali, il rafforzamento della lotta al dumping contrattuale.
  Quest'ultima è una norma di equità, già prevista per il settore degli appalti pubblici ma che dovrebbe essere ulteriormente rafforzata proprio per evitare forme di concorrenza sleale fra appaltatori che si ripercuotono negativamente sui diritti dei lavoratori.
  Vorrei evidenziare che il Senato ha purtroppo abrogato l'ultimo periodo del 5o comma dell'articolo 1, che era stato introdotto durante l'esame in aula del provvedimento e che aveva lo scopo di evitare il cosiddetto »scorrimento” dei termini per l'esercizio della delega. Si tratta di piccola cosa, ma verrebbe da pensare che le cattive abitudini sono dure a morire.
  Ritengo, invece, particolarmente positiva l'apposizione di una serie di limiti all'entità del rimborso spese per le attività svolte da volontari, preservando così la peculiarità del volontariato che deve comportare la gratuità delle prestazioni rese anche al fine di evitare ogni possibile commistione con attività di lavoro dipendente.
  Il nostro giudizio sul testo in esame è complessivamente positivo, con l'auspicio naturalmente che il Governo sappia fare un uso tempestivo e corretto della delega e produca decreti legislativi che realmente contribuiscano a migliorare un corpo di norme che oggi è non è esente da ridondanze e contraddizioni.
  Annuncio quindi il voto favorevole del Gruppo di Scelta Civica.

  PAOLA BINETTI. Giunge oggi in Aula il disegno di legge: Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale.
  Punto di forza di questa legge è il quadro normativo chiaro in cui colloca il Pag. 175terzo settore, sottraendolo a quella forma di limbo confuso in cui le buone intenzioni giustificavano anche alcune ambiguità e si correva il rischio che qualcuno ne approfittasse: riducendo la qualità dei servizi; creando condizioni stipendiali sproporzionate per alcuni dirigenti; giustificando una serie di evasioni fiscali inaccettabili... In questo disegno di legge di delega c’è una visione precisa dei soggetti a cui la legge si riferisce; si chiedono loro statuti ben precisi, una amministrazione rigorosa e una puntuale descrizione delle attività svolte in coerenza con la propria mission, che può essere anche molto ampia. Ma che deve garantire competenza ed efficienza. La buona volontà o la volontà di far cose buone costituiscono condizioni necessarie e non sufficienti: occorre far bene il bene, soprattutto quando il suo impatto sociale è molto alto.
  La norma sul Terzo settore può diventare una delle molle di sviluppo del Paese non solo e non tanto sul piano economico dove per altro ha un'enorme capacità di mobilizzazione, ma soprattutto sul piano etico per la qualità e la quantità delle risorse che riesce ad attivare a livello di coesione sociale, di solidarietà e di integrazione. È davvero un obiettivo altissimo anche a livello politico, un obiettivo che fa risuonare le parole di Paolo VI quando diceva che la politica era la più alta forma di amore verso i cittadini.
  Qualcuno ha considerato questa legge delega una sorta di svolta epocale, che potrebbe liberare un enorme potenziale sociale, che finora non si è potuto esprimere in modo adeguato proprio per mancanza di un quadro normativo arcaico e disordinato. È fondamentale non banalizzare la portata innovativa dei diversi articoli e non rinchiudere lo spazio del terzo settore in confini angusti e soffocanti. Fino ad ora l'intero settore ha vissuto in un perimetro ibrido, spesso ai margini di una applicazione rigida di norme, che non coglievano la ricchezza di creatività e di flessibilità di cui c’è bisogno proprio in questo campo, per mettere in atto iniziative a misura del contesto e dei bisogni che si evidenziano di volta in volta...
  La rigidezza non si addice al terzo settore, che ha bisogno di intercettare bisogni emergenti per giungere dove lo stato non è ancora arrivato, perché è proprio lì che può marcare una strada nuova, sfidando pregiudizi e ribaltando consuetudini improduttive. Quando qualcuno dice: Non si può fare... qualcuno nel terzo settore mostra invece che è possibile, no problem ! Se l'ostruzionismo burocratico ne decreta la morte, le sfide difficili ne accendono la fantasia e mobilitano energie insospettate. E questo è forse l'obiettivo principale della legge: valorizzare tutto ciò che è stato fatto in un clima di assoluta gratuità, di volontariato !, per aprire spazi nuovi e nuove prospettive, individuando nuove strategie e nuovi modelli di intervento, con un minimo di regolamentazione.
  Oggi abbiamo bisogno di sperimentare nuove forme di welfare, che senza sostituirsi allo Stato ne anticipino i cambiamenti positivi. Penso alle nuove forme di housing sociale, alle molteplici esperienze nel campo dell'inserimento professionale, alle forme rivoluzionarie di commercio solidale e di acquisti sociali; al riciclo di beni e servizi; a questa nostra società di anziani che ha bisogno di valorizzarne il capitale di esperienza e di generosità; alle più svariate forme di attrazione di capitali a lungo termine e a basso rendimento.
  C’è bisogno però di ridurre la pressione fiscale per incoraggiare iniziative che potranno apparire anche a tanti investitori degne di essere sostenute e incoraggiate. La legge non ignora né la complessità sociale di questo mondo, né le devianze a cui abbiamo assistito più recentemente, per cui interviene a disciplinare in modo chiaro ma leggero, stando ben attenta a non appiattire un settore che ha bisogno di ali per esprimere le sue potenzialità di servizio e di accoglienza. Ma non vuole che si trasformino in privilegi quelli che sono obblighi di servizio.
  L'articolo 1 definisce cosa si debba intendere quando si parla di Terzo settore: alle finalità civiche e solidaristiche sono state aggiunte quelle di utilità sociale, diventate una sorta di filo conduttore che Pag. 176corre lungo tutto il testo. Le attività di interesse generale, proprie del Terzo settore, possono essere realizzate in modi diversi mediante forme di: volontariato, associazionismo, cooperative/impresa sociale.
  In altri termini appare chiaro che nel Terzo settore confluiscono quelle che possiamo chiamare le migliori energie del paese, sotto il profilo etico ed umano, ma anche sotto il profilo tecnico e professionale e vi confluiscono liberamente e gratuitamente. Nessuno può essere obbligate a partecipare o a porre in essere iniziative da terzo settore ! Ma per organizzare tutte queste energie, per canalizzarle opportunamente al fine che si propongono, è necessario che ci siano persone che vi si dedichino anche professionalmente e a cui spetta una giusta remunerazione. È il delicato equilibrio di tutte le iniziative in questo ambito: tenere insieme la gratuità di chi collabora liberamente e la professionalità di chi ci lavora, con un contratto non dissimile da quello degli altri professionisti in analoghi settori. Per questo i tre modi elencati: azione volontaria e gratuita, tipica del volontariato, logiche proprie della mutualità, tipiche di ogni forma di associazionismo e produzione e scambio di beni e servizi, come accade con le cooperative e con le imprese sociali possono convivere in uno stesso contesto ad alta densità valoriale sotto il profilo sociale.
  Nel testo licenziato dal Senato, l'attività economica privata da riconoscere e favorire, è quella il cui svolgimento, secondo le finalità e nei limiti di cui al provvedimento in esame, può concorrere ad elevare i livelli di tutela dei diritti civili e sociali. Al centro dell'attenzione in altri termini non c’è l'attività economica in se. Ma il ruolo che svolge a tutela dei diritti sociali e civili. Il tema dei diritti nel Terzo settore, coerentemente con la cultura del nostro tempo, definito il secolo dei diritti, e quindi centrale nel disegno di legge di delega. L'accento non è tanto messo sui bisogni di classi fragili, quanto sui loro diritti, non è nella benevolenza di chi dà, ma nel diritto di chi riceve...
  L'articolo 3 detta principi e criteri relativi alla personalità giuridica di enti del Terzo settore, impegnandolo soprattutto nella trasparenza della gestione economica. La storia di questi ultimi anni ha rivelato troppe volte il volto buio del terzo settore, le sue ombre, spesso collusive con ambienti di devianza, che offendono la buona volontà di chi ha dato con generosità, ma si pongono anche in conflitto con la legge e la legalità. L'articolo 4, disciplina i principi e i criteri direttivi ai quali dovranno uniformarsi i decreti cui sarà affidato il riordino e la revisione della disciplina del Terzo settore è stato modificato in più parti. L'articolo 5 contiene i principi e i criteri direttivi cui devono attenersi i decreti legislativi con i quali si provvede al riordino e alla revisione organica della disciplina vigente in materia di attività di volontariato, di promozione sociale e di mutuo soccorso.
  All'articolo 6 del testo attuale è stata modificata la definizione di impresa sociale che diventa una organizzazione privata che svolge attività di impresa secondo le finalità dell'articolo 1 e destina i propri utili al conseguimento dell'oggetto sociale per cui rientra nel complesso degli enti del Terzo settore. L'inserimento ope legis dell'impresa sociale nel Terzo settore è compensata da una definizione più stringente e da maggiori vincoli nell'utilizzo degli utili, per cui l'impresa deve adottare modalità di gestione responsabili e trasparenti e deve favorire il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività. Si dispone anche l'allargamento dei settori di attività per le imprese sociali e si stabilisce l'obbligo di redigere il bilancio ai sensi degli articoli 2423 e seguenti del codice civile. La lettera g) prevede la ridefinizione delle categorie di lavoratori svantaggiati sulla base delle nuove forme di esclusione sociale, con riferimento ai principi di pari opportunità e non discriminazione; ne traggono vantaggio soprattutto le persone con disabilità.
  L'articolo 8 ha per oggetto la delega al Governo per il riordino e la revisione della disciplina del Servizio civile universale, al Pag. 177Senato è stato reintrodotto il concetto di difesa non armata, contenuto nel testo originario nel disegno di legge delega e il Servizio civile universale è stato aperto anche agli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. L'articolo 9 contiene principi e criteri a cui deve uniformarsi il legislatore per introdurre misure agevolative e di sostegno economico in favore degli enti del Terzo settore, con lo scopo di armonizzare la disciplina tributaria e le diverse forme di fiscalità di vantaggio. Per chi opera nel terzo settore è vitale che le risorse faticosamente raccolte con varie iniziative di fundraising, non vengano assorbite dalla pressione fiscale che si scarica anche su di loro... L'articolo 10, inserito al Senato, istituisce la Fondazione Italia Sociale, una fondazione di diritto privato con finalità pubbliche che, mediante l'apporto di risorse finanziarie e competenze gestionali, avrà il compito di sostenere, attrarre e organizzare iniziative filantropiche e strumenti innovativi di finanza sociale.
  Le 10 parole chiave della legge delega sono: chiarezza nelle finalità; competenza nelle iniziative; trasparenza nella organizzazione; rigore nella rendicontazione; flessibilità nella gestione; creatività nella progettazione; valorizzazione della generosità; aderenza ai bisogni; integrazione dei modelli; rispetto delle diversità tipiche del terzo settore.
  Resta comunque di grande rilievo il rimando costante ad una autocertificazione previa che presuppone autocontrollo e un vero e proprio atteggiamento di auto-vigilanza. È quello che chiameremmo senso di responsabilità in una gestione fortemente ancorata ad una solida etica pubblica. Questa legge pone le basi di un Terzo settore positivamente competitivo per la qualità dei servizi offerti e per le condizioni economiche a cui vengono offerti: una sfida all'intero sistema, che vale la pena raccogliere... Ora tocca ai decreti attuativi tradurre tutto ciò in possibilità concrete, che mantengano lo spirito della legge, favoriscano il coinvolgimento dei cittadini consentendo loro di andare al di là dello strettamente dovuto, per anticipare quello che lo Stato non è ancora in condizione di fare realizzare e venire incontro ai bisogni emergenti delle classi e delle situazioni a più alta densità di problematicità. Le famose periferie di cui parla papa Francesco....

Pag. 178

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2839 E ABB.

Pdl n. 2839 e abb. – Disposizioni in materia di partiti politici.

Discussione generale: 8 ore.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatori di minoranza 20 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 15 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 35 minuti
 Partito Democratico 46 minuti
 MoVimento 5 Stelle 35 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 33 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 32 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 32 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Demo cratico 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 31 minuti
 Misto: 33 minuti
  Conservatori e Riformisti 8 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 6 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti
  USEI – IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 3 minuti
  FARE! – PRI 3 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3822 - voto finale 398 389 9 195 268 121 84 Appr.
2 Nom. Ddl 2617-B - em. 1.2 352 337 15 169 87 250 84 Resp.
3 Nom. em. 1.3 375 372 3 187 84 288 84 Resp.
4 Nom. em. 1.6 376 373 3 187 83 290 84 Resp.
5 Nom. em. 1.9 379 378 1 190 86 292 84 Resp.
6 Nom. em. 1.10 382 360 22 181 101 259 84 Resp.
7 Nom. em. 1.11 379 375 4 188 103 272 84 Resp.
8 Nom. articolo 1 388 268 120 135 254 14 84 Appr.
9 Nom. em. 2.1 392 384 8 193 67 317 84 Resp.
10 Nom. em. 2.2 391 387 4 194 98 289 84 Resp.
11 Nom. em. 2.6 384 381 3 191 104 277 84 Resp.
12 Nom. em. 2.5 383 380 3 191 103 277 84 Resp.
13 Nom. em. 2.7 387 385 2 193 106 279 84 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.4 388 387 1 194 127 260 84 Resp.
15 Nom. em. 2.3 398 396 2 199 140 256 83 Resp.
16 Nom. articolo 2 406 350 56 176 260 90 82 Appr.
17 Nom. em. 3.1 407 356 51 179 92 264 82 Resp.
18 Nom. em. 3.3 407 385 22 193 77 308 82 Resp.
19 Nom. em. 3.6 410 384 26 193 76 308 82 Resp.
20 Nom. em. 3.7 404 392 12 197 128 264 82 Resp.
21 Nom. em. 3.18 405 295 110 148 35 260 82 Resp.
22 Nom. em. 3.13 398 367 31 184 90 277 82 Resp.
23 Nom. em. 3.12 402 380 22 191 118 262 82 Resp.
24 Nom. em. 3.15 402 370 32 186 111 259 82 Resp.
25 Nom. em. 3.16 406 399 7 200 115 284 82 Resp.
26 Nom. em. 3.14 390 343 47 172 91 252 82 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 3 404 302 102 152 284 18 82 Appr.
28 Nom. em. 4.2 398 370 28 186 119 251 82 Resp.
29 Nom. em. 4.1 399 371 28 186 94 277 82 Resp.
30 Nom. em. 4.6 397 373 24 187 117 256 82 Resp.
31 Nom. em. 4.8 407 370 37 186 106 264 82 Resp.
32 Nom. em. 4.7 404 380 24 191 94 286 82 Resp.
33 Nom. em. 4.9 400 351 49 176 89 262 82 Resp.
34 Nom. em. 4.10 405 392 13 197 129 263 81 Resp.
35 Nom. em. 4.35 405 396 9 199 130 266 81 Resp.
36 Nom. em. 4.11 405 381 24 191 92 289 81 Resp.
37 Nom. em. 4.14 408 382 26 192 116 266 81 Resp.
38 Nom. em. 4.15 406 358 48 180 70 288 81 Resp.
39 Nom. em. 4.12 404 357 47 179 91 266 81 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 4.13 401 328 73 165 67 261 81 Resp.
41 Nom. em. 4.24 409 356 53 179 87 269 81 Resp.
42 Nom. em. 4.23 407 390 17 196 89 301 81 Resp.
43 Nom. em. 4.22 397 366 31 184 103 263 82 Resp.
44 Nom. em. 4.37 399 371 28 186 92 279 81 Resp.
45 Nom. em. 4.29 404 366 38 184 107 259 81 Resp.
46 Nom. em. 4.28 414 404 10 203 110 294 81 Resp.
47 Nom. em. 4.32 399 369 30 185 111 258 82 Resp.
48 Nom. articolo 4 405 301 104 151 286 15 82 Appr.
49 Nom. em. 5.1 404 378 26 190 97 281 82 Resp.
50 Nom. em. 5.50 398 325 73 163 69 256 82 Resp.
51 Nom. em. 5.4 409 377 32 189 115 262 82 Resp.
52 Nom. em. 5.5 404 360 44 181 101 259 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 5.51 402 387 15 194 129 258 81 Resp.
54 Nom. em. 5.7 404 363 41 182 82 281 81 Resp.
55 Nom. em. 5.8 408 380 28 191 74 306 81 Resp.
56 Nom. em. 5.10 410 371 39 186 101 270 81 Resp.
57 Nom. em. 5.13 407 373 34 187 107 266 81 Resp.
58 Nom. em. 5.11 403 369 34 185 65 304 81 Resp.
59 Nom. em. 5.12 391 359 32 180 97 262 81 Resp.
60 Nom. em. 5.15 378 343 35 172 93 250 81 Resp.
61 Nom. articolo 5 396 289 107 145 276 13 81 Appr.
62 Nom. em. 6.3, 6.17 387 380 7 191 100 280 80 Resp.
63 Nom. em. 6.4 385 368 17 185 96 272 81 Resp.
64 Nom. em. 6.5 378 364 14 183 94 270 81 Resp.
65 Nom. em. 6.6 381 326 55 164 77 249 81 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 6.7 361 335 26 168 98 237 81 Resp.
67 Nom. em. 6.8 368 359 9 180 122 237 81 Resp.
68 Nom. em. 6.18 367 363 4 182 110 253 81 Resp.
69 Nom. em. 6.19 370 366 4 184 108 258 81 Resp.
70 Nom. em. 6.10 372 368 4 185 110 258 81 Resp.
71 Nom. em. 6.9 369 366 3 184 113 253 81 Resp.
72 Nom. em. 6.20 360 357 3 179 104 253 81 Resp.
73 Nom. em. 6.21 363 361 2 181 108 253 81 Resp.
74 Nom. em. 6.12 359 339 20 170 86 253 81 Resp.
75 Nom. em. 6.13 354 335 19 168 85 250 81 Resp.
76 Nom. em. 6.14 349 333 16 167 84 249 81 Resp.
77 Nom. em. 6.16 337 333 4 167 119 214 81 Resp.
78 Nom. em. 6.15 324 301 23 151 98 203 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo 6 330 306 24 154 220 86 81 Appr.
80 Nom. em. 7.3 318 289 29 145 73 216 103 Resp.
81 Nom. em. 7.9 318 300 18 151 75 225 103 Resp.
82 Nom. em. 7.11 340 322 18 162 93 229 102 Resp.
83 Nom. articolo 7 355 353 2 177 259 94 102 Appr.
84 Nom. em. 8.15 352 338 14 170 20 318 102 Resp.
85 Nom. em. 8.19 357 298 59 150 30 268 102 Resp.
86 Nom. em. 8.16 366 362 4 182 9 353 102 Resp.
87 Nom. em. 8.20 366 363 3 182 91 272 102 Resp.
88 Nom. em. 8.17 366 327 39 164 78 249 101 Resp.
89 Nom. em. 8.4 360 332 28 167 97 235 101 Resp.
90 Nom. em. 8.5 368 330 38 166 82 248 100 Resp.
91 Nom. em. 8.13 371 369 2 185 35 334 100 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 8.6 373 334 39 168 22 312 100 Resp.
93 Nom. em. 8.14 361 345 16 173 16 329 100 Resp.
94 Nom. em. 8.7 374 338 36 170 88 250 100 Resp.
95 Nom. em. 8.8 362 356 6 179 102 254 100 Resp.
96 Nom. em. 8.10 367 330 37 166 85 245 100 Resp.
97 Nom. articolo 8 364 280 84 141 269 11 100 Appr.
98 Nom. em. 9.2 363 345 18 173 105 240 100 Resp.
99 Nom. em. 9.3 361 338 23 170 84 254 100 Resp.
100 Nom. em. 9.4 357 334 23 168 84 250 100 Resp.
101 Nom. em. 9.50 356 290 66 146 51 239 100 Resp.
102 Nom. em. 9.5 368 341 27 171 96 245 100 Resp.
103 Nom. articolo 9 370 344 26 173 266 78 100 Appr.
104 Nom. em. 10.1, 10.24, 10.37 318 317 1 159 104 213 97 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 10.2 320 316 4 159 98 218 97 Resp.
106 Nom. em. 10.3 324 324 163 101 223 97 Resp.
107 Nom. em. 10.4 229 229 115 2 227 97 Resp.
108 Nom. em. 10.5 338 338 170 103 235 97 Resp.
109 Nom. em. 10.26, 10.41 338 337 1 169 100 237 97 Resp.
110 Nom. em. 10.27, 10.42 327 325 2 163 94 231 97 Resp.
111 Nom. em. 10.33 338 336 2 169 98 238 97 Resp.
112 Nom. em. 10.39 339 320 19 161 22 298 97 Resp.
113 Nom. em. 10.6, 10.34 337 336 1 169 101 235 97 Resp.
114 Nom. em. 10.7 336 334 2 168 98 236 97 Resp.
115 Nom. em. 10.35 341 340 1 171 81 259 97 Resp.
116 Nom. em. 10.10 336 320 16 161 74 246 96 Resp.
117 Nom. em. 10.43 338 329 9 165 86 243 96 Resp.
INDICE ELENCO N. 10 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 10.11 335 322 13 162 67 255 96 Resp.
119 Nom. em. 10.8 334 325 9 163 83 242 96 Resp.
120 Nom. em. 10.9 335 327 8 164 86 241 96 Resp.
121 Nom. em. 10.28, 10.44 336 333 3 167 92 241 96 Resp.
122 Nom. em. 10.13 338 330 8 166 88 242 96 Resp.
123 Nom. em. 10.14 339 337 2 169 95 242 96 Resp.
124 Nom. em. 10.50 337 331 6 166 88 243 96 Resp.
125 Nom. em. 10.29 336 317 19 159 76 241 96 Resp.
126 Nom. em. 10.45 336 329 7 165 87 242 96 Resp.
127 Nom. em. 10.46 339 333 6 167 91 242 96 Resp.
128 Nom. em. 10.16 339 332 7 167 91 241 96 Resp.
129 Nom. em. 10.51 333 332 1 167 94 238 96 Resp.
130 Nom. em. 10.15 338 336 2 169 95 241 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. em. 10.17, 10.30, 10.47 340 338 2 170 96 242 96 Resp.
132 Nom. em. 10.18, 10.31, 10.48 333 332 1 167 92 240 96 Resp.
133 Nom. em. 10.36 338 336 2 169 46 290 96 Resp.
134 Nom. em. 10.52 336 334 2 168 35 299 96 Resp.
135 Nom. em. 10.49 327 323 4 162 36 287 96 Resp.
136 Nom. em. 10.19 333 331 2 166 90 241 96 Resp.
137 Nom. em. 10.32 306 304 2 153 66 238 96 Resp.
138 Nom. em. 10.20 327 325 2 163 87 238 96 Resp.
139 Nom. em. 10.21 341 338 3 170 94 244 96 Resp.
140 Nom. em. 10.22 335 333 2 167 90 243 96 Resp.
141 Nom. articolo 10 319 318 1 160 226 92 96 Appr.
142 Nom. em. 11.2 326 324 2 163 89 235 96 Resp.
143 Nom. articolo 11 325 308 17 155 236 72 96 Appr.
INDICE ELENCO N. 12 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 156)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nom. odg 9/2617-B/7 312 243 69 122 12 231 96 Resp.
145 Nom. odg 9/2617-B/8 320 318 2 160 13 305 95 Resp.
146 Nom. odg 9/2617-B/12 324 305 19 153 67 238 95 Resp.
147 Nom. odg 9/2617-B/19 320 319 1 160 83 236 95 Resp.
148 Nom. odg 9/2617-B/21 313 310 3 156 77 233 95 Resp.
149 Nom. odg 9/2617-B/22 322 321 1 161 82 239 95 Resp.
150 Nom. odg 9/2617-B/23 323 321 2 161 78 243 95 Resp.
151 Nom. odg 9/2617-B/24 316 316 159 65 251 95 Resp.
152 Nom. odg 9/2617-B/25 318 314 4 158 59 255 95 Resp.
153 Nom. odg 9/2617-B/26 320 320 161 83 237 95 Resp.
154 Nom. odg 9/2617-B/27 321 321 161 86 235 95 Resp.
155 Nom. odg 9/2617-B/28 320 313 7 157 62 251 95 Resp.
156 Nom. odg 9/2617-B/29 313 298 15 150 66 232 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 13 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 157 AL N. 158)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
157 Nom. odg 9/2617-B/35 322 321 1 161 82 239 95 Resp.
158 Nom. Ddl 2617-B - voto finale 317 317 159 239 78 94 Appr.