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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 619 di mercoledì 4 maggio 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Capelli, Carbone, Catania, Dambruoso, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Leva, Locatelli, Manciulli, Marotta, Mazziotti Di Celso, Merlo, Miotto, Pes, Piccoli Nardelli, Ravetto, Realacci, Sanga, Sani, Schullian, Turco, Velo e Venittelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodieci, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,30.

  La seduta, sospesa alle 9,05, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato (A.C. 2039-A); e delle abbinate proposte di legge: Franco Bordo e Palazzotto; Catania ed altri; Faenzi ed altri; De Rosa ed altri (A.C. 902-948-1176-1909).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2039-A: Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato; e delle abbinate proposte di legge: Franco Bordo e Palazzotto; Catania ed altri; Faenzi ed altri; De Rosa ed altri nn. 902-948-1176-1909.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo Civati 4.03.
  Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere sul subemendamento 0.8.8.1 delle Commissioni, che è in distribuzione. In tale ultimo parere, la V Commissione ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sull'emendamento Mariani Pag. 28.8 all'approvazione del subemendamento 0.8.8.1 delle Commissioni, e ha conseguentemente revocato il parere contrario precedentemente espresso sull'emendamento Mariani 8.8.

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2039-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2039-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite a tale articolo, segnalate per la votazione.
  Onorevole Braga, identici emendamenti Zaratti 5.1 e De Rosa 5.2 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti Russo 5.6, Matarrese 5.7, Zaratti 5.8, Fauttilli 5.9 e Grimoldi 5.35 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Pellegrino 5.10 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Zaccagnini 5.12 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ciracì 5.13 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Pellegrino 5.14 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Segoni 5.50 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. No, guardi questo è quello consequenziale all'emendamento 4.50 che abbiamo spostato qui, quindi aveva già espresso un parere favorevole. Ce l'ha nel nuovo fascicolo a pagina 5.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Scusi, perché non ho il nuovo fascicolo...

  PRESIDENTE. È l'ulteriore spacchettamento dell'emendamento Segoni riformulato 1.31.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Ah, ok, allora parere favorevole, scusi.

  PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti Pellegrino 5.17 e De Rosa 5.18 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.19 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Segoni 5.20 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.21 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

Pag. 3

  PRESIDENTE. De Rosa 5.22 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.23 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.24 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Segoni 5.25 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Russo 5.40 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Russo 5.26 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Matarrese 5.33 ?

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Non abbiamo articoli aggiuntivi, abbiamo finito qua.
  Onorevole De Rosa, i pareri sugli identici emendamenti Zaratti 5.1 e De Rosa 5.2 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti Russo 5.6, Matarrese 5.7, Zaratti 5.8, Fauttilli 5.9 e Grimoldi 5.35 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Pellegrino 5.10 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Zaccagnini 5.12 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Ci rimettiamo all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Ciracì 5.13 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Pellegrino 5.14 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Segoni 5.50 ? È la parte residua dell'emendamento Segoni 1.31.

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti Pellegrino 5.17 e De Rosa 5.18 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.19 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Segoni 5.20 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.21 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.22 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.23 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. De Rosa 5.24 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Segoni 5.25 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Russo 5.40 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Russo 5.26 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Matarrese 5.33 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Segoni, i pareri sugli identici emendamenti Zaratti 5.1 e De Rosa 5.2 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti Russo 5.6, Matarrese 5.7, Zaratti 5.8, Fauttilli 5.9 e Grimoldi 5.35 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Pellegrino 5.10 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 5.12 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Ciracì 5.13 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Pellegrino 5.14 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 5.50 ?

Pag. 5

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Pellegrino 5.17 e De Rosa 5.18 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.19 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 5.20 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.21 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.22 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.23 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.24 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 5.25 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Russo 5.40 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Russo 5.26 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Matarrese 5.33 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Invito ora l'onorevole Zaratti ad esprimere i pareri.
  Sugli identici emendamenti Zaratti 5.1 e De Rosa 5.2 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti Russo 5.6, Matarrese 5.7, Zaratti 5.8, Fauttilli 5.9 e Grimoldi 5.35 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Pellegrino 5.10 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 5.12 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Ciracì 5.13 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Pellegrino 5.14 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 5.50 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Pellegrino 5.17 e De Rosa 5.18 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.19 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 5.20 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.21 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.22 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.23 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 5.24 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 5.25 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Russo 5.40 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Russo 5.26 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Matarrese 5.33 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zaratti 5.1 e De Rosa 5.2.
  Chiederei ai colleghi di prendere posto, perché poi non possiamo tenere troppo a lungo la votazione aperta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presiedente, proprio sull'articolo 5 arriviamo al fulcro del provvedimento e, cioè, la rigenerazione urbana: quella parte di provvedimento che, in teoria, non doveva stare qui, perché l'urbanistica, in teoria, non dovevamo toccarla con questo disegno di legge.
  Dispiace vedere che i colleghi della maggioranza non abbiano compreso come sia importante questo disegno di legge, perché questo disegno di legge, come altre proposte fatte dal Movimento 5 Stelle – come il reddito di cittadinanza e il piano energetico nazionale –, sono proposte che possono aiutare il Paese, possono aiutare la produzione e spostarla verso l'innovazione, la ricerca, possono spostare l'edilizia verso migliori pratiche, come la riqualificazione e il recupero delle aree urbane, e possono procurare migliaia di posti di lavoro alle piccole e medie imprese. Ma, probabilmente, delle piccole e medie imprese interessa poco a questo Governo: interessano solo i grandi gruppi lobbistici, che gestiscono le grandi multinazionali e che possono avere i lavori tramite il nuovo Codice degli appalti o il vecchio codice degli appalti.
  La sostanza è sempre la stessa: grandi opere affidate sempre agli stessi, mentre qui stiamo parlando di lavoro diffuso su tante piccole e medie imprese che possono portare benessere al Paese e a tutti i cittadini, oltre a maggiori entrate per lo Stato. Peccato che con questo articolo andiamo ancora...

  PRESIDENTE. Colleghi, se abbassate un po’ il tono della voce è meglio. Siamo appena all'inizio della mattinata. Prego, onorevole De Rosa.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Peccato che con questo articolo andiamo ancora non a limitare il consumo di suolo, ma a facilitare i meccanismi di deroga urbanistica e vincolistica. D'altra parte, i membri più attivi della maggioranza su questo testo sono i deputati romani del PD, che non hanno soddisfatto, probabilmente, la loro cultura della deroga applicata su Roma. Lo scandalo di «Mafia capitale» – dobbiamo ricordarlo – è interamente riconducibile alla cultura del disinvolto uso delle deroghe.
  Per questo motivo, chiediamo che su questi identici emendamenti si voti a favore, perché non si può portare avanti una cultura delle deroghe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zaratti 5.1 e De Rosa 5.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, onorevole Nicchi, Fossati. Ci siamo ? D'Incecco sta salendo, Pagano. Colleghi, non iniziate, perché sapete che è il primo voto: al primo voto, aspettiamo che i colleghi entrino ed inseriscano la tessera.
  Pagano, Argentin, Gribaudo, Piccioni, Lavagno. Forza.

  ARTURO SCOTTO. Tre minuti, Presidente !

Pag. 8

  PRESIDENTE. Siamo assolutamente nella norma, colleghi.
  Lavagno. Sblocchiamo la postazione dell'onorevole Lavagno. Carrozza e, poi, chiudiamo. Forza, Carrozza. Mi faccia un segno. Carrozza ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Il numero legale è raggiunto per tre deputati: presenti 194 più 20 figurativi, totale 214.
  Non viene il risultato, se me lo fate vedere, la Camera respinge lo posso dire, ma il risultato non viene, non so perché.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  194   
   Maggioranza   98   
    Hanno votato
   1    
    Hanno votato
no  193    
  Sono in missione 104 deputati).

  (I deputati Simoni, Fabbri e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo agli identici emendamenti Russo 5.6, Matarrese 5.7, Zaratti 5.8, Fauttilli 5.9 e Grimoldi 5.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
  Colleghi, scusate, abbassate il tono della voce, perché, altrimenti, l'onorevole Russo non può parlare. Prego, onorevole Russo, ci provi.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Il rischio è che non mi senta.

  PRESIDENTE. Che non si senta lei medesimo, voleva dire.

  PAOLO RUSSO. Certo !

  PRESIDENTE. Prego.

  PAOLO RUSSO. Presidente, questi identici emendamenti, per quanto apparentemente marginali, danno l'esatta cifra dell'insensatezza di questa norma, che, pur ispirata a nobili intenti, rischia di franare straordinariamente rispetto alla concreta applicazione. Una norma che, così come è confezionata, è sostanzialmente ideologica...

  PRESIDENTE. Colleghi, veramente, abbassate il tono della voce. Non c’è bisogno di stare proprio zitti, ma di non urlare, magari, sì. Prego, onorevole.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Una norma che indica vincoli, che indica obblighi, che offre divieti, che comporta adempimenti su adempimenti, che alimenta la burocrazia, che comporta la riscrittura di decreti e di ulteriori decreti; una norma che dimentica, viceversa, di valorizzare le opportunità, di valorizzare in chiave strategica le finalità. Noi condividiamo tutto, a partire dalla necessità di utilizzare lo strumento della rigenerazione delle aree urbane degradate come elemento di valorizzazione culturale, prima che elemento dal punto di vista più squisitamente urbanistico.
  Intanto sarebbe utile comprendere come mai, nel mentre questa norma è fatta tutta con un'efficacia accelerata, per quanto attiene agli strumenti per alimentare la rigenerazione urbana viceversa si prevede una corsia diversa, con delega. Questo emendamento indica soltanto, offre soltanto, nell'ambito della delega, la possibilità, l'opportunità, consentitemelo, la necessità, che deriva dal buonsenso, che deriva dalle migliori esperienze dal punto di vista urbanistico nazionale ed europeo: quella necessità che può utilizzare, che deve utilizzare la leva fiscale come orientatore di azioni etiche dal punto di vista contenutistico, di rigenerazione delle aree degradate, con un profilo che ha evidentemente un profilo sociale; e proprio perché ha un profilo sociale, prevede degli incentivi fiscali. Non lo diciamo solo noi, non lo dicono i tanti colleghi che hanno presentato un emendamento sostanzialmente analogo: lo dicono anche molti avveduti esperti del mondo dell'ambientalismo militante, lo dicono insomma da più parti e lo dicono anche i liberali, quelli che vorrebbero meno divieti e maggiori opportunità, misurate ovviamente su che cosa ? Pag. 9Misurate, queste opportunità, su quella molla, su quella leva, su quello strumento fiscale che genera eguaglianza, che genera, guardate, anche pari opportunità di fronte alle condizioni che gli enti locali possono offrire.
  Per questa ragione mi permetto di insistere nel sollecitare la riflessione di quest'Aula, perché niente di meno si introduca un elemento rivoluzionario, cioè la possibilità di utilizzare gli incentivi fiscali per alimentare in senso positivo la rigenerazione delle aree urbane degradate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, con questo emendamento noi chiediamo che venga inserita un'agevolazione fiscale che favorisca la rigenerazione urbana, nel presupposto, anche accertato, che l'orientamento economico di un settore come quello che stiamo cercando di attuare – si parla di riconvertire l'edilizia sulla riqualificazione, sulla rigenerazione, per evitare il consumo di suolo – possa avvenire attraverso degli incentivi piuttosto che attraverso i divieti, che sono molto presenti in questa legge. Questo è dimostrato dai fatti: molte delle leggi regionali in essere richiedono che sia l'agevolazione fiscale l'elemento dominante, il principale. Ne abbiamo anche un tangibile esempio: l'abbiamo avuto con gli ecobonus, con cui siamo riusciti a dar vita ad un ciclo economico virtuoso, che ha interessato molte imprese piccole e medie, proprio perché l'utente era incentivato dall'agevolazione fiscale.
  Quindi, credo che, in un articolo di delega al Governo per stabilire dei criteri di rigenerazione urbana, delega di per sé molto complessa perché bisogna stare molto attenti a non andare ad inficiare quelle buone pratiche che sono già presenti nelle leggi regionali, sia inconcepibile il mancato inserimento di agevolazioni fiscali, elemento determinante per dare un segnale di voler effettivamente riorientare un settore.
  E ribadisco: un settore si orienta con gli incentivi, con la presenza di alternative più convenienti e migliori per realizzare qualcosa che ha una pubblica utilità, che ha un pubblico interesse, che ha una necessità primaria, che è quella di favorire la sostituzione edilizia e la rigenerazione urbana.
  Se noi vogliamo effettivamente cambiare ed evitare il consumo di suolo, solo con degli incentivi possiamo rendere più appetibile questo percorso, piuttosto che con dei divieti: i divieti pongono l'attività economica nell'impossibilità di operare, quindi la spengono, la chiudono, e non danno nessun vantaggio né all'occupazione né all'obiettivo finale, che è quello di non consumare suolo.
  Quindi, ribadiamo: in un'ottica liberale, ma anche in un'ottica di mercato, l'incentivo è fondamentale; e questo è dimostrato ed è rilevabile in tutte le esperienze che vi sono a livello regionale sulla rigenerazione.
  Ciò sarà presente anche in un successivo emendamento che presenteremo, che ha proprio l'ottica di incentivare un percorso virtuoso: non a parole, non con i divieti, ma con fatti tangibili; e questo credo sia un elemento principe e determinante, se vogliamo davvero evitare il consumo di suolo con interventi efficaci, e non interventi ideologici fatti di soli divieti e contrapposizioni, che a nulla portano, se non allo spegnimento di un'attività economica che ancora oggi è rilevante in questo Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Signora Presidente, credo che, per dare un giudizio compiuto rispetto alla tematica di cui stiamo discutendo, occorrerebbe affrontare nella sua globalità il testo di legge, perché noi stiamo discutendo di un aspetto importante, che riguarda la delega al Governo in materia di rigenerazione delle aree urbanizzate degradate, che in questo contesto deve essere limitato dal punto di vista Pag. 10della corretta definizione tecnico-giuridica.
  Inviterei l'Aula ad affrontare invece giustamente il tema delle misure di incentivazione riflettendo sull'articolo 8 di questo strumento: non a caso porta in una parte successiva le modalità con le quali abbiamo costruito un percorso, recependo peraltro le indicazioni che la Commissione bilancio ci ha fornito, che identificano l'inserimento di un percorso di agevolazione, di supporto, di incentivazione delle procedure di rigenerazione non in una logica indeterminata di sgravio fiscale tout court, ma all'interno di un percorso adeguato, in cui l'elemento del sostegno di carattere incentivante viene attribuito agli elementi che sono alla base di questo tipo di percorso, e cioè il costo di costruzione e gli oneri di urbanizzazione. Diversamente rischieremmo di introdurre un elemento di adulterazione del mercato, perché introdurre meccanismi fiscali inadeguati dal punto di vista dell'equilibrio complessivo del sistema rischierebbe di creare una condizione che potrebbe portare anche ad eventuali bolle speculative, bolle immobiliari.
  Peraltro, lo vorrei ricordare a chi in quest'Aula ci ha accusati a vario titolo... Lo dico così, alla Presidenza: a noi fa piacere essere passati, nel giro di quindici giorni, dal novero dei privatizzatori dall'acqua al novero di quelli che sono sottoposti alla lobby dei palazzinari; forse quando discuteremo in materia di sicurezza ci sentiremo accusare di essere i nuovi jihadisti, così completeremo anche l'opera del macchiettismo fumettistico con il quale in quest'Aula taluni parlano dal punto di vista della descrizione delle politiche.
  Vorrei ricordare, a quelli che sono più impegnati nella lettura dei tweet che non nella lettura degli articolati normativi, che esiste già un percorso di sostegno fiscale che va proprio nella direzione del sostegno alle piccole e medie imprese artigiane, che si chiama credito d'imposta, che si chiama ecobonus che ha generato importanti risposte dal punto di vista occupazionale, dal punto di vista del sostegno alla domanda in un settore delicato come quello delle piccole e medie imprese artigiane; e già questo di per sé smonta tutto quel castello di chiacchiere che è stato messo insieme in questa circostanza.
  Per cui, sotto questo profilo (e concludo, signora Presidente), vorrei che affrontassimo nella sua globalità il tema delle misure di incentivazione, perché, quando arriveremo alla discussione dell'articolo 8, discuteremo lì di un recepimento – se l'Aula lo riterrà, nella sua sovranità, di doverlo sottoscrivere – che consente corrette e adeguate misure di incentivazione, che stanno anche alla base dell'applicazione dell'importante strumento normativo, che noi qui introduciamo, della rigenerazione urbana, che è uno degli elementi qualificanti di questo strumento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signora Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Presidente, quanto detto dall'onorevole Borghi lo condivido: le cose che ha detto sono vere. Abbiamo l’ecobonus, abbiamo il credito di imposta, abbiamo tutte queste piccole misure, che però non hanno fatto scattare il volano della rigenerazione urbana, non hanno fatto scattare il volano della ristrutturazione. Perché ? Perché comunque, alla fine, per un'impresa costa molto, molto meno costruire il nuovo che rigenerare, men che meno rigenerare che ristrutturare, che risanare, che riqualificare, che tutto quello che è intorno alla «r».
  Ebbene, è proprio questo per cui noi chiediamo un vero incentivo per le imprese e per i cittadini, perché il capitale possa essere veramente distribuito e non Pag. 11concentrato in poche mani, in grandi società immobiliari che fanno le loro speculazioni immobiliari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, molto è stato fatto, è stato ricordato, ma vorrei ricordare anche che, per quanto riguarda l’ecobonus, rimane ancora aperta la parte della farraginosità con cui i cittadini possono ottenere il rimborso. Quindi, penso che dovremmo sostenere ancora gli interventi di rigenerazione urbana e, da questo punto di vista, reintrodurre degli incentivi sarebbe opportuno.
  Voglio ricordare, in questa occasione, che stiamo parlando di una delega al Governo senza alcun riferimento alle volumetrie esistenti né alle volumetrie che potranno essere realizzate, quindi è una delega troppo ampia al Governo e non siamo sicuri di quello che poi avverrà in sede di delega. Avremmo preferito che non ci fosse la delega e comunque che fosse limitata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Presidente, intervengo per dichiarare voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, qui non si contestano alla maggioranza gli atti già fatti per incentivare l’ecobonus e la rigenerazione di alcune parti degli edifici (ma non certo una rigenerazione urbana), si contesta il fatto che si dà una delega in bianco al Governo. Questo non è considerato un favore ai grandi costruttori per radere al suolo intere aree di città e poterle ricostruire ?
  Nella delega al Governo non viene data assolutamente nessuna nota sul rispetto degli standard ambientali, della disciplina urbanistica, dei limiti dimensionali, non c’è assolutamente nessun accenno a questo; quindi, si rischia che non si vogliano dare gli incentivi, però, dall'altra parte, con una delega in bianco il Governo potrebbe stabilire – e l'ha già fatto varie volte – una regola qualunque per gli ambiti territoriali urbani da rigenerare, quindi regole che vanno fuori dal testo unico dell'edilizia, regole che possono essere premiali per il costruttore e portare a un aumento di cubature, modifica delle sagome e mancanza di servizi e dei più elementari bisogni dei cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, la delega, effettivamente, come già ripetuto, è troppo vaga, sia riguardo, ad esempio, l'identificazione dei precisi obiettivi prestazionali sia altri criteri che andranno a definire la rigenerazione urbana. Ovviamente è positivo che si introduca finalmente questo concetto nel nostro ordinamento, che si continui con l'intenzione di spingere sugli incentivi dell’ecobonus rendendoli appunto più semplificati e meno complessi per i cittadini, ma è chiaro che qui c’è il vulnus originario del mancato approfondimento degli articoli 5 e 6; ovviamente la delega sta qui ad attestarlo, perché non ce ne siamo occupati noi e non abbiamo legiferato noi, come Parlamento, ma deleghiamo al Governo. È un rammarico, perché sicuramente si poteva fare un buon lavoro qui in Parlamento, con un po’ più di tempo e volontà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, volevo solo precisare, all'interno di quest'Aula, che le misure che fino ad oggi sono state messe in campo sono assolutamente inefficaci ed insufficienti, sul fonte della rigenerazione urbana.Pag. 12
  Brevemente: le detrazioni fiscali dette ecobonus al 55 o 65 per cento in realtà partono da un presupposto di avere un tetto massimo per ogni tipo di intervento. Quindi, nel momento in cui c’è da fare un intervento complessivo di riqualificazione globale di un intero condominio, per un'azienda che investe e cerca di sistemare complessivamente l'intero condominio vi sono dei tetti di spesa che sono incompatibili con quella che è la possibilità di andare a detrarre; la misura è poi riservata soltanto a persone fisiche. Credo che ci sia veramente un problema.
  Se non capite che la rigenerazione urbana deve partire dalla disincentivazione del nuovo, IVA al 4 per cento e ristrutturazione al 10, siete completamente fuori strada e ogni volta andate ad occupare nuovo suolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole su questo emendamento di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Presidente, intervengo per stigmatizzare in maniera molto forte questo articolo, che esemplifica la mancanza di coraggio proprio della maggioranza parlamentare, in un punto che è saliente, nel bene o nel male, per questo provvedimento: non si va a legiferare ma a lasciare al Governo una delega, una delega molto ampia. Vedremo nel prosieguo che la maggior parte degli emendamenti che andavano a cercare di inserire dei correttivi o comunque delle misure un po’ più virtuose per indirizzare in maniera più corretta il provvedimento verranno poi respinti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, perché è importante inserire questo emendamento all'interno di questa proposta di legge ? Perché lo dicono i fatti: nella legge di stabilità dell'anno scorso e nella legge stabilità di quest'anno avete previsto dei fondi per la rigenerazione urbana che di fatto non vengono ancora erogati perché mancano i bandi. Quindi, probabilmente, l'unico strumento che ci rimane, come parlamentari, per rendere attuative o comunque rendere obbligatorie delle attività di incentivazione per il recupero delle aree degradate è metterle dentro questo provvedimento, perché appunto le promesse fatte, soprattutto durante le finanziarie, di fatto si stanno trasformando sempre in marchette elettorali alla vigilia delle solite comunali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 5.6, Matarrese 5.7, Zaratti 5.8, Fauttilli 5.9 e Grimoldi 5.35, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Formisano, Vico, Zan.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  351   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  220).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 5.10, con il parere contrario Pag. 13delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Fregolent, Tidei, Pastorino, Casellato, Frusone, Librandi, Sandra Savino.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  356   
   Votanti  345   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  251).    

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 5.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza di Sinistra Italiana-SEL e di Alternativa Libera-Possibile, mentre il relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Monchiero, Gutgeld, Casellato, Vico, Luciano Agostini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  358   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  266).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciracì 5.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Zan, Di Lello, Grimoldi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  367   
   Votanti  352   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  256).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 5.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Intervengo per annunciare il voto favorevole di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Credo sia quanto mai necessario ribadire la questione degli spazi interstiziali, degli spazi verdi, soprattutto nelle città, che non vengono ricompresi all'interno della delega in maniera chiara. Se noi non riusciamo a progettare le città in maniera da mantenere il verde esistente, è difficile che avremo delle città che daranno una qualità della vita migliore dal punto di vista del raffreddamento climatico, per quanto riguarda gli spazi fruibili dalla cittadinanza, gli spazi verdi. Credo che questa tematica, anche se può sembrare marginale, sia molto importante per tutti quanti noi, per tutte le persone, soprattutto per i bambini, per le persone più piccole, che hanno bisogno di questi luoghi per crescere in maniera sana.

Pag. 14

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole su questo emendamento di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Volevo spendere due parole su questo emendamento completamente condivisibile; d'altronde ne abbiamo presentati di simili, uno è stato votato anche ieri e purtroppo respinto. È fondamentale andare a salvaguardare gli spazi verdi interstiziali, fazzoletti di terra vergine di parchi che attualmente vengono aggrediti dal cemento e dall'asfalto, anche perché ricordiamolo i comuni in difficoltà finanziaria preferiscono ricoprirli di materiale lapideo, di pietra, di asfalto, per abbassare i costi di manutenzione del verde pubblico. Questa è una cosa assolutamente da deprecare per motivi di decoro urbano, di decoro esteriore, per motivi naturalistici e, come ricordato anche ieri in un mio precedente intervento, per il raffrescamento degli ambienti urbani, che altrimenti d'estate diventano assolutamente incandescenti per colpa della perdita di questi spazi che servono alla città a respirare e a trasudare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 5.14, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Gadda.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  369   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  90    
    Hanno votato
no  279).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 5.50, (parte consequenziale dell'emendamento 4.50).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole su questo emendamento di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Questo è – diciamo così – il sopravvissuto di un emendamento molto più ampio che andava in maniera molto chirurgica a sistemare diversi passaggi di questo testo, andando a fare in modo che la visione dell'urbanistica e dell'edilizia fosse compatibile con una concezione dell'assetto territoriale e della programmazione territoriale compatibile con la salvaguardia dell'ambiente, dei beni, e delle proprietà pubbliche e private dai fenomeni di dissesto idrogeologico.
  Almeno in alcuni punti, come in questo caso specifico, questa nostra proposta è stata accettata, ce ne compiacciamo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 5.50 (parte consequenziale dell'emendamento 4.50), con il parere favorevole Pag. 15delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Fossati, Palma, Sisto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  374   
   Votanti  372   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 355    
    Hanno votato
no   17).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pellegrino 5.17 e De Rosa 5.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, inseriamo qui un emendamento che ricalca quello richiesto dalla Commissione cultura. Abbiamo visto durante l'iter di questa legge, sia in Aula, che in Commissione, che sono stati accettati tutti i rilievi che andavano nella direzione di consumare più suolo, di fare deroghe e di non tutelare il paesaggio. In questo caso vediamo un emendamento assolutamente innocuo e di buon senso che arriva dalla Commissione cultura all'unanimità, quindi anche da parte della maggioranza, ma la Commissione ambiente e la Commissione agricoltura insieme hanno deciso di bocciarlo, i relatori hanno deciso di bocciarlo. Non si riesce a capire il motivo per cui alcuni emendamenti arrivati dalla Commissione cultura sono stati spesso bocciati e messi da parte, mentre tutti i rilievi che sono arrivati da chi intende appunto consumare il territorio, avere più libertà, mano libera, grazie anche a questa delega sul territorio urbanizzato, sono sempre stati accolti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Per dichiarare il voto favorevole di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Questo è proprio un emendamento che segue i principi della nostra Costituzione. L'articolo 9 che parla della tutela del paesaggio non è praticamente quasi mai applicato. Noi chiediamo con questo emendamento, sottoscrivendo quanto voluto dalla Commissione cultura e quanto esplicitato dall'articolo 9 della Costituzione, che venga salvaguardato non solo l'impatto ambientale, ma anche quello paesaggistico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Per fare un po’ di dietrologia. Avevamo presentato un emendamento identico in Commissione e anche lì era stato respinto, non abbiamo ritenuto utile insistere anche in Aula. Questi sostanzialmente, andrebbe ricordato alla maggioranza, sono degli emendamenti derivati da dei pareri che la Commissione cultura ha espresso in fase di studio di questo provvedimento e, visto che sono stati recepiti diversi pareri delle varie Pag. 16Commissioni, sembra quanto meno singolare che non si vada a recepire un parere della Commissione cultura in cui si chiede di andare a tutelare anche un bene molto importante per il nostro Paese come quello del paesaggio.
  Si tratta di un bene assolutamente imprescindibile per una nazione che ha la vocazione di avere nel suo core business il turismo e l'attrazione di turisti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Quello che mi muove a fare questo intervento è la curiosità, lo devo confessare. Infatti, non riesco a capire per quale ragione «astrusa» la maggioranza e la relatrice dicono che non è accettabile un emendamento che includa la tutela del paesaggio, tanto più che questo emendamento, come è stato ricordato, è frutto delle osservazioni della Commissione cultura e, quindi, ne deduco che la maggioranza di quella Commissione – di cui, appunto, il Partito Democratico rappresenta una larga parte – ha votato per l'introduzione di questo elemento. Cosa mai danneggia, in una legge in difesa del consumo del suolo, introdurre la tutela del paesaggio ? È veramente bizzarro il fatto che accadano queste cose nel nostro Parlamento.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Signora Presidente, intervengo solo perché non resti all'Aula un'informazione non corretta. L'articolo di cui stiamo discutendo, alla lettera f), prevede esplicitamente la normativa a tutela del paesaggio, con un richiamo esplicito che non solo esclude i centri storici, ma anche le aree e gli immobili assoggettati al decreto legislativo n. 42 del 2004 sulla tutela dei beni paesaggistici e dei beni culturali. Quindi, credo che al di là del voto su questo emendamento non si possa certamente dire che siamo stati disattenti o sordi alle ragioni espresse anche dalla Commissione cultura.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pellegrino 5.17 e De Rosa 5.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Civati, Frusone, Binetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  387   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  293).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 5.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, chiediamo che sia inserito questo emendamento in cui è previsto che la partecipazione e la consultazione dei cittadini siano preventive. Succede in molte parti d'Europa e in tante altre grandi città, probabilmente con politici più avanti di quelli che abbiamo in Italia, in cui si chiede ai cittadini se approvano un progetto Pag. 17di modifica della città, così come vuole farlo l'amministrazione, e gli si danno delle alternative. Io ho avuto degli esempi di prese in giro fatte coi cittadini, perché la partecipazione sostanzialmente è già concepita all'interno delle leggi che abbiamo, peccato che non viene applicata, e ci sono stati dei casi in cui ai cittadini sono stati presentati due progetti praticamente uguali e alla fine si è approvato uno dei due progetti, dicendo che violava le norme urbanistiche, ma che era stato accettato dai cittadini. Allora, questo è un escamotage per prendere in giro i cittadini e non per farli partecipare. Invece, vogliamo che siano i cittadini a scegliere, perché bisogna fare qualcosa che serve ai cittadini e non che serve al politico di turno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Annuncio il voto favorevole di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Io penso che soprattutto su questo argomento, cioè la difesa del suolo, la gestione del nostro territorio, sia fondamentale il fatto che si possano garantire la partecipazione e la consultazione dei cittadini. Ovviamente, quello che dice questo emendamento, e che è un elemento di novità, è che questa consultazione deve essere fatta preventivamente.
  Questo è uno degli elementi di civiltà che deve informare – io credo – la pubblica amministrazione rispetto a molte cose, anche alla realizzazione, per esempio, delle grandi opere, delle opere pubbliche. Occorre capire prima quello che pensano i cittadini, informare i cittadini di quello che sta accadendo, tanto più quando si tratta di mettere in campo un provvedimento legislativo che deve tutelare la difesa del suolo agricolo. La partecipazione, l'informazione, la consapevolezza e la condivisione della decisione con i cittadini sono elementi fondamentali, importanti e che nella pubblica amministrazione moderna sono imprescindibili.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Volevo intervenire sull'emendamento 5.10, solo che c’è stato un qui pro quo, prima, e non mi sono resa conto che era in votazione quell'emendamento, che è proprio l'emendamento della partecipazione, omologo a questo.
  Noi ci ritroviamo, oggi, in Italia, un pullulare enorme di grandi e piccoli comitati e questi comitati sono l'esempio lampante che la partecipazione ormai è stata completamente cancellata e che, davanti a una grande opera, a una piccola opera o comunque a qualsiasi cosa possa impattare sul territorio e sull'ambiente, il cittadino si trova completamente con le spalle scoperte. E quindi perché non coinvolgerlo e fargli capire la bontà dell'opera e quindi mettere tutto questo anche per norma ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Intervengo per precisare che quella che chiediamo noi non è una generica partecipazione dei cittadini, per la quale non si capisce nemmeno quale forma di partecipazione si stia parlando, ma di consultazione, perché il nostro territorio è continuamente martoriato da colate di cemento, metri cubi al secondo che si riversano in tutto il nostro bellissimo territorio senza che il cittadino possa dare un parere, realmente vincolante.
  Io posso portare anche degli esempi; dalle mie parti vi sono mega centri commerciali; vi è la più grande concentrazione di centri commerciali d'Europa, ne vogliono Pag. 18ampliare un altro, Porte Franche 2, a Erbusco; i cittadini vengono, sì, consultati, ma quello che è il loro parere non sarà nemmeno vincolante.
  Quindi, quello che chiediamo noi è che la partecipazione sia concreta e che venga scritta nero su bianco.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Alternativa Libera-Possibile voterà favorevolmente a questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Non mi stupisce che la maggioranza e il Governo abbiano dato un parere negativo a un emendamento che chiede più partecipazione e soprattutto forme di consultazione dei cittadini. È del tutto ovvio, se andiamo a mettere in campo dei progetti in cui i cittadini possono decidere: è ovvio che non decideranno per lottizzazioni che creeranno nuovi centri commerciali di cui nessuno ha bisogno, nuovi edifici, quartieri residenziali o adibiti ad uffici, che rimarranno sfitti, probabilmente, andando a deprezzare il valore degli edifici esistenti; è ovvio che diranno «no»; e questo sarà un grosso svantaggio, ovviamente, per il business dei palazzinari che, lo ripeto, questa legge sta cercando di tutelare in tutti i modi, invece di svoltare verso un nuovo modello di edilizia in cui si costruisce meno, ma si costruisce meglio.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Signora Presidente, vorrei far presente che per noi, per i relatori e per il Partito Democratico, il tema della partecipazione dei cittadini è una questione seria e non vorrei che venisse banalizzata. È talmente seria che l'abbiamo inserita, come ricorderanno i colleghi, anche nella riforma del codice degli appalti sulle grandi opere e sul débat public. Ma intervengo anche per ricordare che il tema della partecipazione e dell'informazione ai cittadini sui progetti nei criteri di delega che stiamo discutendo e approvando sono già previste alla lettera b) e, quindi, credo che questo eccesso di polemica su un tema che già è previsto e già è stato inserito nella delega non renda conto del lavoro che abbiamo fatto in Commissione e di una discussione che ha visto già recepire questo passaggio all'interno dell'articolo di cui stiamo parlando.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 5.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zaccagnini, Sandra Savino, Di Lello, Chiarella.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  390   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  296).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 5.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Per annunciare il voto favorevole di Alternativa Libera Possibile a questo emendamento.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Abbiamo un grave problema in Italia, molto spesso abbiamo edifici che finiscono sott'acqua o sotto una frana non perché sono stati costruiti in aree a rischio abusivamente, ma perché sono stati costruiti in aree a rischio in maniera perfettamente legale e cristallina.
  Questo emendamento va nel senso di prevedere che i progetti, di cui al presente comma, siano realizzati dove c’è un foglio di carta, una pezza d'appoggio, che certifichi che l'area è sicura; quindi non si va a costruire alla cieca, ma c’è scritto che l'area è sicura; oppure che abbiano le adeguate contromisure per essere messi in sicurezza, tra l'altro attraverso anche interventi di demolizione e ricostruzione in area sicura di edifici che attualmente sono in aree a rischio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Annuncio il voto favorevole del Movimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, non accettiamo lezioni dal Partito Democratico sulla partecipazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché ricordo alla collega Braga che un certo «sblocca Italia» non accentuava certo la partecipazione e l'avete votato voi, non l'abbiamo votato noi ! Sono leggi che portano a svuotare dalla partecipazione regioni, associazioni e cittadini. Quindi, voi siete, come nel vostro partito, per uno che decide e altri con la lingua fuori che eseguono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, si rivolga alla Presidenza e tenga un linguaggio rispettoso dei colleghi !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Annuncio il voto favorevole del gruppo Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Io vorrei restare nel merito di questo emendamento, perché mi pare che esso sia importante, perché dal fatto che si possano realizzare interventi su aree, che vengono classificate a pericolosità moderata, ne derivano molti guai per i nostri cittadini e per il nostro territorio. Non soltanto guai e danni di carattere materiale, in quanto spesso vengono messe in gioco delle vite.
  Io penso che sia fondamentale ed importante che venga esteso il divieto di intervento alle aree di pericolosità moderata dal punto di vista idrogeologico e sismico, perché, altrimenti, noi corriamo il rischio che tante case e tanti alloggi, tanti luoghi abitati dai nostri concittadini si possano trovare, da un momento all'altro, in una situazione di grandissima difficoltà.
  Per tali motivi, mi pare che questo emendamento sia ragionevole e sia importante e forse su questo una riflessione più approfondita la maggioranza la dovrebbe fare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, io pregherei i colleghi del Partito Democratico di riuscire almeno ad evitare di fare demagogia all'interno di quest'Aula, perché, da quando, poche settimane fa, veniva fuori lo scandalo di Tempa Rossa, qualcuno ci deve ancora spiegare se la loro logica di Pag. 20débat publique e di coinvolgimento dei cittadini passi anche per le opere di strategiche di interesse nazionale, che vi votate nottetempo con emendamenti per favorire le classiche aziende.
  Io vi chiedo, veramente, di ragionarci sopra prima di fare certe affermazioni, come quelle ascoltate in Aula, dove voi vi rimettete alla volontà dei cittadini per accettarla o meno sui territori. Ricordatevi che l'interesse strategico nazionale passa sopra a tutto; quindi ogni opera che avete approvato nello «Sblocca Italia» e le conseguenti opere strategiche energetiche sono opere su cui i cittadini non avranno nulla da decidere. Questo è il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 5.20, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Di Stefano Marco, Stella Bianchi, Valentini, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  295).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 5.21, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, De Lorenzis, Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  394   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  299).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 5.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Parere favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Per sottolineare il fatto che, con l'emendamento precedente, abbiamo detto che in una delega al Governo la maggioranza non accetta che poi siano applicate, e comunque rispettate, le norme presenti nel testo unico dell'edilizia. Quindi, capite bene che le indicazioni che ci state dando sono tutte per una deregulation completa rispetto alla rigenerazione urbana. Non capisco come fate a farlo così, in modo palese senza accettare questi emendamenti che, se il vostro agire fosse in buona fede, sarebbero accettabilissimi. Comunque, con l'emendamento in questione reintroduciamo gli incentivi fiscali per il recupero del patrimonio edilizio esistente. Chiediamo di votare favorevolmente. La discussione l'abbiamo già fatta. Credo che sia evidente che senza una spinta la rigenerazione urbana non può partire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Presidente, noi non diciamo che non bisogna rispettare il decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001. Noi, ragionevolmente, diamo assolutamente per scontato che non è possibile che, ogni volta che si approva una legge, si elenchino tutte le altre leggi Pag. 21che debbono essere rispettate. Diciamo che in un Paese normale questo dovrebbe essere scontato.
  Per quanto riguarda gli incentivi fiscali, credo che il collega De Rosa abbia omesso di leggere la lettera d) della legge delega, che prevede esattamente, nella delega al Governo, la possibilità, o meglio l'obbligo, di prevedere e individuare gli incentivi fiscali connessi alle rigenerazioni. Se dobbiamo discutere tanto per discutere lo facciamo, se vogliamo stare attenti ai testi che abbiamo di fronte forse è più utile per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 5.22, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Catania, Gigli, Colaninno, Capezzone, Di Lello, Casellato, Sandra Savino, Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  391   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  271).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 5.23.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Per annunziare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Sì, volevo rispondere al collega Massa. Qui stiamo dando una delega al Governo a semplificare e le norme a cui ci rifacciamo sono il rispetto delle norme sulla difesa del suolo e sulla riduzione del rischio idrogeologico. Non parliamo certamente di dover per forza rispettare in una delega delle norme che sono sull'edilizia o sul rispetto degli standard. Quindi non prendiamoci in giro, perché spesso il PD gioca su queste piccole differenze, che al cittadino magari arrivano con difficoltà. Abbiamo ben presente quello che state facendo, guardate che ce ne accorgiamo, non è difficile, semplicemente basta leggere quello che avete scritto. Se diamo una delega al Governo a semplificare, potete tranquillamente aggirare le altre norme che abbiamo in materia, se non le citate all'interno dei paletti della delega ! Capiamoci su questo, perché è prendere in giro gli italiani raccontando delle falsità, e non può più andare avanti così.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 5.23, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Stella Bianchi, Malisani, Di Lello, Lo Monte. Mi pare che tutti abbiano votato a questo punto... Secco... Ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  390   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  290).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 22De Rosa 5.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Covello, Cominardi, Pastorino... Cominardi non riesce a votare, proviamo a sbloccare la postazione... Bene, non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  373   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 110    
    Hanno votato
no  263).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 5.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Sì, grazie, Presidente. Con questo emendamento andiamo a chiedere di inserire una misura che è chiesta a gran voce da tutto un mondo di categorie produttive legate al mondo stesso dell'edilizia: architetti, ingegneri, geologi, geometri, che chiedono l'istituzione del fascicolo del fabbricato, cioè un documento che attesti lo stato di salute e la storia di un edificio, in modo che, quando andiamo a fare una compravendita di un edificio, l'acquirente sappia bene cosa sta andando a comprare. È, tra l'altro, una battaglia molto trasversale: anche membri stessi della maggioranza si sono spesi in passato per l'introduzione del fascicolo del fabbricato. Purtroppo, ancora in questa legislatura non c’è stata la possibilità di andare a incidere positivamente su questa misura. Mi stupisce, però, che, da un punto di vista della maggioranza, che, ripeto, molto spesso ha appoggiato questa iniziativa, arrivi un silenzio e un diniego a portare avanti questa misura.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Per annunciare il voto favorevole del gruppo Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ah no, mi scusi, pensavo che avevate già parlato, onorevole Cozzolino. Non era un intervento a titolo personale.
  Adesso ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Io sottoscrivo questo emendamento e aggiungo, rispetto a quanto detto dall'onorevole Segoni, che il fascicolo del fabbricato non è una novità per l'Italia, esiste già ma non è mai stato applicato. Allora noi vorremmo ribadire questo concetto rispetto alla qualità di un fabbricato: in un Paese soprattutto dove possediamo dei fabbricati strepitosi dal punto di vista storico, ma abbiamo un'incidenza sismica altissima, penso che sia veramente determinante mettere in atto il fascicolo del fabbricato per davvero e, quindi, anche ribadirlo in questa sede.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

Pag. 23

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo emendamento ci permette di portare all'interno di quest'Aula un tema dibattuto per diversi anni e sul quale non c’è stato nessun tipo di applicazione reale. Il fascicolo del fabbricato è rimasto nell'immaginario collettivo una necessità, ma poi dal punto di vista operativo non abbiamo mai avuto nessun tipo di riscontro. La questione è che almeno sarebbe opportuno avere questo fascicolo per mettere all'interno del fabbricato tutte le opere di manutenzione necessarie e programmarle, e comprendere anche, soprattutto nei passaggi tra un amministratore e l'altro, tra un proprietario e l'altro, la continuità della gestione degli impianti e la vetustà degli stessi, quindi immaginando anche la necessità di sostituirli.
  Se anche in questo caso voi siete contro la necessità di mettere ancora una volta almeno un puntino chiaro sulla necessità del fascicolo del fabbricato, capiremo sempre e ancora di più che state andando in un'altra direzione rispetto a quella che i tecnici e i professionisti di questo Paese si aspettano.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA, Relatrice per la maggioranza per l'VIII Commissione. Grazie, Presidente. Solo per spiegare anche ai colleghi che su questo emendamento – sul quale nel merito, come diceva giustamente il collega Segoni, c’è una condivisione ampia – abbiamo espresso un parere contrario per una ragione formale e prima di tutto perché viene aggiunto al comma 2 dell'articolo 5, che regolamenta la disposizione per l'adozione dei decreti legislativi. Non c’è un criterio di delega riferito a questo punto, peraltro qui parliamo di rigenerazione delle aree urbane e non di disposizioni edilizie, come possono essere quelle relative al fascicolo del fabbricato. Tra l'altro, ricordo che questo argomento era già stato trattato, guarda caso, nel tanto vituperato «Sblocca Italia», quando discutemmo di Regolamento edilizio unico, e tra i punti di sviluppo del Regolamento edilizio unico facciamo riferimento anche all'importanza di dare attuazione alle normative relative al fascicolo unico del fabbricato. Ci risulta che il percorso di attuazione di quella delega sul Regolamento edilizio unico è in fase avanzata e quasi arrivata alla fine, quindi crediamo che si possa auspicare in tempi brevi anche una risposta positiva a questo tema, assolutamente condivisibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento, sia in ragione di quanto è stato già rappresentato a proposito di una maggiore tutela della informazione nel caso di circolazione dei beni, ma anche e soprattutto per la sicurezza degli stessi abitanti dei fabbricati ed anche come forma indiretta di agevolazione e incentivo per quanto riguarda interventi di recupero o di ristrutturazione, perché una conoscenza diretta, completa ed esaustiva anche di quello che è lo stato del fabbricato, della sua origine e degli interventi che precedentemente sono stati praticati, accelera e semplifica la possibilità di istruire successive pratiche riguardanti lo stesso fabbricato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie Presidente, solo per dire alla collega Braga che, per quel che ci risulta, il Regolamento edilizio unico è arrivato solo alle definizioni del Regolamento unico e non si ha nessun'altra informazione sullo sviluppo di questo slogan, che viene sbandierato dall'inizio del Governo Renzi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Pag. 24l'onorevole Zaratti, che in realtà lo aveva richiesto prima della deputata Mannino. L'ho proprio saltato.

  FILIBERTO ZARATTI. Non importa.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Io vorrei capire per quale ragione ogni volta che l'opposizione fa una proposta che viene ritenuta ragionevole e giusta, è sempre sbagliato il metodo, è sempre posta nel momento sbagliato, è posta sempre nel testo sbagliato: ci fosse una volta che la maggioranza abbia la buona grazia di riconoscere la giustezza di una proposta e di saperla votare con un pizzico anche di umiltà.
  Per quanto riguarda lo «Sblocca Italia», bisogna dire che se il regolamento unico ancora non vede la luce dopo tanti e tanti mesi dall'approvazione dello «Sblocca Italia», gli altri articoli dello stesso – quelli che hanno devastato il territorio – sono stati applicati: quelli già sono vigenti, ma del regolamento unico ancora non se ne parla.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 5.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino. Ci sono altri ? Sandra Savino.
  Intanto che i colleghi finiscono di votare, saluto gli studenti e le studentesse dell'Istituto comprensivo statale «Giuseppe Montezemolo» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Sandra Savino ancora non riesce a votare, sblocchiamo la postazione. Mi pare che tutti abbiano votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  375   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  254).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 5.40, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Sandra Savino, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  371   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
  33    
    Hanno votato
no  338).    

  (I deputati Marantelli e Tartaglione hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 5.26, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Fiorio, Ciracì, Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 25
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  376   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  29    
    Hanno votato
no  347).    

  (Il deputato Tartaglione ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matarrese 5.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, signor sottosegretario, con questo emendamento noi vogliamo continuare a facilitare un percorso virtuoso che renda più conveniente sostituire edifici ed intervenire sulla riqualificazione dell'esistente, piuttosto che andare a consumare suolo. È un approccio sicuramente utile, perché consente di modificare un percorso economico, consente rapidamente di arrivare all'obiettivo di non consumare suolo.
  Qui inseriamo principi che facilitano la sostituzione dell'esistente attraverso anche il non pagamento di oneri non dovuti quando non c’è un incremento di densità abitativa e, quindi, facilitiamo un percorso sicuramente di rigenerazione del tessuto urbano, oltre che delle periferie, delle parti più degradate, dove si va a facilitare la sostituzione di edifici indecenti, non più agibili e, quindi, si favorisce anche un intervento di carattere sociale e non solo di riqualificazione dei centri storici e, quindi, di abbellimento della città.
  Sono interventi, effettivamente, nella direzione di facilitare la riqualificazione in termini concreti, anche attraverso maggiori volumetrie che sono anche presenti in leggi regionali. Quindi, questo emendamento riproduce anche dei percorsi che le leggi regionali hanno affrontato e che stanno affrontando a livello locale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matarrese 5.33, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Del Grosso, Covello. Del Grosso ancora non è riuscito a votare ? Sblocchiamo la postazione dell'onorevole Del Grosso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  374   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  38    
    Hanno votato
no  336).    

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Micillo, Piccolo, Carloni, Vezzali. Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Non mi sembra.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  401   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 251    
    Hanno votato
no  150).    

  (Il deputato Matarrese ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario; la deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario Pag. 26e la deputata Morani ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2039-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2039-A).
  Se l'onorevole D'Ottavio lascia in pace il Comitato dei diciotto, invito il relatore per la maggioranza per la XIII Commissione ad esprimere il parere.
  Identici emendamenti Zaratti 6.1 e De Rosa 6.2 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Gadda 6.44 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.9 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaratti 6.12 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.13 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.15 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Scusate, ho interpretato male un segno sul fascicolo. Se approvato – lo dico per il collega Crippa in particolare, ma vale per tutti – l'emendamento Gadda 6.44, sarebbero preclusi gli emendamenti De Rosa 6.6, Segoni 6.7 (che pure non è segnalato) e Zaccagnini 6.8. Quindi, in ogni caso, però, ho bisogno dei suoi pareri. Emendamento De Rosa 6.6 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 6.8 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Eravamo arrivati all'emendamento De Rosa 6.15, su cui c'era un invito al ritiro o, altrimenti, parere contrario.
  Emendamento 6.300 delle Commissioni ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 6.18 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 6.19 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Pellegrino 6.20 ?

Pag. 27

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.22 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.24 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.25 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.26 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.27 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.29 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 6.301 delle Commissioni ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Russo 6.30 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Russo 6.31 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Russo 6.32 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 6.34 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento Segoni 0.6.302.1 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 6.302 delle Commissioni ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Se approvato, l'emendamento 6.302 delle Commissioni produce la preclusione dell'emendamento Zaccagnini 6.36, sul quale, però, la invito ad esprimere il parere.

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

Pag. 28

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 6.37 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.40 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Invito ora l'onorevole De Rosa ad esprimere i pareri.
  Identici emendamenti Zaratti 6.1 e De Rosa 6.2 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gadda 6.44 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.6 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 6.8 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.9 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaratti 6.12 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.13 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.15 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 6.300 delle Commissioni ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 6.18 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.
  Emendamento Zaccagnini 6.19, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Pellegrino 6.20, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.22, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.24, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.25, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.26, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.27, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.29, parere favorevole. Emendamento 6.301 delle Commissioni, parere favorevole. Emendamento Russo 6.30, parere contrario. Emendamento Russo 6.31, parere contrario. Emendamento Russo 6.32, parere contrario. Emendamento Sarro 6.34, parere contrario. Subemendamento Segoni 0.6.302.1, parere favorevole. Emendamento 6.302 Pag. 29delle Commissioni, parere favorevole. Emendamento Zaccagnini 6.36, parere favorevole. Emendamento Sarro 6.37, parere contrario. Emendamento De Rosa 6.40, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza per l'VIII Commissione, onorevole Segoni, ad esprimere il parere.

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Signora Presidente, identici emendamenti Zaratti 6.1 e De Rosa 6.2, parere favorevole. Emendamento Gadda 6.44, parere contrario. Emendamento De Rosa 6.6, parere favorevole. Emendamento Zaccagnini 6.8, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.9, parere favorevole. Emendamento Zaratti 6.12, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.13, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.15, parere favorevole. Emendamento 6.300 delle Commissioni, parere favorevole. Emendamento Sarro 6.18, parere contrario. Emendamento Zaccagnini 6.19, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Pellegrino 6.20, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.22, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.24, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.25, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.26, parere favorevole. Emendamento de Rosa 6.27, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.29, parere favorevole. Emendamento 6.301 delle Commissioni, parere favorevole. Emendamento Russo 6.30, parere contrario. Emendamento Russo 6.31, parere contrario. Emendamento Russo 6.32, parere contrario. Emendamento Sarro 6.34, parere contrario. Subemendamento Segoni 0.6.302.1, parere favorevole. Emendamento 6.302 delle Commissioni, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento Zaccagnini 6.36, parere favorevole. Emendamento Sarro 6.37, parere contrario. Emendamento De Rosa 6.40, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza per l'VIII Commissione, onorevole Zaratti, ad esprimere il parere.

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Signora Presidente, identici emendamenti Zaratti 6.1 e De Rosa 6.2, parere favorevole. Emendamento Gadda 6.44, ci rimettiamo all'Aula. Emendamento De Rosa 6.6, parere favorevole. Emendamento Zaccagnini 6.8, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.9, parere favorevole. Emendamento Zaratti 6.12, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.13, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.15, parere favorevole. Emendamento 6.300 delle Commissioni, parere favorevole. Emendamento Sarro 6.18, parere contrario. Emendamento Zaccagnini 6.19, parere favorevole. Emendamento Pellegrino 6.20, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.22, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.24, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.25, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.26, parere favorevole. Emendamento de Rosa 6.27, parere favorevole. Emendamento De Rosa 6.29, parere favorevole. Emendamento 6.301 delle Commissioni, parere favorevole. Emendamento Russo 6.30, parere contrario. Emendamento Russo 6.31, parere contrario. Emendamento Russo 6.32, parere contrario. Emendamento Sarro 6.34, parere contrario. Subemendamento Segoni 0.6.302.1, parere favorevole. Emendamento 6.302 delle Commissioni, parere favorevole. Emendamento Zaccagnini 6.36, parere favorevole. Emendamento Sarro 6.37, parere contrario. Emendamento De Rosa 6.40, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Zaratti 6.1 e De Rosa 6.2.Pag. 30
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signora Presidente, strano che in una proposta di legge in cui si dice «tuteliamo il suolo agricolo», apriamo ad andare a modificare le destinazioni d'uso degli edifici in aree agricole e apriamo alla demolizione e ricostruzione dei manufatti adibiti all'utilizzo agricolo. Come mi dite che il fascicolo del fabbricato non è da inserire in questa legge, perché non è il punto giusto, credo che in questa legge, che tutela l'agricoltura, dovremmo cristallizzare un po’ la situazione in ambito agricolo e non aprire alla possibilità di inserire delle destinazioni d'uso tipo: attività amministrative, servizi ludico-ricreativi, servizi turistico-ricettivi, servizi dedicati all'istruzione, attività di agricoltura sociale (questo ci starebbe), servizi medici e di cura, servizi sociali all'interno delle aree agricole degli edifici delle aree agricole.
  Questo sicuramente apre ai soliti giochetti degli amministratori di alcune parti politiche, che poi possono, giocando su questi termini, inserire delle edificazioni che non c'entrano con il contesto agricolo.
  Quindi, se vogliamo rilanciare l'agricoltura, diamo un aiuto all'agricoltura, all'agricoltore, al chilometro zero, ma non destiniamo certo gli edifici agricoli all'utilizzo per svolgere servizi sociali o medici e di cura, perché assolutamente questo non è lo scopo di questa legge.
  Se non se ne accorgono, è evidente che c’è una malafede nel proporre questo articolo; tra l'altro – ricordo a tutti – è piovuto in questa legge dall'alto, improvvisamente, per mano dei relatori, ma arrivava dal Governo. Quindi chiariamoci bene: questo articolo non era nella legge, è stato inserito dopo e le motivazioni sono evidenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, noi banalmente perché chiediamo l'abrogazione dell'intero articolo 6 ? Perché non ha direttamente connessione con l'intero provvedimento. In più, sottolineo (visto che ho solo un minuto a disposizione) che, anche se si è «cautelato» l'articolo 6 mettendo il vincolo della legge n. 42 del 2004 sui beni paesaggistici, al comma 7, solo per fare un esempio, il progetto di compendio agricolo neorurale è accompagnato da un progetto unitario convenzionato.
  Ora, se noi incrociamo questa definizione con l'articolo 20 del nuovo codice degli appalti, che dà assoluta libertà agli enti locali di sottoscrivere con dei privati progetti per la realizzazione di opere pubbliche, ma non si sa se queste opere pubbliche, dopo la loro realizzazione, rientrino e tornino a far parte del bene comune e, comunque, non hanno neanche limiti di spesa, capiamo bene che l'incrocio di queste due norme dà di fatto assoluta libertà ai privati, e purtroppo anche agli accordi illeciti, di distruggere il nostro territorio.
  Questa è una norma la quale vivamente mi auguro che, così come ha impiegato tre anni per arrivare in Aula, impieghi poi altri tre anni, e quindi di fatto non veda mai la luce, per finire il lavoro al Senato, perché effettivamente o c’è un progetto ben preciso alle spalle di questo provvedimento, oppure realmente non sapete come realizzare poi tutto quello che si scrive qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signora Presidente, annuncio il voto favorevole di SEL-Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, quest'articolo 6 è uno degli aspetti peggiori della proposta di legge che viene Pag. 31portata qui. Oltretutto in questo articolo viene creata una nuova fattispecie, che è quella dei compendi agricoli neorurali, rispetto alla quale anche la Commissione cultura ha sottolineato la portata ambigua e potenzialmente pericolosa della nozione di compendio neorurale.
  Oltretutto, questa norma consentirà veramente la distruzione definitiva delle nostre campagne, perché, se si dà la possibilità di trasformare l'edilizia rurale in attività amministrativa, servizi ludico-ricreativi, turistico-ricettivi, ambulatori medici, è del tutto evidente che la destinazione d'uso comporta lo snaturamento delle nostre campagne. È davvero gravissimo, questo articolo !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, intendiamo sopprimere questo articolo proprio perché le aree di espansione comprese negli articoli 5 e 6, cioè le periferie degradate e questi compendi neorurali vanno a disarticolare quello che è il legame rurale col territorio, quindi si creano delle situazioni e delle attività che sono fuori luogo, fuori da quella che è un'interconnessione, un legame con il territorio.
  In particolare, è chiaro che l'intenzione è quella di recuperare casolari attraverso gli investitori privati, a cui si concede il cambio di destinazione d'uso, cosa che viene fatta, oltretutto, non solo con paletti troppo generici, ma anche garantendo invariate soltanto le superfici e non le volumetrie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Presidente, questo articolo è molto ambiguo; vorrei fare un esempio molto concreto, che riguarda un po’ i problemi che abbiamo in tutte le regioni e che riguardano gli agriturismi: abbiamo la maggior parte degli agriturismi in Italia che non sono affatto agriturismi, ma fanno concorrenza sleale a tutti i ristoranti e a tutte le altre attività del genere presenti sul territorio. Perché ? Perché è stata data la possibilità, su queste terre agricole, di poter fare un agriturismo e quindi dar da mangiare in base a ciò che viene prodotto. Ma la maggior parte di questi agriturismi non fa attività agricola e comunque continua a mandare avanti l'agriturismo.
  I controlli vengono fatti dalle regioni, le quali – quelle un po’ più virtuose – si fanno aiutare dal Corpo forestale dello Stato, perché le regioni non fanno i controlli, ma voi avete soppresso il Corpo forestale dello Stato, infatti da gennaio non l'avremo più.
  Quindi, andando ancora avanti con queste ulteriori «deroghe», si andrà a deteriorare ancora di più questi posti e si andrà ancora contro le piccole e medie imprese che sono sui nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Presidente, siamo di fronte a una formulazione che distrugge definitivamente lo stesso concetto di area agricola. In base ai principi della legge urbanistica nazionale, le aree agricole erano quei compendi che dovevano garantire appunto l'esclusivo uso produttivo primario. Con questa norma, invece, si favorisce la realizzazione in aree agricole di dotazioni urbanistiche delle nuove tecnologie di comunicazione e trasmissioni dati, in modo da offrire nuovo sviluppo economico e occupazionale. Il comma 5 precisa le caratteristiche delle dotazioni urbanistiche e consente di realizzare in zona agricola numerose funzioni, quali le attività amministrative, i servizi ludico-ricreativi, i servizi turistico-ricettivi, i servizi dedicati all'istruzione, le attività di agricoltura sociale, i servizi medici di cura, insomma le attività dirette alla produzione di prodotti agricoli o ambienti, locali.Pag. 32
  In definitiva, viene consentito che in una zona agricola si possano realizzare alberghi, palestre, centri sportivi, scuole, supermercati eccetera. Quindi, questo articolo va soppresso, altrimenti cambiamo titolo a questa legge: questa legge favorisce il consumo di suolo agricolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Presidente, intervengo rispetto all'osservazione che questo articolo sarebbe estraneo alla filosofia del provvedimento. Noi abbiamo definito la superficie non impermeabilizzata non soltanto come superficie naturale o seminaturale, l'abbiamo riconosciuta anche come agricola.
  L'agricoltura non è una caratteristica intrinseca del suolo, è un'attività umana; prescindere dal tema dell'insediamento dell'attività rispetto alla definizione di «agricole», non soltanto è falso, credo sia ipocrita.
  Noi abbiamo fatto una scelta, abbiamo definito politicamente che il suolo è suolo agricolo; prescindere dall'attività – ho sentito anche dire ieri durante la discussione che il fabbricato agricolo deve rientrare nel consumo di suolo – e uscire dal tema dell'agricoltura, pensando che il suolo è semplicemente naturale, è fuori dalla legge.
  Io ritengo che questo provvedimento, questo articolo, interviene su quegli insediamenti che, per dimensioni e fattezze, hanno bisogno o possono avere una soluzione accanto a quella agricola, quindi anche un'altra destinazione, fatto salvo l'uso prevalente agricolo.
  Noi diamo una possibilità in più all'agricoltura, da questo punto di vista, lo dico rispetto anche al prosieguo della discussione di tutto l'articolo 6.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ottavio. Ne ha facoltà.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Presidente, chiedo scusa se ritorno su un punto precedente, innanzitutto. Vorrei solo che all'Aula fosse chiaro che il Partito Democratico è assolutamente favorevole al fascicolo del fabbricato. È una richiesta che abbiamo fatto per primi e per motivi di sicurezza.

  PRESIDENTE. Onorevole, stia al tema su cui ha chiesto la parola, però.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Sì, ribadisco solo questo. Per quanto riguarda l'articolo 6, ha appena detto il collega Fiorio che questo articolo contiene tutti gli elementi concernenti il fatto che ci sono assolutamente i controlli necessari; vorrei ribadire inoltre che abbiamo sì annullato il Corpo di polizia forestale, ma non ne sono state abolite le competenze: sono dei carabinieri che sono più diffusi nel territorio e che meglio possono fare i controlli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, alcuni numeri dovrebbero farci riflettere, sulla necessità di approvare una norma che arresti immediatamente il consumo di suolo agricolo nel nostro Paese: secondo i dati ISTAT, la SAT, superficie agricola totale, ha un'estensione di 17 milioni di ettari circa, mente la SAU, superficie agricola utilizzata, ha una superficie complessiva di circa 12 milioni di ettari. Ebbene, se rapportiamo i 17 milioni di ettari di SAT al numero di abitanti nel nostro Paese (circa 60 milioni), otteniamo quanta superficie ognuno di noi ha a disposizione per coltivare o far coltivare ai fini del Pag. 33soddisfacimento del proprio fabbisogno alimentare. Parliamo di circa 2.800 metri quadri, il che corrisponde grosso modo a un terzo della superficie di un campo da calcio, assolutamente insufficienti a garantire il fabbisogno alimentare di ogni cittadino italiano. Non solo, questa superficie agricola è continuamente erosa, al ritmo di 10 metri quadri al secondo. Quindi, Presidente, consumando suolo non solo creiamo un danno ambientale, alterando irreversibilmente le caratteristiche chimico-fisiche del suolo – che, lo ricordo, nei primi centimetri ospita il più alto numero di forme di vita del pianeta –, ma riduciamo il nostro potenziale agricolo, quindi la nostra sovranità alimentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Presidente, volevo ritornare nel merito di questi emendamenti e di tutto l'articolato. Capisco l'intenzione della maggioranza, che cerca, con questo articolo, di aiutare le aziende agricole in crisi, però in questo modo lo si fa snaturando le stesse aziende agricole, che si trovano a disporre di un bene, appunto il suolo agricolo produttivo. E come si vuol far rendere questo bene ? Non coltivandolo, bensì andando a costruirci sopra. È un vero e proprio paradosso, che va contro il nostro principio di sovranità alimentare. Citerei a questo punto uno stornello toscano, in cui il cittadino fiorentino con la puzza sotto il naso prende in giro il casentinese zotico dicendogli che appunto è un villico, e il casentinese risponde che lui, che produce derrate alimentari, nel casentino può permettersi di mangiare polli e pollastri, mentre il fiorentino, in città, di cemento si mangerebbe le lastre.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Presidente, avete citato appunto uno degli atti parlamentari più drammatici compiuti dal Partito Democratico, che è la militarizzazione del Corpo forestale dello Stato, che controlla l'ambiente, che è una delle parti più vitali della nostra Repubblica. Sappiamo che il budget delle ecomafie cresce, si stima in 13 miliardi, adesso, con questa fusione nei carabinieri, viene messo anche il Corpo forestale dello Stato sotto il Ministro Alfano: vergognatevi !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Presidente, telegraficamente: il comma 3 dell'articolo di cui stiamo discutendo dice testualmente: gli interventi edilizi complessivamente realizzati non devono comportare maggior consumo di suolo.
  Quindi, abbiamo stabilito che polemizzare contro questo articolo, dicendo che si favorisce il consumo di suolo, è una sciocchezza; per quello che c’è scritto, non per quello che penso io. Il comma 5 dice che: all'interno del compendio agricolo neorurale, in conformità ai presupposti, deve rimanere ferma la prevalente destinazione ad uso agricolo. Allora, quello che noi stiamo tentando di fare non è stravolgere la destinazione agricola, ma integrare la destinazione agricola con funzioni di sviluppo, perché le aree agricole devono essere fattore economico propulsivo e di recupero anche sociale.
  Le aree agricole non servono per favorire le passeggiate dei cittadini benestanti, l'agricoltura ha diritto a un suo autonomo sviluppo e a infrastrutture civili adeguate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Grazie Presidente. Dispiace sentire i colleghi della Commissione agricoltura parlare di quest'articolo Pag. 34come la soluzione, anzi un'opportunità per i nostri agricoltori, per la nostra agricoltura, quando in Commissione si trattano ben altri argomenti e si cercano vere opportunità per i nostri agricoltori, per sfruttare veramente il bene primario che è il suolo agricolo. Quindi, questo articolo che parla di servizi medici, servizi sociali, attività di vendita, come opportunità per gli agricoltori, andrà invece a sfruttare il suolo.
  Ci sembra veramente il miglior regalo, il lascito, l'eredità che ci ha fatto il Ministro Martina dopo l'Expo. Si doveva parlare di agricoltura e invece l'unica cosa che ci è rimasta è stata la cementificazione. Ecco questa articolo è quello che il Ministro dell'agricoltura, tra l'altro...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gagnarli.

  CHIARA GAGNARLI. Un grande assente in Aula ci ha lasciato per (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Poteva finire la parola, si è interrotta proprio...
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zaratti 6.1 e De Rosa 6.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, Camani, Biasotti, Spessotto, Carella, Senaldi, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  394   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  300).    

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gadda 6.44.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Dichiaro il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, qui vorrei chiedere alla collega Gadda che cosa intendeva con questo emendamento, perché a una prima visione sembra togliere la parte relativa alla demolizione e ricostruzione degli edifici, ma in effetti toglie tutta una parte in cui si dice che i presupposti dell'ammissibilità della destinazione a compendio agricolo neorurale sono il recupero edilizio, il recupero e la riqualificazione del patrimonio agricolo ambientale, la compatibilità degli interventi edilizi col paesaggio a dominanza rurale e l'esistenza di condizioni di adeguata accessibilità; quindi vengono cancellate tutte queste norme.
  Tutte queste richieste vengono cancellate quando si poteva cancellare, se l'intento era positivo, solo la parte di demolizione e ricostruzione che peraltro nel comma 3 viene ripetuta.
  Quindi sostanzialmente con questo emendamento approvato dalla maggioranza andiamo a togliere delle tutele e andiamo a lasciare comunque la possibilità di costruire e demolire gli uffici presenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Intervengo per annunciare il voto contrario di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaratti si è rimessa all'Aula, comunque poi, dopo, me lo dite voi come... Fate come ritenete.Pag. 35
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. L'onorevole Zaratti si è rimesso all'Aula, giustamente dal punto di vista del relatore di minoranza, però io non voglio lasciare nulla di intentato, perché questi emendamenti voluti dalla maggioranza troppe volte, come in questo caso, vanno a espungere le piccole parti di piccola salvaguardia. Noi abbiamo chiesto la soppressione di tutto questo articolo, poi in realtà loro, invece, chiedono la soppressione delle parti migliori. Allora, io vorrei cercare di capire da quale parte va questo Partito democratico, chi sono quelli che spingono perché possano essere espunte le parti migliori e che lo dicano chiaramente allo scoperto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Grazie Presidente. Rispetto agli interventi del collega De Rosa e Pellegrino, io vorrei segnalare che il comma 2 e il comma 3 specificano bene il tema della ricostruzione e della demolizioni, e anche il fatto che il testo rimane assolutamente coerente con l'intento. Noi intendiamo fornire una possibilità a questo tipo di fabbricati, non snaturarne la natura di presidio agricolo, di insediamento agricolo e intendiamo preservarne la contestualizzazione nel paesaggio. Credo che la formulazione, anche con l'emendamento, possa consentire una più agevole comprensione del testo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente. Per annunciare, in questo caso, il voto contrario della componente Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie Presidente. Vorrei unirmi a quanto espresso dai colleghi del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, spostando l'attenzione sull'ultima parte del periodo che viene eliminato con questo emendamento, che pone le condizioni di esistenza di adeguata accessibilità, ovvero il presupposto che se vado a creare un qualcosa che richiamerà traffico e afflusso di persone, ci debbono essere già le infrastrutture necessarie per poterlo raggiungere, altrimenti vado a fare un intervento che richiederà anche di costruire infrastrutture. Badate bene, se prendiamo sia i dati Istat sia quelli ISPRA, viene fuori che la maggior parte del consumo di suolo in Italia avviene, circa per il 40 per cento, per la costruzione di infrastrutture viarie non tanto per il patrimonio...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  SAMUELE SEGONI. Ribadisco che è fondamentale lasciare un vincolo di questo tipo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Taricco. Ne ha facoltà.

  MINO TARICCO. Grazie Presidente. Ho ritenuto di prendere la parola perché credo che stia prendendo corpo in quest'Aula un'idea di agricoltura, di contesti rurali, con una concezione di tipo museale. Io credo che debba essere chiaro a tutti che quando parliamo di misure finalizzate a creare i presupposti per uno sviluppo, una crescita, un ammodernamento, una possibilità di cogliere delle opportunità di valorizzazione di strutture e di attività in ambito rurale connesse all'attività agricola (per questo si fa riferimento anche all'accessibilità di questi territori e di queste ambiti operativi) si ha una norma di assoluto buonsenso. Tra l'altro, noi viviamo in contesti agricoli, viviamo in contesti dove questo tipo di Pag. 36ambito deve essere valorizzato. Io voglio soltanto dire che quando parliamo di agricoltura facciamo attenzione a non parlarne come se fosse un qualcosa da conservare sotto una bacheca, perché non è così, è un'attività che deve essere valorizzata e deve essere messa in condizione di potersi sviluppare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, io vorrei specificare una cosa, perché più di qualche collega, compreso il relatore Fiorio, ci dice che, appunto, per quanto riguarda le attività agricole è necessario che ci sia un'espansione di queste attività, di una serie di attività che possono sostenere l'attività agricola lasciando inalterata la destinazione agricola. Ora, il principio è certamente giusto, ma io vorrei ricordare che la multifunzionalità in agricoltura non la scopriamo certo noi, oggi; è un elemento importante, ma con attività connesse all'attività agricola; cosa c'entra fare un ambulatorio, fare un'attività amministrativa in un compendio agricolo rurale ? Nulla, a quell'attività si deve dare la possibilità di fare la stalla, di fare l'agriturismo, di fare quelle attività connesse all'attività agricola se vogliamo salvaguardarne la finalità e la destinazione.

  PRESIDENTE. Concluda.

  FILIBERTO ZARATTI. Certo, se noi apriamo alla possibilità di fare tutto in quel compendio, è evidente che la speculazione avrà il sopravvento e che l'agricoltura morirà...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaratti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Presidente, io vorrei rispondere a coloro che sono preoccupati del fatto che vogliamo un'agricoltura museale. Allora, il discorso è proprio il contrario se continuate a permettere la speculazione attuale, là dove si cambiano le destinazioni d'uso; ad esempio la destinazione d'uso agricolo era fatta apposta per tutelare l'uso produttivo primario del territorio, ok (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Voi togliete questa forma di sicurezza e in più ci mettete dentro destinazioni d'uso diverse che chiaramente, allo stato attuale, sono molto più convenienti economicamente rispetto al lavoro agricolo e alla resa agricola. Quindi verrà in automatico la possibilità per queste attività di mangiare sopra quella che è la possibilità di produzione agricola. Tra l'altro l'agricoltura avrebbe bisogno di ulteriori tutele e voi andate anche a cancellare il discorso del recupero e della riqualificazione del patrimonio agricolo ambientale e la compatibilità degli interventi edilizi con il paesaggio a dominanza rurale.

  PRESIDENTE. Concluda.

  SILVIA BENEDETTI. Quindi non solo cambiate la destinazione d'uso, in più tagliate quelle poche garanzie che ci sono. Addio agricoltura, davvero, ma per colpa vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gadda 6.44, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, con il parere contrario dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alternativa Libera-Possibile, e sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Fossati, Nuti, Causin, Sammarco ...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 37
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  404   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 245    
    Hanno votato
no  159).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Sono preclusi, come avevo già detto all'inizio, gli emendamenti De Rosa 6.6 e Zaccagnini 6.8.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.9.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Palma, Di Stefano Fabrizio, Misuraca, Giuseppe Guerini, Caparini, Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  408   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  97    
    Hanno votato
no  311).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaratti 6.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bini, Casellato, Carrozza, Arlotti, Sorial, Bianconi, Marroni, Frusone, Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  317).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, volevo rifarmi un attimo alla discussione sull'agricoltura museale, visto che qua chiediamo, ancora, di togliere «demolizione e ricostruzione» dal comma 3.
  Visto che la collega Gadda ha tolto la parte con «demolizione e ricostruzione», se il resto, come dice la maggioranza, era solamente confuso, mi aspetto che tolgano anche qui «demolizione e ricostruzione» degli edifici agricoli.
  Per ribattere al collega Taricco – credo – sull'agricoltura museale, dico che noi volevamo proprio mantenere la possibilità di avere le condizioni di adeguata accessibilità Pag. 38e di far crescere appunto le aree agricole. È stato tolto dal suo partito, è stata tolta questa parte dal suo partito; è questa la parte grave, che dicono confusa e che noi ritenevamo necessaria e fondamentale... Sono scelte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente; per annunciare il voto favorevole di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Presidente, intervengo per approfondire quanto espresso dal collega Maestri. Noi non abbiamo una contrarietà a prescindere con gli interventi di demolizione e ricostruzione, anzi, crediamo che in alcuni casi siano quantomeno necessari; ad esempio, quando abbiamo un edificio in aree a rischio da delocalizzare oppure quando è operativamente un problema andare ad intervenire su un rudere, senza prima demolirlo.
  Il problema è che in un'articolazione di questo tipo ci sono poche assicurazioni affinché la ricostruzione successiva alla demolizione possa avvenire a volumi e sagome invariati, cioè si rischia di andare a demolire e poi di poter andare a costruire un qualcosa di più ampio, che snatura il contesto originario. Quindi, è soltanto per l'assenza di vincoli di questo tipo che appoggiamo l'eliminazione di questa locuzione: demolizione e ricostruzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Garavini, Pastorino, Lauricella, Nuti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  317).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.15, su cui vi è un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Annuncio voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, anche questo è un emendamento richiesto, se non sbaglio, dalla Commissione cultura. Anche in questo caso, diciamo che la demolizione e ricostruzione dei fabbricati esistenti deve essere comunque vincolata anche al valore testimoniale degli edifici. Il valore testimoniale, come mi sarà probabilmente ribattuto dal Partito Democratico, è citato nel comma 4, ma è un valore testimoniale riferito alla ricostruzione o comunque alla riqualificazione degli edifici nuovi, dei nuovi fabbricati, e non certo alla demolizione e ricostruzione di quelli vecchi. Quindi, un inserimento che credo sia fondamentale e necessario all'interno del comma 3.

Pag. 39

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Presidente, rispetto al valore storico-culturale noi riteniamo che «testimoniale» possa essere ricompreso dal «valore storico-culturale». Noi parliamo di cascine, manufatti in aree agricole, evidentemente non di edifici monumentali. Quindi è ricompreso il tema testimoniale nello «storico-culturale». Io inviterei i colleghi a proporre un ordine del giorno in tal senso, che possa appunto orientare maggiormente quello che noi abbiamo già compreso nella dicitura «storico-culturale».

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Malisani. Ne ha facoltà.

  GIANNA MALISANI. Grazie, Presidente. Su questo tema non posso non intervenire, perché in Commissione cultura abbiamo sostenuto la contraddittorietà, all'interno dell'articolo 6, tra la sostenibilità e l'importanza del recupero dei compendi rurali, ma allo stesso tempo abbiamo evidenziato il pericolo che c’è appunto con la demolizione e ricostruzione.
  Bene ha detto il mio collega, che prima mi ha preceduto, sul fatto che nel comma 3 è contenuta la salvaguardia dei manufatti di valore storico-culturale. Il problema è che, quando appunto parliamo di edifici di tipo rurale, come cascine, rimessaggi di carri, sono testimonianze importantissime per il nostro paesaggio, per il paesaggio agricolo italiano, e, quindi, il fatto della demolizione e ricostruzione non salvaguarda quella importanza, anche materica e tipologica di notevole importanza per il paesaggio. Quindi presenterò un ordine del giorno in tal senso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.15, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino Sandra, Rotta, Russo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  402   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  308).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.300 delle Commissioni, parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Pizzolante..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 377    
    Hanno votato
no   31).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 6.18, parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Covello, Moscatt, Lupo...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 40
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  393   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  36    
    Hanno votato
no  357).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccagnini 6.19.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Per dichiarare ed annunciare il voto favorevole di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente, anche della pazienza per gli interventi. La questione è quella appunto di aumentare, come si diceva, e migliorare l'articolo, aumentando l'integrazione con il territorio, proprio perché, comunque, viene mantenuta la prevalente destinazione d'uso agricolo.
  È stato sottolineato da altri esponenti del Partito Democratico che non aumenta il consumo di suolo, non aumenta la superficie, ma c’è un punto, che è quello dell'accessibilità a questi luoghi. Questi luoghi diventano luoghi privati, diventano luoghi dove non vi è più la possibilità di usufruire del territorio, neanche delle aree ecologiche, delle aree verdi.
  Certo, l'agricoltura non è che sia una questione esclusivamente pubblica; è chiaro che chi ha un'azienda agricola ha una azienda privata, ma c'era un tipo di accessibilità diversa al territorio.
  L'emendamento vuole mantenere questa accessibilità, chiedendo appunto un 30 per cento della volumetria da destinare ad accesso pubblico e servizi di manutenzione, garantiti dall'affidatario, a cui viene data una convenienza, quella di cambiare la destinazione d'uso, ma, nel momento in cui gli si dà questa convenienza, si deve garantire anche alla comunità una accessibilità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 6.19, parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimettono all'Aula i relatori di minoranza per il Movimento 5 Stelle e per Alternativa Libera-Possibile, parere favorevole del relatore di minoranza per Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciprini, Giammanco, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  318   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  293).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pellegrino 6.20.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Anche questo emendamento va nella linea della salvaguardia dei preziosi manufatti architettonici rurali, che di fatto, dalla legge del 1942 in poi, non sono mai stati presi in considerazione in maniera forte per una salvaguardia: i centri Pag. 41storici sì, mentre i manufatti rurali no. Sappiamo bene quanto siano, invece, preziosi e quanto sia interessante, anche dal punto di vista economico, la loro salvaguardia.
  Pertanto, io chiedo veramente ai nostri colleghi di rivedere questo punto, perché pensare di demolire e poi ricostruire qualche capannone, che fra dieci anni sarà il milionesimo scempio sul nostro territorio, a danno del nostro paesaggio, credo che veramente dovremmo fare una grande riflessione in questi termini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Per ribadire ovviamente che i materiali con cui si costruisce non sono la stessa cosa ogni volta: a seconda della scelta del materiale si fa anche una scelta paesaggistica e di altro tipo.
  Volevo, comunque, ribadire anche il fatto che queste nuove destinazioni d'uso, ad esempio un albergo di lusso o un centro benessere, potrebbero precludere appunto la possibilità di accesso a zone, che, magari, sono entrate nel bagaglio, nel patrimonio, nel vissuto della comunità locale.
  Quindi, io veramente pregherei in qualche maniera i relatori di considerare questo fatto dell'accessibilità a questi luoghi, affinché non vengano recintati sostanzialmente come se fossero delle proprietà private, considerando che, ovviamente, alcune parti perdono anche la destinazione agricola.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Grazie, Presidente. Per chiarire ancora una volta che l'inserimento nel contesto paesaggistico anche rispetto alle nuove costruzioni, l'uso dei materiali, le scelte architettoniche sono di tipo migliorativo: è scritto ampiamente nel comma 4. Io non vorrei dare spazio a polemiche strumentali, ma l'intenzione nostra è davvero quella di consentire a fabbricati, che molto spesso sono fatiscenti, sono a rischio degrado ulteriore, sono a rischio abbandono, inseriti nel proprio contesto paesaggistico, un'attività agricola che è quella prevalente, che è quella individuata dall'articolo. Quindi, noi ci riferiamo a manufatti di una certa entità, che rischiano l'abbandono e il degrado. Questa è la vera intenzione della norma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 6.20, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Burtone, Carnevali, Monchiero, Formisano in arrivo, Tinagli anche, Caparini, Parentela, poi chiudiamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  406   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  282).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Per annunciare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Allora, prima di tutto rilevo che i relatori non Pag. 42riescono a rapportarsi con la loro Commissione cultura, che ha detto, presentando un ordine del giorno, che evidentemente la tutela paesaggistica non è sufficiente per i manufatti di tipo testimoniale. Quindi, io non riesco a capire: evidentemente loro hanno una specializzazione in più in questo settore e forse ascoltarli sarebbe più intelligente che chiedere un ordine del giorno che, sappiamo, potete ascoltare o non ascoltare, non vale nulla.
  Andando sull'emendamento in questione, invece, chiediamo che le ricostruzioni avvengano esclusivamente su superfici già edificate. Questo cosa vuol dire ? Perché all'interno del compendio agricolo, possono demolire e spostare l'edificato da una parte all'altra dell'area. Allora, noi chiediamo che si ricostruisca in quella zona, se proprio vogliamo tutelare il terreno agricolo, perché dove abbiamo demolito, se ricostruiamo dall'altra parte, non è detto che quell'area demolita sia recuperata all'utilizzo agricolo e, quindi, andiamo contro gli stessi principi della legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso... ci siamo ? Pastorino, Vacca, Alberti... Alberti ha votato, Vacca provi... Locatelli... mi pare che anche Pastorino abbia votato... non vedo altri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  404   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  99    
    Hanno votato
no  305).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Per confermare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Questo emendamento semplicemente cosa ci dice ? Ci dice di rispettare le caratteristiche architettoniche dell'architettura rurale. Perché abbiamo inserito questo riferimento ? Accogliendo un dato di fatto in cui queste caratteristiche dei beni rurali, così come in genere le caratteristiche architettoniche del nostro paesaggio, dovrebbero essere garantite da quelli che la norma prevede e chiama Piani paesaggistici. Ma, poiché appunto abbiamo una bassissima percentuale e pochissime regioni in Italia hanno di fatto adottato questi Piani paesaggistici, allora sarebbe di buonsenso mettere in una normativa come questa, di riordino, un riferimento a quello che, appunto, il Piano paesaggistico dovrebbe contenere – e sicuramente, chi lo ha adottato, ce lo ha – e che consiste nelle caratteristiche rurali dei beni che andiamo a ricostruire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Per dichiarare il voto favorevole di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Prima di tutto intervengo per sottoscrivere questo emendamento, poiché io ne avevo uno assolutamente identico e quando siamo stati costretti a dover segnalare ho dovuto non segnalarlo, per cui Pag. 43lo sottoscrivo e ribadisco questo concetto: noi sulle superfici rurali possiamo garantire solo la superficie come occupazione di suolo e non le volumetrie.
  Che cosa prevede questo articolo ? Che noi possiamo cambiare la destinazione d'uso e, quindi, una piccola masseria o cascina, la possiamo chiamare come vogliamo, ce ne sono tantissime su tutto il territorio italiano, la possiamo trasformare in ospedale.
  È evidente che, per trasformarla in ospedale, la volumetria dovrà cambiare radicalmente e anche probabilmente la sua tipologia.
  Allora, noi chiediamo di salvaguardare, quanto meno, gli involucri di questi fabbricati che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Vorrei sottolineare come gli incentivi che vengono dati agli investitori privati sono di varia natura, sia dal punto di vista dei materiali – in alcuni casi specifici sono concessi materiali differenti da quelli di un recupero rispetto ad un'architettura rurale tradizionale –, ma in particolare la volumetria, perché, se le superfici rimangono invariate, le volumetrie non rimangono invariate. È evidente come ci sarà un'espansione da questo punto di vista e il corrispettivo che viene dato al territorio, il beneficio o le ricadute per il territorio e per la comunità locale io credo che non siano coerenti e in linea con quello che la comunità dovrebbe ricevere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mentre i colleghi votano avverto che i tempi per gli interventi a titolo personale sono esauriti. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi, la Presidenza concederà per ulteriori interventi a titolo personale un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
  Zanna, Murer... sblocchiamo... bene, ci sono altri che non riescono a votare ? Massimiliano Bernini, Capua.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  399   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  278).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Annuncio il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Prego i relatori di ascoltare attentamente perché con questo emendamento chiediamo proprio che gli interventi presenti all'interno del comma 4 debbano conseguire il massimo della prestazione energetica, sempre compatibilmente con i vari vincoli di rispetto del paesaggio e dei beni culturali.
  Credo che sia fondamentale perché, se fino ad ora abbiamo parlato con Renzi che va in America a firmare per la strategia contro i cambiamenti climatici, parliamo di risparmio energetico, parliamo di posti di lavoro che si possono creare con la riqualificazione energetica degli edifici, parliamo dell'impatto sanitario che la riqualificazione energetica e, quindi, minori emissioni possono avere sui cittadini. Forse, se ci interessiamo ogni tanto anche del bene comune piuttosto che dell'interesse Pag. 44di pochi privati, sarebbe il caso di essere abbastanza coerenti e dire: noi siamo coloro che governano questo Paese che deve essere governato da persone che pensano ai cittadini, non certo agli interessi del privato. Se pensiamo ai cittadini, chiedere dopo tutte le agevolazioni che stiamo dando e la deregulation che stiamo dando, almeno che realizzino il massimo della prestazione energetica quando operano una ricostruzione è il minimo ed è anche nel nostro interesse.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bechis. Ne ha facoltà.

  ELEONORA BECHIS. Intervengo per dichiarare il voto favorevole di Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Intervengo perché anche noi avevamo presentato un emendamento molto simile in un altro punto del disegno di legge che è già stato respinto, ma questa potrebbe essere un'altra occasione per andare a scrivere nero su bianco nel provvedimento che è necessario poter impostare un modello di sviluppo in cui si costruisce meno ma si costruisce meglio: meno manodopera generica e più manodopera specializzata, altamente qualificata.
  Si tratta di andare a incidere in un settore che è strategico e diventerà sempre più strategico. Quindi, se dobbiamo costruire andiamo a farlo con i criteri massimi possibili, sfruttiamo il massimo dello stato dell'arte in modo da poter creare anche un indotto maggiore sul territorio dove si va a fare l'intervento. Quindi, non costruire a casaccio, ma costruire con il miglior criterio possibile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei... Donati... Zoggia... Palmieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  414   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 130    
    Hanno votato
no  284).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Intervengo per annunciare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiediamo di eliminare le destinazioni d'uso per attività amministrative, quelle per servizi ludico-ricreativi, quelle per servizi turistico-ricettivi e quelle legate all'attività di vendita diretta dei prodotti agricoli o ambientali locali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.26, con il parere contrario Pag. 45delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  411   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  309).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.27, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi... Ricciatti... Colaninno... Covello... D'Uva... Ciprini... Luigi Gallo... Carloni... Pilozzi... Spessotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  414   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  312).    

  (La deputata Fabbri ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.29, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccione... Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  413   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  313).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.301 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris... Tidei... Locatelli... Librandi... Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  413   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 338    
    Hanno votato
no   75).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 6.30, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Approfitterei per illustrare sia l'emendamento Russo 6.30, sia gli emendamenti Russo 6.31 e 6.34 da me presentato perché in realtà investono la stessa questione.
  Prenderei le mosse proprio da quanto dichiarato dal collega del Partito Democratico che è intervenuto precedentemente Pag. 46quando ha detto che la finalità di questo intervento normativo è favorire il potenziamento e la conservazione delle attività agricole, lo sviluppo delle pratiche agricole e non – cito testualmente – passeggiate dei cittadini benestanti che, attraverso l'accoglienza in questi luoghi, trascorrono qualche ora di svago: su questo siamo assolutamente d'accordo.
  Non comprendiamo per quale ragione, nel definire le destinazioni d'uso degli immobili che vengono fatti oggetto di intervento, di recupero, di riqualificazione etc., escludiamo incomprensibilmente la destinazione artigianale. Ora, se il compendio agricolo neorurale mira al recupero delle attività agricole, la prima cosa di cui dobbiamo preoccuparci è consentire agli insediamenti abitativi, quindi alle famiglie di quanti praticano l'attività agricola e lavorano in questo settore, di poter ricevere un minimo di servizi essenziali e, tra tali servizi essenziali, soprattutto in piccoli borghi, in piccole comunità, in territori che sono per definizione, proprio in quanto rurali, isolati o comunque distanti dai centri abitati di maggiori dimensioni, la possibilità di ricevere un minimo di servizi.
  Ora, se si comprende che nell'elencazione prevista dal comma 5 noi includiamo le attività amministrative, includiamo i servizi medici e di cura, poi prevediamo i servizi ludico-ricreativi, turistico-ricettivi, quelli dell'agricoltura sociale e quant'altro, che sembrano proprio maggiormente propensi a favorire quelle passeggiate di cittadini benestanti nelle aree rurali, è assurdo che dimentichiamo di inserire la destinazione artigianale.
  E allora noi, con questi tre emendamenti, che cosa proponiamo ? Con l'emendamento Russo 6.30 di ricomprendere nell'elencazione l'artigianato di servizio: pensiamo all'attività del falegname, pensiamo all'attività del fabbro, pensiamo all'attività del sarto, di quelle realtà che in una piccola comunità rappresentano un primo servizio, ed anche un'attività economica e un'attività di reddito.
  Con l'emendamento Russo 6.31 noi riteniamo che dalle destinazioni d'uso che possono essere riconosciute nei compendi agricoli neorurali non abbia motivo di essere esclusa radicalmente l'attività residenziale, soprattutto se immaginiamo che dev'essere una residenza destinata ai nuclei familiari di quanti sono impiegati nell'attività di agricoltura, se davvero vogliamo che l'attività agricola possa trovare un concreto e serio sostegno.
  Ma soprattutto con l'emendamento Sarro 6.34 noi chiediamo che non vengano escluse tassativamente le destinazioni produttive di tipo industriale o artigianale. Quelle industriali sono connesse direttamente o indirettamente all'attività agricola, e potrei capire una limitazione in tal senso come tipologia di attività produttiva che può essere praticata in quei contesti; ma sicuramente non comprendiamo l'esclusione tassativa delle attività artigianali, che sono quelle, tra tutte le destinazioni considerate dalla norma, sicuramente più immediatamente riconducibili ad una valutazione di compatibilità con un contesto rurale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 6.30, con il parere contrario di Commissioni, Governo e relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intanto che i colleghi votano, salutiamo le studentesse e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Piazza della Resistenza» di Monterotondo, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori (Applausi).
  Gigli, Sgambato, Tidei, Morani, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  401   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  349).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 47Russo 6.31, con il parere contrario di Commissioni, Governo e relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Occhiuto, Malisani, Romele, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  389   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
  41    
    Hanno votato
no  348).    

  Avverto che l'emendamento Russo 6.32 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 6.34, con il parere contrario di Commissioni, Governo e relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Adornato, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  394   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  42    
    Hanno votato
no  352).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Segoni 0.6.302.1, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Formisano, Zan, L'Abbate, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  398   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  285).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.302 delle Commissioni, parere favorevole di Commissioni, Governo e relatori di minoranza Movimento 5 Stelle e SI-SEL, mentre il relatore di minoranza Alternativa Libera-Possibile si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  395   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 377    
    Hanno votato
no   18).    

  Ricordo che l'approvazione di questo emendamento, come avevo prima annunciato, preclude il successivo emendamento Zaccagnini 6.36.
  Avverto che l'emendamento Sarro 6.37 è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 6.40.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signora Presidente, mi scusi, io avevo segnato che era parere favorevole. No ?

  PRESIDENTE. Emendamento De Rosa 6.40, siamo a pagina 24 del fascicolo.

Pag. 48

  CLAUDIA MANNINO. Ho capito. Comunque, questo emendamento semplicemente garantiva che quanto prescritto dall'articolo 6 fosse applicabile nel momento in cui siano adottati i piani paesaggistici. Lo scopo di questo emendamento era dunque quello di stimolare le varie regioni ad adottare effettivamente ed a mettere in atto tutte le procedure per l'adozione e l'applicazione dei piani paesaggistici: escludendo anche questa possibilità, continuo veramente ad essere convinta che questa norma non vedrà facilmente la luce, per fortuna.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 6.40, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Del Grosso...
  Intanto che i colleghi votano, avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  413   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  302).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  413   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 246    
    Hanno votato
no  167).    

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2039-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2039-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Presidente, sugli emendamenti De Rosa 7.2, Zaccagnini 7.4, Sarro 7.7, Catania 7.8, De Rosa 7.9 e Catania 7.10 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, mi dà i pareri sull'articolo 7 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Presidente, sugli emendamenti De Rosa 7.2 e Zaccagnini 7.4 il parere è favorevole. Sull'emendamento Sarro 7.7 mi rimetto all'Assemblea. Sugli emendamenti Catania 7.8, De Rosa 7.9 e Catania 7.10 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Segoni ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Presidente, sugli emendamenti De Rosa 7.2, Zaccagnini 7.4, Sarro 7.7, Catania 7.8, De Rosa 7.9 e Catania 7.10 il parere è favorevole.

Pag. 49

  PRESIDENTE. Onorevole Zaratti ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Presidente, sugli emendamenti De Rosa 7.2 e Zaccagnini 7.4 il parere è favorevole. Sull'emendamento Sarro 7.7 mi rimetto all'Assemblea. Sugli emendamenti Catania 7.8, De Rosa 7.9 e Catania 7.10 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori di maggioranza.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento de Rosa 7.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Salterini, Bini, Verini, Pastorelli, Misuraca, Bossa, Battelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  390   
   Votanti  386   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  285).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 7.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Casellato, Nicchi, Sandra Savino...
  Saluto gli studenti dell'Istituto tecnico commerciale «Don Luigi Sturzo» di Bagheria, in provincia di Palermo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi)...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazioni).

   (Presenti  395   
   Votanti  392   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  294).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 7.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Presidente, francamente mi sorprende il parere contrario su questo emendamento, che mira semplicemente a rendere più accessibili i livelli di informazione e anche più agevoli le ricerche per quanto riguarda la conoscenza del vincolo che può gravare su un terreno, se è appunto destinatario di provvidenze e di aiuti dal punto di vista finanziario. Questo perché, se è vero che è prevista la pubblicazione degli elenchi da parte dell'autorità competente all'erogazione degli aiuti, altrettanto vero è che non sempre l'autorità è la stessa. Noi sappiamo che anche la stessa fonte finanziaria, cioè aiuti comunitari, possono essere assegnati dalle regioni come da autorità statali o da agenzie specificamente incaricate, e la norma, nella sua attuale formulazione, impone l'obbligo ai comuni di annotare nel certificato di destinazione urbanistica la presenza del vincolo quinquennale.
  Quindi, non si comprende per quale ragione non è possibile consentire al comune Pag. 50di pubblicare sul proprio sito istituzionale l'elenco dei terreni che sono stati destinatari di provvidenze e di aiuti e che conseguentemente sono vincolati per cinque anni, perché questo semplice adempimento, peraltro a costo zero, permetterebbe a tutti, sia in ragione delle informazioni necessarie per la circolazione dei beni sia per altro tipo di esigenze, di avere accesso in modo agevole, semplice, diretto, a informazioni complete. Quindi, chiedo che il parere su questo emendamento possa essere rivisto, in ogni caso chiedo ai colleghi di sostenerlo col voto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 7.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimettono all'Assemblea i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e Sinistra Italiana-SEL, e il parere favorevole del relatore di minoranza di Alternativa Libera-Possibile.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Battista.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  313   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  45    
    Hanno votato
no  268).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catania 7.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  405   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  285).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 7.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione...

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, Onorevole De Rosa, ne ha facoltà, però chiedete la parola prima che io apra la votazione.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Se apre la votazione con i tempi i giusti...

  PRESIDENTE. Io apro sempre la votazione con i tempi giusti, onorevole De Rosa, le assicuro.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. A me sembrava che stesse correndo, comunque...

  PRESIDENTE. A me sembrava che lei stesse parlando con un altro collega. Prego, a lei la parola.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Per carità, per carità, Presidente. Con questo emendamento chiediamo che al comma 3, dopo il primo periodo, si applichino anche delle sanzioni amministrative pecuniarie al pubblico funzionario che ha violato la norma di cui al comma 1, quindi che il pubblico funzionario sia più responsabile sulla violazione di divieti. Mi risulta che ci Pag. 51siano già delle sanzioni amministrative, vorremmo anche delle sanzioni pecuniarie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Grazie Presidente. Dunque, il tema sollevato dal collega De Rosa, poi ripreso anche dal collega Catania con l'emendamento 7.10, rispetto ad un inasprimento delle sanzioni rientra nell'ambito della disciplina dell'impiego pubblico, però noi riteniamo che l'attenzione a questo tema anche innovativo, rispetto alla portata e alla novità, necessiti di un'attenzione particolare. Quindi, chiedo ai colleghi di riprenderlo poi in un ordine del giorno, di sollecitare l'attenzione rispetto a questo tipo di sanzione, a questo tipo di comportamenti, valutando che rientra nella disciplina del pubblico impiego. Chiedo sia al collega De Rosa, che al collega Catania, che è stato anche tra coloro che hanno anticipato questo provvedimento con altre proposte, di valutare la possibilità di portarlo in un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 7.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Marzano, Mognato, Colletti, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  301).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catania 7.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Nesi, Fusilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  403   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  290).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 350    
    Hanno votato
no   61).    

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2039-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2039-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore Fiorio ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MASSIMO FIORIO. Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario Pag. 52sull'emendamento Russo 8.2, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento 8. 300 delle Commissioni.
  Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Sarro 8.3, Zaccagnini 8. 5, Grimoldi 8.6 e Ciracì 8.7, mentre esprimono parere favorevole sul subemendamento 0.8.8.1 delle Commissioni e sull'emendamento Mariani 8.8.
  Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti De Rosa 8.27 e 8.29, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento Borghi 8.9.
  Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Garofalo 8.31.

  PRESIDENTE. Questo emendamento, qualora approvato l'emendamento Borghi 8.9, è precluso.

  MASSIMO FIORIO. Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Parisi. 8.12, De Rosa 8.13 e 8.14.

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Esprimo parere contrario sull'emendamento Russo 8.2, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento 8.300 delle Commissioni.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Sarro 8.3, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Zaccagnini 8.5, Grimoldi 8.6 e Ciracì 8.7, sul subemendamento 0.8.8.1 delle Commissioni, sugli emendamenti Mariani 8.8 e De Rosa 8.27, sugli identici emendamenti Zaratti 8.28 e De Rosa 8.29, e sull'emendamento Borghi 8.9.
  Sull'emendamento Garofalo 8.31 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Parisi. 8.12.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti De Rosa 8.13 e 8.14.

  PRESIDENTE. Onorevole Segoni ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Esprimo parere contrario sull'emendamento Russo 8.2, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento 8.300 delle Commissioni.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Sarro 8.3, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Zaccagnini 8.5.
  Sull'emendamento Grimoldi 8.6 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Ciracì 8.7.
   Sul subemendamento 0.8.8.1 delle Commissioni mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Mariani 8.8 e De Rosa 8.27, sugli identici emendamenti Zaratti 8.28 e De Rosa 8.29, e sull'emendamento Borghi 8.9.
  Sull'emendamento Garofalo 8.31 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Parisi 8. 12.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti De Rosa 8.13 e 8.14.

  PRESIDENTE. Onorevole Zaratti ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Esprimo parere contrario sull'emendamento Russo 8.2, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento 8.300 delle Commissioni.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Sarro 8.3, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Zaccagnini 8.5, Grimoldi 8.6 e Ciracì 8.7 e sul subemendamento 0.8.8.1 delle Commissioni.
  Sull'emendamento Mariani 8.8 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento De Rosa 8.27, sugli identici emendamenti Zaratti 8.28 e De Rosa 8.29, e sull'emendamento Borghi 8.9.
  Sull'emendamento Garofalo 8.31 mi rimetto all'Aula, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Parisi 8.12.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti De Rosa 8.13 e 8.14.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 53

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Conforme ai relatori per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 8.2, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Fiano, Sberna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  398   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  373).    

  (Il deputato Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.300 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  387   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 359    
    Hanno votato
no   28).    

  (Il deputato Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 8.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi intendiamo rendere più coerente la formulazione della norma con le finalità della legge che sono indicate all'articolo 1 ed in particolar modo all'obiettivo di promuovere e tutelare l'attività agricola, così come si dichiara al primo comma dell'articolo 1. Quindi, chiediamo di espungere dal testo l'inciso: «in aree interessate da estesi fenomeni di abbandono», perché riteniamo che se devono esserci sostegno e promozione dell'attività agricola, ciò debba avvenire in tutto il territorio e indipendentemente dalle condizioni generali del territorio, cioè se in quell'area è praticata o meno l'agricoltura e in maniera più o meno diffusa. In sostanza deve essere l'attività agricola, in quanto tale, in senso oggettivo, appunto, ad essere promossa e sostenuta, anche nelle aree dove non sono riscontrabili estesi fenomeni di abbandono.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 8.3, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino, Melilla, Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  403   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  38    
    Hanno votato
no  365).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 54Zaccagnini 8.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza...
  Onorevole Kronbichler, vuole parlare per dichiarazione di voto ? Revoco l'indizione della votazione... è l'ultima volta che lo faccio... non revoco più la votazione. Prego.

  FLORIAN KRONBICHLER. Mi scusi, per annunciare il voto a favore di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Si tratta della possibilità, con questo emendamento, di costituire cooperative di autorecupero per la riqualificazione delle cubature, delle volumetrie da recuperare. La questione è che io credo sia importante la tematica, anche se non affrontata e approfondita in Commissione, perché è una realtà quella dell'esigenza di vari gruppi di persone di associarsi per recuperare immobili a livello edilizio; potrebbe essere un incentivo e soprattutto un volano per dare la possibilità ad un settore e a una sorta di autoimprenditorialità di svilupparsi. Però il nostro contesto culturale e politico mi sembra che non sia pronto ad accogliere una possibilità del genere e mi dispiace anche il fatto che, probabilmente, non ci sarà alcun dibattito o dialogo da parte dei relatori o da parte di altri esponenti politici riguardo a questo tema.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 8.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Casellato, Massa, Galperti, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  404   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  299).    

  (Il deputato Realacci ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grimoldi 8.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e SI-SEL e sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino Sandra ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  396   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 129    
    Hanno votato
no  267).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciracì 8.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 55

  Intanto che i colleghi votano, salutiamo le studentesse e gli studenti dell'Istituto Superiore Patrizi-Baldelli-Cavallotti di Città di Castello, in provincia di Perugia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Realacci ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  398   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 128    
    Hanno votato
no  270).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.8.1 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza dei gruppi 5 Stelle e SI-SEL, e sul quale si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Monchiero, Gallinella, Zan, Carrozza, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  406   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 400    
    Hanno votato
no    6).    

  (Il deputato Sani ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 8.8, con il parere favorevole di Commissioni, Governo, relatori 5 Stelle e Alternativa Libera...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FIORIO. Grazie, Presidente. Rispetto alle osservazioni che sono già emerse in altre parti del provvedimento, qui è evidente l'intenzione di aprire a condizioni di favore per la ristrutturazione – quello che si è detto – rispetto a una nuova edilizia. Ora per quanto riguarda il tema del costo di costruzione, già affrontato in Commissione, rispetto anche poi alla riscrittura della norma, è fatta salva l'invarianza finanziaria per i comuni; viene però mantenuta la possibilità in capo ai comuni di poter variare la nuova edificazione rispetto alla ristrutturazione.
  Questo, io credo, e noi riteniamo, sia un segnale concreto, lo ricordo ai colleghi del Movimento 5 Stelle, che più volte ci hanno ricordato questa necessità. Lo dico rispetto alle polemiche che sono state fatte anche durante la discussione in Commissione. Noi siamo ritornati sulle osservazioni poste dalla Commissione Bilancio e credo che questa formulazione dell'emendamento Mariani possa consentire e chiarire l'intenzione del Partito Democratico in questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 8.8, nel testo subemendato parere favorevole delle Commissioni, del Governo, dei relatori di minoranza per il Movimento 5 Stelle e per Alternativa Libera-Possibile, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza per Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  388   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 387    
    Hanno votato
no    1).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 8.27.Pag. 56
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Una parte della legge è stata cancellata dalla Commissione Bilancio, che è intervenuta appunto per quanto riguarda la modulazione del costo di costruzione del nuovo rispetto alla ristrutturazione e alla riqualificazione dell'esistente, poiché appunto valutava vi fosse un intervento sulle casse comunali che poteva portare a meno entrate, mentre noi riteniamo che sia solo una modulazione da dover proporre ai comuni, che poi devono gestirsi internamente le entrate come meglio possono fare.
  Noi abbiamo fatto una proposta che differisce da quella del PD, che reintegra questa norma fortunatamente, che si basa anche sull'entità del consumo di suolo effettiva, e che riteniamo più cogente rispetto alla legge, per dare quindi un parametro anche sul consumo di suolo e non solo semplicemente la libertà ai comuni di dare un maggiore peso economico al consumo di suolo rispetto alla riqualificazione. Quindi, chiediamo al PD di valutare eventualmente anche una riformulazione del loro emendamento se non del nostro, che ha parere favorevole, tra l'altro, – lo troveremo più avanti, si tratta dell'8.9 Borghi – per vedere se appunto possiamo trovare una quadra ed inserire anche un parametro sul consumo di suolo all'interno della norma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 8.27, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Di Benedetto, Cozzolino, Albanella, Casellato, Montroni, Mongiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  276).    

  (Le deputate Di Salvo e Capua hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Zaratti 8.28 e De Rosa 8.29, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Locatelli, Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  413   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 157    
    Hanno votato
no  256).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghi 8.9, parere favorevole delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Il deputato Molea ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).
  (Segue la votazione).
  Capua, Librandi, Bombassei, Scuvera..
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 57
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  414   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 405    
    Hanno votato
no    9).    

  È così precluso l'emendamento Garofalo 8.31.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parisi 8.12, parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carnevali, De Rosa, Scuvera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  402   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  349).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 8.13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiediamo una tutela particolare per le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici, perché su queste aree sia eliminata la sdemanializzazione e siano poi anche assegnate a cittadini che possono utilizzarle e renderle produttive. Si tratta di un modo, appunto, di preservare alcuni ambiti territoriali che in questo momento sono: o abbandonati, oppure vengono regalati al privato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 8.13, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  419   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  306).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 8.14.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Per fare in modo che tutte le regioni dispongano appunto il divieto di utilizzo di fotovoltaico a terra, visto che, da quello che mi risulta, alcune regioni hanno disposto questo divieto, ma non tutte effettivamente l'hanno inserito nella normativa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 8.14, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Del Grosso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  418   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  307).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.Pag. 58
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo tutti ? Qualcuno non ha votato ? Gadda... Rabino si affretti se vuole votare, ormai sta qua, già che c’è.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  315   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato
 262    
    Hanno votato
no   53).    

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 2039-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 2039-A), al quale non sono state presentate proposte emendative segnalate.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sorial, Nesci, Petraroli... ci siamo ? Direi di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  416   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 363    
    Hanno votato
no   53).    

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 2039-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2039-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.
  Onorevole Fiorio, emendamento Sarro 10.2 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Simonetti 10.3 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Matarrese 10.4 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 10.5 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 10.6 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 10.300 delle Commissioni ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.7 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

Pag. 59

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.8 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mannino 10.9 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Poi ci sono alcuni articoli aggiuntivi. Mannino 10.01 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Identici articoli aggiuntivi De Rosa 10.03 e Civati 10.05 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Mannino 10.04 ?

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, emendamento Sarro 10.2 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Simonetti 10.3 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Ci rimettiamo all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Matarrese 10.4 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 10.5 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 10.6 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 10.300 delle Commissioni ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.7 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.8 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mannino 10.9 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Mannino 10.01 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

Pag. 60

  PRESIDENTE. Identici articoli aggiuntivi De Rosa 10.03 e Civati 10.05 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Mannino 10.04 ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Segoni, emendamento Sarro 10.2 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Simonetti 10.3 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Ci rimettiamo all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Matarrese 10.4 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 10.5 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 10.6 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 10.300 delle Commissioni ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.7 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.8 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mannino 10.9 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Mannino 10.01 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici articoli aggiuntivi De Rosa 10.03 e Civati 10.05 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Mannino 10.04 ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Zaratti, emendamento Sarro 10.2 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

Pag. 61

  PRESIDENTE. Emendamento Simonetti 10.3 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Mi rimetto all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Emendamento Matarrese 10.4 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Segoni 10.5 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Zaccagnini 10.6 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 10.300 delle Commissioni ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.7 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarro 10.8 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Mannino 10.9 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Mannino 10.01 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici articoli aggiuntivi De Rosa 10.03 e Civati 10.05 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo Mannino 10.04 ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Per modificare qualcosa ?

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Per correggere un parere o un errore mio: sull'emendamento Matarrese 10.4 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 10.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

Pag. 62

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi intendiamo mitigare un po’ gli effetti che dal provvedimento complessivamente derivano agli enti locali per quanto riguarda la salvaguardia della loro potestà pianificatoria, perché, almeno per quanto riguarda la selezione e l'ordine delle destinazioni da assegnare alle risorse incamerate attraverso i proventi derivanti dal rilascio dei titoli abilitativi, ciò sia riconosciuto ai comuni. Quindi, le categorie sono fissate sicuramente dalla legge, ma l'ordine di priorità deve essere riconosciuto agli enti locali che hanno, attraverso la conoscenza diretta del territorio, la possibilità di individuare quali sono quegli interventi di maggiore urgenza rispetto ad altri, quindi con una valorizzazione, almeno per questo aspetto, del ruolo di chi ha la responsabilità del governo del territorio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 10.2, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, De Lorenzis... Palma ha votato, De Lorenzis provi a votare... Petrenga. Ci siamo ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  393   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  41    
    Hanno votato
no  352).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario, il deputato Vargiu altresì ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Simonetti 10.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale i relatori di minoranza si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Cristian Iannuzzi... provi Iannuzzi... sblocchiamo la postazione dell'onorevole. Terzoni in arrivo... Gigli in arrivo... Di Lello in arrivo... Gigli, Giuliani, Sorial... Sorial ha votato... Giuliani anche.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  294   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato
  44    
    Hanno votato
no  250).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Matarrese 10.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, per dichiarare il voto contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Per spiegare il nostro voto contrario, prima di tutto per la dicitura «periferie degradate», che non è ben definita e quindi poi sarebbe applicabile alle più svariate fattispecie di aree, e soprattutto perché gli oneri di urbanizzazione sono pochi e quelli che ci sono devono essere utilizzati per delle azioni specifiche che mirino al benessere di tutti e del territorio. E quindi, iniziando a estendere anche alle periferie degradate non meglio definite, si rischia di disperdere questi pochi fondi su una superficie Pag. 63enorme. Sono state già inserite delle norme per la rigenerazione urbana e credo che con quelle si possa andare ad agire sulle periferie degradate e non certo con gli oneri di urbanizzazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matarrese 10.4, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, dei relatori di Alternativa Libera-Possibile e di Sinistra Italiana-SEL e con il parere contrario del relatore del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  402   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 324    
    Hanno votato
no   78).    

  (Il deputato Bragantini, ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 10.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Intervengo per esprimere il parere favorevole della componente Alternativa Libera-Possibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Intervengo per motivare questo emendamento. In sostanza, detto in parole molto povere, stiamo parlando di dove vanno a finire i soldi derivanti dai titoli abilitativi edilizi e, quindi, delle modalità per le quali un comune ne può disporre e viene previsto, tra le altre fattispecie, il «risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici». La finalità del disegno di legge è tutelare il suolo agricolo, quindi non capiamo perché andare a destinare tali proventi soltanto ai centri storici. Con l'emendamento aggiungiamo anche i borghi rurali, considerato che il quadro generale in cui stiamo cercando di impostare l'azione normativa è dare beneficio alle aree rurali, al comparto dell'agricoltura. Quindi ci pare doveroso andare ad inserire anche, quanto meno, i borghi rurali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 10.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guerini Giuseppe... Pilozzi... mi scusi, onorevole Pilozzi, pensavo si fosse risolto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  397   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  262).    

  (I deputati Terzoni, Lombardi e Mantero hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccagnini 10.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

Pag. 64

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Annuncio il nostro voto a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento tentiamo di fare una compensazione sociale ovvero con riguardo all'utilizzo delle risorse provenienti dai titoli abilitativi introduciamo, tra le finalità presenti all'interno dell'articolo 10, anche il risanamento e il recupero di immobili di proprietà pubblica e, nel caso essi non siano utilizzati, siano sottoutilizzati o inabitati, si prevede che vengano destinati all'edilizia residenziale pubblica. È una modalità, per così dire, per prendere due piccioni con una fava perché si vanno sia a ristrutturare immobili di proprietà pubblica sia si dà una risposta all'emergenza abitativa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 10.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca... sblocchiamo la postazione, onorevole Patriarca... Caparini... Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  394   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  270).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi... Marzana... Battelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  398   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 395    
    Hanno votato
no   3).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 10.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie. Molto brevemente, Presidente, questo emendamento recupera quella che poi è la finalità vera, o almeno dovrebbe essere, la finalità vera di questo intervento perché, rispetto alle destinazioni dei proventi degli oneri derivanti dal rilascio dei titoli abilitativi, nell'elenco vi è una limitazione alla riqualificazione del patrimonio rurale solo pubblico, laddove invece, anche attraverso misure che riguardano interi comparti o interi borghi, è possibile il recupero del patrimonio rurale anche privato. Ciò non significa assegnazione diretta di risorse ai privati ma significa strumenti di intervento anche indiretti che possono rendere agevole o meno oneroso per i privati il recupero e la riqualificazione del patrimonio rurale in loro titolarità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 10.7, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 65

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  398   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  348).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarro 10.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Anche in questo caso intendiamo che il sostegno agli insediamenti di attività agricole debba essere garantito non solo quando è destinato in ambito urbano ma «anche in ambito urbano». Ciò significa che il sostegno deve essere garantito anche rispetto ad iniziative che non avvengono strettamente in ambito urbano ma sono comunque di interesse per la promozione e la valorizzazione dell'attività agricola.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 10.8, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Laforgia... Fragomeli... Oliverio... Camani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  398   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  346).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mannino 10.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Questo intervento si riferisce sia all'emendamento Mannino 10.9 che all'articolo aggiuntivo Mannino 10.01 che, a nostro avviso, affrontano due temi che in questo Paese difficilmente e raramente si vogliono affrontare in maniera propositiva. Il primo riguarda la demolizione degli immobili abusivi e il secondo emendamento riguarda le moltissime, numerosissime pratiche di sanatoria che sono ferme dentro i comuni delle nostre amministrazioni locali.
  Si tratta di due proposte emendative che sicuramente non immaginavo avrebbero avuto voto contrario; però quantomeno mi auguro avviino all'interno di quest'Aula, anche alla luce della proposta di legge a prima firma Falanga che in questo momento è in discussione in Commissione giustizia, un ragionamento serio su delle situazioni che non si affrontano mai: né prima delle campagne elettorali, perché con l'abusivismo edilizio – lo dicono i fatti – si fanno le campagne elettorali, né dentro le Aule, perché poi ti metti in contrapposizione probabilmente con chi ti ha votato, e neanche a fine legislatura. Credo che ci voglia un piano, un programma serio che coinvolga sia gli enti locali sia i Ministeri; con questi due emendamenti abbiamo voluto lanciare una proposta che continueremo a portare avanti, nell'augurio che comunque ci sia un confronto su questo tema, perché anch'esso fino ad oggi non è stato minimamente affrontato: solo in termini di rallentamenti, come quello che stava tentando di fare la proposta di legge a prima firma Falanga che è in Commissione giustizia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 66Mannino 10.9, con parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  393   
   Votanti  391   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  257).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 329    
    Hanno votato
no   54).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mannino 10.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Signora Presidente, questo articolo aggiuntivo tenta di risolvere un problema: sono dell'opinione che invece di inventarci nuove norme, probabilmente dovremmo tentare di risolvere o migliorare quelle che già abbiamo. In questo momento noi abbiamo comuni che hanno piani regolatori adottati e scaduti, abbiamo comuni che sono ancora con i piani di fabbricazione, ma nonostante ciò si procede, sempre per interessi costantemente di mera speculazione edilizia giustificati come interessi economici, a varianti di piani regolatori. Tali varianti di piani regolatori non vengono sottoposte a valutazione ambientale strategica: a dispetto della logica, perché se un piano, nella sua complessità e nella sua completezza, viene sottoposto a valutazione ambientale strategica, nel momento in cui fai una variante, questa deve assolutamente essere sottoposta nuovamente a valutazione ambientale strategica.
  Con questo articolo aggiuntivo quindi cosa diciamo ? Semplicemente che le varianti devono riproporre alla valutazione ambientale strategica l'intero piano: non adottare o non valutare una proposta di questo genere ci sembra un controsenso, e comunque, diciamo noi, sempre a danno dell'ambiente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mannino 10.01, con parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  379   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  277).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi De Rosa 10.03 e Civati 10.05, con parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 67
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  359   
   Votanti  342   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  254).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mannino 10.04, con parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lauricella, Ciprini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  370   
   Votanti  368   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
  98    
    Hanno votato
no  270).    

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 2039-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2039-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza per la XIII Commissione, onorevole Fiorio, ad esprimere il parere delle Commissioni.
  Le ricordo che l'emendamento Matarrese 11.2 è stato ritirato.

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Signora Presidente, emendamenti Zaratti 11.3, De Rosa 11.4, e De Rosa 11.5, parere contrario. Identici emendamenti Catania 11.6 e De Rosa 11.7, parere contrario. Emendamento Russo 11.8, parere contrario. Emendamento Massa 11.9, parere favorevole con riformulazione: al comma 1, primo periodo, sostituire le parole da «inseriti negli strumenti» fino alla fine del periodo con le seguenti: «pubbliche o di pubblica utilità, inserite negli strumenti di programmazione delle amministrazioni aggiudicatrici vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, nonché per gli interventi relativi alle infrastrutture e agli insediamenti prioritari di cui alla Parte V del decreto legislativo 19 aprile 2016, n. 50. Le opere pubbliche o di pubblica utilità diverse dalle infrastrutture e dagli insediamenti prioritari di cui alla citata Parte V del decreto legislativo n. 50 del 2016 non inseriti negli strumenti di programmazione dell'amministrazione aggiudicatrice vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, sono consentite previa obbligatoria valutazione, prevista dal comma 2 dell'articolo 1, delle alternative di localizzazione che non determinino consumo di suolo». Conseguentemente, al medesimo comma, secondo periodo, sostituire le parole da «nonché gli interventi» fino alla fine del periodo con le seguenti: «gli interventi e i programmi di trasformazione con le relative opere pubbliche derivanti dalle obbligazioni di convenzione urbanistica ai sensi l'articolo 28 della legge 17 agosto 1942, n. 1150, previsti nei piani attuativi, comunque denominati, per i quali i soggetti interessati abbiano presentato istanza per l'approvazione prima dell'entrata in vigore dalla presente legge, nonché le varianti il cui procedimento sia attivato prima dalla data di entrata in vigore della presente legge, che non comportino modifiche di dimensionamento dei piani attuativi».

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiorio. Mi scusi, ma intanto, se il collega Massa, che vedo presente, accetta la riformulazione (e mi pare che la accetti), essendone stata fatta richiesta, l'emendamento Massa 11.9, nella nuova formulazione proposta dal relatore per la maggioranza Pag. 68e accettata dai presentatori, sarà posto in votazione per parti separate. In particolare, verrà dapprima votata la parte principale dell'emendamento, mentre la parte consequenziale sarà votata dopo l'emendamento Sarro 11.42, a pagina 58 del fascicolo, cambiando così il quadro delle preclusioni: lo diremo dopo più precisamente. Andiamo avanti.

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Signora Presidente, identici emendamenti Russo 11.10, Matarrese 11.11 e Montroni 11.12. parere contrario. Emendamenti Grimoldi 11.15 e Grimoldi 11.16, parere contrario. L'emendamento Mariani 11.18 è assorbito dalla riformulazione dell'emendamento Massa 11.9.

  PRESIDENTE. Però mi deve dare il parere, oppure deve essere ritirato.

  MASSIMO FIORIO, Relatore per la maggioranza per la XIII Commissione. Ne chiedo allora il ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sugli emendamenti De Rosa 11.19 e 11.20, Russo 11.21 e 11.22, gli identici Ciracì 11.23, Russo 11.24 e Fauttilli 11.25, Russo 11.27, De Rosa 11.29, Catania 11.30, Russo 11.31, gli identici Ciracì 11.32 e Russo 11.34, De Rosa 11.35 e 11.37, Grimoldi 11.39 e 11.40, Sarro 11.42, De Rosa 11.43 il parere è contrario. Sugli identici emendamenti Garofalo 11.46, Matarrese 11.47 e Grimoldi 11.48 vi è un invito al ritiro, in quanto sarebbero assorbiti dall'approvazione dell'emendamento Massa 11.9 come riformulato, altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti Grimoldi 11.49, Russo 11.53, 11.54 e 11.55, gli identici De Rosa 11.56, Zaratti 11.52 e Catania 11.57, gli identici Grimoldi 11.63 e Matarrese 11.64, De Rosa 11.65 e 11.69, Grimoldi 11.70, Labriola 11.73, De Rosa 11.74 e Russo 11.75 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa ?

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Presidente, sugli emendamenti Zaratti 11.3, De Rosa 11.4 e 11.5, gli identici Catania 11.6 e De Rosa 11.7 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.8, Massa 11.9 come riformulato, gli identici Russo 11.10, Matarrese 11.11 e Montroni 11.12, Grimoldi 11.15 e 11.16 il parere è contrario. Sugli emendamenti De Rosa 11.19 e 11.20 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.21 e 11.22, gli identici Ciracì 11.23, Russo 11.24 e Fauttilli 11.25 e l'emendamento Russo 11.27 il parere è contrario. Sugli emendamenti De Rosa 11.29 e Catania 11.30 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.31 e gli identici Ciracì 11.32 e Russo 11.34 il parere è contrario; emendamenti De Rosa 11.35 e 11.37 parere favorevole; Grimoldi 11.39 e 11.40 e Sarro 11.42 parere contrario; emendamento De Rosa 11.43 parere favorevole. Sugli identici emendamenti Garofalo 11.46, Matarrese 11.47 e Grimoldi 11.48 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Matarrese 11.47 è ritirato.

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Sugli emendamenti Grimoldi 11.49, Russo 11.53, 11.54 e 11.55 il parere è contrario. Sugli identici emendamenti De Rosa 11.56, Zaratti 11.52 e Catania 11.57 parere favorevole; identici emendamenti Grimoldi 11.63 e Matarrese 11.64 parere contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Matarrese 11.64 è ritirato.

  MASSIMO FELICE DE ROSA, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Emendamenti De Rosa 11.65 e 11.69 parere favorevole; emendamento Grimoldi 11.70 parere contrario; emendamenti Labriola 11.73 e De Rosa 11.74 parere favorevole, emendamento Russo 11.75 parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Segoni ?

Pag. 69

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Presidente, sugli emendamenti Zaratti 11.3, De Rosa 11.4 e 11.5, gli identici Catania 11.6 e De Rosa 11.7 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.8, Massa 11.9 come riformulato, gli identici Russo 11.10, Matarrese 11.11 e Montroni 11.12, Grimoldi 11.15 e 11.16 il parere è contrario.
  Sugli emendamenti De Rosa 11.19 e 11.20 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.21 e 11.22, gli identici Ciracì 11.23, Russo 11.24 e Fauttilli 11.25, nonché sull'emendamento Russo 11.27 il parere è contrario. Sugli emendamenti De Rosa 11.29 e Catania 11.30 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.31 e gli identici Ciracì 11.32 e Russo 11.34 il parere è contrario; emendamenti De Rosa 11.35 e 11.37 parere favorevole; sugli emendamenti Grimoldi 11.39 e 11.40 e Sarro 11.42 il parere è contrario; sull'emendamento De Rosa 11.43 il parere è favorevole. Sugli identici emendamenti Garofalo 11.46 e Grimoldi 11.48 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Anche l'emendamento Garofalo 11.46 è stato ritirato.

  SAMUELE SEGONI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Sugli emendamenti Grimoldi 11.49, Russo 11.53, 11.54 e 11.55 il parere è contrario. Sugli identici emendamenti De Rosa 11.56, Zaratti 11.52 e Catania 11.57 il parere è favorevole; sull'emendamento Grimoldi 11.63 il parere è contrario; sugli emendamenti De Rosa 11.65 e 11.69 il parere è favorevole; sull'emendamento Grimoldi 11.70 il parere è contrario; sugli emendamenti Labriola 11.73 e De Rosa 11.74 il parere è favorevole, sull'emendamento Russo 11.75 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Zaratti ?

  FILIBERTO ZARATTI, Relatore di minoranza per l'VIII Commissione. Presidente, sugli emendamenti Zaratti 11.3, De Rosa 11.4 e 11.5, gli identici Catania 11.6 e De Rosa 11.7 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.8, Massa 11.9 come riformulato, gli identici Russo 11.10, Matarrese 11.11 e Montroni 11.12, nonché sugli emendamenti Grimoldi 11.15 e 11.16 il parere è contrario. Sugli emendamenti De Rosa 11.19 e 11.20 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.21 e 11.22, gli identici Ciracì 11.23, Russo 11.24 e Fauttilli 11.25 e sull'emendamento Russo 11.27 il parere è contrario. Sugli emendamenti De Rosa 11.29 e Catania 11.30 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Russo 11.31 e gli identici Ciracì 11.32 e Russo 11.34 il parere è contrario; sugli emendamenti De Rosa 11.35 e 11.37 il parere è favorevole; sugli emendamenti Grimoldi 11.39 e 11.40 e Sarro 11.42 il parere è contrario; sull'emendamento De Rosa 11.43 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Grimoldi 11.48 e 11.49, Russo 11.53, 11.54 e 11.55 il parere è contrario. Sugli identici emendamenti De Rosa 11.56, Zaratti 11.52 e Catania 11.57 il parere è favorevole; sull'emendamento Grimoldi 11.63 il parere è contrario; sugli emendamenti De Rosa 11.65 e 11.69 il parere è favorevole; sull'emendamento Grimoldi 11.70 il parere è contrario; sull'emendamento Labriola 11.73 mi rimetto all'Assemblea; sull'emendamento De Rosa 11.74 il parere è favorevole e sull'emendamento Russo 11.75 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Conforme al parere espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata con la presenza del Presidente del Consiglio dei ministri.

  La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.

Pag. 70

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei ministri.

(Iniziative per portare a compimento le opere pubbliche da tempo in corso di realizzazione, con particolare riferimento all'autostrada A33 Asti-Cuneo – n. 3-02227)

  PRESIDENTE. Il deputato Rabino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Monchiero n. 3-02227, concernente iniziative per portare a compimento le opere pubbliche da tempo in corso di realizzazione, con particolare riferimento all'autostrada A33 Asti-Cuneo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  MARIANO RABINO. Grazie Presidente. Signor Presidente del Consiglio, premesso che l'annosa e irrisolta vicenda della autostrada A33 Asti-Cuneo è emblematica delle difficoltà che il Paese incontra nella realizzazione di opere pubbliche. Pensata, infatti, decenni fa, intrapresa su iniziativa dell'ANAS e successivamente affidata ad una società concessionaria compartecipata con quota di minoranza dal medesimo ente, l'opera è rimasta incompiuta per la mancata realizzazione di due lotti centrali, 2.5 e 2.6, ed è concretamente inutilizzabile.
  Premesso che nemmeno l'articolo 5 del famoso decreto «sblocca Italia», finalizzato a rivedere la complessa tematica delle concessioni autostradali, ha avuto l'effetto sperato e, nonostante il personale interessamento dei Ministri che si sono succeduti in questa legislatura, l'opera rimane uno degli esempi più eclatanti di grande opera incompiuta. Signor Presidente, vorremmo dunque sapere quali iniziative straordinarie intenda assumere il Governo, lei, ci auguriamo in prima persona, per portare a compimento le numerose opere pubbliche da anni in corso di realizzazione, a cominciare dall'autostrada A33 Asti-Cuneo.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente. Onorevole interrogante, noi siamo convinti della necessità di sbloccare le opere pubbliche, anche quelle private, come è noto, in questo Paese. Negli ultimi sette anni siamo passati da 40 a 20 miliardi di opere in Italia e questo è il segno evidente della crisi. Non importa essere keynesiani per capire che se si smette di investire nelle opere pubbliche c’è un crollo non soltanto del PIL, ma, più in generale, di tutto un settore, dell'indotto e anche per molti aspetti dell'entusiasmo e delle aspettative. Per chi ama la letteratura, vedo qualche parlamentare particolarmente interessato, l'epopea, il racconto dell'Autostrada del Sole, tramutato in romanzo, è una delle opere che più racconta la bellezza e la grandezza dell'essere italiani.
  Detto questo, nel merito, sull'Asti-Cuneo, l'ultimo progetto descriveva un piano economico finanziario insostenibile, più 45 per cento di pedaggio. Noi non siamo nelle condizioni di accettare una proposta di questo genere, quindi il signor Ministro sta lavorando a una soluzione alternativa, ha dato la disponibilità a recarsi nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, anche in Piemonte per discutere nel merito con i sindaci, con il presidente della regione e con i deputati interessati, oltre che con i cittadini.
  Confermo l'impegno molto forte, molto serio e molto rigoroso, perché si possa sbloccare tutto ciò che è rimasto bloccato. L'abbiamo fatto con la variante di valico, Pag. 71ci siamo dati una scadenza sulla Salerno-Reggio Calabria, nelle prossime ore, nei prossimi giorni, inaugureremo finalmente le opere legate dal Quadrilatero, sulle strade siciliane stiamo riaprendo una per una le varie opere che erano rimaste bloccate o danneggiate, inserendo 820 milioni di manutenzione.
  È evidente che al termine di questo percorso potremo ragionare delle nuove grandi opere che ci attendono, ma il punto chiave oggi è quello di riuscire finalmente a sbloccare le cose bloccate. In questo senso il lavoro fatto sul codice degli appalti credo che sia sintomatico e significativo di un totale e generale cambio di passo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il deputato Monchiero ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente, grazie delle sue rassicurazioni, aggiungiamo solo due concetti. Il primo è che se lei avesse il tempo di accompagnare il Ministro a fare una visita sulle nostre terre, che hanno anche una capacità di accoglienza unica nel territorio italiano, credo che ne trarremo entrambi i benefici, noi come cittadini esponenti del territorio e lei come turista, in questo caso, che avrebbe la possibilità di vedere una terra che non ha eguali.
  Il secondo punto sul quale invece mi permetto di insistere ancora di più, Presidente, riguarda le ottime intenzioni che lei ha appena manifestato e le rassicurazioni che ci ha dato sul fatto che il Governo intende e stia portando a conclusione le opere incompiute.
  Credo che sarebbe di interesse collettivo che venissero selezionate una serie di opere da concludere e contestualmente anche una serie di opere da abbandonare e che questa operazione diventi una delle priorità del Governo che qualificherebbe, anche per il modo generale in cui verrebbe presa, un'attenzione straordinaria ad un problema che qualifica purtroppo negativamente il nostro Paese. Grazie per il suo impegno.

(Iniziative di competenza con riguardo alla decisione dell'Austria di ripristinare i controlli al valico del Brennero – n. 3-02228)

  PRESIDENTE. Il deputato Dellai ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02228, concernente iniziative di competenza con riguardo alla decisione dell'Austria di ripristinare i controlli al valico del Brennero (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  LORENZO DELLAI. Grazie, Presidente. L'interrogazione si riferisce a quello che noi riteniamo uno dei segni più preoccupanti di un rischio di declino dell'Unione europea verso – speriamo di no – un deserto di solitudini impaurite. Ci riferiamo alle decisione austriaca di ripristinare i controlli al Brennero nelle forme anche immaginifiche che abbiamo visto recentemente sui giornali.
  Ciò ha provocato una grande discussione in tutta Europa e anche un grande allarme in particolare nella regione del Trentino-Alto Adige. Il Governo ha già preso posizione, ma vorremmo sapere quali sono le iniziative che il Governo intende ulteriormente intraprendere, sia nei confronti dell'Austria, sia in sede europea.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Renzi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli parlamentari, onorevole interrogante, condivido totalmente le considerazioni che stanno alla base del suo quesito.
  Aggiungo, me lo permetterà l'onorevole Dellai, in forma forse non diplomatica, ma molto chiara, che ciò che abbiamo visto dall'altro lato del Brennero è assimilabile a puro esercizio di propaganda, come molto opportunamente ha voluto sottolineare il Ministro degli esteri tedesco in una intervista qualche giorno fa; non soltanto, quindi, il nostro Governo. Si tratta Pag. 72però di un'operazione pericolosa, perché gioca con la paura e quando si gioca con la paura non è detto che il vincitore sia quello che rischia per primo. Giocare con la paura rischia paradossalmente di rendere più forti coloro che sono più bravi ad agitare i fantasmi e gli spettri del passato.
  Il Brennero è un simbolo. Negli ultimi cento anni, tante nostre connazionali e connazionali sono morti in quel confine. Il Brennero è diventato un simbolo di amicizia e di dialogo, il Brennero è diventato un luogo di comunicazione sempre più forte e sempre più consolidato. La chiusura del Brennero è poco più che una provocazione che attiene al dibattito da campagna elettorale in corso in questo momento in Austria.
  Tuttavia, il nostro intendimento è stato quello di una collaborazione proficua con il Governo austriaco a cui abbiamo evidenziato i rischi.
  Abbiamo sottolineato in sede europea che, ove vi fossero degli elementi concreti, ci attenderemmo immediatamente delle reazioni da parte dell'Unione europea e, visto che il tempo della propaganda non è infinito, auspichiamo che l'Austria, e con l'Austria tutti gli altri Paesi europei, accettino l'approccio e l'impostazione del Migration compact che il nostro Governo ha presentato e che la Commissione europea, a cominciare da Jean-Claude Juncker, ha immediatamente accettato rilanciandolo con un gesto che io credo sia di grande significato politico per le settimane che ci attendono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il deputato Dellai ha facoltà di replicare.

  LORENZO DELLAI. Grazie. Signor Presidente, la ringrazio per la risposta. Condividiamo totalmente la linea che lei ha rappresentato. Oltretutto è una propaganda anche sbagliata, perché, come le elezioni austriache hanno dimostrato, ha portato a far sì che creare domanda di destra significa che poi la risposta non può che venire dalla destra.
  Condividiamo la linea che lei ha espresso; anche per noi il Brennero è un simbolo, simbolo anche dei rapporti con un'Austria che è quella che ci piace, l'Austria pluriculturale, l'Austria dell'appello imperiale «Ai miei popoli !» che recentemente e magistralmente ha evocato Claudio Magris, non certamente l'Austria che emerge in questi frangenti.
  Condividiamo la linea che lei ha espresso anche per quanto riguarda le varie iniziative, in sede europea, che il Governo ha promosso.
  Questa posizione austriaca non è motivata, è contraria ai principi etici e sociali, è contraria allo spirito europeo ed è, anche, contraria agli stessi interessi di quella vasta area transfrontaliera, Trento, Bolzano e Innsbruck, che, non a caso, in questi anni, è stata costruita proprio come segno di superamento dei conflitti in chiave europea.

(Iniziative per una revisione delle politiche del Governo in materia di immigrazione – n. 3-02229)

  PRESIDENTE. Il deputato Molteni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02229, concernente iniziative per una revisione delle politiche del Governo in materia di immigrazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  NICOLA MOLTENI. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, dal 2014 ad oggi sono sbarcati in Italia, anzi, siamo andati a prendere sulle coste libiche circa 350 mila falsi profughi. Sono 100 mila, 120 mila i falsi profughi che campano a scrocco sulla pelle degli italiani, utilizzando soldi pubblici. Solo il 3 per cento ottiene lo status di rifugiato politico; il 70 per cento delle domande d'asilo viene respinto.
  Nel 2015 il suo Governo ha speso 3,3 miliardi di euro, 4 miliardi nel 2016 per dare accoglienza, vitto, alloggio, per pagare il telefono e le ricariche telefoniche a 120 mila falsi profughi. Questa è la politica filo-immigrazionista e filo-islamista del suo Governo. Pag. 73
  Avete svenduto il nostro Paese all'invasore straniero.
  Al Presidente del Consiglio, cosa chiedo ? Chiedo di fare esattamente quello che fanno tutti gli altri Paesi europei, tra l'altro a guida socialista e socialdemocratica: difendere i confini, difendere le frontiere, difendere gli interessi nazionali del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Non so bene, signora Presidente, se rispondere all'approfondita considerazione testé ascoltata in quest'Aula, di elevato valore culturale, oppure prendere spunto dai dati.
  Mi limito a segnalare che i dati che vengono citati e che parlano di un aumento del 50 per cento tra il 2016 e il 2015 sono dati falsi; l'aumento – i dati sono di stamani mattina, così da poter offrire l'occasione...

  DAVIDE CAPARINI. Ma se sono sul sito del Ministero dell'interno ! Che dici (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Non so se posso parlare... se mi è consentito di parlare; nella difesa dei nostri confini e dei nostri valori c’è la difesa della libertà di espressione e della democrazia, che dovrebbe essere un patrimonio condiviso anche da chi ha la camicia verde (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti del deputato Caparini) !

  PRESIDENTE. Deputati della Lega, è possibile consentire al Presidente del Consiglio di continuare ? Prego...

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Vorrei dire che i dati ufficiali sono i seguenti: 28.658 contro 27.500, ma per dare un segnale di positività e di apertura ricordo che l'interrogazione dell'onorevole Molteni ed altri dice: iniziative per una revisione delle politiche del Governo; sì, siamo d'accordo con voi, abbiamo scelto la revisione, perché quando eravate al Governo voi, voi avete scelto, con l'accordo di Dublino, di prendere soltanto in casa nostra i problemi e di non europeizzare. Noi abbiamo scelto il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), siamo per la revisione, siamo perché, finalmente, si affronti la strada...

  DAVIDE CAPARINI. È una balla !

  PRESIDENTE. Deputato Caparini, per favore (Commenti del deputato Caparini) ! Deputato Caparini, per favore, la richiamo all'ordine (Commenti del deputato Caparini) ! No ! Lei non ha diritto di interrompere ! Prego, Presidente.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Più si parla e si urla e meno si è credibili nella sostanza; del resto un anno fa, in questo momento, in questo periodo, i talk show e anche questo Parlamento, guardate gli atti, erano pieni di previsioni catastrofiche e catastrofiste, e dicevano che nel nord-est, per colpa di questo Governo, ci sarebbe stata la peggiore stagione turistica; è stata la migliore stagione turistica degli ultimi vent'anni, alla faccia di quelli che giocano sulla paura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Mi avvio a concludere. Noi abbiamo una strategia precisa che è quella – lo dico con parole vostre – di aiutarli a casa loro. Siccome siamo un po’ meno brutali, pensiamo che questo si traduca in cooperazione internazionale, la stessa che per anni avete tagliato, si produca in un progetto dell'Africa, per l'Africa e con l'Africa, in grado di garantire a quei Governi di riuscire a dare un'occasione di lavoro, e si conclude – concludo anch'io perché i tre minuti sono terminati – con un dato di fatto: ci sono 155 mila persone che sono arrivate lo scorso anno, voi preferite dire profughi a sbafo o a Pag. 74scrocco, non ho sentito come li chiamate, e dite che noi siamo andati a prenderli in mare, sì, è vero, noi siamo andati a prenderli in mare, perché quando ci sono una donna e un uomo che rischiano di affogare, noi stiamo dalla parte della dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Democrazia Solidale-Centro Democratico). Scegliete la paura, noi stiamo dalla parte della dignità e l'interesse nazionale si difende difendendo i valori, non i vostri fantasmi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Democrazia Solidale-Centro Democratico) !

  PRESIDENTE. Il deputato Molteni ha facoltà di replicare, per due minuti.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, il Presidente del Consiglio ha il diritto, ma soprattutto ha il dovere di raccontare agli italiani che ci stanno ascoltando in questo momento la verità, non di raccontare balle e frottole, perché voglio ricordare al Presidente del Consiglio che il Trattato di Dublino è stato sottoscritto nel 2012 dal Governo Letta, è stato sottoscritto dal Governo che l'ha preceduto, l'avete sottoscritto voi, Presidente; quel decreto l'avete sottoscritto voi (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Avete il diritto...

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi, lasciate parlare il deputato Molteni. Per favore !
  Prego, continui.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, il Presidente del Consiglio ha il dovere di dire la verità e la verità è che avete trasformato il nostro Paese in un grande centro d'accoglienza, in un grande campo profughi, Presidente. Avete trasformato gli italiani nei camerieri degli immigrati. Presidente, avete trasformato l'accoglienza, che è un valore sano e positivo del nostro Paese, in assistenzialismo, in parassitismo. Basta un clandestino che si lamenta perché la pasta è scotta e gli mettete a disposizione il cuoco personalizzato, come è successo a Reggio Emilia, Presidente ! Avete sottoscritto un trattato con la Turchia che è un suicidio politico e culturale rispetto all'Europa cristiana. Oggi sono stati liberalizzati i visti, l'ingresso dei cittadini turchi in Europa. Sa cosa significa, Presidente del Consiglio ? Che 80 milioni di turchi islamici sono pronti a invadere l'Europa e il nostro Paese. La Turchia è nemica dell'Europa, Presidente. Io capisco l'imbarazzo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciatelo terminare.

  NICOLA MOLTENI. La Turchia, Presidente, è nemica dell'Europa, alleata e complice dei terroristi. Presidente, avete cancellato il reato di immigrazione clandestina, avete chiuso i CIE, unico strumento utile e indispensabile per l'espulsione.

  PRESIDENTE. Concluda.

  NICOLA MOLTENI. Avete azzerato il fondo espulsioni, Presidente, avete azzerato la sicurezza di questo Paese. Questo è il lascito che lei e il suo Governo date agli italiani. Avete riempito...

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato.

  NICOLA MOLTENI. Concludo, Presidente. Avete riempito il Paese di immigrati e di clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...

  PRESIDENTE. Grazie, deputato, andiamo avanti...

(Iniziative per garantire la sicurezza delle frontiere italiane, anche alla luce della richiesta di prosecuzione della sospensione del Trattato di Schengen avanzata da sei Paesi dell'Unione europea – n. 3-02230)

  PRESIDENTE. Il deputato Ignazio La Russa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pag. 75Rampelli ed altri n. 3-02230, concernente iniziative per garantire la sicurezza delle frontiere italiane, anche alla luce della richiesta di prosecuzione della sospensione del Trattato di Schengen avanzata da sei Paesi dell'Unione europea (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  IGNAZIO LA RUSSA. La ringrazio, Presidente. Io non sono rimasto ammirato della capacità del Presidente del Consiglio di riuscire a dimostrare, qualche minuto fa, come il Governo Berlusconi, con la Lega, con Fratelli d'Italia, con Alleanza Nazionale, fosse il Governo assolutamente più aperto e disponibile verso gli immigrati, mentre questo è il Governo che li sta fermando e li sta bloccando. È veramente una nozione nuova, che apprendo con molto piacere. D'ora in poi, la prego, quindi, di non accusarci mai più di essere contro la solidarietà verso gli immigrati. Su Schengen, vede, è stata chiesta la proroga di sei mesi di Schengen per la Germania e altri cinque Paesi. Il che vuol dire che l'Italia diventerà, come è stato appena detto, un enorme campo di accoglienza – lo vogliamo chiamare così ? – da cui si può entrare liberamente dal sud, ma non si può uscire, e questo per sottostare a quello che decidono la Germania e gli altri Paesi.
  Cosa intendete fare per bloccare l'accesso a chi non ha diritto di stare in Italia ? O noi siamo quelli che dicono «venite, venite, e poi restate qui tranquillamente», perché gli altri non li vogliono ? Solo noi li teniamo !

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati, deputato La Russa, lei fa una domanda specifica e io le rispondo nel punto, anche approfittando della sua sensibilità e della sua esperienza istituzionale, in quanto già appartenente ad un passato Governo. Il punto centrale è che noi pensiamo che Schengen vada difeso, al di là dei toni polemici di una parte del vostro quesito, c’è un punto fondamentale: voi chiedete che il Governo si impegni a difendere Schengen. Ebbene, riprendendo la parte positiva, dico: noi siamo d'accordo con voi su questo specifico punto, mentre sul resto, come è ovvio, no ! Lo dico anche per sua tranquillità, ma sul punto specifico noi siamo per tornare a Schengen.
  Cosa ha fatto la Commissione ? Ha prodotto un documento, che si chiama Back to Schengen, che vuol dire «Tornare a Schengen», tornare ai principi di Schengen, approvando la richiesta italiana.
   Quindi, la mia risposta alla sua domanda è: sì, ci sono dei Paesi che vogliono prolungare i controlli e c’è l'impegno italiano e delle istituzioni, a partire dalla Commissione, in questo senso.
  Dopodiché, utilizzo gli ultimi trenta secondi per chiederle un'ulteriore cortesia istituzionale, oltre che personale. È stata rappresentata in questa sede la Turchia come una sorta di Paese pronto all'invasione degli Ottomani. Ora, l'onorevole deputato la Russa, già ministro della Difesa, ricorderà che l'allora Presidente del Consiglio del Governo del quale lei faceva parte, è stato il testimone di nozze della figlia del Presidente di quel clamoroso e pericoloso Paese che veniva ricordato adesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ci mette una parolina buona per spiegare che non è che accade tutto quello che si pensa e che stiamo parlando di un Paese, il cui Presidente ha avuto la bella opportunità di avere tra i testimoni di nozze della figlia l'onorevole Silvio Berlusconi, che forse ricordano anche quelli della Lega, forse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?

  PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di replicare.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, questa raccomandazione per arrivare a Berlusconi la può fare a Marchini, che ha una storia di sinistra come la sua ! Per cui, se lei si rivolge a Marchini, questa cosa arriva Pag. 76a lui più direttamente che attraverso me ! Per il resto, le voglio dire: mi tranquillizza il fatto che lei non sia d'accordo con me sul resto, ma non ha risposto alla mia domanda ! Lo so che siete come noi per ripristinare Schengen, ma, nel frattempo, cosa fate per fermare l'invasione del Sud ? Che idea avete ? Noi abbiamo proposto: dalle coste non devono poter partire ! Se vogliamo evitare anche i morti occupiamo quei porti con una missione internazionale, facciamo lì un grande centro di accoglienza e distribuiamo, se l'Europa vuole, tutti gli immigrati in tutti i Paesi ! Se così non è, blocchiamo qualunque attività e blocchiamo le frontiere fino a quando questo non avvenga ?
  Questa è la posizione di Fratelli d'Italia detta molto cortesemente. Le ricordo poi, così come lei ha parlato della Turchia, che oggi lei potrebbe gioire per la vicenda dei marò, che forse si avvia a conclusione – esco anch'io dal tema, io non le avevo parlato della Turchia –, ma lei sa che, accanto a questa gioia che io condivido, c’è la mia rabbia, perché quattro anni fa vi avevamo chiesto di avviare l'arbitrato ! I Governi che si sono succeduti, compreso il suo, che ci ha messo un anno e rotti, hanno ritardato ! Avete sulla coscienza, tutti i Governi, compreso il suo, il ritardo con cui finalmente, forse, potremmo avere risolto una questione che non è solo riferita ai due marò, ma che è una questione di dignità nazionale, alla quale noi teniamo molto !

(Intendimenti del Governo in merito alla eliminazione dello strumento del voucher nel mondo del lavoro – n. 3-02231)

  PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02231 concernente intendimenti del Governo in merito alla eliminazione dello strumento del voucher nel mondo del lavoro (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, Signor Presidente del Consiglio, i voucher sono sempre più utilizzati per occultare l'impiego di lavoratori in nero e sottopagati. Parliamo di un sistema che ricorda vere e proprie forme di schiavismo, soprattutto a danno dei più giovani e delle donne, immigrati compresi.
  Nel 2015 sono stati venduti 115 milioni di voucher, oltre un milione e mezzo di lavoratori in carne ed ossa, che hanno svolto il proprio lavoro in settori più disparati, non necessariamente stagionali. Il numero di lavoratori coinvolti è, addirittura, più che raddoppiato rispetto a soli tre anni fa ! Come è, addirittura, triplicato in soli due anni il numero di incidenti sul lavoro che hanno visto persone coinvolte retribuite con i voucher. Il voucher è ormai diventato, nei fatti, una forma di contratto di lavoro i cui codici somigliano ai «gratta e vinci» che si acquistano in tabaccheria !
  Signor Presidente del Consiglio, crediamo che il Governo debba prevedere la loro abolizione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Nel merito, Signora Presidente, onorevoli deputati, deputato Scotto, le dico che noi siamo contrari all'abolizione dei voucher e siamo contestualmente disponibili a discutere, insieme al Parlamento, a tutti voi, di eventuali forme migliorative, ove vi fosse la possibilità e la necessità di farlo. Onestà intellettuale, dunque, vuole che la nostra non sia una posizione di chiusura ideologica, essa è pronta alla discussione, è pronta al dialogo. Alcuni dei dati che lei ha posto sono reali, altri, a nostro giudizio, sono discutibili e, sinteticamente, utilizzando meno dei tre minuti vengo al punto. Non c’è Governo negli ultimi anni, che abbia combattuto il precariato più del nostro. Lo dimostrano alcuni dati. L'assunzione nella scuola, contestata nel merito della legge sulla Buona Scuola da parte vostra, ma Pag. 77che ha portato ad un oggettivo cambio di passo nella situazione del precariato. Il Jobs Act, come noi offriamo onestà intellettuale la vorremmo da parte vostra, basta andare a riguardare le vostre dichiarazioni di allora per dire che sarebbe stato un fallimento. Non è andata così. Il Jobs Act ha prodotto, dal primo giorno in cui noi siamo qua ad oggi, 398.000 posti di lavoro in più, di cui 354.000 a tempo indeterminato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e se ci sono oggi 373.000 disoccupati in meno, che hanno potuto festeggiare la Festa del lavoro, che prima non potevamo festeggiare, questo si deve anche alle riforme del Governo ! Poi, nel merito, possiamo entrare nella discussione, sapendo che il numero dei percettori dei voucher oscilla tra l'1,9 il 2,7 per cento della forza lavoro e del bacino osservato. Sono in larga parte turismo e commercio. Se ci sono degli eccessi noi siamo pronti a discuterne. L'aumento medio di problemi sul lavoro non è differente, ahimè. Del resto, purtroppo, c’è stato nel 2015 un aumento generalizzato degli incidenti sul lavoro, che fortunatamente nei primi quattro mesi del 2016 sono tornati a scendere, ma che è arrivato ad un livello inaccettabile nel 2015.
  Detto tutto questo, onorevole Scotto, noi siamo pronti a discutere di tutto, anche di forme di diversa organizzazione dei voucher, non certo il loro superamento, ma sarebbe molto apprezzato che come noi siamo intellettualmente onesti e siamo pronti a discutere di voucher, vi fosse il riconoscimento che il Jobs Act ha fatto svoltare, restituendo la prospettiva a tanti lavoratori precari di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare.

  ARTURO SCOTTO. Caro Presidente, non ci ha convinto. Vede, dal nostro punto di vista, la vera questione morale di questo Paese si chiama lavoro povero, caporalato del ventunesimo secolo, e vale, Signor Presidente, sette euro e cinquanta all'ora, meno di questi due pacchetti di sigarette ! Soltanto che qui parliamo della vita dei giovani, che in questo Paese sbattono la testa ogni giorno – e lei lo sa bene – per non morire di depressione ! Occorre un piano straordinario del lavoro, non gli incentivi a pioggia ! E persino i numeri che lei snocciola sul Jobs Act rischiano di essere una goccia nel mare di un precariato, che cresce, e di una stabilizzazione, che riguarda prevalentemente lavoratori tra i 40 e i 50 anni. Presidente, se lei davvero fosse un rivoluzionario, come dice di essere, – ci basterebbe «rottamatore» – abolirebbe i voucher, direbbe, a quelle imprese che ne abusano: da domani è vietato ! Ritirerebbe loro addirittura gli incentivi !
  A proposito di tracciabilità, la informo che nel 2015 sono scomparsi 30 milioni di voucher, per il valore di 600 miliardi di vecchie lire: sono i dati pubblicati dall'ISTAT. Sottratti al fisco ! Ed è del tutto evidente che il Jobs Act ha rischiato di produrre l'effetto opposto: aumentare in maniera patologica il ricorso a tale forma residuale di lavoro.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ARTURO SCOTTO. La regola è diventata eccezione. Il messaggio è chiaro: tutti licenziabili ! È la favola che viene raccontata da vent'anni: meno diritti e salari bassi equivalgono a più crescita. È falso, è una cosa da apprendisti stregoni.
  Basta guardare – signora Presidente, ho concluso – il tasso di occupazione reale: 56,7 per cento, peggio del nostro Paese solo la Croazia e la Grecia.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ARTURO SCOTTO. E con i numeri che riguardano il Mezzogiorno e le donne siamo in diretta competizione con lo Zimbabwe e la Sierra Leone. Allora, signora Presidente, guardiamo in faccia la realtà: usciamo dalla propaganda dei talk show, e proviamo a risolvere questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

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(Intendimenti del Governo in ordine ad iniziative volte alla crescita del Mezzogiorno, con particolare riferimento alla costituzione di un polo strategico permanente di ricerca scientifica per la cultura mediterranea – n. 3-02232)

  PRESIDENTE. Il deputato Giuseppe Galati ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02232, concernente intendimenti del Governo in ordine ad iniziative volte alla crescita del Mezzogiorno, con particolare riferimento alla costituzione di un polo strategico permanente di ricerca scientifica per la cultura mediterranea (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIUSEPPE GALATI. Presidente, signor Presidente del Consiglio, lei ha siglato pochi giorni fa in Calabria due importanti documenti, il Patto per la Calabria e il Patto per la città metropolitana di Reggio Calabria: atti di indirizzo molto attesi che rientrano in una logica di rilancio del Mezzogiorno, che finalmente entra col giusto peso nell'agenda di Governo. È però necessario rimarcare, per il rilancio del Mezzogiorno, l'importanza che deve rivestire la ricerca scientifica: c’è già un progetto importante del MIUR rivolto al potenziamento dei distretti e dei laboratori, soprattutto nei settori strategici dell’agrifood, della salute dell'uomo, delle biotecnologie, ma si registrano ritardi e criticità. Presidente, noi le chiediamo se lei ritiene importante favorire la costituzione di un polo strategico permanente di ricerca scientifica per la cultura mediterranea, anche rispetto alle recenti dotazioni approvate dal CIPE, e soprattutto se ritiene importante il consolidamento di questi progetti in questi settori dell'agroalimentare e biotecnologie, che riteniamo strategici per il rilancio e l'innovazione dell'economia del Mezzogiorno.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati, onorevole interrogante, ovviamente sì, la risposta è la nostra disponibilità totale; anche se mi permetterà l'onorevole Galati di sottolineare un punto: noi non siamo convintissimi – franchezza per franchezza, credo che sia giusto che lo diciamo – che i distretti e i laboratori ad alta tecnologia a cui lei nell'interrogazione fa riferimento, che sono programmi strutturali del passato, abbiano funzionato, perché la precedente programmazione europea ha avuto a nostro giudizio un eccesso di frammentazione; e vanno quindi individuate, nel rispetto degli obiettivi che condividiamo, delle forme innovative e delle forme diverse.
  Disponibilità allora a lavorare insieme a 360 gradi. È finito il tempo del vittimismo in cui tutti dicevano che non c'erano soldi: i soldi ci sono, si tratta di spenderli bene. Questo vale in generale per il Mezzogiorno: occorre fare un investimento strategico di rapporto con le università del Mezzogiorno, perché credo che sia assolutamente fondamentale che esse siano a bordo di questa scommessa, e che vi siano nei luoghi scelti dai vari patti dei punti di riferimento accademico e di ricerca intriganti e innovativi. Trovo un fatto positivo ad esempio, citando l'ultima visita, che Matera veda il rilevante ruolo dell'Università della Basilicata nel programma di Matera 2019; trovo fondamentale che l'Università della Calabria sia inserita nella spesa dei denari per questa regione; trovo importantissimo ciò che possono fare le università campane, e le università napoletane in particolare.
  Concludo però sul punto specifico che lei ha sottolineato: noi siamo assolutamente convinti che il Meridione d'Italia debba ripartire per far ripartire l'Italia, ma che possa giocare un ruolo strategico nella cultura mediterranea.
  E allora i riferimenti che lei ha fatto alle biotecnologie da un lato, e all'agroalimentare dall'altro, costituiscono la stella polare di riferimento per i nuovi investimenti; a condizione di smettere di spendere soldi frammentati in piccoli progetti Pag. 79ed avere finalmente una visione di insieme, perché sui fondi europei in passato si è speso troppo poco e troppo male (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il deputato Galati ha facoltà di replicare.

  GIUSEPPE GALATI. Presidente, io esprimo un'attenta, adeguata soddisfazione per l'impegno che lei ha speso, soprattutto perché questo tema del Mezzogiorno entra finalmente con una certa rilevanza nella sua agenda di Governo; ma la centralità che si ricordava della ricerca scientifica, tecnologica, dell'innovazione, è soprattutto legata a quello che lei ha detto su di un'area, quella del Mezzogiorno quale cuore del Mediterraneo, che è un punto d'incontro e di mediazione culturale, anche rispetto ai flussi migratori. Noi vogliamo farne una culla di civiltà, aperta al multiculturalismo ma anche e soprattutto orientata, però, ai capisaldi della nostra tradizione: il Sud in questo obiettivo può registrare un ruolo importante. Bisogna allora, Presidente, rivalutare il ruolo del Sud, renderlo strategico; soprattutto però supportarlo con strategie, come lei ricordava, non effimere o molto spesso frammentate, ma durature e continuative, perché bisogna difendere la propria cultura, la propria tradizione, ma aprirla a quelle frontiere dell'innovazione e della ricerca che le potranno far spiccare quel salto adeguato che serve poi non solo al Sud, ma all'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

(Iniziative di competenza, nell'ambito dell'Unione europea, volte a riconsiderare le sanzioni comminate alla Federazione russa – n. 3-02233)

  PRESIDENTE. La deputata Deborah Bergamini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta ed altri n. 3-02233, concernente iniziative di competenza, nell'ambito dell'Unione europea, volte a riconsiderare le sanzioni comminate alla Federazione russa (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  DEBORAH BERGAMINI. Presidente, signor Presidente del Consiglio, oggetto di questa nostra interrogazione sono proprio le sanzioni alla Russia, o meglio la proroga delle sanzioni alla Russia a seguito dello scoppio del conflitto con l'Ucraina. Stiamo parlando di uno dei più cocenti fallimenti della politica internazionale dell'Unione europea; soltanto che si preferisce non dirlo. Non soltanto queste sanzioni non hanno in alcun modo aiutato la risoluzione del conflitto in Ucraina, che infatti sta languendo e sta sparendo dalle pagine dei giornali e dall'attenzione dell'opinione pubblica, ma esse hanno un costo insopportabile per tutto l'indotto economico del nostro Paese: un costo che non possiamo dimenticare, che riguarda in particolare il comparto dell'agroalimentare, ma non solo. Lei nelle sue scarne e non numerose esternazioni sul tema delle sanzioni è apparso condividere una sorta di dissenso di principio. Ecco, vorremmo sapere, signor Presidente, se questo dissenso di principio si sostanzierà in qualche iniziativa concreta per far sì che queste sanzioni, dannosissime per il nostro Paese, inutili per la ragione per le quali sono state imposte, vedano finalmente la fine.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati, onorevole Bergamini, ci sono più questioni nella sua domanda e nel quesito che è stato firmato dai colleghi del suo gruppo. Da un lato c’è la questione geopolitica internazionale: lei non dimentica sicuramente che la priorità del lavoro italiano negli ultimi due anni è stata esattamente quella di riportare la Russia al tavolo di più di un dossier, su più di un dossier. Penso a ciò che abbiamo fatto Pag. 80durante la visita del marzo 2015 al Cremlino, cercando di coinvolgere la Russia nelle questioni siriane e del Mediterraneo; poi nel caso della Siria, certo non per merito nostro, ma per scelta condivisa della comunità internazionale, sappiamo com’è andata; faccio riferimento al ruolo cruciale che la Russia ha avuto negli accordi con l'Iran; non ho il tempo di andare nel merito sui singoli argomenti a discutere di quanto sia cruciale il ruolo della Russia, in un momento in cui l'estremismo è sempre più pericoloso. Dunque noi siamo tra quelli che credono che sia centrale riportare la Russia al tavolo internazionale, e abbiamo lavorato in questa direzione.
  Diverso è il ragionamento legato alle sanzioni e alla questione dell'Ucraina: le sanzioni corrispettive e reciproche nascono dal desiderio o dal bisogno di arrivare alla concretizzazione dell'Accordo di Minsk. Tale Accordo prevede dei passi in avanti che deve fare l'Ucraina, noi lo diciamo con grande forza, perché c’è un tema di democrazia e di rappresentanza nell'area orientale ucraina, l'area che è stata oggetto degli scontri e teatro di conflitto; dall'altro lato, c’è la necessità che anche la Russia si impegni per rispettare gli standard internazionali e gli standard che la Russia e l'Ucraina insieme hanno firmato in quella sede. Bene, la posizione italiana non è né scarna né ridondante, è molto semplice: noi siamo in prima fila perché l'Accordo di Minsk venga finalmente implementato, e a quel punto, quando l'Accordo di Minsk sarà implementato, il tema delle sanzioni sarà finalmente un tema che appartiene al passato. Ci sarebbe un ultimo passaggio da fare, lo dico in una sintesi estrema: premi Nobel e non premi Nobel, premi Nobel presenti, assenti e mancati sanno benissimo che il tema della Russia a livello economico si concretizza non tanto per le sanzioni ma per l'incredibile crisi del costo del petrolio.
  Il budget della Russia è immaginato con un costo del petrolio più o meno oltre i 70 dollari a barile, sapete che siamo circa a poco più della metà, allora il vero dramma in questo momento economico, che coinvolge alcuni settori dell'economia italiana, non nasce dalle sanzioni, nasce dalla crisi del petrolio. Certo, le sanzioni sono un problema, e noi speriamo che l'Accordo di Minsk sia finalmente implementato.

  PRESIDENTE. La deputata Bergamini ha facoltà di replicare.

  DEBORAH BERGAMINI. Presidente, signor Presidente del Consiglio, come penso lei ben sappia, le speranze – visto che lei ha concluso con un messaggio di speranza – corrono più veloci se hanno ai piedi le ali di qualche azione concreta. Per esempio, un'azione concreta sarebbe potuta essere quella di esercitare il sacrosanto diritto di veto del nostro Paese in sede di Consiglio europeo, non accontentandosi quindi di chiedere un generico dibattito sul tema ma imponendo una decisione che salvaguarda gli interessi nazionali economici e strategici del nostro Paese, cosa che non è stata fatta, magari lo farà la prossima volta. Quello che ci chiediamo è qual è la sua posizione, che non è chiara da quello che lei ha detto: è a favore o contro le sanzioni ? Le sanzioni ci fanno un danno oppure no ? Glielo dico io: lei prima guardava l'orologio, lo sa che un'ora ci costa 411 mila euro ? Costano 411 mila all'ora le sanzioni al nostro Paese, allora mi chiedo se sia normale che il Governo di questo Paese debba prendere decisioni sovraordinate in materia di argomenti strategici legati allo sviluppo della propria economia.
  Noi non abbiamo avuto alcun segnale che lei ritenga queste sanzioni dannose; le sposta, dice vedremo, «Minsk 1», poi siamo arrivati a «Minsk 2», arriveremo probabilmente a «Minsk 3» e intanto il danno economico permane, e intanto l'assenza di dialogo con la Russia, nonostante i tavoli, permane. Le faccio un esempio: la delegazione russa non è più presente all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, è una grave assenza; altro che migliorare con la politica delle sanzioni le possibilità di risoluzione del conflitto con l'Ucraina, non c’è nessun miglioramento.Pag. 81
  Allora le dico, e concludo: preferisco un Presidente del Consiglio che vada testimone ai matrimoni di qualche parente di un importante Presidente di qualche Stato importante piuttosto che avere un Governo che esegue decisioni preordinate da qualche altro ente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

(Tempi e modalità attuative dei progetti in materia di ricerca e cultura recentemente approvati dal Governo – n. 3-02234)

  PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Martella ed altri n. 3-02234 concernente tempi e modalità attuative dei progetti in materia di ricerca e cultura recentemente approvati dal Governo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  IRENE MANZI. Grazie, signora Presidente. Presidente del Consiglio, come lei ben sa, viste le misure positive che in questi due anni sono state poste in essere dal suo Governo, il consolidamento della ripresa del Paese passa attraverso un'azione improntata al sostegno degli investimenti pubblici in settori chiave come la cultura e la ricerca. Proprio per questo, valutiamo con grande soddisfazione il provvedimento che è stato adottato lo scorso 1o maggio – una data giustamente significativamente simbolica – da parte del CIPE, il piano di finanziamento per la cultura, il turismo e la ricerca, del valore complessivo di 3 miliardi e mezzo di euro.
  Un piano che, in particolare, con lo stanziamento di 1 miliardo di euro a favore dei beni culturali, rappresenta un investimento importante per intervenire su musei nazionali e siti di interesse storico importanti. Sono interventi che richiedono un tempismo fondamentale, proprio per questo le chiediamo quali saranno le misure concretamente adottate che faranno seguito alla decisione assunta il 1o maggio per attuare concretamente i progetti in materia di ricerca e cultura.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Manzi, credo di poter essere molto esplicito nel dire che ciò che è accaduto il 1o maggio in Italia non ha molti eguali nel passato: 1 miliardo di euro e trentatré interventi cantierabili non sono soltanto uno stimolo all'economia o, dall'altro lato, un investimento in cultura, sono la carta di identità di quello che noi vogliamo essere per i prossimi anni, e sono un insieme di emozioni, che vorrei fossero chiare agli occhi di quelli che per anni hanno teorizzato in quest'Aula e fuori che con la cultura non si mangia.
  Noi pensiamo che la cultura sia l'idea stessa che deve animare l'Italia nei prossimi anni, e quando immaginiamo che con questi soldi Pompei continuerà in questo cammino virtuoso per cui non è più la cosa che fa notizia per i muri che crollano ma è finalmente l'orgoglio del Paese in Italia e all'estero, quando pensiamo a Brera e al Museo di Capodimonte, quando pensiamo alla Reggia di Caserta e al Porto Vecchio di Trieste, quando pensiamo ai musei romani e al waterfront di Genova, quando pensiamo alle Isole Tremiti (alla faccia di chi diceva che noi avremmo distrutto quelle isole), al complesso di San Nicola e agli Uffizi o al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, noi stiamo pensando al futuro del nostro Paese. Un miliardo di euro, trentatré interventi cantierabili immediatamente spendibili; dall'altro lato, onorevole Manzi, le iniziative sulla ricerca: 2 miliardi erano già previsti, 500 milioni li abbiamo aumentati con questo intervento. Capitale umano: vogliamo creare 6 mila posti da ricercatore e dottore di ricerca, con buona pace di quelli che teorizzano la storia dei cervelli in fuga come elemento caratterizzante del nostro Paese; 6 mila ricercatori e dottori di ricerca, magari anche di altri Paesi, perché, sì, è bello Pag. 82attrarre intelligenze e talenti anche dall'esterno. Poi, partenariato pubblico-privato, infrastrutture di ricerca e i singoli argomenti. La domanda era troppo ampia, per cui le consegnerò la risposta scritta, ma con una consapevolezza: è finito il tempo in cui si continua a dire soltanto che mancano i soldi e non si sa dove andare.
  Con questo Parlamento, prima ancora che con questo Governo, si è invertita la rotta: la cultura torna a essere non soltanto qualcosa con cui si mangia ma qualcosa che nutre il nostro essere cittadini, autenticamente e orgogliosamente cittadini del Paese più bello del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI-IDEA)).

  PRESIDENTE. La deputata Maria Coscia, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  MARIA COSCIA. Signora Presidente, Presidente del Consiglio, anch'io volevo sottolineare, a nome dei colleghi della Commissione cultura, la grande soddisfazione per questi ulteriori investimenti. Lei non l'ha voluto ricordare, ma lo voglio ricordare io che già nella legge di stabilità abbiamo previsto 1 miliardo di euro in più sulla cultura, proprio per marcare e segnare il fatto che non si fanno più chiacchiere, che la cultura, che è il tesoro fondamentale di questo Paese, diventa il pilastro, quindi può essere quel motore per avviare un nuovo modello di sviluppo, proprio perché è il nostro tesoro che va valorizzato il più possibile. Allo stesso modo, i finanziamenti sulla ricerca, che, come lei sottolineava, si tratta di finanziamenti in gran parte già previsti, tuttavia vi è stato finalmente lo sblocco da parte del CIPE e comunque sono previste anche risorse aggiuntive. Siamo quindi consapevoli che finalmente abbiamo invertito la tendenza ad umiliare questi settori fondamentali, quindi sono certa che potremo continuare su questa strada anche con ulteriori investimenti sulle università (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative, anche di carattere normativo, volte ad assicurare trasparenza in materia di finanziamento delle fondazioni legate a soggetti o personaggi politici, anche in relazione alla vicenda delle fondazioni Big Bang e Open – n. 3-02235)

  PRESIDENTE. Il deputato Michele Dell'Orco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02235, concernente iniziative, anche di carattere normativo, volte ad assicurare trasparenza in materia di finanziamento delle fondazioni legate a soggetti o personaggi politici, anche in relazione alla vicenda delle fondazioni Big Bang e Open (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie. È ormai chiaro a tutti che questo Paese non è governato dai politici, ma dai petrolieri e dai banchieri, gli stessi che generalmente finanziano le campagne elettorali dei partiti, offrono soldi, oppure futuro e poltrone ed in cambio si aspettano leggi che li favoriscano.
  Per questo, la domanda che le rivolgiamo è: fino a che punto questi portatori di interessi privati sono coinvolti nelle decisioni del Governo ? chi sono i finanziatori che sostengono il Partito Democratico e che hanno accompagnato anche la sua fantastica carriera politica ? Sappiamo già che risponderà – o almeno ho questa sensazione – parlando di tutela e rispetto della privacy, magari parlando di noi, del MoVimento 5 Stelle per sviare, ma questo sarebbe ancora più ingiustificato quando la posta in gioco è il futuro del Paese e il rispetto dei cittadini italiani.
  Una domanda diretta dovrebbe ricevere una risposta altrettanto diretta. È semplice, Matteo Renzi, quindi Presidente del Consiglio da chi siete stati finanziati, lei e il suo Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

Pag. 83

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati e onorevole Dell'Orco, spero di non deluderla nel dire che lei avrà risposta puntuale circa l'eventuale finanziamento di petrolieri al Partito Democratico, avendo noi fatto causa civile e penale nei confronti del Vicepresidente della Camera e di altri esponenti del suo partito che hanno posto questo tema. Quindi, l'onorabilità del Partito Democratico sarà tutelata, ove voi vorrete – spero – rinunciare alla vostra immunità in sede di tribunale e vedremo quello che noi riteniamo e cioè che non abbiamo alcunché da nascondere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
   Però vorrei prenderla, come seconda domanda, di nuovo in contropiede (lei ha fatto la domanda e si è dato la risposta, in un perfetto Marzullo style) e voglio dirle che noi siamo disponibili a fare con voi, a scrivere insieme la legge sulle fondazioni, anche perché voi avete appena creato una fondazione – così ho letto dal figlio del dottor Casaleggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) – e quindi noi siam pronti a scriverla insieme a voi, con un principio: la massima trasparenza, e ci mettiamo dentro il carico da novanta. Vi chiediamo: siete disponibili a scrivere con noi una legge sui partiti dove la trasparenza sia un valore ? Il vostro Movimento è la quintessenza dell'opacità, è un monumento al nepotismo, nel senso tecnico del termine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Leggo lo Statuto del MoVimento 5 Stelle, a quattro firme: Beppe Grillo, il commercialista di Grillo, Gianroberto Casaleggio e il nipote di Grillo; il nepotismo applicato al movimento politico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vi dico: noi non apparteniamo ai nostri nipoti; noi apparteniamo a una comunità di persone che possono anche discutere, anche troppo delle volte, ma che comunque sanno discutere tra di loro perché ci chiamiamo Partito Democratico. Siete pronti con noi a scrivere una legge che permetta a tutto e a tutti di far valere il vostro principio, per cui uno vale uno ? E se uno vale uno, come dite voi, attenzione perché non si appartiene a una società e soprattutto se, ahimè, c’è una disgrazia – e io sono su questo molto rispettoso sinceramente e credo che possiamo su questo rispettarci vicendevolmente – come quella accaduta a Gianroberto Casaleggio, che è stato nel bene e nel male, comunque una personalità di grandissimo rilievo nella vita politica vostra e in generale degli ultimi anni del Paese, ebbene, se lo scettro passa al figlio, quella non è democrazia, quella è dinastia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il punto centrale è che, se volete confrontarvi con noi, ci siamo; io non so se voi lo farete, ma siccome mi replica l'onorevole Sibilia – così leggo dai documenti della Camera – sperando che l'onorevole Sibilia abbia finalmente appreso la grande notizia che davvero l'uomo è arrivato sulla luna, magari riuscirà anche a credere al fatto che possiamo fare una legge sulla trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il deputato Sibilia, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  CARLO SIBILIA. La domanda era: chi finanzia lei e il suo gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Sarebbe stata una risposta facile se non aveste avuto nulla da nascondere.
  Però il punto è che ogni scandalo a danno dei cittadini è un favore a certi gruppi di amici vostri, come lo sconto di 2,2 miliardi alle lobby delle slot machine che finanziavano la fondazione Vedrò di Letta, gli appalti alle Cooperative di «mafia capitale» (perché il criminale Buzzi veniva alle sue cene di finanziamento e a quelle del PD) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) – ecco perché non avete mai fatto una legge per la trasparenza dei bilanci delle cooperative – il salvataggio di Banca Etruria a danno di 130.000 famiglie italiane (banca che finanzia la sua fondazione Open) e uno scandalo nell'ambito del quale è indagato il padre del Ministro Boschi che la segue al Pag. 84suo fianco ed è un altro finanziatore della fondazione Open. Il favore che avete fatto ai petrolieri della Total, per il quale il Ministro Guidi si è dimesso, è un favore dal quale il fidanzato del Ministro avrebbe guadagnato 2,5 milioni di euro; 2,5 milioni di euro che potevano andare a finire alle piccole e medie imprese italiane oneste, ma che sono stati loro scippati dalla vostra corruzione. Per non parlare dei favori per far vincere gli appalti alla camorra in Campania, per la quale il Presidente del PD della Campania, Graziano, è indagato; dobbiamo aspettarci dei provvedimenti per la camorra ? Insegnanti, lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati e persone che vivono sotto la soglia di povertà non hanno soldi da darle, non hanno lobby, forse per questo non avete fatto leggi per loro. Abbiamo perso il conto degli indagati, arrestati e condannati del PD; dobbiamo mettere un freno a questa storia e non dobbiamo indignarci e basta. Noi abbiamo proposto la carta dell'onestà: cinque leggi anticorruzione già presentate e, dopo tutti questi episodi, dobbiamo capire cosa impedisce veramente al Governo di votarla. Noi vogliamo fermare i disonesti al potere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Misure di sostegno fiscale alle famiglie e per la ripresa della natalità, nonché iniziative volte alla revisione dell'Isee, al fine di ridimensionare i valori della prima casa di abitazione e introdurre un quoziente Isee familiare – n. 3-02236)

  PRESIDENTE. Il deputato Maurizio Lupi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02236, concernente misure di sostegno fiscale alle famiglie e per la ripresa della natalità, nonché iniziative volte alla revisione dell'Isee, al fine di ridimensionare i valori della prima casa di abitazione e introdurre un quoziente Isee familiare (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MAURIZIO LUPI. Grazie, signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, noi vorremmo tornare alle cose concrete, quelle che interessano le famiglie italiane e i 60 milioni di cittadini. Uno dei successi di questo Governo è stato indubbiamente quest'anno l'abolizione dell'IMU per la prima casa: l'80 per cento delle famiglie italiane possiede una casa; l'ISEE, che è quell'indicatore che permette alle famiglie più deboli di accedere ai servizi sociali a tariffe agevolate per chi ci ascolta, viene calcolato, con la sua revisione, anche per la prima volta introducendo il possesso della prima casa come fattore di ricchezza. Lei ha fatto il sindaco, signor Presidente del Consiglio, e sa che ci sono decine e centinaia di pensionati, gente ovviamente anche con stipendi bassi, che magari ha acquistato o riscattato una casa popolare e oggi è proprietaria di una casa. Ebbene, queste famiglie si ritrovano – e ho finito – con il calcolo dell'ISEE ad essere considerate più ricche e quindi a non poter accedere a quei servizi di cui ha diritto. La famiglia per noi è importante, le chiediamo per la famiglia e in questo caso specifico se il Governo, come credo debba, dovrà andare a rivedere l'ISEE e a intervenire quest'anno a sostegno, in maniera molto più chiara e più forte per la famiglia.

  PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha facoltà di rispondere.

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, onorevoli deputati e onorevole Presidente Lupi, noi siamo disponibili – lei lo sa perché ne è stato un ispiratore – a implementare e in qualche modo a incoraggiare ulteriori misure. Lo facciamo non in una dinamica politica per cui NCD e Area Popolare ottengono qualcosa, ma perché pensiamo che sia un fatto importante per il Paese e lo dico in un momento in cui il tema della maternità – e arrivo a dire prima ancora che il tema della famiglia – è assolutamente cruciale per l'Europa; altro che dibattiti sterili da post su Facebook o da tweet: il punto chiave è che la crisi demografica è ancora più drammatica Pag. 85della crisi democratica in Europa e che, se noi non riusciamo a invertire la direzione, l'Europa ha perso la sua forza e i suoi valori. Dunque, abbiamo fatto alcune cose, lei ne è stato coprotagonista, siamo disponibili ad approfondire e a entrare nel merito partendo dagli strumenti concreti di sostegno fiscale.
   Siccome mi rimangono quaranta secondi ed è invalso l'uso di parlare a piacere dopo le questioni, in rapidissima sintesi, Presidente, voglio dire al presidente La Russa che il tema dei marò lo avrebbe potuto porre al Governo al quale votava la fiducia nel 2012 che è quello che ha rimandato i marò in India. All'onorevole Scotto, che ha posto un tema fuori, a piacere, il caporalato, voglio dire che abbiamo una proposta di legge e siamo disponibili a votarla insieme e che se lui ritiene che in Zimbabwe e in Sierra Leone si stia meglio come condizioni di lavoro che in Italia, è un'opinione del tutto legittima, ma che io non riesco a condividere. All'onorevole Bergamini dico che non vi era alcuna polemica sul Presidente Berlusconi; si trattava semplicemente di ricordare agli smemorati in camicia verde che essi hanno avuto un Presidente del Consiglio che così si chiamava...

  PRESIDENTE. Può attenersi al tema, Presidente ?

  MATTEO RENZI, Presidente del Consiglio dei ministri. Finisco, finisco. All'onorevole Sibilia dico che i provvedimenti contro la mafia e la criminalità organizzata sono il 416-bis, che noi abbiamo votato e voi no (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti del deputato Crippa) !

  PRESIDENTE. Deputati, per favore ! Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

  MAURIZIO LUPI. Signor Presidente del Consiglio...

  PRESIDENTE. Deputati, consentite al deputato Lupi di replicare. Vi prego ! Per favore (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Abbiamo richiamato al tema il Presidente del Consiglio, lo abbiamo richiamato al tema, deputati, mentre parlava. Prego, deputato Lupi.

  MAURIZIO LUPI. Vorrei riprendere, signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, l'importante sottolineatura che lei ha fatto nella sua risposta alla nostra interrogazione. Infatti, ha fatto bene a sottolineare che uno dei problemi drammatici dell'Italia, come dell'intero Occidente che vuole guardare la crescita, Europa inclusa, è quello della natalità. Non si può guardare al futuro se non si sostiene la natalità e se, nel sostenere la natalità, non si sostengono le famiglie, che sono il luogo dove la natalità può essere accolta, sostenuta e sviluppata. Le politiche fiscali devono andare in quella direzione.
  Ha detto bene lei, signor Presidente: non è un problema solo di contrattazione politica tra una parte importante di questa maggioranza, il Partito Democratico, e l'altra parte importante di questa maggioranza, che è Area Popolare-NCD-UDC. Infatti, sul tema della famiglia, sul tema della natalità, sul tema dello sviluppo e della crescita e della tutela di un pilastro fondamentale della nostra società, il più importante ammortizzatore sociale che noi abbiamo avuto in questi momenti di crisi, l'obiettivo è comune. Dovrebbe essere comune da parte della maggioranza, ma anche da parte dell'opposizione.
  Io credo – lo abbiamo sottolineato nel DEF – che la prossima legge finanziaria debba vedere concretamente, dopo tanti anni di annunci, da destra a sinistra, al centro, di provvedimenti fiscali a sostegno della famiglia, un ulteriore indirizzo concreto che dica che lì sta il futuro del Paese, il futuro dell'Italia, il futuro dell'Europa e – permettetemi – il futuro dell'Occidente. Questa è la ragione per cui siamo insieme al Governo, Presidente, per cambiare le istituzioni con le riforme, ma innanzitutto per far tornare questo Paese a sognare veramente il suo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

Pag. 86

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Abrignani, Alfreider, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Caparini, Capelli, Catania, Dambruoso, Fico, Fraccaro, Ginefra, Locatelli, Mazziotti Di Celso, Pisicchio, Realacci, Rosato, Rossomando, Sani, Schullian, Tabacci e Velo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoundici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Per un richiamo al Regolamento.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, mi riferisco all'articolo 8, sul ruolo del Presidente e sul buon andamento dei lavori. Durante il Premier time, è successo...

  PRESIDENTE. Premier question time. Chiedo scusa, onorevole Crippa. Colleghi, per favore, se prendete posto, date anche al collega Crippa la possibilità di parlare in una condizione decente. Per favore, liberiamo l'emiciclo. Prego, onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Durante il Premier time, che c’è stato poc'anzi, il Presidente del Consiglio ha ben pensato di utilizzare uno spazio riservato alla sua risposta all'interrogazione presentata dal compagno di Governo Lupi per replicare di nuovo a tutte le forze di minoranza che, fino a quel momento, stando a quello che è il Regolamento della Camera, possono replicare alla risposta del Presidente del Consiglio. Mi dice qual è l'articolo del Regolamento che prevede che il Presidente del Consiglio possa, a sua volta, replicare nuovamente ? Se non era per il tentativo di sottolineare questa cosa alla Presidente, l'episodio sarebbe passato in secondo piano e il Presidente del Consiglio avrebbe potuto completare questa sua nuova iniziativa di replicare di nuovo addirittura anche durante il question time.
  Io le chiedo di far presente alla Presidente Boldrini di essere un po’ più attenta e accorta durante le discussioni, perché in quella fase è stato palese il richiamo prima al deputato La Russa, poi al deputato Scotto, poi alla deputata Bergamini e, infine, al deputato Sibilia. Quindi, se avesse ancora qualche dubbio sul fatto che stava uscendo fuori tema, credo che almeno aver menzionato colleghi esponenti di partiti diversi da quello che aveva presentato l'interrogazione in esame, quindi il collega Lupi, renda abbastanza palese la situazione. Pertanto, la invito a segnalare la questione alla Presidente Boldrini in modo tale che sia più attenta nella gestione del question time (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crippa. A quanto mi risulta, la Presidente ha richiamato il Presidente del Consiglio ad attenersi alla questione. Per quanto riguarda il suo richiamo, ovviamente resta agli atti, però chiaramente siamo in una fase diversa della seduta e, quindi, il richiamo ovviamente andava fatto nella fase in cui l'oggetto del richiamo era proprio (Commenti del deputato Crippa). Onorevole Crippa, questo è.

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Inserimento all'ordine del giorno dell'Assemblea del seguito della discussione di mozioni (ore 16,22).

  PRESIDENTE. Sulla base degli esiti dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, sottopongo all'Assemblea la proposta di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna, con priorità rispetto agli argomenti già previsti, il seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative in ambito nazionale e sovranazionale per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità. Su tale proposta darò la parola, ove ne sia fatta richiesta, ad un oratore contro e ad uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento. Prendo atto che nessuno chiede di parlare contro.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare a favore.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. Crediamo che in Conferenza dei capigruppo, pur dentro un dibattito articolato, sia emersa la necessità di provare a discutere e votare oggi le mozioni sulla gravidanza per altri e rinviare a una seduta successiva l'esaurimento del provvedimento sul consumo del suolo. Quindi, dal nostro punto di vista c’è il parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ricordo che, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento, per deliberare su materie non iscritte all'ordine del giorno è necessaria una votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi e la maggioranza dei tre quarti dei votanti.
  Passiamo ai voti.
  Indico pertanto la votazione mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla proposta di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna, con priorità rispetto agli argomenti già previsti, il seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invito i colleghi che sono in Aula a prendere posto. Ricordo che la votazione è con registrazione. Sto per chiudere la votazione. Colleghi, quelli che sono in Aula li aspettiamo, quelli che sono altrove, seppure all'interno del Grande Raccordo Anulare, restano fuori dal voto. Forza, colleghi. Intervengano i tecnici per l'onorevole Garofani. No, è riuscito, il presidente Garofani ha fatto. Su, colleghi, forza e coraggio, altrimenti ci mettiamo di più a fare il voto per l'inserimento che non l'intera discussione delle mozioni. Abbiamo votato tutti ? Aspettiamo l'ultima collega... Bueno, Giampaolo Galli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  348   
   Votanti  290   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato
 290).    

Seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01195, Carfagna ed altri n. 1-01187, Roccella ed altri n. 1-01218, Spadoni ed altri n. 1-01223, Dellai ed altri n. 1-01225, Rondini ed altri n. 1-01226, Vezzali e Monchiero n. 1-01227, Rampelli ed altri n. 1-01228, Nicchi ed altri n. 1-01230 e Palese ed altri n. 1-01233 concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità (ore 16,25).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01195, Carfagna ed altri n. 1-01187, Roccella ed altri n. 1-01218, Pag. 88Spadoni ed altri n. 1-01223, Dellai ed altri n. 1-01225, Rondini ed altri n. 1-01226, Vezzali e Monchiero n. 1-01227, Rampelli ed altri n. 1- 01228, Nicchi ed altri n. 1-01230 e Palese ed altri n. 1-01233, concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  L'organizzazione dei tempi per la discussione è in distribuzione. Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 18 aprile 2016, sono state presentate le mozioni Rampelli ed altri n. 1-01228, Nicchi ed altri n. 1-01230 e Palese ed altri n. 1-01233, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto, infine, che in data odierna sono state presentate le mozioni Rosato ed altri n. 1-01248 e una nuova formulazione della mozione Lupi ed altri 1-01195. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni).

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno. Per favore, liberiamo l'emiciclo. Il Governo può esprimere il parere sulle mozioni presentate. Immagino che il sottosegretario De Vincenti sia delegato a questa funzione. Prego. Colleghi, se abbassiamo il tono della voce, ascoltiamo anche il Governo che esprime il parere.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Chiedo scusa agli onorevoli deputati per la voce, che risente di un po’ di freddo. Il Governo si rimette all'Aula per le mozioni sulla maternità surrogata.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto intervenire l'onorevole Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente, siamo tutti un po’ di corsa. La complessità del tema della gestazione per altri ci impone di essere prudenti, di esaminare con serenità, in modo approfondito, di cercare di capire chi ha pensieri diversi dai nostri, sottraendoci alle tifoserie pro o contro. Il tema richiede decisioni difficili, perché riguarda i risvolti più intimi della vita delle persone. Abbiamo già vissuto, noi che non siamo più giovanissime, un'esperienza in cui il mondo era diviso a metà: chi a favore e chi contro la depenalizzazione dell'aborto. Prevalse la parte non proibizionista, perché con la realtà così com’è bisogna fare i conti, e siamo passati dal divieto alla regolamentazione.
  Anche oggi, sul tema della GPA, le due strade possibili sono regolamentare o proibire: in Italia si tende, di solito, a scegliere la seconda. Che poi il proibizionismo non funzioni, anzi, dia luogo a fenomeni come i costosi turismi sanitari, sembra non interessare a molti, a volte nemmeno al legislatore. Ma la differenza è lampante: da una parte, chi si sforza di regolamentare, scegliendo, forse, una strada più complessa, ma efficace; dall'altra, chi risponde con il proibizionismo, secondo noi velleitario. In molte mozioni si propone di mettere al bando la pratica della gestazione per altri nel mondo in nome della dignità della persona umana e dei diritti dei bambini.
  Mi chiedo come sia possibile pensare che una sola regola sia applicabile a situazioni molto diverse fra di loro. Ma che cosa hanno in comune la condizione di una donna povera e senza tutele e quella di una sorella o di un'amica che accoglie una gravidanza con generosità ?

  PRESIDENTE. Concluda.

  PIA ELDA LOCATELLI. Scusi, mi manca il fiato, e quindi sono più lenta. È chiaro che le due situazioni non sono Pag. 89confrontabili: la prima è una nuova forma di servitù, assolutamente inaccettabile; la seconda è un gesto d'amore. Voteremo, quindi, a favore delle mozioni proposte da PD e Sinistra Italiana-SEL, che affermano in primis che non devono essere penalizzati i bambini nati attraverso le GPA, impedendo il riconoscimento giuridico della loro relazione con genitori che li hanno desiderati e portati al mondo, salvaguardando il primario interesse dei minori, e le mozioni che sono contrarie allo sfruttamento riproduttivo, in particolare nel caso di donne vulnerabili, che non hanno quindi la possibilità di esprimere...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  PIA ELDA LOCATELLI... un consenso libero e privo di condizionamenti. Per il resto, chiedo che si continui a discutere senza cedere a facili contrapposizioni, tenendo presente che abbiamo sempre considerato l'autodeterminazione delle donne un valore. No al pagamento; per il resto, continuiamo a discutere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi se è possibile abbassare il tono della voce, perché chi parla è in difficoltà. Se non siete interessati, siccome ci sono ancora diversi interventi, chi ha altro da fare può uscire dall'Aula. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.

  EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Per inserire una norma che blocchi il ricorso alla pratica dell'utero in affitto, della maternità surrogata, vi sarebbe stata la legge sulle unioni civili. Invece lì, attraverso il comma 20, si è lasciata una delega, e non una delega in bianco, ma in realtà una legittimazione ai tribunali. Tra l'altro, è noto che il Governo sulla maternità surrogata si rimette all'Aula, ma sulle unioni civili mette la fiducia, compreso il comma 20.
  Non si può, quindi, con una mano legittimare la stepchild, che è strettamente legata all'utero in affitto, e dall'altra, invece, condannarla. Comunque, una mozione, anche se è uno strumento blando, è sempre meglio di niente, anche se non bastano condanne generiche, come quella contenuta nel dispositivo del PD, che pure ha avuto le sue difficoltà a esprimere anche questa blanda condanna. Serve, in realtà, una norma più chiara, dato che il divieto contenuto nella legge n. 40, richiamato anche nella mozione del PD, non è mai stato rispettato, e non ci risulta che qualcuno abbia subito una condanna per aver violato su quel punto la legge n. 40. Serve quello che chiediamo nella nostra mozione, cioè che siano allegati alla registrazione all'anagrafe dei bambini il contratto di surroga e quello di compravendita degli ovociti, questo perché ogni bambino ha diritto alle origini, ha diritto di sapere di avere una madre e un padre e, se i genitori biologici acconsentano, di conoscerli. Non ci possono essere discriminazioni tra chi può risalire ai propri genitori e chi non può, perché ne sono state cancellate addirittura le tracce, per inscenare meglio appunto la finzione di una filiazione naturale e soprattutto per cancellare la madre, o meglio, le madri, la madre gestazionale e quella biologica. Presidente, la verità è che le madri non possono e non debbono essere cancellate, quindi la prima forma di discriminazione è questa: tra i bambini a cui le madri sono state cancellate, che non possono neanche sapere di avere una madre, e quelli che possono saperlo. Quindi voteremo a favore di tutte le mozioni comunque, tranne quella di SEL.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fucci. Ne ha facoltà.

  BENEDETTO FRANCESCO FUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito su un tema delicato e attuale come quello della cosiddetta maternità surrogata è importante sia sul piano istituzionale, in quanto consente alla Camera di esprimersi su di esso fornendo precisi indirizzi al Governo, sia anche su un piano più squisitamente Pag. 90politico, perché permette alle forze rappresentate in quest'Aula di raccontare quale sia la loro linea sul piano etico. Aggiungo che questa è un'opportunità preziosa per ogni parlamentare di esercitare non solo il diritto ma anche il dovere di affermare i propri valori non negoziabili in materia etica. Per questo mi permetto di fare un riferimento a quanto affermato nella seduta di lunedì 18 aprile dall'onorevole Nicchi in discussione generale. La collega del gruppo Sinistra Italiana – SEL ha affermato infatti: padri, madri, famiglia, genitorialità, corpo sono parole che non hanno più un senso univoco, semmai l'abbiano avuto, perché sono cambiate le soggettività. Cari colleghi, è proprio questo relativismo spinto, per cui ognuno di noi può dare un'interpretazione che ritiene a qualsiasi cosa, che rende possibili pratiche come quelle della maternità surrogata, cioè che rende possibile il fatto che una donna firmi un contratto con un'altra persona perché quest'ultima porti in grembo suo figlio, che quindi già prima di nascere è oggetto di una forma di commercio. È un approccio sbagliato e irresponsabile, al quale noi ci opponiamo fermamente. Venendo al merito delle mozioni, in primo luogo è positivo che quasi tutti i testi al nostro esame esprimano in modo chiaro una condanna forte e non equivoca della cosiddetta maternità surrogata o dell'utero in affitto, per usare un'espressione certo forte, ma utile per dare un'idea immediata di ciò di cui stiamo parlando. Un vero e proprio business che spesso assume le forme del turismo dell'utero, che contrasta con i tanti pronunciamenti ai quali si è già fatto riferimento in quest'Aula, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea alla Convenzione di Oviedo – in entrambi i casi infatti si afferma che il corpo umano e le sue parti non possono essere, in quanto tali, fonti di lucro – dalla risoluzione del Parlamento europeo del 2015 alla recente mozione del Comitato nazionale di bioetica che si muove nella medesima direzione. È chiaro che noi voteremo a favore delle mozioni, una delle quali a firma dell'onorevole Roccella, che è stata da noi sottoscritta, che chiedono al Governo un impegno reale perché a livello internazionale si arrivi a contrastare una pratica inaccettabile e perché a livello nazionale si faccia in modo che il divieto in merito sancito dalla legge n. 40 del 2012 non sia interpretato in senso ambiguo, estendendo quindi in modo esplicito le sanzioni previste a chi realizzi e organizzi la pratica della surrogazione di maternità per se stesso, anche quando ciò avvenga all'estero. Condividiamo fortemente inoltre l'impegno a far sì che per la trascrizione in Italia dell'atto di nascita dei nati a seguito di surrogazione di maternità all'estero sia necessario fornire copia originale del contratto di surroga, in modo che al nato sia sempre garantita la possibilità di conoscere le modalità del proprio concepimento e le proprie origini biologiche e affinché non vi siano discriminazioni in merito al diritto alle origini. Voteremo pertanto tutte le mozioni che ricalcano quanto da noi sottolineato in quella che abbiamo presentato, mentre voteremo contro le altre.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Civati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE CIVATI. Signor Presidente, mi sembra importante che anche la nostra componente faccia sentire la propria voce in una discussione che riguarda una questione così delicata e importante, di cui abbiamo letto molto sui media, non sempre in modo accurato e preciso. Io sono molto d'accordo con quanto è stato detto dall'onorevole Locatelli qualche minuto fa, sono molto in disaccordo, per capirci, con l'onorevole Roccella, penso che la mozione presentata da Nicchi per il gruppo di Sinistra Italiana, che abbiamo sottoscritto anche noi, sia una posizione di grande civiltà, sia una posizione equilibrata che scelga la regolamentazione invece che la proibizione sempre su questi temi, che sappia capire quando il gesto è compiuto come atto di solidarietà e quale sia il limite di quel principio di liberalità che dobbiamo sempre considerare, che sottragga Pag. 91questa discussione ovviamente a qualsiasi logica commerciale, che anche noi aborriamo – mi pare che sia questa la comune posizione di tutta quest'Aula – e che sappia però anche definire quali sono i limiti, i criteri, le cautele da avere su questa discussione. Io spero, Presidente, che ci sia occasione di discuterne più pienamente, io spero anche con un testo di legge, perché no ? Trovo impervia e molto sbagliata la strada del riconoscimento di un reato universale senza distinzioni, mi sembra davvero una categoria della metafisica più che della legislazione, e spero che ci sia davvero un momento in cui questo Parlamento si possa raccogliere nel suo plenum – che non vedo – per affrontare una questione che concerne la delicatezza di un concepimento e di una storia che sicuramente riguarda almeno due persone che noi vogliamo tutelare: la madre e il bambino che nasce (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, sulla scorta di quanto appena ascoltato dal collega Civati, è talmente poco universale, secondo il collega, questo concetto, su cui noi abbiamo presentato una proposta di legge, ovvero su una sorta di reato universale, che nella maggior parte dei Paesi europei, con poche eccezioni – Regno Unito, Grecia, Paesi Bassi, Romania, Russia ed Ucraina – questo tipo di concetto, la maternità surrogata, è di fatto vietata. Quindi, è talmente poco universale secondo una certa area politica che sono soltanto ad esempio in Europa quattro o cinque i Paesi che non ritengono la stessa pratica illegale. Serve, Presidente, al netto di qualche intervento troppo buonista che io ho sentito nella discussione anche oggi qui dentro, essere chiari: c’è stata politicamente – dopo tralasceremo la politica per un attimo – una inversione dell'ordine dei lavori, perché ? Perché la prossima settimana arrivano in Aula le cosiddette unioni civili, la proposta di legge sulle unioni civili, su cui il Governo metterà la fiducia e il partito di maggioranza, in fretta e in furia, a firma dell'onorevole Rosato se non ricordo male, manda, circa mezz'ora fa, una mozione urgente, di fatto con degli impegni assolutamente democristiani, d'altra parte mi pare che il collega Rosato venga da quell'area, e, di fatto, per non andare a dire nulla negli impegni della mozione del Partito Democratico, perché ? Perché il passaggio di inversione di quello che sono stati i nostri lavori sino ad oggi sono in questo caso, con la calendarizzazione immediata di questa mozione, un contentino rispetto alla minoranza del Partito Democratico e a una minoranza, forse neanche tanto piccola, delle opposizioni che considera questo passaggio propedeutico ad indorare un po’ meglio la pillola rispetto alla prossima settimana, ovvero rispetto al tema delle unioni civili. Tra l'altro, imbarazzante, mi permetta, il Governo quando se ne lava le mani e afferma che su tutti i voti si rimetterà all'Aula, anche sulla mozione presentata dal vostro stesso partito di maggioranza. Allora, Presidente, chiamiamo le cose con il loro nome: c’è un aumento negli ultimi anni del cosiddetto turismo procreativo e questo è un dato di fatto, ovvero la surrogazione della maternità. Questa di fatto in Italia – lo sappiamo, lo dice la legge – è una pratica illegale. La surrogazione della maternità si può fare in due modi. Il modo peggiore, per quanto ci riguarda, rispetto alla suddetta, è il cosiddetto affitto di utero o surrogazione di un utero, ovvero un'altra donna fungerà esclusivamente da gestante. Permettetemi, servirà soltanto da contenitore. Vede, Presidente, la diffusione del turismo procreativo discende di fatto dal divieto di surrogazione come previsto dalla legge 19 febbraio 2004, la succitata n. 40, proprio in materia di procreazione medicalmente assistita, ovvero è fuorilegge; è fuorilegge in Italia, è fuorilegge in buona parte dell'Europa, ma non è fuorilegge ovunque, tant’è vero che, ad esempio, in India e in Canada non è fuorilegge. Allora, Presidente, circa il ricorso a pratiche di Pag. 92surrogazione di maternità effettuate all'estero, abbiamo capito che in un certo tipo di estero si può fare. Dopo, quando evidentemente queste persone rientrano nel loro Paese di origine con un figlio, in Italia, in quel caso, in quel momento, inizia fondamentalmente a decadere quello che è un principio di fatto normato. La dottrina, in termini di giurisprudenza in Italia, ha ampiamente discusso in questo caso. Diciamo che la circostanza idonea per cui la maggior parte della dottrina italiana indica come madre una persona è una circostanza che accetta sicuramente, sì l'aspetto biologico, ma accetta anche il concetto giuridico di madre in termini di esperienza di madre. Per essere madre serve fare un'esperienza con il proprio figlio; non serve comprarlo. È un concetto giuridico quindi. Ed è qui che tralasciamo la politica ed andiamo ad appellarci di fatto ad un qualcosa che dovrebbe essere un faro, ovvero il diritto. Evidentemente, quando la politica non riesce a mettersi d'accordo rispetto ad una posizione, ci si appella al diritto, che dovrebbe essere un totem intoccabile in termini di verità. Ebbene, per il concetto giuridico di madre non è sufficiente essere madre biologica, ma la tendenza, il trend della giurisprudenza italiana dice che serve considerare lo strettissimo legame che intercorre durante la gravidanza e l'apporto biologico sia accompagnato dalla decisione responsabile di un genitore alla generazione di una nuova vita. Questo è un concetto importante, che evidentemente va ad uscire da quel solco tracciato oramai purtroppo rispetto alla maternità surrogata.
  Vorrei correggere – non sono nessuno per farlo, ma vorrei sottolineare un punto – la collega Roccella quando dice che non ci sono ad oggi delle sentenze. Ebbene, no, collega, c’è una sentenza del tribunale di Milano dell'aprile 2014 nella quale si è affermato che la trascrizione del certificato di nascita estero non avrebbe «effetto costitutivo – vado a citare – dello status filiationis, ma solamente un mero effetto di pubblicità del registro di stato civile dell'atto formatosi all'estero». Questo è un passaggio importante perché lo dice una sentenza. Tra l'altro, la stessa sentenza ha riconosciuto colpevoli, sulla base dell'articolo 495 del codice penale, i due genitori, anzi sicuramente un genitore e l'altro, il compagno o la compagna, del genitore stesso. Allora, io penso che la domanda importante e fondamentale sia questa, colleghi: se abbiamo capito che è illegale, è una pratica illegale, perseguibile ai fini di legge, è giusto lasciare, sulla base di una pratica illegale, il figlio a queste persone che ricorrono alla maternità surrogata ? Se non è giusto, perché a monte la pratica è illegale, riconoscere il figlio e, quindi, dare di fatto il figlio alle due persone che applicano e che hanno applicato questo concetto di maternità surrogata, allora va a decadere il concetto della maternità surrogata perché, se il figlio naturale, sulla base della legge, deve restare alla madre biologica e quindi – uso un termine forte – alla fattrice, in India, in Canada o dovunque essa sia, allora la stessa non sarà più agevolata a tenersi dieci, quindici figli nel corso dei prossimi 20,25 anni perché il figlio non viene dato ai genitori che lo comprano di fatto, ma viene lasciato, sulla base della legge italiana, alla madre biologica.
  Presidente, la maternità surrogata sta diventando un vero e proprio business attraverso lo sfruttamento becero del corpo delle donne e, tra l'altro, in spregio ai diritti fondamentali dei bambini che sono di fatto trasformati, purtroppo devo dire, in una merce. In India, il business della maternità surrogata vale, colleghi, circa 2 miliardi di dollari all'anno. Le volontarie sono di fatto reclutate nelle zone più povere – parliamo dell'India in questo caso – di quel Paese e producono più di 1.500 bambini all'anno. La maggior parte della domanda evidentemente viene dall'estero, non viene dall'India stessa. Ci sono delle volontarie, chiamiamole volontarie, perché dietro il pagamento c’è ben poco di volontario, che entrano nel cosiddetto circuito legale – vado a chiudere, Presidente – delle cliniche per la maternità surrogata; ce ne sono altre che non entrano nel circuito legale e, quindi, di fatto non guadagnano molti soldi, non Pag. 93guadagnano ad esempio ad ogni maternità 8- 9 mila euro, che sono circa dieci anni di lavoro di un operaio specializzato indiano. Quelle che, invece, non entrano in questo circuito legale guadagnano un po’ meno, tra i 3 e i 5 mila dollari. Sono costrette di fatto a firmare dei contratti che non prevedono alcun supporto medico postpartum.
  Quindi, noi, Presidente, chiediamo – e vado veramente a chiudere – tre impegni fondamentalmente. Il primo è quello di prendere una posizione in modo deciso e non come sta facendo il Partito Democratico – lo rinnovo – in modo assolutamente democristiano. Infatti, quando il Partito Democratico nel secondo impegno scrive «iniziative che conducano al riconoscimento del diritto dei bambini all'identità personale e alla loro tutela indipendentemente dalla modalità in cui sono venuti al mondo» sta usando un concetto bizantino per mettere a tacere parte della propria minoranza, d'accordo con la surroga della maternità, e per mettere a posto un po’ tutto. Quindi, noi, Presidente – vado a chiudere –, chiediamo opportune iniziative normative volte a far sì che il reato di surrogazione di maternità sia in ogni caso punibile. Chiediamo che ci siano iniziative volte a prevenire e a contrastare il ricorso a pratiche di maternità surrogata e chiediamo, sempre nel rispetto tra l'altro della sacra autonomia scolastica, che ad esempio nelle scuole superiori, perché i nostri ragazzi devono sapere – ci sono delle ragazze nelle scuole superiori che probabilmente un domani forse non potranno avere un figlio –, se ne parli di questa cosa. Quindi, chiediamo iniziative di informazione e di comunicazione sulla maternità e sulla paternità, giusto per non perdere quel poco, Presidente, di tradizione che purtroppo – forse stride un po’ il termine tradizione, ma io amo comunque ricordarlo – è rimasta in Italia. E, quindi, sicuramente valuteremo mozione per mozione.

  PRESIDENTE. Concluda, grazie.

  WALTER RIZZETTO. Concludo. È altrettanto chiaro che impegni molli, impegni che vanno soltanto e politicamente a mettere a posto le correnti del proprio partito, non le voteremo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Ci troviamo oggi a discutere di questo tema quasi all'ultimo momento e trovo quanto mai opportuna questa calendarizzazione delle mozioni sulla maternità surrogata. La trovo opportuna perché è giusto che questo dibattito avvenga prima delle votazioni sulle unioni civili dato che è indubbio che c’è chi attraverso il combinato disposto della maternità surrogata e dell'adozione speciale vorrebbe comunque in ogni modo garantire una genitorialità alle coppie gay. Che cos’è la maternità surrogata ? Si tratta di chiedere ad una donna di portare in grembo per nove mesi e poi lasciare l'embrione ottenuto da quello che in genere è il padre biologico e da talora addirittura una seconda donna, una madre genetica, che non sarà poi la madre sociale. È una pratica che non è esente da rischi, come ogni gravidanza, perché, giova la pena ricordarlo, anche una qualsiasi gravidanza può essere ad alto rischio, sebbene non frequentemente, per la salute della donna fino al punto da minarla completamente e fino al punto talora da determinarne la morte come alcune cronache nostrane insegnano.
  Si tratta, quindi, di una condizione che può essere realizzata esclusivamente facendo leva su uno sfruttamento delle condizioni di bisogno economico e realizzando, comunque, anche uno sfruttamento di ordine psicologico nel momento in cui viene sottratto alla madre il bambino con il quale per nove mesi ha allacciato una relazione che è la più profonda di quelle che esistono al mondo (tra una donna incinta, appunto, e il bambino che porta in grembo). Di fatto abbiamo a che fare con un turismo procreativo per coppie ricche, non importa se eterosessuali o omosessuali.
  Ma qualcuno sostiene o si sforza di voler credere che esista la possibilità anche Pag. 94di una maternità surrogata di tipo altruistico. Teoricamente è chiaro che non possiamo escluderlo e penso, per esempio, a una madre ancora giovane che voglia prestarsi a fornire l'utero ad una figlia che magari ha un fibroma uterino o ha un'endometriosi grave e non può portare avanti una gravidanza. Teoricamente è possibile, ma è teoricamente possibile lo stesso quando noi abbiano a che fare con la donazione di un rene, che costituisce un pericolo potenziale comunque per la salute dell'individuo e che noi permettiamo in forma altruistica ma soltanto quando avviene tra parenti stretti o comunque tra persone che hanno un legame profondissimo tra di loro. Per tutti gli altri casi non esiste la maternità surrogata di tipo altruistico. Crederò alla maternità surrogata di tipo altruistico, come ho detto altre volte, quando una donna dell'occidente ricco presterà il suo utero gratuitamente a una donna povera dei Paesi sottosviluppati. Fino ad allora permettetemi colleghi di non crederci. Richiamo, invece, una vignetta, purtroppo dimenticata, che apparve sul famoso settimanale satirico francese che poi fu oggetto di attentato. A proposito di quella che veniva anche lì chiamata grossesse pour autrui, cioè gravidanza per altri, nella vignetta si trattava di due genitori ed una schiava. Dunque, io credo che la maternità surrogata esista solo, come dicevo prima, al di là di poche piccole eccezioni, come una forma di sfruttamento.
  Veniamo al tema politico. Non è stato possibile arrivare ad una mozione unitaria quest'oggi e non è stato possibile per le divisioni culturali che evidentemente attraversano il Partito Democratico, cosa che lo ha impedito. Consideriamo tuttavia la mozione del PD lo specchio di queste divisioni e, sebbene non dica purtroppo nulla di significativo, la consideriamo comunque un passo positivo in avanti. Consideriamo soprattutto, però, un passo positivo in avanti la mozione di Area Popolare che ho voluto di proposito, insieme ad altri colleghi del mio gruppo, comunque sottoscrivere. La consideriamo tale non tanto per il dispositivo, che si limita a richiamare la risoluzione del Parlamento europeo e nulla di più. Peraltro, la posizione del Parlamento europeo in Italia di fatto è già legge, perché – vogliamo ricordarlo – la legge n. 40 del 2004 già vieta la pratica dalla maternità surrogata nel nostro Paese. Il problema è che questo divieto non ha effetti nei confronti di chi appunto ha usufruito di questa pratica all'estero in quello che appunto abbiamo chiamato «turismo riproduttivo». Come dicevo, la mozione di Area Popolare è positiva perché àncora il Partito Democratico ad un giudizio comunque negativo sulla maternità surrogata e in questo senso noi auspichiamo che la mozione di oggi possa essere la base per un impegno comune verso un'iniziativa legislativa che è possibile e che sarebbe un segno di grande civiltà. Vi è già una nostra proposta di legge in proposito e ne saranno sicuramente depositate delle altre. Chiediamo fortemente che il voto su questa mozione oggi possa essere il primo passo per realizzare appunto una legge che faccia dell'Italia un faro di civiltà.
  È possibile farlo senza leggi speciali; è possibile farlo semplicemente inserendo anche la maternità surrogata tra le disposizioni speciali per le quali l'articolo 7 del codice penale chiede la punibilità anche quando il reato sia stato consumato all'estero.
  Se non sarà possibile – e vogliamo credere che così non sia – allora vorrà dire che dovremo prendere atto che la caduta in Senato della stepchild adoption era soltanto un paravento. Se non sarà possibile arrivare almeno a questo divieto vorrà dire che c’è qualcuno che lavora perché comunque si continuino a produrre bambini – scusate il brutto termine, ma così è – e continui questa industria, continui questo turpe mercato per soddisfare le aspettative di qualcuno che dovrebbe piuttosto pensarla diversamente.
  Per quanto ci riguarda, quindi, sulle mozioni di oggi noi ci asterremo sui dispositivi. Voteremo a favore, oltre che ovviamente sulla nostra mozione anche su quella di Area Popolare, per i motivi che ho richiamato, e ci asterremo, invece, sulla Pag. 95mozione del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Saluto con piacere studenti e insegnanti dell'Istituto alberghiero di Assisi, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Utilizzerò questo tempo innanzitutto per fare delle considerazioni intorno all'oggetto che ci troviamo a trattare all'interno delle mozioni presentate e che oggi finalmente approda in Aula. Il politicamente corretto è secondo noi la maschera del pensiero unico che vuole dominare e controllare le coscienze ed ha coniato una definizione discreta di una pratica esecrabile qual è l'utero in affitto. È così che, con un'astuzia che possiamo definire levantina, nei talk show o sui rotocalchi nazionali, i luoghi frequentati dall’intellighenzia radical chic, si impone o si vuole imporre, addomesticando e mistificando la realtà, un'irragionevole definizione, qual è quella di «maternità surrogata» in luogo di un più schietto «utero in affitto», facendo leva, in particolare, su quella maternità che richiama il desiderio di genitorialità che, con questa pratica vietata, sarebbe negato. Ecco l'inganno astuto che nascondono sempre le parole di questa nuova lingua ricercata ed elaborata nelle cucine dei salotti degli apolidi per scelta, alla ricerca irrequieta di ogni mezzo che consenta di conseguire un obiettivo per giungere al quale strategie articolate sono adoperate e asservite allo scopo di scardinare le tradizioni e le identità culturali, religiose e sociali dei popoli della nostra comunità.
  È curioso il fatto che gli ambienti che si adoperano per addomesticare l'opinione pubblica intorno a una questione come l'utero in affitto che i megafoni politicamente corretti ci dicono in fondo essere una pratica che non ha nulla di male e permette di diventare genitore anche a chi non riesce a portare a termine una gravidanza. Ebbene gli stessi ambienti sono quelli che sono favorevoli all'aborto senza se e senza ma, ambienti che influenzano e informano l'agire ad esempio del Consiglio d'Europa, che ha accolto un ricorso per la mancata applicazione della norma sull'interruzione volontaria di gravidanza e che ha stabilito che nel nostro Paese le pazienti continuano a incontrare notevoli difficoltà nell'accesso ai servizi, nonostante quanto previsto dalla legge n. 194 del 1978. La sentenza ha inoltre sancito che l'Italia discrimina medici e personale sanitario che non hanno optato per l'obiezione di coscienza. Riteniamo che questa decisione del Consiglio d'Europa sia una palese violazione della sovranità del nostro Paese, con buona pace di chi sostiene invece che dovremmo sempre più cederne.
  Così come non può non far riflettere che coloro che sostengono che sia giusto anteporre la libertà di scelta della donna sempre e comunque in questo caso dimenticano di sottolineare – ma quello è per i necrofori della nostra esperienza storica – un effetto collaterale insignificante: che se da un lato si asseconda con questa pratica esecrabile il desiderio di maternità di una donna, dall'altro si approfitta della situazione di necessità di un'altra donna che, per una questione di indigenza, è costretta a vendersi. Ebbene, dicevo che non può non far riflettere inoltre che i sostenitori di questa pratica dell'utero in affitto animano magari lo stesso ambiente e si impegnano affinché ad esempio si preveda per legge che i cuccioli di animale non debbano essere separati dalle proprie madri e, dall'altro lato, torno a dire che vogliono che il desiderio alla genitorialità sia riconosciuto senza alcun limite e che si possa realizzare anche – torno a ripetere – attraverso la compravendita dell'utero delle donne disperate. Attraverso la manipolazione dell'opinione pubblica si vuole agevolare una pratica aberrante, che è già sul mercato globale, un mercato che non deve conoscere limiti. Anche questa merce deve essere accessibile e questioni morali e Pag. 96sociali, che sono di ostacolo, devono essere assolutamente rimosse attraverso un meticoloso lavaggio del cervello, che deve essere portato avanti attraverso i mezzi di informazione. È la vittoria dell'idea che la libertà sia la possibilità per l'individuo di fare tutto ciò che si vuole, a patto che possa permetterselo economicamente. Il bambino, il nascituro ridotto a un prodotto; la mercificazione dei corpi che, attraverso l'utero in affitto riduce la generazione della vita a mercimonio. Un altro passo verso un progresso senza confini, spostando sempre più in là la frontiera e aprendo la strada in realtà a pratiche barbare, che non sarebbero più tali perché codificate. Ecco che a uscire mortificata è l'essenza dell'uomo, che non dovrebbe avere un prezzo, ma solo rispetto e dignità. Ecco che allora è importante l'impegno a cui vogliamo vincolare il Governo a farsi promotore di una moratoria internazionale della pratica della maternità surrogata, ma altresì – e lo prevediamo in un secondo impegno – ad assumere tutte le iniziative di propria competenza, al fine di garantire l'applicazione delle sanzioni previste dalla legge n. 40 del 2004 per la surrogazione di maternità, per impedire che chi viola la norma non rimanga impunito e possa poi menar vanto di averla disattesa con tanto di sovraesposizione mediatica garantita dal ruolo politico ricoperto.
  A questo proposito sarebbe anche auspicabile un intervento del Governo per sollevare un conflitto di attribuzione nei confronti di sentenze dove l'autorità giudiziaria ha proceduto all'autoproduzione della disposizione normativa, introducendo di fatto il riconoscimento della stepchild adoption, anche in caso di ricorso alla maternità surrogata, bypassando di fatto la legge, o comunque rendendola totalmente inefficace.
  Ecco, infine, avremmo voluto anche discutere intorno ad altri due impegni che nella versione originaria erano in calce alla nostra mozione, ma come ho già avuto modo di sottolineare in discussione generale ci è stato impedito dalla Presidenza, che nascondendosi dietro una prassi consolidata, comunicataci attraverso il parere dell'Ufficio del sindacato ispettivo, supportato dalla Presidenza, assume la decisione, per noi tutta politica, di stralciare dalla nostra mozione questi due impegni importanti.
   Che cosa chiedevamo ? Chiedevamo con uno in particolare di poter rivendicare, nel rispetto della sovranità nazionale, la propria autonomia decisionale del Governo non recependo in alcun modo condizionamenti dall'Europa in contrasto con l'interesse del concepito e del minore ad avere una famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), che in nessun modo può essere contrapposto al desiderio di genitorialità.
  Ecco che riteniamo la decisione, che per noi torno a dire rimane politica, di stralciare questo impegno della nostra mozione, una cosa grave, che non si può nascondere dietro tecnicismi utili solo a dare a quella decisione la parvenza di oggettività, decisione che noi riconduciamo non tanto all'Ufficio di Presidenza, ma alla Presidente della Camera, le cui posizioni ideologiche conosciamo bene, e che avrà salutato sicuramente con piacere l'avventura del signor Vendola, che ha colmato il proprio desiderio di genitorialità. Esponenti politici, avanguardie moderne di una sinistra che oggi plaude alle gesta dell'ex governatore della Puglia, dimenticandosi della propria storia. È una coincidenza curiosa quella che fa sì che nei giorni scorsi si sia riconosciuto come monumento nazionale la casa museo di Gramsci, ma non si ricordano le parole che lui aveva espresso in merito alla mercificazione dei corpi. Allora, provo brevemente a fargli tornare la memoria: ebbene, diceva Gramsci che il dottor Voronoff – queste le sue parole – ha già annunciato la possibilità dell'innesto delle ovaie, una nuova strada commerciale aperta all'attività esploratrice dell'iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l'organo della maternità ? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l'eredità dei sudati Pag. 97risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo, di un peso.
  Venderanno la possibilità di diventare madri, daranno la fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono recuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto, strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merci anch'essi, prodotto genuino dell'azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente – dice Gramsci – maggiore buon gusto della classe dirigente che le è succeduta al potere. Il quattrino deturpa e abbruttisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabile e implacabilmente feroce. La vita, tutta la vita, non solo l'attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell'attività, si distacca dall'anima e diventa merce da baratto. È il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno; ecco, quel capitalismo moderno senza regole che trova oggi, la copertura politica di chi dovrebbe richiamarsi anche giustamente a queste parole, trova la copertura politica di chi oggi in Aula rappresenta quella sinistra, ma disattende totalmente gli insegnamenti di suoi maestri come Gramsci.
  Per questo, annuncio che comunque noi ci rimetteremo all'Aula per quanto riguarda la mozione Spadoni, mentre voteremo contro le mozioni del PD e la mozione a prima firma Nicchi. Contro la mozione del PD perché riteniamo che le divisioni interne al PD abbiano prodotto una mozione frutto di mediazioni che non condividiamo assolutamente e che siano il mezzo attraverso il quale il PD cerca di lavarsi la coscienza e non prendere una posizione chiara in merito ad una pratica esecrabile che va condannata senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. In ordine alle questioni dell'abbinabilità mi richiamo alle precisazioni svolte in sede di discussione generale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, le mozioni in discussione oggi sono ispirate dalla necessità di stabilire fino a che punto il desiderio di essere genitori in una coppia con problemi o composta da due persone dello stesso sesso possa oltrepassare l'interesse superiore di un bambino, il quale, con la pratica della maternità surrogata potrebbe ritrovarsi con due o anche tre mamme o ad essere concepito con materiale riproduttivo proveniente da donatori esterni, tanto alla coppia quanto alla madre surrogata che verrebbero acquistati in una banca del seme. La madre surrogata, sottoscrivendo un formale contratto che potrebbe prevedere l'aborto in caso di malformazioni del feto o la soppressione di uno o più feti, se la gravidanza dovesse presentarsi gemellare o multipla, riceverebbe in cambio un compenso, ma si impegnerebbe a consegnare alla fine della gravidanza il neonato alla coppia committente anche se fosse essa stessa donatrice di ovuli. Oggi, la medicina riproduttiva e la medicina rigenerativa hanno aperto nuovi mercati globali; cresce il numero di cliniche specializzate in fecondazione assistita e maternità sostitutiva e si stanno diffondendo agenzie intermediarie molto efficaci che, grazie alle tecnologie, intercettano domanda e offerta nei cinque continenti. In Italia, la maternità surrogata è illegale. La legge n. 40 del 2004 prevede espressamente il divieto di pratiche riconducibili al cosiddetto utero in affitto e punisce con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione e mezzo di euro chiunque in qualsiasi forma realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione dei gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità. Tuttavia questo divieto e le sanzioni previste dalla legge vigente sono sistematicamente disattesi e i tribunali interpellati consentono alle coppie, che hanno fatto ricorso all'utero in affitto all'estero, di trascrivere comunque l'atto di nascita dei neonati riconoscendole come genitori legali. Oltre a innumerevoli Pag. 98pronunciamenti contrari da parte di organismi internazionali, il Comitato nazionale per la bioetica ha ritenuto che la maternità surrogata sia un contratto lesivo della dignità della donna e del figlio sottoposto come un oggetto ad un atto di cessione, ha condannato la mercificazione del corpo umano ed ha ritenuto che l'ipotesi di commercializzazione e di sfruttamento del corpo della donna nelle sue capacità riproduttive, sotto qualsiasi forma di pagamento, esplicita o surrettizia, sia in netto contrasto con i principi bioetici fondamentali.
  È chiaro che il compito del legislatore, in questo ambito, non è per niente facile. Deve chiedersi qual è il sottile confine fra ciò che può e deve essere consentito e ciò che è illegale, tenendo conto che ci sono in discussione etica e morale. È arduo essere chiamati a decidere quando si confrontano sensibilità diverse, cercando di non mortificare nessuno, il tutto nella consapevolezza che è necessario governare i cambiamenti, imponendo regole, e scongiurare quell'uso che, con il tempo, si trasforma in possibile o tollerato e accettato.
  Il dovere del legislatore è quello di tutelare prioritariamente i deboli e non consentire comportamenti lesivi della dignità. Per questo la mozione di Scelta Civica è contraria ad ogni forma di commercializzazione di esseri umani, di sfruttamento delle donne, di speculazione ai danni di chi è in difficoltà, di compromesso fra bisogno e sfruttamento. Scelta Civica voterà a favore delle mozioni che esprimono sintonia con quanto espresso e sosterrà le iniziative volte a chiedere il rispetto delle convenzioni internazionali sulla protezione dei diritti umani, in particolare delle donne e dei bambini oggetto di sfruttamento e di mercificazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, illustri esponenti del Governo, colleghi, è un po’ una coincidenza particolare quella che ci vede oggi, in quest'Aula. Non era previsto che discutessimo le mozioni sulla condanna dell'utero in affitto, le mozioni che stigmatizzano la maternità surrogata e, nello stesso tempo, invece, era previsto, come accadrà tra qualche ora, che discutessimo di una relazione sull'aborto. Verrà il Ministro Lorenzin a parlarne. Sembra un po’ un paradosso: in questo momento noi stiamo parlando di un desiderio di maternità che sfida le leggi della natura, un desiderio di maternità che, in qualche modo, si impone, utilizzando la scienza e la tecnica per soddisfare quello che, comunque, da sempre, dall'inizio dei secoli, costituisce una delle note distintive di quella che è la femminilità, di quella che è la maternità, di quello che è quel desiderio per ogni uomo di avere una vita che va oltre la vita, di poter trasmettere ciò che lui è, ciò lui ha, ciò che lui sa, ciò che lui può a quelle che saranno le generazioni future. È un desiderio tra i più umani che esistano, anche se, nel caso concreto che stiamo discutendo, la sfida che pone all'orizzonte della natura ne altera così profondamente i contorni che noi parliamo di maternità surrogata.
  Nel lessico comune, nel linguaggio di ogni giorno quando si parla di un surrogato, per definizione, si parla di qualcosa che è di seconda, di terza, di quarta qualità. Il surrogato è qualcosa che non ha la freschezza dell'originale, che non ne ha la forza, che non ne ha l'autenticità, che, in qualche modo, ne rappresenta una sorta di imitazione, alla quale, purtuttavia, manca quella che potremmo considerare l'anima stessa di quella situazione, di quel contesto, di quella relazione, di quel prodotto.
  Per questo anche per noi è fondamentale parlare di maternità surrogata, piuttosto che utilizzare l'altra espressione, quella che parla di gestazione per conto terzi, come se, in qualche modo, nella gestazione per conto terzi venisse messa in evidenza ciò che è un po’ serpeggiante nella giustificazione che molti danno della maternità surrogata, cioè una sorta di generosità relazionale, per cui accetto di rimanere in stato di gravidanza per poi Pag. 99poter cedere questo figlio ad un altro, come dire porto dentro di me un figlio che poi cederò a un'altra persona. Viceversa, l'enfasi messa sulla surrogazione significa mettere l'enfasi sopra quello che è qualcosa che contiene al suo interno una sorta di distorsione profonda.
  Di fatto, è proprio su questa distorsione che io vorrei inizialmente fermarmi. Infatti, nella surrogazione della maternità veramente noi abbiamo tre linee di scissione e di frattura, che portano a quella sorta di rottura psicologica e di rottura interiore, che non potrà che lasciare tracce profonde nella vita delle persone, nella vita di una donna che accetta questa condizione, ma poi anche nella vita di tutte le persone che sono coinvolte in questo processo.
  Penso, per esempio, alla prima linea di frattura, che è quella che riguarda il rapporto di una donna con i propri gameti, di una donna con i propri ovuli, quegli ovuli che contengono il proprio patrimonio genetico e che sono, in un certo senso, dal punto di vista biologico, quanto di più prezioso ha e che, in qualche modo, viene avulso da sé, viene posto al di fuori di quello che è la sua stessa persona. È una vera e propria linea di frattura interiore.
  Penso, poi, alla frattura che, come sempre, nasce quando questo figlio non è concepito nell'ambito di una relazione affettiva profonda, di una relazione con un partner che è quello con cui si condividerà non solo la responsabilità del concepimento, ma anche, poco dopo, la responsabilità della presa in carico di questo figlio, la responsabilità della condivisione, la bellezza, nella sua complessità, di quella che è la genitorialità. Anche questa è una linea di frattura. La donna che accetta di fare da madre surrogata è una donna che, in qualche modo, opera una scissione profonda nella relazione di coppia. Non sarà suo marito, se lei ha un marito, ad avere condiviso il momento del concepimento e sarà sicuramente un estraneo, privando questo rapporto di quella forza, che è la forza dei sentimenti, a cui ogni volta che noi chiudiamo la porta in faccia sappiamo che assistiamo a fatture che non possono che comportare un incremento di fragilità.
  Ma poi vi è la terza scissione, la più profonda di tutte, quella che nasce nel giorno stesso in cui il medico ti dice: «Allora, questo embrione ha attecchito. Signora, lei è in stato di gravidanza». In quel momento la donna sa che quello non sarà suo figlio, che lei non potrà trattenere quel figlio. È come se per nove mesi assistesse a una sorta di rottura annunciata. Se solo noi riuscissimo a immaginare la complessità dei drammi che si consumano intorno alla maternità surrogata e a spostare l'accento da quello che è il mercato degli ovuli, il mercato dei gameti, il mercato tecnologico dell'operazione di fecondazione, quindi di impianto dell'embrione nell'utero, e il mercato successivo, che accompagna la sottrazione di questo figlio a questa madre per consegnarlo a una coppia di cui lei non sa quasi nulla.
  Non è facile per noi, che siamo abituati dalla cultura e dalla tradizione a immaginare figli concepiti nell'ambito di una relazione, concepiti nell'ambito di un rapporto significativo e concepiti mettendo in gioco, lui e lei, quanto di più prezioso hanno, pensare che questo figlio verrà abbandonato, perché di questo si tratta, se io mi metto nell'ottica della madre. Credo che occorre avere il coraggio di rappresentarsi perfino per immagini tutte queste fasi, a cominciare dall'immagine in cui il committente sceglie i gameti, a cominciare dal momento in cui va a catalogo e, quindi, tratta questo figlio come un figlio che dovrà essere un prodotto il più perfetto possibile. Ne sceglierà le prerogative, come quando ho un carrello, un carrello anche virtuale, e scelgo questo prodotto, poi questo prodotto, poi questo prodotto perché immagino che alla fine otterrò il miglior risultato possibile. Non è così, perché fortunatamente la vita, nella sua complessità, ha poi anche delle altre leggi e anche degli altri sviluppi che ci sfuggono.
  Noi vogliamo dire «no» alla maternità surrogata, perché vogliamo dire «no» a questa mortificazione delle donne. Infatti, Pag. 100non ci dimentichiamo che c’è la donna che porterà in seno questo figlio, ma c’è stata, a monte, la donna che ha ceduto prima i suoi gameti. C’è una ferita profonda che si stabilisce e questa offesa alla donna è la violenza del terzo millennio, è la violenza per cui si assume il corpo della donna come un oggetto che si può mercificare. Oggi, facendo una piccola ricerca su Internet, ho cercato un po’ tra le fasi storiche pronunciate dal Presidente Renzi a proposito di maternità surrogata. Vi assicuro che qualcuno si potrebbe divertire, soprattutto anche tra i colleghi del Partito Democratico, a sentire cosa ha detto il Presidente Renzi, che ha avuto la bontà, entrando in Aula e rispondendo al presidente Lupi, di sottolineare il valore della maternità come cifra della nostra cultura.
  Ma lui stesso si è espresso in molteplici occasioni sul mercimonio che l'utero in affitto rappresenta e ha espresso con chiarezza quel punto di vista per cui, dice, gli italiani non la vogliono. Se ci può essere una sorta di accoglienza e di accettazione nei confronti di una parte degli italiani rispetto alle unioni civili, vi è il rifiuto, il rifiuto strutturale. Per questo noi siamo contenti che oggi se ne parli, perché resti chiaro e non si confonda con quanto probabilmente ci troveremo a votare la prossima settimana: i diritti di una coppia adulta e consenziente con quelli che sono i diritti di un bambino che non ha nessuna possibilità di esprimere il proprio punto di vista, che non ha nessuna possibilità di pretendere il rispetto per la sua identità e per la sua dignità.
  Abbiamo voluto che il dispositivo della nostra mozione avesse una forza che attingeva le sue radici da due aspetti molto concreti. Il primo – è stato già citato da molti colleghi – è quello della legge n. 40, che, nell'articolo 6, in modo chiaro e inequivocabile, con un linguaggio asciutto com'era quello che, forse, fino a dieci anni fa si utilizzava nelle leggi, sono due righe, nega e considera reato l'utero in affitto. Ma l'altro riferimento nostro è una risoluzione che è stata approvata dal Parlamento europeo, ed è una risoluzione in cui vorrei citare in qualche modo le parole, prima di apprestarmi a concludere. Si dice con una chiarezza contundente: è vietato e trattato come questione di urgenza, perché lesivo dei diritti umani.
  Il Parlamento europeo ci dice che è vietato: non utilizza mezze parole, non c’è una terminologia che, in qualche modo, abbia quell'aspetto ambiguo e dubitativo su ciò che si deve fare. In modo tranchant lo dice. E perché dice che è vietato ? Perché dice «si condanna la pratica della maternità surrogata» ? Perché mina la dignità umana della donna, perché considera le sue funzioni riproduttive come una merce, e questo implica lo sfruttamento riproduttivo del corpo umano per profitti finanziari. Signori, sono poche parole, sono poche righe...

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLA BINETTI. ... ma sono righe contundenti. Ogni parola è come una pietra e questa pietra andrà soppesata per quello che sarà il futuro che dipenderà dopo l'approvazione di questa mozione, dopo l'approvazione della legge, o comunque la discussione della legge, la prossima settimana. Le cose non possono finire qui: ce lo dice il diritto della donna ad essere rispettata nella sua dignità di donna e di madre, ce lo dice il diritto del bambino ad essere rispettato nella sua dignità di figlio e di persona (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Invito a non sottovalutare neanche il peso del tempo che scorre.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martelli. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signor Presidente. La discussione di questi tempi sulla gestazione per altri ci fa tornare al tempo quando la trasformazione prodotta dalle tecnologie e legata alla procreazione creava la preoccupazione dello svuotamento della soggettività femminile, una soggettività legata alla distinzione tra procreazione e sessualità. La scienza, alcune confessioni religiose e culture sostengono che l'uomo e la donna si evolvono nella Pag. 101famiglia. Oggi questa argomentazione è in crisi: sempre meno coppie si sposano, il tasso di divorzi cresce, il desiderio sessuale mina le basi dei matrimoni più solidi.
  In ogni epoca, gli esseri umani si sono confrontati sugli stessi problemi intimi e le stesse situazioni familiari: la condivisione, il tradimento, la gelosia. Anche nella nostra storia non troppo lontana troviamo storie di donne che, per poter garantire il normale sostentamento della famiglia, allattavano figlie e figli di altre donne. L'ascolto dei racconti, che trasmettono ancora emozione e rimpianti, ci consegna una sensazione di forte disagio, non tanto legata al compenso, ma perché quella possibilità di guadagno era legata alla morte della propria bambina o bambino, e successivamente legata all'abbandono della bimba o bimbo allattato. Il valore che emerge dai racconti è il legame creato, che aiuta a costruire relazioni larghe, di sostegno nella difficoltà e di condivisione nella serenità.
  La complessità della modernità ci obbliga a non semplificare e ci spinge ad interrogarci sui mutamenti affettivi e intimi che le donne e gli uomini vivono. Perché la fertilità è in calo nei Paesi occidentali ? Perché esiste l'omosessualità, nonostante la logica evolutiva ? Cosa rivela il corpo umano sulle origini della sessualità moderna ? L'errore è quello di entrare nella contrapposizione tra proibizionismo e libertà contrattuale. Un approccio proibizionista rischia di condurci in una contraddizione che ci porta lontano dall'idea di infrastruttura sociale e di politiche pubbliche propria della crescita reale della nostra Repubblica, avvicinandoci, invece, all'impostazione più conservatrice.
  Proprio nella cultura conservatrice la costruzione delle relazioni è fondata sul possesso-dominio del procreare, con uno squilibrio dei rapporti di forza nelle relazioni interpersonali affettive, centrate sul rispetto e non su un riconoscimento, costruite, pertanto, su un ordine già definito. Medesimo rischio anche per le posizioni che liberalizzano all'estremo la pratica, annullando del tutto l'apporto soggettivo nella costruzione della relazione. Anche questo è un azzardo: la fluidità del contesto sociale ha riprodotto anche nelle relazioni interpersonali affettive l'assenza del limite. In Italia la gestazione per altri è vietata dalla legge n. 40, ma la Corte più volte ha dichiarato l'incostituzionalità di alcune sue parti, a riprova che la scelta legislativa è stata fatta non per regolamentare l'ambito della fecondazione assistita, ma allo scopo di introdurre divieti che contrastano con i principi della Costituzione.
  La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che il figlio nato mediante gestazione per altri in un Paese dove ciò è lecito non può essere sottratto alla coppia di genitori la cui filiazione è stata legalmente stabilita all'estero. In questo caso, deve essere tutelato il preminente interesse del minore, che è innanzitutto quello del rispetto della propria vita familiare e dell'identità personale. In Italia si è sviluppato un dibattito ideologico sulla gestazione per altri: si invoca l'introduzione di un reato universale e il non riconoscimento giuridico dei figli e delle figlie alle coppie italiane che fanno ricorso all'estero a tale pratica.
  Questo dibattito ignora del tutto la giurisprudenza citata, che evidenzia l'obbligo di tutelare il preminente interesse del minore, che non può essere sottratto alla sua famiglia; ignora anche la libertà di scelta delle donne che vogliano condurre una gravidanza non costrette dal ricatto economico e dallo sfruttamento, e libere di ripensare, sia nel corso della gravidanza che dopo il parto. C’è un mutamento sociale e umano dei rapporti di filiazione, della genitorialità e, più in generale, della vita familiare, non più basati sulla coincidenza tra dato biologico, genetico e sociale, e su un presunto modello unico naturale di famiglia, ma fondati sulla qualità delle relazioni.
  Tale cambiamento sociale è già stato riconosciuto giuridicamente, ma deve esserlo pienamente, perché vi è la priorità di assicurare gli stessi diritti ai figli e alle figlie a prescindere da come sono venuti al mondo. Stigmatizzare le scelte non conformi al cosiddetto modello naturale di Pag. 102famiglia ha ispirato l'esclusione dalla proposta di legge in materia di unioni civili dell'adozione perfino dei propri bambini da parte delle coppie omosessuali già nate. La gestazione per altri è pratica antica, è riportata anche in brani di alcuni testi sacri e diffusa anche in Italia. Si tratta di introdurre un principio di diritto minimo, un diritto non scisso dalla vita reale e non richiuso nei principi assoluti dell'uguale per tutti, o il diritto alla vita, ma legato alla soggettività e al valore del legame.
  L'occasione da cogliere di fronte ai grandi mutamenti che cambiano e che cambieranno il nostro contesto è che sia riconosciuta la differenza come strumento regolatore delle relazioni interpersonali e collettive. Questo è un passaggio fondamentale per garantire che il protagonismo nelle scelte che riguardano la procreazione e la sessualità sia esclusivo delle donne, anche quando si tratta di generare un figlio per altri.
  Dobbiamo quindi affermare in ogni atto, in ogni sede nazionale e internazionale, il riconoscimento del principio di responsabilità e libertà di scelta delle donne nella procreazione. Con questa mozione noi intendiamo praticarlo, con una regolamentazione mite della gestazione per altri che riconosca il rispetto e la soggettività della donna in tutto il percorso della gestazione, la possibilità di un suo ripensamento e quella di mantenere il legame con il nascituro e gli altri soggetti coinvolti, con il contrasto ad ogni eventuale forma di pratica sommersa e clandestina, colmando il deficit informativo attraverso un osservatorio di analisi sul fenomeno, in modo da programmare politiche pubbliche adeguate per le tutele giuridiche, sanitarie e sociali di tutti i soggetti coinvolti, stabilendo accordi bilaterali sul fronte internazionale...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIOVANNA MARTELLI. ... con i Paesi che hanno introdotto e normato la gestazione, prevedendo il riconoscimento anagrafico per i soli figli nati in quegli Stati, rilanciando l'investimento in risorse economiche nelle politiche pubbliche, tutelando i diritti dei minori e della minore, punendo ogni forma di costrizione alla procreazione. Da oggi il confronto e il dialogo si aprono su una visione di Paese che vede l'affermazione della donna come pietra angolare per la costruzione di una nuova società. Facciamolo con un primo impegno: far approvare al più presto in Senato la legge sul cognome della madre, strumento che finalmente riconosce che la maternità è propria delle donne. Annuncio ovviamente il voto a favore di questa mozione di Sinistra Italiana, annuncio anche il voto contrario su tutte le mozioni, ad eccezione di quella del Partito Democratico, per la quale chiediamo la votazione per parti separate sul dispositivo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Signor Presidente, Forza Italia è stato il primo gruppo alla Camera a depositare una mozione sul tema della maternità surrogata, un tema delicato che riguarda tutti, non solo le donne, e di cui si è molto discusso nel nostro Paese negli ultimi mesi. Abbiamo depositato questo testo per affermare la nostra più totale contrarietà ad ogni forma di schiavitù, la pratica della maternità surrogata o del cosiddetto utero in affitto è infatti basata sulla disponibilità del corpo di una donna per realizzare un progetto di genitorialità altrui, la stessa viene realizzata da impresa che si occupano di riproduzione umana in un sistema fortemente organizzato che comprende: cliniche, medici, avvocati e agenzie di intermediazione. Questo sistema si nutre di donne, considerate unicamente come mezzi di produzione, in una cornice di globalizzazione dei mercati in cui il corpo umano diventa semplice oggetto di mercificazione. È o non è quindi una vera e propria forma di schiavitù ? Schiavitù per la donna, il cui corpo diventa merce di produzione; schiavitù per i bambini, trattati Pag. 103come oggetti di scambio. Pertanto, alla luce del dibattito che si è sviluppato nel Paese, abbiamo ritenuto indispensabile ribadire la nostra ferma contrarietà a questa pratica, sperando di raccogliere sul punto un consenso trasversale. Sfortunatamente non abbiamo avuto sinora segnali molto incoraggianti, date le vicende, purtroppo di natura squisitamente politica, che hanno portato prima a rinviare il dibattito e poi a reinserirlo in tutta fretta nella giornata di oggi. Affrontiamo infatti un tema di fondamentale importanza, su cui sarebbe stato necessario superare ogni contrasto, nonché i limiti del dibattito politico. La pratica della maternità surrogata riguarda diritti umani e temi etici, in gioco c’è la vita e la dignità delle donne secondo il principio universale della indisponibilità del corpo umano. L'acquisto, la vendita o l'affitto dello stesso dunque sono fondamentalmente contrari al rispetto della sua dignità. La mercificazione del bambino e la strumentalizzazione del corpo della donna sono anch'essi contrari alla dignità umana e quindi inaccettabili. La nostra contrarietà si basa tra l'altro su un dato scientifico: la donna non può essere considerato uno strumento di produzione, perché semplicemente non è un vettore meccanico. Studi approfonditi dimostrano come ci sia un innegabile sostanziale scambio cellulare tra la madre e il bambino, i tessuti si influenzano vicendevolmente. Durante la gravidanza non è infatti solo la madre a donare parte di sé al bambino che porta in grembo, ma accade anche il contrario.
  Da un punto di vista biologico, infatti, ciò che accade durante i nove mesi di gravidanza è un vero e proprio miracolo, perché i due corpi, uno già adulto e uno in via di formazione, si scambiano vicendevolmente materiale cellulare. Ebbene, la pratica della maternità surrogata tende a spezzare fino a negare questo legame, progettando a freddo la nascita di un orfano. Pertanto non accetteremo mai che si crei un mercato che respinge questo legame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), che lede i diritti della donna che viola quelli del bambino, negandogli la conoscenza degli elementi costitutivi della sua identità. Tuttavia, a differenza dell'Italia, sono ancora oggi numerosi Paesi nel mondo in cui non vige un divieto generalizzato di tale pratica e se la situazione in ambito europeo presenta ancora oggi numerose disomogeneità, altrettanto variegata e complessa sembra essere la situazione nel resto del mondo, dove la maternità surrogata è ammessa e praticata in Paesi estremamente diversi tra loro per cultura e ricchezza. A fronte di questa situazione ad oggi nel diritto internazionale e nella normativa europea non è prevista alcuna disposizione giuridica che vieti in maniera universale la maternità surrogata. In Italia, come è ben noto, è la legge n. 40 del 2004 a prevedere il divieto di tali pratiche riconducibili al cosiddetto utero in affitto. Tale legge però viene puntualmente disattesa, specialmente per quanto riguarda la pubblicizzazione della maternità surrogata, che viene infatti effettuata attraverso diversi canali, tra i quali evidentemente spicca la rete internet. Da ultimo, lo scorso 17 dicembre il Parlamento europeo ha discusso e approvato la Risoluzione per la relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla pratica dell'Unione europea in materia. Nel testo della Risoluzione il Parlamento europeo condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come merce. Ritiene che la pratica della gestazione surrogata, che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani, un impegno per il momento rimasto solo sulla carta. Pertanto con questa mozione intendiamo chiedere al Governo di attivarsi in tutte le opportune sedi internazionali per riconoscere e tutelare in maniera omogenea, negli ordinamenti nazionali e internazionali, Pag. 104il diritto delle donne e dei bambini, oggi oggetto di sfruttamento e mercificazione. Cancellare ogni forma di identità soggettiva dell'individuo attraverso la pratica della maternità surrogata significa rendere un essere umano, un bambino in maniera automatica un oggetto, e non parlo solo come donna e come madre, ma come essere umano che non può accettare in alcun modo questa ulteriore forma moderna di schiavitù. Da Ministro per le pari opportunità sono stata promotrice della legge che introduceva nel nostro ordinamento la tratta degli esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e la riduzione in schiavitù e servitù a fini di sfruttamento lavorativo e di prostituzione. Questa è una nuova ulteriore moderna forma di schiavitù (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Ecco perché con questa mozione Forza Italia chiede il preciso impegno del Governo affinché si faccia portavoce in tutte le sedi internazionali, al fine di richiedere rispetto da parte dei Paesi firmatari delle convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambino, e perché promuova la messa al bando universale di tutte le forme di legalizzazione della maternità surrogata, attraverso l'adozione di un'apposita convenzione internazionale per sancire definitivamente i principi di indisponibilità del corpo umano e della protezione della vita e dell'infanzia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Presidente, mi scusi, io devo dare i pareri sulle altre mozioni.

  PRESIDENTE. No, lei dà indicazioni di voto al suo gruppo...

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. La dichiarazione di voto sulle altre mozioni. Io voglio dire questo, il dibattito di oggi si intitola «mozioni concernenti iniziative in ambito nazionale e sovranazionale per il contrasto di tutte le forme di surrogazione della maternità», in verità molte delle mozioni che abbiamo visto un quarto d'ora fa di tutto parlano tranne che dell'argomento.
  Uno dei motivi per cui Forza Italia aveva chiesto di calendarizzare nei giorni scorsi questa mozione era quello anche di verificare la volontà reale della maggioranza. Infatti, noi altro non abbiamo fatto che riprodurre quello che ha detto la senatrice Finocchiaro alla vigilia del voto sulle unioni civili laddove, a seguito dello stralcio della stepchild adoption, ha affermato che il PD intendeva ingaggiare una battaglia in tutte le sedi internazionali per bandire la maternità surrogata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente ). Noi abbiamo praticamente scritto le parole della Finocchiaro nella nostra mozione perché le condividiamo in pieno.
  Per quanto riguarda la mozione che ha presentato il PD, sulla quale noi in alcune parti ci asterremo e in altre voteremo a favore, perché chiediamo la votazione per parti separate del dispositivo, debbo dire che non potremmo non votare contro perché si tratta di dichiarazioni di principio che nulla hanno a che fare con il tema della maternità surrogata. Infatti, aprire un dibattito sulla risoluzione che è stata votata nel Parlamento europeo non chiarisce qual è la vostra posizione sull'argomento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente ). Voteremo a favore di alcune mozioni, di NCD e di altri. Voteremo contro la mozione Nicchi perché la mozione Nicchi è una mozione praticamente quasi a favore della maternità surrogata, ma almeno tratta l'argomento; è coerente perché tratta l'argomento. E ci asterremo e chiediamo la votazione per parti separate dei dispositivi della mozione dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie Presidente. Possiamo comprendere il fortissimo Pag. 105desiderio di mettere al mondo un figlio, ma non si può trasformare questo desiderio in un diritto; non si può legittimare né tollerare una pratica che specula sul corpo di ragazze che nella grande maggioranza dei casi sono poverissime, fragili e disperate. Non possiamo accettare che si lucri sulla pelle di donne in gravi difficoltà economiche a cui viene strappato un figlio appena nato per 20 mila o 30 mila euro. Ci tengo a ricordare che la nostra legislazione e tutti gli strumenti internazionali del settore si fondano sul principio della tutela del superiore interesse del minore, sancito in maniera formale in tutte le convenzioni e dichiarazioni dedicate al fanciullo, come la Convenzione di New York, e che non esiste un diritto alla maternità o paternità. Superiore interesse del minore che spesso questo Governo tende a calpestare. Basti pensare all'attesa spesso interminabile di tante coppie che devono aspettare anni e anni per poter adottare un figlio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Seguo dall'inizio della legislatura la situazione delle adozioni internazionali e tutte le difficoltà che incontrano i genitori a concludere positivamente l'iter adottivo per mancanza di trasparenza, di informazione e di supporto da parte delle istituzioni italiane. Perché il Governo e il Parlamento non lavorano in questo ambito per agevolare l'incontro tra le richieste dei genitori e i bambini abbandonati ? Stando all'ultimo rapporto della Commissione per le adozioni internazionali, sono circa 2.300 le coppie italiane che nel 2013 hanno adottato, in calo del 7,2 per cento rispetto all'anno precedente e se confrontato al 2011 addirittura del 29 per cento. Una vera e propria crisi delle adozioni, anche se parliamo di dati del 2013, visto che la Commissione per le adozioni internazionali, la CAI, non ritiene opportuno pubblicare i dati più recenti, evidenziando ancora una volta il modus operandi a dir poco discutibile. Per quanto riguarda le adozioni nazionali, invece, siamo l'unico Paese in Europa a non avere una banca dati centralizzata nonostante sia prevista dalla legge n. 149 del 2001. Per ora è operativa soltanto in undici tribunali su ventinove. Di conseguenza, il sistema di gestione del minore risulta poco lineare e trasparente, sia negli abbinamenti del bambino alla famiglia, che nella gestione delle case famiglia, al centro spesso di veri e propri business.
  Tornando al tema delle mozioni, io vorrei ricordare che il Parlamento europeo lo scorso dicembre ha discusso e approvato la risoluzione riguardo alla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell'Unione europea in materia. Qui, al paragrafo 115, che leggo, condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana e della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come merce.
  Ritiene che la pratica della gestazione surrogata, che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso di donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani. Allo stato attuale, tra i Paesi in cui la maternità surrogata è consentita dalla legge con modalità differenti ci sono Stati Uniti, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Romania, Ucraina, Russia, Sudafrica, Armenia, India, Cambogia, Thailandia e Australia. In Italia, è illegale secondo la legge n. 40 del 19 febbraio 2004. Tra l'altro, è in vigore da giugno 2013 la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta della violenza contro le donne e la violenza domestica, la Convenzione di Istanbul. Questa costituisce il primo strumento internazionale vincolante sul piano giuridico per prevenire e contrastare la violenza contro le donne e la violenza domestica. Ma soprattutto si tratta del primo trattato che inserisce la violenza contro le donne nel quadro della violazione dei diritti umani. Tra i Paesi membri del Consiglio d'Europa in cui la maternità surrogata è permessa troviamo la Russia, che non ha ancora firmato la Convenzione di Istanbul, la Romania e l'Ucraina, che hanno provveduto solo a firmarla. Per Pag. 106questo chiediamo, tra i nostri impegni nella mozione, al Governo italiano di sollecitare i Paesi membri e non del Consiglio d'Europa a firmare, ratificare e rispettare la Convenzione di Istanbul, in particolare i Governi membri rumeno, ucraino e russo. Torno a ribadire che si tratta di una pratica per ricchi. I costi oscillano approssimativamente tra i 75 mila a 120 mila euro per coppia, più le spese di viaggio. Le donne surrogate nella maggior parte dei casi non appartengono a classi benestanti. Dove questa industria prospera, in India, Thailandia, Ucraina e Nepal, spesso sono donne provenienti da famiglie in difficoltà che hanno poca possibilità di scelta nella vita. Ovviamente, nessuna donna ricca accetterebbe di essere trattata in questo modo. La maternità surrogata mercifica la donna utilizzandola come se fosse soltanto un utero senza diritti o sentimenti. Chiunque desideri avere un figlio può farlo, ma la maternità surrogata è diversa da qualsiasi altra pratica e significa creare bambini senza madri.
  Per questo ribadisco con forza che i supermarket dell'utero in affitto vanno chiusi. Il bambino non può diventare una merce. Il MoVimento 5 Stelle si asterrà sulle mozioni che impegnano il Governo ad assumere iniziative come quella di far diventare la surrogazione di maternità un reato universalmente perseguibile, ma chiede che venga garantito un confronto con i Paesi membri e con i Paesi terzi riguardo a questa pratica, come affermato nel citato paragrafo 115 dalla risoluzione approvata dal Parlamento europeo lo scorso dicembre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.

  TITTI DI SALVO. Grazie Presidente. Com’è stato evidente negli interventi che hanno preceduto il mio, il tema che affrontiamo oggi è un tema di grande complessità. Lo è per definizione, ma lo è anche perché incrocia diversi piani: il piano politico, il piano culturale, il piano simbolico, il piano giuridico e perfino un piano sociale e perfino il vissuto di ciascuno di noi e la propria esperienza. Allora, la complessità di un argomento così delicato fa difficoltà – onorevole Prestigiacomo, voglio dire, attraverso il Presidente, a lei – a essere confezionata in una mozione; non si presta a una mozione. La complessità non si presta, cioè, a concentrarsi in quello che è una mozione, che è un atto parlamentare politico che alla fine delle sue premesse deve chiedere impegni al Governo. E, allora, la scelta che ha fatto il Partito Democratico è una scelta di quelle possibili che voglio qui dire in modo molto preciso. Noi abbiamo scelto di nominare, riconoscere le diverse opinioni che su un argomento così complicato esistono.
  Sono le diverse opinioni sul piano politico, sul piano giuridico nonché le diverse normazioni e le diverse opinioni che si incrociano nel dibattito culturale che esiste nel piano nazionale e sul piano internazionale. È una scelta, ma è una scelta di cui io rivendico il valore, perché è proprio una scelta che il tema merita, che merita questa complessità per poi arrivare a una richiesta precisa di impegni al Governo, come una mozione deve fare.
  Certo, poi vi sono le implicazioni sul piano politico. Questo non è un mistero e non è stato fatto mistero e alcune forze politiche lo hanno detto esplicitamente, come era legittimo fare. Dunque, non è un mistero che noi discutiamo della mozione perché alcune forze politiche hanno chiesto di farlo in modo collegato alle unioni civili. Noi non avremmo fatto questa scelta per due ragioni: la prima è perché la gestazione per altri, secondo la terminologia della Corte dei diritti umani, o la maternità surrogata, secondo la terminologia usata dalla legge italiana n. 40 del 2004, riguarda soprattutto le coppie eterosessuali. Ma c’è anche un altro motivo molto più importante: perché a nostro avviso le unioni civili – la legge che approveremo la prossima settimana – sono un momento storico che riconosce finalmente diritti a persone legate da vincoli d'amore. È una scelta importante che Pag. 107vale la legislatura, di cui noi siamo orgogliosi e che non merita nessun bilanciamento, perché è una scelta di grandissimo rilievo.
  Ma ci sono anche riflessi sul piano culturale e sul piano simbolico. Anche oggi si è parlato più volte del valore simbolico della maternità, poi del valore sociale della maternità, poi delle scelte libere o non libere di maternità. Penso a quante volte – con le mozioni sulla famiglia e sulla denatalità – noi qui abbiamo provato a ragionare su come si potevano sostenere le scelte di maternità delle persone qui e ora e penso alle scelte sul piano sociale, a quelle che riguardano investimenti pubblici o il piano del lavoro, della libertà e dell'accesso al lavoro delle donne. Oggi qui tocchiamo un altro punto, il punto della genitorialità che, lo diceva qualcuno prima, non è un diritto. Io sono d'accordo: non è un diritto ma è un bisogno. Naturalmente questi temi oggi, al tempo di oggi, sono resi molto più pieni di dilemmi da tecnologie riproduttive che rendono possibile ciò che una volta non era possibile. Ma il fatto che le renda possibili – io lo voglio dire con chiarezza – non significa rendere ogni cosa un diritto. Ma sicuramente non si possono chiudere gli occhi: bisogna ascoltare e leggere ciò che quelle tecnologie riproduttive propongono e consentono, non per trasformare ogni possibilità in diritto ma per ascoltare cosa viene detto. L'ascolto in questi temi contiene due aspetti: il rispetto per le opinioni degli altri – il rispetto prima di tutto – e la formazione di opinioni che tengono insieme, che cercano di mettere insieme ciò che unisce e non ciò che divide e questo è un tema che richiede esattamente questo perché sono convinta e siamo convinti che la genitorialità non è un diritto ma è un bisogno. Sono convinta altresì e siamo convinti che dietro quel bisogno spesso vi sia una vera sofferenza che non si può non ascoltare, non per rendere diritto lecito ciò che non lo è – insisto – ma per ascoltare e per capire che rispetto a quella sofferenza difficilmente si può restare ciechi, sordi o muti ma bisogna interloquire.
  E rispetto a quella sofferenza ci sono situazioni in cui succede che una persona vicina a quelle persone scelga di mettere a disposizione se stessa per quell'atto che può essere un atto solidale, ma mai è possibile immaginare che a quella sofferenza si possa rispondere – questa è la nostra opinione – riducendo a merce o a mezzo il corpo di una donna. Questo non è possibile, non è giusto ! Il concetto di giustizia può sembrare un concetto morale, che forse non entra nella discussione. Io lo ripropongo perché spesso dietro al patto che il corpo di una donna possa diventare merce, mezzo e mercato c’è un'ingiustizia, c’è una povertà, c’è una fragilità rispetto alla quale anche in questo caso non si possono chiudere gli occhi.
  Così come rispetto a quella sofferenza, lo diceva qualcuno prima, qui nel nostro Paese dobbiamo aprire un grande capitolo, una grande discussione sulla riforma del tema delle adozioni, che spesso è veramente una via crucis, come si diceva anche nell'intervento precedente, per coppie e persone che vogliono adottare dei bambini.
  Ma poi c’è un piano giuridico. Molti Paesi hanno deciso come affrontare sul piano giuridico il tema della maternità surrogata o gestazioni per altri. Alcuni hanno scelto di normare e consentire solo quella gratuita; altri di fare in modo che ci sia una domanda a un giudice che decide la possibilità o meno; altri ancora di vietarla; altri di non normare nulla. Dietro questi Paesi non c’è un'etica diversa o minore della nostra: c’è una discussione, c’è una discussione come quella che stiamo facendo qui oggi.
  Naturalmente io penso che noi dobbiamo agire in tutti i modi e a tutti i livelli per fare in modo che le donne – insisto – non siano il mezzo che viene utilizzato da altri, magari da uomini, per alimentare un mercato di donne e di bambini appunto attraverso quella scelta. Inoltre, anche il Parlamento europeo si è espresso. Ma io voglio dare anche conto del dibattito culturale che esiste su questi temi, un dibattito ampio, che è riemerso in questi mesi con grande vigore. Penso a un dibattito Pag. 108che si è svolto in una sede internazionale come quella di Parigi e penso agli appelli che sono stati lanciati qui in Italia e che sottolineano la negatività della separazione in atti distinti e indipendenti tra parto, nascita e gravidanza; penso, infine, al Comitato di bioetica nazionale che fa una distinzione tra maternità gratuita e maternità non gratuita dietro il corrispettivo di soldi (il Comitato di bioetica nazionale).
  Ritorno da dove ero partita: veramente siamo di fronte a un tema che richiede sensibilità, ascolto e davvero nessuna certezza assoluta da usare contro qualcun altro. Le certezze da usare contro non determinano passi avanti. C’è una certezza, però, che io voglio proporre e non usare contro ma proporre: i bambini, comunque vengano al mondo, qualunque sia la genitorialità biologica che ha dato loro vita, che li ha messi al mondo, i bambini hanno il diritto alla loro piena identità, hanno diritto che questa venga riconosciuta, hanno diritto che su di loro si investa e che ciascuno di noi – compresi i Governi – assumano responsabilità. È un diritto che è sostenuto anche dalla Corte costituzionale italiana, che in una causa recente ha condannato atteggiamenti diversi, e dalla Corte per i diritti umani; è sostenuto, cioè, da una sede internazionale molto importante, che ha un valore giuridico fondativo, come voi sapete, così come è la Corte dei diritti umani.
  Il Partito Democratico ha scelto questo: ha scelto, cioè, di dare conto e nominare i diversi punti di vista su un tema così complesso; ha scelto di dire che mai e poi mai il corpo di una donna può essere usato come mezzo o come merce; ha scelto di dire che maternità è anche libera scelta; ha scelto di dire che i bambini hanno pieno diritto a essere riconosciuti nella loro identità. Io credo che sia una scelta molto importante, che rivendichiamo. Sulle altre mozioni daremo indicazioni di voto coerenti con questa indicazione che verranno date via via (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà. Prego intanto i colleghi di prendere posto e, se possibile, di farlo in silenzio. Prego.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Io voterò in dissenso dal mio gruppo perché sono contrario alla mercificazione della vita, in particolare in casi in cui una nuova persona, quindi un bambino, non può decidere se essere oggetto di un desiderio contrattualizzato o meno. La libertà di ogni donna e di ogni uomo che desiderano un figlio si ferma, a parer mio, di fronte alla vita altrui e non posso sottoscrivere la gestazione per altri nel momento in cui questo avviene dietro un corrispettivo oneroso. Se fosse a titolo gratuito nulla osta, ma ad oggi dietro il rimborso spese gonfiato si nasconde la regolamentazione e lo sviluppo di un business commerciale. È un preludio alla procreazione artificiale, dal mio punto di vista, e a un business dal quale conseguiranno anche implicazioni eugenetiche e bioetiche. Credo che, dal punto di vista della sinistra, basterebbe rileggere Gramsci per avere un'opinione più ponderata riguardo alla discussione e soprattutto credo che sia necessario aprire una forte e importante discussione pubblica.
   Per questo, voterò a favore della mozione del Partito Democratico, perché contempla l'apertura di una discussione pubblica e la tutela dei bambini come punto da cui partire per legiferare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciprini. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Dichiaro che voterò a favore di tutte le mozioni presentate, sia nelle premesse che negli impegni, ad eccezione di quelle di SEL e del PD, che non dicono nulla di chiaro e anzi lasciano le porte aperte in ogni direzione. Io infatti ho sottoscritto la Carta di Parigi per l'abolizione universale della maternità surrogata, Pag. 109che denuncia la mercificazione degli esseri umani, il cui valore e la cui dignità sono cancellati a favore del valore d'uso e del valore di scambio e che si oppone a tutte le forme di legalizzazione della maternità surrogata sul piano nazionale e internazionale. Il mio voto pertanto, in coscienza e con coerenza, segue questi intenti.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la mozione Lupi ed altri n. 1-01195 (Nuova formulazione) è stata sottoscritta dagli onorevoli Gigli, Sberna e Baradello. L'onorevole Gigli diventa il quarto firmatario.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse da votazioni precedenti. Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate della premessa di tutte le mozioni. Analogamente a quanto già fatto in precedenti sedute, costituendo la premessa un elemento complementare ed accessorio rispetto al dispositivo, si porrà in votazione dapprima il dispositivo e successivamente, solo nel caso in cui chiaramente il dispositivo risulti in tutto o in parte approvato, si porrà in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lupi ed altri n. 1-01195 (Nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi, Latronico, Mucci, Della Valle, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  358   
   Votanti  341   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato
 279    
    Hanno votato
no   62).    

  A seguito dell'approvazione del dispositivo dalla mozione Lupi ed altri n. 1-01195 (Nuova formulazione) verrà ora posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lupi ed altri n. 1-01195 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Binetti, la Presidenza ricambia il saluto. Onorevole Pastorino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  361   
   Votanti  143   
   Astenuti  218   
   Maggioranza   72   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no   63).    

  (Il deputato Taricco ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione della mozione Carfagna ed altri 1-01187.
  Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima il primo capoverso del dispositivo su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea, a seguire il secondo capoverso del dispositivo, su cui sempre il Governo si è rimesso all'Assemblea e infine la premessa. Anche su questa il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carfagna ed altri n. 1-01187, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, Pag. 110per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marco Di Maio, Dellai, Ginato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  369   
   Votanti  346   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
 306    
    Hanno votato
no   40).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carfagna ed altri n. 1-01187, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Casellato, Oliverio, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  282   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  142   
    Hanno votato
  71    
    Hanno votato
no  211).    

  A seguito dell'approvazione di una parte del dispositivo della mozione Carfagna ed altri n. 1-01187, viene posta ora in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carfagna ed altri n. 1-01187, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Epifani, Scagliusi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  161   
   Astenuti  214   
   Maggioranza   81   
    Hanno votato
  71    
    Hanno votato
no   90).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Roccella ed altri n. 1-01218, limitatamente al dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Locatelli, Bolognesi, Kronbichler...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  278   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  140   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  222).    

  In virtù della reiezione del dispositivo della mozione Roccella ed altri n. 1-01218, non procediamo alla votazione della premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Spadoni ed altri n. 1-01223, limitatamente al dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Oliverio, Caso, Sorial, Luigi Gallo...Pag. 111
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  303   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato
 268    
    Hanno votato
no   35).    

  (Il deputato Mantero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Senaldi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  A questo punto, a seguito dell'approvazione del dispositivo, votiamo anche la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Spadoni ed altri n. 1-01223, limitatamente alla premessa. Il Governo si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  113   
   Astenuti  252   
   Maggioranza   57   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no   41).    

  Passiamo alla mozione Dellai ed altri n. 1-01225. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima il primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si rimette all'Assemblea, e, a seguire, congiuntamente i capoversi secondo, terzo, quarto del dispositivo, su cui il Governo si rimette all'Assemblea, e, infine, la premessa, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dellai ed altri n. 1-01225, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbito da precedenti votazioni. Il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nel frattempo, abbiamo il piacere di salutare studenti e insegnanti dell'università Ludwig Maximilian di Monaco, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi). Il presidente Buttiglione avrebbe potuto salutarli in lingua originale, ma nel caso specifico... Che succede ? Chi è che non riesce a votare ? Onorevole Di Battista, l'aspettiamo. Altri ? Marazziti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  368   
   Votanti  339   
   Astenuti  29   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  208).    

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dellai ed altri n. 1-01225, limitatamente ai capoversi secondo, terzo e quarto del dispositivo, per quanto non assorbiti da votazioni precedenti. Il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ferranti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  369   
   Votanti  275   
   Astenuti  94   

   Maggioranza  138   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato
no  215).    

Pag. 112

  A questo punto, essendo stato respinto tutto il dispositivo, non si procede alla votazione della premessa.
  Passiamo alla votazione della mozione Rondini ed altri n. 1-01226.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01226, limitatamente al dispositivo, per quanto non assorbito da votazioni precedenti. Il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paris, Burtone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  356   
   Votanti  268   
   Astenuti  88    
   Maggioranza  135   
    Hanno votato
  51    
    Hanno votato
no  217).    

  (Il deputato Catanoso ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Essendo stato respinto il dispositivo, non votiamo neanche la premessa.
  Passiamo alla votazione della mozione Vezzali e Monchiero n. 1-01127.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vezzali e Monchiero n. 1-01127, limitatamente al dispositivo, per quanto non assorbito da precedenti votazioni. Il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Ghizzoni, Carra, Tancredi, Luigi Gallo, Pastorino, Busto, Sorial.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  285   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  216).    

  A questo punto, non mettiamo in votazione la premessa, essendo stato respinto il dispositivo.
  Passiamo alla votazione della mozione Rampelli ed altri n. 1-01228. Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, congiuntamente i capoversi primo e terzo del dispositivo, su cui il Governo si rimette all'Assemblea, a seguire, il secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si rimette all'Assemblea, e, alla fine, la premessa, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01228, limitatamente ai capoversi primo e terzo del dispositivo, per quanto non assorbiti dalle votazioni precedenti. Il Governo si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Montroni, Casellato, Nicchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  363   
   Votanti  287   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  231).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01228, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.Pag. 113
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Camani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  364   
   Votanti  341   
   Astenuti  23   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato
 113    
    Hanno votato
no  228).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita a votare).

  In virtù della reiezione del dispositivo, anche la mozione Rampelli ed altri n. 1-01228 nella premessa non viene posta in votazione.
  Passiamo alla votazione della mozione Nicchi ed altri n. 1-01230.
  Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, il primo capoverso del dispositivo, lettera a), su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea, quindi il primo capoverso del dispositivo, lettera b), su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea; a seguire, congiuntamente, i capoversi secondo, terzo, quinto e settimo del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea, quindi, congiuntamente, i capoversi quarto e sesto del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea, e, infine, la premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01230, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, lettera a), per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  355   
   Votanti  343   
   Astenuti  12   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  65    
    Hanno votato
no  278).    

  (Il deputato Fossati ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore. Il deputato Parentela ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro. Il deputato Rondini ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01230, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, lettera b), per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  352   
   Votanti  339   
   Astenuti  13   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato
 250    
    Hanno votato
no   89).    

  (Il deputato Rondini ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01230, limitatamente ai capoversi secondo, terzo, quinto e settimo del dispositivo, per quanto non assorbiti dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.Pag. 114
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Invernizzi, Di Vita, Luigi Gallo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  355   
   Votanti  343   
   Astenuti  12   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 267    
    Hanno votato
no   76).    

  (Il deputato Rondini ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01230, limitatamente ai capoversi quarto e sesto del dispositivo, per quanto non assorbiti dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Sandra Savino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  355   
   Votanti  280   
   Astenuti  75   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato
 205    
    Hanno votato
no   75).    

  (Il deputato Rondini ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  A seguito dell'approvazione di una parte del dispositivo della mozione Nicchi ed altri n. 1-01230, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01230, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, De Mita, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  351   
   Votanti  151   
   Astenuti  200   
   Maggioranza   76   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no   79).    

  (Il deputato Rondini ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri n. 1-01233, limitatamente al dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  355   
   Votanti  276   
   Astenuti  79   
   Maggioranza  139   
    Hanno votato
  55    
    Hanno votato
no  221).    

  Quindi, anche la premessa non viene posta in votazione.
  Passiamo alla votazione della mozione Rosato ed altri n. 1-01248, limitatamente al dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Ne è stata fatta richiesta di votazioni per parti separate. Quindi, dapprima votiamo Pag. 115il primo capoverso del dispositivo, poi il secondo, poi il terzo e poi la premessa. Il Governo in ogni caso si è rimesso all'Assemblea.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato ed altri n. 1-01248, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Carnevali, Agostini, Lattuca, Raciti, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  356   
   Votanti  333   
   Astenuti  23   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato
 282    
    Hanno votato
no   51).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che avrebbe voluto votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato ed altri n. 1-01248, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  358   
   Votanti  346   
   Astenuti  12   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato
 320    
    Hanno votato
no   26).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato ed altri n. 1-01248, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Stella Bianchi, Zan, Ferranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  357   
   Votanti  337   
   Astenuti  20   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
 322    
    Hanno votato
no   15).    

  A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Rosato ed altri n. 1-01248, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato ed altri n. 1-01248, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  351   
   Votanti  249   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  125   
    Hanno votato
 204    
    Hanno votato
no   45).    

  (Il deputato Dallai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Abbiamo così terminato l'esame delle mozioni al punto dell'ordine del giorno. Sospendo a questo punto brevemente la Pag. 116seduta, che riprenderà fra cinque minuti, alle 18,35, con l'informativa urgente del Governo.

  La seduta, sospesa alle 18,30, è ripresa alle 18,35.

Informativa urgente del Governo in merito all'attuazione della normativa in materia di interruzione volontaria di gravidanza, alla luce della recente pronuncia del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa.

  PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto e i non interessati all'informativa di prendere posto fuori dall'Aula, se devono rimanere in Aula a parlare.
  L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo in merito all'attuazione della normativa in materia di interruzione volontaria di gravidanza, alla luce della recente pronuncia del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa.
  Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentati dei gruppi, in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento della Ministra della salute)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Ministra della salute, Beatrice Lorenzin.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'odierna informativa mi consente di fornire i dovuti elementi di informazione in merito alla...

  PRESIDENTE. Mi perdoni, Ministro. Colleghi, per favore, ho chiesto la cortesia di liberare l'emiciclo, di prendere posto e chi non è interessato o chi debba parlare con altri colleghi, può farlo fuori dall'Aula. Siccome non è un momento di votazioni, nessuno è obbligato a permanere in questa Assemblea contro la propria volontà, però mettete il Ministro nelle condizioni di poter parlare in un'Aula che ascolti. Prego.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute... anche perché, Presidente, il tema è piuttosto tecnico, quindi se non viene seguito, è difficile poi comprenderlo. In merito alla corretta attuazione della legge n. 194 del 1978 in materia di interruzione volontaria di gravidanza, anche con riferimento al reclamo proposto dall'organizzazione CGIL in ordine al quale è intervenuta la pronuncia del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa, prima di entrare nel merito della tematica, ritengo necessario chiarire che, contrariamente a quanto riportato da gran parte degli organi di stampa e non solo, il predetto reclamo non è stato ancora deciso. Il Consiglio d'Europa infatti non si è pronunciato in merito alla questione dell'obiezione di coscienza e dell'accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza in Italia. Chiarisco meglio: il pronunciamento negativo, che ha avuto vasta eco sulla stampa e non solo, costituisce una mera proposta del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa, ovvero di un Comitato intergovernativo del Consiglio, e non un pronunciamento definitivo dell'organo politico costituito appunto dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa. A tal proposito comunico che il 24 maggio la proposta del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa verrà esaminata dal GR-SOC, cioè il gruppo dei rappresentanti sulle questioni sociali e della sanità. In tale occasione sarà presente il mio consigliere esperto in materia e solo successivamente il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa si pronuncerà definitivamente in ordine al reclamo. Il 9 agosto del 2012 la ONG The International Planned Parenthood Federation European Network ha depositato un reclamo collettivo, il n. 87/2012, contro l'Italia presso il Comitato europeo dei diritti sociali, concernente la violazione di alcuni articoli della Carta sociale europea riguardanti l'applicazione della legge n. 194 del 1978 in relazione al Pag. 117diritto all'obiezione di coscienza degli operatori sanitari nell'accesso al servizio di interruzione volontaria di gravidanza da parte delle donne italiane. Il 10 settembre del 2013 il Comitato europeo dei diritti sociali ha proposto l'accoglimento del reclamo dell'ONG. Il 18 marzo 2014, nel corso del GR-SOC, la rappresentanza italiana ha illustrato, grazie agli elementi forniti dal Ministero della salute, le misure adottate dal nostro Paese a seguito della decisione del Comitato europeo per i diritti sociali, e ha richiesto che, per la successiva riunione del 24 2014, il segretario preparasse una bozza di risoluzione per dare atto delle risultanze della raccolta dei dati del tavolo tecnico istituito presso il Ministero della salute e dell'impegno profuso per verificare la corretta attuazione della legge n. 194 del 1978 a livello regionale e locale. Alla riunione del GR-SOC di quel 24 aprile è intervenuto il mio consigliere esperto in materia, che ha illustrato il rapporto preliminare sui risultati del monitoraggio. Tale illustrazione ha permesso di procedere all'adozione del testo di una risoluzione, la cui approvazione ha segnato la chiusura in senso favorevole all'Italia del reclamo collettivo n. 87/2012, salvo l'obbligo di riferire circa gli esiti della raccolta di dati effettuati dal tavolo tecnico per la piena applicazione della 194, di cui parlerò più diffusamente più avanti, e circa gli eventuali provvedimenti adottati. Il Comitato dei Ministri ha adottato la risoluzione in questione il 30 aprile 2014. Nelle more della definizione del reclamo, l'organizzazione CGIL presentava il 17 gennaio 2013 analogo reclamo collettivo, il n.  91/2013, contro l'Italia.
  Il 7 settembre 2015 si è svolta presso il Comitato europeo per i diritti sociali un'audizione delle parti, del Governo italiano e CGIL, e in esito a tale audizione il 12 ottobre 2015 il Comitato ha deliberato, come ricordato in precedenza, l'accoglimento parziale del ricorso stesso. Ribadisco pertanto che il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, contrariamente a quanto affermato da più parti, non si è ancora pronunciato sulla questione. Questa è stata una ricostruzione di quello che è avvenuto fino a oggi su questa materia. La legge n. 194 del 1978, per entrare nel merito, recante norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza, è finalizzata a garantire il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, nonché a riconoscere il valore sociale della maternità e la tutela della vita umana dal suo inizio. Il legislatore ha precisato inoltre all'articolo 1, comma 2, che l'interruzione volontaria della gravidanza non è il mezzo per il controllo delle nascite e nel contempo ha affidato allo Stato, alle regioni e agli enti locali, per i profili di rispettiva competenza, la promozione e lo sviluppo dei servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite e che siano garantiti tutti i sistemi di assistenza alle donne. Dal predetto quadro normativo emerge con ogni evidenza che la legge n. 194 del 1978 non ha sancito un mero diritto all'interruzione volontaria di gravidanza, ma anzi ha disciplinato l'interruzione volontaria di gravidanza mettendo in atto tutte le misure, anche attraverso la rete dei consultori familiari, che ci permettono oggi di attuarla in Italia. Il principio fondamentale che sottende all'impianto normativo va rintracciato nella promozione della procreazione responsabile quale misura di significativa rilevanza per la prevenzione dell'aborto. Ne consegue che la riduzione del numero del tasso di abortività, documentata nella Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, nonché la riduzione del valore dell'aborto ripetuto rispetto al valore atteso, attestano oltre che l'efficacia e la bontà della legge, anche la qualità del lavoro svolto dai servizi sanitari ai fini della prevenzione dell'aborto e la corretta attitudine da parte delle donne al controllo della fertilità, per una gravidanza cosciente e responsabile. I dati relativi all'interruzione volontaria di gravidanza, cioè l'IVG in Italia, sono illustrati e aggiornati ogni anno in occasione della predisposizione della relazione al Parlamento sull'attuazione della legge Pag. 118stessa. Allo stato sono in corso di elaborazione i dati definitivi del 2014 e i preliminari del 2015, che trasmetterò al Parlamento dopo l'estate. Pertanto i dati a cui farò a breve riferimento sono quelli contenuti nell'ultima Relazione al Parlamento che ho trasmesso il 26 ottobre 2015, relativa ai dati definitivi anno 2013 e preliminari all'anno 2014. Sono e siamo tutti consapevoli che l'obiezione di coscienza, come ricordato nel parere del Comitato nazionale per la bioetica del 2012, è un diritto costituzionalmente garantito, con riferimento ai diritti inviolabili dell'uomo. Per quanto attiene allo specifico aspetto degli obiettori di coscienza, come è noto, la legge n. 194 del 1978 contiene una specifica disposizione all'articolo 9 con cui il legislatore ha disciplinato la possibilità per il personale sanitario di esercitare il diritto all'obiezione di coscienza in ordine agli interventi per l'interruzione della gravidanza. Tale specifica norma va tuttavia valutata nel complesso dell'impianto della legge n. 194 e tenendo conto delle singole disposizioni che compongono la medesima legge, con cui il legislatore, nel disciplinare in modo sistematico la materia in esame, ha ponderato la possibilità per gli operatori sanitari di esercitare il diritto all'obiezione di coscienza e nel contempo ha prescritto che l'obiezione del singolo operatore non esonera la struttura e la regione di riferimento dal compimento delle procedure e delle attività dirette a determinare l'interruzione della gravidanza, né dall'assistenza antecedente e conseguente all'intervento. La legge ha infatti prescritto alle strutture sanitarie di assicurare il diritto alle cure e all'assistenza delle donne che accedono all'interruzione della gravidanza e alle regioni, nel rispetto della loro autonomia organizzativa, di controllare l'attuazione della norma anche mediante la mobilità di persone e ricorrendo a convenzioni con specialisti per garantire la prestazione sanitaria. È la regione pertanto l'autorità sanitaria responsabile dell'organizzazione del servizio, tanto è vero che può riallocare le risorse umane all'interno del territorio regionale per garantire l'interruzione volontaria di gravidanza in modo omogeneo e funzionale alle esigenze delle donne interessate.
  Va anche detto che l'impianto normativo, che risale al 1978, è rispettoso del riparto di competenza tra lo Stato e le regioni, di cui all'articolo 117 della Costituzione. L'organizzazione delle strutture sanitarie intervenuta nel 2011, anche con riguardo all'assistenza sanitaria da garantire nel corso dell'IVG, attiene a profili di competenza delle regioni. Pertanto, nel rispetto dei principi ordinamentali e della norma costituzionale sopracitata, allo Stato compete l'individuazione dei livelli di assistenza sanitaria da garantire a tutela del diritto alla salute. Compete, invece, alle regioni l'organizzazione delle strutture per garantire l'esercizio di tale diritto. Tuttavia, io stessa ho sollecitato e accompagnato una sorveglianza attiva da parte delle regioni sul fenomeno dell'interruzione volontaria di gravidanza. Devo dire che si tratta di un processo che è cominciato nel 2013 quando proprio in quest'Aula abbiamo approvato una mozione molto importante in questo senso da cui poi sono scaturiti tutta una serie di atti che hanno portato a un approfondimento dell'esame dei dati che vengono dalle regioni. E adesso vi illustrerò nel dettaglio, passando anche dalla valutazione di dati aggregati e dati disaggregati, scendendo fino a struttura e struttura. Ma uno degli elementi che era intervenuto e di cui ci siamo resi conto è una necessità supplementare di formazione. Per questo ho finalizzato, attraverso i fondi del CCM, cioè il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, un corso di formazione residenziale ECM sul sistema di sorveglianza dell'IVG e l'applicazione della legge n. 194 del 1978, organizzato dall'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il Ministero e l'ISTAT, che si è tenuto il 24 febbraio scorso presso l'Istituto, destinato ai referenti delle regioni, delle province autonome o di altri enti di promozione e tutela della salute coinvolti nel sistema di sorveglianza sull'interruzione di gravidanza, allo scopo di migliorare ulteriormente la modalità di raccolta e validazione Pag. 119dei dati, ma soprattutto per promuovere l'utilizzo dell'informazione, anche a livello locale, per evidenziare punti di attenzione e individuare strategie di miglioramento per la piena applicazione della legge n. 194. Il corso è stata anche una preziosa occasione per lo scambio delle buone pratiche realizzate in alcune regioni. Sono state previste tre sessioni: la prima, flusso dati, qualità e tempistica; la seconda, utilizzo del dato per la comunicazione; la terza, punti di attenzione e strategie di miglioramento per la piena applicazione della legge n. 194. Si tratta del primo corso di formazione di questo tipo rivolto ai referenti istituzionali coinvolti nell'applicazione della legge n. 194 organizzato dal Ministero da quando è entrata in vigore la legge.
  Con riguardo, poi, alle strutture ospedaliere, è il caso di chiarire che la legge n. 194 – e questo lo dico perché sono cose che sono emerse anche da alcune interviste televisive o in alcuni servizi – non prevede interventi di interruzione volontaria di gravidanza in tutte le strutture ospedaliere. Mi spiego meglio: garantire l'intervento sanitario di IVG non significa che lo stesso debba essere effettuato in tutte le strutture sanitarie. Ricordo che nel Servizio sanitario nazionale non tutte le prestazioni sanitarie sono disponibili in ogni struttura sanitaria. Allo stesso modo, la legge n. 194 non impone che tutte le strutture ospedaliere abbiano un reparto di ostetricia e ginecologia che offra IVG. Ogni regione ha autonomia organizzativa. Ad esempio, nella regione Piemonte c’è un accentramento dei servizi di ostetricia e ginecologia, anche con riferimento all'IVG. L'ospedale Sant'Anna di Torino è, infatti, il primo in Italia per nascite e anche per interruzioni volontarie di gravidanza. Quindi, questo è stato il modulo di organizzazione dell'interruzione volontaria di gravidanza scelto dal Piemonte. Mentre, per esempio, l'Emilia Romagna ha scelto un altro tipo di modulo e, quindi, ha scelto un modello più diffuso sul territorio.
  Inoltre, vi vorrei anche far riflettere su una cosa e, cioè, che è evidente che non è possibile reclutare personale sanitario con contratti a tempo indeterminato chiedendo fra i requisiti dell'esame dell'essere non obiettore. Fermo restando che si tratterebbe di una modalità discriminatoria di reclutamento del personale, il diritto all'obiezione di coscienza, contemplato dalla legge n. 194, prevede anche la possibilità di cambiare idea nel corso della propria carriera lavorativa, come è accaduto, da non obiettore a obiettore, ma anche il contrario, anche più volte. Quindi, questa, essendo una questione di coscienza, attiene a un foro interno della persona.
  Svolte queste considerazioni, ritorno sui dati dell'ultima relazione al Parlamento sull'attuazione della legge stessa. A tal proposito ricordo che tutti i dati presentati nella relazione vengono forniti dalle regioni attraverso i modelli D12 dell'ISTAT e dal sistema di sorveglianza IVG coordinato dall'Istituto superiore di sanità.
  Nello specifico, a livello centrale, l'Istituto superiore di sanità provvede al controllo qualità dei dati, in costante contatto con le regioni, con l'ISTAT e attraverso verifiche con il flusso delle SDO, cioè le schede di dimissioni ospedaliere. Procede, quindi, all'elaborazione delle tabelle che rappresentano la base informativa su cui il Ministero della salute elabora la relazione annuale al Parlamento.
  Con riferimento all'anno 2014, il numero di IVG è stato per la prima volta inferiore alle 100 mila unità. Sono state notificate dalle regioni 97.535 IVG, con un decremento del 5,1 per cento rispetto al dato definitivo del 2013, dove erano 105.760; più che dimezzato rispetto alle 234.801 del 1982, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia. Anche gli altri indicatori confermano la continua diminuzione del ricorso all'IVG. Il tasso di abortività e, cioè, il numero delle IVG per mille donne fra i 15 e i 49 anni, nel 2014 è risultato pari al 7,2 per cento, con un decremento del 5,9 per cento rispetto al 2013 e un decremento del 58,5 per cento rispetto al 1982. Il valore italiano rimane tra i più bassi di quelli osservati nei Paesi industrializzati. Il rapporto di abortività e numero delle IVG per mille nati vivi nel 2014 è risultato pari a 198,2 per mille, con Pag. 120un decremento del 2,8 per cento rispetto al 2013 e un decremento del 47,9 per cento rispetto al 1982. Quindi, possiamo dire che la legge in questi anni ha funzionato.
  Preciso, inoltre, che negli ultimi due anni, anche in considerazione delle giuste sollecitazioni del Parlamento, sono stati richiesti dati più dettagliati sull'accesso ai servizi in relazione all'esercizio del diritto dell'obiezione di coscienza che sono stati raccolti ed elaborati dal Ministero della salute e verificati e condivisi con l'Istituto superiore di sanità e con le regioni. A tal proposito ricordo che proprio all'inizio del mio mandato, come vi dicevo prima, nel giugno 2013, ho partecipato in quest'Aula ad una proficua seduta di mozioni inerenti l'attuazione della legge n. 194 del 1978, al termine della quale ne sono state approvate alcune riguardanti la piena applicazione di tale legge su tutto il territorio nazionale con particolare riferimento all'attività dei consultori familiari e all'esercizio del diritto dell'obiezione di coscienza degli operatori rispetto alle attività connesse all'interruzione volontaria di gravidanza. Ed è proprio in seguito a queste mozioni che abbiamo dato vita ad un metodo diverso di consultazione con le regioni. Proprio per adempiere, quindi, agli impegni assunti in questa occasione, ho attivato presso il Ministero della salute un tavolo tecnico, convocato per la prima volta il 18 luglio 2013, a cui sono stati invitati a partecipare tutti gli assessori regionali alla sanità e l'Istituto superiore di sanità, allo scopo di avviare uno specifico monitoraggio sulla piena applicazione di tale legge su tutto il territorio nazionale, attraverso una rilevazione ad hoc sulle attività di IVG e sull'esercizio del diritto all'obiezione di coscienza dei soli ginecologi a livello di singola struttura di ricovero e nei consultori familiari. È la prima volta che il Ministero fa esso stesso un monitoraggio struttura per struttura e non, quindi, recependo soltanto i dati che venivano dalle regioni. Il tavolo tecnico ha concordato la definizione di due schede di raccolta dati, una relativa alle singole strutture e una relativa ai consultori familiari. La scheda di monitoraggio relativa alle strutture di ricovero era destinata alle strutture ospedaliere con almeno un ginecologo in organico, al fine di rilevare il numero di strutture in cui si effettuano interventi di interruzione volontaria di gravidanza rispetto al totale, il numero dei parti effettuati, il numero di ginecologi obiettori e non in relazione alla tipologia di contratto, rilevati in termini, sia di unità, che di full-time equivalent, cioè il numero di unità riparametrato rispetto al tempo contrattuale (full-time vale uno, part-time al 50 per cento vale 0,5 per cento), il numero di IVG per età gestazionale, cittadinanza, minore età, tecnica di intervento, il tempo di attesa tra certificato ed intervento, il numero di certificati d'urgenza e il numero di certificazioni in relazione al soggetto che lo ha rilasciato. In altre parole, un modulo estremamente dettagliato che ci permette di seguire il percorso clinico della paziente, ma anche tutto quello che è stato attivato e in quali tempi dalla singola struttura.
  Nella scheda di monitoraggio relativa ai consultori familiari, oltre alle informazioni sul numero di ginecologi in servizio obiettori e non rilevati in relazione alla tipologia di contratto in termini di unità e full-time equivalent, è stato richiesto anche il numero di donne che hanno effettuato il colloquio previsto dalla legge n. 194 del 1978, il numero di certificati rilasciati, il numero di donne che hanno effettuato controlli post IVG in vista della prevenzione di IVG ripetute. Inoltre, la stessa scheda è stata utilizzata anche per effettuare un aggiornamento della mappatura dei consultori familiari presenti sul territorio nazionale, pubblicata poi in formato open data sul portale del Ministero della salute.
  Si è trattato della prima iniziativa capillare di monitoraggio realizzata dall'approvazione della legge n. 194 del 1978. Dall'analisi delle schede pervenute emerge una grande variabilità tra le regioni nel ricorso al consultorio per le attività collegate all'IVG, come potrete trovare tutti sulla relazione al Parlamento. Una volta acquisiti i dati si è proceduto con l'analisi Pag. 121delle informazioni ricevute così da poterne rendere pubblici i risultati nella relazione al Parlamento del 15 ottobre 2014, cioè la penultima che abbiamo dato. L'attività del tavolo di lavoro per la piena applicazione della legge n. 194 è poi continuata nel 2015. Si è convenuto, infatti, di continuare a stimare i tre nuovi parametri individuati in occasione del monitoraggio effettuato nel 2014 ,i cui risultati sono stati pubblicati nella relazione al Parlamento del 15 ottobre 2014, estendendone i più significativi anche a livello sub-regionale (ASL, distretto), al fine di verificare l'adeguata applicazione della legge anche a livello locale e individuare eventuali criticità che avrebbero potuto non emergere da un quadro aggregato a livello regionale.
  Nella relazione al Parlamento presentata il 26 ottobre 2015 i dati relativi all'obiezione di coscienza sono stati rilevati a livello sub-regionale proprio per analizzare meglio la variabilità del fenomeno. Il 90,8 per cento delle interruzioni volontarie di gravidanza viene effettuata nella regione di residenza, di cui l'87,1 per cento della provincia di residenza. Si tratta di percentuali in linea con i flussi migratori anche relativi ad altre prestazioni del servizio sanitario nazionale. Va considerato che tali flussi possono mascherare una falsa migrazione, come nel caso in cui motivi di studio o di lavoro temporaneo giustificano il domicilio in regione diversa da quella di residenza, e ciò riguarda principalmente le classi di età più giovani.
  Per quanto riguarda i tempi di attesa, questi sono in diminuzione tra il rilascio della certificazione e l'intervento, che è un possibile indicatore di efficienza dei servizi e, quindi, di aumento di efficienza nelle regioni. La percentuale di IVG effettuate entro 14 giorni dal rilascio della certificazione infatti è aumentata: è stata il 62,3 per cento nel 2013; era il 61,5 nel 2012 e il 59,6 nel 2011. È diminuita la percentuale di IVG effettuate oltre le tre settimane di attesa: il 15,7 per cento nel 2011, il 15,5 nel 2012 e il 14,6 nel 2013. In questi dati è inclusa la settimana di attesa prevista dalla legge. Quindi, oltre la settimana di riflessione prevista dalla legge, il 62,3 per cento di donne attende meno di una settimana ed è una percentuale in aumento, mentre solo il 14,6 per cento di donne aspetta più di due settimane ed è una percentuale – questa – in diminuzione. Ovviamente è la percentuale su cui si deve lavorare, per ridurla assolutamente nei minimi possibili.
  Le interruzioni volontarie di gravidanza nel 1983 erano 233.976; nel 2013 sono più che dimezzate, cioè sono 102.760 e, come ho sopra già ricordato, nel 2014 sono scese sotto la soglia delle 100 mila, cioè siamo a 97.535. A questo dato non corrisponde un valore sostanzialmente costante dei ginecologi non obiettori. Infatti, erano 1.607 nel 1983, a fronte di 233.976 interruzioni di gravidanza e nel 2013 sono 1.490, a fronte di poco meno di 100 mila interruzioni di gravidanza. In trent'anni, quindi, le IVG sono calate di 131.216 unità, mentre i non obiettori sono scesi di sole 117 unità. La conseguenza è che in questi trent'anni c’è stato un dimezzamento del numero delle IVG settimanali a livello nazionale a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuavano 3,3 IVG a testa a settimana su 44 settimane lavorative mentre ne effettuano 1,6 nel 2013.
  Quindi, possiamo dire che i dati sono questi e sono oggettivi. Mi chiedo, pertanto, perché si denunci oggi un presunto eccesso di obiettori di coscienza e analoga denuncia non sia stata fatta negli anni precedenti, quando il carico di lavoro settimanale per ciascun ginecologo non obiettore era più che doppio.
  Inoltre, vorrei farvi presente che, poiché la competenza organizzativa è regionale, a oggi non è pervenuta nessuna segnalazione formale che ci comunichi una carenza di medici non obiettori predisposti all'interruzione volontaria di gravidanza. Noi abbiamo chiesto alle regioni di farci segnalazioni formali in questo senso ma a oggi non ci sono arrivate. Ovviamente noi possiamo immaginare che laddove si siano verificate o si possono verificare delle disfunzioni organizzative queste sono, ahimè, parametrate alle analoghe Pag. 122disfunzioni organizzative che quel territorio, quella ASL o quella regione può avere per un deficit organizzativo territoriale.
  Per sintetizzare i dati del monitoraggio rilevati sulle singole strutture di ricovero, sono stati identificati tre parametri che permettono di inquadrare l'offerta del servizio in funzione della domanda e della disponibilità di risorse strumentali e professionali. Io mi scuso se la relazione è particolarmente dettagliata, ma essendo questo un argomento che desta particolare interesse ho preferito darvi una relazione che entrasse anche nel merito del modello tecnico che viene utilizzato. Il primo parametro è l'offerta del servizio di interruzione volontaria di gravidanza in relazione al numero assoluto di strutture disponibili; il secondo parametro è l'offerta del servizio di interruzione volontaria di gravidanza in relazione alla popolazione femminile in età fertile e ai punti nascita; il terzo parametro è l'offerta del servizio di interruzione volontaria di gravidanza tenuto conto del diritto di obiezione di coscienza degli operatori in relazione al numero medio settimanale di IVG effettuate da ogni ginecologo non obiettore.
  Riguardo al primo parametro, cioè l'offerta del servizio di interruzione volontaria di gravidanza in relazione al numero assoluto di strutture disponibili, il numero totale delle strutture con reparto di ostetricia e ginecologia a livello nazionale risulta pari a 632, mentre il numero di quelle che effettuano l'interruzione volontaria di gravidanza è pari a 379, corrispondente al 60 per cento del totale. Il confronto in valori assoluti fra il totale delle strutture di ricovero con reparto di ginecologia e i punti IVG per ogni regione mostra che solo in due casi relativamente a regioni molto piccole – e cioè la provincia autonoma di Bolzano e il Molise – abbiamo un numero di punti IVG inferiore al 30 per cento delle strutture censite. Per il resto la copertura è più che soddisfacente.
  Il secondo parametro, cioè l'offerta del servizio di IVG in relazione alla popolazione femminile in età fertile e ai punti nascita, rappresenta un termine di confronto per capire meglio il livello di attuazione della legge n. 194, contestualizzando i dati sulle strutture che effettuano IVG rispetto alla popolazione femminile in età fertile e rispetto ai punti nascita. Mentre il numero di IVG è pari a circa il 20 per cento del numero di nascite, il numero di punti IVG è pari al 74 per cento del numero dei punti nascita, di molto superiore rispetto a quello che sarebbe se si rispettassero le proporzioni fra IVG e nascite.
  È stato poi effettuato un confronto fra punti nascita e punti IVG non solo in valore assoluto ma normalizzando il dato rispetto alla popolazione femminile in età fertile. A livello nazionale ogni 100 mila donne in età fertile – da 15 a 49 anni – si contano 3,8 punti nascita contro 2,8 punti IVG, con un rapporto di 1 a 4 (cioè ogni cinque strutture in cui si fa IVG ce ne sono sette in cui si partorisce). Considerando quindi sia il numero assoluto dei punti IVG sia quello normalizzato alla popolazione di donne in età fertile, il numero dei punti IVG appare più che adeguato rispetto al numero delle IVG effettuate, tanto più se il dato si pone a confronto con i punti nascita.
  I dati 2013 del terzo parametro, offerta del servizio in relazione al diritto di obiezione di coscienza degli operatori e cioè il carico di lavoro medio settimanale di IVG per ogni ginecologo non obiettore, indicano una sostanziale stabilità del carico di lavoro settimanale per ciascun ginecologo non obiettore.
  Considerando 44 settimane lavorative in un anno, il numero di IVG per ogni ginecologo non obiettore settimanalmente va dalle 0,5 della Sardegna alle 4,7 del Molise, con una media nazionale già più sopra ricordata di 1,7 IVG a settimana. I lavori del tavolo tecnico hanno inoltre consentito per la prima volta la valutazione dei dati a livello sub-regionale. La situazione risulta diversa da regione a regione, ma nella maggioranza dei casi abbastanza omogenea all'interno del territorio regionale, ad eccezione di due regioni, il Lazio e la Sicilia e anche in queste regioni in cui si rilevano ambiti locali con Pag. 123valori di carico di lavoro per ginecologo non obiettore che si discostano molto dalla media regionale, si tratta comunque di un numero di IVG settimanali sempre inferiore a dieci. In particolare, i valori più elevati (9,6 e 9,4) sono rispettivamente in una ASL della Sicilia e in una del Lazio; tutti gli altri valori risultano inferiori. Ovviamente noi siamo intervenuti nei confronti delle due regioni interessate, che si attivassero nei confronti di queste due ASL dove i parametri si discostano così tanto dagli altri parametri nazionali per fare in modo che intervenissero e per capire anche le motivazioni.
   Al fine di considerare gli operatori in relazione al tempo di lavoro effettivo presso la struttura e di escludere la possibilità di contare più volte uno stesso operatore presente in strutture diverse – perché può succedere anche questo –, il monitoraggio ha previsto anche la rilevazione dei ginecologi non obiettori in termini di FTE, cioè di full-time equivalent, dove l'unità di misura FTE corrisponde al numero di unità riparametrato rispetto ad un lavoratore a tempo pieno. Il valore in FTE pari ad uno equivale ad una persona che lavora a tempo pieno. Un lavoratore part-time al 50 per cento corrisponde a 0,5 FTE. Tuttavia, anche per il 2013, si conferma che il carico di lavoro settimanale rilevato rispetto al numero di ginecologi non obiettori in termini di unità di personale non risulta sostanzialmente diverso da quello rilevato in termini di FTE, come già rilevato nel 2012. Quindi, abbiamo utilizzato un doppio parametro di valutazione. Un'unica eccezione si è riscontrata per la regione Molise, in cui il numero limitato di ginecologi non obiettori a disposizione determina un raddoppio del carico di lavoro calcolato in base agli FTE, pari a 9,4 IVG settimanali, comunque inferiori a 10. Ecco perché si può affermare che il numero di non obiettori risulta congruo anche a livello sub-regionale rispetto alle IVG effettuate e il carico di lavoro richiesto non dovrebbe impedire ai non obiettori di svolgere anche altre attività oltre all'interruzione volontaria di gravidanza, né pertanto creare problemi nel soddisfare la domanda di IVG. Eventuali difficoltà nell'accesso ai servizi quindi sono probabilmente da ricondursi a situazioni ancora più locali di quelle delle singole aziende sanitarie rilevate nella presente relazione. Come ricordato nell'ultima relazione al Parlamento, un monitoraggio dettagliato come quello proposto è comunque un supporto fondamentale per verificare effettivamente l'offerta del servizio e i carichi di lavoro dei ginecologi non obiettori e andrebbe riproposto a livello locale per una buona programmazione dei servizi.
   Noi abbiamo messo a disposizione ovviamente questi dati alle regioni in modo tale che possano utilizzarli per migliorare, insieme anche al corso che gli abbiamo messo con il CCM, l'organizzazione dei servizi offerti.
  Inoltre, mettendo in relazione i dati regionali dei tempi di attesa e relativa percentuale di ginecologi obiettori, valutandone la variazione dal 2006 al 2013, non emerge alcuna correlazione fra il numero di obiettori e i tempi di attesa. In alcune regioni come Lazio e Piemonte gli obiettori aumentano e i tempi di attesa diminuiscono; in altre, come Lombardia, Umbria e Marche gli obiettori diminuiscono e i tempi di attesa aumentano. In Emilia-Romagna invece diminuiscono sia obiettori, sia tempi di attesa. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di andamenti in controtendenza rispetto a quanto ci si aspetterebbe se ci fosse una correlazione diretta.
  Vorrei parlare ora un momento dei consultori. Riguardo ai consultori, il 79 per cento delle regioni ha fornito dati su alcune attività svolte per l'IVG. In generale, il numero degli obiettori di coscienza nei consultori è molto inferiore rispetto a quello registrato nelle strutture ospedaliere, cioè il 22 per cento contro il 70 per cento.
  Il fatto che il numero di colloqui IVG sia superiore al numero di certificati rilasciati potrebbe indicare l'effettiva azione per aiutare la donna a rimuovere le cause che la porterebbero all'interruzione della gravidanza, così come previsto dall'articolo 5 della legge n. 194.Pag. 124
   Per quanto riguarda l'abortività clandestina, l'Istituto superiore di sanità ha effettuato una stima degli aborti clandestini per il 2012 ed è emerso quanto segue, cioè che il numero stimato di aborti clandestini per le donne italiane è compreso nell'intervallo tra 12.000 e 15.000. Per la prima volta, è stata effettuata una stima anche per le donne straniere, che è risultata compresa tra 3.000 e 5.000 aborti clandestini. Queste stime indicano una notevole diminuzione rispetto agli anni Ottanta e Novanta (100.000 erano i casi stimati nel 1983, 72.000 nel 1990, 43.500 nel 1995), nonché una stabilizzazione del fenomeno negli ultimi anni. Infatti, riguardo alle donne italiane, nel 2005 erano 15.000 gli aborti clandestini stimati. Certo, è un fenomeno che va contrastato anche sul piano ovviamente culturale, essendo l'interruzione volontaria di gravidanza offerta gratuitamente dal servizio pubblico e questo è un elemento che qualifica fortemente il sistema sanitario nazionale italiano. La donna in questo caso è presa in carico dall'attività consultoriale fino all'ospedale e quindi avere ancora, anche se ovviamente con una diminuzione molto importante, aborti clandestini è sicuramente un fenomeno che va contrastato.
  Tra i vari esiti della storia riproduttiva della donna abbiamo poi il fenomeno dell'abortività spontanea, che ha assunto un'importanza rilevante nel corso del tempo. Il numero assoluto dei casi registrati è passato da 56.157 per quanto riguarda il 1982 a 73.810 nel 2012, con un aumento del 31 per cento. Anche l'indicatore utilizzato per studiare tale fenomeno, ovvero il rapporto di abortività spontanea, mostra un aumento del 56 per cento, passando da 89,2 casi di aborto spontaneo per 1.000 nati vivi nell'82 a 139,6 nel 2012. Molti collegano l'aumento di aborti spontanei a un'interruzione volontaria di gravidanza fai da te – anche questi sono ovviamente fenomeni da dissuadere – tuttavia un'analisi dettagliata del fenomeno effettuata dall'Istat evidenzia invece che il fattore di rischio principale per l'aborto spontaneo è l'aumento dell'età della donna e che l'aumento degli aborti spontanei negli ultimi anni è avvenuto principalmente tra le donne sopra i trent'anni. Le donne in Italia infatti hanno una gravidanza sempre più tardi e l'età media del parto è aumentata di oltre quattro anni tra il 1982, quando era di ventott'anni, e il 2012, quando è passata a 32 anni. Questo slittamento ha conseguenze inevitabili anche sugli altri esiti riproduttivi, tra cui appunto il rischio di aborto spontaneo.
  Vorrei concludere il mio intervento – che mi rendo conto essere stato lungo e dettagliato, ma spero esauriente – ricordando che anche in occasione della prima Giornata nazionale della salute della donna, celebrata lo scorso 22 aprile, ho confermato il massimo impegno mio e del Ministero per la tutela della salute della donna in tutte le fasi della vita. Nel Manifesto per la salute femminile da me sottoscritto, quale impegno per i prossimi anni, è infatti indicata tra le direttrici di intervento individuate anche la tutela e la promozione della salute sessuale e riproduttiva, favorendo una procreazione responsabile e consapevole. In particolare, nelle azioni individuate dal tavolo tematico «sessualità, fertilità e salute materna», sono state specificate sia azioni per il miglioramento dell'assistenza alle donne attraverso un percorso globale di accompagnamento alla fertilità sia naturale che assistita, dal periodo preconcezionale alla gravidanza, anche in caso di scelta di interruzione di gravidanza, al puerperio e a partire dal potenziamento della rete territoriale dei consultori familiari. Quindi, con un'attenzione anche alle donne che decideranno per un'interruzione volontaria di gravidanza, sia con azioni di prevenzione attraverso la realizzazione di programmi educativi di conoscenza della fertilità alle giovani generazioni e anche alle fasce prepubee, in collaborazione con la famiglia, la scuola e la comunità, sia infine con azioni per una qualificazione sempre più attuale della formazione degli operatori attraverso la revisione dei curricula formativi in corsi di laurea in ostetricia e di specialità in ostetricia e ginecologia e corsi di formazione Pag. 125e di aggiornamento per pediatri e medici di base per assicurare la massima preparazione dei professionisti sanitari rispetto ai bisogni della donna nell'ambito della sfera sessuale e riproduttiva, incluso l'ambito dell'interruzione volontaria di gravidanza.

(Interventi)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Micaela Campana. Ne ha facoltà.

  MICAELA CAMPANA. Signora Ministro, la ringrazio per la puntuale disanima che ha svolto a questa Assemblea. L'esigenza di avere un confronto con il Ministero nasce da un problema che era noto da tempo e che è stato cristallizzato dalla recente pronuncia del Consiglio d'Europa, in cui si legge che le donne che cercano accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza continuano ad avere di fronte una sostanziale difficoltà nell'ottenere l'accesso a tali servizi nella pratica, nonostante quanto è previsto dalla legge. Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa denuncia una situazione in cui, in alcuni casi, considerata l'urgenza delle procedure richieste, le donne che vogliono un aborto possono essere forzate ad andare in altre strutture, in Italia o all'estero, o a mettere fine alla loro gravidanza senza il sostegno o il controllo delle competenti autorità sanitarie, oppure possono essere dissuase dall'accedere ai servizi di aborto, a cui hanno, invece, diritto in base alla legge n. 194.
  Voglio ribadire che la difficoltà dell'accesso all'interruzione di gravidanza da parte delle donne deve stimolare delle azioni rapide, al fine di assicurare il corretto e agevole accesso alla prestazione sanitaria presso tutte le strutture pubbliche. Lo scorso ottobre una relazione del Ministero al Parlamento ha messo in risalto come in alcune regioni è praticamente impossibile trovare un medico non obiettore. I numeri parlano chiaro, lei prima li ha elencati. Le percentuali di obiezione tra i ginecologi sono superiori all'80 per cento in Molise, in Basilicata, in Sicilia, in tante altre realtà regionali.
  Inoltre, c’è un dato allarmante, che non può essere ignorato in questa discussione e che va considerato immediata conseguenza della difficoltà che le donne registrano nell'accesso all'assistenza sanitaria. L'Istituto superiore di sanità stima che, nel 2012, nel nostro territorio, siano stati praticati tra i 12 mila e i 15 mila aborti clandestini. Ciò vuol dire che alle stime ufficiali degli aborti legali va aggiunto un 10-12 per cento. Si tratta di numeri impressionanti e non giustificati da un quadro giuridico che ritiene legale la pratica dell'interruzione di gravidanza volontaria. Eppure vuol dire che ci sono donne che ai percorsi legali preferiscono rivolgersi a circuiti illegali e poco sicuri dal punto di vista sanitario, con grossi rischi per la propria salute.
  Come Partito Democratico crediamo che, per andare a fondo nella questione e rendere effettivo il diritto delle donne all'interruzione di gravidanza, non possiamo ignorare questi dati, che probabilmente nascondono delle storie di disagio. È facile pensare che coloro che, pur avendo la possibilità di rivolgersi ad una struttura pubblica, poi preferiscono rivolgersi a circuiti non protetti, siano proprio le persone più fragili, come le donne immigrate con un basso grado di integrazione, minorenni italiane poco informate sui propri diritti di donne e chi, di fronte ai dinieghi, preferisca alla fine affidarsi a qualche facilitatore.
  Per studiare percorsi per le donne, oltre a monitorare con attenzione la presenza dei medici non obiettori, bisognerebbe assicurare a questi ultimi anche una parità di trattamento all'interno delle strutture sanitarie e nella possibilità di carriera, affinché una scelta di libertà non si tramuti in un ostacolo professionale. Un'indicazione in merito arriva dalla Corte di cassazione, che si è pronunciata recentemente in materia, affermando che un medico che si dichiara obiettore di coscienza non può rifiutarsi di curare la paziente che si è sottoposta a interruzione Pag. 126volontaria di gravidanza in ospedale: questo perché il diritto alla salute della donna è preminente davanti all'obiezione dei singoli medici. D'altronde, in un sistema sanitario di tipo universale e per come è concepito il diritto alla salute nella nostra Costituzione, non potrebbe essere altrimenti.
  Per questo ringraziamo il Governo per l'attenzione che ha mostrato sul tema venendo qui oggi a riferire su questa materia. Siamo sicuri che siano già all'esame del Ministero della salute azioni utili a garantire il diritto all'interruzione di gravidanza volontaria in tutte le strutture pubbliche, intervenendo in maniera più incisiva ove oggi non risultano in pianta organica medici non obiettori. Inoltre, in questo senso ci permettiamo di suggerire, ove non fosse già all'esame, un monitoraggio del personale medico non obiettore prossimo alla pensione, affinché sia sostituito in un meccanismo di turnover. Come Partito Democratico, crediamo che il diritto della donna all'autodeterminazione sia una conquista non rinunciabile, soprattutto quando esso si sposa al diritto alla salute e al giusto accesso alle prestazioni sanitarie. Solo le donne sanno quanto sia delicato ed importante il periodo della gravidanza e, proprio per questo, chi decide per l'interruzione deve trovare nella macchina pubblica una casa e non un percorso ad ostacoli. Con la certezza che il Ministero farà il massimo per porre rimedio ai rilievi sollevati, ringrazio, a nome del Partito Democratico. Chiediamo di continuare a monitorare con attenzione, verificando gli esiti del tavolo con le regioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Ministro, noi abbiamo rilevato i dati, anzi più l'analisi è dettagliata e meglio è per noi, per poi riuscire a lavorarci. Ma, in questa analisi, anche lei ha fatto un breve accenno alle denunce che sono arrivate. Sono arrivate anche a noi e noi le abbiamo portate alla Commissione affari sociali, dove abbiamo presentato un'interrogazione, proprio rilevando le denunce delle donne che dicevano che avevano una reale impossibilità nell'effettuare l'interruzione di gravidanza volontaria, rispettando pienamente la legge. Ciò gli veniva impedito soprattutto a danno della salute delle stesse. Ci veniva risposto che questo problema non c'era. Quindi, non possiamo fare altro che ringraziare il Comitato europeo e il Consiglio d'Europa, che ha, invece, posto l'attenzione sul tema.
   È un tema che esiste, non è giusto demandarlo solamente alle regioni, perché noi, attraverso la mozione Lorefice, quella che lei ha anche citato, approvata all'unanimità, chiedevamo l'applicazione della legge e soprattutto l'applicazione dell'articolo 9, cioè della reale copertura della legge su tutto il territorio italiano. Quindi, nel momento in cui si sono rilevate delle discrepanze tra regioni – addirittura ci sono regioni che non possono contare su un servizio sanitario che deve essere garantito – vuol dire che il Ministero si deve porre una questione e deve andare a verificare.
  Inoltre, nella sua analisi dettagliata noi abbiamo notato che si è fatto un confronto fra due periodi che sono abbastanza diversi. Se noi confrontiamo il periodo 1980-1986, quello che aveva indicato, con il periodo attuale, dobbiamo anche considerare la popolazione fertile, quante richieste di interruzione di gravidanza c'erano e, soprattutto, che progressi ha fatto la medicina dal 1986 ad ora. Io mi auguro che ci siamo stati non solo dei progressi della medicina, ma anche dei servizi che siamo stati incrementati.
  In più, voglio sottolineare delle denunce che sono state fatte, perché è importante che non si non si cerchi una memoria difensiva, ma una soluzione del problema. La soluzione del problema si ottiene se si guarda il problema direttamente. Da articoli di stampa, che abbiamo preso in considerazione sia nell'interrogazione sia nella discussione in Commissione, come l'articolo di Silvia Bia su Il Fatto Quotidiano, abbiamo rilevato che era stato impedito Pag. 127un intervento di aborto perché l'infermiera si sarebbe rifiutata di sterilizzare i ferri, invocando l'obiezione di coscienza, anche se, di fatto, non sarebbe stata lei a praticare materialmente l'interruzione. Questa cosa è gravissima. Infatti, lei ha ribadito più volte il diritto degli obiettori di coscienza, ma c’è anche un diritto dei medici che vogliono praticare la propria professione nei canoni di una legge che è stata ampiamente discussa e soprattutto ribadita attraverso una mozione. Quindi, c’è la volontà da parte del Parlamento tutto di fare in modo che i medici possano svolgere il loro lavoro.
  In realtà, c’è un dato che lei non ha specificato e che chiedo di aggiornare: è quello riguardante le pillole abortive. C’è stata l'introduzione delle pillole abortive, di cui non si tiene conto, e si è creata una nuova modalità di aborto che non viene eseguita. Questo si riferisce anche al lavoro dei consultori, che lei ha indicato. È vero, esistono i consultori, spesso non hanno risorse, le quali vengono destinate alla prevenzione e non si guarda effettivamente che cosa serve, ma ci sono delle misure «fai da te» che sono altamente dannose anche per le donne e si tratta soprattutto di donne giovanissime e di donne senza alcun diritto, come le donne straniere, a cui non viene garantito alcun diritto. Sappiamo bene come il nostro Governo non applichi bene le norme.
  C’è anche un dato che deve essere rilevato, quello dell'impossibilità di alcuni medici di poter svolgere il loro lavoro. Spesso i medici vengono consigliati in maniera molto stringente dal primario di essere obiettori. Quindi, c’è una questione morale tutta personale, che verrà indicata più correttamente come pregiudizio morale, che non permette ai medici di poter applicare la legge.
  Quindi, la nostra intenzione è quella di rispettare la legge, rispettare la mozione che è stata approvata, prendere atto delle denunce che sono state fatte, attraverso gli strumenti delle interrogazioni in Commissione, e cercare una soluzione del problema, senza demandarla esclusivamente alle regioni. Quindi, si tratta di analizzare i dati correttamente, in riferimento al periodo storico corrente, con il numero effettivo di medici obiettori, con il numero effettivo di medici non obiettori e di strutture che devono essere garantite sull'intero territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Signora Ministra, oggi lei, qui, in quest'Aula, davanti al Parlamento, è venuta a riferire sull'attuazione della legge n. 194 del 1978. Io faccio parte del Consiglio d'Europa, sono la presidente della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d'Europa e spesso mi sono trovata, proprio durante le sedute di Commissione, a vedere l'Italia sottoposta a denuncia per l'attuazione della legge n. 194 del 1978. Avrei voluto poter dare delle risposte che non si fermassero a delle semplice argomentazioni generiche, ma delle risposte che andassero veramente nel cuore del problema, perché l'Italia viene sempre guardata, da questo punto di vista, come una nazione che discrimina, discrimina sulla possibilità che le donne possano intraprendere un percorso che è molto doloroso come quello dell'interruzione volontaria di gravidanza.
  Già nell'ottobre del 2014 il Governo aveva presentato al Parlamento i risultati finali del monitoraggio sullo stato di attuazione della legge n. 194 e aveva indicato che non c'erano particolari problemi nell'accesso al servizio. Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa ha invece messo in evidenza la difficoltà di accesso delle donne al servizio con riferimento ad un'ampia documentazione, ed in particolare al fenomeno della migrazione delle donne italiane all'estero o in città diverse da quella in cui vivono, in cui risiedono o in ospedali diversi da quelli che dovrebbero accoglierle proprio per accedere al servizio di interruzione volontaria di gravidanza. È stato rilevato che si tratta di una forma di discriminazione di natura economico-sociale e di natura anche Pag. 128territoriale, ed è stato messo in luce come questo sia dovuto anche all'obiezione di coscienza di molti medici e del personale sanitario.
  Ciò determina il non effettivo accesso alle procedure di interruzione volontaria di gravidanza e, come dicevo prima, questo mina il diritto delle donne alla protezione della loro salute. Ricordo però – e questo voglio sottolinearlo – che la legge n. 194 prevede la possibilità e il diritto alla libertà di coscienza da parte del personale medico-sanitario. Il Comitato europeo dei diritti sociali ha il compito di verificare la conformità del diritto e della prassi degli Stati firmatari e di presentare rapporti periodici sullo stato di attuazione delle disposizioni della Carta. Voglio, però, sottolineare anche che lo spirito con cui gli Stati hanno aderito alla Carta sociale europea, come ricordato nel preambolo stesso della Carta, è quello di assicurare alle popolazioni e alle cittadine e ai cittadini i diritti sociali specificati in questi strumenti per migliorare il loro livello di vita e promuovere il loro benessere.
  Nella Carta viene detto che ogni persona ha il diritto di usufruire di tutte le misure che le consentano di godere del migliore stato di salute ottenibile e all'articolo 11 si ribadisce che gli Stati devono impegnarsi per assicurare l'effettivo esercizio del diritto alla protezione della salute, e per questo adottano, sia direttamente che in cooperazione con le organizzazioni pubbliche e private, adeguate misure. Il nostro Paese è dunque richiamato a far sì che vengano adottate misure adeguate da parte delle autorità per assicurare – e mi rendo conto che si tratta di un tema molto delicato e molto complesso, rispetto al quale lei ci ha fornito una serie di indicazioni, e per questo la ringrazio, molto molto precise – l'accesso al servizio in oggetto. Il Comitato, però, mette anche in evidenza – e anche questo è un altro aspetto importante – che la libertà di coscienza dei medici non deve riferirsi e tradursi in una restrizione e limitazione al diritto delle donne a proteggere la loro salute.
  Però, guardate che il tema della libertà di coscienza dei medici non può e non deve essere omesso. Quindi, mi rendo conto che ci troviamo di fronte ad un tema non solo sensibile e delicato, ma rispetto al quale non possiamo entrare nel merito specifico della libertà di coscienza di chi sceglie, dei medici e del personale sanitario, di non praticare il servizio di interruzione volontaria di gravidanza, e, dall'altra parte, anche nel merito della scelta della donna, della libertà della scelta della donna, di ricorrere a questa pratica.
  Per cui, veramente, di fronte ad una così grande difficoltà di conciliare due diritti che appaiono inconciliabili, noi le chiediamo con forza di dare adito...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ELENA CENTEMERO... a dei provvedimenti, che il Governo dia adito a dei provvedimenti e a delle misure ulteriori che vadano veramente a garantire entrambi questi diritti, che devono essere nello stesso modo tutelati. Uno non può fare a meno dell'altro e l'altro non può fare a meno dell'altro. La ringrazio, poi, per l'attenzione che ha posto alla procreazione responsabile...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ELENA CENTEMERO... e accompagnata. Abbiamo discusso in quest'Aula, poco fa, della maternità surrogata: credo che sia un tema molto importante anche questo. Credo che ciò che precede tutto quello che è il ricorso...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Centemero, siamo un minuto fuori.

  ELENA CENTEMERO... al servizio – concludo – di interruzione volontaria di gravidanza non possa non essere preceduto da una fase preventiva di educazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

Pag. 129

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Ministra, nel nostro Paese le donne che vogliono interrompere la gravidanza hanno di fronte a sé molte difficoltà e lei ancora questa difficoltà, questo percorso tribolato e talvolta doloroso ancora non lo ha messo a fuoco. Lei continua a sottovalutare e a non voler prendere di petto questa fondamentale questione di libertà e di diritto alla salute delle donne, facendo un'operazione di scaricabarile sulle regioni, che devono essere guidate dal Governo, e non volendo affrontare delle scelte mirate. Lei è stata volutamente fumosa e inconsistente. Sulla condanna dell'Europa si difende, precedentemente si era stupita, ma vorrei ricordarle che di questa condanna già c'era stato un precedente due anni fa, non è una cosa avvenuta improvvisamente.
  L'Italia, comunque, è sotto osservazione dell'Europa perché viola i diritti delle donne e dei medici non obiettori di coscienza, che sono costretti a sopperire alla mancanza di assistenza dei colleghi che si sottraggono a questi obblighi di assistenza. Ecco, possiamo sintetizzare il tutto in questa frase: in Italia non è rispettata la libertà di non obiettare ed è calpestata la dignità di chi esercita questa libertà. Lei continua a non voler affrontare i problemi concreti e minimizza, offre una lettura, attraverso la relazione sullo stato di applicazione della legge n. 194, che non evidenzia e seleziona le criticità. Lei passerà alla storia per le relazioni in cui ci sono affermazioni incredibili, in cui si dice che il numero dei non obiettori risulta congruo.
  Affermazioni inammissibili di fronte a tassi elevatissimi di obiezione di coscienza tra il personale sanitario, e sono stati citati, il 70 per cento dei ginecologi, non li voglio citare per non perdere tempo, perché sono dati conosciuti. Tassi che, in alcune aree del Paese, che lei ha detto che sono piccole, la Basilicata, il Molise, dove si arriva al 92 per cento, oppure meno piccole, la Sicilia, la Campania, dove si arriva quasi all'89 per cento, sono dati impressionanti. Sono congrui ? Percentuali che sono già indecenti di per sé, ma che nascondono realtà gravi. Io ho saputo qui da lei che nella legge n. 194 non c’è scritto l'obbligo, quello che invece io leggo, che ogni struttura pubblica e convenzionata deve espletare, l'applicazione e servizi della legge n. 194, perché la realtà grave che si nasconde dietro le percentuali che mettono delle medie è che ci sono obiezioni di struttura, cioè strutture che non garantiscono questo servizio. Il 30-35 per cento lei lo minimizza, dice «abbiamo il 35 per cento». Si rende conto che cosa vuol dire che il 35 per cento delle strutture che la legge obbliga a dover garantire l'espletamento del servizio non lo fa ? Questa è un'illegalità !
  Ora ho capito perché lei in queste strutture non manda gli ispettori a ripristinare la legalità, perché non ha letto la legge e dice che non c’è l'obbligo delle strutture. Io credo che si debba partire da qui, è inaccettabile, non si può continuare in questa situazione, l'obiezione di struttura va cancellata e si deve affrontare la problematicità di questi temi. Per esempio, lei ha continuato a ignorare il fenomeno dell'aborto clandestino, non ne parla, siamo fermi alle rilevazioni del 2005; nulla si dice delle nuove modalità dell'aborto fai da te, però nel decreto sulle depenalizzazioni la donna che abortisce fuori delle procedure viene penalizzata dai 5 ai 10 mila euro. Questo è il modo per affrontare la lotta all'aborto clandestino del Governo Renzi ? A quattro anni di distanza dall'introduzione in Italia della RU486, siamo al 9,7 per cento di uso di questa metodica. Le donne italiane non possono scegliere questa metodica come avviene nelle altre città e Paesi europei e io non ho sentito da lei un impegno per esempio a uniformare, a facilitare la possibilità della scelta di questa metodica in tutto il Paese, in day hospital e attraverso un percorso ambulatoriale.

  PRESIDENTE. Onorevole Nicchi, devo chiederle di concludere.

  MARISA NICCHI. Tutte misure, queste, concrete, che potrebbero affrontare problemi seri e che lei qui non ci ha detto. Pag. 130Voglio dirle questo: le donne non rinunceranno mai a decidere e a essere titolari della propria decisione e a nulla varranno gli ostacoli che vengono frapposti alla loro vita riproduttiva, perché la voglia e il desiderio di libertà è più forte dei vostri ostacoli (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà. Prego i colleghi di attenersi, anche per una questione di rispetto di chi c’è dopo di loro, ai tempi stabiliti dal Regolamento per questi interventi, cioè cinque minuti. Prego.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi che siete rimasti in Aula fino a quest'ora, il bello delle questioni complesse è che ci offrono diverse chiavi di lettura. Prima la collega Nicchi rimproverava il Ministro Lorenzin di non aver letto attentamente la legge n. 194, una legge che quelli della mia generazione, per averla vissuta in tutta la sua gestazione, poi applicazione e poi attraverso i referendum che l'hanno seguita, conoscono pressoché a memoria, anche perché, essendo una legge simbolo, una legge totem, è una legge che non è mai stata toccata, è come se su quella legge vigesse il principio della perfezione raggiunta per cui non esiste necessità di tagliando, non esiste necessità di adattamento a un contesto, soprattutto in termini di salute e di salute riproduttiva, nell'ambito di questi 35 anni, andiamo quasi per i quarant'anni e probabilmente al termine di questa legislatura avremo fatto 40 anni della legge n. 194. Bene, dicevo che i due criteri guida di questa legge vi sono da un lato quella straordinaria dizione della legge, legge per la tutela sociale della maternità, non a caso si parla a livello europeo di diritti sociali; l'altro è il fatto che comunque l'aborto viene considerato sì nella disponibilità della donna, ma viene considerato contestualmente – e la legge ne offre molteplici chiavi di lettura – come una situazione che bisogna fare di tutto per evitare. Per questo è interessante tutto quello che riguarda l'ascolto, è interessante la riflessione sulle cause dell'aborto, è interessante la relazione di accompagnamento con cui le donne che desiderano abortire possono cercare e trovare, nel contesto in cui si trovano, gli aiuti necessari; aiuti che qualche volta sono sul piano economico, sul piano organizzativo, sul piano della tutela, della tutela per esempio del posto di lavoro; occorre aiutare a conoscere i propri diritti anche in questo senso.
  Qualche volta sono invece aiuti che vanno sul piano culturale; occorre cercare di capire come si può prevenire una gravidanza e non necessariamente comunque arrivare al momento dell'aborto, tant’è vero che noi sappiamo che abbiamo avuto all'inizio dell'approvazione della legge, i primi cinque anni, un forte incremento degli aborti legato quasi sicuramente all'emergenza clandestinità; negli ultimi anni abbiamo avuto un incremento legato proprio alle donne immigrate, perché queste semplicemente non sapevano come fare ricorso, dove fare ricorso e a chi rivolgersi nel momento di voler interrompere una gravidanza. Oggi come oggi anche le donne immigrate conoscono perfettamente tutte le metodologie per cui è possibile prevenire una gravidanza e, quindi, abortiscono meno semplicemente perché restano meno in gravidanza. Questo lo dico perché la riduzione del numero degli aborti non può essere assunta come un indice della debolezza dell'applicazione della legge, ma deve diventare piuttosto uno di quei criteri di qualità che dicono che lo spirito della legge in qualche modo si fa cultura e, proprio perché si fa cultura, permette di evitare i danni che ogni aborto comunque comporta. Io sono molto grata al Ministro Lorenzin per la ricchezza e l'abbondanza dei dati che ci ha presentato, che ovviamente mi guardo bene dal pensare di aver trattenuto e ritenuto, ma immagino che sarà oggetto della comunicazione scritta a cui tutti noi avremo accesso e quindi come tale ci permetterà di ragionare e ci permetterà di riflettere su questi numeri. Tale abbondanza di dati mi ha colpito nel Pag. 131momento in cui faceva riferimento a quel numero complessivo di aborti, intorno ai 100 mila, e a quel numero complessivo di riduzione di medici obiettori di coscienza sul territorio, che oscillava intorno al numero di 100. Non credo di aver già esaurito il tempo, Presidente.

  PRESIDENTE. Onorevole Binetti, le mancano venti secondi, io la preavviso perché di qui a venti secondi io comincerò a scampanellare in maniera più vigorosa, fino a toglierle la parola se lei dovesse insistere ad oltranza, ma non credo che sarà il caso. Prego.

  PAOLA BINETTI. No, non si preoccupi. Voglio dirle però che la riduzione del numero dei medici obiettori di coscienza, a mio avviso, va anche letta in base semplicemente al criterio del blocco del turnover. Magari avessimo tutti i medici di cui abbiamo bisogno in tutte le aree e in tutte le strutture del sistema sanitario. Noi assistiamo ogni giorno a dover prendere atto che il numero dei medici si riduce semplicemente perché le regioni sono in piano di rientro e questo blocca il turnover. Mi fermo, però non senza aver ringraziato il Ministro per l'abbondanza dei dati e per la profonda convinzione del fatto che la riduzione del numero degli aborti segna un segno di maturità culturale e di educazione alla salute nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Signor Presidente, signor Ministro, avendo avuto occasione di praticare per un po’ di anni la gestione di aziende sanitarie, sono poco portato a credere alle leggende metropolitane, ma nonostante questo, qualche leggenda metropolitana in testa ce l'avevo pure io e devo dire che ero personalmente legato all'ipotesi che lo scarso numero di medici non obiezionisti e quindi di medici che svolgevano pienamente la loro funzione nel rispetto delle indicazioni che gli venivano dal Governo li costringesse ad occuparsi di quello di cui non si volevano occupare i medici obiettori e che ci fosse quindi una disparità di trattamento fra loro e gli altri nelle possibilità anche di approfondire la propria competenza professionale, occupandosi di tutte le attività connesse. Ebbene, lei oggi ci ha detto che il carico di lavoro per interruzione volontaria di gravidanza a carico dei medici non obiettori assommerebbe in media a 1,6 interventi alla settimana. Io credo che da questo dato si dovrebbe ritenere che di tempo per occuparsi di tutte le altre branche delle attività connesse alla ginecologia e ostetricia gliene rimanga anche agli obiettori nel nostro Paese, sembrerebbe così.
  E allora siccome io non ho ragione di dubitare che questo dato sia veritiero, perché non potrei dubitare che il dato è veritiero, qui faccio ammenda e vedrò di rimuovere dalla mia memoria quella leggenda, ripeto, alla quale ero particolarmente affezionato. Ho sentito interventi precedenti di colleghi che invece non hanno tenuto conto per nulla dei dati che lei ci ha riferito oggi e credo che questo sia un gravissimo errore, un atteggiamento sbagliato. Noi non possiamo anteporre le nostre convinzioni ideologiche, tutte legittime, all'evidenza di dati che ci dimostrano il contrario. Fra i dati che lei ha citato oggi ne ho raccolto uno molto positivo, se non l'ho compreso male. Lei ci ha detto che il numero di interruzioni volontarie di gravidanza nel nostro Paese è ben inferiore alla media europea. Questo significa che comunque è passato nel Paese il concetto di paternità e maternità responsabile; che le coppie sanno valutare quando è il momento di procreare; che le persone che si trovano a non poter gestire una situazione che per loro è troppo onerosa stanno fortunatamente diminuendo. Questo mi sembra un dato altamente positivo. E se ancora emerge, dai dati che ha fornito anche lei, qualche disparità di efficienza e anche di efficacia nel servizio in alcune situazioni – non oso neanche dire in alcune regioni –, in alcune realtà periferiche locali rispetto alla media del Paese, questo è, ahimè, un dato sul Pag. 132quale chi si occupa di sanità torna ogni qual volta si parli di qualsiasi prestazione sanitaria. Purtroppo, la sanità in Italia è ancora a macchia di leopardo. Una maggiore pressione del Governo sulle regioni affinché queste differenze vengano superate è un suo preciso dovere, ma a me pare che negli ultimi tempi il Governo stia particolarmente insistendo con le regioni per cercare di ottenere un miglioramento dei servizi tale da soddisfare totalmente le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale riconosce agli utenti e fra queste anche quelle previste dalla legge n. 194 del 1978, sulla quale mi pare i dati siano oggettivamente incoraggianti.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Monchiero, anche per la sintesi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente. Io credo che questa sia anche l'occasione per ribadire quella che dovrebbe essere l'attenzione del Governo nei confronti anche della realtà culturale del Paese che, invece, siamo sicuri si muova alla difesa di chi ricorre all'obiezione di coscienza. E in particolare noi sentiamo il dovere di riportare in quest'Aula l'attenzione, anche del Governo, alle posizioni espresse dall'Associazione dei medici cattolici italiani e dalla Federazione europea delle associazioni mediche cattoliche che hanno definito, giustamente secondo noi, sconcertanti le dichiarazioni del Consiglio d'Europa in merito al ricorso all'obiezione di coscienza. E ci ricordano che comunque questo è un diritto sancito dalla stessa legge che disciplina l'aborto in Italia. E ci dicono che «ogni azione politicamente trasversale espressa contro il diritto all'obiezione di coscienza dei medici e del personale sanitario è assolutamente intollerabile». E noi condividiamo in pieno queste parole. Come pure è intollerabile fare della democrazia demagogia. Così, secondo, come dicevo, i rappresentanti dei medici cattolici, purtroppo si creano conflitti generalizzati che comportano ricadute sulla vita di tutti. L'obiezione di coscienza è un diritto fondamentale della persona e in quanto tale per noi va rispettato e non è legato soltanto a convinzioni religiose o etiche, ma si esercita anche soprattutto in riferimento a convincimenti profondamente laici di tutela del diritto alla vita di ogni essere umano sin dal concepimento. Questo Governo noi riteniamo debba manifestare il coraggio di rivendicare in modo chiaro la propria sovranità in merito a decisioni che non devono e non possono essere condizionate da questa Europa, magari facendo riferimento alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che riconosce, all'articolo 3, il diritto alla vita, sancendo che ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona. A livello comunitario, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, all'articolo 2, afferma, inoltre, il diritto alla vita di ogni persona, che è protetto dalla legge. La Convenzione sui diritti dell'uomo e sulla biomedicina, sottoscritta ad Oviedo nel 1997, delinea una sorta di Costituzione europea in materia di diritto a nascere e non riconosce valore personale assoluto al diritto di interruzione alla gravidanza.
  Ecco, ci sono diversi atti con i quali si riconosce il diritto all'obiezione di coscienza e, quindi, il diritto alla vita di ogni essere umano sin, come dicevo prima, dal suo concepimento. Tra l'altro, questa informativa ci obbliga anche a riflettere sui dati perché, riferendosi alle difficoltà che le donne troverebbero nell'accedere alla pratica dell'aborto, beh, non possiamo sottrarci dal riflettere anche intorno ad alcuni dati che ci sono stati riportati recentemente anche dall'ISTAT, ossia quelli riferiti al calo demografico italiano. Da quando è entrata in vigore questa legge, dal 1978, vale la pena ricordare che il ricorso all'aborto – e non è una posizione ideologica la nostra – spesso è stato utilizzato, forse perché non ben informate le persone che vi hanno ricorso, anche quale metodo anticoncezionale che ha portato a registrare dei dati e dei numeri che, nonostante il calo al quale faceva riferimento il Ministro rispetto al ricorso all'interruzione della gravidanza negli ultimi tre o Pag. 133quattro anni, non possiamo dire non rappresentino un dato allarmante e che abbiano privato della vita milioni di esseri umani. Noi riteniamo appunto che ragionare intorno all'accesso alla pratica dell'aborto voglia dire anche ragionare intorno all'allarme lanciato dai demografi che denunciano il calo demografico in Europa.
  Quindi, alla luce di questo, noi chiediamo che il Governo prenda una posizione decisa e che la prenda attraverso anche il Ministro, del quale conosciamo anche il percorso culturale. E siamo convinti che su questo tema vi sia e si possa raccogliere la sensibilità del Ministro affinché non ceda magari ad imposizioni da parte di organi dell'Unione europea rispetto a quella che dovrebbe essere invece la difesa della sovranità nazionale in un ambito così delicato qual è quello anche di avere e fare una programmazione per lo sviluppo demografico della comunità. Ci riferiamo al Governo, ma in particolare ci riferiamo al Ministro che oggi è in Aula per l'informativa, per la sua sensibilità che riconosciamo in questa materia, affinché vi sia la possibilità di pianificazione di un riscatto dal punto di vista demografico. Credo che sia e debba essere un dovere anche di questo Ministro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Ministro Lorenzin, la ringrazio per i dati che ancora una volta ci ha fornito. Tempi di attesa, vicinanza tra la residenza e la sede di intervento, carico di lavoro per i medici non obiettori: sono tutti assolutamente in una condizione che non dovrebbe destare nessun allarme nemmeno nel più incallito degli abortisti che non voglia semplicemente fare dell'ideologia. Numero di punti in cui si interrompe la gravidanza rispetto ai punti nascita: sono addirittura proporzionalmente in eccesso. Allora, qual è il punto ? Si vuole forse che possa essere effettuata l'interruzione di gravidanza sotto casa ? Ma ora questo non si fa più nemmeno per l'appendicite. Le strutture sanitarie cercano di concentrare gli interventi in alcune sedi anche per motivi di qualificazione dell'intervento stesso. L'unica cosa su cui mi sento per così dire di riprenderla è la sua sorpresa. Lei si è chiesta perché questa pressione. Beh, signor Ministro, questa è una pressione che è in atto purtroppo da tanto tempo; è in atto in maniera concentrica nonostante lo stesso Consiglio d'Europa – voglio ricordarlo qui – il 7 ottobre 2010, bocciando e mettendo invece una mozione alternativa rispetto alla proposta della laburista McCafferty, ha voluto ribadire il pieno diritto all'obiezione di coscienza.
  Di fatto c’è un accerchiamento, un accerchiamento mediatico, giornalistico, culturale, parlamentare, eccetera. E allora vale la pena rimettere in fila alcune cose, come tra le righe lei ha fatto, peraltro. Primo: l'aborto in questo Paese, checché ne dica l'onorevole Campana, non è un diritto individuale, ma è un intervento consentito per motivi di salute nei limiti previsti dalla legge in deroga al fondamentale diritto alla vita, che è considerato affievolito ma non negato. Secondo: in questo Paese vi è una tutela del concepito e lo ribadisce la stessa legge sui consultori familiari. Terzo: l'obiezione di coscienza è riconosciuta e non solo per quanto riguarda l'interruzione volontaria di gravidanza come un diritto costituzionale, un diritto che – ripeto – lo stesso Consiglio d'Europa peraltro riconosce in maniera solenne.
  E allora, dicevo, dove sta la cosa ? La cosa sta che si vuole mettere fuori gioco la resistenza culturale rispetto al primato della vita umana. E come lo si vuole fare ? Lo sappiamo fin dall'inizio di questa legislatura. Lei ricorderà, come me, la mozione dell'onorevole Migliore, a suo tempo, la quale prevedeva, voglio ricordarlo, concorsi riservati per i non obiettori, apicalità riservate per i non obiettori, mobilità obbligatoria per gli obiettori. Addirittura giorni addietro ho sentito qualcuno proporre il fatto che non dovrebbe esserci nemmeno accesso – l'ho sentito in Commissione giustizia – alla specializzazione in ginecologia per chi non sia, appunto, un Pag. 134non obiettore, perché si rifiuterebbe di fare qualcosa che è previsto in qualche modo dal servizio, come il militare se si rifiutasse oggi che è di carriera. Ma ci si dimentica che il medico sceglie di fare il medico per tutt'altri motivi e nel suo servizio c’è ben altro che non l'interruzione di gravidanza.
  Allora, l'invito che sommessamente faccio è piuttosto quello di chiederci, di cominciare a chiederci perché a quasi quarant'anni dalla legge sull'interruzione della gravidanza la maggioranza dei medici si rifiuta di fare aborti. Evidentemente, perché riconoscono il valore sacro della vita umana. Poi, dobbiamo chiederci cosa facciamo per la prevenzione. Noi non sappiamo ancora oggi cosa viene fatto nei consultori per prevenire l'aborto e abbiamo 100 mila bambini all'anno che nascono in questo Paese, che è in inverno demografico. E le suggerisco – e concludo – forse una possibile strada: noi potremmo cominciare a verificare se i non obiettori potessero uscire dai consultori ed andare a lavorare eventualmente lì dove si fanno le interruzioni di gravidanza, assicurare anche lì la certificazione e lasciare agli obiettori di coscienza il posto dentro i consultori familiari, affinché svolgano effettivamente l'opera di prevenzione che la legge n. 194 vorrebbe.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Civati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE CIVATI. Signor Presidente, signora Ministra, io non voglio assolutamente fare polemica su un tema così delicato ed enorme, anche se mi verrebbe voglia, ascoltando alcune tesi revisionistiche che ho ascoltato qualche minuto fa. Devo dire che la sua lettura dei dati è per certi versi molto singolare ed è quanto meno parziale, perché vede realtà solo da un punto di vista. La collega Locatelli nei pochi minuti che abbiamo a disposizione dopo le parlerà di una certa media e di un poeta italiano che la descrisse. Però, ci pare che le situazioni di maggiore criticità non abbiano l'attenzione che forse si richiederebbe in un ambito così importante. Non si possono liquidare alcune realtà territoriali, non si può stabilire, come dire, un'equiparazione, come se questa vi fosse nel territorio nazionale.
  Se lei è convinta che ci sia questo equilibrio, io sono davvero molto sorpreso. Le consiglio di leggere le proposte che sono state avanzate in questo Parlamento, anche in questa legislatura, rispetto a un maggiore equilibrio, appunto, tra chi questo servizio intende fornire e chi obietta. Ne ho presentata una anch'io, a prima firma Beatrice Brignone. Ci sono molte colleghe e molti colleghi che sono attenti su questo punto. Forse la riflessione dovrebbe spingersi più in là, con un ruolo del Governo che non sia soltanto rispettoso dell'autonomia delle regioni, che curiosamente altre volte viene messa in discussione, ma che sia anche proattivo, capace di cambiare i valori in gioco e riportare l'Italia a dimensioni, a standard e a medie, visto che ci piacciono le medie, che siano davvero da Paese civile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Entro subito in tema saltando tutte le premesse. Ci sono tre argomenti: servizio sul territorio. La sua relazione, signora Ministra, quella dell'ottobre scorso, presenta numeri e soprattutto medie con un approccio che è direi un poco forse involontariamente manipolatorio, nel senso che pare evidente l'intenzione di far vedere che il servizio tutto sommato va bene e che le medie sono accettabili. Sappiamo bene che i dati sono raccolti dalle regioni, ma lei ha istituito un tavolo permanente di monitoraggio con le regioni di cui le diamo atto e, quindi, non può non vedere che queste statistiche affrontano e a volte raffrontano dati non confrontabili e, comunque, dati che non bastano a fotografare la situazione (basti pensare agli «aborti fai da te»). Io, ad esempio, vorrei sapere quanti sono i medici non obiettori che operano nelle strutture dove si effettuano le IVG e solo in quelle.Pag. 135
  Ma, al di là di come sono rilevati o lavorati i dati, io mi permetto di dirle che l'uso dei valori medi, nel caso di IVG, non ha molto senso se ci occupiamo e ci preoccupiamo della distribuzione del servizio sul territorio. Immagino che lei ricordi la poesia di Trilussa La Statistica: a tutti statisticamente tocca un pollo all'anno, ma la realtà è che spesso una persona mangia due polli e l'altra resta a bocca asciutta. Ecco, io penso alle donne che restano a bocca asciutta, a quelle che magari alla fine ce la fanno ad interrompere la gravidanza, ma dopo un percorso umiliante e degradante.
  Secondo punto: l'applicazione dei migliori standard di cura. Bisogna smettere di trattare la IVG come la Cenerentola della ginecologia. C’è il dovere di dare indicazioni per i migliori standard di cura, ad esempio come l'uso del metodo farmacologico dell'IVG, che è utilizzato solo nel 12 per cento dei casi. È opportuno che venga dato l'indirizzo alle regioni affinché applichino anche questo metodo previsto dei migliori standard di cura. Risolverebbe in parte il problema dell'obiezione e anche degli abortì fai da te.
  Ultimissimo punto: l'appropriatezza che a lei sta a cuore, e mi riferisco ai tre giorni di ricovero previsti anche per i casi di IVG con metodo farmacologico. È una prescrizione che andrebbe rivista – in molte realtà è previsto il day hospital – consentendo un risparmio di fondi che potrebbero essere utilizzati per la riapertura dei consultori, utili anche per una maggiore diffusione della contraccezione, che è la più efficace azione di prevenzione dell'aborto, perché è questo che a noi sta a cuore.
  Infine, un'ultima raccomandazione: cancelli l'inasprimento delle multe per chi abortisce fuori dalle strutture autorizzate, perché è una norma sbagliata ed è una norma direi crudele.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.

  EUGENIA ROCCELLA. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare davvero il Ministro per questa relazione tanto approfondita e dettagliata che, invece, ho persino sentito definire fumosa. Se questa è fumosa non so che cosa voglia dire l'aggettivo. Ho l'impressione a volte che chi parla di tribolazioni delle donne – ho sentito anche qui questo termine – in realtà non ha un vero interesse verso i problemi, i dubbi e le drammatiche incertezze delle donne che affrontano le interruzioni volontarie di gravidanza. Temo che a volte a chi ne parla importi solo lo scontro ideologico e la possibilità di scagliarsi contro l'obiezione di coscienza contro l'evidenza dei numeri, anzi sfidando l'evidenza dei numeri, per sostenere che l'obiezione di coscienza impedisce l'accesso all'IVG.
  Lei ha sottolineato come i dati siano raccolti dalle regioni, in maggioranza, fra l'altro, di sinistra. Non credo che si voglia davvero accusare le regioni, l'Istat e l'Istituto superiore di sanità di manipolare, falsificare o non saper raccogliere i dati. Il carico di lavoro per i non obiettori è minimo: 1,7 aborti a settimana e il tempo di attesa medio e basso. La verità è che il sistema organizzativo italiano dell'interruzione di gravidanza è migliore di altri Paesi, perché limita l'aborto alle strutture pubbliche e, quindi, impedisce che questo ambito sia affidato ai privati, che ci guadagnano e che non hanno interesse alla prevenzione. Questo è invece l'interesse dell'IPPF, la International Planned Parenthood, cioè aprire ai privati, che ha attivato l'intervento europeo contro l'Italia. Quindi, c’è un interesse preciso, un interesse economico dell'IPPF. Non credo che sia questo che vogliamo.
  Dovremmo invece interessarci all'applicazione della prima parte della legge, perché è lì che ancora mancano iniziative nel momento della decisione delle donne, perché e lì che chi vorrebbe essere madre deve poterlo essere e non è giusto che si veda offrire soltanto l'aborto, ma dovrebbe potersi vedere offrire – e non a macchia di leopardo ma davvero in questo caso in tutte le strutture – il sostegno dello Stato e il sostegno della comunità.

Pag. 136

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 20,05).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata stabilita la seguente rimodulazione dei lavori della prossima settimana:

  Lunedì 9 maggio (pomeridiana, dalle ore 15,30, con eventuale prosecuzione notturna)
   Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3634 – Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze (approvata dal Senato).

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Saltamartini n. 1-1111 sul contrasto dei fenomeni di violenza contro le donne;
   De Girolamo n. 1-1205 sul contrasto del fenomeno del bullismo.

  Martedì 10 (ore 12 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 11 e giovedì 12 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 13 maggio) (con votazioni).

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 3634 – Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze (approvata dal Senato);
   disegno di legge n. 2039 e abbinate – Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato.

  Esame della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Francesco Barbato, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 16).

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Lorefice ed altri n. 1-00698, D'Incecco ed altri n. 1-01229, Binetti ed altri n. 1-01235, Rondini ed altri n. 1-01237, Palese ed altri n. 1-01238, Nicchi ed altri n. 1-01239, Vargiu ed altri n. 1-01240 e Milanato ed altri n. 1-01243 concernenti iniziative finalizzate al riconoscimento dell'endometriosi come malattia invalidante e al potenziamento delle prestazioni sanitarie e delle misure di sostegno economico e sociale per le donne affette da tale patologia;
   Baradello ed altri n. 1-01188, Polverini e Occhiuto n. 1-01236, Tripiedi ed altri n. 1-01241, Simonetti ed altri n. 1-01242, Pizzolante e Bosco n. 1-01244, Miccoli ed altri n. 1-01245, Baldassarre ed altri n. 1-01246 e Rizzetto ed altri n. 1-01247 concernenti iniziative per valorizzare i cosiddetti lavoratori maturi nel quadro del prolungamento della vita lavorativa.

  Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:
   n. 3285 – Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Regno hashemita di Giordania in materia di lotta alla criminalità, fatto ad Amman il 27 giugno 2011;
   n. 3301 – Accordo quadro di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Mongolia, dall'altra, fatto a Ulan-Bator il 30 aprile 2013 (approvato dal Senato);
   n. 3511 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Armenia sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Yerevan il 6 marzo 2009;
   n. 3530 – Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo Pag. 137della Repubblica di Panama per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Roma e a Città di Panama il 30 dicembre 2010.

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Saltamartini n. 1-1111 sul contrasto dei fenomeni di violenza contro le donne;
   De Girolamo n. 1-1205 sul contrasto del fenomeno del bullismo.

  È stato altresì stabilito che l'esame del disegno di legge S. 2299 – Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 maggio 2016), già previsto in calendario da lunedì 16 maggio, alla luce della nuova organizzazione dei lavori del Senato, avrà luogo a partire da lunedì 23 maggio.

  L'organizzazione dei tempi per la discussione della proposta di legge n. 3634 in materia di unioni civili sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,07).

  LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Ciò che sta accadendo nel settore dei call center desta particolare preoccupazione. A fronte di un'occupazione complessiva di 80.000 persone, c’è il rischio di avere 8.000 esuberi da oggi fino a fine anno: Almaviva, Gepin, Uptime hanno già avviato le procedure di licenziamento. Per eliminare le cause di tale situazione, chiediamo al Governo alcuni interventi. Il primo è far rispettare l'articolo 24-bis della legge n. 83 del 2012, a cominciare dall'obbligo per l'operatore di comunicare in apertura di telefonata da quale Stato parta la conversazione, consentendo in ogni caso il cittadino il diritto di farsi gestire la chiamata da un operatore collocato sul territorio nazionale, come previsto dalla legge, anche per salvaguardare la privacy. Due: applicare la clausola di salvaguardia occupazionale per le aziende che vincono gli appalti. Il Governo pensiamo che debba intervenire nei confronti delle aziende pubbliche quotate in borsa, per evitare forme di massimo ribasso mascherato – come accade spesso –, in modo da provocare disoccupazione e un peggioramento dei servizi. Tre: considerare i call-center che occupano migliaia di lavoratori, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, alla stregua delle grandi industrie.
  Noi pensiamo che bisogna estendere al settore la cassa integrazione straordinaria, come previsto nel comparto industria, nei settori della logistica e della grande distribuzione. Lavorare per un unico contratto di settore è l'ultima proposta che avanziamo per cancellare i contratti pirata, per migliorare le strategie di sviluppo, per consolidare il settore e per permettere l'avvio di investimenti in innovazione e ricerca.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 9 maggio 2016, alle 15,30:

  1. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
   S. 2081 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: CIRINNÀ ed altri: Regolamentazione Pag. 138delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze (Approvata dal Senato) (C. 3634).
  — Relatrice: Campana.

  2. – Discussione sulle linee generali della mozione Saltamartini ed altri n. 1-01111 concernente iniziative, anche in ambito internazionale, finalizzate al contrasto dei fenomeni di violenza contro le donne, alla luce delle aggressioni occorse a Colonia e in altre città europee nella notte del 31 dicembre 2015.

  3. – Discussione sulle linee generali della mozione De Girolamo ed altri n. 1-01205 concernente iniziative per prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo.

  La seduta termina alle 20,10.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 2 maggio 2016:
   a pagina 1, prima colonna, ultima riga, il nome «Rossomando» si intende soppresso.

Pag. 139

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLE MOZIONI N. 1-01195, N. 1-01187 ED ABB. E DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3634

Mozioni n. 1-01195, n. 1-01187 e abb. – Contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale - 15 minuti
 Misto: 23 minuti
  Conservatori e Riformisti 5 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 2 minuti
  FARE! – PRI 2 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 18 aprile 2016.

Pag. 140

Pdl n. 3634 – Unioni civili

Tempo complessivo: 33 ore, di cui:
• discussione generale: 10 ore;
• seguito dell'esame: 23 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 30 minuti 30 minuti
Governo 30 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 20 minuti 20 minuti
Tempi tecnici 3 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 36 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 3 ore e 28 minuti (con il limite massimo di 27 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 4 minuti 15 ore e 12 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 31 minuti 4 ore e 26 minuti
 MoVimento 5 Stelle 48 minuti 1 ora e 52 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
41 minuti 1 ora e 25 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia e Libertà
36 minuti 1 ora e 10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 36 minuti 1 ora e 9 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 34 minuti 1 ora e 1 minuto
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 33 minuti 59 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
33 minuti 56 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
32 minuti 54 minuti
 Misto: 40 minuti 1 ora e 20 minuti
  Conservatori e Riformisti 9 minuti 18 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 8 minuti 16 minuti
  Alleanza Liberalpopolare
  Autonomie ALA – MAIE –
  Movimento Associativo Italiani
  all'Estero
7 minuti 14 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti 10 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti 8 minuti
  USEI - IDEA (Unione
  Sudamericana Emigrati Italiani)
4 minuti 8 minuti
  FARE! – Pri 3 minuti 6 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2039-A e abb. - em. 5.1, 5.2 194 194 98 1 193 104 Resp.
2 Nom. em. 5.6, 7, 8, 9, 35 351 351 176 131 220 100 Resp.
3 Nom. em. 5.10 356 345 11 173 94 251 100 Resp.
4 Nom. em. 5.12 362 358 4 180 92 266 100 Resp.
5 Nom. em. 5.13 367 352 15 177 96 256 100 Resp.
6 Nom. em. 5.14 370 369 1 185 90 279 100 Resp.
7 Nom. em. 5.50 374 372 2 187 355 17 99 Appr.
8 Nom. em. 5.17, 5.18 389 387 2 194 94 293 96 Resp.
9 Nom. em. 5.19 392 390 2 196 94 296 96 Resp.
10 Nom. em. 5.20 408 408 205 113 295 96 Resp.
11 Nom. em. 5.21 394 394 198 95 299 96 Resp.
12 Nom. em. 5.22 404 391 13 196 120 271 96 Resp.
13 Nom. em. 5.23 405 390 15 196 100 290 96 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 5.24 394 373 21 187 110 263 96 Resp.
15 Nom. em. 5.25 403 375 28 188 121 254 95 Resp.
16 Nom. em. 5.40 400 371 29 186 33 338 95 Resp.
17 Nom. em. 5.26 399 376 23 189 29 347 95 Resp.
18 Nom. em. 5.33 407 374 33 188 38 336 95 Resp.
19 Nom. articolo 5 409 401 8 201 251 150 94 Appr.
20 Nom. em. 6.1, 6.2 395 394 1 198 94 300 94 Resp.
21 Nom. em. 6.44 407 404 3 203 245 159 94 Appr.
22 Nom. em. 6.9 410 408 2 205 97 311 94 Resp.
23 Nom. em. 6.12 414 411 3 206 94 317 94 Resp.
24 Nom. em. 6.13 414 412 2 207 95 317 94 Resp.
25 Nom. em. 6.15 405 402 3 202 94 308 94 Resp.
26 Nom. em. 6.300 408 408 205 377 31 94 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6.18 411 393 18 197 36 357 94 Resp.
28 Nom. em. 6.19 413 318 95 160 25 293 94 Resp.
29 Nom. em. 6.20 413 406 7 204 124 282 93 Resp.
30 Nom. em. 6.22 409 404 5 203 99 305 93 Resp.
31 Nom. em. 6.24 403 399 4 200 121 278 93 Resp.
32 Nom. em. 6.25 418 414 4 208 130 284 92 Resp.
33 Nom. em. 6.26 415 411 4 206 102 309 92 Resp.
34 Nom. em. 6.27 418 414 4 208 102 312 92 Resp.
35 Nom. em. 6.29 420 413 7 207 100 313 92 Resp.
36 Nom. em. 6.301 417 413 4 207 338 75 92 Appr.
37 Nom. em. 6.30 402 401 1 201 52 349 92 Resp.
38 Nom. em. 6.31 405 389 16 195 41 348 92 Resp.
39 Nom. em. 6.34 411 394 17 198 42 352 92 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. subem. 0.6.302.1 413 398 15 200 113 285 92 Resp.
41 Nom. em. 6.302 407 395 12 198 377 18 92 Appr.
42 Nom. em. 6.40 417 413 4 207 111 302 91 Resp.
43 Nom. articolo 6 418 413 5 207 246 167 91 Appr.
44 Nom. em. 7.2 390 386 4 194 101 285 91 Resp.
45 Nom. em. 7.4 395 392 3 197 98 294 91 Resp.
46 Nom. em. 7.7 403 313 90 157 45 268 91 Resp.
47 Nom. em. 7.8 409 405 4 203 120 285 91 Resp.
48 Nom. em. 7.9 409 406 3 204 105 301 91 Resp.
49 Nom. em. 7.10 406 403 3 202 113 290 91 Resp.
50 Nom. articolo 7 413 411 2 206 350 61 91 Appr.
51 Nom. em. 8.2 399 398 1 200 25 373 91 Resp.
52 Nom. em. 8.300 391 387 4 194 359 28 91 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 8.3 404 403 1 202 38 365 91 Resp.
54 Nom. em. 8.5 406 404 2 203 105 299 91 Resp.
55 Nom. em. 8.6 406 396 10 199 129 267 91 Resp.
56 Nom. em. 8.7 401 398 3 200 128 270 91 Resp.
57 Nom. subem. 0.8.8.1 415 406 9 204 400 6 91 Appr.
58 Nom. em. 8.8 409 388 21 195 387 1 91 Appr.
59 Nom. em. 8.27 409 407 2 204 131 276 91 Resp.
60 Nom. em. 8.28, 8.29 416 413 3 207 157 256 90 Resp.
61 Nom. em. 8.9 415 414 1 208 405 9 90 Appr.
62 Nom. em. 8.12 419 402 17 202 53 349 90 Resp.
63 Nom. em. 8.13 423 419 4 210 113 306 90 Resp.
64 Nom. em. 8.14 421 418 3 210 111 307 90 Resp.
65 Nom. articolo 8 421 315 106 158 262 53 90 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 9 422 416 6 209 363 53 90 Appr.
67 Nom. em. 10.2 397 393 4 197 41 352 90 Resp.
68 Nom. em. 10.3 400 294 106 148 44 250 90 Resp.
69 Nom. em. 10.4 406 402 4 202 324 78 90 Appr.
70 Nom. em. 10.5 401 397 4 199 135 262 90 Resp.
71 Nom. em. 10.6 398 394 4 198 124 270 90 Resp.
72 Nom. em. 10.300 401 398 3 200 395 3 90 Appr.
73 Nom. em. 10.7 404 398 6 200 50 348 90 Resp.
74 Nom. em. 10.8 401 398 3 200 52 346 90 Resp.
75 Nom. em. 10.9 393 391 2 196 134 257 90 Resp.
76 Nom. articolo 10 385 383 2 192 329 54 90 Appr.
77 Nom. articolo agg. 10.01 382 379 3 190 102 277 90 Resp.
78 Nom. articolo agg. 10.03, 10.05 359 342 17 172 88 254 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo agg. 10.04 370 368 2 185 98 270 90 Resp.
80 Nom. inserimento punto all'odg 348 290 58 216 290 97 Appr.
81 Nom. Moz. Lupi e a. 1-1195 n.f. I p. 358 341 17 171 279 62 87 Appr.
82 Nom. Moz. Lupi e a. 1-1195 n.f. II p. 361 143 218 72 80 63 87 Appr.
83 Nom. Moz. Carfagna e a. 1-1187 I p. 369 346 23 174 306 40 87 Appr.
84 Nom. Moz. Carfagna e a. 1-1187 II p. 363 282 81 142 71 211 87 Resp.
85 Nom. Moz. Carfagna e a. 1-1187 III p. 375 161 214 81 71 90 87 Resp.
86 Nom. Moz. Roccella e a. 1-1218 366 278 88 140 56 222 87 Resp.
87 Nom. Moz. Spadoni e a. 1-1223 I p. 365 303 62 152 268 35 87 Appr.
88 Nom. Moz. Spadoni e a. 1-1223 II p. 365 113 252 57 72 41 87 Appr.
89 Nom. Moz. Dellai e a. 1-1225 I p. 368 339 29 170 131 208 86 Resp.
90 Nom. Moz. Dellai e a. 1-1225 II p. 369 275 94 138 60 215 86 Resp.
91 Nom. Moz. Rondini e a. 1-1226 356 268 88 135 51 217 86 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. Moz. Vezzali e a. 1-1227 363 285 78 143 69 216 86 Resp.
93 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-1228 I p. 363 287 76 144 56 231 86 Resp.
94 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-1228 II p. 364 341 23 171 113 228 86 Resp.
95 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1230 I p. 355 343 12 172 65 278 86 Resp.
96 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1230 II p. 352 339 13 170 250 89 86 Appr.
97 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1230 III p. 355 343 12 172 267 76 86 Appr.
98 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1230 IV p. 355 280 75 141 205 75 86 Appr.
99 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1230 V p. 351 151 200 76 72 79 86 Resp.
100 Nom. Moz. Palese e a. 1-1233 355 276 79 139 55 221 87 Resp.
101 Nom. Moz. Rosato e a. 1-1248 I p. 356 333 23 167 282 51 86 Appr.
102 Nom. Moz. Rosato e a. 1-1248 II p. 358 346 12 174 320 26 86 Appr.
103 Nom. Moz. Rosato e a. 1-1248 III p. 357 337 20 169 322 15 86 Appr.
104 Nom. Moz. Rosato e a. 1-1248 IV p. 351 249 102 125 204 45 86 Appr.