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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 529 di mercoledì 25 novembre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Causin, Censore, Frusone, Nicoletti, Rossomando e Valentini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10,25.

  La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,25.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429-B – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera e nuovamente modificato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-B).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato in prima deliberazione dalla Camera e nuovamente modificato, in prima deliberazione, dal Senato: n. 2613-B: Disposizioni per il superamento del bicameralismo Pag. 2paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.
  Ricordo che nella seduta di ieri i relatori e il rappresentante del Governo hanno espresso il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-B)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e degli emendamenti ad esso presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-B).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gelmini 1.53.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Grazie, Presidente; non è solo un fatto di rispetto della procedura prevista dalla Costituzione stessa per la modifica della Carta, quindi, non è solo un atteggiamento di chi vuole confermare un percorso che il Parlamento ha iniziato, che ha visto, per quanto ci riguarda, le ultime modifiche al Senato come modifiche definitive di un testo che vogliamo sottoporre al giudizio degli italiani, ma c’è anche una valutazione di merito. Noi riteniamo che la suddivisione delle competenze, che questo emendamento va a modificare, sia arrivata a un punto di sintesi e di equilibrio che va mantenuto. Lo dico perché, anche nella discussione che ha preceduto l'esame degli emendamenti, che io ho ascoltato con attenzione – perché non l'ho trovata sempre strumentale o pregiudiziale – si è confermata la necessità che questo Parlamento, che questo ramo del Parlamento, oggi, ponga una valutazione, a nostra volta positiva, di questa modifica della Carta. Tale necessità l'ho trovata anche nelle parole, seppur critiche, di tanti colleghi, a partire dall'intervento dell'onorevole Toninelli, che è un collega che, oltre che stimare, ascolto con attenzione, il quale ha ribadito come non fosse vero che in questo Paese, da molto tempo, mancano le riforme, elencandone diverse; ha parlato del mercato del lavoro, delle pensioni, dei servizi pubblici, delle liberalizzazioni, ma non è riuscito, nemmeno Toninelli, che è un collega preparato e abile, a trovare un elemento di modifica del sistema istituzionale e costituzionale, perché è mancato, perché non c’è stato, perché questo Parlamento (non questo nella fattispecie, ma questa istituzione), non è stato in grado – e senza elementi di polemica o di critica, ma secondo me con grave responsabilità – di ammodernare, modificare e cambiare la nostra Carta costituzionale. Oggi le competenze suddivise tra Camera e Senato delle autonomie, Senato delle regioni...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce.
  Prego, onorevole Richetti.

  MATTEO RICHETTI. Tali competenze arrivano, come dicevo, ad un punto di equilibrio definitivo, per cui il Partito Democratico voterà contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente; questo emendamento è identico a un emendamento presentato dai Conservatori e Riformisti; questo, invece, è stato presentato da Forza Italia ed è stato presentato proprio da chi, alla scorsa passata in quest'Aula, mi impediva di parlare su questi emendamenti, essendo fermamente contrario, io, a questa riforma, e loro, invece, molto favorevoli. Faccio presente che, ieri, il collega Baldelli, Presidente, ci ha ben spiegato il cambiamento di atteggiamento del suo partito e ha fatto un po'come quegli avvocati di provincia che, non avendo letto le carte del processo, hanno il solo scopo di far contento il cliente, cioè inventano una storia che accontenta il Pag. 3cliente e l'onorevole Baldelli ha inventato una storia che ha accontentato il suo cliente – lei sa che per gli avvocati, specialmente per quelli di bassa lega, il cliente è anche il padrone – e ha raccontato una storia di merito. In realtà, il padrone aveva detto perché la riforma era prima buona e poi è diventata cattiva: perché non ha avuto il Presidente della Repubblica che desiderava e perché non gli hanno mitigato la legge Severino.
  Questo è il motivo per il quale oggi abbiamo questo emendamento. Lo rimarco, perché questo è un popolo – e talvolta anche quest'Aula – che ha ben poca memoria delle cose gravi che succedono. In un Paese normale, un capopartito che dice una cosa così viene immediatamente espulso dall'agone politico; non per quello che ha fatto ma per quello che ha detto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, intervengo solo per segnalare che non è...

  PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Per favore, il tono della voce, vi chiedo di abbassarlo. Prego, deputato.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, solo per segnalare che non è proprio come dice l'onorevole Bianconi, perché il senso di questo emendamento è quello di riportare l'articolo 55 al testo precedente alle modifiche avvenute nell'altro ramo del Parlamento, allorquando, nell'intento di attribuire più funzioni al Senato, si è partorita una versione piuttosto pasticciata di questo articolo, che definisce appunto le funzioni che avrà l'altra Camera nel nuovo sistema costituzionale. Con questo emendamento chiediamo all'Aula di ripristinare il testo precedente, per evitare un pasticcio ulteriore rispetto alle funzioni attribuite al Senato. Quindi, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia, ma non c’è alcuna modifica rispetto al testo già vagliato dall'Aula della Camera nella precedente lettura. Noi vogliamo semplicemente che si ripristini quel testo.

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Passiamo ai voti. Indìco la votazione mediante procedimento...

  DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Capezzone, prego. Revoco l'indizione della votazione. Non mi pare si fosse prenotato... Mi scusi, non l'abbiamo vista noi. Prego, Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Si figuri, signor Presidente. Anzi, con il cambio di postazione e la nascita della nostra componente, è l'occasione per dare a lei e ai colleghi il buongiorno e il buon lavoro, e anche il buongiorno al collega Occhiuto, che è collega troppo attento e troppo politicamente esperto per invitarci a guardare l'albero di questo emendamento, dimenticando la foresta. E la foresta dice che, nel passaggio precedente, il gruppo di Forza Italia celebrava questa riforma come la madre di tutte le riforme, oggi, negli interventi pubblici, ci spiegano che siamo invece a un passo dal regime. Io non so se questo sia vero, ma, se siamo a un passo dal regime, chi ha collaborato a questa riforma, come il gruppo di Forza Italia, è coautore del male che oggi dice di contrastare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore di minoranza Toninelli che si rimette all'Assemblea, e con il parere favorevole degli altri tre relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Donati, Famiglietti, Petraroli, Anzaldi, Sanga, Bonafede, Romele, Schullian, Plangger, Sibilia, Di Battista, Massa, Paola Bragantini, Nizzi, Di Lello.Pag. 4
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  342   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  70    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Gelmini 1.1 e Bianconi 1.100.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Io pregherei i colleghi: è vero che bisogna fare svelti, però le cavolate che si scrivono in Costituzione poi rimangono e segnano come un timbro indelebile l'ignoranza cospicua di chi le ha scritte e di chi le ha votate. Qui si parla del Senato che esercita, attenti...

  PRESIDENTE. Sì, infatti, per favore, il tono della voce, soprattutto chi parla vicino a chi sta intervenendo.

  MAURIZIO BIANCONI. ... le funzioni di raccordo fra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica. Io sfido qualsiasi costituzionalista, qualsiasi esperto di diritto, a definire giuridicamente la parola «raccordo», che è una parola tipica dei documenti politici che si scrivono, degli ordini del giorno, o dei documenti che si fanno delle sezioni di partito. Ma la cosa più singolare è questo termine «costitutivi»: «costitutivi» cosa significa ? Che sono della Costituzione o che costituiscono ? E se è «costituiscono» bisogna andare all'articolo 117, e allora il Senato si occuperebbe del raccordo fra comuni, città metropolitane e Stato, se ho capito bene. C’è una Camera fatta da non si sa da chi – perché poi lo vedremo –, che si occupa di fare una cosa imprecisata per gli enti che costituiscono – penso che si voglia dire questo e non costituzionali – la Repubblica, cioè lo Stato, i comuni e le città metropolitane. Qui non è che siamo all'ircocervo, qui siamo al monstrum. Qui non si capisce che cosa fa chi ! Qui siamo all'Assemblea inutile da un punto di vista istituzionale ma utilissima da un punto di vista politico, perché con 51 voti tiene in ostaggio la Repubblica italiana. Passeremo alla storia per aver votato questo schifo. Pensate a quello che fate quando lo votate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente. Sfortunatamente agli errori degli anni passati – perché purtroppo l'articolo in esame scaturisce anche da errori degli anni passati – si aggiunge ora questo errore, bene illustrato dal collega Bianconi, di un incerto ruolo di raccordo. Io invito tutti i colleghi – chi ha ambizione per una riforma costituzionale – a confrontare l'apertura della Costituzione americana («We the people»), quindi le regole che vengono dalla gente, dalla comunità, a questa strana assemblea di condominio (Stato, regioni, province e comuni) in cui il Senato avrebbe il ruolo incerto – non si capisce – di amministratore di condominio. Penso che quando fra dieci anni, vent'anni, trent'anni – le Costituzioni andrebbero pensate con il respiro dei decenni – qualcuno leggerà questa cosa, darà un giudizio molto duro non solo del livello politico ma del respiro culturale di questa Assemblea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, se questa riforma dovesse passare, gli studenti dei banchi delle facoltà di giurisprudenza si troveranno a leggere le parole che ora sto leggendo. Il nuovo articolo 55 della Costituzione che dice: «Il Senato della Repubblica», puntini puntini, «esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli enti costitutivi della Repubblica». Punto a Pag. 5capo. «Concorre», sempre il Senato della Repubblica, puntini puntini, «all'esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli enti costitutivi della Repubblica e l'Unione europea». In cinque righe si dice una cosa e un'altra cosa differente, che magari gli addetti al mestiere possono intendere seppur con difficoltà, ma che i cittadini e neppure gli studenti potranno intendere.
  E mi permetto anche di leggere una valutazione tecnica che il MoVimento 5 Stelle in Commissione ha chiesto al Comitato per la legislazione, proprio a causa di questa parte totalmente sgrammaticata della modifica fatta dal Partito Democratico e dalla maggioranza in generale. Il Comitato per la legislazione dice che, a seguito delle modifiche apportate dal Senato relative all'articolo 55, ci potrebbero essere dei problemi di coordinamento: quindi noi stiamo dando al Paese e ai nostri studenti un articolo della Costituzione che per semplicità, chiarezza e facilità di comprensione è una «fetenzia», che dice alla prima riga che il Senato ha il compito diretto... Sì, fetenzia, Presidente ! Ha il compito diretto di raccordo tra lo Stato e gli enti costitutivi della Repubblica, e subito dopo concorre ad esercitare la stessa cosa ! Penso che sia scandaloso dare al Paese e ai futuri studenti delle facoltà di giurisprudenza una Costituzione scritta con i piedi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, anche noi abbiamo presentato questo emendamento per le ragioni che ha affermato prima il collega Bianconi, ma anche per una ragione ulteriore: perché questo emendamento mira ad evitare che nello stesso articolo ci possa essere una inutile ripetizione, in quanto, nel primo periodo del quarto comma dell'articolo 1, si legge che il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali, poi, nel periodo successivo, si dice che il Senato della Repubblica concorre all'esercizio della funzione legislativa, nonché all'esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato e gli enti costitutivi. Due volte si fa riferimento a questo esercizio di raccordo fra lo Stato e gli enti costitutivi, creando una difficoltà interpretativa che non è degna di un dettato costituzionale !
  Ci vien da dire che le modifiche apportate a questo articolo nell'altro ramo del Parlamento evidentemente hanno impegnato molto più il Partito Democratico al suo interno per dirimere le questioni più controverse, che non l'approfondimento che sarebbe stato necessario in Aula. Questa è la ragione per cui abbiamo proposto questo emendamento, che mira a rendere più comprensibile l'articolo 55 e più degno quello che deve essere il dettato della Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, voteremo a favore di questo emendamento: che non tocca poi un punto essenziale forse del testo, ma è emblematico, perché fa vedere come al Senato le modifiche che sono intervenute, anziché semplificare il testo, lo hanno trasformato in una sorta di testo-accordo interno alle forze politiche, o alla stessa forza politica, col solo risultato di contraddire quello che già c'era nel testo, bello o buono che fosse. Quindi una critica, oltre che nel merito, soprattutto nella forma: credo che, mettendo a raffronto il testo della Costituzione scritto dai Padri costituenti e quello che noi stiamo per licenziare, ci rimanga solo un verbo, o meglio un sostantivo, la vergogna; perché un testo come quello che stiamo per licenziare non merita di potere assumere connotazioni costituzionali. E di questo, credo, ce ne dovremmo ricordare anche fra qualche anno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fiano. Ne ha facoltà.

Pag. 6

  EMANUELE FIANO. Presidente, vorrei per il suo tramite far sapere al collega Toninelli, che si è espresso in termini così eleganti sul contenuto della legge e riportandosi al parere del Comitato per la legislazione, che il Comitato per la legislazione medesimo pone soluzione al quesito che qui l'onorevole Toninelli ha posto; perché, a seguito dell'evidenziazione di una tematica critica, aggiunge – pezzo che il collega Toninelli non ha citato –: «In proposito si osserva peraltro che, come si può desumere da lavori preparatori, oltre che da un'interpretazione sistematica delle due disposizioni, ovvero le diverse competenze, mentre il primo periodo sembrerebbe volto ad individuare il ruolo del Senato qualificandolo come luogo del raccordo tra lo Stato e gli enti costitutivi della Repubblica, il secondo periodo invece sembrerebbe volto ad enumerare le competenze che sono assegnate a tale ramo del Parlamento, annoverando tra di esse anche quelle di raccordo tra lo Stato, gli enti territoriali e l'Unione europea, da esercitare in concorso con la Camera».
  Non so, Presidente, se questa sia una «fetenzia»: a me pare la risoluzione logica del tema che poneva il collega Toninelli. Tanto è vero che – immagino per ragioni di tempo, per la brevità dei minuti che gli erano consentiti per l'intervento – il collega Toninelli ha omesso di ricordare la conclusione del parere obbligatorio del Comitato per la legislazione, che le leggo, Presidente, e che la prego di voler consegnare al collega Toninelli: «Il Comitato ritiene che, per la conformità ai parametri stabiliti dall'articolo 16-bis del Regolamento, non vi sia nulla da osservare». E anch'io, Presidente, facendo mio questo parere, ritengo che non ci sia proprio null'altro da osservare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Gelmini 1.1 e Bianconi 1.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre si rimettono all'Aula i relatori Toninelli e Quaranta, ed esprimono parere favorevole i relatori Invernizzi e la Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Fabbri, Di Lello, Cera, Galperti, Mognato, Piccione, Pili, Marzana, Corda, Molteni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  338   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre si rimettono all'Aula i relatori Toninelli, Quaranta e Invernizzi, ed esprime parere favorevole il relatore La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Simone Valente, Di Lello Catania, Caruso, Gadda, Zolezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  344   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  53    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 1.11.Pag. 7
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Signor Presidente, stiamo parlando delle funzioni delle Camere, in particolare delle funzioni del Senato. Abbiamo deciso con questa proposta di riforma che il superamento del bicameralismo paritario avverrà differenziando le funzioni delle Camere; peccato che da questo dettato costituzionale non si capisca esattamente quale sia il compito di questo Senato. Si sarebbero potute fare molte cose, c'erano proposte alternative, l'abbiamo visto anche in sede di discussione sulle linee generali. Qui non c’è un confronto tra riformatori e conservatori. Si poteva persino ipotizzare un monocameralismo perché con un Senato come questo, che non serve a nulla, forse sarebbe stato meglio un sistema monocamerale. Cosa proponiamo noi con questo emendamento ? Visto che si è deciso di fare del Senato la Camera delle regioni, anche se abbiamo visto con poteri scarsissimi, tutti i Paesi che hanno un impianto federale o regionale consentono al Senato, che rappresenta le regioni, poteri ben più ampi, addirittura spesso di veto sulle scelte fatte dall'altra Camera; in questo caso non abbiamo nulla se non la possibilità di riformare la Costituzione, potere forse inappropriato e che immagino questo Senato eserciterà magari tra settant'anni, quindi un potere nullo da questo punto di vista, mentre non c’è nulla sugli specifici poteri delle regioni. Siccome anche in sede di audizione gli esperti ci hanno detto che l'efficacia di questo Senato almeno la si dovrebbe misurare nel superamento della Conferenza Stato-regioni, noi proponiamo che, contestualmente alla creazione di questo Senato delle autonomie, ci sia il superamento della Conferenza Stato-regioni. Mi rendo conto che in questo Senato non sono nemmeno previsti i presidenti di regione, tanto la proposta è raffazzonata e senza senso, però credo che una riflessione su questo punto, cioè a cosa serva questo Senato, dovremmo farla prima di approvare una riforma che non ha né capo né coda.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, se cortesemente poi vuol far provvedere, è rotto questo microfono.

  PRESIDENTE. Va bene, segnalerò.

  ROCCO PALESE. Grazie. Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento. Parliamo delle funzioni di un Senato totalmente farlocco, che servirà solo a spostare il contenzioso attuale che la modifica del Titolo V – con gravi responsabilità della sinistra allorché approvò quella scellerata modifica del Titolo V che ha innescato la spesa pubblica completamente scoordinata e il federalismo vero della corruzione che c’è stato nel nostro Paese, attivato anche e soprattutto da quella modifica del Titolo V per stessa ammissione, anche se in maniera implicita, da Cantone in una recente intervista su la Repubblica – ha determinato. Detto questo, non possiamo avere tre organi: la Camera, la Conferenza Stato-regioni e il Senato. Il Senato andava abolito e andavano rafforzate le funzioni e le determinazioni della Conferenza Stato-regioni, altro organismo che comunque è in Costituzione. Determinare una situazione del genere significa solo spostare il contenzioso che attualmente è tra le regioni e il Governo e lo sarà successivamente tra questo fantomatico Senato che dovrà nascere – non sappiamo con quali funzioni e con quali pasticci – e la Camera. Sarebbe stato meglio abolirlo completamente e comunque, ammesso e non concesso che la maggioranza e poi successivamente il referendum dovessero confermare questa inopportuna e pasticciata riforma costituzionale, non c’è dubbio che l'emendamento pone un problema serio e tenta di porre riparo, meglio feriti che morti, nel Pag. 8senso che toglie la possibilità al Senato di determinare situazioni che non passino attraverso la Conferenza Stato-regioni, perché altrimenti invece di avere due contenziosi ne abbiamo tre, quindi non duplicazione di contenziosi ma triplicazione, con il blocco e paralisi di tutto quello che riguarda il procedimento non solo dell'iter legislativo, ma di una serie enorme di riforme.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, condividiamo quanto affermato dal collega Quaranta, perché una delle maggiori criticità di questa riforma è il fatto che non si capisca dove si va a parare. Si danno alcune funzioni, in particolare in questo articolo, al Senato ma non si capisce assolutamente all'atto pratico come possono essere attuate. Che significa che il Senato svolge le funzioni di raccordo, che concorre a svolgere funzioni di raccordo, che valuta la politica pubblica della pubblica amministrazione ? Non significa proprio nulla, perché se non si esprime, non accade niente; se si esprime positivamente, non accade niente; se si esprime negativamente nei confronti della funzione pubblica, non accade nulla. Ha perfettamente ragione nel dire che rimane in vita anche la Conferenza Stato-regioni, che diventa una sorta di duo rispetto al Senato. Quindi noi voteremo favorevolmente a questo emendamento e confermiamo la nostra idea, che riteniamo essere giusta, che l'iniziativa di questa riforma è esclusivamente quella di creare un governismo assoluto; poco importa creare funzioni raffazzonate e difficilmente applicabili al Senato, l'importante è che ci sia solo una Camera che dà una fiducia deglutita da un'unica persona, che è il Capo del Governo, e che quindi possa fare ciò che vuole. In sintesi possiamo dire, tra virgolette, «non disturbate il manovratore» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, quanto ho ? Un minuto o cinque ? Ne parlo cinque. Intanto su questo provvedimento noi del movimento del fare siamo favorevoli in quanto noi ritenevamo che questa riforma doveva andare a rivedere le funzioni...

  PRESIDENTE. Ha un minuto.

  MATTEO BRAGANTINI. Però prima non mi ha risposto, quindi ne ho cinque ! Semmai dalle prossime volte...

  PRESIDENTE. No, non le ho risposto cinque, non le ho risposto perché stavamo verificando.

  MATTEO BRAGANTINI. Dicevo appunto che il Senato a nostro avviso doveva avere un ruolo che andava a sostituire totalmente la Conferenza Stato-regioni e il Senato doveva appunto avere un vincolo di mandato ed essere un Senato alla tedesca. Un sistema sul quale a parole tutti i gruppi erano favorevoli, dal PD fino a tutte le altre forze politiche; non riusciamo a capire perché abbiamo perso questa occasione di andare a far sì che ci fosse un vero Senato delle autonomie, un vero Senato delle regioni. Dunque per questo motivo voteremo a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, siamo al quarto esame parlamentare del testo di riforma costituzionale e quindi è abbastanza originale, direi forse bislacco, sentire argomenti che non tengono conto di quello che si è detto nelle tre precedenti letture. La scelta del Parlamento è che il Senato sia un organo politico e quindi in qualche modo diverso, in quanto politico-rappresentativo, dalla Pag. 9Conferenza Stato-regioni, nella quale, voglio ricordare, ci sono solamente e siedono solamente gli esecutivi, quindi non c’è una dialettica maggioranza-opposizione, non c’è una dialettica di forze politiche. Si poteva fare così ? Si poteva abolire il Senato, si poteva costituzionalizzare la Conferenza Stato-regioni ? Certo, ma la scelta del Parlamento è stata diversa e anche le forze politiche, che oggi qui la contestano, hanno concorso a dire e a volere una loro rappresentanza politica nel Senato della Repubblica. Sgombrato il campo quindi da questa originale e bislacca modalità di discutere, io vorrei dire che rimane il problema di raccordare, come fa la Conferenza Stato-regioni e, vorrei dire, città, il rapporto tra gli enti costitutivi della Repubblica, che a questo punto diventeranno le regioni e i comuni, eliminando la riforma la provincia, e lo Stato, ed è esattamente questa la ragione per la quale il comma precedente, che avete criticato e che noi invece abbiamo confermato nel testo del Senato, dà proprio al Senato il potere di esercitare le funzioni di raccordo tra lo Stato e gli enti costitutivi della Repubblica. Questo vuol dire che potrà esserci, avendo questa norma una natura diciamo sovraordinata a quella che oggi definisce la Conferenza Stato-regioni, che è semplicemente una legge ordinaria, una capacità espansiva della funzione del Senato nel senso di assorbire delle competenze, delle funzioni, degli oggetti di discussione che oggi sono propri della Conferenza Stato-regioni.
  Diamo al tempo e alla politica il mandato e il compito di fare questa sperimentazione. È tutta scritta qui dentro, è una norma non solo di attribuzione di competenza, ma anche di principio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Semplicemente, per suo tramite, per invitare il collega Sanna a una maggiore prudenza nel qualificare alcune argomentazioni critiche rispetto a questo articolo e, immagino, anche rispetto a successivi elementi che esamineremo, nel senso che, forse, se una parola come «bislacca» si può adoperare, credo che forse sarebbe più adeguata non a chi sottolinea la natura del tutto irrisolta e indefinita del Senato che esce da questa riforma costituzionale, ma appunto l'esito a cui si è pervenuto.
  E, d'altra parte, le stesse argomentazioni del collega Sanna, che parlano di un processo politico che dovrà, nel tempo, in via sperimentale, provare a definire il compito del nuovo Senato, credo che valgano più di ogni altra argomentazione a definire la qualità e l'esito per lo meno problematico di questo processo di riforma costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Piepoli, Marzano, Casellato, Donati, Tinagli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

   Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 1.3, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore di minoranza Toninelli si è rimesso all'Aula e vi è il parere favorevole degli altri tre relatori di minoranza.Pag. 10
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, colleghi, non so come si possa eludere una domanda del tipo «cosa è scritto in questo articolo 55, quinto comma», perché è veramente un articolo incomprensibile. Mettiamoci dal punto di vista del cittadino comune: vengono usati termini giornalistici, forse per avvicinarsi al linguaggio comune, ma non sono termini giuridici né di un'efficacia indispensabile per poter tranquillizzare coloro i quali devono poi realizzare la Costituzione.
  Il Senato della Repubblica rappresenta le istituzioni territoriali – e qui siamo a che cosa è, come dire, nella sua funzione – ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica. Quindi, funzione di raccordo ! Ora, ho sentito interventi di qualche esponente della maggioranza: mi vuole spiegare, in pratica, che cosa deve fare questo Senato ? Immaginiamo che il Senato fosse quest'Aula: come eserciterà queste funzioni ? Sono funzioni legislative ? Sono funzioni amministrative ? In quale sede e in quale luogo ? E poi ripete la stessa cosa nel periodo successivo: concorre all'esercizio della funzione legislativa nei casi e secondo le modalità stabilite dalla Costituzione – parole completamente inutili, perché è evidente che dovrà agire nell'ambito della Costituzione –, e ripete: all'esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e l'Unione europea.
  Siccome avevano dimenticato, prima, di mettere l'Unione europea, l'hanno messa nel secondo periodo.
  Ma chi lo ha scritto questo testo ? Ma chi l'ha scritto ? Poi, partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all'attuazione degli atti normativi. Che significa ? Significa che legifera; si dice legifera, non si dice partecipa alle decisioni dirette alla formazione e poi all'attuazione degli atti normativi. E come si fa ? Il Parlamento come partecipa all'attuazione di una legge ? Come partecipa ? Una volta che il Parlamento ha varato una legge, l'attuazione della legge non spetta al Parlamento: spetta al Governo, ci insegnavano alle lezioni di educazione civica nella scuola elementare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
  Poi, valuta le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni. Cioè, che cosa farà questo Senato ? Farà un seminario ? Farà, non so, una specie di audizione, di Civit, di qualche cosa ? Che cosa farà questo Senato ? Si può mai scrivere un testo costituzionale in questa maniera ? Qui bisogna mandare il testo all'esame, come dire, al vaglio di giuristi; non solo, ma, soprattutto, di linguisti, perché coloro i quali hanno scritto questo testo non sono in grado di leggere e, soprattutto, di scrivere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).
  Questo deve essere chiaro. E quando il collega Sanna dice che siamo alla quarta lettura, proprio questo fa impressione: siamo alla quarta lettura e non si è ancora capito che questo testo non dice niente. Bene ha fatto l'onorevole Bianconi a dire: scusate, raccordo cosa significa ? E, dopo tante parole, la maggioranza non è stata in grado di spiegare che cosa significa raccordo, e noi, che stiamo all'opposizione, dobbiamo fare degli emendamenti nel tentativo disperato, ma spesso anche limitato, di dare un contenuto alla vaghezza di questo testo.
  Per esempio, il nostro emendamento, quello che prevede di indicare che venga soppressa la Conferenza Stato-Regioni, è un modo, così come hanno fatto altri con gli altri emendamenti, di dare un contenuto a quello che non c’è, alla vaghezza di questo testo. Poco c’è mancato che non scrivessero: facciamo una cosa, facciamo la Cosa uno, la Cosa due. Perché si scriveva la Cosa uno ? Perché Occhetto non sapeva che cosa fosse quello che voleva fare e allora i giornalisti lo aiutavano (mi ricordo la Repubblica che dava contenuto), tutti gli intellettuali, a scrivere che cosa fosse la Cosa uno, perché lui non lo Pag. 11sapeva. E il testo, qui, è il testo della Cosa uno, che non so che cosa sia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e del deputato La Russa).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, quando ho indicato l'indescrivibile linguaggio giuridico di questo articolo, ho indicato come emblematica la parola «raccordo», che è stata giustamente ripresa da chi ha un minimo di sensibilità. In realtà, senza bisogno del Senato, c’è una regola generale che è presupposta alla Costituzione e c’è l'obbligo di leale collaborazione istituzionale fra enti. Non c’è bisogno del Senato, non c’è bisogno di indicare, perché la leale collaborazione fra enti è un dovere presupposto alla Costituzione.
  Quindi, siamo alla fiera degli ordini del giorno inutili. In più, lei sa, Presidente, perché è uomo di cultura, che la nostra Costituzione può piacere o meno, ma su una cosa sono tutti d'accordo: è scritta in un italiano ineguagliabile, ma pochi sanno perché. Infatti, quando i costituenti, che non eravamo noi, ma avevano, senza sminuirci più di tanto, ben altra levatura che la nostra, ebbero fatto il testo, chiamarono i professori della Crusca, gli consegnarono il testo e glielo fecero mettere in italiano, con regole fisse.
  Siccome Renzi è di Firenze e questa cosa la dovrebbe sapere, se questo semiaborto linguistico lo avesse consegnato anche lui una settimana alla Crusca, forse qui saremmo stati a confonderci di meno. Qui si usa un linguaggio che è tipico degli ordini del giorno dei consigli comunali: la pagheremo sotto un profilo della nostra identità. Questa legislatura, che porta già un numero che porta male, sarà segnata per l'ignoranza che noi avremo dimostrato nello scrivere questo schifo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. Credo che, al di là di quella che può essere la polemica congiunturale legata al dibattito su questo nuovo passaggio parlamentare, un tema emerge, ed è un tema che noi dobbiamo considerare non più solo in filigrana, ma davanti a noi.
  Ed è un'emergenza per quello che sarà ovviamente il quadro successivo legato al superamento del bicameralismo perfetto. Intendo dire quello che più volte i colleghi qui stamattina hanno richiamato: la qualità della legislazione. Il superamento del bicameralismo perfetto che, con questa legge noi andiamo a certificare, pone questo non più come una sofisticata esigenza intellettuale, ma come una ragione di sopravvivenza del Parlamento. Negli altri Paesi d'Europa, in particolare in Germania, Francia e l'Inghilterra, da alcuni anni, proprio in relazione alla crisi che noi stiamo vivendo, che è sicuramente nei suoi effetti una crisi economica, ma che è innanzitutto una crisi delle regole legali e morali della democrazia, si cerca uno strumento per tentare di sopperire al possibile effetto delle eclissi del parlamentarismo e per rafforzare la qualità della legislazione. Io credo che proprio perché non avremo più una sponda per la doppia lettura, perché il superamento del bicameralismo perfetto produce questo immediato effetto, non ci possiamo più permettere di considerare questo un sottoprodotto del nostro lavoro parlamentare. Inviterei, quindi, da questo punto di vista, la Presidenza e i nostri gruppi parlamentari a farsi carico per il prosieguo, già adesso, di questo tema. Sarebbe terribile se questa esperienza di innovazione si traducesse in un affievolimento dalla capacità del Parlamento di produrre buone leggi e quindi anche quegli strumenti senza i quali la lotta per la democrazia diventa, purtroppo, una lotta monca (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Occhiuto. Ne ha facoltà.

Pag. 12

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie Presidente, anche con questo emendamento noi miriamo a ripristinare il testo che era stato modificato prima delle ultime modifiche dell'altro ramo del Parlamento. Questa volta, però, la modifica che ci restituisce il Senato è una modifica sostanzialmente più pasticciata rispetto al testo precedente. Vorrei leggere il testo che il Senato ha analizzato prima che lo modificasse. Là si diceva che il Senato praticamente si occupava dell'esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l'Unione europea, cioè il Senato avrebbe dovuto curare il raccordo tra le Regioni, le province, le città metropolitane, i comuni e le istituzioni europee. Nella modifica che il Senato invece oggi ci restituisce è scritto che il Senato si occupa dell'esercizio delle funzioni di raccordo tra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica e l'Unione europea. Vuol dire che tutte le questioni che riguardano il rapporto tra il nostro Stato e l'Unione europea per questo articolo 55, come modificato dal Senato, saranno di competenza del Senato. Ora, mentre cresce l'incidenza e anche l'influenza nelle nostre politiche delle istituzioni europee, noi stiamo delegando all'altra Camera, ad una Camera che avrebbe dovuto essere minoritaria in termini di funzioni rispetto alla Camera dei deputati, le funzioni di raccordo con l'Unione europea. Insomma, si tratta di un gran pasticcio che dimostra, ancora una volta, che potevate provare a discutere di meno nel PD e ad approfondire meglio in Aula prima di restituirci questo testo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 1.3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare, per favore, alzi la mano.
  Pes...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  381   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  288    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza Toninelli e con il parere favorevole dei relatori di minoranza Quaranta, Invernizzi e La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano non riesce a votare... Zoggia, Calabrò, Librandi, Turco, Vecchio, Epifani, Daga, Fusilli, Busto, Artini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  377   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  88    
    Hanno votato no  289    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Centemero 1.4 e Fassina 1.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie Presidente. Nel continuare questa amabile conversazione a distanza con il mio collega Sanna, vorrei fargli rilevare quanto segue. Siamo un po’ al momento dei bilanci, allora io provo a mettere in fila cos’è Pag. 13questo Senato, aspettando poi che l'onorevole Sanna mi contesti qualche punto. Avete istituito il Senato delle regioni e delle autonomie; questo Senato non è elettivo ma, badate bene, non rappresenta i governi e le istituzioni locali, cosa che sarebbe stata quindi anche possibile, come avviene in Germania, rappresenta il sistema politico locale; tuttavia non è elettivo, perché avete deciso che non sia elettivo. Si istituisce questa sorta di dopolavoro dei consiglieri regionali mentre, contemporaneamente, si tolgono poteri alle regioni, si toglie la legislazione concorrente con la clausola di supremazia. Il Governo, quindi la legislazione nazionale statale, assume una supremazia rispetto a quella locale.
  Ancora, l'onorevole Sanna ha ammesso poco tempo fa che questo Senato non serve nemmeno al superamento della Conferenza Stato-Regioni. Tuttavia, si è deciso di istituirlo questo Senato, mentre si poteva semplicemente abolire il Senato, visto che non si capisce bene a cosa serve. Invece no, si è deciso di istituirlo. Proviamo a vedere insieme quali sono i poteri di questo Senato, perché se una cosa c’è, esiste, anzi viene inventata ex novo, deve avere dei poteri, deve servire a qualcosa, altrimenti davvero saremo di fronte ad uno spreco di efficienza e di risorse. Allora basta prendere il testo per vedere quali sono i poteri di questo Senato. Il Senato rappresenta le istituzioni, come abbiamo detto prima, poi c’è una serie di «concorre», «partecipa», «valuta», ovvero tutte cose che fa anche la Camera. Allora perché abbiamo fatto questo emendamento, anche in maniera un po’ provocatoria, riportando il testo alla lettura precedente ? Perché l'unico cambiamento che hanno voluto apportare i senatori a questo testo è stato quello di mettere al posto della versione precedente (che era «concorre alla valutazione delle politiche pubbliche»), pensate bene, «valuta le politiche pubbliche». Questo è l'unico potere apparentemente esclusivo di questo Senato. Ovviamente non è vero, perché chi valuterà innanzitutto le politiche pubbliche sarà la Camera che esprime la fiducia al Governo, quindi, anche in questo caso, non c’è alcun potere specifico ed esclusivo di questo Senato. Allora, onorevole Sanna, saranno i posteri – io credo – a giudicare quanto sia o meno bislacca questa proposta che voi portate come riforma della nostra sacra Carta costituzionale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Centemero 1.4 e Fassina 1.12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Liuzzi, Di Salvo, Tancredi, Ciracì...Tancredi non riesce a votare...aspettiamo poi l'intervento sul dispositivo della collega Liuzzi...bene, hanno votato tutti a questo punto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  369   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  85    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 1.54, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie Presidente. Questo è il primo di una serie di emendamenti che il MoVimento 5 Stelle ha proposto per specificare la valutazione che il Senato fa delle politiche pubbliche e della pubblica amministrazione. Infatti noi riteniamo che sia una formula troppo generica e, quindi, irrealizzabile dal punto di vista economico. In questo emendamento, in particolare, proponiamo non la parola «valuta» e basta, che sarebbe un Pag. 14«valuta» genericamente, ma le parole: «valuta gli effetti economici e sociali delle» politiche pubbliche.... Quindi, cerchiamo di circostanziare gli effetti della valutazione. Per fare che cosa ? Per permettere che il Senato sappia in che maniera e come valutare le politiche pubbliche dello Stato e della pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Grazie Presidente. Mi ha anticipato il collega. Voglio appunto segnalare che non soltanto gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle, ma anche gli emendamenti degli altri gruppi di opposizione tendono a dare un contenuto ad una norma che contenuto non ha. Perché, in effetti, quando si dice «valuta le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori», si dice tutto e non si dice niente. Comunque, si dice qualcosa che in ogni caso si potrebbe fare. Allora ecco gli emendamenti. Qualcuno dice: «valuta gli effetti economici e sociali»; qualcun altro dice: «valuta gli effetti sul mercato del lavoro e sull'occupazione»; qualcun altro ancora, anziché «valuta», propone: «può valutare»; qualcun ancora parla di altri ambiti, su la cui valutazione si deve porre attenzione.
  Quindi è, come si può notare, uno sforzo delle opposizioni di migliorare il testo, però, sempre con dei limiti ovviamente. Infatti questo è un testo effettivamente inemendabile. Ricordo che ogni disegno di legge e ogni progetto di legge dovrebbe avere a monte una valutazione dell'impatto sull'ordinamento che questo disegno legge può andare a causare. Quindi già esiste in pratica una cosa di questo tipo, non è che la dobbiamo inserire nella Costituzione. Però – ripeto – le opposizioni, strette tra lasciare questo testo generico e dargli un minimo di concretezza, sia pur con i limiti che ho illustrato, si sono per così dire cimentate in quest'operazione. Ma la verità – prendiamone atto – è che questo è un testo che non può essere emendato perché non è un testo giuridico. È una specie, come ha già detto qualche collega, di ordine del giorno del più sperduto comunello.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ferrari. Ne ha facoltà.

  ALAN FERRARI. Grazie Presidente, vorrei aggiungere qualche considerazione su questo punto, che tocca una funzione che viene definita – ed è così – come esclusiva per il Senato e cioè quella di valutazione delle politiche pubbliche, all'interno dell'articolo 55, che è quello che stabilisce le funzioni delle Camere. Io penso che si debba ricostruire il ragionamento che è stato fatto e si debba ricostruire anche il lavoro che ne è poi derivato nel corso delle diverse letture della Camera. Il ragionamento che è stato fatto è che noi davamo fine al bicameralismo perfetto, aprendo la strada ad un bicameralismo differenziato, all'interno del quale ci fosse una Camera, come quella del Senato, in grado di rappresentare i bisogni dei territori ed in grado di dare rappresentanza e voce alle istituzioni territoriali.
  Questo perché si suppone che l'impatto delle cose che vengono stabilite dalle leggi, l'impatto delle scelte che vengono assunte dal Governo e dal Parlamento, sia da verificare nei territori. Questo è stato quindi il motivo per cui, oltre a superare, per così dire, l'eccessiva struttura – e quindi la fatica di legiferare con due Camere che avevano lo stesso potere legislativo –, si è anche pensato di introdurre un qualcosa che in realtà è in gestazione nel nostro Paese da moltissimo tempo, ovvero una Camera che avesse questa funzione.
  La valutazione è una di quelle funzioni sulle quali noi ci giochiamo la scommessa di questo Senato e lo dico facendo alcune precisazioni. Sul «concorre» o sul «valuta» va ricordato che è vero che ci sono altre amministrazioni in questo Paese che Pag. 15svolgono funzioni di valutazione del personale e delle politiche – tra l'altro noi aggiungiamo una funzione di valutazione delle politiche alla Presidenza del Consiglio con la riforma della pubblica amministrazione –, ma prevedere al Senato, cioè affidare ad una Camera, che è una Camera di un sistema bicamerale, la funzione di valutazione vuol dire mettere a livello più alto una delle funzioni che consente a un Paese di conoscere quello che accade, di conoscere come un'organizzazione – e in questo caso tutti i suoi livelli istituzionali – risponda a una delle politiche scelte dal Governo e scelte anche dal Parlamento, che fa le leggi per spingere quelle politiche.
  Credo che, facendo così, noi iniziamo a seguire una strada che in altri Paesi – e l'ho già ricordato nella scorsa lettura – è stata una strada che ha segnato un progresso della democrazia molto evidente. Ho già fatto riferimento nel gennaio scorso al GAO, che è il centro, o meglio l'organizzazione, che si chiama Government Accountability Office, che presso il Congresso americano svolge funzioni di valutazioni, proprio perché il Congresso faccia le migliori politiche pubbliche possibili ed eviti di essere schizofrenico nel legiferare. Questo esiste dal 1921, gli viene affidato un budget di 550 o 600 milioni di dollari all'anno. Allora noi, con questo disegno di legge, non stiamo affidando un potere residuale al Senato. Stiamo dicendo: cari senatori, interpretate al meglio il ruolo che vi viene affidato, perché avete il potere di dotare questo Paese e il Parlamento di una funzione di conoscenza, quindi non solo di giudizio. Infatti, valutare non vuol dire né controllare né giudicare: vuol dire conoscere quello che è accaduto e il motivo per cui i risultati sono stati esattamente quelli attesi oppure se si sono diversamente verificatisi. Infatti, persino in risultati diversi c’è del buono. Quindi noi stiamo dicendo a questo Senato e ai senatori che siederanno nell'altra Camera che avranno questo grande compito, che io penso – mi avvio alla conclusione, Presidente – possa fare svolgere al nostro Parlamento, nel suo complesso, una funzione di spinta verso un miglioramento della democrazia.
  In conclusione, ho sentito molti colleghi di opposizione che in questi giorni ribadiscono il fatto che la Carta che abbiamo è talmente perfetta e bella e scritta bene, che l'esercizio di cambiamento che noi, per così dire, stiamo profondendo è un esercizio sbagliato. Io preferisco avere una Carta imperfetta, ma che riesca a toccare con mano alcuni punti irrisolti, come quello del valutare le politiche e valutare l'impatto delle scelte che fanno Governo e Parlamento, piuttosto che avere una Carta perfetta, che in realtà non ha sciolto questo nodo per tantissimo tempo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, io mi sono preso la Costituzione, quella vigente, che come sapete è stampata all'inizio del Regolamento. Leggendo l'articolo 55, ma anche tutti gli articoli successivi, emerge in maniera chiara quello che il collega Sannicandro e altri colleghi hanno prima ricordato. C’è una differenza abissale di linguaggio, che non è solo un fatto linguistico, perché io credo che il testo, che inutilmente cerchiamo di emendare e che stiamo per licenziare, nasconda non un'incapacità linguistica – per questo, pazienza, i tempi sono quelli che sono – ma nasconda un vuoto politico.
  Io credo che questo modo di modificare l'articolo 55 sia come una specie di pioggerellina che si vuole far cadere sulle spalle dei senatori per rinfrescarli in una giornata d'estate. In altre parole, gli si dice: non siete più la Camera alta, ma siete una cosa così, vi facciamo, però, un articolo della Costituzione lungo, lungo, lungo, lungo; più lungo è l'articolo, meno chiare sono le parole, più potete avere l'impressione che noi teniamo ancora in grande considerazione questo ramo del Parlamento. Credo che, in realtà, non si possa emendare una valutazione come questa che porta a quel linguaggio. Ed è per Pag. 16questo che, sia per questo emendamento, che per i prossimi quattro o cinque – li elencherà lei man mano – come gruppo Fratelli d'Italia ci siamo rimessi all'Aula. Non ce la sentiamo di dire no a questi emendamenti, ma è anche inutile votarli, perché comunque questo testo della Costituzione rimane un qualcosa di inqualificabile a nostro avviso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie Presidente, anche noi come il collega La Russa riteniamo che, forse nell'intento di risarcire l'altra Camera per le ridotte funzioni che nella lettura precedente ad essa erano state assegnate, si sia determinata una situazione per la quale al nuovo Senato saranno attribuite altre funzioni, anche se queste funzioni, poi, per come è scritto il nuovo articolo della Costituzione che le disciplina, sono molto confuse, proprio come quella che noi abbiamo chiesto di abrogare, ossia quella sulla quale stiamo discutendo e che pretende che il Senato valuti le politiche pubbliche e la qualità della pubblica amministrazione. Ecco, noi avevamo chiesto di abrogare questa locuzione, ma è stato bocciato il nostro emendamento. Per questa ragione, signor Presidente, vorrei dichiarare che voteremo a favore di questo emendamento proposto dalla collega Dadone e della maggior parte degli altri emendamenti che mirano a circoscrivere o, comunque, a meglio definire in che cosa debba consistere questa attività di valutazione delle politiche pubbliche. Questi emendamenti mirano, cioè, a stabilire criteri e aspetti che debbano interessare questa attività di valutazione. Per cui, preannuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia su questo emendamento e su molti simili che seguiranno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, io ho chiesto di prendere la parola per una questione che riguarda questo e gli altri emendamenti. Parlerò, poi, del perché abbiamo presentato questi emendamenti perché quello che dice il collega La Russa non è privo di fondamento. Però, abbiamo scelto di presentare gli emendamenti e lo dirò poi. Ma la cosa che fa più impressione è che la politica rimane attardata sulla velocità del mondo che ci circonda e, quindi, rimane sempre più fuori mercato, mentre lo scopo che ha la politica dovrebbe essere quello di essere più efficiente, più efficace e più veloce. E, invece, noi cosa abbiamo inventato ? Abbiamo preso una competenza che è tipicamente o dell'Esecutivo o di commissioni tecniche e ne abbiamo fatto una competenza camerale. In altre parole, noi diciamo che una Camera valuta l'efficienza e l'efficacia delle leggi. Una Camera ? La Camera può dare un parere sull'efficienza e sull'efficacia che hanno preparato altri, ma dare questo potere alla Camera significa togliere efficienza e semplificazione e significa snaturare una funzione che tipicamente non è camerale. Qui siamo all'abc delle questioni istituzionali, che sono state completamente sconvolte per fare questo monstrum che consente – e non mi stancherò mai di dirlo e ne riparleremo con qualcuno di voi se ancora sarò vivo – a chi ha il Governo e in questa Camera tiene il 51 per cento dei voti, di tenere in ostaggio la Repubblica italiana. Infatti, il punto vero è questo qui.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Il collega Ferrari ci ha spiegato l'importanza delle funzioni di questo Senato. Allora, io vorrei entrare nella concretezza delle cose del funzionamento di questo Senato. Infatti, caro collega Ferrari, voi avete creato un Senato fatto da consiglieri regionali e sindaci, i quali dovrebbero controllare il lavoro di 630 deputati a tempo pieno. Ora, le faccio un esempio, visto che lei dice che Pag. 17la valutazione è molto importante. Prendiamo semplicemente il procedimento legislativo. Voi avete dato dieci giorni a consiglieri regionali e sindaci per impugnare leggi fatte da 630 deputati. Questi non riusciranno nemmeno a leggersi le leggi dei deputati, altro che fare le valutazioni delle politiche pubbliche !
  Lei mi deve spiegare come si può fare il consigliere regionale e come si può controllare il lavoro di quattordici Commissioni in quanto, fatte delle debite proporzioni, avremo sette senatori per ogni Commissione. Come eserciteranno il ruolo di controllo e di valutazione ? Me lo spieghi, onorevole Ferrari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.54.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Dellai. Chi altro non ha votato ? Librandi, Caparini, Dadone, Tripiedi. Velocemente, colleghi, per favore. Iori. Chi altro ? Tripiedi, Caparini. Tripiedi ha votato ? Sembrerebbe di sì. Caparini ha votato e hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  450   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Nardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 1.104, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza, tranne il relatore di minoranza La Russa che si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro. Chi altro non ha votato ? Ferrari. Chi ha problemi ? Latronico, Piras, che ha votato. Capodicasa, Lorenzo Guerini, Ribaudo, Gitti. Bene, hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  455   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  166    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Nardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza, tranne il relatore di minoranza La Russa che si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Piccoli Nardelli, Patriarca, Pilozzi, D'Attorre, Latronico, Zan. Qualcun altro ? No.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  460   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bianconi 1.101.Pag. 18
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, così vengo qui alla spiegazione di prima in relazione alle valutazioni dell'onorevole La Russa. Noi abbiamo preso questa decisione, comunque, per la teoria della riduzione del danno: si presentano questi emendamenti per vedere se si riesce a limitare il danno. In questo caso, abbiamo scelto di non dare questa competenza come obbligatoria, ma come potenziale: da «valutare» a «può valutare».
  Rispondo così anche, Presidente, alla osservazione del collega Sanna, che ha definito bislacche alcune osservazioni, e, per fare una citazione di una cultura che conosco, ma che non è la mia, non si può mica guardare la pagliuzza nell'occhio dell'altro, quando nel proprio c’è una trave. Come si fa a parlare di cosa bislacca, quando ci viene spiegato che il Senato è il rappresentante delle politiche regionali ? Il rappresentante delle politiche regionali è la Conferenza Stato-regioni, perché le politiche regionali sono le politiche dei governi regionali, le politiche dei comuni sono le politiche delle giunte comunali e dei sindaci, mentre il Senato rappresenta i consigli. Anche in questo caso c’è un'altra discrasia, perché, da una parte, rappresenta i consigli e poi ci sono ventuno sindaci che rappresentano gli esecutivi. E anche in questo caso si crea una nuova discrasia, perché è noto per chi ha fatto il consigliere regionale – io l'ho fatto tredici anni da capogruppo e so quello che dico – che, fermamente, i consigli sono sempre in opposizione alle giunte, anche gli stessi consiglieri di maggioranza. Quindi, con il Senato diamo fiato a una nuova differenziazione delle politiche regionali, perché i consigli si sentiranno forti dei poteri senatoriali e metteranno in difficoltà le giunte, mettendo ancora più in difficoltà la leale collaborazione amministrativa e istituzionale. Avete combinato questo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 1.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza Toninelli, Quaranta e Invernizzi e con il parere favorevole del relatore di minoranza La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Fanucci, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  351   
   Astenuti  126   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 1.105, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza Toninelli, Quaranta e Invernizzi e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Vico, Beni, Tidei, Latronico, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  473   
   Votanti  461   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Dal Moro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.107.Pag. 19
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per motivare i molti voti di astensione su molti di questi emendamenti. Molti di questi emendamenti vanno a restringere, in modo sostanziale, chi più chi meno, le competenze del Senato. Dunque, a nostro avviso, questo è sbagliato, perché, a nostro avviso, si dovevano dare altre competenze al Senato e fare, ovviamente, una riforma alla tedesca, dunque con un Senato veramente delle autonomie, con vincolo di mandato. Ma ridurre ancora le competenze del Senato, a nostro avviso, sarebbe assurdo. Infatti, a questo punto, si dovrebbe, per coerenza, semplicemente abolirlo, così almeno si avrebbero veramente dei risparmi di tempo e di potenziali contenziosi. Ma ridurre ancora le poche competenze che ha, con formule varie, potrebbe creare ulteriori contenziosi. Per tutti questi motivi, su molti di questi emendamenti il gruppo Fare ! si astiene.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Nella sua nuova formulazione, l'articolo 71 di questa riforma introduce, al quarto comma, una futura e alquanto incerta legge costituzionale, rinviandone poi la disciplina ad ancor più futura e ancor più incerta legge ordinaria bicamerale sui referendum popolari propositivi di indirizzo nonché su altre forme di consultazione popolare.
  Lo scopo di questo emendamento è quello di far sì che il nuovo Senato sia un organo consultivo per i cittadini che vogliono utilizzare questo nuovo canale di consultazione popolare. I cittadini che vorranno proporre i referendum popolari e propositivi, per determinare le politiche pubbliche, potranno chiedere al Senato la valutazione delle stesse, per capire dove e come intervenire e soprattutto se è realmente utile farlo. In questo modo si dà un senso alla valutazione di queste politiche pubbliche, altrimenti, il nuovo Senato farà finta di servire a qualcosa, ammettendo che faccia quello che si dice in questa riforma e che faccia realmente qualcosa.
  Inoltre, si valorizza quel minimo di democrazia diretta che è stato introdotto in questa riforma. Diciamo minimo perché il PD, il Governo e la maggioranza hanno respinto tutte quelle proposte, che venivano dall'opposizione e dal MoVimento 5 Stelle, di inserire all'interno di questa riforma costituzionale dei veri e propri strumenti di democrazia diretta per i cittadini e di permettere dei referendum abrogativi propositivi senza quorum, piuttosto che questa forma di minima democrazia diretta, che è stata inserita in questa riforma tra l'altro con l'innalzamento delle firme richieste, che già funziona poco in questo momento e che con questa riforma noi crediamo venga totalmente soppressa e ammazzata.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Condivido quanto detto dal collega Bragantini, perché con questi emendamenti si sta andando a limitare quelle che saranno le competenze e il margine d'azione del nuovo Senato.
  Invece l'operazione, ciò che potrà fare il Senato, quello che riterrà opportuno fare il Senato, che, di volta in volta, dovrà esprimersi sui provvedimenti, dovrà essere una scelta dettata da precisi intenti, anche di legami, come detto, territoriali. Non si tratta, quindi, di vincolare i poteri e le possibilità del nuovo Senato, scrivendoli direttamente in Costituzione. La Costituzione deve essere, comunque, snella e dovrebbe enunciare i principi generali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Intervengo solo per sottolineare quanto Pag. 20detto dal collega Cecconi. In realtà non si vanno a ridurre le funzioni del Senato, anzi si specifica che, rispetto alla formulazione dell'articolo 71, quarto comma, nuova formulazione chiaramente, in merito ai referendum costituzionali i cittadini potranno avere il vaglio direttamente da questo nuovo Senato, in modo che non si arrivi a scontrarsi contro quello che è un limite dell'attuale strumento, uno dei più grandi strumenti di democrazia diretta che abbiamo. Quindi, se i cittadini prima potranno chiedere la possibilità di avere dei referendum popolari propositivi a questo nuovo Senato, potranno effettivamente usufruire di questo strumento e raggiungere degli obiettivi.
  E questo Senato, addirittura, potrebbe avere una funzione reale rispetto al pastrocchio che ha. Peraltro, in merito proprio ai referendum propositivi e abrogativi, in prima lettura, avevamo chiesto al Partito Democratico, che sosteneva di voler allargare la partecipazione popolare, di inserire questi strumenti senza quorum e ci è stato negato, nonostante fosse l'unico emendamento.
  Quindi, questa la troviamo una proposta di buonsenso: dare al Senato la possibilità di valutare la possibilità per i cittadini di proporre un referendum.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.107.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Gandolfi, Zan, Ragosta, Colletti, Tentori, Misuraca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  422   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 1.106, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza Toninelli e sul quale gli altri tre relatori di minoranza si rimettono all'Assemblea.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Grazie Presidente; intervengo per una brevissima osservazione di merito, che vale anche per il precedente emendamento, e di motivazione del voto negativo sullo stesso: attribuire al Senato della Repubblica, nuova versione, un potere consultivo a favore di cittadini che propongono un quesito referendario, ci sembra improprio, perché confonde la funzione di referendum e la funzione di questo ramo del Parlamento che, comunque, seppure in maniera selettiva, continua a prender parte all'iter di formazione delle leggi.
  Detto in altre parole, più semplici, il referendum è la proposizione, normalmente, di un «intento ablativo» di cassazione dall'ordinamento di una legge fatta dal Parlamento da parte del detentore della sovranità, il popolo. Dove il Parlamento non arriva e c’è un contrasto vero e reale con il popolo, il referendum è stato individuato dai costituenti come la chiave di soluzione di questo conflitto; ecco, allora, è chiaro che noi siamo nell'ambito, nel nuovo articolo 71, di una nuova forma di referendum che è quella del referendum propositivo, per cui leggi costituzionali determineranno il funzionamento del nuovo referendum propositivo, ma il principio rimane uguale.
  Il Senato partecipando alla formazione di una legge, ovvero non partecipando a una formazione di una legge, nemmeno col potere di iniziativa, è in qualche modo l'antagonista del comitato proponente del referendum, non è il consulente, non è colui che può dire: avete ragione o avete torto.
  Per cui lasciamo le cose distinte come è giusto che siano; il referendum punta a Pag. 21incidere sulla legislazione dello Stato con un'iniziativa del popolo, il Senato della Repubblica futuro partecipa alla formazione delle leggi che saranno poi giudicate dal popolo anche in funzione di comitato promotore del referendum.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, siamo sull'emendamento Toninelli 1.109 ?

  PRESIDENTE. Sì.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Perché, appunto, sentivo parlare di referendum invece...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, siamo sull'emendamento Nuti 1.106.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Allora, prenderò la parola sull'emendamento Toninelli 1.109.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.106.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Minardo, Silvia Giordano, Capodicasa, Sgambato, Sanga, Massa, Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  392   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  97    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 1.108, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza, a parte il relatore La Russa che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Binetti, Schirò, Capodicasa, Prestigiacomo, Molea, Greco ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  469   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.109.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Grazie, Presidente, voglio intervenire, perché vorrei che qualcuno mi aiutasse a risolvere quella che a me pare una contraddizione. L'articolo 55, così come non modificato dalla Camera e dal Senato, dice: la Camera dei deputati è titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del Governo. Ora, il comma successivo, che è quello emendato, attribuisce al Senato la facoltà di valutare le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni. Ora, che significa ? In relazione al comma precedente e cioè praticamente ai poteri della Camera dei deputati, che è titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita le funzioni di controllo dell'operato del Governo, che deve fare il Senato della Repubblica ? Valuta le politiche pubbliche e Pag. 22l'attività delle pubbliche amministrazioni, cioè che fa ? E dopo che fa qualcosa, riferisce al Governo ? C’è una sorta di rapporto sotterraneo, implicito o esplicito, parallelo del Senato con il Governo sull'attuazione del programma del Governo ? Sappiamo che la funzione legislativa è residuale, per quanto riguarda il Senato, ed è scritta in un articolo successivo, quindi, tutto il resto rimane in capo alla Camera dei deputati e al Governo rimane l'onere di attuare quello che la Camera ha legiferato. La cosa appare ancora più strana, perché, in seguito, si scrive: il Senato verifica l'attuazione delle leggi dello Stato, lo ripeto, il Senato verifica l'attuazione delle leggi dello Stato; che significa ? Noi abbiamo approvato delle leggi in questo Parlamento, noi, abbiamo approvato delle leggi; mettiamo l'ipotesi che ci fosse questo Senato di senatori consiglieri regionali e così via.
  Quindi, verifica l'attuazione delle leggi dello Stato: con quale strumento ? Con uno studio e un osservatorio sulla legislazione, come già abbiamo qui ? E dopo che avrà osservato, che fa, considerato che il controllo sull'operato del Governo, come dice il quarto comma dell'articolo 55, spetta al Parlamento ? Come è stato qui ricordato si tratta evidentemente di scrivere qualcosa in un articolo, di allungarne il testo, proprio per dare l'idea che al Senato si attribuiscono dei poteri, ma in effetti si attribuiscono delle parole. Infatti, ho fatto un altro piccolo esercizio, che è quello di cancellare le parole inutili in questo quinto comma. Faccio un esempio pratico per rendere l'idea di come arzigogola il legislatore: anziché dire che il Senato «legifera» si dice: «partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi». In Italia si dice «legifera», invece lo scompongono, come se fossero in obitorio con un morto da scomporre e ne fanno tanti pezzi, e poi ricongiungono il significato di quello che qui si vuole dire. Quindi, è sostanzialmente un articolo inutile nella parte in cui cerca di rimette insieme un rapporto tra il Governo e il Senato che invece è negato dall'articolo 55, comma quarto, del Governo, nel quale si dice – ripeto, lo rileggo –: il rapporto di fiducia rimane tra Camera dei deputati e Governo e tocca alla Camera esercitare la funzione di indirizzo politico. Sulla base dell'osservatorio che ha messo in atto e delle risultanze dell'osservatorio il Senato non può dire al Governo qualcosa; non può dire niente, perché è incompetente, secondo il testo della Costituzione.

  PRESIDENTE. Collega Sannicandro, al di là del merito dell'emendamento e del suo intervento, lei poneva anche una questione, se non sbaglio, di ammissibilità dell'emendamento. In realtà, giusto per capire: abbiamo dichiarato inammissibili alcuni emendamenti che parlavano di rapporto di fiducia e presupponevano un rapporto di fiducia tra il Senato e il Governo, perché non è previsto dall'articolato; in questo caso c’è un'interlocuzione tra Senato e Governo e quindi solo per questo motivo è stato dichiarato ammissibile.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io quegli emendamenti li voterei tutti, perché si tratta di ridurre il danno, l'abbiamo già detto.

  PRESIDENTE. Avevamo frainteso noi, pensando che ponesse una questione di ammissibilità.

  ARCANGELO SANNICANDRO. No, parlavo degli emendamenti che vogliono sopperire alle lacune del testo, con tutti i limiti che questo comporta ovviamente.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Diciamo che queste attribuzioni del Senato sono – l'abbiam detto più di una volta – piuttosto vaghe, anzi piuttosto inutili, perché al Senato viene attribuito il Pag. 23compito di valutare una serie di materie, ma se la valutazione di queste materie dovesse essere negativa, che cosa diavolo deve succedere al Governo o al ramo del Parlamento che rimane superstite, come la Camera ? Cioè, se il Senato esprime una valutazione negativa sulle politiche europee del Governo, che cosa ce ne facciamo di questa valutazione negativa ? A quanto pare, da quello che è scritto in questa riforma, non ce ne facciamo assolutamente nulla. Quindi, con questo emendamento chiediamo di inserire un piccolo capoverso in cui si dà la possibilità al Senato di chiamare il Governo a riferire nell'Aula del Senato, in questo modo dando una sanzione, seppur lieve, o per lo meno reputazionale, che consiste appunto nell'obbligo, in capo al Governo, di riferire pubblicamente in Senato in caso di una valutazione negativa, perché se neanche questo ci deve essere e deve esserci soltanto un foglio di carta con cui il Senato o una Commissione del Senato esprime una valutazione negativa su una norma o un'attività che sta svolgendo il Governo, ci pare pochino. Ci pare forse il caso che almeno il Governo, come tante volte viene a riferire in Aula alla Camera, sia obbligato dalla Costituzione ad andare al Senato e a riferire al Senato il perché delle sue scelte.
  In quel momento, in quel caso, i senatori e il Senato stesso possono continuare ad esprime una valutazione negativa sul Governo al Ministro che in quel momento ne è rappresentante al Senato, in maniera tale almeno da far conoscere all'opinione pubblica quali sono le motivazioni e soprattutto per permettere, dal punto di vista della reputazione del Governo, che ci sia una Camera che abbia il compito di mettere in luce quello che non sta svolgendo nella maniera più opportuna.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.109.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Latronico, D'Uva, Civati, Scuvera.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  469   
   Votanti  460   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  166    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Gelmini 1.5 e Bianconi 1.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Grazie, Presidente. Come è già stato osservato, l'articolo 1 del testo, che modifica l'articolo 55 della Costituzione, ha subito al Senato, in merito appunto alle funzioni del nuovo Senato, diversi cambiamenti. Questi cambiamenti sono stati giudicati come peggiorativi non solo da molti esponenti della Commissione affari costituzionali ma anche dai tanti esperti che sono stati auditi in Commissione, perché vanno a generare criticità e confusione. Per questo motivo Forza Italia ha presentato diverse proposte emendative all'articolo 1, nell'ambito di quanto possibile in termini regolamentari e volti principalmente a superare il disordine nelle funzioni attribuite al nuovo Senato, con l'obiettivo almeno di riportare il testo a quanto approvato alla Camera, anche perché, proprio nel momento in cui si toglie il Senato dal circuito fiduciario e quindi se ne riduce il peso politico, questo tentativo di compensare la perdita di competenze e di ruolo del Senato, attribuendo delle vaghe funzioni, è francamente fuorviante e anche un po’ ridicolo e ci consegna un articolo 55 con grandi dubbi interpretativi. Allora, non solo con riferimento alla valutazione delle politiche pubbliche e all'attività delle pubbliche amministrazioni ma anche per quanto riguarda l'impatto delle politiche europee, se non si va a perimetrare, a circoscrivere il ruolo del Senato in quest'ambito e soprattutto a Pag. 24definire come questo potere venga esercitato, francamente questo per noi rappresenta il tentativo di risarcire il Senato, ma creando dubbi interpretativi e molta, molta confusione. Per questa ragione, chiediamo che si ritorni almeno al testo votato alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Questa aggiunta del «verificare l'impatto» non fa altro che aggiungere confusione alla confusione, in un discorso che abbiamo già fatto alcune volte negli interventi di oggi. «Verificare l'impatto»: anche questo è un modo di ragionare e di parlare tipico degli ordini del giorno, tipico delle mozioni dei consigli comunali. «Verificare l'impatto» non vuol dire niente da un punto di vista giuridico, tanto più da un punto di vista costituzionale; è sempre per allungare il famoso brodo.
  Mi sembra che la questione di questo Senato così reinventato nasconda – lo dirò fino allo sfinimento – il desiderio di mantenere in vita un ente che serve soltanto a chi controllerà i suoi cinquantuno voti; ma soprattutto contribuisce ad una confusione di ruoli e ad una messe di possibilità interpretative che renderà la vita di questo ente quanto mai singolare, piena di ricorsi e di estensioni delle proprie facoltà. Addirittura, se si dà retta a quello che è scritto con la proprietà indicata dal collega Sannicandro, questo è un ente che, non potendo legiferare su certe materie, finirà poi col legiferare su di esse, perché gli è data in fondo anche questa possibilità, sia pure con un giro di parole.
  Non penso, contrariamente ad altri estensori dell'identico emendamento, che questo peggiori in maniera particolare un testo che già era penoso di suo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO BIANCONI. Prendiamo atto che c’è stata una variazione di opinioni, dettata appunto da questo cambiamento che c’è stato fra Camera e Senato. In realtà il testo faceva schifo prima, e chi è che ha fatto questo emendamento l'ha votato, fa schifo oggi e per altri motivi si è cambiato opinione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Gelmini 1.5 e Bianconi 1.102, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre il relatore Toninelli si rimette all'Aula, il relatore Quaranta esprime parere contrario, i relatori La Russa e Invernizzi sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bianchi, Archi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  403   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no  341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rizzo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. La deputata Nardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 1.110
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Presidente, l'idea di questo emendamento è sempre di dare un senso alle funzioni del Senato, in particolar modo per quel che riguarda il campo della verifica da parte del Senato delle politiche europee e del loro impatto sui territori. Che cosa prevede infatti questo Pag. 25emendamento ? Di aggiungere lo svolgimento di attività consultive per i cittadini in relazione all'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori, al fine di favorire la determinazione delle politiche pubbliche nei modi di cui all'articolo 71, quarto comma: quindi si parla di nuovo di partecipazione popolare diretta. Infatti questo nuovo Senato è vero che verificherebbe l'impatto delle politiche europee sui territori, ma non coinvolgerebbe per niente i cittadini all'interno di questo procedimento.
  È in sostanza simile all'emendamento che abbiamo proposto in precedenza, e rispetto al quale il collega Sanna ha ritenuto che il Senato non dovesse svolgere funzione consultiva in quanto ci sarebbe stata una confusione tra la funzione consultiva rispetto ai referendum e la funzione legislativa. Però in realtà è stato detto da quasi tutte le opposizioni che non si è capita quale sia la reale funzione legislativa di questo Senato, per cui per dar maggior senso non si vede il perché votare contro ad un emendamento che propone una maggiore inclusione dei cittadini nell'attività legislativa. Soprattutto perché si parlava di referendum, e se ne è riferito in merito ad una funzione ablativa; ma qui si parla di referendum propositivi, quindi di possibilità per i cittadini di proporre leggi: non vediamo quale sia il contrasto rispetto alla «non funzione» di questo Senato completamente inutile. Speriamo invece che in questa maniera si riesca a dare in quest'ambito una funzione maggiormente definita al Senato, quanto meno permettendo ai cittadini di partecipare maggiormente all'attività legislativa del Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.110.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Dellai, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  412   
   Astenuti   54   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  116    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nardi e Piccione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 1.111, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore Toninelli, contrario del relatore Quaranta, mentre si rimettono all'Aula i relatori Invernizzi e La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Capodicasa, Ciracì, Malpezzi, Polidori, Sandra Savino, Santerini, Prestigiacomo, Biasotti, Bergamini, Caparini, Chimienti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  419   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nardi e Piccione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.114
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Capezzone. Ne ha facoltà.

Pag. 26

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, l'occasione di questo emendamento mi è buona per ricapitolare quello che con tanti colleghi – fuori da questa Camera con Raffaele Fitto, in questa Camera con la componente dei conservatori e riformisti – abbiamo cercato di fare dal primo minuto di questa vicenda della riforma costituzionale. Non «nazarenavamo», non abbiamo né cominciato né finito di «nazarenare», ma ci siamo concentrati su cinque punti essenziali: credo offrendo al Governo, che però ha sempre solo detto «no», e questo ci dispiace, cinque punti fondamentali per un salto di qualità, a nostro avviso, della riforma.
  Numero 1: il presidenzialismo, e ci è stato detto «no»; numero 2: l'abolizione secca del Senato, che a nostro avviso, sarebbe stata una grande opportunità rispetto ad una soluzione che temo – anche gli amici del Partito Democratico lo riconoscono – sia una soluzione, questa attuale, che rischia di essere confusa: ci avete detto «no». Terzo, inserire un tetto fiscale in Costituzione: fare una cosa storica dalla parte del contribuente, stabilire che oltre un certo limite di tasse, e anche di spesa, non si poteva andare, e ci è stato purtroppo detto «no». Avere la schiena dritta rispetto ai vincoli europei, e ci è stato detto «no».
  Ritentiamo con un'ultima cosa, che a nostro avviso dovrebbe interessare non solo ai colleghi del sud, ma anche ai colleghi di tanta parte del nord: provare ad inserire in Costituzione il principio della perequazione infrastrutturale. Vale per i grandi investimenti, vale per le reti, vale per le infrastrutture tradizionali: inserire un elemento di coesione nazionale, ripeto, non solo tra nord e sud, ma anche tra nord e nord, perché ci sono tante aree del nord che sono assolutamente dimenticate.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DANIELE CAPEZZONE. Vi offriamo in «zona Cesarini» quest'ultima opportunità, sperando che la catena dei «no» venga interrotta. Speriamo di sì, temiamo purtroppo che non accada (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.114.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  471   
   Votanti  399   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Realacci e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore «Pizzi» di Capua, in provincia di Caserta, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.115. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, questo emendamento ha le medesime finalità per le quali abbiamo presentato anche quelli precedenti. La sua formulazione, articolo 71, introduce al nuovo quarto comma una futura incerta legge costituzionale, rinviandone anche la disciplina a una ancor più futura legge ordinaria bicamerale, referendum popolari propositivi e di indirizzo, nonché di altre forme di consultazione.
  Lo scopo di questo emendamento è quello di far sì che il nuovo Senato sia un Pag. 27organo consultivo per i cittadini che vogliono utilizzare questo nuovo canale in relazione alle politiche dell'Unione europea. I cittadini che vorranno incidere sull'attuazione delle politiche europee in base a questo emendamento potranno proporre referendum popolari, proposti dall'articolo 71, sulla base della valutazione dell'impatto delle stesse da parte del nuovo Senato. Noi abbiamo presentato vari emendamenti in questo senso, la maggioranza fino ad ora ce li ha bocciati ed erano appunto volti a introdurre referendum, referendum propositivi e referendum senza quorum. Quindi questo emendamento va sempre in questa direzione, è un emendamento che non incide sulla struttura che si vuole dare alla nuova riforma, quindi non incide sugli aspetti fondamentali e non passiamo fare altro che invitarvi a votare favorevolmente perché appunto è un emendamento di buonsenso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.115, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre gli altri tre relatori di minoranza si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  390   
   Astenuti   86   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  93    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.116.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, continuiamo a insistere sulla questione della partecipazione popolare diretta. La competenza del Senato, l'abbiamo già detto in tutte le salse, non si capisce quale dovrebbe essere, ma quello che si tenta di nuovo di introdurre con questo emendamento, seppure in maniera differente, è sempre una partecipazione popolare diretta, diversa da quella prevista nei precedenti emendamenti, perché nei precedenti emendamenti abbiamo chiesto necessariamente la partecipazione dei cittadini anche alla valutazione – per esempio, nel precedente del collega Toninelli – nella verifica dello stato di attuazione delle politiche dell'Unione europea, ma qui chiediamo di valutare anche attraverso la consultazione dei cittadini l'impatto delle politiche europee. Quindi non è una costrizione, una necessità, ma una possibilità. Io chiedo di valutarla seriamente da parte della maggioranza o quanto meno di motivarci il perché del parere contrario, perché se prima c’è stato motivato il parere contrario in merito alla funzione consultiva sui referendum in generale, poi c’è stato detto che non si poteva sui referendum propositivi per la questione della commistione tra funzione legislativa e consultiva, che sarebbero andate in contrasto. Nella prima lettura c’è stato proprio bocciato quell'unico emendamento nel quale eravamo arrivati alla fine a proporre di togliere il quorum per i referendum sia propositivi che abrogativi, ora qui si chiede semplicemente la possibilità di consultare i cittadini sulla valutazione di impatto.
  Quindi, visto che già non li fate praticamente votare al Senato o forse lo farete ma non si è capito ancora come o per lo meno non l'ha capito metà di quest'Aula e buona parte dei costituzionalisti, sarebbe carino almeno permettere ai cittadini, dare loro la vaga possibilità di partecipare alla valutazione degli impatti delle normative, visto che poi sulle loro spalle ricadono gli effetti. Quindi chiedo in questo Pag. 28caso, quanto meno alla maggioranza o al relatore, al Governo, a chiunque vuole, di darci una motivazione sul perché, anche quindi su una possibilità, ci viene comunque dato, non solo a noi ma ai cittadini italiani, un parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.116.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Gnecchi, Donati, Tancredi, Ermini, Caso, Magorno, Mannino, D'Uva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  474   
   Votanti  417   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, anche per consentire l'allestimento delle cabine di voto per la riunione del Parlamento in seduta comune, convocata alle ore 13 per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale. L'esame del provvedimento riprenderà al termine della seduta comune.

Per un richiamo al Regolamento.

  DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, articolo 56, comma 1, del Regolamento, in riferimento alla votazione imminente dei giudici della Corte costituzionale. Presidente, da quanto apprendiamo, oggi i parlamentari si accingono a votare su un'unica scheda tre nomi...

  PRESIDENTE. Mi scusi, ma lei mi ha riferito per le elezioni della Camera.

  DANILO TONINELLI. È l'unico momento in cui farlo, Presidente. Mi dia un minuto.

  PRESIDENTE. No.

  DANILO TONINELLI. Mi dia un minuto per terminare, Presidente.

  PRESIDENTE. Lei mi sta parlando di un altro organo in questo momento, all'interno del Regolamento.

  DANILO TONINELLI. Ma è l'unico momento questo e in alternativa le chiederò spazio durante le votazioni.

  PRESIDENTE. Durante la votazione non può intervenire, c’è il seggio elettorale.

  DANILO TONINELLI. C’è un articolo del Regolamento che dice che si debbono votare i due terzi dei candidati laddove sono superiori a due, è questo il Regolamento che vige, quello della Camera dei deputati. Quando il Parlamento è in seduta comune questo Regolamento dice che, quando nelle votazioni di organi collegiali il numero è superiore a due, i parlamentari possono votare solo due terzi dei posti per cui si va a votare. È una norma di garanzia che chiedo venga applicata in questa votazione, esattamente tra trenta minuti, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Bene, la seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 17,35.

Pag. 29

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alli, Amici, Artini, Bindi, Michele Bordo, Bratti, Caparini, Capelli, Catania, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Epifani, Fedriga, Fioroni, Fontanelli, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, La Russa, Losacco, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Migliore, Pes, Piccoli Nardelli, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Tabacci, Valeria Valente e Zampa sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 2613-B)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Dieni 1.116.
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Nuti 1.112 a pagina 9 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Francesco Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Grazie, Presidente, vorrei ricordare ai colleghi il merito di questo emendamento. Stiamo parlando delle funzioni del nuovo Senato e, in particolare, della funzione di valutazione delle politiche pubbliche. L'emendamento propone una specificazione di questa valutazione che abbiamo visto prima respingendo tutti gli emendamenti che intendevano modificare la definizione generale per limitarla ad una più specifica. E debbo dire che se avessero mantenuto quella definizione generale e, esemplificando, avessero indicato specifiche preferenze di valutazione e se non fossimo alla quarta lettura, si poteva anche dire che, in una cattiva forma di legislazione costituzionale, potevamo aggiungere a una valutazione di genere anche una valutazione di species, ma questo l'abbiamo già superato. Quindi, i colleghi del MoVimento 5 Stelle stanno dentro il gioco, cioè accettano che il nuovo Senato sviluppi una propria attività di valutazione delle politiche pubbliche e questo è già molto apprezzabile. Ricordiamo che questa valutazione delle politiche pubbliche è una specificazione del controllo parlamentare. Non è vero, come qualcuno ha detto prima, che è un concetto che non si capisce, che è una cosa che mettiamo per far diluire la capacità di precisione del testo costituzionale. Siamo nell'ambito del controllo parlamentare e il controllo parlamentare si fa, oltre che con l'indirizzo politico pieno, cioè dando e togliendo la fiducia al Governo, anche con la valutazione delle politiche pubbliche. Del resto, la relazione finale del cosiddetto comitato dei saggi, trasmessa al Presidente del Consiglio pro tempore Enrico Letta nel settembre 2013, insisteva sull'opportunità che il Senato avesse questa possibilità di valutazione. Ora, si dice, quando nello specifico la valutazione al nuovo Senato viene richiesta sull'impatto delle politiche dell'Unione europea, di togliere questa valutazione di impatto per andare ad una – la leggo – «valutazione del gradimento dei cittadini sulle politiche dell'Unione europea». Ora, un Parlamento non è un istituto di sondaggi, cioè non è che il Parlamento si mette a rilevare – con quali sistemi poi mi chiedo – il gradimento dei cittadini. Il Parlamento dovrà farlo con una capacità di analisi dei risultati e degli impatti molto più raffinata e molto più concreta. Se l'Unione europea mi dà, con questa direttiva, questa Pag. 30calata di effetti sulla regolamentazione legislativa italiana, che cosa ha prodotto questo ?
  Se l'Unione europea mi dà 20 miliardi di fondi strutturali in un dato periodo, come li abbiamo spesi, che tipo di impatto hanno avuto sui territori: ecco, io credo che sia molto più opportuna questa capacità di analisi e di valutazione che quella sul gradimento. E siccome – voglio ricordarlo soprattutto ai colleghi della Lega, ai quali chiedo un voto contrario su questo emendamento – si parla di impatto sui territori, credo che questo sia il terreno proprio di una Camera che si dovrà occupare di rappresentare le istituzioni territoriali in ambito nazionale, quindi un sistema che autorevolmente registrerà anche in termini critici l'impatto delle politiche dell'Unione europea sul nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, il relatore di minoranza ha espresso parere contrario su questo emendamento...

  PRESIDENTE. No, veramente, onorevole Sannicandro, c’è il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza di Fratelli d'Italia, mentre si è rimesso all'Aula il relatore di minoranza della Lega, e vi è il parere contrario del relatore di minoranza di Sinistra Italiana. Quindi, è diversificato in questo modo il parere dei relatori.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Avevo capito che il collega Quaranta si fosse espresso in maniera contraria.

  PRESIDENTE. Il collega Quaranta sì, ma sono quattro i relatori di minoranza. Chiedo scusa, non avevo capito.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io facevo riferimento al nostro collega. Quindi, quali sono le ragioni ? In effetti, questa volta sono d'accordo con Sanna, che il Senato non può essere un ufficio di sondaggi. Probabilmente c’è una sottile ironia in questo emendamento: dal momento che stiamo cercando di ridurre il danno ma non veniamo presi in considerazione, probabilmente questo emendamento serve per ironizzare sulle funzioni del Senato, perché in fin dei conti è un Senato che ha poca dignità istituzionale. Però, è evidente che sulla verifica dell'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori, anche qui, c’è da censurare il linguaggio, perché, che significa «verifica l'impatto» ? Al massimo verifica gli effetti delle politiche dell'Unione europea sui territori. Ogni volta leggo in emendamenti e anche nel testo del disegno di legge le parole «sui territori»; io credo che l'azione umana abbia due coordinate ineludibili: la prima coordinata è il tempo, la seconda coordinata è lo spazio, quindi non riesco ad immaginare una verifica degli effetti delle politiche dell'Unione europea sull'Iperuranio. Quindi, questa è un'ulteriore dimostrazione della sciatteria linguistica del testo. In ogni caso, ciononostante, non possiamo votare a favore dell'emendamento a firma Nuti, Cecconi ed altri per le ragioni che abbiamo già esposto.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro. Mi scusi, ma non avevo proprio capito che si riferiva al relatore di SI-SEL. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.112, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza di Sinistra Italiana-SEL e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Fratelli d'Italia, mentre si rimette all'Assemblea il relatore della Lega Nord.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piazzoni, Corsaro, Piepoli, Antezza, Bordo.Pag. 31
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  408   
   Votanti  369   
    Astenuti  39    
    Maggioranza  185    
    Hanno votato  77    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.117, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza, ad eccezione del relatore della Lega Nord, che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Latronico, Dambruoso, Terzoni, Leva, Lattuca, Romano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  372   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  109    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza, ad eccezione del relatore di Fratelli d'Italia, che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Greco, Fanucci, Paris, Del Grosso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  378   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza, ad eccezione del relatore di Fratelli d'Italia, che si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Pisano, Montroni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  388   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 1.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, brevemente, colgo l'occasione di questo emendamento per chiedere chiarimenti a qualcuno della maggioranza, che ha probabilmente le idee più chiare. In questo quinto comma si dice che il Senato esprime pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge, e fin qui, se fosse scritto così, avrebbe un senso, però poi si aggiunge che «concorre ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo»: concorre Pag. 32con chi ? Si presume, forse, con la Camera dei deputati, però, quando andiamo a leggere le competenze della Camera dei deputati, non troviamo che la Camera dei deputati è competente ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo. Quindi, se qualcuno della maggioranza mi potesse chiarire le idee sarebbe meglio, perché altrimenti abbiamo anche qui delle parole messe lì, in più, tanto per scrivere qualcosa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, vorrei tramite lei spiegare all'onorevole Sannicandro che, essendo la nostra una democrazia competitiva, è il Senato che concorre con se stesso per migliorare le sue funzioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sanna. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SANNA. Signor Presidente, capisco il clima scherzoso, ma trattandosi di Costituzione ricordiamo che in più parti, quando si parla delle competenze di Camera e Senato, che sono sempre e comunque il Parlamento della Repubblica italiana, anche se con funzioni differenziate, «concorre» significa «svolgono insieme»: anche se non paritariamente, perché solo alla Camera è lasciato il potere di indirizzo politico che massimamente si esprime con la fiducia al Governo, il ruolo di legislazione in alcuni casi, di valutazione delle politiche pubbliche in altri casi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e quello favorevole dei relatori di minoranza, ad eccezione dell'onorevole La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sandra Savino, Pilozzi, Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  391   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Capezzone 1.119.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Presidente, intervengo molto brevemente per dire che con questo emendamento si cerca di intervenire per costruire un rapporto più «a testa alta», più «a schiena dritta» tra Costituzione italiana e Unione europea. Nel dibattito tra Italia ed Europa nella politica italiana noi assistiamo a due estremi, entrambi sbagliati: da un lato chi in modo pedissequo e sistematico subisce lo status quo europeo, anche rispetto a meccanismi non funzionanti; dall'altro chi ha un approccio esclusivamente distruttivo, da salto nel buio. Noi proponiamo un passo in avanti, e vogliamo incardinare ora la discussione rispetto a quello che accadrà nei prossimi mesi.
  Scusate, colleghi, senza che la politica italiana se ne accorga – dimentichiamo un momento le distinzioni di schieramento – stanno per venire alla luce quelli che io considero dei gravi errori: una tesoreria unica europea; una unione fiscale europea fatta male, con un rischio di omogeneizzazione al peggio; il rischio di ulteriori controlli centrali di Bruxelles sui bilanci nazionali che priveranno governi e Parlamento ancora più di oggi dell'azione effettiva attraverso la politica fiscale, che è il cuore del rapporto tra elettori ed eletti, tra governi e cittadini. Allora questo Pag. 33emendamento, che vuole inserire una valutazione di efficacia e di efficienza in Italia su quello che arriva da Bruxelles, è un passo per porci a testa alta rispetto a quello che accade all'Unione europea e per evitare nei prossimi mesi un derby francamente molto deludente tra chi va a Bruxelles, a Parigi e a Berlino e dice sempre e solo «sì» chinando la testa, e chi, commettendo l'errore uguale e contrario, dice solo «usciamo e usciamo», e non si capisce dove si vada. Forse è il caso di introdurre un elemento di schiena dritta, di testa alta rispetto ad alcuni vincoli europei sbagliati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, noi abbiamo fin qui votato favorevolmente tutti gli emendamenti del collega Capezzone; su questo però ci asterremo, ma per le stesse ragioni che lui adduceva nel suo intervento. È troppo influente nelle politiche nazionali il peso dell'Europa per affidare la valutazione dell'impatto delle politiche europee, e anche quindi dell'efficienza e dell'efficacia, al nuovo Senato.
  Noi contestiamo che il nuovo Senato abbia il monopolio del rapporto tra lo Stato centrale e l'Unione europea. Per questa stessa ragione non siamo d'accordo ad estendere in questa funzione anche la valutazione di efficienza e di efficacia: che va fatta sì, ma non dal Senato, perché sarebbe sbagliato affidare a questa nuova Camera anche questo tipo di competenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capezzone 1.119, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Di Battista, Mauri, Giammanco, Prestigiacomo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  440   
   Votanti  340   
   Astenuti  100   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Ambrosio 1.132, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole di tutti i relatori di minoranza ad eccezione dell'onorevole La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  406   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 1.118, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e quello favorevole dei relatori di minoranza ad eccezione dell'onorevole La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Bolognesi, Fratoianni, Andrea Romano, Baroni, Pilozzi, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 34
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  403   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.121, parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole di tutti i relatori di minoranza ad eccezione dell'onorevole La Russa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Occhiuto, Marotta, Malisani, Ottobre, Scuvera, Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  411   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.123, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza, mentre il relatore di minoranza del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Pellegrino, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  398   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.122, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, sottosegretario Scalfarotto, Narduolo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  444   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.120, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà, mentre i relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda De Maria, Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  399   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  280.    

Pag. 35

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.125.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, voteremo a favore di questo emendamento che recepisce quanto avevo detto in precedenza e cioè che era superfluo dire che verifica l'impatto sui territori, perché come ho già detto non si opera che sui territori, ma voglio cogliere l'occasione per evidenziare come il MoVimento 5 Stelle bene ha fatto con gli emendamenti su cui abbiamo già votato favorevolmente nel voler specificare in generale quali settori delle politiche europee dovevano essere sottoposti a verifica. Ora invece ci sono altri emendamenti che ancora più correttamente cercano di limitare quella genericità alle competenze specifiche del Senato, cioè non dimentichiamo che il Senato della Repubblica, ai sensi sempre dell'articolo 55, rappresenta le istituzioni territoriali ed esercita – abbiamo aggiunto – funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica. Quindi questa è la potestà del Senato, quindi il Senato rappresenta le istituzioni territoriali e ne cura diciamo così gli interessi. Poi abbiamo precisato quali sarebbero le istituzioni territoriali, in qualche altra parte del testo.
  Se così è, ben tentano di emendare i colleghi MoVimento 5 Stelle quando per esempio con l'emendamento successivo dicono «nelle materie la cui potestà legislativa spetta alle regioni», con l'emendamento ancora successivo dicono «sui bilanci degli enti territoriali», con l'emendamento ancora successivo «sui territori, sulle regioni e sui comuni» e con l'emendamento ancora successivo «sugli enti costitutivi della Repubblica». Questo che cosa sta a significare ? Sta a significare che il testo ben poteva essere scritto meglio, mentre la maggioranza non si capisce per quale motivo continua a blindare un testo che da un lato è veramente scritto male ma che soprattutto è contraddittorio. Se il Senato rappresenta le istituzioni territoriali – tant’è vero che concorrono a costituirlo le regioni, gli enti territoriali insomma e i comuni – non si capisce per quale motivo poi avete scritto nel comma quinto che può parlare di tutto e di più. Non è un modo corretto dal punto di vista dell'architettura istituzionale. Si dovrebbe precisare che le valutazioni, la verifica dell'impatto e quant'altro dovrebbero essere limitate e circoscritte alle materia sulle quali il Senato avrà la competenza in relazione proprio agli enti che lo hanno costituito. Noi voteremo quindi, come ha già detto il collega Quaranta, a favore di questi ulteriori emendamenti ma ho voluto sottolineare come in quest'Aula molti di noi fanno un lavoro egregio ma che non viene tenuto in nessunissima considerazione senza un giustificato motivo. Forse c’è il gusto, c’è uno orrore verso le cose fatte bene e si preferisce invece soffermarci su testi, comunque essi siano, purché si vada avanti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, con questo emendamento come con quelli successivi denunciamo il basso livello qualitativo della riforma, infatti fare riferimento ai territori per valutare l'impatto della legislazione dell'Unione europea appunto sugli stessi non vuol dire nulla. Noi quello che appunto abbiamo intenzione di fare con questo emendamento è definire in maniera dettagliata il territorio al quale appunto ci si riferisce.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Dieni. Onorevole Malpezzi, la ringrazio.

  FEDERICA DIENI. Quindi, in questo caso il Senato sarà rappresentativo di alcuni enti locali, in particolare regioni e comuni, e quindi semplicemente con questa serie di emendamenti che abbiamo presentato vogliamo semplicemente fare riferimento in maniera tecnica e in maniera Pag. 36dettagliata a questi enti locali. Come ha detto anche prima di me benissimo Sannicandro, qui praticamente si abbassa tantissimo il livello della legislazione perché non si concepisce una Costituzione scritta in maniera molto superficiale, senza individuare quindi in questo caso espressamente il territorio di riferimento. Vogliamo porre rimedio a questa norma quindi apponendo questo tipo di correttivo e invitiamo tutti a votare favorevolmente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.125, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza, mentre il relatore di minoranza del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Baruffi, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  436   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.124, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Revoco la votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, volevo dare l'occasione di citarmi ancora una volta, visto che lo ha fatto ripetutamente e mentre ci siamo rimessi all'Aula per l'emendamento precedente, che secondo me era leggermente diverso dai successivi proposti dagli amici, dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, su questo e sugli altri emendamenti, per le ragioni che loro stessi hanno esposto, cioè, per il tentativo di ricondurre la normativa che stiamo votando alle funzioni proprie del Senato, noi di Fratelli d'Italia esprimiamo parere favorevole e invitiamo a votarlo.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Devo solo precisarle che ovviamente, onde evitare si pensi che io sia parziale nei suoi confronti e a suo favore, è che per il Presidente è più semplice dire onorevole La Russa che ripetere per quattro volte le parole «relatore di minoranza, eccetera». Solo per questo, sia chiaro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.124, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi, Fabbri, D'Attorre, Pili. Ci sono altri ? Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  453   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 1.126, con il parere contrario Pag. 37della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  441   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 1.127.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Nella scheda che ci è stata fornita dagli uffici, insieme a questo disegno di legge costituzionale, compare, in merito agli elementi sulla qualità del testo riferiti, in particolar modo, proprio all'articolo 55, quinto comma, il fatto che nella formulazione la riforma sia generica e soprattutto atecnica. Cioè, questa formulazione è sia generica sia atecnica. In effetti, la domanda che ci si pone è a quali territori si faccia riferimento. L'ha spiegato benissimo prima il collega Sannicandro e altrettanto bene la mia collega Dieni.
  Quindi, con tutta questa serie di emendamenti bocciati finora e anche con questo proponiamo un'ulteriore specifica, cioè che la norma dovrebbe riferirsi ai territori sui quali ricadono le competenze di questo nuovo Senato e quindi teoricamente regioni, comuni e, in generale, gli enti locali. Infatti, questo abbiamo previsto sulle regioni e sui comuni.
  L'emendamento, quindi, insiste e specifica maggiormente l'effetto e dimostra il fatto che abbiamo già detto tutti prima in maniera piuttosto ampia salvo la maggioranza, ossia che c’è un basso livello qualitativo a livello di linguaggio utilizzato nella riformulazione di quella che è la Carta costituzionale. Purtroppo, è un atteggiamento molto approssimativo ed è particolarmente pericoloso utilizzare un linguaggio di questo genere, perché si sta andando a modificare la Carta costituzionale e ciò meriterebbe un pelino in più di attenzione.
  Capisco che siamo in quella che dovrebbe essere la quarta lettura, anche se in realtà è la seconda, ovverosia la prima effettiva della Camera. Quindi, varrebbe la pena, proprio in merito a quella che era la ratio dell'articolo 138, di riconsiderare i termini utilizzati perché questa è una buona occasione e se c’è qualcosa da migliorare fermarsi e farlo comunque, perché tanto non ci corre dietro nessuno e anzi a volte inciampiamo, anzi inciampate spesso su voi stessi quando correte rispetto a quando non si farebbe se si volessero approvare gli emendamenti.
  Se lo si ritiene condivisibile, visto che si specificano quelle che sono funzioni che non capisce, francamente, nessuna delle opposizioni, esprimete un parere favorevole o, perlomeno, motivate il parere contrario ma non sulla base del fatto che siamo in quarta lettura e, quindi, che la discussione deve essere chiusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.127, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  MARA MUCCI. Presidente, ho chiesto di parlare...

Pag. 38

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione.
  Onorevole Mucci, però cerchiamo di essere un po’ più reattivi, se possibile.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Presidente, scusatemi. Io non sono d'accordo su questi emendamenti che sono restrittivi rispetto all'ambito di lavoro che sarà quello che disegnerà il nuovo Senato, perché l'impatto della normativa europea non è un impatto che può essere soltanto sulle regioni e sui Comuni a livello di bilancio, ma può esserci anche sulle imprese che sono sul territorio.
  Anche quello è un impatto dell'Unione europea. Basta guardare alle ultime norme che sono state approvate e molto contestate dai territori, come quelle sulla pezzatura delle vongole e sulle quote latte.
  Su questo io spero che il nuovo Senato possa incidere, ovvero su una normativa europea che, però, impatta non solo sui bilanci dei territori, ma anche sulle imprese stesse, perché se non guardiamo e non abbiamo un occhio critico anche sull'impatto delle nostre attività produttive probabilmente anche le normative che vengono emanate non avranno il risultato che noi ci aspettiamo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.127, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non riesce a votare ? Minardo. Altri ? Onorevole Morani, ci aiuti, però, perché altrimenti rischiamo di rimanere qui...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  458   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.128, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, mentre i relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato. Altri che non riescono a votare ? Buttiglione, Fucci. Ci siamo ? Hanno votato tutti ? Bianconi; se lei si fa distrarre, onorevole Bianconi, poi è inevitabile.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  439   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 1.129, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole di tutti i relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 39

  Qualcuno non riesce a votare ? Paris, Amendola, Furnari, Tartaglione, Carinelli. L'onorevole Furnari ancora non riesce a votare. Siamo a posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  453   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 1.130, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle e del relatore di minoranza del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, mentre i relatori di minoranza dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Totaro, Paris, Giorgis, Magorno, che ha votato. Grande, Silvia Giordano; non pianga perché risolveremo il problema. Abbia fiducia. Fabbri. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  402   
   Astenuti   53   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  284    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, il deputato Parentela ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 1.34.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie Presidente. Ci sono ora una lunga serie di emendamenti del collega Invernizzi sui quali ci asterremo e ora spiego la motivazione. In pratica, non tolgono, né aggiungono nulla, al già esistente pasticcio fatto dalla maggioranza in questo provvedimento circa le competenze del Senato. Non è più possibile migliorarlo questo passaggio. Gli emendamenti del collega Invernizzi, a nostro parere, ripeto, non tolgono, né aggiungono, lo pasticciano ulteriormente. Ci asterremo su tutti i successivi emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente. Siamo in un momento dalla procedura, riguardo la riforma costituzionale, che obbliga le opposizioni a trovare tutta una serie di artifici – chiamiamoli così – finalizzati comunque, non come sentivo prima da parte di alcuni, a migliorare il testo, perché sappiamo che questo testo che è arrivato è blindato. È un testo sul quale è possibile discutere, ma non sarà possibile ovviamente convincere nessuno dall'attuale maggioranza circa gli errori che sono stati fatti nel corso dalle letture precedenti e circa quello che noi, invece, avremmo voluto fare. La finalità di emendamenti di questo tipo, signor Presidente, non è quella di pasticciare ulteriormente una riforma costituzionale già ovviamente, a nostro avviso, più che pasticciata. Lo vedremo soprattutto nell'articolo successivo, quando andremo ad affrontare il tema che, rispetto a tutti gli altri contenuti di questa riforma, durante la discussione in Senato, ha concentrato la maggior parte sia dei commenti giornalistici che degli esperti circa il metodo di elezione del Pag. 40Senato. Qui noi, con questi emendamenti, vogliamo sottolineare tutto ciò semplicemente dal punto di vista politico. Poi, per carità, se uno venisse accolto, questo riaprirebbe il gioco al Senato e quindi avrebbe anche la funzione di far tornare a parlare di quello che vogliamo fare con quello che in origine della discussione, nel testo base presentato, veniva definito Senato delle autonomie e poi, forse, per una sorta di pudore, per un sussulto fortunatamente di pudore, è stato ricondotto all'interno di una terminologia più chiara, quella di Senato della Repubblica, non certo dalle autonomie. Però, vogliamo sottolineare con la presentazione di questi emendamenti, come quello di fronte al quale noi ci troviamo, purtroppo, non è un Senato delle autonomie, perché del Senato delle autonomie non ne ha il profilo e non ne ha i poteri. Se si fosse voluto, in qualche modo, creare un qualcosa di effettivamente organico, signore Presidente, noi avremmo potuto guardare ad altre esperienze europee circa la possibilità di realizzare impianti costituzionali capaci di attraversare periodi devastanti, se vogliamo, anche dal punto di vista proprio sociale. Mi riferisco alla Costituzione federale tedesca sotto il cui vigore è stata affrontata la Guerra Fredda, sotto il cui vigore, soprattutto, in seguito a semplici e non così invasive correzioni, si è riusciti a realizzare in Germania qualcosa di assolutamente incredibile, vale a dire la riunificazione tedesca. Quello che non siamo riusciti a capire, infatti, è come mai si sia voluto in Italia prendere una Costituzione che, proprio quelli che oggi la cambiano, hanno definito più volte, in più occasioni, come la più bella del mondo.

  PRESIDENTE. Concluda.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Mi avvio alla conclusione.
  Si vuole creare un ectoplasma privo di particolare definizione e insistere in questa battaglia, che, lo sappiamo, ha un'unica finalità, purtroppo, che è quella di potersi presentare in campagna elettorale offrendo all'opinione pubblica in pasto un argomento semplice (perché sarà questo il tema sul quale sicuramente la maggioranza batterà e Renzi farà la sua campagna elettorale): noi siamo gli unici che hanno preso 315 mantenuti dal popolo, e così via, e li abbiamo cancellati; noi abbia cancellato 315 indennità. Purtroppo, al di sotto di questa patina di demagogia pura, c’è a nostro avviso un gravissimo problema di equilibro costituzionale. Ecco perché questo Senato, che a nostro avviso è privo di una effettiva caratterizzazione di Senato delle autonomie, non dovrebbe nemmeno esistere. A questo punto sarebbe stato più opportuno cancellarlo, onde evitare di fare quello che è stato fatto, per esempio, anche con le province, con la differenza che in questo caso costituzionalizziamo un effettivo caos normativo e istituzionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, Presidente, anche noi ci asterremo su tutti gli emendamenti proposti dall'onorevole Invernizzi, di cui apprezziamo la buona volontà, ma riteniamo anche noi che questa parte dell'articolo 1 sia inemendabile. Del resto, è scritta talmente male, in maniera talmente superficiale, che trovo veramente grottesco che questo sia l'articolo 1 della nuova riforma e della nuova Carta costituzionale. Ed è ancora più grottesco e inqualificabile il fatto che il Premier, il Presidente del Consiglio, presenti questa sottospecie di riforma come la cartina di tornasole della sua volontà riformatrice del Paese. Ora io chiederò ai cittadini italiani di leggersi quest'articolo 1 della riforma Renzi che giudico assolutamente incomprensibile. Per fortuna ci sarà una campagna referendaria e i cittadini potranno votare liberamente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 41

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. È vero quanto hanno sostenuto i colleghi, cioè che questo articolo 1, o meglio l'articolo 55 della Costituzione per come il Senato l'ha modificato, è difficile da correggere. Ed è vero anche che forse neanche la serie di emendamenti che ora voteremo a firma dell'onorevole Invernizzi possono essere sufficienti a correggere questo articolo.
  Il punto però è capire che cosa è successo al Senato. Al Senato la maggioranza, probabilmente con un intento risarcitorio nei confronti del Senato che sarà, ha attribuito a questa nuova Camera delle funzioni inopportune, che sarebbe stato opportuno non attribuire al Senato che sarà. Allora questi emendamenti, siccome hanno lo scopo di porre in evidenza la necessità di limitare queste funzioni inopportune, hanno un valore politico che noi condividiamo e per questa ragione li voteremo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente, l'ho detto sin dall'inizio, quindi concordo con i colleghi che l'hanno ripetuto, che il testo di questo di questo provvedimento, di quella che dovrebbe essere la nostra nuova Costituzione, è assolutamente inemendabile, perché non risponde alla esigenza di dare agli italiani una Costituzione più snella, più efficace, più adatta alle necessità del Paese o semplicemente alle risultanze di un comune sentire, ma è il frutto di due diverse spinte: la prima, quella di dire, in qualche modo, che si è fatta una qualsiasi riforma costituzionale, la seconda, lo vedremo nel successivo articolo, quella di far finta di cancellare il Senato. Invece si mantengono grosso modo i costi e si toglie ai cittadini la possibilità di eleggere i senatori per affidarli ai partiti in via completa, anche se apparentemente con la correzione avvenuta così non sembra, invece così resta, ma ne parleremo.
  Allora gli emendamenti, questo e quello successivo, proposti dal collega Invernizzi, sicuramente, a prescindere dal fatto che verranno bocciati, non possono migliorare o cambiare una natura di per sé fallace di questo testo, che peraltro risponde, l'altro elemento, a un tentativo, alla fine, di mettere insieme anime diverse dello stesso partito di maggioranza.
  Però contribuisce a dare un segnale politico sulla incapacità di questo Parlamento di affrontare in maniera positiva quella richiesta, lungamente attesa, di una Costituzione più moderna, più chiara, più diretta. Ecco, se non altro, gli emendamenti proposti dal collega sono più chiari del resto dei testi. Per questo, pur sapendo che verranno bocciati, come segnale politico, noi di Fratelli d'Italia voteremo a favore di tutti gli emendamenti a firma Invernizzi che seguono.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Presidente. Indubbiamente in questi emendamenti capisco la ratio degli amici della Lega, che prevedono che, levando queste competenze al Senato, vi possa essere la possibilità che la valutazione dell'impatto dei provvedimenti della Comunità europea riguardi direttamente i territori e le regioni. Ma, a mio avviso, questa è un'interpretazione, anche se può essere valida, che potrebbe essere limitativa ed essere utilizzata, per certi versi, da un sistema centralista che sta andando avanti. Dunque verrebbe tolto sia alle regioni, sia anche al Senato, che noi auspichiamo diventi in futuro – speriamo in una nuova riforma – un vero Senato delle autonomie, quello che adesso non è.
  È per questo motivo che, anche riconoscendo l'idea degli amici della Lega, noi ci asterremo, perché riteniamo che potrebbe essere vista o potrebbe essere utilizzata da un sistema centralista in un Pag. 42modo per limitare ancora di più i poteri sia ai territori che al Senato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.34, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Acceleriamo colleghi, per favore... Del Grosso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  335   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.37, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL.

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mognato, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  332   
   Astenuti  116   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Binetti, Taricco, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  338   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.31, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.Pag. 43
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ghizzoni, Furnari, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  334   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione. Onorevoli Grillo e Cozzolino, chiedo scusa, purtroppo la votazione è chiusa.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  335   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  330   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Fossati e Molea hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.43, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fossati, Cova, Molea, Sisto... Onorevole Crippa, noi aspettiamo... Anche l'onorevole Nuti... Luigi Gallo, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  459   
   Votanti  339   
   Astenuti  120   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  288.    

Pag. 44

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Fratoianni, Mannino, Colaninno, Bonafede, Benedetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  339   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.36, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  329   
   Astenuti  116   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no   279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.48, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Cariello, Paglia, Amendola.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  338   
   Astenuti  123   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  287    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 45

  Amendola. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  338   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  287    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.38, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi. Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  334   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   51    
    Hanno votato no  283    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.40, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marotta, Carinelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  341   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  291    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.45, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Alberti, Santanchè.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  335   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.39, con il parere contrario Pag. 46della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Paris. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  340   
   Astenuti  120   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  51    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.42, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Montroni, Fanucci, Furnari. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  339   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  52    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Bolognesi, Lattuca. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  458   
   Votanti  337   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  51    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.41, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Gadda, Pagano. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  337   
   Astenuti  119   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  53    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 47

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.44, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo, Rampelli, Malpezzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  340   
   Astenuti  122   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  53    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.47, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Marotta, D'Incà, De Menech...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  338   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Menech, Tartaglione, D'Ambrosio, Gagnarli, Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  462   
   Votanti  344   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  343   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  54    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 48

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.46, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Marco Di Maio, Giorgis.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  338   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   50    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.49, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale si rimettono all'Aula i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di SI-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Carbone, Cozzolino, Rubinato, Kronbichler, Berlinghieri..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  349   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, ha votato. Altri ? Io non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  346   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzana, Andrea Romano, Bolognesi. Hanno votato. Fabbri, Marti, Albanella. Fabbri ha votato, Albanella pure. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 49
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  460   
   Votanti  348   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  344   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   52    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Paris. Altri ? Non vedo mani alzate. Sì, onorevole Malpezzi. Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  348   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.19, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ? No, Del Grosso, Carrozza, Cani. Altri ? Cani non riesce a votare. Bene. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  343   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 50Invernizzi 1.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Bolognesi, Marco Di Maio, Caso. Altri ? Piccione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  463   
   Votanti  344   
   Astenuti  119   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi. Bene. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  338   
   Astenuti  113   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   45    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Mannino. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  338   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 51

  Chi non riesce a votare ? Bolognesi, Amendola, Guidesi, Kronbichler, Massa. Kronbichler non riesce ancora a votare. Ok. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  337   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Carrozza, Ferrari. Ok. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  328   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   45    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Caso, Gallinella, Simone Valente. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  335   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, mentre i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà si rimettono all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Gutgeld, Caparini, D'Ambrosio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  337   
   Astenuti  116   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato   46    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 52

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.25, con il parere contrario della Commissione e del Governo, si rimettono all'Assemblea i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di Fratelli d'Italia.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  341   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   49    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo, si rimettono all'Assemblea i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di Fratelli d'Italia.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Colletti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti   446   
   Votanti  334   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo, si rimettono all'Assemblea i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di Fratelli d'Italia.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  La Russa, D'Ambrosio, Marotta, Paris, Zaratti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  331   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   45    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo, si rimettono all'Assemblea i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-SEL e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e di Fratelli d'Italia.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, De Rosa, Tancredi, Guerra, Caso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  334   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   47    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 1.131.Pag. 53
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.
  Colleghi, vi pregherei di abbassare un po’ il tono della voce, per favore. Prego, onorevole Cecconi.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Ho fatto questo tipo di intervento anche in mattinata e ribadisco un po’ lo stesso concetto, nel senso che già il Senato, come previsto dalla riforma che è in discussione, avrà ben pochi compiti e sull'operato del Governo avrà dei compiti di controllo, di verifica, con la possibilità di emettere dei pareri.
  Ma se questi pareri dovessero essere contrari o dovessero in qualche modo indicare che il Senato non è assolutamente d'accordo con quello che il Governo sta facendo, non esiste...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Cecconi. Colleghi, così però non è possibile. Colleghi ! Prego, onorevole.

  ANDREA CECCONI. ... non esiste alcun genere di accorgimento, di sanzione o di strumento affinché questo parere espresso dal Senato possa in qualche modo arrivare a conoscenza del Governo per una successiva valutazione, tant’è che rimarrebbe soltanto la Camera dei deputati l'organo che potrebbe in qualche modo essere impositivo nei confronti dell'operato del Governo. Con questo emendamento si cerca semplicemente di chiedere che il Governo sia costretto, su indicazioni del Senato, ad andare nell'Aula del Senato a riferire e, in qualche modo, ad avere perlomeno una sanzione sulla reputazione dell'operato del Governo, in maniera tale che il Senato possa fare qualcosa, se mai la dovesse fare. Infatti, a questo punto ci poniamo anche il problema che possa fare quello che viene indicato in Costituzione, perché, non essendoci nessuna sanzione, quello che fa cade completamente nel vuoto, allora ci chiediamo anche quale sia la motivazione per cui questa Camera debba valutare. Chiediamo che almeno ci sia un momento in cui il Capo del Governo o il Ministro entri nell'Aula del Senato e ci sia una pubblicità verso l'opinione pubblica nel dire che il Senato è fermamente contrario a quello che il Governo sta svolgendo. Così gli stiamo dando almeno un senso, perché, altrimenti, a questo punto, così com’è si tratta di una competenza che il Senato ha ma è totalmente priva di senso. Infatti, se devono emettere un documento, un foglio di carta che dice che i senatori non sono assolutamente contenti di quello che sta facendo il Governo e tutto finisce lì, francamente credo che i senatori non si spingeranno neanche a svolgere questo minimo compito, tant’è che forse questo emendamento – forse ! – li potrebbe mettere nelle condizioni di avere almeno una «riscossa» nell'avere il Capo del Governo all'interno dell'Aula che deve giustificare il suo operato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. A sostegno di quanto detto dal mio collega Cecconi, il motivo per cui abbiamo proposto questo emendamento è, nuovamente, tentare di dare un senso a un Senato che di fatto un senso non ce l'ha. L'hanno sottolineato tutti in tutte le salse, ma né il Governo si è alzato a difendere questa sua proposta né tanto meno maggioranza e relatori si sono sgualciti più di tanto. Che funzione tentiamo di dare ? Sappiamo che il Senato ha la competenza di «valutare l'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori», ma se la valutazione è negativa, che succede ? Assolutamente nulla, e qui viene il problema. Allora, diamo un senso a questo controllo e, nel momento in cui lo fa, prevediamo una sorta di sanzione lieve, una sanzione reputazionale, che consiste nell'obbligo in capo al Governo di andare a riferire pubblicamente in Senato in caso di valutazione negativa da parte del Senato medesimo. Quindi, avanziamo una proposta per rendere questo Senato un Senato che abbia un qualsivoglia senso. Questo – giusto per chiudere, Presidente –, per dire che siamo tutt'altro che un gruppo che Pag. 54dice costantemente «no», ma facciamo proposte di ogni genere e la maggioranza manco si degna di guardarci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 1.131, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza La Russa e il parere favorevole di tutti gli altri relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli, Fanucci, Carbone, Manfredi, Magorno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti   422   
   Votanti  420   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bianconi 1.103, con il parere contrario di Commissione e Governo, mentre si rimettono all'Aula i relatori del MoVimento 5 Stelle, di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord, ed esprime parere favorevole il relatore di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Vazio, Amoddio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  311   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Presidente, siamo alla votazione dell'articolo 1. Vorrei far riflettere quest'Aula sulle parole del Ministro Boschi. A mio modo di vedere con una leggera sopravvalutazione di se stessa e con una conoscenza della storia istituzionale di questo Paese leggermente approssimativa, ci ha fatto sapere dalle colonne del Corriere della Sera che sono settant'anni che questo Paese aspetta questa riforma.
  Capisco che figure che hanno scritto questa Carta costituzionale... Vorrei citarne alcuni, anche per dar loro l'estremo saluto con la votazione di questo articolo 1: Calamandrei, Croce, De Gasperi, Di Vittorio, Einaudi, Pertini, Silone, Togliatti Aldo Moro. Capisco che questi personaggi, rispetto alla cifra politica del Primo Ministro Renzi e del Ministro Boschi siano poca cosa, e che quindi sono settant'anni che aspettavamo di avere questo Governo per rinnovare la nostra Carta costituzionale.
  E allora vediamo qual è il prodotto della grande innovazione di questo Governo. Innanzitutto abbiamo superato il bicameralismo paritario. Bene; come l'abbiamo fatto ? Abolendo il Senato ? No: tenendo un Senato, con quali caratteristiche ? Innanzitutto un Senato non elettivo; lo vedremo poi meglio all'articolo 2. Quindi la grande innovazione è che i cittadini non voteranno più per il Senato !
  E che tipo di Senato facciamo ? Facciamo un Senato delle autonomie o delle regioni, senza alcuna riflessione su come funzionano oggi le regioni nel nostro Paese, senza aver ragionato su quali poteri servono ancora alle regioni; perché è paradossale: facciamo il Senato delle regioni nel momento in cui togliamo dei poteri alle regioni, grazie all'abolizione della legislazione concorrente, grazie alla clausola di supremazia. Facciamo un Senato, ripeto Pag. 55non elettivo, in cui non sono rappresentate le istituzioni regionali, ma i sistemi politici territoriali; e lo facciamo senza assegnargli alcuna funzione, perché abbiamo visto come sui poteri specifici delle regioni e delle autonomie il Senato non ha alcun potere speciale, alcun potere di veto, alcun potere incisivo.
  Mentre paradossalmente diamo invece a questo Senato – che è un ibrido, che sempre in nome della semplificazione vedrà al suo interno cinque tipologie di senatori – il potere di riforma della Costituzione. Cioè a un Senato non eletto dai cittadini, di secondo grado, diamo il potere supremo, che l'articolo 1 dice che spetta ai cittadini italiani, di riformare la Costituzione. Questo è il prodotto di settant'anni di attesa ! Meno male che è arrivato questo Governo.
  L'unico elemento certo di questa riforma non riguarda né il Senato, né il bicameralismo, nulla: riguarda il fatto che questa riforma produrrà un incredibile accentramento di poteri su una persona sola. E la cosa che io trovo paradossale è che queste Aule, quella della Camera e quella del Senato, sostanzialmente danno ragione al Presidente Renzi, che dice che il Parlamento non conta nulla e ci deve essere un uomo solo al comando: magari per portare avanti le politiche di austerità o di questa Europa, in modo tale che se qualcuno un giorno alzerà il telefono da Berlino o da Bruxelles avrà un fedele esecutore qui in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, quando si discute di questa pessima legge mi viene sempre in mente quel proverbio famoso, quella barzelletta, quel modo di dire. Dice: «Quante me ne ha date, ma quante gliene ho dette». Ecco, io ne ho dette tante ma ne abbiamo prese tante: perché abbiamo detto in tutti i modi lo scempio che stanno compiendo, abbiamo spiegato per tutte le angolazioni l'errore istituzionale prima che politico che viene compiuto; e anche sotto il profilo estetico, formale, che poi in questo caso è anche sostanza, è commesso con questo obbrobrio che noi andiamo ad approvare.
  Voglio soltanto fare due o tre osservazioni. La prima è questa: il Senato è comunque assemblea, ed è cosa diversa – non mi stancherò mai di dirlo – dalle funzioni di governo. Noi siamo riusciti con questo Senato a mischiare i poteri assembleari con quelli di governo delle giunte, dei sindaci, perché ci sono consiglieri regionali e sindaci all'interno della stessa assemblea. In più abbiamo il retaggio regale ed imperiali del «regaletto» dei cinque senatori non a vita; perché questi non devono essere neanche bravi: questi devono essere amici del Presidente ! Quando sono amici del Presidente, questi possono venire lì ed avere il partitino del 5 per cento all'interno di questo Senato.
  Questa è la prima cosa, la confusione; poi, l'obbrobrio. La terza cosa, al collega che prima mi ha dato sulla voce sulla questione dell’«esprime pareri», spiegandoci, in maniera molto soggettiva, che siccome il parere lo esprime già la Camera, noi si concorre quindi con questo Senato a dare un parere: no, la Camera dà un parere sulle politiche, non sulle nomine ! Sulle nomine c’è una specificità, un indirizzo unico: la nomina è un atto, non è una politica, e sulle nomine del Governo la Camera non esprime pareri. E allora è una, toscanamente parlando, grandissima bischerata !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, a me pare veramente poco esprimere un voto contrario del gruppo del MoVimento 5 Stelle contro questo articolo: pare veramente poco, perché questo articolo porta con sé l'unico motivo per cui sono stati modificati più di quaranta articoli della Costituzione. Questo motivo è scritto in Pag. 56due righe del nuovo articolo 55 della Costituzione stracciata: «La Camera dei deputati è titolare del rapporto di fiducia con il Governo ed esercita la funzione di indirizzo politico». Quello che voleva il Presidente del Consiglio, segretario del Partito Democratico è solo questo: tutto il resto è un contorno, per far vedere che questa legislatura aveva un senso. Solo queste due righe portano in sé il significato di questa riforma; tutto il resto è nulla, se non una complicanza e un gran pasticcio i cui effetti li vedremo negli anni, ma tanto era solo questo che contava nel breve termine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, con questo articolo della Costituzione si vede il livello dei nostri governanti e della maggioranza. Hanno detto per mesi e anni che queste erano le riforme chieste dei cittadini.
  Invece nessun cittadino ha chiesto questo tipo di riforme costituzionali, guarda caso infatti questa schifezza che state approvando non è stata inserita in nessuno dei vostri programmi elettorali, siamo arrivati al punto che smaschera il livello istituzionale e legislativo di questi personaggi che blaterano da mesi parole vuote. L'unica cosa che vi hanno chiesto i cittadini è di far funzionare il Parlamento, perché quando si ha la volontà si può far funzionare il Parlamento, e di non rubare più. Invece voi state continuando a non far funzionare il Parlamento, a fare solo le leggi che fanno comodo a voi. Questo i cittadini ve lo faranno pagare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.

  MATTEO RICHETTI. Signor Presidente, al di là dei toni con cui il collega Nuti ha concluso il suo intervento, ho apprezzato le riflessioni che hanno accompagnato la valutazione su questo articolo. Voglio però puntualizzare due aspetti, uno sollevato dal collega Quaranta e uno dal collega Toninelli. Non si fa il Senato delle regioni nel momento in cui si depotenziano le regioni, si chiama riordino. Con la Costituzione non ci sono meno regioni, c’è meno conflitto tra Stato e regioni. Lo dico perché questo è un punto, anche rispetto alla centralità a cui l'onorevole Quaranta ha guardato dei lavori parlamentari, sul quale dovremmo fare un supplemento di riflessione: conta di più o conta di meno un Parlamento che non è mai arrivato a modificare la Costituzione o conta di più o conta di meno un Parlamento che oggi, non sotto ricatto alcuno, non perché è agli ordini dell'uomo solo al comando, ma perché consapevolmente decide di cambiare la Costituzione in questi termini, sulla quale si può assolutamente essere in disaccordo ma non certo sulla piena potestà di quest'Aula di assumere consapevolmente questa decisione ? Un secondo aspetto: sì, Toninelli, è vero. Il collega ha centrato un punto, volevamo un parlamentarismo nel quale la fiducia fosse data da una sola Camera, era esplicitamente uno degli obiettivi non solo del PD ma di tutta la maggioranza. Un'ultima considerazione, Presidente, perché questo è stato un articolo sul quale ci si è spesso confrontati sul termine «valutazione»: il Parlamento non eroga servizi, molti emendamenti ci chiedevano di rimettere in capo il soddisfacimento dei cittadini o il gradimento dei cittadini circa le politiche di livello superiore, cioè comunitario. Quando si fanno servizi, c’è la customer satisfaction, quando si fanno le leggi, c’è la valutazione del loro impatto sui territori. È un punto centrale della differenza tra un'assemblea elettiva di altro livello ed un'Assemblea legislativa e lo dico perché – concludo – il Parlamento in ogni momento deve avere contezza della società che sta regolando. Un Parlamento in ogni momento non valuta genericamente l'impatto delle leggi ma capisce come le leggi stanno trasformando la società considerato che siamo chiamati a governarla e a produrre norme che la Pag. 57condizionano fortissimamente. Per cui questo primo articolo, su cui il PD darà ovviamente un voto favorevole, è il caposaldo della riforma che andiamo ad approvare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Signor Presidente, innanzitutto per far presente che se come dice il collega Richetti l'obiettivo di dare la fiducia in mano alla sola Camera fosse stato un obiettivo del PD e della maggioranza, avrebbero dovuto inserirlo nel programma delle elezioni, perché almeno gli elettori l'avrebbero saputo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e avreste avuto una legittimazione a farlo. Seconda cosa, non ci sarà un conflitto tra lo Stato e le regioni, ma questo lo state dicendo voi quando già adesso i costituzionalisti dicono che non si capisce un tubo di questa formulazione. Non lo dico io, lo dice gente che di lavoro studia la Carta costituzionale. Inoltre il collega Richetti – ultima cosa – ha detto che il Parlamento ha deciso di cambiare. Ma che Parlamento ? L'ha fatto il Governo, questa è una riforma presentata dal Governo e voi vi siete genuflessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), avete accettato questo accordo al ribasso e questo pastrocchio ne è il risultato. Non riuscite nemmeno a sostenerlo voi, questa ne è la palese dimostrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, il collega Richetti chiede se conta di più o conta di meno questo Parlamento che sta massacrando la Costituzione. Conta di meno, non ci sono dubbi che conta di meno, conta di meno perché non è che il peso di un Parlamento lo decide quanto riesce a truffare della democrazia esistente, il peso di un Parlamento lo decide lo spessore politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) di quel Parlamento, la sua capacità di capire che quando stai modificando la Costituzione cerchi una convergenza vera e un confronto vero con le altre opposizioni. Non stai lì ad eseguire gli ordini che vengono impartiti da un Presidente del Consiglio che non è stato eletto da nessuno (Commenti). Per cui, Richetti, questo Parlamento conta certamente di meno e continua a contare di meno ogni giorno in cui cercate di defraudare la nostra Repubblica della sua democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ricordare a tutti noi, a me per primo, che da trent'anni – forse non da settanta ma certamente da trent'anni – questo Paese si affatica sul tema delle riforme istituzionali, ed è convinzione diffusa – non so quanto vera, ma certamente diffusa – che il sistema istituzionale attuale non funziona, che riforme necessarie per il bene comune vengono ritardate per incapacità funzionale che deriva dal fatto che il principio di rappresentanza ha prevalso in modo eccessivo sull'esigenza della governabilità. Non commetterò l'errore fatto da qualche collega poco fa di dire «tutti i costituzionalisti dicono questo», perché non è vero, perché i costituzionalisti sono tanti, ognuno la pensa in modo diverso dall'altro e dovremmo cercare di argomentare non con l'autorità di supposti esperti ma con la natura delle cose. La natura della cosa «Parlamento italiano» ci dice che il Parlamento italiano non funziona bene, non funziona bene perché il principio di rappresentanza ha predominato, si parla molto e si decide poco e si decide poco perché c’è un eccesso di potere e di interdizione di diversi gruppi. Un modo di combattere l'eccesso di potere e di interdizione è quello di passare da un sistema bicamerale Pag. 58a un sistema monocamerale. Io non so se questo era scritto nel programma del Partito Democratico, so che di questo si sta parlando in Italia da lungo tempo ed ho il sospetto che se un'altra proposta fosse stata avanzata, dai banchi dell'opposizione o di una parte dell'opposizione oggi si direbbe: ma come, non state facendo la riforma che serve, perché lasciate tutto com'era prima e i difetti del sistema Italia non verranno cambiati. Certo, tutto può essere criticato, può darsi che andiamo da un eccesso di rappresentatività a un eccesso di decisionismo, può essere, lo vedremo e nel caso lo correggeremo, ma negare che esista un problema, pensare che la vecchia Costituzione andasse bene così come era, limitarsi a criticare le soluzioni che sono proposte da questa maggioranza senza avanzare proposte di soluzioni alternative non significa fare un'opposizione costruttiva che serve al bene del Paese. Ci sono cose che potrebbero essere fatte meglio ? Ma certo, ma perché non vengono proposte ? Perché c’è un atteggiamento oppositorio il quale sembra dire che di questa riforma non c'era bisogno ? Ma signori miei, se in questo Parlamento è presente una componente così forte come quella dei nostri amici grillini e se, oltre ad una quota di elettorato che li vota perché non ne può più del vecchio sistema, c’è una quota di elettorato ancora molto più grande che non vota affatto, vuol dire che il sistema non funziona e quindi dei rimedi vanno adottati. Si potevano adottare altri rimedi ? Forse.
  Non sono stato io a diffondere l'idea che in questo Paese bisogna realizzare... Ecco forse noi il vero filo corretto delle riforme l'abbiamo smarrito quando abbiamo tentato di mettere assieme un principio presidenzialista e un principio parlamentare e su questo forse abbiamo sbagliato. Questa è la critica che si potrebbe fare, ma non è questa la critica che ho sentito fino ad ora. Ho parlato troppo ma su questo tema avremo occasione di tornare nel corso della discussione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. Il difetto del sistema Italia non è la Costituzione; il difetto del sistema Italia sono questi partiti, questa maggioranza, la corruzione, il malaffare e il voto di scambio. Ecco che cosa si dovrebbe sistemare.
  Quindi, la Costituzione non la vuole cambiare il Paese, o almeno non la vuole stravolgere in questo modo. Nessuno ha avuto mandato di stravolgere la Costituzione, soprattutto un Parlamento incostituzionale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ? Onorevole Occhiuto, onorevole Marzana. Onorevole Manfredi, la richiamo all'ordine... Altri ? Martella, Ginoble. Onorevole Sereni, calma. Altri ? De Lorenzis, Ruocco. Che fa, onorevole Ruocco, vota ? C’è riuscita ? Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  412   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  274    
    Hanno votato no  138.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani.

Pag. 59

Sull'ordine dei lavori (ore 19,35).

  PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo degli interventi di fine seduta un pochino delicati, perché ricordano delle persone scomparse. Quindi, vi pregherei di uscire in silenzio e di consentire di fare nel degno modo questi interventi.
  Ha chiesto di parlare il deputato Pagani.
  Ne ha facoltà.

  ALBERTO PAGANI. Grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghi, Enrico Liverani aveva 39 anni. Assessore comunale da poco più di un anno, era candidato sindaco del PD per il comune di Ravenna alle elezioni amministrative del prossimo anno. Enrico era un uomo sensibile e colto, che amava leggere – divorava i libri – ma non esibiva la sua cultura. Era un uomo che sapeva dialogare ed unire, come dimostra il fatto che la sua candidatura, la candidatura di un giovane e nuovo alla vita amministrativa della città, non usciva da una competizione interna o da un conflitto generazionale, ma dalla condivisione e dall'accordo di tutti dentro al suo partito.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Pagani. Onorevole Polidori, stiamo commemorando una persona scomparsa. Grazie.

  ALBERTO PAGANI. Era questa una caratteristica di Enrico, cioè la capacità di ascoltare e di rispettare chi ha opinioni diverse e di cercare poi un punto d'incontro tra differenze, quella sintesi possibile che permette di prendere una decisione e non costringe a rimandarla. Enrico sapeva ascoltare tutti e, dopo aver ascoltato tutti, sapere decidere.
  Credo che non fosse una sua dote innata. Credo che avesse imparato ad ascoltare prima di parlare quando lavorava come educatore per una cooperativa sociale. La sua formazione, dopo gli studi, comincia proprio così, come operatore sociale sul campo, nei servizi a contatto quotidiano con i bisogni delle persone, soprattutto dei più deboli, e con le difficoltà della vita.
  Seguì l'impegno sindacale nella CGIL, prima a Ravenna e poi nella segreteria regionale dell'Emilia Romagna, dove ricopriva l'incarico di segretario regionale della funzione pubblica.
  Enrico era un uomo di sinistra, orgogliosamente di sinistra, ed era un sindacalista, un bravo sindacalista. Voleva tutelare i diritti e le prerogative dei lavoratori del pubblico impiego che doveva rappresentare, ma sapeva che per poterli difendere bisogna che l'amministrazione pubblica funzioni bene e che i cittadini ricevano servizi adeguati. Diceva che i diritti dei lavoratori pubblici sono realmente esigibili quando lo sono anche i diritti dei cittadini che si rivolgono ai servizi pubblici.
  Un anno fa venne nominato assessore nel comune di Ravenna ed era riuscito in breve tempo.
  A farsi apprezzare per il suo rigore e la sua capacità di conoscere i problemi, la sua concretezza nel trovare le soluzioni. Enrico era autorevole perché non era autoritario; anzi, sapeva essere gentile anche con chi era arrabbiato e a volte maleducato.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pagani, per favore.

  ALBERTO PAGANI. Ma quando aveva maturato una convinzione era molto determinato nel difenderla. Studiava e rifletteva prima di parlare, ma quando parlava sapeva quel che stava dicendo e quel che voleva fare. Non è poco.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Pagani, non mi metta in difficoltà.

  ALBERTO PAGANI. Per questo il Partito Democratico lo aveva candidato sindaco. Sarebbe stato un bravo sindaco, credo, perché i sindaci migliori sono quelli che riescono meglio ad entrare in sintonia con la propria città, a capirne le ansie, a interpretarne le aspettative e le speranze e Pag. 60ad immaginarne il futuro. In poco tempo Enrico Liverani era riuscito a trovare questa sintonia.

  PRESIDENTE. Onorevole Pagani, per cortesia, deve concludere.

  ALBERTO PAGANI. Ho capito, concludo.

  PRESIDENTE. Onorevole Pagani, deve concludere perché c’è un Regolamento che io devo fare rispettare anche se mi costa molto, come lei può immaginare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ALBERTO PAGANI. È una frase, Presidente, abbia pazienza.
  Purtroppo venerdì sera, dopo avere partecipato ad una cerimonia interreligiosa in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi, la sua vita è stata stroncata da un attacco cardiaco. Lascia così la sua famiglia, gli amici e tutta la sua comunità, per la quale stava lavorando con onestà e con impegno.
  Rimane, a chi lo ha conosciuto e a chi gli ha voluto bene, il ricordo bello di un uomo gentile, sorridente, di un politico capace ed orgoglioso. Rimane il significato che lui stesso aveva dato al suo impegno politico con un'espressione usata nel discorso con cui aveva accettato la candidatura a sindaco, quando aveva detto: «Starò sempre dalla parte di chi ha un diritto in meno». Ciao Enrico (Applausi).

  MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Riporto, con l'occasione, un fatto concreto, una grande vittoria: l'esenzione dal ticket sanitario in tutto il Piemonte per le donne vittime di violenza. È quanto prevede una mozione a firma del MoVimento 5 Stelle, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari ed approvata ieri, all'unanimità, dal consiglio regionale del Piemonte.
  Qualche dato: quasi una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, ha subito una qualche forma di violenza fisica e sessuale. La ricerca di Intervita, nell'anno 2013, ha stimato il costo economico e sociale della violenza sulle donne in quasi 17 miliardi. Il MoVimento 5 Stelle conferma ancora una volta di essere contro qualsiasi forma di commemorazione, ma è un'occasione per fare il punto della situazione. Sono passati due anni dall'approvazione del decreto sul femminicidio e il piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale di genere è stato finalmente adottato. Il prossimo step sarà stabilire i compiti, il funzionamento e la composizione dell'osservatorio nazionale sul fenomeno della violenza e la banca dati nazionale dedicata al fenomeno.
  Bisogna creare le condizioni strutturali per favorire l'occupazione femminile, come maggiori asili per far partecipare le donne al mercato del lavoro. L'Italia è oggi, dopo Malta, il Paese con i più bassi livelli di occupazione femminile in tutta l'Unione europea. La mappa realizzata da Action e i suoi fondi a favore dei centri antiviolenza e di case rifugio mostra, purtroppo, un quadro parziale e disomogeneo. I punti fondamentali da cui partire sono concretamente tre: definizione di violenza di genere, inserimento in una raccolta dati della relazione autore-vittima e indipendenza economica.
  Senza una comune e condivisa definizione di violenza di genere, senza inserire nelle statistiche un fattore importante come la tipologia di rapporto tra la vittima e l'autore della violenza, senza dare una via d'uscita lavorativa e totale indipendenza economica alle donne vittime non si avranno progressi. Il MoVimento 5 Stelle conferma la propria totale disponibilità per portare avanti, attraverso azioni concrete, il tema della violenza contro le donne. Esigiamo, però, serietà e attenzione da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

Pag. 61

  GIANNA MALISANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNA MALISANI. Grazie, Presidente. Ieri ci ha lasciato la senatrice Tullia Carettoni Romagnoli. Nata a Verona nel 30 dicembre del 1918, è stata senatrice della Repubblica, sostenitrice del nuovo diritto di famiglia e di diverse leggi sulla condizione femminile. Parlamentare europea dal 1971, è stata nel corso degli anni Novanta presidente della Commissione italiana per l'Unesco, presidente del Forum internazionale delle donne nel Mediterraneo.
  Sulle donne ha detto e scritto molto, facendo della questione femminile il centro delle sue battaglie politiche. In questi giorni così drammatici per l'Europa e il mondo, dove molti pongono il tema della funzione della cultura, vale forse la pena ricordare un passaggio di un suo intervento dal titolo «Costruire la pace con il dialogo interculturale: la parola alle donne di Palestina, Israele e Italia» nell'ambito del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANNA MALISANI. Ne ricordo solo qualche parola: «È necessario che diventiamo protagoniste guardando avanti e dobbiamo diventare un elemento costituente di qualsiasi processo di sviluppo. Il grande processo di sviluppo del mondo avviene sull'uguaglianza, sulla lotta alla povertà, sulla libertà dei popoli, sulla pace. Sono le cose che noi abbiamo sempre detto. Se il mondo cambia deve cambiare su queste strade, non può che cambiare su queste strade» (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 26 novembre 2015, alle 9,30:

  (ore 9,30 e al termine del punto 4)

  1. – Comunicazioni del Governo in vista della XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
   S. 1429-B – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera e nuovamente modificato, in prima deliberazione, dal Senato) (C. 2613-B).
  — Relatori: Fiano, per la maggioranza; Toninelli, Quaranta, Invernizzi e La Russa, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   BUSINAROLO ed altri: Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato (C. 3365-A).

   e delle abbinate proposte di legge: BUSINAROLO ed altri; FERRANTI ed altri (C. 1751-3433).
  — Relatrici: Businarolo, per la II Commissione; Casellato, per l'XI Commissione.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19,45.

Pag. 62

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl cost. 2613-B – em. 1.53 398 342 56 172 70 272 80 Resp.
2 Nom. em. 1.1, 1.100 436 338 98 170 50 288 76 Resp.
3 Nom. em. 1.2 440 344 96 173 53 291 76 Resp.
4 Nom. em. 1.11 453 453 227 160 293 76 Resp.
5 Nom. em. 1.3 446 381 65 191 93 288 73 Resp.
6 Nom. em. 1.6 452 377 75 189 88 289 73 Resp.
7 Nom. em. 1.4, 1.12 446 369 77 185 85 284 71 Resp.
8 Nom. em. 1.54 460 450 10 226 162 288 68 Resp.
9 Nom. em. 1.104 465 455 10 228 166 289 68 Resp.
10 Nom. em. 1.55 470 460 10 231 165 295 68 Resp.
11 Nom. em. 1.101 477 351 126 176 47 304 68 Resp.
12 Nom. em. 1.105 473 461 12 231 162 299 68 Resp.
13 Nom. em. 1.107 466 422 44 212 126 296 68 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.106 470 392 78 197 97 295 68 Resp.
15 Nom. em. 1.108 478 469 9 235 171 298 68 Resp.
16 Nom. em. 1.109 469 460 9 231 166 294 69 Resp.
17 Nom. em. 1.5, 1.102 478 403 75 202 62 341 69 Resp.
18 Nom. em. 1.110 466 412 54 207 116 296 69 Resp.
19 Nom. em. 1.111 471 419 52 210 93 326 69 Resp.
20 Nom. em. 1.114 471 399 72 200 101 298 69 Resp.
21 Nom. em. 1.115 476 390 86 196 93 297 69 Resp.
22 Nom. em. 1.116 474 417 57 209 118 299 69 Resp.
23 Nom. em. 1.112 408 369 39 185 77 292 91 Resp.
24 Nom. em. 1.117 414 372 42 187 109 263 90 Resp.
25 Nom. em. 1.10 416 378 38 190 115 263 89 Resp.
26 Nom. em. 1.9 420 388 32 195 125 263 89 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.8 426 391 35 196 123 268 88 Resp.
28 Nom. em. 1.119 440 340 100 171 61 279 87 Resp.
29 Nom. em. 1.132 443 406 37 204 127 279 87 Resp.
30 Nom. em. 1.118 445 403 42 202 123 280 86 Resp.
31 Nom. em. 1.121 452 411 41 206 129 282 86 Resp.
32 Nom. em. 1.123 445 398 47 200 123 275 86 Resp.
33 Nom. em. 1.122 449 444 5 223 160 284 86 Resp.
34 Nom. em. 1.120 449 399 50 200 119 280 86 Resp.
35 Nom. em. 1.125 447 436 11 219 153 283 85 Resp.
36 Nom. em. 1.124 457 453 4 227 162 291 82 Resp.
37 Nom. em. 1.126 443 441 2 221 153 288 82 Resp.
38 Nom. em. 1.127 460 458 2 230 165 293 82 Resp.
39 Nom. em. 1.128 459 439 20 220 153 286 82 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.129 456 453 3 227 162 291 82 Resp.
41 Nom. em. 1.130 455 402 53 202 118 284 82 Resp.
42 Nom. em. 1.34 453 335 118 168 50 285 82 Resp.
43 Nom. em. 1.37 448 332 116 167 49 283 82 Resp.
44 Nom. em. 1.52 452 338 114 170 53 285 82 Resp.
45 Nom. em. 1.31 451 334 117 168 50 284 82 Resp.
46 Nom. em. 1.50 449 335 114 168 53 282 82 Resp.
47 Nom. em. 1.35 447 330 117 166 49 281 81 Resp.
48 Nom. em. 1.43 459 339 120 170 51 288 81 Resp.
49 Nom. em. 1.32 460 339 121 170 52 287 81 Resp.
50 Nom. em. 1.36 445 329 116 165 50 279 81 Resp.
51 Nom. em. 1.48 461 338 123 170 51 287 81 Resp.
52 Nom. em. 1.33 456 338 118 170 51 287 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 1.38 451 334 117 168 51 283 81 Resp.
54 Nom. em. 1.40 462 341 121 171 50 291 81 Resp.
55 Nom. em. 1.45 452 335 117 168 48 287 81 Resp.
56 Nom. em. 1.39 460 340 120 171 51 289 81 Resp.
57 Nom. em. 1.42 460 339 121 170 52 287 81 Resp.
58 Nom. em. 1.29 458 337 121 169 51 286 80 Resp.
59 Nom. em. 1.41 456 337 119 169 53 284 80 Resp.
60 Nom. em. 1.44 462 340 122 171 53 287 80 Resp.
61 Nom. em. 1.47 455 338 117 170 52 286 80 Resp.
62 Nom. em. 1.51 462 344 118 173 50 294 80 Resp.
63 Nom. em. 1.30 460 343 117 172 54 289 80 Resp.
64 Nom. em. 1.46 456 338 118 170 50 288 80 Resp.
65 Nom. em. 1.49 466 349 117 175 54 295 80 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 1.13 460 346 114 174 54 292 80 Resp.
67 Nom. em. 1.22 460 348 112 175 53 295 80 Resp.
68 Nom. em. 1.21 461 344 117 173 52 292 80 Resp.
69 Nom. em. 1.20 463 348 115 175 49 299 79 Resp.
70 Nom. em. 1.19 461 343 118 172 48 295 79 Resp.
71 Nom. em. 1.18 463 344 119 173 48 296 79 Resp.
72 Nom. em. 1.17 451 338 113 170 45 293 79 Resp.
73 Nom. em. 1.16 448 338 110 170 48 290 79 Resp.
74 Nom. em. 1.15 452 337 115 169 46 291 79 Resp.
75 Nom. em. 1.14 442 328 114 165 45 283 79 Resp.
76 Nom. em. 1.23 450 335 115 168 46 289 79 Resp.
77 Nom. em. 1.24 453 337 116 169 46 291 79 Resp.
78 Nom. em. 1.25 455 341 114 171 49 292 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 84)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 1.26 446 334 112 168 48 286 79 Resp.
80 Nom. em. 1.27 448 331 117 166 45 286 79 Resp.
81 Nom. em. 1.28 452 334 118 168 47 287 79 Resp.
82 Nom. em. 1.131 422 420 2 211 144 276 79 Resp.
83 Nom. em. 1.103 429 311 118 156 34 277 79 Resp.
84 Nom. articolo 1 415 412 3 207 274 138 78 Appr.